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SETTORE TECNICO FIGC
Il “FENOMENO” F.C. BARCELLONA “Uno stile di vita”
Tesi Corso di Allenatore di base Uefa B
Relatore: Candidato: Prof. Adriano Cadregari Silvio Crisari
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Indice Premessa: Perché il Barcellona e non un club italiano? pag. 2 La Ciutat Esportiva pag. 4 F.C: Barcellona, uno stile di vita pag. 10 Filoconduttore pag. 14 Selezione dei giovani pag. 19 Modulo di gioco pag. 22 Analizziamo una situazione d’ attacco pag. 27 Principi e metodi di allenamento pag. 38 Mezzi di allenamento pag. 43 Sedute di allenamento tipo pag. 45
• ALLENAMENTO PRE-BENJAMIN • ALLENAMENTO INFANTIL B • ALLENAMENTO JUVENIL B
Conclusioni pag 59
Bibliografia pag. 60
2
Premessa: perché il Barcellona e non un club italiano?
Erano mesi che attendevo un occasione così importante, avere
l’opportunità di scrivere un qualcosa che potesse evidenziare “vizi”,
“virtù” ed “abitudini” della nostra radicata cultura calcistica. Si, ne sono
consapevole, questa tesina per molti versi apparirà “scomoda” e sarà
contestata da moltissimi addetti ai lavori, ma io sono questo, mai
ceduto a compromessi, convinto che il lavoro paga e che se la crisi
c’è dipende dal fatto che qualcuno non stia remando dalla stessa
parte.
In un mio viaggio studio qualche mese fa ho avuto la possibilità di
assistere ad una settimana intera di allenamenti del F.C. Barcellona,
un vero e proprio magico “pass” che mi ha consentito di partecipare
molto attivamente alle sedute di allenamento delle varie categorie del
“futbol formativo” e che devo confessare mi ha aperto ancora di più la
mente su quello che sono i principi e gli sviluppi di una società
modello di questi nostri anni.
I risultati parlano chiaro, nessuna società d’Europa può vantare una
città sportiva cosi’ sontuosa, 137 mila metri quadrati è l’ immensità
della “Ciutat Esportiva Joan Gamper”, un centro che fa venire la pelle
d’oca solo ad immaginarlo.
In un paese così “calciofobo” quale l’Italia ancora non riesco a darmi
spiegazione di come mai nessuno abbia pensato di dedicare a questo
3
sport nazionale l’attenzione che merita strutturando delle società dalla
A alla Z con i crismi dovuti e sviluppando un percorso formativo che
abbia come sviluppo finale una società modello, che esuli dagli
standard attuali, valorizzando il vivaio interno e creando un serbatoio
immenso per la Nazionale Italiana stessa.
Questo mio breve viaggio mi ha letteralmente esaltato, non avevo
idea alcuna di quello che avrei trovato e devo dire che sono stato
letteralmente stregato dalla mentalità vincente, dallo spirito
organizzativo, dal lavoro di gruppo di tutto lo staff, dalla voglia di
divertirsi, di quello che per loro rappresenta la parola “calcio”.
4
LA CIUTAT ESPORTIVA Il settore giovabile del Barcellona è anche denominato “Cantera” (che
significa “cava” in spagnolo) è un progetto voluto dal presidente
Nunez fin dal 1979. Il presidente era letteramente stregato dalla
mentalità vincente del suo pupillo Johann Cruijff e vista la stima
infinita che portava per questo fuoriclasse si affidò al suo estro non
solo come giocatore ma anche come allenatore. Insieme crearono
questo progetto, portato avanti poi negli anni con molta convinzione e
determinazione. Tutti i ragazzi della Cantera si allenano nella “Ciutat
Esportiva Joan Gamper”, dal nome del primo presidente del Barça, un
complesso sportivo che sorge a Sant Joan Despi un quartiere
periferico di Barcellona. La Ciutat Esportiva è un colosso magnifico,
ben 137 mila metri quadrati, è composta da 4 campi in erba sintetica,
5 in erba naturale, un padiglione polisportivo utilizzato delle squadre di
basket, pallamano, calcetto e pallavolo; tantissime aree comuni
multifunzionali, un area commerciale ed un collegio (la masia) di
4.500 metri quadrati. Il Barcellona è una Polisportiva che comprende
al suo interno altri sport come il basket, la pallamano, il futsal, oltre
chiaramente che al calcio; la sezione calcio comprende il settore
giovanile chiamato “Futbol formativo” formato da 13 squadre giovanili,
2 squadre professionali juvenil A composte di ragazzi dai 17 ai 18
anni, dal Barcellona B (che attualmente partecipa alla seconda
5
divisione spagnola con età dei ragazzi cha va da 18 a 26 anni), 4
squadre femminili e chiaramente dal Barcellona Prima Squadra.
