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Numeri telefoNici sacerdoti Don Paolo Zago 02 4042970 Don Luigi Giussani 02 4075922 Don Andrea Damiani 340 8992917 Anno 9 Numero 57 Aprile-Giugno 2018 E-mail: [email protected] San Protaso InForma informatore mensile della Parrocchia san Protaso Vescovo in s.s. Protaso e Gervaso martiri seGreteria da lunedì a sabato dalle 9 alle 12; da martedì a giovedì anche dalle 16 alle 18 Via Osoppo, 2 - 20148 MILANO - Tel. 02 40071324 - Fax 02 87181771 - E-mail: [email protected] reliGiose Oblate M. V. Fatima 02 49785656 via Osoppo, 2 Serve degli Infermi 02 48007302 via Previati, 51 Religiose di Nazareth 02 4814767 via Correggio, 36 oratorio via Osoppo, 2 Tel./Fax 02 4077474 serVizi Centro d’Ascolto Caritas 02 40071324 mercoledì dalle 10 alle 12 Casa d’Accoglienza 02 4980127 V.le Murillo, 14 Patronato Acli 02 40071324 Centro Culturale 02 40071324 saNte messe Vigiliare 18,00 Festive 8,00 - 10,00 - 11,30 - 18,00 Feriali 7,00 - 9,00 - 18,00 SETTE PIÙ… PER FARE OTTANTACINQUE! di don Paolo Zago Quando, otto anni fa, sono entrato come Parroco a San Protaso, avevo proposto idealmente “7+” obiettivi da realizzare come comunità parrocchiale. L’appuntamento dell’85° della Parrocchia mi sembra occasione per una verifica. Vediamo perciò quali erano questi “7+” e cosa abbiamo fatto e stiamo facendo per realizzarli. 1. Più Vangelo. Siamo chiamati a dare la Parola di Dio, perché è questa la sola Parola che disseta il cuore dell’uomo. Occorre che mettiamo il Vangelo sempre più al centro dei nostri incontri, che troviamo il modo per annunciarlo a tutti gli abitanti del nostro quartiere, che lo portiamo nelle case della gente, che mettiamo al servizio dell’annuncio gli strumenti migliori, che ci diamo spazi ed occasioni per meditarlo insieme, che ci educhiamo sempre più a metterlo in pratica, a viverlo concretamente”. Rileggendo quelle parole, mi sembra che possiamo rintracciare la strada su cui abbiamo camminato in questi anni e sulla quale siamo chiamati a camminare in futuro: dalla lectio ai gruppi del Vangelo, dai ritiri nei tempi forti alla catechesi unitaria mensile! Davvero la Parola di Dio è stata sempre al centro dei nostri percorsi pastorali, personali e comunitari. E come ci chiede il nostro Arcivescovo, dovrà esserlo anche in futuro. 2. Più Santità. “… a tutti noi, a me per primo, è chiesta una sola cosa: la santità. Sì, altri Lui: questo è il di più di santità che ci è chiesto, una santità non solo individuale, ma una santità collettiva”. Certamente c’è ancora da camminare su questa strada di santità: aiutiamoci a farlo ancora, e meglio, insieme, sentendoci reciprocamente responsabili della santità dell’altro. Non ci basta essere santi individualmente, vogliamo diventare santi insieme! 3. Più unità, più comunione, più fraternità. La testimonianza di santità che il mondo attende è quella di una comunità alternativa, che vive rapporti belli, cordiali. Una comunità che diventa “famiglia di famiglie”, in cui la reciprocità dell’amore scambievole è la premessa e il culmine di tutto ciò che si fa. Prima del fare, occorre che ci siano tra noi relazioni fraterne, che il “contenuto” del Vangelo sia il “metodo” del nostro stare insieme. Al di fuori di questa spiritualità comunitaria, di questa spiritualità di comunione, tutti gli apparati, i consigli, gli organismi di partecipazione che una Parrocchia si dà, finirebbero per essere solo delle “maschere di comunione”, delle contro testimonianze al Vangelo. Senza comunione saremmo una fontana che inquina anche l’acqua più buona che può offrire. E tutti ne sarebbero avvelenati. In questo tempo, segnato da conflittualità e discordie sempre crescenti, siamo chiamati a presentare questo volto, che è il volto stesso di Dio, comunità d’amore, comunione trinitaria. Al di fuori di

SETTE PIÙ… PER FARE OTTANTACINQUE!...Brescia è ancora un tranquillo luogo della periferia milanese, per la verità piuttosto spoglio e lontano dalla vita della città. Eppure è

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Page 1: SETTE PIÙ… PER FARE OTTANTACINQUE!...Brescia è ancora un tranquillo luogo della periferia milanese, per la verità piuttosto spoglio e lontano dalla vita della città. Eppure è

Numeri telefoNicisacerdotiDon Paolo Zago 02 4042970Don Luigi Giussani 02 4075922Don Andrea Damiani 340 8992917

Anno 9 Numero 57 Aprile-Giugno 2018E-mail: [email protected]

San Protaso InFormainformatore mensile della Parrocchia san Protaso Vescovo in s.s. Protaso e Gervaso martiriseGreteria da lunedì a sabato dalle 9 alle 12; da martedì a giovedì anche dalle 16 alle 18Via Osoppo, 2 - 20148 MILANO - Tel. 02 40071324 - Fax 02 87181771 - E-mail: [email protected]

reliGioseOblate M. V. Fatima 02 49785656via Osoppo, 2Serve degli Infermi 02 48007302via Previati, 51Religiose di Nazareth 02 4814767via Correggio, 36

oratoriovia Osoppo, 2 Tel./Fax 02 4077474

serViziCentro d’Ascolto Caritas 02 40071324mercoledì dalle 10 alle 12

Casa d’Accoglienza 02 4980127V.le Murillo, 14

Patronato Acli 02 40071324

Centro Culturale 02 40071324

saNte messeVigiliare 18,00Festive 8,00 - 10,00 - 11,30 - 18,00Feriali 7,00 - 9,00 - 18,00

SETTE PIÙ…PER FARE OTTANTACINQUE!

di don Paolo Zago

Quando, otto anni fa, sono entrato come Parroco a San Protaso, avevo proposto idealmente “7+” obiettivi da realizzare come comunità parrocchiale. L’appuntamento dell’85° della Parrocchia mi sembra occasione per una verifica. Vediamo perciò quali erano questi “7+” e cosa abbiamo fatto e stiamo facendo per realizzarli.1. Più Vangelo. “Siamo chiamati a dare la Parola di Dio, perché è questa la sola Parola che disseta il cuore dell’uomo. Occorre che mettiamo il Vangelo sempre più al centro dei nostri incontri, che troviamo il modo per annunciarlo a tutti gli abitanti del nostro

quartiere, che lo portiamo nelle case della gente, che mettiamo al servizio dell’annuncio gli strumenti migliori, che ci diamo spazi ed occasioni per meditarlo insieme, che ci educhiamo sempre più a metterlo in pratica, a viverlo concretamente”. Rileggendo quelle parole, mi sembra che possiamo rintracciare la strada su cui abbiamo camminato in questi anni e sulla quale siamo chiamati a camminare in futuro: dalla lectio ai gruppi del Vangelo, dai ritiri nei tempi forti alla catechesi unitaria mensile! Davvero la Parola di Dio è stata sempre al centro dei nostri percorsi pastorali, personali e comunitari. E come ci chiede il nostro Arcivescovo, dovrà esserlo anche in futuro. 2. Più Santità.“… a tutti noi, a me per primo, è chiesta una sola cosa: la santità. Sì, altri Lui: questo è il di più di santità che ci è chiesto, una santità non solo individuale, ma una santità collettiva”. Certamente c’è ancora da camminare su questa strada di santità: aiutiamoci a farlo ancora, e meglio, insieme, sentendoci reciprocamente responsabili della santità dell’altro. Non ci basta essere santi individualmente, vogliamo diventare santi insieme!3. Più unità, più comunione, più fraternità. “La testimonianza di santità che il mondo attende è quella di una comunità alternativa, che vive rapporti belli, cordiali. Una comunità che diventa “famiglia di famiglie”, in cui la reciprocità dell’amore scambievole è la premessa e il culmine di tutto ciò che si fa. Prima del fare, occorre che ci siano tra noi relazioni fraterne, che il “contenuto” del Vangelo sia il “metodo” del nostro stare insieme. Al di fuori di questa spiritualità comunitaria, di questa spiritualità di comunione, tutti gli apparati, i consigli, gli organismi di partecipazione che una Parrocchia si dà, finirebbero per essere solo delle “maschere di comunione”, delle contro testimonianze al Vangelo. Senza comunione saremmo una fontana che inquina anche l’acqua più buona che può offrire. E tutti ne sarebbero avvelenati. In questo tempo, segnato da conflittualità e discordie sempre crescenti, siamo chiamati a presentare questo volto, che è il volto stesso di Dio, comunità d’amore, comunione trinitaria. Al di fuori di

