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N. 2667 /2011
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
La Corte D’Appello di Venezia , SEZIONE TERZA , composta dai Signori Magistrati:
dott. Maurizio Gionfrida Presidente Relatore
dott. Patrizia Puccini Consigliere
dott. Maura Caprioli Consigliere
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
Nella causa promossa
Da
AEROPORTO VALERIO CATULLO DI VERONA VILLAFRANCA SPA
(CF 00841510233)
Proc. Avv. Enzo Fogliani, Ugo Pizzini e Barbara Bottecchia
Appellante
Nei confronti di
BLUE PANORAMA AIRLINES S.P.A. ora BLUE PANORAMA AIRLINES S.P.A. in
Amministrazione Straordinaria
(PI 05590151006)
Proc. Avv. Laura Pierallini, Lorenzo Sperati, Matteo De Poli
ALLIANZ SPA
(PI 05032630963)
Proci. avv. Francesco Siccardi, Angelo Merialdi, Enrica Monzani, Pierpaolo Varuzza
AXA CORPORATE SOLUTIONS S.A.
(PI 12234810153)
Proc. Avv. Francesco Siccardi, Angelo Merialdi, Enrica Monzani, Pierpaolo Varuzza
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Sentenza n. 1070/2016 pubbl. il 12/05/2016RG n. 2667/2011
UNILPOSAI ASSICURAZIONI S.p.a. quale società incorporante MILANO ASSICURAZIONI
S.p.a.
(CF 00818570012)
Proc. Avv. Marcello Ghelardi, Andrea Facco e Giovanni Adami
Appellati
Causa rimessa al Collegio sulle seguenti conclusioni delle parti costituite
Per l’appellante AEROPORTO VALERIO CATULLO:
“Voglia l’Ecc.ma Corte d’appello di Venezia, contrariis rejectis, riformare integralmente
l’impugnata sentenza, e per l’effetto, previo rigetto della eccezione di “inammissibilità e
improcedibilità di tutte le domande svolte da Aeroporto Valerio Catullo di Verona Villafranca S.p.a.
di accertamento e di condanna dirette a far valere un credito nei confronti della Procedura” sollevata
da Blue Panorama Airlines S.p.a. in amministrazione straordinaria nel proprio atto di costituzione
depositato il 19 gennaio 2016:
- in via principale, respingere la domanda di Blue Panorama Airlines S.p.a. (oggi Blue Panorama
Airlines S.p.a. in amministrazione straordinaria) e delle Assicurazioni intervenute, con loro
condanna alle spese dei due gradi di giudizio e conseguente condanna delle parti appellate alla
restituzione delle somme da ciascuna di esse percepite in esecuzione della sentenza di primo grado
e precisamente:
a) quanto alla appellata Blue Panorama Airlines S.p.a. (oggi Blue Panorama Airlines S.p.a. in
amministrazione straordinaria) si chiede che la stessa sia condannata a restituire l’importo di euro
2.449.901,62 pari alla somma a suo tempo precettata in danno di Aeroporto Valerio Catullo S.p.a. e
nelle more del giudizio di appello corrisposta a Blue Panorama Airlines S.p.a. (oggi Blue Panorama
Airlines S.p.a. in amministrazione straordinaria) come peraltro risultante dall’ordinanza resa da
Codesto Ecc.mo Collegio in data 19.12.2011 e pubblicata il successivo 28.12.2011 o, comunque,
quegli importi che dovessero risultare non dovuti per effetto della riforma della sentenza; il tutto
oltre interessi legali con decorrenza dalla data del pagamento all’effettiva ripetizione;
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b) quanto alla appellata Axa Corporate Solution S.p.a. si chiede che la stessa sia condannata a
restituire l’importo di euro 60.141,26 corrispostole nelle more del giudizio di appello o, comunque,
quegli importi che dovessero risultare non dovuti per effetto della riforma della sentenza; il tutto
oltre interessi legali con decorrenza dalla data del pagamento all’effettiva ripetizione;
c) quanto alla appellata Allianz S.p.a. si chiede che la stessa sia condannata a restituire l’importo di
euro 68.964,08 corrispostole nelle more del giudizio di appello o, comunque, quegli importi che
dovessero risultare non dovuti per effetto della riforma della sentenza; il tutto oltre interessi legali
con decorrenza dalla data del pagamento all’effettiva ripetizione;
d) quanto alla appellata Milano Assicurazioni S.p.a. si chiede che la stessa sia condannata a
restituire l’importo di euro 616.585,32 corrispostole nelle more del giudizio di appello o,
comunque, quegli importi che dovessero risultare non dovuti per effetto della riforma della
sentenza; il tutto oltre interessi legali con decorrenza dalla data del pagamento all’effettiva
ripetizione;
- in via subordinata, ridurre il risarcimento dovuto a Blue Panorama Airlines S.p.a. (oggi Blue
Panorama Airlines S.p.a. in amministrazione straordinaria) a quanto previsto dall’art. 1696 c.c. o, in
subordine, dal contratto intercorso inter partes, compensando le spese del primo grado del giudizio e
condannandola al pagamento di quelle del secondo;
quanto sopra con conseguente condanna di Blue Panorama Airlines S.p.a. (oggi Blue Panorama
Airlines S.p.a. in amministrazione straordinaria) alla restituzione del maggior importo medio
tempore percepito in esecuzione della sentenza di primo grado nella misura di cui al precedente
punto a) delle conclusioni, oltre interessi legali con decorrenza dalla data del pagamento
all’effettiva ripetizione;
- respingere in ogni caso la domanda delle assicurazioni intervenute, condannandole alle spese di
entrambi i gradi del giudizio Con vittoria di spese e di onorari di entrambi i gradi del giudizio”.
Per l’appellata BLUE PANORAMA AIRLINES:
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Voglia l'Ecc.ma Corte di Appello di Venezia, disattesa ogni contraria domanda ed eccezione: in via
principale - rigettare l'appello interposto e le domande tutte svolte da Aeroporto Valerio Catullo di
Verona Villafranca S.p.A. avverso la sentenza n. 2656/2011, resa dal Tribunale Civile di Verona, in
data 27 ottobre 2011, all'esito del procedimento n. 2031/2009;
- dichiarare l'inammissibilità e l'improcedibìlità di tutte le domande svolte da Aeroporto Valerio
Catullo di Verona Villafranca S.p.A. di accertamento e di condanna dirette a far valere un credito
nei confronti della Procedura;
in via subordinata: in caso di accoglimento parziale dell'appello principale con riferimento alla
posizione delle compagnie assicurative, ed in accoglimento dell'appello incidentale (condizionato)
interposto con la comparsa di costituzione e risposta depositata dalla Blue Panorama Airlines
S.p.A., in riforma della sentenza n. 2656/2011, resa dal Tribunale Civile di Verona, in data 27
ottobre 2011, all'esito del procedimento n. 2031/2009, condannare Aeroporto Valerio Catullo di
Verona Villafranca S.p.A. a risarcire i danni c.d. diretti subiti dall'esponente, quantificati in Euro
953.000,00, senza detrazione della somma di USD 1.000.000,00, oltre interessi legali. in ogni caso:
condannare Aeroporto Valerio Catullo di Verona Villafranca S.p.A.al pagamento di tutte le spese,
competenze ed onorati del presente giudizio di appello, ivi inclusa la fase inibitoria.
Per l’appellata ALLIANZ SPA:
“Voglia la Corte d’Appello Ecc.ma, rigettata ogni istanza e/o domanda formulata ex adverso,
richiamate per quanto possa occorrere tutte le domande, eccezioni ed istanze già fatte valere in
primo grado ex art. 346 c.p.c.: In via principale, salvo quanto segue, rigettare integralmente
l’appello interposto da Aeroporto Valerio Catullo in quanto inammissibile e/o infondato in fatto ed
in diritto per i motivi di cui in atti e, per l’effetto, confermare integralmente la sentenza del
Tribunale di Verona n. 2656/011 del 21-27/10/2011, nei capi non coperti dall’appello incidentale di
cui infra;
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In via incidentale, in parziale riforma della sentenza di primo grado, condannare l’Aeroporto
Valerio Catullo al pagamento del danno sofferto dall’esponente comprensivo non solo di capitale ed
interessi ma anche di rivalutazione monetaria come per legge, per le ragioni di cui in atti;
Con vittoria di spese diritti ed onorari di entrambi i gradi di giudizio”.
Per l’appellata AXA CORPORATE:
“Voglia la Corte d’Appello Ecc.ma, rigettata ogni istanza e/o domanda formulata ex adverso,
richiamate per quanto possa occorrere tutte le domande, eccezioni ed istanze già fatte valere in
primo grado ex art. 346 c.p.c.: In via principale, salvo quanto segue, rigettare integralmente
l’appello interposto da Aeroporto Valerio Catullo in quanto inammissibile e/o infondato in fatto ed
in diritto per i motivi di cui in atti e, per l’effetto, confermare integralmente la sentenza del
Tribunale di Verona n. 2656/011 del 21-27/10/2011, nei capi non coperti dall’appello incidentale di
cui infra;
In via incidentale, in parziale riforma della sentenza di primo grado, condannare l’Aeroporto
Valerio Catullo al pagamento del danno sofferto dall’esponente comprensivo non solo di capitale ed
interessi ma anche di rivalutazione monetaria come per legge, per le ragioni di cui in atti;
Con vittoria di spese diritti ed onorari di entrambi i gradi di giudizio”.
