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Partecipate al via la rilevazione sull’Applicativo “Partecipazionidel Mef, dei Provvedimenti di revisione periodica e del Censimento delle partecipazioni e dei rappresentanti Prime considerazioni sull’ordinanza della Corte di Giustizia dell’Unione Europa 6 febbraio 2020 Coronavirusprime riflessioni su contratti d’appalto e concessioni con controparte gli Enti Locali ISSN 2532-2613 Servizi pubblici Locali Centro Studi Enti Locali Rivista mensile di approfondimento sulle tematiche dei Servizi Pubblici Locali applicate al Comparto Enti Locali Supplemento ad Entilocalinews n. 13 del 30 marzo 2020 NUMERO 3 Anno X 31 marzo 2020

Servizi pubblici Locali · dicembre al n. 4 del Registro della stampa presso il Tribunale di Pisa, iscritto al n. del Registro degli operatori ... tra cui la “ CU 2020 ” che slitta

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Partecipateal via la rilevazione sull’Applicativo “Partecipazioni” del Mef, dei Provvedimenti di revisione periodica e del Censimento delle partecipazioni e dei rappresentanti

Prime considerazioni sull’ordinanza della Corte di Giustizia dell’Unione Europa 6 febbraio 2020

“Coronavirus”prime riflessioni su contratti d’appalto e concessioni con controparte gli Enti Locali

ISSN

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Servizi pubblici LocaliCentro Studi Enti LocaliRivista mensile di approfondimento sulle tematiche dei Servizi Pubblici Locali applicate al Comparto Enti Locali

Supplemento ad Entilocalinews n. 13 del 30 marzo 2020

NUMERO

3Anno X

31 marzo 2020

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Servizi Pubblici Locali Centro Studi Enti LocaliRivista mensile di approfondimento sulle tematiche dei Servizi Pubblici Locali applicate al Comparto Enti Locali

COLLABORANO ALLA RIVISTA:Dott. Roberto Camporesi, Dottore commercialista, Revisore contabile, partner Studio Commerciale Associato BoldriniDott. Iacopo Cavallini, Università degli Studi di Pisa, Facoltà di Economia, Dipartimento “E. Gianessi” Economia aziendaleAvv. Stefano Ciulli, Avvocato, consulente di Enti Locali e docente in corsi di formazioneDott. Riccardo Compagnino, Dottore commercialista e Revisore contabile, Esperto di finanza pubblica localeDott. Roberto Dell’Omodarme, Dottore commercialista e Revisore contabile, Consulente e formatore Enti pubblici e Amministrazioni locali, Esperto in materie amministratico-contabili, tributarie, fiscali e gestionali per la P.A., Professore a contratto di economia aziendale all’Università di Pisa, Facoltà di EconomiaDott.ssa Federica Giglioli, Consulente di Enti Pubblici, Enti Locali ed Amministrazioni pubbliche, PubblicistaAvv. Giuseppe Girlando, Avvocato, Revisore dei Conti, Esperto di Diritto Commerciale e Consulente di Enti Pubblici in tema di Società partecipate e piani di riequilibrioDott. Pantaleo Isceri, Dirigente Servizi Finanziari Provincia di Lecce, Componente Commissione Finanza Locale Anci, Consulente AncirispondeAvv. Mauro Mammana, Avvocato amministrativista, consulente e formatore in materia di appalti pubbliciDott. Andrea Mazzillo, Dottore commercialista, Collaboratore presso la Sezione Autonomie della Corte dei conti, Professore a contratto in Programmazione e Controllo nelle imprese pubbliche presso Università di Cassino e del Lazio Meridionale e Coordinatore della Commissione Management delle Aziende Partecipate Pubbliche dell’ODCEC di RomaDott. Stefano Quarchioni, Dottore commercialista, Revisore dei Conti, Consulente di Enti PubbliciDott.ssa Alessia Rinaldi, Consulente di Enti Pubblici, Enti Locali ed Amministrazioni pubbliche, PubblicistaDott. Edoardo Rivola, Commercialista, Revisore Legale, Formatore e Consulente P.A. e Società Pubbliche, Membro Commissione “Diritto societario-revisione” e “Enti Locali”, Odcec Lucca Dott. Fabio Sciuto, Delegato Regione Sicilia Centro Studi Enti LocaliDott. Nicola Tonveronachi, Dottore commercialista e Revisore legale, Consulente e Formatore Amministrazioni, Enti, Società ed Aziende pubbliche nelle materie amministrativo-contabili, tributarie e fiscali, Professore a contratto di Ragioneria pubblica presso il Dipartimento Economia e Management dell’Università degli Studi di Pisa, PubblicistaDott. Giuseppe Vanni, Dottore commercialista e Revisore contabile, Consulente e formatore P.A., PubblicistaDott. Francesco Vegni, Consulente in materia di fiscalità erariale di Amministrazioni e Enti Pubblici, Pubblicista

COMITATO DI REDAZIONE:Enrico Ciullo, Andrea Dominici, Federica Giglioli, Veronica Potenza, Alessio Tavanti, Giuseppe Vanni, Francesco VegniSegreteria di redazione: Francesca CombattiDirettore Responsabile: Fabrizio MandorliniGrafica: Centro Studi Enti Locali S.p.a. - Chiara Pioli

Editore e proprietario: Centro Studi Enti Locali S.p.a.Via della Costituente, 15 - 56024 San Miniato (PI)Tel. 0571/469222 - 0571/469230 - Fax 0571/469237E-Mail: [email protected] internet: www.entilocali-online.it

Azienda con sistema di gestione della qualità UNI EN ISO 9001:2015 certificato da Certiquality

Supplemento ad Entilocalinews, settimanale registrato in data 18 dicembre 2001 al n. 24/01 del Registro della stampa presso il Tribunale di Pisa, iscritto al n. 8581 del Registro degli operatori di comunicazione di cui alla Legge n. 249/97, iscritto all’Unione Stampa Periodici Italiani

Distribuzione: vendita esclusivamente per abbonamentoAbbonamento annuale: Euro 125,00 Iva compresa Arretrati e numeri singoli: Euro 6,00 Iva compresaLa Rivista viene inviata mensilmente agli abbonati tramite e-mail.

31 marzo 2020

SOMMARIOServizi pubblici LocaliCentro Studi Enti Locali

NOTIZIARIOConversione del “Decreto Milleproroghe 2020”le novità più rilevanti per gli Enti Locali, delle Società ed Aziende parteci-pate, e dei rispettivi Revisori ......................................................... pag 05

“Covid-19”pubblicato il Decreto “Cura Italia”, con tutte le novità di interesse per gli Enti Locali ..................................................................................... pag 26

“Covid-19”prorogati i termini per i versamenti fiscali in scadenza al 16 marzo 2020....................................................................................................... pag 54

“Coronavirus”rinviate alcune scadenze dichiarative, tra cui la “CU 2020” che slitta al 31 marzo 2020 ................................................................................... pag 54

Partecipateal via la rilevazione sull’Applicativo “Partecipazioni” del Mef, dei Provve-dimenti di revisione periodica e del Censimento delle partecipazioni e dei rappresentanti ............................................................................... pag 55

Bilancio di previsione 2020-2022 degli Enti Localitermini per l’approvazione prorogati al 30 aprile 2020 .................. pag 56

“Telefisco 2020”i chiarimenti del Mef in materia di Tributi locali, alla luce delle nuove di-sposizioni introdotte dalla “Legge di bilancio 2020” ....................... pag 56

Fatturazione elettronicanuovamente prorogato al 4 maggio 2020 il termine per la consultazione e introdotte nuove specifiche tecniche ............................................. pag 61

Ivachiarimenti dell’Agenzia delle Entrate in merito all’applicazione dell’ali-quota agevolata del 4% da parte di soggetti disabili ...................... pag 62

Ivaun chiarimento su come recuperare di un credito annuale in caso di omes-si versamenti periodici, regolarizzati con pagamenti rateali ............. pag 63

“Terzo Settore”alcune risposte del Ministero del Lavoro a quesiti in materia di limiti retri-butivi e volontariato all’interno degli “ETS” .................................... pag 64

Atti preordinati alla trasformazione del territorioun caso di applicabilità dell’Imposta di registro fissa e dell’esenzione da Imposte ipocatastali ...................................................................... pag 67

“Covid-19”sospese e prorogate le attività dell’Ispettorato nazionale del Lavoro....................................................................................................... pag 68

“Covid–19”l’Agenzia delle Entrate sospende tutte le attività di accertamento e con-tenzioso tributario .......................................................................... pag 71

Tarisemplificazioni sulla procedura di approvazione dei Pef da parte di Arera....................................................................................................... pag 71Tarii chiarimenti di Ifel sul nuovo “Mtr” introdotto da Arera ................... pag 72

“Covid-19”sospensione dei termini per il saldo degli avvisi di pagamento Tari per i Comuni della prima “zona rossa” .................................................. pag 82

INDICE DEGLI ARGOMENTI

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SOMMARIOServizi pubblici LocaliCentro Studi Enti Locali

“Covid-19”Arera rinvia alcuni termini sulla “trasparenza” ma mantiene fermo il termi-ne di approvazione dei Pef e delle tariffe Tari ................................ pag 82“Coronavirus”la Circolare della Funzione pubblica sullo smart working .............. pag 83

“Covid-19”la Direttiva del Ministero P.A. concernente le misure di prevenzione da adottare da parte degli Uffici pubblici ............................................ pag 84

Attestazione trasparenza 2020pubblicata la consueta Delibera Anac e prorogati i termini per i relativi adempimenti ................................................................................. pag 85

“Covid-19”il Governo predispone con ulteriore Dpcm. la chiusura del Comparto pro-duttivo nazionale non essenziale .................................................. pag 87

“Covid-19”il Ministero della Salute chiude parchi e giardini pubblici e fissa ulteriori restrizioni per passeggiate e corse all’aperto ................................ pag 87

GLI APPROFONDIMENTIPrime considerazioni sull’ordinanza della Corte di Giustizia dell’U-nione Europa 6 febbraio 2020di Ulderico Izzo .............................................................................. pag 89Le regole del Garante della Privacy sul trattamento dei dati sul “Co-ronavirus”di Stefano Paoli ............................................................................. pag 92

Riscossione dei creditiin caso di inadempienze dell’Agente nazionale della riscossione la giuri-sdizione competente è quella della Corte dei contidi Alessandro Maestrelli e Gabriele Nardi ..................................... pag 94

“Coronavirus”prime riflessioni su contratti d’appalto e concessioni con controparte gli Enti Localidi Nicola Tonveronachi e Giuseppe Vanni ..................................... pag 97

Decreto “Cura Italia”per i contratti pubblici dubbi e certezzedi Alessia Rinaldi ......................................................................... pag 100

Decreto “Cura Italia”analisi delle principali disposizioni che impattano sulla gestione e riscos-sione delle entratedi Alessandro Maestrelli .............................................................. pag 103

Decreto “Cura Italia”personale Enti Locali e lo stato della situazione in merito all’organizza-zione del lavorodi Alessio Tavanti ......................................................................... pag 110

Decreto “Cura Italia”cittadinanza digitaledi Cesare Ciabatti ........................................................................ pag 113Faro del Garante Privacy sulla Sanità, in particolare sulle “Tessere fedeltà” anche delle Farmaciedi Flavio Corsinovi ....................................................................... pag 114

I QUESITIControllo delle ritenute su appalti “labour intensive”interessa anche gli Enti Locali per i servizi rilevanti Iva ?di Francesco Vegni ..................................................................... pag 116

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SOMMARIOServizi pubblici LocaliCentro Studi Enti Locali

IL PARERE DELLA CORTENote della Corte ........................................................................ pag 117

LA GIURISPRUDENZANote di prassi e pronunce giurisprudenziali ........................... pag 121Condanna Amministratori e Dirigenti provinciali per aver finanziato perdite e ricapitalizzo Società per la gestione di un Aeroportodi Antonio Tirelli ........................................................................... pag 125Condanna di alcune Case di cura private, convenzionate con l’A-zienda sanitaria, per attività non appropriata dei ricoveridi Antonio Tirelli ........................................................................... pag 127

Distacchi di personaleper la Corte di Giustizia Ue sono rilevanti ai fini dell’Iva le somme erogate anche ai soli fini del rimborsodi Francesco Vegni ...................................................................... pag 128Condanna degli Amministratori di una Società unitamente al Presi-dente di una Provincia, socio unico, per l’affidamento di incarichi illegittimi di consulenzadi Antonio Tirelli ........................................................................... pag 130

L’ANGOLO DI “DIRITTO DEI SERVIZI PUBBLICI”Rubrica a cura dello Studio legale Tessarolo .......................... pag 132

LO SCADENZARIOLe prossime Scadenze in programma ......................................... pag 136

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Servizi Pubblici LocaliCENTRO STUDI ENTI LOCALI

Dopo l’approvazione con voto di fiducia da parte del-la Camera dei Deputati con 315 sì e 221 no, il Senato, mercoledì 26 febbraio 2020, con 154 voti favorevoli, 96 contrari e nessuna astensione, ha rinnovato la fiducia al Governo con l’approvazione del testo della Legge 28 feb-braio 2020, n. 8, di conversione con modificazioni del Dl. 30 dicembre 2019, n. 162, pubblicato in G.U. n. 51 del 29 febbraio 2020, recante “Disposizioni urgenti in materia di proroga di termini legislativi, di organizzazione delle Pub-bliche Amministrazioni, nonché di innovazione tecnologi-ca in materia di proroga di termini legislativi”.Il Decreto-legge, originariamente di 44 articoli, è stato ampiamente modificato e integrato durante l’esame della Legge di conversione; il Provvedimento definitivo è suddi-viso in più Capi: - il Capo I (artt. 1-15) reca disposizioni per le Pubbliche Amministrazioni. L’art. 1, in particolare, prevede misure in materia di “Pubblico Impiego”, dirette tra l’altro alla stabilizzazione del personale precario ed a nuove as-sunzioni. Gli articoli successivi recano norme in una pluralità di materie, fra cui le quote premiali del “Fondo sanitario nazionale”, l’Agenzia delle Dogane, la Scuola e l’Università, le Fondazioni lirico-sinfoniche;

- il Capo II (artt. 16-41) contiene disposizioni urgenti in materia finanziaria, di organizzazione amministrativa e di Magistratura;

- il Capo III (artt. 42 e 42-bis) porta con se misure in ma-teria di innovazione digitale;

- il Capo IV (artt. 43 e 44) introduce disposizioni finanzia-rie e finali.

Di seguito la puntuale analisi di tutte le norme presenti nel testo di interesse per gli Enti Locali le Società ed Aziende pubbliche, ed i rispettivi Revisori.Art. 1, comma 1 e 1-bis (Stabilizzazione di personale nelle Pubbliche Amministrazioni) Al comma 1, l’art. 1 dispone la proroga fino al 31 dicembre 2021 per procedere alle stabilizzazioni di personale se-condo le modalità previste dall’art. 20, comma 1, del Dlgs. n. 75/2017.In sede di conversione, il comma 1-bis ha esteso la pos-

sibilità di effettuare le stabilizzazioni ex art. 20, comma 1, del Dlgs. n. 75/2017, di dipendenti assunti con contratto a tempo determinato con la modifica del requisito di cui alla lett. c), ossia di avere maturato almeno 3 anni di servizio anche non continuativi negli ultimi 8 anni al 31 dicembre 2020 (nella versione previgente tale requisito doveva es-sere soddisfatto alla data del 31 dicembre 2017).Art. 1, comma 1-ter (Procedure selettive per la pro-gressione tra le aree riservate al personale di ruolo)Il successivo comma 1-ter interviene ad estendere, sia in termini temporali che quantitativi, la possibilità di ef-fettuare progressioni di carriera. La disposizione infatti, modificando l’art. 22, comma 15, del Dlgs. n. 75/2017, ha previsto che la suddetta facoltà sia riconosciuta per il triennio 2020-2022 (in luogo del triennio 2018-2020), fermi restando il limite dato dalle vigenti facoltà assunzionali e il possesso dei titoli richiesti per l’accesso dall’esterno e, inoltre, ha aumentato il numero di posti individuati per tali procedure selettive riservate, disponendo che questi non possano superare il 30% (in luogo del 20% previsto nella precedente versione) dei posti previsti nei “Piani dei fab-bisogni” come nuove assunzioni consentite per la relativa area o categoria.Art. 1, comma 1-quater (Assunzioni di soggetti impe-gnati in lavori socialmente utili)Il nuovo comma 1-quater ha previsto che, relativamente alle stabilizzazioni di Lsu, Lpu e lavoratori di cui al com-ma 495 della Legge n. 160/2019 (“Legge di bilancio 2020-2022”), le Amministrazioni interessate provvedano, a va-lere sulle risorse di cui all’art. 1, comma 1.156, lett. g-bis), della Legge n. 296/2006, ripartite con Dpcm. da emanare, previa Intesa in sede di Conferenza unificata, entro il 30 giugno 2020 (in precedenza 31 marzo 2020). Al fine del riparto le Amministrazioni interessate, entro il 30 aprile 2020 (in precedenza 31 gennaio 2020), presentano istan-za alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Funzione pubblica.Art. 1, commi da 7 a 7-quater (Pubblicazione dei com-pensi e dei redditi dei Dirigenti pubblici)Il comma 7 ha previsto che, fino al 31 dicembre 2020, nelle

Conversione del “Decreto Milleproroghe 2020”le novità più rilevanti per gli Enti Locali, le Società ed Aziende pubbliche, ed i rispettivi Revisori

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Servizi Pubblici LocaliCENTRO STUDI ENTI LOCALI

more dell’adozione dei Provvedimenti di adeguamento alla Sentenza della Corte Costituzionale n. 20/2019, ai sog-getti di cui all’art. 14, comma 1-bis, del Dlgs. n. 33/2013, ad esclusione dei titolari degli incarichi dirigenziali previsti dall’art. 19, commi 3 e 4, del Dlgs. n. 165/2001, non si applicano le misure di responsabilità e sanzionatorie di cui agli artt. 46 e 47 del Dlgs. n. 33/2013. Per i titolari degli incarichi dirigenziali previsti dal citato art. 19, commi 3 e 4, del Dlgs. n. 165/2001, continua a trovare piena applicazione la disciplina di cui all’art. 14 del citato Dlgs. n. 33/2013. Con Regolamento ministeriale, da adot-tarsi entro il 31 dicembre 2020, sono individuati i dati di cui al comma 1 dell’art. 14 del Dlgs. n. 33/2013, che le P.A. e i soggetti di cui all’art. 2-bis, comma 2, del medesimo Dlgs., devono pubblicare con riferimento ai titolari amministrativi di vertice e di incarichi dirigenziali, comunque denominati, ivi comprese le “Posizioni organizzative” ad essi equipara-te, nel rispetto dei seguenti criteri: a) graduazione degli obblighi di pubblicazione dei dati

di cui al comma 1, lett. b), ed e), dell’art. 14 del Dlgs. n. 33/2013, in relazione al rilievo esterno dell’incarico svolto, al livello di potere gestionale e decisionale eser-citato correlato all’esercizio della funzione dirigenziale, tenuto anche conto della complessità della struttura cui è preposto il titolare dell’incarico, fermo restando per tutti i titolari di incarichi dirigenziali l’obbligo di comuni-cazione dei dati patrimoniali e reddituali di cui all’art. 13, comma 3, del Regolamento di cui al Dpr. n. 62/2013;

b) previsione che i dati di cui all’art. 14, comma 1, lett. f), del Dlgs. n. 33/2013, possano essere oggetto esclusi-vamente di comunicazione all’Amministrazione di ap-partenenza.

Art. 1, comma 8 (Proroga in materia di Piattaforma di-gitale per i pagamenti verso le P.A.) Il comma 8 ha modificato l’art. 65, comma 2, del Dlgs. n. 217/2017, rinviando al 30 giugno 2020 l’obbligo per i pre-statori di servizi di pagamento abilitati di utilizzare esclusi-vamente la Piattaforma di cui all’art. 5, comma 2, del Dlgs. n. 82/2005 (cd. “PagoPa”), per i pagamenti verso le Pub-bliche Amministrazioni. Anche al fine di consentire i pagamenti digitali da parte dei cittadini, i soggetti di cui all’art. 2, comma 2, del Dlgs. n. 82/2005 (le Pubbliche Amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, del Dlgs. n. 165/2001, i gestori di servizi pubbli-ci, le Società a controllo pubblico, come definite nel Dlgs. n. 175/2016) sono tenuti, sempre entro il 30 giugno 2020, ad integrare i loro sistemi di incasso con la Piattaforma di cui all’art. 5, comma 2, del Dlgs. n. 82/2005, ovvero ad avvalersi a tal fine di servizi forniti da altri soggetti di cui allo stesso art. 2, comma 2, o da fornitori di servizi di in-

casso già abilitati ad operare sulla Piattaforma. Il mancato adempimento dell’obbligo di cui al precedente periodo ri-leva ai fini della misurazione e della valutazione della per-formance individuale dei Dirigenti responsabili e comporta responsabilità dirigenziale e disciplinare ai sensi degli artt. 21 e 55 del Dlgs. n. 165/2001.Art. 1, comma 8-ter (Contributi ai Comuni per lavori di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile)Il comma in esame proroga al 30 giugno 2020 il termine entro cui i Comuni beneficiari dei contributi per interventi di efficientamento energetico e sviluppo territoriale devono iniziare l’esecuzione dei lavori. Tale norma si applica solo per quei Comuni che non hanno potuto provvedere alla consegna dei lavori entro il termine del 31 ottobre 2019, purché dimostrino che sia avvenuto per fatti non imputabili all’Amministrazione.Nello specifico, l’art. 30 del Dl. n. 34/2019 (c.d. “Decreto Crescita”) assegna, sulla base di determinati criteri, con-tributi in favore ai Comuni per la realizzazione di Proget-ti relativi ad investimenti nel campo dell’efficientamento energetico e dello sviluppo territoriale sostenibile.I contributi assegnati ai Comuni, in base alla popolazione residente, sono destinati ad opere pubbliche in materia di:a) efficientamento energetico, ivi compresi interventi volti

all’efficientamento dell’illuminazione pubblica, al rispar-mio energetico degli edifici di proprietà pubblica e di edilizia residenziale pubblica, nonché all’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili;

b) sviluppo territoriale sostenibile, ivi compresi interventi in materia di mobilità sostenibile, nonché interventi per l’adeguamento e la messa in sicurezza di Scuole, edifi-ci pubblici e patrimonio comunale e per l’abbattimento delle barriere architettoniche (art. 30, comma 3, Dl. n. 34/2019).

La norma in esame differisce al 30 giugno 2020 il termine, previsto dall’art. 30, comma 5, del Dl. n. 34/2019, stabi-lendo che il differimento del termine si applica ai Comuni che non hanno potuto provvedere alla consegna dei lavori entro il termine fissato al 31 ottobre 2019, per fatti non imputabili all’Amministrazione.Il vigente comma 5 dell’art. 30 del Dl. n. 34/2019, oggetto di modifica, prevede che il Comune beneficiario del contri-buto è tenuto ad iniziare l’esecuzione dei lavori entro il 31 dicembre 2019.Art. 1, comma 9 (Agevolazioni postali all’editoria)Il comma 9 dell’art. 1 estende, per tutta la durata dell’af-fidamento del “servizio postale universale”, la previsione del rimborso a Poste italiane delle somme corrispondenti alle agevolazioni postali previste dalla legislazione vigente

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Servizi Pubblici LocaliCENTRO STUDI ENTI LOCALI

per le spedizioni di prodotti editoriali.In dettaglio, viene modificato l’art. 2, comma 5, del Dl. n. 244/2016, estendendo tale rimborso (di cui all’art. 3, com-ma 1, del Dl. n. 353/2003, salvo l’esaurimento dei fondi messi a disposizione con capitolo a bilancio della Presi-denza del Consiglio dei Ministri) a tutta la durata dell’af-fidamento del “servizio postale universale” - quindi fino al 30 aprile 2026 - la previsione del rimborso a Poste ita-liane delle agevolazioni postali previste dalla legislazione vigente per l’editoria.I rimborsi sono effettuati sulla base di una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, rilasciata dalla Società Po-ste italiane Spa, attestante l’avvenuta puntuale applicazio-ne delle riduzioni.Art. 1, comma 9-bis (Termine di adeguamento per affi-damenti dei Concessionari di servizi)L’art. 177, comma 1, del Dlgs. n. 50/2016 (“Codice dei contratti pubblici”) prevede che i soggetti pubblici o pri-vati, titolari di concessioni di lavori, di servizi pubblici o di forniture già in essere alla data di entrata in vigore del “Codice”, non affidate con la formula della finanza di pro-getto, ovvero con procedure di gara ad evidenza pubblica, sono obbligati ad affidare una quota pari all’80% dei con-tratti di lavori, servizi e forniture relativi alle concessioni di importo pari o superiore ad Euro 150.000 e relativi alle concessioni, mediante procedura ad evidenza pubblica, introducendo clausole sociali e per la stabilità del perso-nale impiegato e per la salvaguardia delle professionalità.Le concessioni già in essere hanno l’obbligo di adeguarsi a tale previsione normativa entro il 31 dicembre 2021. Per le concessioni autostradali in essere il temine di adegua-mento è invece il 31 dicembre 2020. Art. 1, comma 10 (Osservatorio nazionale persone con disabilità)L’art. 1, comma 10, proroga fino al 31 dicembre 2020 la Segreteria tecnica dell’Osservatorio nazionale sulle con-dizioni delle persone con disabilità, volto alla tutela e alla promozione dei diritti delle persone con disabilità ed istitu-ito ai sensi della Legge 3 marzo 2009, n. 18, art. 3. Nello specifico si dispone, oltre al supporto tecnico ne-cessario allo svolgimento dei compiti istituzionali dell’Os-servatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, si dispone la proroga fino al 31 dicembre 2020 della Segreteria tecnica già costituita presso la soppressa Struttura di missione per le Politiche in favore delle per-sone con disabilità di cui al Dpcm. 25 ottobre 2018. Gli oneri di tale proroga, stimati in Euro 316.800, sono posti a valere su un capitolo disponibile del bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei Ministri.Il funzionamento è disciplinato dall’art. 4, comma 1, del

Decreto 6 luglio 2010, n. 167, che ne regola il funziona-mento; la Segreteria tecnica dell’Osservatorio risulta co-stituita nell’ambito della Direzione generale per l’inclusio-ne e i diritti sociali e la responsabilità sociale delle imprese del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. La com-posizione dell’Osservatorio è inoltre definita dal Dm. 14 luglio 2014. La struttura in scadenza nel mese di ottobre 2019 è stata prorogata con il Dpcm 4 ottobre 2019 e il Dpcm. 21 ottobre 2019 fino al 31 dicembre 2019, prevedendo dal 1° genna-io 2020 un apposito Ufficio autonomo presso la Presiden-za del Consiglio dei Ministri.Art. 1, comma 10-sexies (Proroga per il 2020 del termi-ne di richiesta agevolazioni per attività commerciali) Tale norma dispone la proroga, per l’anno 2020, dal 28 febbraio al 30 settembre, del termine massimo per la pre-sentazione al Comune competente della richiesta di ac-cesso alle agevolazioni per la riapertura e l’ampliamento di attività commerciali, artigianali e di servizi previste - per promuovere le economie locali (in Comuni fino a 20.000 abitanti) - dall’art. 30-ter del Dl. n. 34/2019, a favore dei soggetti esercenti le predette attività. Per gli anni successivi al 2020, primo anno di operatività della misura, il termine per la presentazione delle doman-de rimane invariato.Art. 1, comma 10-septies (Contributi agli Enti Loca-li per la progettazione definitiva ed esecutiva per la messa in sicurezza del territorio)La norma in esame, introdotta in fase di conversione, trasla dal 15 gennaio 2020 al 15 maggio 2020 il termine previsto dall’art. 1, comma 52, della Legge n. 160/2019 (“Legge di bilancio 2020-2022”) per la richiesta del contributo, da parte degli Enti Locali, a copertura della spesa di proget-tazione definitiva ed esecutiva per interventi di messa in sicurezza del territorio di cui ai commi 51-58 dell’art. 1 del-la “Legge di bilancio 2020-2022” (rubricati “per la spesa di progettazione definitiva ed esecutiva, relativa ad interventi di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, di messa in sicurezza ed efficientamento energetico delle scuole, degli edifici pubblici e del patrimonio comunale, nonché per investimenti di messa in sicurezza di strade”), e proroga altresì dal 28 febbraio 2020 al 30 giugno 2020, il termine previsto dall’art. 1, comma 53, della Legge n. 169/2019, per la definizione dell’ammontare del previsto contributo, attribuito a ciascun Ente Locale. Il “Fondo” è ripartito nel limite, rispettivamente, di Euro 85 milioni per l’anno 2020, di Euro 128 milioni per l’anno 2021, di Euro 170 milioni per l’anno 2022 e di Euro 200 milioni per cia-scuno degli anni dal 2023 al 2034.La richiesta che gli Enti Locali sono tenuti a trasmettere

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deve contenere a pena di nullità: a) le informazioni riferite al livello progettuale per il quale

si chiede il contributo e il Codice unico di progetto (Cup) valido dell’opera che si intende realizzare;

b) le informazioni necessarie per permettere il monitorag-gio complessivo degli interventi di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, di messa in sicu-rezza ed efficientamento energetico delle Scuole, degli edifici pubblici e del patrimonio degli Enti Locali, nonché per investimenti di messa in sicurezza di strade.

Ciascun Ente Locale può inviare fino ad un massimo di 3 richieste di contributo per la stessa annualità e la proget-tazione deve riferirsi, nell’ambito della pianificazione degli Enti Locali, ad un intervento compreso negli strumenti pro-grammatori del medesimo Ente Locale o in altro strumen-to di programmazione.Art. 1, comma 10-octies (Pubblicazione bandi mobilità tra Amministrazioni)Il comma 10-octies, introdotto in sede di conversione, ha previsto che dal 1° marzo 2020 le Amministrazioni prov-vedano a pubblicare i bandi di mobilità di cui all’art. 30, comma 1, del Dlgs. n. 165/2001, nel portale internet del Dipartimento della Funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri. A tale fine, con Decreto del Ministro per la Pubblica Amministrazione, previa Intesa in sede di Conferenza unificata, sono disciplinate le modalità di pub-blicazione nel Portale degli avvisi di mobilità adottati dalle P.A., dei bandi di concorso per l’accesso al “Pubblico Im-piego”, delle relative graduatorie di merito e delle gradua-torie degli idonei non vincitori ai quali le Amministrazioni possono attingere, ai sensi dell’art. 3, comma 61, della Legge n. 350/2003, nei limiti di validità delle graduatorie medesime. E’ inoltre previsto, fermo restando quanto previsto dall’art. 34-bis, comma 5, del citato Dlgs. n. 165/2001 (ossia che le assunzioni effettuate in violazione dello stesso art. 34-bis sono nulle di diritto), che le assunzioni effettuate in dero-ga agli artt. 30 e 34-bis del medesimo Decreto legislati-vo sono fatte salve a condizione che, alla data di entrata in vigore della Legge di conversione n. 8/2020 del Dl. n. 124/2019, non sia intervenuto un provvedimento giuri-sdizionale definitivo. A tal proposito, sarà necessario un chiarimento interpretativo, stante la sanzione prevista dal citato art. 34-bis, comma 5.Art. 1, commi 10-novies e 10-decies (Disposizioni transitorie in materia di personale società in controllo pubblico) Il comma 10-novies, introdotto in sede di conversione del Dl. Milleproroghe, sostituisce completamente l’art. 25 del Dlgs. n. 175/2016 - Tusp).

In proposito si ricorda che l’art. 25 del Tusp aveva previ-sto che le società in controllo pubblico effettuassero, en-tro il 30 settembre 2017, la ricognizione del personale in servizio per individuare eventuali eccedenze e che fino al 30 giugno 2018 le stesse società potevano procedere ad assunzioni a tempo indeterminato solo attingendo dagli elenchi degli esuberi, pena la nullità dei rapporti di lavoro stipulati in violazione della procedura.Tuttavia, la disposizione è rimasta per molto tempo priva di efficacia, in assenza del Decreto attuativo, adottato sol-tanto il 9 novembre 2017, e pubblicato in G.U. il 23 dicem-bre 2017, quindi efficace da detto giorno.Lo stesso Legislatore era intervenuto con il Dlgs. n. 100/17 - “Disposizioni integrative e correttive al decreto legislati-vo 19 agosto 2016, n. 175” – modificando il comma 4, dell’art. 25, e chiarendo espressamente che il blocco delle assunzioni a tempo indeterminato fino al 30 giugno 2018 decorresse solo dalla data di pubblicazione in G.U. del Decreto attuativo.Oggi lo stesso articolo è stato completamente riscritto, ri-vitalizzando la procedura di ricognizione del personale per le società in controllo pubblico.In particolare, le società in controllo pubblico entro il 30 settembre di ciascuno degli anni 2020-2021-2022, do-vranno effettuare la ricognizione del proprio personale in modo da verificare eventuale esuberi. Con apposito Decreto del Ministro del lavoro e delle po-litiche sociali, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e con il Mef, dovranno essere stabilite le modalità con cui trasmettere alla Regione territorialmen-te competente (in cui ha sede la società che effettua la ricognizione) l’elenco del personale eccedente ed i profili posseduti.Lo stesso Dm. dovrà disciplinare le modalità per la for-mazione e gestione degli elenchi da parte delle Regioni e le procedure per favorire i processi di mobilità sempre in ambito regionale. È inoltre previsto l’accordo con le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative, per facilitare la ri-allocazione totale o parziale del personale in eccedenza presso altre società controllate dal medesimo Ente o da altri Enti della stessa Regione, sulla base di accordi speci-fici tra le società interessate.Decorsi ulteriori 12 mesi dalla scadenza del termine ultimo per la ricognizione (e quindi entro il 30 settembre dell’anno successivo) le Regioni trasmettono gli elenchi dei lavo-ratori dichiarati eccedenti e non ricollocati all’Anpal, che gestisce, d’intesa con ciascuna regione territorialmente competente, l’elenco dei lavoratori dichiarati eccedenti e non ricollocati.

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Si ritiene che, fino all’emanazione del Decreto attuativo, la disposizione in esame non possa trovare diretta applica-zione, stante l’assenza delle modalità da seguire.Inoltre, il successivo comma 10-decies, estende la disci-plina di cui al nuovo art. 25 del Tusp, anche ai dipendenti dei consorzi e delle aziende speciali, costituiti, rispettiva-mente, ai sensi degli artt. 31 e 114 del Tuel, che, alla data di entrata in vigore della Legge di conversione del Decreto Milleproroghe risultino già posti in liquidazione.Art. 1, comma 10-undecies (Termini temporali di vali-dità delle graduatorie concorsuali per alcune Pubbli-che Amministrazioni)Il comma 10-undecies ha introdotto il comma 147-bis all’art. 1 della Legge n. 160/2019, con la previsione che la disciplina sulla vigenza delle graduatorie concorsuali di cui al comma 147 non si applica alle assunzioni del perso-nale scolastico, compresi i Dirigenti, e del personale delle Istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica nonché del personale delle Scuole e degli Asili comunali.Art. 1, commi 10-quaterdecies e 10-quinquiesdecies (Contributi diretti a Imprese radiofoniche e a Imprese editrici di quotidiani e periodici)Il comma 10-quaterdecies dell’art. 1, introdotto in corso di conversione, proroga di ulteriori 12 mesi, rispetto a quanto già disposto dalla Legge n. 160/2019 i termini riguardanti l’abolizione, o la progressiva riduzione fino all’abolizione, dei contributi diretti a favore di determinate categorie di imprese radiofoniche e di imprese editrici di quotidiani e periodici, fissati, nelle more di una già prevista revisio-ne organica della normativa di Settore, dalla Legge n. 145/2018.Il comma 10-quinquiesdecies, anch’esso introdotto ex-novo nel corso dell’esame in sede di conversione, reca un’interpretazione autentica delle disposizioni che hanno escluso dai contributi le imprese editrici di quotidiani e pe-riodici facenti capo a gruppi editoriali quotati o partecipati da società quotate in mercati regolamentati.In particolare, il comma 10-quaterdecies novellando l’art. 1, comma 394, della Legge n. 160/2019, ha differito di ul-teriori 12 mesi i termini per l’abolizione o la progressiva riduzione fino all’abolizione, fissati dall’art. 1, comma 810, della Legge n. 145/2018.Pertanto, a decorrere dal 31 gennaio 2022, si applica l’a-bolizione dei contributi alle Imprese radiofoniche private che abbiano svolto attività di informazione di interesse ge-nerale.Il comma 10-quinquiesdecies novella l’art. 3, comma 1, lett. c), del Dlgs. n. 70/2017, per cui è prevista l’impossi-bilità di accesso ai contributi per quelle Imprese editrici di quotidiani e periodici che siano partecipate da Gruppi edi-

toriali quotati o partecipati da Società quotate in mercati regolamentati per cui solo le Imprese per le quali la stessa partecipazione sia con quote maggioritarie non potranno accedere ai contributi statali.Art. 2, comma 1 (Autorità per le garanzie nelle teleco-municazioni)L’art. 2, comma 1, proroga di 3 mesi, e quindi fino al 31 marzo 2020, il termine per la permanenza in carica del Presidente e dei componenti del Consiglio dell’Autorità per le garanzie delle comunicazioni, ma limitatamente agli atti di ordinaria amministrazione e per quelli indifferibili ed urgenti.Il termine precedente era il 31 dicembre 2019, per effetto della proroga già disposta dall’art. 7 del Dl. n. 104/2019. La composizione dell’Autorità per le garanzie nelle teleco-municazioni (Agcom) è disciplinata dalla Legge istitutiva n. 249/1997 e dalla Legge n. 481/1995, poi modificate dal Dl. n. 201/2011, che ha ridotto il numero dei componenti del Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunica-zioni da 8 a 4, ai quali si aggiunge il Presidente. Il Presidente dell’Autorità è nominato con Dpr. su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, d’intesa con il Mi-nistro dello Sviluppo economico.Il Presidente del Consiglio procede poi alla designazione del nominativo del Presidente e tale designazione deve essere previamente sottoposta al parere delle Commis-sioni parlamentari competenti ai sensi dell’art. 2 della Leg-ge n. 481/1995, che disciplina le altre Autorità di pubblica utilità. I 4 Commissari dell’Autorità, scelti fra persone dota-te di alta e riconosciuta professionalità e competenza nel Settore, sono eletti dal Senato e dalla Camera dei Depu-tati, 2 per ciascun ramo del Parlamento, e sono nominati con Decreto del Presidente della Repubblica. I componenti dell’Autorità durano in carica 7 anni e non possono essere riconfermati, a meno che non siano stati eletti per un periodo inferiore a 3 anni, in sostituzione di Commissari che non abbiano portato a termine il mandato (art. 1, comma 3, Legge n. 249/1997, e art. 2, comma 8, Legge n. 481/1995). In caso di morte, di dimissioni o di impedimento di un com-missario, la Camera competente procede alla sua sosti-tuzione tramite l’elezione di un nuovo Commissario, che resta in carica fino alla scadenza ordinaria del mandato dei componenti l’Autorità. Art. 2, comma 2 (Garante per la protezione di dati per-sonali)Il comma 2 dell’art. 2 invece si occupa del Garante per la protezione dei dati personali e proroga per 3 mesi il termine per la permanenza in carica dei componenti del Collegio del Garante. Di conseguenza, è prorogato al 31

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marzo 2020 il termine ultimo per l’esercizio da parte del Presidente e dei componenti del Collegio del Garante per la protezione di dati personali, eletti dal Senato e dalla Ca-mera dei deputati il 6 giugno 2012, delle funzioni relative agli atti di ordinaria amministrazione e a quelli indifferibili e urgenti. La prorogatio dei componenti del Collegio del Garante è stata disposta fino all’insediamento del nuovo Collegio, e comunque fino al 31 dicembre 2019, dall’art. 1 del Dl. n. 75/2019.La composizione del Collegio è così disposta ai sensi dell’art. 153, commi 1 e 2, del Dlgs. n. 196/2003, secondo il quale il Collegio è composto da 4 componenti, eletti 2 dalla Camera dei Deputati e 2 dal Senato della Repub-blica.I componenti eleggono nel loro ambito un Presidente, il cui voto prevale in caso di parità. Eleggono altresì un Vice-Presidente, che assume le funzioni del Presidente in caso di sua assenza o impedimento. I componenti devono essere eletti tra coloro che presen-tano la propria candidatura nell’ambito di una procedura di selezione, il cui avviso deve essere pubblicato nei siti internet della Camera, del Senato e del Garante almeno 60 giorni prima della nomina. Le candidature devono per-venire almeno 30 giorni prima della nomina e i curricula devono essere pubblicati negli stessi siti internet. Le candidature possono essere avanzate da persone che assicurino indipendenza e che risultino di comprovata esperienza nel settore della protezione dei dati persona-li, con particolare riferimento alle discipline giuridiche o dell’informatica. L’art. 3 - (riguarda la proroga di termini per l’utilizzo delle dichiarazioni sostitutive da parte di cittadini stra-nieri)L’art. 3, comma 1, proroga dal 31 dicembre 2019 al 31 dicembre 2020 il termine da cui acquistano efficacia le di-sposizioni che consentono anche ai cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea, purché regolarmente soggiornanti in Italia, di utilizzare le dichiarazioni sostituti-ve riguardanti gli stati, le qualità personali e i fatti certifica-bili o attestabili da parte di soggetti pubblici italiani. La proroga interviene sulle disposizioni del Dl. n. 5/2012, artt. 17, commi 4-bis e 4-ter. Tali disposizioni mirano ad una equiparazione dello straniero regolarmente soggior-nante in Italia con il cittadino italiano, per quanto concerne l’utilizzo delle dichiarazioni sostitutive. In particolare, il richiamato comma 4-bis ha modificato la disposizione, di cui all’art. 3, comma 2, Dpr. n. 445/2000, la quale consente ai cittadini di Stati non appartenenti all’Unione Europea regolarmente soggiornanti in Italia di

utilizzare le dichiarazioni sostitutive di cui all’art. 46, rela-tivo alle dichiarazioni sostitutive di certificazioni, ed all’art. 47, che attiene alle dichiarazioni sostitutive di atti di noto-rietà, del citato Testo unico, limitatamente alle situazioni sopra ricordate.La modifica così recata eliminava ogni riferimento all’ap-plicazione di speciali disposizioni contenute nelle leggi e nei regolamenti concernenti la disciplina dell’immigrazio-ne e la condizione dello straniero. In via analoga, il comma 4-ter dell’art. 17 del Dl. n. 5/2012 è intervenuto sulla disposizione speciale di cui all’art. 2, comma 1, Dlgs. 394/1999, che è il regolamento di attua-zione del T.U. in materia di immigrazione, il quale ricono-sce ai cittadini stranieri regolarmente soggiornanti il diritto di utilizzare le dichiarazioni sostitutive di cui sopra, fatte salve le disposizioni del T.U. o del Regolamento che pre-vedono l’esibizione o la produzione di specifici documenti.L’art. 3, comma 2, dispone in merito all’”Indennizzo alle vittime di reati violenti”, riaprendo i termini per la presenta-zione delle domande di accesso al Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle ri-chieste estorsive, dell’usura e dei reati intenzionali violenti nonché agli orfani per crimini domestici al fine di consen-tire l’accesso a tali risorse anche alle vittime del reato di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, introdotto dalla Legge n. 69/2019 (c.d. “Legge sul codice rosso”). L’art. 3, comma 2, del Dl. in esame apporta una serie di modifiche al comma 594 dell’art. 1 della Legge di bilancio per il 2019 (Legge n. 145/2018). Il comma 594 proroga alla data del 30 settembre 2019: - i termini per la presentazione della domanda per la con-cessione dell’indennizzo di cui all’art. 6, comma 3, della Legge n. 167/2017;

- i termini per la presentazione della domanda di cui all’art. 13, comma 2, della Legge n. 122/2016 per la concessio-ne dell’indennizzo da corrispondere in conseguenza di lesione gravissima.

Art. 3, comma 5 (Adeguamento antincendio strutture ricettive)Con la modifica al comma 5 di questo art. 3, approvata nel corso dell’esame presso la Camera dei Deputati, si interviene sul comma 1.122, lett. i), dell’art. 1, Legge n. 205/2017 (“Legge di bilancio 2018”), limitandosi a sosti-tuirne l’ultimo periodo (come già era stati previsto nella formulazione iniziale).Tale modifica sostituisce integralmente la lett. i) sopraci-tata citata: - viene traslato il termine dal 30 giugno 2019 al 31 di-cembre 2021 entro il quale le attività ricettive turistico-

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alberghiere con oltre 25 posti letto, esistenti alla data di entrata in vigore del Dm. Interno 9 aprile 1994, ed in possesso dei requisiti per l’ammissione al “Piano stra-ordinario di adeguamento antincendio”, approvato con Decreto del Ministro dell’Interno 16 marzo 2012, com-pletano l’adeguamento alle disposizioni di prevenzione degli incendi;

- è esteso dal 1° dicembre 2018 al 30 giugno 2020 il ter-mine entro il quale tali strutture ricettive dovranno pre-sentare, al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco, la Scia parziale, attestante il rispetto di almeno 4 delle seguenti prescrizioni, come disciplinate dalle specifiche regole tecniche: • resistenza al fuoco delle strutture; • reazione al fuoco dei materiali; • compartimentazioni; • corridoi; • scale; • ascensori e montacarichi; • impianti idrici antincendio; • vie d’uscita ad uso esclusivo, con esclusione dei punti

ove è prevista la reazione al fuoco dei materiali; • vie d’uscita ad uso promiscuo, con esclusione dei pun-

ti ove è prevista la reazione al fuoco dei materiali; lo-cali adibiti a deposito.

La modifica in esame lascia inoltre immutata l’originaria previsione recata dal comma 5, dell’art. 3, la quale ha pro-rogato: - dal 31 dicembre 2019 al 30 giugno 2022 il termine entro il quale le strutture ricettive turistico-alberghiere localiz-zate nei territori colpiti dagli eccezionali eventi meteoro-logici che si sono verificati a partire dal 2 ottobre 2018, nonché quelle ubicate nei territori colpiti dagli eventi si-smici del Centro Italia nel 2016 e 2017 e nei Comuni di Casamicciola Terme, Lacco Ameno e Forio dell’isola di Ischia in ragione degli eventi sismici verificatisi il 21 agosto 2017, completano l’adeguamento alle disposi-zioni di prevenzione degli incendi, previa presentazione al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco della Scia parziale;

- dal 30 giugno 2019 al 31 dicembre 2020 il termine entro il quale la predetta Scia parziale deve essere presenta-ta.

Con la modifica approvata in sede di conversione, si in-troduce anche una disposizione relativa ai rifugi alpini, la quale prevede il differimento al 31 dicembre 2020 (dall’ini-ziale termine del 31 dicembre 2019) del termine (previsto dall’art. 38, comma 2, del Dl. n. 69/2013) per la presenta-zione, ai fini del rispetto della normativa antincendio:1. dell’istanza preliminare per l’esame dei Progetti di nuovi

impianti o costruzioni nonché dei Progetti di modifiche da apportare a quelli esistenti, che comportino un ag-gravio delle preesistenti condizioni di sicurezza antin-cendio (ai sensi dell’art. 3 del Dpr. n. 151/2011);

2. della Segnalazione certificata di inizio attività (Scia) sostitutiva dell’istanza per l’ottenimento del certificato di prevenzione incendi (ai sensi dell’art. 4 del Dpr. n. 151/2011).

Art. 4, comma 3-quater (Proroga applicazione Icp, To-sap, Cosap, Cimp e Dpa per l’anno 2020)E’ introdotto in sede di conversione in Legge n. 8/2020 del Decreto, dispone che, limitatamente all’anno 2020, non ha effetto l’abrogazione disposta dall’art. 1, comma 847, della Legge n. 160/2019, il quale disponeva l’abrogazione dei Capi I e II del Dlgs. n. 507/1993 (Icp e Tosap) e degli artt. 62 e 63 del Dlgs. n. 446/1997 (Cimp e Tosap) a decorrere dal 2020.I prelievi sopra citati saranno sostituiti, a partire dal 2021, dal Canone unico patrimoniale di cui all’art. 1, commi 816 e seguenti, della Legge n. 160/2019.Art. 4, commi 3-novies e 3-decies (Estensione dell’ali-quota ridotta della “cedolare secca”) Tali disposizioni sono volte ad estendere ai Comuni per i quali sia stato deliberato lo stato di emergenza a seguito del verificarsi di eventi calamitosi, inclusi quelli colpiti dagli eventi sismici del Centro Italia, la riduzione dell’aliquota dal 15% al 10%, a regime, della “cedolare secca” da appli-care ai canoni derivanti dai contratti di locazione di immo-bili ad uso abitativo a canone concordato nei Comuni ad alta densità abitativa.Art. 5, comma 5-quater (Proroga dei rapporti di lavo-ro a tempo determinato degli assistenti sociali e dei contratti finanziati con le risorse del “Pon Inclusione”) In sede di conversione è stato introdotto il comma 5-qua-ter che ha previsto, per gli Enti Locali che hanno stipulato contratti a tempo determinato per le assunzioni di assi-stenti sociali e altro personale ai sensi dell’art. 1, comma 200, della Legge n. 205/2017 (“Legge di bilancio 2018”), nonché per le assunzioni finanziate con le risorse del “Pro-gramma operativo nazionale Inclusione”, ai sensi dell’art. 12, comma 12, del Dl. n. 4/2009, nonché ai sensi dell’art. 7, comma 7, del Dlgs. n. 147/2017, per i Patti di inclusione sociale, la possibilità di prorogare i relativi contratti utiliz-zando le risorse già previste dal citato art. 1, comma 200, della Legge n. 205/2017, per un ulteriore periodo, fino a un massimo di 24 mesi e comunque non oltre il periodo di vigenza della misura.Art. 6, comma 1 (Somme residue mutui per edilizia uni-versitaria)L’art. 6, comma 1, proroga il termine per l’erogazione delle

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somme residue dei mutui concessi dalla Cassa Depositi e Prestiti Spa per interventi di edilizia universitaria dal 31 dicembre 2019 al 31 dicembre 2020 rispetto al termine inizialmente previsto dall’art. 1, comma 1.145, della Leg-ge n. 205/2017, che ha previsto una specifica disciplina rispetto alle somme residue relative ai mutui concessi da Cassa Depositi e Prestiti Spa, trasferiti al Ministero dell’E-conomia e delle Finanze in attuazione delle norme che hanno disposto la trasformazione di Cdp in Società per azioni e definito i rapporti giuridici con il Mef, per interventi di edilizia universitaria, a valere sulle risorse concesse per favorire lo sviluppo sociale ed economico delle aree de-presse così come previsto dall’art. 1, comma 1, del Dl. n. 67/1997, e di quelle volte ad agevolare lo sviluppo dell’e-conomia e dell’occupazione dall’art. 54, comma 1, della Legge n. 488/1999.Art. 6, comma 4 (Proroghe di termini in materia di edi-lizia scolastica)E’ prorogato dal 31 dicembre 2019 al 31 dicembre 2020 il termine per alcuni pagamenti in materia di edilizia scolasti-ca. La proroga riguarda il termine per i pagamenti da par-te degli Enti Locali, su stati di avanzamento, debitamente certificati, di lavori di riqualificazione e messa in sicurezza degli istituti scolastici statali, così come stabilito dall’art. 18, commi da 8-ter a 8-sexies, del Dl. n. 69/2013. A tal fine, la norma in esame novella il termine contenuto nel comma 8-quinquies, ultimo periodo, del citato art. 18, fis-sato inizialmente al 31 dicembre 2014 e successivamente prorogato, di anno in anno, fino al 31 dicembre 2019. I termini di conservazione dei residui previsti a legislazio-ne vigente restano invece immutati.Art. 6, commi 5-novies e 5-decies (Verifica di vulne-rabilità sismica degli edifici scolastici, degli edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali)Il comma 5-novies dell’art. 6, introdotto in fase di conver-sione, proroga il termine al 31 dicembre 2021 entro il qua-le deve essere sottoposto a verifica di vulnerabilità sismi-ca ogni immobile adibito ad uso scolastico situato nelle zone a rischio sismico classificate 1 e 2, con priorità per quelli situati nei Comuni individuati dagli allegati del Dl. n. 189/2016, relativo alle Regioni del centro Italia colpite dagli eventi sismici 2016 e 2017 (Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria). Il comma 5-decies, anch’esso introdotto in sede di conver-sione, differisce al 31 dicembre 2021 il termine per la ve-rifica di vulnerabilità sismica, sia degli edifici di interesse strategico che delle opere infrastrutturali adibiti, durante gli eventi sismici per finalità di Protezione civile, sia degli edifici e delle opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale

collasso.Art. 7, comma 5 (Contabilità speciali per interventi di messa in sicurezza di beni culturali a seguito di eventi sismici)L’art. 7, comma 5, modifica l’art. 11-bis, comma 2, del Dlgs. n. 90/2016, prorogando dal 31 dicembre 2019 al 31 dicembre 2020 il termine per il mantenimento delle contabilità speciali intestate ai Segretariati regionali delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria coinvolte dagli eventi sismici verificatisi il 24 agosto 2016, considerata la necessità di completare gli interventi per la sicurezza del patrimonio culturale realizzati dal Ministero per i Beni e le attività culturali e per il Turismo (Mibact).Art. 7, comma 10-quinquiesdecies (Contributo alla Fondazione Libri Italiani Accessibili - LIA)Il comma 10-quinquiesdecies, introdotto in sede di con-versione, autorizza per il 2020 la concessione di un contri-buto alla Fondazione Libri Italiani Accessibili – Lia.In particolare, il contributo alla Fondazione, pari a Euro 200.000 per il 2020, servirà a promuovere ed ampliare l’accesso ai prodotti editoriali da parte delle persone con disabilità visiva, anche attraverso eventi di sensibilizzazio-ne, ricerca sull’accessibilità digitale, corsi di formazione e attività di consulenza.Agli oneri derivanti si provvede mediante corrispondente riduzione del “Fondo per far fronte ad esigenze indifferibili che si manifestano nel corso della gestione” (art. 1, com-ma 200, Legge n. 190/2014).Si conferma pertanto quanto era stato previsto nella piani-ficazione del “Fondo” per il triennio 2017-2019.Art. 10, comma 1 (Proroga detrazioni sistemazione a verde)L’art. 10, comma 1, proroga a tutto il 2020 la possibilità per chi ne fa richiesta di fruire dell’agevolazione fiscale previ-sta dall’art. 1, commi da 12 a 15, della Legge n. 205/2017, su lavori di sistemazione a verde di aree scoperte di im-mobili privati a uso abitativo. L’agevolazione consiste nella detrazione dall’Imposta lorda del 36% della spesa soste-nuta, nel limite di spesa di Euro 5.000 annui, dunque entro la somma massima detraibile di Euro 1.800.Art. 10, commi 3 e 4 (Rimborso delle somme anticipate dalle Regioni a favore delle Imprese agricole danneg-giate da eventi calamitosi)L’art. 10, comma 3, prevede il rifinanziamento per l’an-no 2019 del “Fondo”, istituito ex art. 18, comma 16, della Legge n. 205/2017 (“Legge di bilancio 2018”), presso il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, per il rimborso delle somme anticipate dalle Regioni a favore delle Imprese agricole danneggiate da eventi calamitosi. Nello specifico, viene disposto un rifinanziamento dell’au-

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torizzazione di spesa che aveva disposto il rimborso di ulteriori Euro 30 milioni per il 2019 (comma 3) ed ulteriori Euro 30 milioni per l’anno 2020 (comma 4), delle som-me anticipate dalle regioni a favore delle imprese agricole danneggiate da eventi calamitosi, rinviando all’art. 43 la copertura finanziaria dei relativi oneri finanziari.Art. 11, comma 5 (Termine di prescrizione dei contri-buti previdenziali ed assistenziali per le P.A.) Il comma 5 dell’art. 11 ha previsto una modifica dell’art. 3, comma 10-bis, della Legge n. 335/1995, che ha disposto che, per le gestioni previdenziali esclusive e per i fondi per i trattamenti di previdenza, i trattamenti di fine rapporto e i trattamenti di fine servizio, amministrati dall’Inps cui sono iscritti i lavoratori dipendenti delle P.A. di cui al Dlgs. n. 165/2001 (in proposito, si veda anche la Circolare Inps n. 122/2019), i termini di prescrizione di cui ai commi 9 e 10, riferiti agli obblighi relativi alle contribuzioni di previdenza e di assistenza sociale obbligatoria afferenti ai periodi di competenza fino al 31 dicembre 2015 non si applicano fino al 31 dicembre 2022, fatti salvi gli effetti di provvedi-menti giurisdizionali passati in giudicato e il diritto all’inte-grale trattamento pensionistico del lavoratore. Art. 12, comma 1 (Proroga del contributo per l’acqui-sto di motoveicoli e ciclomotori elettrici o ibridi)L’art. 12, comma 1, proroga la possibilità di fruire, per chi ne fa richiesta, dell’Ecobonus, introdotto dall’art. 1, comma 1031, della Legge n. 145/2018, per gli acquisti effettuati nell’anno 2020 di motocicli e ciclomotori elettrici o ibridi, previa rottamazione di un analogo veicolo inquinante Euro 0,1,2 o 3.In dettaglio, si tratta della proroga, per l’anno 2020, del contributo già concesso dalla “Legge di bilancio 2019” (art. 1, comma 1057, della Legge n. 145/2018), per l’acquisto nel 2019, anche in locazione finanziaria, immatricolato in Italia, di un motoveicolo elettrico o ibrido: in dettaglio il contributo è previsto per l’acquisto di ciclomotori e motoci-cli nuovi (o comunque di veicoli a due ruote della categoria L, in base alla modifica del successivo Dl. n. 34/2019 e di qualsiasi potenza). Il bonus ammonta ad un massimo di Euro 3.000. Il tetto massimo del “Fondo” cd. “Ecobonus” è di Euro 8 milioni ed alle medesime condizioni.Art. 12, commi 2 e 2-bis (Estensione delle categorie di autoveicoli rottamabili ai fini dell’ecobonus per l’ac-quisto di veicoli elettrici o ibridi e abbassamento della soglia massima di emissione di CO2 per i veicoli ibridi per fruire dell’Ecobonus)L’art. 12, comma 2, estende la possibilità di fruire del con-tributo (c.d. “Ecobonus”) per l’acquisto di autoveicoli nuovi elettrici o ibridi, anche al caso di rottamazione di autovei-

coli omologati “Euro zero”.Con il comma 2-bis, introdotto in sede di conversione, si abbassa, da 70 a 60 gr/Km, la soglia massima di emissio-ne di CO2 prevista per poter fruire dell’ecobonus per l’ac-quisto di veicoli, escludendo dal contributo i veicoli ibridi con più alte emissioni di CO2.Art. 12, comma 3 (Proroga cessazione regime di mag-gior tutela nella vendita di elettricità e gas e requisiti per l’iscrizione all’elenco dei venditori di energia elet-trica)Il comma, interamente sostituito in sede di conversione, modifica la Legge n. 124/2017 (“Legge annuale sulla con-correnza”), come segue:- prorogando dal 1° luglio 2020 al 1° gennaio 2022, del

termine di cessazione del regime di tutela del prezzo per i clienti finali di piccole dimensioni nel mercato del gas;

- prorogando il termine di cessazione dello stesso regime nel mercato tutelato dell’energia elettrica per le piccole imprese, dal 1° luglio 2020 al 1° gennaio 2021, e, per le microimprese e per i clienti domestici, dal 1° luglio 2020 al 1° gennaio 2022.

Demanda all’Arera l’adozione di disposizioni per assicu-rare un servizio a tutele graduali per i clienti finali senza fornitore di energia elettrica, nonché specifiche misure per prevenire ingiustificati aumenti dei prezzi e alterazioni del-le condizioni di fornitura.Art. 12, comma 4 (Assicurazioni RC nucleo familiare)Il comma 4 dell’art. 12 in esame modifica le disposizioni dell’art. 55-bis del Dl. 26 ottobre 2019, n. 124 cd. “Decreto fiscale”, che a sua volta introduce modifiche al “Codice delle Assicurazioni private” in materia di modalità di va-lutazione del rischio ai fini della tariffazione delle polizze individuali inserite all’interno di un nucleo familiare, diffe-rendo il termine di inizio dal 16 febbraio 2020 in poi.In particolare, la norma stabilisce che, non solo in tutti i casi di stipula, ma anche in tutti i casi di rinnovo di un contratto di assicurazione di un mezzo di trasporto (an-che di diversa tipologia), i componenti del nucleo familiare possono beneficiare della classe di merito più favorevole tra quelle relative ai vari veicoli già assicurati purché la persona fisica interessata non risulti responsabile esclu-sivo, principale o paritario di un sinistro da almeno 5 anni.Art. 13 comma 1 e comma 3 (Proroga di termini in ma-teria di Infrastrutture e Trasporti)Il comma 1 ha prorogato anche per il 2020, il 2021 e il 2022, e ampliato lo stanziamento del “Fondo destinato alla formazione di personale impiegato in attività della circolazione ferroviaria”, con particolare riferimento alla figura professionale dei Macchinisti del Settore merci, pre-visto dall’art. 47, comma 11-quinquies, primo periodo, del

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Dl. n. 50/2017.Il comma 3 prevede che, per i Concessionari il cui periodo regolatorio quinquennale è pervenuto a scadenza, il ter-mine per l’adeguamento delle tariffe autostradali relative all’anno 2020 è differito sino alla definizione del procedi-mento di aggiornamento dei Pef predisposti in conformità alle Delibere adottate ai sensi dell’art. 16, comma 1, del Dl. n. 109/2018, dall’Autorità di regolazione dei Trasporti di cui all’art. 37 del Dl. n. 201/2011. Entro il 30 marzo 2020 i Concessionari presentano al Con-cedente le proposte di aggiornamento dei Pef, riformulate ai sensi della predetta normativa, che annullano e sostitu-iscono ogni precedente proposta di aggiornamento. L’ag-giornamento dei Pef presentati nel termine del 30 marzo 2020 è perfezionato entro e non oltre il 31 luglio 2020. Il comma 4 ha apportato modifiche all’art. 49 del Dl. n. 50/2017, come di seguito riportato: a) (comma 7) è prorogata sino al 2022 l’autorizzazione

concessa ad Anas Spa a definire, mediante la sotto-scrizione di Accordi bonari e/o transazioni giudiziali e stragiudiziali, le controversie con le Imprese appaltatrici derivanti dall’iscrizione di riserve o da richieste di risar-cimento, laddove sussistano i presupposti e le condizio-ni di cui agli artt. 205 e 208 del Dlgs. n. 50/2016;

b) (comma 7-bis) è previsto che l’Anac verifichi in via pre-ventiva, ai sensi dell’art. 213, comma 1, del Dlgs. n. 50/2016, la correttezza della procedura adottata dall’A-nas per la definizione degli accordi bonari e delle tran-sazioni di cui ai commi 7 e 7-ter;

c) dopo il comma 7-bis è inserito il seguente comma: “7-ter. Anas Spa è autorizzata nei limiti previsti ai commi 7 e 8 a definire mediante transazioni giudiziali e stragiu-diziali le controversie con i contraenti generali derivanti da richieste di risarcimento laddove sussistano i pre-supposti e le condizioni di cui all’art. 208 del ‘Codice dei Contratti pubblici’, previa valutazione della convenienza economica di ciascuna operazione da parte della So-cietà stessa”.

Il comma 5 prevede che le disposizioni di cui all’art. 1, comma 870, secondo periodo, della Legge n. 208/2015, relative alla definizione del corrispettivo annuale del contratto di programma tra l’Anas Spa e il Ministero del-le Infrastrutture e dei Trasporti, si applicano a decorrere dall’entrata in vigore del Contratto di programma per gli anni 2021-2025. Il comma 5-quinquies, aggiunto in sede di conversione, prevede che i proventi dei titoli abilitativi edilizi e delle san-zioni previste dal Dpr. n. 380/2001, non utilizzati per le finalità previste dal primo periodo (realizzazione e manu-tenzione ordinaria e straordinaria delle opere di urbaniz-

zazione primaria e secondaria, risanamento di complessi edilizi compresi nei centri storici e nelle periferie degrada-te, interventi di riuso e di rigenerazione, interventi di de-molizione di costruzioni abusive, acquisizione e realizza-zione di aree verdi destinate a uso pubblico, interventi di tutela e riqualificazione dell’ambiente e del paesaggio, an-che ai fini della prevenzione e della mitigazione del rischio idrogeologico e sismico e della tutela e riqualificazione del patrimonio rurale pubblico, interventi volti a favorire l’inse-diamento di attività di agricoltura nell’ambito urbano e a spese di progettazione per opere pubbliche), a decorrere dal 1° aprile 2020, possono essere utilizzate per promuo-vere la predisposizione di Programmi diretti al completa-mento delle infrastrutture e delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria dei Piani di zona esistenti, fermo restando l’obbligo dei Comuni di porre in essere tutte le iniziative necessarie per ottenere l’adempimento.Il comma 5-sexies prevede che, in relazione agli immobili costruiti secondo la normativa prevista per l’edilizia age-volata, può essere disposta la sospensione del procedi-mento di sfratto, mediante provvedimento assunto da par-te dell’Autorità giudiziaria competente, nei casi di avvio del procedimento di decadenza dalla convenzione da parte del Comune, ovvero di avvio del procedimento di revoca del finanziamento pubblico da parte della Regione, ovve-ro dalla richiesta di rinvio a giudizio in un procedimento penale.Art. 13, commi 5-quinquies e 5-sexies (Utilizzo dei pro-venti da oneri di urbanizzazione e sanzioni in materia edilizia)Il comma 5-quinquies dell’art. 13, introdotto in sede di conversione, prevede che, a partire dal 1° aprile 2020, le risorse provenienti dal rilascio dei titoli abilitativi edilizi e dalle sanzioni previste dal “Testo unico sull’edilizia” di cui al Dpr. n. 380/2001, da destinare per le finalità di cui all’art. 1, comma 460, della “Legge di bilancio 201”7, le eccedenze non utilizzate possono essere utilizzate al fine di promuovere la formazione di Programmi di completa-mento delle infrastrutture e delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria dei Piani di zona esistenti, fermo restando l’obbligo per i Comuni di porre in essere le inizia-tive necessarie per l’adempimento da parte degli operatori coinvolti nei piani di zona delle obbligazioni convenzionali in materia.Il comma 5-sexies di questo art. 13 in oggetto, anch’esso introdotto in sede di conversione, dispone che, relativa-mente agli immobili costruiti secondo la normativa sull’e-dilizia agevolata, può essere disposta dall’Autorità giudi-ziaria la sospensione del procedimento di sfratto a partire dall’avvio del procedimento di decadenza dalla Conven-

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zione da parte del Comune, ovvero di revoca del finan-ziamento pubblico da parte della Regione, ovvero dalla richiesta di rinvio a giudizio in procedimenti penali.Art. 15, commi 1 e 2 (Proroga stato di emergenza Pon-te Morandi e Sisma Molise 2018)L’art. 15, comma 1, introduce la possibilità di un’ulteriore proroga, fino ad una durata complessiva di 3 anni, dello stato di emergenza correlato agli eventi verificatisi il 14 agosto 2018 nel territorio del Comune di Genova a causa del crollo di un tratto del Viadotto Polcevera, noto come “Ponte Morandi”, in deroga al limite ordinario di 2 anni di durata dello stato di emergenza di rilievo nazionale (12 mesi, prorogabili per non più di ulteriori 12 mesi), di cui all’art. 24, comma 3, del Dlgs. n. 1/2018 (“Codice della Protezione civile”).Il comma 2 prevede la possibilità di proroga fino ad una durata complessiva di 3 anni, prevista al comma 1, anche per lo stato di emergenza conseguente agli eventi sismici che hanno colpito i Comuni della Provincia di Campobas-so, a far data dal 16 agosto 2018, individuati dall’Allegato “1” del Dl. n. 32/2019.Art. 15, comma 3 (Proroga assunzioni Liguria)Per fronteggiare le necessità conseguenti al crollo del Via-dotto Polcevera, avvenuto il 14 agosto 2018, il comma 3 dell’art. 15, modificando l’art. 2, del Dl. n. 109/2018, rico-nosce anche per il 2020 la possibilità per le Amministrazio-ni territoriali della Liguria, nonché per la Cciaa di Genova e l’Autorità del Sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, di assumere personale a tempo determinato, entro deter-minati limiti e anche in deroga ai vincoli di contenimento della spesa di personale previsti dalla normativa vigente.Art. 15, comma 4 (Indennità lavoratori privati penaliz-zati a seguito del crollo del Ponte Morandi)Il comma 4 dell’art. 15 eleva (da 12) a 19 mesi il periodo massimo per cui può essere concessa l’indennità prevista per i lavoratori impossibilitati nello svolgimento del lavoro a seguito del crollo del Ponte Morandi di cui all’art. 4-ter, comma 1, del Dl. n. 109/2018, pari al trattamento massi-mo di integrazione salariale, in favore dei lavoratori del Settore privato (compreso quello agricolo) che, a seguito del crollo del Ponte Morandi, siano impossibilitati o pe-nalizzati a prestare attività lavorativa (in tutto o in parte) prevista a decorrere dal 14 agosto 2018.Art. 15, comma 5 (Comunicazione dell’ammontare dei danni subiti per gli eventi sismici in Abruzzo nel 2009)Il comma 5, così come modificato in sede di conversio-ne, novella l’art. 1-septies, comma 1, del Dl. n. 55/2018 – modificato da ultimo dall’art. 21, comma 2-bis, del Dl. n. 32/2019 (cd. “Sblocca cantieri”) – il quale prevede che i dati relativi all’ammontare dei danni subiti per effetto degli

eventi sismici verificatisi nella Regione Abruzzo nell’apri-le 2009 e le eventuali osservazioni in merito alle somme effettivamente percepite siano presentati, a pena di deca-denza, entro il 31 dicembre 2019 dalla comunicazione di avvio del relativo procedimento di recupero.Con la modifica in esame, il termine entro cui devono es-sere presentate le suddette comunicazioni, a pena di de-cadenza è prorogato al 30 giugno 2020.Art. 15, comma 5-bis (Ripristino della funzionalità de-gli immobili adibiti ad uso scolastico e universitario nei territori colpiti dal sisma del 6 aprile 2009)La norma in esame differisce al 31 dicembre 2021 il termi-ne, scaduto il 31 dicembre 2019, previsto dall’art. 11, com-ma 9-bis, del Dl. n. 78/2015, fino al quale gli interventi di riparazione e ricostruzione, per il ripristino della funziona-lità degli immobili adibiti ad uso scolastico e universitario nei territori colpiti dal sisma del 6 aprile 2009, possono es-sere attuati, entro i limiti della soglia di rilevanza europea, applicando per l’affidamento di lavori, servizi e forniture le procedure negoziate senza previa pubblicazione del ban-do di gara.Art. 15, comma 6 (Proroga stato di emergenza Sisma 2012)La disposizione proroga sino al 31 dicembre 2021 il ter-mine di scadenza, attualmente previsto al 31 dicembre 2020, dello stato di emergenza conseguente agli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012, di cui all’art. 1, comma 3, del Dl. n. 74 del 2012, recante interventi urgenti in favo-re delle popolazioni colpite dagli eventi sismici che hanno interessato il territorio delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo, il 20 e il 29 maggio 2012.Art. 15, comma 7 (Servizi di trasporto aggiuntivi Via-dotto Polcevera)L’art. 15, comma 7, secondo quanto previsto dalla modi-fica introdotta nel corso dell’esame presso la Camera dei Deputati, proroga al 30 giugno 2020, assegnando ulteriori risorse per un ammontare pari a oltre Euro 9 milioni per il 2020, le disposizioni concernenti l’attivazione di servizi di trasporto aggiuntivi per fronteggiare le criticità traspor-tistiche conseguenti al crollo del Ponte Morandi a Geno-va previste fino al 2019 dall’art. 5, comma 1, del Dl. n. 109/2018.L’intervento garantisce la continuità del finanziamento dei servizi di trasporto aggiuntivi per fronteggiare le criticità trasportistiche conseguenti all’evento del crollo del Viadot-to.Art. 15, comma 7-bis (Esenzione Imposta bollo e regi-stro sisma)Il comma 7-bis dell’art. 15 in esame modifica l’art. 48,

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comma 7, del Dl. n. 189/2016, prorogando al 31 dicem-bre 2021 (rispetto al previgente termine del 31 dicembre 2020) l’esenzione dalle Imposte di registro e di bollo per le istanze, i contratti ed i documenti presentati alla P.A. da parte delle persone fisiche residenti o domiciliate, e delle persone giuridiche aventi sede legale o operativa nei co-muni colpiti dal Sisma del 2016, in esecuzione di ordinan-ze del Commissario straordinario.I Comuni interessati dalla disposizione in esame sono quelli colpiti dagli eventi sismici del Centro Italia:- del 24 agosto 2016, elencati nell’Allegato 1 del Dl.

189/2016;- del 26 e del 30 ottobre 2016, elencati nell’Allegato 2 del

Dl. 189/2016;- del 18 gennaio 2017, elencati nell’Allegato 2-bis del Dl.

189/2016.Si ricorda che i territori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Mar-che e Umbria sono stati colpiti da un susseguirsi di eventi sismici a partire dal 24 agosto 2016.Art. 15, comma 7-ter (Proroga concessioni e locazioni Venezia)La disposizione, inserita in sede di conversione del De-creto, indica la finalità di tutelare l’occupazione e il reddito delle Imprese colpite dagli eventi meteorologici calamitosi verificatesi a Venezia a partire dal 12 novembre 2019.A tal fine, prevede la proroga sino al 31 dicembre 2021 della durata delle concessioni e delle locazioni beni immo-bili appartenenti allo Stato di cui al Dpr. n. 296 del 2005, che siano:- vigenti alla data di entrata in vigore del Dl.,- in scadenza entro il 31 dicembre 2020.Si prevede che l’Autorità competente comunichi ai Con-cessionari e ai conduttori il canone da corrispondere sino al termine del periodo di proroga.Art. 15, comma 7-quater (Esclusione di alcuni Comu-ni colpiti dal Sisma dalla riorganizzazione della rete ospedaliera)La disposizione in esame interviene modificando il pre-visto termine di 48 mesi a far data dall’entrata in vigore della Legge di conversione del Dl. n. 8/2017 (Legge n. 45/2017), previsto dall’art. 17-bis del Dl. medesimo, per l’esclusione dell’applicazione da parte di alcuni Comuni colpiti da eventi sismici, del Regolamento sulla ridetermi-nazione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera (di cui al Dm. 2 aprile 2015, n. 70). La Legge n. 45/2017 è entrata in vi-gore l’11 aprile 2017. Il termine, che sarebbe scaduto l’11 aprile 2021, viene esteso al 30 aprile 2022.L’esclusione è stabilita a condizione che intervenga sui singoli provvedimenti di riorganizzazione della rete ospe-

daliera il parere favorevole del Tavolo di monitoraggio di attuazione del medesimo Dm. n. 70 (Tavolo istituito con Dm. 29 luglio 2015).Art. 15, comma 7-quinquies (Condizioni per contributi a Comuni colpiti dal Sisma Centro Italia)Il comma 1-bis dell’art. 23 del Dl. n. 32/2019 ha previsto un contributo di Euro 5 milioni per l’anno 2019 ai Comuni con più di 30mila abitanti, colpiti dagli eventi sismici che hanno interessato l’Italia centrale a partire dal 24 agosto 2016, che avessero approvato il bilancio dell’anno 2018 alla data di entrata in vigore della Legge di conversione del medesimo Dl. al solo fine di procedere ad interventi urgenti di manutenzione straordinaria o di messa in sicu-rezza su strade ed infrastrutture comunali.Art. 15, comma 7-sexies (Deposito di macerie, rifiuti e materiali da scavo nei territori dell’Italia centrale col-piti dagli eventi sismici del 2016-2017)Il comma in esame differisce dal 31 dicembre 2019 al 31 dicembre 2020 il termine, ricorrente nel comma 7, dell’art. 28, del Dl. n. 189/2016 (adottato per sostenere le popola-zioni dell’Italia centrale colpite dagli eventi sismici iniziati il 24 agosto 2016), relativo al deposito del materiale de-rivante dal crollo parziale o totale degli edifici e dei rifiuti derivanti dagli interventi di ricostruzione.Art. 16 (Commissario strade siciliane e misure urgenti per la rete viaria provinciale della Regione Sicilia)Sono riviste le modalità di nomina del Commissario stra-ordinario incaricato di realizzare la progettazione, l’affi-damento e l’esecuzione di interventi sulla rete viaria pro-vinciale della Regione Siciliana, di cui all’art. 4, comma 6, del Dl. n. 32/2019, necessarie al fine di fronteggiare la situazione di grave degrado in cui versa la rete viaria della Regione Siciliana, acuitasi in conseguenza di eventi me-teorologici che hanno interessato vaste aree del territorio, ed allo scopo di programmare immediati interventi di ri-qualificazione, miglioramento e rifunzionalizzazione della stessa rete viaria al fine di conseguire idonei standard di sicurezza stradale e adeguata mobilità. Secondo la disposizione novellata, il Commissario straor-dinario sarà nominato entro il 28 febbraio 2020 con Dpcm., su proposta del Mit sentito il Mef, d’intesa con il Presiden-te della Giunta regionale siciliana. Con il medesimo De-creto saranno stabiliti i termini, le modalità, le tempistiche, il supporto tecnico, le attività connesse alla realizzazione dell’opera, il compenso del Commissario. Inoltre, l’art. 16 integra l’art. 4 citato, disponendo che il Commissario straordinario per la realizzazione degli inter-venti può avvalersi, sulla base di apposite Convenzioni, di Anas Spa, delle Amministrazioni centrali e periferiche dello Stato e degli Enti pubblici dotati di specifica compe-

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tenza tecnica nell’ambito delle aree di intervento, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Gli oneri di cui alle predette Convenzioni sono posti a carico dei quadri economici degli interventi da realizzare.In sede di conversione sono stati aggiunti i commi 1-bis e 1-ter i quali prevedono che al fine di consentire l’immedia-ta operatività dei Commissari straordinari succitati, è auto-rizzata l’apertura di apposita contabilità speciale intestata al Commissario straordinario, nella quale confluiscono le risorse allo stesso assegnate.All’art. 4 del Dl. n. 32/2019, dopo il comma 6-quater, sono inseriti i commi 6-quinquies e 6-sexies.Al fine di procedere celermente alla realizzazione delle opere di infrastrutturazione viaria nella Regione Sarde-gna, con Dpcm. da adottare entro il 30 giugno 2020, è nominato apposito Commissario straordinario il quale, è incaricato di sovraintendere alla programmazione, alla progettazione, all’affidamento e all’esecuzione degli inter-venti sulla rete viaria della Regione Sardegna.Anche per le finalità di cui al comma 6-quinquies, a de-correre dal 1° gennaio 2020, nelle aree interessate da pe-ricolosità o da rischio idraulico di grado elevato o molto elevato, come definite dalle norme tecniche di attuazione dei relativi Piani di bacino, non sono consentiti incrementi delle attuali quote di impermeabilizzazione del suolo. Art. 16, comma 1-bis (Contabilità speciali intesta-te ai Commissari straordinari del Decreto-legge c.d. “Sblocca cantieri”)Il comma 1-bis dell’art. 16, introdotto durante l’esame presso la Camera dei Deputati, per consentire l’immediata operatività dei Commissari straordinari nominati ai sen-si dell’art. 4 del Dl. n. 32/2019 (c.d. “Sblocca cantieri”), prevede che con il Dpcm. di nomina del Commissario è autorizzata l’apertura di apposita contabilità speciale inte-stata al medesimo Commissario, sulla quale confluiscono le risorse allo stesso assegnate.Art. 16, comma 1-ter (Misure urgenti per la realizzazio-ne di opere di infrastrutturazione viaria in Sardegna e contro l’impermeabilizzazione del suolo)Il comma in esame inserisce un nuovo comma 6-quin-quies all’art. 4 del Dl. n. 32/2019 (c.d. Decreto “Sblocca cantieri”) che, al fine di procedere celermente alla realiz-zazione delle opere di infrastrutturazione viaria in Sarde-gna, prevede la nomina, con Dpcm. da adottare entro il 30 giugno 2020, di un apposito Commissario straordinario. Relativamente alle modalità di adozione del Decreto, vie-ne previsto che lo stesso sia emanato su proposta del Mi-nistro delle Infrastrutture e dei Trasporti, sentito il Ministro dell’Economia e delle Finanze, d’intesa con il Presidente della Giunta regionale della Regione Sardegna.

