1
Le forme del Con- certo e della So- nata sono tra le piu ` frequentate da Angelo Gilardino, ma dalle opere presentate in que- sto CD, entrambe di fresco conio (sono state composte nel 2013 e nel 2014), non trapela alcun segno di stanchezza: anzi, nel caso del Con- certo del Sepeithos ci troviamo sen- z’altro di fronte a uno dei suoi lavo- ri piu ` significativi in termini assolu- ti. Il titolo si riferisce al fiume (an- che detto Sebeto) che attraversava l’antica Napoli; e della cultura par- tenopea, di cui il compositore si confessa appassionato cultore, il concerto rappresenta in qualche forma un’evocazione e un omaggio. Ma chi conosce l’opera di Gilardino sa bene che non deve attendersi al- cuna forma di oleografia, e cio `e ` confermato sin dalle prime battute dell’iniziale Allegro impetuoso, con l’appello ossessivo del timpano (che rammenta l’esordio del Concerto di Oliena) a cui risponde immediata- mente il flauto e via via gli altri strumenti, dipanando un gruppo te- matico dalle movenze quasi selvag- ge: e ` un murales dai tratti arcaici e non gia ` un acquarello di maniera, quello evocato dalla partitura; an- che se forse meno « tribale » rispet- to al citato Concerto del 2007, a cui e ` apparentato anche per l’impiego assai efficace della celesta (presen- te pure in un altro concerto per due chitarre, il Liederkonzert). L’ambiziosa partitura e ` articolata in cinque movimenti, come di consue- to di impeccabile architettura for- male. Gli estesi tempi estremi, che rivisitano con originalita ` le forme tradizionali di Sonata e Rondo ` -So- nata, sono quelli in cui, per la varie- ta ` degli episodi a cui danno vita, si ammira maggiormente la peculiare scrittura concertante di Gilardino, quella gia ` apprezzata in altri lavori recenti come il Concertino del falco e la Fantasia Cruces de Mayo, ma che qui perviene forse a una raffina- tezza senza precedenti: quello che in passato ho descritto come « con- tagio » motivico, ritmico, timbrico tra orchestra e strumenti solisti si traduce in un’integrazione totale tra i protagonisti della partitura, non- che ´ in impasti sonori mutevolissimi, che assumono via via profili energi- ci e nervosi ovvero misteriosi e ten- tativi. Il duo Desiderio-Materazzo, al quale l’opera e ` dedicata, risponde impeccabilmente alle non sempre agevoli richieste della partitura, co- sı` come la compagine orchestrale condotta da Massimo Testa, ecletti- co direttore non nuovo ad esperien- ze « chitarristiche » (ha tra l’altro battezzato il concerto per quattro chitarre Gismontiana di Leo Brou- wer). Sempre Aniello Desiderio e Lucio Matarazzo sono dedicatari di Rivie- ra di Chiaia - Passeggio reale per due chitarre, una Sonata anche in questo caso legata alla cultura na- poletana, in modo piu ` esplicito nel- l’ Adagio « Pioggia », il cui titolo si rifa ` al romanzo Malacqua di Nicola Pugliese: potrebbe essere definito in effetti uno dei brani piu ` « epider- mici » (prendendo il termine con le dovute cautele) forgiati da Gilardi- no, in quanto pur nel consueto rigo- re strutturale (la scrittura e ` nitida- mente contrappuntistica) esso sa evocare, anche grazie al virtuosi- smo del tocco dei due interpreti, le diverse gradazioni di intensita ` di una pioggia durata quattro giorni; e si potrebbe anche essere tentati di identificare gli altri suoni protagoni- sti del libro, come le monetine con cui giocano gli scugnizzi al terzo giorno di precipitazioni. Forse piu ` caratteristici della poetica gilardi- niana l’ Allegro con fuoco finale e il movimento di apertura, Allegro sca- pigliato, nel quale il dualismo in- trinseco alla forma-sonata si con- cretizza in due piani espressivi che si alternano in continuazione, con scenari elettrici che cedono il passo ad altri pensosi e talora quasi spet- trali. Anche in questo caso, ricca di convinzione e forza comunicativa l’interpretazione del VirtuosoDuo. Pur trattandosi di un prodotto « fat- to in casa » (microfonazione ed edi- ting sono a cura degli studenti del corso disciplinarmente competente del Conservatorio di Avellino, dove le musiche sono state registrate), l’album gode di una confezione so- nora davvero impeccabile. Roberto Brusotti CD GILARDINO Concerto del Sepeithos; Riviera di Chiaia VirtuosoDuo (Aniello Desiderio e Lucio Matarazzo); Orchestra del Conserva- torio « D. Cimarosa » di Avellino, direttore Massimo Testa DOTGUITAR G 1615 DDD 52:03 HHHHH

