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N. 2667 /2011 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO La Corte D’Appello di Venezia , SEZIONE TERZA , composta dai Signori Magistrati: dott. Maurizio Gionfrida Presidente Relatore dott. Patrizia Puccini Consigliere dott. Maura Caprioli Consigliere ha pronunciato la seguente SENTENZA Nella causa promossa Da AEROPORTO VALERIO CATULLO DI VERONA VILLAFRANCA SPA (CF 00841510233) Proc. Avv. Enzo Fogliani, Ugo Pizzini e Barbara Bottecchia Appellante Nei confronti di BLUE PANORAMA AIRLINES S.P.A. ora BLUE PANORAMA AIRLINES S.P.A. in Amministrazione Straordinaria (PI 05590151006) Proc. Avv. Laura Pierallini, Lorenzo Sperati, Matteo De Poli ALLIANZ SPA (PI 05032630963) Proci. avv. Francesco Siccardi, Angelo Merialdi, Enrica Monzani, Pierpaolo Varuzza AXA CORPORATE SOLUTIONS S.A. (PI 12234810153) Proc. Avv. Francesco Siccardi, Angelo Merialdi, Enrica Monzani, Pierpaolo Varuzza Firmato Da: GIONFRIDA MAURIZIO Emesso Da: POSTECOM CA3 Serial#: 169bb Sentenza n. 1070/2016 pubbl. il 12/05/2016 RG n. 2667/2011

Sentenza n. 1070/2016 pubbl. il 12/05/2016 RG n. 2667/2011 · b) quanto alla appellata Axa Corporate Solution S.p.a. si chiede che la stessa sia condannata a restituire l’importo

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N. 2667 /2011

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

La Corte D’Appello di Venezia , SEZIONE TERZA , composta dai Signori Magistrati:

dott. Maurizio Gionfrida Presidente Relatore

dott. Patrizia Puccini Consigliere

dott. Maura Caprioli Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA

Nella causa promossa

Da

AEROPORTO VALERIO CATULLO DI VERONA VILLAFRANCA SPA

(CF 00841510233)

Proc. Avv. Enzo Fogliani, Ugo Pizzini e Barbara Bottecchia

Appellante

Nei confronti di

BLUE PANORAMA AIRLINES S.P.A. ora BLUE PANORAMA AIRLINES S.P.A. in

Amministrazione Straordinaria

(PI 05590151006)

Proc. Avv. Laura Pierallini, Lorenzo Sperati, Matteo De Poli

ALLIANZ SPA

(PI 05032630963)

Proci. avv. Francesco Siccardi, Angelo Merialdi, Enrica Monzani, Pierpaolo Varuzza

AXA CORPORATE SOLUTIONS S.A.

(PI 12234810153)

Proc. Avv. Francesco Siccardi, Angelo Merialdi, Enrica Monzani, Pierpaolo Varuzza

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Sentenza n. 1070/2016 pubbl. il 12/05/2016RG n. 2667/2011

UNILPOSAI ASSICURAZIONI S.p.a. quale società incorporante MILANO ASSICURAZIONI

S.p.a.

(CF 00818570012)

Proc. Avv. Marcello Ghelardi, Andrea Facco e Giovanni Adami

Appellati

Causa rimessa al Collegio sulle seguenti conclusioni delle parti costituite

Per l’appellante AEROPORTO VALERIO CATULLO:

“Voglia l’Ecc.ma Corte d’appello di Venezia, contrariis rejectis, riformare integralmente

l’impugnata sentenza, e per l’effetto, previo rigetto della eccezione di “inammissibilità e

improcedibilità di tutte le domande svolte da Aeroporto Valerio Catullo di Verona Villafranca S.p.a.

di accertamento e di condanna dirette a far valere un credito nei confronti della Procedura” sollevata

da Blue Panorama Airlines S.p.a. in amministrazione straordinaria nel proprio atto di costituzione

depositato il 19 gennaio 2016:

- in via principale, respingere la domanda di Blue Panorama Airlines S.p.a. (oggi Blue Panorama

Airlines S.p.a. in amministrazione straordinaria) e delle Assicurazioni intervenute, con loro

condanna alle spese dei due gradi di giudizio e conseguente condanna delle parti appellate alla

restituzione delle somme da ciascuna di esse percepite in esecuzione della sentenza di primo grado

e precisamente:

a) quanto alla appellata Blue Panorama Airlines S.p.a. (oggi Blue Panorama Airlines S.p.a. in

amministrazione straordinaria) si chiede che la stessa sia condannata a restituire l’importo di euro

2.449.901,62 pari alla somma a suo tempo precettata in danno di Aeroporto Valerio Catullo S.p.a. e

nelle more del giudizio di appello corrisposta a Blue Panorama Airlines S.p.a. (oggi Blue Panorama

Airlines S.p.a. in amministrazione straordinaria) come peraltro risultante dall’ordinanza resa da

Codesto Ecc.mo Collegio in data 19.12.2011 e pubblicata il successivo 28.12.2011 o, comunque,

quegli importi che dovessero risultare non dovuti per effetto della riforma della sentenza; il tutto

oltre interessi legali con decorrenza dalla data del pagamento all’effettiva ripetizione;

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b) quanto alla appellata Axa Corporate Solution S.p.a. si chiede che la stessa sia condannata a

restituire l’importo di euro 60.141,26 corrispostole nelle more del giudizio di appello o, comunque,

quegli importi che dovessero risultare non dovuti per effetto della riforma della sentenza; il tutto

oltre interessi legali con decorrenza dalla data del pagamento all’effettiva ripetizione;

c) quanto alla appellata Allianz S.p.a. si chiede che la stessa sia condannata a restituire l’importo di

euro 68.964,08 corrispostole nelle more del giudizio di appello o, comunque, quegli importi che

dovessero risultare non dovuti per effetto della riforma della sentenza; il tutto oltre interessi legali

con decorrenza dalla data del pagamento all’effettiva ripetizione;

d) quanto alla appellata Milano Assicurazioni S.p.a. si chiede che la stessa sia condannata a

restituire l’importo di euro 616.585,32 corrispostole nelle more del giudizio di appello o,

comunque, quegli importi che dovessero risultare non dovuti per effetto della riforma della

sentenza; il tutto oltre interessi legali con decorrenza dalla data del pagamento all’effettiva

ripetizione;

- in via subordinata, ridurre il risarcimento dovuto a Blue Panorama Airlines S.p.a. (oggi Blue

Panorama Airlines S.p.a. in amministrazione straordinaria) a quanto previsto dall’art. 1696 c.c. o, in

subordine, dal contratto intercorso inter partes, compensando le spese del primo grado del giudizio e

condannandola al pagamento di quelle del secondo;

quanto sopra con conseguente condanna di Blue Panorama Airlines S.p.a. (oggi Blue Panorama

Airlines S.p.a. in amministrazione straordinaria) alla restituzione del maggior importo medio

tempore percepito in esecuzione della sentenza di primo grado nella misura di cui al precedente

punto a) delle conclusioni, oltre interessi legali con decorrenza dalla data del pagamento

all’effettiva ripetizione;

- respingere in ogni caso la domanda delle assicurazioni intervenute, condannandole alle spese di

entrambi i gradi del giudizio Con vittoria di spese e di onorari di entrambi i gradi del giudizio”.

Per l’appellata BLUE PANORAMA AIRLINES:

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Sentenza n. 1070/2016 pubbl. il 12/05/2016RG n. 2667/2011

Voglia l'Ecc.ma Corte di Appello di Venezia, disattesa ogni contraria domanda ed eccezione: in via

principale - rigettare l'appello interposto e le domande tutte svolte da Aeroporto Valerio Catullo di

Verona Villafranca S.p.A. avverso la sentenza n. 2656/2011, resa dal Tribunale Civile di Verona, in

data 27 ottobre 2011, all'esito del procedimento n. 2031/2009;

- dichiarare l'inammissibilità e l'improcedibìlità di tutte le domande svolte da Aeroporto Valerio

Catullo di Verona Villafranca S.p.A. di accertamento e di condanna dirette a far valere un credito

nei confronti della Procedura;

in via subordinata: in caso di accoglimento parziale dell'appello principale con riferimento alla

posizione delle compagnie assicurative, ed in accoglimento dell'appello incidentale (condizionato)

interposto con la comparsa di costituzione e risposta depositata dalla Blue Panorama Airlines

S.p.A., in riforma della sentenza n. 2656/2011, resa dal Tribunale Civile di Verona, in data 27

ottobre 2011, all'esito del procedimento n. 2031/2009, condannare Aeroporto Valerio Catullo di

Verona Villafranca S.p.A. a risarcire i danni c.d. diretti subiti dall'esponente, quantificati in Euro

953.000,00, senza detrazione della somma di USD 1.000.000,00, oltre interessi legali. in ogni caso:

condannare Aeroporto Valerio Catullo di Verona Villafranca S.p.A.al pagamento di tutte le spese,

competenze ed onorati del presente giudizio di appello, ivi inclusa la fase inibitoria.