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ciò, tutto il nostro fare sarebbe inutile e controproducente. E ciò sta all’inizio e alla fine di tutto l’agire di una Parrocchia. Per la costruzione di una Chiesa comunione che è corpo vivo di Cristo oggi, vanno finalizzate tutte le attività e le iniziative che, con la fantasia che possiamo avere, cercheremo di mettere in atto insieme.” Su questo punto abbiamo ancora molto cammino da fare, anche se tanti passi li abbiamo compiuti; non per nulla questa indicazione è centrale nel progetto parrocchiale che abbiamo scritto insieme. Occorre far in modo che l’appartenenza a gruppi diversi sia una ricchezza e non un ostacolo alla comunione; far in modo che l’unità si costruisca nella diversità, nel reciproco dono. Superiamo pregiudizi, barriere e la presunzione di essere i migliori. Credo sia la strada più importante che è chiesta alla nostra comunità. E non solo all’interno, ma con tutte le persone del territorio, con uno sguardo di fraternità universale, per essere “Chiesa dalle genti”.4. Più carità. “La comunione tra noi non può mai essere chiusura: occorre che si trasformi in carità verso tutte le persone del nostro territorio. Una carità che non è elemosina, ma condivisione; che non è assistenzialismo, ma aiutare il fratello a crescere nella sua dignità di uomo e figlio di Dio; una carità che è mettersi in ascolto dei bisogni della gente, che nasce dal saper ascoltare il grido del popolo: dalle famiglie agli anziani, dai malati alle persone sole, da chi è disoccupato a chi non riesce a pagare l’affitto, dai ragazzi senza padri ai giovani assetati di vera felicità. Da questo ascolto e dal riconoscimento del volto di Cristo nei nostri fratelli, ci sarà chiesta la fantasia per rispondere ai bisogni dei poveri che sono sempre con noi e per dare queste risposte di condivisione ci sarà bisogno di più persone generose disposte a donarsi con gratuità.” Abbiamo camminato tanto in questa direzione, in modo creativo e cercando di formare le persone e la comunità a questa sensibilità. Penso alla vivacità dei gruppi Caritas, all’iniziativa “Sostieni una famiglia”, alla casa in cui abbiamo accolto una famiglia di immigrati cattolici, alla nascita dell’associazione “Non solo bimbi”, all’incremento del doposcuola; eccetera. Proseguiamo su questa strada, anche se il rischio che dobbiamo superare è quello di delegare la carità alla Caritas…5. Più persone corresponsabili. C’è bisogno di tanti collaboratori per dissetare tanta gente. Ciò richiede il vivere nella logica della gratuità: è questa una grande ricchezza della Chiesa di Milano che non possiamo perdere ma dobbiamo far crescere. Persone che operano senza guadagnare, che si mettono a servizio degli altri neppure per sentirsi appagati o sollevati. Persone che tutto fanno solo per Gesù e per il Vangelo, senza mettersi in mostra, senza nulla pretendere per sé. Persone che si sentono corresponsabili del cammino di questa chiesa e della fede dei loro fratelli. Persone che si donano con generosità, senza misurare tempi e orari, senza lesinare forze ed energie, che hanno coscienza che non ci sono servizi di serie A o serie B, ma sanno che tutto ha valore se fatto con amore. A queste parole, scritte otto anni fa, potrei aggiungere una cosa sola: il nome e il cognome di tanti che, in Parrocchia e in Oratorio, vivono così! A tutti e a ciascuno va il grazie mio e di tutta la comunità. Se la Parrocchia di San Protaso può festeggiare 85 anni, è solo per merito vostro!6. Più missionarietà. Abbiamo a cuore tutte le persone del territorio della nostra Parrocchia. A tutti va portata l’acqua viva del Vangelo. Non accontentiamoci mai di quelli che ci sono. Il cristianesimo rifugge dalla logica del piccolo e del vicino e si apre all’universalità, alla cattolicità. E a questo occorre che sempre più indirizziamo anche gli strumenti che questa comunità si è data: dal centro culturale al cinema teatro, dall’oratorio al bar Esagono... Usciamo verso la gente, entriamo a contatto con la realtà che ci circonda, facciamoci testimoni verso tutti dell’Amore di Dio che ci ha conquistati!La ricchezza di iniziative e di proposte realizzate è lì a dimostrare quanto ci siamo incamminati su questa strada! Quanto è cresciuta l’attività teatrale e quella cinematografica, che la Parrocchia ha assunto e gestito in prima persona; quanti incontri e dialoghi proposti al territorio con attenzione al bene comune! Sì, in questi anni la nostra è stata davvero sempre più una “Chiesa in uscita”!7. Infine, più preghiera, più spiritualità, più unione con Dio. “Ci vuole una preghiera come quella di San Carlo, una preghiera che conosce gemiti e lacrime, una vera relazione personale col Signore Gesù. Oggi è particolarmente necessario ricondurre le devozioni alla forza e alla radicalità del Vangelo. Le forme di preghiera diffuse nel popolo cristiano sono un’immensa ricchezza, ma talvolta sono anche esposte al rischio di degenerare in una pratica separata dalla vita, in una semplice esigenza di rassicurazione più vicina alla superstizione che alla fede. Occorre vivere le manifestazioni popolari della fede con sapienza evangelica, con partecipazione affettiva intensa, con docilità allo Spirito”. Credo di poter dire che la nostra Comunità è cresciuta come una “Chiesa che prega”, anche se dobbiamo sentirci chiamati a realizzare insieme, in spirito di comunione, questo più di preghiera e di unione con Dio. Lui solo scegliamo come unico bene: solo da qui tutto diventa possibile, per Grazia di Dio.

In questa festa, mi sento di rilanciare questi “7+” e fare mie le parole di Sant’Ambrogio, scritte a caratteri cubitali sulle pareti della navata della nostra Chiesa: “Ti ringrazio Signore Gesù, perché hai suscitato per noi gli spiriti così potenti di questi santi martiri, in un momento in cui la tua Chiesa avverte il bisogno di più efficace protezione. Sappiamo tutti che tipi di alleati io vado cercando: gente in grado di schierarsi a favore, non gente abituata a mettersi contro”. Proseguiamo insieme su questa strada, verso il centenario della nostra Chiesa!

Don Paolo

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Un’avventura lunga 85 anni la storia della parrocchia di San Protaso

di Fausto Leali

1933. Per l’Italia e il mondo intero si avvicinano tempi bui. Nel giro di pochi anni si scatenerà il più grande conflitto della storia ed anche il nostro quartiere conoscerà il dramma dei bombardamenti sulle case e della perdita dei propri cari, al fronte o deportati nei campi di prigionia e di sterminio. Ma, agli inizi degli anni ‘30, quello che circonda piazzale Brescia è ancora un tranquillo luogo della periferia milanese, per la verità piuttosto spoglio e lontano dalla vita della città. Eppure è qui che, alla fine del 1931, si decide di posare la prima pietra di una nuova chiesa. Su decreto del cardinale Schuster, infatti, viene chiusa al culto la centralissima parrocchia di San Protaso ad Monachos, “in vista del trasferimento del titolo e del patrimonio in altra Chiesa da costruirsi nei rioni periferici della città”. Così, mattone su mattone, e nonostante la perplessità di alcuni – “che gusto fare una chiesa in mezzo alla steppa”, era il commento di chi passava – sorge l’imponente edificio dallo stile vagamente neoclassico della nostra chiesa che viene aperto al culto l’8 aprile 1933.La parrocchia copre un territorio grande ed all’inizio si tratta davvero di poche cascine accanto al fiume Olona ed in mezzo a prati, risaie e stradine di campagna, ma, poco alla volta, le case vengono sù, intorno a quella chiesa

che ne costituisce centro di aggregazione ed attrazione. Anche le grandi fabbriche, come l’Isotta Fraschini, l’Alfa Romeo e la De Angeli Frua, iniziano ad insediarsi sul territorio, dando lavoro alle molte famiglie che vengono qui ad abitare ed ai pendolari che riempiono il “Gamba de legn”, il famigerato trenino a vapore che collega vari comuni alla città.Grazie al contributo di parrocchiani e benefattori, la chiesa viene progressivamente abbellita e, nel 1937, risultano ormai terminati l’altare maggiore, il battistero, la sacrestia, l’oratorio con il campo sportivo ed il salone cinema teatro. Il primo parroco, don Alfredo

