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G&d Gabiano e dintorni Il mensile dal Nost Munfrà Settembre 2013 Foto di Enzo Gino

Settembre 2013degli Inti Illimani che proprio in que-sti mesi per la commemorazione del quarantennale (11 settembre 1973) del colpo di stato, stanno svolgendo una tournee nelle principali

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    i Il mensile dal Nost Munfrà

    Settembre 2013

    Foto di Enzo Gino

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    Il Cile degli Inti Illimani nel Monferrato

    I meno giovani ricorderanno che negli anni ‘70 furoreggiava un com-plesso musicale sud-americano di-ventato famoso oltre che per la bra-vura dei suoi membri, sia cantanti che musicisti, oltre che per le bellis-sime musiche Andine, anche perché diventati uno dei simboli della resi-stenza alla Giunta militare che con un colpo di Stato in Cile aveva rove-sciato il legittimo governo democra-ticamente eletto. Stiamo parlando degli Inti Illimani che proprio in que-sti mesi per la commemorazione del quarantennale (11 settembre 1973) del colpo di stato, stanno svolgendo una tournee nelle principali città d’Europa e d’’Italia. Così dopo i con-certi in varie località, in una pausa

    delle manifestazioni si sono presi qualche giorno di riposo presso gli amici di... Can-

    tavenna. Per l’occasione ovviamente non sono man-

    cate cene accompagnate dalle belle canzoni famose del

    loro repertorio. Grazie a Mono Carrasco il loro referente italiano

    che da anni è venuto ad abitare nelle nostre colline e che ha sapu-

    to far apprezzare anche ai famosi amici sudamericani le nostre terre e la nostra enogastronomia, G&d dopo aver donato una sciarpa della Juven-

    tus come richiesto da uno dei mem-bri del complesso (ricordiamo che Vidal il fuoriclasse Juventino è cile-no) ne ha approfittato per incontrarli e… fotografarli in esclusiva per i no-stri lettori. Il complesso il cui nome completo è Inti Illimani Historico è nato nel 1967 ed oggi è composto da tre artisti storici e quattro nuove leve. Cominciamo le presentazioni: Horacio Salinas 62 anni, suona Chitarra e Tiple (chitarra un po’ più piccola di quelle che tutti conoscia-mo) ed è il direttore storico del gruppo Horaciò Duran è considerato il più grande suonatore di Charango del mondo. Il Charango è una specie di piccola chitarra con ha la cassa ar-monica realizzata con la corazza dell’Armadillo. E’ il “grande vecchio” del gruppo: 68 anni, Josè Seves è la voce storica, com-positore suona diversi strumenti: Chitarra i flauti andini, il Tiple e il Cajon peruviano (uno strumento a percussione a forma di cassetta di circa 1/2 metro di altezza base qua-drata di 30 cm di lato); 65 anni Poi i giovani: Camillo Salinas figlio di Horacio suona pianoforte e tastiere, 32 anni Fernando Julio: 38 anni suona il contrabbasso e il Chitarrone messi-

    Nelle immagini:

    sopra. Da destra:

    Josè Seves, Horacio

    Duran e, seduto,

    Danilo Donoso.

    A fianco: il Sikus

    tipico strumen-

    to delle Ande.

    Sotto: la lo-

    candina del

    Tour 2013;

    e nella

    foto, se-

    duto a

    sini-

    stra, Camillo

    Salinas

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    cano. Danilo Donoso suona batteria, per-cussioni, sikus (vedi foto) e prima voce in alcuni brani. Ed infine il più giovane del gruppo Hermes Villalobos trentunenne suonatore di flauto traverso. Al momento del colpo di stato in Cile gli Inti Illimani erano in Italia di ri-torno dal Viet-Nam. Proprio a Milano il 9 settembre al Parco Sempione fecero un concerto che fu l’ultimo prima del golpe. Dopo di allora non poterono più fare ritorno in Cile. In Italia alcuni parlamentari dell’allora PC e DC si attivarono per dar loro asilo politico. In occasione della ri-correnza Mono è andato alla ricerca di immagini o fotografie di quel 9 settembre 1973, ma non è riuscito a trovarne nessuna, questo per spie-gare come allora gli Inti Illimani fos-sero degli sconosciuti. I membri sto-rici del complesso si conobbero alla università tecnica del Cile, all’epoca erano tutti studenti, e beneficiavano delle borse di studio che il governo metteva a disposizione per la ricerca musicale sulle radici storiche del Ci-le. Oggi gli Inti Illimani hanno inciso 42 fra LP e CD uno di questi titolato Viva Chile, all’epoca pubblicato su vinile vendette oltre 5 milioni di co-pie. Un LP che i collezionisti e gli amanti di questa musica sono dispo-sti a pagare oltre i 50 €. Un altro brano divenuto famoso fu la colonna sonora di un film della BBC inglese del 1982: il volo del Condor che rice-vette anche numerosi riconoscimenti ed è forse il più famoso brano realiz-zato con i flauti andini. L’ultimo “parto” musicale del complesso è un CD realizzato nel 2012 con una can-tante peruviana Eva Ayllon, una leg-genda vivente specializzata nella musica afro-peruviana, con ben 6 nomination al Latin Grammy Award for Best Folk Album, una manifesta-zione che si pone l’obiettivo di cele-brare le eccellenza e dare ampio riconoscimento alla diversità cultura-le ed al contributo degli artisti latini negli Stati Uniti e nel mondo. E’ un disco che contiene musiche e ritmi ballabili di radici africane. Che dire? W la musica etnica, sia essa andina o monferrina è sempre l’anima del suo territorio.