Art. 16-bis (Misure urgenti per la prevenzione incendi e il recupero di aree compromesse della Regione Sar-degna)Si dispone la proroga per il triennio 2020-2022 del termi-ne (da ultimo scaduto il 31 dicembre 2019 in forza del-la proroga disposta dall’art. 10-bis, comma 1, del Dl. n. 91/2017) di applicazione dell’art. 8, comma 10-bis, del Dl. n. 66/2014. Tale disposizione ha previsto che, per il suc-cessivo triennio (e quindi per il triennio 2015-2017), ai fini della prevenzione degli incendi, del dissesto idrogeologico e del diffondersi di discariche abusive, i cantieri comuna-li per l’occupazione e i cantieri verdi, di cui alla vigente normativa in materia di lavoro e difesa dell’ambiente della Regione Sardegna, avessero carattere temporaneo e che pertanto le assunzioni di progetto in essi previste, per il successivo triennio (ossia per il triennio 2015-2017), non costituissero presupposto per l’applicazione dei limiti di spesa previsti dall’art. 9, comma 28, del Dl. n. 78/2010, per le Amministrazioni pubbliche che si avvalgono di per-sonale a tempo determinato o con convenzioni ovvero con contratti di collaborazione coordinata e continuativa.Art. 16-ter (Disposizioni urgenti in materia di recluta-mento dei Segretari comunali e provinciali)La disposizione, introdotta in sede di conversione, ridu-ce la durata del corso-concorso di formazione (da 18 a 6 mesi) e del tirocinio pratico (da 6 a 2 mesi) per i Segretari comunali e provinciali e introduce una verifica da effettua-re durante il corso e obblighi formativi suppletivi (120 ore nel primo biennio) dopo la prima nomina (comma 1). Al comma 2, è stata prevista la possibilità di riservare ai dipendenti delle P.A., in possesso dei titoli di studio pre-visti per l’accesso alla carriera dei Segretari comunali e provinciali e con un’anzianità di servizio di almeno 5 anni in posizioni funzionali per l’accesso alle quali è previsto il possesso dei medesimi titoli di studio, il 30% dei posti al concorso pubblico per esami che consente l’accesso al corso-concorso per Segretari comunali e provinciali. I commi da 5 a 8 istituiscono e disciplinano una sessione aggiuntiva al corso-concorso bandito nel 2018 per l’acces-so alla carriera, al fine di sopperire alla carenza di Segre-tari comunali. Si tratta di una sessione destinata a 223 borsisti e finalizzata all’iscrizione di ulteriori 172 Segretari comunali nella fascia iniziale. Il comma 9 introduce una disposizione transitoria con la finalità di ovviare alla carenza di Segretari nei piccoli Comuni attraverso il conferimento delle funzioni di Vice-Segretario a Funzionari degli Enti Locali. Detta disciplina transitoria può essere attivata nei 3 anni successivi all’en-trata in vigore della Legge di conversione n. 8/2020. Le funzioni attribuite al Vice-Segretario possono essere

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svolte, fino ad un massimo 12 mesi complessivamente, da un Funzionario di ruolo del Comune in servizio da almeno 2 anni in un Ente Locale ed in possesso dei requisiti per la partecipazione al concorso.Il Funzionario incaricato è tenuto a partecipare a corsi di formazione di almeno 20 ore, anche attraverso modalità telematiche, secondo modalità stabilite dall’Albo naziona-le. Possono usufruirne i Comuni fino a 5.000 abitanti e i Co-muni fino a 10.000 abitanti che hanno stipulato una Con-venzione per l’Ufficio di Segreteria (ai sensi dell’art. 10 del Dpr. n. 465/1997) e purché sia vacante la sede di Se-greteria, sia singola e sia convenzionata, e la procedura di pubblicizzazione finalizzata alla nomina del Segretario titolare (ai sensi dell’art. 15, comma 4, Dpr. n. 465/1997) sia andata deserta e non risulti possibile assegnare un Segretario reggente a scavalco anche con riferimento al contingente di personale in disponibilità. La procedura di assegnazione dell’incarico: richiesta del Sindaco, previa autorizzazione del Ministero dell’Interno, assenso dell’Ente Locale di appartenenza e consenso dell’interessato; entro i 90 giorni successivi, il Sindaco è tenuto ad avviare una nuova procedura di pubblicizzazio-ne per la nomina del segretario titolare. È fatta salva la possibilità per il Ministero dell’Interno di assegnare, in ogni momento, un segretario reggente anche a scavalco. Il comma 10 prevede che il conferimento delle funzioni di Vice-Segretario a funzionari del Comune disposto dal comma 9 possa essere attivato anche nei Comuni che sti-pulino o abbiano in corso una Convenzione di Segreteria. Ai fini dell’assegnazione dei Segretari comunali, in caso di Convenzioni ex art. 98, comma 3 del Tuel, le classi demo-grafiche dei Comuni sono determinate dalla sommatoria degli abitanti di tutti i Comuni (comma 11). Il comma 12 demanda le modalità e la disciplina di det-taglio del sistema classificatorio e la disciplina transitoria ad un Decreto del Ministro dell’Interno da adottarsi entro 90 giorni nel rispetto della disposizione che disciplina la nomina del segretario comunale (art. 99 del Tuel). La disposizione in commento fa riferimento anche alle mo-dalità di cui all’art. 10, comma 7, lett. a) del Dl. n. 174/2012, secondo cui il Ministro dell’Interno, su proposta del Consi-glio Direttivo dell’Albo, sentita la Conferenza Stato Città e Autonomie locali, definisce le modalità procedurali e orga-nizzative per la gestione dell’Albo dei Segretari, nonché il fabbisogno di Segretari comunali e provinciali. Il comma 13 prevede che i nuovi criteri di classificazione si applicano alle Convenzioni stipulate a decorrere dalla data di entrata in vigore del Dm. di cui sopra. Per le nuove Convenzioni, ai Segretari posti in disponibilità

e titolari di sede convenzionata è corrisposto il trattamento economico dell’ultima sede di servizio, come previsto dal Ccnl. Tuttavia, la retribuzione di posizione è riconosciuta nella misura pari a quella stabilita per il Comune capofila.Art. 17 (Personale delle Province e delle Città metro-politane e dei Comuni)La disposizione dell’art. 17 in commento ha esteso la disciplina dell’art. 33 del Dl. n. 34/2019, convertito con modificazioni dalla Legge n. 58/2019 (c.d. “Decreto Cre-scita”), anche alle Province e alle Città metropolitane. In particolare, il nuovo comma 1-bis, dell’art. 33 sopra cita-to ha previsto che, a decorrere dalla data individuata da apposito Decreto, anche per le finalità di cui al comma 1 (consentire l’accelerazione degli investimenti pubblici, con particolare riferimento a quelli in materia di mitigazio-ne del rischio idrogeologico, ambientale, manutenzione di scuole e strade, opere infrastrutturali, edilizia sanitaria e agli altri programmi), le Province e le Città metropolitane possono procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato in coerenza con i “Piani triennali dei fabbi-sogni di personale” e fermo restando il rispetto pluriennale dell’equilibrio di bilancio asseverato dall’Organo di revisio-ne, sino ad una spesa complessiva per tutto il personale dipendente, al lordo degli oneri riflessi a carico dell’Ammi-nistrazione, non superiore al valore soglia definito come percentuale, differenziata per fascia demografica, della media delle entrate correnti relative agli ultimi 3 rendiconti approvati, considerate al netto del “Fondo crediti dubbia esigibilità” stanziato in bilancio di previsione. Con Dm. Pubblica Amministrazione, di concerto con il Mef e il Ministro dell’Interno, previa Intesa in sede di Conferen-za Stato-Città ed Autonomie locali, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione (29 febbraio 2020), sono individuate le fasce demografiche, i relativi valori soglia prossimi al valore medio per fascia demografica e le relative percentuali massime annuali di incremento del personale in servizio per le Province e le Città metropolitane che si collocano al di sotto del predetto valore soglia. I predetti parametri possono essere aggior-nati ogni 5 anni. Le Province e le Città metropolitane in cui il rapporto fra la spesa di personale, al lordo degli oneri riflessi a cari-co dell’Amministrazione, e la media delle predette entra-te correnti relative agli ultimi 3 rendiconti approvati risulta superiore al valore soglia di cui al primo periodo, adottano un percorso di graduale riduzione annuale del suddetto rapporto fino al conseguimento nell’anno 2025 del predet-to valore soglia anche applicando un turn over inferiore al 100%. A decorrere dal 2025, le Province e le Città me-tropolitane che registrano un rapporto superiore al valore

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soglia applicano un turn over pari al 30% fino al consegui-mento del predetto valore soglia. Il limite al trattamento accessorio del personale di cui all’art. 23, comma 2, del Dlgs. n. 75/2017 (riferito all’am-montare complessivo dell’anno 2016), sarà adeguato, in aumento o in diminuzione, per garantire l’invarianza del valore medio pro-capite, riferito all’anno 2018, del “Fondo per la contrattazione integrativa” nonché delle risorse per remunerare gli incarichi di posizione organizzativa, pren-dendo a riferimento come base di calcolo il personale in servizio al 31 dicembre 2018. Il comma 1-ter dell’art. 33 ha abrogato l’art. 1, comma 421, della Legge n. 190/2014, che prevedeva il limite alla do-tazione organica dei predetti Enti. Fermo restando il limite previsto dal comma 1-bis, le Province possono avvalersi di personale a tempo determinato nel limite del 50% della spesa sostenuta per le stesse finalità nell’anno 2009. Il comma 1-bis della disposizione in commento, introdotto in sede di conversione, consente agli Enti Locali che in-tendano procedere ad assunzioni in attuazione del “Pia-no triennale dei fabbisogni di personale” di procedere allo scorrimento delle graduatorie ancora valide per la coper-tura dei posti previsti nel medesimo piano. Tale facoltà è attribuita in deroga all’art. 91, comma 4, del Tuel, ai sensi del quale per gli Enti Locali le graduatorie concorsuali ri-mangano efficaci per 3 anni dalla data di pubblicazione per l’eventuale copertura dei posti che si venissero a rendere successivamente vacanti e disponibili (con eccezione per i posti istituiti o trasformati successivamente all’indizione del concorso medesimo).Il successivo comma 1-ter ha introdotto una modifica all’art. 33, comma 2, del Dl. n. 34/2019, prevedendo che i Comuni, al fine di procedere ad assunzioni, nell’ambito del rapporto tra la spesa complessiva per tutto il perso-nale dipendente e la media delle entrate correnti relative agli ultimi 3 rendiconti approvati, considerate al netto del “Fondo crediti dubbia esigibilità” stanziato in bilancio di previsione, qualora registrino un risultato compreso tra i 2 valori soglia previsti dalla norma non possono incremen-tare il valore del predetto rapporto rispetto a quello corri-spondente registrato nell’ultimo rendiconto della gestione approvato (in precedenza, il limite era riferiti alla spesa di personale registrata nell’ultimo rendiconto della gestione approvato).Infine, il comma 1-quater ha introdotto modifiche al com-ma 3-bis dell’art. 12 del Dl. n. 4/2019, statuendo che, nell’ambito delle autorizzazioni alle assunzioni nei Centri per l’impiego, le Regioni e le Province autonome possano procedere anche attraverso le Società a partecipazione pubblica non necessariamente partecipate dalla Regione,

come al contrario espressamente previsto dalla preceden-te formulazione.Art. 17-bis (Disposizioni in materia di Elezione del Pre-sidente della Provincia e del Consiglio provinciale)La disposizione in commento, introdotta dalla Legge di conversione n. 8/2020, al comma 1 ha previsto che non sia applicabile, per gli anni 2020 e 2021, la disposizione di cui all’art. 1, comma 60, della Legge n. 56/2014, in base alla quale sono eleggibili a Presidente della Provincia i Sindaci della Provincia il cui mandato scada non prima di 18 mesi dalla data di svolgimento delle Elezioni. Il successivo comma 2 ha introdotto una modifica all’art. 1, comma 79, lett. b), della Legge n. 56/2014, in materia di termini per l’Elezione dei Consiglieri provinciali, dispo-nendo che, al fine di garantire l’effettiva rappresentatività degli Organi eletti, anche con riferimento all’esigenza di assicurare la loro piena corrispondenza ai territori nonché un ampliamento dei soggetti eleggibili, i termini attualmen-te previsti per lo svolgimento delle Elezioni provinciali (90 giorni dalla scadenza del mandato o dalla decadenza o dallo scioglimento anticipato degli Organi provinciali), sono differiti al 45° giorno successivo all’ultima proclama-zione degli eletti dei Consigli comunali: ciò solo per quelle Province in cui i Consigli comunali interessati al turno an-nuale elettorale siano tali da far superare la soglia del 50% degli aventi diritto al voto.Art. 18 (Misure urgenti per il ricambio generazionale e la funzionalità nella P.A. e nei piccoli Comuni) Con l’art. 18 viene introdotto il comma 5-bis all’art. 3 della Legge n. 56/2019 (cd. “Legge Concretezza”), che ha pre-visto, con l’intento di accelerare le procedure assunzionali per il triennio 2020-2022, la predisposizione, da parte del Dipartimento della Funzione pubblica entro il 30 marzo 2020, di bandi-tipo volti a avviare le procedure concorsua-li con tempestività e omogeneità di contenuti e la gestione delle procedure concorsuali e delle prove selettive delle P.A. che ne facciano richiesta. I commi 1-bis, 1-sexies e 1-septies, introdotti dalla Legge di conversione n. 8/2020, hanno statuito che una quota delle risorse del “Fondo” di cui all’art. 2, comma 5, della Legge n. 56/2019 (cd. “Legge Concretezza”), sia destinata alla realizzazione di strutture tecnologicamente avanzate per lo svolgimento dei concorsi pubblici, al fine di rivedere le procedure di selezione del personale della P.A., ridu-cendone i tempi di svolgimento, anche attraverso l’auto-mazione e la digitalizzazione delle medesime procedure.Il comma 1-ter lett. a), che introduce modifiche all’art. 3 della Legge n. 56/2019, ha previsto che il Dipartimento della Funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri assicura l’esercizio delle funzioni, delle azioni e

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delle attività del Nucleo della Concretezza, di cui all’art. 60-bis del Dlgs. n. 165/2001, anche in deroga alle proce-dure previste nel medesimo articolo. Alla Funzione pub-blica sono assegnate le risorse finanziarie, strumentali e di personale di cui all’art. 60-quater del citato Dlgs. n. 165/2001. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, nell’am-bito della propria autonomia organizzativa, adotta i conse-guenti provvedimenti di riorganizzazione e di adeguamen-to delle dotazioni organiche senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. La lett. b) della disposizione in commento (che abroga il comma 12 dell’art. 3 della Legge n. 56/2019), e la lett. c) - che integra il comma 13 dell’art. 3 della Legge n. 56/2019 - si riferiscono alla natura dell’attività degli incarichi di Presidente, di Membro e di Segretario delle Commissioni esaminatrici dei concorsi per il reclutamento di personale nelle P.A., prevedendo che tali incarichi, qualora riguardi-no concorsi indetti dalle Amministrazioni dello Stato (an-che ad ordinamento autonomo) e dagli Enti pubblici (non economici) nazionali, siano considerati a tutti gli effetti di legge attività di servizio, qualunque sia l’Amministrazione che li ha conferiti. Il comma 2 ha introdotto il comma 4-bis all’art. 2 del Dlgs. n. 6/2010, che ha previsto, anche a seguito delle modifiche intervenute in sede di conversione, a decorrere dall’anno 2020 e fino al 31 dicembre 2022, in via sperimentale, la possibilità di avvalersi, attraverso Formez PA, nell’ambito delle indicazioni contenute nel “Piano triennale delle azio-ni concrete per l’efficienza delle P.A.”, di adeguate forme di assistenza in sede o distanza, anche mediante l’utiliz-zo di specifiche professionalità, a favore dei Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti (la precedente versione si riferiva ai piccoli Comuni di cui all’art. 1, della Legge n. 158/2017), che ne facciano richiesta, per il sostegno del-le attività istituzionali fondamentali, comprese le attività di assistenza tecnico-operativa a supporto delle diverse fasi della progettazione europea, al fine di favorire un approc-cio strategico nell’accesso ai fondi dell’Unione europea, e a favore dei Comuni in dissesto finanziario o che abbiano deliberato la “procedura di riequilibrio pluriennale” per il sostegno della gestione finanziaria e contabile.La Legge di conversione n. 8/2020 inoltre ha introdotto il comma 2-bis il quale, ferma restando la disciplina sulle as-sunzioni a tempo indeterminato dei Comuni, di cui all’art. 33, comma 2, del Dl. n. 34/2019, e il Titolo VIII, Parte II, del Tuel, ha previsto che gli Enti strutturalmente deficitari, o con ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato appro-vato o con “Piano di riequilibrio pluriennale” deliberato dal Consiglio, dopo aver approvato il bilancio pluriennale dell’anno in corso, reclutano prioritariamente personale di

livello apicale da destinare agli Uffici preposti alla gestione finanziaria e contabile.Art. 18-bis (Modifiche in materia di “funzioni fonda-mentali” dei Comuni)Nelle more dell’attuazione della Sentenza della Corte Co-stituzionale 4 marzo 2019, n. 33, e della conclusione del processo di definizione di un nuovo modello di esercizio in forma associata delle “funzioni fondamentali” dei Comuni, la disposizione in commento differisce, ancora una volta, al 31 dicembre 2020 il termine, di cui all’art. 14, comma 31-ter, del Dl. n. 78/2010, a partire dal quale diventa ob-bligatoria la gestione in forma associata delle “funzioni fondamentali” per i piccoli Comuni (Comuni con popola-zione inferiore ai 5.000 abitanti o inferiore a 3.000 abitanti qualora si tratti di Comuni appartenenti o appartenuti a Comunità montane).Art. 18-ter (Interpretazione autentica dell’art. 90, com-ma 2, del Tuel)La norma in commento, introdotta in sede di conversione, è intervenuta a fornire interpretazione autentica dell’art. 90, comma 2, del Tuel, relativo agli incarichi di staff degli Organi di governo dell’Ente Locale, oggetto di contrasto in seno alle Sezioni regionali di controllo della Corte dei conti. In particolare, il riferimento al “contratto di lavoro subordi-nato a tempo determinato” quale forma contrattuale per detti incarichi deve essere interpretata nel senso che il contratto stesso non può avere durata superiore al man-dato elettivo del Sindaco o del Presidente della Provincia in carica, anche in deroga alla disciplina di cui all’art. 36 del Dlgs. n. 165/2001 e alle disposizioni del Ccnl. “Fun-zioni locali” che prevedano specifiche limitazioni temporali alla durata dei contratti a tempo determinato. Art. 27 (Sicurezza nazionale cibernetica)L’art. 27, come modificato nel corso dell’esame presso la Camera dei Deputati, reca alcune modifiche all’art. 1 del Dl. n. 105/2019, in materia di Sicurezza nazionale ciber-netica, con particolare riguardo alle procedure e alle mo-dalità per la definizione dei soggetti inclusi nel perimetro di Sicurezza nazionale cibernetica.Più nel dettaglio, la determinazione puntuale dei soggetti inclusi nel perimetro è affidata ad un atto amministrativo del Presidente del Consiglio dei Ministri – previsto dal nuo-vo comma 2-bis - anziché ad un Dpcm., come originaria-mente previsto dal Dl. n. 105/2019, al quale spetta invece la determinazione delle modalità e dei criteri procedurali per la relativa individuazioneArt. 27-bis (Disposizioni in materia di organizzazione dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo svilup-po)

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Ente ImportoCittà metropolitana di Catania Euro 16.261.402,00Città metropolitana di Messina Euro 10.406.809,00Città metropolitana di Palermo Euro 17.718.885,00Subtotale Città metropolitane Euro 44.387.096,00% copertura per Città metropolitane 40,51%Libero consorzio comunale di Agrigento Euro 7.146.531,00Libero consorzio comunale di Caltanissetta Euro 4.943.572,00Libero consorzio comunale di Enna Euro 4.053.997,00Libero consorzio comunale di Ragusa Euro 5.559.427,00Libero consorzio comunale di Siracusa Euro 7.157.158,00Libero consorzio comunale di Trapani Euro 6.752.219,00Subtotale Liberi consorzi comunali Euro 35.612.904,00% copertura per Liberi consorzi comunali 40,51%

Totale Euro 80.000.000,00

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L’art. 27-bis introduce alcune modifiche in materia di per-sonale operante nel settore della cooperazione internazio-nale allo sviluppo, prevedendo tra l’altro l’incremento del contingente da inviare presso le sedi estere dell’Agenzia, italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), ed ele-vando il numero di unità da assumere localmente. Ulte-riori disposizioni sono previste in materia di assunzione, con contratto a tempo determinato o tramite procedure di selezione, di personale operante nel settore. È altresì in-trodotta la facoltà di anticipare contributi al finanziamento d’iniziative di cooperazione per gli Enti territoriali e sog-getti operanti nel quadro d’intese interistituzionali. È infine incrementato, a decorrere dall’esercizio corrente, lo stan-ziamento a disposizione dell’Aics.Art. 29 (Rimborsi di Imposte, Tasse e Contributi per i Comuni siciliani colpiti da Sisma)L’art. 29 modifica l’art. 1, comma 665, della Legge n. 190/2014, inerente ad interventi a sostegno dei soggetti interessati dal Sisma del dicembre 1990 che ha colpito le Province di Catania, Ragusa e Siracusa. La norma novel-lata dispone che ai rimborsi di Imposte, Tasse e Contributi richiesti dai contribuenti aventi diritto si provvederà me-diante le risorse stanziate sugli ordinari capitoli di spesa utilizzati per il rimborso delle Imposte sui redditi e dei rela-tivi interessi, nel limite di Euro 160 milioni.Art. 30 (Attuazione della clausola del 34% per le Re-gioni del Mezzogiorno) Il comma 2-bis, dell’art. 7-bis, del Dl. n. 243/2016, è inte-grato, disponendo che entro il 30 aprile 2020 con Dpcm. saranno stabilite le modalità per verificare che il riparto delle risorse dei Programmi di spesa in conto capitale fi-nalizzati alla crescita o al sostegno degli investimenti da assegnare sull’intero territorio nazionale, che non abbiano criteri o indicatori di attribuzione già individuati, sia effet-tuato in conformità alle disposizioni di cui al comma 2, e

dunque con Dpcm., su proposta del Mef, sentito il Ministro per il Sud.Art. 31 (Contributo Regione Sardegna)E’ stabilito che le somme di cui all’art. 1, comma 851, del-la Legge n. 205/2017, pari ad Euro 15 milioni per l’anno 2019, sono riconosciute alla Regione Sardegna a titolo di acconto per le finalità di cui al punto 10 dell’Accordo sot-toscritto tra il Governo e la Regione Sardegna nell’ambito della definizione del contenzioso pregresso tra lo Stato e la Regione in materia di entrate tributarie e in attuazione delle Sentenze della Corte costituzionale che su di esso sono intervenuteIl comma 2 contiene le indicazioni contabili ai fini dell’ero-gazione del contributo alla Regione Sardegna. Nell’anno 2019, il Mef può disporre il ricorso ad anticipazioni di Teso-reria, con l’emissione di ordini di pagamento a valere sulle risorse stanziate nel corrispondente capitolo di spesa.Art. 31-bis, commi 1 e 2 (Disposizioni sugli Enti di Area vasta della Regione Siciliana)I commi 1 e 2 del presente articolo, introdotto in sede di conversione del Decreto, introduce disposizioni relative ai Liberi Consorzi comunali e alle Città metropolitane della Regione Siciliana.Il comma 1, apportando una modifica all’art. 38-quater, comma 1, del Dl. n. 34/2019, proroga al 2020 la possibi-lità per i Liberi Consorzi comunali e le Città metropolitane della Regione Siciliana in esercizio provvisorio di utilizzare le risorse pubbliche trasferite per la realizzazione di inter-venti infrastrutturali, in deroga alle disposizioni vigenti in materia di esercizio e gestione provvisoria del bilancio di previsione.Il comma 2 definisce il riparto del contributo di Euro 80 milioni annui riconosciuto, a decorrere dal 2020, a favore degli Enti in parola, dalla “Legge di bilancio 2020”, abro-gando i criteri di riparto ivi previsti.

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Art. 31-bis, commi 3-4 (Contributi per le Città metropo-litane di Roma e Milano)Il comma 3 dispone l’assegnazione, per il periodo 2020-2024, di Euro 20 milioni e di Euro 10 milioni annui, rispet-tivamente, per le Città metropolitane di Roma e di Milano, per il finanziamento di Piani di sicurezza a valenza plu-riennale di manutenzione di strade e di Scuole. Conse-guentemente, per quanto riguarda la copertura, gli oneri, pari ad Euro 30 milioni per ciascuno degli anni dal 2020 al 2024, si provvede mediante corrispondente riduzione del-lo stanziamento del “Fondo speciale di conto capitale”, per l’anno 2020, utilizzando l’accantonamento relativo al Mef per Euro 25 milioni dal 2020 al 2024 e l’accantonamento relativo al Min per Euro 5 milioni dal 2020 al 2024.Art. 31-bis, comma 5 (Concessioni di immobili nelle saline dismesse)Il presente comma interviene sulla disciplina che regola l’utilizzo in concessione dei beni immobili compresi nelle saline dismesse, la quale prevede che essi costituiscono aree prioritarie di reperimento di riserve naturali ai sensi della Legge n. 394/1991.Nello specifico, le novelle all’art. 2-quinquies, del Dl. n. 392/2000, hanno riguardato: - le concessioni rilasciate a favore di Regioni ed Enti Lo-cali, la cui durata è prevista in via generale dalla norma-tiva sulle concessioni di beni immobili appartenenti allo Stato (art. 14 del Dpr. n. 296/2005);

- la previsione che nel caso di rilascio di concessioni a favore di Regioni ed Enti Locali gli oneri di ordinaria e straordinaria manutenzione sono a carico di tali Enti;

- prevedere l’applicazione retroattiva delle nuove dispo-sizioni relative alla durata delle concessioni anche ai contratti in essere alla data di entrata in vigore del prov-vedimento in commento.

Art. 33-bis (Monopattini elettrici)L’art. 33-bis, introdotto nel corso dell’esame presso la Ca-mera dei Deputati, dispone la proroga di un anno della sperimentazione riguardante la circolazione di segway, hoverboard e monowheel (comma 1) e introduce una nuova disciplina che precisa le condizioni e i limiti entro i quali è ammessa la circolazione dei monopattini elettrici; si introducono inoltre sanzioni per la violazione di tali con-dizioni e limiti. Sono altresì disciplinate le attività di noleggio di monopat-tini, anche in modalità free floating e introdotte le sanzioni amministrative per l’utilizzo non conforme alle disposizio-ni vigenti degli altri dispositivi di micromobilità oggetto di sperimentazione (comma 2). Il comma 3 prevede sanzioni amministrative, nonché la confisca e la distruzione del veicolo, per coloro che cir-

colino su veicoli atipici per i quali non siano state ancora definite le caratteristiche tecniche e funzionali.Art. 35, comma 1-bis (Certificazione della realizzazio-ne degli interventi di manutenzione della rete viaria di Province e Città metropolitane)Il comma 1-bis dell’art. 35, introdotto nel corso dell’esame presso la Camera dei Deputati, con una novella al comma 1078 della “Legge di bilancio 2018”, dispone la proroga al 31 dicembre 2020 del termine entro cui le Province e le Città metropolitane devono certificare, con comunicazione al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, l’avvenuta realizzazione degli interventi effettuati nel 2018 e nel 2019 relativi a Programmi straordinari di manutenzione della rete viaria di Province e Città metropolitane, e al 31 dicem-bre successivo all’anno di riferimento del termine per la certificazione dell’avvenuta realizzazione degli interventi compiuti dal 2020 al 2023.Art. 37 (Disposizioni in materia di concessioni auto-stradali)La norma disciplina i casi di revoca, di decadenza o di ri-soluzione di concessioni di strade o di autostrade, incluse quelle sottoposte a pedaggio, nelle more dello svolgimen-to delle procedure di gara per l’affidamento a nuovo Con-cessionario, per il solo tempo strettamente necessario alla sua individuazione. In tali casi, Anas Spa può assumere la gestione delle medesime concessioni, nonché svolge-re le attività di manutenzione ordinaria e straordinaria e quelle di investimento finalizzate alla loro riqualificazione o adeguamento. Anas Spa, ai fini dello svolgimento di tali attività, può acquistare gli eventuali Progetti elaborati dal Concessionario previo pagamento di un corrispettivo de-terminato avendo riguardo ai soli costi di progettazione e ai diritti sulle opere dell’ingegno ex art. 2578 del Cc. Le eventuali disposizioni convenzionali che escludano il ri-conoscimento di indennizzi in caso di estinzione anticipata del rapporto concessorio sono fatte salve. Qualora l’estinzione della concessione derivi da inadem-pimento del Concessionario, deve applicarsi la sola lett. a) del comma 4 dell’art. 176 del “Codice dei Contratti pub-blici” (indennizzo), anche in sostituzione delle eventuali clausole convenzionali difformi. L’efficacia del provvedimento di revoca, decadenza o riso-luzione della concessione non è sottoposto alla condizio-ne del pagamento da parte dell’Amministrazione conce-dente delle somme previste come indennizzo. Art. 38 (“Fondo liquidità per Enti in riequilibrio finan-ziario pluriennale”)La Sentenza della Corte Costituzionale n. 18/2019, relati-va alla rimodulazione dei “Piani finanziari di riequilibrio” da parte degli Enti Locali, ha dichiarato incostituzionale l’art.

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1, comma 714, della Legge n. 208/2015, come sostituito dall’art. 1, comma 434, della Legge n. 232/2016, con ob-bligo per gli Enti interessati di incrementare la quota an-nuale di ripiano prevista dal proprio “Piano di riequilibrio pluriennale”.La norma dell’art. 38 in commento statuisce che tali Enti, per l’anno 2020, possono richiedere al Ministero dell’In-terno entro il 31 gennaio 2020 un incremento dell’antici-pazione già ricevuta, a valere sul “Fondo di rotazione per assicurare la stabilità finanziaria degli Enti Locali”. L’an-ticipazione dovrà essere assegnata mediante Dm. Inter-no, da emanarsi entro il 29 febbraio 2020, nei limiti delle disponibilità del “Fondo”, in proporzione della differenza tra la rata annuale dovuta nel 2020 a titolo di ripiano del “Piano di riequilibrio pluriennale” di ciascun Ente Locale richiedente e la rata annuale dovuta nell’esercizio imme-diatamente precedente l’applicazione degli effetti della Sentenza sopra richiamata. Con la Legge di conversione è stato previsto che l’antici-pazione può essere utilizzata, oltre che per il pagamen-to di debiti presenti nel Piano di riequilibrio, anche per il pagamento delle esposizioni eventualmente derivanti dal contenzioso censito nel Piano stesso.L’anticipazione è restituita in quote annuali di pari importo per un periodo di 10 anni e secondo le modalità previste dal Dm. che determinerà l’importo massimo dell’anticipa-zione attribuibile a ciascun Ente Locale (art. 243-ter, com-ma 2, del Tuel).Al fine di favorire il ripristino di un’ordinata gestione di cassa del bilancio corrente, la Legge n. 8/2020 di con-versione del Dl. n. 162/2019, ha introdotto il comma 3-bis prevedendo che Enti Locali in dissesto che hanno richie-sto l’anticipazione di somme da destinare ai pagamenti in sofferenza possono ora restituirla, in parti uguali, nei 10 esercizi successivi, entro il 30 settembre di ciascun anno, a partire dal secondo anno successivo all’assegnazione. Art. 38-bis (Disposizioni in materia di finanza locale)L’art. 38-bis è stato inserito con la Legge di conversione n. 8/2020, e prevede:a. la modifica dell’art. 473-bis, della Legge n. 232/2016,

con il quale ora, in tema di “Pareggio di bilancio”, è spe-cificato che per il solo anno 2017, qualora la relativa Certificazione trasmessa sia difforme dalle risultanze del rendiconto di gestione, gli Enti devono inviarne una a rettifica entro il termine perentorio del 30 giugno 2020;

b. la sostituzione parziale nella Legge n. 160/2019 (“Leg-ge di bilancio per il 2020”) dei commi 43, 63 e 64 e l’abrogazione del comma 548 (afferente il monitoraggio degli effetti finanziari della disciplina statale relativa ai Tributi erariali e ai Tributi propri che potrebbero produr-

re effetti sulla finanza della Regione Trentino-Alto Adige e delle Province autonome di Trento e di Bolzano): - il comma 43 prevede, con riferimento all’assegnazio-

ne dei contributi per investimenti in Progetti di rigene-razione urbana, l’emanazione di un Dpcm. attuativo entro il 31 marzo 2020, il quale dovrà ora anche indi-care le modalità di ammissibilità delle richieste, di as-segnazione dei contributi, di revoca e di recupero de-gli stessi. Le istanze per la concessione dei contributi devono essere presentate entro il 30 giugno dell’anno precedente il triennio di riferimento, secondo modalità di trasmissione individuate con Decreto del Ministero dell’Interno, i relativi contributi saranno concessi sem-pre con Dm. Interno entro il successivo 30 settembre;

- i commi 63 e 64 ora stabiliscono che per il finanzia-mento degli interventi di manutenzione straordinaria e l’incremento dell’efficienza energetica delle Scuole di Province e Città metropolitane è autorizzata la spesa di Euro 90 milioni per ciascuno degli anni 2020 e 2021 e di Euro 225 milioni per ciascuno degli anni dal 2022 al 2034; con apposito Dpcm. da emanarsi entro il 31 marzo 2020 saranno individuate le risorse e gli utilizzi delle risorse e con Decreti dei Ministeri competenti, ora da emanarsi nei successivi 90 giorni, dovranno essere individuati gli Enti beneficiari, gli interventi am-messi al finanziamento e il relativo importo;

c. l’incremento dei fondi previsti all’art. 1, comma 1076, della Legge n. 205/2017, per il finanziamento degli in-terventi relativi a Programmi straordinari di manutenzio-ne della rete viaria di Province e Città metropolitane.

Art. 39 (Misure organizzative urgenti per la riduzione dell’onere del debito degli Enti Locali e delle Regioni)Al fine di conseguire una riduzione totale del valore finan-ziario delle passività totali a carico delle finanze pubbliche, si prevede che i Comuni, le Province e le Città metropoli-tane che abbiano contratto con Banche o Intermediari fi-nanziari mutui in essere alla data del 30 giugno 2019, con scadenza successiva al 31 dicembre 2024 e con debito residuo superiore ad Euro 50.000 o di valore inferiore nei casi di Enti con un’incidenza degli oneri complessivi per rimborso prestiti e interessi sulla spesa corrente media del triennio 2016-2018 superiore all’8%, possono presentare al Mef, con le modalità e nei termini stabiliti con Decreto Mef da adottare entro 90 giorni dall’entrata in vigore del presente Dl., apposita istanza affinché tali mutui venga-no ristrutturati dallo stesso Ministero, con accollo da parte dello Stato.Il Mef, per la gestione delle attività di ristrutturazione di mutui, individuerà con proprio Decreto una Società “in house”, con onere nel limite massimo di Euro 2 milio-

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ni nell’anno 2020 e di Euro 4 milioni annui a decorrere dall’anno 2021. Il monitoraggio delle attività di cui al presente articolo, il coordinamento nei confronti degli Enti Locali destinatari della ristrutturazione e l’individuazione di soluzioni ammi-nistrative volte a uniformare le interlocuzioni tra gli Enti Locali e la predetta Società incaricata per agevolare l’ac-cesso alle operazioni stesse è assicurato mediante la co-stituenda Unità di coordinamento. Partecipano all’Unità i rappresentanti di Anci e Upi, il Mef e il Ministero degli In-terni; apposito Dpcm. definirà la durata, l’organizzazione, la struttura, il funzionamento dell’Unità nonché le modalità di raccordo con la predetta Società “in house”. Le operazioni di ristrutturazione possono prevedere l’e-missione di apposite obbligazioni da parte dello Stato in sostituzione dei mutui oggetto di accollo, purché da tali emissioni non derivi un aumento del debito delle Pubbli-che Amministrazioni. Ad esito dell’operazione di accollo è ammessa la possibilità di surroga del mutuante da parte di un soggetto terzo che diventa il nuovo soggetto creditore dello Stato. Possono essere oggetto di ristrutturazione e di conse-guente accollo da parte dello Stato anche eventuali ope-razioni derivate connesse ai mutui sopra citati e rientranti nelle tipologie di cui all’art. 3 del Decreto Mef n. 389/2003. Nell’Istanza al Ministero per la ristrutturazione dei mutui l’Ente deve indicare, nel caso in cui le operazioni di ristrut-turazione prevedano l’estinzione anticipata totale o par-ziale del debito, l’impegno a destinare specifiche risorse al pagamento di eventuali penali o indennizzi e di ogni altro onere connesso, da versare allo Stato alle condizioni e con il profilo temporale negoziati con l’istituto mutuante. A seguito della presentazione dell’Istanza, la Società in-caricata avvia l’istruttoria e le attività necessarie per la ristrutturazione del mutuo e, all’esito delle stesse, comu-nica all’Ente le condizioni dell’operazione, il nuovo profilo di ammortamento del mutuo ristrutturato, distintamente per la quota capitale e la quota interesse, gli oneri e le eventuali penali o indennizzi a carico dell’Ente. In caso di accettazione delle condizioni da parte dell’Ente, la So-cietà incaricata è autorizzata ad effettuare l’operazione di ristrutturazione. L’Ente sottoscrive con la Società incaricata un contratto avente ad oggetto l’accollo da parte dello Stato dei mutui, nel quale sono definite le modalità di estinzione del con-seguente debito dell’Ente nei confronti dello Stato, com-prensive di interessi, basate su un periodo pari a quello previsto per l’estinzione dei mutui, prevedendo anche, qualora l’Ente non adempia nei termini ivi stabiliti al versa-mento delle rate di ammortamento dovute, sia le modalità

di recupero delle somme e sia l’applicazione di interessi moratori. Gli Enti Locali rilasciano a favore del Mef apposita dele-gazione di pagamento, ai sensi dell’art. 206 del Tuel. In caso di inadempienza, in tutto o in parte, sulla base dei dati comunicati dalla Società incaricata, l’Agenzia del-le Entrate provvede a trattenere le relative somme, per i Comuni interessati, all’atto del pagamento agli stessi dell’Imu, riscossa tramite Modello “F24” o altre modalità di riscossione e, per le Città metropolitane e le Province, all’atto del riversamento alle medesime dell’Imposta sulle assicurazioni contro la responsabilità civile, derivante dal-la circolazione dei veicoli a motore.Ai fini del calcolo del limite di indebitamento degli Enti Lo-cali (art. 204 del Tuel) concorre anche la quota interessi del debito nei confronti dello Stato per le predette opera-zioni di ristrutturazione dei mutui. Le disposizioni sopra indicate si applicano anche per i mu-tui contratti per la realizzazione di infrastrutture necessa-rie per il miglioramento dei servizi pubblici dalle Società partecipate dai Comuni, dalle Province e dalle Città metro-politane a capitale interamente pubblico incluse nell’Elen-co delle Amministrazioni pubbliche; in tal caso, ai fini della determinazione del limite di indebitamento per gli Enti Lo-cali, si tiene anche conto della quota interessi relativa agli appena citati mutui ristrutturati. Modalità e termini per l’applicazione delle disposizioni recate dal presente articolo nei confronti delle Regioni e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, sono sta-biliti con apposito Decreto Mef, da adottarsi entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del presente Decreto ed è ora istituito un apposito Tavolo tecnico.Sono aggiunti con la Legge n. 8/2020 di conversione del Dl. n. 162/2019 i commi da 14-bis a 14-decises, di interes-se per le Regioni.Viene modificato l’art. 44, comma 4, del Dl. n. 189/2016, prevedendo che il versamento della quota capitale annua-le corrispondente al Piano di ammortamento sulla base del quale è effettuato il rimborso delle anticipazioni del-la liquidità acquisita da ciascuna Regione ex artt. 2 e 3, comma 1, lett. a) e b), del Dl. n. 35/2013, da riassegnare ai sensi dell’art. 12, comma 6, del citato Dl., ed iscritta nei bilanci pluriennali delle Regioni colpite dagli eventi sismici di cui all’art. 1, è sospeso ora fino al 2022. La somma delle quote capitale annuali sospese è rimborsata, in quote an-nuali costanti, negli anni restanti di ogni piano di ammorta-mento originario, a decorrere dal 2023. Nel 2022 gli Enti interessati dalla sospensione potranno utilizzare l’avanzo di amministrazione esclusivamente per la riduzione del debito e possono accertare entrate per

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accensione di prestiti per un importo non superiore a quel-lo degli impegni per il rimborso di prestiti, al netto di quelli finanziati dal risultato di amministrazione, incrementato dell’ammontare del disavanzo ripianato nell’esercizio. Entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presen-te disposizione, gli Enti possono comunicare al Mef di non essere interessati alla sospensione per l’esercizio 2022.Per dare copertura agli oneri derivanti dalla norma sopra indicata, ipotizzati in Euro 5,8 milioni per l’anno 2022, è prevista una corrispondente riduzione del “Fondo per in-terventi strutturali di politica economica” (art. 10, comma 5, del Dl. n. 282/2004). Per incentivare gli investimenti delle Regioni nei rispettivi territori viene rimodulata e prolungata la sospensione del-la riduzione dei trasferimenti erariali fino al 2033. Gli oneri derivanti dalle disposizioni di cui sopra, ipotizzati in Euro 210,5 milioni per ciascuno degli anni dal 2023 al 2033, sono coperti mediante una corrispondente riduzione dei contributi per investimenti assegnati alle Regioni a statuto ordinario (art. 1, comma 134, della Legge n. 145/2018). Il comma 14-decies apporta le seguenti modifiche al Tuel:a) con riferimento all’accesso in deroga ai mutui da parte

degli Enti Locali in “procedura di riequilibrio finanziario pluriennale”, con l’integrazione al comma 9-bis dell’art. 243-bis, si dispone che tali Enti possono contrarre i mutui necessari alla copertura di spese di investimento relative a progetti e interventi che garantiscano l’otte-nimento di risparmi di gestione funzionali al raggiun-gimento degli obiettivi fissati nel “Piano di riequilibrio finanziario pluriennale”, per un importo non superiore alle quote di capitale dei mutui e dei prestiti obbligazio-nari precedentemente contratti ed emessi, rimborsate nell’esercizio precedente, nonché alla copertura, anche a titolo di anticipazione, di spese di investimento stret-tamente funzionali all’ordinato svolgimento di progetti e interventi finanziati in prevalenza con risorse prove-nienti dall’Unione europea o da Amministrazioni ed Enti nazionali, pubblici o privati;

b) con riguardo all’accesso ai mutui da parte degli Enti Lo-cali in “Dissesto”, con la variazione al comma 1, dell’art. 249, si prevede aggiuntivamente la possibilità di con-trarre mutui per la copertura, anche a titolo di anticipa-zione, di spese di investimento strettamente funzionali all’ordinato svolgimento di progetti ed interventi finan-ziati in prevalenza con risorse provenienti dall’Ue o da Amministrazioni ed Enti nazionali, pubblici o privati.

Art. 39-bis (Utilizzo dei proventi derivanti dalle sanzio-ni previste dal “Codice della Strada”)La Legge di conversione n. 8/2020 modifica l’art. 208, comma 3-bis, del “Codice della Strada”.

Ora, fino al 2022, le Province e le Città metropolitane possono utilizzare le propria quota delle sanzioni previ-ste dall’art. 142, comma 12-ter, e dall’art. 208, comma 4, del “CdS”, per il finanziamento degli oneri riguardanti le funzioni di Viabilità e di Polizia locale con riferimento al miglioramento della sicurezza stradale, nonché per inter-venti per il ricovero degli animali randagi, per la rimozione dei rifiuti abbandonati e per il decoro urbano delle aree e delle sedi stradali. Art. 39-ter (Disciplina del “Fondo anticipazione di li-quidità degli Enti Locali”) La Legge di conversione, per dare attuazione alla Senten-za Corte costituzionale n. 4/2020, stabilisce che in sede di approvazione del rendiconto 2019 gli Enti Locali accanto-nano il “Fondo anticipazione di liquidità” (“Fal”) nel risulta-to di amministrazione al 31 dicembre 2019 per un importo pari all’ammontare complessivo delle anticipazioni di cui al Dl. n. 35/2013 incassate negli esercizi precedenti e non ancora rimborsate alla data del 31 dicembre 2019. L’eventuale conseguente peggioramento del disavanzo di amministrazione al 31 dicembre 2019 rispetto all’eserci-zio precedente, ma per un importo non superiore all’in-cremento dell’accantonamento al “Fondo anticipazione di liquidità” effettuato in sede di rendiconto 2019, può essere ripianato annualmente, a decorrere dall’anno 2020, per un importo pari all’ammontare dell’anticipazione rimborsata nel corso dell’esercizio.Il “Fal” neocostituito deve essere annualmente utilizzato secondo le seguenti modalità: a) nel bilancio di previsione 2020-2022, nell’entrata dell’e-

sercizio 2020 deve essere iscritto, come utilizzo del risultato di amministrazione, un importo pari al “Fal” accantonato nel risultato di amministrazione 2019 e il medesimo importo deve essere iscritto come “Fal” nel Titolo 4 della Missione 20 - Programma 03 della spesa dell’esercizio 2020, riguardante il rimborso dei prestiti, al netto del rimborso dell’anticipazione effettuato nell’e-sercizio;

b) a partire dall’esercizio 2021, fino al completo utilizzo del “Fal”, nell’entrata di ciascun esercizio del bilancio di previsione è applicato il “Fal” stanziato nella spesa dell’esercizio precedente e nella spesa è stanziato il medesimo “Fal” al netto del rimborso dell’anticipazione effettuato nell’esercizio.

La quota del risultato di amministrazione accantonata nel “Fal” è applicata al bilancio di previsione anche da parte degli Enti in disavanzo di amministrazione. Art. 39-quater (Disavanzo degli Enti Locali)L’eventuale maggiore disavanzo emergente in sede di approvazione del rendiconto 2019, determinato in misura

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non superiore alla differenza tra l’importo del “Fondo cre-diti di dubbia esigibilità” accantonato nel risultato di ammi-nistrazione in sede di approvazione del rendiconto 2018, determinato con il “metodo semplificato” previsto dai Prin-cipi contabili, sommato allo stanziamento assestato iscrit-to nel bilancio 2019 per il “Fcde” al netto degli utilizzi del “Fcde” effettuati per la cancellazione e lo stralcio dei credi-ti, e l’importo del “Fcde” accantonato in sede di rendiconto 2019, potrà essere ripianato in non più di 15 annualità, a decorrere dall’esercizio finanziario 2021, in quote annuali costanti. Le modalità di recupero dovranno essere definite con Deliberazione del Consiglio dell’Ente Locale, acquisito il

parere dell’Organo di revisione, entro 45 giorni dall’ap-provazione del rendiconto. La mancata adozione di tale Deliberazione è equiparata a tutti gli effetti alla mancata approvazione del rendiconto di gestione. Per il rientro dal disavanzo possono essere utilizzati le economie di spesa e tutte le entrate, ad eccezione di quel-le provenienti dall’assunzione di prestiti e di quelle con specifico vincolo di destinazione, nonché i proventi deri-vanti dall’alienazione di beni patrimoniali disponibili accer-tati nel rispetto del Principio contabile, e da altre entrate in conto capitale. Il disavanzo deve comunque essere ri-pianato anche nelle more dell’accertamento dei proventi derivanti dall’alienazione di beni patrimoniali disponibili.

È stato pubblicato in G.U. - Serie generale n. 70 del 17 marzo 2020 il Dl. 17 marzo 2020, n. 18, rubricato “Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di so-stegno economico per famiglie, lavoratori e imprese con-nesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19”, conte-nente le misure adottate al fine di stabilizzare l’economia a seguito dell’emergenza “Covid-19”. Le misure previste dal Decreto in commento sono vigenti dalla stessa data di pubblicazione in G.U.Esaminiamo di seguito i temi della fiscalità erariale, non-ché degli aspetti tributari, delle gare di appalto, delle So-cietà pubbliche, del personale delle P.A. e di ogni altro aspetto di interesse per gli Enti Locali, affrontati dal Dl. n. 18/2020.Artt. da 1 a 3 e da 7 a 13 (Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale)Per far fronte all’emergenza “Covid-19” sono previste una serie di misure eccezionali volte a potenziare, sia sul pia-no economico che quantitativo, le risorse per il personale sanitario e tecnico in diversi ambiti: - incremento delle risorse da destinare alle prestazioni di lavoro straordinario del personale medico e non im-pegnato in attività di contrasto alla emergenza epide-miologica determinata dal diffondersi del “Coronavirus”, tramite appositi finanziamenti da parte dello Stato ed in deroga al limite di cui all’art. 23, comma 2, del Dlgs. n. 75/2017 (art. 1);

- assunzione a tempo determinato, presso il Ministero

“Covid-19”pubblicato il Decreto “Cura Italia”, con tutte le novità di interesse per gli Enti Locali

della Salute, di diversi profili di Dirigente Medico, veteri-nario e tecnici, della prevenzione al fine di potenziare le attività di vigilanza, di controllo igienico-sanitario e pro-filassi svolte presso i principali porti e aeroporti (art. 2);

- al fine di potenziare le reti di assistenza territoriale, le Regioni, le Province autonome e le Aziende sanitarie possono stipulare Accordi contrattuali ex art. 8-quin-quies del Dlgs. n. 502/1992, per l’acquisto di ulteriori prestazioni sanitarie, in deroga ai vigenti limiti di spesa nel caso in cui la situazione di emergenza richieda l’at-tuazione del Piano, adottato in attuazione della Circo-lare del Ministero della Salute (Prot. Gab. n. 2627) in data 1° marzo 2020, al fine di incrementare la dotazione dei posti letto in terapia intensiva e nelle unità operati-ve di pneumologia e di malattie infettive, e si manifesti l’impossibilità di perseguire gli obiettivi di potenziamento indicato nelle strutture pubbliche e nelle strutture priva-te accreditate, mediante le prestazioni acquistate con i contratti in essere alla data del presente Decreto.

- Qualora non sia possibile perseguire gli obiettivi indicati tramite Accordi ex art. 8-quinquies del Dlgs. n. 502/1992, è consentita, in deroga, la stipula di contratti con strut-ture private non accreditate, purché autorizzate ai sensi dell’art. 8-ter del medesimo Dlgs. n. 502/1992.

- Inoltre, per fronteggiare l’eccezionale carenza di perso-nale medico e delle professioni sanitarie, in conseguen-za dell’emergenza dovuta alla diffusione del “Covid-19”, in quanto ricoverato o in stato contumaciale a causa

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dell’infezione, le strutture private, accreditate e non, su richiesta delle Regioni o delle Province autonome o del-le Aziende sanitarie, mettono a disposizione il personale sanitario in servizio nonché i locali e le apparecchiature presenti nelle suddette strutture (art. 3);

- autorizzato, per l’anno 2020, l’arruolamento ecceziona-le, a domanda, di militari dell’Esercito italiano in servizio temporaneo, con una ferma eccezionale della durata di un anno, di Ufficiali Medici, Sottufficiali Infermieri, cittadi-ni italiani di età non superiore ad anni 45 e in possesso della Laurea magistrale in Medicina e Chirurgia e della relativa abilitazione professionale ovvero della laurea in infermieristica e della relativa abilitazione professionale.

- Le procedure di arruolamento di cui al presente articolo sono gestite tramite Portale on-line sul sito internet del Ministero della Difesa “www.difesa.it” e si concludono entro 15 giorni dalla data di entrata in vigore del presen-te Decreto (art. 7);

- il Ministero della Difesa, verificata l’impossibilità di uti-lizzare personale già in servizio, può conferire incarichi individuali a tempo determinato, previo avviso pubblico, fino a un massimo di 6 unità di personale di livello non dirigenziale di Funzionario tecnico per la biologia, la chi-mica e la fisica (art. 8);

- potenziamento dei servizi sanitari militari per l’acquisto di dispositivi medici e presidi sanitari mirati alla gestione dei casi urgenti e di biocontenimento (art. 9);

- l’Inail, anche quale soggetto attuatore degli interventi di Protezione civile, è autorizzato ad acquisire un con-tingente di 200 Medici specialisti e di 100 Infermieri, conferendo incarichi di lavoro autonomo, anche di colla-borazione coordinata e continuativa, di durata non supe-riore a 6 mesi, eventualmente prorogabili in ragione del perdurare dello stato di emergenza, e comunque non oltre il 31 dicembre 2020, in deroga all’art. 7 del Dlgs. n. 165/2001 e dell’art. 9, comma 28, del Dl. n. 78/2010 convertito con modificazioni dalla Legge n. 122/2010 (art. 10);

- per l’Iss sono state stanziate risorse aggiuntive per far fronte alle esigenze di sorveglianza epidemiologica e di coordinamento connesse alla gestione dell’emergenza e per effettuare assunzioni a tempo determinato in dero-ga ai limiti previsti dalla legge (art. 11);

- possibilità per le Aziende e gli Enti del Servizio sanitario nazionale, fino al perdurare dello stato di emergenza, di trattenere in servizio i Dirigenti medici e sanitari, non-ché il personale del ruolo sanitario del Comparto sanità e gli operatori socio-sanitari, anche in deroga ai limiti previsti dalle disposizioni vigenti per il collocamento in quiescenza (art. 12);

- consentito l’esercizio temporaneo di qualifiche profes-sionali sanitarie ai professionisti che intendono eserci-tare sul territorio nazionale una professione sanitaria conseguita all’estero regolata da specifiche Direttive dell’Unione europea, in deroga delle norme in materia di riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie (art. 13).

Art. 4 (Disciplina delle Aree sanitarie temporanee)Tale norma prevede, per Regioni e Province autonome, la disapplicazione, per tutta la durata dell’emergenza, dei re-quisiti autorizzativi e di accreditamento per la costruzione di strutture sanitarie, all’interno o all’esterno delle struttu-re di ricovero preesistenti, previsti dal Dpr. n. 380/2001, oltre alle Leggi regionali, ai Piani regolatori e ai Regola-menti edilizi locali, per tutta la durata dello stato di emer-genza “Covid-19” deliberato dal Consiglio dei Ministri in data 31 gennaio 2020, nonché agli obblighi di cui al Dpr. n. 151/2011 (“Schema di regolamento per la disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi”). I Progetti di ampliamento o nuova costruzione delle Aree sanitare di cui sopra si ritengono avviati una volta presentata la Scia al Comune competente. Tali misure di emergenza sono applicabili anche agli Ospedali, ai Policlinici universitari, agli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, alle Strutture accreditate ed autorizzate. Al comma 3 del medesimo art. 4 si fanno salve le misure già adottate (ai sensi del comma 1) dalle Strutture sanita-rie per cause di forza maggiore per far fronte all’emergen-za “Covid-19”. Infine, si prevede al comma 4 che, per attuare tali disposi-zioni, si rende disponibile un “Fondo” fino ad un massimo di Euro 50 milioni, a valere sull’importo fissato dall’art. 20 della Legge n. 67/1988 (“Legge Finanziaria 1988”), così come rifinanziato dall’art. 1, comma 555, della Legge n. 145/2018 (“Legge di bilancio 2019-2021”), trattandosi di risorse dei fondi perequativi alle Regioni e le Province au-tonome di Trento e Bolzano, derogando rispetto al con-corso di queste ultime sulla base delle quote d’accesso al fabbisogno sanitario indistinto corrente rilevate per l’anno 2019. L’assegnazione dell’importo avviene secondo la Ta-bella di cui all’Allegato “B”, che costituisce parte integrante del Decreto in commento. Lo stanziamento delle risorse avverrà tramite l’emanazione di Decreti dirigenziali del Mef e del Ministero della Sanità.Art. 5 (Incentivi per la produzione e la fornitura di di-spositivi medici)Tale art. 5 attribuisce il potere in capo al Commissario straordinario, avvalendosi dei fondi dell’Agenzia Impresa Spa – Invitalia, di assicurare l’approvvigionamento di “dpi” (“dispositivi di protezione individuali”), erogando finanzia-

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menti e contributi a fondo perduto o a rendiconto gestiona-le alle Imprese che producono dispositivi medici e “dpi”, ai valori di mercato correnti al 31 dicembre 2019, a seconda dell’esigenza per far front all’emergenza “Covid-19”. Entro 5 giorni dall’entrata in vigore del Dl n. 18/2020, il Commissario straordinario designato provvederà all’avvio della misura e fornisce specifiche disposizioni per assi-curare la gestione della stessa. Viene allo stesso modo autorizzata la spesa di Euro 50 milioni per l’anno 2020, a titolo di contributi a fondo perduto oltre che a finanziamenti agevolati, secondo quanto stabilito dalla normativa euro-pea. Tali risorse saranno accreditate su un apposito conto corrente infruttifero intestato all’Agenzia, aperto presso la Tesoreria centrale dello Stato. Art. 6 (Requisizioni in uso o in proprietà)Con l’art. 6, viene concessa, per tutta la durata dell’emer-genza così come stabilita dal Cdm. 31 gennaio 2020, la facoltà di disporre, da parte del Capo del Dipartimento della Protezione civile (nel limite di Euro 150 milioni per l’anno 2020), su richiesta del Commissario straordinario di cui all’art. 122, attraverso l’emanazione di Decreti dirigen-ziali, la requisizione in uso o in proprietà, da ogni soggetto pubblico o privato, di presidi sanitari e medico-chirurgici, nonché di beni mobili di qualsiasi genere, occorrenti per fronteggiare la predetta emergenza sanitaria, anche per assicurare la fornitura delle strutture e degli equipaggia-menti alle Aziende sanitarie o ospedaliere ubicate sul ter-ritorio nazionale, nonché per implementare il numero di posti letto specializzati nei reparti di ricovero dei pazienti affetti da detta patologia. La requisizione potrà protrarsi fino al 31 luglio 2020 o fino alla fine dello stato di emergen-za. Non potrà durare oltre 6 mesi dalla data di apprensio-ne del bene. Se, entro la scadenza di tale termine, la cosa non è restituita al proprietario senza alterazioni sostanziali e nello stesso luogo in cui fu requisita, o in altro luogo se il proprietario vi consenta, la requisizione in uso si trasforma in requisizione in proprietà, salvo che l’interessato con-senta espressamente alla proroga del termine.A seconda del caso, al legittimo proprietario potrà esse-re corrisposta una somma di denaro a titolo di indennità, 100% se viene requisita la proprietà o verrà corrisposta un’indennità per ogni mese di requisizione pari a 1/60 del valore del bene requisito.L’indennità di requisizione è liquidata nello stesso Decreto del Prefetto, che ai fini della stima si avvale dell’Agenzia delle Entrate, alla stregua del valore corrente di mercato dell’immobile requisito o di quello di immobili di caratteri-stiche analoghe, in misura corrispondente, per ogni mese o frazione di mese di effettiva durata della requisizione, allo 0,42% di detto valore.

Art. 15 (Disposizioni straordinarie per la produzione di mascherine chirurgiche e dispositivi di protezione individuale) L’art. 15 in esame consente, fermo restando quanto dispo-sto dall’art. 34 del Dl. 2 marzo 2020, n. 9, per la gestione dell’emergenza “Covid-19”, e fino al termine dello stato di emergenza di cui alla Delibera del Consiglio dei ministri 31 gennaio 2020, la produzione, l’importazione e l’immissio-ne in commercio di mascherine chirurgiche e dispositivi di protezione individuale in deroga alle vigenti disposizioni. Occorre tuttavia un’autocertificazione da parte del sogget-to produttore o importatore che il “dpi” prodotto sia con-forme agli standard, previa verifica, da effettuarsi entro 3 giorni da parte dell’Iss.Art. 16 (Ulteriori misure di protezione a favore dei la-voratori e della collettività) La disposizione dell’art. 16, al fine di contenere il diffon-dersi del virus “Covid-19”, fino al termine dello stato di emergenza di cui alla Delibera del Consiglio dei Ministri, ha previsto sull’intero territorio nazionale, per i lavoratori che nello svolgimento della loro attività sono oggettiva-mente impossibilitati a mantenere la distanza interperso-nale di 1 metro, l’utilizzo le mascherine chirurgiche quali dispositivi di protezione individuale. Gli individui presenti sull’intero territorio nazionale sono autorizzati all’utilizzo di mascherine filtranti prive del marchio “CE” e prodotte in deroga alle vigenti norme sull’immissione in commercio. Art. 17 (Disposizioni urgenti materia di sperimentazio-ne dei medicinali e dispositivi medici per l’emergenza epidemiologica da “Covid-19”) Con l’art. 17 si prevedono misure straordinarie che riguar-dano la sperimentazione clinica dei medicinali, i pareri dei Comitati etici e l’attività dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa).Limitatamente al periodo dello stato di emergenza, ferme restando le disposizioni vigenti in materia di sperimenta-zione clinica dei medicinali e dei dispositivi medici, al fine di migliorare la capacità di coordinamento e di analisi delle evidenze scientifiche disponibili – si legge nel Decreto – è affidata ad Aifa, la possibilità di accedere a tutti i dati degli studi sperimentali e degli usi compassionevoli specificati nel comma successivo, cioè i dati delle sperimentazioni che riguardano esclusivamente gli studi sperimentali e gli usi compassionevoli dei medicinali per pazienti con “Co-vid-19”. I protocolli di studio saranno valutati in via preli-minare dalla Commissione tecnico-scientifica (Cts) dell’Ai-fa, che “ne comunica gli esiti anche al Comitato tecnico scientifico dell’Unità di crisi del Dipartimento della Prote-zione civile”.Art. 18 (Rifinanziamento fondi)

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Si prevede, per far fronte all’emergenza “Covid-19”, il po-tenziamento della capacità di intervento del Sistema sani-tario, della Protezione civile e degli altri soggetti pubblici impegnati a fronteggiare l’emergenza sanitaria.Vengono individuate le coperture per le 20.000 assunzioni già deliberate per il Sistema sanitario nazionale ed è in-crementato il “Fondo emergenze nazionali” complessiva-mente di 1,65 miliardi. Lo stanziamento di risorse per gli straordinari del personale sanitario viene incrementato di Euro 150 milioni per il 2020.E’ finanziato l’aumento dei posti letto in terapia intensiva e nelle unità di pneumologia e malattie infettive (anche in deroga ai limiti di spesa), mentre le strutture private devo-no mettere a disposizione il personale sanitario in servizio, i locali e le proprie apparecchiature (per una spesa di Euro 340 milioni).Viene concessa l’autorizzazione a Invitalia ad erogare finanziamenti agevolati o contributi a fondo perduto alle Imprese produttrici di dispositivi medici e dispositivi di pro-tezione individuale (per un tetto massimo di spesa di Euro 50 milioni).E’ anche concessa la possibilità di incrementare il perso-nale medico e infermieristico militare con una ferma ec-cezionale di un anno, mentre vengono potenziati i servizi sanitari militari. L’Inail potrà assumere a tempo determi-nato 200 Medici specialisti e 100 Infermieri, mentre viene incrementato lo stanziamento a favore dell’Istituto Supe-riore di Sanità per far fronte alle esigenze di sorveglianza epidemiologica (il totale di questi interventi assomma ad Euro 64 milioni).Vengono introdotte disposizioni in merito all’anticipazione del prezzo nei contratti pubblici, volte a velocizzare le pro-cedure d’acquisto e di pagamento di materiali e strumen-tazioni sanitari.E’ disposta l’istituzione del “Fondo per la sanificazione de-gli ambienti di Province, Città metropolitane e Comuni”.Si prevede che, nella vigenza dello stato di emergenza e, in ogni caso, sino al 31 luglio 2020, l’acquisizione di forni-ture e servizi da parte delle Aziende, Agenzie e degli Enti del Ssn, da utilizzare nelle attività di contrasto alla diffusio-ne del “Covid-19”, qualora sia finanziata in via esclusiva tramite donazioni di persone fisiche o giuridiche private, avvenga mediante affidamento diretto, senza previa con-sultazione di 2 o più operatori economici, per importi non superiori alle soglie già previste, a condizione che l’affida-mento sia conforme al motivo delle liberalità.Art. 19 (Norme speciali in materia di trattamento or-dinario di integrazione salariale e assegno ordinario) La disposizione dell’art. 19 consente ai datori di lavoro che nell’anno 2020 sospendono o riducono l’attività lavorativa

per eventi riconducibili all’emergenza “Covid-19”, di richie-dere il trattamento ordinario di integrazione salariale o di accesso all’assegno ordinario per periodi decorrenti dal 23 febbraio 2020 per una durata massima di 9 settimane e comunque entro il mese di agosto 2020. A tali fini, sono previste procedure semplificate, in deroga alla legislazio-ne vigente (comma 2).L’assegno ordinario di cui al comma 1 è concesso, limi-tatamente per il periodo indicato e nell’anno 2020, anche ai lavoratori dipendenti presso datori di lavoro iscritti al “Fondo di integrazione salariale” (“Fis”) che occupano me-diamente più di 5 dipendenti. Il predetto trattamento, su istanza del datore di lavoro, può essere concesso con la modalità di pagamento diretto della prestazione da parte dell’Inps. I lavoratori destinatari delle presenti misure devono risul-tare alle dipendenze dei datori di lavoro richiedenti la pre-stazione alla data del 23 febbraio 2020. Artt. 20-21 (Trattamento ordinario di integrazione sa-lariale per le Aziende che si trovano già in Cassa in-tegrazione straordinaria e per i datori di lavoro che hanno trattamenti di assegni di solidarietà in corso) Per le Aziende che alla data di entrata in vigore del Dl. n. 6/2020 (23 febbraio 2020) hanno in corso un trattamento di integrazione salariale straordinario e per i datori di la-voro iscritti al “Fondo di integrazione salariale” (“Fis”), è possibile presentare domanda di concessione del tratta-mento ordinario di integrazione salariale ai sensi dell’art. 19. La concessione del trattamento ordinario sospende e sostituisce il trattamento di integrazione straordinario già in corso. La concessione del trattamento ordinario di in-tegrazione salariale è subordinata alla sospensione degli effetti della concessione della cassa integrazione straor-dinaria precedentemente autorizzata e il relativo periodo di trattamento ordinario di integrazione salariale conces-so ai sensi dell’art. 19 non è conteggiato ai fini dei limiti previsti dall’art. 4, commi 1 e 2, e dall’art. 12, del Dlgs. n. 148/2015. Limitatamente ai periodi di trattamento ordina-rio di integrazione salariale concessi ai sensi del comma 1 non si applica la contribuzione aggiuntiva prevista dall’art. 5 del Dlgs. n. 148/2015. Art. 22 (Nuove disposizione per la Cassa integrazione in deroga) Per i datori di lavoro privati, compresi quelli del Settore agricolo e pesca, che non rientrano nell’ambito di appli-cazione delle tutele previste dalle vigenti disposizioni in materia di sospensione o riduzione di orario, in costanza di rapporto di lavoro, possono riconoscere, in conseguen-za dell’emergenza epidemiologica da “Covid-19”, previo Accordo che può essere concluso anche in via telemati-

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ca con le Organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale per i datori di lavoro, trattamenti di Cassa integrazione salariale in deroga, per la durata della sospensione del rapporto di lavoro e co-munque per un periodo non superiore a 9 settimane. Per i lavoratori è riconosciuta la contribuzione figurativa e i re-lativi oneri accessori. L’Accordo di cui al presente comma non è richiesto per i datori di lavoro che occupano fino a 5 dipendenti. Sono esclusi dall’applicazione dell’istituto i datori di lavoro domestico. Art. 23 (Congedo e indennità per i lavoratori dipenden-ti del Settore privato, i lavoratori iscritti alla “Gestio-ne separata” di cui all’art. 2, comma 26 della Legge n. 335/1995, e i lavoratori autonomi, per emergenza “Covid-19”) A decorrere dal 5 marzo 2020, in conseguenza dei Prov-vedimenti di sospensione dei Servizi educativi per l’infan-zia e delle attività didattiche nelle Scuole di ogni ordine e grado, di cui al Dpcm. 4 marzo 2020, i lavoratori dipenden-ti del Settore privato hanno diritto a fruire per un periodo continuativo o frazionato comunque non superiore a 15 giorni, per i figli di età non superiore ai 12 anni, di uno specifico congedo, per il quale è riconosciuta un’indennità pari al 50% della retribuzione, calcolata secondo quanto previsto dall’art. 23 del Dlgs. n. 151/2001, ad eccezione del comma 2 del medesimo articolo. I suddetti periodi sono coperti da contribuzione figurativa (comma 1). Gli eventuali periodi di congedo parentale di cui agli artt. 32 e 33 del Dlgs. n. 151/2001, fruiti dai genitori durante il periodo di sospensione sono convertiti nel congedo sopra citato con diritto all’indennità e non sono computati né in-dennizzati a titolo di congedo parentale (comma 2). I lavoratori iscritti in via esclusiva alla “Gestione separata” di cui all’art. 2, comma 26, della Legge n. 335/1995, hanno diritto a fruire per il periodo di cui al comma 1, per i figli di età non superiore ai 12 anni, di uno specifico congedo, per il quale è riconosciuta una indennità, per ciascuna gior-nata indennizzabile, pari al 50 % di 1/365 del reddito in-dividuato secondo la base di calcolo utilizzata ai fini della determinazione dell’indennità di maternità. La medesima indennità è estesa ai genitori lavoratori autonomi iscritti all’Inps ed è commisurata, per ciascuna giornata indenniz-zabile, al 50% della retribuzione convenzionale giornaliera stabilita annualmente dalla legge, a seconda della tipo-logia di lavoro autonomo svolto (comma 3). La fruizione del congedo è riconosciuta alternativamente ad entrambi i genitori, per un totale complessivo di 15 giorni, ed è su-bordinata alla condizione che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività

lavorativa o altro genitore disoccupato o non lavoratore (comma 4). Ferma restando l’estensione della durata dei permessi retribuiti per assistenza a figlio con handicap grave di cui all’art. 24, il limite di età di 12 anni non si applica in riferimento ai figli con disabilità in situazione di gravità accertata ai sensi dell’art. 4, comma 1, della Legge n. 104/1992, iscritti a scuole di ogni ordine e grado o ospi-tati in Centri diurni a carattere assistenziale (comma 5). I lavoratori dipendenti del Settore privato con figli mino-ri di età compresa tra i 12 e i 16 anni, a condizione che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa o che non vi sia genitore non lavoratore, hanno diritto di astenersi dal lavoro per il periodo di sospensione dei servizi educativi per l’infanzia e delle attività didattiche nelle Scuole di ogni ordine e gra-do, senza corresponsione di indennità né riconoscimento di contribuzione figurativa, con divieto di licenziamento e diritto alla conservazione del posto di lavoro(comma 6). La presente disposizione vale anche nei confronti dei genitori affidatari (comma 7). In alternativa al congedo sopra indicato per i medesimi lavoratori beneficiari, è prevista la possibilità di scegliere la corresponsione di un bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting nel limite massimo complessivo di Euro 600, da utilizzare per prestazioni effettuate nel periodo di cui al comma 1. Il bonus viene erogato mediante il libretto fami-glia di cui all’art. 54-bis, della Legge n. 50/2017 (comma 8). Detto bonus è altresì riconosciuto ai lavoratori auto-nomi non iscritti all’Inps, subordinatamente alla comuni-cazione da parte delle rispettive casse previdenziali del numero dei beneficiari. I benefici di cui alla presente disposizione sono ricono-sciuti nel limite complessivo di Euro 1.261,1 milioni per l’anno 2020. Art. 24 – (Estensione durata permessi retribuiti ex art. 33, Legge n. 104/1992)La disposizione dell’art. 24 in commento ha previsto la possibilità di incrementare fino ad ulteriori 12 giornate il numero di giorni di permesso retribuito coperto da contri-buzione figurativa di cui all’art. 33, comma 3, della Legge n. 104/1992, usufruibili nei mesi di marzo e aprile 2020. Il beneficio è riconosciuto al personale sanitario compatibil-mente con le esigenze organizzative delle Aziende ed Enti del Servizio sanitario nazionale impegnati nell’emergenza “Covid-19” e del comparto sanità. Art. 25 (Congedo e indennità per i lavoratori dipenden-ti del Settore pubblico, nonché bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting per i dipendenti del Settore sa-nitario pubblico e privato accreditato, per emergenza

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“Covid -19”) A decorrere dal 5 marzo 2020, in conseguenza dei Prov-vedimenti di sospensione dei Servizi educativi per l’infan-zia e delle attività didattiche nelle Scuole di ogni ordine e grado, di cui al Dpcm. 4 marzo 2020, e per tutto il periodo della sospensione ivi prevista, i genitori lavoratori dipen-denti del Settore pubblico hanno diritto a fruire dello spe-cifico congedo e relativa indennità di cui all’art. 23, commi 1, 2, 4, 5, 6 e 7. Congedo e relativa indennità non spettano in tutti i casi in cui uno o entrambi i lavoratori stiano già fruendo di analoghi benefici. L’erogazione dell’indennità, nonché l’indicazione delle modalità di fruizione del conge-do sono a cura della P.A. datrice di lavoro. Per i lavoratori dipendenti del Settore sanitario, pubblico e privato accre-ditato, appartenenti alla categoria dei Medici, degli Infer-mieri, dei Tecnici di laboratorio biomedico, dei Tecnici di radiologia medica e degli operatori socio-sanitari, il bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting per l’assistenza e la sorveglianza dei figli minori fino a 12 anni di età, previsto dall’art. 23, comma 8 in alternativa alla prestazione di cui al comma 1, è riconosciuto nel limite massimo complessi-vo di Euro 1.000. La disposizione di cui al presente comma si applica anche al personale del Comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico impiegato per le esigenze connesse all’emer-genza epidemiologica da “Covid-19”. Ai fini dell’accesso al bonus, il lavoratore presenta domanda tramite i canali te-lematici dell’Inps e secondo le modalità tecnico-operative stabilite in tempo utile dal medesimo Istituto indicando, al momento della domanda stessa, la prestazione di cui in-tende usufruire, contestualmente indicando il numero di giorni di indennità ovvero l’importo del bonus che si inten-de utilizzare. I benefici previsti dalla presente disposizione sono riconosciuti nel limite complessivo di Euro 30 milioni per l’anno 2020. Fino alla data di cessazione dello stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti “Covid-19”, i permessi per i Sindaci previsti all’art. 79, comma 4, del Tuel, posso-no essere rideterminati in 72 ore. Per i Sindaci lavoratori dipendenti pubblici le assenze dal lavoro derivanti dal presente comma sono equiparate a quelle disciplinate dall’art. 19, comma 3, del Dl. n. 9/2020 (ossia costituiscono servizio prestato a tutti gli effetti di legge). Art. 26 (Misure urgenti per la tutela del periodo di sor-veglianza attiva dei lavoratori del Settore privato) Per i lavoratori privati, il periodo trascorso in quarantena con sorveglianza attiva o in permanenza domiciliare fidu-ciaria con sorveglianza attiva dovuto a “Covid-19” è equi-

parato a malattia ai fini del trattamento economico previ-sto dalla normativa di riferimento e non è computabile ai fini del periodo di comporto. Fino al 30 aprile 2020, ai lavo-ratori dipendenti pubblici e privati in possesso del ricono-scimento di disabilità con connotazione di gravità ai sensi dell’art. 3, comma 3, della Legge n. 104/1992, nonché ai lavoratori in possesso di certificazione rilasciata dai com-petenti Organi medico-legali attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da pa-tologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita, ai sensi dell’art. 3, comma 1, della medesima Legge n. 104 del 1992, il periodo di assenza dal servizio prescritto dalle competenti autorità sanitarie, è equiparato al ricovero ospedaliero di cui all’art. 19, comma 1, del Dl. n. 9/2020. In deroga alle disposizioni vigenti, gli oneri a carico del datore di lavoro, che presenta domanda all’Ente previdenziale, e degli Istituti previdenziali connessi con le tutele di cui alla presente disposizione. Sono posti a carico dello Stato nel limite massimo di spesa di Euro 130 milioni per l’anno 2020. Art. 27 (Indennità professionisti e lavoratori con rap-porto di collaborazione coordinata e continuativa)Ai liberi professionisti titolari di Partita Iva attiva alla data del 23 febbraio 2020 e ai lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa attivi alla mede-sima data, iscritti alla “Gestione separata Inps” che non siano titolari di pensione e non siano iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, è riconosciuta un’indennità per il mese di marzo 2020 pari a Euro 600. Tale indennità non concorre alla formazione del reddito imponibile ai sensi del Dpr. n. 917/1986. L’indennità in parola è erogata dall’Inps, previa domanda, nel limite di spesa complessivo di Euro 203,4 milioni per l’anno 2020. L’Inps provvederà al monitoraggio del rispetto del limite di spesa dandone comunicazione circa i risultati al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e al Mef. Qualora dal predetto monitoraggio emerga il verificarsi di scostamenti, anche in via prospettica, rispetto al predetto limite di spesa, non saranno adottati altri provvedimenti concessori. Art. 28 (Indennità lavoratori autonomi iscritti alle “Ge-stioni speciali” dell’Ago) Ai lavoratori autonomi iscritti alle “Gestioni speciali” dell’Assicurazione generale Obbligatoria (Ago), non tito-lari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, ad esclusione della “Gestione separata”, è riconosciuta un’indennità per il mese di marzo 2020 pari ad Euro 600. L’indennità non concorre alla formazione del reddito imponibile ai sensi del Dpr. n. 917/1986. L’indennità di cui al presente art. 28 è erogata dall’Inps,

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previa domanda, nel limite di spesa complessivo di Euro 2.160 milioni per l’anno 2020. L’Inps provvede al monito-raggio del rispetto del limite di spesa e comunica i risultati di tale attività al Ministero del Lavoro e delle Politiche so-ciali e al Mef. Qualora dal predetto monitoraggio emerga il verificarsi di scostamenti, anche in via prospettica, rispetto al predetto limite di spesa, non saranno adottati altri prov-vedimenti concessori. Art. 31 - (Incumulabilità tra indennità) Le indennità di cui agli artt. 27, 28, 29 (“Indennità lavora-tori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali”), 30 (“Indennità lavoratori del Settore agricolo”) e 38, non sono tra esse cumulabili e non sono altresì riconosciute ai per-cettori di “Reddito di cittadinanza”. Art. 33 (Proroga dei termini in materia di domande di disoccupazione “Naspi” e Dis-coll) Al fine di agevolare la presentazione delle domande di disoccupazione “Naspi” e “Dis-coll” per gli eventi di ces-sazione involontaria dall’attività lavorativa verificatisi a de-correre dal 1° gennaio 2020 e fino al 31 dicembre 2020, in considerazione dell’emergenza epidemiologica da “Co-vid-19”, i relativi termini sono ampliati da 68 a 128 giorni Art. 34 (Proroga termini decadenziali in materia previ-denziale e assistenziale) La disposizione dell’art. 34 in commento ha previsto che, a decorrere dal 23 febbraio 2020 e sino al 1° giugno 2020, il decorso dei termini di decadenza e prescrizione relativi alle prestazioni previdenziali, assistenziali e assicurative erogate dall’Inps e dall’Inail è sospeso di diritto. Sono al-tresì sospesi, per il medesimo periodo di cui al comma 1, e per le medesime materie ivi indicate, i termini di prescri-zione. Art. 35 (Disposizioni in materia di “Terzo Settore”) Tale norma proroga dal 30 giugno al 31 ottobre 2020: - il termine per gli “Enti del Terzo Settore” per l’ade-guamento dei loro Statuti (art. 10, comma 2, Dlgs. n. 117/2017);

- il termine per le Imprese sociali per adeguarsi alle dispo-sizioni del Dlgs. n. 112/2017, in base all’art. 17, comma 3, di tale norma;

- il termine entro cui le Onlus, le Organizzazioni di volon-tariato iscritte nei Registri regionali e delle Province au-tonome e le Associazioni di promozione sociale iscritte nei Registri nazionale, regionali e delle Province autono-me, possono approvare i bilanci, laddove per tali Enti la scadenza del termine di approvazione dei bilanci ricada all’interno del periodo emergenziale, come stabilito dalla Delibera del Consiglio dei Ministri 31 gennaio 2020.

Art. 38 (Indennità lavoratori dello spettacolo) Per i lavoratori iscritti al “Fondo pensioni lavoratori dello

Spettacolo” con almeno 30 contributi giornalieri versati nell’anno 2019 al medesimo “Fondo”, da cui deriva un red-dito non superiore a Euro 50.000, e non titolari di pensio-ne, è riconosciuta un’indennità per il mese di marzo 2020 pari a Euro 600. Detta indennità non concorre alla forma-zione del reddito ai sensi del Dpr. n. 917/1986.Art. 39 (Disposizioni in materia di lavoro agile) La norma dell’art. 39 ha previsto che, fino al 30 aprile 2020, i lavoratori dipendenti con handicap grave o che abbiano nel proprio nucleo familiare una persona con handicap grave di cui all’art. 3, comma 3, della Legge n. 104/1992, hanno diritto a svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile ai sensi dagli artt. da 18 a 23 della Legge n. 81/2017, a condizione che tale modalità sia compatibile con le caratteristiche della prestazione. Ai lavoratori del Settore privato affetti da gravi e comprovate patologie con ridotta capacità lavorativa è riconosciuta la priorità nell’ac-coglimento delle istanze di svolgimento delle prestazioni lavorative in modalità agile. Art. 40 (Sospensione degli obblighi e delle misure di condizionalità per i soggetti da ricollocare al lavoro) Ferma restando la fruizione dei relativi benefici economici, considerata la situazione di emergenza sul territorio na-zionale relativa al rischio di diffondersi del virus “Covid-19” decretata per la durata di 6 mesi con Delibera del Con-siglio dei Ministri 31 gennaio 2020 e le misure adottate allo scopo di contrastare la diffusione del virus di cui ai Dpcm. 8 marzo 2020 e 9 marzo 2020, al fine di limitare gli spostamenti delle persone fisiche ai casi strettamente necessari, sono sospesi per 2 mesi dall’entrata in vigore del presente Decreto gli obblighi connessi alla fruizione del “Reddito di cittadinanza” e i relativi termini ivi previsti, le misure di condizionalità e i relativi termini comunque previsti per i percettori di “Naspi” e indennità di disoccupa-zione di (“Dis-coll”) per i beneficiari di integrazioni salariali, gli adempimenti relativi agli obblighi di collocamento obbli-gatorio ex art. 7 della Legge n. 68/1999, le procedure di avviamento a selezione ex art. 16 della Legge n. 56/1987, nonché i termini per le convocazioni da parte dei Centri per l’impiego per la partecipazione ad iniziative di orien-tamento di cui all’art. 20, comma 3, lett. a), del Dlgs. n. 150/2015. Art. 42 (Disposizioni Inail) La disposizione dell’art. 42 ha previsto la sospensione, nel periodo dal 23 febbraio al 1° giugno 2020, dei termini di decadenza e prescrizione per la presentazione delle ri-chieste da presentare all’Inail per l’accesso alle prestazio-ni erogate dall’istituto, nonché i termini di scadenza relativi alla revisione delle rendite.Detti termini riprendono a decorrere dalla fine del periodo

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di sospensione. Sono inoltre indicate le attività dell’Inail per la certificazio-ne di infezione da “Coronavirus” (“Sars-Cov-2”) e come trattare i casi di lavoratori dal punto di vista assicurativo. La presente disposizione si applica ai datori di lavoro pub-blici e privati. Art. 43 - (Contributi alle imprese per la sicurezza e po-tenziamento dei presidi sanitari) Allo scopo di sostenere la continuità dei processi produt-tivi delle Imprese in assoluta sicurezza dei lavoratori, a seguito dell’emergenza sanitaria “Coronavirus”, è stato assegnato ad Invitalia l’importo di Euro 50 milioni, che l’I-nail provvederà a trasferire entro il 30 aprile 2020, quale contributo da erogare alle imprese per l’acquisto di dispo-sitivi ed altri strumenti di protezione individuale. L’Inail è autorizzato a bandire procedure concorsuali pub-bliche per l’assunzione a tempo indeterminato, a decor-rere dall’anno 2020, di un contingente di 100 unità di per-sonale con qualifica di Dirigente medico di primo livello nella branca specialistica di medicina legale e del lavoro. Le conseguenti assunzioni di personale hanno effetto in misura pari al 50%, a decorrere dal 1° novembre 2020 e, per il restante 50%, a decorrere dal 1° gennaio 2022.Art. 44 - (Istituzione del “Fondo per il reddito di ultima istanza” a favore dei lavoratori danneggiati dal virus “Covid -19”) Per garantire misure di sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti e autonomi che, in conseguenza dell’emergen-za epidemiologica da “Covid-19”, hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività o il loro rapporto di lavoro, è istitu-ito, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, il “Fondo per il reddito di ultima istanza” volto a garantire il riconoscimento ai medesimi soggetti di cui al presente comma, una indennità, nel limite di spesa Euro 300 milioni per l’anno 2020.I criteri di priorità e le modalità di attribuzione della pre-detta indennità, nonché la eventuale quota del limite di spesa da destinare, in via eccezionale, al sostegno del reddito dei professionisti iscritti agli Enti di diritto privato di previdenza obbligatoria saranno stabiliti, con successivi Decreti del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, di concerto con il Mef, da adottare entro 30 giorni dall’entrata in vigore del presente Decreto.Art. 46 (Sospensione delle procedure di impugnazio-ne dei licenziamenti) Dal 17 marzo 2020, data di entrata in vigore del presente Dl. n. 18/2020, l’avvio delle procedure di impugnazione dei licenziamenti individuali e collettivi di cui agli artt. 4, 5 e 24, della Legge n. 223/1991, è precluso per 60 giorni e nel medesimo periodo sono sospese le procedure pen-

denti avviate successivamente alla data del 23 febbraio 2020. Sino alla scadenza del suddetto termine, il datore di lavoro, indipendentemente dal numero dei dipendenti, non può recedere dal contratto per giustificato motivo og-gettivo ai sensi dell’art. 3, della Legge n. 604/1966. Art. 47 - (Strutture per le persone con disabilità e mi-sure compensative di sostegno anche domiciliare) Sull’intero territorio nazionale, allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus “Covid-19” anche tenen-do conto della difficoltà di far rispettare le regole di distan-ziamento sociale, nei Centri semiresidenziali a carattere socio-assistenziale, socio-educativo, polifunzionale, so-cio-occupazionale, sanitario e socio-sanitario per persone con disabilità, è sospesa l’attività dalla data del Decreto in commento e fino alla data del 3 aprile 2020.L’Azienda sanitaria locale può, d’accordo con gli Enti ge-stori dei Centri diurni socio-sanitari e sanitari, attivare in-terventi non differibili in favore delle persone con disabilità ad alta necessità di sostegno sanitario, ove la tipologia delle prestazioni e l’organizzazione delle strutture stesse consenta il rispetto delle previste misure di contenimento. In ogni caso, per la durata dello stato di emergenza le assenze dalle attività dei centri in questione, indipenden-temente dal loro numero, non sono causa di dismissione o di esclusione dalle medesime. Fermo quanto previsto dagli artt. 23, 24 e 39, del presente Decreto, e fino alla data del 30 aprile 2020, l’assenza dal posto di lavoro da parte di uno dei genitori conviventi di una persona con disabilità non può costituire giusta causa di recesso dal contratto di lavoro ai sensi dell’art. 2119 Cc., a condizione che sia preventivamente comunicata e motivata l’impossibilità di accudire la persona con disabi-lità a seguito della sospensione delle attività dei Centri.Art. 48 (Prestazioni individuali domiciliari) Durante la sospensione dei Servizi educativi e scolastici e delle attività socio-sanitarie e socio-assistenziali nei Centri diurni per anziani e per persone con disabilità, considerata l’emergenza di Protezione civile e il conseguente stato di necessità, le Pubbliche Amministrazioni forniscono, av-valendosi del personale disponibile, già impiegato in tali servizi, dipendente da soggetti privati che operano in con-venzione, concessione o appalto: - prestazioni in forme individuali domiciliari, oppure - prestazioni a distanza, oppure - prestazioni rese nel rispetto delle direttive sanitarie negli stessi luoghi ove si svolgono normalmente i servizi sen-za ricreare aggregazione.