Pozzi, appare, sin dall’inizio, instancabile nel guidare la sua nuova comunità. Nando Cattaneo, parrocchiano di vecchia data, lo ricorda come “personalità profetica”, anche nei difficili anni che seguirono la guerra. “Le mille attenzioni di don Alfredo – racconta Nando, che, negli anni ‘45/’46 aveva sette o otto anni – andavano dalla benedizione delle case alle riunioni, dal gruppo chierichetti e cantori, all’Azione cattolica. Ma le sue attenzioni non erano ideologiche, come succede oggi per molti che hanno sbagliato prospettiva. Il suo agire era un vedere lontano, vera e propria profezia: vedeva lontano con applicazione al quotidiano”. E quel quotidiano si svolge, in quei primi anni di vita parrocchiale, con sempre maggiore intensità. Una comunità vive, respira, cammina per le vie del quartiere, si mostra nelle frequenti processioni, e si affeziona sempre più alla sua chiesa, intitolata a San Protaso vescovo e che, all’interno del proprio altare, vede riposte le reliquie dei santi martiri Gervaso e Protaso, oltre a quelle di Nabore e Felice. Nascerà proprio in quegli anni la tradizione, rimasta intatta anche ai nostri giorni, di incendiare il pallone dei martiri, sospeso davanti all’altare, in occasione della celebrazione della festa patronale.

in primo piano

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1950. Il 13 dicembre 1950 don Alfredo, ammalato da tempo, ma sempre appassionato nel seguire i suoi fedeli, parte per il cielo. Dopo il 1945 si era provveduto a riparare i danni che la chiesa aveva subito con i bombardamenti ed erano state completate le vetrate ed affrescato l’abside. Sono anni difficili, di ricostruzione non solo materiale, ma anche morale. Si legge dall’archivio parrocchiale: “la guerra persa lasciò come tragica eredità un bilancio di distruzioni, disfacimento ed esaurimento di forze. I più anziani ricordano che occorsero volontà e spirito di sacrificio per continuare l’opera

assistenziale, caritativa e spirituale. La parrocchia si preoccupò in quegli anni di far capire che era ingiusto e pericoloso questo passaggio da una depressione estrema ad una gioia smodata e ingiustificata”. Don Anselmo Turconi, il nuovo parroco, traghetta la comunità verso un’epoca nuova, una fase di trasformazione radicale della società in cui il boom economico recita un ruolo fondamentale. Racconta ancora Nando che “l’ambito era divenuto difficile e pesante”, con una sorta di divisione in due della popolazione: “una parte attiva, fedele, disponibile, dedita a tanto lavoro, speranzosa e fiduciosa. Un’altra ricca d’indecisi, persone alla ricerca di nuovi equilibri, sempre critiche, specie verso i preti e la gerarchia. Il ’48 era ancora tangibile ed il ’68 in preparazione”. La chiesa di San Protaso ha ancora bisogno di rifiniture, ma don Anselmo si ammala e muore precocemente il 3 settembre 1954. Viene sostituito da monsignor Antonio Bossi che rimarrà come parroco fino al 1979, quando verrà trasferito in Curia. Sono anni che vedono la chiesa sempre più abbellita ed arricchita da nuove strutture: nel 1960 si termina la costruzione della Casa della Gioventù, edificio che oggi ospita i locali della scuola “La Zolla”, nel 1963 nasce la biblioteca Rainoldi e nel 1965 viene inaugurata la sala blu, che viene dedicata a don Anselmo. Il 1961 vede un nuovo organo arrivare in chiesa, mentre nel 1979 viene risistemato l’altare, secondo le disposizioni del Concilio Vaticano II.Il periodo che va dal 1950 al 1980 è di grande trasformazione. Il perimetro della parrocchia si restringe, di pari passi con l’aumento della popolazione e la costruzione di nuove chiese, ma quello che non decresce, anzi s’intensifica, è l’impegno pastorale, in quegli anni caratterizzati da profondi turbamenti sociali. “I tempi stanno cambiando”, canta, nel 1963, un giovanissimo Bob Dylan, che partecipa insieme a trecentomila persone alla celebre March on Washington for Jobs and Freedom, nel corso della quale Martin Luther King pronuncia il suo famoso discorso ”I have a dream” . Ed anche l’Europa si sta preparando allo sconvolgimento del 1968. In quegli anni così difficili, don Bossi seppe mantenere la sua parrocchia radicata nella vita del quartiere, aiutato da un appassionato coadiutore, don Antonio Brambilla, che chi scrive ricorda anche come infuocato insegnante di religione al Vittorio Veneto, il liceo scientifico della zona. E’ ancora Nando Cattaneo, raccontandoci di don Bossi, ad aiutarci ad entrare nel clima di quegli anni: “educazione ed inculturazione della fede, nuova ed attiva evangelizzazione, vita come testimonianza attiva, erano i suoi capisaldi e messaggi, punti di convergenza di una strategia coerente ed irrinunciabile. Seppe rispondere alle provocazioni del mondo con eleganza, chiarezza di linguaggio ed una fedeltà limpida, umile ed obbediente alla chiesa. Gli esiti nefasti della guerriglia urbana furono abbattuti dalla sua intelligenza, umiltà e testimonianza”.

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1980. E’ il 27 gennaio del 1980, quando mette piede in piazzale Brescia don Piero Re, il parroco rimasto più a lungo in San Protaso e che ha accompagnato la vita di molti degli attuali parrocchiani. Le sfide del territorio sono ancora tante: la situazione politica permane complessa e la “Milano da bere” degli anni ottanta è solo un’illusione, di fronte ad una realtà economica che, invece, viaggia verso una svalutazione a due cifre. C’è un’esigenza sempre più forte d’incarnazione da parte della chiesa, non solo locale, e le scelte, in San Protaso, vanno in questa direzione. Nel 1982, in risposta alla sollecitazione del cardinale Colombo, nasce il Centro Culturale. Sorgono una casa d’accoglienza per anziani e l’asilo parrocchiale. Si rinnova l’oratorio ed il campo di calcio viene dotato, nel 1988, di un nuovo tappeto di erba sintetica, teatro delle gesta sempre più importanti della Spes, la società sportiva di San Protaso che, nel 1974, è nata grazie al coraggio di don Angelo e dei suoi primi collaboratori, società che ancora ai nostri giorni rappresenta uno tra i più validi luoghi educativi della comunità. Il 26 dicembre 1982 viene aperta inoltre la casa delle Suore Oblate di Maria Vergine di Fatima, le instancabili “suore blu” che, da quel momento in poi, diverranno collaboratrici indispensabili per tutte le necessità spirituali e materiali della comunità. Ed oltre a loro, la parrocchia vedrà negli anni anche il prezioso contributo delle Religiose di Nazareth e delle Serve degli Infermi. L’edificio della chiesa, nel frattempo, continua ad essere sempre più curato, rifinito nelle pareti interne, fornito di nuove vetrate e moderni ed artistici confessionali, che ben s’intonano col nuovo altare; nel 1996 si procede ad una nuova pavimentazione del sagrato, così che, quando, l’anno successivo, il cardinale Martini visita la parrocchia, la chiesa è quasi completamente rinnovata alle soglie del Giubileo del 2000. Gli anni trascorsi da don Piero a San Protaso, prima del suo trasferimento a Legnano nel 2010, sono ben

trentuno. “Una vita”, li definisce l’amico Nando Cattaneo, aggiungendo, con ancora maggiore efficacia, che si è trattato di “una vita per tutti noi”. E’ stato davvero così. Vale la pena di leggere alcune sue parole che ben descrivono l’ex parroco: “don Piero fu sempre obbediente e in unità con la gerarchia. Costantemente fermo sullo stile evangelico del “sì-sì-no-no”, cosa che gli costò non poche incomprensioni. Ma si distinse anche per l’estrema disponibilità nell’essere sempre presente. La sua giornata cominciava alle sette, già in confessionale, puntualissimo sempre per decenni. Una giornata, la sua, che proseguiva con la Santa Messa, l’insegnamento, i vari appuntamenti, e tutto quel che

danno da fare ventimila anime, cinque sacerdoti, tutte le istituzioni, associazioni ed iniziative. Così la mezzanotte lo coglieva ancora impegnato in qualche riunione”. “La sua pazienza – prosegue Nando – gli derivava dal coraggio di una fede vissuta nell’obbedienza. E la sua certezza quella che nella vigna del Signore c’è posto per tutti”. Vigna del Signore sempre più grande e ricca di bisogni, ma pronta a ricrescere ogni nuovo anno, anche all’affacciarsi del terzo millennio.