Per l’appellata ALLIANZ SPA:

“Voglia la Corte d’Appello Ecc.ma, rigettata ogni istanza e/o domanda formulata ex adverso,

richiamate per quanto possa occorrere tutte le domande, eccezioni ed istanze già fatte valere in

primo grado ex art. 346 c.p.c.: In via principale, salvo quanto segue, rigettare integralmente

l’appello interposto da Aeroporto Valerio Catullo in quanto inammissibile e/o infondato in fatto ed

in diritto per i motivi di cui in atti e, per l’effetto, confermare integralmente la sentenza del

Tribunale di Verona n. 2656/011 del 21-27/10/2011, nei capi non coperti dall’appello incidentale di

cui infra;

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In via incidentale, in parziale riforma della sentenza di primo grado, condannare l’Aeroporto

Valerio Catullo al pagamento del danno sofferto dall’esponente comprensivo non solo di capitale ed

interessi ma anche di rivalutazione monetaria come per legge, per le ragioni di cui in atti;

Con vittoria di spese diritti ed onorari di entrambi i gradi di giudizio”.

Per l’appellata AXA CORPORATE:

“Voglia la Corte d’Appello Ecc.ma, rigettata ogni istanza e/o domanda formulata ex adverso,

richiamate per quanto possa occorrere tutte le domande, eccezioni ed istanze già fatte valere in

primo grado ex art. 346 c.p.c.: In via principale, salvo quanto segue, rigettare integralmente

l’appello interposto da Aeroporto Valerio Catullo in quanto inammissibile e/o infondato in fatto ed

in diritto per i motivi di cui in atti e, per l’effetto, confermare integralmente la sentenza del

Tribunale di Verona n. 2656/011 del 21-27/10/2011, nei capi non coperti dall’appello incidentale di

cui infra;

In via incidentale, in parziale riforma della sentenza di primo grado, condannare l’Aeroporto

Valerio Catullo al pagamento del danno sofferto dall’esponente comprensivo non solo di capitale ed

interessi ma anche di rivalutazione monetaria come per legge, per le ragioni di cui in atti;

Con vittoria di spese diritti ed onorari di entrambi i gradi di giudizio”.

Per l’appellata UNILPOSAI ASSICURAZIONI:

«Voglia la Corte Ecc.ma -ogni contraria istanza, eccezione e deduzione reietta- rigettare l’appello

proposto dalla S.p.A. AEROPORTO VALERIO CATULLO DI VERONA VILLAFRANCA

avverso i capi concernenti la S.p.A. MILANO ASSICURAZIONI della sentenza n. 2656/2011 resa

dal Tribunale di Verona nel giudizio R.G. n. 2031/2009 fra tali parti nonché le S.p.A. BLUE

PANORAMA AIRLINES, ALLIANZ nonché AXA CORPORATE SOLUTIONS S.A. in data 21

ottobre 2010 e pubblicata in data 27 ottobre 2011 e, per l’effetto, integralmente confermare detti

capi e, quindi, confermare la dichiarata legittimità dell’intervento della MILANO

ASSICURAZIONI S.p.A. e, comunque, condannare la S.p.A. AEROPORTO VALERIO

CATULLO DI VERONA VILLAFRANCA, a risarcire alla predetta S.p.A. MILANO

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ASSICURAZIONI -sino a concorrenza della somma di dollari USA 837.500,00 o dell’equivalente

di questa in valuta nazionale alla data dell’effettivo pagamento o di altra somma di giustizia meglio

vista- i danni materiali tutti subiti dall’aeromobile Boeing 767-300, marche EI-CZH, in occasione

ed a cagione del sinistro di cui in premessa, oltre gli interessi legali dalla domanda al saldo ed alle

spese processuali.

Vinti spese ed onorari del doppio grado di giudizio, oltre IVA e CNPF».

MOTIVI DELLA DECISIONE

Con atto di citazione, datato 10/2/2009, la società Blue Panorama Airlines S.p.a. adiva il Tribunale

di Verona esponendo che:

- La Società attrice, quale compagnia aerea operante nel settore del trasporto aereo nazionale

ed internazionale, operava con voli settimanali da e per l’aeroporto Valerio Catullo Di

Verona Villafranca, gestito in via esclusiva dalla società Aeroporto Valerio Catullo Di

Verona Villafranca S.p.a., stipulando con la stessa contratto di “standard ground handling

agreement” avente ad oggetto l’esecuzione di servizi di handling per i voli della Blue

Panorama;

- Nell’ambito di tale rapporto, in data 12 dicembre 2008, l’aeromobile Blue Panorama

modello Boeing B767-300, con registrazione EI-CZH, in sosta presso l’Aeroporto Catullo

per interventi di manutenzione ordinaria, era stato gravemente danneggiato a causa

dell’errata esecuzione dei servizi di handling;

- Nelle manovre di traino dell’aeromobile dallo Stand 63 sino all’interno di un hangar

aeroportuale, eseguite dalla convenuta a mezzo di vettura Tow Barles targata TAM004, la

semi-ala destra dell’aeromobile aveva urtato il portellone scorrevole dell’hangar, rendendo il

mezzo inservibile per l’attività di volo;

- Il danneggiamento era addebitabile a colpa ed imperizia della convenuta che doveva essere

ritenuta responsabile, in via contrattuale ed extracontrattuale, dei danni connessi ai costi di

riparazione, fermo della macchina e riprotezione dei passeggeri e dei danni non patrimoniali.

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Tutto ciò premesso, conveniva in giudizio l’Aeroporto Valerio Catullo Di Verona Villafranca

S.p.a. chiedendo fosse condanna al risarcimento dei danni, quantificati negli importi di €

4.390.000.00 e di USD 1.600.000,00, nonché a tenere indenne la Società attrice da ogni

responsabilità verso terzi derivante dal ritardo dei voli.

Si costituiva la convenuta Aeroporto Valerio Catullo Di Verona Villafranca S.p.a. contestando

il fondamento della domanda e chiedendone il rigetto. Deduceva che il contratto di handling

prevedeva, all’art. 8.1 lett. d, condizione di reciproco totale esonero di responsabilità tra le

parti, salvo i casi di dolo o colpa temeraria con previsione dell’evento, per i quali era prevista la

risarcibilità del solo danno diretto; eccepiva l’inammissibilità dell’azione extracontrattuale. In

via subordinata invocava la limitazione della responsabilità ritenendo applicabile la disciplina

del trasporto di cui all’art. 1683 c.c., sia con riguardo ai limiti derivanti dal contratto di

handling.

Con comparsa datata 29/12/2009 proponeva atto di intervento volontario e si costituiva la Axa

Corporate Solutions S.A., società co-assicuratrice dell’aeromobile che deduceva di aver versato

per il sinistro a Blue Panorama l’indennizzo di USD 75.000 e con riferimento a tale importo, in

virtù di espressa surroga con gli effetti di cui all’art. 1201 c.c., chiedeva la condanna della

convenuta al risarcimento in proprio favore.

Analogo intervento volontario proponevano la Allianz S.p.a. con comparsa datata 13/1/20210

chiedendo l’accoglimento della domanda in proprio favore nei limiti della somma di USD

87.500,00 versata alla Blue Panorama a titolo di indennizzo, con espressa surroga nei diritti

derivanti dal sinistro, nonché la Milano Assicurazioni in relazione all’importo di USD

837.500,00.

Effettuato accertamento tecnico per la descrizione del sinistro e per la valutazione dei danni e

dei costi, il Tribunale di Verona con sentenza n. 2656/11 in data 21/10/2011, depositata in data

27/10/2011, accertato il grave inadempimento contrattuale della convenuta e la conseguente

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responsabilità, accoglieva le domande dell’attrice e delle intervenute condannando la convenuta

Aeroporto Valerio Catullo al risarcimento dei danni anche non patrimoniali.

Avvero tale sentenza ha interposto appello la società Aeroporto Valerio Catullo invocandone la

riforma e chiedendo il rigetto delle domande formulate dalle controparti o, in subordine, la

riduzione del risarcimento nei limiti di quanto disposto dall’art. 1696 c.c. o di quanto previsto

dal contratto intercorso tra le parti.

Si è costituita la Blu Panorama Airlines eccependo preliminarmente la nullità della citazione

d’appello per assoluta indeterminatezza della domanda subordinata concernente la riduzione del

risarcimento a quanto previsto dall’art. 1696 c.c.. Nel merito ha sostenuto l’infondatezza

dell’impugnazione chiedendone il rigetto; in via di appello incidentale ha chiesto il

riconoscimento della liquidazione del danno non patrimoniale all’immagine nella somma di €

800.000,00; in ipotesi di accoglimento dell’appello principale sulla legittimazione delle

intervenute a pretendere il risarcimento, ha chiesto il riconoscimento integrale del risarcimento

in proprio favore senza detrazione degli indennizzi ricevuti.

Si è costituita la Milano Assicurazioni chiedendo l’integrale conferma della sentenza appellata.

Si sono costituite anche le appellate AXA Corporate Solutions S.A. e Allianz S.p.a. chiedendo il

rigetto dell’appello e proponendo appello incidentale in ordine al mancato riconoscimento della

rivalutazione monetaria sul credito risarcitorio.

Con comparsa depositata in data 19/1/2016 si è costituita la Blue Panorama Airlines S.p.a. in

amministrazione straordinaria in persona del Commissario Straordinario.