foto dall’ alto della “Ciutat Esportiva”
La ciliegina sulla torta di questa meravigliosa struttura è proprio “la
masia”, una residenza del ‘700 che dal 1979 si è trasformata da sede
del club a collegio delle giovanili del Barcellona, in essa vivono circa
60 ragazzi dai 12 ai 18 anni che giocano nella polisportiva
Barcellona. Nel suo interno vi lavora dei pedagogisti, dei responsabili
educativi, professori, educatori sociali che rimangono tutte le notti e
seguono i ragazzi anche nel tempo. Il modello educativo non è uguale
per tutti ma viene adattato alle necessità del ragazzo per questo
inizialmente lo staff della Masia cerca di capire il percorso formativo
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più utile e solo a quel punto viene imposto. Infatti il Club obbliga tutti i
ragazzi a studiare obbligatoriamente fino a 18 anni. Il rapporto tra staff
della Masia e gli allenatori è costante e questi sono sempre informati
sul rendimento scolastico e sui comportamenti che i ragazzi hanno
all’interno della struttura e saranno, anche in base, scelti i titolari per
le partite settimanali.
Indipendentemente dai risultati calcistici, il club vuole formare dei
giovani che abbiano uno stile di vita sano e che li renda felici, inoltre,
lo svolgimento di un buon percorso scolastico è ritenuto di
fondamentale importanza per una completa formazione del ragazzo. Il
club impone anche delle severe regole di comportamento come il fatto
che prima della maggiore età siano assolutamente vietati alcool, fumo
e tatuaggi pena l’esclusione dalla cantera stessa.
L’80% dei ragazzi che compongono il futbol formativo provengono
dalla Catalogna. Per i ragazzi che abitano entro i 150 km di distanza
da Barcellona ci sono 15 taxi che tutti i giorni li prelevano e li
accompagnano a casa; quelli che vivono oltre tale distanza vanno ad
abitare alla Masia, la residenza del club. I costi per la gestione del
futbol base si aggirano sui 20/25 milioni di euro, rispetto ad un
fatturato globale del club attorno ai 450 milioni di euro, incidendo per il
4,5/5%. La Masia è innanzitutto una grande famiglia, un luogo dove i
nuovi talenti crescono insieme in un clima positivo dove è facile creare
forti e durature amicizie, dove vengono educati al rispetto delle regole,
7
all’impegno nello studio, all’ importanza del gruppo e dello stare
insieme.
“La Masia”
La Masia è una residenza settecentesca che dal 1979, si è
trasformata in un collegio delle giovanili del Barcellona, all’ interno
vivono 60 ragazzi dai 12 ai 18 anni che giocano nella polisportiva
Barcellona. Nella Masia lavorano pedagogisti, responsabili educativi,
professori ed educatori sociali che rimangono tutte le notti
con i ragazzi. Il modello educativo è adattato alle necessità del
ragazzo; tramite un incontro iniziale con la psicologa si cerca di capire
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quale sia il percorso scolastico più adatto. Il rapporto con gli allenatori
è costante, essi sono continuamente informati sul rendimento
scolastico e sui comportamenti che i ragazzi hanno all’interno della
struttura. La Masia è una grande famiglia, dove i ragazzi crescono tutti
assieme in un clima positivo, dove si creano forti relazioni amicali,
dove vengono educati al rispetto, alle regole, all’impegno nello studio,
all’importanza del gruppo e dello stare insieme. Dove viene trasmesso
il valore della famiglia, l’importanza delle proprie origini, delle proprie
radici che non devono essere mai dimenticate. Nell’educazione che si
porta avanti alla Masia, il ruolo della famiglia è fondamentale, il
contatto è continuo e giornaliero; giocatori come Messi, Iniesta e
tantissimi altri cresciuti alla Masia, hanno alle spalle famiglie
costantemente presenti. Indipendentemente dai risultati calcistici, il
club vuole formare dei giovani che abbiano uno stile di vita sano ed
aiutarli ad essere felici con loro stessi.