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2010. Da quel 1933, ormai lontano, la parrocchia è cambiata molto. E’ mutato il territorio, l’aspetto delle case e delle strade. E sono diversi anche i suoi abitanti. C’è un calo demografico, che caratterizza anche il resto del paese e sono meno anche quelli che arrivano da altre regioni d’Italia, seppure l’attrattiva che Milano esercita nei confronti di chi cerca lavoro sia rimasta intatta. Ma i tempi moderni vedono soprattutto nuovi tipi di arrivi, mai sperimentati prima. La popolazione si arricchisce infatti di stranieri, che fuggono da situazioni insostenibili di guerra e povertà, provenienti da svariati paesi di Africa, Medio Oriente, America del

Sud, e paesi dell’est usciti dall’incubo del regime sovietico. E’ la grande sfida dell’immigrazione, che scuote la società occidentale nel profondo, la interpella, domanda ad essa frammenti di reciprocità e condivisione. La comunità di San Protaso vive il cambiamento del suo territorio e risponde sempre più alle sue esigenze, attraverso la San Vincenzo e la Caritas, che col suo centro d’ascolto diviene l’altoparlante dei bisogni dei suoi abitanti. Nascono così, negli anni, anche il nido famiglia, l’associazione “Non solo bimbi”, il dopo scuola, il sussidio “Sostieni una famiglia”. E si continua ad assistere i malati e i loro familiari, grazie ai volontari che operano nella casa d’accoglienza e nella RSA adiacente alla parrocchia. Il 1 settembre 2010, l’attuale parroco, don Paolo Zago, subentra a don Piero. Nell’omelia della sua prima messa, prende spunto dal “Sette+”, lo storico foglio d’informazioni parrocchiali ideato da don Antonio Brambilla, e parla di sette caratteristiche di cui una parrocchia ha bisogno per essere la vera “fontana del villaggio”, “acqua di sorgente altissima e purissima in pianura, tra le case della città”. C’è bisogno, dice don Paolo, di più Vangelo, più santità, più unità, più carità, più persone corresponsabili, più missionarietà e, infine, più unione con Dio. “Sento la mia impotenza, ma l’abbandono a Dio”, confessa don Paolo in quell’occasione, ma indica a tutti una strada, da proseguire insieme, nella certezza che è la presenza di Gesù tra coloro che sono uniti nel Suo nome a far camminare una comunità. E quella comunità continua il suo percorso, ridisegna, nel 2011 un nuovo progetto pastorale, incontra orizzonti sempre nuovi e diversi, fino

all’ultima, prorompente novità, rappresentata da quella “chiesa dalle genti” che definisce i nuovi contorni del territorio e le caratteristiche di un nuovo popolo, diverso nei tratti somatici, ma accomunato dalla stessa fisionomia di una fede da vivere e condividere tutti insieme.Nel 2013 viene composta la “preghiera dell’ottantesimo”, che sembra bello poter continuare a recitare anche adesso, in occasione di un nuovo anniversario. Perché, parafrasando la conclusione del libro – “Ottant’anni di vita viva” - pubblicato in quell’occasione, l’amore, la grazia, la fede, la carità, la gratitudine e la gratuità possano davvero, a San Protaso come in tante altre parrocchie, non mancare mai.

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Preghiera dell’ottantesimoEterno Padre,

tu che hai voluto la Chiesa,

presenza del Tuo Figlio nel mondo:

veglia sulla nostra Comunità,

col dono del Tuo Santo Spirito.

Resta vicino ai nostri malati,

sostieni i nostri ragazzi,

dona fedeltà e stabilità

alle nostre famiglie,

salute e serenità agli anziani.

A quanti Ti cercano,

dona la luce della Tua verità.

Consola chi opera attivamente

per il bene degli altri,

e fai di tutti noi una cosa sola,

per continuare a proclamare

che siamo figli Tuoi e fratelli tra noi.

Fa che l’annuncio del Tuo Vangelo

raggiunga ogni uomo ed ogni donna

della nostra Parrocchia,

e che ciascuno si senta accolto

e amato personalmente.

Amen

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Auguri cara Parrocchia! Sei preziosa per me, perché in te trovo ciò di cui ho bisogno per crescere verso la santità (come ci indica Papa Francesco): la Parola, i Sacramenti, la vita della comunità, la testimonianza dei santi e una multiforme bellezza che nasce dall'amore del Signore. Grazie, con tutto il mio cuore.Daniela

Oggi è un giorno specialeBuon compleanno San Protaso!

San Protaso, una

comunità multiforme

dove ci siamo sentiti

sempre accolti.

Grazie! Auguri!Alice

Auguri allanostra casa ealla nostra famiglia!Anna e Diego

Auguri San Protaso! Per me sei come un'altra casa, dove mi sento accolta e amata e dove il reciproco vivere l'amore evangelico, tra le famiglie, con i laici e i consacrati, mi fa percepire la presenza viva di Gesù tra noi. Ti auguro di continuare ad essere luce, testimonianza e lievito del Vangelo nella nostra società.

Angela

Mi piace pensare alla mia parrocchia come ad un cantiere navale, dove si attrezzano le barche a vela che si preparano ad uscire in mare. Il valore aggiunto è che, oltre allo scafo, alla vela, alle gomene, ai salvagente, la parrocchia (con i suoi sacerdoti, le sue religiose e la comunità tutta) si preoccupa di dare a ciascuno la rotta per raggiungere la destinazione, perché, come diceva Seneca: "non esistono venti favorevoli per chi non sa dove andare”

Enrico

Siamo molto grati dell’esistenza di questa parrocchia, che è sorta senza che nemmeno lo sapessimo e che ci ha adottati, rendendosi vicina e facendosi Presenza quotidiana di Gesù per noi!Famiglia Zani

Perché la Parrocchia? Perché è come una grande famiglia, dove ciascuno trova le motivazioni per scegliere la propria strada e ritorna per portare i frutti delle proprie esperienze e per ricevere nuova energia per proseguire.

LinoGrazie perl‘accoglienza e per l’aiuto a crescere in spiritualità, libertà interiore e Amore.

Alessandra

Grazie e buon compleanno

San Protaso. Ho tanti bei

ricordi da bambina e ragazza,

ore passate nell’oratorio di

questa Parrocchia, della quale

ho quasi..la stessa età. Infatti

mi chiamano ”vecchietta”!

Tanti momenti significativi,

preghiere, gioie, gite, pellegrinaggi e dolori negli

anni adulti, ma sempre accolta con attenzione e

comprensione da sacerdoti e

suore che negli anni si sono

susseguiti. Tanti amici e

amiche scomparsi e tanti

vecchi e nuovi compagni di

viaggio da frequentare e ai

quali voler bene. E… spero

ancora un po’ di servizio da

prestare… Sil

Sono un parrocchiano di San Protaso

dal lontano 1990, un anno che alcuni

ricorderanno per i mondiali e l'inizio

della guerra nel Golfo. Ho conosciuto

Don Piero, che mi aveva piacevolmente

colpito per la sua semplicità ed il

rispetto di valori e tradizioni, nonché la

conoscenza del dialetto milanese. Da

qualche anno partecipo alle iniziative

della parrocchia, in particolare apprezzo

i Gruppi del Vangelo nelle case, una

bella iniziativa che mi ha permesso di

fare nuove amicizie, condividendo la

Parola di Dio. Di cuore grazie e auguri

a Don Paolo, mio coetaneo, alle Suore,

a tutti coloro che a vario titolo operano

nella parrocchia per il bene e la crescita

della comunità. Delfino

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Qui a San Protaso ho ricevuto Gesù con la

prima Comunione e lo porto con me

sempre, ovunque io vada, proprio come ci

viene insegnato. Anche Marco, mio fratello,

frequenta già l’oratorio per giocare a calcio

e qualche volta mi segue in Chiesa o a

catechismo perché ha fretta di conoscere

meglio Gesù.Chiara

Auguri alla parrocchia! 85 anni di vita! Che grazia! Lodiamo e ringraziamo il Signore per tutto il bene che si è compiuto in questi anni … per le tante persone che hanno ricevuto grazia su grazia dall’ascolto della Parola, dalla vita liturgico sacramentale, dalle catechesi, dall’esercizio della carità e della misericordia. Sì, penso ci sia proprio da ringraziare Dio e tutti coloro che in questi anni si sono adoperati perché l’amore di Dio passasse, cioè si facesse “carne”, come piace dire a Papa Francesco.