Per l’appellata UNILPOSAI ASSICURAZIONI:
«Voglia la Corte Ecc.ma -ogni contraria istanza, eccezione e deduzione reietta- rigettare l’appello
proposto dalla S.p.A. AEROPORTO VALERIO CATULLO DI VERONA VILLAFRANCA
avverso i capi concernenti la S.p.A. MILANO ASSICURAZIONI della sentenza n. 2656/2011 resa
dal Tribunale di Verona nel giudizio R.G. n. 2031/2009 fra tali parti nonché le S.p.A. BLUE
PANORAMA AIRLINES, ALLIANZ nonché AXA CORPORATE SOLUTIONS S.A. in data 21
ottobre 2010 e pubblicata in data 27 ottobre 2011 e, per l’effetto, integralmente confermare detti
capi e, quindi, confermare la dichiarata legittimità dell’intervento della MILANO
ASSICURAZIONI S.p.A. e, comunque, condannare la S.p.A. AEROPORTO VALERIO
CATULLO DI VERONA VILLAFRANCA, a risarcire alla predetta S.p.A. MILANO
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ASSICURAZIONI -sino a concorrenza della somma di dollari USA 837.500,00 o dell’equivalente
di questa in valuta nazionale alla data dell’effettivo pagamento o di altra somma di giustizia meglio
vista- i danni materiali tutti subiti dall’aeromobile Boeing 767-300, marche EI-CZH, in occasione
ed a cagione del sinistro di cui in premessa, oltre gli interessi legali dalla domanda al saldo ed alle
spese processuali.
Vinti spese ed onorari del doppio grado di giudizio, oltre IVA e CNPF».
MOTIVI DELLA DECISIONE
Con atto di citazione, datato 10/2/2009, la società Blue Panorama Airlines S.p.a. adiva il Tribunale
di Verona esponendo che:
- La Società attrice, quale compagnia aerea operante nel settore del trasporto aereo nazionale
ed internazionale, operava con voli settimanali da e per l’aeroporto Valerio Catullo Di
Verona Villafranca, gestito in via esclusiva dalla società Aeroporto Valerio Catullo Di
Verona Villafranca S.p.a., stipulando con la stessa contratto di “standard ground handling
agreement” avente ad oggetto l’esecuzione di servizi di handling per i voli della Blue
Panorama;
- Nell’ambito di tale rapporto, in data 12 dicembre 2008, l’aeromobile Blue Panorama
modello Boeing B767-300, con registrazione EI-CZH, in sosta presso l’Aeroporto Catullo
per interventi di manutenzione ordinaria, era stato gravemente danneggiato a causa
dell’errata esecuzione dei servizi di handling;
- Nelle manovre di traino dell’aeromobile dallo Stand 63 sino all’interno di un hangar
aeroportuale, eseguite dalla convenuta a mezzo di vettura Tow Barles targata TAM004, la
semi-ala destra dell’aeromobile aveva urtato il portellone scorrevole dell’hangar, rendendo il
mezzo inservibile per l’attività di volo;
- Il danneggiamento era addebitabile a colpa ed imperizia della convenuta che doveva essere
ritenuta responsabile, in via contrattuale ed extracontrattuale, dei danni connessi ai costi di
riparazione, fermo della macchina e riprotezione dei passeggeri e dei danni non patrimoniali.
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Tutto ciò premesso, conveniva in giudizio l’Aeroporto Valerio Catullo Di Verona Villafranca
S.p.a. chiedendo fosse condanna al risarcimento dei danni, quantificati negli importi di €
4.390.000.00 e di USD 1.600.000,00, nonché a tenere indenne la Società attrice da ogni
responsabilità verso terzi derivante dal ritardo dei voli.
Si costituiva la convenuta Aeroporto Valerio Catullo Di Verona Villafranca S.p.a. contestando
il fondamento della domanda e chiedendone il rigetto. Deduceva che il contratto di handling
prevedeva, all’art. 8.1 lett. d, condizione di reciproco totale esonero di responsabilità tra le
parti, salvo i casi di dolo o colpa temeraria con previsione dell’evento, per i quali era prevista la
risarcibilità del solo danno diretto; eccepiva l’inammissibilità dell’azione extracontrattuale. In
via subordinata invocava la limitazione della responsabilità ritenendo applicabile la disciplina
del trasporto di cui all’art. 1683 c.c., sia con riguardo ai limiti derivanti dal contratto di
handling.
Con comparsa datata 29/12/2009 proponeva atto di intervento volontario e si costituiva la Axa
Corporate Solutions S.A., società co-assicuratrice dell’aeromobile che deduceva di aver versato
per il sinistro a Blue Panorama l’indennizzo di USD 75.000 e con riferimento a tale importo, in
virtù di espressa surroga con gli effetti di cui all’art. 1201 c.c., chiedeva la condanna della
convenuta al risarcimento in proprio favore.
Analogo intervento volontario proponevano la Allianz S.p.a. con comparsa datata 13/1/20210
chiedendo l’accoglimento della domanda in proprio favore nei limiti della somma di USD
87.500,00 versata alla Blue Panorama a titolo di indennizzo, con espressa surroga nei diritti
derivanti dal sinistro, nonché la Milano Assicurazioni in relazione all’importo di USD
837.500,00.
Effettuato accertamento tecnico per la descrizione del sinistro e per la valutazione dei danni e
dei costi, il Tribunale di Verona con sentenza n. 2656/11 in data 21/10/2011, depositata in data
27/10/2011, accertato il grave inadempimento contrattuale della convenuta e la conseguente
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responsabilità, accoglieva le domande dell’attrice e delle intervenute condannando la convenuta
Aeroporto Valerio Catullo al risarcimento dei danni anche non patrimoniali.
Avvero tale sentenza ha interposto appello la società Aeroporto Valerio Catullo invocandone la
riforma e chiedendo il rigetto delle domande formulate dalle controparti o, in subordine, la
riduzione del risarcimento nei limiti di quanto disposto dall’art. 1696 c.c. o di quanto previsto
dal contratto intercorso tra le parti.
Si è costituita la Blu Panorama Airlines eccependo preliminarmente la nullità della citazione
d’appello per assoluta indeterminatezza della domanda subordinata concernente la riduzione del
risarcimento a quanto previsto dall’art. 1696 c.c.. Nel merito ha sostenuto l’infondatezza
dell’impugnazione chiedendone il rigetto; in via di appello incidentale ha chiesto il
riconoscimento della liquidazione del danno non patrimoniale all’immagine nella somma di €
800.000,00; in ipotesi di accoglimento dell’appello principale sulla legittimazione delle
intervenute a pretendere il risarcimento, ha chiesto il riconoscimento integrale del risarcimento
in proprio favore senza detrazione degli indennizzi ricevuti.
Si è costituita la Milano Assicurazioni chiedendo l’integrale conferma della sentenza appellata.
Si sono costituite anche le appellate AXA Corporate Solutions S.A. e Allianz S.p.a. chiedendo il
rigetto dell’appello e proponendo appello incidentale in ordine al mancato riconoscimento della
rivalutazione monetaria sul credito risarcitorio.
Con comparsa depositata in data 19/1/2016 si è costituita la Blue Panorama Airlines S.p.a. in
amministrazione straordinaria in persona del Commissario Straordinario.
Con il primo motivo l’appellante denuncia una erronea valutazione della prova dei fatti,
deducendo che il Tribunale avrebbe ricostruito la dinamica del sinistro valorizzando
esclusivamente il rapporto d’incidente redatto unilateralmente da Blue Panorama, divergente dal
Ground Safety Report sottoscritto nell’immediatezza dell’accaduto da tutte le parti e prodotto
dalle stesse in causa. Rileva che da tale ultimo documento emergeva unicamente che il velivolo
della Blue Panorama durante la manovra di traino dallo stand 16 all’hangar impattava con la
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semiala destra il portone scorrevole dell’hangar presso il quale stava per essere ricoverato,
causando danni all’aeromobile e al portone, con l’annotazione che “da una prima analisi risulta
una non corretta manovra da parte dell’operatore” e l’indicazione di procedure operative non
corrette come causa dell’evento. Osserva, in particolare, che a torto il Tribunale avrebbe dato
credito all’affermazione del rapporto prodotto dall’attrice che tutti i soggetti a vario titolo
impegnati nelle operazioni, anche nelle funzioni di controllo, fossero dipendenti dell’Aeroporto
Catullo, laddove nel Ground Safety Report si dava atto che alle operazioni assistevano anche
due rappresentanti di Blue Panorama, tali John Paul Kenneth e Mirko Haaties di AMC, e che la
manovra era seguita da wing mens della Blue Panorama-AMC. E anche la minuziosa
ricostruzione delle fasi salienti dell’incidente, riporta in sentenza, risentiva dell’erroneo
riferimento al rapporto d’incidente di Blue Panorama, relativamente agli avvertimenti e alle
intimazioni di blocco rivolte al trattorista dal responsabile e dal personale della punta ala sinistra
oltre che dal personale presente nell’hangar. Conclude l’appellante su una carenza probatoria
della ricostruzione del fatto, che avrebbe richiesto istruttoria testimoniale mai chiesta.