I ragazzi al mattino vengono accompagnati in autobus presso le
migliori scuole locali, tornano a casa alle 14 ed il pomeriggio dalle 15
alle 18 studiano. Alle 19 fino alle 20.30 svolgono l’ allenamento, poi
alle 21.30 cenano ed alle 23.30 circa vanno a dormire. È
fondamentale portare a termine il percorso scolastico con buoni voti
per una completa formazione del ragazzo stesso.
Per quanto riguarda gli allenamenti le squadre ne effettuano da 3 a 5
alla settimana di circa 2 ore ciascuno (solitamente tra le 19 e le 21)
9
indipendentemente dalla categoria a cui appartengono a cui si
aggiunge la partita. Interessante notare che, sull’esempio delle
giovanili dell’Ajax, i giocatori più talentuosi sono sempre fatti giocare
in categorie superiori rispetto alla loro età in modo tale che si abituino
a giocare contro avversari più forti fisicamente.
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F.C. BARCELLONA, UNO STILE DI VITA
Questo, secondo me, è il capitolo più bello, quello che ogni presidente
italiano dovrebbe leggere e rileggere ogni sera riponendo poi la tesi
sul comodino vicino la bibbia.
Qual è la ricetta segreta? Tutti riescono ad identificare il gioco del
Barcellona, anche un bambino di 6 anni capisce il modulo di gioco e
gli elementi essenziali che lo caratterizzano, ma poi nessuno riesce a
prendere le contromisure. Ho fatto la stessa domanda a decine e
decine tra giocatori ed allenatori che hanno avuto la sfortuna di
giocarci contro: come pensi di batterlo? Le risposte sono state
infinitamente varie, dalle più semplici alle più complesse: squadra
corta e chiusa con ripartenze veloci, pressing asfissiante a tutto
campo, marcatura individuale su Messi e pressing a centrocampo con
elastico difensivo, impedire la creazione di spazi tra le linee, impedire
il reiterarsi dello schema, imporre all’ avversario un appoggio con
delle vere e proprie marcature a uomo su tutto campo e cosi via, ne
potrei citare a decine.
I risultati però parlano chiaro, quasi sempre le contromisure falliscono
ed il gioco spumeggiante ed efficace del Barcellona prevale sui rivali
di turno.
Qual è allora il segreto di questo club? La risposta è semplice e
filosofica: “Mes que un club”.
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Il loro gioco non è solo apparenza estetica, ma racchiude l’essenza di
una filosofia dell’essere, non solo filosofia di gioco, ma anche filosofia
del vivere. La società che dirige il club non si limita a gestire, ma
promuove con tante iniziative nel tessuto sociale lo sport e la cultura.
La filosofia del club è la filosofia degli sportivi e dei tifosi catalani. E’
una filosofia di vita, di cultura ed educazione sportiva, che si respira
tra gli spalti così come in campo. Non c’è supponenza, arroganza e
presunzione nella voglia che giocatori e tifosi hanno di esprimere un
bel calcio e di essere vincenti. Ma è la semplicità, il rispetto, il piacere
e il divertimento di giocare la loro forza. La capacità di ogni singolo di
suonare la magia di un pezzo come in un’orchestra, dove tutti danno
attenzione all’altro, in simbiosi armonica con gli spettatori che sono
dentro e fuori lo spettacolo.
Le radici della filosofia del Barça risalgono agli anni ’70. Riuscire a
fondere l’anima e la tecnica catalana con il pensiero olandese del
calcio totale che dagli anni ’70 in poi ha permeato la storia blaugrana.
Un imprinting fortissimo che determina una memoria genetica e un
senso di appartenenza unici, che si tramanda di generazione in
generazione. L’orgoglio di giocare per il proprio popolo porta il Barça a
pressare e difendere con grinta e determinazione. La consapevolezza
delle proprie radici, della propria storia e cultura crea un senso così
forte di appartenenza, che permette ai giocatori di riconoscersi e di
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essere riconosciuti attraverso la filosofia di gioco della società e della
loro gente.
Johan Cruyff - la leggenda che ha rivoluzionato il calcio
Senza Cruyff nulla sarebbe successo. Talento da giocatore e
rivoluzionario da allenatore. Sulla panchina del Barca era generoso,
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furbo, coraggioso, carismatico. Il gusto per lo spettacolo che diventa
arte.
Quattro semplici regole: possesso palla, due tocchi massimo, velocità,
pressione sull’ avversario. Un modo semplice e genuino di giocare.
Ma la regola principale su cui si basavano le sue teorie era la
seguente: divertimento. Perché giocare significa divertirsi. La
mentalità tramandata negli anni ha questo filoconduttore, basta
osservare Messi in campo per rendersi conto di quanto si diverta ogni
gara.