Con il primo motivo l’appellante denuncia una erronea valutazione della prova dei fatti,

deducendo che il Tribunale avrebbe ricostruito la dinamica del sinistro valorizzando

esclusivamente il rapporto d’incidente redatto unilateralmente da Blue Panorama, divergente dal

Ground Safety Report sottoscritto nell’immediatezza dell’accaduto da tutte le parti e prodotto

dalle stesse in causa. Rileva che da tale ultimo documento emergeva unicamente che il velivolo

della Blue Panorama durante la manovra di traino dallo stand 16 all’hangar impattava con la

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semiala destra il portone scorrevole dell’hangar presso il quale stava per essere ricoverato,

causando danni all’aeromobile e al portone, con l’annotazione che “da una prima analisi risulta

una non corretta manovra da parte dell’operatore” e l’indicazione di procedure operative non

corrette come causa dell’evento. Osserva, in particolare, che a torto il Tribunale avrebbe dato

credito all’affermazione del rapporto prodotto dall’attrice che tutti i soggetti a vario titolo

impegnati nelle operazioni, anche nelle funzioni di controllo, fossero dipendenti dell’Aeroporto

Catullo, laddove nel Ground Safety Report si dava atto che alle operazioni assistevano anche

due rappresentanti di Blue Panorama, tali John Paul Kenneth e Mirko Haaties di AMC, e che la

manovra era seguita da wing mens della Blue Panorama-AMC. E anche la minuziosa

ricostruzione delle fasi salienti dell’incidente, riporta in sentenza, risentiva dell’erroneo

riferimento al rapporto d’incidente di Blue Panorama, relativamente agli avvertimenti e alle

intimazioni di blocco rivolte al trattorista dal responsabile e dal personale della punta ala sinistra

oltre che dal personale presente nell’hangar. Conclude l’appellante su una carenza probatoria

della ricostruzione del fatto, che avrebbe richiesto istruttoria testimoniale mai chiesta.

Sotto altro profilo l’appellante denuncia l’erroneità della premessa, enunciata in sentenza dal

Tribunale, che la condotta colposa e il nesso di causalità con l’evento di danno non fossero

oggetto di specifica e concreta contestazione da parte convenuta, e in senso contrario rinvia alle

contestazioni sollevate in comparsa di risposta.

All’erronea ricostruzione dei fatti avrebbe poi corrisposto analogo vizio nella verifica della

dinamica del sinistro ad opera del CTU, basata essenzialmente su rapporto d’incidente di Blue

Panorama.

Con il secondo motivo l’appellante critica l’affermata compatibilità e cumulabilità dell’azione

aquiliana rispetto all’azione contrattuale, deducendo che con la sottoscrizione della clausola 8.1

del contratto di Handing Blue Panorama, rinunciando ad ogni reclamo nei confronti della

controparte se non per danni causati con dolo o provocati in modo temerario e con

consapevolezza della probabilità di eventi dannosi, avrebbe con ciò rinunciato anche ad ogni

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diversa azione anche se di natura extracontrattuale. Ma il cumulo risulterebbe escluso anche

dalla considerazione che nella fattispecie l’attività illecita risulterebbe ricompresa

funzionalmente e teleologicamente nelle previsioni contrattuali.

Con il terzo motivo l’appellante sostiene che il Tribunale, dando prevalente rilievo alle

risultanze del rapporto d’incidente, sarebbe erroneamente pervenuto all’affermazione della

ricorrenza di una colpa grave a carico del conducente del trattorino. In senso contrario qualifica

la condotta del trattorista – della quale l’appellante non contesta di dover rispondere - in termini

di semplice colpa lieve piuttosto che di colpa grave o colpa temeraria con previsione

dell’evento, così ritenendo di poter contenere la propria responsabilità dei limiti della richiamata

clausola di esonero di cui all’art. 8.1 del contratto. E al fine, scartata l’ipotesi del dolo, evidenzia

come l’unica spiegazione plausibile sia quella di una “errata valutazione dell’ingombro del

veicolo da parte del trattorista, che ha portato all’urto”, posto che l’urto aveva interessato solo

l’estremità alare per circa 30 centimetri e quindi con uno scarto di entità limitata dell’1%, se si

considera l’apertura alare di ben 47,60 metri. Ma la qualificazione dell’errore del trattorista non

muterebbe anche accettando l’assunto che i controllori avrebbero segnalato di bloccare il traino

perché non vi era sufficiente area libera, poiché la posizione del trattorista, al centro a bordo del

trattore che tirava l’aereo, non garantiva che lo stesso fosse in grado di mantenere il contatto

visivo con i segnalatori e di percepirne le avvertenze; né sul punto era stata introdotta alcuna

prova da parte attrice.

Con il quarto e il quinto motivo l’appellante censura l’affermazione in sentenza della

ricorrenza di una colpa grave nell’operato del trattorista. Addebita innanzi tutto a Blue

Panorama di non aver dimostrato la colpa grave del trattorista. Si duole che il Tribunale sia

pervenuto a tale accertamento senza valide prove e senza l’escussione di un solo testimone che

avesse confermato la dinamica dei fatti riferiti da Blue Panorama. Denuncia poi l’erronea

equiparazione della colpa grave alle ipotesi di dolo e di colpa temeraria con previsione

dell’evento, considerate distintamente anche dall’art. 25 della Convenzione di Varsavia del

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1929; ma ribadendo comunque che nella specie il danno poteva ritenersi provocato da

semplice colpa lieve. E con il sesto motivo, ai fini della ricognizione dell’ operatività della

limitazione di responsabilità di cui alla clausola contrattuale n. 8.1, riafferma l’insussistenza

degli elementi di una colpa temeraria con previsione dell’evento, perché erroneamente

motivata in sentenza sulla base della stessa ricognizione dei fatti e della dinamica già contestata

perché tratta dalla relazione d’incidente della Blue Panorama priva di valore probatorio.

L’esame dei motivi finora esposti va effettuato unitariamente, per la stretta interdipendenza

delle questioni di diritto e dei connessi profili relativi all’assolvimento dell’onere della prova, ed

evidenzia l’infondatezza dell’impugnazione.

Con necessaria sintesi va ricordato che la Blue Panorama nella citazione introduttiva del

giudizio ha fondato la pretesa risarcitoria denunciando, innanzi tutto, la violazione da parte della

convenuta società Aeroporto Valerio Catullo di Verona del contratto di handling, avente ad

oggetto l’espletamento di servizi di assistenza a terra in ambito aeroportuale, e l’inadempimento

delle obbligazioni assunte dalla stessa nell’esecuzione del contratto perché, il 12/12/2008,

effettuando le manovre di traino dell’aeromobile Boeing B767-300 dell’attrice , il personale

addetto al traino aveva provocato la collisione della semi-ala destra dell’aeromobile con i

portellone scorrevole dell’hangar danneggiando il veicolo. La Società convenuta, lungi dal

contestare che il sinistro fosse avvenuto nel corso dell’esecuzione delle prestazioni dalla stessa

contrattualmente assunte, ha espressamente riconosciuto già in comparsa di risposta di avere

curato per conto dell’attrice il rimorchio dell’aeromobile dallo Stand ad un hangar e che

“durante la fase finale del traino, il velivolo urtava il portellone scorrevole dell’hangar con la

semi-ala destra, danneggiandola” (pagg. 3 e 4 comparsa). Tra le varie difese ha poi invocato la

speciale clausola di limitazione della responsabilità di cui all’art. 8.1 escludente la risarcibilità

dei danni provocati con dolo o con “colpa temeraria con previsione dell’evento”; e tali difese ha

in grado d’appello dato conferma (pag. 2 citazione) indicando che il sinistro e il

danneggiamento dell’aeromobile si verificò durante le operazioni di rimorchio affidate

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all’Aeroporto Catullo in forza del contratto di handling, ed invocando nuovamente la

limitazione di responsabilità di cui alla clausola richiamata.

Da queste premesse, trascurando per il momento la questione della cumulabilità

dell’esperimento dell’azione aquiliana, emerge che la pretesa della attrice Blue Panorama si

fonda sulla denuncia della violazione degli obblighi contrattuali e dell’inadempimento

dell’Aeroporto Catullo da cui è derivato in via diretta il danneggiamento dell’aeromobile.

Pertanto in conformità ai principi fondamentali in tema di responsabilità del debitore posti

dall’art. 1218 c.c., coordinati con il regime di cui all’art. 2697 c.c., l’attrice, in veste di creditore

della prestazione avente ad oggetto le operazioni di traino, aveva unicamente l’onere di fornire

la prova dei fatti costitutivi, rappresentati dal contratto di handling, delle ragioni di danno e

della sussistenza del nesso di causalità rispetto all’inadempimento; non era onerata della prova

dell’inadempimento né della imputabilità dello stesso al debitore. E’ quest’ultimo che, invece,

doveva eventualmente fornire la prova dell’estinzione del debito, del corretto adempimento

della prestazione o del fatto che l’inadempimento fosse determinato da impossibilità della

prestazione per causa a lui non imputabile.

La situazione e la ripartizione degli oneri probatori in materia di imputabilità dell’

inadempimento non trova alcuna deroga quando sia invocata – come nella specie - la ricorrenza

di una clausola contrattuale di esonero della responsabilità del debitore ai soli casi di dolo o

colpa grave, e cioè nei limiti conformi alla previsione di cui all’art. 1229 c.c.. Anche in tal caso,

infatti, trovando pur sempre applicazione i principi enunciati dagli artt. 1218 e 2697 c.c., grava

sul debitore che voglia essere liberato da responsabilità l’onere di provare che

l’inadempimento è dovuto a ragioni integranti il caso fortuito ovvero da una propria condotta

che in concreto assuma i connotati della sola colpa lieve, contrattualmente esente da

responsabilità.