Suor Camilla

Nata, cresciuta in san Protaso fino all’adolescenza, ricordo con affetto persone che mi hanno fatto maturarenella formazione religiosa e per alcune scelte significative. Ma anche interi pomeriggi a giocare in oratorio – rigorosamente in quello femminile! – i primi film visti nel cinema Osoppo, la domenica pomeriggio, così come le commedie che adulti e ragazzi recitavano. Ritornata da adulta, ho trovato una comunità in crescita; posso augurare che il cammino prosegua, sempre con uno sguardo ai più lontani. Buon compleanno parrocchia!

Lidia

Il don ci accoglie: venite tutti PERDIQUA,

partiamo da PIANOTERRA, ognuno è speciale ed

ha il suo PASSPARTU', condividiamo il cibo

TUTTI A TAVOLA. Giochiamo e pensiamo, il

nostro cuore è spesso SOTTOSOPRA. EVERY

BODY in un BATTIBALENO ha il NASOINSU ad

ammirare l'immensità del cielo. Il Don ci chiama,

uno per uno... DETTOFATTO! Siamo TUTTI

ALL'OPERA!

Per gridare a tutto il mondo: SOLO INSIEME,

VEDRAI CHE BELLO! Arianna

Grazie San Protaso, sotto il tuo campanile

sono cresciuta: le ore ed ore sul campo

dell'oratorio e le novene di Natale con

don Antonio sono i ricordi più belli.

Paola

Carissima chiesa di San Protaso, in occasione del

tuo compleanno vorrei dirti il mio grazie

riconoscente. Sono arrivata da te a 16 anni, con il

trasferimento della mia famiglia in via Osoppo;

frequentandoti sono passata – non senza

combattere – da una fede infantile ad una fede

forte, ben radicata nella Parola di Dio e

nell’Eucaristia, una fede tradotta anche in opere

di carità. Ora che i miei anni sono quasi 80

continuo a guardare a Gesù nel “tuo”

tabernacolo, a dirgli: “Grazie, Signore, per il tuo

amore e la tua fedeltà”, a chiedergli “Signore,

che cosa vuoi da me in quest’ultima fase della

mia vita?”, a pregarlo per tutte le persone che ho

incontrato e incontro. Ada

La nostra parrocchia ha attraversato una guerra mondiale e mille avversità, ma i preti e le suore si sono avvicendati sotto la sapiente maternità della chiesa ambrosiana. San Protaso ha camminato per grazia divina, sapendo accogliere con intelligenza e nel tempo tutte le comunità cristiane del mondo. Coraggio, la nostra comunità parrocchiale proseguirà “con la Tua forza e con le nostre mani”! Tanti auguri, Parrocchia!Bernardo

Faccio parte di questo pezzo di Chiesa da ormai 23 anni. Con la mia famiglia sono stato accolto, educato e fatto crescere nella fede. Da oltre 10 anni mi impegno nel servirla dando sostegno alle varie opere Caritas che essa offre. Con gioia vedo sorelle e fratelli di fede che la sostengono, la fanno crescere e la incitano ad aprirsi sempre più alla realtà che Gesù ci fa incontrare laddove viviamo e operiamo. Certo che questa storia, proprio perché è nelle mani di Dio e non nelle nostre, mai cesserà, auguro a San Protaso ogni bene e a tutti i nostri Sacerdoti e Religiose rivolgo un grazie particolare per tutto ciò che fanno e ci testimoniano quotidianamente.

Franco

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Tantissimi cari auguri alla Chiesa di San Protaso. Sono contenta che la Parrocchia compia 85 anni (una famiglia allargata) , anch'io sono stata membro di questa famiglia per un anno ma ancora sento viva la memoria e l'esperienza che ho fatto, in particolare la grande Chiesa con il suo aspetto, le persone che mi hanno voluto bene, che mi hanno accolto come un membro della famiglia, come una madre accoglie tutti (immigrati, poveri, stranieri, ammalati e sofferenti ecc...), senza nessuna distinzione. Mi piace tanto questa particolarità della parrocchia. Augurissimi ancora!

Suor Jonita

Grazie, comunità Parrocchiale di San Protaso, luogo sicuro e stabile nel quale posso incontrare la presenza reale del Signore, terminale fedele della Santa Madre Chiesa, che mi alimenta con i Sacramenti e mi educa con la Parola di Dio! Grazie, perché in te trovo tanti amici e fratelli con i quali camminare verso il compimento della nostra vocazione comune!

Paolo

Cara Parrocchia S. Protaso, per 38 anni della mia vita sei stata la "Chiesa vicina" dispensatrice dei Sacramenti per me e la mia famiglia, luogo aperto a tutti, di amicizia, carità operosa, cultura e crescita umana.Buon compleanno!

Patrizia

Come con la Pentecoste è sceso lo Spirito Santo sugli

apostoli e altri discepoli, riuniti in preghiera con la

Vergine Maria nel Cenacolo, così noi, figli della Chiesa,

nella Chiesa, riceviamo quella stessa santità, vocazione

di tutti, effusa dallo Spirito Santo che, come dice San

Paolo, è “frutto di amore, gioia, pace, magnanimità,

benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé”.

Auguri per il Tuo 85° compleanno e grazie per tutti i

doni che hai elargito ai tuoi figli in Cristo! Maria

Grazie per questa compagnia alla mia vita, grazie a tutti i parrocchiani presenti e passati, in particolare a Dante e Augusta, che non ho mai conosciuto, che hanno donato a tutti noi una cappella a S. Giuseppe nel lontano 1939.

Diego

"Come il treno passa

sui binari per portare il

cibo per il corpo, la

parola di Dio passa

attraverso la Chiesa per

fortificare lo spirito".

Auguri alla Chiesa di S.

Protaso, per questa

dedizione che ormai

dura da 85 anni.

Franco e Franca

Sempre chiamati ad esserci, la domenica ma anche in tutte le cerimonie che accompagnano il ritmo della vita, noi del Coro siamo felici di poter rendere la preghiera comunitaria più intensa e partecipata attraverso la musica e il

canto. E quale migliore occasione di questa dell’85°, per intonare insieme inni di festa? “Tanti auguri a te, tanti auguri a te, buon compleanno Parrocchia, tanti augri a te”!

Il Coro OreDieci

Nel 2011 siamo venuti ad abitare in via Osoppo. Per noi era una zona nuova, non conoscevamo nessuno. Abbiamo scelto la casa qui perché sapevamo che c'era una comunità e che per sentirci completamente a casa avevamo bisogno di appartenere anche a questa realtà. Abbiamo fatto una conoscenza progressiva, intensa, fatta di tanti momenti di condivisione. Ci siamo reciprocamente chiesti aiuto, esattamente come si fa in famiglia. E' stato il luogo dove abbiamo aperto lo sguardo sull'altro per condividere un cammino. In questo modo la Parrocchia è diventata anche la nostra casa. Questo rapporto ci ha fatto capire il senso dell'Unità, insegnato a guardare un orizzonte generoso e ad uscire da noi stessi, accompagnato nella vita di famiglia. Quando insegno ai miei figli il concetto di famiglia, penso alla Chiesa, alla Parrocchia , al luogo dove ci si incontra e ci si riconosce fratelli, uniti alla presenza di Dio Creatore.....e con questa certa Presenza, cammino con gioia e sicurezza.

Marta

Cara Parrocchia di S. Protaso, per toccare il cuore dei tuoi parrocchiani, possa lo Spirito Santo continuare nell'opera di farti parlare tutte le loro lingue. Buon compleanno (certo che li porti bene i tuoi 85)!

Emilio

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Il gruppo adolescenti dell’Oratorio san Protaso: “Vedrai che bello”!