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FILOCONDUTTORE Ogni volta che mi sono approcciato ad una società sportiva sono
sempre rimasto incuriosito dal perché in quasi nessuna società si
segua un filoconduttore logico di lavoro dal settore giovanile fino alla
prima squadra.
Ogni squadra ha giustamente il proprio staff ma ogni squadra lavora a
“compartimento stagno” preoccupandosi di curare il proprio orticello il
più delle volte lamentandosi con i presidenti perché l’ allenatore della
categoria superiore ha preso in prestito un giocatore dalla categoria
inferiore per una gara importante e non vedendo i problemi più
importanti.
Vivendo a Roma ho potuto constatare con grande rammarico che
neppure l’ A.S. Roma o la S.S. Lazio mantengono una linea guida,
lasciando i settori giovanili scollati tra di loro e nel caso della Lazio
addirittura sviluppando le varie categorie in centri sportivi differenti, in
alcuni casi distanti anche 20 km.
Come lavora il Barcellona in questo senso?
Gli allenatori del futbol formativo del Barça hanno da sempre l’obbligo
di conseguire successi senza dimenticare il compito di formare. I
risultati sportivi arrivano sempre attraverso un percorso, non sono mai
frutto del caso, ma sono una logica conseguenza di un processo. E’
nella dinamica evolutiva del processo che si creano le condizioni
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contestuali e relazionali, attraverso le quali si concretizza il difficile
compito di formare. Nella cura e nell’attenzione al processo si
esplicano i passaggi fondamentali della crescita. La fase
dell’osservazione è forse la più importante e delicata, imparare a
conoscere il ragazzo, apprendere e cercare di capire aspetti che lo
riguardano è di fondamentale importanza.
Tempo e spazio sono concetti fondamentali nel calcio come nella vita.
Non bisogna mai dimenticare che insegnare è anche apprendere, se
non si apprende non si insegna. Vivendo in un club come il Barcellona
si ha la necessità di introdurre uno spirito competitivo sin dal settore
giovanile che guidi le squadre alle vittorie. I ragazzi devono abituarsi a
vincere ed a trovare le motivazioni e le risorse interne per vincere
ancora, nella ricerca costante di miglioramenti personali e di squadra.
Il risultato in questo senso diventa importante in quanto dà senso e
significato al percorso, ricompensa lo sforzo e gratifica sia il ragazzo
che l’allenatore. Ma vincere non è incompatibile con una buona
formazione, se il vincere passa attraverso un processo di educazione.
Imparare a fare bene durante gli allenamenti, attraverso impegno e
sacrificio, cooperazione ed altruismo, coraggio e determinazione.
L’individualismo e la differenzazione personale devono essere una
risorsa e non una minaccia per il gruppo. In questo senso uno dei
pilastri della filosofia del Barcellona è che il talento è vero talento solo
quando si mette a disposizione della squadra. Messi, che è il
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giocatore più rappresentativo, è l’esempio concreto di quanto il
Barçellona lavori in questa direzione. Come disse Picasso “
L’ispirazione esiste, però la trovo lavorando”. Il lavoro, la disciplina e
la costanza sono indispensabili valori per arrivare in alto.
Lo stile modello di gioco che il barca propone (attivo, propositivo e
coraggioso ), permette di lavorare sul ragazzo in modo positivo, sulla
convinzione, sulla partecipazione attiva, sulla fiducia, sull’autostima e
sulla capacità di assumersi una responsabilità di scelta nelle giocate .
L’allenatore vivendo quotidianamente con i ragazzi in una relazione
continua, operativa e intenzionale, formula e mette in atto percorsi
educativi per sviluppare le potenzialità di crescita personale. Questo
lavoro si sviluppa in stretta collaborazione con gli educatori della
Masia, in una costante rete di relazioni, che coinvolge anche le
famiglie, ritenute fondamentali. L’allenatore diventa un punto di
riferimento imprescindibile per i ragazzi e l’efficacia del suo percorso
dipende molto dalla capacità di saper entrare in relazione con loro,
attraverso l’ascolto, l’osservazione, la comprensione empatica, la
vicinanza, la disponibilità e l’affetto, elementi fondamentali per
valorizzare la persona. L’obiettivo di questo percorso risiede
nell’acquisizione di una buona autonomia personale, nella capacità
del ragazzo di appropriarsi delle sue difficoltà e possibilità con
consapevolezza, per riconoscerle e affrontarle, raggiungendo serenità
e benessere. Gli obiettivi educativi sul gruppo sono invece finalizzati
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al raggiungimento di capacità cooperative, all’interno di regole
condivise. Entrambi gli aspetti sono ritenuti essenziali nella filosofia
blaugrana sia nella capacità di ben comportarsi all’interno di un
gruppo che nel modo di giocare collettivo e cooperativo.