Tali servizi si possono svolgere secondo priorità individua-te dall’Amministrazione competente, tramite coprogetta-zione con gli Enti gestori, impiegando i medesimi operatori

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ed i fondi ordinari destinati a tale finalità, anche in deroga ad eventuali clausole contrattuali, convenzionali, conces-sorie.Durante la sospensione dei servizi indicati, le Pubbliche Amministrazioni sono autorizzate al pagamento dei gesto-ri privati dei servizi per il periodo della sospensione. In particolare, saranno corrisposte 2 quote:1. le prestazioni convertite in altra forma, previo Accordo

tra le parti secondo quanto sopra previsto, saranno retri-buite ai gestori con quota-parte dell’importo dovuto per l’erogazione del servizio, secondo le modalità attuate precedentemente alla sospensione e subordinatamen-te alla verifica dell’effettivo svolgimento dei servizi;

2. sarà corrisposta un’ulteriore quota che, sommata alla precedente, darà luogo, in favore dei soggetti cui è af-fidato il servizio, ad una corresponsione complessiva di entità pari all’importo già previsto, al netto delle even-tuali minori entrate connesse alla diversa modalità di ef-fettuazione del servizio stesso. La seconda quota sarà corrisposta previa verifica dell’effettivo mantenimento da parte degli affidatari dei servizi delle strutture attual-mente interdette, fermo restando che le stesse dovran-no risultare immediatamente disponibili e in regola con tutte le disposizioni vigenti, con particolare riferimento a quelle emanate ai fini del contenimento del contagio da “Covid-19”, all’atto della ripresa della normale attività.

I pagamenti delle 2 quote comportano la cessazione dei trattamenti del “Fondo di integrazione salariale” e di Cassa integrazione in deroga laddove riconosciuti per la sospen-sione dei Servizi educativi per l’infanzia, dei Servizi degli educatori nella Scuola primaria o dei Servizi socio-sanitari e socio-assistenziali resi in convenzione.Art. 49 (“Fondo centrale di garanzia Pmi”)Si provvede a rafforzare ed estendere l’utilizzo del “Fondo di garanzia” per le Pmi di cui all’art. 2, comma 100, lett. a), della Legge n. 662/1996, attraverso modifiche che rimar-ranno in vigore per 9 mesi dalla data di entrata in vigore del Decreto in commento.Nello specifico, si applicano, tra le altre, le seguenti mi-sure: - la garanzia è concessa a titolo gratuito; - l’importo massimo garantito per singola impresa è ele-vato, ad Euro 5 milioni;

- per gli interventi di garanzia diretta, la percentuale di copertura è pari all’80% dell’ammontare di ciascuna operazione di finanziamento per un importo massimo garantito per singola impresa di Euro 1.500.000.

- le Amministrazioni e i soggetti titolari di Sezioni speciali del “Fondo” o di Programmi Ue che ne integrano le ri-sorse o l’operatività possono assicurare il loro apporto

ai fini dell’innalzamento della percentuale massima ga-rantita dal “Fondo” sino al massimo dell’80% in garanzia diretta e del 90% in riassicurazione;

- per le operazioni per le quali Banche o gli Intermediari finanziari hanno accordato, anche di propria iniziativa, la sospensione del pagamento delle rate di ammorta-mento, o della sola quota capitale, in connessione degli effetti indotti dalla diffusione del “Covid-19” su operazio-ni ammesse alla garanzia del “Fondo”, la durata della garanzia del “Fondo” stesso è estesa in conseguenza;

- per operazioni di investimento immobiliare nei Settori turistico–alberghiero e delle attività immobiliari, con du-rata minima di 10 anni e di importo superiore ad Euro 500.000, la garanzia del “Fondo” può essere cumulata con altre forme di garanzia acquisite sui finanziamenti;

- sono ammissibili alla garanzia del “Fondo”, con coper-tura all’80% in garanzia diretta e al 90% in riassicura-zione, nuovi finanziamenti a 18 mesi meno un giorno di importo non superiore a Euro 3.000 erogati da Banche, Intermediari finanziari e dagli altri soggetti abilitati alla concessione di credito e concessi a favore di persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni as-soggettati la cui attività d’impresa è stata danneggiata dall’emergenza “Covid-19” come da dichiarazione auto-certificata ai sensi dell’art. 47 del Dpr. n. 445/2000. In favore di tali soggetti beneficiari l’intervento del “Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie Imprese” è concesso gratuitamente e senza valutazione;

- le Amministrazioni di Settore, anche unitamente alle Associazioni e gli Enti di riferimento, possono conferi-re risorse al “Fondo” ai fini della costituzione di Sezioni speciali finalizzate a sostenere l’accesso al credito per determinati settori economici o filiere d’impresa;

- sono prorogati per 3 mesi tutti i termini riferiti agli adem-pimenti amministrativi relativi alle operazioni assistite dalla garanzia del “Fondo”.

Art. 54 (Attuazione del “Fondo solidarietà mutui ‘pri-ma casa’”, cd. “Fondo Gasparrini”)Fino al 17 dicembre 2020, in deroga alla ordinaria discipli-na del “Fondo”, l’ammissione ai benefici dello stesso (fino ad oggi con beneficiari i lavoratori sospesi dal lavoro per almeno 30 giorni) è esteso anche ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti che autocertifichino di aver registra-to un calo del proprio fatturato superiore al 33% in con-seguenza della chiusura o della restrizione della propria attività operata in attuazione delle disposizioni adottate dall’autorità competente per l’emergenza “Covid-19”.Il “Fondo” è incrementato per il 2020 di Euro 400 milioni. Con Decreto Mef saranno adottate le disposizioni di attua-zione fra cui il requisito “Isee” di accesso.

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Art. 55 (Misure di sostegno finanziario alle Imprese)La presente disposizione dell’art. 55 è volta ad incentiva-re la cessione di crediti deteriorati che le Imprese hanno accumulato negli ultimi anni. Qualora una Società ceda a titolo oneroso, entro il 31 dicembre 2020, crediti pecuniari vantati nei confronti di debitori inadempienti, può trasfor-mare in credito d’imposta le attività per Imposte anticipate riferite ai seguenti componenti: perdite fiscali non ancora computate in diminuzione del reddito imponibile alla data della cessione, importo del rendimento nozionale ecce-dente il reddito complessivo netto, non ancora dedotto né fruito tramite credito d’imposta alla data della cessione. Ai fini della trasformazione in credito d’imposta, i componenti di cui al presente comma possono essere considerati per un ammontare massimo non eccedente il 20% del valo-re nominale dei crediti ceduti. I crediti d’imposta derivanti dalla trasformazione non sono produttivi di interessi, ma possono essere utilizzati, senza limiti di importo, in com-pensazione ovvero possono essere chiesti a rimborso. I crediti d’imposta vanno indicati nella dichiarazione dei redditi e non concorrono alla formazione del reddito di im-presa né della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive.Art. 56 (Misure di sostegno finanziario alle micro, pic-cole e medie Imprese colpite dall’epidemia di “Co-vid-19”)Con l’obiettivo di sostenere le attività imprenditoriali dan-neggiate dall’epidemia di “Covid-19” le Imprese, in rela-zione alle esposizioni debitorie nei confronti di Banche, di Intermediari finanziari e degli altri soggetti abilitati alla concessione di credito in Italia, beneficiano delle seguenti misure di sostegno finanziario: a) per le aperture di credito a revoca e per i prestiti accor-

dati a fronte di anticipi su crediti esistenti alla data del 29 febbraio 2020 o, se superiori, a quella di pubblicazio-ne del presente Decreto, gli importi accordati, sia per la parte utilizzata sia per quella non ancora utilizzata, non possono essere revocati in tutto o in parte fino al 30 settembre 2020;

b) per i prestiti non rateali con scadenza contrattuale pri-ma del 30 settembre 2020 i contratti sono prorogati, unitamente ai rispettivi elementi accessori e senza al-cuna formalità, fino al 30 settembre 2020 alle medesi-me condizioni;

c) per i mutui e gli altri finanziamenti a rimborso rateale, anche perfezionati tramite il rilascio di cambiali agrarie, il pagamento delle rate o dei canoni di leasing in sca-denza prima del 30 settembre 2020 è sospeso sino al 30 settembre 2020 e il Piano di rimborso delle rate o dei canoni oggetto di sospensione è dilazionato, unita-

mente agli elementi accessori e senza alcuna formalità, secondo modalità che assicurino l’assenza di nuovi o maggiori oneri per entrambe le parti.

Art. 57 (Supporto alla liquidità delle Imprese colpite dall’emergenza epidemiologica mediante meccanismi di garanzia)Al fine di supportare la liquidità delle Imprese colpite dall’emergenza epidemiologica da “Covid-19”, le esposi-zioni assunte da Cassa Depositi e Prestiti Spa in favore delle Banche e degli altri soggetti autorizzati all’esercizio del credito che concedono finanziamenti sotto qualsiasi forma alle Imprese che hanno sofferto una riduzione del fatturato a causa della citata emergenza, operanti in Set-tori individuati con apposito Dm., possono essere assistite dalla garanzia dello Stato. La garanzia dello Stato è rila-sciata in favore di Cassa fino ad un massimo dell’80%.In sintesi, le disposizioni contenute nel presente art. 57 hanno la finalità di supportare le Imprese consentendo alle Banche di erogare più agevolmente i finanziamenti.Art. 59 (Disposizioni a supporto dell’acquisto da parte delle Regioni di beni necessari a fronteggiare l’emer-genza “Covid-19”)Limitatamente al periodo di stato di emergenza derivante dalla diffusione del “Covid-19”, Sace Spa è autorizzata a rilasciare garanzie e coperture assicurative, a condizioni di mercato e beneficianti della garanzia dello Stato, in favore di fornitori esteri per la vendita alle Regioni di beni inerenti la gestione dell’emergenza sanitaria per il “Covid-19”. Le modalità operative degli interventi sopra descritti sono de-finite da Sace Spa, in base alle proprie regole di governo e nei limiti specifici indicati annualmente dalla legge di ap-provazione del bilancio dello Stato.Art. 60 (Rimessione in termini per i versamenti) La norma dell’art. 60 proroga a venerdì 20 marzo 2020 tut-ti i versamenti nei confronti delle P.A., inclusi quelli relativi ai contributi previdenziali ed assistenziali ed ai premi per l’assicurazione obbligatoria, in scadenza lo scorso lunedì 16 marzo 2020. Tale minima proroga, di soli 4 giorni rispetto alla scadenza originaria, riguarda soltanto i soggetti con ricavi superiori ad Euro 2 milioni, mentre per particolari categorie di sog-getti o per chi ha ricavi inferiori a tale soglia, valgono i diversi termini contenuti, rispettivamente, negli artt. 61 e 62 di seguito commentati (si rimanda alla Tabella di sintesi riportata di seguito ed all’approfondimento contenuto nel presente numero delle Rivista, con il quale sono eviden-ziate alcune criticità applicative).Art. 61 (Sospensione dei versamenti delle ritenute, dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria)

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L’art. 61 sospende fino al 30 aprile 2020 i versamenti del-le ritenute alla fonte di cui agli artt. 23 e 24 del Dpr. n. 600/1973, dei contributi previdenziali ed assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria, in scadenza prima di tale data, per la seguente vasta gamma di soggetti, ag-giuntivi rispetto a quelli già contemplati dall’art. 8, comma 1, del Dl. n. 9/2020 (Imprese turistico-ricettive, Agenzie di viaggi e turismo, Tour operator aventi domicilio fiscale, sede legale o sede operativa in Italia):a) Federazioni sportive nazionali, Enti di promozione spor-

tiva, Associazioni e Società sportive, professionistiche e dilettantistiche, nonché soggetti che gestiscono stadi, impianti sportivi, palestre, club e strutture per danza, fitness e culturismo, centri sportivi, piscine e centri na-tatori;

b) soggetti che gestiscono teatri, sale da concerto, sale cinematografiche, ivi compresi i Servizi di biglietteria e le attività di supporto alle rappresentazioni artistiche, nonché discoteche, sale da ballo, nightclub, sale gioco e biliardi;

c) soggetti che gestiscono ricevitorie del lotto, lotterie, scommesse, ivi compresa la gestione di macchine e apparecchi correlati;

d) soggetti che organizzano corsi, fiere ed eventi, ivi com-presi quelli di carattere artistico, culturale, ludico, spor-tivo e religioso;

e) soggetti che gestiscono attività di ristorazione, gelate-rie, pasticcerie, bar e pub;

f) soggetti che gestiscono musei, biblioteche, archivi, luo-ghi e monumenti storici, nonché orti botanici, giardini zoologici e riserve naturali;

g) soggetti che gestiscono Asili nido e Servizi di assisten-za diurna per minori disabili, Servizi educativi e Scuole per l’infanzia, Servizi didattici di primo e secondo gra-do, corsi di formazione professionale, scuole di vela, di navigazione, di volo, che rilasciano brevetti o patenti commerciali, Scuole di guida professionale per autisti;

h) soggetti che svolgono attività di assistenza sociale non residenziale per anziani e disabili;

i) Aziende termali di cui alla Legge n. 323/2000 e Centri per il benessere fisico;

l) soggetti che gestiscono parchi divertimento o parchi te-matici;

m) soggetti che gestiscono stazioni di autobus, ferroviarie, metropolitane, marittime o aeroportuali;

n) soggetti che gestiscono Servizi di trasporto merci e tra-sporto passeggeri terrestre, aereo, marittimo, fluviale, lacuale e lagunare, ivi compresa la gestione di funicola-ri, funivie, cabinovie, seggiovie e ski-lift;

o) soggetti che gestiscono Servizi di noleggio di mezzi di

trasporto terrestre, marittimo, fluviale, lacuale e lagu-nare;

p) soggetti che gestiscono Servizi di noleggio di attrezza-ture sportive e ricreative ovvero di strutture e attrezza-ture per manifestazioni e spettacoli;

q) soggetti che svolgono attività di guida e assistenza tu-ristica;

r) Onlus iscritte negli appositi registri, Organizzazioni di volontariato iscritte nei Registri regionali e delle Pro-vince autonome, associazioni di promozione sociale iscritte nei Registri nazionale, regionali e delle Province autonome.

Per tutti i soggetti sopra indicati, inclusi quelli di cui al ci-tato art. 8, comma 1, del Dl. n. 9/2020, sopra richiamati: - i versamenti delle ritenute alla fonte di cui agli artt. 23 e 24 del Dpr. n. 600/1973 (ritenute su redditi di lavoro dipendente e assimilati, non su redditi di lavoro di lavoro autonomo), dei contributi previdenziali ed assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria sono sospe-si fino al 30 aprile 2020 e dovranno essere effettuati, senza sanzioni ed interessi, entro il 31 maggio 2020 in un’unica soluzione o mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di maggio 2020;

- i versamenti dell’Iva in scadenza nel mese di marzo 2020 sono sospesi e dovranno essere effettuati, senza sanzioni ed interessi, entro il 31 maggio 2020 in un’unica soluzione o mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di maggio 2020 (ciò significa che per i versamenti dell’Iva in scadenza il 16 di aprile, salvo nuove future proroghe, resta al momento valida tale data).

Non viene rimborsato quanto eventualmente già versato. Le Federazioni sportive nazionali, gli Enti di promozione sportiva, le Associazioni e le Società sportive, professio-nistiche e dilettantistiche, ricomprese nella lett. a) sopra indicata, applicano la sospensione di cui al medesimo comma fino al 31 maggio 2020. I versamenti sospesi ai sensi del periodo precedente sono effettuati, senza appli-cazione di sanzioni e interessi, in un’unica soluzione entro il 30 giugno 2020 o mediante rateizzazione fino a un mas-simo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di giugno 2020. Anche in tal caso non viene rimborsato quanto già versato. In merito all’applicazione di tale norma agli Enti Locali nel-la veste di sostituti d’imposta, viste le tipologie di soggetti interessati la stessa potrebbe ritenersi applicabile a quegli Enti che gestiscono direttamente, con proprio personale, i Servizi mensa, le attività del teatro, i Servizi museali, di gestione biblioteche, di gestione Asili nido, di assistenza

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sociale non residenziale per anziani e disabili (per una di-samina dettagliata dei Codici Ateco a cui fare riferimento, si rimanda alla Risoluzione Agenzia delle Entrate n. 12/E diffusa tempestivamente lo stesso 18 marzo 2020, non-ché alla successiva Risoluzione n. 14/E diffusa il 20 marzo 2020, che specifica come i Codici Ateco contenuti nella Risoluzione n. 12/E sono “puramente indicativi e non indi-viduano tutti i soggetti a cui sono applicabili le sospensio-ni dei versamenti”, inserendo altri Codici sempre a titolo esemplificativo).Tuttavia, dal momento che tali Enti operano sotto il ge-nerico Codice Ateco 84.11.10 (non ricompreso nell’elenco contenuto nella Risoluzione), si ritiene che per il versa-mento delle ritenute, dei contributi e dell’Iva, per essi val-gano le regole dettate dagli artt. 60 e 62, da considerare a seconda del loro volume d’affari ai fini Iva (si rimanda alla Tabella di sintesi riportata di seguito ed all’approfondi-mento contenuto nel presente numero delle Rivista, con il quale si sono evidenziate alcune criticità applicative).Art. 62 (Sospensione dei termini degli adempimenti e dei versamenti fiscali e contributivi) L’art. 62, norma di carattere generale, prevede per i sog-getti che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa in Italia la sospensione degli adempimenti tribu-tari diversi dai versamenti e diversi dall’effettuazione delle ritenute alla fonte e delle trattenute relative all’Addizionale regionale e comunale, che scadono nel periodo compreso tra l’8 marzo 2020 e il 31 maggio 2020. Resta ferma la disposizione di cui all’art. 1 del Dl. n. 9/2020, recante disposizioni riguardanti i termini relativi alla Dichiarazione dei redditi precompilata 2020. Per i soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professio-ne che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa in Italia, con ricavi o compensi non superiori ad Euro 2 milioni nel periodo di imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del Decreto in com-mento, sono sospesi i versamenti da autoliquidazione che scadono nel periodo compreso tra l’8 marzo 2020 e il 31 marzo 2020: a) relativi alle ritenute alla fonte di cui agli artt. 23 e 24 del

Dpr. n. 600/1973 (ritenute su redditi di lavoro dipenden-te e assimilati, non su redditi di lavoro di lavoro autono-mo) e alle trattenute relative all’Addizionale regionale e comunale, che i predetti soggetti operano in qualità di sostituti d’imposta;

b) relativi all’Iva; c) relativi ai contributi previdenziali e assistenziali, e ai

premi per l’assicurazione obbligatoria.

La sospensione dei versamenti Iva si applica, a prescin-dere dal volume dei ricavi o compensi percepiti, ai soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa nelle Province di Bergamo, Cremona, Lodi e Piacenza. Per i soggetti che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa nei Comuni individuati nell’allegato 1 al Dpcm. 1° marzo 2020, restano ferme le disposizioni di cui all’art. 1 del Decreto Mef 24 febbraio 2020. Tutti i versamenti sospesi di cui sopra sono effettuati, sen-za applicazione di sanzioni ed interessi entro il 31 maggio 2020 in un’unica soluzione o mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di maggio 2020 (mentre per i medesimi versa-menti in scadenza il 16 di aprile, salvo nuove future proro-ghe resta al momento valida tale ultima data).Non viene rimborsato quanto già eventualmente versato.Gli adempimenti sospesi sono invece effettuati entro il 30 giugno 2020 senza applicazione di sanzioni (di interesse per gli Enti Locali segnaliamo in particolare la Dichiarazio-ne Iva annuale, in scadenza il 30 aprile 2020, nonché la Comunicazione Iva riferita al I trimestre 2020, in scadenza il 31 maggio 2020, entrambe da intendersi prorogate al 30 giugno 2020).Infine, per i soggetti che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa Italia con ricavi o compensi non superiori a Euro 400.000 nel periodo di imposta prece-dente a quello in corso alla data di entrata in vigore del Decreto in commento, i ricavi e i compensi percepiti nel periodo compreso tra la data di entrata in vigore del De-creto in commento e il 31 marzo 2020 non sono assogget-tati alle ritenute d’acconto di cui agli artt. 25 e 25-bis del Dpr. n. 600/1973 (es. professionisti e lavoratori autonomi in generale), da parte del sostituto d’imposta, a condizione che nel mese precedente non abbiano sostenuto spese per prestazioni di lavoro dipendente o assimilato. I contri-buenti, che si avvalgono della presente opzione, rilascia-no apposita dichiarazione dalla quale risulti che i ricavi e compensi non sono soggetti a ritenuta ai sensi della dispo-sizione in commento e provvedono a versare l’ammontare delle ritenute d’acconto non operate dal sostituto o entro il 31 maggio 2020 in un’unica soluzione, oppure mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di maggio 2020, senza ap-plicazione di sanzioni e interessi (si rimanda alla Tabella di sintesi riportata di seguito ed all’approfondimento conte-nuto nel presente numero delle Rivista, con il quale sono evidenziate alcune criticità applicative).

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SCHEMA DI SINTESI DELLE PRINCIPALI PROROGHE FISCALI DI INTERESSE GENERALE

CONTENUTE NEGLI ARTT. 60-61-62 DEL DL. N. 18/2020 (*) (**)

A) SOSPENSIONE VERSAMENTI RITENUTE IRPEF DA PARTE DEI SOSTITUTI D’IMPOSTA, IVA, CONTRIBUTI INPS E PREMI INAIL:

A1) Soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa in Italia, con ricavi o compensi non superiori a Euro 2 milioni (art. 62):Sono sospesi i versamenti da autoliquidazione che scadono nel periodo compreso tra l’8 marzo 2020 e il 31 marzo 2020: a) relativi alle ritenute alla fonte di cui agli artt. 23 e 24 del Dpr. n. 600/1973 (ritenute su redditi di lavoro dipendente e assimilati, non

su redditi di lavoro di lavoro autonomo) e alle trattenute relative all’Addizionale regionale e comunale, che i predetti soggetti operano in qualità di sostituti d’imposta;

b) relativi all’Iva; c) relativi ai contributi previdenziali e assistenziali, e ai premi per l’assicurazione obbligatoria. Tutti i versamenti sospesi di cui sopra sono effettuati, senza applicazione di sanzioni ed interessi entro il 31 maggio 2020 in un’unica soluzione o mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di maggio 2020 (mentre per i medesimi versamenti in scadenza il 16 di aprile, salvo nuove future proroghe resta al momento valida tale ultima data).Non viene rimborsato quanto già eventualmente versato.

A2) Soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa in Italia, con ricavi o compensi superiori a Euro 2 milioni (art. 60):Proroga a venerdì 20 marzo 2020 di tutti i versamenti nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni, inclusi quelli relativi ai contributi previdenziali ed assistenziali ed ai premi per l’assicurazione obbligatoria, in scadenza lo scorso lunedì 16 marzo 2020.

A3) Soggetti indicati dall’art. 61 del Dl. n. 18/2020, riferiti a particolari Settori (Sport, Cultura, Turismo, Attività educative, Attività assistenziali, Trasporti, ecc…) (art. 61):I versamenti delle ritenute alla fonte di cui agli artt. 23 e 24 del Dpr. n. 600/73 (ritenute su redditi di lavoro dipendente e assimilati, non su redditi di lavoro di lavoro autonomo), dei contributi previdenziali ed assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria sono sospesi fino al 30 aprile 2020 e dovranno essere effettuati, senza sanzioni ed interessi, entro il 31 maggio 2020 in un’unica soluzione o mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di maggio 2020.I versamenti dell’Iva in scadenza nel mese di marzo 2020 sono sospesi e dovranno essere effettuati, senza sanzioni ed interessi, entro il 31 maggio 2020 in un’unica soluzione o mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di maggio 2020 (ciò significa che per i versamenti dell’Iva in scadenza il 16 di aprile, salvo nuove future proroghe, resta al momento valida tale data).Non viene rimborsato quanto eventualmente già versato (le Federazioni sportive nazionali, gli Enti di promozione sportiva, le Associazioni e le Società sportive, professionistiche e dilettantistiche applicano la sospensione di cui al medesimo comma fino al 31 maggio 2020. I versamenti sospesi ai sensi del periodo precedente sono effettuati, senza applicazione di sanzioni e interessi, in un’unica soluzione entro il 30 giugno 2020 o mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di giugno 2020. Anche in tal caso non viene rimborsato quanto già versato). Per una disamina dettagliata dei Codici Ateco a cui fare riferimento, si rimanda alla Risoluzione Agenzia delle Entrate n. 12/E diffusa tempestivamente lo stesso 18 marzo 2020.Riguardo agli Enti Locali, anche se detta Risoluzione ricomprende alcuni Codici Ateco tipici delle attività Iva da essi svolte (es. Asili nido, Mense, Musei, Teatri, ecc.), dal momento che operano sotto il generico Codice Ateco 84.11.10 (non ricompreso nell’elenco contenuto nella Risoluzione), si ritiene che per il versamento delle ritenute, dei contributi e dell’Iva, per essi valgano le regole dettate dagli artt. 60 e 62, da considerare a seconda del loro volume d’affari ai fini Iva.

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* Ricordiamo anche che l’Agenzia delle Entrate, in data 19 marzo 2020, ha diffuso una serie di schede illustrative sulle novità fiscale contenute nel Decreto, riferite agli artt. da 60 a 71, nonché alle Faq pubblicate in data 20 marzo 2020 inerenti ad alcune specifiche sulle cartelle esattoriali e ai differimenti dei termini di riscossione dell’Agenzia delle Entrate.** Nella Sezione ‘Gli Approfondimenti alla presente Rivista abbiamo cercato di riassumere i dubbi ad oggi esistenti affe-renti la corretta applicazione, in particolare da parte degli Enti Locali, delle norme indicate dagli artt. 60-61-62.

Euro 20.000 per ciascun beneficiario e comunque nel li-mite complessivo massimo di Euro 50 milioni per l’anno 2020.I criteri e le modalità di applicazione e di fruizione del cre-dito d’imposta, anche per assicurare il rispetto del limite di spesa di cui sopra, saranno stabiliti da apposito Dm. da adottarsi entro 60 giorni dall’entrata in vigore del Dl. n. 18/2020 in commento.Art. 65 (Credito d’imposta per botteghe e negozi) Al fine di contenere gli effetti negativi derivanti dalle mi-sure di prevenzione e contenimento connesse all’emer-genza epidemiologica da “Covid-19”, la disposizione in esame riconosce ai soggetti esercenti attività d’impresa, per l’anno 2020, un credito d’imposta nella misura del 60% dell’ammontare del canone di locazione, relativo al mese di marzo 2020, di immobili rientranti nella Categoria catastale “C/1” (e cioè negozi e botteghe). Il credito d’im-posta è utilizzabile esclusivamente in compensazione e non si applica alle attività che sono state identificate come essenziali (es. Farmacie, Parafarmacie, punti vendita di generi alimentari di prima necessità, ecc.).La Risoluzione n. 13/E del 20 marzo 2020 ha istituito il codice-tributo “6914”, denominato “Credito d’imposta ca-

B) SOSPENSIONE ALTRI ADEMPIMENTI TRIBUTARI DIVERSI DAI VERSAMENTI (ES. ADEMPIMENTI DICHIARATIVI):

Tutti i soggetti che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa in Italia (art. 62):Gli adempimenti diversi dai versamenti e diversi dall’effettuazione delle ritenute alla fonte e delle trattenute relative all’Addizionale regionale e comunale, che scadono nel periodo compreso tra l’8 marzo 2020 e il 31 maggio 2020, sono rinviati al 30 giugno 2020 (es. Dichiarazione Iva, in scadenza il 30 aprile 2020).

C) SOSPENSIONE TRATTENUTE IRPEF AI PROFESSIONISTI E SIMILARI:

Soggetti che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa Italia con ricavi o compensi non superiori a Euro 400.000 nel periodo di imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del Decreto in commento (art. 62):I ricavi e i compensi percepiti nel periodo compreso tra la data di entrata in vigore del Decreto in commento e il 31 marzo 2020 non sono assoggettati alle ritenute d’acconto di cui agli artt. 25 e 25-bis del Dpr. n. 600/1973 (es. professionisti e lavoratori autonomi in generale), da parte del sostituto d’imposta, a condizione che nel mese precedente non abbiano sostenuto spese per prestazioni di lavoro dipendente o assimilato. I contribuenti, che si avvalgono della presente opzione, rilasciano un’apposita dichiarazione dalla quale risulti che i ricavi e compensi non sono soggetti a ritenuta ai sensi della disposizione in commento e provvedono a versare l’ammontare delle ritenute d’acconto non operate dal sostituto o entro il 31 maggio 2020 in un’unica soluzione, oppure mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di maggio 2020, senza applicazione di sanzioni e interessi.

Art. 63 (Premio ai lavoratori dipendenti) La disposizione dell’art. 63 ha previsto l’erogazione di un bonus di Euro 100 ai lavoratori dipendenti, pubblici e pri-vati, con un reddito complessivo riferito all’anno preceden-te di importo non superiore a Euro 40.000, per il mese di marzo 2020, che non concorre alla formazione del reddito, da rapportare al numero di giorni di lavoro svolti nella pro-pria sede di lavoro nel predetto mese. I sostituti d’imposta riconoscono, in via automatica, l’in-centivo a partire dalla retribuzione corrisposta nel mese di aprile e comunque entro il termine di effettuazione delle operazioni di conguaglio di fine anno e recuperano il pre-mio erogato tramite compensazione ex art. 17 del Dlgs. n. 241/1997. Art. 64 (Credito d’imposta per le spese di sanificazio-ne degli ambienti di lavoro)Per l’anno di imposta 2020, con l’obiettivo di incentivare la sanificazione degli ambienti di lavoro, quale misura di contenimento del contagio del virus “Covid-19”, ai soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione è ricono-sciuto, un credito d’imposta, nella misura del 50% delle spese di sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro sostenute e documentate fino a un massimo di

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noni di locazione botteghe e negozi – art. 65 del Decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18”, al fine di consentire l’utilizzo in compensazione del credito d’imposta di cui trattasi, tra-mite Modello “F24”.Art. 66 (Incentivi fiscali per erogazioni liberali in de-naro e in natura a sostegno delle misure di contrasto dell’emergenza epidemiologica da “Covid-19”) Tale norma dell’art. 66 prevede che per le erogazioni li-berali in denaro e in natura, effettuate nell’anno 2020 dal-le persone fisiche e dagli Enti non commerciali, in favore dello Stato, delle Regioni, degli Enti Locali territoriali, di Enti o Istituzioni pubbliche, di Fondazioni e Associazioni legalmente riconosciute senza scopo di lucro, finalizza-te a finanziare gli interventi in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da “Covid-19”, spetta una detrazione dall’Imposta lorda ai fini dell’Impo-sta sul reddito pari al 30%, per un importo non superiore a Euro 30.000. Per le erogazioni liberali in denaro e in natura a sostegno delle misure di contrasto all’emergenza epidemiologica da “Covid-19”, effettuate nell’anno 2020 dai soggetti tito-lari di reddito d’impresa, si applica l’art. 27 della Legge n. 133/1999 (norma riferita alle erogazioni liberali in denaro effettuate a favore di popolazioni colpite da eventi di cala-mità pubblica o da altri eventi straordinari, per il tramite di fondazioni, associazioni, comitati ed enti. Tali erogazioni sono deducibili dal reddito d’impresa e non si considerano destinate a finalità estranee all’esercizio di impresa). Ai fini Irap, tali erogazioni liberali sono deducibili nell’esercizio in cui sono effettuate. Per la valorizzazione delle erogazioni in natura di cui so-pra, si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui agli artt. 3 e 4 del Dm. Lavoro e Politiche sociali 28 novembre 2019, riferito alle erogazioni liberali in natura a favore degli “Enti del Terzo Settore”.Art. 67 (Sospensione dei termini relativi all’attività de-gli Uffici degli Enti impositori) Il presente art. 67 dispone la sospensione dall’8 marzo al 31 maggio 2020 dei termini relativi alle attività di liqui-dazione, di controllo, di accertamento, di riscossione e di contenzioso, effettuate dagli Enti impositori.Sono sospesi, per il medesimo periodo, i termini per for-nire risposta alle istanze di interpello, ivi comprese quelle da rendere a seguito della presentazione della documen-tazione integrativa, oltre anche al termine per la regolariz-zazione delle predette istanze. Sono inoltre sospesi i termini di cui all’art. 7, comma 2, del Dlgs. n. 128/2015, ovverosia i termini entro i quali l’A-genzia delle Entrate è tenuta a fornire risposta, anche a seguito della documentazione integrativa presentata dal

contribuente, alle Istanze di Interpello presentate ai sensi dell’art. 11 della Legge n. 212/2000, nonché i termini di cui all’art. 1–bis del Dl. n. 50/2017 riguardo alle procedure di cooperazione e collaborazione rafforzata.Per le Istanze di Interpello presentate nel periodo di so-spensione, i termini per la risposta previsti dalle relative disposizioni, nonché il termine previsto per la loro regola-rizzazione, iniziano a decorrere dal primo giorno del mese successivo al termine del periodo di sospensione. Durante il periodo di sospensione, la presentazione delle predette Istanze di Interpello e di consulenza giuridica è consenti-ta esclusivamente per via telematica, attraverso l’impie-go della Pec ovvero, per i soggetti non residenti che non si avvalgono di un domiciliatario nel territorio dello Stato, mediante l’invio alla casella di posta elettronica ordinaria [email protected]. Sono altresì sospese, ai sensi del comma 3, dall’8 marzo al 31 maggio 2020 le attività non aventi carattere di indif-feribilità ed urgenza, consistenti nelle risposte alle Istan-ze, formulate ai sensi dell’art. 492-bis del Cpc., relative ai pignoramenti posti in essere dagli Ufficiali giudiziari, di ri-chiesta di accesso alla banca dati dell’Anagrafe Tributaria, compreso l’Archivio dei rapporti finanziari, autorizzate dai Presidenti, oppure dai Giudici delegati, nonché le risposte alle richieste di accesso agli atti e documenti amministrati-vi formulate ai sensi dell’art. 5, del Dlgs. n. 33/2013.Con riferimento ai termini di prescrizione e decadenza re-lativi all’attività degli Uffici, si applica l’art. 12 del Dlgs. n. 159/2015, ai sensi del quale i versamenti sospesi sono effettuati entro il mese successivo al termine del periodo di sospensione, quindi nel caso di specie dovranno esse-re effettuati entro il 30 giugno, e gli adempimenti e ver-samenti tributari, che scadono entro il 31 dicembre 2020 sono prorogati fino al 31 dicembre 2022. In detto periodo di sospensione, ai sensi del comma 3, del citato art. 12, l’Agente nazionale della riscossione non procede alla no-tifica delle cartelle di pagamento.Si rileva infine che la Circolare Entrate n. 4/E del 20 marzo 2020 ha fornito tempestivamente i primi chiarimenti e le prime indicazioni operative sulla trattazione delle Istanze di Interpello nel periodo di sospensione dei termini. Rin-viamo il commento di tale documento al prossimo numero della Rivista.Art. 68 (Sospensione dei termini di versamento dei ca-richi affidati all’Agente della riscossione)Con riferimento alle entrate tributarie e non tributarie, con l’art. 68 vengono sospesi i termini dei versamenti scadenti nel periodo dall’8 marzo al 31 maggio 2020, derivanti da cartelle di pagamento emesse dagli Agenti della riscos-sione, nonché dagli avvisi di accertamento emessi dagli

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Agenti stessi e dall’Inps per il recupero delle somme di propria competenza. I versamenti oggetto di sospensione devono essere effet-tuati in unica soluzione entro il mese successivo al termi-ne del periodo di sospensione, ovverosia entro il 30 giu-gno 2020.Anche per gli atti sopra riportati si applicano le disposizioni dell’art. 12 del Dlgs. n. 159/2015.La predetta sospensione si applica anche alle ingiunzioni di pagamento ed agli accertamenti esecutivi emessi dagli Enti Locali.Sono differiti al 31 maggio 2020 il termine di versamento delle rate di cui alla “rottamazione-ter” disciplinata dal Dl. n. 119/2018, inizialmente fissato al 28 febbraio, e il termi-ne di versamento degli importi dal cd. “saldo e stralcio” di cui all’art. 1, comma 190, della Legge n. 145/2018, fissato al 31 marzo.Le comunicazioni di inesigibilità relative alle quote affida-te agli Agenti della riscossione nell’anno 2018, nell’anno 2019 e nell’anno 2020 sono presentate, rispettivamente, entro il 31 dicembre 2023, entro il 31 dicembre 2024 e entro il 31 dicembre 2025.Si segnala infine che la Circolare Entrate n. 5/E del 20 marzo 2020 ha fornito tempestivamente i primi chiarimenti in merito alla sospensione dei termini per il pagamento degli importi dovuti in relazione alla notifica di avvisi di ac-certamento cosiddetti esecutivi ai sensi dell’art. 29 del Dl. n. 78/2010.Rinviamo il commento di tale documento al prossimo nu-mero della Rivista.Art. 69 (Proroga versamenti nel settore dei giochi) Con l’art. 69 sono prorogati, per il Settore dei giochi, i ter-mini per il versamento del prelievo unico erariale (Preu) sugli apparecchi e del canone concessorio in scadenza il 30 aprile 2020.Le somme dovute dovranno essere versate in unica so-luzione entro il 29 maggio 2020, o in rate mensili di pari importo, con l’aggiunta degli interessi legali dello 0,05% dal 2020. Per chi paga a rate, la prima deve essere ver-sata entro il 29 maggio 2020 e le successive entro l’ultimo giorno del mese; l’ultima rata è versata entro il 18 dicem-bre 2020.Art. 70 (Potenziamento dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) Per l’anno 2020, considerati i rilevanti impegni derivanti dall’incremento delle attività di controllo presso i porti, gli aeroporti e le dogane interne, come conseguenza dell’e-mergenza sanitaria da “Covid-19”, le risorse destinate alla remunerazione delle prestazioni di lavoro straordinario del personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ven-

gono incrementate di Euro 8 milioni, a valere sui finanzia-menti dell’Agenzia stessa.Art. 71 (Menzione per la rinuncia alle sospensioni) Con Decreto del Mef, saranno previste specifiche modali-tà con cui poter menzionare sul sito istituzionale del Mini-stero, i contribuenti che hanno deciso di non avvalersi del-le sospensioni dei versamenti previste dal Decreto, al fine di un ritorno di immagine da parte dell’opinione pubblica.Art. 72 (Misure per l’internazionalizzazione del “Siste-ma Paese”)Il Provvedimento istituisce un “Fondo” da ripartire per la promozione integrata presso il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, al fine di potenziare gli strumenti di promozione e di sostegno all’internaziona-lizzazione delle varie componenti del “Sistema Paese”, tra i quali il Piano straordinario di sostegno al Made in Italy realizzato tramite l’Ice.Art. 73 (Semplificazioni in materia di Organi collegiali degli Enti Locali)Nel periodo dello stato di emergenza “Covid-19”, i Consigli dei Comuni, delle Province e delle Città metropolitane e le Giunte comunali, possono in ogni caso (anche senza preventiva regolamentazione) svolgere le sedute in vide-oconferenza, nel rispetto di criteri di trasparenza e trac-ciabilità; deve essere assicurata l’identificazione certa dei partecipanti, la pubblicità delle sedute e devono essere garantite le funzioni del Segretario comunale.Quanto sopra è valido anche per gli Organismi collegiali degli Enti pubblici nazionali, anche articolati su base ter-ritoriale. È sospesa l’applicazione delle disposizioni di cui all’art. 1, commi 9 e 55, della Legge n. 56/2014, ossia per il sud-detto periodo, per completare il procedimento non saran-no obbligatori i pareri delle assemblee dei sindaci e delle conferenze metropolitane per l’approvazione dei bilanci preventivi e consuntivi, nonché gli altri pareri richiesti dagli statuti provinciali e metropolitani. Anche le Associazioni private, riconosciute o meno, e le Fondazioni potranno svolgere le sedute in videoconferen-za.Art. 74 (Misure per la funzionalità delle Forze di Poli-zia, delle Forze Armate, del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, della carriera prefettizia e del personale dei ruoli dell’Amministrazione civile dell’Interno) L’art. 74 in esame prevede lo stanziamento di fondi per il pagamento degli straordinari dovuti ai maggiori compiti connessi all’emergenza per le Forze di Polizia, le Forze Armate, il Corpo di Polizia penitenziaria, il Corpo naziona-le dei Vigili del Fuoco, il personale della carriera prefetti-zia, quello dei ruoli dell’Amministrazione civile dell’Interno

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e quello delle Polizie locali, nonché per la sanificazione e la disinfezione straordinaria degli Uffici, degli ambienti e dei mezzi in uso alle medesime Forze, e per assicurare l’adeguata dotazione di dispositivi di protezione individua-le.Art. 75 (Acquisti per lo sviluppo di sistemi informativi per la diffusione del lavoro agile e di servizi in rete per l’accesso di cittadini e imprese) Con la norma dell’art. 75 si intende dare ulteriore impulso al processo di digitalizzazione che si sta rilevando strate-gico per contribuire a superare le difficoltà dell’emergen-za epidemiologica. In tal senso, si dispone fino al 31 di-cembre 2020 una procedura semplificata per l’acquisto di servizi e lo sviluppo dei sistemi informativi. In particolare, è previsto che le Amministrazioni aggiudicatrici, come de-finite dall’art. 3 del Dlgs. n. 50/2016 (“Codice dei Contratti pubblici”), nonché le Autorità amministrative indipendenti possano, sino al 31 dicembre 2020, acquistare beni e ser-vizi informatici, preferibilmente basati sul modello Cloud SaaS (software as a service), nonché servizi di connetti-vità, mediante procedura negoziata senza previa pubbli-cazione di un bando di gara ai sensi dell’art. 63, comma 2, lett. c), del “Codice dei Contratti pubblici”, selezionando l’affidatario tra almeno 4 operatori economici, di cui alme-no una “start-up innovativa” o una “piccola e media impre-sa innovativa” (come tale si intendono le Imprese iscritte nell’apposita Sezione speciale del Registro delle imprese di cui all’art. 25, comma 8, del Dl. n. 179/2012, e all’art. 4, comma 2, del Dl. n. 3/2015. Gli atti con i quali sono indette le procedure negoziate devono poi essere trasmessi al Di-partimento per la Trasformazione digitale e al Dipartimen-to della Funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri.Al fine di semplificare il procedimento di acquisto, viene previsto che le Amministrazioni possano:a. stipulare il contratto previa acquisizione di una auto-

certificazione dell’operatore economico aggiudicatario attestante il possesso dei requisiti generali, finanziari e tecnici, la regolarità del Durc e l’assenza di motivi di esclusione secondo segnalazioni rilevabili dal Casel-lario Informatico di Anac, nonché previa verifica del rispetto delle prescrizioni antimafia, di cui al Dlgs. n. 159/2011;

b. stipulare immediatamente il contratto ed avviare l’ese-cuzione dello stesso, anche in deroga ai termini di cui all’art. 32 del Dlgs. n. 50/2016.

La scelta delle soluzioni informatiche dovrà tenere conto delle indicazioni del “Piano triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione”; la scelta delle soluzioni appli-cative dovrà quindi essere fatta all’interno del Catalogo

dei servizi qualificati Cloud per la P.A. (https://cloud.italia.it/marketplace/). Il passaggio è indispensabile per garanti-re la realizzazione di un Sistema integrato, efficiente e con elevati standard di sicurezza nel rispetto del Regolamento europeo per la privacy. Le soluzioni acquistate dovranno prioritariamente garantire la diffusione del lavoro agile e l’erogazione dei servizi on line. A tal scopo quindi le so-luzioni dovranno essere progettate secondo il Paradigma “Saas”, e quindi web based, indispensabile anche per per-mettere il lavoro agile mediante gli strumenti informatici personali dei dipendenti (“BYOD - bring your own device”).Non sono previste risorse aggiuntive; pertanto ogni Ammi-nistrazione dovrà procedere agli acquisti con fondi propri.Art. 76 (Gruppo di supporto digitale alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’attuazione delle misure di contrasto all’emergenza “Covid-19”) La norma dell’art. 76 dispone la costituzione di un contin-gente di esperti con comprovata esperienza nei processi di trasformazione tecnologica, alle dipendenze della Pre-sidenza del Consiglio dei Ministri. La disposizione intende dare impulso al progetto già avviato all’interno del Mini-stero per la trasformazione digitale con la costituzione del Dipartimento ad hoc nel quale è confluito dal 1° gennaio 2020 il Team digitale, al fine di rafforzare la governance delle iniziative di cui all’art. 75: garantire lo sviluppo del lavoro agile e dare immediata diffusione dei servizi on line.Art. 77 (Pulizia straordinaria degli ambienti scolastici) Tale diposizione dell’art. 77 comporta lo stanziamento di fondi per la pulizia straordinaria degli ambienti scolastici, per dotarsi dei materiali per la pulizia straordinaria dei lo-cali, nonché di dispositivi di protezione e igiene personali, sia per il personale sia per gli studenti, autorizzando la spesa di Euro 43,5 milioni nel 2020. Le predette risorse finanziarie sono ripartite tra le Istituzioni scolastiche ed educative pubbliche del Sistema nazionale di istruzione, ivi incluse le Scuole paritarie, attraverso le disposizio-ni contenute di cui all’art. 1, comma 601, della Legge n. 296/2006 (“Legge Finanziaria 2007”). Art. 78 (Misure in favore del Settore agricolo e della Pesca) L’art. 78 istituisce un “Fondo” da Euro 100 milioni a so-stegno delle Imprese agricole e per l’arresto temporaneo dell’attività di pesca, prevedendo l’obiettivo di garantire la copertura totale degli interessi passivi su finanziamenti bancari destinati al capitale circolante e alla ristrutturazio-ne dei debiti, ed assicurare la copertura dei costi sostenuti per interessi maturati negli ultimi 2 anni su mutui contratti dalle medesime Imprese.Viene previsto altresì l’aumento dal 50% al 70% degli an-ticipi dei contributi “Pac” a favore degli agricoltori, misura

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dal valore complessivo oltre Euro 1 miliardo.Si introduce anche l’aumento del “Fondo indigenti” di Euro 50 milioni per assicurare la distribuzione delle derrate ali-mentari - risorse che si aggiungono ai Euro 6 milioni già destinati nei giorni scorsi all’acquisto di latte crudo, in ac-cordo con il Tavolo “Spreco alimentare”.Art. 79 (Misure urgenti per il trasporto aereo) Alla luce dei danni subiti dall’intero Settore dell’aviazione a causa dell’insorgenza dell’epidemia da “Covid-19”, alle Imprese titolari di licenza di trasporto aereo di passeggeri rilasciata dall’Enac che, alla data di emanazione del De-creto “Cura Italia”, esercitano oneri di servizio pubblico, sono riconosciute misure a compensazione dei danni su-biti come conseguenza diretta dell’evento eccezionale al fine di consentire la prosecuzione dell’attività. Con Decreto di natura non regolamentare del Ministro del-lo Sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’E-conomia e delle Finanze, sono stabilite le modalità di ap-plicazione di tali misure. Prevista inoltre la costituzione di una nuova Società - in-teramente controllata dal Mef ovvero controllata da una Società a prevalente partecipazione pubblica anche in-diretta - in considerazione della situazione determinata dall’emergenza citata sulle attività di Alitalia - Società Ae-rea Italiana Spa, e di Alitalia Cityliner Spa, entrambe in amministrazione straordinaria.Con uno o più Decreti Mef, di natura non regolamentare e sottoposti alla registrazione della Corte dei conti, che rap-presentano l’atto costitutivo della nuova Società, saranno definiti l’oggetto sociale, lo Statuto e il capitale sociale ini-ziale, ed ogni altro elemento necessario per la costituzio-ne e il funzionamento della Società stessa. Per l’attuazione delle disposizioni è istituito un “Fondo” con una dotazione di Euro 500 milioni per l’anno 2020.Art. 80 (Incremento della dotazione dei “contratti di sviluppo”) Per la concessione delle agevolazioni introdotte dall’art. 43 del Dl. n. 112/2008, per favorire l’attrazione degli inve-stimenti e la realizzazione di Progetti di sviluppo di impre-sa rilevanti per il rafforzamento della struttura produttiva del Paese, è autorizzata la spesa di ulteriori Euro 400 mi-lioni per l’anno 2020. Art. 81 (Misure urgenti per lo svolgimento della con-sultazione referendaria nell’anno 2020)A causa dello stato di emergenza “Covid-19”, il termine entro il quale deve essere indetto il referendum confer-mativo della Legge Costituzionale in materia di riduzione del numero dei Parlamentari è fissato in 240 giorni dalla comunicazione dell’Ordinanza che lo ha ammesso, in de-roga a quanto previsto dall’art. 15, comma 1, della Legge

n. 352/1970 (massimo 60 giorni). La norma così permette lo slittamento della consultazione a data da stabilire (al massimo ad inizio autunno 2020).Art. 82 (Misure destinate agli operatori che forniscono reti e servizi di comunicazioni elettroniche) La norma dell’art. 82 è volta a stimolare interventi di po-tenziamento delle infrastrutture e ad assicurare la fornitu-re di servizi di comunicazione elettroniche in grado di sup-portare la crescita dei consumi e la gestione di picchi di traffico generati dalla necessità di svolgere attività (smart working, e-learning) o di passare il proprio tempo a casa utilizzando la rete Internet (informazione, comunicazione, intrattenimento, acquisti on line)Art. 83 (Nuove misure urgenti per contrastare l’emer-genza epidemiologica da “Covid-19” e contenerne gli effetti in materia di giustizia civile, penale, tributaria e militare) L’art. 83 abroga gli artt. 1 e 2 del Dl. 8 marzo 2020, n. 11, e detta nuove disposizioni specifiche in materia di giustizia civile, penale, tributaria e militare.Dal 9 marzo 2020 al 15 aprile 2020, le udienze dei procedi-menti civili e penali pendenti presso tutti gli Uffici giudiziari sono rinviate d’ufficio a data successiva al 15 aprile 2020, ad eccezione di alcune controversie elencate al comma 3 (tra le quali figurano, in materia civile, i procedimenti cau-telari aventi ad oggetto la tutela di diritti fondamentali della persona ed in materia penale, i procedimenti di convalida dell’arresto o del fermo).Dal 9 marzo 2020 al 15 aprile 2020 è sospeso il decorso dei termini per il compimento di qualsiasi atto dei proce-dimenti civili e penali. Ove il decorso del termine abbia inizio durante il periodo di sospensione, l’inizio stesso è differito alla fine di detto periodo. In caso di termini com-putati a ritroso ricadenti in tutto o in parte nel periodo di sospensione, è differita l’udienza o l’attività da cui decorre il termine in modo da consentirne il rispetto. Si intendono altresì sospesi, per la stessa durata, i termini per la notifi-ca del ricorso in primo grado innanzi alle Commissioni tri-butarie e il termine di cui all’art. 17-bis, comma 2, del Dlgs. n. 546/1992 (termine di 90 giorni dalla notifica del ricorso entro il quale deve essere conclusa la procedura di recla-mo-mediazione per le controversie tributarie di valore non superiore ad Euro 50.000,00). La suddetta sospensione non opera per i particolari procedimenti di cui al comma 3 (per i quali, come già evidenziato sopra, non opera il rinvio d’ufficio delle udienze).Per il medesimo periodo sono sospesi anche i termini per lo svolgimento di qualunque attività nei procedimenti di mediazione ai sensi del Dlgs. n. 28/2010, nei procedimen-ti di negoziazione assistita ai sensi del Dl. n. 132/2014,

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nonché in tutti i procedimenti di risoluzione stragiudiziale delle controversie regolati dalle disposizioni vigenti, quan-do i predetti procedimenti siano stati promossi entro il 9 marzo 2020 e quando costituiscano condizione di procedi-bilità della domanda giudiziale. Sono conseguentemente sospesi i termini di durata massima dei medesimi proce-dimenti.Per il periodo dal 16 aprile al 30 giugno 2020 è prevista una fase di gestione discrezionale dell’emergenza, in cui sono rimessi poteri organizzativi ai Dirigenti degli Uffici giudiziari (Presidente della Corte di Appello, Presidenti degli Ordini, Capo della Procura).Per quanto riguarda i termini non processuali, si segnala la sospensione della decorrenza dei termini di prescrizio-ne e decadenza per i diritti che possono essere esercitati solo mediante presentazione della domanda giudiziale.In tema di deposito telematico degli atti e di pagamento del “contributo unificato”, il comma 11 dell’arti. 83 in esame prevede che, fino al 30 giugno 2020, negli Uffici che hanno la disponibilità del servizio di deposito telematico anche gli atti e documenti di cui all’art. 16-bis, comma 1-bis, del Dl. n. 179/2012, convertito dalla Legge n. 221/2012 (“Obbli-gatorietà del deposito telematico degli atti processuali”), sono depositati esclusivamente con le modalità previste dal comma 1 del medesimo articolo; gli obblighi di paga-mento del “contributo unificato” di cui all’art. 14 del Dpr. n. 115/2002, nonché l’anticipazione forfettaria di cui all’art. 30 del medesimo Decreto, connessi al deposito degli atti con le modalità previste dal periodo precedente, sono as-solti con Sistemi telematici di pagamento anche tramite la Piattaforma tecnologica di cui all’art. 5, comma 2, del Dlgs. n. 82/2005.Le disposizioni dell’art. 83 in esame, in quanto compatibili, si applicano altresì ai procedimenti relativi alle Commis-sioni tributarie e alla Magistratura militare.Si rileva infine che la Circolare Entrate n. 5/E del 20 mar-zo 2020 ha fornito tempestivamente i primi chiarimenti in merito alla sospensione dei termini per il pagamento degli importi dovuti in relazione alla notifica di avvisi di accer-tamento cosiddetti esecutivi ai sensi dell’art. 29 del Dl. n. 78/2010. Rinviamo il commento di tale documento al pros-simo numero della Rivista.Art. 84 (Nuove misure urgenti per contrastare l’emer-genza epidemiologica da “Covid-19” e contenerne gli effetti in materia di Giustizia amministrativa) La norma dell’art. 84 abroga l’art. 3 del Dl. 8 marzo 2020, n. 11, dettando nuove misure in materia di Giustizia am-ministrativa.E’ prevista, al comma 1, la sospensione dall’8 marzo al 15 aprile 2020 di tutti i termini del processo amministrativo,

secondo la disciplina della sospensione feriale. Inoltre, le udienze pubbliche e camerali dei procedimenti pendenti presso gli Uffici della Giustizia amministrativa, fissate in tale periodo temporale, sono rinviate d’ufficio a data suc-cessiva. I procedimenti cautelari, promossi o pendenti nel medesimo lasso di tempo, sono decisi con Decreto mono-cratico dal Presidente o dal Magistrato da lui delegato e la relativa trattazione collegiale è fissata a una data imme-diatamente successiva al 15 aprile 2020.In deroga a quanto previsto dal comma 1, dal 6 aprile al 15 aprile 2020 le controversie fissate per la trattazione, sia in udienza camerale sia in udienza pubblica, passa-no in decisione, senza discussione orale, sulla base degli atti depositati, se ne fanno congiuntamente richiesta tutte le parti costituite mediante istanza da depositare entro il termine perentorio di 2 giorni liberi prima dell’udienza; in tal caso, entro lo stesso termine le parti hanno facoltà di depositare brevi note.Successivamente al 15 aprile 2020 e fino al 30 giugno 2020, in deroga alle previsioni del “Codice del Processo amministrativo”, tutte le controversie fissate per la tratta-zione, sia in udienza camerale sia in udienza pubblica, passano in decisione, senza discussione orale, sulla base degli atti depositati, ferma restando la possibilità di defi-nizione del giudizio ai sensi dell’art. 60 del Cpa, omes-so ogni avviso. Le parti hanno facoltà di presentare brevi note sino a 2 giorni liberi prima della data fissata per la trattazione. Il giudice, su istanza proposta entro lo stesso termine dalla parte che non si sia avvalsa della facoltà di presentare le note, dispone la rimessione in termini in relazione a quelli che, per effetto del secondo periodo del comma 1, non sia stato possibile osservare e adotta ogni conseguente provvedimento per l’ulteriore e più solleci-to svolgimento del processo. In tal caso, i termini di cui all’art. 73, comma 1, del “Codice del Processo amministra-tivo” (cioè i termini per il deposito di documenti, memorie e repliche) sono abbreviati della metà, limitatamente al rito ordinario; pertanto, nei procedimenti trattati con rito ordi-nario, è consentito il deposito di documenti fino a 20 giorni liberi prima dell’udienza, il deposito di memorie fino a 15 giorni liberi prima dell’udienza ed il deposito di repliche ai nuovi documenti ed alle nuove memorie fino a 10 giorni liberi prima dell’udienza.A decorrere dall’8 marzo e fino al 30 giugno, i presidenti titolari delle Sezioni del Consiglio di Stato, il Presidente del Consiglio di Giustizia amministrativa per la Regione Siciliana e i Presidenti dei Tribunali amministrativi regiona-li e delle relative Sezioni staccate adottano le necessarie misure organizzative per evitare assembramenti all’inter-no degli Uffici giudiziari e contatti ravvicinati tra le perso-

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ne. Fra queste misure possono rientrare, a titolo esem-plificativo, la limitazione dell’accesso agli Uffici giudiziari ai soli soggetti che debbono svolgervi attività urgenti, la limitazione dell’orario di apertura al pubblico degli Uffici, la predisposizione di servizi di prenotazione per l’accesso ai servizi, l’adozione di linee-guida vincolanti per la fissa-zione e la trattazione delle udienze, il rinvio delle udienze a data successiva al 30 giugno 2020, fatta eccezione per le udienze e camere di consiglio cautelari, elettorali, e per le cause rispetto alle quali la ritardata trattazione potrebbe produrre grave pregiudizio alle parti.L’assunzione delle misure in questione importa: 1) la ri-messione in termini ove determinino la decadenza delle parti da facoltà processuali; 2) la sospensione della de-cadenza e della prescrizione, ove impediscano l’esercizio dei diritti.Art. 85 (Nuove misure urgenti per contrastare l’emer-genza epidemiologica da “Covid-19” e contenerne gli effetti in materia di giustizia contabile) La norma dell’art. 85 in commento, in tema di Giustizia contabile, abroga, al comma 8, l’art. 4, comma 1 del Dl. n. 11/2020, e richiama espressamente, al comma 1, le di-sposizioni di cui agli artt. 83 e 84, in quanto compatibili e non contrastanti con le disposizioni recate dall’art. 85 in esame. Sempre l’art. 85 detta una nuova disciplina delle misure emergenziali in tema di Giustizia contabile, che prevede il potere dei vertici istituzionali degli Uffici territoriali e cen-trali, a decorrere dall’8 marzo 2020 e fino al 30 giugno 2020, sentita l’Autorità sanitaria regionale e, per le atti-vità giurisdizionali, il Consiglio dell’Ordine degli avvocati, di adottare le misure organizzative, anche incidenti sulla trattazione degli affari, necessarie per consentire il rispet-to delle indicazioni igienico-sanitarie fornite dal Ministero della Salute, anche d’intesa con le Regioni, e delle pre-scrizioni di cui all’Allegato “1” al Dpcm. 8 marzo 2020. Tali Provvedimenti possono prevedere una o più delle se-guenti misure: a) la limitazione dell’accesso del pubblico agli Uffici, ga-

rantendo comunque l’accesso alle persone che debbo-no svolgervi attività urgenti;

b) la limitazione, sentito il Dirigente competente, dell’o-rario di apertura al pubblico degli Uffici ovvero, in via residuale e solo per gli uffici che non erogano servizi urgenti, la chiusura al pubblico;

c) la predisposizione di servizi di prenotazione per l’acces-so ai servizi;

d) l’adozione di linee-guida vincolanti per la fissazione e la trattazione delle udienze o delle adunanze, ivi inclusa la eventuale celebrazione a porte chiuse;

e) la previsione dello svolgimento delle udienze che non richiedono la presenza di soggetti diversi dai difensori delle parti, ovvero delle adunanze che non richiedono la presenza di soggetti diversi dai rappresentati delle Amministrazioni, mediante collegamenti da remoto;

f) il rinvio d’ufficio delle udienze e delle adunanze a data successiva al 30 giugno 2020, salvo che per le cause rispetto alle quali la ritardata trattazione potrebbe pro-durre grave pregiudizio alle parti.

Nel caso di rinvio, con riferimento a tutte le attività giurisdi-zionali, inquirenti, consultive e di controllo, intestate alla Corte dei conti, i termini in corso alla data dell’8 marzo 2020 e che scadono entro il 30 giugno 2020, sono sospesi e riprendono a decorrere dal 1° luglio 2020.A decorrere dall’8 marzo 2020 si intendono sospesi anche i termini connessi alle attività istruttorie preprocessuali, alle prescrizioni in corso ed alle attività istruttorie e di veri-fica relative al controllo. Per il periodo successivo al 15 aprile 2020 e fino al 30 giu-gno 2020, in deroga alle previsioni del “Codice di Giustizia contabile”, tutte le controversie pensionistiche fissate per la trattazione innanzi al Giudice contabile in sede mono-cratica, sia in udienza camerale sia in udienza pubblica, passano in decisione senza discussione orale, sulla base degli atti depositati. Le parti hanno facoltà di presentare brevi note e documenti sino a 2 giorni liberi prima della data fissata per la trattazione. Il Giudice, trattata la causa, pronuncia immediatamente Sentenza, dandone tempestiva notizia alle parti costituite con comunicazione inviata a mezzo di Posta elettronica certificata. Resta salva la facoltà del Giudice di decidere in forma semplificata, con Sentenza depositata in segreteria entro 15 giorni dalla Pronuncia. Sono fatte salve tutte le disposizioni compatibili con il presente rito previste dalla Parte IV, Titolo I, del Dlgs. n. 174/2016.Per il controllo preventivo di legittimità non si applica alcu-na sospensione dei termini.Art. 86 (Misure urgenti per il ripristino della funziona-lità degli Istituti penitenziari e per la prevenzione della diffusione del “Covid-19”) L’art. 86 in analisi, con l’obiettivo di ripristinare la piena funzionalità e garantire le condizioni di sicurezza degli Isti-tuti penitenziari danneggiati nel corso delle proteste dei detenuti anche in relazione alle notizie sulla diffusione epi-demiologica a livello nazionale del “Covid-19”, autorizza, al comma 1, la spesa di Euro 20.000.000 nell’anno 2020 per la realizzazione di interventi urgenti di ristrutturazio-ne e di rifunzionalizzazione delle strutture e degli impianti

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danneggiati nonché per l’attuazione di misure di preven-zione.Il comma 2, in considerazione della situazione emergen-ziale e al fine di consentire l’adeguata tempestività degli interventi di cui al comma precedente, autorizza, fino al 31 dicembre 2020, l’esecuzione dei lavori di somma urgenza con le procedure di cui all’art. 163 del Dlgs. n. 50/2016 (procedure in caso di somma urgenza e di Protezione ci-vile), anche in deroga ai limiti di spesa ivi previsti (Euro 200.000), fatto salvo il limite della soglia europea, e ai ter-mini di presentazione della perizia giustificativa dei lavori.Art. 87 (Misure straordinarie in materia di lavoro “agi-le” e di esenzione dal servizio e di procedure concor-suali) L’art. 87 in esame dispone che, fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da “Covid-19”, ovvero fino ad una data antecedente stabilita con Dpcm. su pro-posta del Ministro per la Pubblica Amministrazione, il “la-voro agile” costituisce la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle P.A. di cui all’art. 1, com-ma 2, del Dlgs. n. 165/2001, che, conseguentemente: a) limitano la presenza del personale negli Uffici per assi-

curare esclusivamente le attività che ritengono indiffe-ribili e che richiedono necessariamente la presenza sul luogo di lavoro, anche in ragione della gestione dell’e-mergenza;

b) prescindono dagli accordi individuali e dagli obblighi in-formativi previsti dagli artt. da 18 a 23 della Legge n. 81/2017.

La prestazione lavorativa “in lavoro agile” può essere svol-ta anche attraverso strumenti informatici nella disponibilità del dipendente qualora non siano forniti dall’Amministra-zione.Il comma 3 prevede che, qualora non sia possibile ricor-rere al “lavoro agile”, le Amministrazioni utilizzano gli stru-menti delle ferie pregresse, del congedo, della banca-ore, della rotazione e di altri analoghi istituti, nel rispetto della Contrattazione collettiva. Esperite tali possibilità le Ammi-nistrazioni possono motivatamente esentare il personale dipendente dal servizio. Il periodo di esenzione dal servi-zio costituisce servizio prestato a tutti gli effetti di legge e l’Amministrazione non corrisponde l’indennità sostitutiva di mensa, ove prevista.Il comma 5 statuisce che lo svolgimento delle procedu-re concorsuali per l’accesso al “Pubblico Impiego”, ad esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in mo-dalità telematica, sono sospese per 60 giorni a decorre-re dall’entrata in vigore del Decreto in commento. Resta ferma la conclusione delle procedure per le quali risulti

già ultimata la valutazione dei candidati, nonché la possi-bilità di svolgimento dei procedimenti per il conferimento di incarichi, anche dirigenziali, nelle P.A., che si istaura-no e si svolgono in via telematica e che si possono con-cludere anche utilizzando le modalità lavorative di cui ai commi sopra commentati, ivi incluse le procedure relative alle progressioni di cui all’art. 22, comma 15, del Dlgs. n. 75/2017.Art. 88 (Rimborso dei contratti di soggiorno e risolu-zione dei contratti di acquisto di biglietti per spettaco-li, musei e altri luoghi della cultura) Il testo dell’art. 88 fa riferimento alle disposizioni dell’art. 28 del Dl. 2 marzo 2020, n. 9, che si applicano anche ai contratti di soggiorno per i quali si sia verificata l’impossi-bilità sopravvenuta della prestazione a seguito dei recenti provvedimenti (art. 1463 del Cc.).Sia per i contratti di soggiorno che i biglietti di spettacoli, cinema e musei, l’acquirente deve presentare, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del Dl. n. 18/2020 (17 marzo 2020), apposita Istanza di rimborso al venditore, al-legando il titolo di acquisto. Il venditore ha tempo 30 giorni per provvedere all’emissione di un voucher di pari importo al titolo di acquisto, da utilizzare entro 1 anno dall’emis-sione.Art. 89 (“Fondo emergenze spettacolo, cinema e au-diovisivo”) All’art. 89 si prevede, in capo al Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, l’istituzione di 2 “Fondi” per le emergenze nei Settori dello Spettacolo e del Cine-ma e Audiovisivo. I “Fondi” di cui al primo periodo hanno una dotazione complessiva di Euro 130 milioni per l’anno 2020, di cui Euro 80 milioni per la parte corrente e Euro 50 milioni per gli interventi in conto capitale.Con Decreto Mibact, da adottare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della Legge di conversione del presen-te Dl. n. 18/2020, sono stabilite le modalità di ripartizione e assegnazione delle risorse agli operatori dei settori, ivi inclusi artisti, autori, interpreti ed esecutori.Art. 91 (Disposizioni in materia di ritardi o inadempi-menti contrattuali derivanti dall’attuazione delle mi-sure di contenimento e di anticipazione del prezzo in materia di contratti pubblici) Con l’art. 91 è aggiunto il comma 6-bis all’art. 3 del Dl. n. 3/2020, in base al quale il rispetto delle misure di con-tenimento relative all’emergenza epidemiologica da “Co-vid-19”, previste dallo stesso Decreto, è sempre valutato ai fini dell’esclusione, ai sensi e per gli effetti degli artt. 1218 e 1223 del Cc., della responsabilità del debitore, an-che relativamente all’applicazione di eventuali decadenze o penali connesse a ritardati o omessi adempimenti.

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Viene inoltre prevista la possibilità di erogare l’anticipa-zione del prezzo per appalti di lavori, servizi e forniture di cui all’art. 35, comma, 18 del Dlgs. n. 50/2016 (“Codi-ce dei Contratti pubblici”), anche nel caso di consegna in via d’urgenza, ai sensi dell’art. 32, comma 8, dello stesso “Codice”.Art. 92 (Disposizioni in materia di Trasporto stradale e Trasporto di pubblico di persone) Al fine di fronteggiare l’improvvisa riduzione dei traffici ma-rittimi afferenti al trasporto di merci e di persone, in rela-zione alle operazioni effettuate dal 17 marzo al 30 aprile 2020, viene sospeso il pagamento della Tassa di ancorag-gio di cui all’art. 1 del Dpr. n. 107/2009 e dei canoni di cui agli artt. 16, 17 e 18, della Legge n. 84/1994 (“Riordino della legislazione in materia portuale”).I pagamenti dei diritti doganali, in scadenza tra il 17 marzo ed il 30 aprile 2020, sono differiti di ulteriori 30 giorni senza applicazione di interessi.In considerazione dello stato di emergenza nazionale, è autorizzata fino al 31 ottobre 2020 la circolazione dei veicoli da sottoporre entro il 31 luglio 2020 alle attività di visita e prova di cui agli artt. 75 e 78 del Dlgs. n. 285/1992 (“Nuovo Codice della strada”), ovvero alle attività di revi-sione di cui all’art. 80 del medesimo Decreto. Art. 93 (Disposizioni in materia di autoservizi pubblici non di linea) Al fine di garantire maggiori condizioni di sicurezza ai con-ducenti ed ai passeggeri, con l’art. 93 è riconosciuto un contributo in favore dei soggetti che svolgono autoservizi di trasporto pubblico non di linea, che dotano i veicoli adi-biti ai medesimi servizi di paratie divisorie atte a separare il posto guida dai sedili riservati alla clientela, muniti dei necessari certificati di conformità, omologazione o analo-ga autorizzazione. Con Decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Traspor-ti, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finan-ze, da adottare entro 60 giorni dal 17 marzo 2020, verrà determinata l’entità massima del contributo riconoscibile e saranno disciplinate le modalità di presentazione delle domande di contributo e di erogazione dello stesso. Il con-tributo non potrà comunque essere superiore al 50% del costo di ciascun dispositivo installato.Art. 94 (Incremento dotazione del “Fondo di solidarie-tà per il Settore aereo”) E’ stabilito lo stanziamento di ulteriori risorse, per un am-montare di aggiuntivi 200 milioni per il “Fondo di solidarie-tà per il Settore del Trasporto aereo e del Sistema aero-portuale” per l’anno 2020. Fino al 31 dicembre 2020 può essere autorizzato - nel li-mite complessivo di 200 milioni per l’anno 2020 e nel limi-

te massimo di 10 mesi, previo Accordo stipulato in sede governativa presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, anche in presenza dei Ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti e dello Sviluppo economico nonché della Regione interessata - il trattamento straordinario di inte-grazione salariale per crisi aziendale qualora l’azienda operante nel Settore aereo abbia cessato o cessi l’attività produttiva e sussistano concrete prospettive di cessione dell’attività con conseguente riassorbimento occupaziona-le.Art. 95 (Sospensione versamenti canoni per il Settore sportivo) La disposizione dell’art. 95 statuisce, per le Federazioni sportive nazionali, gli Enti di promozione sportiva, le So-cietà e Associazioni sportive, professionistiche e dilettan-tistiche, che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa nel territorio dello Stato, la sospensione, dalla data di entrata in vigore del Dl. n. 18/2020 in com-mento e fino al 31 maggio 2020, i termini per il pagamen-to dei canoni di locazione e concessori relativi all’affida-mento di impianti sportivi pubblici dello Stato e degli Enti territoriali (es. i canoni di concessione che gli Enti Locali incassano dai gestori degli impianti sportivi)I versamenti dei predetti canoni sono effettuati, senza ap-plicazione di sanzioni ed interessi, in un’unica soluzione entro il 30 giugno 2020 o mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di giugno 2020. Art. 97 (Aumento anticipazioni “FSC”) Per sostenere gli interventi finanziati con risorse del “Fon-do Sviluppo e Coesione” (“FSC”) 2014-2020 nell’ambito dei Piani operativi delle Amministrazioni centrali” e dei “Patti per lo sviluppo”, le anticipazioni finanziarie possono essere richieste nella misura del 20% delle risorse asse-gnate ai singoli interventi, qualora questi ultimi siano do-tati: - nel caso di interventi infrastrutturali, di Progetto esecu-

tivo approvato; - nel caso di interventi a favore delle Imprese, di Provve-

dimento di attribuzione del finanziamento. Restano esclusi gli interventi di competenza di Anas e di Rete ferroviaria italiana.Art. 98 (Misure straordinarie urgenti a sostegno della filiera della Stampa) Al fine di contrastare la crisi degli investimenti pubblicita-ri della Stampa, la norma in commento introduce, per il solo 2020, una modifica alla disciplina del contributo di cui all’art. 57-bis del Dl. n. 50/2017, destinato alle Imprese, ai lavoratori autonomi e agli Enti non commerciali che effet-tuino investimenti in campagne pubblicitarie sulla stampa

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quotidiana e periodica (cartacea e non) e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali, il cui valore superi almeno dell’1% gli analoghi investimenti ef-fettuati sugli stessi mezzi di informazione nell’anno prece-dente. Per il solo 2020, tale contributo è concesso – sem-pre sotto forma di credito d’imposta - nella misura unica del 30% del valore degli investimenti effettuati, anziché del 75% del valore incrementale degli stessi.Art. 99 (Erogazioni liberali a sostegno del contrasto all’emergenza epidemiologica da “Covid-19”) La norma dell’art. 99 introduce la possibilità per il Dipar-timento della Protezione civile di aprire uno o più conti correnti bancari dedicati in via esclusiva alla raccolta per le erogazioni liberali destinate a far fronte all’emergen-za epidemiologica del virus “Covid-19”, purché rispetto-si di quanto previsto dall’art. 27, commi 7 e 8, del Dlgs. n. 1/2018 (“Codice della Protezione civile”), per tutta la durata dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei Ministri in data 31 gennaio 2020 e, in ogni caso sino al 31 luglio 2020, al fine di procedere all’acquisizione di forniture e servizi da parte delle Aziende, Agenzie e degli Enti del Servizio sanitario nazionale da utilizzare nelle at-tività di contrasto dell’emergenza “Covid-19”, qualora sia finanziata in via esclusiva tramite donazioni di persone fisiche o giuridiche private, ai sensi dell’art. 793 del Cc., mediante affidamento diretto, senza previa consultazione di 2 o più operatori economici, per importi non superiori a quanto stabilito dal “Codice degli Appalti” (art. 35 del Dlgs. n. 50/2016) a condizione che l’affidamento sia conforme al motivo delle liberalità. L’art. 99 stabilisce inoltre che even-tuali maggiori introiti integrano e non assorbono i budget stabiliti con Decreto di assegnazione regionale. Infine, per le erogazioni liberali di cui al presente art. 99, ciascuna Pubblica Amministrazione beneficiaria attua ap-posita rendicontazione separata, per la quale è autorizza-ta l’apertura di un conto corrente dedicato presso il proprio Tesoriere, assicurandone la completa tracciabilità. Al ter-mine dello stato di emergenza nazionale da “Covid-19”, tale separata rendicontazione dovrà essere pubblicata da ciascuna Pubblica Amministrazione beneficiaria sul pro-prio sito internet o, in assenza, su altro idoneo sito inter-net, al fine di garantire la trasparenza della fonte e dell’im-piego delle suddette liberalità. Art. 100 (Misure a sostegno delle università delle Isti-tuzioni di alta formazione artistica musicale e coreuti-ca e degli Enti di ricerca) La costituzione per l’anno 2020 di un Fondo denominato “Fondo per le esigenze emergenziali del Sistema dell’Uni-versità, delle Istituzioni di alta formazione artistica musica-le e coreutica e degli Enti di ricerca”, con una dotazione

pari a Euro 50 milioni, demandando al Miur di individuare i criteri di riparto e di utilizzazione delle risorse tra le Uni-versità, le Istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica e gli Enti di ricerca ed i Collegi universitari di merito accreditati.Lo stesso art- 100 poi prevede per gli Enti pubblici di ri-cerca, ad esclusione dell’Istat, la proroga dei mandati dei componenti degli Organi statutari, laddove scaduti alla data del 17 marzo 2020 ovvero in scadenza durante il pe-riodo dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei Ministri in data 31 gennaio 2020, fino al perdurare dello stato di emergenza medesimo.Art. 101 (Misure urgenti per la continuità dell’attività formativa delle Università e delle Istituzioni di alta for-mazione artistica musicale e coreutica) L’art. 101 dispone, in deroga alle disposizioni dei Regola-menti di Ateneo, l’ultima sessione delle prove finali per il conseguimento del titolo di studio presso le Università e le Istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica relative all’anno accademico 2018/2019 è prorogata al 15 giugno 2020, con la conseguente proroga di ogni altro ter-mine connesso all’adempimento di scadenze didattiche o amministrative funzionali allo svolgimento delle predette prove.Art. 102 (Abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo e ulteriori misure urgenti in materia di professioni sanitarie) Con l’art. 102 in esame viene disposto che al fine di con-seguire l’abilitazione all’esercizio della professione di Me-dico-chirurgo, occorre il conseguimento della Laurea ma-gistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia, titolo valido per la durata dell’emergenza e fino a nuova decretazione, all’esercizio della professione di Medico-chirurgo previo giudizio di idoneità sui risultati relativi alle competenze dimostrate nel corso del tirocinio pratico-valutativo svolto all’interno del corso di studi.Art. 103 (Sospensione dei termini nei procedimen-ti amministrativi ed effetti degli atti amministrativi in scadenza) I termini ordinatori o perentori, propedeutici, endoproce-dimentali, finali ed esecutivi, relativi allo svolgimento di procedimenti amministrativi su istanza di parte o d’ufficio, pendenti alla data del 23 febbraio 2020 o iniziati successi-vamente a tale data, sono sospesi per il periodo compreso tra la medesima data e quella del 15 aprile 2020. Le Pubbliche Amministrazioni adottano ogni misura orga-nizzativa idonea ad assicurare comunque la ragionevole durata e la celere conclusione dei procedimenti, con prio-rità per quelli da considerare urgenti, anche sulla base di motivate istanze degli interessati. Sono pertanto prorogati

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o differiti, per il tempo corrispondente, i termini di forma-zione della volontà conclusiva dell’Amministrazione nelle forme del silenzio significativo (silenzio assenso o silenzio diniego) previste dall’ordinamento.Tale disposizione non si applica ai pagamenti di stipendi, pensioni, retribuzioni per lavoro autonomo, emolumenti per prestazioni di lavoro o di opere, servizi e forniture a qualsiasi titolo, indennità di disoccupazione e altre inden-nità da ammortizzatori sociali o da prestazioni assisten-ziali o sociali, comunque denominate nonché di contributi, sovvenzioni e agevolazioni alle imprese comunque deno-minati.Tutti i certificati, attestati, permessi, concessioni, autoriz-zazioni e atti abilitativi comunque denominati, in scadenza tra il 31 gennaio e il 15 aprile 2020, conservano la loro validità fino al 15 giugno 2020.Le disposizioni sopra indicate, che prevedono una so-spensione di scadenze, non si applicano ai termini stabiliti da specifiche disposizioni del Decreto in commento e dei Dl. n. 6/2020, n. 9/2020 e n. 11/2020, nonché dei relativi Decreti di attuazione.I termini dei procedimenti disciplinari del personale delle Amministrazioni pubbliche di cui all’art. 1, comma 2, del Dlgs. n. 165/2001, ivi inclusi quelli del personale di cui all’art. 3 del medesimo Decreto, pendenti alla data del 23 febbraio 2020 o iniziati successivamente a tale data, sono sospesi fino al 15 aprile 2020. È altresì sospesa l’esecuzione dei Provvedimenti di rila-scio degli immobili, anche ad uso non abitativo, fino al 30 giugno 2020. Si sottolinea infine che l’Anac, con la Delibera n. 268 del 19 marzo 2020, ha fornito disposizioni operative in merito alla sospensione dei termini nei procedimenti di compe-tenza dell’Autorità e modifica dei termini per l’adempimen-to degli obblighi di comunicazione nei confronti della stes-sa. Rinviamo il commento di tale documento al prossimo numero della Rivista.Art. 104 (Proroga della validità dei documenti di rico-noscimento)È prorogata al 31 agosto 2020 la validità di: - documenti di riconoscimento (da intendersi come ogni documento munito di fotografia del titolare e rilasciato, su supporto cartaceo, magnetico o informatico, che con-senta l’identificazione personale del titolare),

- documenti di identità (carta di identità ed ogni altro do-cumento munito di fotografia del titolare e rilasciato, su supporto cartaceo, magnetico o informatico, con la fina-lità prevalente di dimostrare l’identità personale del suo titolare),

- documenti di identità elettronici (documenti analoghi alla

Carta di identità elettronica rilasciati dal Comune fino al compimento del quindicesimo anno di età), rilasciati da Amministrazioni pubbliche, scaduti o in scadenza suc-cessivamente alla data del 17 marzo 2020.

La validità ai fini dell’espatrio resta limitata alla data di sca-denza indicata nel documento. Art. 106 (Norme in materia di svolgimento delle As-semblee di Società) La disposizione dell’art. 106, in considerazione della si-tuazione generata dall’emergenza “Covid-19”, consente alle Società di poter convocare l’Assemblea ordinaria per l’approvazione del bilancio 2019 nel termine più lungo di 180 giorni dalla chiusura dell’esercizio sociale, anziché i canonici 120 giorni, e questo in deroga a quanto previsto dagli artt. 2364, comma 2, Cc. (Spa), e 2478-bis Cc. (Srl) o alle diverse disposizioni statutarie.Inoltre, i commi 2 e 3 prevedono, per le Spa, Sapa, Srl, Società cooperative e Mutue assicuratrici, la possibilità dell’espressione del voto mediante l’utilizzo di mezzi elet-tronici o per corrispondenza, nonché l’intervento in As-semblea mediante mezzi di telecomunicazione, anche in deroga alle diverse disposizioni statutarie.Per le Srl è prevista la possibilità che l’espressione del voto avvenga mediante consultazione scritta o per con-senso espresso per iscritto.Per le Società quotate è consentito il ricorso all’istituto del “rappresentante designato” per l’esercizio del diritto di voto nelle assemblee ordinarie e straordinarie, a cui possono essere conferite deleghe e sub-deleghe. Tale disposizione si applica anche alle Società ammesse alla negoziazione su un sistema multilaterale di negoziazione e alle società con azioni diffuse fra il pubblico in misura rilevante.Come previsto dal comma 6, anche le Banche popolari e le Banche di credito cooperativo, le Società cooperati-ve e le Mutue assicuratrici, possono utilizzare l’istituto del rappresentante designato, nonché prevedere nell’avviso di convocazione che l’intervento in assemblea si svolga esclusivamente tramite il predetto rappresentante desi-gnato. Dette disposizioni, si applicano alle assemblee convocate entro il 31 luglio 2020 ovvero entro la data, se successiva, fino alla quale è in vigore lo stato di emergenza da “Co-vid-19”. Per quanto riguarda le Società a controllo pubblico, come definite dall’art. 2, comma 1, lett. m), del Dlgs. n. 175/2016, l’applicazione delle nuove disposizioni ha luogo nell’ambi-to delle risorse finanziarie e strumentali disponibili a legi-slazione vigente e non comporta nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.Art. 107 (Differimento di termini amministrativo-con-

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tabili)A causa dello stato di emergenza “Covid-19” è stata va-lutata la necessità di alleggerire i carichi amministrativi di Enti e Organismi pubblici anche con la dilazione degli adempimenti e delle scadenze sotto indicati: 1. il termine di adozione dei rendiconti o dei bilanci d’eser-

cizio relativi all’esercizio 2019 ordinariamente fissato al 30 aprile 2020, viene differito: - al 31 maggio 2020, per gli Enti e i loro Organismi

strumentali destinatari delle disposizioni del Titolo I del Dlgs. n. 118/2011: Regioni, Provincie autonomie e Enti Locali. Per le Regioni e le Province autono-me di Trento e di Bolzano sono rinviati al 31 maggio 2020 e al 30 settembre 2020 i termini per l’approva-zione del rendiconto 2019, rispettivamente, da parte della Giunta e del Consiglio;

- al 30 giugno 2020 per gli Enti e gli Organismi pubbli-ci diversi dalle Società destinatari delle disposizioni del Dlgs. n. 91/2011: Amministrazioni pubbliche di cui all’art. 1, comma 2, della Legge n. 196/2009 (Enti pubblici di cui all’Elenco Istat e Autorità indipendenti, comprese le loro articolazioni organizzative, anche a livello territoriale); sono qui espressamente esclusi le Regioni, gli Enti Locali, e i loro Enti ed Organismi strumentali, e gli Enti del Servizio sanitario nazionale.