Sotto altro profilo l’appellante denuncia l’erroneità della premessa, enunciata in sentenza dal
Tribunale, che la condotta colposa e il nesso di causalità con l’evento di danno non fossero
oggetto di specifica e concreta contestazione da parte convenuta, e in senso contrario rinvia alle
contestazioni sollevate in comparsa di risposta.
All’erronea ricostruzione dei fatti avrebbe poi corrisposto analogo vizio nella verifica della
dinamica del sinistro ad opera del CTU, basata essenzialmente su rapporto d’incidente di Blue
Panorama.
Con il secondo motivo l’appellante critica l’affermata compatibilità e cumulabilità dell’azione
aquiliana rispetto all’azione contrattuale, deducendo che con la sottoscrizione della clausola 8.1
del contratto di Handing Blue Panorama, rinunciando ad ogni reclamo nei confronti della
controparte se non per danni causati con dolo o provocati in modo temerario e con
consapevolezza della probabilità di eventi dannosi, avrebbe con ciò rinunciato anche ad ogni
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diversa azione anche se di natura extracontrattuale. Ma il cumulo risulterebbe escluso anche
dalla considerazione che nella fattispecie l’attività illecita risulterebbe ricompresa
funzionalmente e teleologicamente nelle previsioni contrattuali.
Con il terzo motivo l’appellante sostiene che il Tribunale, dando prevalente rilievo alle
risultanze del rapporto d’incidente, sarebbe erroneamente pervenuto all’affermazione della
ricorrenza di una colpa grave a carico del conducente del trattorino. In senso contrario qualifica
la condotta del trattorista – della quale l’appellante non contesta di dover rispondere - in termini
di semplice colpa lieve piuttosto che di colpa grave o colpa temeraria con previsione
dell’evento, così ritenendo di poter contenere la propria responsabilità dei limiti della richiamata
clausola di esonero di cui all’art. 8.1 del contratto. E al fine, scartata l’ipotesi del dolo, evidenzia
come l’unica spiegazione plausibile sia quella di una “errata valutazione dell’ingombro del
veicolo da parte del trattorista, che ha portato all’urto”, posto che l’urto aveva interessato solo
l’estremità alare per circa 30 centimetri e quindi con uno scarto di entità limitata dell’1%, se si
considera l’apertura alare di ben 47,60 metri. Ma la qualificazione dell’errore del trattorista non
muterebbe anche accettando l’assunto che i controllori avrebbero segnalato di bloccare il traino
perché non vi era sufficiente area libera, poiché la posizione del trattorista, al centro a bordo del
trattore che tirava l’aereo, non garantiva che lo stesso fosse in grado di mantenere il contatto
visivo con i segnalatori e di percepirne le avvertenze; né sul punto era stata introdotta alcuna
prova da parte attrice.
Con il quarto e il quinto motivo l’appellante censura l’affermazione in sentenza della
ricorrenza di una colpa grave nell’operato del trattorista. Addebita innanzi tutto a Blue
Panorama di non aver dimostrato la colpa grave del trattorista. Si duole che il Tribunale sia
pervenuto a tale accertamento senza valide prove e senza l’escussione di un solo testimone che
avesse confermato la dinamica dei fatti riferiti da Blue Panorama. Denuncia poi l’erronea
equiparazione della colpa grave alle ipotesi di dolo e di colpa temeraria con previsione
dell’evento, considerate distintamente anche dall’art. 25 della Convenzione di Varsavia del
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1929; ma ribadendo comunque che nella specie il danno poteva ritenersi provocato da
semplice colpa lieve. E con il sesto motivo, ai fini della ricognizione dell’ operatività della
limitazione di responsabilità di cui alla clausola contrattuale n. 8.1, riafferma l’insussistenza
degli elementi di una colpa temeraria con previsione dell’evento, perché erroneamente
motivata in sentenza sulla base della stessa ricognizione dei fatti e della dinamica già contestata
perché tratta dalla relazione d’incidente della Blue Panorama priva di valore probatorio.
L’esame dei motivi finora esposti va effettuato unitariamente, per la stretta interdipendenza
delle questioni di diritto e dei connessi profili relativi all’assolvimento dell’onere della prova, ed
evidenzia l’infondatezza dell’impugnazione.
Con necessaria sintesi va ricordato che la Blue Panorama nella citazione introduttiva del
giudizio ha fondato la pretesa risarcitoria denunciando, innanzi tutto, la violazione da parte della
convenuta società Aeroporto Valerio Catullo di Verona del contratto di handling, avente ad
oggetto l’espletamento di servizi di assistenza a terra in ambito aeroportuale, e l’inadempimento
delle obbligazioni assunte dalla stessa nell’esecuzione del contratto perché, il 12/12/2008,
effettuando le manovre di traino dell’aeromobile Boeing B767-300 dell’attrice , il personale
addetto al traino aveva provocato la collisione della semi-ala destra dell’aeromobile con i
portellone scorrevole dell’hangar danneggiando il veicolo. La Società convenuta, lungi dal
contestare che il sinistro fosse avvenuto nel corso dell’esecuzione delle prestazioni dalla stessa
contrattualmente assunte, ha espressamente riconosciuto già in comparsa di risposta di avere
curato per conto dell’attrice il rimorchio dell’aeromobile dallo Stand ad un hangar e che
“durante la fase finale del traino, il velivolo urtava il portellone scorrevole dell’hangar con la
semi-ala destra, danneggiandola” (pagg. 3 e 4 comparsa). Tra le varie difese ha poi invocato la
speciale clausola di limitazione della responsabilità di cui all’art. 8.1 escludente la risarcibilità
dei danni provocati con dolo o con “colpa temeraria con previsione dell’evento”; e tali difese ha
in grado d’appello dato conferma (pag. 2 citazione) indicando che il sinistro e il
danneggiamento dell’aeromobile si verificò durante le operazioni di rimorchio affidate
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all’Aeroporto Catullo in forza del contratto di handling, ed invocando nuovamente la
limitazione di responsabilità di cui alla clausola richiamata.
Da queste premesse, trascurando per il momento la questione della cumulabilità
dell’esperimento dell’azione aquiliana, emerge che la pretesa della attrice Blue Panorama si
fonda sulla denuncia della violazione degli obblighi contrattuali e dell’inadempimento
dell’Aeroporto Catullo da cui è derivato in via diretta il danneggiamento dell’aeromobile.
Pertanto in conformità ai principi fondamentali in tema di responsabilità del debitore posti
dall’art. 1218 c.c., coordinati con il regime di cui all’art. 2697 c.c., l’attrice, in veste di creditore
della prestazione avente ad oggetto le operazioni di traino, aveva unicamente l’onere di fornire
la prova dei fatti costitutivi, rappresentati dal contratto di handling, delle ragioni di danno e
della sussistenza del nesso di causalità rispetto all’inadempimento; non era onerata della prova
dell’inadempimento né della imputabilità dello stesso al debitore. E’ quest’ultimo che, invece,
doveva eventualmente fornire la prova dell’estinzione del debito, del corretto adempimento
della prestazione o del fatto che l’inadempimento fosse determinato da impossibilità della
prestazione per causa a lui non imputabile.
La situazione e la ripartizione degli oneri probatori in materia di imputabilità dell’
inadempimento non trova alcuna deroga quando sia invocata – come nella specie - la ricorrenza
di una clausola contrattuale di esonero della responsabilità del debitore ai soli casi di dolo o
colpa grave, e cioè nei limiti conformi alla previsione di cui all’art. 1229 c.c.. Anche in tal caso,
infatti, trovando pur sempre applicazione i principi enunciati dagli artt. 1218 e 2697 c.c., grava
sul debitore che voglia essere liberato da responsabilità l’onere di provare che
l’inadempimento è dovuto a ragioni integranti il caso fortuito ovvero da una propria condotta
che in concreto assuma i connotati della sola colpa lieve, contrattualmente esente da
responsabilità.
Tale conclusione è confortata dall’intervento della Corte di Cassazione che anche recentemente
(Cass Sez. 3, Sentenza n. 13434 del 29/05/2013) ha ribadito, in materia di concorsi pronostici
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ma con affermazione di principio in ambito contrattuale, che la presenza di una clausola
limitativa della responsabilità ai soli casi di dolo o colpa grave “non altera i normali criteri di
ripartizione dell'onere della prova di cui agli artt. 1218 e 2697 cod. civ., con la conseguenza che
il debitore ricevitore, il quale voglia andare esente da responsabilità, ha l'onere di provare che
l'inadempimento o inesatto adempimento, sia dipeso da causa estranea al suo potere di controllo,
ovvero che la sua attività o inattività concreti colpa lieve. Spetterà, invece, al creditore
scommettitore la prova dell'inesecuzione della prestazione nonché del danno di cui chieda il
risarcimento”, con ciò seguendo un principio adeguatamente consolidato nei precedenti (cfr.:
Cass. Sez. 3, Sentenza n. 28314 del 22/12/2011; Cass Sez. 3, Sentenza n. 367 del 15/01/2002).