Tale conclusione è confortata dall’intervento della Corte di Cassazione che anche recentemente

(Cass Sez. 3, Sentenza n. 13434 del 29/05/2013) ha ribadito, in materia di concorsi pronostici

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ma con affermazione di principio in ambito contrattuale, che la presenza di una clausola

limitativa della responsabilità ai soli casi di dolo o colpa grave “non altera i normali criteri di

ripartizione dell'onere della prova di cui agli artt. 1218 e 2697 cod. civ., con la conseguenza che

il debitore ricevitore, il quale voglia andare esente da responsabilità, ha l'onere di provare che

l'inadempimento o inesatto adempimento, sia dipeso da causa estranea al suo potere di controllo,

ovvero che la sua attività o inattività concreti colpa lieve. Spetterà, invece, al creditore

scommettitore la prova dell'inesecuzione della prestazione nonché del danno di cui chieda il

risarcimento”, con ciò seguendo un principio adeguatamente consolidato nei precedenti (cfr.:

Cass. Sez. 3, Sentenza n. 28314 del 22/12/2011; Cass Sez. 3, Sentenza n. 367 del 15/01/2002).

L’Applicazione di tali regole sul riparto dell’onere probatorio al caso di specie rende manifesta

l’infondatezza dell’appello.

E’ agevole evidenziare, infatti, che tutto il complesso dei richiamati motivi d’appello

dell’Aeroporto Catullo volti alla confutazione della responsabilità contrattuale si fonda nella

sostanza sull’erronea denuncia del mancato assolvimento da parte di Blue Panorama dell’onere

probatorio in merito alla ricorrenza nel comportamento della debitrice di fatti integranti gli

estremi della colpa grave, o meglio della colpa temeraria con previsione dell’evento, o del dolo.

Ma con tali argomentazioni la debitrice postula una inammissibile inversione dell’onere

probatorio, attribuendo in positivo all’attrice, creditrice della prestazione, l’onere di provare in

concreto gli estremi della imputabilità dell’inadempimento al debitore, con inspiegabile perdita

del beneficio che gli attribuisce il disposto dell’art. 1218 c.c. nel gravare il debitore della non

imputabilità della prestazione stessa. Al contrario, avendo il creditore della prestazione fornito

riscontro probatorio del titolo contrattuale e del danno all’aeromobile derivato dalle operazioni

rese in esecuzione del contratto, gravava sul debitore della prestazione, che invocava la

limitazione di responsabilità, l’onere di provare che il fatto integrante l’inadempimento fosse

derivato da causa a lui non imputabile, perché al di fuori del suo potere di controllo, oppure che

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la sua attività o inattività, in rapporto causale con l'inadempimento, concretasse colpa lieve,

anziché grave o dolosa.

Ne consegue che tutta la critica dell’appellante rivolta alla pretesa erroneità dei riscontri

probatori, sui quali il Tribunale di Verona ha fondato l’affermazione della ricorrenza in concreto

di elementi di colpa grave a carico della convenuta società Aeroporto Catullo, si profila

radicalmente priva di rilevanza posto che per pervenire all’ affermazione della responsabilità

contrattuale dell’odierna appellante assume rilievo preminente ed assorbente la circostanza che

la denunciata totale carenza probatoria non gioverebbe alla stessa debitrice che, pur sostenendo

che la responsabilità del conducente del trattorino adibito per il rimorchio deve essere contenuta

nell’ambito della colpa lieve, non ne ha poi fornito alcuna concreta dimostrazione.

Unico elemento addotto dall’appellante a sostegno di una “disattenzione” del conducente del

trattore rilevante in termini di “colpa lieve” deriverebbe dalla considerazione di una “colpa”

direttamente proporzionale alla ridotta misura della zona di impatto della semi-ala destra sul

portellone dell’hangar, di soli 30 centimetri, rispetto ad una ampiezza alare di complessivi

47,60 metri, con un errore della consistenza dell’1%. Ma l’assunto è privo di fondamento

poiché, dovendo aversi riguardo nell’adempimento delle obbligazioni relative ad una attività

professionale d’impresa ai sensi del secondo comma dell’art. 1176 c.c., il grado di diligenza

doveva essere ragguagliato alla natura dell’attività esercitata che nella specie richiedeva elevata

specializzazione e professionalità, esigendo come grado minimo di cautela la necessità di

assicurare l’integrità dell’intera complessa e vulnerabile struttura dell’aeromobile e risultando

grave ed inescusabile ogni episodio di malgoverno che avesse comportato una collisione del

veicolo con le strutture fisse, indipendentemente dalla notevole rilevanza dei danni riportati dal

mezzo.

Deduce inoltre l’appellante che il trattorista, essendo al centro a bordo del trattore che tira

l’aereo, non ha il contatto visivo costante e contemporaneo con i wingmen posti alla destra e

alla sinistra sotto le rispettive ali, sicché potrebbe essere accaduto che le segnalazione di questi

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ultimi siano avvenute quando il trattorista guardava avanti e che le eventuali segnalazioni via

radio non siano state comprese o udite dal trattorista per il rumore di fondo o disturbi nella

trasmissione. Di tali presupposti, validi a giudizio del deducente ad integrare il fortuito, lo

stesso appellante denuncia però l’assoluta carenza di prove in merito alle modalità di

svolgimento delle operazioni, ma trascura di considerare che l’onere di fornire la prova del

fortuito gravava, per quanto già esposto, sulla stessa odierna appellante debitore della

prestazione.

Per quanto esposto la mancata prova del fortuito, o della ricorrenza in concreto di circostanze

valide a dimostrare una condotta della debitrice rilevante in termini di colpa lieve, comporta con

rilievo assorbente di ogni altra questione l’affermazione della responsabilità contrattuale della

società Aeroporto Valerio Catullo.

Quanto al cumulo della domanda fondata sulla responsabilità extracontrattuale, ex art. 2043

c.c., l’appellante ripropone la contestazione in ordine all’ammissibilità del concorso e della

domanda valorizzando, in primo luogo, una pretesa rinuncia all’azione dipendente dalla stessa

previsione dell’art. 8.1 del contratto di handling, sul rilievo che la clausola prevedeva la colpa

temeraria con previsione dell’evento come unica ipotesi in cui era ammessa un’azione

risarcitoria nei confronti dell’handler. Il rilievo è però infondato perché in contrasto con la

previsione letterale e con l’intenzione manifestata dalle parti di disciplinare con la clausola una

limitazione della responsabilità contrattuale, non estensibile né interpretabile come rinuncia alla

tutela di posizioni di diritto soggettivo non comprese nell’oggetto del contratto, come quella

concernenti i diritti primari riconosciuti anche in capo alle persone giuridiche, e in particolare

alla tutela dell’immagine commerciale con riguardo alla pretesa di risarcimento del danno non

patrimoniale. E la stessa estraneità rispetto al contratto del diritti che si assumono lesi

costituisce, come motivatamente osservato dal Tribunale, la ragione dell’ammissibilità del

concorso e del ricorso alla tutela aquiliana, in conformità all’insegnamento della Corte di

Cassazione che, con la sentenza richiamata nella motivazione della sentenza impugnata, ha

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precisato in materia di compravendita come “in caso di inadempimento del venditore, oltre alla

responsabilità contrattuale da inadempimento o da inesatto adempimento, è configurabile anche

la responsabilità extracontrattuale del venditore stesso, qualora il pregiudizio arrecato al

compratore abbia leso interessi di quest'ultimo che, essendo sorti al di fuori del contratto, hanno

la consistenza di diritti assoluti; diversamente, quando il danno lamentato sia la conseguenza

diretta del minor valore della cosa venduta o della sua distruzione o di un suo intrinseco difetto

di qualità si resta nell'ambito della responsabilità contrattuale, le cui azioni sono soggette a

prescrizione annuale” ( Cass. Sez. 2, Sentenza n. 11410 del 08/05/2008; ma nello stesso senso

si era espressa già Cass Sez. 3, Sentenza n. 1158 del 05/02/1998 “L'inadempimento di un

contratto di fornitura di merci (nella specie, per vizi della merce venduta) può far sorgere in

capo al venditore non solo la comune responsabilità contrattuale, ma anche la responsabilità

aquiliana ex. articolo 2043 cod. civ.: e ciò tutte le volte in cui l'inadempimento del contratto di

vendita abbia causato una lesione al buon nome dell'azienda del compratore, od al suo

avviamento commerciale.”) . Né in contrario vale il richiamo dell’appellante alla motivazione

della sentenza della Corte Suprema n. 16937 del 2006 che, all’opposto, ha riaffermato la validità

generale del principio della “principio della cumulabilità, nel nostro ordinamento, dei due tipi di

responsabilità da illecito civile, poiché il principio predetto è legittimamente invocabile quando

uno stesso fatto autonomamente generatore di danno integri gli estremi tento

dell'inadempimento contrattuale, quanto del torto aquiliano”, rilevandone poi la non estensibilità

alla diversa ipotesi in cui “una attività prenegoziale astrattamente generatrice di danno (le

trattative) confluisca fisiologicamente nel negozio cui essa risultava funzionalmente e

teleologicamente collegata, risultando, in tal caso, soltanto il negozio stesso la eventuale fonte di

responsabilità (contrattuale)”.