Conseguentemente, per gli Enti o gli Organismi pub-blici vigilati, i cui rendiconti o bilanci di esercizio sono sottoposti ad approvazione da parte dell’Amministrazio-ne vigilante competente, il termine di approvazione dei rendiconti o dei bilanci di esercizio relativi all’esercizio 2019, ordinariamente fissato al 30 giugno 2020, è diffe-rito al 30 settembre 2020;

2. il termine per la deliberazione, sempre per tutti gli Enti pubblici (compresi quindi gli Enti Locali), del bilancio di previsione 2020-2022 è differito al 31 maggio 2020;

3. il termine per l’adozione dei bilanci di esercizio dell’an-no 2019 da parte della Giunta regionale è differito al 31 maggio 2020, e di conseguenza i seguenti termini (di cui al comma 7 dell’art. 32 del Dlgs. n. 118/2011), per l’anno 2020, sono posticipati: - al 30 giugno 2020 (anziché al 31 maggio), l’appro-

vazione della Giunta regionale dei bilanci d’eserci-zio dell’anno 2019 dei seguenti Enti (di cui alle lett. b), punto i), e c), del comma 2, dell’art. 19, del Dlgs. n. 118/2011): Regioni per la parte del finanziamento del Servizio sanitario relativa alla gestione sanitaria accentrata presso la Regione, Asl, Aziende ospeda-liere, Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico pubblici (anche se trasformati in Fondazioni), Azien-de ospedaliere universitarie integrate con il Ssn.;

- al 31 luglio 2020 (invece che il 30 giugno), l’approva-zione della Giunta regionale del bilancio consolidato dell’anno 2019 del Servizio sanitario regionale;

4. il termine per la determinazione delle tariffe della Tari e della Tari corrispettivo è differito al 30 giugno 2020. I Comuni possono approvare le tariffe della Tari e della Tariffa corrispettiva adottate per l’anno 2019, anche per l’anno 2020, provvedendo obbligatoriamente entro il 31 dicembre 2020 alla determinazione e all’approvazione del Pef del “Servizio rifiuti” per l’esercizio 2020. L’eventuale conguaglio tra i costi risultanti dal Pef per il 2020 ed i costi determinati per l’anno 2019 può essere ripartito fra gli anni 2021, 2022 e 2023;

5. il termine per la deliberazione del Dup da parte del Con-siglio dell’Ente Locale è differito al 30 settembre 2020;

6. i seguenti termini stabiliti dal Tuel per gli Enti Locali in “Dissesto” o “Pre-dissesto” sono rinviati (in ogni caso): - al 30 giugno 2020, il termine della trasmissione del-

la Deliberazione di Dissesto al Ministero dell’Interno (art. 246, comma 2 – ordinariamente era previsto il termine di 5 giorni dalla data di esecutività della De-liberazione),

- al 30 giugno 2020, il termine della prima riunione Consiliare in cui l’Ente dissestato è tenuto a delibe-rare le aliquote e le tariffe massime consentite per imposte/tasse di propria spettanza (art. 251, comma 1 - ordinariamente era previsto il termine di 30 giorni dalla Dichiarazione di dissesto),

- al 30 giugno 2020, il termine per la presentazione al Viminale da parte del Consiglio dell’Ente dissestato dell’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato (art. 259, comma 1 – ordinariamente era previsto il termi-ne di 3 mesi dalla data di emanazione del Decreto di nomina dell’Osl),

- al 30 giugno 2020, il termine per l’Ente dissestato per dare risposta ai rilievi e alle richieste istruttorie della Cosfel (art. 264, comma 1 – ordinariamente era pre-visto il termine di 60 giorni),

- al 30 giugno 2020, il termine per l’Ente dissestato per presentare una nuova ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato nel caso l’esame del precedente da par-te della Cosfel abbia dato esito negativo (art. 261, comma 4 – ordinariamente era previsto il termine di 45 giorni dalla data di notifica del Provvedimento),

- al 30 settembre 2020, il termine dalla data del Decreto di approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato per la deliberazione da parte dell’Ente dissestato di eventuali altri bilanci di previsione o rendiconto non ancora deliberati dall’Ente e per la presentazione delle relative certificazioni (art. 264, comma 2 - ordi-

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nariamente era previsto il termine di 120 giorni); - al 30 giugno 2020, il termine per la deliberazione del

“Piano di riequilibrio finanziario pluriennale” da parte del Consiglio dell’Ente (art. 243-bis, comma 5 – or-dinariamente era previsto il termine di 90 giorni dal-la data di esecutività delle Deliberazione di accesso alla procedura di “Pre-dissesto”),

- al 30 giugno 2020, il termine per la trasmissione da parte dell’Ente del “Prfp” alla Sezione regionale della Corte dei conti (art. 243-quater, comma 1 – ordinaria-mente era previsto il termine di 10 giorni dall’appro-vazione del “Prfp”),

- al 30 giugno 2020, il termine per l’Ente in “Pre-disse-sto” per rispondere ai rilievi e alle richieste istruttorie formulate dalla Cosfel (art. 243-quater, comma 2 – ordinariamente era previsto il termine di 30 giorni),

- al 30 giugno 2020, il termine da parte dell’Ente in “Pre-dissesto” per impugnare la Deliberazione di di-niego al “Prfp” (art. 243-quater, comma 5 – ordinaria-mente era previsto il termine di 30 giorni),

- al 31 dicembre 2020, il termine per la Commissione straordinaria per la gestione dell’Ente, sciolto e per i quali sussistono squilibri strutturali di bilancio in gra-do di provocare il dissesto finanziario, per richiedere un’anticipazione di cassa per il pagamento del perso-nale, per il rimborso dei mutui e per garantire i servizi essenziali (art. 243-quinquies, comma 1 – ordinaria-mente era previsto il termine di 6 mesi);

7. i seguenti termini stabiliti dal Tuel sono differiti fino al 31 agosto 2020: - la scadenza di cui all’art. 141, comma 7 (Procedura

di scioglimento e sospensione dei Consigli comu-nali e provinciali: massimo termine della possibilità per il Prefetto di sospendere i Consigli e nominare un Commissario per la provvisoria amministrazione dell’Ente), è fissato in 180 giorni (anziché 90);

- il termine di cui all’art. 143, comma 3 (Scioglimento dei Consigli comunali e Provinciali per fenomeni di infiltrazione mafioso: termine massimo dal deposito delle conclusioni della Commissione d’indagine entro cui il Prefetto deve inviare la propria Relazione al Mi-nistero dell’Interno), è fissato in 135 giorni (anziché 45);

- la data ultima di cui all’art. 143, comma 4 (Sciogli-mento dei Consigli comunali e provinciali per feno-meni di infiltrazione mafioso: termine massimo per decretare lo scioglimento dell’Ente dalla trasmissio-ne della Relazione prefettizia), è fissato in 180 giorni (anziché 3 mesi);

- la scadenza ex art. 143, comma 12 (Scioglimento dei

Consigli comunali e provinciali per fenomeni di infil-trazione mafioso: termine massimo per la possibile sospensione degli Organi in carica da parte del Pre-fetto nelle more dell’emissione del Decreto di sciogli-mento), è fissato in 150 giorni (anziché 60).

Art. 108 (Misure urgenti per lo svolgimento del “servi-zio postale”) Dalla data di entrata in vigore del Decreto-legge in com-mento e fino al 30 giugno 2020, nell’intento di assicurare l’adozione delle misure di prevenzione della diffusione del “Covid-19”, per lo svolgimento del “servizio postale” relati-vo agli invii raccomandati, agli invii assicurati e alla distri-buzione dei pacchi, nonché per l’effettuazione dei servizi di notificazione a mezzo posta, gli operatori postali proce-dono alla consegna dei suddetti invii e pacchi mediante preventivo accertamento della presenza del destinatario o di persona abilitata al ritiro, senza però raccoglierne la firma con successiva immissione dell’invio nella cassetta della corrispondenza dell’abitazione, dell’ufficio o dell’a-zienda, al piano o in altro luogo, presso il medesimo indi-rizzo. La firma sul documento di consegna viene apposta dall’operatore postale.Inoltre, sempre dall’entrata in vigore del Decreto in com-mento e fino al 31 maggio 2020, passa da 5 a 30 giorni il termine dalla notificazione della violazione al “Codice del-la Strada” per beneficiare della riduzione del 30% dell’im-porto da pagare.Art. 109 (Utilizzo avanzi per spese correnti di urgenza a fronte dell’emergenza “Covid-19”)Le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, limitatamente all’esercizio finanziario 2020, possono uti-lizzare la quota libera dell’avanzo di amministrazione per il finanziamento di spese correnti connesse con l’emer-genza “Covid-19”, ferme restando le priorità relative alla copertura dei debiti fuori bilancio e alla salvaguardia degli equilibri di bilancio, Quanto sopra vale anche per gli Enti Locali, i quali, fer-mo restando il rispetto del Principio di equilibrio di bilan-cio e sempre per il solo 2020, possono utilizzare, anche integralmente, i proventi delle concessioni edilizie e delle sanzioni in materia edilizia di cui al Dpr. n. 380/2001 (ad eccezione di quelle relative alle ingiunzioni a demolire) per il finanziamento delle spese correnti connesse all’emer-genza “Covid-19”.Art. 110 (Rinvio Questionari Sose) Con l’art. 110 è differito il termine di cui all’art. 5, comma 1, lett. c), del Dlgs. n. 216/2010, relativo alla scadenza per la restituzione da parte delle Province e delle Città me-tropolitane del Questionario Sose denominato “FP20U” e dei Comuni denominato “FC50U”, ed è ora fissato in 180

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giorni dalla pubblicazione, anziché 60. I predetti Questionari sono stati pubblicati sulla G.U. del 28 novembre 2019 n. 279, e pertanto l’originaria scaden-za, prevista per il 27 gennaio 2020, viene ora differita al 26 maggio 2020.Art. 111 (Sospensione quota capitale mutui Regioni a Statuto ordinario) Le Regioni a Statuto ordinario sospendono il pagamento della quota capitale, in scadenza nell’anno 2020, succes-sivamente alla data del 17 marzo 2020, dei prestiti con-cessi dal Mef e dalla Cassa Depositi e Prestiti Spa trasfe-riti al Mef in attuazione dell’art. 5, commi 1 e 3, del Dl. 30 settembre 2003, n. 269. Le quote sospese sono rimborsa-te nell’anno successivo a quello di conclusione di ciascun Piano di ammortamento contrattuale. Il risparmio di spesa è utilizzato dalla Regione, previa apposita variazione di bilancio da approvarsi dalla Giunta in via amministrativa, per le finalità di rilancio dell’economia e per il sostegno ai settori economico colpiti dall’epidemia di “Covid-2019”. Ai fini del rispetto dei saldi del pareggio di bilancio, in sede di Conferenza Stato-Regioni, possono essere ceduti spazi finanziari finalizzati agli investimenti alle Regioni maggior-mente colpite dall’epidemia.La sospensione dei pagamenti della quota capitale non si applica alle anticipazioni di liquidità ex Dl. n. 35/2013 e successivi rifinanziamenti. Art. 112 (Sospensione quota capitale mutui Enti Lo-cali) Per i mutui concessi dalla Cassa Depositi e Prestiti Spa agli Enti Locali (soltanto per quelli trasferiti al Mef in attua-zione dell’art. 5, commi 1 e 3, del Dl. n. 269/2003), il pa-gamento delle quote capitale, in scadenza nell’anno 2020 successivamente al 17 marzo 2020, è differito all’anno im-mediatamente successivo alla data di scadenza del piano di ammortamento contrattuale, sulla base della periodicità di pagamento prevista nei provvedimenti e nei contratti regolanti i mutui stessi. Il risparmio di spesa correlato è utilizzato per il finanziamento di interventi utili a far fronte all’emergenza “Covid-19”. La sospensione però non si applica alle anticipazioni di liquidità ex Dl. n. 35/2013, e successivi rifinanziamenti, nonché ai mutui che hanno beneficiato di differimenti di pagamento delle rate di ammortamento in scadenza nel 2020, autorizzati dalla normativa applicabile agli Enti Lo-cali i cui territori sono stati colpiti da eventi sismici. Art. 113 (Rinvio di scadenze adempimenti relativi a co-municazioni sui rifiuti) La norma dell’art. 113 in commento dispone la proroga al 30 giugno 2020 di una serie di scadenze relative ai rifiu-ti. In particolare, si segnalano: il differimento del termine

ultimo per la presentazione del “Modello unico di dichia-razione ambientale” (“Mud”), originariamente previsto per il 30 aprile 2020; lo slittamento del termine per la presen-tazione della comunicazione di cui all’art. 33, comma 2, del Dlgs. n. 49/2014, da parte dei titolari degli impianti di trattamento di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elet-troniche (anch’essa prevista per il 30 aprile 2020). Viene inoltre rinviato – sempre al 30 giugno 2020 - il termine per il versamento del diritto annuale di iscrizione all’Albo na-zionale Gestori ambientali.Art. 114 (“Fondo per la sanificazione degli ambienti di Province, Città metropolitane e Comuni”) In considerazione del livello di esposizione al rischio di contagio da “Covid-19” connesso allo svolgimento dei compiti istituzionali, è istituito presso il Ministero dell’Inter-no un “Fondo”, con una dotazione di Euro 70 milioni per l’anno 2020, destinato per 65 milioni ai Comuni e per Euro 5 milioni alle Province e Città metropolitane, finalizzato a concorrere al finanziamento delle spese di sanificazione e disinfezione degli Uffici, degli ambienti e dei mezzi, di Province, Città metropolitane e Comuni.Il “Fondo” in questione sarà ripartito con Decreto del Mi-nistero dell’Interno, di concerto con il Mef e del Ministe-ro della Salute, da adottarsi entro 30 giorni dalla data di pubblicazione del presente Decreto, tenendo conto della popolazione residente e del numero di casi di contagio da “Covid-19” accertati.Art. 115 (Straordinario Polizia locale) Per l’anno 2020, le risorse destinate al finanziamento del-le prestazioni di lavoro straordinario del personale della Polizia locale dei Comuni, delle Province e delle Città me-tropolitane direttamente impegnato per le esigenze con-seguenti ai provvedimenti di contenimento del fenomeno epidemiologico da “Covid-19”, e limitatamente alla durata dell’efficacia delle disposizioni attuative adottate ai sensi dall’art. 3, comma 1, del Dl. n. 6/2020, con Dpcm. 9 marzo 2020 (fino al 3 aprile 2020), non sono soggette ai limiti del trattamento accessorio previsti dall’art. 23, comma 2, del Dlgs. n. 75/2017, fermo restando il rispetto dell’equilibrio di bilancio. A tal fine presso il Ministero dell’Interno è istituito per l’an-no 2020 un “Fondo” con dotazione pari a Euro 10 milioni per contribuire all’erogazione dei compensi per le maggiori prestazioni di lavoro straordinario e per l’acquisto di dispo-sitivi di protezione individuale del medesimo personale. Il riparto delle risorse del “Fondo” sarà previsto con apposito Dm. Interno, di concerto con il Mef, sentita la Conferenza Stato-Città ed Autonomie locali, da adottarsi entro 30 gior-ni dalla data di pubblicazione del presente Decreto (16 aprile 2020), tenendo conto della popolazione residente

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e del numero di casi di contagio da “Covid-19” accertati.Art. 116 - (Termini riorganizzazione Ministeri) In considerazione dello stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario connesso all’insor-genza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili, dichiarato con la Delibera del Consiglio dei Ministri 31 gennaio 2020, pubblicata sulla G.U. n. 26 del 1° febbra-io 2020, i termini previsti dalla normativa vigente concer-nenti i provvedimenti di riorganizzazione dei Ministeri con Dpcm., con scadenza tra il 1 marzo e il 31 luglio 2020, sono prorogati di 3 mesi rispetto alla data individuata dalle rispettive disposizioni normative. Art. 117 (Misure urgenti per assicurare la continuità delle funzioni dell’Autorità per le garanzie nelle comu-nicazioni)La norma dell’art. 117 intende evitare che le procedure previste per il rinnovo del Presidente e dei componenti del Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazio-ni, debbano svolgersi in un periodo caratterizzato da una possibile limitazione dell’attività delle Camere, chiamate a partecipare in diversa misura al rinnovo degli stessi Orga-ni, in conseguenza dell’evoluzione dell’epidemia. Art. 118 (Misure urgenti per assicurare la continuità delle funzioni del Garante per la protezione dei dati personali) Il Presidente ed i Componenti del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali eletti dal Senato della Re-pubblica e dalla Camera dei Deputati nelle rispettive se-dute del 6 giugno 2012, continuano a esercitare le proprie funzioni, limitatamente agli atti di ordinaria amministrazio-ne e a quelli indifferibili e urgenti, fino all’insediamento del nuovo Collegio e, comunque, entro i 60 giorni successivi alla data di cessazione dello stato di emergenza sul terri-torio nazionale relativo al rischio sanitario connesso all’in-sorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissi-bili, dichiarato con la Delibera del Consiglio dei Ministri 31 gennaio 2020, pubblicata sulla G.U. n. 26 del 1° febbraio 2020.Art. 120 (Piattaforme per la didattica a distanza) Tale norma dell’art. 120 disciplina il riparto e la destina-zione delle risorse, che complessivamente ammontano a Euro 85 milioni, destinate a: - acquisto di piattaforme e di strumenti digitali utili per l’apprendimento a distanza, o potenziamento di quelli già in dotazione, nel rispetto dei criteri di accessibilità per le persone con disabilità;

- messa a disposizione degli studenti meno abbienti, in comodato d’uso, di dispositivi digitali individuali e con-nessione internet;

- formazione del personale.

Gli 85 milioni sono così ripartiti: - Euro 10 milioni nel 2020 per le spese di cui al punto 1 sopra riportato;

- Euro 70 milioni nel 2020 per le spese di cui al punto 2 sopra riportato;

- Euro 5 milioni nel 2020 per le spese di cui al punto 3 sopra riportato.

Le Scuole acquistano le piattaforme e i dispositivi sopra riportati (ai punti 1 e 2), mediante ricorso agli strumenti di cui all’art. 1, commi 449 e 450, della Legge n. 296/2006. Qualora non sia possibile ricorrere ai predetti strumenti, le Scuole provvedono succitati acquisiti anche in deroga alle disposizioni del Dlgs. n. 50/2016.La ripartizione degli 85 milioni tra le scuole avverrà con Decreto del Ministro dell’Istruzione, tenuto conto della di-stribuzione per reddito nella relativa Regione e del nume-ro di studenti di ciascuna. Art. 121 (Misure per favorire la continuità occupazio-nale per i Docenti supplenti brevi e saltuari)Al fine di favorire la continuità occupazionale dei Docen-ti già titolari di contratti di supplenza breve e saltuaria, nei periodi di chiusura o di sospensione delle attività di-dattiche disposti in relazione all’emergenza sanitaria da “Covid-19”, il Ministero dell’Istruzione assegna comunque alle Istituzioni scolastiche statali le risorse finanziarie per i contratti di supplenza breve e saltuaria, in base all’anda-mento storico della spesa e nel limite delle risorse iscritte a tal fine nello stato di previsione del Miur. Le Istituzioni scolastiche statali stipulano contratti a tempo determinato al personale amministrativo tecnico ausiliario e docente provvisto di propria dotazione strumentale per lo svolgi-mento dell’attività lavorativa, nel limite delle risorse asse-gnate ai sensi del primo periodo, al fine di potenziare le at-tività didattiche a distanza presso le istituzioni scolastiche statali, anche in deroga a disposizioni vigenti in materia. Art. 122 (Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e con-trasto dell’emergenza epidemiologica “Covid-19” ) L’art. 122 in analisi disciplina le modalità di nomina e i po-teri affidati al “Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il conte-nimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Co-vid-19”, di cui alla Delibera del Consiglio dei Ministri 31 gennaio 2020. Tale figura è chiamata ad attuare e vigilare su ogni inter-vento utile a fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso. In accordo con il Capo del Dipartimento della Protezione civile e con le Regioni, le Province autonome e le Aziende sanitarie, il Commissario avrà – tra gli altri – il compito di ampliare la capienza delle strutture ospedaliere e quello

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di preservare e potenziare le filiere produttive dei beni ne-cessari per il contrasto e il contenimento dell’emergenza “Covid-19”. Il comma 8 sancisce che, ai contratti relativi all’acquisto dei beni necessari per fronteggiare l’emergenza, posti in essere dal Commissario e dai soggetti attuatori, non si ap-plichi l’art. 29 del Dpcm. 22 novembre 2010 e che tali atti siano altresì sottratti al controllo della Magistratura conta-bile, fatti salvi gli obblighi di rendicontazione. Art. 125 (Proroga dei termini nel Settore assicurativo e per opere di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile dei piccoli Comuni)I termini per iniziare i lavori, previsti dall’art. 30, comma 14-bis, del Dl. n. 34/2019, per i Comuni beneficiari di con-tributi per interventi di efficientamento energetico e svilup-po territoriale sostenibile, sono prorogati di 6 mesi (al 15 novembre 2020).

Il termine di cui all’art. 170-bis, comma 1, del Dlgs. n. 209/2005, entro cui l’Impresa di assicurazione è tenuta a mantenere operante la garanzia prestata con il contratto assicurativo fino all’effetto della nuova polizza, è proroga-to di ulteriori 15 giorni fino a tutto luglio 2020, mentre i termini di cui all’art. 148, commi 1 e 2, sempre del Dlgs. n. 209/2005, in tema di procedura di risarcimento assicu-rativo per la formulazione dell’offerta o della motivata con-testazione, nei casi di necessario intervento di un perito o del Medico legale ai fini della valutazione del danno alle cose o alle persone, sono prorogati di ulteriori 60 giorni, fino a tutto luglio 2020. Art. 126 - Disposizioni finanziarie L’art. 126 individua le fonti di provenienza dei finanzia-menti e dei contributi per poter realizzare le misure previ-ste dal Dl. n. 118/2020.

Con il Comunicato 13 marzo 2020, il Ministero dell’Econo-mia e delle Finanze ha annunciato l’attesa proroga dei ter-mini per i versamenti fiscali in scadenza al 16 marzo 2020, rinviando ad un prossimo Decreto-legge, di imminente emanazione (e di cui daremo dunque conto nel prossimo numero della Rivista), l’individuazione di nuove scadenze e sospensioni. Pertanto, i termini relativi ai versamenti previsti al 16 mar-zo 2020 saranno differiti con una norma nel Decreto-legge cosiddetto “Cura Italia”, che dovrebbe essere approvato durante il Consiglio dei Ministri di lunedì 16 marzo 2020,

L’Agenzia delle Entrate, con il Comunicato-stampa 2 mar-zo 2020, ha reso noto che, a seguito dell’emanazione del Dl. n. 9/2020, pubblicato sulla G.U. n. 53 del 2 marzo 2020, sono stati prorogati i termini di alcune scadenze fi-scali in tutto il territorio nazionale.

“Covid-19”prorogati i termini per i versamenti fiscali in scadenza al 16 marzo 2020

“Coronavirus”rinviate alcune scadenze dichiarative, tra cui la “CU 2020”, che slitta al 31 marzo 2020

relativo alle misure per il contenimento degli effetti econo-mici e finanziari dell’epidemia di “Covid-19”. In base alle anticipazioni degli stessi Ministri, il Dl. introdurrà anche ul-teriori sospensioni dei termini e misure fiscali a sostegno di imprese, professionisti e Partite Iva colpite dagli effetti dell’emergenza sanitaria. Per inciso, occorrerà verificare dal Decreto se la proroga dei versamenti riguardi tutti i tipi di versamenti in scadenza il 16 marzo 2020 e tutti i soggetti interessati, o soltanto quelli con volume d’affari sotto una certa soglia.

Slitta dal 7 al 31 marzo 2020 il termine entro cui i sostituti di imposta devono trasmettere la “Certificazione Unica” e dal 28 febbraio al 31 marzo quello entro cui gli Enti terzi devono inviare i dati utili per la “Dichiarazione precompi-lata”.

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Con un Avviso pubblicato in data 2 marzo 2020 dal Mef – Dipartimento del Tesoro, è stata data notizia dell’avvio, per le Amministrazioni pubbliche e gli altri soggetti tenuti all’adempimento, attraverso l’applicativo “Partecipazioni” del Portale Tesoro https://portaletesoro.mef.gov.it, dell’ob-bligo di comunicazione: - dei dati relativi alla revisione periodica delle partecipa-zioni pubbliche e alla relazione sull’attuazione del pre-cedente “Piano di razionalizzazione” (art. 20, commi 1 e 2 e comma 4, del Dlgs. n. 175/2016 – “Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica” – “Tusp”);

- delle informazioni sulle partecipazioni e sui rappresen-tanti in Organi di governo di Società ed Enti al 31 dicem-bre 2018 (art. 17 del Dl. n. 90/2014).

Il Sistema resterà aperto per l’invio delle comunicazioni fino al 15 maggio 2020.L’applicativo “Partecipazioni” è stato appositamente svilup-pato, già dallo scorso anno, per integrare gli adempimenti informativi introdotti dal Tusp con quelli del Censimento annuale sulle partecipazioni pubbliche e sui rappresentan-ti, condotto dal Dipartimento del Tesoro e condiviso con la Corte dei conti. Da quest’anno inoltre verranno acquisite, per la prima volta, anche le informazioni contenute nella relazione sullo stato di attuazione del precedente “Piano di razionalizzazione adottato”.Pertanto, le Amministrazioni individuate ai sensi dell’art. 2, comma 1, lett. a) del Tusp (Amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, del Dlgs. n. 165/2001, i loro Consorzi o Associa-zioni per qualsiasi fine istituiti, gli Enti pubblici economici e le Autorità di Sistema portuale) sono tenute a comuni-care, per le partecipazioni oggetto di revisione periodica, le informazioni richieste per il Censimento annuale del-le partecipazioni detenute al 31 dicembre 2018, nonché le ulteriori informazioni rilevanti per la verifica del rispet-to del Tusp (esito della revisione, stato di attuazione del precedente “Piano di razionalizzazione”) e devono altresì caricare dell’applicativo i Provvedimenti adottati ai sensi

È prorogato al 5 maggio 2020 - dalla precedente data del 15 aprile 2020 - il giorno in cui sarà disponibile per i con-tribuenti la “Dichiarazione precompilata” sul Portale dell’A-

Partecipateal via la rilevazione dei Provvedimenti di revisione periodica e del Censimento delle partecipazioni e dei rappresentanti

dell’art. 20 del Tusp.Ai fini della trasmissione del Provvedimento alla Struttura per l’indirizzo, il controllo e il monitoraggio di cui all’art. 15 del Tusp, deve essere utilizzato esclusivamente l’applica-tivo “Partecipazioni”. Resta fermo invece l’obbligo di comunicazione alla com-petente Sezione della Corte dei conti ai sensi dell’art. 20, comma 3, del Tusp.Elementi di novità inserite all’interno dell’applicativo ri-guardano: - l’implementazione di nuove funzionalità per rilevare in-formazioni sulle partecipazioni dirette comunicate nel Censimento precedente o risultanti dal Registro delle Imprese e non dichiarate per la rilevazione in corso;

- ai fini del Censimento annuale, la richiesta di comunica-zione dei dati delle sole partecipazioni indirette di primo livello detenute attraverso Società o Organismi control-lati.

Le Amministrazioni devono comunicare le partecipazioni in soggetti di forma giuridica non societaria (es. Fonda-zioni, Consorzi, Aziende speciali, ecc.) e le informazioni relative ai propri rappresentanti in Organi di governo di Società ed Enti, partecipati o meno.Per entrambi i richiamati adempimenti, è previsto l’obbligo di comunicazione anche in caso di assenza di dati, pre-stando esplicita dichiarazione da inoltrare attraverso l’ap-plicativo. Nel caso di Amministrazioni soggette al Tusp deve essere caricato a sistema il Provvedimento, adottato dall’Organo competente, attestante la non detenzione di partecipazio-ni in società.Per la compilazione delle schede l’Applicativo non richie-de, come noto, l’inserimento dei dati già acquisiti da Regi-stri ufficiali (InfoCamere, Punto Fisco) o inseriti a sistema da altro utente che ha censito la partecipata per primo. L’Applicativo inoltre esegue un controllo delle quote di par-tecipazione inserite a sistema su una stessa partecipata

genzia. Infine, passa dal 23 luglio 2020 al 30 settembre 2020 la scadenza per l’invio del “730 precompilato”.

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E’ stato pubblicato in G.U. n. 50 del 28 febbraio 2020 il De-creto del Ministero dell’Interno 28 febbraio 2020, recante “Ulteriore differimento del termine per la deliberazione del bilancio di previsione 2020/2022 degli enti locali dal 31 marzo 2020 al 30 aprile 2020”.

Sono state pubblicate sul sito web istituzionale del Mef-Dipartimento Finanze le risposte fornite dal Mef-Diparti-mento Finanze in occasione di “Telefisco 2020”, svoltosi lo scorso 30 gennaio 2020.I chiarimenti hanno riguardato principalmente le novità in-trodotte dalla “Legge di bilancio 2020” in materia di accer-tamento esecutivo, riscossione coattiva e Imu.Di seguito si riportano i quesiti posti al Ministero e il com-mento delle risposte fornite.Domanda:“La ‘Legge di bilancio 2020’ ha esteso l’accertamento esecutivo ai Tributi comunali. Si chiede conferma del fatto che, in caso di ricorso avverso un avviso esecutivo, l’im-porto ‘affidabile’ al soggetto incaricato della riscossione è pari all’intero maggior tributo dovuto, mentre le sanzioni saranno dovute solo dopo la sentenza di primo grado fa-vorevole al Comune, ai sensi e per gli effetti dell’art. 19, Dlgs. n. 472/1997”.Risposta:

per evitare lo sforamento del 100%. A tal fine, il Dipar-timento raccomanda di prestare la massima attenzione nell’inserimento delle informazioni, per non compromet-tere la corretta comunicazione dei dati da parte di altre Amministrazioni.Sul sito del Dipartimento del Tesoro e nella home page dell’Applicativo “Partecipazioni” (Area riservata ai soli utenti abilitati) sono disponibili gli “Indirizzi per gli adempi-menti relativi alla Revisione e al Censimento delle parteci-

Bilancio di previsione 2020-2022 degli Enti Localitermini per l’approvazione prorogati al 30 aprile 2020

“Telefisco 2020”i chiarimenti del Mef in materia di Tributi locali, alla luce delle nuove disposizioni introdotte dalla “Legge di bilancio 2020”

Il termine per la Deliberazione di approvazione del bilancio di previsione 2020/2022 da parte degli Enti locali è stato differito al 30 aprile 2020. Ai sensi dell’art. 163, comma 3, del Tuel, è autorizzato per gli Enti Locali l’esercizio provvi-sorio del bilancio, sino alla suddetta data.

Il Ministero conferma che solo le sanzioni sono riscos-se in maniera frazionata ai sensi dell’art. 19 del Dlgs. n. 472/1997.Domanda:“Il comma 784 della ‘Legge di bilancio 2020’, nel citare gli Enti ai cui si rendono applicabili le disposizioni relative all’accertamento esecutivo, non include le Regioni. Dato che diverse Regioni riscuotono coattivamente tramite lo strumento dell’ingiunzione di pagamento, di cui al Rd. n. 639/1910, disposizione questa non abrogata, è corretto ritenere che dal 2020 le Regioni dovranno continuare a utilizzare le ingiunzioni di pagamento e non lo strumento dell’accertamento esecutivo, salvo le disposizioni di cui ai commi da 794 a 803, applicabili anche alle ingiunzioni in forza di quanto disposto dal comma 804 ?”Risposta:Le Regioni, precisa il Mef, non sono ricomprese all’interno del perimetro di applicazione delle disposizioni introdotte dalla “Legge di bilancio 2020”, le quali riguardano esclu-

pazioni pubbliche”, le Istruzioni operative, nonché l’ulterio-re documentazione utile per la comunicazione.Richieste di supporto alla comunicazione dei dati attra-verso l’Applicativo “Partecipazioni” possono essere invia-te per posta elettronica a: [email protected]. Per problemi di accesso all’Applicativo è disponibile la funzionalità “Richiesta Assistenza” sulla Home page del Portale Tesoro https://portaletesoro.mef.gov.it.

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sivamente le Province, le Città metropolitane, i Comuni, le Comunità montane, le Unioni di comuni e i Consorzi tra gli Enti Locali, nei quali non rientrano le Regioni. La medesima esclusione vale anche ai fini dell’applicazione delle nuove disposizioni sulla possibilità di concedere la rateazione del dovuto secondo quanto disposto dall’art. 1, commi da 796 a 803, e per l’invio dei solleciti di pagamen-to previsti dal comma 794.Domanda:“Il comma 793 della ‘Legge di bilancio 2020’ disciplina la figura del Funzionario responsabile della riscossione, pre-vedendo un percorso di nomina più semplificato rispetto alla precedente disciplina. Il comma 804 rende applicabili le disposizioni di cui ai commi da 794 a 803 anche alle in-giunzioni di pagamento di cui al Rd. n. 639/1910. Il comma 804 non richiama, quindi, espressamente il comma 793, ma ciononostante, essendo state abrogate le previgenti disposizioni sul funzionario responsabile della riscossio-ne, si deve ritenere che la disposizione di cui al comma 793 sia applicabile non solo per gli accertamenti esecutivi, ma anche per le ingiunzioni fiscali, ivi incluse quelle già emesse. Si chiede conferma di tale conclusione”.Risposta:Il Funzionario responsabile della riscossione di cui all’art. 1, comma 793, della Legge n. 160/2019, svolge tutte le attività cui è deputato, indipendentemente dalla tipologia degli atti utilizzati per la riscossione coattiva, siano essi ingiunzioni fiscali sia avvisi di accertamento esecutivi.Domanda:“Le disposizioni che regolano l’accertamento esecutivo non specificano le modalità di notifica di tale tipologia di atto. Ciononostante, si ritiene che siano applicabili le or-dinarie modalità di notifica già previste per gli atti di ac-certamento, e quindi tanto la notifica semplificata con rac-comandata semplice di cui alla Legge n. 296/2006 (la cui legittimità è stata confermata dalla Corte Costituzionale con Sentenza n. 104/2019), quanto le altre modalità di notifica liberamente scelte dall’Ente, come la notifica con messo notificatore dell’ufficio tributi, la notifica con messo comunale e la notifica tramite Pec. Si chiede conferma di tale conclusione”.Risposta:Viene confermato che, in materia di notificazioni, conti-nueranno ad applicarsi le regole già vigenti all’entrata in vigore della “Legge di bilancio 2020”.Domanda:“Il comma 792, lett. a), della ‘Legge di bilancio 2020’, prevede l’utilizzo dell’accertamento esecutivo tanto per le entrate tributarie tanto per ‘gli atti finalizzati alla riscos-sione delle entrate patrimoniali’. Posto che le entrate da

contravvenzioni stradali sono entrate patrimoniali di diritto pubblico è legittimo ritenere che l’ente può notificare un accertamento esecutivo, in luogo dell’ingiunzione di paga-mento, per attivare la riscossione coattiva con riferimento ai verbali di irrogazione delle sanzioni al codice della stra-da e alle ordinanze ingiunzioni della Legge n. 689/1981 ?”Risposta:Il Ministero ritiene non applicabili alle contravvenzioni stradali le nuove disposizioni in materia di “accertamento esecutivo” poiché le norme in questione non intervengono sulla disciplina del “CdS”, nello specifico non sono state fatte modificazioni all’art. 206 del Dlgs. n. 285/1992, re-cante disposizioni in materia di riscossione dei proventi delle sanzioni amministrative.Domanda:“La ‘Legge di bilancio 2020’ ha introdotto la disciplina della rateazione per i Tributi comunali, destinata a operare in assenza di un Regolamento comunale in materia. Le nuo-ve disposizioni stabiliscono che la durata massima della dilazione non può essere inferiore a 36 rate per somme superiori a Euro 6.000,01. Si chiede di sapere se anche i Regolamenti già esistenti devono adeguarsi a questa du-rata minima della rateazione.”Risposta:Riguardo alle disposizioni in materia di rateazione intro-dotte dall’art. 1, commi 796 e ss. della “Legge di bilancio 2020”, a parere del Ministero, il Legislatore ha attribuito un’ampia potestà regolamentare agli Enti in questione, fatto salvo il rispetto di determinate condizioni che sono esplicitate in modo particolare proprio nel comma 797, ov-verosia che l’Ente può ulteriormente regolamentare con-dizioni e modalità di rateizzazione delle somme dovute, ferma restando una durata massima non inferiore a 36 rate mensili per debiti di importi superiori a Euro 6.000,01. Secondo il Mef, i Regolamenti comunali previgenti all’en-trata in vigore della “Legge di bilancio” devono comunque essere adeguati a tali condizioni, in particolare il nume-ro di rate mensili per debiti di importo superiore ad Euro 6.000,01 che deve essere pari ad un minimo di 36 rate.Domanda:“Il comma 797 prevede che il Comune con proprio Re-golamento può ulteriormente regolamentare condizioni e modalità di rateizzazione delle somme dovute, fissando come unico limite quello di prevedere una durata massima non inferiore a 36 mesi per i debiti di importi superiori a Euro 6.000,01. Molti Regolamenti comunali subordinano la concessione della rateizzazione, per determinati impor-ti, alla presentazione di una fideiussione. Tale previsione è compatibile con il nuovo quadro normativo ?”Risposta:

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Il Ministero risponde affermativamente al quesito posto, ricordando che il comma 797 consente l’intervento rego-lamentare dell’Ente, il quale può prevedere ulteriori con-dizioni e modalità di rateizzazione, ivi compresi eventuali disposizioni relativa alla presentazione di una fideiussioneDomanda:“La ‘Legge di bilancio 2020’ prevede che in caso di riscos-sione coattiva possano essere addebitati al contribuente oneri di riscossione pari al 3% ovvero al 6% (a seconda che si paghi entro o oltre 60 giorni dalla notifica), con un tetto massimo rispettivamente di Euro 300 o Euro 600. Si chiede conferma che questi tetti massimi trovino appli-cazione immediata, anche qualora fossero state pattuite delle condizioni economiche differenti tra l’ente locale e il soggetto incaricato della riscossione. Si chiede inoltre conferma del fatto che gli oneri in esame possano essere applicati anche in caso di svolgimento diretto dell’attività di riscossione coattiva da parte dell’Ente Locale”.Risposta:In prima istanza, il Ministero afferma che le disposizioni di cui al comma 803 si applicano con efficacia immediata nei confronti degli Enti Locali e dei loro Concessionari. Di seguito, il Mef precisa che gli oneri di che trattasi non devono essere confusi con le condizioni economiche pat-tuite tra l’Ente e il soggetto incaricato della riscossione poiché gli oneri di riscossione disciplinati dal comma 803 non hanno natura di corrispettivo contrattuale e rispondo-no all’esigenza di prevedere espressamente la possibilità di “addebitare” dei contribuenti i costi di elaborazione e di notifica degli atti, nei limiti previsti dal Legislatore.Domanda:“La ‘Legge di bilancio 2020’ (art. 1, comma 792, della Leg-ge n. 160/2019) stabilisce che le nuove disposizioni in ma-teria di accertamento esecutivo si applichino a decorrere dagli atti emessi dal 1° gennaio 2020. Si possono consi-derare ‘emessi’ prima del 1° gennaio 2020, e dunque non rientranti nella modifica in esame, gli avvisi di accertamen-to in possesso di un numero di protocollo che consenta di dare loro data certa anteriore al 1° gennaio 2020, anche se non ancora spediti entro il 31 dicembre 2019 ?”Risposta:Con riferimento agli “atti emessi dopo il 1° gennaio 2020”, il Ministero precisa che consistono in quelli che sono fir-mati e protocollati dai soggetti legittimati e non solo quelli che risultano già notificati. Ciò nella considerazione che la Corte di Cassazione nell’Ordinanza n. 27415/2019 ha sta-tuito che “va ricordato l’orientamento prevalente e ormai da ritenersi consolidato secondo cui in tema di accerta-mento, l’atto impositivo sottoscritto dal funzionario dell’uf-ficio in data anteriore alla scadenza del termine di cui alla

Legge n. 212/2000, art. 12, comma 7, ancorché notificato successivamente alla sua scadenza, è illegittimo, atteso che la norma tende a garantire il contraddittorio procedi-mentale consentendo al contribuente di far valere le sue ragioni quando l’atto impositivo è ancora ‘in fieri’, integran-do, viceversa la notificazione una mera condizione di effi-cacia dell’atto amministrativo ormai perfetto e, quindi, già emanato”.Per cui, gli atti datati con data antecedente al 1° genna-io 2020, anche protocollati e firmati prima di questa data, continuano ad essere adottati senza la “formula” del co-siddetto “avviso di accertamento esecutivo”.Domanda:“La ‘Legge di bilancio 2020’ ha istituito la nuova Imu, pre-vedendo tra l’altro l’assimilazione all’abitazione principale della casa familiare ‘assegnata al genitore affidatario dei figli, a seguito di provvedimento del giudice che costitui-sce altresì, ai soli fini dell’applicazione dell’imposta, il di-ritto di abitazione in capo al genitore affidatario stesso’. Al riguardo, si chiede di sapere: a) se, in assenza di figli, l’assegnazione della casa familia-

re da parte del Giudice modifichi comunque la sogget-tività passiva, attribuendola all’assegnatario, oppure se trovano applicazione le regole ordinarie;

b) se la disciplina in esame trova applicazione anche nel caso in cui venga assegnata una abitazione diversa da quella già adibita a dimora familiare, scelta ad esempio tra quelle in proprietà di uno dei coniugi”.

Risposta:In merito alla domanda a), il Ministero precisa che dal chiaro tenore letterale della disposizione di cui all’art. 1, comma 741, lett. c), della “Legge di bilancio 2020”, emer-ge che l’assimilazione all’abitazione principale riguarda esclusivamente il caso di assegnazione della casa fami-liare “al genitore affidatario dei figli, a seguito di provvedi-mento del giudice”, circostanza che comporta la costitu-zione, ai soli fini dell’applicazione dell’Imposta, del diritto di abitazione in capo al genitore affidatario stesso. A tale proposito - evidenzia il Mef - in caso di separazione senza figli o con figli maggiorenni e autosufficienti la giurispru-denza prevalente, ritiene che nell’ipotesi di casa coniugale di proprietà di un solo coniuge, questa non può essere assegnata all’altro come contributo al mantenimento in quanto coniuge più debole, in sostituzione dell’assegno di mantenimento, non avendo una funzione assistenziale (Corte di Cassazione, Sentenza 22 marzo 2007 n. 6979). Sulla domanda lett. b), il Ministero puntualizza che il Le-gislatore nella norma in commento si è riferito espres-samente alla “casa familiare”, identificabile, secondo l’o-rientamento della Corte di Cassazione nell’Ordinanza n.

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3302/2018, esclusivamente “nell’ambiente domestico in cui sono cresciuti i figli” e quindi nel “luogo degli affetti, degli interessi, e delle abitudini in cui si esprime la vita fa-miliare e si svolge la continuità delle relazioni domestiche, centro di aggregazione e di unificazione dei componenti del nucleo, complesso di beni funzionalmente organizzati per assicurare l’esistenza della comunità familiare”. L’indi-viduazione della “casa familiare” viene effettuata dal Giu-dice con proprio Provvedimento il quale non può essere suscettibile di valutazione da parte del Comune.Domanda:“In vigenza della vecchia Imu, l’art. 2, comma 5-bis, Dl. n. 102/2013, stabiliva che per talune agevolazioni, quale l’esenzione dei fabbricati-merce delle imprese costruttri-ci, la spettanza dell’esenzione era subordinata, a pena di decadenza, all’indicazione in dichiarazione. La disciplina della nuova Imu, prevista dalla ‘Legge di bilancio 2020’, stabilisce che per talune agevolazioni, compresa l’esen-zione dei fabbricati merce e degli alloggi sociali, ‘il sogget-to passivo attesta nel Modello di Dichiarazione il possesso dei requisiti prescritti dalle norme’.Al riguardo, si chiede di sapere: a) se per fruire della nuova aliquota ridotta di base dello

0,1%, prevista per i fabbricati merce, sia richiesto un adempimento del contribuente, a pena della perdita del diritto a tale aliquota;

b) se ai fini dell’applicazione dell’esenzione futura dei fab-bricati merce (a decorrere dal 2022) e attuale degli al-loggi sociali l’attestazione in Dichiarazione rappresenti una condizione costitutiva dell’agevolazione oppure un mero obbligo informativo, la cui inosservanza è sanzio-nabile al più con Euro 50”.

Risposta:In via preliminare, il Ministero rimarca che l’art. 1, com-ma 769, della “Legge di bilancio 2020”, dispone l’obbligo dichiarativo in capo ai soggetti passivi Imu, limitandolo ai soli casi residuali in cui il Comune non è in grado di co-noscere altrimenti le informazioni per verificare il corretto assolvimento dell’imposta da parte del contribuente. Al contempo, il Legislatore non ha riproposto nella “nuova” Imu quelle norme che subordinavano, a pena di decaden-za, il riconoscimento delle agevolazioni, previo l’assolvi-mento dell’obbligo dichiarativo, come nel caso citato dei “beni-merce” e degli alloggi sociali. Per cui, il Mef ritiene che tale impostazione sia venuta meno e che la mancata presentazione della Dichiarazione comporti solo l’applica-bilità delle relative sanzioni previste in via generale per la violazione dell’obbligo dichiarativo Imu ma non anche la decadenza dai benefici in questione.Domanda:

“In vigenza della vecchia Imu, ai sensi dell’art. 13, comma 2, Dl. n. 201/11, era equiparata all’abitazione principale la casa dei soggetti Aire, pensionati all’estero, non locata né concessa in comodato. Nella nuova Imu questa equipara-zione non è stata espressamente riproposta. Può ritenersi comunque applicabile anche nell’ambito del nuovo Tributo comunale ?”.Risposta:Data l’abrogazione dell’art. 13 del Dl. n. 201/2011, l’equi-parazione citata nel testo del quesito non può ritenersi ancora applicabile poiché non è stata espressamente ri-proposta dal Legislatore all’interno del dettato normativo contenuto nella “Legge di bilancio 2020”.Domanda:“Il comma 741, lett. c, punto 6) dà la possibilità ai Comuni di regolamentare l’assimilazione all’abitazione principale dell’unità immobiliare ‘posseduta da anziani o disabili che acquisiscono la residenza in istituti di ricovero o sanita-ri a seguito di ricovero permanente, a condizione che la stessa non risulti locata. In caso di più unità immobiliari, la predetta agevolazione può essere applicata ad una sola unità immobiliare’. Il Comune può con il proprio Regola-mento decidere un’applicazione più restrittiva prevedendo che l’assimilazione operi solo con riferimento all’immobile che era precedentemente utilizzato come abitazione prin-cipale dall’anziano o disabile e prevedere, inoltre, che l’a-bitazione in questione oltre a non essere locata non deve essere concessa in comodato, oppure concessa in como-dato solo a parenti, individuando il grado di parentela ?”.Risposta:Il Legislatore, all’art. 1, comma 741, lett. c), della predetta “Legge di bilancio 2020”, ha previsto i casi in cui gli immo-bili, a determinate condizioni, possono essere considerati abitazioni principali.In particolare, al punto 6) la predetta Legge n. 160/2019 considera “abitazione principale” “su decisione del singolo Comune, l’unità immobiliare posseduta da anziani o di-sabili che acquisiscono la residenza in istituti di ricovero o sanitari a seguito di ricovero permanente, a condizione che la stessa non risulti locata. In caso di più unità immo-biliari, la predetta agevolazione può essere applicata ad una sola unità immobiliare”. Viene quindi rimessa all’au-tonomia dell’Ente la scelta dell’applicazione o meno di tale disposizione nell’ambito del proprio regolamento, alle condizioni però prescritte all’interno della norma. Per cui, il Comune non può applicare tale disposizione restringen-do l’ambito applicativo attraverso la previsione di requisiti ulteriori.Domanda:“La nuova Imu è disciplinata dai commi da 739 a 783,

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mentre le altre disposizioni non espressamente richiama-te devono intendersi abrogate. Il comma 780, ultimo pe-riodo, dispone che ‘sono altresì abrogate le disposizioni incompatibili con l’Imu disciplinata dalla presente Legge’. Alla luce di tale quadro normativo si chiede se l’esclusione dall’esenzione dall’Imu prevista dall’art. 9, comma 6-quin-quies del Dl. n. 174/2012 per le Fondazioni bancarie pos-sa trovare ancora applicazione nella nuova Imu”.Risposta:L’art. 9, comma 6-quinquies, del Dl. n. 174/2012 stabili-sce che, “in ogni caso, l’esenzione dall’Imposta sugli im-mobili disposta dall’art. 7, comma 1, lett. i), del Dlgs. n. 504/1992, non si applica alle Fondazioni bancarie di cui al Dlgs. n. 153/1999”.Al riguardo, osserva il Ministero il citato art. 7, comma 1, lett. i) del Dlgs 504/1992, è stato richiamato dall’art. 1, comma 759, lett. g) della “Legge di bilancio 2020”, che ha confermato l’esenzione dall’Imposta per “gli immobili pos-seduti e utilizzati dai soggetti di cui alla lett. i) del comma 1 dell’art. 7 del Dlgs. n. 504/1992, e destinati esclusivamen-te allo svolgimento con modalità non commerciali delle attività previste nella medesima lett. i)”. Per cui - ritiene il Ministero - la disposizione di cui all’art. 9, comma 6-quin-quies del Dl. n. 174/2012, continua a trovare applicazione anche alla luce del nuovo impianto normativo dell’Imu, e viene confermata l’esclusione dall’esenzione Imu per le fondazioni bancarie.Domanda:“Il comma 741, lett. c), punto 3), assimila all’abitazione principale gli alloggi sociali ‘adibiti ad abitazione principa-le’. Il comma 749, ultimo periodo, prevede l’applicazione della detrazione per abitazione principale anche ‘agli al-loggi regolarmente assegnati dagli Istituti autonomi per le case popolari (Iacp) o dagli Enti di edilizia residenziale pubblica, comunque denominati, aventi le stesse finali-tà degli Iacp, istituiti in attuazione dell’art. 93 del Dpr. n. 616/1977’. Sulla base delle 2 norme si ritiene che gli al-loggi ex Iacp soggiacciono a una disciplina speciale - che prevede l’applicazione dell’aliquota ordinaria, o di quella eventualmente ridotta deliberata dal Comune, e della de-trazione per abitazione principale - che rende inapplicabile il regime previsto per gli alloggi sociali. Diversamente, se si volesse ritenere che gli alloggi degli ex Iacp possano anche considerarsi alloggi sociali, la previsione di cui al comma 749 non troverebbe mai applicazione. Si concorda con tale ricostruzione ?”.Risposta:La “Legge di bilancio 2020” ha mantenuto inalterato il re-gime fiscale già previsto in materia di Imu per gli Enti citati nel quesito.

Riepilogando:• per gli alloggi regolarmente assegnati dagli Istituti au-tonomi per le case popolari (Iacp) o dagli Enti di edilizia residenziale pubblica (Erp), aventi le stesse finalità degli Iacp, istituiti in attuazione dell’art. 93 del Dpr n. 616/1977, l’art. 1, comma 749, della citata “Legge di bilancio 2020”, ha previsto l’applicazione della detrazione di Euro 200 e dell’aliquota ordinaria, o di quella eventualmente ridotta deliberata dal Comune. Il Mef ricorda inoltre che costitui-sce una novità rispetto al precedente regime Imu la possi-bilità di azzerare l’aliquota relativa agli immobili in questio-ne che continuano a non essere assimilati all’abitazione principale, come affermato anche dalla Corte di Cassa-zione nella Sentenza n. 20135/2019, la quale ha escluso l’applicazione dell’aliquota ridotta (poi trasformata in esen-zione) prevista per l’abitazione principale in quanto “legit-timato passivo dell’Imposta è l’Ente possessore dell’im-mobile diverso dalla persona fisica locataria”. La facoltà di azzeramento dell’aliquota, che riguarda gli immobili diversi dall’abitazione principale, è suscettibile di essere esercitata per tutti gli immobili di proprietà di tali istituti e, quindi, non solo per gli alloggi regolarmente assegnati ma anche per quelli sfitti;• per i fabbricati di civile abitazione destinati ad alloggi so-ciali come definiti dal Dm. 22 aprile 2008, adibiti ad abita-zione principale è prevista dall’art. 1, comma 741, lett. c), n. 3), l’assimilazione ad abitazione principale con conse-guente esenzione dall’Imu.Pertanto, gli alloggi regolarmente assegnati dagli Istituti in questione rientrano nell’ipotesi di assimilazione e quindi di esenzione solo nel caso in cui anche tali alloggi rientrino nella definizione di alloggio sociale di cui al Dm. citato. In tutti gli altri casi in cui non si può ricollegare all’ambito dell’alloggio sociale l’immobile posseduto degli “Erp”, si applica la detrazione di Euro 200.Domanda:“Il comma 777 disciplina una serie di possibilità che il Co-mune può recepire con il proprio regolamento. Tra queste la lett. b) prevede la possibilità di ‘stabilire differimenti di termini per i versamenti, per situazioni particolari’.Si chiede se la possibilità di regolamentare le ipotesi di differimento dei termini di versamento possa includere an-che la quota statale e non solo quella comunale.Si chiede inoltre se in base a tale previsione il Comune possa differire, in caso di decesso del contribuente, di 6 mesi o di un anno il versamento sia del saldo dovuto dal deceduto sia di quanto dovuto dagli eredi”.Risposta:Relativamente a quest’ultimo quesito, il Ministero ritiene che il Comune possa legittimamente esercitare la propria

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potestà regolamentare, ma esclusivamente in caso di dif-ferimento dei termini di versamento delle entrate di propria spettanza e non anche rispetto a quelle di competenza statale. Pertanto, tale potestà non può essere esercitata in relazione agli immobili classificati nel Gruppo catastale “D”

per i quali il gettito è ripartito tra lo Stato e i Comuni. Negli altri casi, il Comune può decidere di differire i versamenti in ragione di particolari situazioni, ed a titolo esemplificati-vo il Mef riporta il caso del decesso del contribuente.

Con il Provvedimento dell’Agenzia delle Entrate 28 febbra-io 2020 è stato ulteriormente esteso fino al 4 maggio 2020 il termine per la consultazione e acquisizione delle fatture elettroniche e sono state apportate modifiche agli schemi di fatture elettroniche e note di variazione, da adottare a partire da tale data.In particolare: - è stato esteso fino al 4 maggio 2020 il termine per la “Consultazione e acquisizione delle fatture elettroniche o dei loro duplicati informatici nel periodo transitorio”;

- a decorrere dal 1° marzo 2020, al cessionario/commit-tente consumatore finale, su richiesta, sono rese dispo-nibili in consultazione le fatture elettroniche ricevute;

- sono approvate le specifiche tecniche di cui all’Allegato “A” del Provvedimento in commento, che sostituisco-no, con decorrenza 4 maggio 2020, le specifiche tec-niche di cui all’Allegato “A” del Provvedimento 30 aprile 2018. Per garantire la continuità dei servizi e il graduale adeguamento alle nuove specifiche, la trasmissione al “Sistema di interscambio” e il recapito delle fatture elet-troniche sono comunque consentiti fino al 30 settembre 2020 anche secondo le specifiche tecniche approvate con il Provvedimento 30 aprile 2018.

Nelle motivazioni, l’Agenzia ha ricordato che con il Prov-vedimento 21 dicembre 2018 sono state modificate le mo-dalità, previste dal Provvedimento 30 aprile 2018, con cui l’Agenzia delle Entrate memorizza e rende disponibili in consultazione agli operatori Iva, o agli Intermediari dagli stessi delegati, le fatture elettroniche emesse e ricevute nonché, ai consumatori finali, le fatture elettroniche rice-vute. In particolare, è stata prevista l’introduzione di una speci-fica funzionalità, da rendere disponibile nell’Area riservata del sito internet dell’Agenzia delle Entrate, per consentire agli operatori Iva - o un Intermediario appositamente de-legato - ovvero al consumatore finale di aderire espressa-

Fatturazione elettronicanuovamente prorogato al 4 maggio 2020 il termine per la consultazione e introdotte nuove specifiche tecniche

mente al Servizio di “Consultazione e acquisizione delle fatture elettroniche o dei loro duplicati informatici”.Con i successivi sopra richiamati Provvedimenti modifi-cativi è stato disposto, tra l’altro, lo slittamento di alcuni termini connessi al Servizio di consultazione, stabilendo che la funzionalità di adesione al suddetto Servizio fosse resa disponibile dal 1° luglio 2019 fino al 31 ottobre 2019, preservando, in questo periodo transitorio, la consultazio-ne da parte degli operatori Iva di tutte le fatture emesse e ricevute dalla data di entrata in vigore dell’obbligo di fattu-razione elettronica. Ciò premesso, l’art. 14 del Dl. n. 162/2019, è intervenuto sull’art. 1 del Dlgs. n. 127/2015 - recante la disciplina della “Fatturazione elettronica e trasmissione telematica delle fatture o dei relativi dati” - prevedendo nuovi termini per la memorizzazione delle fatture elettroniche e disponendo un ampliamento dell’utilizzo delle informazioni contenute nelle suddette fatture da parte della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate, sentito il Garante per la prote-zione dei dati personali. Più nel dettaglio, il citato art. 14 ha previsto la memorizza-zione, fino al 31 dicembre dell’ottavo anno successivo a quello di presentazione della Dichiarazione di riferimento ovvero fino alla definizione di eventuali giudizi, dei file xml delle fatture elettroniche e di tutti i dati in essi contenuti, compresi quelli di cui all’art. 21, comma 2, lett. g), del Dpr. n. 633/1972 (cioè natura, qualità e quantità dei beni e dei servizi oggetto dell’operazione), per essere utilizzati dalla Guardia di Finanza, nell’assolvimento delle funzioni di Po-lizia economica e finanziaria, e dall’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza per le attività di analisi del ri-schio e di controllo a fini fiscali. Il richiamato art. 14 stabilisce inoltre che l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza, sentito il Garante per la protezione dei dati personali, adottano idonee misure di garanzia a tutela dei diritti e delle libertà degli interessa-

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ti mediante la previsione di apposite misure di sicurezza, anche di carattere organizzativo, in conformità alle dispo-sizioni del Regolamento 2016/679 del Parlamento Euro-peo e del Consiglio 27 aprile 2016 e del Dlgs. 196/2013. Al fine di recepire le novità introdotte dal menzionato art. 14, con i Provvedimenti 30 ottobre 2019 e 17 dicembre 2019 e, da ultimo, con il Provvedimento in commento, è stato ampliato il periodo transitorio, prevedendo la possi-bilità di effettuare l’adesione al richiamato servizio di con-sultazione fino al 4 maggio 2020. È stato anche stabilito che i consumatori finali che abbia-no effettuato l’adesione al Servizio possano consultare le proprie fatture ricevute a decorrere dal 1° marzo 2020. Sono state infine approvate le nuove specifiche tecniche

di cui all’Allegato “A”. Nel dettaglio, recependo anche le istanze degli operatori e delle Associazioni di categoria, sono stati modificati gli schemi e sono stati inseriti nuovi controlli per rendere più puntuali le codifiche “TipoDocu-mento” e “Natura” rispetto alla normativa fiscale. A partire dal 4 maggio 2020 e fino al 30 settembre 2020, il “Sistema di interscambio” comunque accetterà fatture elettroniche e note di variazione predisposte, sia con il nuovo schema, sia con lo schema approvato con le attuali specifiche tecniche (versione 1.5); dal 1° ottobre 2020 il “Sistema di interscambio” accetterà esclusivamente fattu-re elettroniche e note di variazione predisposte con il nuo-vo schema approvato con il Provvedimento in commento.

L’Agenzia delle Entrate, con la Risposta all’Istanza di In-terpello n. 79 del 27 febbraio 2020, ha fornito nuovi chiari-menti in ordine alle agevolazioni Iva per disabili.L’Amministrazione finanziaria ha ricordato che l’art. 1 della Legge n. 97/1986 ha introdotto un’aliquota Iva ridotta per le cessioni o importazioni di veicoli adattati ai disabili in condizioni di ridotte o impedite capacità motorie, anche prodotti in serie, in funzione delle suddette limitazioni fi-siche. Tale agevolazione, inizialmente prevista per i soli disabili muniti di patente speciale, è stata estesa, dall’art. 8, comma 3, della Legge n. 449/1997, ai medesimi sog-getti di cui all’art. 3 della Legge n. 104/1992, con ridotte o impedite capacità motorie permanenti, ancorché non mu-niti di patente speciale ed ai familiari di cui essi risultino fiscalmente a carico. Con l’art. 50, comma 1, della Legge n. 342/2000, la pre-detta agevolazione è stata trasfusa nel n. 31) della Tabella A, Parte II, allegata al Dpr. n. 633/1972, che prevede l’ali-quota Iva del 4% per le cessioni di autoveicoli di cui all’art. 54, comma 1, lett. a), c) e f), del Dlgs. n. 285/1992 (nuovo “Codice della Strada”), di cilindrata fino a 2.000 centimetri cubici se con motore a benzina e 2.800 centimetri cubici se con motore diesel, nuovi o usati, adattati per la locomo-zione di soggetti con ridotte o impedite capacità motorie permanenti di cui al citato art. 3 della Legge n. 104/1992, ovvero ai familiari di cui essi sono fiscalmente a carico.

Ivachiarimenti dell’Agenzia delle Entrate in merito all’applicazione dell’aliquota agevolata del 4% da parte di soggetti disabili

Infine, l’art. 30, comma 7, della Legge n. 388/2000, ha ul-teriormente ampliato la platea dei beneficiari, inserendo tra questi anche i soggetti con disabilità psichica di gravità tale da aver determinato il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento e gli invalidi con grave limitazione del-la capacità di deambulazione o affetti da pluriamputazioni, a prescindere dall’adattamento del veicolo. Con la Circolare Entrate n. 46/E del 2001 è stato poi pre-cisato che la documentazione necessaria per fruire dei benefici fiscali in favore di soggetti con disabilità psichica è la seguente: - verbale di accertamento emesso dalla Commissione di

cui all’art. 4 della Legge n. 104/1992, da cui risulti che il soggetto si trova in situazione di grave disabilità, ai sensi dell’art. 3 della medesima Legge, derivante da di-sabilità psichica;

- certificato di attribuzione dell’indennità di accompa-gnamento, di cui alle Leggi n. 18/1980 e n. 508/1990, emesso dalla Commissione per l’accertamento dell’in-validità civile di cui alla Legge n. 295/1990 (oggi emesso dall’Inps in base all’art. 20, comma 1, del Dl. n. 78/2009, convertito con modificazioni dalla Legge n. 102/2009).

La Circolare Entrate n. 21/E del 2010 ha inoltre puntualiz-zato che le suesposte indicazioni non devono tuttavia rite-nersi tassative, atteso che per le altre categorie di disabili aventi diritto ai benefici fiscali per l’acquisto di veicoli, è

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stato precisato (vedasi Circolari Finanze n. 186/1998 e la più recente Risoluzione Entrate n. 8/2007) che è possibile prescindere dall’accertamento formale dell’handicap da parte della Commissione medica di cui all’art. 4 della Leg-ge n. 104/1992, qualora detti soggetti abbiano già ottenuto il riconoscimento dell’invalidità da parte di altre Commis-sioni mediche pubbliche, quali ad esempio la Commissio-ne per il riconoscimento dell’invalidità civile, per lavoro, di guerra, e dalla certificazione da queste rilasciate risulti chiaramente che l’invalidità comporta, a seconda dei casi, gravi o ridotte limitazioni alla capacità di deambulazione. In linea con tale orientamento, l’Agenzia ha ritenuto che, anche per i portatori di handicap psichico o mentale, per le finalità agevolative di cui trattasi, lo stato di handicap grave di cui all’art. 3, comma 3, della Legge n. 104/1992, possa essere validamente attestato dal certificato rilasciato dalla Commissione medica pubblica preposta all’accertamento

dello stato di invalidità purché lo stesso evidenzi in modo esplicito la gravità della patologia e la natura psichica o mentale della stessa. Nel caso oggetto dell’istanza, con verbale della Commis-sione medica per il riconoscimento dell’invalidità civile, il minore è stato riconosciuto “invalido con necessità di as-sistenza continua non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita (Legge n. 18/80)” e in possesso dei requisiti di cui all’art. 4 del Dl. n. 5/2012, in quanto “è affetto da handicap psichico o mentale di gravità tale da aver determinato il riconoscimento dell’indennità di ac-compagnamento (art. 30, comma 7, Legge n. 388/2000)”. Alla luce delle suesposte considerazioni, l’Agenzia ha ri-tenuto che tale ultimo certificato sia sufficiente per il rico-noscimento delle agevolazioni di cui all’art. 30, comma 7, della Legge n. 388/2000.

L’Agenzia delle Entrate, con la Risposta all’Istanza di In-terpello n. 81 del 27 febbraio 2020, ha fornito chiarimenti in merito al versamento rateizzato dell’Iva periodica omes-sa e sugli effetti sul credito annuale.Nel caso specifico, il soggetto Iva istante ha versato solo in parte l’Iva dovuta in base alle liquidazioni periodiche relative all’anno 2018. A seguito di ricevimento della co-municazione di irregolarità, ai sensi dell’art. 54-bis del Dpr. n. 633/1972, i debiti non versati tempestivamente sono in corso di pagamento rateale. Dalla liquidazione periodica di dicembre 2018 è emersa un’eccedenza Iva a credito che non è stato possibile esporre nel rigo VL33 “totale Iva a credito” della Dichiarazione Iva 2019. Le Istruzioni al Modello chiariscono che, “nel calcolo del credito emer-gente dalla Dichiarazione, infatti, occorre tenere conto esclusivamente dei versamenti effettuati. Qualora da tale calcolo emerga un importo negativo il presente rigo non deve essere compilato”. Di conseguenza, l’istante eviden-zia che la Dichiarazione si chiude a zero e che in tal modo il credito stesso viene formalmente azzerato e non è quin-di più utilizzabile, né nelle liquidazioni Iva del 2019, né in compensazione.Ciò posto, chiede chiarimenti in merito alle modalità di

Ivaun chiarimento su come recuperare di un credito annuale in caso di omessi versamenti periodici, regolarizzati con pagamenti rateali

recupero del credito, ritenendo possibile utilizzare l’ecce-denza Iva a credito di dicembre per pagare parzialmente le rate dei debiti Iva 2018. L’Agenzia delle Entrate non ha condiviso tale soluzione in quanto, come già chiarito con la Risposta ad Interpel-lo n. 449 del 30 ottobre 2019, nel caso in cui siano stati omessi i versamenti dell’Iva a debito risultante dalle liqui-dazioni periodiche, nel Modello di Dichiarazione annuale Iva, nel Quadro “VL” “non vanno considerati i versamenti periodici omessi ma si tiene conto esclusivamente dell’Iva periodica versata, anche a seguito del ricevimento delle comunicazioni degli esiti del controllo automatizzato ai sensi dell’art. 54-bis del Dpr. n. 633/1972. In quest’ulti-mo caso, se i versamenti sono effettuati in forma rateale, occorre indicare la quota parte d’imposta corrisposta fino alla data di presentazione della Dichiarazione e comun-que non oltre il termine ordinario previsto per la presen-tazione della stessa. Il pagamento delle rate successive, nel corso degli anni corrispondenti al Piano di rateazione, comporterà l’emersione di un credito Iva da indicare nella Dichiarazione annuale di ciascun anno di riferimento”. A tal fine, nel Modello di Dichiarazione Iva 2020 per il perio-do d’imposta 2019 è stato istituito il Quadro “VQ” “per con-

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sentire la determinazione del credito maturato a seguito di versamenti di Iva periodica non spontanei” (vedasi pag. 40 delle Istruzioni). L’importo così individuato, confluendo nel rigo “VL12” – anch’esso di nuova istituzione - concorre alla determinazione del credito Iva annuale.

In definitiva, nell’ipotesi di rateazione degli esiti del con-trollo automatizzato derivanti dal mancato versamento dell’Iva periodica, il credito Iva da versamenti omessi si costituisce nel momento e nella misura in cui vengono eseguiti i pagamenti, anche se a distanza di anni.

Con la Nota 27 febbraio 2020, pubblicata sul proprio sito istituzionale, il Ministero del Lavoro e delle Politiche so-ciali ha fornito chiarimenti in merito agli artt. 8, comma 3, lett. b), 16 e 17 del “Codice del Terzo Settore” (Dlgs. n. 117/2017). L’art. 4, comma 1, del citato “Codice” contiene la defini-zione di “Ente del Terzo Settore” (“ETS”), i cui requisiti necessari sono la natura privatistica dell’Ente, l’elemento teleologico del perseguimento di finalità civiche, solidari-stiche e di utilità sociale, l’assenza dello scopo di lucro, lo svolgimento, in via esclusiva o principale, di una o più atti-vità di interesse generale in forma di azione volontaria o di erogazione gratuita di denaro, beni o servizi, o di mutualità o di produzione o scambio di beni o servizi, l’iscrizione nel “Registro unico nazionale del Terzo Settore” (“Runts”), nonché l’indipendenza dai soggetti indicati al successivo comma 2. Pertanto, uno degli elementi caratterizzanti in via neces-saria il citato “ETS” è rappresentato dall’assenza dello scopo di lucro, che si traduce nell’obbligo di destinazione esclusiva delle risorse finanziarie e strumentali dell’”ETS” al perseguimento degli scopi istituzionali, come esplicitato nell’art. 8, comma 1 del “Codice”: “il patrimonio degli ‘Enti del Terzo Settore’, comprensivo di eventuali ricavi, rendi-te, proventi, entrate comunque denominate è utilizzato per lo svolgimento dell’attività statutaria ai fini dell’esclusivo perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale”.Il medesimo art. 8, nel successivo comma 2, al fine di evi-tare ogni possibile aggiramento del vincolo di destinazione sopra descritto, reca il divieto di distribuzione, sia diretta che indiretta, di utili ed avanzi di gestione, fondi e riserve, comunque denominati, a fondatori, associati, lavoratori e collaboratori, amministratori ed altri componenti degli Or-gani sociali, anche nel caso di recesso o di ogni altra ipo-

“Terzo Settore”alcune risposte del Ministero del Lavoro a quesiti in materia di limiti retributivi e volontariato all’interno degli “ETS”

tesi di scioglimento individuale del rapporto associativo. Il comma 3 contiene poi una tipizzazione, non esaustiva, delle fattispecie di distribuzione indiretta di utili e, come tali, vietate. Ai fini che rilevano in questa sede, l’attenzio-ne deve essere rivolta alla tipologia descritta nella lett. b) del comma 3, che considera distribuzione indiretta di utili “la corresponsione a lavoratori subordinati o autonomi di retribuzioni o compensi superiori del quaranta per cento rispetto a quelli previsti, per le medesime qualifiche, dai contratti collettivi di cui all’art. 51 del Dlgs. n. 81/2015, sal-vo comprovate esigenze attinenti alla necessità di acqui-sire specifiche competenze ai fini dello svolgimento delle attività di interesse generale di cui all’art. 5, comma 1, lett. b), g) o h)”.Il limite predetto pertanto, per espressa previsione del Legislatore, può essere superato, senza che si integri la violazione del divieto di distribuzione indiretta di utili, in presenza di comprovate esigenze attinenti alla necessità di acquisire specifiche competenze ai fini dello svolgimen-to delle seguenti attività di interesse generale: interventi e prestazioni sanitarie; formazione universitaria e post-universitaria; ricerca scientifica di particolare interesse sociale.Ulteriori profili giuslavoristici sono presenti nell’art. 16 del Dlgs. n. 117/2017, il quale prevede che “i lavoratori de-gli ‘Enti del Terzo Settore’ hanno diritto ad un trattamento economico e normativo non inferiore a quello previsto dai Contratti collettivi di cui all’art. 51 del Dlgs. n. 81/2015. In ogni caso, in ciascun ‘Ente del Terzo Settore’, la diffe-renza retributiva tra lavoratori dipendenti non può essere superiore al rapporto 1 a 8, da calcolarsi sulla base della retribuzione annua lorda. Gli ‘Enti del Terzo Settore’ dan-no conto del rispetto di tale parametro nel proprio bilancio sociale o, in mancanza, nella relazione di cui all’art. 13, comma 1”.

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Sulla base di tale quadro normativo di riferimento, i que-siti sollevati attengono alla decorrenza delle disposizioni, all’ambito soggettivo ed oggettivo di applicazione, ed infi-ne al regime di incompatibilità tra lo status di volontario e quello di lavoratore dell’”ETS”.Non essendo le disposizioni di cui agli artt. 8 e 16 del “Co-dice” legate da un nesso di diretta riconducibilità all’isti-tuzione ed all’operatività del “Runts” o all’adozione di atti di normazione secondaria, esse si devono ritenere imme-diatamente applicabili, a decorrere dalla data di entrata in vigore del “Codice” (3 agosto 2017). Ciò premesso, è doveroso precisare che, in ossequio al Principio generale di irretroattività della legge (art. 11 delle Preleggi), l’art. 8, comma 2, lett. b), dovrà applicarsi sol-tanto ai rapporti di lavoro costituiti a partire dall’entrata in vigore del Dlgs. n. 117/2017, con esclusione pertanto del-la sua applicazione ai rapporti già in essere antecedente-mente alla medesima data. Analogo discorso deve essere fatto in relazione all’art. 16, che troverà pertanto applicazione sui nuovi rapporti di la-voro dipendente: ai fini del rispetto del rapporto proporzio-nale indicato nella disposizione, il trattamento economico del nuovo rapporto di lavoro andrà commisurato alla retri-buzione più bassa già in essere presso l’”ETS”, in sintonia con la ratio legis di contenere entro un limite definito il di-vario con le retribuzioni applicate ai titolari delle posizioni di responsabilità dell’Ente.Con riguardo all’ambito soggettivo di applicazione, nel pe-riodo transitorio, per effetto del combinato disposto degli artt. 101, comma 2 e 102, comma 1, lett. a), del “Codice”, l’art. 8, comma 3, lett. b), si applicherà alle Odv e alle Aps iscritte nei rispettivi Registri, per le quali non era finora prevista una disciplina ad hoc con riguardo alle presunzio-ni in tema di distribuzione indiretta di utili.Per le Onlus invece, poiché il Dlgs. n. 460/1997 sarà abro-gato solo a decorrere dal periodo di imposta successivo all’autorizzazione della Commissione europea sulle dispo-sizioni fiscali indicate nell’art. 101, comma 10, e comun-que non prima del periodo di imposta successivo all’ope-ratività del “Runts”, ai sensi del combinato disposto degli artt. 102, comma 2, lett. a), e 104, comma 2, del “Codice”, nel periodo transitorio continuerà a trovare applicazione la disciplina contenuta nell’art. 10, comma 6, lett. e), del già citato Dlgs. n. 460/1997, che fissa la misura differenziale alla soglia del 20%.Per altro verso, la fattispecie dell’art. 16, comma 1, non si applicherà nel periodo transitorio alle Onlus, per le quali la necessità di rispettare il citato rapporto di uno a otto diverrà efficace a partire dal momento dell’iscrizione nel “Runts”. Ciò in quanto fino al termine di cui all’art. 104,

comma 2, del Dlgs. n. 117/2017, continueranno a trovare applicazione nei confronti di tali enti le disposizioni di cui agli artt. 10 e seguenti del Dlgs. n. 460/1997.Altra questione di pregnante interesse sottolineata nella Nota attiene all’ambito oggettivo di applicazione dell’art. 8, comma 3, lett. b): il riferimento fatto dal Legislatore ad alcune specifiche tipologie di attività di interesse genera-le porta necessariamente ad escludere, stante la portata eccezionale della disposizione, avente natura derogato-ria rispetto alla regola generale enunciata nell’articolo in parola, la possibilità di applicare in via analogica la me-desima disposizione anche ad ulteriori tipologie di attività di interesse generale contemplate nell’art. 5 del “Codice”. Fatta questa precisazione preliminare, si deve aggiunge-re che il Legislatore ritiene derogabile il tetto del 40% del livello retributivo in presenza della necessità di acquisire specifiche professionalità ai fini dello svolgimento delle at-tività di interesse generale contemplate dalla norma, sup-portate da idonea documentazione giustificativa. Ai fini della derogabilità del vincolo, pertanto occorre che le condizioni previste dal Legislatore siano tra loro lega-te da un logico e coerente nesso eziologico, che ricorre in tutte quelle ipotesi nelle quali solo il superamento del tetto retributivo rende possibile all’”ETS” l’acquisizione di una professionalità da ritenere oggettivamente necessa-ria ai fini dell’implementazione delle specifiche attività di interesse generale facoltizzate dalla norma, senza le quali non sarebbe possibile lo svolgimento delle attività mede-sime. Appare utile precisare come il “Codice” esiga la sussisten-za di un nesso tra le professionalità che si intendono ac-quisire e l’esercizio dell’attività di interesse generale, da leggersi nei termini della funzionalizzazione delle speci-fiche competenze professionali allo sviluppo dell’oggetto sociale. Ne discende che, da un lato, l’applicazione della deroga postula il presupposto necessario che almeno una delle attività di cui alle lett. b), g) o h), dell’art. 5, comma 1, del “Codice”, siano statutariamente contemplate nell’og-getto sociale dell’”ETS” quale attività di interesse generale dell’”ETS” medesimo (anche eventualmente in concorso con ulteriori attività ex art. 5 del “Codice”); dall’altro, che il superamento del tetto sarà legittimo allorquando le pro-fessionalità da contrattualizzare siano necessariamente funzionali all’esercizio di tali attività, sia direttamente at-traverso le prestazioni da svolgersi nello specifico Settore di attività sopra richiamate, che indirettamente attraverso prestazioni parimenti connotate dall’elevato profilo di pro-fessionalità che siano comunque necessarie, in presenza della particolare complessità del modello organizzativo dell’Ente, ai fini dell’efficace coordinamento delle attività

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medesime, e senza le quali si genererebbe un pregiudizio alle attività di interesse generale sopra richiamate. Tale rapporto di necessaria causalità dovrà essere evidenziato da adeguata documentazione, a partire dal curriculum del lavoratore e dalla relativa Deliberazione assunta dal com-petente Organo sociale, che dovrà contenere un esausti-vo e logico sviluppo del percorso motivazionale alla base della costituzione del rapporto di lavoro, che dovrà esse-re particolarmente stringente nella rappresentazione del nesso teleologico sopra descritto, specialmente nell’ipote-si di funzionalizzazione indiretta.Sotto il profilo procedimentale, per le Onlus, alle qua-li come sopra espresso continua ad applicarsi il regime dell’art. 10, comma 6, del Dlgs. n. 460/1997, in conformità a quanto espresso dall’Agenzia delle Entrate con la Circo-lare n. 59/E del 2007, essendo la disposizione richiamata norma antielusiva di tipo sostanziale, della stessa dovrà essere chiesta la disapplicazione ai sensi dell’art. 11, com-ma 2, della Legge n. 212/2000. Diversamente è a dirsi per le Odv e le Aps, per le quali la natura civilistica della disposizione contenuta nell’art. 8, comma 3, del “Codice”, esclude la possibilità di applicare alla medesima la richiesta di disapplicazione. Di conse-guenza, in ossequio al fondamentale Principio di autono-mia organizzativa degli “ETS”, la costituzione di rapporti di lavoro comportanti lo sforamento del tetto del 40% costi-tuisce l’esito di un processo decisionale interno all’”ETS”, assunto nel rispetto delle disposizioni legislative e statuta-rie, senza che sia necessaria alcuna preventiva autorizza-zione da parte della P.A. La legittimità delle scelte organizzative adottate dall’”ETS” costituirà oggetto di accertamento in sede di controlli di cui agli artt. 93 e 94 del “Codice”, che potranno compor-tare, qualora si ravvisi l’insussistenza dei presupposti di cui all’art. 8, comma 3, lett. b), l’applicazione della sanzio-ne amministrativa pecuniaria di cui all’art. 91, comma 1, a carico degli Amministratori che hanno violato il divieto di distribuzione degli utili o hanno concorso alla loro viola-zione. La maggiore entità della sanzione amministrativa, rispetto alle altre fattispecie di illecito tipizzate dal “Codice” evidenzia il particolare disvalore di tali condotte, in quanto minano alla radice un requisito fondamentale dell’”ETS”, l’assenza del fine lucrativo.Ulteriori quesiti sottoposti al Ministero hanno riguardato i valori retributivi da prendere in considerazione ai fini del rispetto del rapporto percentuale di cui agli articoli in esa-me. In primo luogo, la Contrattazione collettiva richiamata dagli artt. 8, comma 3 e 16, comma 1, del “Codice”, costituisce il benchmark di riferimento ai fini della corretta applicazio-ne delle disposizioni ivi richiamate, anche con riferimento

al lavoro autonomo, ivi comprese le collaborazioni coor-dinate e continuative. Per altro verso, poiché le norme in questione fanno riferimento ai Contratti collettivi di cui all’art. 51 del Dlgs. n. 81/2015, i valori della retribuzione da prendere in considerazione saranno quelli scaturenti dai diversi livelli della Contrattazione collettiva (nazionale, territoriale o aziendale). In particolare, stante il generico riferimento dell’art. 8, comma 3, al concetto di retribuzione si ritiene che debba essere presa a riferimento a tal fine anche la parte variabile della retribuzione, purché prevista nei contratti collettivi di cui all’art. 51, del Dlgs. n. 81/2015, applicati all’”ETS”.Da ultimo, è stata prospettata la possibilità di leggere la norma sull’incompatibilità (di cui all’art. 17, comma 5, del “Codice”), tra lo status di volontario e quello di lavoratore della medesima organizzazione limitata al solo volontario non occasionale (iscritto nell’apposito Registro da tener-si da parte dell’”ETS”), consentendo in tal modo ai lavo-ratori dell’”ETS” di svolgere spontaneamente l’attività di volontariato presso il medesimo “ETS” in via occasionale e comunque avente un oggetto diverso dalla prestazione lavorativa. Preliminarmente, si riporta il testo della disposizione in esame: “la qualità di volontario è incompatibile con qualsi-asi forma di rapporto di lavoro subordinato o autonomo e con ogni altro rapporto di lavoro retribuito con l’ente di cui il volontario è socio o associato o tramite il quale svolge la propria attività volontaria”.Sul tema, il Ministero ha già avuto modo di pronunciar-si in altre occasioni, evidenziando come la disposizione abbia una portata ampia e generalizzata, riferibile, da un lato a “qualsiasi rapporto di lavoro” e, dall’altro, facendo riferimento al volontario sic et simpliciter, non introduce alcuna distinzione tra volontario stabile e volontario occa-sionale, come viene fatto in altra parte del medesimo arti-colo (comma 1), a proposito dell’obbligo di registrazione, limitato alla prima categoria di “volontari”. La prescrizione della suddetta incompatibilità, da rapportarsi al più am-pio inquadramento fornito dai precedenti commi 2 e 3 del medesimo art. 17, intende valorizzare la libera scelta del volontario, che esula da qualunque vincolo di natura ob-bligatoria o da condizionamenti di alcun tipo. Al contempo, essa intende assicurare la necessaria tutela del lavoratore da possibili abusi legati ad attività che non rispondono alle caratteristiche dell’azione volontaria, come definita nei so-pra richiamati commi 2 e 3 dell’art. 17.Alla luce delle considerazioni suesposte, la sussistenza di qualsiasi forma di rapporto di lavoro con l’”ETS” preclude al lavoratore di svolgere attività di volontariato per il me-desimo “ETS”.