L’Applicazione di tali regole sul riparto dell’onere probatorio al caso di specie rende manifesta
l’infondatezza dell’appello.
E’ agevole evidenziare, infatti, che tutto il complesso dei richiamati motivi d’appello
dell’Aeroporto Catullo volti alla confutazione della responsabilità contrattuale si fonda nella
sostanza sull’erronea denuncia del mancato assolvimento da parte di Blue Panorama dell’onere
probatorio in merito alla ricorrenza nel comportamento della debitrice di fatti integranti gli
estremi della colpa grave, o meglio della colpa temeraria con previsione dell’evento, o del dolo.
Ma con tali argomentazioni la debitrice postula una inammissibile inversione dell’onere
probatorio, attribuendo in positivo all’attrice, creditrice della prestazione, l’onere di provare in
concreto gli estremi della imputabilità dell’inadempimento al debitore, con inspiegabile perdita
del beneficio che gli attribuisce il disposto dell’art. 1218 c.c. nel gravare il debitore della non
imputabilità della prestazione stessa. Al contrario, avendo il creditore della prestazione fornito
riscontro probatorio del titolo contrattuale e del danno all’aeromobile derivato dalle operazioni
rese in esecuzione del contratto, gravava sul debitore della prestazione, che invocava la
limitazione di responsabilità, l’onere di provare che il fatto integrante l’inadempimento fosse
derivato da causa a lui non imputabile, perché al di fuori del suo potere di controllo, oppure che
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la sua attività o inattività, in rapporto causale con l'inadempimento, concretasse colpa lieve,
anziché grave o dolosa.
Ne consegue che tutta la critica dell’appellante rivolta alla pretesa erroneità dei riscontri
probatori, sui quali il Tribunale di Verona ha fondato l’affermazione della ricorrenza in concreto
di elementi di colpa grave a carico della convenuta società Aeroporto Catullo, si profila
radicalmente priva di rilevanza posto che per pervenire all’ affermazione della responsabilità
contrattuale dell’odierna appellante assume rilievo preminente ed assorbente la circostanza che
la denunciata totale carenza probatoria non gioverebbe alla stessa debitrice che, pur sostenendo
che la responsabilità del conducente del trattorino adibito per il rimorchio deve essere contenuta
nell’ambito della colpa lieve, non ne ha poi fornito alcuna concreta dimostrazione.
Unico elemento addotto dall’appellante a sostegno di una “disattenzione” del conducente del
trattore rilevante in termini di “colpa lieve” deriverebbe dalla considerazione di una “colpa”
direttamente proporzionale alla ridotta misura della zona di impatto della semi-ala destra sul
portellone dell’hangar, di soli 30 centimetri, rispetto ad una ampiezza alare di complessivi
47,60 metri, con un errore della consistenza dell’1%. Ma l’assunto è privo di fondamento
poiché, dovendo aversi riguardo nell’adempimento delle obbligazioni relative ad una attività
professionale d’impresa ai sensi del secondo comma dell’art. 1176 c.c., il grado di diligenza
doveva essere ragguagliato alla natura dell’attività esercitata che nella specie richiedeva elevata
specializzazione e professionalità, esigendo come grado minimo di cautela la necessità di
assicurare l’integrità dell’intera complessa e vulnerabile struttura dell’aeromobile e risultando
grave ed inescusabile ogni episodio di malgoverno che avesse comportato una collisione del
veicolo con le strutture fisse, indipendentemente dalla notevole rilevanza dei danni riportati dal
mezzo.
Deduce inoltre l’appellante che il trattorista, essendo al centro a bordo del trattore che tira
l’aereo, non ha il contatto visivo costante e contemporaneo con i wingmen posti alla destra e
alla sinistra sotto le rispettive ali, sicché potrebbe essere accaduto che le segnalazione di questi
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ultimi siano avvenute quando il trattorista guardava avanti e che le eventuali segnalazioni via
radio non siano state comprese o udite dal trattorista per il rumore di fondo o disturbi nella
trasmissione. Di tali presupposti, validi a giudizio del deducente ad integrare il fortuito, lo
stesso appellante denuncia però l’assoluta carenza di prove in merito alle modalità di
svolgimento delle operazioni, ma trascura di considerare che l’onere di fornire la prova del
fortuito gravava, per quanto già esposto, sulla stessa odierna appellante debitore della
prestazione.
Per quanto esposto la mancata prova del fortuito, o della ricorrenza in concreto di circostanze
valide a dimostrare una condotta della debitrice rilevante in termini di colpa lieve, comporta con
rilievo assorbente di ogni altra questione l’affermazione della responsabilità contrattuale della
società Aeroporto Valerio Catullo.
Quanto al cumulo della domanda fondata sulla responsabilità extracontrattuale, ex art. 2043
c.c., l’appellante ripropone la contestazione in ordine all’ammissibilità del concorso e della
domanda valorizzando, in primo luogo, una pretesa rinuncia all’azione dipendente dalla stessa
previsione dell’art. 8.1 del contratto di handling, sul rilievo che la clausola prevedeva la colpa
temeraria con previsione dell’evento come unica ipotesi in cui era ammessa un’azione
risarcitoria nei confronti dell’handler. Il rilievo è però infondato perché in contrasto con la
previsione letterale e con l’intenzione manifestata dalle parti di disciplinare con la clausola una
limitazione della responsabilità contrattuale, non estensibile né interpretabile come rinuncia alla
tutela di posizioni di diritto soggettivo non comprese nell’oggetto del contratto, come quella
concernenti i diritti primari riconosciuti anche in capo alle persone giuridiche, e in particolare
alla tutela dell’immagine commerciale con riguardo alla pretesa di risarcimento del danno non
patrimoniale. E la stessa estraneità rispetto al contratto del diritti che si assumono lesi
costituisce, come motivatamente osservato dal Tribunale, la ragione dell’ammissibilità del
concorso e del ricorso alla tutela aquiliana, in conformità all’insegnamento della Corte di
Cassazione che, con la sentenza richiamata nella motivazione della sentenza impugnata, ha
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precisato in materia di compravendita come “in caso di inadempimento del venditore, oltre alla
responsabilità contrattuale da inadempimento o da inesatto adempimento, è configurabile anche
la responsabilità extracontrattuale del venditore stesso, qualora il pregiudizio arrecato al
compratore abbia leso interessi di quest'ultimo che, essendo sorti al di fuori del contratto, hanno
la consistenza di diritti assoluti; diversamente, quando il danno lamentato sia la conseguenza
diretta del minor valore della cosa venduta o della sua distruzione o di un suo intrinseco difetto
di qualità si resta nell'ambito della responsabilità contrattuale, le cui azioni sono soggette a
prescrizione annuale” ( Cass. Sez. 2, Sentenza n. 11410 del 08/05/2008; ma nello stesso senso
si era espressa già Cass Sez. 3, Sentenza n. 1158 del 05/02/1998 “L'inadempimento di un
contratto di fornitura di merci (nella specie, per vizi della merce venduta) può far sorgere in
capo al venditore non solo la comune responsabilità contrattuale, ma anche la responsabilità
aquiliana ex. articolo 2043 cod. civ.: e ciò tutte le volte in cui l'inadempimento del contratto di
vendita abbia causato una lesione al buon nome dell'azienda del compratore, od al suo
avviamento commerciale.”) . Né in contrario vale il richiamo dell’appellante alla motivazione
della sentenza della Corte Suprema n. 16937 del 2006 che, all’opposto, ha riaffermato la validità
generale del principio della “principio della cumulabilità, nel nostro ordinamento, dei due tipi di
responsabilità da illecito civile, poiché il principio predetto è legittimamente invocabile quando
uno stesso fatto autonomamente generatore di danno integri gli estremi tento
dell'inadempimento contrattuale, quanto del torto aquiliano”, rilevandone poi la non estensibilità
alla diversa ipotesi in cui “una attività prenegoziale astrattamente generatrice di danno (le
trattative) confluisca fisiologicamente nel negozio cui essa risultava funzionalmente e
teleologicamente collegata, risultando, in tal caso, soltanto il negozio stesso la eventuale fonte di
responsabilità (contrattuale)”.
Con riguardo all’azione aquiliana è sufficiente la prova dell’elemento soggettivo della colpa
lieve che, pur gravante sul danneggiato, deve con immediatezza ritenersi integrata dall’evidente
negligenza ed imperizia del conducente del trattore operatore della società convenuta, per aver
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provocato la collisione dell’aeromobile con la porta scorrevole dell’hangar, essendo tale
condotta pacificamente affermata da entrambe le parti e comunque risultante anche dal
documento comune “Ground Safety Report” specificamente invocato dall’odierna appellante
come fonte affidabile di prova.
Con il settimo motivo l’appellante si duole che il Tribunale abbia respinto l’eccezione dalla
stessa sollevata invocando la limitazione del danno risarcibile prevista dall’art. 1696, comma II,
c.c..