Con riguardo all’azione aquiliana è sufficiente la prova dell’elemento soggettivo della colpa

lieve che, pur gravante sul danneggiato, deve con immediatezza ritenersi integrata dall’evidente

negligenza ed imperizia del conducente del trattore operatore della società convenuta, per aver

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provocato la collisione dell’aeromobile con la porta scorrevole dell’hangar, essendo tale

condotta pacificamente affermata da entrambe le parti e comunque risultante anche dal

documento comune “Ground Safety Report” specificamente invocato dall’odierna appellante

come fonte affidabile di prova.

Con il settimo motivo l’appellante si duole che il Tribunale abbia respinto l’eccezione dalla

stessa sollevata invocando la limitazione del danno risarcibile prevista dall’art. 1696, comma II,

c.c..

Sul punto va preliminarmente respinta l’eccezione della Blue Panorama relativa alla nullità

della citazione per indeterminazione della domanda subordinata: trattasi invero non già della

proposizione di una domanda giudiziale (che dovrebbe qualificarsi come riconvenzionale),

bensì della riproposizione di una semplice eccezione concernente la limitazione del danno, non

soggetta ai requisiti di cui all’art. 163 c.p.c..

Nel merito ritiene questa Corte, con rilievo preliminare ed assorbente, che il dubbio prospettato

dal Tribunale circa l’applicabilità della disciplina del trasporto alla fattispecie in esame debba

essere risolto negativamente, nel senso che il contratto di handling stipulato tra le parti non si

risolve nel trasporto di merci assunto da un vettore per il trasferimento e la restituzione delle

stesse al destinatario in altra località, in conformità ai presupposti tipici del rapporto enunciati

dagli artt. 1678, 1683, 1687 c.c., ma si sostanzia in un contratto atipico avente i connotati del

contratto d’opera o dell’appalto di servizi vari di assistenza a terra, conseguente impossibilità di

invocare la limitazione prevista dall’art. 1696 c.c. per perdita o avaria delle merci trasportate.

Ed invero, come evidenziato dalle difese dell’odierna appellata, la società Aeroporto Valerio

Catullo, quale unico gestore, svolgendo in esclusiva i servizi di assistenza a terra nello scalo di

Verona, ha stipulato il contratto in discussione per lo svolgimento dei servizi di handling ai voli

gestiti da Blue Panorama da e per l’aeroporto di Verona. Le prestazioni dell’handler riguardano

tutta una serie di attività di supporto alla compagnia di navigazione estesa a servizi di assistenza

a terra aeroportuale a velivoli, passeggeri e merci, nell’ambito delle quali l’attività di traino

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dell’aeromobile è configurabile come svolgimento di un incarico di ausilio alla movimentazione

ed al ricovero del velivolo e non realizza la presa in consegna dello stesso come merce da

trasportare e riconsegnare in altra destinazione.

Con l’ottavo motivo l’appellante si duole dell’avvenuta liquidazione, oltre che dei danni diretti

(“phisical loss”), anche dei danni indiretti (“consequential loss”), la cui risarcibilità rimarrebbe

esclusa dalla clausola di cui all’art. 8.5 dello SGHA (Standard Gound Handling Agreement).

Valorizza a tal fine la dizione del primo paragrafo della clausola ove prevede come oggetto di

risarcimento relativamente a “against any physical loss of or domage to the Carrier’s Aircraft”

e richiama il secondo paragrafo come conferma della limitazione del risarcimento ai soli danni

fisici diretti ed esclusione dei danni indiretti.

Il rilievo è però destituito di fondamento perché l’appellante erroneamente opera una

estrapolazione dal testo dei due paragrafi in una definizione unitaria che affermerebbe la

risarcibilità dei danni diretti (“phisical loss”) – tratta dal primo paragrafo – e l’esclusione della

risarcibilità dei danni indiretti (“consequential loss”) – contenuta nel secondo paragrafo - , in

realtà riguardanti non un concetto unitario , ma distinte previsioni in quanto : a) il tenore del

primo paragrafo nella traduzione proposta dall’appellante “Fermo restando quanto previsto

dall’art. 8.1, lett. d), la Compagnia di Handling risarcirà al vettore di ogni perdita fisica o di ogni

danno al velivolo del vettore” si risolve semplicemente nella conferma che, fuori dai casi di

esclusione della responsabilità contemplati dal più volte richiamato art. 8.1, la Compagnia

risarcirà “against any physical loss of or domage to the Carrier’s Aircraft”, ossia dovrà

indennizzare il vettore di qualsiasi perdita fisica o danno all’aeromobile, con ciò genericamente

garantendo in via di eccezione alla clausola 8.1 il risarcimento dei danni al velivolo, ma senza

comportare rinuncia alcuna esclusione dei pretesi “danni indiretti”; il secondo paragrafo dell’art.

8.5 ha un significato meramente ripetitivo ribadendo che rimangono salvi i principi generali del

sub-articolo 8.1 (concernente l’esclusione del diritto al risarcimento da parte del vettore salvi i

casi di danno intenzionale o connotato da colpa con previsione dell’evento) e tra questi

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…“including the principle that the Carrier shall not make any claim against the Handling

Company and shall indemnify it ahainst any liability in respect of any and all consequential loss

or damage howsoever arising” – ossia “tra cui il principio secondo il quale il Vettore non

avanzerà alcuna pretesa nei confronti della Società Handling e terrà indenne contro ogni

responsabilità nei confronti di ogni e qualsiasi perdita o danno derivante”, con ciò fornendo una

precisazione relativa non già ad una limitazione dell’azione risarcitoria del Vettore con

esclusione di “consequential loss or damage”, bersi la riaffermazione dell’operatività

dell’obbligo del Vettore già contenuto ed esplicitato nell’art. 8.1 di “tenere indenne la Società

di Assistenza da qualsiasi responsabilità per reclami o azioni legali comprensivi dei costi e

delle spese”.

Sotto altro profilo l’appellante sostiene l’irrisarcibilità dei danni da fermo dell’aeromobile in

quanto si tratterebbe di danni “indiretti”, ma in proposito è sufficiente ricordare che in tema di

risarcibilità per danni conseguiti da fatto illecito o da inadempimento contrattuale il nesso di

causalità, agli effetti di cui all’art. 1223 c.c., va inteso in modo da ricomprendere nel

risarcimento anche i danni indiretti e mediati che si presentino come effetto normale secondo il

principio della cosiddetta regolarità causale (cfr. Cass Sez. 3, Sentenza n. 15274 del 04/07/2006;

Sez. 3, Sentenza n. 16163 del 21/12/2001). Il danno da fermo tecnico per il veicolo nel periodo

delle riparazioni attiene al lucro cessante.

Parimenti destituito di fondamento appare il profilo d’appello riferito alla pretesa

imprevedibilità dei danni indiretti, perché genericamente formulato sull’assunto che al momento

del contratto l’Aeroporto Catullo non poteva prevedere “gli esorbitanti danni che avrebbero

potuto derivare dal sinistro occorso”. La prospettazione non vale a legittimare la limitazione del

danno ai sensi dell’art. 1225 c.c. posto che, anche al tempo in cui fu assunta l’obbligazione dalla

convenuta, la Società di gestione dei servizi aeroportuali doveva ritenersi possedere specifica

conoscenza professionale del settore e del rilievo degli interessi economici coinvolti, tale da far

prevedere come ordinaria la produzione degli ingenti danni conseguenza del sinistro, per

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riparazioni, veicolo sostitutivo, cancellazioni, costi del personale e assistenza e riprotezione dei

passeggeri.

Con altro profilo l’Appellante si duole della mancata limitazione del risarcimento per danni al

velivolo entro la somma limite di 1.000.000 USD in forza della specifica pattuizione

contrattuale quantificata al paragrafo 3 dell’Allegato B.

Il motivo è fondato. L’art. 8.5 del contratto SGHA nel primo paragrafo limita espressamente la

responsabilità dell’Handling a qualsiasi perdita o danno all’aeromobile non superiore ai limiti

indicati nell'allegato B, prodotto dalla convenuta sub 1), che al paragrafo 3 fissa come limite

della responsabilità per aeromobili tra i quali il b747 la somma limite per incidente di USD

1.000.000. Tale limite peraltro riguarda solo il danno diretto all’aeromobile, ossia è riferibile

alle spese di riparazione e costi relativi, non trovando applicazione con riguardo al lucro

cessante e al danno non patrimoniale. Deve conseguentemente escludersi che la liquidazione dei

danni diretti a carico della convenuta Aeroporto Catullo possa eccedere in linea CAPITALE la

misura di $ 1.000.000, che, se determinata in base al rapporto di cambio allo stesso tasso di

1,3678 adottato dal CTU alla data dell’accertamento risulterebbe pari a ad € 731.101,03, ma

rimanendo nei limiti della precisa eccezione sollevata dall’appellante con il motivo in esame

(pag. 58 citazione d’appello) va ritenuta valida fino all’importo indicato dall’appellante in €

765.520,00.

Con il nono motivo l’appellante contesta preliminarmente nell’an il riconoscimento del

risarcimento del danno all’immagine, ma la censura ripropone l’assunto di una asserita rinuncia

l’azione con la sottoscrizione del SGHA della cui infondatezza si è già motivato in relazione

alla contestazione dell’ammissibilità del concorso dell’azione aquiliana.