    ...e il Monferrato in Cina Sul numero di febbraio 2013 di G&d avevamo scritto della visita nel nostro Monferrato di una dele-gazione di Cinesi ai quali la nostra associazione aveva presentato al-cune attività artigianali in ambito enologico e gastronomico. Pare che quella visita stia dando i suoi frutti, infatti sono arrivati i primi ordini di acquisto per il mer-cato cinese. A beneficiarne è stata una delle perle nel settore alimen-tare del nostro Monferrato, la pa-sticceria Quilico di Murisengo che a settembre ha inviato le prime delizie monferrine nella più popolo-sa nazione al mondo. Si tratta dei dolci a noi noti da sempre: Paste di meliga, Baci di Dama, Torte di noc-ciole, Krumiri, Biscotti di Riso. La prossima spedizione riguarderà anche i Tartufi: i noti dolci prepara-ti in diversi gusti. Tutti prodotti che gli ospiti cinesi avevano apprezzato nella visita che G&d aveva suggeri-to al laboratorio di Murisengo, dove Cesare, il titolare-pasticcere aveva spiegato come venivano preparati, (rigorosamente in maniera artigiana-le) i dolci della ca-sa. A quanto pare quindi non solo ai classici tar-tufi di terra ma anche a quelli di cioc-colato verrà

    affidato il compito di diventare messaggeri della nostre colline. Ovviamente la cosa non può che farci piacere e speriamo che il com-mercio cresca allargandosi anche a tante altre produzioni locali. Coglia-mo quindi l’occasione per scrivere di questa azienda che gode già di una grande notorietà anche fuori dalle nostre terre; una fama otte-nuta proprio come piace a noi, svi-luppando cioè le qualità delle pro-duzioni tipiche della nostra tradizio-ne. Da Quilico si possono trovare dalle torte di nocciole alla torta ne-ra: il dolce che un tempo i nostri vecchi facevano ai primi tepori pri-maverili con la frutta, prevalente-mente mele, avanzate dall’inverno; poi i citati Tartufi preparati in diver-se versioni da quelli classici a quelli alla nocciola. Non possiamo non citare i brut e bun (brutti e buoni) e gli amaretti creati appositamente per… il fritto misto alla Piemontese che, come vuole la tradizione, ri-chiedono come contorno della car-

    ne, anche gli ama-retti fritti. Questi sono i “nostri” dolci, prepa-rati a mano uno per uno con materie prime come farine, noc-ciole, frutta p r o v e n i e n t i dalle nostre colline.

    A fianco Quilico ai magazzini Lafayette della capitale di Francia. Sopra due confezioni di dolci Tartufi bianchi e neri.

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    Questa volta abbiamo scambiato due parole con uno fra i più giovani sindaci del nostro Monferrato, si tratta di Ivan Cassone classe 1984, eletto per la prima volta come pri-mo cittadino di Castelletto Merli nel 2009 ma già assessore nella prece-dente legislatura. Le domande sono ormai quelle di rito, problemi e “delizie” del Comune di Castelletto, idee per il nostro Monferrato ed esperienze, emozioni, difficoltà e gratificazioni provate nell’affrontare l’attività di primo cittadino del co-mune. Il sindaco bandisce da subito i for-malismi raccontandoci dell’abitudi-ne di parlarsi con il tu. La cosa ov-viamente non può che far piacere a chi come noi da sempre sostiene l’importanza di sentirsi parte di una unica grande comunità. Così è partito il racconto. Castellet-to Merli è un paese di 500 abitanti sparsi in ben 11 frazioni una realtà che presenta aspetti positivi e ne-gativi. Ogni casa infatti ha un pro-prio spazio attorno che la circonda, dall’altra però, in mancanza di un vero e proprio nucleo comunale centrale, diventa più difficile incon-trarsi. La più grande delle frazioni è Guazzolo dove sono presenti piaz-za, chiesa, cimitero. Vi è poi l’altra parrocchia quella chiamata per co-modità di Castelletto Merli il nucleo dove sorgono Municipio e posta, vi sono le altre frazioni che nell’insie-me compongono uno fra i più bei paesi del Monferrato.

    Intervista al sindaco di Castelletto Merli

    Per quanto riguarda la gestione delle competenze comunali, ci dice, sono qualitativamente analoghe a quelle di un grande comune, ciono-nostante il giovane sindaco è sod-disfatto di quanto si sta facendo. Cita ad esempio la manutenzione ordinaria delle strade: lo sfalcio delle rive viene affidato ad una ditta esterna, mentre lo sgombero neve viene invece svolto da un compaesano, che quindi, in qua-lunque momento, può intervenire ed infatti non si sono verificati par-ticolari problemi, neanche nell’in-verno 2011 con le sue nevicate eccezionali. Il Comune dispone oggi di un impiegato e mezzo (part-time) oltre al cantoniere. Il part-time a 18 ore è importante per garantire l’efficienza del servizio in occasione delle assenze dei colle-ghi vuoi per ferie o malattie o al-tro, in modo da non dover chiudere il comune in queste situazio-ni.Quindi da una parte la raziona-lizzazione delle spese e dall’altra la garanzia del servizio efficiente ai compaesani. Per 10 anni Castellet-to Merli ha fatto parte della Comu-nità Collinare della Valcerrina, sono stati 10 anni ottimi. Poi è stata cambiata la legge che imponeva i vincoli del confine provinciale per le comunità collinari, ed ha anche introdotto un vero e proprio ridi-mensionamento dell’ente, in que-sto contesto ha assunto un peso diverso la vicinanza alla provincia di Asti in particolare a Moncalvo.

    Il sindaco sottolinea come gli anni passati nell’ambito della Co-munità della Valcerri-na, già con la prece-dente amministrazio-ne, sono stati anni buoni nei quali si era riusciti ad ottenere importanti finanzia-menti. Grazie ad essi è stata ristrutturata una parte della piazza di Guaz-zolo, e stato messo in

    Il sindaco Ivan Cassone

    Continua il racconto dei cittadini-sindaci che si dedicano alla res publica con spirito di sacrificio...