Cinquanta ragazzi divisi per gruppi d’età: prima superiore, seconda e terza, quarta e 18/19enni. Diversi per età, stile, carattere, idee, etnia, ma uguali per fede e umanità: questi sono gli adole-scenti della parrocchia San Protaso. Accompagnati dai loro educatori – tutti ragazzi universitari/lavoratori – da suor Sabina e don Andrea, hanno vissuto il loro cammino da ottobre e maggio, attorno allo slogan proposto dalla pasto-rale giovanile della nostra Diocesi: “vedrai che bello”. Gli incontri del mercoledì sera prendevano avvio da un momento comune di preghiera in cap-pellina, per poi continuare nei diversi gruppi approfondendo il contenuto della serata.Una volta al mese, i ragazzi sono stati invitati a vivere un’esperienza di carità, tra visita a qualche

anziano/a della parrocchia, incontro con la disabilità all’Istituto don Gnocchi, esperienza con i senza tetto in centro a Milano.

Tutto l’anno ha preso avvio dal Vangelo di Giovanni (1,35-42) declinato nei vari periodi “liturgici”:“Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l’agnello di Dio!”. E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: “Che cosa cercate?”. Gli risposero: “Rabbì - che, tradot-to, significa Maestro -, dove dimori?”. Disse loro: “Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: “Abbiamo trovato il Messia” - che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù.”

La figura di Giovanni Battista ha accompagnato i primi mesi, aiutandoci a riflettere sui nostri “punti di riferi-mento”, sulle loro caratteristiche e sulla differenza tra un testimone vero e un “idolo”. Nel periodo dell’Avvento, anche in preparazione alla Veglia di Natale – animata da loro – la domanda che ci ha guidato è stata: “Che cosa cercate?”. Abbiamo provato a rispondere a questa domanda a partire dalle figure dei re magi: quali domande ci abitano, quali strade percorriamo, dove siamo diretti? Come i magi: quale volto di Dio cerco? Fino ad arrivare, con il Natale, a Betlemme e riscoprire in Gesù il volto del “mio Signore e mio Dio”.Dopo Natale e lungo la Quaresima ci ha guidato l’esperienza straordinaria del “rimanere” con Gesù. Abbiamo vissuto una piccola “scuola di preghiera”, attraverso la scoperta dei salmi e di vari tipi di preghiera: lode, ringra-ziamento, intercessione, domanda. Nella preghiera, vissuta nel silenzio e nell’intimità con Gesù, scopriamo che possiamo “rimanere” con Lui e con noi stessi.“Erano circa le quattro del pomeriggio”. Dev’essere stato un incontro unico e straordinario per i discepoli: ricor-davano l’ora precisa a distanza di anni! Anche noi ci siamo concentrati sulle esperienze della nostra vita: quelle belle e anche quelle negative. Le esperienze, gli incontri che facciamo, ci “costruiscono” e ci plasmano: abbiamo provato a raccoglierle e rileggerle, per discernere la presenza di Dio lì dentro.Speciale il giorno di ritiro presso il monastero di clausura di Grandate, dove l’ascolto di suor Noemi – giovane suora– ci ha colpito e ci ha permesso di riflettere sulla nostra vita di preghiera e di fede.A conclusione dell’anno, il pellegrinaggio a Bolsena, Orvieto e Siena – luoghi di miracoli eucaristici – ci ha permesso di riscoprire l’Eucarestia come luogo nel quale noi possiamo “rimanere” con Gesù e luogo nel quale Gesù “rimane” con noi. Giorni che ci hanno permesso di sperimentare ancora una volta quelle “quattro del pome-riggio”: amicizia, fraternità, spiritualità sono stati gli ingredienti di questi giorni insieme!“Vedrai che bello” era l’invito di quest’anno perché la vita è bellezza, la fede è bellezza, la comunità è bellezza e nelle mani del Signore è ancora più bello!

vita dell'oratorio

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“Sono con voi tutti i giorni” (Mt 28). Bolsena, Orvieto e Siena: pellegrinaggio adolescenti 2018

“Videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui” (Gv 1, 35-42). Questa è una delle citazioni che ha accompagnato il cammino del gruppo adolescenti di quest’anno.Tante volte le domande di fede, i dubbi, le perplessità prendono il cuore non solo degli adulti, ma anche dei ragazzi e dei giovani.Siamo andati in pellegrinaggio sui luoghi dei miracoli eucaristici, per ridarci la possibilità di riscoprire la presenza vera e viva di Gesù nella storia. Quella presenza che tanto spesso rischia di sembrare “fantasiosa” o “distante”.È proprio nell’Eucarestia che rivive la promessa antica e sempre nuova di Gesù ai discepoli: “Sono con voi tutti i giorni”. Ed è nel gesto quoti-diano della Chiesa che si rinnova il comando del Maestro nell’Ultima Cena: “Fate questo in memoria di me”. Non ci ha chiesto gesti straordi-nari, ma ci ha lasciato un po’ di pane e un po’ di vino. Sta qui il “questo” che Gesù ci ha chiesto di trasmettere e di custodire.I miracoli eucaristici sono segni che ci possono aiutare a riscoprire “vera” e “attuale” la promessa della Sua presenza in mezzo a noi; sono segni dati per confermare la fede nell’Eu-carestia e per riaccendere lo stupore verso quell’amore di Dio che si fa sacrificio per ciascuno di noi.

A Bolsena abbiamo riascoltato il racconto del miracolo avvenuto a Pietro di Praga, abbiamo visitato le catacombe di santa Cristina – martire dei primi secoli – abbia-mo celebrato la messa con la comunità di Bolsena. Dopo il pranzo e un momento di relax sul lago, abbiamo percorso qualche chilometro della via Francigena – antica via di pellegrinaggio – per ritornare a casa. Lungo la via abbiamo sostato per un momento di riflessione e silenzio riascol-tando il vangelo dei discepoli di Emmaus (Lc 24).

La giornata ad Orvieto è stata caratterizzata dalla visita del Duomo con il sacro corporale con le tracce di sangue del miracolo avvenuto a Bolsena, la celebrazione della messa nel Duomo e una “caccia al luogo” per le vie del borgo.A Siena lo stupore è stato grande davanti al miracolo eucaristico delle particole conservate incorrotte e “fresche” dopo essere state trafugate e poi restituite. Da secoli le particole si conservano senza invecchiare, quasi a ricor-dare una presenza vera e viva che non viene mai meno nonostante il passare dei giorni. Dopo una rapida visita della città siamo rientrati a Milano.Sono stati giorni di amicizia e fede. Giorni di divertimento e cultura. Una di quelle esperienze che si sanno iscrivere nel cuore per rimanerci; esperienze alle quali attingere nei momen-ti di dubbio e di incertezza.Tornando a Milano riprende poi la quotidianità. Quotidianità però abitata – almeno – da una certezza nuova: “Sono con voi tutti i giorni”. Una promessa che, abbiamo visto, Lui mantiene. A noi la risposta libera e gioiosa: “Ti seguirò”!Come scrive Franz Werfel, dottore ateo recatosi a Lourdes per “smascherarne la falsità” e poi tornato convertito, “per chi crede, ogni miracolo è superfluo, per chi non crede nessun miracolo è sufficiente”. Che questi segni miracolosi possano confermare la nostra fede quotidiana in Gesù, il Dio-con-noi!

Don Andrea

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Durante quest’anno gli adolescenti hanno potuto vivere numerosi incontri, scambi, condivisioni ed esperienze di fede. Al termine del cammino abbiamo voluto proporgli di comporre una “preghiera di gruppo”. Come se – met-tendosi nei panni del re Davide – dovessero scrivere il “Salmo 151” (che non esiste). Ecco allora i loro “Salmo 151”, che scaturiscono dal far loro tre modi di preghiera: ringraziare, chiedere scusa, affidare. Perché la preghie-ra è dialogo con il Signore vivo; è stare in relazione con lui che ci accompagna in ogni istante.

Salmo “151” di prima superiore:Signore, ti ringraziamo per l’affetto delle nostre famiglie e per le condizioni di vita che ci hai donato.Ti chiediamo scusa per il poco impegno che, talvolta, mettiamo nelle nostre attività e per la superficialità con la quale affrontiamo alcune cose.Aiutaci ad accettare anche i risvolti negativi e misteriosi delle nostre vite e ad affrontare le cose con più positi-vità e speranza.