Sotto altro profilo l’appellante censura l’affermata esistenza del danno all’immagine come

erroneamente fondata sugli effetti per gli utenti connessi alle iniziative assunte dalla Compagnia

per l’attività di riprotezione dei passeggeri, ma il motivo è inammissibile, oltre che infondato,

perché trascura del tutto di considerare che il riconoscimento del danno all’immagine è fondato

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nella sentenza impugnata, con autonoma rilevanza, sulla considerazione che “il numero limitato

di aeromobili della Blue Panorama, in una col tipo si sinistro e con l’immobilizzo

dell’aeromobile in questione del tempo ha sicuramente determinato disguidi nella gestione del

servizio con conseguente ulteriore danno di immagine nei rapporti con i clienti e con i tour

operators” ; motivazione adeguata avverso la quale l’appellante non rivolge alcuna critica.

Sul quantum del danno all’immagine l’appellante denuncia la mancanza di dati certi di bilancio,

sul fatturato e sul numero degli aerei utilizzati da Blue Panorama, ma la tutela dell’immagine

commerciale costituisce voce di danno non patrimoniale che prescinde dal lucro cessante, sicché

rimane irrilevante ogni indagine sul calo del fatturato o dei profitti, inerente al lucro cessante. Il

ristoro del danno non patrimoniale si impone con liquidazione equitativa, agli effetti di cui agli

artt. 2056, comma I, 1226 c.c., e la quantificazione nell’importo complessivo di € 200.000,00

appare adeguata tenuto conto del disvalore dipendente dalla natura del sinistro, dal periodo di

immobilizzo dell’aeromobile e dei conseguenti disguidi ed effetti negativi sull’utenza e sul

mercato, già espressamente valutati dal Tribunale.

Con il decimo motivo l’appellante si duole di una asserita violazione del contraddittorio con

riferimento ad una tardiva produzione documentale di Blue Panorama, avvenuta nel corso della

consulenza tecnica. Il motivo in tale punto è generico, ed inammissibile, poiché l’appellante

non individua i documenti che afferma tardivamente prodotti, e neppure fornisce alcuna

indicazione sulla rilevanza assunta dagli stessi ai fini della valutazioni effettuate dal CTU, sui

costi delle riparazioni e sui danni, e sulla liquidazione operata dal Tribunale. In tali condizioni, e

in assenza di indicazione e critica dei punti della decisione che risulterebbero fondati sulla

asserita produzione tardiva, rimane esclusa la rilevanza dell’eccezione venendo meno

l’interesse alla dichiarazione di inutilizzabilità dei documenti, insuscettibile di condurre alla

riforma della sentenza.

A tale conclusione si sottrae l’ eccezione con riferimento alla produzione, che si afferma

irrituale, del contratto di leasing del veicolo danneggiato e dell’originario programma operativo

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dei voli, che formano oggetto nei successivi motivi di specifica contestazione e dei quali si

rinvia l’esame.

L’undicesimo motivo ha ad oggetto la contestazione della valutazione del C.T.U. in ordine ai

valori attribuiti a Blue Panorama in relazione a:

a) costi delle riparazioni. Riconosciuti congrui in sentenza nella misura di € 877.433,10, al

tasso di cambio al momento della consulenza, sarebbero stati determinati senza considerare

che l’importo riconosciuto dal C.T.U. accettava i costi del preventivo di spesa di $ USA

1.200.153,00, ma risultava superiore ai costi a consuntivo, pari a $ USA 1.050.532,00, con

un differenziale a credito di Blue Panorama pari a $ USA 149.621,00 che era logico ritenere

fosse stato oggetto di restituzione;

b) costi di affitto hangar, personale tecnico, noleggio lift e altri. Gran parte dei documenti

sarebbe stata prodotta tardivamente e non potevano essere utilizzati come prova. Inoltre il

CTU per i costi sostenuti in Italia aveva ricompreso l’IVA, nella misura del 20’%, che

invece per Panorama non era un costo ma era voce da scaricare nel mese successivo.

c) Spese per il REP, costi di Engineering Manager, costi per “Planning”, per “vitto e alloggio

AMC” e costi “Viaggi”, esposti per € 27.184,22, erano sforniti del tutto di documentazione e

riscontro e liquidati dal Tribunale solo in via equitativa nell’importo di € 20.000. Ma in

contrario l’onere di 14 giornate lavorative non trovava riscontro, la durata di 11 giornate

lavorative (engineering manager) poteva essere congrua ma la valorizzazione appariva

eccessiva, il planning non risultava giustificato, per i viaggi risultava esposta la fattura ma

non il pagamento; sicché non era ammissibile il ricorso alla liquidazione equitativa.

d) Sui costi per aeromobili sostitutivi. Per i costi di noleggio il CTU aveva valorizzato il

”Programma Originario dei voli BPA nel periodo 13.12.2008-04.01.09” necessario per

verificare la correlazione con le fatture prodotte, ma il Programma era stato deposito

tardivamente, oltre la scadenza dei termini di cui all’art. 183, VI, c.p.c.; ma anche al

produzione delle fatture era tardiva; ed analoghe considerazioni valevano per i costi di

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posizionamento, trasferimento ed alloggi degli equipaggi, che erano stati ritenuti compatibili

con il Programma tardivamente prodotto.

e) Erronea valutazione delle note di credito dei Tour Operators . Erano state ritenute e valutate

dal CTU come danno indiretto, ma rappresentavano invece documentazione contabile

relativa all’annullamento di fatture emesse per mancata prestazione, o altre cause, e non una

perdita di danaro; nel senso che l’importo complessivo delle note di credito di € 164.140,37

non rappresentava danni, ma corrispettivi dei voli cancellati (non incassati o da restituire)

che però includevano costi e guadagno della Compagnia aerea, sicché dall’intero

ammontare, per individuare il margine concreto di lucro cessante, andavano detratti i costi

non sopportati, con la conseguenza che, determinato in base ai bilanci il margine di

guadagno nella misura dello 0,01%, il danno risarcibile poteva essere determinato nella

minor somma di € 1.641,40.

f) Sul mancato calcolo dei risparmi avuti da Blue Panorama . La Compagni aerea con l’utilizzo

di aerei a nolo aveva risparmiato costi di manutenzione, diarie e diritti, stimabili

nell’importo di € 262.606,00.

Su tali punti va osservato:

aa) sui costi delle riparazioni :il rilievo è infondato posto che il CTU nella relazione suppletiva

ha verificato e ritenuto congrui i costi preventivati per $ 1.200.153,00 dando atto del pagamento

di tale importo da parte di Blue Panorama; la circostanza che l’entità dei costi a consuntivo sia

risultata inferiore, e pari a $ 1.050.532 non giustifica per ciò stesso una limitazione del danno

risarcibile, che va commisurata alle somme pagate dalla Compagnia aerea, non risultando che

Blue Panorama avesse diritto a un parziale rimborso in quanto, come precisato dallo stesso

CTU, il contratto contemplava una clausola “additional cost” e non ne prevedeva una del tipo

“reduction/deduction”.

bb) costi di affitto hangar ed altro. La censura è del tutto generica, e come tale inammissibile,

poiché non indica – neppure indirettamente - i documenti che sarebbero stati asseritamente

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prodotti tardivamente e posti a base delle valutazioni del CTU in relazione costi affitto hangar,

noleggio lift, diritti aeroportuali, personale tecnico. Unico riferimento indiretto è il richiamo

della relazione dei CTP Sirachi e Trivellin del 4/3/2001, che tuttavia esprime (pag 7

osservazioni) una altrettanto generica doglianza relativa alla mancata disponibilità della

documentazione da parte dei CTP. E sul punto peraltro la difesa dell’appellata Blue Panorama

richiama come fin dalla comparsa conclusionale di primo grado avesse evidenziato come la

documentazione relativa al noleggio dell’hangar (fattura e assegno circolare) sia stata prodotta

con la memoria ex art. 183, comma VI, n. 2 (allegato n. 11) e la documentazione relativa

all’impiego di ingegneri e personale specializzato sia stata prodotta con la stessa memoria

(allegati 2, 9, 10).