La fiducia, la sicurezza, la sincerità e la coerenza sono qualità
essenziali di un buon allenatore. E’ importante che l’allenatore sia
credibile, consapevole, motivato e coerente. Il gruppo deve percepire
l’energia dell’allenatore, il carisma e l’autorevolezza.
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I ragazzi della cantera entrano orgogliosi di essere scelti, di
appartenere ad un mondo che li accompagna a 360° per tutto il
percorso. L’allenatore può lavorare sulle motivazioni partendo da una
buona base; il suo lavoro è orientato nel tenere sempre vivo e
stimolante l’aspetto motivazionale. La motivazione aiuta i ragazzi a
superare le fasi ripetitive e costanti delle esercitazioni tecnico –
tattiche, a sopportare il peso e le fatiche quotidiane dell’allenamento,
a reagire nei momenti naturali di crisi. Il lavoro di tecnica applicata con
la palla, sempre presente, aiuta i ragazzi ad allenarsi sentendo meno
la fatica; l’aspetto ludico è fondamentale per superare gli inevitabili
momenti di alienazione. Svolgere l’allenamento divertendosi permette
alla motivazione di trovare sempre nuove energie.
Il grande segreto alla fine risulta però più semplice del previsto: il
Barcellona nella cantera insegna ai suoi giocatori un modello di gioco
imperniato sul 4-3-3, anche se inizialmente tra i più giovani si
preferisce incominciare dal 3-4-3. Uno dei segreti di queste giovanili
è che i nuovi talenti iniziano a giocare fin da subito con lo stesso
modulo della prima squadra. In questo modo, il ragazzo che arriva a
giocare in Liga o nelle coppe si adatta immediatamente ai meccanismi
di gioco, essendo abituato da anni a questi schemi.
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SELEZIONE DEI GIOVANI
In Italia siamo abituati ad una selezione naturale spesso e volentieri
fisica. Sempre più numerose società pensano che il fisico sia
fondamentale per il calcio moderno scartando ottimi elementi
solamente per una scarsa predisposizione fisica.
Nel Barcellona, nella scelta di un giovane che entra nella cantera gli
aspetti considerati sono tanti e nessuno è assoluto: intelligenza,
rapidità, tecnica e con un carattere determinato. Questi 4 valori, non
sono imprescindibili in termini globali e possono essere compensati
con altre qualità. Sono tanti gli aspetti importanti che i tecnici tengono
in considerazione prima di schedare un giocatore. Non viene fatta
attenzione solo alle qualità fisiche o tecniche, mentre è molto
importante tenere in considerazione il carattere, lo spirito di sacrificio,
la forza mentale, aspetti che fanno parte della personalità in
evoluzione del ragazzo. Dai 13 -15 anni quando inizia a delinearsi lo
sviluppo fisico si comincia a realizzare la prima selezione del talento.
E’ l’età per esempio in cui sono arrivati al club giocatori come Iniesta,
Messi, ecc... Il ragazzo comincia a definirsi ed emergono i tratti
essenziali di chi vuole diventare giocatore. Bisogna aspettare la fine
dell’adolescenza per sapere che tipo di personalità e di attitudini
svilupperà.
Il pensiero comune di molti settori giovanili è che i giocatori alti, con
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prestanza fisica siano più competitivi e abbiano molti vantaggi rispetto
ai piccoli, che invece sono molto rapidi e abili tecnicamente. La forza
fisica garantisce forse risultati immediati , ma non si guarda in
prospettiva alla crescita anche fisica che un ragazzo potrebbe avere.
Nel Barcellona invece il fisico non è di per sé una discriminante, lo
dimostra il fatto che i giocatori del Barca sono in media tra i più piccoli
del mondo.
Per arrivare alla prima squadra ci sono tre ambiti che bisogna tenere
presente:
• Calcistica: tecnica, tattica, fisica
• Psicologica: attitudine, carattere, mentalità
• Sociale: i valori che ha recepito, le persone che gli stanno vicino.
Tutti e tre questi aspetti sono estremamente curati a 360° grazie allo
staff di supporto che coesiste all’ interno del progetto Cantera e fanno
parte di caratteristiche sulle quali quotidianamente le proprie società
lavorano con costanza e dedizione.