Sul punto va preliminarmente respinta l’eccezione della Blue Panorama relativa alla nullità
della citazione per indeterminazione della domanda subordinata: trattasi invero non già della
proposizione di una domanda giudiziale (che dovrebbe qualificarsi come riconvenzionale),
bensì della riproposizione di una semplice eccezione concernente la limitazione del danno, non
soggetta ai requisiti di cui all’art. 163 c.p.c..
Nel merito ritiene questa Corte, con rilievo preliminare ed assorbente, che il dubbio prospettato
dal Tribunale circa l’applicabilità della disciplina del trasporto alla fattispecie in esame debba
essere risolto negativamente, nel senso che il contratto di handling stipulato tra le parti non si
risolve nel trasporto di merci assunto da un vettore per il trasferimento e la restituzione delle
stesse al destinatario in altra località, in conformità ai presupposti tipici del rapporto enunciati
dagli artt. 1678, 1683, 1687 c.c., ma si sostanzia in un contratto atipico avente i connotati del
contratto d’opera o dell’appalto di servizi vari di assistenza a terra, conseguente impossibilità di
invocare la limitazione prevista dall’art. 1696 c.c. per perdita o avaria delle merci trasportate.
Ed invero, come evidenziato dalle difese dell’odierna appellata, la società Aeroporto Valerio
Catullo, quale unico gestore, svolgendo in esclusiva i servizi di assistenza a terra nello scalo di
Verona, ha stipulato il contratto in discussione per lo svolgimento dei servizi di handling ai voli
gestiti da Blue Panorama da e per l’aeroporto di Verona. Le prestazioni dell’handler riguardano
tutta una serie di attività di supporto alla compagnia di navigazione estesa a servizi di assistenza
a terra aeroportuale a velivoli, passeggeri e merci, nell’ambito delle quali l’attività di traino
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dell’aeromobile è configurabile come svolgimento di un incarico di ausilio alla movimentazione
ed al ricovero del velivolo e non realizza la presa in consegna dello stesso come merce da
trasportare e riconsegnare in altra destinazione.
Con l’ottavo motivo l’appellante si duole dell’avvenuta liquidazione, oltre che dei danni diretti
(“phisical loss”), anche dei danni indiretti (“consequential loss”), la cui risarcibilità rimarrebbe
esclusa dalla clausola di cui all’art. 8.5 dello SGHA (Standard Gound Handling Agreement).
Valorizza a tal fine la dizione del primo paragrafo della clausola ove prevede come oggetto di
risarcimento relativamente a “against any physical loss of or domage to the Carrier’s Aircraft”
e richiama il secondo paragrafo come conferma della limitazione del risarcimento ai soli danni
fisici diretti ed esclusione dei danni indiretti.
Il rilievo è però destituito di fondamento perché l’appellante erroneamente opera una
estrapolazione dal testo dei due paragrafi in una definizione unitaria che affermerebbe la
risarcibilità dei danni diretti (“phisical loss”) – tratta dal primo paragrafo – e l’esclusione della
risarcibilità dei danni indiretti (“consequential loss”) – contenuta nel secondo paragrafo - , in
realtà riguardanti non un concetto unitario , ma distinte previsioni in quanto : a) il tenore del
primo paragrafo nella traduzione proposta dall’appellante “Fermo restando quanto previsto
dall’art. 8.1, lett. d), la Compagnia di Handling risarcirà al vettore di ogni perdita fisica o di ogni
danno al velivolo del vettore” si risolve semplicemente nella conferma che, fuori dai casi di
esclusione della responsabilità contemplati dal più volte richiamato art. 8.1, la Compagnia
risarcirà “against any physical loss of or domage to the Carrier’s Aircraft”, ossia dovrà
indennizzare il vettore di qualsiasi perdita fisica o danno all’aeromobile, con ciò genericamente
garantendo in via di eccezione alla clausola 8.1 il risarcimento dei danni al velivolo, ma senza
comportare rinuncia alcuna esclusione dei pretesi “danni indiretti”; il secondo paragrafo dell’art.
8.5 ha un significato meramente ripetitivo ribadendo che rimangono salvi i principi generali del
sub-articolo 8.1 (concernente l’esclusione del diritto al risarcimento da parte del vettore salvi i
casi di danno intenzionale o connotato da colpa con previsione dell’evento) e tra questi
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…“including the principle that the Carrier shall not make any claim against the Handling
Company and shall indemnify it ahainst any liability in respect of any and all consequential loss
or damage howsoever arising” – ossia “tra cui il principio secondo il quale il Vettore non
avanzerà alcuna pretesa nei confronti della Società Handling e terrà indenne contro ogni
responsabilità nei confronti di ogni e qualsiasi perdita o danno derivante”, con ciò fornendo una
precisazione relativa non già ad una limitazione dell’azione risarcitoria del Vettore con
esclusione di “consequential loss or damage”, bersi la riaffermazione dell’operatività
dell’obbligo del Vettore già contenuto ed esplicitato nell’art. 8.1 di “tenere indenne la Società
di Assistenza da qualsiasi responsabilità per reclami o azioni legali comprensivi dei costi e
delle spese”.
Sotto altro profilo l’appellante sostiene l’irrisarcibilità dei danni da fermo dell’aeromobile in
quanto si tratterebbe di danni “indiretti”, ma in proposito è sufficiente ricordare che in tema di
risarcibilità per danni conseguiti da fatto illecito o da inadempimento contrattuale il nesso di
causalità, agli effetti di cui all’art. 1223 c.c., va inteso in modo da ricomprendere nel
risarcimento anche i danni indiretti e mediati che si presentino come effetto normale secondo il
principio della cosiddetta regolarità causale (cfr. Cass Sez. 3, Sentenza n. 15274 del 04/07/2006;
Sez. 3, Sentenza n. 16163 del 21/12/2001). Il danno da fermo tecnico per il veicolo nel periodo
delle riparazioni attiene al lucro cessante.
Parimenti destituito di fondamento appare il profilo d’appello riferito alla pretesa
imprevedibilità dei danni indiretti, perché genericamente formulato sull’assunto che al momento
del contratto l’Aeroporto Catullo non poteva prevedere “gli esorbitanti danni che avrebbero
potuto derivare dal sinistro occorso”. La prospettazione non vale a legittimare la limitazione del
danno ai sensi dell’art. 1225 c.c. posto che, anche al tempo in cui fu assunta l’obbligazione dalla
convenuta, la Società di gestione dei servizi aeroportuali doveva ritenersi possedere specifica
conoscenza professionale del settore e del rilievo degli interessi economici coinvolti, tale da far
prevedere come ordinaria la produzione degli ingenti danni conseguenza del sinistro, per
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riparazioni, veicolo sostitutivo, cancellazioni, costi del personale e assistenza e riprotezione dei
passeggeri.
Con altro profilo l’Appellante si duole della mancata limitazione del risarcimento per danni al
velivolo entro la somma limite di 1.000.000 USD in forza della specifica pattuizione
contrattuale quantificata al paragrafo 3 dell’Allegato B.
Il motivo è fondato. L’art. 8.5 del contratto SGHA nel primo paragrafo limita espressamente la
responsabilità dell’Handling a qualsiasi perdita o danno all’aeromobile non superiore ai limiti
indicati nell'allegato B, prodotto dalla convenuta sub 1), che al paragrafo 3 fissa come limite
della responsabilità per aeromobili tra i quali il b747 la somma limite per incidente di USD
1.000.000. Tale limite peraltro riguarda solo il danno diretto all’aeromobile, ossia è riferibile
alle spese di riparazione e costi relativi, non trovando applicazione con riguardo al lucro
cessante e al danno non patrimoniale. Deve conseguentemente escludersi che la liquidazione dei
danni diretti a carico della convenuta Aeroporto Catullo possa eccedere in linea CAPITALE la
misura di $ 1.000.000, che, se determinata in base al rapporto di cambio allo stesso tasso di
1,3678 adottato dal CTU alla data dell’accertamento risulterebbe pari a ad € 731.101,03, ma
rimanendo nei limiti della precisa eccezione sollevata dall’appellante con il motivo in esame
(pag. 58 citazione d’appello) va ritenuta valida fino all’importo indicato dall’appellante in €
765.520,00.
Con il nono motivo l’appellante contesta preliminarmente nell’an il riconoscimento del
risarcimento del danno all’immagine, ma la censura ripropone l’assunto di una asserita rinuncia
l’azione con la sottoscrizione del SGHA della cui infondatezza si è già motivato in relazione
alla contestazione dell’ammissibilità del concorso dell’azione aquiliana.
Sotto altro profilo l’appellante censura l’affermata esistenza del danno all’immagine come
erroneamente fondata sugli effetti per gli utenti connessi alle iniziative assunte dalla Compagnia
per l’attività di riprotezione dei passeggeri, ma il motivo è inammissibile, oltre che infondato,
perché trascura del tutto di considerare che il riconoscimento del danno all’immagine è fondato
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nella sentenza impugnata, con autonoma rilevanza, sulla considerazione che “il numero limitato
di aeromobili della Blue Panorama, in una col tipo si sinistro e con l’immobilizzo
dell’aeromobile in questione del tempo ha sicuramente determinato disguidi nella gestione del
servizio con conseguente ulteriore danno di immagine nei rapporti con i clienti e con i tour
operators” ; motivazione adeguata avverso la quale l’appellante non rivolge alcuna critica.