Quanto all’IVA, trattasi di rivalsa obbligatoria a carico del committente, che costituisce

componente della spesa e del danno, a nulla rilevando gli effetti solo potenziali di una eventuale

compensazione o detrazione da parte del destinatario della fattura.

cc) Spese per il REP, costi di Engineering Manager, costi per “Planning”, per “vitto e alloggio

AMC” e costi “Viaggi”, l’appellante sostiene l’assoluta mancanza di documenti, ma in contrario

va osservato come il CTU nell’”Addendum” del 16/3/2011 ha evidenziato che i costi per il REP,

engineering manager, planning, vitto/alloggio e viaggi, esposti per totali € 27.184,22, vi è

documentazione in atti , come peraltro risulta anche dall’esame del rilevo che precede, ma la

stessa non consente un completo riscontro: in particolare per i costi REP vi è documentazione

dei rimborsi viaggi e degli incarichi di missione, anche se incompleti; per i costi di engineering

manager e di planning il CTU ha ritenuto congrui la durata di 90 ore lavorative e di otto ore di

straordinario; per il vitto e alloggio i costi esposti e documentati vanno ridotti delle operazioni

di manutenzione programmate prima del sinistro; per i costi di trasporto è stata prodotta fattura

che il CTU non contesta nella congruità, e la deduzione che non vi è evidenza del pagamento

non preclude la risarcibilità dei costi. Nelle condizioni descritte, in presenza di voci di spesa

giustificate dalla natura delle operazioni connesse alle riparazioni e valide nella sostanza, appare

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giustificato il ricorso alla liquidazione equitativa, ai sensi dell’art. 1226 c.c., per temperare

l’entità del risarcimento in considerazione dei limiti di incertezza sulla quantificazione e appare

giustificata l’attribuzione della minor somma di € 20.000,00 fissata in sentenza dal

Tribunale.

dd) Sui costi per aeromobili sostitutivi . Contrariamente a quanto dedotto dall’appellante le

fatture relative al noleggio degli aeromobili sostitutivi sono state tempestivamente depositate

dalla Blue Panorama con la memoria istruttoria ex art. 183, comma VI, n. 2, C.p.c., depositata in

data 27/7/2009 (allegati dal n. 12 al n. 23), e ciò unitamente ai contratti di noleggio, relativi a

periodi di utilizzo compresi tra il 22 dicembre 2008 e il 5 gennaio 2009, compatibili e congrui

rispetto al tempo di immobilizzo dell’aeromobile danneggiato. A nulla rileva che il pagamento

delle fatture, a mezzo compensazione, sia stato solo successivamente perfezionato e

documentato, poiché il pregiudizio patrimoniale discende dall’assunzione del debito relativo ai

contratti di noleggio sostitutivo, nel periodo di immobilizzo dell’aeromobile, e non già

dall’esborso del dovuto. Per il resto il costo dei noleggi è stato dal CTU ritenuto congruo con

riferimento ai valori di mercato, laddove il riferimento al Programma Originario dei voli della

Flotta, comunque acquisibile in sede di assunzione di informazioni, è stato utilizzato non quale

elemento costitutivo del danno e della pretesa risarcitoria, bensì al solo scopo di individuare i

giorni di manutenzione programmata (cfr. relazione CTU 13/8/2010 pag. 11 e relazione

“Addendum” pag. 3, lett. b).

ee) Erronea valutazione delle note di credito dei Tour Operators.

Il motivo è fondato. Come evidenziato anche dall’appellata le note di credito richieste dai Tour

Operators rappresentano corrispettivi non percepiti per i voli cancellati, ma con ciò deve

riconoscersi che, non avendo la Compagnia aerea sopportato i costi relativi, il danno risarcibile

deve corrispondente alla sola misura del mancato guadagno, entità che l’appellata non ha mai

indicato sul punto. In difetto di prova del concreto margine di guadagno sui ricavi la

liquidazione non può eccedere la misura riconosciuta sussistente sulla base della elaborazione

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della stessa odierna appellante, e conseguentemente la voce liquidata nella sentenza impugnata

in € 164.140,37 va ridotta a € 1.641,40, con una differenza in meno di € 162.498,97.

ff) Sul mancato calcolo dei risparmi avuti da Blue Panorama.

Anche tale motivo merita accoglimento.

Il CTU ha riconosciuto il ristoro dell’intera somma pari al costo dei noleggi per i voli sostitutivi,

senza considerare che all’interno della stessa voce di danno doveva inscindibilmente valutarsi,

ad un tempo, in negativo i costi dei noleggi, così come in positivo i risparmi rappresentati dai

costi non sopportati, per spese di manutenzione come per diarie agli equipaggi e diritti di

sorveglianza. Trattasi di applicazione del generale principio circa l’ammissibilità della

compensatio damni cum lucro in tutte le ipotesi in cui unico sia il fatto generatore sia del danno

che del vantaggio, con l’effetto di determinare la liquidazione del danno in relazione

all’effettivo pregiudizio subito dal danneggiato in base alla valutazione globale delle

conseguenze dell’illecito nel patrimonio e nella sfera economica del danneggiato (in tal senso

cfr. Cass. Sez. 3, Sentenza n. 992 del 20/01/2014; Cass Sez. 2, Sentenza n. 2112 del

24/02/2000).

Pertanto la sentenza impugnata va riformata sul punto detraendo dall’importo dei corrispettivi

dei noleggi, di complessivi € 1.480.147,45, l’ammontare dei costi relativi agli oneri di

manutenzione che si assume nella misura di € 262.606,00 indicata dai CTP dell’Aeroporto

Catullo, sulla base delle analisi articolate dagli stessi CTP con le note di osservazioni depositate

in data 9/7/2010 (pagg. 9 e 10) e ribadite nella successiva nota datata 4/3/2011, rispetto alle

quali non vi è stato alcun appunto da parte del CTU della relazione “Addendum”, né sono state

formulate da parte dell’appellata Blue Panorama contestazione sull’elaborazione dei dati sui

costi. Ne consegue la corrispondente riduzione della liquidazione per l’importo di €

262.606,00.

Con i motivi dal 12° al 19° l’appellante contesta nei riguardi delle Compagnie assicurative

intervenute l’esistenza di un interesse ad intervenire, la rispettiva legittimazione ad agire in base

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alle varie polizze che si affermano tardivamente prodotte, l’inesistenza di valida surroga ex art.

1916 c.c. e la nullità della surroga ex art. 1201 c.c..

I motivi risultano destituiti di fondamento in considerazione, con rilievo preliminare ed

assorbente di ogni altro profilo, della circostanza che la legittimazione delle Società assicuratrici

ad effettuare intervento volontario autonomo in giudizio per far valere in nome proprio il

diritto al risarcimento, nei limiti degli indennizzi corrisposti per i danni materiali, discende

direttamente dal pagamento con surrogazione dalle stesse validamente effettuato al soggetto

danneggiato ai sensi degli artt. 1201 e 1205. Ed infatti, come esattamente rilevato dal Tribunale,

con atto del 14/872009 Blue Panorama, ricevendo il pagamento degli indennizzi, ha dichiarato

di surrogare le stesse nei diritti verso i terzi responsabili e comunque di effettuare la cessione dei

crediti relativi ai danni materiali diretti, ed essendo documentati i rispettivi versamenti (nei

limiti di USD 75.000 da parte di Axa, di USD 87.500 da parte di Allianz e di USD 837.500 da

parte di Milano Assicurazioni) , deve ritenersi fondata la pretesa di riscossione del risarcimento.

La legittimazione consegue direttamente alla cessione del credito e al pagamento con

surrogazione, di cui agli atti di quietanza depositati, stante l’autonomia del trasferimento di tutti

i diritti e le azioni verso i responsabili, dipendente in primo luogo con effetto esclusivo dal

pagamento e dalla volontà espressa dal creditore nell’accettare il pagamento e nel rilascio della

relativa quietanza.

Quanto all’eccezione di inoperatività della surroga per carenza dell’elemento della

contemporaneità con il pagamento, va ricordato che la surroga volontaria di cui all’art. 1201 c.c.

presuppone che il pagamento non sia già avvenuto anteriormente al momento della

dichiarazione di surroga da parte del creditore, posto che per effetto dell’avvenuta estinzione

dell’obbligazione non sarebbe più possibile la surrogazione. E’ invece ritenuto valido l’accordo

preliminare di surroga destinato ad operare con il perfezionamento del pagamento, sicché

appare irrilevante che i pagamenti di Axa e Allianz siano stati perfezionati alcuni giorni dopo il

rilascio delle quietanze contenenti la dichiarazione di surroga. Ed infine, quanto alla posizione

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della Milano Assicurazioni, avendo Blue Panorama dato atto nelle difese svolte in primo grado

dei pagamenti ricevuti dalle tre Società assicuratrici intervenute, deve con ciò ritenersi

comprovato anche l’intervento pagamento delle somme per le quali la Milano Assicurazioni

esercita la surroga.

E’ pure infondato il ventesimo motivo per l’evidente irrilevanza delle contestazioni interne alla

misura della franchigia, inerente al rapporto assicurativo al quale la convenuta è estranea.

Con i motivi da 21 a 24 l’Appellante contesta la determinazione della valuta della statuizione

della condanna in Euro, piuttosto che in Dollari USA, deducendo in rito la violazione dell’art.

112 c.p.c. per asserita contrarietà ai limiti della domanda, la violazione del principio del

contraddittorio di cui all’art. 101 c.p.c. , nonché per asserito ingiusto trattamento differenziato

tra le parti in relazione alla liquidazione in Dollari USA in favore delle Assicuratrici

intervenute. I profili d’impugnazione appaiono preliminarmente inammissibili per la genericità

della formulazione che non individua in alcun modo le conseguenze pregiudizievoli ed il

conseguente profilo di soccombenza, dipendente dai risultati del cambio di valuta; sicché difetta

l’interesse all’impugnazione ex art. 100 c.p.c.. Ma va osservato, solo per completezza, che la

scelta della valuta della statuizione di condanna attiene alle modalità della liquidazione del

risarcimento e non comporta il rilievo d’ufficio di questioni diverse da quelle oggetto del

contraddittorio, che nella fase tecnica aveva anche riguardato le questioni dei tassi di cambio.

Né la denunciata differenza di trattamento comporta per ciò stesso l’erroneità e l’illegittimità

della liquidazione in Euro a favore dell’attrice.

Quanto al motivo 25) va rilevato che la valuta adottata per il risarcimento consegue al criterio

di liquidazione della corrispondente obbligazione di valore e non soggiace alle regole di cui

agli artt. 1277 e 1278 c.c. riferibili ai soli debiti di valuta (in tal senso cfr. Cass. Sez. 3,

Sentenza n. 4076 del 25/02/2005).