Senza titolo 2 - dotguitar.typepad.com Gilardino Musica.pdf · scrittura concertante di Gilardino, quella gia` apprezzata in altri lavori recenti come il Concertino del falco elaFantasiaCruces

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Senza titolo 2 - dotguitar.typepad.com Gilardino Musica.pdf · scrittura concertante di Gilardino, quella gia` apprezzata in altri lavori recenti come il Concertino del falco elaFantasiaCruces

G L U C K

Le forme del Con-certo e della So-nata sono tra lepiu frequentate daAngelo Gilardino,ma dalle operepresentate in que-

sto CD, entrambe di fresco conio(sono state composte nel 2013 e nel2014), non trapela alcun segno distanchezza: anzi, nel caso del Con-certo del Sepeithos ci troviamo sen-z’altro di fronte a uno dei suoi lavo-ri piu significativi in termini assolu-ti. Il titolo si riferisce al fiume (an-che detto Sebeto) che attraversaval’antica Napoli; e della cultura par-tenopea, di cui il compositore siconfessa appassionato cultore, ilconcerto rappresenta in qualcheforma un’evocazione e un omaggio.Ma chi conosce l’opera di Gilardinosa bene che non deve attendersi al-cuna forma di oleografia, e cio econfermato sin dalle prime battutedell’iniziale Allegro impetuoso, conl’appello ossessivo del timpano (cherammenta l’esordio del Concerto diOliena) a cui risponde immediata-mente il flauto e via via gli altristrumenti, dipanando un gruppo te-matico dalle movenze quasi selvag-ge: e un murales dai tratti arcaici enon gia un acquarello di maniera,quello evocato dalla partitura; an-che se forse meno « tribale » rispet-to al citato Concerto del 2007, a cuie apparentato anche per l’impiegoassai efficace della celesta (presen-te pure in un altro concerto per duechitarre, il Liederkonzert).L’ambiziosa partitura e articolata incinque movimenti, come di consue-to di impeccabile architettura for-male. Gli estesi tempi estremi, cherivisitano con originalita le formetradizionali di Sonata e Rondo-So-nata, sono quelli in cui, per la varie-ta degli episodi a cui danno vita, siammira maggiormente la peculiarescrittura concertante di Gilardino,quella gia apprezzata in altri lavorirecenti come il Concertino del falcoe la Fantasia Cruces de Mayo, mache qui perviene forse a una raffina-tezza senza precedenti: quello chein passato ho descritto come « con-tagio » motivico, ritmico, timbricotra orchestra e strumenti solisti sitraduce in un’integrazione totale tra

i protagonisti della partitura, non-che in impasti sonori mutevolissimi,che assumono via via profili energi-ci e nervosi ovvero misteriosi e ten-tativi. Il duo Desiderio-Materazzo, alquale l’opera e dedicata, rispondeimpeccabilmente alle non sempreagevoli richieste della partitura, co-sı come la compagine orchestralecondotta da Massimo Testa, ecletti-co direttore non nuovo ad esperien-ze « chitarristiche » (ha tra l’altrobattezzato il concerto per quattrochitarre Gismontiana di Leo Brou-wer).Sempre Aniello Desiderio e LucioMatarazzo sono dedicatari di Rivie-ra di Chiaia - Passeggio reale perdue chitarre, una Sonata anche inquesto caso legata alla cultura na-poletana, in modo piu esplicito nel-l’Adagio « Pioggia », il cui titolo sirifa al romanzo Malacqua di NicolaPugliese: potrebbe essere definitoin effetti uno dei brani piu « epider-mici » (prendendo il termine con ledovute cautele) forgiati da Gilardi-no, in quanto pur nel consueto rigo-re strutturale (la scrittura e nitida-mente contrappuntistica) esso saevocare, anche grazie al virtuosi-smo del tocco dei due interpreti, lediverse gradazioni di intensita diuna pioggia durata quattro giorni; esi potrebbe anche essere tentati diidentificare gli altri suoni protagoni-sti del libro, come le monetine concui giocano gli scugnizzi al terzogiorno di precipitazioni. Forse piucaratteristici della poetica gilardi-niana l’Allegro con fuoco finale e ilmovimento di apertura, Allegro sca-pigliato, nel quale il dualismo in-trinseco alla forma-sonata si con-cretizza in due piani espressivi chesi alternano in continuazione, conscenari elettrici che cedono il passoad altri pensosi e talora quasi spet-trali. Anche in questo caso, ricca diconvinzione e forza comunicatival’interpretazione del VirtuosoDuo.Pur trattandosi di un prodotto « fat-to in casa » (microfonazione ed edi-ting sono a cura degli studenti delcorso disciplinarmente competentedel Conservatorio di Avellino, dovele musiche sono state registrate),l’album gode di una confezione so-nora davvero impeccabile.