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    sicurezza il cimitero di Cosso, si è riuscito ad avere la disponibilità per 5 o 6 anni di un geometra a costo zero. Chiediamo al sindaco, ma perché dei turisti della gente “di fuori” do-vrebbero venire a Castelletto Merli? Cosa c’è di bello, cosa si può fare? Ci dice che Castelletto è simile a molti altri paesi del Monferrato, forse più di altri per la sua confor-mazione e ubicazione può offrire una assoluta tranquillità per chi desidera una vacanza di assoluto relax. Questo è possibile grazie an-che ai diversi agriturismi e aziende agricole che da anni lavorano nell’accoglienza con ottimi risultati. Inoltre Castelletto non è lontano dai centri maggiori, primo fra tutti Moncalvo, ma anche Casale, Asti e Torino. Quali proposte avrebbe il giovane sindaco per favorire lo sviluppo del “Nostro” Monferrato?. E’ una domanda a cui non è facile rispondere, ma certamente, ci dice, le nostre colline non hanno niente di meno di altre del nostro Piemon-te, il riferimento è alle Langhe o al Roero, dove si è saputo attrarre persone, attività e turismo più che da noi. Per quanto riguarda la pro-pria esperienza Ivan Cassone evi-denzia l’importanza per lui di que-sto incarico di amministratore. È stato eletto sindaco a 24 anni, pri-ma era assessore; la definisce una bella sfida con sé stesso, una espe-rienza che gli ha consentito di sco-prire tante cose e di restare con i “piedi per terra” dovendo affrontare e risolvere i problemi quotidiani della collettività. E’ una attività che impegna a 360° e, come molti col-leghi di altri piccoli comuni, non potendo fare il sindaco a tempo pieno, deve anche continuare a fare il proprio lavoro. Un lavoro da dipendente che lo impegna 8 ore in una ditta metalmeccanica. Dispone quindi di poche ore di permesso e praticamente tutto il tempo libero viene impiegato per svolgere il pro-prio mandato amministrativo presso il comune di Castelletto Merli. No-nostante l’impegno, che richiede tutte le forze fisiche e mentali sen-za lasciare spazio ad altre attività

    ricreative, Ivan si sente soddisfat-to. Non è sposato ma fortunata-mente la fidanzata ed i genitori sono molto pazienti e certamente è grazie anche al loro sostegno ed alla loro comprensione che ha po-tuto dedicare tutto questo tempo al Comune, altrimenti sarebbe stato impossibile. Sul suo futuro ammini-strativo non si esprime, per ora ritiene importante aver utilizzato bene il tempo passato ad ammini-strare, e si sente tranquillo per aver fatto tutto il possibile per mi-gliorare la realtà del suo paese, per cercare di risolvere i problemi che si sono incontrati. Sono stati fatti diversi lavori ed altri verranno fatti in questo scorcio finale del manda-to, basta pensare che ci sono ben tre cimiteri con relativa manuten-zione ordinaria e straordinaria. Fra i primi lavori fatti vi è stata la rimo-zione e sostituzione del tetto in amianto della palestra Comunale oggi destinata a centro per mani-festazioni e incontri pubblici. Sul tetto è stato anche realizzato un impianto fotovoltaico da 18 kW che farà incassare dal 2010 per venti anni al Comune 5000 € all’anno. Sono state inoltre rifatti gli asfalti su diverse strade nelle frazioni. A costo zero è stata fatta la sostitu-zione dei punti luce con l’inseri-mento dei Led ed in altre parti è stata invece rifatta l’illuminazione a spese del comune. E’ inoltre stata ristrutturata la biblioteca e ricatalo-gati i libri, sulla piazza del comune è stato reso disponibile e libero l’accesso WiFi a internet. Inoltre è stato anche rifatto il tetto del Mu-nicipio con annessa coibentazione termica. Ma ci sono anche in previ-sione altre attività come la sistema-zione della frana in località Soglia-no il rifacimento del manto e del tappeto sintetico del centro sporti-vo comunale, oltre alla completa-mento del rifacimento di altri punti luce del paese. Il più grande osta-colo con cui il sindaco ha dovuto fare i conti è stata la burocrazia, che è analoga per un grosso comu-ne come per uno piccolo. E’ anche la cosa più difficile da far compren-dere ai compaesani; la burocrazia ha le sue tempistiche e non lascia

    fare diversamente. Il sindaco con tutta la sua buona volontà è co-stretto a sottostare, suo malgrado, a queste regole. Ci sono stati anche tagli ai finanziamenti , ma comples-sivamente non si lamenta. In pas-sato grazie alla Legge regionale 18 che era un po’ una linfa per i pic-coli comuni, si finanziavano le pic-cole opere pubbliche: strade, illu-minazione, immobili comunali; ma-gari ad anni alterni arrivava qual-che contributo e comunque ogni anno un’opera importante è sem-pre stata fatta con il corollario di qualche opera minore finanziata con fondi comunali come ad esem-pio l’area adibita a parco gioco per i bambini. Finalmente dopo anni è stata anche approvata la variante del Piano regolatore che ha assorbito tante energie sin dalla precedente legi-slatura. Senza aver introdotto gran-di stravolgimenti, il nuovo piano può agevolare oltre al servizio tec-nico comunale nelle sue funzioni pubbliche, anche i privati cittadini che in precedenza dovevano fare i conti con molti più vincoli rispetto a quello approvato. Altra attività particolarmente curata già dal pas-sato, quando era assessore, è stata la raccolta differenziata dei rifiuti, il cosiddetto porta a porta, svolto nell’ambito del consorzio Cosmo. Si ritiene soddisfatto delle percentuali di differenziata raggiunta a Castel-letto anche se si può fare di più. Evidenzia il neo dei costi elevati e che continuano da aumentare; questo è il vero problema che si trova ad affrontare ogni ammini-stratore. Diventa anche difficile sensibilizzare i cittadini a svolgere al meglio l’opera di differenziazione quando i costi aumentano conti-nuamente. Una responsabilità che non va attribuita tanto alla Cosmo o al Consorzio , dice il sindaco, in quanto svolgono un buon servizio, ma alla tassa di 0,30 € al metro che è stata camuffata all’interno del discorso dei rifiuti. Una situa-zione non voluta ma che purtroppo le amministrazioni si troviamo a gestire. Per quanto riguarda i tra-sporti è stata persa la vecchia linea ferroviaria Mortara Asti che passa-