Con il ventiseiesimo motivo l’appellante si duole della erroneità del tasso di cambio $ USA /

Euro applicato in sentenza con riferimento “al momento della CTU” in € 877.433,10, rilevando

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che per i danni diretti, per il costo delle riparazioni, la relazione “Addendum” del 16/3/2011

applicava un tasso di cambio pari a 1,37678 / € non corrispondente alla quotazione del tempo,

pari a 1,4030, né a quello della relazione del 13/8/2010 pari a 1,2744. Il motivo è destituito di

fondamento il rapporto cambio $ USA / Euro proposto dai CTP dell’Aeroporto Catullo con nota

di osservazioni depositate il 9/7/2010 era di 1,33 (nota pag. 8); Il CTU con l’”addendum” ha

fissato un cambio pari a 1,3678 che appare corretto con riferimento al tempo della valutazione,

posto che nel periodo gennaio-marzo del 2011 il tasso di cambio ha registrato fluttuazioni

comprese tra un minimo di 1,2003 ed un massimo di 1,4211 (fonte: Banca d’Italia serie storica

dei cambi).

L’accoglimento parziale dell’appello sul quantum comporta la riduzione della liquidazione del

danno diretto dall’importo di € 953.000,00 indicato in sentenza a quello di € 527.895,03 ( €

953.000 – 162.498,97 – 262.606,00), contenuto nei limiti della esaminata clausola contrattuale

di cui al paragrafo 3 dell’Allegato B del contratto SGH. Ne consegue il diritto delle Società

assicuratrici, in conformità alle previsioni dell’atto di quietanza e surroga, di conseguire il

risarcimento nei limiti ciascuna dell’indennizzo versato di $ USA 75.000,0 in favore di Axa

Corporate Solution, di $ USA 87.500,00 in favore di Allianz S.p.a e di $ USA 87.500,00 in

favore di Milano Assicurazioni ( corrispondente alla quota di coassicurazione assunta da Allianz

e Milano Assicurazioni per il 35% e da Axa per il 30%). La società Milano Assicurazioni inoltre

in relazione all’ulteriore indennizzo versato di $ USA 750.000,00 potrà avvalersi della surroga

solo fino a concorrenza del rilevato limite risarcibile e quindi per il rimanente importo di $ USA

277.895,03 (527.895,03 – 75.000 – 87.500 – 87.500); risultando pertanto creditrice

dell’importo complessivo di $ USA 365.395,03 , oltre interessi legali dalla domanda. Avendo

l’odierna appellante dedotto, senza contestazioni, di avere versato nelle more del giudizio

d’appello la somma di € 616.585,32 in esecuzione della sentenza impugnata a favore della

Milano Assicurazioni, quest’ultima va condannata alla restituzione del maggior importo

ricevuto in linea capitale e per interessi rispetto alla liquidazione in questa sede operata.

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Da tali conclusioni e dalla parziale riforma con riduzione del danno diretto risarcibile consegue

che non è ravvisabile alcuna ragione di “danno differenziale” a favore della Blue Panorama, per

superamento del limite dell’indennizzo ricevuto di complessivi $ USA 1.000.000, e va in tal

senso esclusa la condanna al risarcimento dei danni diretti in favore dell’attrice di cui al capo 2)

della sentenza appellata.

Va rigettato l’appello incidentale in senso stretto proposto da Blue Panorama in ordine alla

quantificazione del danno all’immagine. Come già evidenziato sul punto, in relazione al

corrispondente motivo di appello principale, Il ristoro del danno non patrimoniale si impone

con liquidazione equitativa, agli effetti di cui agli artt. 2056, comma I, 1226 c.c., e la

quantificazione nell’importo complessivo di € 200.000,00 appare adeguata tenuto conto del

disvalore dipendente dalla natura del sinistro, dal periodo di immobilizzo dell’aeromobile e dei

conseguenti disguidi ed effetti negativi sull’utenza e sul mercato, già espressamente rilevati dal

c.t.u. e valutati dal Tribunale. Corretta appare inoltre la motivazione della sentenza impugnata

ove evidenzia come non possa ridursi la liquidazione alle differenze di fatturato, aventi rilievo

essenzialmente patrimoniale.

Quanto agli appelli incidentali proposti da Axa e Allianz S.p.a., entrambe le Società denunciano

violazione e falsa applicazione dell’art. 1224, comma 2°, c.c. per il mancato riconoscimento

della rivalutazione monetaria deducendo di essere subentrate nella titolarità di un credito di

valore. In proposito va corretta l’affermazione della sentenza impugnata, che con la cessione e

surroga il credito di valore sul danno materiale all’aeromobile sia divenuto di valuta, essendo

sufficiente il richiamo dei principi enunciati dalla Corte Suprema che, con sentenza della Sez.

1, n. 4808 del 20/09/1984, ha rilevato come “la surrogazione nel credito prevista dall'art. 1201

cod. civ. non comporta l'estinzione del debito originario, ma la modificazione soggettiva del

rapporto obbligatorio, con la sostituzione di un terzo all'originario creditore e senza incidenza

sull'aspetto oggettivo del rapporto, con la conseguenza che, nonostante il soddisfacimento del

creditore mediante il pagamento ad opera del terzo, la struttura del rapporto obbligatorio rimane

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inalterato ed il debito mantiene le sue caratteristiche essenziali, talché non può trasformarsi in

debito di valuta se originariamente era di valore. Pertanto, la surrogazione di un terzo al

creditore di un debito di valore, non comportando liquidazione del danno, ma mera

soddisfazione delle ragioni del creditore, non incide sulla posizione del soggetto passivo del

rapporto obbligatorio, la quale rimane immutata, con la conseguente soggezione alla

rivalutazione monetaria.” . L’applicazione di tali principi non giova però alle appellanti

incidentali posto che la liquidazione del danni materiali al veicolo è stata effettuata dal CTU e

recepita dal Tribunale in sentenza con riferimento alla liquidazione dei costi delle riparazioni

espressi in Dollari USA e quindi sulla base di moneta forte in relazione alla quale non è dato

ipotizzare una perdita di valore da compensare con rivalutazione.

Quanto alla regolamentazione delle spese processuali, considerato che le ragioni di riforma

riguardano essenzialmente le posizioni della società assicuratrice Milano assicurazioni

intervenuta, nei rapporti con la predetta intervenuta le ragioni di soccombenza reciproca,

dipendenti dall’accoglimento parziale della domanda, giustificano la compensazione nella

misura di un terzo; la residua frazione segue la soccombenza prevalente dell’odierna appellante.

Nei confronti delle altre parti la liquidazione complessiva segue la soccombenza dell’odierna

appellante. Va mantenuto il carico delle spese in capo al soccombente Aeroporto Valerio

Catullo.

P. Q. M

Definitivamente pronunciando sull’appello proposto avverso la sentenza del Tribunale di Verona n.

2656/11 in data 21/10/2011, così provvede:

1) in parziale accoglimento dell’appello principale, dichiara il risarcimento dei danni diretti

limitato alla somma complessiva di $ USA 527.895,03 e riduce l’importo della condanna

dell’Aeroporto Catullo, di cui al capo 3) della sentenza appellata, nei confronti della Milano

Assicurazioni S.p.a. (ora UNILPOSAI ASSICURAZIONI S.p.a. quale società incorporante)

all’importo di $ USA 365.395,03, oltre interessi legali dalla domanda, condannando la

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predetta appellata alla restituzione del maggior importo ricevuto in linea capitale e per

interessi rispetto all’importo liquidato in grado d’appello;

2) esclude la condanna in favore di Blue Panorama al risarcimento dei danni diretti di cui al

capo 2) della sentenza appellata;

3) rigetta gli appelli incidentali proposti e conferma nel resto la sentenza appellata sulle

statuizioni di condanna nel merito;

4) conferma la condanna dell’Aeroporto Catullo alla rifusione delle spese di primo grado come

liquidate a favore della Blue Panorama e lo condanna anche alla rifusione in favore della

medesima anche delle spese del grado liquidate in € 35.000,00 per compenso professionale ,

oltre rimborso forfettario, IVA e CPNA;

5) conferma la condanna dell’Aeroporto Catullo alla rifusione delle spese di primo grado come

liquidate a favore delle intervenute Axa e Allianz e lo condanna alla rifusione anche delle

spese del grado liquidate quanto alla Axa in € 9.000,00 per compenso professionale , oltre

rimborso forfettario, IVA e CPNA e quanto alla Allianz in € 9.000,00 per compenso

professionale , oltre rimborso forfettario, IVA e CPNA

6) dichiara compensate le spese processuali dei due gradi nei rapporti tra dell’Aeroporto

Catullo e la Milano Assicurazioni nella misura di un terzo e condanna l’Aeroporto Catullo

alla rifusione in favore della Milano Assicurazioni della residua frazione che si liquida, nella

misura già ridotta, quanto al primo grado in € 10.000,00 per compenso professionale ed €

110,00 per esborsi, oltre rimborso forfettario, IVA e CPNA, e quanto al grado d’appello in €

8.000,00 per compenso professionale, oltre rimborso forfettario, IVA e CPNA;

7) conferma il carico delle spese di accertamento tecnico in capo all’Aeroporto Catullo.

Così deciso in Venezia, 2 maggio 2016

Il Presidente Estensore

dott. Maurizio Gionfrida

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