Sul quantum del danno all’immagine l’appellante denuncia la mancanza di dati certi di bilancio,
sul fatturato e sul numero degli aerei utilizzati da Blue Panorama, ma la tutela dell’immagine
commerciale costituisce voce di danno non patrimoniale che prescinde dal lucro cessante, sicché
rimane irrilevante ogni indagine sul calo del fatturato o dei profitti, inerente al lucro cessante. Il
ristoro del danno non patrimoniale si impone con liquidazione equitativa, agli effetti di cui agli
artt. 2056, comma I, 1226 c.c., e la quantificazione nell’importo complessivo di € 200.000,00
appare adeguata tenuto conto del disvalore dipendente dalla natura del sinistro, dal periodo di
immobilizzo dell’aeromobile e dei conseguenti disguidi ed effetti negativi sull’utenza e sul
mercato, già espressamente valutati dal Tribunale.
Con il decimo motivo l’appellante si duole di una asserita violazione del contraddittorio con
riferimento ad una tardiva produzione documentale di Blue Panorama, avvenuta nel corso della
consulenza tecnica. Il motivo in tale punto è generico, ed inammissibile, poiché l’appellante
non individua i documenti che afferma tardivamente prodotti, e neppure fornisce alcuna
indicazione sulla rilevanza assunta dagli stessi ai fini della valutazioni effettuate dal CTU, sui
costi delle riparazioni e sui danni, e sulla liquidazione operata dal Tribunale. In tali condizioni, e
in assenza di indicazione e critica dei punti della decisione che risulterebbero fondati sulla
asserita produzione tardiva, rimane esclusa la rilevanza dell’eccezione venendo meno
l’interesse alla dichiarazione di inutilizzabilità dei documenti, insuscettibile di condurre alla
riforma della sentenza.
A tale conclusione si sottrae l’ eccezione con riferimento alla produzione, che si afferma
irrituale, del contratto di leasing del veicolo danneggiato e dell’originario programma operativo
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dei voli, che formano oggetto nei successivi motivi di specifica contestazione e dei quali si
rinvia l’esame.
L’undicesimo motivo ha ad oggetto la contestazione della valutazione del C.T.U. in ordine ai
valori attribuiti a Blue Panorama in relazione a:
a) costi delle riparazioni. Riconosciuti congrui in sentenza nella misura di € 877.433,10, al
tasso di cambio al momento della consulenza, sarebbero stati determinati senza considerare
che l’importo riconosciuto dal C.T.U. accettava i costi del preventivo di spesa di $ USA
1.200.153,00, ma risultava superiore ai costi a consuntivo, pari a $ USA 1.050.532,00, con
un differenziale a credito di Blue Panorama pari a $ USA 149.621,00 che era logico ritenere
fosse stato oggetto di restituzione;
b) costi di affitto hangar, personale tecnico, noleggio lift e altri. Gran parte dei documenti
sarebbe stata prodotta tardivamente e non potevano essere utilizzati come prova. Inoltre il
CTU per i costi sostenuti in Italia aveva ricompreso l’IVA, nella misura del 20’%, che
invece per Panorama non era un costo ma era voce da scaricare nel mese successivo.
c) Spese per il REP, costi di Engineering Manager, costi per “Planning”, per “vitto e alloggio
AMC” e costi “Viaggi”, esposti per € 27.184,22, erano sforniti del tutto di documentazione e
riscontro e liquidati dal Tribunale solo in via equitativa nell’importo di € 20.000. Ma in
contrario l’onere di 14 giornate lavorative non trovava riscontro, la durata di 11 giornate
lavorative (engineering manager) poteva essere congrua ma la valorizzazione appariva
eccessiva, il planning non risultava giustificato, per i viaggi risultava esposta la fattura ma
non il pagamento; sicché non era ammissibile il ricorso alla liquidazione equitativa.
d) Sui costi per aeromobili sostitutivi. Per i costi di noleggio il CTU aveva valorizzato il
”Programma Originario dei voli BPA nel periodo 13.12.2008-04.01.09” necessario per
verificare la correlazione con le fatture prodotte, ma il Programma era stato deposito
tardivamente, oltre la scadenza dei termini di cui all’art. 183, VI, c.p.c.; ma anche al
produzione delle fatture era tardiva; ed analoghe considerazioni valevano per i costi di
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posizionamento, trasferimento ed alloggi degli equipaggi, che erano stati ritenuti compatibili
con il Programma tardivamente prodotto.
e) Erronea valutazione delle note di credito dei Tour Operators . Erano state ritenute e valutate
dal CTU come danno indiretto, ma rappresentavano invece documentazione contabile
relativa all’annullamento di fatture emesse per mancata prestazione, o altre cause, e non una
perdita di danaro; nel senso che l’importo complessivo delle note di credito di € 164.140,37
non rappresentava danni, ma corrispettivi dei voli cancellati (non incassati o da restituire)
che però includevano costi e guadagno della Compagnia aerea, sicché dall’intero
ammontare, per individuare il margine concreto di lucro cessante, andavano detratti i costi
non sopportati, con la conseguenza che, determinato in base ai bilanci il margine di
guadagno nella misura dello 0,01%, il danno risarcibile poteva essere determinato nella
minor somma di € 1.641,40.
f) Sul mancato calcolo dei risparmi avuti da Blue Panorama . La Compagni aerea con l’utilizzo
di aerei a nolo aveva risparmiato costi di manutenzione, diarie e diritti, stimabili
nell’importo di € 262.606,00.
Su tali punti va osservato:
aa) sui costi delle riparazioni :il rilievo è infondato posto che il CTU nella relazione suppletiva
ha verificato e ritenuto congrui i costi preventivati per $ 1.200.153,00 dando atto del pagamento
di tale importo da parte di Blue Panorama; la circostanza che l’entità dei costi a consuntivo sia
risultata inferiore, e pari a $ 1.050.532 non giustifica per ciò stesso una limitazione del danno
risarcibile, che va commisurata alle somme pagate dalla Compagnia aerea, non risultando che
Blue Panorama avesse diritto a un parziale rimborso in quanto, come precisato dallo stesso
CTU, il contratto contemplava una clausola “additional cost” e non ne prevedeva una del tipo
“reduction/deduction”.
bb) costi di affitto hangar ed altro. La censura è del tutto generica, e come tale inammissibile,
poiché non indica – neppure indirettamente - i documenti che sarebbero stati asseritamente
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prodotti tardivamente e posti a base delle valutazioni del CTU in relazione costi affitto hangar,
noleggio lift, diritti aeroportuali, personale tecnico. Unico riferimento indiretto è il richiamo
della relazione dei CTP Sirachi e Trivellin del 4/3/2001, che tuttavia esprime (pag 7
osservazioni) una altrettanto generica doglianza relativa alla mancata disponibilità della
documentazione da parte dei CTP. E sul punto peraltro la difesa dell’appellata Blue Panorama
richiama come fin dalla comparsa conclusionale di primo grado avesse evidenziato come la
documentazione relativa al noleggio dell’hangar (fattura e assegno circolare) sia stata prodotta
con la memoria ex art. 183, comma VI, n. 2 (allegato n. 11) e la documentazione relativa
all’impiego di ingegneri e personale specializzato sia stata prodotta con la stessa memoria
(allegati 2, 9, 10).
Quanto all’IVA, trattasi di rivalsa obbligatoria a carico del committente, che costituisce
componente della spesa e del danno, a nulla rilevando gli effetti solo potenziali di una eventuale
compensazione o detrazione da parte del destinatario della fattura.
cc) Spese per il REP, costi di Engineering Manager, costi per “Planning”, per “vitto e alloggio
AMC” e costi “Viaggi”, l’appellante sostiene l’assoluta mancanza di documenti, ma in contrario
va osservato come il CTU nell’”Addendum” del 16/3/2011 ha evidenziato che i costi per il REP,
engineering manager, planning, vitto/alloggio e viaggi, esposti per totali € 27.184,22, vi è
documentazione in atti , come peraltro risulta anche dall’esame del rilevo che precede, ma la
stessa non consente un completo riscontro: in particolare per i costi REP vi è documentazione
dei rimborsi viaggi e degli incarichi di missione, anche se incompleti; per i costi di engineering
manager e di planning il CTU ha ritenuto congrui la durata di 90 ore lavorative e di otto ore di
straordinario; per il vitto e alloggio i costi esposti e documentati vanno ridotti delle operazioni
di manutenzione programmate prima del sinistro; per i costi di trasporto è stata prodotta fattura
che il CTU non contesta nella congruità, e la deduzione che non vi è evidenza del pagamento
non preclude la risarcibilità dei costi. Nelle condizioni descritte, in presenza di voci di spesa
giustificate dalla natura delle operazioni connesse alle riparazioni e valide nella sostanza, appare
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giustificato il ricorso alla liquidazione equitativa, ai sensi dell’art. 1226 c.c., per temperare
l’entità del risarcimento in considerazione dei limiti di incertezza sulla quantificazione e appare
giustificata l’attribuzione della minor somma di € 20.000,00 fissata in sentenza dal
Tribunale.