    Continua alla pagina successiva

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    Ferrari in Monferrato Il 15 settembre chi passava davanti alla piazza Pinin Brusasca di Gabiano, quella di fronte alla chiesa parrocchiale, avreb-be visto uno spetta-colo inconsueto: decine di Ferrari po-steggiate (vedi foto di copertina). Le bel-lissime automobili, appartenevano ai membri della scude-ria Ferrari Club di Mirabello che quest’anno hanno giustamente pensato di organizzare una mani-festazione nelle nostre colline. Dopo la partenza dal comune sede del Club riconosciuto dalla Casa di Maranello, tour attraverso le nostre colline con sosta al Castello di Ga-biano e successivamente pranzo alla Locanda del Commercio. Nonostante la giornata pioviggino-sa, più autunnale che settembrina, l’esposizione della più nota casa automobilistica al mondo ha attira-to numerosi curiosi e visitatori che hanno approfittato dell’occasione più unica che rara per ammirare la sfilata. Un ringraziamento al club

    organizzatore per avere contribuito a valorizzate le nostre terre anche con questa iniziativa nella speranza che il prossimo anno l’iniziativa si possa ripetere magari organizzan-dola in concomitanza con altre ma-nifestazioni, è noto infatti che con-centrando più iniziative si moltipli-cano le presenze e i conseguenti risultati in termini di comunicazio-ne. Dopo l’esposizione di questa estate alla Piagera di Gabiano dei trattori d’epoca delle auto d’epoca, dopo i vari raduni di moto ed ora delle Ferrari, verrebbe da pensare che Gabiano stia diventando meta pre-ferita degli appassionati di motori...

    va da Moncalvo, è stata soppressa e rimpiazzata dai pullman sostituti-vi. Si pera vengano mantenuti per-ché è l’unico modo che ha a dispo-sizione per spostarsi chi non dispo-ne di un’auto. Purtroppo viene uti-lizzata quasi esclusivamente nel periodo scolastico dagli studenti, per il resto l’utenza è poca e que-sto è il vero problema per il mante-nimento del servizio. Da Castelletto passano due strade provinciali che hanno anche i loro problemi. La provincia infatti causa ristrettezze economiche ha difficoltà anche a svolgere la manutenzione ordinaria delle strade di competenza, e che oggi è per noi oggetto di preoccu-pazione. Se si chiuderanno come si dice le province i loro servizi a chi li daranno? Inoltre grazie alle associazioni di volontariato che operano nel paese, dalla Pro Loco a - Io Vivo Castellet-to - (sua l’immagine di Castelletto sotto la neve a pagina 4), vengono realizzate la festa del paese la pri-ma domenica di giugno; il festival teatrale verso fine luglio, vi sono poi ancora altre iniziative come le camminate e la cicloturistica me-morial Dezzani

    A proposito di feste Monferrine: Odalengo Piccolo

    Nell’ultima pagina di questa edizio-ne settembrina di G&d troverete la locandina ed il programma della Festa del tartufo e delle mele

    antiche organizzata a Odalen-

    go Piccolo il 12 e 13 ottobre. Come già abbiamo segnalato in altre analoghe manifestazioni vo-gliamo spendere qualche riga per evidenziare la particolarità di que-ste feste dove non ci si limita ai pur meritori aspetti enogastronomi-ci e ballerini, ma si approfitta dell’occasione per far conoscere anche altri aspetti della storia, della cultura e delle tradizioni della no-stra terra. Aspetti che gratificano non solo il palato ma anche la me-moria, le emozioni, il sentire ed il

    sapere comune oltre che l’appar-tenenza ad una comunità. Giusta-mente, quindi, per la festa sono state previste presentazioni sulle mele antiche che da anni sono diventate una peculiarità di questo paese; sui capolavori patch-work realizzati con tessuti, ago e tanta pazienza dalle donne del Monferrato, oltre ad una mostra sulle Case del Monferrato, con le più belle foto di vecchie case ristrutturale: una utilissima sugge-stione per chi vuole ristrutturare la vecchia casa senza cadere in certe brutture che purtroppo spesso capita di vedere fra le nostre colli-ne. Ma l’spetto più intrigante, for-se, è il corso di cucina organiz-

    zato da Fabio Chiesa insegnate dell’istituto alberghiero Artusi di Casale, dedicato ai tartufi e alle mele. Un modo per rispolverare e rilanciare l’arte in cucina a base di due tipici prodotti delle nostre colli-ne. E’ l’occasione per imparare co-se nuove ereditate dalla tradizione magari innestate sui gusti d’oggi. Insegnamenti che ci consentiranno in qualche cena con gli amici, di sfoggiare qualche originale “antica novità”: anche così si comunica il Monferrato. Ed il 13 ottobre G&d ci sarà e

    ne approfitterà per girare uno

    dei suoi filmini da lanciare su

    Youtube: che tutto il mondo lo

    possa vedere...

    Intervista al sindaco da pag. 5

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    Il “banale” bollito misto... Pochi sanno che ogni stato e talvol-ta anche aree geografiche più ri-strette, hanno un loro modo di ta-gliare le carni. Se prendiamo quelle dei bovini ad esempio, si scopre che in Italia abbiamo più o meno una trentina di tagli diversi; diversi talvolta anche da regione a regio-ne; 8 negli Stati Uniti, 13 in Inghil-terra, 29 in Francia, 27 in Argenti-na. Le tribù Mekan nell’Africa dell’est addirittura 51, mentre i co-reani arrivano fino a 120 diversi tipi di tagli. Ogni cultura ha le sue tra-dizioni. Nel Monferrato è noto che la carne la fa da padrona con due piatti tipici, il fritto misto Piemonte-se e il bollito misto. Vediamo que-sto seconda ricetta apparentemen-te banale, si tratterebbe semplice-mente di far bollire della carne, ma che in verità, secondo certe tradi-zioni può essere alquanto elabora-ta. Il bollito misto infatti può es-ser anche un piatto monumentale, sontuoso, ricco pur in una assoluta semplicità di ingredienti e compo-nenti. Secondo alcuni testi deve avere 14 tagli: sette nobili: punta, fiocco, costata grassa e magra, coscia, spalla, muscolo e tenerone; sette minori: testina, zampino, co-da, lingua, gallina, cotechino, sala-me cotto, e ancora sette verdure di accompagnamento e, per chi ama la cabala, sette salse indispensabili per insaporire. Da parte nostra ri-portiamo una ricetta che è quella che utilizziamo nelle grandi occa-sioni che è un po’ più facile di quel-la su esposta e un po’ più comples-sa di quella che talvolta prepariamo in famiglia, con uno massimo di due tagli in cui è sempre presente