Roberto Brusotti

CDGLUCK Heroes in love contralto Sonia Pri-na laBarocca, direttore Ruben JaisGLOSSA GCD 924101DDD 71:00

HHHHHHHHGluck e universal-mente noto per lacelebre « rifor-ma » del melo-dramma, compiu-ta, con il libretti-sta Ranieri de’

Calzabigi, a partire dal 1762. Molti,pero, ignorano o dimenticano che ilsuo catalogo operistico ammonta adiverse decine di titoli, in buonaparte composti nei vent’anni prece-denti, nei quali il compositore appli-co le convenzioni dell’opera seriametastasiana, talora in maniera pe-dissequa, piu spesso imprimendoviuna nota personale che lascia intui-re gli sviluppi futuri della sua dram-maturgia. E su questo repertorio, lecui fonti sono tendenzialmente mu-tile e disperse – come illustra Gio-vanni Andrea Sechi nel sintetico maperspicuo saggio del booklet – chesi concentra il nuovo album realiz-zato da Sonia Prina per l’etichettaGlossa, comprendente dieci arie percontralto tratte da Demetrio (1742),Demofoonte (1743), Sofonisba(1744), Ippolito (1745), Semirami-de riconosciuta (1748), Ezio (ver-sioni 1750 e 1763), Telemaco(1765). Alcuni titoli sono successivia Orfeo ed Euridice: non tutte leopere gluckiane post 1762, infatti,aderiscono ipso facto alla riforma.Il primo merito di questo progettodiscografico e dunque quello di ri-portare l’attenzione sul Gluck « nonriformato », consentendo all’ascolta-tore di individuare la trasformazio-ne dell’aria settecentesca – secondoun itinerario non certo unidirezio-nale ne cronologicamente lineare –in momento lirico la cui scansionerispecchia, prima che le forme det-tate dalle convenzioni, la situazionedrammatica espressa dal testo into-nato: cosı, in « Sperai vicino il lido »la contrapposizione di registriespressivi e tutta interna alla primasezione; in « Ah! non turbi il mio ri-poso » il rispetto delle tradizionaliscansioni formali e disciolto in un

92 musica 288, luglio-agosto 2017

violoncello (Op. 21 n. 2), uno perviolino, oboe o flauto, viola e vio-loncello (Op. 25 n. 3). Si tratta di la-vori d’impronta galante, spesso im-perniati sulle forme-sonata e carat-terizzati da una vena melodica flui-da e lineare, sempre gradevole, purnon mancando alcuni efficaci mo-menti introspettivi, come nell’inten-so Adagio del Quartetto Op. 25 n. 3per violino, flauto, viola e violoncel-lo, anche se prevalente risulta in ge-nere la cantabilita piu rugiadosa, incerti casi affidata a passaggi solisti-ci e presente sia nei tempi lenti chein quelli veloci.Questo raro repertorio ci e ora of-ferto dal Quartetto Mirus, con lapartecipazione del violista GiorgioButtiglioni, del flautista NicolaCampitelli, del clavicembalista Atti-lio Cantore: si tratta di strumentistiassai affiatati e stilisticamente ag-guerriti, il cui approccio interpretati-vo e stato finalizzato a mettere in ri-salto soprattutto le componenti piuliriche e delicate, evitando i contrastipiu marcati, i toni piu accesi o i chia-roscuri piu violenti. Forse qualcheulteriore accensione, qualche slan-cio in piu non avrebbe guastato, alloscopo di diversificare maggiormentei cinque lavori. In ogni caso si trattadi una proposta degna di interesse,che ci permette di avere una maggiorconoscenza di un autore di valore edi arricchire il panorama della pro-duzione strumentale italiana del se-condo Settecento.Oltre a presentare una registrazionedi adeguata qualita per definizionetimbrica e naturalezza fonica, il di-sco e arricchito da un elegante fa-scicolo contenente note di presen-tazione ampie e documentate (fir-mate da Giorgio Buttiglioni), dallequali abbiamo ricavato le notizie so-pra sintetizzate.

Claudio Bolzan

CDGILARDINO Concerto del Sepeithos; Rivieradi Chiaia VirtuosoDuo (Aniello Desiderio eLucio Matarazzo); Orchestra del Conserva-torio « D. Cimarosa » di Avellino, direttoreMassimo TestaDOTGUITAR G 1615DDD 52:03

HHHHHHHHHH