dd) Sui costi per aeromobili sostitutivi . Contrariamente a quanto dedotto dall’appellante le
fatture relative al noleggio degli aeromobili sostitutivi sono state tempestivamente depositate
dalla Blue Panorama con la memoria istruttoria ex art. 183, comma VI, n. 2, C.p.c., depositata in
data 27/7/2009 (allegati dal n. 12 al n. 23), e ciò unitamente ai contratti di noleggio, relativi a
periodi di utilizzo compresi tra il 22 dicembre 2008 e il 5 gennaio 2009, compatibili e congrui
rispetto al tempo di immobilizzo dell’aeromobile danneggiato. A nulla rileva che il pagamento
delle fatture, a mezzo compensazione, sia stato solo successivamente perfezionato e
documentato, poiché il pregiudizio patrimoniale discende dall’assunzione del debito relativo ai
contratti di noleggio sostitutivo, nel periodo di immobilizzo dell’aeromobile, e non già
dall’esborso del dovuto. Per il resto il costo dei noleggi è stato dal CTU ritenuto congruo con
riferimento ai valori di mercato, laddove il riferimento al Programma Originario dei voli della
Flotta, comunque acquisibile in sede di assunzione di informazioni, è stato utilizzato non quale
elemento costitutivo del danno e della pretesa risarcitoria, bensì al solo scopo di individuare i
giorni di manutenzione programmata (cfr. relazione CTU 13/8/2010 pag. 11 e relazione
“Addendum” pag. 3, lett. b).
ee) Erronea valutazione delle note di credito dei Tour Operators.
Il motivo è fondato. Come evidenziato anche dall’appellata le note di credito richieste dai Tour
Operators rappresentano corrispettivi non percepiti per i voli cancellati, ma con ciò deve
riconoscersi che, non avendo la Compagnia aerea sopportato i costi relativi, il danno risarcibile
deve corrispondente alla sola misura del mancato guadagno, entità che l’appellata non ha mai
indicato sul punto. In difetto di prova del concreto margine di guadagno sui ricavi la
liquidazione non può eccedere la misura riconosciuta sussistente sulla base della elaborazione
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della stessa odierna appellante, e conseguentemente la voce liquidata nella sentenza impugnata
in € 164.140,37 va ridotta a € 1.641,40, con una differenza in meno di € 162.498,97.
ff) Sul mancato calcolo dei risparmi avuti da Blue Panorama.
Anche tale motivo merita accoglimento.
Il CTU ha riconosciuto il ristoro dell’intera somma pari al costo dei noleggi per i voli sostitutivi,
senza considerare che all’interno della stessa voce di danno doveva inscindibilmente valutarsi,
ad un tempo, in negativo i costi dei noleggi, così come in positivo i risparmi rappresentati dai
costi non sopportati, per spese di manutenzione come per diarie agli equipaggi e diritti di
sorveglianza. Trattasi di applicazione del generale principio circa l’ammissibilità della
compensatio damni cum lucro in tutte le ipotesi in cui unico sia il fatto generatore sia del danno
che del vantaggio, con l’effetto di determinare la liquidazione del danno in relazione
all’effettivo pregiudizio subito dal danneggiato in base alla valutazione globale delle
conseguenze dell’illecito nel patrimonio e nella sfera economica del danneggiato (in tal senso
cfr. Cass. Sez. 3, Sentenza n. 992 del 20/01/2014; Cass Sez. 2, Sentenza n. 2112 del
24/02/2000).
Pertanto la sentenza impugnata va riformata sul punto detraendo dall’importo dei corrispettivi
dei noleggi, di complessivi € 1.480.147,45, l’ammontare dei costi relativi agli oneri di
manutenzione che si assume nella misura di € 262.606,00 indicata dai CTP dell’Aeroporto
Catullo, sulla base delle analisi articolate dagli stessi CTP con le note di osservazioni depositate
in data 9/7/2010 (pagg. 9 e 10) e ribadite nella successiva nota datata 4/3/2011, rispetto alle
quali non vi è stato alcun appunto da parte del CTU della relazione “Addendum”, né sono state
formulate da parte dell’appellata Blue Panorama contestazione sull’elaborazione dei dati sui
costi. Ne consegue la corrispondente riduzione della liquidazione per l’importo di €
262.606,00.
Con i motivi dal 12° al 19° l’appellante contesta nei riguardi delle Compagnie assicurative
intervenute l’esistenza di un interesse ad intervenire, la rispettiva legittimazione ad agire in base
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alle varie polizze che si affermano tardivamente prodotte, l’inesistenza di valida surroga ex art.
1916 c.c. e la nullità della surroga ex art. 1201 c.c..
I motivi risultano destituiti di fondamento in considerazione, con rilievo preliminare ed
assorbente di ogni altro profilo, della circostanza che la legittimazione delle Società assicuratrici
ad effettuare intervento volontario autonomo in giudizio per far valere in nome proprio il
diritto al risarcimento, nei limiti degli indennizzi corrisposti per i danni materiali, discende
direttamente dal pagamento con surrogazione dalle stesse validamente effettuato al soggetto
danneggiato ai sensi degli artt. 1201 e 1205. Ed infatti, come esattamente rilevato dal Tribunale,
con atto del 14/872009 Blue Panorama, ricevendo il pagamento degli indennizzi, ha dichiarato
di surrogare le stesse nei diritti verso i terzi responsabili e comunque di effettuare la cessione dei
crediti relativi ai danni materiali diretti, ed essendo documentati i rispettivi versamenti (nei
limiti di USD 75.000 da parte di Axa, di USD 87.500 da parte di Allianz e di USD 837.500 da
parte di Milano Assicurazioni) , deve ritenersi fondata la pretesa di riscossione del risarcimento.
La legittimazione consegue direttamente alla cessione del credito e al pagamento con
surrogazione, di cui agli atti di quietanza depositati, stante l’autonomia del trasferimento di tutti
i diritti e le azioni verso i responsabili, dipendente in primo luogo con effetto esclusivo dal
pagamento e dalla volontà espressa dal creditore nell’accettare il pagamento e nel rilascio della
relativa quietanza.
Quanto all’eccezione di inoperatività della surroga per carenza dell’elemento della
contemporaneità con il pagamento, va ricordato che la surroga volontaria di cui all’art. 1201 c.c.
presuppone che il pagamento non sia già avvenuto anteriormente al momento della
dichiarazione di surroga da parte del creditore, posto che per effetto dell’avvenuta estinzione
dell’obbligazione non sarebbe più possibile la surrogazione. E’ invece ritenuto valido l’accordo
preliminare di surroga destinato ad operare con il perfezionamento del pagamento, sicché
appare irrilevante che i pagamenti di Axa e Allianz siano stati perfezionati alcuni giorni dopo il
rilascio delle quietanze contenenti la dichiarazione di surroga. Ed infine, quanto alla posizione
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della Milano Assicurazioni, avendo Blue Panorama dato atto nelle difese svolte in primo grado
dei pagamenti ricevuti dalle tre Società assicuratrici intervenute, deve con ciò ritenersi
comprovato anche l’intervento pagamento delle somme per le quali la Milano Assicurazioni
esercita la surroga.
E’ pure infondato il ventesimo motivo per l’evidente irrilevanza delle contestazioni interne alla
misura della franchigia, inerente al rapporto assicurativo al quale la convenuta è estranea.
Con i motivi da 21 a 24 l’Appellante contesta la determinazione della valuta della statuizione
della condanna in Euro, piuttosto che in Dollari USA, deducendo in rito la violazione dell’art.
112 c.p.c. per asserita contrarietà ai limiti della domanda, la violazione del principio del
contraddittorio di cui all’art. 101 c.p.c. , nonché per asserito ingiusto trattamento differenziato
tra le parti in relazione alla liquidazione in Dollari USA in favore delle Assicuratrici
intervenute. I profili d’impugnazione appaiono preliminarmente inammissibili per la genericità
della formulazione che non individua in alcun modo le conseguenze pregiudizievoli ed il
conseguente profilo di soccombenza, dipendente dai risultati del cambio di valuta; sicché difetta
l’interesse all’impugnazione ex art. 100 c.p.c.. Ma va osservato, solo per completezza, che la
scelta della valuta della statuizione di condanna attiene alle modalità della liquidazione del
risarcimento e non comporta il rilievo d’ufficio di questioni diverse da quelle oggetto del
contraddittorio, che nella fase tecnica aveva anche riguardato le questioni dei tassi di cambio.
Né la denunciata differenza di trattamento comporta per ciò stesso l’erroneità e l’illegittimità
della liquidazione in Euro a favore dell’attrice.
Quanto al motivo 25) va rilevato che la valuta adottata per il risarcimento consegue al criterio
di liquidazione della corrispondente obbligazione di valore e non soggiace alle regole di cui
agli artt. 1277 e 1278 c.c. riferibili ai soli debiti di valuta (in tal senso cfr. Cass. Sez. 3,
Sentenza n. 4076 del 25/02/2005).