    la coda (presa dalla sezione più grossa) che a nostro modesto avviso è la parte ideale per il bollito (e non solo). Ingredienti per 8 persone: 1 kg. di manzo: punta di petto, biancostato, reale e muscolo, una gallina o un cappone, 1 kg. di punta di vitello, 750 gr. di testina di vitello, una lingua, 1 cotechino, due grosse cipol-le, 4 carote, 4 coste di sedano, 2 spicchi d'aglio, qualche foglia di alloro, sale e, a chi piace, qualche chiodo di garofano e pepe. Preparazione: Utilizziamo 5 pen-tole. In una molto grande si porta ad ebollizione l'acqua, circa 4 litri per chilo e mezzo di carne, con le verdure gli aromi e il sale grosso (20 gr. per 4 litri d' acqua) e il pe-pe. Si fa sobbollire a fuoco dolce per mezz'ora per preparare il brodo di cottura, quindi si immergono i tagli del manzo e del vitello ad esclusione della testina e della lin-gua che andranno cotte a parte separatamente. Di solito dopo un'ora e mezza il vitello è cotto e dopo 3 ore e mezza il manzo, ma è meglio fare una verifica con un forchettone. La gallina viene bollita se possibile intera in una seconda pentola; può richiedere anche due ore (dipende dalle dimensioni e dall’età del volatile). In altre 2 pentole separate fate cuocere nel brodo di verdura la lingua (un'ora e mezza) e la testina (2 ore e mezza). Infine nella quinta pentola, in ac-qua fredda immergete il cotechino sul quale con uno stuzzicadenti sono stati praticati dei buchi onde

    evitare che i budello che lo contiene si strappi durante la cottura, di solito viene cotto per un'ora e mezza. C’è ch i pe r “sgrassarlo”

    cambia l’acqua di cottura ma noi preferiamo lasciarlo sempre nel suo brodo. Tutti i tagli devono essere serviti caldi fumanti, lingua compresa che, per apprezzarne il gusto, deve es-ser tagliata spessa (anche un centi-metro). A cottura ultimata servite su un grande vassoio affettandolo di fronte ai commensali accompa-gnandolo con le salsine. Un suggerimento: se nel brodo di cottura del vitello e del manzo non vengono fate aggiunte d’acqua per compensare quella evaporata, (da qui l’utilità di coprire con un coper-chio le pentole), si otterrà un otti-mo consommè, un brodo che oltre ad esser gustato da solo o per gli agnolotti in brodo, può diventare preziose per preparare un eccezio-nale risotto al barbera, cospargen-do il riso in cottura (noi utilizziamo il Carnaroli) con quel brodo. Se poi avete abbondato con le ver-dure magari aggiungendo a quelle già previste anche due patate, avrete a disposizione un ottimo contorno di verdure da condire con un filo d’olio extravergine, o aceto balsamico o qualcuna delle salsine del bollito. Il bollito quindi è il più versatile dei piatti, dalla semplicità della cottura di uno o due tagli sino alla sontuo-sità dei 14 diversi tipi di carne e tagli, inoltre con poche integrazioni permetta la preparazione di un pa-sto intero: un risotto come primo, bollito con verdure e salsine per secondo e c’è chi dopo chiude con un consommè magari allungato con un bicchiere di Barbera e una grattata di parmigiano. E… scusate se è poco.

    Alcuni tagli di carne per il bollito

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    Usanze che tornano: Businà

    Businà o Bosinata è una forma di manifestazione che tutti gli studi e le ricerche sinora compiuti portano a definire come originaria dell’area lombarda e prevalentemente mila-nese diffusasi poi anche nelle no-stre terre. In ambito piemontese chi per primo segnala l’usanza, è uno storico di età risorgimentale, Carlo A-Valle (1815-1873), che nel quarto volume della sua Storia di Alessandria, nella scheda corografi-ca sul paese di Castelletto Scazzoso (oggi Monferrato), scrive: - Vi è una Società di operai, in cui sono compresi anche i contadini, e ogni anno, l’ultimo giorno di carnevale, si recita sulla pubblica piazza, a foggia dei vecchi tempi della Gre-cia, un dialogo chiamato businà, che è una satira delle cose del pae-se. Accennammo a quest’uso, per-ché ci sembra abbastanza singolare (A-Valle 1853-55: IV, 76-77). Le bosinate erano cantate satiriche che venivano recitate nei mercati, da cantastorie ambulanti, poi ven-nero stampate su foglietti e vendu-te ad offerta. Negli scambi di mer-ce con il milanese, Castelletto è sempre stato un paese di viticoltori, ed i loro vini erano notissimi per il colore denso e la alta gradazione che permetteva di mischiarli ad altri più leggeri, questo ha sicuramente favorito l’innesto di queste satire dialettali. In una ricerca per una tesi di lau-rea sul 600, si hanno notizie di questa usanza che a Castelletto, fa un salto di qualità, non è più una satira da mercato, ma viene ritua-lizzata e così, nel periodo di carne-vale, dove è lecito insavire, viene recitata anzi cantata in dialetto “la businà” da tre personaggi: il Veg, al Fiò e la Fija (il vecchio, il giovane e la ragazza) che, come vuole il teatro classico, sono tutti uomini e con l’autore che salta da un perso-naggio all’altro suggerendo le bat-tute. Per quanto sopra, si può dire: Businà, una composizione satirica dialettale recitata pubblicamente