Salmo “151” di seconda e terza superiore:Signore, noi ti ringraziamo perché quest’anno ci hai permesso di vivere numerose esperienze significative;ci hai mostrato i nostri punti di riferimento,ci hai aiutato a vedere la fede in modo diverso, anche parlando di come la nostra vita cambierebbe se non fos-simo cristiani, se non credessimo in Te.Aiutaci a conoscere e comprendere meglio il disegno che ci hai assegnato;aiutaci a fidarci di più di chi abbiamo accanto;aiutaci a raggiungere la nostra “stella”.Perdonaci per tutte le volte nelle quali non siamo stati o non riusciamo ad essere testimoni del Tuo amore!

Salmo “151” del gruppo quarta superiore e 18/19enniGrazie Gesù, perché, nonostante le lamentele, le arrabbiature, la non voglia, sei sempre accanto a noi, ad ascol-tarci e a farci rialzare dalle difficoltà di ogni giorno. Perdonaci per le volte in cui smettiamo di fidarci di Te, ci chiudiamo nelle nostre paure e nelle nostre indecisio-ni, preferiamo fare altro e ti mettiamo da parte. Non sempre riusciamo a riconoscerti nella quotidianità e tante volte facciamo fatica a trovare il tempo per stare con Te, eppure Tu sei lì, pronto ad aspettarci e ad accoglierci sempre. Grazie perché sappiamo che ci sei, sia nei momenti di tristezza, sia in quelli di gioia che viviamo ogni giorno.Grazie per le persone che ci hai messo accanto: le nostre famiglie, i nostri amici e chi ci aiuta a trovare le rispo-ste alle domande che ci portiamo dentro: te li affidiamo perché Tu stia loro vicino. Grazie per l’esperienza come aiuto catechisti: scoprendo e riscoprendo la Tua storia, anche quei momenti che magari non conoscevamo, ci ha aiutato e ci aiuta a crescere nella fede e come persone.Grazie per il gruppo e per gli amici che ne fanno parte, perché è un’occasione di crescita per ciascuno di noi e per provare a dare risposte alle domande che ci poniamo: Ti affidiamo il cammino che condividiamo insieme, perché continui a farci crescere nella fede e nell’affrontare le difficoltà che incontriamo nelle nostre vite.Ti affidiamo tutti coloro che ancora non credono in Te, perché non smettano di cercarti.Ti affidiamo le nostre paure e i nostri dubbi, perché con Te accanto riusciamo ad affrontarli e a superarli.

A “Te” il nostro grazie… dai gruppi adolescenti!

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Campione nella vitaSan Protaso è fiera del premio che il CSI ha conferito ad Umberto Lodigiani, pilastro di SPES, San Vincenzo e Banco alimentare e si complimenta con lui. Uno di quei “campioni della vita”di cui abbia-mo sempre più bisogno.

Ci sono figure e personaggi, all’interno di ogni società sportiva, che sembrano esserci da sempre. Sembrano cuciti su misura per quel ruolo specifico, nati per svolgere quella determinata funzione, sempre presenti, sempre vigili. Sono le presenze che una società cerca di trovare per farne i suoi pilastri e tenere poi ben strette, il più possibile, per la sua storia. Il premio che ha rice-vuto Umberto è il segno di un CSI finalmente vicino ed attento alle dinamiche educative ed agli aspetti più umani che sportivi, spesso trascurati anche se evidentemente fondamentali. Già, perché, anche se un “premio alla carriera” non potrà dirci tutto su di lui e non potrà certo racchiudere in se stesso la grandezza della passione, della dedizione e dell’impegno che ha saputo dimo-strare in tutti questi anni, è comunque un simbolo importante, da mostrare con fierezza e del quale potersi vantare. Di persone come Umberto, che anche nella foto di gruppo della premiazione sembra mettersi in seconda fila, atten-to a non coprire gli altri, pronto ancora una volta a lavorare nell’ombra con umiltà e generosità senza prendersi i meriti che gli spetterebbero, e che spesso fatichiamo a riconoscergli, avremo sempre tutti un gran

bisogno. E allora oggi facciamo i complimenti al nostro “Iumbe”: complimenti e soprattutto grazie per tutto quello che hai fatto per noi, per il modo in cui hai scelto di farlo e per quello che ancora oggi sai dare a questo gruppo meraviglioso ed a questa società.

Luca Molinari

Non solo domandeL’anno pastorale ha visto l’esordio di un’interessante iniziativa, destinata a continuare anche in futuro, deno-minata “Parliamone insieme”. Convinti che il Signore, che parla nel cuore di ciascuno, accresce la nostra fede attraverso una relazione reciproca, abbiamo dialogato su alcuni spunti di riflessione a partire da quelle doman-de serie sulla fede che ciascun membro della comunità porta nel cuore. Enrico ci racconta come è andata.

Prendo a prestito il titolo del prezioso libro del nostro don Luigi per introdurre la mia riflessione su un’opportu-nità (pensata a settembre scorso dal Consiglio Pastorale) che avrebbe potuto aiutare tutti i “Sanprotasini” a vive-re un’esperienza sinodale. Cosa rende più l’idea di essere in famiglia della possibilità di confrontarsi serenamen-te e senza timore con gli altri ed essere ascoltati, compresi, guidati? Ecco, questo è il contenuto che abbiamo pensato e realizzato nei primi due incontri di “Parliamone insieme”. L’idea era quella di provare a dare delle risposte autorevoli (da parte dei nostri sacerdoti e con l’umile collaborazione di ciascuno di noi) a tutte quelle questioni che, per le ragioni più diverse, rimangono nella forma del dubbio senza una soluzione, creando quindi un disagio più o meno percepito. Lo spessore delle domande è stato notevole (Cos’è la volontà di Dio? Cosa possiamo chiedere nella preghiera?) e dimostra che questo è un bisogno reale, ma il valore aggiunto è che un’oc-casione così ci mette nelle condizioni di conoscerci di più, di metterci in discussione, di non essere solo dei volti noti perché incontrati settimanalmente alla Santa Messa, di sentirci un po’ più familiari gli uni agli altri. Obiettivo ambizioso? Io dico di no e sono contento di vedere che una quarantina di altre persone la pensano come me!

Enrico Molinari

vita della comunità

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archivio di aprile 2017/febbraio 2018

RIGENERATI NELLO SPIRITOLa comunità parrocchiale accoglie nuovi figli del Padre e membra vive del Corpo di Cristo.E si impegna ad educarli nella fede.

MASTRONICOLA PIETRO OBREGON SAUNE MATEO NICOLAS VARGAS TERRONES GIADA ALESSANDRACORBASCIO MESAY CUYA TINEO VALERY PARIS KETTY MARTINELLI AURORAMARTINELLI EMANUELE MINASOLA NICOLE TORRES MORENO ANGELA ALESSANDRACHAU NATHAN REPOSSI PIETRO LA MARRIA CHRISTIANLANTIERI FEDERICO MAMANI GARCIA DEBORAH TIFFANY MORETTI DENNISDE FILIPPO GIORGIO DE FILIPPO GIULIA ZAMPETTI ZELIE MARIA BEATRICELOLLI CAMILLA MARIA LOLLI CLOTILDE MARIA ROLLI SOFIA MARIARONCAIOLI ALICE BOSCHI BRANDO FEDELI DIEGO MARCOFEDELI MAITE ANDREA GRISOLIA EDOARDO MOVI RICCARDOREBATTA JAULES ALAN REY REBATTA JAULES JACQUES SANCHEZ GUEVARA BEATRICE ISABELPETRUCCI ILARIA

UNITI IN CRISTOAuguriamo gioia ai coniugi che hanno deciso di amarsi sempre e di educare i figli in una famiglia cristiana.

CUENCA HAZEL con COLOMBI ALESSANDROCAMON ANNA con CALCINA GIOVANNI ROLANDOSCURATI VIVIANA CINZIA con COLOMBO ROBERTO

NELLA CASA DEL PADRELa vita non è tolta, è soltanto cambiata: erano pellegrini come noi, ora ci attendono da loro, nel posto preparato dal Risorto.