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L’Agenzia delle Entrate, con la Risposta all’Istanza di In-terpello n. 76 del 27 febbraio 2020, ha fornito puntualizza-zioni in ordine alla possibilità di applicare l’Imposta di regi-stro in misura fissa e l’esenzione dalle Imposte ipotecarie e catastali, nel caso di atti preordinati alla trasformazione del territorio, riferiti nello specifico alla cessione di terreni in esecuzione di una Convenzione urbanistica.Al riguardo, l’Agenzia ha osservato in via preliminare che, ai sensi dell’art. 20, comma 2, della Legge n. 10/1977, introdotto dall’art. 1, comma 88, della Legge n. 205/2017, il trattamento tributario di cui all’art. 20, comma 1 (Impo-sta di registro in misura fissa ed esenzione dalle Impo-ste ipotecaria e catastale ex art. 32, comma 2, del Dpr. n. 601/1973) “si applica anche a tutti gli atti preordinati alla trasformazione del territorio posti in essere mediante accordi o convenzioni tra privati ed Enti pubblici, nonché a tutti gli atti attuativi posti in essere in esecuzione dei primi”. Tale nuova formulazione della disposizione di cui all’art. 20 appare volta ad un ampliamento della portata applica-tiva della previsione agevolativa, in quanto la stessa viene di fatto estesa ad atti, compresi quelli attuativi, in prece-denza non agevolati, purché gli stessi siano comunque finalizzati alla “trasformazione del territorio” e siano posti in essere sulla base di “accordi o convenzioni tra privati ed enti pubblici”. Nel caso di specie, la cessione dei terreni oggetto dell’in-tervento viene posta in essere da parte del soggetto che aveva originariamente stipulato con il Comune la Conven-zione urbanistica con la quale il medesimo si impegnava alla realizzazione di un intervento di trasformazione ur-bana adottato con Deliberazione del Consiglio comuna-le. Rilevato che, come asserito nell’Istanza di Interpello, il predetto soggetto risulterebbe non in possesso dei re-quisiti soggettivi e oggettivi necessari alla realizzazione del ridetto intervento, il medesimo intende procedere alla cessione dei propri diritti sull’area interessata a favore di altro soggetto (una Cooperativa) in possesso invece dei prescritti requisiti. La sopra indicata cessione viene quindi ritenuta dalla Cooperativa istante come “atto preordinato alla trasfor-mazione del territorio posto in essere mediante accordi o convenzioni tra privati ed Enti pubblici”, rientrante nella previsione del sopra richiamato art. 20, comma 2, della Legge n. 10/1977. A tal riguardo, l’Agenzia ha ricordato che, con la Risoluzio-

Atti preordinati alla trasformazione del territorioun caso in cui si applica l’Imposta di registro fissa e l’esenzione dalle ipocatastali

ne Entrate n. 80/2018, ha fornito chiarimenti interpretativi in ordine alla disposizione introdotta dall’art. 1, comma 88, della Legge n. 205/2017, precisando che la stessa deve essere comunque coordinata con il contesto normativo alla quale la medesima si riferisce (ovvero con la Leg-ge n. 10/1977, c.d. “Legge Bucalossi”), per cui il regime agevolativo previsto da tale disposizione non potrebbe di conseguenza essere esteso ad atti che, sebbene generi-camente preordinati alla trasformazione del territorio, non abbiano quale oggetto interventi edilizi riconducibili a quelli previsti dalla citata Legge n. 10/1977; in tale sede, è stato peraltro precisato che rientrano fra gli altri nell’ambito di tale Legge le cessioni di aree per la realizzazione delle opere di urbanizzazione connesse all’intervento edilizio e gli atti finalizzati alla redistribuzione di aree fra lottizzanti, sulla base anche delle istruzioni fornite con la Risoluzione Entrate n. 56/2015. Atteso quanto sopra, riguardo al caso di specie, l’Agenzia ha osservato che, così come rappresentato dalla Coope-rativa istante, anche in sede di integrazione documentale richiesta dalla scrivente, l’intervento edilizio convenziona-to è senza dubbio riconducibile alla disciplina di cui alla Legge n. 10/1977, così come modificata e integrata dalle successive norme in materia edilizia. La Legge n. 10/1977 risulta infatti effettivamente citata nella Convenzione stipulata in data 19 settembre 2013 ed allegata all’Istanza di Interpello, cioè nelle premesse della Convenzione stessa, nella parte in cui viene indica-to che “l’unica Convenzione-tipo, ad oggi approvata dalla Regione per tali interventi, è quella di cui alla Delibera del Consiglio regionale n. 260/1978, sulla base di precedenti normative (Legge n. 10/1977 e s.m.), ma di identico con-tenuto”. Considerata dunque la riconducibilità dell’intervento codi-ficato dalla Convenzione attuativa del Piano in oggetto a quelli previsti dalla citata Legge n. 10/1977, occorre veri-ficare se, nel caso in esame, ricorra la capacità dell’atto di trasferimento in parola a realizzare direttamente ed im-mediatamente la funzione di trasformazione del territorio, così come disciplinata dalla Convenzione stipulata tra il privato (proprietario dei terreni) e il Comune. Sul punto, l’Agenzia ha evidenziato che, come detto, con la Convenzione in parola vengono regolati “... i rapporti e le reciproche obbligazioni tra il Comune e la Sig.ra … quale soggetto attuatore delle previsioni di cui all’Ambi-

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to di trasformazione urbana AT3-C del Piano complesso d’intervento, nonché proprietaria delle aree interessate da tali interventi”. Con la predetta Convenzione è prevista espressamen-te l’eventualità che gli obblighi assunti con la medesima dall’originario soggetto attuatore possano essere trasferiti ad altro soggetto. L’art. 17 della Convenzione stessa spe-cifica testualmente che “gli obblighi assunti con il presente atto sono vincolanti per i firmatari, e saranno integralmen-te trasferiti a qualsiasi altro soggetto mandatario o acqui-rente che a loro si sostituisca o loro succeda. Il soggetto attuatore, o i suoi aventi causa, si impegna pertanto ad inserire negli eventuali mandati e/o atti di trasferimento a terzi di aree edificabili a seguito dell’attuazione del Pro-getto, specifiche clausole mediante le quali il mandatario e/o l’acquirente assume nei confronti della Pubblica Am-ministrazione tutti gli obblighi derivanti dal presente atto, trasmettendo alla Pubblica Amministrazione stessa copia delle relative note di trascrizione”. La validità del Piano attuativo, che deve essere realizzato entro 5 anni dalla data di pubblicazione (art. 13 della Convenzione) risulta essere stata prorogata al 27 giugno 2019, con Delibera consiliare. In ragione di quanto sopra, l’Agenzia ha ritenuto che l’atto di trasferimento di cui trattasi può essere considerato, ai fini agevolativi in parola, come atto preordinato alla tra-sformazione del territorio, risultando l’eventualità del tra-sferimento a soggetto terzo espressamente prevista dalla

originaria convenzione, sempreché vengano effettivamen-te rispettate le previsioni di cui all’art. 17 della Conven-zione (inserimento nell’atto di trasferimento di clausola mediante la quale l’acquirente assume nei confronti della Pubblica Amministrazione tutti gli obblighi derivanti dalla Convenzione, che in precedenza risultavano in capo all’o-riginario soggetto attuatore). Il trasferimento dei terreni in esame assume dunque, ai fini dell’agevolazione in parola, la valenza di un evento negoziale strumentale all’articolazione della trasforma-zione del territorio in quanto, in mancanza dello stesso trasferimento, non sarà possibile assolvere agli obblighi di trasformazione del territorio contratti con la Convenzio-ne citata. Tale presupposto quindi ne fa discendere una connessione funzionale con la finalità della trasformazio-ne del territorio, proprio in quanto l’atto di trasferimento in parola trova la propria causa nella Convenzione stipulata tra il Comune ed il soggetto attuatore. In considerazione di quanto premesso, l’Agenzia ha con-cluso che l’atto di trasferimento in parola può fruire dell’a-gevolazione prevista dall’art. 20, comma 2, della Legge n. 10/1977 (Imposta di registro in misura fissa ed esenzio-ne dalle Imposte ipotecarie e catastali ex art. 32, comma 2, del Dpr. n. 601/1973), nel presupposto che lo stesso, come detto, sia riconducibile alle disposizioni di cui alla Legge n. 10/1977, e sia propedeutico alla concretizzazio-ne della finalità trasformativa del territorio.

Con la Nota n. 2179 dell’11 marzo 2020, avente ad og-getto “Dl. n. 9/2020 recante ‘Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da ‘Covid-19’ e Dl. n. 11/2020 recante ‘Mi-sure straordinarie ed urgenti per contrastare l’emergenza epidemiologica da Covid-19 e contenere gli effetti nega-tivi sullo svolgimento dell’attività giudiziaria’”, il Direttore, Danilo Papa, ha comunicato gli effetti del Dl. n. 9/2020 e del Dl n. 11/2020 sull’attività dell’Ispettorato nazionale del lavoro. Le indicazioni seguenti hanno effetto diretto sulle attività istituzionali dell’Inl in merito alle misure introdotte dal Dl. 2 marzo 2020, n. 9 e dal Dl. 8 marzo 2020, n. 11.

“Covid-19”sospese e prorogate le attività dell’Ispettorato nazionale del Lavoro

L’ambito di applicazione delle misure introdotte fa riferi-mento al rinvio delle udienze e della sospensione dei ter-mini, ed è esteso, con diverse decorrenze, ai sensi del Dpcm. 8 e 9 marzo 2020.Di seguito alcune delle disposizioni del Dl. n. 9/2020 (“Mi-sure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19”):Art. 2 - Sospensione dei termini di versamento dei ca-richi affidati all’Agente della riscossioneLa disposizione sospende i termini dei versamenti, che scadono nel periodo 21 febbraio-30 aprile 2020, derivanti da cartelle di pagamento emesse dagli Agenti della riscos-sione, nonché dagli avvisi previsti dagli artt. 29 e 30, del

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Dl. n. 78/2010 (convertito da Legge n. 122/2010) di com-petenza dell’Agenzia delle Entrate e dell’Inps. I versamen-ti oggetto di sospensione devono essere effettuati in unica soluzione entro il mese successivo al termine del periodo di sospensione. Non si procede al rimborso di quanto già versato. Si applicano le disposizioni di cui all’art. 12 del Dlgs. n. 159/2015.Art. 5 - Sospensione dei termini per il pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoriaLa disposizione sospende i termini relativi agli adempi-menti e ai versamenti dei contributi previdenziali e assi-stenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria in scadenza nel periodo dal 23 febbraio 2020 al 30 aprile 2020. I versamenti riprenderanno dal 1° maggio 2020 an-che mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo, senza applicazione di sanzioni e interessi. Per chi ha già provveduto al versamento, non è previsto rimborso. Le disposizioni sopra indicate (artt. 2 e 5 del Dl. n. 9/2020), trovano applicazione, per espressa previsione delle norme, nei confronti delle persone fisiche che, alla data del 21 febbraio 2020, avevano la residenza ovvero la sede operativa nel territorio dei Comuni indivi-duati nell’allegato 1 al Dpcm. 1° marzo 2020 e dei soggetti diversi dalle persone fisiche che, alla stessa data, aveva-no la sede legale o operativa nei medesimi Comuni.Art. 10 - Misure urgenti in materia di sospensione dei termini e rinvio delle udienze processualiSi premette che, ai sensi di quanto disposto dall’ultimo comma dell’art. 10 (secondo cui, “in caso di aggiornamen-to dell’elenco dei Comuni di cui all’Allegato 1 al Dpcm. 1° marzo 2020, ovvero di individuazione di ulteriori Comuni con diverso provvedimento, le disposizioni del presente articolo si applicano con riferimento ai medesimi Comu-ni dal giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzet-ta Ufficiale del relativo Provvedimento”), le disposizioni inerenti la sospensioni dei termini e il rinvio delle udienze processuali dallo stesso previste, inizialmente limitate ai soli Comuni (persone fisiche residenti o aziende con sede operativa) di cui all’Allegato 1 del Dpcm. 1° marzo 2020 e decorrenti dal 22 febbraio 2020, sono state estese, per effetto del Dpcm. 8 marzo 2020, a tutti gli altri Comuni della Regione Lombardia e ai Comuni delle Province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pe-saro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio- Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia a decorrere dal 9 marzo fino al 31 marzo, nonché a tutto il territorio nazionale dal 10 marzo al 31 marzo 2020, in forza del Dpcm 9 marzo 2020.a) Termini atti processuali e rinvio udienze

Il combinato disposto delle norme succedutesi nel tem-po, comporta che le udienze relative a tutti i procedimenti civili sono rinviati al 31 marzo p.v. con le uniche eccezio-ni dei procedimenti civili individuati dapprima dall’art. 10, comma 1, e successivamente dall’art. 2, comma 2, lett. g), del Dl. n. 11/2020. Il regime delle eccezioni non riguarda i procedimenti di competenza dell’Ispettorato nazionale del Lavoro.In relazione ai medesimi procedimenti sono sospesi, sino al 31 marzo, i termini per il compimento di qualsiasi atto processuale, comunicazione e notificazione. Fanno ecce-zione gli atti relativi ai procedimenti sopra indicati.Ai sensi del comma 6, infine, per i procedimenti civili pen-denti presso gli Uffici giudiziari che hanno sede nei di-stretti di Corte di appello cui appartengono i comuni di cui all’Allegato 1 al Dpcm. 1° marzo 2020 ed esclusivamente in relazione a quest’ultimi, il mancato rispetto di termini processuali perentori scaduti in epoca successiva al 22 febbraio 2020 e fino al 2 marzo 2020 si presume dovuto, salvo prova contraria, a causa non imputabile alla parte incorsa in decadenze.b) Sospensione terminiIl comma 4 del predetto art. 10 stabilisce la sospensione fino al 31 marzo del decorso dei termini perentori, legali e convenzionali, sostanziali e processuali, comportanti pre-scrizioni e decadenze da qualsiasi diritto, azione ed ecce-zione, nonché dei termini per gli adempimenti contrattuali e dei termini relativi ai processi esecutivi e alle procedure concorsuali, dei termini di notificazione dei processi ver-bali, di esecuzione del pagamento in misura ridotta, di svolgimento di attività difensiva e per la presentazione di ricorsi giurisdizionali.La misura vale per tutto il territorio nazionale.Il termine sospeso riprende a decorrere dal 1° aprile 2020.In ragione di quanto sopra, fino al 31 marzo 2020 deve ritenersi sospeso il decorso del termine di cui all’art. 14 della Legge. n. 689/1981 per la notificazione dei verbali unici di accertamento e notificazione. Il termine riprenderà a decorrere dal 1° aprile 2020 tenendo conto del periodo già decorso dalla definizione degli accertamenti e fino all’i-nizio della sospensione ovvero:• dal 22 febbraio al 31 marzo, per i soggetti che alla data

di entrata in vigore del Dl. n. 9/2020 (2 marzo) sono re-sidenti, hanno sede operativa o esercitano la propria at-tività lavorativa, produttiva o funzione nei comuni di cui all’Allegato 1 al Dpcm. 1° marzo 2020;

• dal 9 marzo al 31 marzo, per tutti i soggetti sopra indicati in riferimento all’ambito territoriale del Dpcm. 8 marzo 2020;

• dal 10 marzo al 31 marzo, per tutto il restante territorio

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nazionale.Per i verbali notificati in data antecedente, sono parimenti sospesi con le decorrenze di cui sopra e fino al 31 marzo i termini per il pagamento in misura minima di cui all’art. 13 del Dlgs. n. 124/2004 ed in misura ridotta di cui all’art. 16 della Legge n. 689/1981.Sono altresì sospesi i termini per presentare i ricorsi am-ministrativi ai sensi degli artt. 12, 16 e 17, del Dlgs. n. 124/2004, e dell’art. 14 del Dlgs. n. 81/2008, nonché per la presentazione di scritti difensivi, per la richiesta di audi-zione e per il pagamento dell’ordinanza-ingiunzione di cui all’art. 18 della Legge n. 689/1981. Qualora la decorrenza del termine abbia avuto o abbia inizio durante il periodo di sospensione suddetto, il termine comincerà a decorrere dalla fine del medesimo periodo.Art. 8 - Sospensione di versamenti, ritenute, contributi e premi per il Settore turistico-alberghieroPer le Imprese turistico-ricettive, le Agenzie di viaggio e turismo ed i tour operator, che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa nel territorio dello Stato, sono sospesi, dalla data di entrata in vigore del decreto e fino al 30 aprile 2020, i termini relativi agli adempimenti e ai versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria.

Qui di seguito invece le misure del Dl. n. 11/2020 (“Misure straordinarie ed urgenti per contrastare l’emergenza epi-demiologica da ‘Covid- 19’ e contenere gli effetti negativi sullo svolgimento dell’attività giudiziaria”).Art. 1- Sospensione dei termini e differimento udienzeL’art. 1 prevede il rinvio di tutte le udienze civili e penali pendenti presso tutti gli Uffici giudiziari con l’eccezione dei procedimenti già individuati a norma dell’art. 2, comma 2, lett. g), del Dl. n. 11/2020, dall’8 marzo al 22 marzo. Tale disposizione va armonizzata con gli atti di normazione se-condaria già citati, di cui al Dpcm. 8 marzo 2020 ed al Dpcm. 9 marzo 2020, con i quali le disposizioni in ordine al rinvio delle udienze di cui all’art. 10, comma 1, del Dl. n. 9/2020 sono estese, per effetto del medesimo art. 10 (ultimo comma) a tutti i comuni d’Italia sino al 31 marzo.Sono altresì sospesi tutti i termini per il compimento di atti processuali e il corso della prescrizione, salvo le ecce-zioni sopra richiamate fino al 22 marzo. Tuttavia, anche in tal caso, per i motivi sopra evidenziati, il termine deve ritenersi esteso per tutto il territorio nazionale fino al 31 marzo, salvo diversa indicazione da parte del Ministero di Giustizia.Le eccezioni inerenti i procedimenti civili elencati al n. 1 del citato art. 2, comma 2, lett. g) come già detto, non ri-

guardano i procedimenti di competenza dell’Inl.Art. 2 - Misure urgenti per contrastare l’emergenza epidemiologica “Covid-19”A seguito dell’entrata in vigore del Dpcm. 9 marzo 2020, dal 1° aprile (e non dal 23 marzo) al 31 maggio i capi de-gli Uffici giudiziari possono adottare misure necessarie al rispetto delle indicazioni igienico-sanitarie fornite dal Mi-nistero della Salute tra cui, per i procedimenti di compe-tenza: - il rinvio delle udienze a data successiva al 31 maggio nei procedimenti civili con le eccezioni già richiamate ex art. 2, comma 2, lett. g), n. 1, che non rientrano nella competenza dell’Inl;

- lo svolgimento delle udienze civili che non prevedono la presenza di soggetti diversi dalle parti e dai difensori mediante collegamento da remoto [lett. f)] oppure me-diante lo scambio di note scritte contenenti le istanze e le conclusioni con adozione fuori udienza del provvedi-mento del Giudice [lett. h)].

Appare quindi necessario verificare i provvedimenti che adotterà il Capo dell’Ufficio giudiziario di appartenenza dei singoli Uffici per verificare le eventuali modalità di tratta-zione delle udienze o il loro rinvio.Ai sensi del comma 3, qualora i provvedimenti adottati a cura del Capo dell’Ufficio giudiziario precludano la presen-tazione della domanda giudiziale, sono sospesi i termini di decadenza e prescrizione per i diritti non altrimenti eser-citabili.Il comma 6 estende l’obbligo del deposito telematico di cui al comma 1 dell’art. 16-bis del Dl. n. 179/2012, convertito da Legge n. 221/2012, anche in relazione agli ulteriori atti e documenti previsti dal successivo comma 1-bis del me-desimo art. 16-bis.La Nota precisa al riguardo che l’obbligo del deposito te-lematico di cui al comma 1 del citato art. 16-bis riguarda esclusivamente i difensori delle parti private, atteso che il medesimo articolo chiarisce che, “per difensori non si in-tendono i dipendenti di cui si avvolgono le Pubbliche Am-ministrazioni per stare in giudizio personalmente”.Ne consegue che, alla luce di quanto previsto dal prece-dente comma 3 dell’art. 2, l’eventuale adozione di prov-vedimenti da parte del Capo dell’Ufficio giudiziario che impediscano, nel termine di 10 giorni antecedenti la data dell’udienza – non oggetto di rinvio d’ufficio – il deposito cartaceo delle memorie di cui all’art. 6, comma 8, del Dlgs. n. 150/2011, non può comportare il maturarsi delle deca-denze processuali.Analoghe disposizioni sono infine previste per i procedi-menti penali, amministrativi e contabili.

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È stata pubblicata sul sito web istituzionale di Arera la Deliberazione 3 marzo 2020, n. 57/2020/R/Rif, rubricata “Semplificazioni procedurali in ordine alla disciplina tariffa-ria del ‘Servizio integrato dei rifiuti’ e avvio di procedimen-to per la verifica della coerenza regolatoria delle pertinenti determinazioni dell’Ente territorialmente competente l’Au-torità di regolazione per energia reti e ambiente”.La Deliberazione disciplina alcune semplificazioni sulla procedura di approvazione dei Pef Tari, posto che nelle riunioni del Tavolo tecnico con Regioni ed Autonomie lo-cali è emerso che in talune aree territoriali vi sono diffi-coltà connesse alla puntuale individuazione dei soggetti competenti cui attribuire i poteri e le funzioni rilevanti a fini tariffari.Ai sensi dell’art. 1 della Deliberazione in commento, per i procedimenti di approvazione dei Piani economico-finan-ziari e dei corrispettivi, i gestori che erogano il “Servizio integrato di gestione dei rifiuti”, trasmettono all’Ente terri-torialmente competente gli atti di propria competenza.Laddove l’Ente territorialmente competente risulti identi-ficabile con il gestore stesso, la procedura di validazione del Pef può essere svolta da un soggetto che può esser identificato come una specifica struttura o un’unità orga-nizzativa, nell’ambito dell’Ente medesimo o identificabile in un’altra Amministrazione territoriale, dotato di adeguati profili di terzietà rispetto all’attività gestionale, al fine di evi-tare sovrapposizioni tra chi ha la responsabilità di dichia-rare la veridicità dei dati da considerare, ossia il Respon-sabile dell’attività gestionale, e chi è chiamato a validarli. L’Ente territorialmente competente deve dare comunica-

Con il Comunicato-stampa 12 marzo 2020, emanato dal Direttore generale, Ruffini, l’Agenzia delle Entrate ha an-nunciato lo stop ad accertamenti fiscali e verifiche.Sono sospese le attività di liquidazione, controllo, accer-tamento, accessi, ispezioni e verifiche, riscossione e con-tenzioso tributario da parte degli Uffici dell’Agenzia delle

Tarisemplificazioni sulla procedura di approvazione dei Pef da parte di Arera

“Covid-19”l’Agenzia delle Entrate sospende tutte le attività di accertamento e contenzioso tributario

zione ad Arera qualora non riceva adeguata collaborazio-ne dalle Amministrazioni che svolgono l’attività di valida-zione. Laddove, in caso di equilibrio economico finanziario della gestione, l’Ente si avvale della facoltà di applicare valori inferiori alle entrate tariffarie determinate ai sensi del “Mtr”, dovranno essere indicate le componenti di costo ammissi-bili ai sensi della disciplina tariffaria che non si ritengono di coprire integralmente, al fine di verificare la coerenza con gli obiettivi definiti. Nel caso di presenza di più gestori nell’ambito del “Servi-zio integrato di gestione dei rifiuti”, l’Ente territorialmente competente acquisisce da ciascun soggetto affidatario la parte di Pef di competenza, nonché i dati e gli atti di perti-nenza, al fine di ricomporre lo schema di Pef da trasmet-tere ad Arera. Secondo quanto previsto dal comma 5 del citato art. 1, non sono soggetti all’obbligo di predisporre il citato Piano i meri prestatori d’opera, ossia i soggetti che sono sta-bilmente esclusi dall’obbligo di predisporre una parte di Piano economico-finanziario. Se le funzioni attribuite all’Ente territorialmente compe-tente prevedono attività, sia da parte dell’Ente di governo dell’Ambito, sia da parte dei Comuni ricadenti nel medesi-mo territorio, Arera richiederà all’Ente di governo dell’Am-bito la trasmissione del Pef “pluricomunale” o di Ambito e, nel caso di differenziazione dei corrispettivi del “Servizio integrato dei rifiuti”, o dei singoli servizi che costituiscono attività di gestione, su base comunale, richiede altresì la trasmissione dei Piani corrispondenti ai singoli Enti Locali.

Entrate a meno che non siano in imminente scadenza (o sospesi in base a espresse previsioni normative). Tale sintesi rappresenta le disposizioni contenute nell’ultima Direttiva firmata dal Direttore generale a seguito dell’ema-nazione da parte del Governo del Dpcm. 11 marzo 2020 per il contrasto alla diffusione del “Coronavirus”.

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L’art. 2 della Deliberazione di che trattasi dispone che, con riferimento ai Pef e ai corrispettivi del “Servizio integrato dei rifiuti”, o dei singoli servizi che costituiscono attività di gestione, Arera darà avvio al procedimento volto alla ve-rifica della coerenza regolatoria degli atti, dei dati e della documentazione trasmessa ai sensi dei commi 6.1 e 6.2 della Deliberazione n. 443/2019/R/Rif, per la successiva approvazione da parte dell’Autorità stessa.Il Direttore della Direzione “Ciclo dei rifiuti urbani e assimi-lati” dovrà acquisire gli elementi necessari per procedere alla verifica della coerenza regolatoria degli atti, dei dati e della documentazione trasmessa.Poi, l’Autorità approverà con o senza modificazioni le pre-disposizioni tariffarie deliberate, sulla base della normativa vigente, dagli Enti territorialmente competenti e trasmesse all’Autorità. In caso di modificazioni, l’Autorità ne disciplinerà gli effetti alla luce della normativa vigente, con particolare riferimen-to alla tutela degli utenti, tenuto conto dell’efficacia delle decisioni assunte dall’Ente territorialmente competente e delle misure volte ad assicurare la sostenibilità finanziaria efficiente della gestione. Nelle more della citata approvazione, Arera precisa che

si applicano le decisioni assunte dall’Ente territorialmente competente, ivi comprese quelle assunte dai Comuni con riferimento ai Pef e ai corrispettivi del servizio integrato dei rifiuti.La mancata collaborazione da parte del gestore nei con-fronti dell’Ente territorialmente competente nell’ambito della procedura di approvazione è da considerarsi, secon-do l’art. 3, inerzia ai sensi dell’art. 7 della Deliberazione n. 443/2019, inerzia che l’Ente dovrà comunicare ad Arera.In caso di inerzia del gestore, l’Ente territorialmente com-petente provvede alla predisposizione del Pef sulla base degli elementi conoscitivi a disposizione, ivi compresi i va-lori dei fabbisogni standard o il dato del costo medio di settore come risultante dall’ultimo “Rapporto Ispra”.In ogni caso - precisa Arera - sono esclusi incrementi dei corrispettivi e adeguamenti degli stessi all’inflazione. Da ultimo, Arera rinvia a successive determinazioni del Di-rettore della Direzione “Ciclo dei rifiuti urbani e assimilati” l’esplicitazione di ulteriori aspetti applicativi, nonché la de-finizione delle modalità operative per la trasmissione degli atti, dei dati e della documentazione per l’approvazione dei Pef di cui ai commi 6.1 e 6.2 della Deliberazione n. 443/2019.

È stata pubblicata sul sito web istituzionale dell’Ifel la Nota di approfondimento 2 marzo 2020, rubricata “La Delibe-razione Arera n. 443/2019 di avvio della regolazione del ‘Servizio rifiuti’ e il relativo Metodo tariffario-’Mtr’ (periodo 2018-2021)”.La Nota intende fornire un supporto a tutti gli Enti per ad-divenire al corretto adempimento alle prescrizioni conte-nute nella Deliberazione Arera n. 443/2019 e nell’Allegato “Mtr”, anche ai fini dell’approvazione, da parte dei Comu-ni, delle tariffe del “Servizio integrato di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati in regime Tari o tariffa corrispettiva”, entro il 30 aprile 2020.La perimetrazione del Servizio soggetto a regolazione L’approfondimento di Ifel prende le mosse dall’individua-zione del perimetro gestionale assoggettato al nuovo “Mtr”, che deve essere uniforme su tutto il territorio na-zionale ed includere, relativamente alla gestione dei rifiuti urbani e assimilati, i seguenti servizi: ▪ lo spazzamento e il lavaggio delle strade; ▪ la raccolta e il trasporto dei rifiuti;

Tarii chiarimenti di Ifel sul nuovo “Mtr” introdotto da Arera

▪ il trattamento, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti; ▪ la gestione delle tariffe e il rapporto con gli utenti. Sono inclusi nel perimetro dei costi riconosciuti, i costi del-la raccolta dei rifiuti abbandonati su strade o aree pub-bliche, o su strade private soggette ad uso pubblico, su arenili e rive fluviali e lacuali, nonché aree cimiteriali. In merito ai costi della gestione post-operativa e di chiu-sura delle discariche autorizzate (cd. gestione “post-mor-tem”), Ifel ricorda che secondo Arera l’”Ente territorial-mente competente”, che si identifica nell’Ente di governo d’Ambito, oppure nel Comune stesso in tutti quei contesti nei quali gli Enti d’Ambito non sono stati definiti o non sono ancora operativi, possa includerli tra i costi riconosciuti nel caso in cui le risorse precedentemente accantonate risul-tino insufficienti a garantire il ripristino ambientale del sito medesimo. L’Autorità definisce come “Attività esterne al ciclo integra-to dei rifiuti urbani” tutte quelle attività che, anche qualora siano state incluse nella concessione di affidamento del “Servizio di gestione integrata del ciclo dei rifiuti” ai sensi

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della normativa vigente, non possano essere incluse nel perimetro sottoposto a regolazione. Sono classificate, secondo Ifel, come attività esterne, le seguenti attività: ▪ raccolta, trasporto e smaltimento amianto da utenze do-

mestiche; ▪ derattizzazione; ▪ disinfestazione zanzare; ▪ spazzamento e sgombero della neve; ▪ cancellazione scritte vandaliche; ▪ defissione di manifesti abusivi; ▪ gestione dei servizi igienici pubblici; ▪ gestione del verde pubblico; ▪ manutenzione delle fontane. Su questo tema, l’Autorità consente che gli oneri non at-tinenti alle attività ricomprese nel perimetro ma eventual-mente inseriti nei corrispettivi tariffari, debbano essere in-dicati separatamente negli avvisi di pagamento, al fine di non generare discontinuità nel processo di monitoraggio e recupero dei costi. Invero, il Prospetto per la redazione del Pef consente di inserire i costi di tali attività, dandone “separata evidenza”. Quello che risulta evidente, a parere di Ifel, dalla reda-zione del Pef è che la descrizione delle attività esterne al “Ciclo integrato dei rifiuti” è un onere del gestore, il quale deve descrivere la costruzione dei costi relativi a questi servizi. Competenze attribuite dall’AreraIl secondo aspetto attenzionato da Ifel riguarda il proces-so approvazione del costo complessivo del “Servizio rifiuti urbani”. I soggetti coinvolti sono 3: ▪ il gestore del Servizio: predispone il Pef provvedendo

quindi a rettificare le voci di costo, riclassificarle e al-locarle secondo la metodologia stabilita dal “Mtr”, oltre all’elaborazione di una relazione a corredo del Piano con una dichiarazione attestante la veridicità dello stes-so. E da ultimo, il gestore deve fornire una relazione che illustra il raccordo tra i dati riportati e i valori contabili;

▪ l’Ente territorialmente competente (Etc): ha il compito di validare il Pef verificando “la completezza”, “la coeren-za” e “la congruità” dei contenuti, anche attraverso un soggetto “dotato di adeguati profili di terzietà rispetto al gestore”. Successivamente, provvede a trasmettere all’Autorità la predisposizione del Piano e i corrispettivi del servizio. Fino all’approvazione da parte dell’Autorità, si applicano, quali prezzi massimi del servizio, quelli de-terminati dall’Ente territorialmente competente;

▪ l’Arera: verifica la coerenza regolatoria della documen-tazione e dei dati ricevuti, riservandosi a tal scopo la

facoltà di richiedere ulteriori informazioni e, in caso di esito positivo, procede con l’approvazione finale dei cor-rispettivi.

In proposito, Ifel precisa che le disposizioni dell’Autorità attengono esclusivamente alle modalità di calcolo dei co-sti nelle loro diverse componenti e alla suddivisione fra costi fissi e variabili nel caso di Tari tributo, ovvero all’am-montare complessivo del corrispettivo del “Servizio rifiuti” nel caso di Tariffa corrispettiva. Il Comune rimane il sog-getto competente all’approvazione delle tariffe.I compiti del gestoreIl gestore, in qualità di soggetto economico che ha in cari-co lo svolgimento dell’intero “Servizio rifiuti”, ha il compito di predisporre annualmente il Pef “grezzo”, cioè il Piano al netto dei coefficienti e della parte della relazione di ac-compagnamento, che sono di competenza dell’Ente terri-torialmente competente.Il gestore deve allocare correttamente le componenti di costo di investimento e di esercizio riconoscibili per cia-scun anno (2020 e 2021), determinati sulla base di quelli effettivi rilevati nell’anno di riferimento (2018) come risul-tanti da fonti contabili obbligatorie. Il gestore deve anche determinare la componente a conguaglio relativa alle an-nualità pregresse, nello specifico ai costi ricalcolati rife-riti all’anno a-2 (2018) confrontati con i ricavi di effettiva competenza. Infine, deve calcolare la componente di costo fisso (TFa) e variabile (TVa), riclassificandola secondo le disposizioni previste dal “Mtr”.Il gestore non determina quindi completamente il costo del suo Servizio, essendo lo stesso determinato solo dopo la definizione della parte di Pef di competenza dell’Ente ter-ritorialmente competente. Da ultimo, il gestore inoltre deve trasmettere il Pef “grez-zo” all’Etc in modo da consentire la conclusione del pro-cesso di validazione dei piani e di determinazione degli stessi e anche l’approvazione dell’articolazione tariffaria da parte dei Comuni entro il prossimo 30 aprile.I compiti dell’Ente territorialmente competenteÈ l’Ente di governo dell’Ambito territoriale ottimale, laddo-ve esso è stato costituito ed è operativo. In caso contrario, e salvo diverse disposizioni della Regione o della Provin-cia Autonoma, deve essere individuato nel Comune. Deve svolgere le seguenti attività: - ricezione del Pef “grezzo” da parte del gestore; - definire i parametri/coefficienti per il completamento del

Pef; - redigere la relazione di accompagnamento al Pef, ivi

compresa l’eventuale istanza per il superamento del li-mite di crescita annuale;

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- validare il Pef; - trasmettere ad Arera il Pef predisposto ed i corrispettivi

massimi “provvisori” del “Servizio integrato” o dei singoli servizi nel termine di 30 giorni dall’approvazione, ovvero dal termine stabilito dalla normativa statale di riferimento (30 aprile per l’anno 2020).

Se distinto dal Comune, deve trasmettere tempestivamen-te ad ogni Comune il Pef di propria competenza, opportu-namente disaggregato per il territorio comunale di perti-nenza, validato e determinato per consentire i successivi adempimenti inerenti all’approvazione dell’articolazione tariffaria. La procedura di validazione deve consistere, secondo quanto riportato nell’art. 19 del “Mtr”, nella verifica di:a) coerenza degli elementi di costo riportati nel Pef rispet-

to ai dati contabili dei gestori; b) rispetto della metodologia prevista dal “Mtr” per la de-

terminazione dei costi riconosciuti; c) rispetto dell’equilibrio economico finanziario del gesto-

re. I prezzi risultanti dal Pef finale validato dall’Etc costitui-scono i prezzi massimi del Servizio che possono essere applicati agli utenti dei servizi – e quindi assumono piena ed immediata efficacia – “fino all’approvazione da parte dell’Autorità”. Oltre a validare i dati contenuti nei Pef “grezzi” trasmessi dai gestori, infatti, gli Etc hanno il compito di: ▪ determinare i coefficienti relativi al limite di crescita an-

nuale delle entrate tariffarie, quali: il coefficiente di re-cupero di produttività (𝑋𝑎), il coefficiente per il migliora-mento previsto della qualità e delle caratteristiche delle prestazioni erogate agli utenti (𝑄𝐿𝑎), il coefficiente per la valorizzazione di modifiche del perimetro gestionale con riferimento ad aspetti tecnici e/o operativi (𝑃𝐺𝑎);

▪ determinare il fattore di sharing (b) sulla vendita di ma-teriale e di energia nell’ambito dei range individuati da Arera per la determinazione delle tariffe 2020-21;

▪ determinare l’ulteriore parametro che contribuisce a de-finire il fattore di sharing sui proventi Conai (ω) per la determinazione delle tariffe 2020-21, sempre nei range individuati da Arera;

▪ effettuare la valorizzazione della componente di gradua-lità nella determinazione dei conguagli sulla base dei range di valori individuati da Arera e delle performance del gestore, quali la raccolta differenziata (γ1), la prepa-razione per il riutilizzo e riciclaggio (γ2) e la soddisfazio-ne degli utenti del servizio, anche con rispetto alla carta dei servizi (γ3);

▪ definire la vita utile delle discariche in accordo con il ge-store;

▪ effettuare il riconoscimento dei costi della gestione post-operativa e di chiusura delle discariche autorizzate;

▪ verificare l’equilibrio economico finanziario del gestore.Nel caso in cui ritenga che per sostenere il processo di integrazione delle attività gestite o per il superamento di situazioni di squilibrio economico e finanziario sia neces-sario superare il limite previsto dal “Mtr” ai fini del raggiun-gimento degli obiettivi migliorativi definiti, dovrà presentare all’Autorità un’istanza apposita corredata da una relazione in cui siano attestate le valutazioni compiute, ovvero: a. le valutazioni di congruità compiute sulla base delle ri-

sultanze dei fabbisogni standard e l’analisi delle risul-tanze che presentino oneri significativamente superiori ai valori standard;

b. le valutazioni in ordine all’equilibrio economico-finanzia-rio delle gestioni;

c. l’effetto relativo alla valorizzazione del fattore di sharing in corrispondenza dell’estremo superiore dell’intervallo;

d. le valutazioni relative agli eventuali oneri aggiuntivi re-lativi ad incrementi di qualità nelle prestazioni o a modi-fiche nel perimetro gestionale.

In merito al punto a), Ifel precisa che riguardo ai fabbiso-gni standard essi derivano da un approccio meramente statistico, indipendente dall’effettivo livello di qualità del Servizio erogato. Pertanto, il valore derivante dal Sistema dei fabbisogni standard non rappresenta una definizione in grado di rappresentare tutte le realtà del nostro territo-rio.Qualora l’Etc accerti eventuali situazioni di squilibrio eco-nomico e finanziario, oltre a quanto stabilito ai precedenti punti da a) a d), provveda a individuare puntualmente le modalità volte a recuperare la sostenibilità efficiente della gestione. Precisa inoltre Ifel che anche a fronte di un Pef che pre-veda il superamento del limite alla crescita delle entrate, il Comune approva l’articolazione tariffaria sulla base del Pef così predisposto, senza attendere alcuna ulteriore autorizzazione dell’Autorità. L’azione di Arera in relazio-ne all’esame dei Pef e alla loro definitiva approvazione non potrà in nessun caso portare ad un annullamento del Piano e dei conseguenti provvedimenti tariffari adottati ef-ficacemente dai Comuni. L’eventuale diniego, che potrà pervenire anche dopo il periodo di applicazione del Pef, sarà necessariamente corredato da prescrizioni circa le modalità e i tempi per emendare le quantificazioni o gli altri elementi del Pef non condivisi dall’Autorità e riportare la gestione del Servizio su binari considerati coerenti con la regolazione.Di seguito si riporta l’elenco delle variabili stabilite dall’Etc: - b: fattore di sharing;

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- b(1+ω): fattore di sharing; - r: rateizzazione - fabbisogno standard €cent/kg; - costo medio settore €cent/kg, per Regioni a Statuto spe-ciale e le Province autonome di Trento e Bolzano;

- γ1: valutazione rispetto agli obiettivi di Rd%; - γ2: valutazione rispetto all’ efficacia dell’attività di prepa-razione per il riutilizzo e riciclo;

- γ3: valutazione rispetto alla soddisfazione degli utenti del servizio;

- Xa: Coefficiente di recupero di produttività; - QLa: Coeff. per il miglioramento previsto della qualità; - PGa: Coeff. per la valorizzazione di modifiche del peri-metro gestionale

- ΣTVa-1 = somma delle entrate tariffarie relative alle componenti di costo variabile anno a-1.

I compiti del ComuneIl Comune riceve il Pef validato e corredato da tutte le de-terminazioni di competenza dell’Etc e, entro il 30 aprile 2020, approva le tariffe da applicarsi agli utenti domestici e non domestici. Nei casi in cui l’Etc è un soggetto distinto dal Comune, il Pef non viene determinato dal Comune, se non attraverso i meccanismi partecipativi che caratterizzano il funziona-mento degli Ambiti territoriali.Ai fini della piena efficacia delle tariffe oggetto di Delibera-zione comunale, sono necessari 2 elementi: - l’approvazione della Deliberazione delle tariffe entro il 30

aprile; - la tempestiva trasmissione al Mef delle Deliberazioni re-

golamentari e tariffarie, in modalità telematica ed entro il 14 ottobre.

Ifel ricorda inoltre che il comma 15-ter del Dl. n. 34/2019, prevede che i versamenti che vengono a scadenza prima del 1° dicembre di ciascun anno debbano essere effet-tuati sulla base degli atti adottati per l’anno precedente, fatto salvo il successivo conguaglio. Quindi, il conguaglio relativo a differenze dell’ammontare del prelievo rispetto agli anni precedenti dovrà essere richiesto dopo il 1° di-cembre.I compiti di AreraVerifica della coerenza regolatoria degli atti, dei dati e della documentazione trasmessa, costituente il Piano economico-finanziario. In caso di esito positivo delle ve-rifiche sopra cennate, approva il fabbisogno tariffario, ma si riserva la possibilità di richiedere ulteriori informazioni ai gestori e agli Etc. Ad oggi - precisa Ifel - non sono note le tempistiche entro le quali l’Autorità procederà con questi adempimenti.Meccanismi di garanzia

L’art. 7 della Delibera n. 443/2019 prevede dei meccani-smi di garanzia a tutela, sia dell’Etc che del gestore, nel caso di inerzia della controparte. In caso di inerzia del gestore nella predisposizione del Pef, l’Etc ne dà comunicazione all’Autorità, informando conte-stualmente il gestore. L’Autorità, ricevuta la comunicazio-ne, provvede a diffidare il gestore e, in caso di perdurante inerzia, ad intimare l’adempimento agli obblighi regolatori. Analogamente, in caso di inerzia dell’Etc, il gestore ne dà comunicazione all’Autorità, informando contestualmente l’Ente medesimo.In entrambi i casi, l’Autorità si riserva comunque di proce-dere in senso sanzionatorio.Il Pef “grezzo”Di seguito si riporta l’elenco delle variabili necessarie alla definizione del Pef. - Crt: costi dell’attività di raccolta e trasporto dei rifiuti ur-bani indifferenziati;

- Cts: costi dell’attività di trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani;

- Ctr: costi dell’attività di trattamento e recupero dei rifiuti urbani;

- Crd: costi dell’attività di raccolta e trasporto delle frazioni differenziate;

- COIexpTv: Costi operativi incentivanti variabili; - Ar: proventi della vendita di materiale ed energia deri-vante da rifiuti;

- ARconai: ricavi derivanti dai corrispettivi riconosciuti dal Conai;

- RCtv: componente a conguaglio relativa ai costi varia-bili;

- Oneri relativi all’Iva e altre imposte; - Csl: costi dell’attività di spazzamento e di lavaggio; - Carc: costi per l’attività di gestione delle tariffe e dei rap-porti con gli utenti;

- Cgg: costi generali di gestione; - Ccd: costi relativi alla quota di crediti inesigibili; - Coal: altri costi; - Cc: costi comuni; - Amm: ammortamenti; - Acc: accantonamenti; - R: remunerazione del capitale investito netto; - Rlic: remunerazione delle immobilizzazioni in corso; - Ck: costi d’uso del capitale; - COIexpTf: costi operati incentivanti fissi; - RCtf: componente a conguaglio relativa ai costi fissi; - Rd%: percentuale di raccolta differenziata; - qa-2: quantità di rifiuti complessivamente prodotti all’an-no (a-2).

Il Pef deve comprendere almeno i seguenti elementi:

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▪ il Programma e il Piano finanziario degli investimenti ne-cessari per conseguire gli obiettivi del “Servizio integra-to di gestione dei Ru”;

▪ la specifica dei beni, delle strutture e dei servizi disponi-bili per l’effettuazione del “Servizio di gestione integrata dei Ru”, nonché il ricorso eventuale all’utilizzo di beni e strutture di terzi, o all’affidamento di servizi a terzi;

▪ le risorse finanziarie necessarie per effettuare il “Servizio di gestione integrata dei Ru” ovvero dei singoli servizi che lo compongono;

▪ una relazione nella quale sono indicati i seguenti ele-menti: - il modello gestionale e organizzativo, le eventuali va-

riazioni previste rispetto all’anno precedente e le re-lative motivazioni;

- i livelli di qualità del servizio, le eventuali variazioni previste rispetto all’anno precedente e le relative mo-tivazioni;

- la ricognizione degli impianti esistenti. Il Pef deve inoltre includere una Tabella, corredata dalla relazione di accompagnamento e dalla dichiarazione di veridicità, che riporta le voci dei costi di gestione e del capitale relativi al “Servizio integrato di gestione dei rifiuti”, valorizzati secondo i criteri illustrati nel presente Provve-dimento. In linea generale, il gestore dovrà commentare i dati inseriti nelle diverse Sezioni di compilazione della modulistica in formato excel di raccolta dati.Per quanto riguarda i dati del Ce con riferimento a ciascun anno a, le componenti di costo riportate nel Pef dovranno essere riconciliate con la somma dei costi effettivamente sostenuti dal gestore nell’anno a-2. Il totale delle poste contabili riportate nel Pef dovrà essere riconciliato con la somma delle poste contabili afferenti alle tipologie di attivi-tà di cui sopra, riportate nei bilanci del gestore.Infine, l’Autorità precisa che, per quanto riguarda la ren-dicontazione, il costo sarà attribuito a terzi (Comune/altro gestore) se non transita dal bilancio del gestore. Se esso invece transita come costo per servizio acquisito da terzi, deve essere comunque riportato tra i costi di competenza del gestore. In altre parole, secondo Ifel, i gestori dovran-no rendicontare i costi di propria competenza, tra i quali si intendono compresi anche quei servizi che sono stati acquistati da altri soggetti ovvero esternalizzati o subap-paltati. I criteri di rendicontazione appena esaminati si trovano in applicazione anche al Comune, nel caso di gestione in economia. Tuttavia, dal momento che il Comune è tenu-to principalmente ad una contabilità finanziaria, possono sorgere difficoltà interpretative sulle grandezze contabili a cui fare riferimento.

A tal riguardo, Ifel ha posto Arera un quesito specifico per sapere se è corretto fare riferimento agli impegni di spesa rilevati nel rendiconto di gestione dell’anno (a-2), ovvero se occorre fare riferimento ad altre grandezze contabi-li quali, ad esempio, i costi riportati nel conto economico dell’anno (a-2). In proposito, Arera ritiene che la rendi-contazione delle spese debba far riferimento alle spese impegnate, come rilevate dal rendiconto della gestione dell’anno (a-2).Il Pef “grezzo”: la classificazione dei costi riconosciuti per l’anno 2020I costi riconosciuti comprendono tutte le voci sostenute nell’esercizio (a-2), al netto dei costi attribuibili alle attività capitalizzate e delle poste rettificative relative alla som-matoria delle seguenti voci di costo operativo, riferite alle attività afferenti al ciclo integrato dei rifiuti. Tali costi devono essere riclassificati nelle componenti: ▪ costi operativi, di cui al Titolo III del “Mtr”, che compren-

dono costi operativi di gestione (𝐶𝐺𝑎) e costi comuni (𝐶𝐶𝑎);

▪ costi d’uso del capitale (𝐶𝐾𝑎), di cui al Titolo IV del “Mtr”, per quanto concerne le voci riferite agli accantonamenti (𝐴𝑐𝑐𝑎).

Ai costi effettivamente riconosciuti vanno inoltre sommate altre 2 componenti:

▪ quota dei proventi derivanti dalla vendita di materiali ed energia dai rifiuti (𝐴𝑅𝑎) e quota dei ricavi derivanti dai corrispettivi riconosciuti dal Conai (𝐴𝑅𝐶𝑂𝑁𝐴𝐼,𝑎); i fattori di riduzione dell’ammontare delle componenti di ricavo che operano in riduzione dei costi vengono denominati fattori di sharing (b);

▪ quota della componente a conguaglio relativa all’an-nualità a-2 (𝑅𝐶𝑇𝑉,𝑎). I fattori di riduzione che operano sull’ammontare della componente a conguaglio vengo-no denominati fattori di gradualità (γ e 𝑟).

Ifel precisa anche che tutte le componenti di costo e ricavo sono declinate per anno solare. Per l’anno 2020 sono ap-punto riferite alle fonti contabili obbligatore relative al 2018.L’Autorità fornisce inoltre il tasso di inflazione relativo all’anno a, nei mesi da luglio dell’anno (a-1) rispetto a giu-gno dell’anno successivo: per le annualità 2019 e 2020 è pari a 𝐼2019 = 0,90% e a 𝐼2020 =1,10%. Questo tasso, indica Ifel, è utilizzato per attualizzare i costi del 2018 al 2020. Per il 2020, pertanto, dovranno essere utilizzati i costi 2018 attualizzati con il tasso di inflazione indicato. L’articolazione generale dei costi ammissibili deve essere controbilanciata dalle entrate tariffarie di riferimento, e può essere così definita: Σ𝑇𝑎 = Costi Operativi + Costi d’uso del capitale – Quota

Proventi + Quota componente a conguaglio

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Precisa ancora Ifel che l’Autorità ha individuato 2 metodi attraverso i quali i gestori possono ottenere una margina-lità rispetto ai costi effettivi: a) condivisione dei benefici derivanti dai ricavi ottenibili

dalla valorizzazione dei rifiuti. Viene quindi introdotto il fattore di “sharing” b e il coefficiente di adattamento ω. La regolazione precedente (“Linee guida” Mef sulla Ta-res) poneva integralmente a favore degli utenti i benefi-ci della valorizzazione dei rifiuti, mentre l’impostazione dell’Arera punta a valorizzare anche i possibili vantaggi da incentivazione del gestore.

b) determinazione del tasso di remunerazione del capitale investito del Servizio, che tiene conto del criterio della media ponderata del tasso di rendimento del capitale proprio e del capitale di debito (Weighted Average Cost of Capital). Il Wacc in ciascun anno a = {2020,2021} è pari a 6,3%.

Il Pef “grezzo”: il Carc e gli accantonamenti su crediti Ccd ed AccI Costi operativi comuni sono dati dalla seguente formula:

𝐶𝐶𝑎 = 𝐶𝐴𝑅𝐶𝑎 + 𝐶𝐺𝐺𝑎 + 𝐶𝐶𝐷𝑎 + 𝐶𝑂𝐴𝐿𝑎La voce 𝐶𝐴𝑅𝐶𝑎 è data dai costi operativi per l’attività di gestione delle tariffe e dei rapporti con gli utenti, che com-prende le operazioni di: - accertamento, riscossione; - gestione dei rapporti con gli utenti; - gestione della banca-dati degli utenti e delle utenze, dei crediti e del contenzioso;

- promozione di campagne ambientali; - prevenzione della produzione di rifiuti urbani, inclusi da Arera, in ottemperanza dell’art. 9, della Direttiva Ce n. 2008/98.

Qualora la determinazione del 𝐶𝐴𝑅𝐶𝑎 sia di competenza del Comune: a. non sarà possibile riportare quanto inserito a suo tempo

nel Pef 2018, ma occorrerà provvedere alla sua rideter-minazione secondo la nuova metodologia;

b. Ifel ritiene che si possa fare riferimento alle spese im-pegnate, rilevate dal conto del bilancio dell’anno (a-2), oppure è possibile imputarsi alle specifiche voci di co-sto rilevate dal conto economico dell’anno (a-2), in caso di tenuta della contabilità analitica;

c. è possibile riportare una quota-parte dei costi comuni e dei costi indiretti, purché siano stati chiaramente espli-citati i criteri di riparto e di imputazione.

A parere di Ifel, un’accurata imputazione di tutti i costi di-retti ed indiretti riferibili alla gestione Tari può portare ad avere maggiori costi rispetto al passato, con conseguente maggior conguaglio. Diversamente, l’Ente potrebbe deci-dere di non modificare i criteri di imputazione a suo tempo

adottati, e in questo caso i maggiori costi nel frattempo rilevati saranno recuperati dal 2021.Il Pef “grezzo”: crediti non riscossi e crediti inesigibili in caso di Tari tributo e di tariffa corrispettivaLa voce Ccd (costi comuni) comprende, sulla base del “Mtr”, la quota di crediti inesigibili così determinati: - nel caso di Tari-tributo, secondo la normativa vigente; - nel caso di Tari-corrispettivo, si considerano i crediti per i quali l’Ente Locale/gestore abbia esaurito infruttuosa-mente tutte le azioni giudiziarie a sua disposizione per il recupero del credito o, alternativamente, nel caso sia stata avviata una procedura concorsuale nei confronti del soggetto debitore, per la parte non coperta da fondi svalutazione o rischi ovvero da garanzia assicurativa.

La componente Acc comprende gli accantonamenti relati-vi ai crediti di dubbia esigibilità, nello specifico:• Tari-tributo: non può superare il valore massimo pari

l’80% di quanto previsto dalle norme sul “Fcde” di cui al punto 3.3 dell’Allegato 4/2 al Dlgs. n. 118/2011;

• Tari-corrispettivo: non può eccedere il valore massimo previsto dalle norme fiscali.

Secondo Ifel, così come già in passato, è possibile quan-tificare 2 distinte voci, con diversa natura:

• perdite su crediti: voci di costo che derivano da crediti inesigibili, per i quali è stata già accertata l’impossibilità di riscossione (ad esempio avviso di accertamento an-nullato o soggetto privo di beni aggredibili);

• l’accantonamento per il rischio su crediti, riferito a crediti esigibili ma di dubbia esigibilità, per i quali viene costi-tuito un apposito Fondo, da iscrivere nello stato patri-moniale, attraverso quote annue di accantonamento. Sul punto, l’Autorità ha accolto le richieste avanzate da Ifel, riconoscendo la valorizzazione della componente a copertura degli accantonamenti relativi ai crediti non riscossi.

Pertanto, Ifel ritiene che, con riferimento ai crediti di dub-bia esigibilità nel caso di Tari-tributo, si debba riguardare il valore relativo all’anno a-2, cioè quello dell’anno 2018 desunto dal conto consuntivo riproporzionato alla soglia del 100%, così da non considerare le possibili diverse scelte fatte dai Comuni in relazione alle norme di gradua-le avvicinamento alla quota integrale di accantonamento al “Fcde”. Ciò implica lo scorporo dal totale degli importi che confluiscono nel “Fcde” della quota riferita alla Tari per considerare, all’interno di questa componente, solo la parte relativa ai crediti 2018, con l’esclusione dei residui attivi connessi ad accertamenti Tari riferiti ad esercizi fi-nanziari precedenti. In alternativa, Ifel ritiene comunque ammissibile valorizzare l’80% degli stanziamenti previsio-nali definitivamente assestati per l’anno 2018.

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Riguardo al trattamento crediti inesigibili o perdite su cre-diti, Ifel precisa che l’unico parametro di riferimento in re-gime di Tari-tributo è rappresentato dalle “Linee-guida” del Mef sulla Tares, secondo cui tale tipologia di crediti può essere inserita come costo se i crediti in questione sono rimasti non pagati dopo 6 mesi dalla notifica della cartella di pagamento o dell’ingiunzione fiscale.Il Pef “grezzo”: le componenti a conguaglio anno 2018Il calcolo dei conguagli sulla gestione, relativi alle annua-lità pregresse, è una delle novità più importanti introdotte dalla Delibera n. 443/2019 di Arera.In base all’art. 15 del “Mtr”, i costi efficienti di esercizio e di investimento riconosciuti per gli anni 2018 e 2019 per il “Servizio integrato di gestione dei Ru” sono determinati a partire da quelli effettivi rilevati nell’anno di riferimento, ovvero l’anno 2017, come risultanti da fonti contabili ob-bligatorie. Il conguaglio che va a sommarsi nei costi per la annualità 2020 è relativo al solo anno 2018. Nel calcolo della tariffa 2021 dovrà essere compreso il conguaglio relativo all’an-no 2019. I costi 2018 e 2019 non sono però quelli a consuntivo, ma i costi 2017 sono aggiornati attraverso dei coefficienti Istat il cui valore è definito dall’Autorità (per il 2018 è pari a 0,70%, per il 2019 a 0,90%). In linea generale, il congua-glio può essere di segno negativo o positivo a seconda che il gestore/i gestori abbia/abbiano incassato effettiva-mente nell’anno di riferimento più o meno di quanto previ-sto dal nuovo metodo per la medesima annualità.Di seguito si riporta la formula per il calcolo del congua-glio (Rc), che si suddivide in una parte fissa e in una parte variabile:

𝑅𝐶𝑇𝑣,𝑎= Σ𝑇𝑉𝑎−2𝑛𝑒𝑤−Σ𝑇𝑉𝑎−2𝑜𝑙𝑑 𝑅𝐶𝑇𝐹,𝑎= Σ𝑇𝐹𝑎−2𝑛𝑒𝑤−Σ𝑇𝐹𝑎−2

Andando a scomporre la formula per determinare i valori di Tv e Tf, otteniamo:

Σ𝑇𝑉𝑎−2𝑛𝑒𝑤= 𝐶𝑅𝑇𝑎−2𝑛𝑒𝑤+ 𝐶𝑇𝑆𝑎−2𝑛𝑒𝑤+ 𝐶𝑇𝑅𝑎−2𝑛𝑒𝑤+ 𝐶𝑅𝐷𝑎−2𝑛𝑒𝑤−𝑏(𝐴𝑅𝑎−2𝑛𝑒𝑤+ 𝐴𝑅𝐶𝑂𝑁𝐴𝐼,𝑎−2𝑛𝑒𝑤)

Σ𝑇𝐹𝑎−2𝑛𝑒𝑤= 𝐶𝑆𝐿𝑎−2𝑛𝑒𝑤+ 𝐶𝐶𝑎−2𝑛𝑒𝑤+ 𝐶𝐾𝑎−2𝑛𝑒𝑤

La determinazione della componente a conguaglio è di competenza dell’Etc.Il Pef “grezzo”: il Fattore di sharing per il calcolo del con-guaglio 𝒃̅A differenza del fattore di sharing b, il fattore 𝒃̅ non deriva da una scelta dell’Etc, ma da un mero calcolo. Un fattore 𝒃̅ = 1 significherà che tutti i ricavi dai rifiuti (ces-sioni materiali ed energia e Conai) concorrono a ridurre

l’ammontare dei costi riconosciuto al gestore con il nuo-vo metodo e quindi abbassano l’ammontare teoricamente dovuto al gestore come conguaglio. Di contro, un fattore 𝒃̅ = 0 significherà che nulla dei ricavi dai rifiuti concorre a ridurre l’ammontare dei costi riconosciuti al gestore con il nuovo Metodo, e quindi serve a ridurre una differenza con costi pregressi più elevati. Per il 2018 e 2019 è determinato come segue: - se i ricavi annui del gestore storicamente rilevati, esclu-se le entrate dai rifiuti o da energia, sono maggiori dei costi efficienti calcolati secondo il “Mtr” per lo stesso anno, e quindi il gestore ha incassato di più di quanto il “Mtr” consenta (conguaglio negativo), allora �̅�=0,3;

- se i ricavi del gestore storicamente rilevati, escluse le entrate dai rifiuti o da energia sono inferiori ai costi ef-ficienti calcolati secondo il “Mtr” per lo stesso anno, e quindi il gestore ha incassato di meno di quanto il “Mtr” consenta (conguaglio positivo), allora 𝒃̅ varia tra 0,3 ed 1, ovverosia gli incassi da vendita di materia o energia vengono utilizzati per minimizzare la differenza tra costo effettivo e costo ricalcolato:• se la differenza è maggiore dei ricavi da rifiuti, 𝑏̅ = 1; • la differenza dei ricavi è inferiore al 30% dei ricavi da

rifiuti allora 𝒃̅= 0,3 Sostanzialmente, secondo Ifel, lo sharing da ricavi da ma-teriali in questione ha una funzione di attenuazione degli effetti del conguaglio. Nel conguaglio dovuto per l’anno a-2 (il 2018 per il 2020), il costo standard riferito ai costi 2018 viene utilizzato per determinare il valore del conguaglio da dover computare a favore degli utenti o del gestore. In breve: - se il costo (a-2) è minore del costo standard, il recupe-

ro a favore dei cittadini va dal 10% al 50% della quota computata;

- se il costo (a-2) è maggiore del costo standard: il re-cupero a favore dei cittadini va dal 50% al 98% quota computata.

Il Pef “grezzo”: il costo standardIl costo standard, così come definito dal Sistema dei fab-bisogni standard degli Enti Locali, non è più il riferimento della Tariffa, ma continua ad essere l’unico riferimento di confronto esistente ad oggi e quindi può continuare ad essere utilizzato come benchmark per affidamenti e per valutazioni del costo di un affidamento. Il limite alla crescita annuale del gettito tariffarioAll’art. 4 del “Mtr”, l’Autorità impone che in ciascun anno 𝑎 = {2020, 2021} il totale delle entrate tariffarie di riferimento rispetti il seguente limite alla variazione annuale:

Σ𝑇𝑎/Σ𝑇𝑎−1≤(1+ 𝜌𝑎)𝜌𝑎 è il parametro per la determinazione del limite alla cre-

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scita delle tariffe, a sua volta determinato sulla base della seguente formula:

𝜌𝑎 = 𝑟𝑝𝑖𝑎 − 𝑋𝑎 + 𝑄𝐿𝑎 + 𝑃𝐺𝑎dove: ▪ 𝑟𝑝𝑖𝑎 è il tasso di inflazione programmata, pari a 1,7%; ▪ 𝑋𝑎 è il coefficiente di recupero di produttività determinato

dall’Etc nell’ambito dell’intervallo di valori compreso fra 0,1% e 0,5% (l’Etc ha ampia discrezionalità nel determi-nare tale parametro);

▪ 𝑄𝐿𝑎 è il coefficiente per il miglioramento previsto della qualità e delle caratteristiche delle prestazioni erogate agli utenti, con valori compresi tra 0 e 2%;

▪ 𝑃𝐺𝑎 è il coefficiente per la valorizzazione di modifiche del perimetro gestionale con riferimento ad aspetti tecnici e/o operativi, con valori compresi tra 0 e 3%.

Quindi, 𝜌𝑎% è il limite massimo percentuale consentito per la crescita delle entrate tariffarie da un anno all’altro.Per l’anno 2020, ai fini della verifica del limite alla crescita delle tariffe, si considerano le entrate tariffarie 𝑇2019 𝑜𝑙𝑑 ovvero le entrate tariffarie per l’anno 2019 determinate ai sensi della previgente regolazione.L’intervento regolatorio è indirizzato, a parere di Ifel, non solo a calmierare l’incremento possibile dei costi, ma an-che a collegarne la dinamica ad un miglioramento della qualità o delle prestazioni del Servizio.Lo schema predisposto dall’Autorità non considera però le ulteriori possibili cause di un incremento tariffario, non legate alla volontà del gestore o dell’Amministrazione (l’aumento dei costi di gestione dei rifiuti residui destinati a smaltimento o recupero energetico, o gli incrementi del costo di riciclo della frazione organica). In questo caso, per consentire di mantenere l’equilibrio economico, l’Au-torità fornisce una sorta di uscita di emergenza dai con-torni molto delicati, ovvero la gestione dell’istanza di cui al precedente paragrafo “Compiti dell’Ente territorialmente competente”.Il Fattore di sharing (b) e il coefficiente (௰)L’introduzione di queste 2 variabili rappresenta una novità rispetto al previgente sistema di regolazione.Il fattore di sharing incide infatti nel computo dell’ammon-tare delle entrate tariffarie relative alle componenti di costo variabile:Σ𝑇𝑉𝑎= 𝐶𝑅𝑇𝑎+ 𝐶𝑇𝑆𝑎+ 𝐶𝑇𝑅𝑎+ 𝐶𝑅𝐷𝑎+ 𝐶𝑂𝐼𝑇𝑉,𝑎𝑒𝑥𝑝−𝑏[(𝐴𝑅𝑎+

(1+ 𝜔𝑎)𝐴𝑅𝐶𝑂𝑁𝐴𝐼,𝑎]+ (1+ 𝛾𝑎)𝑅𝐶𝑇𝑉,𝑎𝑟Il fattore di sharing b e il coefficiente ௰ sono fattori molti-plicativi dei ricavi derivanti dai rifiuti che sono posti in ridu-zione dei costi che devono pareggiare le entrate tariffarie. b è stato inserito per incentivare i gestori a massimizzare i ricavi derivanti dalla valorizzazione energetica o dei mate-riali ceduti derivanti dalla raccolta. I fattori di sharing sono

determinati dall’Etc all’interno di range prestabiliti dall’Au-torità. La disposizione indica che l’Etc può decidere di detrarre dai costi una quota massima dei proventi dalla vendita di energia o di materiali (utilizzando coefficienti di sharing alti), ma deve giustificarlo nel Pef. Per tenere conto della diversa natura dei ricavi dalla ven-dita nel mercato rispetto ai corrispettivi del Conai è stato introdotto il fattore correttivo ω.In funzione delle scelte dei coefficienti si potrebbero deter-minare le seguenti situazioni: - b(𝐴𝑅𝑎) nel caso di vendita di materiali o energia a privati l’Ente può trattenere al gestore e detrarre dai costi da inserire nel Pef dal 30% al 60% del ricavo e quindi il ge-store potrà avere riconosciuto dal 40% al 70% del ricavo dal libero mercato;

- 𝑏(1 + ω𝑎) 𝐴𝑅𝐶𝑂𝑁𝐴𝐼,𝑎 nel caso di proventi derivanti dai corrispettivi riconosciuti dal Conai le trattenute dipendo-no dai due parametri ω𝑎 e b. Nel caso in cui vi siano performance molto elevate e quindi sia possibile porre ω𝑎=0,1, l’Ente può trattenere al gestore e detrarre dai costi da inserire nel PEF dal 33% (b=0,3) al 66% (b=0,6) del ricavo; quindi il gestore potrà avere riconosciuto dal 34% al 67% del ricavo derivante dal Conai. Nel caso in cui vi siano performance molto basse e quindi sia pos-sibile porre ω𝑎=0,4, l’Ente può trattenere al gestore e detrarre dai costi da inserire nel Pef dal 42% (b=0,3) all’84% (b=0,6) del ricavo quindi il gestore potrà avere riconosciuto dal 16% al 58% del ricavo.

A parere di Ifel, risulta evidente che, in caso di vendita a privati di materiali derivanti dai rifiuti, o sfruttando i mede-simi asset per erogare servizi diversi da quelli della gestio-ne dei Ru, il gestore massimizza i suoi ricavi con un mi-nimo garantito equivalente al 40% degli stessi, mentre in caso di cessione al Conai i suoi ricavi, oltre che alla scelta dell’Ente sul fattore b risentono dai risultati della raccolta differenziata o dall’efficacia delle attività di preparazione per il riutilizzo e il riciclo.Componente a conguaglio 2018-2019: fattore di graduali-tà (γ) e numero di rate (r)Il fattore di gradualità γ ha la funzione di mitigare l’effetto dei conguagli sull’ammontare dei costi previsti per l’anno a, riconoscendo al gestore una percentuale crescente nel caso di gestione con conguaglio positivo, ovvero in funzio-ne della maggiore efficienza nella gestione valutata con il coefficiente CUeffa-2. In caso di gestione con conguaglio negativo, viceversa, i gestori efficienti potranno “restituire” una quota inferiore in funzione della loro maggiore effi-cienza, sempre valutata con il parametro CUeffa-2.Il coefficiente 𝜸𝛂 è il risultato della somma di 3 compo-

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nenti:𝜸𝛂 = 𝜸𝟏𝛂 + 𝜸𝟐𝛂 + 𝜸𝟑𝛂

Nello specifico:▪ 𝜸𝟏𝛂 : è valorizzato tenendo conto della valutazione del

rispetto degli obiettivi di raccolta differenziata da rag-giungere;

▪ 𝜸𝟐𝜶: efficacia delle attività di preparazione per il riutilizzo e il riciclo;

▪ 𝜸𝟑𝜶: risultanze di indagini di soddisfazione degli utenti del servizio, svolte in modo indipendente, o con riferi-mento al grado di rispetto della Carta dei servizi.

Il costo unitario effettivo (𝐶𝑈𝑒𝑓𝑓𝑎−2) da considerare nell’ambito della gradualità è il seguente:

𝐶𝑈𝑒𝑓𝑓𝑎−2= (Σ𝑇𝑉𝑎−2𝑜𝑙𝑑 + Σ𝑇𝐹𝑎−2𝑜𝑙𝑑 )/𝑞𝑎−2

In ciascun anno 𝑎 = {2020, 2021}, il coefficiente di gradua-lità (1 + γ𝑎) è calcolato sulla base del confronto tra costo unitario effettivo (𝐶𝑈𝑒𝑓𝑓𝑎−2) e il benchmark di riferimento, che: - nel caso di Pef per singolo Comune, è rappresentato da:• fabbisogno standard; • costo medio di settore come risultante dall’ultimo

“Rapporto Ispra”; - nel caso di Pef pluricomunale o per Ambito, è dato da:• adattamento del fabbisogno standard, qualora valida-

to da un soggetto terzo; • costo medio di settore come risultante dall’ultimo

“Rapporto Ispra” negli altri casi.Il valore effettivo del conguaglio dovuto ogni anno sarà determinato in funzione del numero di rate (r) per il recu-pero della componente di conguaglio, che sarà discrezio-nalmente definito dall’Etc fino ad un massimo di 4 rate.I Costi operativi incentivantiArera ha previsto anche la possibilità di inserire nel Pef una componente di costo di natura previsionale, anch’es-sa suddivisa in oneri fissi e variabili.Le componenti 𝐂𝐎𝐈𝐓𝐕𝐞𝐱𝐩 e 𝐂𝐎𝐈𝐓𝐅,𝐞𝐱𝐩 , determinate se-condo i criteri di cui all’art. 8 del “Mtr”, sono relative al con-seguimento di target di miglioramento dei livelli di qualità e/o alle modifiche del perimetro gestionale.Tra gli oneri di natura previsionale di carattere variabile, secondo Ifel rientrano quelli associati al possibile incre-mento della raccolta differenziata, della percentuale di rici-clo/riutilizzo, della frequenza della raccolta, ovvero dell’e-ventuale passaggio da raccolta stradale a porta a porta. Tra gli oneri di natura fissa sono ricompresi invece l’even-tuale miglioramento delle prestazioni relative alle attività di spazzamento, lavaggio strade e marciapiedi, nonché l’introduzione di sistemi di tariffazione puntuale con rico-

noscimento dell’utenza.I costi operativi incentivanti sono definiti dall’Etc, che deve promuovere il miglioramento del Servizio prestato a costi efficienti.Inoltre, l’inserimento di tali costi non consente di per sé lo sforamento dei limiti alla crescita annuale delle entrate tariffarie prevista dall’Autorità, anche se potrebbe deter-minare il ricorso all’istanza di cui al comma 4.5 del “Mtr”.In caso di mancato conseguimento degli obiettivi sottesi alla quantificazione delle componenti di costo di natura previsionale 𝐂𝐎𝐈𝐓𝐕𝐞𝐱𝐩 e 𝐂𝐎𝐈𝐓𝐅,𝐞𝐱𝐩 , è previsto, per l’anno (a+2), un recupero solo se a vantaggio dell’utenza dell’e-ventuale scostamento tra la quantificazione delle menzio-nate componenti in ciascun anno 𝑎 = {2020, 2021} e gli oneri effettivamente sostenuti e rendicontati dal gestore nelle medesime annualità.Accorgimenti per l’armonizzazione dell’articolazione tarif-faria con il MtrNell’ultima parte della nota di approfondimento di che trat-tasi, Ifel si sofferma sull’analisi degli impatti che il nuovo “Mtr” potrebbe avere sull’articolazione tariffaria.La prima considerazione di Ifel è relativa alla modalità di copertura di alcuni costi che trovano ora diversa rappre-sentazione nel Pef rispetto ad approcci precedentemente adottati. Nello specifico: 1. disciplina applicabile alle Istituzioni scolastiche statali:

che i gestori inseriscano nel Pef tutti i costi ammissibili, compresi quelli sostenuti per i servizi rivolti alle Scuole. È compito del Comune, in sede di articolazione tarif-faria, tenere conto che le Istituzioni scolastiche statali non sono tenute a corrispondere ai Comuni la Tariffa del Servizio. I Comuni dovranno pertanto indicare tra le entrate il solo valore corrispondente al trasferimento proveniente dal Ministero dell’Istruzione, mentre nel Pef saranno rappresentati tutti i costi del Servizio. Quindi, non sarà più necessario seguire quanto stabilito dalle “Linee-guida” Mef sulla Tares, in base alle quali il costo relativo alla gestione dei rifiuti delle Istituzioni scolasti-che statali è sottratto - per un importo pari al contributo a carico del Miur - dal costo che deve essere coperto con il Tributo comunale sui rifiuti.

2. riduzioni/agevolazioni: queste fattispecie non sono sta-te esplicitamente da Arera, ma questo equivale a dire che non sono considerate come componenti del Pef, a differenza di quanto accadeva in passato.

Questa impostazione ha come conseguenza che le com-ponenti agevolative dovranno essere gestite direttamente come modulazione dei ricavi derivante dall’articolazione tariffaria: le poste relative ad agevolazioni e riduzioni do-

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vranno essere gestite alla conclusione dell’iter di appro-vazione dei Pef, nella fase dell’articolazione tariffaria da parte dei Comuni.In relazione a quest’ultima fattispecie, Ifel ricorda che le citate “Linee-guida” del Mef suggerivano, relativamente alle cosiddette “riduzioni tipiche” - ovverosia quelle previ-ste dall’art. 1, commi 649, 656, 657 e 659, della Legge n. 147/2013, riguardanti riduzioni da avvio a riciclo, mancata raccolta, zone non servite e unico occupante - di commi-surarle alla quantità dei rifiuti non prodotti e di assicurare l’integrale copertura dei costi attraverso il conteggio del minor gettito, suddiviso in quote fisse e variabili. Il minor gettito doveva dunque essere conteggiato rispetto ad un “teorico” gettito in assenza di riduzioni. L’ammontare to-tale dell’incidenza delle riduzioni, quindi, doveva essere inserito tra i costi del Pef e, allo stesso tempo, occorreva indicare nei ricavi non l’effettivo gettito effettivamente pre-sunto, ma stimare il gettito teorico in assenza delle mede-sime riduzioni.Arera non consente più di inserire tra i costi l’ammonta-re delle riduzioni; pertanto, occorrerà calcolare il gettito tariffario prevedendo le tariffe unitarie in modo che i rica-vi simulati in regime di applicazione delle riduzioni previ-ste pareggino il Pef determinato dall’Etc. In altre parole, le riduzioni previste dalla legge continueranno ad essere “finanziate” dal Pef stesso, ovvero dalla generalità degli utenti sulla base delle quantità imponibili registrate. Per quanto attiene le altre agevolazioni, diverse da quelle previste per legge, devono essere deliberate con Regola-mento di cui all’art. 52 del Dlgs. n. 446/1997 e iscritte nel bilancio comunale come autorizzazioni di spesa. Anche in questo caso, Arera non prevede che tra i costi possa-no essere inseriti quelli delle agevolazioni. Pertanto, sarà necessario calcolare il gettito reale previsto in presenza delle agevolazioni ed evidenziare nei ricavi una posta pari alla perdita di gettito prevista a causa delle agevolazioni stesse. Le novità nella ripartizione della parte fissa e parte varia-bileAnche in questo caso, si ravvisano alcune novità rispetto al Sistema previgente.Con il nuovo “Mtr” non possono essere imputati tra i Co-sti generali di gestione (Cgg) i costi relativi al personale impiegato in attività operative del ciclo integrato, che van-no inseriti integralmente tra i costi variabili. Fino ad ora il

costo del personale veniva computato tra i costi operativi Cgind (rifiuti indifferenziati) e Cgd (raccolta differenzia-ta) soltanto per una percentuale non superiore al 50%, mentre la parte restante andava inserita nei Cc, tra i Costi generali di gestione (Cgg). Adesso l’importo dovrà essere computato interamente.Ancora, nei servizi ad alta intensità di manodopera (la-bour-intensive), come ad esempio i Servizi di raccolta do-miciliare, questa previsione determina uno spostamento di costi dalla parte fissa a quella variabile, che può essere in parte controbilanciato dal maggior peso dei costi di capita-le associato ad una maggiore remunerazione del capitale investito. Ifel ritiene tuttavia che nella maggior parte delle gestioni l’adeguamento della Tv sarà molto significativo. Per rallentare la crescita della quota variabile, l’Autorità ha inserito un limite alla variazione della tariffa 𝑇𝑉𝑎 po-nendola al massimo al 20%. Invero, in ciascun anno 𝑎 = {2020,2021} è applicata la seguente condizione:

0,8 ≤ Σ 𝑇𝑉𝑎 / Σ 𝑇𝑉𝑎−1 ≤ 1,2L’eventuale quota eccedente rispetto a ± 20% sarà ricom-presa nei costi fissi. Ciò potrà comportare: • una modifica dell’articolazione tariffaria, con un poten-

ziale aumento della tariffa delle utenze domestiche con più componenti;

• una variazione delle tariffe per le utenze commerciali e non domestiche in genere, che si caratterizzano con maggior peso della Tv;

• una necessaria rivalutazione dei gettiti, con possibi-le modifica del regolamento comunale con la verifica dell’effetto degli sgravi sull’equilibrio generale della ta-riffa.

La tariffazione puntualeL’art. 17, comma 17.1, lett. b), del “Mtr”, prevede che, “qualora si sia verificato il passaggio a sistemi di tariffa-zione puntuale, ovvero lo stesso sia previsto a partire dal 2020, l’applicazione della metodologia assume rilievo uni-camente per la determinazione del valore massimo dei costi da riconoscere alla gestione”. Alla luce di tale previsione, Ifel ritiene che, fatta salva l’ap-plicazione del Metodo per il calcolo del corrispettivo com-plessivo del Pef, debbano ritenersi comunque obbligatorie le disposizioni relative alla determinazione della Tf e della Tv anche in relazione al calcolo dei conguagli.

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È stata pubblicata sul sito web istituzionale di Arera la De-liberazione n. 59/2020/R/Com, rubricata “Differimento dei termini previsti dalla regolazione per i servizi ambientali ed energetici e prime disposizioni in materia di qualità alla luce dell’emergenza da Covid-19”.Nella Deliberazione di che trattasi, tenuto conto dei recenti sviluppi dell’emergenza da “Covid-19”, l’Autorità dispone il differimento di alcuni termini per il “Servizio idrico integra-to”, per il “Servizio di teleriscaldamento”, e soprattutto per il “Servizio di gestione rifiuti”.Invero, all’art. 2 viene disposto il differimento dal 1° aprile al 1° luglio 2020 del termine a partire dal quale è neces-sario garantire all’utente gli elementi informativi minimi di cui all’art. 2, comma 2.2, della Deliberazione Arera n. 444/2019/Rif.Arera ha inoltre disposto il rinvio al 31 luglio 2020 del ter-mine, inizialmente fissato al 30 aprile 2020, entro il quale i gestori del “Servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, spaz-

È stata pubblicata sul sito web istituzionale di Arera la De-liberazione 17 marzo 2020, n. 75/2020/R/Com, rubricata “Disposizioni urgenti in materia di Servizi elettrico, gas, idrico e di gestione del ciclo integrato dei rifiuti, anche dif-ferenziati, urbani ed assimilati, per i Comuni di Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione d’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terra-nova dei Passerini, Vò”.A seguito del protrarsi dell’emergenza da “Covid-19”, l’Au-torità ha sancito, oltre alla sospensione del pagamento delle bollette relative alla fornitura di energia elettrica, del gas e del “Servizio idrico integrato”, anche la sospensione per il pagamento degli avvisi ordinari della Tari. La predet-ta sospensione opera fino al 30 aprile 2020 per i soli Co-muni di cui all’Allegato 1 al Dpcm 1° marzo 2020, ovvero i

“Covid-19”Arera rinvia alcuni termini sulla “trasparenza” ma mantiene fermo il termine di approvazione dei Pef e delle tariffe Tari

“Covid-19”sospensione dei termini per il saldo degli avvisi di pagamento Tari per i Comuni della prima “zona rossa”

zamento e lavaggio strade”, sono tenuti a trasmettere al soggetto che ha in carico l’attività di gestione delle tariffe le informazioni di cui all’art. 11, comma 11.1, della citata Deliberazione Arera n. 444/2019/Rif.Al momento rimaneva comunque inalterato il termine del 30 aprile per l’approvazione dei Pef e delle tariffe Tari, po-sto nella Deliberazione in commento Arera non disponeva alcunché, sebbene nella premessa della Deliberazione, l’Autorità segnalava alle Autorità competenti l’opportunità di rinviare il predetto termine al prossimo 30 giugno 2020, e al contempo si riservava di adottare ulteriori misure di rinvio sulla base degli sviluppi dell’emergenza “Covid-19”. Poi, con il successivo intervento governativo (art. 107, comma 4, del Dl. n. 18/2020, vedi commento in questo numero della Rivista), è stata disposta ex lege la proroga “modulare” al 30 giugno 2020 oppure al 31 dicembre 2020 (è stata introdotta un’opzione, in capo al Comune, sulla base della quale può procedere all’approvazione del Pia-

Comuni della “ex zona rossa”.Sino al predetto termine di sospensione, e comunque an-che per tutti gli avvisi di pagamento scaduti prima dell’en-trata in vigore del Dl. n. 9/2020, ovverosia prima del 10 marzo 2020, gli Enti devono astenersi da ogni azione volta al recupero degli importi insoluti, ma possono procedere all’emissione di provvedimenti di rateazione, senza appli-cazione di interessi a carico dei contribuenti, previo invio di apposita informativa.In ogni caso, i contribuenti possono comunque provvede-re al versamento di quanto dovuto anche in un’unica so-luzione senza necessariamente ricorrere alla dilazione. In tal caso, Arera richiede la produzione di apposita richiesta scritta.