    sulle piazza dei paesi dell’alessan-drino e del Monferrato in occasione del carnevale, avente i caratteri rituali di una confessione collettiva periodica dei peccati, inscenata in forma drammatica con la partecipa-zione di tutta la comunità che vi si riconosce e vi accorre festosamente come ad una sorta di festoso “tribunale del popolo”. Si satireggiano gli avvenimenti dell’anno ma per lo più, i personag-gi locali che si mettono in mostra; con la satira si dice quello che pen-sano tutti... ma che non dicono. Negli anni passati a Castelletto, per sentire “cantare la businà”, veniva-no da moltissimi paesi distanti an-che 20 o 30 chilometri. Si connota-vano per una impronta anticlerica-le, popolare intesa come a favore dei lavoratori e contadini, erano antimilitariste e antifasciste. Negli anni ‘50 le recite furono interrotte per la pesante censura e poi per l’intervento della polizia chiamata dalle autorità comunali di allora che non gradivano. Le recite furono riprese negli anni ottanta per espresso desiderio dell’allora Presidente della SOMS (Società Operaia di Mutuo Soccor-so) Sig. Mario Rota. Sono continuate sino al 1998 ad opera del businatore Picchio Giu-seppe, sono continuate sino al 2012 ad opera di Piero Raiteri. I contenuti sono satira locale e na-zionale ma con meno veemenza. Una volta la Businà era anche voce politica, ora sarebbe sbagliato pen-sare di fare politica con la Businà anche se, ogni anno, giungono al compositore svariate richieste. Dopo aver sentito la Businà, alcuni dicono all’autore: “sei stato troppo buono”. Questo è il vero errore, la satira non può essere vendetta persona-le, si deve parlare in generale e… chi vuole... la capisce ! Piero L. Raiteri (I.S.R.A.L. Istituto per la Storia della Resistenza di Alessandria)

    Il recupero di un po’ di satira e ironia paesana che, oltre al buon umore, può aiutare le comunità a vedere con occhi disincantati le realtà in cui viviamo

    “Businatore” al carnevale di Alessandria

    di Piero Raiteri

    [email protected]

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    G&d - Gabiano e dintorni Autorizzazione n° 5304 del 3-9-99 del Tribunale di Torino; Direttore Responsabile Enzo GINO Sede: via S. Carpoforo 97 - Fraz. Cantavenna 15020 Gabiano - Stampato presso A4 di Chivasso (TO) - Asso-ciazione Piemonte Futuro: P. Iva 02321660066; Distribu-zione gratuita; Per informa-zioni e pubblicità; cell. 335-7782879; e-mail: [email protected]

    Businà 2010

    VEG:

    Dai duimilla e des a son ancura chi

    Sla va parecc as lasomma pì

    L’ani pasà, lu sei, aiò sciuperà

    Cun la tradision as po’ nent schersà

    Aiera n’aria an tist paisot

    Clera mei ….andà e fa fagot

    Aiò sentì in catalucc a dì

    Che u nost dialet a l’esist pì

    Acsì aiò pensà

    Damnì ancura chi a cantà

    FIO:

    Me cara gent dai duimilla e des

    Andomma da mal an pes

    Roma ladrona... ieru a drè bragalà

    Ma quand che a Rumma i son rivà

    I fan la vitta dai Miclas

    Mangià,.... beivi e andà a spas

    VEG:

    A la fin dai meis tè nent bon a rivà

    Tranquil metti a balà e cantà

    Tpori nent pagà al buletti

    Alegher, chinta dal barseletti

    FIA:

    Cui chi van a cmandà

    As fan al sò leg per nent pagà

    Ai cuion caijan vutà...

    I dan in can d’amnà

    Sunei na vota ca l’èd Carvà

    Ijausè dla sucietà FIA:

    Aijè ‘npost sutta u rivon

    Ca iè semp stacc quaicos ad bon

    An tu nost pais dop disna’

    Ticc cui t’ancontri i van an tla Società

    VEG:

    Da dui bot a ot’uri i stan satà

    Cun dal carti an man da ramnà

    Icc giuvnot dna certa età

    Dop in po’, lu sei, i scapa da pisà

    FIO:

    Lasà zi ‘lcarti… i poru uacià

    Purtai apres... i san nent cme fa

    Si pudijsu fala… andà anan

    Acsì dampè... cme chi fan i can

    FIA:

    Ma u Gigin, cla dla cunision

    A la stidià la solusion

    Paichei alla fasu sensa bugià

    Ai porta… in papagal… a cui satà

    VEG:

    A là di platò pin d’icc strument

    E i so client i son ticc cuntent

    U Gigin per nent perdi i client ampurtan

    A là decis ad stidià… da badant

    U Gigin l’è propi da ringrasià

    Sunei ca l’è ‘dcarvà

    Sotto riportiamo due Businà di Piero Raiteri

    Businà 1930

    ……

    Capo XI

    FIA:

    Ticc cui chi nas antei Munfrà

    As poru ciamas gent furtinà

    Truvà na zona cme la nostra

    Cla smija propi facia a posta

    Pori girà tan ca vori

    Ma iè nin pericul ca la trovi

    Tit cul cav pori ammaginà

    Se lu sijchei, si cert dtruvà

    Iè na funtanna acsichì tur

    Cav fa uarì sensa dutur

    A le cul acqua ca lè Baudon

    Cla fa pasà l’infiamasion

    Anveci candei cà du spisià

    Crumpa dal puver da purgà

    Sa buì cul’acqua dbonna stagion

    Av fa listes uperasion

    Culla l’è n’acqua purgativa

    Che intistin si cert chi sghira

    E quant clei bvija lè necesari

    CUMAT FIO:

    Ca curi dlonc an mes cul cani

    A cavasii acsimpo ai gambi

    Saurì nent fala antal midandi

    E tit l’efet ca la po favi

    Le cul calà dan piv al braij

    E po lè n’acqua sulfaraia

    Cav fa amni gomit amma nasala

    I la trovu bonna tit la gent

    Peichei chi la beivu, la custa nent

    Chi pagheisu i bicer ammà in soldin

    Stei pir tranquil chi va pinin

    Na cura bela, sa vori fala

    Av must mi ei mes dpudì rangiala

    Andei a mangià quei mes capon

    Antl’usterija dgarunon

    O in pulastrin ben facc andà

    Ansemi du fetti dbuì rulà

    E bivì in bicer dbaibera finna

    Po stei sighir pì mei che primma

    E cul’acqua verda cme al sigulli

    Lasela ampo beivi dal ciulli

    Fei cullà ca vo mustrà

    Sunei na vota ca l’è carvà

    Businà 1930

    Capo XI

    Ragazza:

    Tutti coloro che nascono nel Monferrato

    Si posso chiamare gente fortunata

    Trovare una zona come la nostra

    Che sembra proprio fatta apposta

    Puoi girare tanto quanto vuoi

    Ma non c’è pericolo che la troviate

    Tutto quello che potete immaginare

    Se lo cercate, siete certi di trovarlo

    C’è una fontana qui, nei dintorni

    Che vi fa guarire senza dottori

    E’ quell’acqua che c’è a Bandone

    Che fa passare l’infiammazione

    Invece d’andare dallo speziale

    Comprare della polvere da purgare

    Se bevete quell’acqua di buona stagione

    Vi fa la stessa operazione

    Quella è un’acqua purgativa

    Che l’intestino siate certi vi pulisce

    E quando l’avete bevuta è necessario

    Risponde il ragazzo:

    Che corriate subito in mezzo a quelle canne

    Allargate un po’ le gambe

    Se non volete farla nelle mutande

    E tutto l’effetto che può farvi

    È quello di riempirvi i pantaloni

    E poi è un’acqua sulfurea

    Che vi fa vomitare solo ad annusarla

    La trovano buona tutti quanti

    Perché chi la beve, non paga niente

    Se solo pagassero i bicchieri un soldo

    State pur tranquilli che non ci va nessuno

    Una bella cura, se la volte fare

    Vi insegno il mezzo di poterla arrangiare

    Andate a mangiare qualche mezzo cappone

    Nell’osteria di Garunon

    O un polletto cucinato bene

    Assieme a due fette di bollito rollato

    E bevete un bicchiere di barbera fina

    Poi state sicuramente meglio di prima

    E quell’acqua verde come le cipolle

    Lasciatela un po’ che la bevano i coglioni

    Fate quella cura che vi ho insegnato

    Suonate una volta che è Carnevale

    Sorgente di acqua “Pirenta”

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    Biodiversità Monferrina ovvero gli altri Monferrini... non umani

    Continua la conoscenza dei no-stri amici Monferrini che molti magari hanno conosciuto ma non… riconosciuto.

    Chissà se qualcuno dei nostri letto-ri si chiede: ma che c’entrano le conchiglie con il Monferrato? C’en-trano eccome, visto che le colline su cui camminiamo, lavoriamo e che coltiviamo, un tempo erano un fondo marino e quello che vedete nella pagina accanto in basso è proprio il fossile di uno degli ani-mali che lo popolavano qualche milione di anni fa una Anadara odiluvii. Questo bivalve è stato segnalato allo stato fossile in molte località del Bacino Terziario (che risale a 65 milioni di anni fa) Pie-montese (astigiano, biellese, Roe-ro). Nel Monferrato è stato rinve-nuto negli affioramenti miocenici di Ottiglio e Rosignano (La Colma) appartenenti al Gruppo della Pietra da Cantoni. La conchiglia, di taglia media e forma trapezoidale, è ri-gonfia, con valve uguali e asimme-triche. La superficie è molto con-vessa nella parte mediana ed è ornata da 32-35 coste radiali, se-parate da intervalli più o meno della stessa larghezza. Questa spe-cie, segnalata a partire dall'Oligo-cene (periodo compreso circa fra i 34 ed i 23 milioni di anni fa) vive ancora nel Mediterraneo, nell'O-ceano Atlantico e nel Mar Nero. Gli appartenenti al genere Anada-ra, a differenza degli altri Arcidi, non possiedono bisso (i filamenti che li ancorano alle rocce) e vivono infossati nei fondali fangosi e detri-tici dei litorali nutrendosi delle par-ticelle in sospensione. Nella Fotografia in alto invece po-tete riconoscere la Poiana comu-ne in dialetto Crivela puiana nome scientifico Buteo buteo. Presente nei nostri boschi e foreste e nelle zone agricole e di origine antropi-ca. La poiana è un rapace diurno di dimensioni notevoli (53 cm). E' un robusto uccello da preda che pre-

    camptis pyramidalis presente nel Basso Monferrato negli Arbu-steti e Praterie secche su suoli cal-carei. L'areale di questa orchidea è centrato sulle coste del Mar Medi-terraneo da dove si irradia in molti paesi europei raggiungendo a Nord le zone meridionali dell'Inghilterra e della Scandinavia e ad Est il Cau-caso e l'Iran. In Italia è presente in tutte le regioni ad esclusione della Pianura Padana e dei litorali. Vive sui terreni calcarei nelle esposizioni calde nei prati secchi e nei boschi di roverella. Fiorisce da Aprile a Maggio. La pianta raggiunge un'al-tezza compresa tra 20 e 60 cm, le foglie basali sono lineari lanceolate e carenate mentre quelle sul fusto sono di dimensioni via via più pic-cole verso l'alto sino ad essere ri-dotte a piccole brattee sotto l'infio-rescenza. I fiori sono raccolti in una vistosa e densa infiorescenza piramidata (l'epiteto specifico "pyramidalis" è riferito alla forma dell'infiorescenza) all'apice del fu-sto. Il labello è trilobo con lobo mediano uguale o più stretto dei laterali e si prolunga in uno sprone molto sottile, più lungo dell'ovario, incurvato verso il basso. Il colore dei fiori è generalmente rosa più o meno chiaro. L'impolli-nazione avviene ad opera di diver-se specie di Lepidotteri. Le farfalle introducono la loro spirotromba (apparato boccale) nello sprone lungo e sottile contenente il netta-re e nel compiere questa operazio-ne rimuovono i pollini (strutture portanti le masse di polline) che depositeranno sul fiore successiva-mente visitato. Scriviamo ora di una grande e bella farfalla notturna: la Sfinge del convolvolo nome scientifico Agrius convolvuli è un lepidottero notturno appartenente alla famiglia Sphingidae. Deve il suo nome al fatto che i bruchi si sviluppano sul-le piante di Convolvolo. Compare tra maggio e luglio. Gli adulti sfar-fallano in autunno e poi sembra