VERCELLINO PIETRO, a. 99 DASSISTI DONATO, a. 79 NIERO ADELINO, a. 78BATTISTI MARGHERITA, a. 95 DOTTI GIANCARLO, a. 89 CURIA BRUNA, a. 94COFANO GIANCARLO, a. 88 CIZZA LAURA, a. 92 UZZO GERTRUDE, a. 79CALINI MARIO, a. 93 GARLASCHI EVA MARIA, a. 7 ABATE GIOVANNI, a. 47CANALI VERATTI ELSA, a. 93 MOZZATI ROSALBA, a. 87 DI PILATO VINCENZA, a. 89EMANUELLI SONIA SANTA, a. 52 CORDARA ANGELO, a. 85 POGGIOLINI MARIO, a. 76ESTRADA AGUILAR IRIS SPERANZA, a. 29 FERRANDI SALVE, a. 90 CASAMASSIMA GIUSEPPE, a. 89ASTI LUIGI, a. 79 IANNOCCARI DOMENICO, a. 67 BIANCO DIANORA, a. 91CAPUATA CESARINA, a. 91 ANGIOLINI DOMENICA, a. 96 MAZZUCCA UMBERTO, a. 83PARODI ALESSANDRO, a. 79 DE BELLIS ANGELA, a. 92 CAPUCCI ANTONIA, a. 77RAVERA BRUNO NARCISO, a. 75 COLOMBO PIERO, a. 87 MAFFI ERNESTINA, a. 97PARENTE MICHELE, a. 90 PIAZZA GASPARE, a. 90 MORO AURELIO TIESTE, a. 89CAVALLANTI RACHELE, a. 92 SEGHEZZI M.GIOVANNA, a. 75 CATTANEO FRANCA, a. 86CALCIATI UMBERTO, PANIGAZZI PASQUALINA, a. 89 VERDINO BRUNO, a. 70BARBORINI ANGELA, a. 96 CALLIGARI PAOLINA, a. 78 TORCHIO FERNANDACOMPATANGELO ALESSANDRO, a. 58 LOMBARDI BRUNA, a. 85 CORONA MARIA, a. 93PIANTONI GIOVANNI FRANCESCO, a. 82 SINELLI GABRIELLA, a. 77 BORGOMANERI TOMMASO, a. 19CAPRIOLI OLGA EDVIGE, a. 86 VIGNATI CLAUDIO PIER ANDREA, a. 89 MINETTI ANTONIO, a. 83PASQUALI ENRICO, a. 83 GISIBALDI LAURA ALESSANDRINA VALENTINA, a. 83 BEVERINA FRANCA, a. 90FOIS EMMA, a. 87 FREGOSI ANTONIETTA, a. 87 CARRARA FRANCO, a. 81LAPEGNA ANNA, a. 89 MAGGIONI CARLA, a. 85 DOTTI CARLA, a. 103GAMBETTI MARIA DOMENICA GASPARA, a. 83 PAGNI SERGIO MICHELE, a. 72 COLOMBO CELESTE, a. 78DANIELLI FERNANDO, a. 89 PORRI TERESA, a. 85 ANGELASTRI MARIA GIOVANNA, a. 94ZANETTI BRUNA, a. 91 PINTUADI ANGELA, a. 90 STUCCHI NATALE, a. 75SOLYAM ANIKÓ, a. 47 COSCIA ALESSANDRO RAFFAELE, a. 88 NOBILI JOLANDA, a. 86SUGLIA ANNUNZIATINA FERRARINI GRAZIA, a. 74 ZANETTI GIOVANNA, a. 86MARTANO LUCIO, a. 69 FAORO JESSICA VALENTINA, a. 19

Il compleanno della casa di accoglienzaAnche la casa di accoglienza ha il proprio anniversario. Venticinque anni di attività e centinaia di per-sone accolte, tra ammalati e loro familiari. E un ospite d’eccezione per festeggiarla.“Semplicemente grande”... non trovo, e vi assicuro che ci ho pensato, uno slogan che più di questo renda l’idea che mi sono fatto, nei quasi due anni di esperienza come volontario, della Casa di Accoglienza San Protaso.Grande perché risponde senza tentennamenti ad un bisogno, grande perché non chiede visibilità o indipendenza, ma riafferma in ogni occasione la propria appartenenza alla vita della comunità parrocchia-le, grande perché, grazie al desiderio che ne ispira l’opera, si propone da 25 anni come servizio qualificato e riconosciuto dagli ospiti, che non si sentono “clienti”, ma fratelli e sorelle dei volontari e tra di loro. Tutto questo testimoniato semplicemente, con la presenza attenta e discreta dei volontari.

E chi avrebbe potuto, con lo stesso stile, celebrare, lo scorso 3 maggio, il venticinquesimo compleanno della Casa? Naturalmente un personaggio che risponde perfettamente al “semplicemente grande” dell’introduzione di questa mia riflessione: l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini. Si è presentato in perfetto orario in viale Murillo 14 - non in bicicletta, forse perchè pioveva? -, ha voluto stringere la mano a ciascuno dei presenti, ha recitato il rosario con noi, ci ha donato qualche parola di ringraziamento e d’incoraggia-mento per la prosecuzione di questo

cammino, quasi scusandosi dell’irruzione nell’intimità della casa e dicendo di non aver potuto resistere al desiderio di incontrare una realtà come la nostra; ci ha benedetto e poi ha dato il “la” ad un piccolo momento di festa, impegnan-dosi a tagliare (come fosse stato nella cucina del suo appartamento) uno dei dolci preparati per l’occasione da una delle nostre validissime volontarie. Naturalmente da tutto questo e da ogni gesto traspare il suo carisma e la sua dignità di pastore di quella “parrocchia di parrocchie” che è la diocesi di Milano, a dimostrazione, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che la semplicità è sempre segno di grandezza e stile persuasivo di testimonianza.Buon compleanno, Casa di Accoglienza!

Enrico Molinari

Una lettera dal centro di ascoltoSan Protaso InForma è felice di poter condividere, con il consenso dell’autore, una lettera giunta al Centro di ascolto, con i ringraziamenti di un nostro assistito da lunga data. Una “goccia d’acqua nell’oceano”, per dirla con santa Teresa di Calcutta, ma una grande gioia per tutta la comunità.Buongiorno a tutti, sono Daniele.Volevo, con questa mia lettera, ringraziarvi veramente di cuore per il sostegno datomi in questi anni e special-mente in quest’ultimo periodo, che è stato veramente difficile per me. In primis ringrazio A., che è stata la prima persona a preoccuparsi di me quando ero agli arresti domiciliari e mio padre era ancora vivo, per S. e F. che mi sono stati molto, molto vicini e mi hanno dato buoni consigli molto utili per fare fronte alla burocrazia di certi Enti preposti all’assistenza del sociale ma che spesso sono latitanti. Grazie a B. e a S. V. che hanno dimostrato comprensione e passione per la mia situazione e a tutti gli altri che, in un modo o nell’altro, si sono occupati dei miei problemi.Adesso, per 18 mesi, usufruirò del R.E.I. [reddito di inclusione] e inoltre la Commissione ALER ha dato parere favorevole alla mia incapacità di pagamento del canone di affitto. Ho sottoscritto il patto per cui l’ALER prele-verà dall’IBAN PostePay in mio possesso circa € 70 al mese.Adesso sono più tranquillo, la gamba sta migliorando e anche la pressione è scesa. Comunque ogni tanto verrò a trovarvi, perché non finirò mai di ringraziarvi.Con affetto, un abbraccio

Daniele 18 aprile 2018

Page 16: SETTE PIÙ… PER FARE OTTANTACINQUE!...Brescia è ancora un tranquillo luogo della periferia milanese, per la verità piuttosto spoglio e lontano dalla vita della città. Eppure è

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Il grazie di San Protaso a don Paolo,a 35 anni dal suo “sì”

Chissà con quanta tenerezza Roberto Zago, padre di don Paolo, sta guardando suo figlio da lassù. Già, perché gli anniver-sari si rincorrono e, dentro quello della nostra parrocchia, è contenuto il trentacinquesimo di sacerdozio del nostro parroco. Ci sembra di vederlo, papà Roberto, sorridere insieme a Gesù e alla Madonna, e guardare a tutto il suo agire per la nostra comunità, mille preoccupazioni, ma mai affanno, perché è a Maria e non a Marta che bisogna guardare. Sì, don Paolo, tu sei veramente un dono per tutti noi, il regalo che l’Eterno Padre ha pensato per far compiere alla nostra comunità un pezzo di strada senza smarrire la bussola, vivere il cambiamento di questi tempi nuovi, senza perdere di vista ciò che ci è di più caro: la presenza di Cristo in mezzo a coloro che sono uniti nel suo nome. In questo gioioso anniversario di “matrimonio” con Dio, uno per uno, i tuoi parrocchiani sono qui, a fare festa con te. E se chiedessi i nostri nomi, risponderemmo “siamo grazie”, grazie per tutto ciò che sei per noi!