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no finanziario Tari 2020, entro il 30 giugno 2020 se intende approvare le tariffe entro la stessa data ai sensi dell’art. 1, comma 683, della Legge n. 147/2013 (“Legge di bilancio

2014”), ovvero entro il 31 dicembre 2020, se intende pro-rogare per l’anno 2020 le tariffe dell’anno 2019 con suc-cessivo conguaglio sugli anni successivi.

Il Ministero per la P.A. – Dipartimento della Funzione pub-blica, ha emanato, in data 2 marzo 2020, la Circolare n. 1/2020, in corso di registrazione, concernente “Misure in-centivanti per il ricorso a modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa”.La Circolare fornisce alcuni chiarimenti sulle modalità di implementazione delle misure normative e sugli strumen-ti, anche informatici, a cui le P.A. possono ricorrere per incentivare il ricorso a modalità più adeguate e flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa.In tale direzione spinge, in modo repentino, la stessa emergenza “Coronavirus”, che di fatto archivia la lunga fase sperimentale dello smart working, come espressa-mente indicato dalla Funzione pubblica nella Circolare in commento, che appunto indica come “superato il regime sperimentale” con conseguente entrata “a regime” l’obbli-go per gli Enti pubblici “di adottare misure organizzative” per permettere ai dipendenti di effettuare davvero il “lavo-ro agile”.In proposito, a fronte del quadro normativo delineato ne-gli ultimi anni anche con riferimento al Settore pubblico (art. 14 della Legge n. 124/2015; art. 18 della Legge n. 81/2017; Direttiva Fp n. 3/17), il recente Dpcm. 1° marzo 2020, concernente ulteriori disposizioni attuative del Dl. 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologi-ca da “Covid-19”, all’art. 4, comma 1, lett. a), ha introdot-to ulteriori misure di incentivazione del “lavoro agile”, e il successivo Dl. 2 marzo 2020, n. 9, allo scopo di agevola-re l’applicazione del “lavoro agile” quale ulteriore misura per contrastare e contenere l’imprevedibile emergenza epidemiologica, ha previsto misure normative volte a ga-rantire, mediante Consip Spa, l’acquisizione delle dota-zioni informatiche necessarie alle P.A. per poter adottare le misure di “lavoro agile” per il proprio personale.Tra le misure e gli strumenti, anche informatici, a cui le

“Coronavirus”la Circolare della Funzione pubblica sullo smart working

P.A., nell’esercizio dei poteri datoriali e della propria au-tonomia organizzativa, possono ricorrere per incentivare l’utilizzo di modalità flessibili di svolgimento a distanza della prestazione lavorativa, la Circolare evidenzia l’im-portanza: - del ricorso, in via prioritaria, al “lavoro agile” come for-ma più evoluta anche di flessibilità di svolgimento della prestazione lavorativa, in un’ottica di progressivo supe-ramento del telelavoro;

- dell’utilizzo di soluzioni “cloud” per agevolare l’accesso condiviso a dati, informazioni e documenti;

- del ricorso a strumenti per la partecipazione da remoto a riunioni e incontri di lavoro (sistemi di videoconferenza e call conference);

- del ricorso alle modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa anche nei casi in cui il dipenden-te si renda disponibile ad utilizzare propri dispositivi, a fronte dell’indisponibilità o insufficienza di dotazione informatica da parte dell’Amministrazione, garantendo adeguati livelli di sicurezza e protezione della rete se-condo le esigenze e le modalità definite dalle singole Pubbliche Amministrazioni;

- dell’attivazione di un sistema bilanciato di reportistica interna ai fini dell’ottimizzazione della produttività anche in un’ottica di progressiva integrazione con il sistema di misurazione e valutazione della performance.

La Circolare, nell’ottica di accelerare tale modalità lavora-tiva, invita le Amministrazioni a comunicare a mezzo Pec, al Dipartimento della Funzione pubblica – indirizzo: [email protected] - le misure adottate entro il termine di 6 mesi.Il monitoraggio da parte del Dipartimento è finalizzato a verificare gli effetti delle misure normative, anche al fine di eventuali interventi integrativi o modificativi sulla disciplina di riferimento e sulla citata Direttiva n. 3/2017.

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Il Ministero per la P.A. ha emanato la Direttiva n. 2/2020, avente ad oggetto “Indicazioni in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da ‘Covid-19’ nelle Pubbliche Amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, del Dlgs. n. 165/2001”.Il Documento, registrato presso la Corte dei conti in data 12 marzo 2012, che interviene a sostituire la precedente Direttiva n. 1/2020 che aveva dato le prime indicazione al fine di rafforzare le modalità lavorative a distanza tramite “smart working”, ha previsto misure più stringenti, in rela-zione all’emergenza “Covid-19”, sulle regole organizzative e di condotta indirizzate alle P.A., anche alla luce degli ultimi Dpcm. emanati dal Governo.Il Ministero invita le Amministrazioni destinatarie della Di-rettiva ad assicurare il rispetto delle indicazioni in essa contenute anche da parte delle Società a controllo pub-blico e degli Enti vigilati.Al fine di tutelare la salute di cittadini e dipendenti, con-temperando questa esigenza primaria con la necessità di erogare i servizi indifferibili, vengono indicate nel do-cumento le linee di comportamento che gli Enti devono seguire.Svolgimento dell’attività amministrativaLe misure adottate per l’intero territorio nazionale sono, fra l’altro, finalizzate a ridurre la presenza dei dipendenti pubblici negli uffici e ad evitare il loro spostamento; tutta-via non pregiudicano lo svolgimento dell’attività ammini-strativa da parte degli uffici pubblici.Le P.A., nell’ambito delle proprie competenze istituziona-li, svolgono le attività strettamente funzionali alla gestio-ne dell’emergenza e le attività indifferibili con riferimento sia all’utenza interna (a titolo esemplificativo: pagamento stipendi, attività logistiche necessarie per l’apertura e la funzionalità dei locali) sia all’utenza esterna.A tal fine, limitano la presenza del personale negli uffici ai soli casi in cui la presenza fisica sia indispensabile per lo svolgimento delle predette attività, adottando forme di rotazione dei dipendenti per garantire un contingente mi-nimo di personale da porre a presidio di ciascun Ufficio, assicurando prioritariamente la presenza del personale con qualifica dirigenziale in funzione del proprio ruolo di coordinamento.Ferma restando la necessità di ridurre la presenza dei dipendenti pubblici negli Uffici e di evitare il loro sposta-mento, per le attività che, per la loro natura, non possono

“Covid-19”la Direttiva del Ministero P.A. concernente le misure di prevenzione da adottare da parte degli Uffici pubblici

essere oggetto di lavoro agile, le P.A., nell’esercizio dei propri poteri datoriali, adottano strumenti alternativi quali, a titolo di esempio, la rotazione del personale, la fruizione degli istituti di congedo, della banca ore o istituti analoghi, nonché delle ferie pregresse nel rispetto della disciplina definita dalla contrattazione collettiva nazionale di lavoro.Le Amministrazioni limitano gli spostamenti del persona-le con incarichi ad interim o a scavalco relativi ad uffici collocati in sedi territoriali differenti, individuando un’uni-ca sede per lo svolgimento delle attività di competenza del medesimo personale.Modalità di svolgimento della prestazione lavorativaIn considerazione delle misure in materia di lavoro agile previste dai provvedimenti adottati in materia di conteni-mento e gestione dell’emergenza epidemiologica da “Co-vid-19”, le P.A., anche al fine di contemperare l’interesse alla salute pubblica con quello alla continuità dell’azione amministrativa, nell’esercizio dei poteri datoriali assicura-no il ricorso al “lavoro agile” come modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa, fermo re-stando quanto previsto dall’art. 1, comma 1, lett. e), del Dpcm. 8 marzo 2020.Come ricordato nella Circolare n. 1/2020, per effetto delle modifiche apportate al richiamato art. 14 della Legge n. 124/2015 dal recente Decreto-legge 2 marzo 2020, n. 9, recante “Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavo-ratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19”, è superato il regime sperimentale dell’ob-bligo per le amministrazioni di adottare misure organiz-zative per il ricorso a nuove modalità spazio-temporali di svolgimento della prestazione lavorativa con la conse-guenza che la misura opera a regime.A tal fine, a fronte della situazione emergenziale, è ne-cessario un ripensamento da parte delle P.A. in merito alle attività che possono essere oggetto di lavoro agile, con l’obiettivo prioritario di includere anche attività origi-nariamente escluse, con riferimento al personale com-plessivamente inteso, senza distinzione di categoria di inquadramento e di tipologia di rapporto di lavoro.Sul punto, come già chiarito nella citata Circolare n. 1/2020, si ricorda la possibilità di ricorrere alle modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa an-che nei casi in cui, a fronte dell’indisponibilità o insuf-ficienza di dotazione informatica da parte dell’Ammini-strazione, il dipendente si renda disponibile ad utilizzare

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propri dispositivi, garantendo in ogni caso adeguati livelli di sicurezza e protezione della rete secondo le esigenze e le modalità definite dalle singole P.A.Eventi aggregativi di qualsiasi natura Nel rispetto di quanto previsto dai provvedimenti e delle relative misure di protezione adottate in attuazione del Dl. n. 6/2000, le P.A., nell’ambito delle attività indifferibili, svolgono ogni forma di riunione con modalità telemati-che o tali da assicurare, nei casi residuali, un adegua-to distanziamento come misura precauzionale, al fine di evitare lo spostamento delle persone fisiche e comunque forme di assembramento.Le Amministrazioni che forniscono servizi di mensa, in linea con quanto previsto dal Dpcm. 11 marzo 2020, o che mettono a disposizione dei lavoratori spazi comuni, devono garantire il rispetto della distanza di sicurezza in-terpersonale (c.d. distanza droplet) e comunque adottare apposite misure di turnazione tali da evitare l’assembra-mento di persone.MissioniFino alla data di cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da “Covid-19” non saranno effettuati, in Italia o all’estero, nuovi viaggi di servizio o missioni, in-dividuando alternativamente modalità di partecipazione mediante l’utilizzo di mezzi telematici o telefonici.Per il personale in servizio all’estero, i viaggi di servizio che non comportino ingresso nel territorio italiano posso-no essere effettuati, compatibilmente con le disposizioni delle autorità sanitarie dei Paesi interessati.Procedure concorsualiPer effetto dell’art. 1, comma 1, del Dpcm. 9 marzo 2020, su tutto il territorio nazionale fino al 3 aprile 2020, sono sospese le procedure concorsuali per l’accesso al pub-blico impiego. Sono escluse dal regime di sospensione:- le procedure in cui la valutazione dei candidati sia effet-

tuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in moda-

lità telematica; - i concorsi per il personale sanitario, ivi compresi gli esami

di Stato e di abilitazione all’esercizio della professione di Medico chirurgo, e quelli per il personale della Prote-zione civile, i quali devono svolgersi preferibilmente con modalità a distanza o, in caso contrario, garantendo la distanza di sicurezza interpersonale di cui all’Allegato 1, lett. d), del Dpcm. 8 marzo 2020.

Ulteriori misure di prevenzione e informazioneLe attività di ricevimento del pubblico o di erogazione di-retta dei servizi al pubblico, fermo restando quanto pre-visto per le attività indifferibili, sono prioritariamente ga-rantite con modalità telematica o comunque con modalità tali da escludere o limitare la presenza fisica negli Uffici (ad es. appuntamento telefonico o assistenza virtuale).Le P.A. rendono disponibili nei propri locali, anche non aperti al pubblico, strumenti di facile utilizzo per l’igiene e la pulizia, nonché, qualora l’Autorità sanitaria lo prescri-va, guanti e mascherine per specifiche attività lavorative. Inoltre, le P.A. sono tenute ad esporre presso i propri Uffi-ci e a pubblicare sui propri siti istituzionali le informazioni di prevenzione rese note dalle Autorità competenti.Le P.A. continuano a sensibilizzare i dipendenti che do-vessero presentare sintomi, anche lievi, che possono essere indicativi di eventuale infezione, ad evitare di ac-cedere direttamente alle strutture di Pronto Soccorso del Ssn. rivolgendosi invece telefonicamente al proprio Medi-co curante o al numero nazionale di emergenza 112 o al numero verde 1500 del Ministero della Salute.MonitoraggioLe Amministrazioni comunicano tempestivamente al Di-partimento della Funzione pubblica a mezzo Pec al se-guente indirizzo [email protected], le misure poste in essere in attuazione della presente Diret-tiva, con particolare riferimento alle modalità organizzati-ve adottate per il ricorso al “lavoro agile”.

È stata pubblicata il 12 marzo 2020 la Delibera Anac n. 213 del 4 marzo 2020, con cui l’Autorità fornisce indicazio-ni in merito all’attestazione sull’assolvimento degli obblighi di pubblicazione prevista dall’art. 14, comma 4, lett. g), del Dlgs. n. 150/2009.

Attestazione “Trasparenza 2020”pubblicata la consueta Delibera Anac e prorogati i termini per i relativi adempimenti

La Delibera in commento individua specifiche categorie di dati di cui gli Organismi indipendenti di valutazione (Oiv) o gli Organismi con funzioni analoghe (come, ad esempio, i Nuclei di valutazione) sono tenuti ad attestare la pubblica-zione al 31 marzo 2020. L’attestazione va pubblicata nella

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Sezione “Amministrazione trasparente” o “Società traspa-rente” entro il 30 aprile 2020. Peraltro, tenuto conto delle recenti disposizioni in mate-ria di emergenza sanitaria e di quanto previsto nel Dpcm. 11 marzo 2020, i termini indicati sono stati prorogati, con successivo Comunicato del Presidente Anac sempre del 12 marzo 2020, rispettivamente, al 30 giugno 2020 ed al 31 luglio 2020.La novità sostanziale di quest’anno consiste nel fatto che il Documento dovrà altresì contenere una attestazione ri-guardo all’assenza di filtri e/o altre soluzioni tecniche atte ad impedire ai motori di ricerca web di indicizzare ed effet-tuare ricerche all’interno della Sezione “Amministrazione trasparente” o “Società trasparente”, salvo le ipotesi con-sentite dalla normativa vigente, trattandosi di adempimen-to (artt. 7 e 9 del Dlgs. n. 33/2013) strettamente connesso alla realizzazione della piena trasparenza amministrativa e alla effettiva disponibilità e riutilizzabilità dei dati pubbli-cati.I soggetti tenuti all’applicazione dell’attestazione sono:a. le Pubbliche Amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2,

del Dlgs. n. 165/2001, comprese le Autorità portuali, le Autorità amministrative indipendenti di garanzia, vigi-lanza e regolazione e gli Ordini professionali. Per tali soggetti gli Oiv o altri Organismi con funzioni analoghe sono tenuti a compilare gli Allegati “1.1”, “2.1” e “3”;

b. gli Enti pubblici non economici; le Società in controllo pubblico (con esclusione di quelle quotate); le Associa-zioni, Fondazioni e gli Enti di diritto privato comunque denominati, anche privi di personalità giuridica, con bi-lancio superiore a Euro 500.000, la cui attività sia fi-nanziata in modo maggioritario per almeno 2 esercizi finanziari consecutivi nell’ultimo triennio da Pubbliche Amministrazioni e in cui la totalità dei titolari o dei com-ponenti dell’Organo d’amministrazione o di indirizzo sia designata da Pubbliche Amministrazioni. Per tali sog-getti, gli Oiv o altri Organismi con funzioni analoghe sono tenuti a compilare gli Allegati “1.2”, “2.2” e “3”;

c. le Società a partecipazione pubblica non di controllo di cui all’art. 2-bis, comma 3, primo periodo, del Dlgs. n. 33/2013. Per tali soggetti, gli Oiv o altri Organismi con funzioni analoghe sono tenuti a compilare gli Allegati “1.3”, “2.3” e “3”;

d. le Associazioni, Fondazioni e gli altri Enti di diritto pri-vato di cui all’art. 2-bis, comma 3, secondo periodo del Dlgs. n. 33/2013 che hanno un bilancio superiore ai Euro 500.000 e che svolgono funzioni amministrative, erogano servizi pubblici, svolgono attività di produzione di beni e servizi a favore di Pubbliche Amministrazioni.

Per tali soggetti, gli Oiv o altri Organismi con funzioni analoghe sono tenuti a compilare gli Allegati “1.4”, “2.4” e “3”.

Nel caso in cui l’Ente sia privo di Oiv o di altro soggetto con funzioni analoghe, l’attestazione e la compilazione della griglia di rilevazione è effettuata dal “Rpct” (nel caso delle Società a partecipazione pubblica non di controllo dal rappresentante legale; nelle Associazioni, Fondazio-ni ed Enti di diritto privato dal rappresentante legale o dall’Organo di controllo, ove previsto), specificando che nell’Ente è assente l’Oiv o altro Organismo con funzioni analoghe e motivandone le ragioni.Gli Oiv o gli altri Organismi o soggetti con funzioni analo-ghe, nello svolgimento delle loro verifiche, devono attribu-ire un valore, per ciascun obbligo oggetto di attestazione, in tutti i campi della griglia di rilevazione, secondo la me-todologia descritta nell’Allegato “4” alla Delibera in com-mento “Criteri di compilazione della Griglia di rilevazione”, avendo cura di inserire il valore “n/a” (non applicabile) solo nei casi in cui i dati non ricorrano strutturalmente presso le Amministrazioni/Enti considerati.Non sono ammessi campi vuoti, con la conseguenza che eventuali campi non compilati saranno ritenuti equiparati al valore “0”.Nell’Allegato “5” alla Delibera in esame vengono infine fornite indicazioni sul concetto di “completezza” del dato da pubblicare, nonché sull’aggiornamento e sul formato richiesto per la pubblicazione.L’Autorità vigila sull’esatto adempimento degli obblighi di pubblicazione effettuando verifiche, d’ufficio o su segna-lazione, sui siti web istituzionali delle Amministrazioni, de-gli Enti e delle Società tenuti all’applicazione del Dlgs. n. 33/2013. All’attività di vigilanza, d’ufficio o su segnalazio-ne, può seguire un controllo documentale da parte della Guardia di Finanza diretto a riscontrare l’esattezza e l’ac-curatezza dei dati attestati dagli Oiv, o dagli altri Organismi con funzioni analoghe.Da segnalare infine che le attestazioni degli Oiv o degli altri Organismi o soggetti con funzioni analoghe, com-plete della griglia di rilevazione e della scheda di sintesi, non devono essere trasmesse all’Anac ma devono esse-re pubblicate nella Sezione “Amministrazione trasparen-te” o “Società trasparente”, Sotto-sezione di primo livello “Controlli e rilievi sull’amministrazione”, Sotto-sezione di secondo livello “Organismi indipendenti di valutazione, nuclei di valutazione o altri organismi con funzioni ana-loghe”, “Attestazione dell’Oiv o di altra struttura analoga nell’assolvimento degli obblighi di pubblicazione”.

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Divieto di accesso a parchi e giardini pubblici, impossibili-tà di spostarsi nelle proprie case-vacanza nel fine settima-na e chiusura di nuove categorie di esercizi commerciali. A dettare queste misure finalizzate a ridurre ulteriormente le occasioni di contagio e cercare quindi di contenere la diffusione del virus “Covid-19”, è stata l’Ordinanza varata il

Con l’intervento in videoconferenza sul proprio Profilo fa-cebook nella serata del 21 marzo 2020, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ha annunciato la decisione del Governo di sospendere il Settore produttivo nazionale per le attività che non garantiscono la prosecu-zione dei servizi essenziali alla Nazione. Il nuovo Provve-dimento, emanato poi nella serata di domenica 22 marzo 2020, ha effetto dal giorno successivo (lunedì 23 marzo 2020).Questa nuova stretta per arginare l’emergenza Covid-19 sancisce dunque la sospensione di tutte le attività indu-striali e commerciali sul suolo nazionale, tranne quelle ri-portate nell’Allegato n. 1 al Dpcm. 22 marzo 2020. Resta-no così in funzione, oltre i Settori dell’energia, dei trasporti pubblici e del trasporto merci, della produzione alimentare e dei dispositivi clinici per fronteggiare questa emergenza, complessivamente 80 attività riportate con i codici speci-fici.L’art. 1 del citato Dpcm. non sospende le attività professio-nali e quelle della P.A., per questa rimandando al disposto dell’art. 87 del Dl. n. 18/2020 (Decreto “Cura Italia”, com-mentato a seguire nel Notiziario della presente Rivista). Tra l’altro, per le attività commerciali sempre l’art. 1 riman-da all’Ordinanza del Ministro della Salute 20 marzo 2020 ed al Dpcm. 11 marzo 2020.In realtà, la citata sospensione non opera per quelle Im-prese che stiano operando in regime di “lavoro agile” o in modalità “a distanza”, e rimangono consentite anche

“Covid-19”il Ministero della Salute chiude parchi e giardini pubblici e fissa ulteriori restrizioni per passeggiate e corse all’aperto

“Covid-19”il Governo dispone con ulteriore Dpcm. la chiusura del Comparto produttivo nazionale non essenziale

20 marzo 2020 dal Ministero della Salute, di concerto con il Ministero dell’Interno. Il Provvedimento, composto da 2 articoli, è in vigore dal 21 marzo 2020 e sarà efficace fino al 25 marzo 2020, in linea con il Dpcm. 11 marzo 2020 che aveva imposto la chiusura di tutte le attività di ristorazione e dei negozi che

le attività che siano giudicate strumentali e funzionali ad assicurare la continuità delle filiere delle attività indicate all’Allegato n. 1, a condizione che l’Impresa comunichi preventivamente al Prefetto territorialmente competente la richiesta di continuare ad operare (il Prefetto può accet-tare o decidere di sospendere comunque l’attività).Tra le attività ancora consentite la lett. e) dell’art. 1, com-ma 1, del Dpcm. 22 marzo 2020, cita anche i “servizi di pubblica utilità” ed i “servizi essenziali” di cui alla Legge n. 146/1990.Permessa la continuità anche per le attività degli impianti a ciclo continuo (previa comunicazione preventiva al Pre-fetto della Provincia competente), le attività dell’industria aerospaziale e della difesa (nonché tutte le altre attività di rilevanza strategica nazionale (sempre previa comunica-zione di cui sopra), la produzione/trasporto/commercializ-zazione/consegna di farmaci ed attività ad essa funzionali.Per inciso, le Imprese con attività sospese hanno tempo per completare le attività propedeutiche fino al prossimo 25 marzo 2020, mentre le Imprese che vanno in continuità devono rispettare i contenuti del Protocollo Governo-Parti sociale 14 marzo 2020.In ultimo, la lett. b) del comma 1 dell’art. 1 del Dpcm. 22 marzo 2020 in commento conferma il divieto di trasferi-mento o spostamento delle persone in altro Comune, con mezzi privati e pubblici, ad eccezione delle 3 ormai chiare fattispecie (comprovate esigenze lavorative, assoluta ur-genza, motivi di salute).

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non vendano beni prima necessità. In realtà, l’annunciato Dpcm. 22 marzo 2020 (vedi commento inserito in questo stesso Notiziario) ne ha allungato i termini di vigenza, sino alla data del 3 aprile 2020, così come per le disposizioni contenute nel già citato Dpcm. 11 marzo 2020.L’ulteriore “stretta” sulle attività all’aperto, imposta dal Di-castero guidato da Roberto Speranza, estende a tutto il territorio nazionale misure che di fatto erano già state in-trodotte – a mezzo Ordinanza - da numerosi Comuni o Regioni.Nello specifico, si tenta di rispondere all’emergenza epi-demiologica in atto, inibendo l’accesso a parchi, ville, aree gioco e giardini pubblici e vietando di svolgere “attività ludica e ricreativa all’aperto”. A questo proposito, viene specificato che resta ferma la possibilità di svolgere at-tività motoria, a condizione che si resti vicino alla propria abitazione e che sia sempre mantenuta la distanza inter-personale di almeno un metro. In merito a bar ed esercizi commerciali che somministrino alimenti e bevande, è stata disposta la chiusura di tutti

quelli che si trovino dentro stazioni e aree di servizio e rifornimento carburante. Fanno eccezione soltanto quel-li situati lungo le autostrade - che non potranno però far consumare i prodotti all’interno dei propri locali (via libera, dunque, solo all’asporto) - e quelli all’interno di ospedali e aeroporti.Chiude il cerchio il divieto di spostarsi nelle proprie secon-de case nei giorni festivi e prefestivi, nonché in quelli che immediatamente precedono o seguono tali giorni.In questa sede ricordiamo anche che il Presidente Conte, nella tarda serata di sabato 21 marzo, tramite diretta face-book ha comunicato l’imminente pubblicazione di un nuo-vo Dpcm., con decorrenza 22 marzo 2020 (poi in concreto diventata 23 marzo 2020) e fino al 3 aprile 2020, la chiusu-ra di tutte le attività produttive non cruciali, lasciando aper-ti supermercati, alimentari, farmacie e parafarmacie, con garanzia di continuità per tutti i servizi essenziali. Il nuovo annunciato intervento si è concretizzato solo nella serata di domenica 22 marzo 2020, del quale abbiamo dato con-to in questo numero della Rivista in altra apposita Notizia.

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GLI APPROFONDIMENTIPrime considerazioni sull’Ordinanza della Corte di Giustizia dell’Unione Europa 6 febbraio 2020

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con Ordinanza 6 febbraio 2020, si è pronunciata sulle 3 questioni pregiu-diziali sollevate dal Consiglio di Stato poco più di un anno fa, rispetto alla compatibilità del vigente art. 192 del “Co-dice dei contratti” con l’ordinanmento comunitario, ovvero sull’interpretazione dell’art. 12, paragrafo 3, della Direttiva 2014/24/UE del Parlamento europeo e del Consiglio 26 febbraio 2014, sugli appalti pubblici, e che abroga la Di-rettiva 2004/18/CE.Nel gennaio 2019 sono state depositate 3 Ordinanze del Consiglio di Stato dinanzi al quale si discuteva gli appelli delle Sentenze di primo grado, rese dal Tar Abruzzo, che aveva rigettato i relativi ricorsi promossi da un operatore economico, il quale aveva impugnato le Delibere di affi-damento diretto alla Società Ecolan Spa del “Servizio di smaltimento rifiuti” effettuato da alcune nei 52 Comuni partecipanti alla compagine societaria.La Rieco – quale operatore economico operante sul libero mercato e ricorrente - ha sostenuto che l’affidamento di-retto dell’appalto relativo al “Servizio di igiene urbana” alla Ecolan violava le condizioni di affidamento “in house” o in regime di “controllo analogo congiunto”.Con Ordinanza di rinvio n. 138/2019, il Giudice ammini-strativo dell’appello ha ritenuto di sottoporre alla curia eu-ropea 2 quesiti: - il primo: “se il diritto dell’Unione europea (e segnata-mente il Principio di libera amministrazione delle Auto-rità pubbliche e i Principio di sostanziale equivalenza fra le diverse modalità di affidamento e di gestione dei servizi di interesse delle Amministrazioni pubbliche) osti a una normativa nazionale (come quella dell’art. 192, comma 2, del ‘Codice dei Contratti pubblici’, Decreto le-gislativo n. 50 del 2016) il quale colloca gli affidamenti ‘in house’ su un piano subordinato ed eccezionale rispetto agli affidamenti tramite gara di appalto: i) consentendo

del Dott. Ulderico Izzo - Dirigente amministrativo Ssn.-Area Gef., Revisore legale, Revisore negli Enti Locali e Componente Oiv Enti Locali

tali affidamenti soltanto in caso di dimostrato fallimento del mercato rilevante, nonché ii) imponendo comunque all’amministrazione che intenda operare un affidamen-to in regìme di delegazione interorganica di fornire una specifica motivazione circa i benefìci per la collettività connessi a tale forma di affidamento”;

- il secondo: “se il diritto dell’Unione europea (e in parti-colare l’art. 12, paragrafo 3 della Direttiva 2014/24/UE in tema di affidamenti in house in regìme di ‘controllo analogo congiunto’ fra più Amministrazioni) osti a una disciplina nazionale (come quella dell’articolo 4, comma 1, del Testo Unico delle Società partecipate – Decreto legislativo n. 175/2016 -) che impedisce a un’Ammini-strazione pubblica di acquisire in un Organismo pluri-parecipato da altre Amministrazioni una quota di par-tecipazione (comunque inidonea a garantire controllo o potere di veto) laddove tale Amministrazione intende comunque acquisire in futuro una posizione di ‘controllo congiunto’ e quindi la possibilità di procedere ad affida-menti diretti in favore dell’Organismo pluripartecipato”.

Analoghi quesiti sono stati posti con le Ordinanze di rinvio n. 293/2019 e n. 296/2019.La norma del diritto interno contestata è l’art. 192 del Dlgs n. 50/2016, il quale al comma 2, precisa che, “ai fini dell’af-fidamento ‘in house’ di un contratto avente ad oggetto ser-vizi disponibili sul mercato in regime di concorrenza, le stazioni appaltanti effettuano preventivamente la valuta-zione sulla congruità economica dell’offerta dei soggetti in house, avuto riguardo all’oggetto e al valore della presta-zione, dando conto nella motivazione del provvedimento di affidamento delle ragioni del mancato ricorso al mer-cato, nonché dei benefici per la collettività della forma di gestione prescelta, anche con riferimento agli obiettivi di universalità e socialità, di efficienza, di economicità e di qualità del servizio, nonché di ottimale impiego delle risor-

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se pubbliche.”.La Direttiva comunitaria n. 2014/24, all’art. 12, disciplina gli appalti pubblici tra Enti nell’ambito del Settore pubblico, specificando che:1. Un appalto pubblico aggiudicato da un’Amministrazi-one aggiudicatrice a una persona giuridica di diritto pub-blico o di diritto privato non rientra nell’ambito di applicazi-one della presente Direttiva quando siano soddisfatte tutte le seguenti condizioni:a) l’Amministrazione aggiudicatrice esercita sulla persona

giuridica di cui trattasi un “controllo analogo” a quello da essa esercitato sui propri servizi;

b) oltre l’80% delle attività della persona giuridica con-trollata sono effettuate nello svolgimento dei compiti ad essa affidati dall’Amministrazione aggiudicatrice controllante o da altre persone giuridiche controllate dall’Amministrazione aggiudicatrice di cui trattasi; e

c) nella persona giuridica controllata non vi è alcuna partecipazione diretta di capitali privati, ad eccezione di forme di partecipazione di capitali privati che non comportano controllo o potere di veto, prescritte dalle disposizioni legislative nazionali, in conformità dei trat-tati, che non esercitano un’influenza determinante sulla persona giuridica controllata.

Si ritiene che un’Amministrazione aggiudicatrice eserciti su una persona giuridica un “controllo analogo” a quello esercitato sui propri servizi ai sensi della lettera a) qualo-ra essa eserciti un’influenza determinante sia sugli obiet-tivi strategici che sulle decisioni significative della perso-na giuridica controllata. Tale controllo può anche essere esercitato da una persona giuridica diversa, a sua volta controllata allo stesso modo dall’Amministrazione aggiu-dicatrice.2. Il paragrafo 1 si applica anche quando una persona giuridica controllata che è un’Amministrazione aggiudica-trice aggiudica un appalto alla propria Amministrazione aggiudicatrice controllante o ad un altro soggetto giuridico controllato dalla stessa Amministrazione aggiudicatrice, a condizione che nella persona giuridica alla quale viene aggiudicato l’appalto pubblico non vi sia alcuna parteci-pazione diretta di capitali privati, ad eccezione di forme di partecipazione di capitali privati che non comportano controllo o potere di veto prescritte dalle disposizioni leg-islative nazionali, in conformità dei trattati, che non eser-citano un’influenza determinante sulla persona giuridica controllata.3. Un’Amministrazione aggiudicatrice che non eserciti su una persona giuridica di diritto privato o pubblico un con-trollo ai sensi del paragrafo 1 può nondimeno aggiudicare un appalto pubblico a tale persona giuridica senza appli-

care la presente Direttiva, quando sono soddisfatte tutte le seguenti condizioni:a) l’Amministrazione aggiudicatrice esercita congiuntam-

ente con altre Amministrazioni aggiudicatrici un control-lo sulla persona giuridica di cui trattasi analogo a quello da esse esercitato sui propri servizi;

b) oltre l’80% delle attività di tale persona giuridica sono effettuate nello svolgimento dei compiti ad essa affidati dalle Amministrazioni aggiudicatrici controllanti o da al-tre persone giuridiche controllate dalle Amministrazioni aggiudicatrici di cui trattasi; e

c) nella persona giuridica controllata non vi è alcuna partecipazione diretta di capitali privati, ad eccezione di forme di partecipazione di capitali privati che non comportano controllo o potere di veto prescritte dalle disposizioni legislative nazionali, in conformità dei trat-tati, che non esercitano un’influenza determinante sulla persona giuridica controllata.

Ai fini del comma 1, lett. a), le Amministrazioni aggiudic-atrici esercitano su una persona giuridica un “controllo congiunto” quando sono soddisfatte tutte le seguenti con-dizioni:i) gli Organi decisionali della persona giuridica controllata

sono composti da rappresentanti di tutte le Amministra-zioni aggiudicatrici partecipanti. Singoli rappresentanti possono rappresentare varie o tutte le Amministrazioni aggiudicatrici partecipanti;

ii) tali Amministrazioni aggiudicatrici sono in grado di eser-citare congiuntamente un’influenza determinante sugli obiettivi strategici e sulle decisioni significative di detta persona giuridica;

iii) la persona giuridica controllata non persegue interes-si contrari a quelli delle Amministrazioni aggiudicatrici controllanti.

In disparte valutazioni sul secondo quesito, con il presente documento, si esprimono prime considerazioni sulla deci-sione della Cuge, che già per il fatto di aver espresso la sua opinione con Ordinanza e non con Sentenza, si pone su un percorso giurisprudenziale delineato.Il Giudice remittente, preso anche in considerazione la gi-urisprudenza costituzionale che afferma che l’affidamento in regime di delegazione interorganica costituisce “un’ec-cezione rispetto alla regola generale dell’affidamento a terzi mediante gara ad evidenza pubblica”, ha ritenuto che l’orientamento restrittivo cui soggiace l’in house da più di 10 anni in Italia, non più sia compatibile con il diritto dell’U-nione, in particolare con il Principio della libera organiz-zazione delle Amministrazioni pubbliche sancito all’art. 2 della Direttiva 2014/23/UE del Parlamento europeo e del Consiglio 26 febbraio 2014, sull’aggiudicazione dei con-

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tratti di concessione.A tale riguardo, i Principi di libertà e di autodeterminazione dei soggetti pubblici, da un lato, e il Principio della piena apertura concorrenziale dei mercati degli appalti pubblici e delle concessioni, dall’altro, potrebbero entrare in conflitto. Se si ammettesse che l’affidamento “in house” è per sua natura una delle forme caratteristiche di internalizzazione e di autoproduzione, tale affidamento rappresenterebbe, non già un’eccezione residuale, bensì un’opzione di base allo stesso titolo dell’affidamento a terzi mediante gara d’appalto. Ne conseguirebbe quindi che l’affidamento di un appalto mediante gara non dovrebbe godere di alcuna preferenza a priori. Il Giudice del rinvio ritiene che, nel dirit-to dell’Unione, gli affidamenti “in house” non occupino una posizione subordinata rispetto agli affidamenti mediante gara d’appalto. Al contrario, essi rappresenterebbero una sorta di antecedente logico rispetto a qualunque scelta dell’Amministrazione pubblica in tema di autoproduzione o di esternalizzazione dei servizi di proprio interesse, dato che un’Amministrazione può procedere all’esternalizza-zione dell’approvvigionamento di beni, servizi o forniture soltanto una volta che le vie interne dell’autoproduzione o dell’internalizzazione non si siano dimostrate percorribili o utilmente percorribili.Orbene, la curia europea ribadisce che l’Amministrazione aggiudicatrice, laddove ricorre all’affidamento “in house”, lo deve motivare e deve altresì precisare quali sono i be-nefici a vantaggio della comunità derivanti da tale forma di affondamento.Tale conclusione si basa su un precedente – Sentenza Irgita, Causa C-285/18 – che, pur attenendo all’interpreta-zione del paragrafo 1 dell’art. 12 della Direttiva, stabilisce il Principio che “la libertà degli Stati membri di scegliere il modo di prestazione di servizi mediante il quale le Am-ministrazioni aggiudicatrici provvederanno alle proprie esigenze deriva anche dal considerando 5 della Direttiva 2014/24, che stabilisce che ‘nessuna disposizione della presente Direttiva impone agli Stati membri di affidare a

terzi o esternalizzare la prestazione di servizi che intendo-no prestare essi stessi o organizzare con strumenti diver-si dagli appalti pubblici ai sensi della presente direttiva», consacrando così la giurisprudenza della Corte di Giusti-zia anteriore a tale Direttiva”.Facendo la dovuta comparazione tra il paragrafo 1 e il pa-ragrafo 3, dell’art. 12 della Direttiva europea, l’unica diffe-renza che emerge consiste nel fatto che, nell’ambito della prima di tali disposizioni, l’Amministrazione aggiudicatrice controlla, da sola, l’Ente “in house” mentre, nell’ambito del-la seconda di tali disposizioni, tale Ente è controllato con-giuntamente da più Amministrazioni aggiudicatrici. In tali condizioni, la libertà degli Stati membri di scegliere il modo di prestazione di servizi mediante il quale le Amministra-zioni aggiudicatrici provvederanno alle proprie esigenze li autorizza a subordinare la conclusione di un’operazione interna all’impossibilità di indire una gara d’appalto e, in ogni caso, alla dimostrazione, da parte dell’Amministra-zione aggiudicatrice, dei vantaggi per la collettività specifi-camente connessi al ricorso all’operazione interna. Il ragionamento della Cuge conduce alla conclusione che l’art. 12, paragrafo 3, della Direttiva 2014/24 deve esse-re interpretato nel senso che non osta ad una normativa nazionale che subordina la conclusione di un’operazione interna, denominata anche “contratto in house”, all’impos-sibilità di procedere all’aggiudicazione di un appalto e, in ogni caso, alla dimostrazione, da parte dell’Amministra-zione aggiudicatrice, dei vantaggi per la collettività specifi-camente connessi al ricorso all’operazione interna.Se fosse stata accolta la pregiudiziale del Consiglio di Sta-to, di fatto, si sarebbe avuta un’inversione delle aggiudi-cazioni, nel senso di motivare l’affidamento al mercato e non l’in house.Occorre ora attendere la Corte Costituzionale, che il pros-simo 5 maggio 2020 discuterà la questione di legittimità costituzionale, sollevata dal Tar Liguria, sull’art. 192 del “Codice dei contratti”, che è prevedibile andrà nella mede-sima direzione.

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Le regole del Garante della Privacy sul trattamento dei dati sul “Coronavirus”

Il “Covid-19”, meglio conosciuto come “Coronavirus” è, come noto, una patologia e, utilizzando termini propri del-la normativa sulla Privacy e, in particolare, dell’art. 9 del Regolamento Ue n. 679/2016, trattasi di un dato relativo alla salute e, come tale, il suo trattamento è vietato, con esclusione tuttavia delle fattispecie indicate nel paragrafo 2 del medesimo articolo.Tra le fattispecie per le quali è possibile non applicare il divieto di trattamento dei dati inerenti la salute, facendo riferimento ai dati personali che sono necessari nell’attivi-tà di contrasto al “Coronavirus”, rientrano, a parere dello scrivente, quelle previste alla: - lett. a), relativa al consenso esplicito al trattamento dei dati prestato dall’interessato per una o più finalità spe-cifiche;

- lett. b), qualora il trattamento sia necessario per assol-vere gli obblighi ed esercitare i diritti specifici del Titolare del trattamento o dell’Interessato in materia di diritto del lavoro e della sicurezza sociale e protezione sociale, ma solo in presenza di garanzie appropriate per i diritti fon-damentali e gli interessi dell’interessato;

- lett. c), qualora il trattamento sia necessario per tutelare un interesse vitale dell’interessato o di un’altra persona fisica qualora l’interessato si trovi nell’incapacità fisica o giuridica di prestare il proprio consenso;

- lett. e), il trattamento riguarda dati personali resi manife-stamente pubblici dall’interessato;

- lett. h), il trattamento è necessario per finalità di medici-na preventiva o di medicina del lavoro, valutazione della capacità lavorativa del dipendente, diagnosi, assistenza o terapia sanitaria o sociale ovvero gestione dei sistemi e servizi sanitari o sociali;

- lett. i), quando il trattamento sia necessario per motivi di interesse pubblico nel Settore della Sanità pubblica, quali la protezione da gravi minacce per la salute a ca-rattere transfrontaliero o la garanzia di parametri elevati di qualità e sicurezza dell’assistenza sanitaria e dei me-dicinali e dei dispositivi medici;

- lett. j), il trattamento è necessario a fini di archiviazione

del Dott. Stefano Paoli - Consulente Legale Formazione Professionale, Esperto in materie giuridiche applicate alla P.A. e Data Protection Officer (Dpo)

nel pubblico interesse, di ricerca scientifica o storica o a fini statistici.

Inoltre, i dati personali inerenti la salute possono essere trattati per le finalità di cui alla lett. h), esclusivamente da o sotto la responsabilità di un Professionista soggetto al se-greto professionale o da altra persona anch’essa soggetta all’obbligo di segretezza.Il Dlgs. n. 101/2018, in attuazione di quanto sopra, no-vellando il “Codice sulla Privacy” (Dlgs. n. 196/2003), ha introdotto gli artt. 2-sexies e 2-septies, che si occupano, rispettivamente, del trattamento di categorie particolari di dati personali necessario per motivi di interesse pubblico rilevante e delle misure di garanzia che devono essere attuate per il trattamento dei dati genetici, biometrici e re-lativi alla salute.L’art. 2-sexies, fra le attività di interesse pubblico rilevante, in relazione alle quali si applica il par. 2 dell’art. 9 del Re-golamento UE, individua al comma 2: - quelle amministrative e certificatorie correlate a quelle di diagnosi, assistenza o terapia sanitaria o sociale ex lett. t);

- i compiti del Servizio sanitario nazionale e dei soggetti operanti in ambito sanitario, nonché compiti di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro e sicurezza e salute della popolazione, protezione civile, salvaguardia della vita e incolumità fisica [lett. u)];

- vigilanza sulle sperimentazioni, farmacovigilanza, auto-rizzazione all’immissione in commercio e all’importazio-ne di medicinali e di altri prodotti di rilevanza sanitaria [lett. z.)];

- nell’ambito del rapporto di lavoro, le attività relative all’i-giene e alla sicurezza del lavoro e della sicurezza o sa-lute della popolazione.

L’art. 2-septies invece prevede che i dati genetici, bio-metrici ed inerenti alla salute non possono essere diffusi, stabilendo tuttavia che i dati di cui trattasi possono es-sere trattati, non solo in conformità all’art. 9, par. 4, del Regolamento UE, e in presenza di una delle condizioni di cui al par. 2 dello stesso articolo, ma anche “in conformità

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alle misure di garanzia disposte dal Garante” con cadenza biennale.La situazione che si è venuta a creare a seguito della dif-fusione del virus ha costretto il Legislatore ad emanare norme che impattano, in modo significativo, nella vita civi-le di tutti noi, ma anche nelle ns. attività aziendali e profes-sionali, compresa la Pubblica Amministrazione.In considerazione di tutto ciò, molti soggetti pubblici e pri-vati, nonostante le disposizioni in materia di trattamento dei dati personali inerenti alla salute, hanno inoltrato que-siti al Garante sulle norme da rispettare e sulle modalità operative relative alla possibilità di raccogliere, all’atto del-la registrazione di cittadini, visitatori e utenti, informazioni circa la presenza di sintomi da “Coronavirus” e sugli ultimi spostamenti dagli stessi effettuati anche a mezzo di auto-dichiarazione.Sinteticamente il Garante della Privacy, con il Comunicato 2 marzo 2020, ha stabilito che i “soggetti pubblici e privati devono attenersi alle indicazioni del Ministero della Salute e delle Istituzioni competenti”.Il Dpcm 4 marzo 2020, rubricato “Ulteriori disposizioni attuative del Dl. 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emer-genza epidemiologica da ‘Covid-19’, applicabili sull’intero territorio nazionale”, seguendo comunque una road map già individuata nei precedenti Decreti, prevede all’art. 2, comma 1, lett. i), che “chiunque, a partire dal 14° giorno antecedente la data di pubblicazione del presente Decre-to (e quindi a far data dal 20 febbraio 2020) abbia fatto ingresso in Italia dopo aver soggiornato in zone a rischio epidemiologico, come identificate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, o sia transitato e abbia sostato nei Comuni di cui all’Allegato 1 del Dpcm. 1° marzo 2020, e successive modificazioni, deve comunicare tale circostan-za al Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria competente per territorio nonché al proprio Medico di me-dicina generale ovvero al Pediatra di libera scelta.”Le modalità di trasmissione di questi dati ai servizi di sa-nità pubblica devono essere stabilite dalle Regioni ma gli operatori e i servizi della Sanità pubblica sono autorizzati a contattare telefonicamente ed assumere informazioni, “il più possibile dettagliate e documentate, sulle zone di sog-giorno e sul percorso di viaggio effettuato” nei 14 giorni precedenti, al fine di un’adeguata valutazione del rischio di esposizione (art. 1, comma 2, lett. a).Inoltre, in caso di necessità di certificazione Inps per giu-stificare l’assenza dal lavoro, i soggetti di cui sopra de-vono rilasciare una dichiarazione indirizzata all’Ente di previdenza, al datore di lavoro e al Medico di medicina generale o al Pediatra, in cui si dichiara che, “per motivi

di sanità pubblica”, il soggetto interessato è stato posto in quarantena, specificandone la data di inizio e di fine.Di fatto quindi, l’unico canale ufficiale per l’accertamento e la raccolta dei dati relativi ai sintomi del “Coronavirus” e agli spostamenti individuali è quello attivato dagli operatori sanitari.I datori di lavoro non possono raccogliere, “a priori e in modo sistematico e generalizzato, anche attraverso spe-cifiche richieste al singolo lavoratore o indagini non con-sentite, informazioni sulla presenza di eventuali sintomi influenzali del lavoratore e dei suoi contatti più stretti o comunque rientranti nella sfera extra lavorativa” in quanto l’attività di prevenzione dalla diffusione del “Coronavirus” deve essere svolta esclusivamente dai soggetti che svol-gono queste funzioni per fini istituzionali.Naturalmente, questo divieto si estende anche ad even-tuali specifiche richieste rivolta al singolo lavoratore o allo svolgimento di attività di indagini che non sono consentite.In ogni caso, resta fermo l’obbligo per il lavoratore di se-gnalare al datore di lavoro qualsiasi situazione di pericolo per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro. Stesso ob-bligo riguarda anche chi opera a vario titolo nella Pubblica Amministrazione così come segnalare all’Amministrazio-ne di provenire da un’area a rischio.Il datore di lavoro “può invitare i propri dipendenti a fare, ove necessario, tali comunicazioni agevolando le modali-tà di inoltro delle stesse, anche predisponendo canali de-dicati; permangono altresì i compiti del datore di lavoro relativi alla necessità di comunicare agli Organi preposti l’eventuale variazione del rischio ‘biologico’ derivante dal ‘Coronavirus’ per la salute sul posto di lavoro e gli altri adempimenti connessi alla sorveglianza sanitaria sui la-voratori per il tramite del Medico competente, come ad esempio la possibilità di sottoporre a una visita straordina-ria i lavoratori più esposti”.Quindi il Garante “invita tutti i titolari del trattamento ad attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal Mi-nistero della Salute e dalle Istituzioni competenti per la prevenzione della diffusione del ‘Coronavirus’, senza ef-fettuare iniziative autonome che prevedano la raccolta di dati anche sulla salute di utenti e lavoratori che non siano normativamente previste o disposte dagli organi compe-tenti”.Prescrizioni particolari per i lavoratori che sono a contatto con il pubblico (non necessariamente coloro che svolgono attività di sportello): nel caso in cui vengano a contatto con un caso sospetto di “Coronavirus” deve comunicare, anche tramite il proprio datore di lavoro, tale circostanza ai servizi sanitari competenti per territorio e ad attenersi alle indicazioni di prevenzione dagli stessi indicate.

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Riscossione creditiin caso di inadempienze dell’Agente nazionale della riscossione la giurisdizione competente è quella della Corte dei conti

del Dott. Alessandro Maestrelli - Dottore commercialista e Revisore legale, Esperto in materie economiche e giuridiche di Enti Localidel Dott. Gabriele Nardi - Dottore in Economia aziendale, Esperto di Enti Locali e Amministrazioni Pubbliche

PremessaIl presente approfondimento ha la principale finalità di an-dare ad indagare un rapporto spesso non monitorato a sufficienza negli Enti Locali italiani, ovvero quello tra Co-mune, quale Ente impositore, e l’Agente nazionale della riscossione o altro soggetto deputato alla riscossione del-le entrate. Tale rapporto, radicato ormai negli anni, grazie all’introduzione del Sistema nazionale di riscossione da parte del Dl. n. 203/2005, ha assunto sempre più impor-tanza. La precedente affermazione è suffragata dal fatto che l’efficienza di riscossione delle entrate locali ha as-sunto fondamentale importanza per i seguenti motivi: - incremento delle funzioni amministrative affidate ai Co-muni per effetto dell’attuazione della riforma del Titolo V del 2001;

- aumento della rilevanza delle entrate proprie degli Enti rispetto ai trasferimenti;

- entrata in vigore a regime della cd. “armonizzazione dei sistemi contabili” e introduzione di un “bilancio spendi-bile”;

La Corte dei conti, nell’Audizione alla Commissione par-lamentare per l’attuazione del Federalismo fiscale del 29 maggio 2014, ha individuato nella cronica difficoltà di ri-scossione dei residui attivi “un permanente vulnus della consistenza dei risultati economico-finanziari, soprattutto con riferimento al tasso di vetustà dei residui che spesso, nei fatti, induce a prefigurare l’inesigibilità degli stessi”.La gestione e la riscossione diretta delle entrate locali rappresenta per l’Ente una decisione di lungo periodo e presuppone un cambio di visione e una riorganizzazione del processo organizzativo mediante il superamento della visione “funzionale” degli Uffici e la creazione di un unico “Ufficio Entrate” che coordina le risorse umane che gesti-scono sia entrate tributarie che patrimoniali.Costituire un “Ufficio Entrate” interno all’Ente non neces-sariamente vuol dire procedere ad effettuare direttamente

tutte le attività di riscossione, sia ordinaria che coattiva, direttamente con le risorse interne dell’Ente. Creare un “Ufficio Entrate” vuol dire allineare il coordinamento di una funzione fondamentale per il mantenimento degli equilibri di bilancio dell’Ente, ovvero l’acquisizione delle risorse fi-nanziarie, con i vari centri di spesa, ovvero le posizioni apicali dei vari uffici dell’Ente.La conoscenza del processo di gestione e riscossione del-le entrate è, paradossalmente (ma non troppo), più impor-tante nel momento in cui l’Ufficio deve supervisionare l’o-perato di un soggetto esterno rispetto a quando gestisce tutto direttamente. Ciò perché, nel momento in cui l’Ufficio controlla, è necessario che conosca il procedimento che va controllando, per non andare poi ad allinearsi in manie-ra passiva sul metodo di lavoro del soggetto esterno, di qualunque natura esso sia.Proprio al tal fine è dirimente la Sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite 28 febbraio 2020, n. 5595, che ha definitivamente chiuso un contenzioso apertosi tra un Comune laziale e l’Agenzia Entrate Riscossione (ex Equitalia Spa) in merito alla responsabilità dell’Agente del-la riscossione con riferimento ai mancati introiti per il Co-mune a causa della condotta tenuta dal soggetto deputato alla riscossione dei crediti dell’Ente.Prima di addentrarsi nell’analisi della Sentenza testé ci-tata, è opportuno nonché doveroso precisare che, da un lato, il controllo sull’operato dell’Agente della riscossione è fondamentale, mentre dall’altro è importante che il con-trollo menzionato venga fatto con il fine di incentivare la collaborazione tra Pubbliche Amministrazioni. Nello specifico, quella tra Comune (Ente creditore) e Agenzia delle Entrate-Riscossione (soggetto deputato alla riscossione dei crediti). Solo nel caso in cui l’Ente credito-re ravvisi delle criticità nelle procedure operative messe in campo dal soggetto deputato alla riscossione dei propri crediti, allora l’attività di controllo è prodromica ad un giu-

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dizio di conto.Tutte le considerazioni sopra fatte valgono anche nel caso in cui il soggetto deputato alla riscossione delle entrate dell’Ente sia un soggetto privato.Sentenza Corte di Cassazione, Sezioni Unite, 28 feb-braio 2020 n. 5595 Nel presente paragrafo andremo ad approfondire quanto statuito dalla Corte di Cassazione nella Sentenza citata, riguardo all’individuazione della giurisdizione competente per le controversie relative ad inadempienze contrattua-li dell’Agente nazionale della riscossione nell’esercizio dell’attività di riscossione coattiva delle entrate dei Comu-ni.FattoUn Comune ha proposto ricorso innanzi alla Sezione giu-risdizionale della Corte dei conti chiedendo la condanna dell’Agente nazionale della riscossione al risarcimento del danno per l’importo di Euro 11.898.890,12, per avere par-zialmente omesso di procedere alla riscossione di tributi, non adempiendo alla Convenzione stipulata nel 2008.La Corte dei conti ha accolto il ricorso del Comune, con-dannando l’Agente nazionale della riscossione al paga-mento della somma di Euro 12.091.238,46, il quale ha successivamente proposto appello innanzi alla Corte dei conti – Sezione Terza giurisdizionale centrale di Appel-lo. Appello accolto solo in parte, con la rideterminazione dell’importo dovuto in Euro 9.793.475,64.In sede di appello, la Corte ha osservato che era infondato il motivo di appello relativo al difetto di giurisdizione, po-sto che in prima istanza, per la qualità di Agenti contabili dell’Amministrazione, soggetti alla giurisdizione della Cor-te dei conti, degli incaricati della riscossione delle entrate dell’Ente e del relativo versamento all’Ente medesimo, in secondo luogo per la qualificazione di contabile della Società concessionaria del “Servizio di riscossione delle Imposte”. I Giudici di appello hanno inoltre precisato che la contro-versia aveva ad oggetto, non l’accertamento di un ina-dempimento contrattuale, ma l’esercizio della funzione di interesse pubblico della riscossione dei crediti erariali, e che i giudizi ad istanza di parte costituivano categoria “aperta” senza vincolare sul piano sostanziale l’interprete, dipendendo la cognizione del Giudice contabile dalla ma-teria in questione, nella specie rimessa alla giurisdizione contabile per la qualità di Agente contabile del Concessio-nario dei servizi di esattoria del Comune. È stato ritenuto infondato anche il motivo relativo alla violazione del Dlgs. n. 112/1999 in tema di comunicazioni di inesigibilità e pro-

cedura di discarico delle quote iscritte a ruolo, posto che la previsione del termine per la comunicazione da parte del Concessionario dell’inesigibilità del credito non comporta l’obbligo per l’Ente Locale di attendere la scadenza del detto termine per chiedere conto al Concessionario mede-simo della gestione. L’Agente nazionale ha infine proposto ricorso innanzi alla Corte di Cassazione, sui quali oppongono resistenza sia il Comune che il Procuratore generale della Corte dei conti.Con il primo motivo di ricorso, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione denuncia violazione o falsa applicazione dell’art. 58 del Rd. n. 1038/1933, ai sensi degli artt. 362, comma 1, e 360, comma 1, n. 1, del Cpc., posto che la de-cisione è affetta da difetto assoluto di giurisdizione perché sulla base dell’art. 58 è stata creata un’azione, in realtà inesistente, di responsabilità, invocata per inadempimento contrattuale, in aggiunta a quella esperibile dalla Procura erariale. L’azione esercitata dal Comune non rientra nel-le ipotesi previste da specifiche disposizioni di legge, e risulta proposta senza il previo esperimento del procedi-mento amministrativo di cui agli artt. 19 e 20 del Dlgs. n. 112/1999, ovverosia delle procedure di discarico per ine-sigibilità.Con il secondo motivo il ricorrente afferma che rientrano nella giurisdizione esclusiva del Giudice amministrativo le controversie in materia di pubblici servizi relative a con-cessioni di pubblici servizi, come quella di specie relativa alla riscossione delle entrate di un Comune.Con il terzo motivo il ricorrente ritiene che la giurisdizione applicabile è quella del Giudice ordinario nella controver-sia inerente all’eventuale inadempimento della Conven-zione stipulata nel 2008.La decisioneLa Suprema Corte respinge il ricorso presentato dall’A-gente nazionale della riscossione, confermando la deci-sione in appello della Corte dei conti.Nello specifico, il primo motivo è ritenuto inammissibile. I Giudici affermano che la censura attiene ad una moda-lità procedimentale strumentale al giudizio ad istanza di parte, ed in particolare la controversia tra Agente della riscossione ed Ente impositore in dipendenza del rappor-to di affidamento del “Servizio di riscossione di tributi”, e dunque trattasi di censura relativa ai “limiti interni” della giurisdizione contabile, il cui controllo è sottratto alla Corte di Cassazione1. Con riferimento al giudizio di responsabi-lità promosso dal Procuratore generale per danno erariale derivante dalla mancata esazione dei ruoli consegnati per la riscossione al Concessionario anche prima ed indipen-

1 Cfr. Sentenza Corte di Cassazione n. 476/2005.

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dentemente dallo svolgimento del procedimento ammini-strativo di accertamento del diritto al rimborso o al disca-rico delle quote d’imposta anticipate e dichiarate, i Giudici precisano che non sussiste violazione dei “limiti esterni” della giurisdizione della Corte dei conti, ma rilevano sola-mente le modalità e il tempo del suo esercizio.2

Il motivo è ritenuto inammissibile anche perché la Corte dei conti ha riconosciuto la propria giurisdizione nella ma-teria implicata dalla controversia, in conformità a quanto affermato dalla Suprema Corte.3

Il secondo e il terzo motivo, esaminati congiuntamente, sono ritenute anch’essi infondati. La Società concessionaria del “Servizio di riscossione”, avendo operato il maneggio di denaro nel periodo com-preso tra la riscossione ed il versamento, riveste la quali-fica di Agente contabile, quindi ogni controversia tra essa e l’Ente impositore, che abbia ad oggetto la verifica dei rapporti di dare e avere e il risultato finale di tali rapporti, dà luogo ad un “giudizio di conto” in cui vige la giurisdizio-ne della Corte dei conti4.Più in generale, la Suprema Corte ritiene sussistente la giurisdizione della Corte dei conti in ordine ai giudizi tra il Comune e l’Agente della riscossione riguardanti la responsabilità di detto Agente nel caso in cui abbia ca-gionato per colpa un danno patrimoniale al Comune5. La giurisdizione della Corte dei conti sussiste tutte le volte in cui fra l’autore del danno e l’Amministrazione o l’Ente pubblico danneggiati sia ravvisabile un rapporto, non solo di impiego in senso proprio, ma di servizio, da intendersi come una relazione funzionale, caratterizzata dall’inseri-mento del soggetto nell’apparato organico e nell’attività dell’Ente6.Nella giurisdizione contabile della Corte dei conti rientra anche tutto quelle che attiene alla verifica dei rapporti di dare ed avere tra Agente della riscossione ed Ente Locale titolare del credito da riscuotere e quanto al risultato con-tabile finale di detti rapporti.Nel caso di specie, viene fatta valere la responsabilità dell’Agente della riscossione per la condotta inadempien-te tenuta nella gestione dei crediti tributari del Comune.Le procedure operative per il controllo dell’Agente della riscossione

A corollario di quanto sopra riportato, si ricorda che solita-mente i dati relativi ai crediti affidati all’Agente della riscos-sione non vengono analizzati con una certa sistematicità.Ciò deriva dal fatto che i dati messi a disposizione dell’En-te non vengono analizzati con cura dal Comune, e per questo motivo l’attività dell’Agente della riscossione sfug-ge ad ogni tipologia di controllo, specie quando il Servizio “Finanziario” deve decidere se riconoscere o meno il di-scarico per inesigibilità dei crediti proposto dal soggetto deputato alla riscossione.Anche se i residui in carico all’Agente della riscossione sono stati sterilizzati in bilancio con il passaggio alla con-tabilità cd. “armonizzata”, la corretta gestione degli stessi comporta effetti rilevanti per gli equilibri di cassa; quindi l’operato del riscossore deve essere opportunamente controllato, come sopra già accennato.Il Mef ha già avuto modo di individuare la figura preposta al controllo del rapporto tra il Comune e l’Agente della ri-scossione. Nell’Interrogazione a risposta immediata della VI Commissione permanente–finanza del 28 luglio 2016, n. 8252/2016, il Ministero ha precisato che “il Responsabi-le del ‘Servizio finanziario’, di Ragioneria o qualificazione corrispondente, è preposta alla verifica di veridicità delle previsioni di entrata e di compatibilità delle previsioni di spesa, avanzate dai vari servizi, da iscriversi nel bilancio annuale o pluriennale ed alla verifica periodica dello stato di accertamento delle entrate e di impegno delle spese e più in generale alla salvaguardia degli equilibri, finanziari complessivi della gestione e dei vincoli di finanza pubbli-ca. Nell’esercizio di tali funzioni il Responsabile del ‘Ser-vizio finanziario’ agisce in autonomia nei limiti di quanto disposto dai principi finanziari e contabili, dalle norme or-dinamentali e dai vincoli di finanza pubblica”.Ovviamente, visto che l’andamento della riscossione dei residui incide sugli equilibri di bilancio, anche l’Organo di revisione è coinvolto nella verifica, nell’ambito dell’ordina-ria attività pianificata nel corso dell’anno.Per tale motivo, è quindi necessario che ciascun Ente pro-ceda ad effettuare un’attività di controllo, anche di natura campionaria, sui propri residui affidati all’Agente della ri-scossione o ad un soggetto privato.

2 Sentenze Corte di Cassazione nn. 10667/2009, 4312/2010, 8568/2018.

3 Sentenza Corte di Cassazione, Sezioni Unite, n. 5463/2009.

4 Corte di Cassazione, Sentenze nn. 23302/2016 e 16014/2018.

5 Corte di Cassazione, Sentenze nn. 21546/2017, 7663/2017 e 26280/2009.

6 Corte di Cassazione, Sentenze nn. 24671/2009, 16240/2014 e 10324/2016.

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“Coronavirus”prime riflessioni su contratti d’appalto e concessioni con controparte gli Enti Locali

del Dott. Nicola Tonveronachi - Dottore commercialista e Revisore legale, Consulente e Formatore Amministrazioni, Enti, Società ed Aziende pubbliche nelle materie amministrativo-contabili, tributarie e fiscali, Professore a contratto di Ragioneria pubblica presso il Dipartimento Economia e Management dell’Università degli Studi di Pisa, Pubblicistadel Dott. Giuseppe Vanni - Dottore commercialista e Revisore di Enti Locali, Pubblicista

Le misure assunte a livello nazionale per il contenimento e la gestione dell’emergenza da “Covid-19” e i compor-tamenti conseguenti di utenti, cittadini e imprese, stanno facendo emergere una serie di problematiche anche con riguardo ai contratti di servizio con le partecipate, ai con-tratti di appalto e alle concessioni, quando è controparte un Ente Locale, qualora tali contratti o i Regolamenti co-munali dei servizi non disciplino tali casistiche eccezionali, di forza maggiore e indipendenti dalle parti.Le misure governative hanno imposto direttamente la chiusura temporanea delle Scuole, degli Impianti spor-tivi, delle Biblioteche e delle attività culturali/ricreative e dei servizi afferenti, mentre con la rigida limitazione degli spostamenti risultano drasticamente ridotte le attività dei Parcheggi pubblici a pagamento, dei Trasporti cittadini e delle attività connesse con il Turismo.La trattazione che segue si propone di effettuare una pri-ma ricognizione delle principali problematiche connesse all’emergenza epidemiologica con riguardo ai diversi con-tratti nei quali sono controparte gli Enti Locali: modalità di sospensione e riduzione del servizio, prorogabilità o meno futura del servizio, debenza del canone di concessione e delle tariffe, mantenimento dell’equilibrio economico del Piano finanziario della concessione o del project finan-cing, possibile indennizzabilità da parte dello Stato, ecc..Contratti di appalto di durata per la fornitura di servizi oggetto di sospensione obbligatoria Molti servizi comunali ora sospesi obbligatoriamente sono svolti da privati che sottoscrivono contratti di appalto di durata; trattasi per esempio dei “Servizi educativi all’infan-zia”, della “Refezione scolastica”, del “Trasporto scolasti-co”, della gestione di Musei, di Biblioteche, di Teatri, della “Gestione di attività turistiche”, della gestione di Impianti sportivi privi di rilevanza economica, ecc.I contratti di appalto sono affidati ai sensi del Dlgs. n. 50/2016 (“Codice dei Contratti pubblici”), e possono esse-re sospesi ai sensi dell’art. 107 del “Codice”. Tale disposi-

zione, prevista per i lavori, si applica anche ai contratti di servizi e forniture, in quanto compatibili (comma 7).Ai fini dell’applicabilità della norma, devono ricorrere le ipotesi ivi previste: - circostanze speciali che impediscono in via temporanea che i lavori/servizi/forniture procedano utilmente a rego-la d’arte e che non siano prevedibili al momento della stipulazione del contratto (comma 1); oppure

- ragioni di necessità o di pubblico interesse (comma 2).Qualora la sospensione duri per un periodo di tempo su-periore ad 1/4 della durata complessiva prevista per l’ese-cuzione dei lavori stessi (ma anche di servizi e forniture), o comunque quando superi 6 mesi complessivi, l’esecutore può chiedere la risoluzione del contratto senza indennità; se la stazione appaltante si oppone, l’esecutore ha dirit-to alla rifusione dei maggiori oneri derivanti dal prolunga-mento della sospensione oltre i termini suddetti. Nessun indennizzo è dovuto all’esecutore negli altri casi. Nel caso dell’emergenza sanitaria da “Covid-19”, si ritiene siano configurabili, sia le circostanze speciali che impedi-scono in via temporanea l’esecuzione del contratto, che le ragioni di pubblico interesse.Di conseguenza, con verbale del Direttore dell’esecuzione del contratto o del Rup, avente i contenuti previsti dall’art. 107 citato e dall’art. 23 del Decreto del Ministero delle In-frastrutture e dei Trasporti n. 49/2018, si potrà procedere alla sospensione del contratto e delle obbligazioni ad esso inerenti e conseguenti.Con riferimento ai contratti di appalto di durata per i servizi di riferimento, in conseguenza della sospensione obbliga-toria, avuto riguardo, caso per caso, alle effettive modalità di svolgimento del servizio e all’utilità dello stesso, si potrà poi: - procedere, correlativamente al periodo di sospensione, alla proroga della scadenza del contratto di appalto;

- non procedere alla proroga della scadenza. Potrebbe per esempio essere il caso del Servizio psicologico nella

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Scuola dell’infanzia, dove non avrebbe nessuna ragio-nevolezza prorogare il servizio nei primi mesi dell’anno scolastico successivo. Normalmente i contratti per i Ser-vizi scolastici disciplinano che nei casi di forza maggio-re non si darà luogo al prolungamento del contratto (in quanto sempre correlativi al calendario scolastico).

Le tariffe per i “servizi a domanda individuale” non saran-no dovute dagli utenti con riguardo ai servizi non usufruiti a seguito di sospensione da parte del Comune in conse-guenza dei Provvedimenti governativi sul “Covid-19”. In-fatti, avuto riguardo anche ai Regolamenti dei servizi e alle disposizioni contrattuali, viene in genere prevista la com-misurazione della tariffa ai servizi effettivamente usufrui-ti. Quindi, per esempio, nel caso del Servizio “Refezione scolastica”, non dovranno essere addebitati i corrispettivi per i pasti non fruiti, mentre per il Servizio “Asilo nido” la riduzione della tariffa mensile dovrà essere proporzionata ai giorni di sospensione del Servizio stesso nel medesimo periodo.In relazione a questa fattispecie, contrattuale l’Ente Loca-le risulterà avere minori entrate da corrispettivi ma anche minori uscite correlate al mancato pagamento dei corri-spettivi dei servizi sospesi prodotti dall’operatore econo-mico privato. Posto che nella maggior parte dei casi i ser-vizi di che trattasi vengono erogati in disavanzo finanziario e sostenuti pro-quota con altre entrate comunali, non si determineranno nella maggior parte dei casi “buchi di bi-lancio” per il Comune. I soggetti incisi risulteranno principalmente gli operatori economici privati (e i loro dipendenti e collaboratori) la cui attività viene sospesa, per l’impossibilità di fatturare i ser-vizi e quindi di ricavare il previsto margine economico, e per la necessità contestuale di dover sostenere almeno alcuni costi fissi.I Provvedimenti governativi in cantiere di sostegno all’eco-nomia, con riferimento alla fattispecie in parola, dovrebbe-ro essere finalizzati a sostenere il reddito degli operatori economici privati.Contratti di concessione per la fornitura agli utenti di servizi oggetto1 di sospensione obbligatoriaMolti servizi comunali oggetto di sospensione obbligatoria sono svolti da privati in concessione annuale o plurienna-le: gestione Impianti sportivi, gestione di Musei, gestione di Teatri, ecc..Come i contratti di appalto, anche le concessioni sono af-

fidate ai sensi del Dlgs. n. 50/2016 (“Codice dei contratti pubblici”), e possono essere sospese ai sensi dell’art. 107 del Dlgs. n. 50/2016 con verbale del Rup.Le tariffe per i servizi forniti dal Concessionario, come per i servizi gestiti in appalto, non saranno dovute dagli utenti con riguardo ai servizi non usufruiti a seguito di sospen-sione in conseguenza dei Provvedimenti governativi sul “Covid-19”. Trattandosi di “servizi a rilevanza economica” per i qua-li, in sede di gara per l’affidamento, sono stati definiti un Piano economico-finanziario in equilibrio e i relativi para-metri base di riferimento, nel caso di sospensione obbli-gatoria del servizio, in mancanza temporanea dei ricavi da vendita dei servizi resi al mercato, si viene a creare un disequilibrio che occorrerà necessariamente riequilibrare. Infatti, l’art. 165 del “Codice dei Contratti” prevede che, al verificarsi di fatti non riconducibili al Concessionario (eso-geni alla concessione) che incidono sull’equilibrio del Pef, occorre valutare la sua revisione da attuare mediante la rideterminazione delle condizioni di equilibrio.Le variabili che permettono il riequilibrio del Pef posso-no essere: il prolungamento della concessione, l’adegua-mento al ribasso del canone di concessione, l’incremento futuro delle tariffe, o altre soluzioni (riduzione del servizio, contributi aggiuntivi periodici del Comune, ecc.).In relazione a questa fattispecie contrattuale è l’Ente Lo-cale che subisce necessariamente l’onere del riequilibrio nel tempo: onere economico (minor canone attivo, mag-giori contributi in c/prezzo di concessione) e/o “onere po-litico” (riduzione dei servizi o maggiori tariffe); pertanto, il Comune avrà minori entrate di competenza a causa del-la riduzione del canone periodico di concessione o avrà maggiori spese per il riconoscimento al Concessionario di un contributo in conto prezzo superiore a quello predeter-minato in sede di gara, le quali determinerebbero un “buco di bilancio” per il Comune da coprire/salvaguardare. Il soggetto inciso risulterà essere l’Ente Locale per gli eventuali oneri connessi al riequilibrio del Pef e, pertanto, i Provvedimenti governativi in cantiere di sostegno all’Eco-nomia nel presente caso dovrebbero essere finalizzati a sostenere gli equilibri correnti di bilancio degli Enti Locali.Contratti di concessione per la fornitura di servizi non oggetto di sospensione obbligatoria ma solo a ridu-zione con mancanza di utentiAlcune tipologie di servizi pubblici comunali sono svolti da

1 Concessione di servizi: contratto a titolo oneroso stipulato per iscritto in virtu’ del quale una o più stazioni appaltanti affidano a uno o più operatori economici la fornitura e la gestione di servizi diversi dall’esecuzione di lavori riconoscendo a titolo di corrispettivo unicamente il diritto di gestire i servizi oggetto del contratto o tale diritto accompagnato da un prezzo, con assunzione in capo al concessionario del rischio operativo legato alla gestione dei servizi.

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privati che sottoscrivono contratti di concessione annuale o pluriennale che non sono stati oggetto di sospensione ma per i quali i Provvedimenti governativi di drastica ri-duzione degli spostamenti e di chiusura degli esercizi commerciali e turistico-culturali stanno determinando una rilevantissima contrazione dei ricavi; ne sono esempi il “Trasporto pubblico” cittadino interessato da un drastico calo dei biglietti venduti e i “Parcheggi pubblici a paga-mento” che subiscono il rilevantissimo calo degli sposta-menti locali e turistici.Per tali servizi, conseguentemente, con verbale del Di-rettore dell’esecuzione del contratto o del Rup, si potreb-be procedere alla riduzione parziale del contratto e delle obbligazioni ad esso inerenti e conseguenti (ad esempio, riduzione del numero delle corse dei bus, riduzione delle frequenza di passaggio dei bus, ecc.) con il fine di mi-nimizzare il disequilibrio del Piano economico-finanziario della concessione che occorrerà necessariamente riequi-librare, come già illustrato nel paragrafo precedente (an-che per questa fattispecie valgono le considerazioni re-lative al soggetto inciso e al soggetto eventualmente da indennizzare di cui al paragrafo precedente). Tale decisione di procedere alla riduzione dei servizi dovrà avvenire previa analisi concreta della situazione e auspi-cabilmente in accordo con il concessionario.Contratti di project financing In taluni casi, quando principalmente i servizi da gestire in concessione vengono preceduti dalla realizzazione di opere finalizzate ai servizi stessi con oneri a carico pri-vato, detti servizi possono essere svolti nell’ambito di un contratto costruzione e gestione di servizi o di project fi-nancing.

Per tale tipologia di contratti valgono le considerazioni in-dicate ai 2 precedenti paragrafi.Contratti di servizio con partecipataQuanto sopra illustrato trova applicazione anche con ri-guardo delle Aziende speciali o alle Società controllate/partecipate affidatarie “in house” da parte dell’Ente dei servizi interessati direttamente o indirettamente dai Prov-vedimenti governativi di contenimento e per la gestione dell’emergenza da “Covid-19”.Per essi occorrerà tener conto, sia del rapporto a monte con il Comune (contratto di servizio) che l’eventuale rap-porto a valle con i fornitori di servizi in appalto. Nel primo caso, pur non essendoci un contratto di appalto ma un contratto di servizio, occorre fare riferimento alle norme del Codice civile; in particolare, si deve risalire all’art. 1256 del Cc. per la parte disciplinante l’impossibilità temporanea (estinzione temporanea dell’obbligazione per causa non imputabile al debitore) e conseguentemente all’art. 1463 del Cc., per cui la parte liberata per soprav-venuta impossibilità della prestazione non può chiedere la controprestazione.Naturalmente, anche nel caso in cui il contratto di servi-zio non regoli situazioni di forza maggiore come quella in commento, occorrerà quanto prima possibile definire fra l’Ente Locale di riferimento e la Società partecipata (o Azienda speciale) le modalità operative e i provvedimenti che consentiranno (di mantenere/riequilibrare) il persegui-mento dell’obiettivo di equilibrio economico (e finanziario) dell’Organismo partecipato.Con riguardo al rapporto a valle si richiama quanto sopra indicato per i contratti di appalto.

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della Dott.ssa Alessia Rinaldi - Consulente di Enti Pubblici, Enti Locali e Amministrazioni pubbliche, Pubblicista 

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Decreto “Cura Italia”per i contratti pubblici dubbi e certezze

Per quanto riguarda la specifica problematica della sorte dei contratti di appalto durante il periodo di emergenza epidemiologica da “Covid-19”, abbiamo già avuto modo di approfondire su questa stessa Rivista.Di seguito intendiamo ritornare sull’argomento, concen-trandoci sui prevedibili effetti delle nuove norme potenzial-mente producibili sui “Servizi educativi ed attività socio-assistenziali nei centri diurni”.Servizi educativi ed attività socio-assistenziali nei centri diurniOccorre ricordare che i contratti di appalto e di concessio-ne affidati ai sensi del Dlgs. n. 50/2016 (“Codice dei Con-tratti pubblici”) possono essere sospesi ai sensi dell’art. 107 dello stesso “Codice”. Tale disposizione, prevista per i lavori, si applica anche ai contratti di servizi e forniture, in quanto compatibili (comma 7).Ai fini dell’applicabilità della norma, devono ricorrere le ipotesi ivi previste: - circostanze speciali che impediscono in via temporanea che i lavori/servizi/forniture procedano utilmente a rego-la d’arte e che non siano prevedibili al momento della stipulazione del contratto (comma 1) oppure

- ragioni di necessità o di pubblico interesse (comma 2).Qualora la sospensione duri per un periodo di tempo su-periore ad 1/4 della durata complessiva prevista per l’ese-cuzione dei lavori stessi (ma anche di servizi e forniture), o comunque quando superi 6 mesi complessivi, l’esecutore può chiedere la risoluzione del contratto senza indennità; se la stazione appaltante si oppone, l’esecutore ha diritto alla rifusione dei maggiori oneri derivanti dal prolunga-mento della sospensione oltre i termini suddetti. Nessun indennizzo è dovuto all’esecutore negli altri casi. Nel caso dell’emergenza sanitaria da “Covid-19”, sono configurabili, sia le circostanze speciali che impediscono in via temporanea l’esecuzione del contratto, che le ragio-ni di pubblico interesse.E’ tuttavia necessario un atto che disponga la sospensio-ne del contratto, come previsto espressamente dallo stes-so art. 107 e dall’art. 23 del Decreto del Ministero delle

Infrastrutture e dei Trasporti n. 49/2018.Serve quindi un verbale del Rup o del Direttore dell’ese-cuzione del contratto, qualora individuato in un soggetto diverso, nel quale siano specificati: - le ragioni che hanno determinato l’interruzione dei la-vori, servizi o forniture (identificabili appunto nell’emer-genza epidemiologica da “Covid-19”e nei provvedimenti inerenti e conseguenti);

- lo stato di avanzamento del contratto e quindi le presta-zioni già effettuate;

- le eventuali cautele adottate affinché alla ripresa le opere/i servizi/le forniture possano essere continuate ed ultimate senza eccessivi oneri;

- la consistenza della forza lavoro e dei mezzi d’opera esistenti in cantiere al momento della sospensione (con particolare riferimento ai lavori).

Il comma 3 dell’art. 107 prevede poi che, cessate le cause della sospensione, il Rup disponga la ripresa dell’esecu-zione e indichi “il nuovo termine contrattuale”.Analogamente ai sensi dell’art. 23, comma 3, del Dm. n. 49/2018, “non appena siano venute a cessare le cause della sospensione, il Direttore dell’esecuzione lo comuni-ca al Rup affinché quest’ultimo disponga la ripresa dell’e-secuzione e indichi il nuovo termine contrattuale”.Dal combinato disposto delle norme indicate sembra emergere la possibilità, in ogni caso, di prevedere un nuo-vo termine contrattuale rispetto a quello originariamente previsto, correlato al periodo di sospensione del contratto.Con riferimento ai contratti di appalto ad esecuzione pe-riodica e continuativa occorre tuttavia verificare, caso per caso, le effettive modalità di svolgimento del servizio e l’u-tilità della proroga in questione; si potrà pertanto: - procedere, correlativamente al periodo di sospensione, con la proroga del contratto stesso;

- non procedere alla proroga in quanto non consentita dal-la natura del servizio. È il caso, ad esempio, del Servizio psicologico nella Scuola dell’infanzia, dove non risulte-rebbe ragionevole prorogare il servizio nei primi mesi dell’Anno scolastico successivo. Al contrario, i contratti

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che disciplinano i Servizi scolastici (in quanto correlati al calendario scolastico) normalmente prevedono che nei casi di forza maggiore non si darà luogo al prolunga-mento del contratto.

Considerato che nei “servizi a domanda individuale” viene prevista la commisurazione della tariffa ai servizi effettiva-mente usufruiti, in caso di sospensione dovuta ai Provve-dimenti governativi sul “Covid-19”, le tariffe non saranno dovute dagli utenti con riguardo ai servizi non usufruiti.Una problematica particolare si pone con riferimento ai Servizi educativi e scolastici ed alle attività socio-sanitarie e socio-assistenziali nei Centri diurni per anziani e per persone con disabilità. Infatti, l’art. 48 del Dl. n. 18/2020 (cd. “Cura Italia”) ha stabilito che, durante la sospensione di tali attività dovuta all’emergenza epidemiologica in atto, le Pubbliche Amministrazioni possono fornire, avvalendo-si del personale disponibile, già impiegato in tali servizi, di-pendente da soggetti privati che operano in convenzione, concessione o appalto: - prestazioni in forme individuali domiciliari o - prestazioni a distanza oppure - prestazioni rese nel rispetto delle direttive sanitarie negli stessi luoghi ove si svolgono normalmente i servizi sen-za ricreare aggregazione.

Tali servizi si possono svolgere secondo priorità individua-te dall’Amministrazione competente, tramite co-progetta-zione con gli Enti gestori, impiegando i medesimi operatori ed i fondi ordinari destinati a tale finalità, anche in deroga a eventuali clausole contrattuali, convenzionali, conces-sorie.Con specifico riferimento al pagamento dei servizi, la nor-ma prevede che le prestazioni convertite in altra forma, previo accordo tra le parti secondo quanto sopra previ-sto, siano retribuite ai gestori con quota parte dell’importo dovuto per l’erogazione del servizio, secondo le modalità attuate precedentemente alla sospensione e subordina-tamente alla verifica dell’effettivo svolgimento dei servizi.Sin qui nulla quaestio.Maggiori dubbi nascono invece con riferimento alla secon-da parte della disposizione, laddove prevede che possa essere corrisposta una ulteriore quota che, sommata alla precedente, dia luogo, in favore dei soggetti cui è affidato il Servizio, “ad una corresponsione complessiva di entità pari all’importo già previsto, al netto delle eventuali minori entrate connesse alla diversa modalità di effettuazione del servizio stesso”.È possibile dunque procedere al pagamento dei servizi sospesi e non convertiti in altre prestazioni ?Sembrerebbe di sì, “previa verifica dell’effettivo mante-nimento, ad esclusiva cura degli affidatari di tali attività,

delle strutture attualmente interdette, tramite il personale a ciò preposto, fermo restando che le stesse dovranno risultare immediatamente disponibili e in regola con tutte le disposizioni vigenti, con particolare riferimento a quel-le emanate ai fini del contenimento del contagio da ‘Co-vid-19’, all’atto della ripresa della normale attività”.In questi casi dunque si verifica una impossibilità parzia-le di svolgimento del Servizio, considerato che una parte delle prestazioni potranno essere riconvertite in altri ser-vizi analoghi.L’art. 107, comma 4, del Dlgs. n. 50/2016, disciplina pro-prio l’ipotesi della sospensione del contratto “per cause imprevedibili o di forza maggiore” che impediscano “par-zialmente il regolare svolgimento dei lavori (ndr. dei servizi e delle forniture)”. Anche in questo caso è previsto un ver-bale del Rup o del Direttore dell’esecuzione del contratto nel quale viene dato atto dell’impossibilità parziale delle prestazioni.Nel caso dei Servizi educativi e scolastici e delle attività socio-sanitarie e socio-assistenziali svolte nei Centri diur-ni per anziani e per persone con disabilità, l’impossibilità parziale di svolgere i servizi nelle strutture viene compen-sata dall’attività di mantenimento delle strutture stesse durante l’emergenza epidemiologica. In tal senso sembra esprimersi anche la Relazione illustrativa del Decreto in esame, la quale espressamente prevede che “la corre-sponsione della restante quota è subordinata alla verifica del mantenimento delle strutture attualmente interdette”.Sarà dunque possibile che le Pubbliche Amministrazioni procedano al pagamento delle prestazioni in oggetto non convertite in altra forma, purché:1. al netto delle eventuali minori entrate connesse alla di-

versa modalità di effettuazione del Servizio stesso;2. sia verificato il mantenimento delle strutture attualmen-

te interdette, in modo tale che le medesime risultino immediatamente disponibili ed in regola con le disposi-zioni emanate ai fini del contenimento del contagio da “Covid-19” all’atto della ripresa della normale attività.