Con il ventiseiesimo motivo l’appellante si duole della erroneità del tasso di cambio $ USA /
Euro applicato in sentenza con riferimento “al momento della CTU” in € 877.433,10, rilevando
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che per i danni diretti, per il costo delle riparazioni, la relazione “Addendum” del 16/3/2011
applicava un tasso di cambio pari a 1,37678 / € non corrispondente alla quotazione del tempo,
pari a 1,4030, né a quello della relazione del 13/8/2010 pari a 1,2744. Il motivo è destituito di
fondamento il rapporto cambio $ USA / Euro proposto dai CTP dell’Aeroporto Catullo con nota
di osservazioni depositate il 9/7/2010 era di 1,33 (nota pag. 8); Il CTU con l’”addendum” ha
fissato un cambio pari a 1,3678 che appare corretto con riferimento al tempo della valutazione,
posto che nel periodo gennaio-marzo del 2011 il tasso di cambio ha registrato fluttuazioni
comprese tra un minimo di 1,2003 ed un massimo di 1,4211 (fonte: Banca d’Italia serie storica
dei cambi).
L’accoglimento parziale dell’appello sul quantum comporta la riduzione della liquidazione del
danno diretto dall’importo di € 953.000,00 indicato in sentenza a quello di € 527.895,03 ( €
953.000 – 162.498,97 – 262.606,00), contenuto nei limiti della esaminata clausola contrattuale
di cui al paragrafo 3 dell’Allegato B del contratto SGH. Ne consegue il diritto delle Società
assicuratrici, in conformità alle previsioni dell’atto di quietanza e surroga, di conseguire il
risarcimento nei limiti ciascuna dell’indennizzo versato di $ USA 75.000,0 in favore di Axa
Corporate Solution, di $ USA 87.500,00 in favore di Allianz S.p.a e di $ USA 87.500,00 in
favore di Milano Assicurazioni ( corrispondente alla quota di coassicurazione assunta da Allianz
e Milano Assicurazioni per il 35% e da Axa per il 30%). La società Milano Assicurazioni inoltre
in relazione all’ulteriore indennizzo versato di $ USA 750.000,00 potrà avvalersi della surroga
solo fino a concorrenza del rilevato limite risarcibile e quindi per il rimanente importo di $ USA
277.895,03 (527.895,03 – 75.000 – 87.500 – 87.500); risultando pertanto creditrice
dell’importo complessivo di $ USA 365.395,03 , oltre interessi legali dalla domanda. Avendo
l’odierna appellante dedotto, senza contestazioni, di avere versato nelle more del giudizio
d’appello la somma di € 616.585,32 in esecuzione della sentenza impugnata a favore della
Milano Assicurazioni, quest’ultima va condannata alla restituzione del maggior importo
ricevuto in linea capitale e per interessi rispetto alla liquidazione in questa sede operata.
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Da tali conclusioni e dalla parziale riforma con riduzione del danno diretto risarcibile consegue
che non è ravvisabile alcuna ragione di “danno differenziale” a favore della Blue Panorama, per
superamento del limite dell’indennizzo ricevuto di complessivi $ USA 1.000.000, e va in tal
senso esclusa la condanna al risarcimento dei danni diretti in favore dell’attrice di cui al capo 2)
della sentenza appellata.
Va rigettato l’appello incidentale in senso stretto proposto da Blue Panorama in ordine alla
quantificazione del danno all’immagine. Come già evidenziato sul punto, in relazione al
corrispondente motivo di appello principale, Il ristoro del danno non patrimoniale si impone
con liquidazione equitativa, agli effetti di cui agli artt. 2056, comma I, 1226 c.c., e la
quantificazione nell’importo complessivo di € 200.000,00 appare adeguata tenuto conto del
disvalore dipendente dalla natura del sinistro, dal periodo di immobilizzo dell’aeromobile e dei
conseguenti disguidi ed effetti negativi sull’utenza e sul mercato, già espressamente rilevati dal
c.t.u. e valutati dal Tribunale. Corretta appare inoltre la motivazione della sentenza impugnata
ove evidenzia come non possa ridursi la liquidazione alle differenze di fatturato, aventi rilievo
essenzialmente patrimoniale.
Quanto agli appelli incidentali proposti da Axa e Allianz S.p.a., entrambe le Società denunciano
violazione e falsa applicazione dell’art. 1224, comma 2°, c.c. per il mancato riconoscimento
della rivalutazione monetaria deducendo di essere subentrate nella titolarità di un credito di
valore. In proposito va corretta l’affermazione della sentenza impugnata, che con la cessione e
surroga il credito di valore sul danno materiale all’aeromobile sia divenuto di valuta, essendo
sufficiente il richiamo dei principi enunciati dalla Corte Suprema che, con sentenza della Sez.
1, n. 4808 del 20/09/1984, ha rilevato come “la surrogazione nel credito prevista dall'art. 1201
cod. civ. non comporta l'estinzione del debito originario, ma la modificazione soggettiva del
rapporto obbligatorio, con la sostituzione di un terzo all'originario creditore e senza incidenza
sull'aspetto oggettivo del rapporto, con la conseguenza che, nonostante il soddisfacimento del
creditore mediante il pagamento ad opera del terzo, la struttura del rapporto obbligatorio rimane
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inalterato ed il debito mantiene le sue caratteristiche essenziali, talché non può trasformarsi in
debito di valuta se originariamente era di valore. Pertanto, la surrogazione di un terzo al
creditore di un debito di valore, non comportando liquidazione del danno, ma mera
soddisfazione delle ragioni del creditore, non incide sulla posizione del soggetto passivo del
rapporto obbligatorio, la quale rimane immutata, con la conseguente soggezione alla
rivalutazione monetaria.” . L’applicazione di tali principi non giova però alle appellanti
incidentali posto che la liquidazione del danni materiali al veicolo è stata effettuata dal CTU e
recepita dal Tribunale in sentenza con riferimento alla liquidazione dei costi delle riparazioni
espressi in Dollari USA e quindi sulla base di moneta forte in relazione alla quale non è dato
ipotizzare una perdita di valore da compensare con rivalutazione.
Quanto alla regolamentazione delle spese processuali, considerato che le ragioni di riforma
riguardano essenzialmente le posizioni della società assicuratrice Milano assicurazioni
intervenuta, nei rapporti con la predetta intervenuta le ragioni di soccombenza reciproca,
dipendenti dall’accoglimento parziale della domanda, giustificano la compensazione nella
misura di un terzo; la residua frazione segue la soccombenza prevalente dell’odierna appellante.
Nei confronti delle altre parti la liquidazione complessiva segue la soccombenza dell’odierna
appellante. Va mantenuto il carico delle spese in capo al soccombente Aeroporto Valerio
Catullo.
P. Q. M
Definitivamente pronunciando sull’appello proposto avverso la sentenza del Tribunale di Verona n.
2656/11 in data 21/10/2011, così provvede:
1) in parziale accoglimento dell’appello principale, dichiara il risarcimento dei danni diretti
limitato alla somma complessiva di $ USA 527.895,03 e riduce l’importo della condanna
dell’Aeroporto Catullo, di cui al capo 3) della sentenza appellata, nei confronti della Milano
Assicurazioni S.p.a. (ora UNILPOSAI ASSICURAZIONI S.p.a. quale società incorporante)
all’importo di $ USA 365.395,03, oltre interessi legali dalla domanda, condannando la
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predetta appellata alla restituzione del maggior importo ricevuto in linea capitale e per
interessi rispetto all’importo liquidato in grado d’appello;
2) esclude la condanna in favore di Blue Panorama al risarcimento dei danni diretti di cui al
capo 2) della sentenza appellata;
3) rigetta gli appelli incidentali proposti e conferma nel resto la sentenza appellata sulle
statuizioni di condanna nel merito;
4) conferma la condanna dell’Aeroporto Catullo alla rifusione delle spese di primo grado come
liquidate a favore della Blue Panorama e lo condanna anche alla rifusione in favore della
medesima anche delle spese del grado liquidate in € 35.000,00 per compenso professionale ,
oltre rimborso forfettario, IVA e CPNA;
5) conferma la condanna dell’Aeroporto Catullo alla rifusione delle spese di primo grado come
liquidate a favore delle intervenute Axa e Allianz e lo condanna alla rifusione anche delle
spese del grado liquidate quanto alla Axa in € 9.000,00 per compenso professionale , oltre
rimborso forfettario, IVA e CPNA e quanto alla Allianz in € 9.000,00 per compenso
professionale , oltre rimborso forfettario, IVA e CPNA
6) dichiara compensate le spese processuali dei due gradi nei rapporti tra dell’Aeroporto
Catullo e la Milano Assicurazioni nella misura di un terzo e condanna l’Aeroporto Catullo
alla rifusione in favore della Milano Assicurazioni della residua frazione che si liquida, nella
misura già ridotta, quanto al primo grado in € 10.000,00 per compenso professionale ed €
110,00 per esborsi, oltre rimborso forfettario, IVA e CPNA, e quanto al grado d’appello in €
8.000,00 per compenso professionale, oltre rimborso forfettario, IVA e CPNA;
7) conferma il carico delle spese di accertamento tecnico in capo all’Aeroporto Catullo.
Così deciso in Venezia, 2 maggio 2016
Il Presidente Estensore
dott. Maurizio Gionfrida
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