    senta un piumaggio di colore bruno-scuro sul dorso, mentre il petto e le parti inferiori sono biancastre barrate di marrone. Il volo è mae-stoso, ma pesante con ampie spira-li ascendenti. Si nutre prevalente-mente di topi, ratti, arvicole ma può predare occasionalmente an-che di piccoli uccelli, qualche rettile e grossi insetti. Nidifica nei boschi e nei boschetti, su alberi anche molto alti. La poiana mostra una prefe-renza spiccata per le zone aperte, dove il bosco cede spazio alle colti-vazioni, le quali sono normalmente più frequentate dagli animali di cui essa si nutre. In primavera la poia-na costruisce il suo nido adoperan-do dei rametti e lo imbottisce l'in-terno con foglie, muschio e peli, continuando ad aggiustarne i bordi con fuscelli e altro materiale per tutta la durata della cova. E' ampia-mente dimostrato che questo uc-cello è importante per il controllo del numero di roditori dannosi ed è quindi del tutto ingiustificata la fa-ma di predatore nocivo che gli si attribuiva fino a pochi anni fa: si è infatti constatato che dove questo rapace è stato eliminato con ogni mezzo dal territorio, la selvaggina non è affatto aumentata, ma si sono invece moltiplicati a dismisura i roditori (per es. i ratti) che hanno fatto stragi di covate di fagiani e starne, e danni alle coltivazioni. Verso aprile, ultimata la costruzione del loro nido, i due genitori covano da 2 a 4 uova bianco-azzurrine al-ternandosi nella cova per 28 -31 giorni; normalmente è la sola fem-mina che si occupa dell'allevamen-to dei piccoli, distribuendo a loro la preda portata dal maschio. In Mon-ferrato è presente tutto l'anno. Agli individui stanziali si aggiungono durante l'inverno individui svernanti provenienti da zone più fredde. E’ una specie protetta. Orchidee Monferrine? pochi sanno che nel nostro Monferrato sono presenti anche delle Orchidee rare e protette. E’ il caso della Ana-

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    che migrino verso sud. Specie migratrice che raggiunge rego-larmente il Nord Europa. Ha la caratteristica di nutrirsi libran-dosi in volo e senza posarsi sul fiore. Per le sue dimensioni si individua facilmente all'imbru-nire. L’adulto è di cospicue dimensioni, ha un'apertura alare di 8 - 12 cm e una spiro-tromba lunghissima, fino a 10 cm. Le ali e il torace hanno una colorazione bruno-grigiastra, con deco-razioni a fasce; l'ad-dome mostra una pigmentazione con bande nere e macchie rosa. A riposo può essere scambiata per un pezzo di legno in quanto le ali nascon-dono l'addome colo-rato. Le pupe posso-no raggiungere i 6 cm di lunghezza ed han-no l'astuccio della spirotromba a forma di manico d'ombrello. Equiseto o Coda Ca-vallina. Pochi sanno che questa è la “nonna” delle specie viventi, infatti i suoi avi erano presenti sulla terra... 359 mi-lioni di anni fa (dalla fine del cosiddetto Devoniano). E’ inoltre l’unico vi-vente che costituisce unica rappresentanza della sua classe: Equi-setopsida. E’ presente in numerose specie praticamente in tutto il pianeta (esclusa Australia e Antartide), è una pianta perenne che da noi è presente specialmente nei sottoboschi umidi, lungo le rive dei rii e corsi d’acqua ed appassisce d’inverno. Conosciuta sin dall’antichità per le sue proprietà curative: svolge infatti attività diuretica e remineralizzante. Come diuretico nelle infiammazioni ed infezioni delle vie urinarie, nella urolitiasi ed in condizioni

    di ritenzione idrica. Come remineraliz-zante nell’osteopo-rosi e nelle condi-zioni di fragilità de-gli annessi cutanei. Nessuna controindi-cazione nota.

    Anadara odiluvii

    Poiana comune

    Anacamptis pyramidalis

    Sfinge del convolvolo: farfalla e pupa

    Coda Cavallina

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    Comune di Odalengo Piccolo 0141/919126 – 0141/919900

    [email protected] www.comune.odalengopiccolo.al.it

    13 ottobre 2013 Fiera Regionale del tartufo bianco e delle mele antiche monferrine. La manifestazione organizzata dal Comune di Odalengo Piccolo e dalla Pro Loco, si svolgerà domenica 13 otto-bre 2013, con inizio alle ore 9.00 e proseguirà per l’in-tera giornata con varie attrattive, mostre culturali e divertimenti per grandi e piccini. Ore 9.00 apertura del mercato enogastronomico e artigianale allestito nella zona Fiera

    Mostre - tartufi bianchi: saranno in mostra i migliori esempla-

    ri di tartufo bianco rigorosamente di provenienza locale, con premiazione finale prevista per le ore 11.30

    - mele antiche: l’ormai storica mostra unica nel suo genere, sarà presente anche quest’anno, arricchita con “nuovi” esemplari di mele antiche dai colori e dal sapore della tradizione dei nostri contadini;

    - case del Monferrato: novità dell’edizione 2013, sarà una mostra dedicata all’edilizia monferrina, attraverso un percorso fotografico e non solo, che valorizza e riscopre il fascino di antiche ca-scine ristrutturate con sapiente abilità, coniugan-do la bellezza del rustico con le comodità delle nuove tecnologie;

    - patchwork : il gruppo “Aghi in collina” di Moncal-vo presenterà una serie di lavori realizzati inte-ramente a mano con la tecnica del patchwork, capolavori di sartoria che raramente si ha la possibilità di osservare dal vero.

    - Scuola di cucina: sotto la guida del docente di cucina Fabio Chiesa ( titolare del ristorante Tuais e insegnante all’I-stituto alberghiero Artusi di Casale M.to) sarà possibile partecipare a dei corsi di cucina che avranno come prota-gonisti il tartufo bianco e le mele antiche. La partecipazione è soggetta a una prenotazione e il costo è di € 7 a persona.

    - Osservatorio astronomico: per tutto il giorno sarà visitabile l’Osservatorio astronomico e osservare il sole attraver-so particolari filtri posti al tele-scopio; l’osservatorio sarà rag-giungibile con una navetta gra-tuita che permetterà inoltre di fare il tour del paese.

    - Bambini: saranno a disposizione tutto il giorno pony e asinelli e un’ area attrezzata con i gonfia-bili (attività gratuite)

    Inoltre sabato 12 Musica dal vivo con “I Quattro tempi” e “B-side”, cena con grigliata mista, ai Ristoranti Tuais (0141-919196) e Serra (0141-919155) cena a base di mele. Osservatorio astronomi-co aperto per tutta la serata. La Pro Loco di Odalengo P. (area Fiera) e i ristoranti del paese “Serra” e “Tuais” vi aspettano a pranzo per degu-stare le loro specialità !