La norma aggiunge infine che i pagamenti delle 2 quote comportano la cessazione dei trattamenti del “Fondo di integrazione salariale” e di Cassa integrazione in deroga laddove riconosciuti per la sospensione dei Servizi educa-tivi per l’infanzia, dei Servizi degli educatori nella Scuola primaria o dei Servizi socio-sanitari e socio-assistenziali resi in Convenzione.In linea generale, sarebbe auspicabile un intervento chia-rificatore da parte dell’Autorità nazionale Anticorruzione (Anac), al fine di uniformare i comportamenti degli Enti in materia di contratti pubblici ed aiutare le Imprese aggiudi-catarie nelle conseguenti decisioni in ordine alla prosecu-

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zione o meno delle attività in essere.Durc L’art. 62 del Decreto “Cura Italia” ha previsto una sospen-sione dei versamenti da autoliquidazione che scadono nel periodo compreso tra l’8 marzo 2020 e il 31 marzo 2020, relativi ai contributi previdenziali e assistenziali, per i sog-getti esercenti attività d’impresa, arte o professione che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede opera-tiva in Italia, con ricavi o compensi non superiori a Euro 2 milioni periodo di imposta precedente a quello in corso alla data del 17 marzo 2020.Tutti i versamenti sospesi di cui sopra sono effettuati, sen-za applicazione di sanzioni ed interessi entro il 31 maggio 2020 in un’unica soluzione o mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di maggio 2020.Il dubbio per le stazioni appaltanti è se le Imprese ag-giudicatarie di appalti pubblici che si sono avvalse delle sospensioni di cui all’art. 62 del Dl. n. 18/2020 possano autocertificare tale situazione. Infatti, qualora si siano av-valse di detta facoltà, le verifiche sul Durc potrebbero dare esito negativo, con le conseguenze che questo comporta in materia di affidamento di contratti pubblici e pagamento degli stati di avanzamento dei medesimi e/o delle liquida-zioni finali.La soluzione al problema è data dall’art. 103, comma 2, del Dl. “Cura Italia”, in base al quale “tutti i certificati, atte-stati, permessi, concessioni, autorizzazioni e atti abilitativi comunque denominati, in scadenza tra il 31 gennaio e il 15 aprile 2020, conservano la loro validità fino al 15 giu-gno 2020”.La conferma arriva dall’Inps il quale, con Messaggio inse-rito nel Portale “Durc on line”, ha chiarito che i documenti attestanti la regolarità contributiva che riportano nel cam-po “scadenza validità” una data compresa tra il 31 gen-naio 2020 ed il 15 aprile 2020, conservano la loro validità fino al 15 giugno 2020. L’Istituto previdenziale ha poi ag-giunto che, “nel caso di nuova richiesta di verifica di rego-larità contributiva, gli utenti dovranno utilizzare la funzione di ‘Richiesta regolarità’ che consente la memorizzazione dei dati del richiedente utilizzabili dall’Inps per eventuali comunicazioni relative alla richiesta. La funzione di ‘Con-

sultazione’, viceversa, non registra alcuna informazione di dettaglio del richiedente”.Esecuzione in via d’urgenza ed anticipazione del prez-zoIl Decreto “Cura Italia” prevede l’esecuzione del contratto in via d’urgenza, in deroga ai termini di cui all’art. 32 del Dlgs. n. 50/2016, soltanto per l’acquisto di beni e servizi informatici, al fine di dare ulteriore impulso al processo di digitalizzazione che si sta rilevando strategico per contri-buire a superare le difficoltà dell’emergenza epidemiologi-ca (art. 75 del Dl. n. 18/2020).In tali ipotesi è prevista altresì una ulteriore semplifica-zione: le stazioni appaltanti potranno stipulare il contratto previa acquisizione di una autocertificazione dell’operato-re economico aggiudicatario attestante: - il possesso dei requisiti generali, finanziari e tecnici; - la regolarità del Durc; - l’assenza di motivi di esclusione secondo segnalazioni rilevabili dal Casellario Informatico di Anac.

Non saranno necessarie così le preventive verifiche dei requisiti di ordine generale (di cui all’art. 80 del “Codice”) e speciale eventualmente richiesti, ma sarà sufficiente l’au-tocertificazione avente i contenuti sopra indicati. Laddove necessaria per importo, dovrà essere invece svolta la ve-rifica del rispetto delle prescrizioni Antimafia di cui al Dlgs. n. 159/2011. L’esecuzione del contratto in via d’urgenza pertanto ri-mane possibile nelle ipotesi previste dall’art. 32, comma 8, del “Codice”, e quindi “esclusivamente nelle ipotesi di eventi oggettivamente imprevedibili, per ovviare a situa-zioni di pericolo per persone, animali o cose, ovvero per l’igiene e la salute pubblica, ovvero per il patrimonio sto-rico, artistico, culturale ovvero nei casi in cui la manca-ta esecuzione immediata della prestazione dedotta nella gara determinerebbe un grave danno all’interesse pubbli-co che è destinata a soddisfare, ivi compresa la perdita di finanziamenti comunitari”.La novità consiste nel fatto che anche in tali ipotesi, ai sensi dell’art. 91 del Dl. “Cura Italia”, sarà possibile eroga-re l’anticipazione del prezzo di cui all’art. 35, comma, 18 del Dlgs. n. 50/2016, che ricordiamo si applica non solo ai lavori ma anche ai servizi ed alle forniture.

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del Dott. Alessandro Maestrelli - Dottore commercialista e Revisore legale, Esperto in materie economiche e giuridiche di Enti Locali

Decreto “Cura-Italia”analisi delle principali disposizioni che impattano sulla gestione e riscossione delle entrate

Con la G.U. - Serie generale n. 70 del 17 marzo 2020, è stato pubblicato il Decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, avente ad oggetto “Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiolo-gica da Covid-19”.La disposizione in analisi, adottata nel pieno della contin-gente emergenza epidemiologica da “Covid-19”, ha come obiettivo l’adozione di misure straordinarie per regolamen-tare l’attività della Pubblica Amministrazione e del Settore privato, compatibilmente con le norme di contenimento del contagio adottate ai fini sanitari.L’obiettivo del presente lavoro è quello di soffermarsi sul-le disposizioni di natura tributaria che vanno ad impattare sulla gestione degli “Uffici Entrate” degli Enti impositori.Analizziamo e commentiamo di seguito gli articoli di inte-resse.Disposizioni in materia di dichiarazioni e versamentiArt. 60 (Rimessione in termini per i versamenti) La norma ha prorogato a venerdì 20 marzo 2020 tutti i versamenti nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni, inclusi quelli relativi ai contributi previdenziali ed assisten-ziali ed ai premi per l’assicurazione obbligatoria, in sca-denza lo scorso lunedì 16 marzo 2020. La disposizione, avente portata limitata per quanto riguar-da gli Enti Locali (dal punto di vista delle entrate ovvia-mente) ha effetto solo nel caso in cui fosse stata disposta per via regolamentare una scadenza di versamento per il 16 marzo 2020. In sostanza, quindi, la norma in analisi as-sume valore solo per i termini di versamento non previsti normativamente ed esclusivamente per gli Enti che hanno disposto per via regolamentare un termine di versamento per il 16 marzo 2020.Art. 62 (Sospensione dei termini degli adempimenti e dei versamenti fiscali e contributivi) Anche la disposizione in commento ha un impatto pres-soché nullo sulla gestione delle entrate comunali, posto

che introduce la sospensione degli adempimenti tributari diversi dai versamenti e diversi dall’effettuazione delle ri-tenute alla fonte e delle trattenute relative all’Addizionale regionale e comunale, che scadono nel periodo compreso tra l’8 marzo 2020 e il 31 maggio 2020. L’art. 62 in commento rileva essenzialmente nei confronti degli obblighi dichiarativi ed interessa quei Comuni che hanno previsto termini dichiarativi Tari non fissi al 30 giu-gno dell’anno successivo ma decorrenti dalla data di inizio occupazione o di variazione/cessazione, come ritenuto ammissibile dalla Risoluzione Mef 6 agosto 2019, n. 2/Df. Per i termini scadenti in data antecedente l’8 marzo 2020 non vi è una remissione in termini; per tale motivo, nel caso di presentazione della Dichiarazione in data succes-siva, il contribuente è passibile di sanzioni tributarie per l’inadempimento all’obbligo diverso dal versamento.Gli adempimenti sospesi sono invece effettuati entro il 30 giugno 2020 senza applicazione di sanzioni.Disposizioni in materia di accertamento e riscossione delle entrateArt. 67 (Sospensione dei termini relativi all’attività degli uf-fici degli Enti impositori) L’art. 67 in commento introduce la sospensione dall’8 mar-zo al 31 maggio 2020 dei termini relativi alle attività di li-quidazione, di controllo, di accertamento, di riscossione e di contenzioso, effettuate dagli Enti impositori.Per prima cosa, non è di secondario rilievo andare ad inquadrare quali sono le attività che rientrano nella defi-nizione sopra menzionata. Dall’analisi del dato letterale sembrano rientrare tutti i termini connessi alle attività di liquidazione, controllo, riscossione, anche coattiva, e con-tenzioso.Anche la dizione “riscossione” è di per sé vaga, posto che dal punto di vista teorico potrebbe arrivare anche a com-prendere la riscossione delle entrate versate sulla base dei modelli trasmessi dagli Enti impositori, come ad esem-pio la Tari. Una interpretazione così estensiva al momento

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non è avallata dal dettato normativo, posto che l’art. 61, del Dl. n. 18/2020, in materia di sospensione dei versa-menti delle ritenute alla fonte, dell’Iva e dei contributi pre-videnziali e assistenziali, non avrebbe senso di esistere sulla base di una lettura “allargata” della disposizione. A favore dell’interpretazione restrittiva depone anche il fat-to che non è stato previsto un termine entro il quale ef-fettuare i versamenti sospesi, anche se però in tal caso verrebbe in soccorso la disposizione generale dell’art. 12 del Dlgs. n. 159/2015 (richiamato dall’ultimo comma dell’art. 67), il quale prevede che, nel caso di sospensione dei versamenti per eventi eccezionali, “in deroga alle di-sposizioni dell’art. 3, comma 3, della Legge n. 212/2000. Salvo diverse disposizioni, i versamenti sospesi sono ef-fettuati entro il mese successivo al termine del periodo di sospensione”. L’eventuale interpretazione estensiva della locuzione “riscossione” coinvolgerebbe in prima istanza la Tari, ovvero un prelievo direttamente correlato all’eroga-zione di un “servizio essenziale”, come la gestione del “Ci-clo di raccolta e gestione dei rifiuti urbani”, che dovrebbe comunque essere finanziato. Uno scenario in cui i versa-menti Tari fossero sospesi per legge comporterebbe non irrilevanti problemi di liquidità, specie per quei Comuni che sono in una situazione di anticipazione di Tesoreria. Sul punto quindi è necessario che il Legislatore intervenga in sede di conversione tenendo conto di una duplice esigen-za: i) la tutela del sistema produttivo; ii) la continuità del “Servizio di raccolta e gestione dei rifiuti”, il quale ha un notevole impatto anche sul profilo della Salute pubblica.Il testo dell’art. 67 deve essere necessariamente coordi-nato con l’art. 68, cha analizzeremo di seguito, e con l’art. 83, in materia di sospensione dei termini giudiziali.Per quanto riguarda l’art. 68, rinviamo l’analisi comparata in sede di analisi delle disposizioni ivi contenute, mentre ci soffermiamo sulla perimetrazione delle attività di accerta-mento e contenzioso.Con riguardo alle attività di accertamento, a parere di chi scrive non deve essere fatto riferimento alla mera attività di liquidazione del dovuto o di confronto tra quanto dichia-rato e quanto doveva essere dichiarato, ma si fa richiamo al procedimento di accertamento del credito tributario in generale, ivi ricompresi anche gli istituti deflattivi diretta-mente connessi al procedimento di accertamento, come l’accertamento con adesione. Sul punto però il Legislatore tace, lasciando nel dubbio gli Enti che hanno in corso tale procedura. Per disciplinare tale procedimento è opportuno fare riferimento al contenuto dell’art. 83, il quale prevede la sospensione dei termini giudiziali, che verrà puntualmente analizzato nel prosieguo del presente lavoro. Per quanto qui interessa, si ritiene che, visto che il procedimento di

accertamento con adesione comporta una sospensione del termine per l’impugnazione ai sensi dell’art. 6, comma 3, del Dlgs. n. 218/1997, prudenzialmente si ritiene appli-cabile la sospensione fino al 15 aprile prevista dal citato 83 in materia di termini giudiziali. Atteso che quanto sopra riportato è una deduzione logica di una norma scritta con un ovvio e rilevante tratto di estemporaneità, si ritiene op-portuno un chiarimento da parte del Legislatore in sede di conversione del Decreto. E’ doveroso precisare che la disposizione può anche es-sere letta in un altro modo, ovvero partendo dal fatto che l’accertamento con adesione è un procedimento che si concretizza prima della fase contenziosa, benché com-porti comunque una sospensione di 90 giorni del termine dell’impugnazione, sia comunque incardinabile all’interno della fase amministrativa dell’accertamento, posto che, in tale fase, il ricorso non è ancora stato notificato alla con-troparte. Seguendo questo ragionamento, arriviamo a 2 considera-zioni distinte: - che i termini risultano sospesi dall’8 marzo al 31 maggio 2020;

- che i termini risultano sospesi dal 24 febbraio al 15 apri-le 2020 per effetto dell’art. 103 in materia di sospensio-ne dei procedimenti amministrativi.

Entrambe le sopra menzionate soluzioni non si ritengono percorribili poiché si considera che il termine entro il quale deve compiersi l’accertamento con adesione è equipara-to ai termini giudiziali per la proposizione del ricorso, vi-sto che, ai sensi dell’art. 7-quater, comma 18, del Dl. n. 193/2016, i termini di sospensione relativi alla procedura di accertamento con adesione si intendono cumulabili con il periodo di sospensione feriale dell’attività giurisdiziona-le.Per quanto concerne le attività di contenzioso, tali dispo-sizioni devono essere lette in coordinamento con l’art. 83. Quest’ultimo sospende esclusivamente i termini per l’introduzione del giudizio di primo grado e per il procedi-mento di “reclamo e mediazione” di cui all’art. 17-bis del Dlgs. n. 546/1992, senza esprimersi sulle attività inerenti i giudizi di secondo grado e del grado di Cassazione. Si arriverebbe al paradosso secondo il quale, nel caso in cui nel periodo di sospensione delle attività scada un termine per impugnare una Sentenza sfavorevole all’Ente impo-sitore, quest’ultimo debba subìre gli effetti di un giudicato contrario. Sul punto verrà fatto apposito approfondimento in sede di analisi delle disposizioni dell’art. 83.La disposizione introduce però anche altre sospensioni, di seguito elencate: - sospensione dei termini per fornire risposta alle Istanze

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di Interpello; - sospensione dei termini per rendere risposte a seguito della presentazione della documentazione integrativa;

- sospensione dei termini per la regolarizzazione delle Istanze di Interpello.

Le Istanze di Interpello che sono eventualmente presen-tate nel periodo di sospensione non sono nulle, ma si considerano regolarmente presentate ed i termini per la risposta e per la regolazione delle Istanze iniziano a de-correre dal primo giorno del mese successivo al termine del periodo di sospensione.Durante il periodo di sospensione, le Istanze possono essere presentate esclusivamente per via telematica, at-traverso l’impiego della Pec oppure alla mail istituzionale dell’Ente. A tali conclusioni si giunge per applicazione ana-logica di quanto previsto dal Legislatore in via specifica per l’Agenzia delle Entrate.La norma prevede anche la sospensione, per l’Agenzia delle Entrate, delle attività non aventi carattere di indifferi-bilità ed urgenza, quali le risposte alle Istanze, formulate ai sensi degli artt. 492-bis del Cpc. relative ai pignoramenti posti in essere dagli Ufficiali giudiziari, di richiesta di ac-cesso alla banca-dati dell’Anagrafe tributaria, compreso l’Archivio dei rapporti finanziari, autorizzate dai Presidenti, oppure dai Giudici delegati, nonché le risposte alle richie-ste di accesso agli atti e documenti amministrativi formu-late ai sensi dell’art. 5 del Dlgs. n. 33/2013.Ultima, ma non di importanza, è la disposizione che pre-vede il rinvio dei termini di prescrizione e di decadenza dei Tributi. Nel dettaglio, l’ultimo comma dell’art. 67 del Dl. n. 18/2020, ha previsto che, “con riferimento ai termini di pre-scrizione e decadenza relativi all’attività degli Uffici degli Enti impositori si applica, anche in deroga alle disposizioni dell’art. 3, comma 3, della Legge 27 luglio 2000, n. 212, l’art. 12 del Dlgs. 24 settembre 2015, n. 159”. Andando per gradi di analisi, l’art. 3, comma 3, della Legge n. 212/2000 (“Statuto dei diritti del contribuente”), dispone che “i ter-mini di prescrizione e di decadenza per gli accertamenti di imposta non possono essere prorogati”. Ora, prenden-do le mosse dal fatto che lo “Statuto dei diritti del contri-buente” non ha rango di norma costituzionale ma funge esclusivamente da criterio guida per l’interpretazione delle norme tributarie (ex multis Sentenze Corte di Cassazione nn. 28571/2017, 696/2015, 4815/2014 e Ordinanza Corte di Cassazione n. 232/2013), il Legislatore ha operato una deroga espressa, facendo rinvio alla disciplina sulla pre-scrizione e decadenza contenuta nell’art. 12 del Dlgs. n. 159/2015.L’art. 12 del Dlgs. n. 159/2015, prevede le norme appli-cabili in caso di sospensione dei termini per eventi ecce-

zionali. Nel dettaglio, il comma 2 sancisce che “i termini di prescrizione e decadenza relativi all’attività degli Uffici degli Enti impositori, degli Enti previdenziali e assistenziali e degli Agenti della riscossione aventi sede nei territori dei Comuni colpiti dagli eventi eccezionali, ovvero aventi sede nei territori di Comuni diversi ma riguardanti debitori aventi domicilio fiscale o sede operativa nei territori di Comuni colpiti da eventi eccezionali e per i quali è stata disposta la sospensione degli adempimenti e dei versamenti tributari, che scadono entro il 31 dicembre dell’anno o degli anni durante i quali si verifica la sospensione, sono proroga-ti, in deroga alle disposizioni dell’art. 3, comma 3, della Legge n. 212/2000, fino al 31 dicembre del secondo anno successivo alla fine del periodo di sospensione”. La norma menzionata ha quindi portata generale, visto lo stato di emergenza nel quale versa il nostro Paese. Sul piano applicativo, la proroga della prescrizione e della decadenza sembrerebbe applicarsi esclusivamente alle entrate di natura tributaria, posto che l’art. 12, del Dlgs. n. 159/2015, si occupa della gestione della sospensio-ne degli adempimenti tributari. Per cui è legittimo porsi il dubbio in merito all’applicabilità della proroga del termine di prescrizione e di decadenza delle entrate patrimoniali, specie con riferimento alle varianti patrimoniali di entrate tributarie (come il Cosap), che al momento sembra non essere possibile.Sul punto sarebbe auspicabile però un intervento in sede di conversione, dato che quanto sopra detto con riferi-mento al Cosap collide con il comma 1 dell’art. 67, che sospende l’attività di controllo e di accertamento degli Enti impositori, creando il paradosso secondo cui nel periodo di sospensione l’Ufficio dell’Ente impositore non può atti-varsi per l’accertamento, il controllo e la riscossione, ma i termini prescrizionali continuano comunque a decorrere.Art. 68 (Sospensione dei termini di versamento dei carichi affidati all’Agente della riscossione)L’art. 68 si occupa della sospensione dei termini di ver-samenti relativi alla fase di riscossione coattiva del cre-dito. Nel dettaglio, si dispone, con riferimento alle entrate tributarie e non tributarie, la sospensione dei termini dei versamenti scadenti nel periodo dall’8 marzo al 31 mag-gio 2020, derivanti da cartelle di pagamento emesse dagli Agenti della riscossione, nonché dagli avvisi di accerta-mento emessi dall’Agenzia delle Entrate e dagli avvisi di addebito emessi dagli Enti previdenziali per il recupero delle somme di propria competenza. I versamenti oggetto di sospensione devono essere effet-tuati in unica soluzione entro il mese successivo al termi-ne del periodo di sospensione, ovverosia entro il 30 giu-gno 2020.

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Anche per gli atti sopra riportati si applicano le disposizioni dell’art. 12 del Dlgs. n. 159/2015.La predetta sospensione si applica anche alle ingiunzioni di pagamento ed agli accertamenti esecutivi emessi dagli Enti Locali.Anche in questo caso è stato fatto rifermento, sia per gli atti esecutivi emessi dall’Agente della riscossione, sia per gli atti esecutivi degli Enti territoriali, all’art. 12 del Dlgs. n. 159/2015. Come già analizzato in precedenza, l’art. 12, del Dlgs. n. 159/2015, prevede la proroga dei termini di prescrizione e decadenza scadenti tra la data di inizio del periodo di sospensione (8 marzo) e il 31 dicembre dell’an-no (o degli anni) di sospensione di 2 anni. Per cui, si ritie-ne che i predetti termini, sia decadenziali che prescrizio-nali, per la notifica degli atti esecutivi, siano prorogati fino al 31 dicembre del secondo anno successivo a quello di fine estensione.Sul punto è necessario fare una precisazione. L’art. 12 del Dlgs. n. 159/2015, come sopra già detto, fa solitamen-te richiamo ai versamenti tributari e contributivi; nel caso di specie, invece, l’art. 68 ha fatto rinvio al predetto art. 12 con riferimento alle entrate tributarie e non tributarie, estendendo di fatto la predetta disposizione anche a tutte le entrate non tributarie, come ad esempio le sanzioni per violazioni al “Codice della strada”. Per tali entrate, che rappresentano una voce cospicua di molti bilanci degli Enti territoriali, si arriva alla seguente conclusione: - i termini di notifica dei verbali non risulterebbero sospe-si: a tale conclusione si arriva sulla base del fatto che all’art. 67, quando si è fatto riferimento all’art. 12 del Dlgs. n. 159/2015, relativo alle entrate tributarie, non si è estesa la predetta disposizione anche alle entrate non tributarie. A tale conclusione si arriva anche sulla base del dettato dell’art. 108, in materia di disposizioni urgenti relative al “servizio postale”, all’interno del quale sono previste modalità di notifica “ad hoc” per la notifica dei verbali ai sensi dell’art. 201 del “Codice della strada” e l’estensione del termine di 5 giorni, portato a 30 giorni, per il pagamento in misura ridotta ai sensi dell’art. 202 del “Codice della strada”, che non è soggetto ad alcuna sospensione;

- i termini di notifica degli atti esecutivi relativi ai verbali sono sospesi e il loro termine di prescrizione è prorogato di 2 anni: a tale conclusione si arriva mediante il rinvio operato dall’art. 68 all’art. 12 del Dlgs. n. 159/2015, con riguardo alle entrate di natura tributaria e non tributaria.

Posto che le sanzioni per le violazioni al “Codice della strada” sono atti aventi natura non tributaria, ancorché di diritto pubblico, si ritiene che, alla luce delle dispo-sizioni normative vigenti, possono rientrare anche loro nella proroga dei termini di prescrizione e decadenza. Ovviamente, nel caso in cui il termine di prescrizione sia sopravvenuto prima del periodo di sospensione, quest’ultimo è spirato, atteso che l’art. 12 del Dlgs. n. 159/2015, non opera una remissione in termini. Un ulte-riore elemento che conduce a questa conclusione consi-ste nel differimento di 2 anni delle comunicazioni di ine-sigibilità dei carichi affidati all’Agente della riscossione negli anni 2018-2020, termine scadente, in via ordinaria, al 31 dicembre del terzo anno successivo alla consegna del ruolo1.

Sono differiti al 31 maggio il termine di versamento del-le rate di cui alla “rottamazione-ter” disciplinata dal Dl. n. 119/2018, inizialmente fissato al 28 febbraio, e il termine di versamento degli importi dal cd. “saldo e stralcio” di cui all’art. 1, comma 190, della Legge n. 145/2018, fissato al 31 marzo.Le comunicazioni di inesigibilità relative alle quote affida-te agli Agenti della riscossione nell’anno 2018, nell’anno 2019 e nell’anno 2020 sono presentate, rispettivamente, entro il 31 dicembre 2023, entro il 31 dicembre 2024 e entro il 31 dicembre 2025.La norma si esprime solo in merito ai versamenti derivanti da cartelle di pagamento e accertamenti esecutivi, mentre nulla dispone in merito ai pagamenti rateali e alle azioni esecutive. Sulla base del dato letterale, quindi, i versa-menti derivanti dalle procedure menzionate non si inten-dono sospesi.Sulla corretta perimetrazione della disposizione normati-va analizzata è opportuno che si esprima il Legislatore in sede di conversione.Art. 71 (Menzione per la rinuncia alle sospensioni) Con Decreto Mef sono previste forme di menzione per i contribuenti i quali, non avvalendosi di una o più tra le sospensioni di versamenti previste dal presente Titolo e dall’art. 37, effettuino alcuno dei versamenti sospesi e ne diano comunicazione al Mef.Tale disposizione, sicuramente finalizzata ad incentivare il versamento da parte del contribuente anche in deroga alle sospensioni previste, non ha un quadro applicativo chiaro; infatti, occorrerebbe definire se tale disposizione prevede una menzione fine a sé stessa oppure se sarà connessa a provvedimenti premiali da parte dello stesso Mef.

1 Art. 19, comma 1, del Dlgs. n. 112/1999.

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Disposizioni in materia di contenzioso tributarioArt. 83 (Nuove misure urgenti per contrastare l’emergenza epidemiologica da Covid-19 e contenerne gli effetti in ma-teria di giustizia civile, penale, tributaria e militare) L’art. 83 in analisi prevede delle disposizioni in merito ai procedimenti di natura civile, penale, tributaria e militare.La costruzione dell’art. 83 in questione è particolarmente complessa per quanto riguarda le disposizioni applicabili al Processo tributario. Infatti, la norma statuisce espres-samente solo con riferimento all’introduzione del ricorso di primo grado (termine esclusivamente a carico del con-tribuente) e al termine per l’esperimento della procedura di mediazione di cui all’art. 17-bis del Dlgs. n. 546/1992, prevedendo per entrambi una sospensione dei termini dal 9 marzo 2020 al 15 aprile 2020.Per tutti gli altri termini del Processo tributario si applicano le disposizioni di cui all’art. 83, in quanto compatibili.Andiamo ad analizzare di seguito le disposizioni dell’art. 83, al fine di individuare profili di compatibilità tra le dispo-sizioni cennate e il Processo tributario.L’art. 83 abroga gli artt.1 e 2 del Dl. 8 marzo 2020, n. 11, e detta nuove disposizioni specifiche in materia di giustizia civile, penale, tributaria e militare.Dal 9 marzo 2020 al 15 aprile 2020 le udienze dei procedi-menti civili e penali pendenti presso tutti gli Uffici giudiziari sono rinviate d’ufficio a data successiva al 15 aprile 2020, ad eccezione di alcune controversie elencate al comma 3 (tra le quali figurano, in materia civile, i procedimenti cau-telari aventi ad oggetto la tutela di diritti fondamentali della persona ed in materia penale, i procedimenti di convalida dell’arresto o del fermo).Dal 9 marzo 2020 al 15 aprile 2020 è sospeso il decorso dei termini per il compimento di qualsiasi atto dei proce-dimenti civili e penali. Si intendono pertanto sospesi, per la stessa durata, i termini stabiliti per la fase delle indagini preliminari, per l’adozione di provvedimenti giudiziari e per il deposito della loro motivazione, per la proposizione degli atti introduttivi del giudizio e dei procedimenti esecutivi, per le impugnazioni e, in genere, tutti i termini procedurali. Sul punto non si ravvisano incompatibilità tra la disciplina tributaria e quella del Processo civile per quanto concerne la sospensione dei termini procedurali, soprattutto quelli relativi alle impugnazioni, per cui si ritiene che le predet-te sospensioni sono necessariamente applicabili anche al Processo tributario. A conforto di quanto sopra espresso depone anche la normativa del Processo tributario, la qua-le prevede, all’art. 1, comma 2, del Dlgs. n. 546/1992, che “i Giudici tributari applicano le norme del presente Decreto e, per quanto da esse non disposto e con esse compati-bili, le norme del Codice di procedura civile”, e l’art. 49 del

Dlgs. n. 546/1992, il quale dispone che “alle impugnazioni delle Sentenze delle Commissioni tributarie si applicano le disposizioni del Titolo III, Capo I, del Libro II del Codice di procedura civile, e fatto salvo quanto disposto nel presen-te Decreto”. Tenuto quindi conto che il Processo tributario è incardinato sulle norme del Codice di procedura civile, salvo quanto diversamente disposto, e che per le impu-gnazioni si applicano le disposizioni del predetto Codice quando non diversamente disposto, si ritiene applicabile la sospensione non solo dei termini per l’introduzione del giudizio di primo grado e per l’esperimento della proce-dura di mediazione, ma anche tutte le sospensioni dei termini relativi ai depositi e alle impugnazioni, rendendo di fatto superflua la precisazione operata dal Legislatore all’introduzione del giudizio e alla mediazione.L’art. 68 procede disponendo che, per quanto riguarda il deposito telematico degli atti ed il pagamento del “contri-buto unificato”, il comma 11 prevede che, fino al 30 giugno 2020, negli Uffici che hanno la disponibilità del Servizio di deposito telematico anche gli atti e documenti di cui all’art. 16-bis, comma 1-bis, del Dl. n. 179/2012, convertito dalla Legge n. 221/2012 (“Obbligatorietà del deposito telemati-co degli atti processuali”), sono depositati esclusivamente con le modalità previste dal comma 1 del medesimo arti-colo; gli obblighi di pagamento del “contributo unificato” di cui all’art. 14 del Dpr. n. 115/2002, nonché l’anticipa-zione forfettaria di cui all’art. 30 del medesimo Decreto, connessi al deposito degli atti con le modalità previste dal periodo precedente, sono assolti con sistemi telematici di pagamento anche tramite la Piattaforma tecnologica di cui all’art. 5, comma 2, del Dlgs. n. 82/2005.Le norme sopra riportate sono perfettamente compatibili con il Processo tributario, atteso che: - il Processo tributario telematico è entrato definitivamen-te in vigore per gli atti introduttivi dei giudizi di I e II grado notificati a decorrere dal 1° luglio 2019 ai sensi dell’art. 16, comma 5, del Dl. n. 119/2018;

- sulla Piattaforma del “Sigit” è disponibile la procedura di pagamento del “contributo” tramite la Piattaforma “Pa-goPa”.

Per cui, in sintesi, tutte le disposizioni dell’art. 83 si riten-gono compatibili con il Processo tributario.Appurato il fatto che tutte le disposizioni sopra cennate e riportate nell’art. 83 del Dl. n. 18/2020 sono applicabi-li anche al Processo tributario, è opportuno operare un coordinamento con il sopra menzionato art. 67 del Dl. n. 18/2020.Come sopra detto, sono sospesi fino al 31 maggio 2020 i termini per l’attività di contenzioso da parte degli Uffici impositori. Tale disposizione prevede una sospensione di-

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versa rispetto a quella generale prevista dall’art. 83 del Dl. n. 18/2020. Da un’analisi letterale della norma se ne deduce che, nel caso in cui sia il contribuente a dover im-pugnare, si applica esclusivamente la sospensione fino al 15 aprile 2020 introdotta dall’art. 83, mentre nel caso in cui sia l’Ente impositore a dover procedere all’impugnazione di una Sentenza a lui avversa, il termine per impugnare sarebbe prorogato al 31 maggio 2020. Una siffatta situa-zione avrebbe rilievi paradossali soprattutto nel caso di soccombenza reciproca in primo grado con termini di im-pugnazioni scadenti dal 9 marzo al 15 aprile. Il contribuen-te avrebbe 46 giorni in meno rispetto all’Ufficio impositore per impugnare la Sentenza di prime cure. Ovviamente una lettura squisitamente letterale della disposizione avrebbe dei riflessi di incostituzionalità per violazione del Principio di uguaglianza sancito dall’art. 3 della Costituzione, posto che si garantirebbero 2 termini diversi in base, non a si-tuazioni oggettive, ma alla natura soggettiva della parte.Pertanto, per dare una lettura coordinata alle 2 disposi-zioni sopra menzionate, si ritiene che i termini processuali siano prorogati per entrambe le parti fino al 15 aprile 2020. Anche in questo caso però si arriva a tale analisi secondo un percorso logico-interpretativo e non sulla base di una disposizione di legge espressa. E’ quindi opportuno che il Legislatore provveda, in sede di conversione, a chiarire quest’aspetto e, soprattutto, a precisare cosa rientra all’in-terno del concetto di “contenzioso” di cui all’art. 67, che non sia ricompreso nella disposizione di cui all’art. 83.Art. 103 (Sospensione dei termini nei procedimenti am-ministrativi ed effetti degli atti amministrativi in scadenza) L’art. 103 si occupa di disciplinare, in generale, la sospen-sione dei procedimenti amministrativi.Per quanto trattasi ci soffermiamo sugli effetti che tale nor-ma ha sulla gestione delle entrate locali.Sulla base dell’art. 103 in analisi, i termini ordinatori o pe-rentori, propedeutici, endoprocedimentali, finali ed esecu-tivi, relativi allo svolgimento di procedimenti amministrativi su istanza di parte o d’ufficio, pendenti alla data del 23 febbraio 2020 o iniziati successivamente a tale data, sono sospesi per il periodo compreso tra la medesima data e quella del 15 aprile 2020. Le Pubbliche Amministrazioni adottano ogni misura organizzativa idonea ad assicurare comunque la ragionevole durata e la celere conclusione dei procedimenti, con priorità per quelli da considerare urgenti, anche sulla base di motivate istanze degli inte-ressati. Sono pertanto prorogati o differiti, per il tempo corrispondente, i termini di formazione della volontà con-clusiva dell’Amministrazione nelle forme del silenzio si-gnificativo (silenzio assenso o silenzio diniego) previste dall’ordinamento.

Le principali istanze che deve gestire l’Ufficio consistono nell’esame delle Istanze di annullamento in autotutela e delle Istanze di rimborso ai sensi dell’art. 1, comma 164, della Legge n. 296/2006 (“Legge Finanziaria 2007”).Mentre per le prime non vi sono termini cogenti stabiliti dalla legge, ma eventualmente il Regolamento delle en-trate può prevedere un termine ordinatorio per la risposta da parte dell’Ente - che comunque resta sospeso per ef-fetto dell’art. 103 - per le Istanze di rimborso si ritengono sospesi, sia il termine di 90 giorni decorso il quale il si-lenzio dell’amministrazione è considerato rifiuto, dal quale decorre il termine per l’impugnazione ai sensi degli artt. 19, comma 1, lett. g) e 21, del Dlgs. n. 546/1992, sia il ter-mine di 180 giorni dalla presentazione dell’Istanza entro cui deve essere disposto il rimborso.Disposizioni adozione strumenti regolamentari per la definizione delle tariffe e dei regolamentiArt. 107 (Differimento di termini amministrativo-contabili)L’art. 107 in commento ha previsto la proroga di una serie di termini relativi alla programmazione economica-finan-ziaria degli Enti territoriali.Di seguito vengono analizzati soltanto quei termini che im-pattano sulla programmazione della gestione delle entrate locali.Differimento del termine di approvazione del bilancio di previsioneL’art. 107, comma 2, del Dl. n. 18/2020, statuisce che il termine ultimo per l’adozione del bilancio di previsione 2020-2022 previsto dall’art. 151 del Tuel è prorogato al 31 maggio 2020.Il predetto termine rappresenta anche il termine ultimo per l’approvazione dei regolamenti e delle tariffe, come pre-visto dall’art. 53, comma 16, della Legge n. 388/2001 e dall’art. 1, comma 169, della Legge n. 296/2006.Per l’anno 2020 il predetto termine non si applica all’Imu, atteso che, ai sensi dell’art. 1, comma 779, della Legge n. 160/2019 (“Legge di bilancio 2020”), i regolamenti e le tariffe Imu possono essere approvati entro il 30 giugno 2020.Differimento dei termini TariPer quanto attiene alla Tari, l’art. 107, comma 4, preve-de che il termine per la determinazione delle tariffe della Tari e della Tari corrispettivo è differito al 30 giugno 2020 (come richiesto dall’Arera nella Deliberazione n. 59/2020/Rif). Tale termine era precedentemente previsto al 30 aprile 2020 dall’art. 57-bis, comma 1, lett. b), del Dl. n. 124/2019.In alternativa all’approvazione del Piano finanziario e delle tariffe 2020 entro il 30 giugno 2020, i Comuni possono ap-provare le tariffe della Tari e della Tariffa corrispettiva adot-

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tate per l’anno 2019 anche per l’anno 2020, provvedendo obbligatoriamente entro il 31 dicembre 2020 alla determi-nazione e all’approvazione del Pef del “Servizio rifiuti” per l’esercizio 2020. L’eventuale conguaglio tra i costi risultan-ti dal Pef per il 2020 ed i costi determinati per l’anno 2019 può essere ripartito fra gli anni 2021, 2022 e 2023.La norma deve comunque essere interpretata, specie con riferimento ad alcune declinazioni operative.Per quanto riguarda l’approvazione del Piano finanziario, il dispositivo ha previsto un’opzione, in capo al Comune, sulla base della quale può procedere all’approvazione del Piano finanziario Tari 2020: - entro il 30 giugno 2020, se intende approvare le tariffe entro la stessa data ai sensi dell’art. 1, comma 683, del-la Legge n. 147/2013 (“Legge di bilancio 2014”);

- entro il 31 dicembre 2020, se intende prorogare per l’an-no 2020 le tariffe dell’anno 2019 con successivo con-guaglio sugli anni successivi.

Tale opzione deve comunque essere innestata all’inter-no della procedura di approvazione del Piano, che da quest’anno include ulteriori soggetti, quali l’Ato, se esi-stente ed operativa, ed Arera. Pertanto, pare necessario che la stessa Arera o il Legislatore individui delle modalità con le quali il Comune è tenuto a comunicare preventiva-mente l’opzione scelta, al fine di distinguere i Comuni e i gestori inadempienti (che hanno deciso di approvare le ta-riffe 2020 entro giugno 2020 ma che non hanno trasmes-so i dati) dai Comuni che hanno optato per l’approvazione del Piano entro il 31 dicembre.Per quanto concerne la Tari, resta aperto un ulteriore nodo, facilmente superabile con un’interpretazione siste-mica. Come sopra detto, l’art. 57-bis, comma 1, lett. b), del Dl. n. 124/2019, aveva rinviato al 30 aprile 2020 il ter-mine di approvazione delle tariffe e dei regolamenti Tari, in deroga all’art. 1, comma 169, della Legge n. 296/2006, ovvero in deroga all’approvazione entro il termine ultimo previsto dalle norme statali per l’approvazione del bilancio di previsione.Il comma 4 dell’art. 107 ha però rinviato al 30 giugno solo l’approvazione delle tariffe, mentre il comma 2 del mede-simo art. 107 ha prorogato il termine per l’approvazione del bilancio di previsione 2020-2022 dal 31 marzo al 31 maggio. Da un’interpretazione letterale si arriverebbe al paradosso che la disposizione un tempo agevolativa per gli Enti - con la quale veniva dato un mese di tempo in più rispetto all’approvazione del bilancio di previsione per adeguare i regolamenti e le tariffe, al giorno d’oggi si risol-verebbe, con riguardo ai soli Regolamenti, in una disposi-

zione peggiorativa.Visto che la disposizione del comma 2 dell’art. 107 è suc-cessiva al Dl. n. 124/2019, si ritiene che il termine ultimo per l’approvazione del Regolamento Tari resta il 31 mag-gio 2020, mentre le tariffe possono essere approvate en-tro il 30 giugno 2020.In merito all’approvazione del bilancio di previsione, non-ché alle riunioni consiliari e di Giunta per l’approvazione degli atti di programmazione, si fa presente che l’art. 73, del Dl. n. 18/2020, ha previsto la possibilità delle riunioni degli Organi di amministrazione “a distanza”.Disposizioni in materia di notificazioni degli atti e di pagamento in misura ridotta delle sanzioni per viola-zioni al “Codice della strada”Art. 108 (Misure urgenti per lo svolgimento del ‘servizio postale’) Dalla data di entrata in vigore del Decreto “Cura Italia” in commento e fino al 30 giugno 2020, al fine di assicurare l’adozione delle misure di prevenzione della diffusione del “Covid-19”, per lo svolgimento del “servizio postale” relati-vo agli invii raccomandati, agli invii assicurati e alla distri-buzione dei pacchi, nonché per lo svolgimento dei servizi di notificazione a mezzo posta (Legge n. 890/1982 e art. 201 del Dlgs. n. 285/1992), gli operatori postali procedo-no alla consegna dei suddetti invii e pacchi mediante pre-ventivo accertamento della presenza del destinatario o di persona abilitata al ritiro, senza però raccoglierne la firma con successiva immissione dell’invio nella cassetta della corrispondenza dell’abitazione, dell’ufficio o dell’azienda, al piano o in altro luogo, presso il medesimo indirizzo. La firma sul documento di consegna in cui è attestata anche la modalità di notifica sopra menzionata viene apposta dall’operatore postale.Per quanto riguarda le sanzioni per le violazioni al “Codi-ce della strada”, dalla data di entrata in vigore del Dl. n. 18/2020 e fino al 31 maggio 2020, il termine per pagare in misura ridotta, decorrente dalla notificazione della viola-zione del verbale per la violazione al “Codice della strada”, passa da 5 a 30 giorni.ConclusioniIl predetto lavoro è stato redatto con la finalità di analiz-zare quali possono essere le difficoltà applicative di una norma nata per far fronte ad una situazione di emergenza sanitaria. L’obiettivo è quello di condividere alcune rifles-sioni anche al fine di poter indirizzare il Legislatore verso la correzione delle disposizioni diramate in sede di urgen-za.

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del Dott. Alessio Tavanti - Consulente di Enti Locali e Amministrazioni pubbliche

Personale Enti Localilo stato della situazione in merito all’organizzazione del lavoro alla luce del Decreto “Cura Italia”

La situazione di emergenza conseguente alla diffusione del Coronavirus “Covid-19” ha comportato da parte del Governo l’adozione di una serie di Provvedimenti dettati dalla necessità di individuare misure sempre più incisive sulle normali relazioni di vita e lavorative al fine di conte-nere l’entità della diffusione del contagio nel nostro Paese.A partire dalla Delibera del Consiglio dei Ministri 31 gen-naio 2020, con la quale è stato dichiarato lo stato di emer-genza sul territorio nazionale, fino al recente ultimo Dl. 17 marzo 2020, n. 18, recante “Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da ‘Covid-19’”, le misure via via adottate in risposta all’aggravarsi dell’emergenza sanitaria sull’intero territorio nazionale sono andate nella direzione, anche per quanto concerne l’attività della P.A., di ridurre in misura sempre maggiore la presenza dei dipendenti pubblici negli Uffici ed evitare il loro spostamento. In particolare, con la Direttiva n. 1/2020 del Ministro per la Pubblica Amministrazione, al dichiarato fine di contempe-rare l’interesse alla salute con quello alla continuità dell’a-zione amministrativa, le P.A. sono state invitate a privile-giare, anche attraverso forme semplificate e temporanee di accesso alla misura, modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa. Successivamente, il Dpcm. 11 marzo 2020 ha inoltre previsto che, fermo restando quanto disposto dall’art. 1, comma 1, lett. e), del Dpcm. 8 marzo 2020, e fatte salve le attività strettamente funzionali alla gestione dell’emer-genza - le P.A. assicurano lo svolgimento in via ordinaria delle prestazioni lavorative in forma agile del personale dipendente, anche in deroga agli accordi individuali e agli obblighi informativi di cui agli artt. da 18 a 23 della Legge n. 81/2017 e individuano le attività indifferibili da rendere in presenza (art. 1, n. 6). A seguito dell’adozione del sopra citato Dpcm., con la Di-rettiva n. 2/2020 del Ministro per la Pubblica Amministra-

zione sono stati infine forniti nuovi indirizzi operativi alle Amministrazioni al fine di garantire uniformità e coerenza di comportamento e applicazione delle misure previste dal Governo.Il Dl. “Cura Italia” interviene in tale contesto ad indica-re specifiche misure che vanno ad incidere, tra l’altro, nell’ambito delle tutele da riconoscere ai pubblici dipen-denti, che nella fase emergenziale svolgano o meno attivi-tà lavorativa, e qualora la svolgano, presso il proprio domi-cilio o direttamente nella sede dell’Ente di appartenenza.Con riferimento alle novità in materia di personale con-tenute nel Dl. n. 18/2020, di seguito si fornisce un’analisi delle principali misure che incidono nei confronti dei di-pendenti degli Enti Locali, con alcuni spunti di riflessione circa le modalità applicative e le relative conseguenze sul piano organizzativo ed economico.L’obiettivo principale, come detto, è quello di ridurre la pre-senza dei dipendenti presso le sedi delle P.A., in modo da diminuire gli spostamenti e i contatti. La riduzione della presenza non si applica nei confronti dei dipendenti che sono impegnati nello svolgimento di attività essenziali (Polizia locale, Protezione civile) e di coloro che sono utilizzati nella forma del “lavoro agile”. Misure organizzative in materia di lavoro per i dipen-denti degli Enti LocaliIl “lavoro agile” nelle P.A. deve costituire la modalità or-dinaria, come indicato anche nei Provvedimenti citati in precedenza. A tal fine, l’art. 87 del Dl. n. 18/2020 ribadisce tale priorità agevolandone, nella fase attuale, la sua realiz-zazione, che può avvenire anche in assenza dell’Accordo tra Amministrazione e dipendente e in deroga agli obbli-ghi informativi stabiliti dagli artt. 22 e 23 della Legge n. 81/2017, nonché attraverso l’utilizzazione degli strumenti informatici propri del dipendente. Restano escluse dall’at-tuazione di tale modalità lavorativa tutte quelle attività rite-nute “indifferibili” da ciascuna P.A. e che richiedano, per il loro svolgimento, la presenza in sede.

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L’attuazione di questa disposizione necessita da parte delle Amministrazioni dell’individuazione di regole appli-cative. Occorre individuare quali sono le “attività indiffe-ribili” che devono continuare ad essere erogate: servizi indispensabili, supporto alle iniziative per la emergenza sanitaria, svolgimento delle attività necessarie a garantire la funzionalità degli Uffici, attività di sportello al pubblico. A tal fine, Dirigenti o Responsabili con “p.o.” sono chiamati ad individuare quali siano le “attività indifferibili”, in rela-zione al servizio pubblico da erogare, pianificando rispetto ad esso, per quanto possibile, una rotazione del persona-le, che consenta di individuare il presidio in presenza ne-cessario e assicurare lo svolgimento dell’attività dell’Ente senza soluzione di continuità, garantendo un contingente minimo di personale a presidio di ciascun servizio indivi-duato.Devono inoltre essere disciplinate le forme di riduzione della presenza del restante personale. Come indicato a tal fine dall’art. 87, per ridurre la presenza del personale non impegnato nello svolgimento di “attività indifferibili” né uti-lizzato in “lavoro agile”, è stabilito che essi devono godere delle ferie arretrate, dei riposi compensativi, della banca delle ore e di tutte le altre forme di assenza previste dal-la normativa. Esperite tali possibilità, le Amministrazioni possono motivatamente esentare il personale dipendente dal servizio. Il periodo di esenzione dal servizio costituisce servizio prestato a tutti gli effetti di legge e l’Amministra-zione non corrisponde l’indennità sostitutiva di mensa, isti-tuto peraltro non previsto dal Contratto del personale delle “Funzioni locali”.A tal fine, l’Amministrazione deve procedere al computo, per ciascuno dei dipendenti interessati, delle ferie matu-rate alla data del 31 dicembre 2019 non ancora godute e collocarli direttamente in ferie. Occorre inoltre conteggiare i permessi compensativi e i periodi depositati nella ban-ca delle ore e farli godere d’autorità. Si devono calcolare gli altri congedi retribuiti cui i dipendenti hanno diritto e obbligarli alla fruizione. Esauriti tali mezzi, le Amministra-zioni hanno la possibilità di “esentare motivatamente” il personale dallo svolgimento delle prestazioni lavorative, in ragione appunto dell’esigenza di riduzione degli spo-stamenti e dell’applicazione degli istituti sopra ricordati. Appare evidente che ai dipendenti esentati dal servizio non vadano erogati, né il buono pasto, né quelle indennità che sono direttamente connesse all’effettivo svolgimento di una prestazione, quindi la turnazione, la reperibilità ed i compensi per le condizioni di lavoro e per i vigili che lavo-rano all’esterno.Con specifico riferimento ai lavoratori dipendenti con han-dicap grave o che abbiano nel proprio nucleo familiare

una persona con handicap grave di cui all’art. 3, comma 3, della Legge n. 104/1992, l’art. 39 del Decreto ha previ-sto che, fino al 30 aprile 2020, hanno diritto a svolgere la prestazione di lavoro in modalità “agile” a condizione che tale modalità sia compatibile con le caratteristiche della prestazione. Peraltro, con riferimento a detti lavoratori, l’art. 24 del Dl. n. 18/2020 ha previsto l’estensione della durata permessi retribuiti ex art. 33 della Legge n. 104/1992. La disposizione ha previsto la possibilità di incrementare fino ad ulteriori 12 giornate il numero di giorni di permesso retribuito coperto da contribuzione figurativa di cui all’art. 33, comma 3, della Legge n. 104/1992, usufruibili nei mesi di marzo e aprile 2020. L’ampliamento dei permessi che spettano nei mesi di marzo e aprile ai dipendenti destinatari della Legge n. 104/1992, cioè i dipendenti portatori di handicap così gra-vi da richiedere un intervento assistenziale permanente che quelli che assistono congiunti portatori di gravi handi-cap, stabilisce in primo luogo un tetto complessivo di 12 giornate ulteriori: di conseguenza, non sono riconosciuti permessi per 12 giorni nel mese di marzo e per altri 12 nel mese di aprile, ma nella misura totale di 12 giorni. Essi si aggiungono ai permessi ordinariamente previsti a questo titolo, quindi fino a 3 giorni al mese. In proposito, si eviden-zia che, mentre i permessi ordinari non utilizzati nell’arco del mese non possono essere goduti successivamente, per questa fattispecie aggiuntiva l’ambito temporale di riferimento ai fini dell’utilizzo, l’arco di utilizzazione, è il bimestre marzo-aprile. Pertanto, non vi è alcuna suddi-visione dettata direttamente dal Legislatore tra i mesi di marzo ed aprile. Le contribuzioni previdenziali per questi permessi continuano ad essere previste in forma figurati-va e gli oneri aggiuntivi che conseguono all’ampliamento di tali permessi sono finanziati dallo stesso Provvedimen-to e, quindi, non sono posti a carico delle singole Ammi-nistrazioni.Non vi sono specifiche previsioni sulle modalità di richie-sta e di utilizzazione di questi periodi di assenza. Quindi, di norma si deve dare una pianificazione mensile, che in caso di esigenze straordinarie può essere derogata. E an-cora questo periodo può essere utilizzato in modo frazio-nato ovvero continuativamente.Si ricorda inoltre che l’art. 25 del Dl. n. 18/2020, riconosce ai dipendenti pubblici la possibilità di usufruire di un con-gedo straordinario in conseguenza, a partire dal 5 marzo 2020, dei Provvedimenti di sospensione dei Servizi edu-cativi per l’infanzia e delle attività didattiche nelle Scuole di ogni ordine e grado, di cui al Dpcm. 4 marzo 2020, per tutto il periodo della sospensione previsto (attualmente

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fino al 3 aprile 2020 a seguito del Dpcm. 9 marzo 2020). I genitori lavoratori dipendenti del Settore pubblico hanno diritto ad fruire dello specifico congedo e relativa indenni-tà di cui all’art. 23, commi 1, 2, 4, 5, 6 e 7. Nel dettaglio, quest’ultima disposizione estende ai dipendenti pubblici il diritto a fruire per un periodo di congedo, continuativo o frazionato, non superiore a 15 giorni, per i figli di età non superiore ai 12 anni, durante il quale è riconosciuta un’in-dennità pari al 50% della retribuzione, calcolata secondo quanto previsto dall’art. 23 del Dlgs. n. 151/2001, ad ecce-zione del comma 2 del medesimo articolo. I suddetti perio-di sono coperti da contribuzione figurativa. Gli eventuali periodi di congedo parentale di cui agli artt. 32 e 33 del Dlgs. n. 151/2001, fruiti dai genitori duran-te il periodo di sospensione dell’attività scolastica, sono convertiti nel congedo sopra citato con diritto all’indennità e non sono computati né indennizzati a titolo di congedo parentale. La fruizione del congedo è riconosciuta alternativamen-te ad entrambi i genitori, per un totale complessivo di 15 giorni, ed è subordinata alla condizione che nel nucleo fa-miliare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa o altro genitore disoccupato o non lavoratore. Con riferimento ai genitori di studenti con disabilità in si-tuazione di gravità accertata ai sensi dell’art. 4, comma 1, della Legge n. 104/1992, iscritti a Scuole di ogni ordine e grado o ospitati in Centri diurni a carattere assistenzia-le, ferma restando l’estensione della durata dei permessi retribuiti per assistenza a figlio con handicap grave di cui all’art. 24, il limite di età di 12 anni non si applica. Per i dipendenti pubblici, genitori di figli minori, di età com-presa tra i 12 e i 16 anni, a condizione che nel nucleo fa-miliare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa o che non vi sia genitore non lavo-ratore, è riconosciuto il diritto di astenersi dal lavoro per il periodo di sospensione dei Servizi educativi per l’infanzia e delle attività didattiche nelle Scuole di ogni ordine e gra-do, senza corresponsione di indennità né riconoscimento di contribuzione figurativa, con divieto di licenziamento e diritto alla conservazione del posto di lavoro. Tali prero-gative sono riconosciute anche nei confronti dei genitori affidatari.Congedo e relativa indennità inoltre, come indicato dall’art. 25, non spettano in tutti i casi in cui uno o entrambi i lavo-ratori stiano già fruendo di analoghi benefici. L’erogazione dell’indennità, nonché l’indicazione delle modalità di frui-zione del congedo, sono a cura della P.A. datrice di lavoro.

In conclusione, l’Amministrazione, nell’ambito dell’attività di individuazione dei servizi e “attività indifferibili” e della conseguente pianificazione dell’organizzazione lavorativa che consenta di individuare il presidio sufficiente ad assi-curare il contingente minimo di personale indispensabile all’espletamento delle attività ammnistrative individuate, dovrà necessariamente tener conto anche degli aspetti da ultimo esaminati inerenti le specifiche situazioni familiari dei singoli dipendenti.Premio ai lavoratori dipendenti L’art. 63 del Decreto n. 18/2020 ha previsto l’erogazione di un bonus di Euro 100 ai lavoratori dipendenti, pubblici e privati, con un reddito complessivo riferito all’anno prece-dente di importo non superiore a Euro 40.000, per il mese di marzo 2020, che non concorre alla formazione del red-dito, da rapportare al numero di giorni di lavoro svolti nella propria sede di lavoro nel predetto mese. I sostituti d’im-posta riconoscono, in via automatica, l’incentivo a parti-re dalla retribuzione corrisposta nel mese di aprile e co-munque entro il termine di effettuazione delle operazioni di conguaglio di fine anno e recuperano il premio erogato tramite compensazione ex art. 17 del Dlgs. n. 241/1997. Tale emolumento, da riconoscere in misura riproporziona-ta, a secondo dell’entità di presenza in servizio, limitata-mente al mese di maggio, potrà essere esclusivamente riconosciuto nei confronti dei dipendenti che svolgono ser-vizi essenziali o per coloro che siano chiamati a svolge-re attività indifferibili individuate dalle singole P.A ai sensi dell’art. 87. Al contrario, non può essere riconosciuto ai dipendenti che svolgano attività lavorativa in “smart wor-king”.Straordinario della Polizia localeL’art. 115 del Decreto “Cura Italia” ha previsto, per l’anno 2020, che le risorse destinate al finanziamento delle pre-stazioni di lavoro straordinario del personale della Polizia locale dei Comuni, delle Province e delle Città metropoli-tane, direttamente impegnato per le esigenze conseguenti ai Provvedimenti di contenimento del fenomeno epidemio-logico da “Covid-19”, e limitatamente alla durata dell’effi-cacia delle disposizioni attuative adottate ai sensi dall’art. 3, comma 1, del Dl. n. 6/2020, con Dpcm. 9 marzo 2020, e quindi con efficacia fino al 3 aprile 2020, non sono sogget-te ai limiti del trattamento accessorio previsti dall’art. 23, comma 2, del Dlgs. n. 75/2017, fermo restando il rispetto dell’equilibrio di bilancio. Come noto, quest’ultima disposi-zione prevede che il trattamento accessorio complessivo del personale, anche di livello dirigenziale, non sia supe-riore al corrispondente importo dell’anno 2016. In sede in-terpretativa, sia le Sezioni regionali di controllo della Corte dei conti che la Ragioneria dello Stato, sostengono che

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sono assoggettate al vincolo previsto dall’art. 23, non solo la parte del trattamento accessorio finanziato tramite il “Fondo delle risorse decentrate”, ma anche altre voci retri-butive, quali le somme destinate al salario accessorio dei dipendenti incaricati di posizione organizzativa e il “Fondo per la remunerazione del lavoro straordinario”. Stante ciò, la norma introdotta dal Decreto “Cura Italia” è direttamente finalizzata a non considerare le ore di stra-ordinario della Polizia locale tra quelle rilevanti per il ri-spetto del limite dell’anno 2016. In realtà, detta previsione trova piena giustificazione sul piano giuridico e coerenza sul piano contrattuale con la normativa, tutt’ora vigente, dell’art. 14 del Ccnl. 1° aprile 1999, che appunto disciplina il “Fondo per il lavoro straordinario”. Detta norma infatti sancisce che le risorse di questo “Fondo” possono “es-sere incrementate con le disponibilità derivanti da spe-cifiche disposizioni di legge connesse alla tutela di parti-colari attività, ed in particolare di quelle elettorali, nonché alla necessità di fronteggiare eventi eccezionali”. La ratio dell’art. 115 del Decreto “Cura Italia” si pone in linea con la norma contrattuale, prevedendo che le maggiori ore di lavoro straordinario verranno rimborsate da un apposito “Fondo” presso il Ministero dell’Interno. Queste somme quindi, non gravando direttamente sul bilancio dell’Ente, rimarranno escluse dal rispetto del limite del trattamen-

to accessorio stabilito dall’art. 23, comma 2, del Dlgs. n. 75/2017. Infatti, è prevista, presso il Ministero dell’Interno per l’anno 2020, l’istituzione di un “Fondo”, con dotazione pari a Euro 10 milioni per contribuire, tra l’altro, all’eroga-zione dei compensi per le maggiori prestazioni di lavoro straordinario. Il riparto delle risorse sarà effettuato con ap-posito Decreto del Ministero dell’Interno, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, sentita la Confe-renza Stato-Città ed Autonomie locali, tenendo conto della popolazione residente e del numero di casi di contagio da “Covid-19” accertati.Circa l’ambito di applicazione, la norma fa espresso riferi-mento al personale della Polizia locale dei Comuni, delle Province e Città metropolitane, non ricomprendendo nella formulazione le Unioni di Comuni, cui molto spesso sono assegnate queste funzioni. In via interpretativa tuttavia, stante la ratio del Provvedi-mento, appare pacifico che essa si applichi anche a que-gli Enti ai quali siano state trasferite le relative attività dai Comuni. Vedremo se, sul punto, interverrà il Ministero dell’Interno con uno specifico chiarimento. Sul piano cau-sale, infine, il riconoscimento delle ore di straordinario, in deroga al limite del trattamento accessorio, deve essere direttamente riconducibile alle attività di contenimento del “Covid-19”.

del Dott. Cesare Ciabatti - Consulente e formatore per Enti Locali, Esperto in amministrazione digitale e gestione archivi elettronici in ambito pubblico e privato

Decreto “Cura Italia”cittadinanza digitale

Mai come in questi giorni si sta rilevando strategico per il Paese il processo di digitalizzazione previsto dal “Codi-ce dell’Amministrazione digitale” (Dlgs. n. 82/2005). Mai come adesso ci si sta rendendo conto di quanto è inappli-cato il diritto alla cittadinanza digitale. Così che nello stato di emergenza creatosi, con il Decreto “Cura Italia” si tenta di dare una risposta prevedendo all’art. 75 procedure di acquisto di servizi e tecnologie più snelle, e all’art. 76 una task force di coordinamento al fine di non ricadere nel ri-schio di vanificare lo sforzo.Il diritto alla cittadinanza digitale è il diritto di ogni cittadino

di presentare un’istanza on line mediante “Spid” (“Sistema di identità digitale”) e di seguirne l’andamento del procedi-mento, di pagare mediante PagoPA, di avere un domicilio digitale sul quale ricevere le notifiche della P.A., a questi si aggiunge poi il diritto di prestare il proprio lavoro in mo-dalità “agile”.Il “diritto alla cittadinanza digitale” per essere reso con-creto deve affrontare 2 criticità: una tecnologica e l’altra culturale. Entrambe devono essere affrontate con metodo, all’interno di un disegno predefinito descritto all’interno del “Piano triennale per la digitalizzazione 2019-2021”, al fine

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di attuare 2 Principi cardine: - garantire l’interoperabilità fra applicativi: il dato si inseri-sce una sola volta (once only),

- adottare il “Paradigma Cloud”: Saas (Software as a ser-vice), Iaas (Infrastructure as a service), Pass (Platform as a service).

Il primo permette di sfruttare al meglio le capacità di calco-lo delle tecnologie e pertanto di rendere più snella, econo-mica nonché efficiente, la gestione del lavoro. Il secondo garantisce l’agile condivisione delle informa-zioni in sicurezza, sia all’interno che all’esterno dell’Ente, oltreché la resilienza del Sistema.Anche la diffusione del lavoro “agile”, pur semplificata nei suoi adempimenti amministrativi dagli ultimi Decreti, si scontra con un’infrastruttura informatica disorganica spes-so frammentata e concepita senza una logica di insieme che permetta un’adeguata e sicura circolazione dell’infor-mazione. Centrale allo scopo è un efficiente Sistema di gestione documentale in grado di gestire i flussi informati-vi e archiviare in modo ordinato i documenti prodotti.Che cosa l’Ente deve fare per elevare il proprio livello di

digitalizzazione è semplice da individuare: applicare le di-sposizioni di “Codice dell’Amministrazione digitale” secon-do le attività indicate nel “Piano triennale”. Come farlo è meno scontato. Sicuramente serve una forte leadership per superare le resistenze culturali e una buona dose di competenza per calare nella propria realtà le indicazioni del Legislatore tecnico. Essenziale allo scopo è individuare, non solo il Responsabile per la transizione al digitale, ma anche i componenti dell’Ufficio, con l’obiettivo di definire il proprio team per il digitale. Nel caso dei molti piccoli Enti, unire le forze e procedere in forma associata è l’unica soluzione, magari auspicando un sforzo maggiore anche da parte delle Regioni.Infine, come suggerimento migliorativo degli strumenti le-gislativi adottati, occorre che il Governo e il Legislatore prendano atto che, oltre a procedure di acquisto sempli-ficate, necessitano risorse economiche e/o individuare modalità di finanziamento, capaci di sostenere Progetti compliance con il “Piano triennale” e magari validati dal Dipartimento per l’Innovazione.

dell’Avv. Flavio Corsinovi - Esperto in privacy e protezione dei dati personali - Data Protection Officer (Dpo)

Faro del Garante Privacy sulla Sanità, in particolare sulle “Tessere fedeltà” anche delle Farmacie

In questi tempi di emergenza “Covid-19” che ha cambiato drasticamente le nostre abitudini di vita sembra passa-to un’epoca dal 18 febbraio 2020 quando il Garante per la Protezione dei dati personali ha approvato il “Piano ispettivo del primo semestre 2020”: https://www.garan-teprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9266789#1 .L’attività di accertamento dell’Autorità, svolta anche in col-laborazione con il Nucleo speciale tutela Privacy e frodi tecnologiche della Guardia di finanza, riguarderà i tratta-menti di dati svolti nell’ambito di Settori particolarmente delicati, a partire da quello della Sanità. In questo ambito, le verifiche riguarderanno anche la ge-stione delle “Carte di fedeltà” (tra cui quelle rilasciate dalle Farmacie comunali o no).

La scelta di puntare il faro anche sulle “Tessere fedeltà” non è casuale ma si inserisce, quale momento di verifi-ca, all’interno di un preciso percorso avviato dal Garante un anno fa con il Provvedimento denominato “Chiarimenti sull’applicazione della disciplina per il trattamento dei dati relativi alla salute in ambito sanitario” 7 marzo 2019, nel quale è stata appunto trattata a tematica delle c.d. “Carte fedeltà” del Settore farmaceutico.Sulla base della ricostruzione effettuata nei “Chiarimenti”, in generale è vietato trattare i dati di “categorie particolari” tra cui rientrano quelli sulla salute. Le deroghe al divieto generale sono da individuarsi nell’art. 9 del Gdpr, che elenca una serie di eccezioni:a. motivi di interesse pubblico rilevante;b. motivi di interesse pubblico nel Settore della Sanità

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pubblica;c. finalità di medicina preventiva, diagnosi, assistenza o

terapia sanitaria o sociale ovvero gestione dei sistemi e servizi sanitari o sociali (di seguito “finalità di cura”).

Non rientrano nelle ipotesi sopra descritte e quindi che richiedono il consenso esplicito dell’interessato ex art. 9, par. 2, lett. a) del Regolamento: trattamenti preordinati alla fidelizzazione della clientela, effettuati dalle Farmacie attraverso programmi di accumulo punti, al fine di fruire di servizi o prestazioni accessorie, attinenti al Settore far-maceutico-sanitario, aggiuntivi rispetto alle attività di assi-stenza farmaceutica tradizionalmente svolta dalle Farma-cie territoriali pubbliche e private nell’ambito del Servizio sanitario nazionale (Ssn).Alla luce di quanto precede quindi, l’emissione delle “Tes-sere fedeltà” da parte delle Farmacie sarà possibile solo con il consenso dell’interessato; consenso che deve esse-re fornito in seguito al rilascio di una apposita Informativa. Pertanto, nella prospettiva dell’art. 25 del Gdpr (“Prote-zione dei dati sin dalla progettazione e per impostazione predefinita”), volendo implementare un meccanismo di “Tessere fedeltà”, le Farmacie dovranno prestare atten-zione ai seguenti temi. Titolarità del trattamentoIn primo luogo, occorre stabilire chi è il Titolare del trat-tamento. E’ possibile infatti ipotizzare un duplice assetto. Nella prima ipotesi, la titolarità è della singola Farmacia mentre nel secondo caso si potrebbe effettuare il tratta-mento all’intero di una “rete” di Farmacie nell’ambito delle quali si è stipulato (o si intende stipulare) un Accordo di contitolarità ai sensi dell’art. 26 del Gdpr.Entrambe le strade sono percorribili, ma la scelta è delica-ta, soprattutto alla luce di: i) possibilità dell’interessato di revocare il consenso; ii) nomina dei Responsabili; iii) esercizio dei diritti dell’interessato e iv) “tenuta” dell’anagrafica (con implementazione delle conseguenti misure di sicurezza).Nel caso del Titolare “singolo”, si eliminano i dubbi su chi sia il Titolare, ossia chi debba dare l’Informativa e gestire le istanze dei diritti dell’interessato. La Farmacia è titolare. Tuttavia, in questo modo si precluderebbe alle altre Far-macie la possibilità di trattare i dati se non nominati “Re-sponsabili”. Diversamente, nel caso della “contitolarità” di-venta essenziale stabilire chi tra i vari Titolari garantisce la sicurezza della banca-dati. Tale elemento è determinante

anche nel caso in cui si dovesse verificare un incidente per il quale occorre attivare la procedura di “data breach” ai sensi della quale occorre notificare la violazione al Ga-rante e agli interessati nelle 72 ore successive alla sco-perta. Informativa e consensoLa scelta dell’assetto del Titolare ha delle implicazioni an-che sull’Informativa: i) come si rilascia; ii) chi è il “Titolare” o chi sono i “Contitolari”; iii) chi e come acquisisce il consenso dell’Interessato; iv) come si esercitano i diritti dell’interessato ? L’art. 12, paragrafo 3, del Gdpr, fissa i tempi perentori del-la risposta alle richieste di esercizio dei diritti.In dettaglio e in via preliminare, si nota che la regola gene-rale è che il Titolare del trattamento deve fornire all’interes-sato le informazioni relative all’azione intrapresa riguardo a una richiesta di esercizio dei diritti senza ingiustificato ritardo e, comunque, al più tardi entro un mese dal ricevi-mento della richiesta stessa. Misure di sicurezza Inoltre, occorre valutare il tema delle misure di sicurezza. In particolare, quelle relative alla conservazione della ban-ca-dati. Sarà conservata su un server (allora va indicata l’ubicazione, le misure di sicurezza, ecc.) o su un cloud ? Termini di conservazioneIn terzo luogo, occorre approfondire la tematica del perio-do di conservazione dei dati. Se è vero che il consenso dell’interessato è sempre revocabile è altrettanto vero che occorre stabilire un termine di conservazione del dato ol-tre il quale i dati vengono cancellati. Tale aspetto è anche un’opportunità per il Titolare che avrà la ragionevole cer-tezza di trattare dati di clienti “attivi”. Valutazione di impatto sulla protezione dei dati (Dpia - Data Protecion Impact Assesment) Infine, una ipotesi come quella delle “Tessere fedeltà” potrebbe richiedere la Dpia. Ai sensi dell’art. 35, tale va-lutazione è necessaria “quando un tipo di trattamento, allorché prevede in particolare l’uso di nuove tecnologie, considerati la natura, l’oggetto, il contesto e le finalità del trattamento, può presentare un rischio elevato per i diritti e le libertà delle persone fisiche, il titolare del trattamento effettua, prima di procedere al trattamento, una valutazio-ne dell’impatto dei trattamenti previsti sulla protezione dei dati personali”.

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QUESITI

L’interpretazione letterale dell’art. 4 del Dl. n. 124/2019 e, soprattutto, della Circolare Agenzia delle Entrate n. 1/2020, paragrafo 2.2, ultimo periodo, permette di affer-mare che i Comuni - in quanto soggetti esclusi da Ires - parrebbero totalmente esonerati dall’obbligo di verificare il versamento, da parte delle Ditte appaltatrici, delle ritenute Irpef negli appalti ad alta intensità di manodopera.I Comuni sono esclusi da Ires ai sensi dell’art. 74, com-ma 1, del Tuir (Dpr. n. 917/1986) e sia la norma che tut-to il ragionamento della Circolare sui soggetti ricompresi nell’obbligo del controllo (art. 17-bis, comma 1, del Dlgs. n. 241/1997) si basa su tale presupposto.Poi è chiaro che: - basandosi su tali chiarimenti l’impatto iniziale della nor-ma viene molto attenuato a livello nazionale;

- il Comune è peraltro anch’esso un sostituto d’imposta ai fini Irpef;

- il Comune solitamente svolge anch’esso diversi servizi commerciali, seppur ai soli fini Iva (anche se peraltro in via marginale rispetto all’attività istituzionale), ma al mo-mento la norma in esame ed i chiarimenti forniti dall’A-genzia delle Entrate portano a concludere quanto sopra

scritto. D’altra parte, riteniamo che, qualora emergesse che la volontà ministeriale non fosse stata quella di escludere i soggetti passivi Iva, seppur esonerati da Ires (di cui all’art. 74, comma 1, del Tuir, ma anche al comma 2, per le atti-vità decommercializzate ai fini di tale Imposta), non potrà essere sufficiente a ns. avviso un mero altro chiarimento dell’Agenzia delle Entrate per ricomprendervi anche tali soggetti, ma sarà necessaria una norma di interpretazione autentica, perché l’art. 4 del Dl. n. 124/2019 fa riferimento esplicito ai soggetti passivi Ires.Ricordiamo poi, per completezza, che, come previsto dal paragrafo 3.1 della citata Circolare n. 1/E del 2020, per quegli Enti pubblici stazioni appaltanti soggetti anche ad Ires, obbligati alle verifiche del versamento delle ritenu-te su appalti aventi le caratteristiche previste dalla norma e ricadenti nella loro sfera commerciale, la sussistenza dei requisiti di esonero dagli obblighi a carico della Ditta appaltatrice sarà oggetto di autocertificazione da parte di quest’ultima (senza necessità della certificazione rilascia-ta dall’Agenzia delle Entrate).

Controllo delle ritenute su appalti “labour intensive”interessa anche gli Enti Locali per i servizi rilevanti Iva ?

IL QUESITO:“Relativamente al controllo sulle ritenute fiscali introdotto dall’art. 4 del Dlgs. n. 124/2019:- alla luce della Circolare n. 1/2020 dell’Agenzia delle Entrate, ritenete che la nuova normativa trovi

applicazione anche nei confronti dei Comuni?- in caso positivo, quali sono gli elementi dirimenti al fine di qualificare le attività degli enti locali come

‘commerciali’ (e quindi soggette alla nuova normativa) o meramente ‘istituzionali’ ?”.

del Dott. Francesco Vegni - Consulente in materia di fiscalità erariale di Amministrazioni e Enti Pubblici, Pubblicista

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IL PARERE DELLA CORTE

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Nella fattispecie in esame, alcuni Sindaci hanno chiesto un parere sulla misura dell’indennità di funzione da rico-noscersi agli Amministratori già lavoratori dipendenti, as-sunti a tempo determinato con riferimento alla disciplina prevista agli artt. 82 (“Indennità”) e 60 comma 8 (“Ineleg-gibilità”) del Dlgs. n. 267/2000. la Sezione, in merito alla questione, richiama i principi cui si ispira la normativa di-scendente dall’accordo quadro sul lavoro a tempo deter-minato a tutela del principio di non discriminazione (Dlgs. n. 368/2001), già oggetto di esame da parte della Corte costituzionale (Corte Cost. n. 109/2013), nonché quella di cui al Dlgs. n. 81/2015 (cd. “Jobs act”) In particolare, la Consulta, relativamente al caso del man-dato elettorale, considerato che la struttura e le caratteri-stiche del contratto di lavoro a tempo determinato, conno-tato dalla prefissione di un termine, rendono tale tipologia contrattuale incompatibile con l’istituto dell’aspettativa, ha affermato che spetta al Legislatore ordinario la facoltà di disciplinare in concreto l’esercizio dei diritti garantiti nella materia in esame, attraverso un ragionevole bilanciamen-to di interessi e l’individuazione di un punto di equilibrio. La Sezione ha rilevato che i quesiti in esame attengono alla materia disciplinata dal Tuel al Capo IV “Status degli Am-ministratori locali” in cui si disciplina il regime delle aspet-tative, dei permessi e delle indennità degli Amministratori degli Enti Locali (art. 77 Tuel). L’art. 81 prevede che gli Amministratori di Enti Locali possono essere collocati a richiesta in aspettativa non retribuita per tutto il periodo del mandato. L’art. 82, comma 1 stabilisce che l’indennità di funzione è dimezzata per gli Amministratori, già lavoratori dipendenti, che non abbiano richiesto l’aspettativa (art. 82 comma 1). La citata normativa ammette lo svolgimento di incarico di amministratore sia a tempo pieno sia a tempo parziale (da parte di chi non si avvalga del regime dell’a-spettativa) e commisura in conseguenza l’indennità di fun-zione, ancorandola all’effettivo impegno temporale impie-

gato. Il quesito proposto attiene alla misura dell’indennità (piena o dimezzata) da riconoscere all’Amministratore già lavoratore a termine, trovandosi lo stesso oggettivamente impedito a svolgere l’incarico a tempo pieno o in forma esclusiva. Il quadro normativo all’esame dispone chiara-mente che la corresponsione dell’indennità di funzione deve essere dimezzata nei confronti dell’Amministratore che non si trovi in regime di aspettativa non retribuita. In altri termini il diritto all’indennità in misura piena non può che conseguire ad un incarico svolto a tempo pieno da parte dell’Amministratore, previo collocamento in aspetta-tiva non retribuita, così da escludere lo svolgimento conte-stuale di altro rapporto di servizio e del relativo trattamento stipendiale. In ragione di quanto sin qui esposto, ai sensi del citato art. 82, comma 1 del Tuel, non risulta consentito ammettere il lavoratore a tempo determinato alla indenni-tà nella misura piena, in quanto lo stesso, risultando og-gettivamente tenuto a proseguire nel proprio rapporto di lavoro, non potrebbe assolvere all’incarico a tempo pieno e in forma esclusiva e, inoltre, si troverebbe a percepire per intero sia l’indennità di funzione sia il trattamento sti-pendiale. Una diversa soluzione si appaleserebbe in con-trasto con quanto disposto dall’art. 82 comma 1 del Tuel, qualora si corrispondesse l’intera indennità a chi non svol-ga in forma piena/esclusiva l’incarico di Amministratore pubblico, determinando una evidente distorsione logico-giuridica. Tale ultima soluzione comporterebbe, inoltre, un ulteriore effetto distorsivo consistente in una ingiustificata corresponsione di pubblici emolumenti, esponendo ad un improprio esborso di pubbliche risorse e, ulteriormente, concretizzerebbe una ingiustificata discriminazione tra le due situazioni soggettive esaminate. Quella dell’Ammini-stratore in aspettativa non retribuita, con diritto a percepire la sola indennità di funzione e quella dell’Amministratore/lavoratore a termine che percepirebbe oltre all’indennità in misura piena il proprio trattamento stipendiale.

Corte dei conti Sardegna, Delibera n. 8 del 18 febbraio 2020

Amministratori localimisura dell’indennità di funzione per i lavoratori a tempo determinato

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Nella situazione in studio, un Comune ha chiesto un pare-re in merito al passaggio del personale in servizio presso il ramo d’azienda ceduto da un Ente Locale a soggetto esterno, con specifico riguardo alle seguenti questioni:1. se la disposizione di cui all’art. 31 del Dlgs. n. 165/2001

imponga, anche per la configurazione di un ramo d’a-zienda che di per sé dovrebbe garantire la necessaria funzionalità ed autonomia operativa, di effettuare il tra-sferimento del personale incardinato oppure renda tale trasferimento esclusivamente facoltativo (esternalizza-zione);

2. se, nel caso non sia da intendere come obbligatorio il trasferimento di personale, la disposizione possa essere applicata per ricollocare e riassorbire il personale ori-

Nella casistica in esame, una Provincia ha chiesto un pa-rere in tema di riduzione dei costi di personale delle Azien-de speciali secondo quanto previsto dall’art. 18, comma 2-bis, del Dl. n. 112/2008. La Sezione si è espressa so-lamente sulla parte relativa al profilo giuridico di portata generale ed astratta relativo all’interpretazione della citata norma in materia di costo del personale, concetto stretta-mente connesso al perseguimento dell’obiettivo di conte-nimento della spesa pubblica. L’art. 18, comma 2-bis, del Dl. n. 112/2008, successivamente alla modifica apporta-ta dal Dl. n. 90/2014 (il cui contenuto è sostanzialmente riproposto nell’art. 19, commi 5 e 6, del Tusp – Dlgs. n. 175/2016, relativamente alle Società a controllo pubblico) sancisce il superamento del precedente meccanismo di applicazione diretta agli Organismi partecipati dei vincoli assunzionali riferibili alle P.A. partecipanti. In tale conte-sto, assumono un ruolo preponderante gli atti di indirizzo dell’Ente controllante che devono tener conto delle dispo-sizioni che stabiliscono a carico dell’Ente medesimo divieti o limitazioni alle assunzioni di personale e quindi “gli Enti non potranno ignorare, in sede di predisposizione dei pre-

ginariamente incardinato nel ramo d’azienda trasferito presso l’Ente al fine di coprire specifici fabbisogni di ri-sorse umane (re-internalizzazione).

La Sezione rileva in riferimento al primo quesito che, premesso che l’art. 31 del Dlgs. n. 165/2001 si applica alla esternalizzazione, il passaggio del personale non è automatico ma consegue alla preventiva ponderazione dell’Ente pubblico che individui, di volta in volta, le misure da attivare tra le diverse opzioni disponibili e le unità di personale interessate alla cessione. Poi, in ordine al se-condo quesito, il medesimo art. 31 del Dlgs. n. 165/2001 non si applica all’opposto caso della re-internalizzazione, ossia alla cessione di funzioni di soggetti privati in favore di soggetti pubblici, in considerazione dei vincoli e dei prin-

detti atti di indirizzo, i presupposti e le limitazioni in materia di ricorso al lavoro flessibile ed in particolare i requisiti di temporaneità ed eccezionalità”, dovendosi ritenere “Prin-cipio generale dell’ordinamento il carattere temporaneo ed eccezionale del ricorso al lavoro flessibile che conseguen-temente deve trovare applicazione anche per gli organismi partecipati”. Ciò posto, la Sezione rileva, in generale, che un’interpretazione della norma in chiave necessariamente sistematica sembra non poter prescindere dalla conside-razione della portata “finalistica” del concetto di “riduzione della spesa di personale”, da perseguire attraverso una molteplicità di azioni, pur unitariamente considerate nella loro finalità, quali il contenimento degli oneri contrattuali e delle assunzioni di personale. A tal fine, risulta attribuibile al concetto stesso di “riduzione” una valenza necessaria-mente “relazionale” che sembra non poter prescindere, in assenza di specifici parametri di riferimento posti di vol-ta in volta dallo stesso Legislatore, dalla considerazione della complessiva spesa di personale gravante sull’Ente interessato al momento dell’assunzione delle misure pre-scritte dalla norma.

Corte dei conti Liguria, Delibera n. 19 del 14 febbraio 2020

Corte dei conti Lombardia, Delibera n. 7 del 13 febbraio 2020

Esternalizzazione di attività comunalitrasferimento e re-internalizzazione del personale

Aziende specialiriduzione dei costi di personale

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cipi imposti dall’ordinamento per l’accesso ai ruoli della Pubblica Amministrazione ex art. 97, comma 3, della Co-stituzione, quindi mediante concorso pubblico. In questo

caso la norma può trovare applicazione solo nei confronti dei soggetti già dipendenti dalla P.A. che ha esternalizza-to, nonché da altre P.A.

Nel caso in analisi, un Sindaco ha chiesto un parere in ordine al riconoscimento di fondi vincolati, sotto il profilo della competenza e della cassa, e quindi esclusi dal tetto di cui all’art. 23, comma 2, del Dlgs. n. 75/2017, ai proventi derivanti: - dall’incremento fino ad un massimo del 10% dei diritti ed oneri per il rilascio dei titoli abilitativi edilizi delle doman-de di sanatoria (art. 32, comma 40, del Dl. n. 269/2003);

- dal 50% delle somme riscosse a titolo di conguaglio dell’oblazione (art. 32, comma 41, del Dl. n. 269/2003).

- In relazione alle suddette entrate, il Sindaco articolava i seguenti quesiti:

1) Qualora l’Ente deliberi ai sensi dell’art. 32, comma 40, del Dl. n. 269/2003, l’incremento fino ad un massimo del 10 % dei diritti e oneri per il rilascio dei titoli abili-tativi edilizi delle domande di sanatoria e stabilisca di destinarli a Progetti finalizzati da svolgere oltre l’orario di lavoro ordinario per l’attività istruttoria connessa al ri-lascio delle concessioni in sanatoria, tali entrate hanno un vincolo di destinazione sotto il profilo della compe-tenza e della cassa e le relative spese sono escluse dal tetto di cui all’art. 23 , comma 2, del Dlgs. n. 75/2017 ?

2) Qualora l’Ente nulla abbia disposto, il 50% delle som-me riscosse a titolo di conguaglio dell’oblazione di cui all’art. 32, comma 41, del Dl. n. 269/2003, ha un vincolo di destinazione sotto il profilo della competenza e della cassa ovvero è da considerare risorsa che generica-mente finanzia le spese di bilancio, in ossequio al prin-cipio di unicità del bilancio ?

3) In assenza di incremento fino ad un massimo del 10% dei diritti e degli oneri dovuti per il rilascio dei titoli abi-litativi edilizi, così come ammesso dall’art. 32, comma 40, del Dl. n. 269/2003, è possibile destinare il 50% del conguaglio dell’oblazione di cui al successivo comma 41 a progetti finalizzati da svolgere oltre l’orario di la-voro ordinario e tali spese sono escluse dal tetto di cui all’art. 23, comma 2, del Dlgs. n. 75/2017 ?

4) Così come indicato dalla Corte dei conti, Sezione re-gionale di controllo per il Veneto nella Deliberazione n. 31/2013, il vincolo di destinazione dell’incremento fino ad un massimo del 10% dei diritti ed oneri per il rilascio dei titoli abilitativi edilizi, così come ammesso dall’art. 32, comma 40, del Dl. n. 269/2003 e, se praticabile, del 50% delle somme riscosse a titolo di conguaglio dell’o-blazione, art. 32, comma 41, del Dl. n. 269/2003, a Pro-getti finalizzati all’istruttoria delle domande di sanatoria da svolgere oltre l’orario di lavoro ordinario è costituito esclusivamente mediante apposito atto regolamentare, pena la mancata esclusione dal tetto di cui all’art. 23, comma 2, del Dlgs. n. 75/2017 ?

5) L’erogazione dell’incentivo per l’istruttoria delle doman-de di sanatoria edilizia deve essere oggetto della Con-trattazione integrativa ?

La Sezione, in riferimento al primo quesito, ha chiarito che le entrate costituite dall’aumento del 10% dei diritti e oneri per il rilascio dei titoli abilitativi edilizi delle domande di sa-natoria, destinati a Progetti finalizzati da svolgere oltre l’o-rario di lavoro ordinario per l’attività istruttoria connessa al rilascio delle concessioni in sanatoria, hanno un vincolo di destinazione sotto il profilo della competenza e della cas-sa e le relative spese sono escluse dal tetto di cui all’art. 23 , comma 2, del Dlgs. n. 75/2017.Analoghe considerazioni valgono in ordine al secondo quesito, ed invero anche le entrate derivanti dal 50% delle somme riscosse a titolo di conguaglio dell’oblazione di cui all’art. 32, comma 41, del Dl. n. 269/2003, hanno un vinco-lo di destinazione sotto il profilo della competenza e della cassa. La lettura sistematica della norma infatti non può portare a conclusioni diverse per le 2 tipologie di entra-te, trattandosi di entrate caratterizzate da “specialità” con precisi vincoli di destinazione che risultano dalla lettura testuale dell’art. 32, comma 41, laddove recita che il 50% delle somme riscosse a titolo di conguaglio dell’oblazione è devoluto al Comune interessato al fine di incentivare la

Corte dei conti Sicilia, Delibera n. 9 del 14 febbraio 2020

“Fondo salario accessorio”riconoscimento di fondi vincolati in materia di attività istruttorie per il condono edilizi

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IL PARERE DELLA CORTE

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definizione delle domande di sanatoria presentate. La nor-ma, nel destinare ai Comuni dette entrate, le collega di-rettamente alla finalità dell’incentivazione della definizione delle domande di sanatoria, con ciò ponendo un vincolo di destinazione ben individuato. Conclusivamente, le entrate costituite dal 50% delle somme riscosse a titolo di congua-glio dell’oblazione hanno un vincolo di destinazione e non possono essere considerate risorse generiche.Il terzo quesito formulato riguarda l’ipotesi se, in assen-za di incremento fino ad un massimo del 10% dei diritti e degli oneri dovuti per il rilascio dei titoli abilitativi edili-zi, così come ammesso dall’art. 32, comma 40, del Dl. n. 269/2003, sia possibile destinare il 50% del conguaglio dell’oblazione di cui al comma 41 a Progetti finalizzati da svolgere oltre l’orario di lavoro ordinario e tali spese sia-no escluse dal tetto di cui all’art. 23, comma 2, del Dlgs. n. 75/2017. Invero, la norma prevede, quale finalità che sta alla base dell’assegnazione delle somme ai Comuni, l’incentivazione della definizione delle domande di sana-toria, lasciando tuttavia ai Comuni la discrezionalità di in-dividuare la concreta destinazione delle somme, purché nell’ambito della finalità di una sollecita definizione dei procedimenti pendenti. Ciò posto, la lettura del combi-nato disposto dei commi 40 e 41 dell’art. 32, del Dl. n. 269/2003 porta tuttavia la Sezione ad escludere che dette somme possano essere destinate a Progetti finalizzati da svolgere oltre l’orario ordinario di lavoro, per diverse con-

siderazioni. Innanzitutto, a tale conclusione porta la lettura e l’interpretazione del testo normativo, laddove i proget-ti finalizzati da svolgere oltre l’orario di lavoro ordinario sono espressamente previsti, dal Legislatore, solamente dal comma 40 e non anche dal successivo comma 41. Quest’ultimo comma, viceversa, prevede l’incentivazione della definizione delle domande di sanatoria in senso lato e come tale da intendere non esclusivamente nel senso di incentivi al personale, ma anche come incentivazione dell’attività dell’Ufficio preposto, che può attuarsi anche mediante potenziamento delle dotazioni strumentali e/o informatiche, tramite riorganizzazioni, ecc. Dunque, con-clusivamente, il 50% del conguaglio dell’oblazione di cui al comma 41 non può essere destinato a Progetti finalizzati da svolgere oltre l’orario di lavoro ordinario.La risposta al quarto quesito è positiva, giacché con atto regolamentare l’Amministrazione dovrà, ove ritenga di procedere, definire l’aumento del 10% dei diritti ed oneri, con contestuale assegnazione delle somme ai Progetti fi-nalizzati stessi. Anche relativamente all’ultimo quesito la risposta è positi-va, nel senso che le risorse di cui all’art. 32, comma 40, del Dl. n. 269/2003, sono destinate a sostenere le iniziative rivolte a migliorare la produttività, l’efficienza e l’efficacia dei servizi e costituiscono parte variabile del trattamento economico accessorio del personale, oggetto di disciplina in sede di contratto collettivo.

Nella fattispecie in esame, un Sindaco ha chiesto un pa-rere in merito alla doverosità del versamento dei contribu-ti previdenziali ed assistenziali in favore di tale Organo. La Sezione ha chiarito che l’art. 86 del Dlgs. n. 267/2000 (Tuel) prescrive agli Enti Locali il versamento degli oneri assistenziali, previdenziali e assicurativi, ai rispettivi Istitu-ti previdenziali, ai soli lavoratori, dipendenti o meno, che espletano un mandato amministrativo fra quelli previsti nel predetto art. 86, comma 1, in un Ente Locale avente la grandezza demografica stabilita e che abbiano deciso di destinare il tempo che avrebbero impiegato per le proprie attività lavorative al servizio della comunità in cui sono stati eletti. Perché ricorra l’obbligo da parte dell’Ente del versamento degli oneri assistenziali, previdenziali e assi-curativi in favore dell’Amministratore locale, la norma ri-

chiede che ricorrano 2 requisiti concomitanti: l’elezione ad una carica elettiva ed il conseguente sacrificio del tempo destinato all’ordinaria propria attività lavorativa.In conclusione, per la configurazione di tale obbligo di ver-samento in carico all’Ente è necessario che l’Amministra-tore pubblico abbia chiaramente sospeso una qualsivoglia attività lavorativa. L’obbligazione decorre dal momento in cui l’Amministratore locale è assunto e non riguarda pe-riodi precedenti nel caso questi non fosse un lavoratore – dipendente o meno - al momento in cui è stato chiamato a ricoprire il mandato pubblico. All’eletto che non abbia pre-cedentemente ricoperto alcun rapporto lavorativo spetterà l’indennità di funzione ai sensi dell’art. 82 del Tuel così come determinata nella regolamentazione ministeriale conseguente.

Corte dei conti Abruzzo, Delibera n. 31 del 26 febbraio 2020

Sindacocontributi previdenziali ed assistenziali

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LA GIURISPRUDENZA

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LA GIURISPRUDENZA

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Nella Sentenza in epigrafe indicata, la questione contro-versa riguardava l’ambito e i limiti di applicabilità dell’istitu-to previsto dall’art. 42-bis (Assegnazione temporanea dei lavoratori dipendenti alle Amministrazioni Pubbliche) del Dlgs. n. 151/2001, recante il testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della materni-tà e della paternità. La norma in esame prescrive che “il genitore con figli minori fino a 3 anni di età dipendente di Amministrazioni pubbliche di cui all’art. 1, comma 2, del Dlgs. n. 165/2001, e successive modificazioni, può essere assegnato, a richiesta, anche in modo frazionato e per un periodo complessivamente non superiore a 3 anni, ad una sede di servizio ubicata nella stessa Provincia o Regione nella quale l’altro genitore esercita la propria attività lavo-rativa, subordinatamente alla sussistenza di un posto va-cante e disponibile di corrispondente posizione retributiva e previo assenso delle amministrazioni di provenienza e destinazione. L’eventuale dissenso deve essere motiva-to e limitato a casi o esigenze eccezionali. L’assenso o il dissenso devono essere comunicati all’interessato entro 30 giorni dalla domanda. 2. Il posto temporaneamente la-sciato libero non si renderà disponibile ai fini di una nuova assunzione”.Dunque, si tratta di un istituto a carattere prettamente tem-poraneo, che non incide in maniera definitiva sulla sede di assegnazione di chi ne beneficia, poiché cessa automati-camente con il superamento dell’età indicata dalla legge, e il cui scopo evidente è quello di agevolare l’espletamen-to delle responsabilità genitoriali nell’arco temporale in cui il minore è appena nato e di fruire, al contempo, del rela-tivo status.Peraltro, i Giudici ritengono di esemplificare alcuni casi in cui possa ravvisarsi quella eccezionalità che consente all’Amministrazione, gravata dal relativo onere probatorio, di negare legittimamente il beneficio (fermo restando, ov-viamente, che l’insussistenza dell’altro requisito, ossia il “…posto vacante e disponibile di corrispondente posizione retributiva”, preclude in radice la fruizione del beneficio):a) quando la sede di assegnazione sia chiamata a fron-teggiare una significativa e patologica scopertura di orga-

nico, che, in mancanza di un dato normativo di supporto, i Giudici individuano, equitativamente, nella percentuale pari o superiore al 40% della dotazione organica dell’uf-ficio di assegnazione, che potrà essere presa in conside-razione, ai fini del diniego, sia riferendola a tutte le unità di personale assegnate a quella sede sia riferendola al solo personale appartenente al medesimo ruolo del sog-getto istante. Tale criterio corrisponde, secondo i Giudici, a quei “casi ed esigenze eccezionali”, perché impedisce la fruizione del beneficio laddove si palesi la necessità di evitare che la sede di appartenenza venga sguarnita oltre-modo, al di là di quella che può essere una contingente e fronteggiabile carenza di personale, oppure si prospetti la necessità di evitare che la qualifica di appartenenza non sia oltremodo depauperata di unità, il che, pur a fronte della presenza in servizio di altro personale con diversa qualifica, non consentirebbe un equilibrato funzionamento dell’unità operativa di appartenenza;b) quando, pur non essendovi una scopertura come quella descritta in seno alla sede di appartenenza dell’istante, nondimeno, nell’ambito territoriale del comando diretta-mente superiore a quello di appartenenza (ad esempio, l’ambito provinciale, ove la singola sede faccia gerarchi-camente riferimento ad un comando provinciale) si ravvi-sino, all’interno della maggioranza delle altre sedi di ser-vizio, scoperture di organico valutate secondo i parametri indicati alla precedente lett. a). c) quando la sede di assegnazione, pur non presentando una scopertura significativa e patologica, qual è quella in-nanzi indicata, presenta comunque un vuoto di organico, ed è ubicata in un contesto connotato da peculiari esigen-ze operative: si pensi all’ipotesi in cui l’unità impiegata nel-la sede di appartenenza si trovi a fronteggiare emergenze di tipo terroristico, oppure pervasivi fenomeni di criminalità organizzata di stampo mafioso, o sia di supporto a reparti impiegati in missioni all’estero, sempre che non vi siano nello stesso comprensorio del comando gerarchicamente superiore altre sedi dalle quali sia possibile attingere, tem-poraneamente, un agente in sostituzione;d) quando, effettivamente, l’istante svolge un ruolo di pri-

Consiglio di Stato, Sentenza n. 961 del 7 febbraio 2020

Assegnazione temporanea in caso di figli minori di 3 annilegittimità dei casi di diniego

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Nella fattispecie in esame, i Giudici si esprimono in merito alla nomina delle Commissioni giudicatrici. In particolare, i Giudici affermano che il principio di imparzialità per la partecipazione alle Commissioni di concorso dei titolari di cariche politiche/sindacali non è ancorato alla mera posi-zione/qualifica soggettiva degli stessi, ma alla possibilità, garantita dalla carica posseduta, di influire, nell’eserci-zio dei poteri/prerogative a quella connessi, sulla attività dell’Ente che indice la selezione.Peraltro, i Giudici precisano che la mera circostanza che una Commissione non rispetti la presenza al suo interno di almeno un terzo di donne, non esplica effetti vizianti del-le operazioni concorsuali, salvo non denoti una condotta discriminatoria in danno dei concorrenti di sesso femmi-nile. La normativa sulle pari opportunità è preordinata a garantire nel senso più ampio la possibilità di occupazio-ne femminile, sicché la sua violazione non può venir con-testata altro che dalle possibili beneficiarie della stessa. In assenza di una espressa disposizione normativa che preveda il contrario, la violazione della normativa di set-tore non esplica per sé effetti invalidanti sulle operazioni concorsuali ed è rilevante soltanto in presenza di una con-dotta discriminatoria del collegio in danno dei ricorrenti di sesso femminile. Tuttavia, i Giudici pongono in evidenza l’art. 51, comma 1 del Cpc., che prevede per il membro della Commissione di concorso l’obbligo di astensione: - se ha interesse nella causa o in altra vertente su identi-ca questione di diritto;

- se egli stesso o la moglie è parente fino al quarto gra-do o legato da vincoli di affiliazione, o è convivente o

commensale abituale di una delle parti o di alcuno dei difensori;

- se egli stesso o la moglie ha causa pendente o grave ini-micizia o rapporti di credito o debito con una delle parti o alcuno dei suoi difensori;

- se ha dato consiglio o prestato patrocinio nella causa, o ha deposto in essa come testimone, oppure ne ha co-nosciuto come magistrato in altro grado del processo o come arbitro o vi ha prestato assistenza come consu-lente tecnico;

- se è tutore, curatore, amministratore di sostegno, procu-ratore, agente o datore di lavoro di una delle parti;

- se inoltre, è amministratore o gerente di un ente, di un’associazione anche non riconosciuta, di un comita-to, di una società o stabilimento che ha interesse nella causa.

Poi, il comma 2 prevede che in ogni altro caso in cui esi-stano gravi ragioni di convenienza il commissario può ri-chiedere di astenersi. Dunque, nelle procedure concorsuali i componenti delle commissioni esaminatrici hanno l’obbligo di astenersi solo se sussiste una delle condizioni tassativamente indicate dall’art. 51 del Cpc., senza che le cause di incompatibilità previste dalla stessa disposizione possano essere oggetto di estensione analogica. L’appartenenza allo stesso ufficio del candidato e il legame di subordinazione o di collabo-razione tra i componenti della commissione e il candidato non rientrano nelle ipotesi di astensione di cui all’art. 51 del Cpc.

Consiglio di Stato, Sentenza n. 796 del 31 gennaio 2020

Commissioni di concorsocasi di incompatibilità

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LA GIURISPRUDENZA

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maria importanza nell’ambito della sede di appartenen-za e non sia sostituibile con altro personale presente in essa o in altra sede da cui sia possibile il trasferimento. In questo caso, la ragione ostativa andrà ravvisata non nel possesso in sé di una particolare qualifica da parte dell’in-teressato, ma nel fatto che quella qualifica sia necessaria nell’ambito di specifiche operazioni in essere o nell’ambito di operazioni che è ragionevole prevedere dovranno es-sere espletate;

e) quando il ricorrente, pur non in possesso di una pecu-liare qualifica, è comunque impiegato in un programma o in una missione speciale ad altissima valenza operativa, dalla quale l’Amministrazione ritenga non possa essere proficuamente distolto, che deve essere compiutamente indicata nel provvedimento (salvi, ovviamente, i profili di riservatezza che dovessero emergere per la tutela della suddetta operazione).

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Nella casistica in oggetto, un dipendente di ruolo di un Comune con posizione economica C2 aveva superato nell’anno 2001, unico partecipante, il concorso per titoli riservato al personale dipendente per il conferimento di un posto di istruttore direttivo amministrativo (area ammini-strativa demografica), Categoria “D1”. Successivamente, la Giunta comunale aveva disposto l’annullamento della procedura concorsuale in sede di autotutela, con conse-guente risoluzione del (nuovo) contratto e rientro del di-pendente nel profilo professionale inferiore. L’Ente soste-neva che la procedura fosse priva di effettiva selettività vista la presenza di un unico candidato. I Giudici hanno sottolineano che il “Principio di selettività” connota l’essenza e la sostanza delle procedure concor-suali, quand’anche preordinate alla mera progressione interna all’interno della medesima area o fascia di appar-tenenza, al punto da condizionare, per il pubblico impiego privatizzato, la contrattazione collettiva, abilitata, in pro-posito, a derogare alle disposizioni contenute nel Dpr. n. 487/1994. A maggior ragione, il Principio deve operare nei casi, come quello di specie, in cui si è in presenza di una procedura selettiva preordinata alla progressione verticale ed alla conseguente attribuzione di una qualifica superiore, con novazione oggettiva del rapporto di lavoro. Procedura che impone al candidato che auspichi il transito in un’area o una fascia di livello superiore una concreta ed effettiva verifica delle attitudini e delle capacità richieste dal nuovo profilo professionale. In tale prospettiva, la circostanza, di natura formale, che il concorso fosse riservato al solo per-sonale interno all’Ente e il fatto, occasionale, che l’appel-lante fosse l’unico partecipante non appaiono idonee ad appannare la logica della effettiva selettività dell’accesso

alle qualifiche superiori, che non può operare in virtù di un mero riscontro del possesso dei titoli di ammissione, con una valutazione “trascurabile e marginale del percorso culturale e professionale” dell’unico candidato, in luogo di una procedura selettiva mirata “ad evidenziare l’idoneità del candidato all’effettivo svolgimento dell’insieme delle funzioni plurispecialistiche che allo stesso dovevano es-sere affidate”. Del resto, è questa la ragione che in più occasioni ha indotto la Corte Costituzionale a stigmatiz-zare la prefigurazione di procedure selettive interne, non aperte all’effettivo confronto concorrenziale ed idonee ad avallare abusive prassi di scivolamento automatico verso posizioni superiori “senza adeguate selezioni e verifiche attitudinali” e senza accorgimenti idonei ad “assicurare co-munque che il personale assunto abbia la professionalità necessaria allo svolgimento dell’incarico”.Il Principio vale - precisano i Giudici - anche nelle ipotesi di concorso per soli titoli che, pur rilevando in una prima fase come meri requisiti di ammissione, non possono essere sottratti, pena un evidente ed acritico meccanismo promo-zionale, al vaglio selettivo (se non propriamente compara-tivo) preordinato al concreto ed effettivo apprezzamento dell’idoneità allo svolgimento dei nuovi compiti professio-nali. In difetto di che, la procedura selettiva, tradendo la sua natura e finalità, si risolverebbe, in presenza di un unico candidato, nella mera ed implausibile certificazione di una sorta di “vittoria annunciata”. Orbene, nel caso di specie, la procedura annullata si era di fatto risolta, nel-la riscontrata assenza di competitori, in un mero riscontro dei titoli di ammissione dell’unico concorrente, legittiman-do per tal via la rimozione in autotutela dei relativi esiti.

Consiglio di Stato, Sentenza n. 600 del 24 gennaio 2020

Concorsolegittimità dell’annullamento in autotutela in presenza di un unico candidato

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Nella fattispecie in esame, i Giudici rilevano che l’art. 5, comma 9, del Dl. n. 95/2012, deve essere interpretato nel senso che, qualora il conferimento di un incarico in Organi di governo delle Amministrazioni sia intervenuto in un mo-mento antecedente al collocamento in quiescenza, allor-ché sopraggiunga il collocamento a riposo, l’incarico pro-segue sino alla scadenza prevista trasformandosi, da tale scadenza, in un rapporto a titolo gratuito. In particolare, l’art. 5, comma 9, del Dl. n. 95/2012, ha introdotto limita-zioni al conferimento di incarichi di studio, di consulenza, dirigenziali, direttivi o cariche in organi di governo a sog-getti, già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescen-za, con l’obiettivo di agevolare il ricambio generazionale nelle Pubbliche Amministrazioni e conseguire risparmi di spesa. Tali incarichi sono consentiti a titolo gratuito con una limitazione temporale per un anno per quelli dirigen-ziali o direttivi e in tutti gli altri casi senza limiti di tempo. Relativamente alla questione inerente l’applicabilità del comma più volte citato solo a coloro i quali siano già sta-ti collocati a riposo oppure anche a coloro che, nominati quando ancora erano in servizio, siano stati successiva-mente collocati a riposo, per i Giudici il dato letterale depo-ne a favore della prima opzione. La norma di legge si rife-risce, in modo chiaro, solo ai “soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza”, lasciando fuori dal suo

campo di applicazione chi, invece, all’atto del conferimen-to dell’incarico non è ancora in quiescenza. Da questo si desume che gli incarichi, le cariche e le collaborazioni contemplati dalla legge in commento possono essere at-tribuiti a chi è ancora in servizio anche se, prima della sca-denza dell’incarico, andrà a riposo. I Giudici reputano che nell’ipotesi in cui venga conferito incarico ad un soggetto ancora in servizio, per evitare elusioni, al momento della collocazione in quiescenza il rapporto debba trasformarsi in un rapporto a titolo gratuito. Ed invero, ai sensi dell’art. 5, comma 9, gli incarichi, le cariche e le collaborazioni di cui ai periodi precedenti dello stesso comma 9 sono co-munque consentiti a titolo gratuito. Occorre infine precisa-re la durata del rapporto a titolo gratuito dopo la colloca-zione in quiescenza. Il quarto periodo del più volte citato comma 9 stabilisce che “per i soli incarichi dirigenziali e direttivi, ferma restando la gratuità, la durata non può es-sere superiore a un anno, non prorogabile né rinnovabile, presso ciascuna amministrazione”. Da tale disposizione si ricava allora che detto rapporto può proseguire per la durata di un anno se rientrante nel quarto periodo – ossia se concernente gli incarichi dirigenziali e direttivi – mentre può proseguire sino alla scadenza se riguardante le altre nomine (incarichi di studio e di consulenza o cariche in organi di governo delle amministrazioni).

Consiglio di Stato, Sentenza n. 309 del 4 febbraio 2020

Incarico in Organi di Governosopravvenienza del collocamento a riposo

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Oggetto: Condanna Amministratori e Dirigenti provinciali per aver finanziato perdite e ricapitalizzo Società per la gestione di un Aeroporto: conferma Sentenza territoriale per la Lom-bardia n. 13/2015.Fatto: Nel maggio 2008 il Consiglio provinciale, su proposta del-la Giunta e con parere favorevole del Segretario e del Re-sponsabile del Settore “Economico-Finanziario”, approva la copertura di perdite dell’esercizio 2007 della Società per la gestione dell’Aeroporto (per Euro 82.000), e per Euro 23.000 per l’acquisizione di una quota dell’aumento di ca-pitale della stessa Società. Questo investimento era fina-lizzato all’ottenimento di un finanziamento della Regione. La Procura contabile cita in giudizio i Consiglieri provincia-li e i Dirigenti che avevano espresso parere favorevole alla Deliberazione adottata, sostenendo che la Società pubbli-ca che gestiva l’Aeroporto versava in cattive acque, con ricavi non in grado di sostenere i costi di gestione. Infatti la Società, 3 anni dopo questo atto, fu posta in liquidazione, con perdite e debiti per oltre Euro 670.000. I Giudici territoriali (n. 13/2015) hanno accolto la richiesta della Procura, condannando i Consiglieri provinciali per un importo di Euro 5.300 cadauno, il Segretario (per circa Euro 8.000), ed il Responsabile del Servizio “Finanziario” (per circa Euro 4.000). Quasi tutti presentano ricorso, che viene respinto. Sintesi della Sentenza:La difesa degli interessati ritiene “l’erroneità della Senten-za laddove riconosce la sussistenza del danno erariale, poiché le somme impiegate hanno assicurato il consegui-mento delle finalità cui erano preordinate. Le consistenti strutture realizzate, infatti, sarebbero dotate di un intrin-seco e notevole valore, su un terreno di proprietà pub-blica, e, anche qualora vi fosse un mancato godimento delle stesse da parte dell’Ente provinciale, determinereb-bero un arricchimento patrimoniale a favore del Demanio

regionale, titolare dei sedimi sui quali le opere insistono; sostengono inoltre l’erroneità della Sentenza per aver riconosciuto la sussistenza dell’elemento soggettivo, te-nuto conto che, al momento della deliberazione che ha autorizzato il finanziamento, la Società versava in attivo (per l’anno 2007), che la relazione del Collegio sindacale allegata al bilancio 2006 non indicava situazioni di parti-colare criticità ma dava atto delle prospettive di crescita aziendale. D’altra parte avevano confidato nell’attuabilità del Piano aziendale elaborato dall’Azienda speciale della Camera di commercio di Milano, nel quale erano state de-lineate prospettive di crescita di medio periodo, idonee a rassicurare il Consiglio provinciale in ordine alle possibilità di rilancio della Società; prospettano infine l’erroneità del-la Sentenza per non aver riconosciuto la sussistenza dei presupposti per l’applicazione del potere riduttivo, senza considerare la circostanza che la decisione di rifinanzia-re la Società era stata assunta da un Organo collegiale politico, privo di competenze tecniche, laddove gli Organi tecnici e contabili avevano fornito parere favorevole.”All’udienza, l’Avvocato della difesa “ha ripercorso gli aspetti di fatto della vicenda ed ha rilevato come lo scopo precipuo delle operazioni fosse rivolto alla realizzazione dell’infrastruttura. In relazione ai profili soggettivi, ha riba-dito la necessità che sia compiuta una valutazione con metodo ex ante, posto che il Progetto di rilancio di XX era un progetto serio, tenuto conto che il risultato finale non si è rivelato inutile.”I Giudici affermano che non può essere smentita “l’av-venuta violazione dei criteri di efficienza, economicità ed efficacia dell’azione amministrativa, certamente ravvisa-bile nel contesto in cui l’Amministrazione provinciale ha operato, in presenza di indici inequivocabili di incapaci-tà della Società aeroportuale di perseguire i suoi scopi, stanti lo squilibrio economico di gestione e l’inesistenza di prospettive di sviluppo inizialmente ipotizzate nell’Accordo di programma del 2002; mentre è innegabile che la pro-

del Rag. Antonio Tirelli - Consulente e Revisore di Enti Pubblici ed Enti Locali, Ragioniere Commercialista e Revisore Contabile

Corte dei conti - Sezione Seconda Giurisdizionale Centrale d’Appello - Sentenza n. 224 del 18 giugno 2019

Condanna Amministratori e Dirigenti provinciali per aver finanziato perdite e ricapitalizzo Società per la gestione di un Aeroporto

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grammazione per obiettivi contenuta nel predetto Accordo fosse del tutto legittima ed apprezzabile, la gestione della Società nel tempo ha dimostrato progressivamente l’e-mersione di fattori di criticità. La Sentenza di primo grado ha, al riguardo, adeguatamente motivato l’accertamento di responsabilità amministrativa, facendo riferimento alla stessa inutilità della compagine societaria - in presenza dell’affidamento integrale ad un soggetto terzo della ge-stione dei servizi aeroportuali - nonché in relazione ai con-tinuati interventi di ricapitalizzazione e finanziamento ed alla mancata ed incongrua modulazione e riscossione dei canoni del servizio concesso al terzo, in presenza di un rapporto convenzionale sicuramente sbilanciato a favore della Società di gestione. Per quanto riguarda la deduzio-ne – comune ad entrambi gli appelli – secondo la quale, in sintesi, lo scioglimento anticipato avrebbe comportato un grave pregiudizio collegato alla mancata realizzazio-ne dell’opera, che avrebbe determinato la restituzione dei finanziamento alla Regione e l’inoperatività dell’impianto, con la conseguente impossibilità di far fronte ai debiti del-la gestione ordinaria, va osservato che tale tesi è pale-semente contraddetta dal rilievo che lo scopo perseguito dalla Deliberazione di sottoscrizione non atteneva a siffatti profili, bensì, per il prevalente importo di Euro 81.918,53, al ripianamento delle perdite di gestione dell’esercizio pre-cedente.”I Giudici concludono affermando che, “per quanto attiene ai motivi d’impugnazione basati sull’insussistenza dell’ele-mento soggettivo d’imputazione del danno, va rilevato che la motivazione della Deliberazione adottata dà conto delle ragioni che hanno indotto l’Amministrazione provinciale a provvedere.”Dal tenore dello stesso Provvedimento è agevole trarre il convincimento che gli Amministratori avessero piena co-noscenza della situazione societaria, stante il rilievo che il suo oggetto ha riguardato la copertura delle perdite in gran parte e la sottoscrizione parziale di un aumento di capitale, attraverso una rappresentazione idonea a per-cepire anche reali prospettive di sviluppo della Società in

termini sostanzialmente negativi.La motivazione della Sentenza appellata è anche da que-sto punto di vista esauriente e non può essere censurata, nemmeno in relazione all’aspetto inerente alla discrezio-nalità dell’atto adottato. Nessuna rilevanza ha la disposi-zione di cui all’art. 1, comma 1, della Legge 14 gennaio 1994, n. 20, in ordine all’insindacabilità “nel merito” delle scelte discrezionali, atteso che essa riguarda la scelta, alla stregua di criteri di opportunità, delle modalità di azio-ne dell’Amministrazione in vista della realizzazione degli interessi affidati alle sue cure e presuppone appunto la determinazione di detti fini.Nella specie, l’oggetto della controversia attiene, non alle modalità adottate per il perseguimento del pubblico inte-resse, bensì riguarda direttamente i comportamenti tenuti, assunti come illeciti, proprio in quanto irragionevoli, alla stregua dei criteri di efficienza, economicità ed efficacia (cfr. art. 97 della Costituzione e Legge n. 241/1990), della scelta impiegata rispetto agli obiettivi perseguiti, ovvero alla mancata correlazione, accertata dalla Sentenza impu-gnata, con i fini pubblici istituzionali.Non sussistono infine, ad avviso del Collegio, ragioni per l’esercizio del potere di riduzione dell’addebito, stante la rilevanza del momento rappresentativo, da parte dei re-sponsabili, in ordine alla situazione reale della Società partecipata.Commento: Gli importi non sono elevati, né quelli sostenuti dalla Pro-vincia (Euro 105.000), né ovviamente quelli addebitati dal-la Corte dei conti. Dalla lettura dei giornali dell’epoca l’ex Presidente della Provincia si dichiara “fortemente sorpre-so ed amareggiato” per la decisione dei Giudici contabili. Gli Enti Locali per anni, costituendo specifiche Società, sono intervenuti in quasi tutti i Settori commerciali ed indu-striali. Anche in questo caso sono stati coinvolti 2 Dirigen-ti (il Segretario generale ed il Responsabile del Servizio “Finanziario”) che hanno espresso parere favorevole alla Deliberazione del Consiglio provinciale.

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Oggetto: Condanna di alcune Case di cura private, convenziona-te con l’Azienda sanitaria, per attività non appropriata dei ricoveri: conferma Sentenza territoriale per la Toscana n. 144/2018.Fatto: A seguito di accertamenti compiuti dai Carabinieri nell’am-bito di una indagine penale sarebbe risultato che in alcune Case di cura private convenzionate con il Ssn. “avrebbe-ro svolto l’attività in convenzione in maniera non appro-priata attraverso ricoveri, per interventi chirurgici di bassa complessità, di durata maggiore rispetto a quella prevista, circostanza che avrebbe comportato indebiti rimborsi a carico dell’Erario”. Nell’indagine si sottolinea in particolare che in tutte le strutture di cura private emergono le se-guenti circostanze: “l’ingresso dei pazienti, per la maggior parte provenienti da Regioni diverse dalla Toscana, nel pomeriggio precedente la giornata dell’intervento, pur in assenza di particolari motivi, se non di natura logistica o al massimo per eseguire esami o accertamenti diagnostici che avrebbero dovuto essere eseguiti in regime di pre-ospedalizzazione o ambulatoriale; il permanere del pa-ziente, successivamente all’intervento presso la Casa di cura, per 2 notti o più, senza motivi riportati in cartella, per interventi chirurgici di bassa complessità o che avrebbero potuto essere eseguiti anche ambulatorialmente”. La Procura contabile contesta a 4 Case di cura private un danno, per cui le cita in giudizio; la Sezione giurisdi-zionale della Corte dei conti territoriale, con Sentenza n. 144/2018, condanna queste 4 Strutture sanitarie a risarci-re all’Azienda sanitaria di Firenze l’importo complessivo di circa Euro 1.400.000. Esse presentano ricorso principalmente per “difetto di giu-risdizione del Giudice contabile”. Infatti, “la Corte dei conti sarebbe carente di giurisdizione trattandosi di controver-sia di natura contrattuale tra le cliniche convenzionate e l’Amministrazione sanitaria. Inoltre, la fattispecie è stato

oggetto di giudizio innanzi al Giudice amministrativo e la Corte di Cassazione, a seguito di regolamento di giurisdi-zione, ha ritenuto sussistente la giurisdizione del Giudice ordinario”. Inoltre, “la Sentenza avrebbe affermato la rea-lizzazione di prestazioni inappropriate in modo apodittico, senza tener conto della disciplina normativa e procedurale di Settore e fondandosi esclusivamente sugli accertamen-ti del comando Carabinieri Nas”. Secondo le Case di cura appellanti “non sarebbero stati adottati all’epoca dei fatti provvedimenti normativi o amministrativi idonei a chiarire in maniera non equivoca il concetto di in appropriatezza”. In ogni caso - sostiene la difesa dei ricorrenti - “la valu-tazione potrebbe essere l’effetto solo di una consulenza tecnica di ufficio che il primo Giudice non ha disposto; inoltre, la condotta delle Società non sarebbe stata anti-giuridica anche alla luce del fatto che i Funzionari della Asl addetti al controllo non sarebbero stati citati dalla Procura regionale per presunta insussistenza del danno erariale”. Il ricorso è respinto.Sintesi della Sentenza:I Giudici sostengono che, “in primo luogo, il Giudice conta-bile è provvisto di giurisdizione nella fattispecie in esame, sussistendo un rapporto di concessione tra l’Amministra-zione e le Strutture sanitarie in questione cui sono state conferite, con apposite Convenzioni, funzioni attinenti il Servizio sanitario pubblico. Ciò non trova smentita nella circostanza che sono in contestazione adempimenti di na-tura contrattuale delle Case di cura appellanti, in quanto, com’è noto, ai fini del radicarsi della giurisdizione conta-bile di responsabilità amministrativa, non è decisiva la ve-rifica degli strumenti giuridici (di diritto privato o pubblico) in base ai quali viene svolta una data attività, o la natura (pubblico o privata) del soggetto agente, sebbene l’ogget-tivo perseguimento di interessi pubblici e la qualificazione pubblica delle risorse gestite. Infatti, nella fattispecie in esame, l’attività delle Case di cura accreditate costituisce attuazione dell’attività di assistenza sanitaria di pertinenza

del Rag. Antonio Tirelli - Consulente e Revisore di Enti Pubblici ed Enti Locali, Ragioniere Commercialista e Revisore Contabile

Corte dei conti - Sezione Prima Giurisdizionale Centrale d’Appello - Sentenza n. 51 dell’8 marzo 2019

Condanna di alcune Case di cura private, convenzionate con l’Azienda sanitaria, per attività non appropriata dei ricoveri

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pubblica. In definitiva, l’elemento caratterizzante il concet-to di ‘rapporto di servizio’ non è la traslazione formale di pubblici poteri ma il nesso funzionale dell’attività svolta dal soggetto convenuto, attraverso l’utilizzo di risorse pubbli-che, con l’interesse pubblico perseguito dall’Amministra-zione”.I Giudici concludono affermando che “è chiaro che i criteri di comportamento cui dovevano attenersi gli Enti conven-zionati andavano individuati, nel caso concreto, in assen-za di previsioni specifiche, in base agli ordinari principi della scienza medica e della ragionevolezza, attraverso valutazioni tecniche che dovevano trovare la propria mo-tivazione nelle cartelle cliniche. Come detto, tali criteri di ragionevolezza non sono stati rispettati dalle Case di cura appellanti che nella vicenda in discorso, effettuando pre-stazioni non strettamente necessarie e non motivate dal punto di vista medico. Pertanto, le Case di cura appel-lanti hanno tenuto un comportamento caratterizzato da estrema imperizia e superficialità che ha causato un dan-no all’amministrazione sanitaria. È noto poi che il Giudice contabile può sindacare le scelte dei soggetti convenuti in

giudizio sulla base di criteri di ragionevolezza ed econo-micità, com’è avvenuto nel caso di specie. Non smentisce la responsabilità delle Case di cura appellanti il fatto che i Funzionari della Asl non sono stati convenuti in giudizio, in quanto ciò è avvenuto non per mancanza di un danno erariale, sebbene per l’assenza di un rapporto di causalità del loro comportamento con il danno ed, in ogni caso, di una colpa grave in vigilando”.Commento:È confermata la competenza della Corte dei conti nei rap-porti di concessione tra Amministrazioni pubbliche e priva-ti per servizi (in questo caso, di ricovero e cura). Non sono stati oggetto di rilievi i Funzionati amministrativi e sanitari dipendenti dell’Azienda sanitaria per omessi o insufficienti controlli; gli importi sono molto elevati, per cui si può o meno apprezzare l’affermazione dei Giudici che “esclude qualunque vantaggio derivato all’Amministrazio-ne dalla fattispecie in esame, trattandosi di prestazioni sanitarie che avrebbero potuto essere erogate con uguali benefici per i pazienti ma con un minor impiego di risorse economiche pubbliche”.

Risulta rilevante ai fini dell’Iva il distacco di personale della Società controllante presso la Società controllata, a fron-te del quale è versato solo il rimborso del relativo costo; pertanto, non risulterebbe conforme con il diritto comuni-tario l’art. 8, comma 35, della Legge n. 67/1988, il quale esclude dall’assoggettamento a Iva i prestiti di personale o i distacchi a fronte dei quali è versato solo il rimborso del relativo costo.E’ quanto sancito dalla Corte di Giustizia Ue, con la Causa n. C-94/19 dell’11 marzo 2020.L’art. 2 del VI Direttiva Ue, stabilisce che sono soggette ad Iva “le cessioni di beni e le prestazioni di servizi, effettuate a titolo oneroso all’interno del paese da un soggetto pas-

sivo che agisce in quanto tale; …”. L’art. 6, paragrafo 1, comma 1, di tale Direttiva sancisce che “si considera ‘prestazion[e] di servizi’ ogni operazione che non costituisce cessione di un bene ai sensi dell’art. 5”.Ai sensi dell’art. 30 del Dlgs. n. 276/2003, “l’ipotesi del distacco si configura quando un datore di lavoro, per sod-disfare un proprio interesse, pone temporaneamente uno o più lavoratori a disposizione di altro soggetto per l’ese-cuzione di una determinata attività lavorativa. In caso di distacco il datore di lavoro rimane responsabile del trat-tamento economico e normativo a favore del lavoratore”.Il citato art. 8, comma 35, della Legge n. 67/1988, prevede

del Dott. Francesco Vegni - Consulente in materia di fiscalità erariale di Amministrazioni e Enti Pubblici, Pubblicista

Sentenza della Corte di Giustizia Ue, Causa n. C-94/19 dell’11 marzo 2020

Distacchi di personaleper la Corte di Giustizia Ue sono rilevanti ai fini dell’Iva le somme erogate anche ai soli fini del rimborso

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che “non sono da intendere rilevanti ai fini dell’[Iva] i pre-stiti o i distacchi di personale a fronte dei quali è versato solo il rimborso del relativo costo”.Per inciso, ricordiamo che, in merito a tale norma, l’Agen-zia delle Entrate, con la Risoluzione n. 346/E del 2002, aveva specificato che l’esclusione da Iva non vale quando il distacco avviene nell’ambito di un rapporto contrattuale più ampio.Nel caso oggetto della controversia, la Società controllan-te ha distaccato presso la sua controllante i suoi Dirigenti per occupare il posto di Direttore di uno degli stabilimenti di quest’ultima. In ragione di ciò, la Società controllata ha ricevuto dalla propria controllante fatture recanti importi corrispondenti ai costi sostenuti per il Dirigente distaccato e si è portata in detrazione la relativa Iva. L’Amministrazione finanziaria ha ritenuto che tali rimborsi, dal momento che non riguardavano prestazioni di servizi tra una controllata e la sua controllante, fossero estranei alla sfera di applicazione dell’Iva, di modo che ha proce-duto a una rettifica ai fini del recupero dell’Iva detratta dal-la controllata.Il ricorso è stato respinto dai Giudici di primo grado e di appello.La Cassazione, chiamata ad intervenire, ha ritenuto che, al fine di risolvere la controversia, risulta decisivo stabilire “se il distacco di personale a fronte del rimborso dei relati-vi costi possa essere considerato imponibile”.A tal riguardo, la Suprema Corte ha precisato in primo luo-go che, in conformità all’art. 8, comma 35, della Legge n. 67/1988, “nel caso in cui la somma rimborsata corri-sponda all’importo delle spese sostenute per il personale distaccato, l’operazione di distacco non è imponibile, in quanto irrilevante ai fini dell’Iva”. Sussistono tuttavia dubbi in merito all’applicazione dell’Iva su una prestazione quale il distacco di personale a fron-te del rimborso del costo delle relative prestazioni. Infatti, sempre secondo la Cassazione, “la natura economica di un’operazione di distacco, come quella di cui al procedi-mento principale, sembra evincersi dal fatto … è necessa-rio che sussista uno specifico interesse del datore di lavoro distaccante, vale a dire l’interesse di garantire la maggiore funzionalità dell’organizzazione comune a controllante e controllata. Del resto, la sussistenza di tale interesse non sarebbe contestata nel caso di specie”. Peraltro, “il fatto che una simile operazione di distacco dia luogo a una pre-stazione di servizi svolta a titolo oneroso potrebbe risulta-re dall’ammontare, nel caso di specie non insignificante, corrisposto dalla distaccataria, pari all’importo delle spese e degli oneri da sostenere per i lavoratori”.La Cassazione considera inoltre che “la norma nazionale

sembra dar luogo a una disparità di trattamento ingiusti-ficata, che può incidere sul Principio di neutralità fiscale, tra il distacco di personale e la messa a disposizione di manodopera, dal momento che quest’ultima operazione dà sempre luogo a una prestazione imponibile”.In ragione dei dubbi suesposti, la Suprema Corte di Cas-sazione ha deciso di sospendere il procedimento e di sot-toporre la questione alla Corte di Giustizia europea.La Corte ha richiamato in primo luogo gli artt. 2 e 6, della VI Direttiva, sostenendo che la Società controllante “ha la qualità di soggetto passivo Iva e che la prestazione di ser-vizi di cui al procedimento principale, vale a dire il distacco di un dirigente della stessa presso la sua controllata, è avvenuta all’interno del paese di cui trattasi”.Occorre dunque determinare “se tale prestazione di servi-zi sia stata effettuata a titolo oneroso”.Sul punto, secondo una giurisprudenza costante, “nell’am-bito del sistema dell’Iva le operazioni imponibili presup-pongono l’esistenza di un negozio giuridico tra le parti implicante la stipulazione di un prezzo o di un controva-lore. Così, quando l’attività di un prestatore consista nel fornire esclusivamente prestazioni senza corrispettivo di-retto, non vi è base imponibile e tali prestazioni non sono, quindi, soggette all’Iva (Sentenza 22 giugno 2016, Český rozhlas, C-11/15, EU:C:2016:470, punto 20 e giurispru-denza ivi citata)”. Ne risulta che una prestazione di servizi è effettuata “a titolo oneroso”, ai sensi dell’art. 2, punto 1, della VI Direttiva, e configura pertanto un’operazione imponibile, soltanto quando tra il prestatore e il beneficia-rio intercorra un rapporto giuridico nell’ambito del quale avvenga uno scambio di reciproche prestazioni, e il com-penso ricevuto dal prestatore costituisca il controvalore effettivo del servizio prestato al beneficiario. Ciò si verifica quando sussiste un nesso diretto tra il servizio reso e il corrispettivo ricevuto.Nel caso di specie, dal fascicolo a disposizione della Cor-te sembra emergere che il distacco è stato effettuato sul-la base di un rapporto giuridico di natura contrattuale tra Società controllante e Società controllata. Risulta peral-tro che, nell’ambito di tale rapporto giuridico, sono state scambiate prestazioni reciproche, vale a dire il distacco di un Dirigente della controllante presso la controllata, da un lato, e il pagamento da parte di quest’ultima alla con-trollante degli importi che le sono stati fatturati, dall’altro.La Commissione contesta tuttavia l’esistenza di un nes-so diretto tra queste 2 prestazioni, facendo valere che, in mancanza di pattuizione di una retribuzione superiore agli oneri sostenuti dalla controllante, il distacco di cui al procedimento principale non ha avuto luogo allo scopo di ricevere un corrispettivo.

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Dalla giurisprudenza della Corte risulta che sussiste un nesso diretto quando 2 prestazioni si condizionano reci-procamente, vale a dire che l’una è effettuata solo a con-dizione che lo sia anche l’altra, e viceversa.Se pertanto dovesse essere dimostrato - circostanza che spetta al Giudice del rinvio verificare - che il pagamento da parte della controllata degli importi che le sono stati fattu-rati dalla sua Società controllante costituiva una condizio-ne affinché quest’ultima distaccasse il Dirigente, e che la controllata ha pagato tali importi solo come corrispettivo del distacco, si dovrebbe concludere per l’esistenza di un nesso diretto tra le 2 prestazioni.Di conseguenza, si dovrebbe ritenere che l’operazione sia stata effettuata a titolo oneroso ed essa sarebbe soggetta all’Iva, dal momento che le altre condizioni di cui all’art. 2, comma 1, della VI Direttiva sono parimenti soddisfatte. E’ irrilevante a tale riguardo l’importo del corrispettivo, ovve-

ro la circostanza che esso sia pari, superiore o inferiore, ai costi che il soggetto passivo ha sostenuto a suo carico nell’ambito della fornitura della sua prestazione. Infatti, una simile circostanza non è tale da compromettere il nes-so diretto esistente tra la prestazione di servizi effettuata e il corrispettivo ricevuto.Alla luce di tutte le suesposte considerazioni, la Corte di Giustizia Ue ha risposto alla questione sollevata dichia-rando che l’art. 2, punto 1, della VI Direttiva, deve essere interpretato “nel senso che esso osta a una legislazione nazionale in base alla quale non sono ritenuti rilevanti ai fini dell’Iva i prestiti o i distacchi di personale di una controllante presso la sua controllata, a fronte dei quali è versato solo il rimborso del relativo costo, a patto che gli importi versati dalla Società controllata a favore della Società controllante, da un lato, e tali prestiti o distacchi, dall’altro, si condizionino reciprocamente”.

Oggetto: Condanna degli Amministratori di una Società unitamente al Presidente di una Provincia, socio unico, per l’affida-mento di incarichi illegittimi di consulenza: conferma, con riduzione, della Sentenza territoriale per la Campania n. 214/2015.Fatto: Questa Provincia è socio unico di una Società per azio-ni. Nel 2012 la Procura contabile, con 2 atti di citazione, uno agli Amministratori della Società (in ottobre), l’altro al Presidente della Provincia (in dicembre), contesta “l’affi-damento di incarichi di consulenza a professionisti esterni, ritenuti illegittimi in quanto conferiti nell’assoluta mancan-za di rispetto della normativa prevista”, per un importo di circa Euro 2.000.000, per 15 incarichi (persone fisiche e Società di consulenza). La natura pubblica della Società partecipata sarebbe

evidente e ad essa sarebbero pertanto applicabili tutti i Principi che la Corte dei conti ha enucleato in materia di incarichi e consulenze pubbliche. Secondo la Procura, gli Amministratori della Società suc-cedutisi nel tempo, con il concorso del Presidente della Provincia (socio unico), avrebbero operato in dispregio del Principio di “autosufficienza organizzativa”; viene sottoli-neato anche “la mancata attenzione al parere espresso, nella seduta dell’Assemblea ordinaria del 27 settembre 2010, dal Collegio dei Sindaci che aveva ammonito in or-dine all’obbligo, sia di rispettare il disposto di cui all’art. 18 Dl. n. 112/2008, sia di tenere conto dei limiti di cui al Dl. n. 78/2010, art. 14, comma 7 e 9, in totale mancanza del contratto di servizio. Di qui la totale inutilità della spesa pubblica sostenuta peraltro senza la previa approvazione di un Piano industriale”. Gli Amministratori della Società (alcuni per pochi mesi)

del Rag. Antonio Tirelli - Consulente e Revisore di Enti Pubblici ed Enti Locali, Ragioniere Commercialista e Revisore Contabile

Corte dei conti - Sezione Prima Giurisdizionale Centrale d’Appello - Sentenza n. 147 del 3 luglio 2019

Condanna degli Amministratori di una Società unitamente al Presidente di una Provincia, socio unico, per l’affidamento di incarichi illegittimi di consulenza

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giustificano gli incarichi con la carenza di organico interno e con l’elevata competenza tecnica richiesta. Il Presidente della Provincia sottolinea di aver delegato alla partecipazione dell’Assemblea dell’ottobre 2010 l’As-sessore al Bilancio, contesta la veridicità della delega ed esclude che la responsabilità amministrativa sia estensibi-le a soggetti diversi da colui che ha sottoscritto il contratto. I Giudici di primo grado (Sentenza n. 214/2015), ritengono di accogliere la richiesta dei convenuti della “compensatio lucri cum damno”, per cui riducono il danno di circa il 40%. Tutti presentano ricorso. Per l’ex Amministratore unico della Società il danno viene ulteriormente ridotto del 20%, mentre per gli altri, compre-so il Presidente della Provincia, il ricorso è respinto.Sintesi della Sentenza:I Giudici ritengono che “i gravami, separatamente propo-sti dagli appellanti, nella sostanza offrono argomentazioni similari – pur con riferimento alla differente qualifica rive-stita nell’ambito della Società – che si compendiano nella mancanza di responsabilità per colpa grave in considera-zione della eccezionalità della situazione, ancora una vol-ta, richiamata anche nell’esposizione all’odierna pubblica udienza. Proprio con riferimento a questo aspetto, oggetto dell’eccezione riproposta nuovamente anche in appello, ritiene il Collegio che quanto esposto dalla Sentenza di prime cure in proposito rispecchi esattamente la realtà dei fatti”.Inoltre, viene evidenziato che “la Società, costituita per finalità di gestione ordinaria, avrebbe dovuto, prima di procedere all’esternalizzazione dei conferimenti – che, in-vece, ben potevano giustificarsi in una fase emergenziale acuta, quale quella precedente – effettuare un’opera di ri-cognizione delle risorse umane presenti al proprio interno riservando, unicamente all’esito negativo di tale verifica, l’approvvigionamento di persone all’esterno, con apposita motivazione, per ognuno, che desse conto della neces-sità del ricorso ad essi. D’altronde, è la stessa normativa a richiedere tanto, quando all’art. 7, comma 6 del Dlgs., siccome modificato, precisa che ‘per esigenze cui non possono far fronte con personale in servizio, le Ammini-strazioni pubbliche possono conferire incarichi individuali, con contratti di lavoro autonomo e di natura occasionale o coordinata e continuativa ad esperti di particolare e com-provata specializzazione anche universitaria ed in pre-senza di alcuni presupposti di legittimità specificamente individuati’. Il che, naturalmente, necessita di un’opera di ricognizione del personale presente all’interno della strut-

tura interessata che, nel caso di specie, non risulta essere stata fatta, facendo così venir meno l’unico elemento le-gittimante l’eccezione comportamentale legislativamente prevista”.Infine, i Giudici sottolineano che “la colpa grave del Pre-sidente della Provincia si è correttamente indicata nella ‘superficialità’ con la quale ha delegato l’Assessore a par-tecipare all’Assemblea senza avvisarlo delle potenzialità lesive degli atti che si andavano ad approvare”, e nel “non indicare neppure l’unica opzione lecita e cioè quella di ri-servarsi ogni azione per la caducazione dei contratti’. Ciò, conseguentemente, ha determinato l’imputazione della responsabilità unicamente in capo al Presidente della Pro-vincia il quale, come ha correttamente ritenuto il Giudice di prime cure ‘ha esercitato il legittimo potere di delega in re-lazione a un compito intrinsecamente pubblicistico, come quello del controllo analogo, l’atto di esercizio di questo potere autoritativo non lo ha spogliato della competenza a provvedere né lo ha deresponsabilizzato rispetto alla funzione; soprattutto, in vista del fine pubblico al quale è teleologicamente connesso, l’esercizio del potere doveva essere accompagnato da una serie di puntualizzazioni ed accorgimenti tali da integrare quella cautela e quella dili-genza che sono proprie dell’adempimento di un obbligo (qualunque ne sia la fonte e la matrice)’. Da ultimo, ma non certo per ordine di importanza, emerge dagli atti di causa che da parte del Collegio Sindacale era stata rile-vata l’illiceità dei contratti in oggetto e, dunque, espresso parere contrario alla loro stipulazione, sistematicamente ignorato dal Presidente, nonostante fosse stato debita-mente verbalizzato in assemblea”.Commento:Costituire Società interamente partecipate da Enti pub-blici non toglie responsabilità agli Amministratori circa il “controllo analogo”. In questo caso questa Società, nata per far fronte all’emergenza rifiuti, nella fase successiva all’emergenza avrebbe dovuto funzionare rispettando la normativa vigente in materia di incarichi. Occorre evidenziare che l’Organo interno di controllo (Re-visori legali) ha espresso parere negativo in sede dell’As-semblea circa la ratifica delle decisioni degli Amministrato-ri di procedere ad incarichi di notevole importo. È interessante sottolineare che i Giudici di I e II grado abbiano applicato il principio del “compensazio lucri com damno” (previsto dal comma 1-bis dell’art. 1 della Legge n. 20/1994, introdotto dall’art. 3, comma 1, della Legge n. 639/1996).

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L’ANGOLO DI “DIRITTO DEI SERVIZI PUBBLICI”

La Rubrica è stata realizzata grazie alla collaborazione avviata con lo Studio legale Tessarolo, editore di Diritto dei servizi pubblici e partner di Centro Studi Enti Locali.

Diritto dei servizi pubblici è una rivista giuridica telematica che, dal 2001, raccoglie informazioni, articoli, leggi, sentenze ed altri provvedimenti su numerosi argomenti di diritto, con particolare riferimento al diritto dei

servizi pubblici locali, a cura appunto del citato Studio Legale.La scelta di avviare questo nuovo Progetto – ampliando così la gamma di contenuti della presente Rivista –

si pone in continuità con il costante sforzo profuso da Centro Studi Enti Locali per garantire un’informazione sempre più efficace, approfondita e completa ai propri Abbonati.

Affidamento diretto di un servizio pubblico

Affidamento “in house providing” della gestione della Farmacia comunale

Tar Puglia, Lecce, Sezione Terza, Sentenza 13 marzo 2020 n. 326

Consiglio di Stato, Sezione III, Sentenza 3 marzo 2020 n. 1564

Sulla legittimità dell’affidamento diretto di un servizio pub-blico di valore inferiore alla soglia di Euro 40.000 ex art. 36 c. 2 lett. a) del Dlgs n. 50/2016.La giurisprudenza ha chiarito come, fino all’importo massi-mo di Euro 40.000 previsto del già comma 2 lett. a) dell’art. 36 del Dlgs. n. 50 del 2016, il Legislatore ha ritagliato una specifica disciplina che costituisce un micro-sistema esau-stivo ed autosufficiente che non necessita di particolari formalità e sulla quale i Principi generali non determinano particolari limiti. Pertanto, nel caso dell’art. 36, comma 2, lett. a), si è in presenza di una ipotesi specifica di affida-mento diretto diversa ed aggiuntiva dalle ipotesi di proce-dura negoziata “diretta” prevista dall’art. 63 del “Codice dei contratti”, che impone invece una specifica motivazione e

Sulla legittimità dell’affidamento “in house providing” della gestione della Farmacia comunaleRecentemente la Sezione III del Consiglio di Stato ha ri-messo alla Corte di Giustizia il quesito “se il diritto dell’Ue

che l’assegnazione avvenga in modo perfettamente ade-sivo alle ipotesi predefinite dal Legislatore (si pensi all’uni-co affidatario o alle oggettive situazioni di urgenza a pena di danno). Ne consegue che, venendo in rilievo nel caso di specie una concessione di servizi di valore certamente inferiore alla soglia di Euro 40.000 ex art. 36, comma 2, lett. a), del Dlgs. n. 50/2016, l’Amministrazione comunale non aveva alcun obbligo di motivazione con riguardo alla ricorrenza di condizioni di urgenza o necessità. Resta in ogni caso fermo l’obbligo, in capo all’Amministrazione co-munale, di procedere tempestivamente all’indizione di una nuova procedura di gara per l’affidamento in via definitiva del servizio pubblico di ristoro da effettuarsi presso i chio-schi siti all’interno dello Stadio comunale.

(e segnatamente il principio di libera amministrazione del-le Autorità pubbliche e il Principio di sostanziale equiva-lenza fra le diverse modalità di affidamento e di gestione dei servizi di interesse delle Amministrazioni pubbliche)

31 marzo 2020L’ANGOLO DI “DIRITTO DEI SERVIZI PUBBLICI”

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Legittimità costituzionale dell’art. 22 comma 1, lett. b), della Legge regionale Lombardia n. 16/2016

Corte Costituzionale, Sentenza 9 marzo 2020 n. 44

osti a una normativa nazionale (come quella dell’art. 192, comma 2, del ‘Codice dei Contratti pubblici’, Dlgs. n. 50 del 2016) il quale colloca gli affidamenti ‘in house’ su un piano subordinato ed eccezionale rispetto agli affidamenti tramite gara di appalto…..”, non mancando di spendere argomentazioni circa il basilare assunto logico secondo il quale “nessuno, ragionevolmente, si rivolge ad altri quan-do è in grado di provvedere, e meglio, da solo” (Consiglio di Stato, Ordinanza 7 gennaio 2019, n. 138). Tuttavia, la norma è ad oggi in vigore e non vi è un contrasto così lampante e netto con norme vincolanti dell’ordinamento UE da imporne la immediata disapplicazione giudiziale. Pertanto, nel caso si specie, è legittima la scelta dell’Am-ministrazione di affidare “in house providing” la gestione della Farmacia comunale in quanto, oltre ad aver ha effet-tuato un’istruttoria, compiendo un’indagine di mercato al fine di verificare quali soluzioni gestionali sarebbero state in concreto possibili, ha anche valutato la proposta della Società “in house”, comparandola con un benchmark di ri-ferimento, risultante dalle condizioni praticate da altre So-cietà “in house” operanti nel territorio limitrofo. Soprattutto, in ragione dell’urgenza di provvedere e del carattere tem-poraneo ed emergenziale della gestione, ha deliberato di affidare il servizio “in house providing” solo per 3 anni, ossia un periodo estremamente ridotto rispetto a quello che avrebbe potuto mettere a gara in caso di ricorso al mercato. Siffatto livello istruttorio e motivazionale è suf-ficiente, anche in considerazione del fatto che la pretesa di un maggior rigore istruttorio e motivazionale, persino in ipotesi di brevi affidamenti, esacerberebbe i dubbi cir-ca l’applicabilità della norma citata, già tramutatisi nella rimessione alla Corte di Giustizia.

Sull’illegittimità della norma della Legge regionale della Lombardia nella parte in cui fissa il requisito della residen-za (o dell’occupazione) ultraquinquennale come condizio-ne di accesso al beneficio dell’alloggio di Erp.L’art. 22, comma 1, lett. b), della Legge regionale Lom-bardia n. 16 del 2016, nella parte in cui fissa il requisito della residenza (o dell’occupazione) ultraquinquennale in Regione come condizione di accesso al beneficio dell’al-

Dall’art. 4, comma 5, del Dlgs. n. 175/2016 (Tusp) si rica-va che le holding, purché abbiamo come oggetto sociale esclusivo la gestione delle partecipazioni societarie di Enti Locali, possono acquisire (e mantenere) partecipazioni in altre Società. La norma citata rimuove l’unico limite che era innanzi previsto, ossia quello riferibile alle Società dei servizi c.d. “strumentali” oggi menzionate al comma 2, lett. d), del Tusp. Pertanto, nel caso di specie, non può so-stenersi, sulla base dell’art. 4 del Dlgs. n. 175/2016, la sussistenza di un divieto per il comune di partecipare ad una holding.Nonostante una partecipazione “pulviscolare” sia in prin-cipio inidonea a consentire ai singoli soggetti pubblici par-tecipanti di incidere effettivamente sulle decisioni strategi-che della società, cioè di realizzare una reale interferenza sul conseguimento del c.d. “fine pubblico di impresa” in presenza di interessi potenzialmente contrastanti, tuttavia i soci pubblici ben possono sopperire a detta debolezza stipulando patti parasociali al fine di realizzare un coordi-namento tra loro, in modo da assicurare il “loro controllo sulle decisioni più rilevanti riguardanti la vita e l’attività del-la società partecipata”. Nel caso di specie, la possibilità di esercizio, in modo coordinato e concordato, del “controllo analogo congiunto” sulla Società holding e sulle Società da questa controllate, deriva dalla Convenzione ex art. 30 del Tuel intercorsa tra gli Enti partecipanti, giusto quanto allegato dal Comune. Pertanto, in difetto di una prova con-traria, la sola prospettazione del carattere “pulviscolare” della partecipazione non è in grado di incidere sulla tenuta e validità del modello “in house” concretamente adopera-to.

loggio di edilizia residenziale pubblica, contrasta, sia con i Principi di eguaglianza e ragionevolezza di cui all’art. 3, comma 1, della Costituzione, perché produce una irragio-nevole disparità di trattamento a danno di chi, cittadino o straniero, non ne sia in possesso, sia con il Principio di eguaglianza sostanziale di cui all’art. 3, comma 2, della Costituzione, perché tale requisito contraddice la funzione sociale dell’Edilizia residenziale pubblica.

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Trasferimento di impresa

Indicatori Società “in house”

Natura pubblica della Società “in house”

Canoni di locazione alloggi Erp

Corte di giustizia europea, Sezione IV, Sentenza 27 febbraio 2020 n. C-298/2018

Corte di Cassazione, Sezioni Unite, Sentenza 20 febbraio 2020 n. 4316

Consiglio di Stato, Sezione III, Sentenza 25 febbraio 2020 n. 1385

Tar Lombardia, Milano, Sezione IV, Sentenza 13 Febbraio 2020 n. 297

Trasferimento di impresa – Mantenimento dei diritti dei lavoratori – Gestione di servizi di linea con autobus – Ri-assunzione del personale – Mezzi di esercizio non rilevatiL’art. 1, paragrafo 1, della Direttiva 2001/23/CE del Con-siglio 12 marzo 2001, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative al mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimenti di impre-se, di stabilimenti o di parti di imprese o di stabilimenti, deve essere interpretato nel senso che, allorché un’enti-tà economica rileva un’attività il cui svolgimento richieda importanti mezzi di esercizio, secondo una procedura di aggiudicazione di appalto pubblico, il fatto che detta enti-

Sui 3 Indicatori che debbono contemporaneamente ricor-rere ai fini della configurabilità di una Società “in house”,

L’art. 5 del Dlgs. n. 50/2016, è una formulazione che ri-manda ad una successiva norma di legge che espressa-mente prescriva la partecipazione dei privati alla Società “in hous” e, soprattutto, che ne stabilisca le modalità di partecipazione e di scelta del socio. Tale norma pone una previsione di carattere generale e, dunque, nell’ordina-mento interno, fino a quando non ci sarà una legge che attui tale previsione, deve ritenersi preclusa ai privati la

Sulla rimessione alla Corte Costituzionale di una dispo-sizione (art. 31, comma 3, ultimo capoverso, e comma 4, lett. a) della L.r. Lombardia n. 27/2009, che disciplina i ca-

tà economica non rilevi tali mezzi, di proprietà dell’entità economica che esercitava precedentemente la suddetta attività, a causa di vincoli giuridici, ambientali e tecnici im-posti dall’Amministrazione aggiudicatrice, non preclude necessariamente la qualificazione della fattispecie quale trasferimento di impresa, qualora altre circostanze di fat-to, come la riassunzione di una parte sostanziale del per-sonale e il proseguimento, senza soluzione di continuità, dell’attività di cui trattasi, consentano di concludere per il mantenimento dell’identità dell’entità economica interes-sata, circostanza che spetta al Giudice nazionale valutare.

come tale soggetta alla giurisdizione contabile.

partecipazione alla Società “in house” dato che, diversa-mente opinando, non sapremmo, né in che percentuale possano partecipare, né come debbano essere scelti. Questo è ciò che porta a distinguere le Società “in house” dalle Società miste, per le quali è disciplinata una parte-cipazione mista di capitale pubblico-privato. Pertanto, non è erroneo sostenere che la Società “in house” è sempre pubblica.

noni di locazione di alloggi Erp.È rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 31, comma 3, ultimo

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Affidamento diretto a Società “in house” di servizi strumentali

Dipartimento per gli Affari interni e territoriali, Parere 29 novembre 2019

Organo competente in merito all’affidamento diretto a So-cietà “in house” di servizi strumentaliLa legge ha quindi riservato alla competenza esclusiva dell’Organo consiliare ogni determinazione circa gli og-getti dianzi indicati e con la precisazione, contenuta nella parte finale della norma, che “le Deliberazioni in ordine agli argomenti di cui al presente articolo non possono es-sere adottate d’urgenza da altri Organi del Comune o del-la Provincia, salvo quelle attinenti alle variazioni di bilancio adottate dalla Giunta da sottoporre a ratifica del consiglio nei 60 giorni successivi a pena di decadenza”.Invero, sul criterio di riparto di competenze tra Consiglio comunale e Giunta, l’Organo elettivo è chiamato ad espri-mere gli indirizzi politici ed amministrativi di rilievo gene-

rale, che si traducono in atti fondamentali, tassativamen-te elencati nell’art. 42 Dlgs. n. 267/2000 (Tuel), mentre la Giunta municipale (cfr. artt. 48 e 107 del Tuel) ha una competenza residuale in quanto compie tutti gli atti non riservati dalla legge al Consiglio o non ricadenti nelle com-petenze, previste dalle leggi o dallo Statuto, del Sindaco o di altri organi.Non può pertanto ritenersi condivisibile una possibile lettu-ra riduttiva della Delibera in argomento che, quand’anche non introducesse in via immediata e diretta alcun elemen-to di innovazione nell’organizzazione del servizio de quo, tuttavia traduce un indirizzo politico ed amministrativo di rilievo generale la cui elaborazione, come sopra detto, la legge riserva al Consiglio comunale.

capoverso, e comma 4, lett. a), della Legge regionale Lombardia 4 dicembre 2009, n. 27, in relazione all’art. 3 della Costituzione, nella parte in cui non consente l’inse-

rimento nella categoria della protezione ai collaboratori o portatori di Partita Iva a prescindere dal reddito percepito.

Richiesta di parere in materia di mobilità di personale da un’Azienda pubblica di servizi (ex Ipab)

Corte dei conti, Sezione regionale di controllo per la Regione Liguria, 10 febbraio 2020 n. 16

Sull’inammissibilità della richiesta di parere in materia di mobilità di personale da un’Azienda pubblica di servizi (ex Ipab), successivamente trasformata in un istituto di diritto privato.La funzione consultiva della Corte dei conti non può esple-

tarsi in riferimento a quesiti che riguardino comportamenti amministrativi suscettibili di valutazione della Procura del-la stessa Corte o di altri Organi giudiziari (come da Pro-nuncia nomofilattica della Sezione delle Autonomie n. 24/Qmig/2019).

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SCADENZARIO10 Venerdì 10 aprile

Deposito dello schema di rendiconto dell’esercizio 2019La proposta di rendiconto è messa a disposizione dei componenti dell’Organo consiliare almeno 20 giorni della seduta consiliare per la sua approvazione. I cui soggetti chiamati all’adempimento sono il Responsabile del “Servizio finanzia-rio” e la Giunta dell’Ente secondo le modalità definite dal Regolamento di contabilità dell’Ente ai sensi dell’art. 227 del Dlgs. 267/2000 (Tuel). Scadenza che si ritiene prorogata al 10 maggio 2020 a seguito della proroga al 31 maggio 2020 per l’approvazione del rendiconto di gestione concessa dall’art. 107 del Dl. n. 18/2020.

15 Mercoledì 15 aprile

Comunicazione dati relativi ai Debiti P.A.Entro la data odierna le Amministrazioni – ai sensi dell’art. 37 del Dl. n. 66/2014 (“Decreto Irpef”) devono comunicare, attraverso la “Piattaforma elettronica per le certificazioni”, i dati relativi ai debiti non estinti, certi, liquidi ed esigibili per somministrazioni, forniture e appalti e obbligazioni di prestazioni professionali, per i quali, nel mese precedente, sia scaduto il termine di decorrenza degli interessi moratori ex art. 4 del Dlgs. n. 231/2002.

Carta di identità elettronica (Cie) Scade oggi il termine per il versamento quindicinale dell’Ente sul c/c/p intestato alla Tesoreria provinciale dello Stato di Viterbo - Capo X - Cap. 3746, con correlata comunicazione al Ministero dell’Interno, dei corrispettivi riscossi per il rila-scio delle Carte d’identità elettroniche (vedi Dm. 25 maggio 2016 e Circolare Servizi Demografici n. 11/2016).

16 Giovedì 16 aprile

Versamento Iva su acquisti in ambito istituzionale Scade in data odierna il termine per il versamento dell’Iva dovuta sugli acquisti in “split payment” operati nel mese precedente in ambito istituzionale. Il versamento deve essere effettuato tramite Modello “F24EP”, codice-tributo “620E” (oppure “6040” per chi utilizza il Modello “F24”) istituito con la Risoluzione n. 12/E del 15 febbraio 2015 e non è com-pensabile con altri crediti.

Versamento Iva mensile (*)Scade in data odierna il termine per il versamento dell’Iva dovuta per il mese precedente, da effettuarsi tramite Modello “F24EP”.

Irap - Acconto mensile Amministrazioni dello Stato e Enti pubblici (*)Deve essere versato entro oggi, da parte degli Organi e le Amministrazioni dello Stato e degli Enti pubblici, di cui all’art. 3, comma 1, lett. e), del Dlgs. n. 446/1997, l’acconto mensile Irap, calcolato in base alle retribuzioni e compensi corri-sposti nel mese precedente (art. 30, comma 5, Dlgs. n. 446/1997; Dm. 2 novembre 1998). Il versamento deve essere operato telematicamente con Modello “F24EP”.

Ritenute alla fonte (Irpef ed Addizionale Irpef) (*)Scade in data odierna il termine, per le Province, per i Comuni (tranne quelli con meno di 5.000 abitanti che non bene-ficiano di trasferimenti statali) e per i Consorzi, Associazioni, Unioni di Comuni e Comunità montane con più di 10.000 abitanti, che non si avvalgono della possibilità di compensazione di cui all’art. 17 del Dlgs. n. 241/1997, per il versamen-to tramite Modello “F24EP” delle ritenute alla fonte sui redditi soggetti a tale disciplina corrisposti nel mese precedente.

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Contributo Inps del 24% (34,23%) per i co.co.co. (*)Entro oggi deve essere effettuato il versamento all’Inps – “Gestione separata” ex art. 2, comma 26, Legge n. 335/1995, del contributo del 24% (34,23%) sui compensi comunque denominati, corrisposti nel mese precedente per prestazioni inerenti ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa di cui all’art. 50, comma 1, lett. c-bis), del Tuir (si richiama al riguardo la Circolare Inps n. 12 del 3 febbraio 2020, nonché la Tabella di sintesi posta in calce al presente Scaden-zario).

Contributi per prestatori di lavoro occasionale con reddito annuo sopra Euro 5.000 (*)Entro oggi deve essere effettuato il versamento all’Inps, tramite il Modello “F24EP”, con le stesse modalità previste per i collaboratori coordinati e continuativi (per i riferimenti normativi vedi sopra), dei contributi sui compensi corrisposti nel mese precedente ai lavoratori occasionali il cui reddito annuo per tale tipo di prestazioni supera Euro 5.000, ai sensi dell’art. 44, comma 2, del Dl. n. 269/2003, convertito nella Legge n. 326/2003.

20 Lunedì 20 aprile

Codifica “Siope” dei conti pubblici: comunicazione disponibilità finanziarieIn applicazione dell’art. 2, comma 8, del Dm. Mef 9 giugno 2016, entro la data odierna i Tesorieri trasmettono al “Siope” informazioni codificate sulla consistenza delle disponibilità liquide dei singoli enti alla fine del mese precedente, secon-do lo schema previsto dall’Allegato “B” al Dm. Mef 9 giugno 2016. Entro lo stesso termine gli Enti comunicano al loro Tesoriere - che provvede alla trasmissione di tali dati al “Siope” – le informazioni sulla consistenza delle disponibilità finanziarie depositate alla fine del mese precedente presso altri Istituti di credito.

30 Giovedì 30 aprile

Dichiarazione “Iva 2020”Scade in data odierna il termine per l’invio telematico della Dichiarazione fiscale “Iva 2020”, riferita all’anno 2019. Sca-denza prorogata al 30 giugno 2020 dall’art. 62 del Dl. n. 18/2020.

“Esterometro” operazioni I trimestre 2020Scade in data odierna il termine per l’invio del c.d. “esterometro”, riferito alle operazioni attive e passive (operate in am-bito commerciale) verso e da soggetti non residenti, ai sensi dell’art. 1, comma 3-bis, del Dlgs. n. 127/2015. Scadenza prorogata al 30 giugno 2020 dall’art. 62 del Dl. n. 18/2020.

Presentazione Modelli “Intra 12”Scade in data odierna il termine per presentare in via telematica all’Agenzia delle Entrate, da parte degli Enti Locali che hanno assunto il ruolo di soggetti passivi Iva in base alle nuove disposizioni in vigore dal 1° gennaio 2010 - recepenti i contenuti delle Direttive 2008/8/Ce 12 febbraio 2008 e 2008/117/Ce 16 dicembre 2008 - i Modelli “Intra 12” approvati dall’Agenzia con il Provvedimento 16 aprile 2010 - per dichiarare gli acquisti di beni e servizi da soggetti non residenti effettuati nel secondo mese precedente. Scadenza prorogata al 30 giugno 2020 dall’art. 62 del Dl. n. 18/2020.

Trasmissione mensile dei dati retributivi delle posizioni assicurative individualiEntro tale data devono essere inviati attraverso la Denuncia mensile analitica “Dma2” (adesso “ListaPosPa”), integrata con il flusso Uniemens, i dati retributivi e le informazioni per implementare le posizioni assicurative individuali degli iscritti alla Gestione “Dipendenti Pubblici” ai sensi dell’art. 44, comma 9, del Dl. n. 269/03 e della Circolare Inps 7 agosto 2012, n. 105.

Carta di identità elettronica (Cie) Scade oggi il termine per il versamento quindicinale dell’Ente sul c/c/p intestato alla Tesoreria provinciale dello Stato di

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Viterbo - Capo X - Cap. 3746, con correlata comunicazione al Ministero dell’Interno, dei corrispettivi riscossi per il rila-scio delle Carte d’identità elettroniche (vedi Dm. 25 maggio 2016 e Circolare Servizi Demografici n. 11/2016).

Approvazione rendiconto della gestione 2018 e riaccertamento ordinario dei residuiEntro la data odierna il Consiglio Comunale deve approvare il conto consuntivo 2018, tenuto motivatamente conto della Relazione dell’Organo di revisione (art. 227, comma 2, del Tuel – Dlgs. n. 267/00, come modificato dall’art. 2-quater, Legge n. 189/08, di conversione con modificazioni del Dl. n. 154/08). Al rendiconto di gestione, ai sensi dell’art. 6, com-ma 4, del Dl. n. 95/12, i Comuni e le Province allegano una nota informativa contenente la verifica dei crediti e debiti reciproci tra l’Ente e le Società partecipate, asseverata dai rispettivi Organi di revisione. Contestualmente, con Delibe-razione della Giunta, si deve procedere al riaccertamento ordinario dei residui di cui all’art. 3, comma 7, del Dlgs. n. 118/11. Scadenza prorogata al 31 maggio 2020 dall’art. 107 del Dl. n. 18/2020.

“Modello unico di dichiarazione ambientale”Scade in data odierna il termine per la presentazione del “Mud” 2020 (“Modello unico di dichiarazione ambientale”): le imprese e le Amministrazioni tenute a farlo devono servirsi dei Moduli e delle indicazioni riportati nel Dpcm. 24 dicembre 2018, pubblicato sulla G.U. n. 45 del 22 febbraio 2019, S.O. n. 8. Scadenza prorogata al 30 giugno 2020 dall’art. 103 del Dl. n. 18/2020.

Contributo anno 2019 Revisori Enti LocaliPer i Revisori dei conti degli Enti Locali scade oggi il termine per il versamento al Ministero dell’Interno del contributo an-nuo pari a Euro 25,00 di cui all’art. 4-bis, comma 2, del Dl. n. 79/12, convertito con modificazioni dalla Legge n. 131/12.

Rimborso Iva su “Trasporto pubblico locale”Entro la data odierna gli Enti interessati devono produrre le certificazioni di cui ai Modelli riportati nel Dm. 22 dicembre 2000 (Modello “B1” – dato definitivo dell’Iva pagata per la gestione del Servizio “Trasporto pubblico” per l’anno 2019) per il rimborso dell’Iva sul “Trasporto pubblico locale”, in base alle indicazioni fornite dalla Direzione centrale per la Finanza locale con la Circolare Fl. n. 4/2020 del 12 febbraio 2020.

Minoranze linguisticheEntro la data odierna gli Enti Locali interessati devono presentare la domanda di accesso ai finanziamenti dei Progetti in favore delle minoranze linguistiche storiche riconosciute e tutelate (vedasi artt. 9 e 15, Legge n. 482/1999).

Gestione separata Inps Scade in data odierna il termine di cui all’art. 2, comma 26, Legge n. 335/1995 per la presentazione - con sistema auto-matizzato - dei dati relativi alla denuncia dei compensi corrisposti nell’anno 2019 ai collaboratori coordinati e continuativi (vedi Circolare Inps, Direzione centrale Entrate contributive, 24 gennaio 2001, n. 16).

Obblighi di pubblicazione web in materia di personale Scade oggi il termine per la pubblicazione, sul sito istituzionale, dei dati relativi al 1° trimestre 2020 del costo comples-sivo del personale con rapporto di lavoro non a tempo indeterminato, articolato per Aree professionali, con particolare riguardo al personale assegnato agli Uffici di diretta collaborazione con gli Organi di indirizzo politico, e per la pubblica-zione, sul sito istituzionale, dei tassi di assenza del personale nel 1° trimestre 2020 (art. 17, comma 2, e art. 16, comma, 3 del Dlgs. 14 marzo 2013, n. 33).

Trasferimento immobili statali Scade oggi il termine annuale per inoltrare richiesta all’Agenzia del Demanio per l’acquisizione di beni immobili del pa-trimonio dello Stato ubicati nel proprio territorio. Come previsto dall’art. 80, comma 4, della Legge n. 289/2002, al fine della valorizzazione (del recupero, della riqualificazione e della eventuale ri-destinazione d’uso) del patrimonio statale ubicato nel territorio comunale, entro oggi, gli Enti Locali interessati ad acquisire beni immobili del patrimonio dello Stato posizionati nel loro territorio possono inoltrare specifica richiesta all’Agenzia del Demanio.

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31 marzo 2020Servizi Pubblici LocaliCENTRO STUDI ENTI LOCALI

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09 Sabato 9 maggio

Presentazione rendiconto da parte del Consiglio ComunaleMessa a disposizione del Consiglio di ciascun Ente della proposta di deliberazione del rendiconto 2020 insieme alla Relazione dell’Organo di Revisione, questo come termine convenzionale, in vista della deliberazione consiliare di ap-provazione nel termine massimo del 31 Maggio, così da permettere di esaminare il rendiconto entro un termine, non inferiore a venti giorni dal termine per l’approvazione, stabilito dal regolamento di contabilità, ai sensi dell’art. 151, com-ma 7 e art. 227, comma 2, del Tuel.

15 Venerdì 15 maggio

Carta di identità elettronica (Cie) Scade oggi il termine per il versamento quindicinale dell’Ente sul c/c/p intestato alla Tesoreria provinciale dello Stato di Viterbo - Capo X - Cap. 3746, con correlata comunicazione al Ministero dell’Interno, dei corrispettivi riscossi per il rila-scio delle Carte d’identità elettroniche (vedi Dm. 25 maggio 2016 e Circolare Servizi Demografici n. 11/2016).

Partecipazioni pubbliche - acquisizione provvedimenti di revisione periodica e censimento delle partecipazioni e dei rappresentanti al 31 dicembre 2018.Scade oggi il termine per l’invio, mediante l’applicativo “Partecipazioni” del Portale Tesoro, dei dati relativi alla revisione periodica delle partecipazioni pubbliche e alla relazione sull’attuazione del piano di razionalizzazione (art. 20 del Dlgs. n. 175/2016 - Tusp) e delle informazioni sulle partecipazioni e sui rappresentanti delle Amministrazioni negli Organi di governo di Società ed Enti al 31 dicembre 2018 (art. 17, commi 3 e 4, del Dl. n. 90/2014).

(*) scadenze che molto probabilmente verranno prorogate in sede di conversione in Legge del Dl. n. 18/2020 (c.d. “Cura Italia”)

Collaboratori e figure assimilate Aliquote

Soggetti non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie per i quali è prevista la contribuzione aggiuntiva Dis-Coll

34,23%(33,00 IVS + 0,72 + 0,51 aliquote aggiuntive)

Soggetti non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie per i quali non è prevista la contribuzione aggiuntiva Dis-Coll

33,72%(33,00 IVS + 0,72 aliquota aggiuntiva)

Soggetti titolari di pensione o provvisti di altra tutela pensionistica obbligatoria 24%

Professionisti Aliquote

Soggetti non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie 25,72%(25,00 IVS + 0,72 aliquota aggiuntiva)

Soggetti titolari di pensione o provvisti di altra tutela pensionistica obbligatoria 24%

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Nella predisposizione e preliminarmente all’invio della presente Rivista sono stati effettuati tutti i possibili controlli tecnici per verificare che i files siano indenni da virus. Ricordato che l’installazione di un’aggiornata protezione

antivirus rientra comunque tra le regole fondamentali di corretta gestione di un qualsiasi sistema informatico, si declina da ogni responsabilità in ordine alla trasmissione di eventuali virus.

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