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22
MODULO DI GIOCO
Il Barcellona nella cantera insegna come dicevamo precedentemente
il 4-3-3 basato su un possesso palla maniacale quindi non
sorprendono dati che ci dicono che la prima squadra ha avuto in
media nel 2011 un possesso palla superiore al 65% sia in Spagna sia
in Champions League. Questo livello di possesso palla è garantito da
una fittissima trama di passaggi veloci spesso effettuati per vie
orizzontali alternati a cambi passo e verticalizzazioni eseguite
solamente quando si ha un’ottimale linea di passaggio.
Questo modello può essere efficace solo se la tecnica individuale dei
giocatori in campo è altissima ed è per questo che ora come ora
pochissime squadre al mondo possono permettersi di emulare il gioco
del Barcellona. I ragazzini delle giovanili sono allenati per anni al grido
di “pase y control” (passaggio e controllo) proprio per sviluppare
quella tecnica individuale fondamentale per essere buoni interpreti del
4-3-3.
Avere per così tanto tempo il possesso della palla garantisce diversi
vantaggi come:
rendere molto difficile il pressing avversario: nel tempo che il
giocatore impiega ad andare a pressare l’avversario con la palla
questa si è già spostata ad un diverso giocatore. Per riuscire a non
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perdere palla continuamente pressati i giocatori del Barca devono
essere dotati di un’eccellente capacità di palleggio e di controllo di
palla. Ecco perchè a differenza di molte altre società i giocatori
vengono selezionati prima per le loro capacità
tecniche,tattiche,caratteriali e mentali e solo dopo per le loro qualità
fisiche
l’avanzamento tramite il possesso palla mantiene la squadra
sempre corta e compatta e garantisce un minor dispendio di
energie fisiche con tutti i giocatori che in campo partecipano sia alla
fase difensiva sia a quella offensiva.
Riduce le chances e il tempo a disposizione dell’avversario per fare
azioni pericolose.
costringe l’avversario inseguire la sfera e a stancarsi.
Il 4-3-3 permette alla squadra di fare continui triangoli, dalla difesa fino
all’attacco creando un gioco che costringe gli avversari ad uscire dalla
loro zona di competenza in modo tale da ottenere o l’uno contro uno o
l’uno contro tre. Inoltre essendo la squadra sempre molto corta e
compatta in caso di perdita del possesso palla in un attimo attraverso
un buon pressing collettivo il Barca riesce a difendersi quasi sempre
in superiorità numerica o due contro uno o tre contro uno e solo in
rare occasioni uno contro uno.
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Disposizione iniziale del 4-3-3
Il Barcellona è una squadra straordinaria perché ha perfezionato agli
estremi il concetto di gioco tra le linee.
La vera differenza è lì, nel processo di scelta che ciascun giocatore
compie prima di ricevere la palla, che lo porta sempre e
costantemente:
1) ad essere distante dall’avversario e ad avere quel secondo o due
secondi di tempo per potere fare la scelta migliore e prolungare il
possesso palla
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2) ad essere già lanciato rispetto all’avversario e ad avere quindi un
vantaggio nel timing sulla palla e sulla profondità.
È quindi innanzitutto un misto tra lucidità, preparazione mentale e
fisica, freschezza atletica e velocità, che sono componenti legati tra
loro: fanno meno fatica, si muovono meglio, ma corrono tanto
comunque facendosi trovare spesso al posto giusto e al momento
giusto.
Un altro grande merito è quello di non indietreggiare mai quando si
perde la palla. Immediata pressione di tutta la squadra nel cercare di
riprendere velocemente il possesso è un’altra caratteristica
determinante del Barca.
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Il club della Catalogna ha meriti grandissimi e qualità eccelse. E’ una
miscela incredibile di qualità tecniche ma soprattutto atletiche, per
quel che riguarda tempismo e rapidità di esecuzione, capacità di
essere sempre in movimento e non dare riferimenti all’avversario.
Per fare questo ci vogliono piedi buoni e un’età anagrafica
relativamente giovane, bassa incidenza degli infortuni e grande
sicurezza nei propri mezzi: sono tutti aspetti spesso assenti nelle
squadre italiane.
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ANALIZZIAMO UNA SITUAZIONE D’ATTACCO
Figura 1
Questa ( figura 1 ) è già una variazione che ci fa comprendere
esattamente perché il gioco del Barcellona è efficace. Iniesta è in una
zona di campo libera, così come lo è Messi: Pedro è già in movimento
rispetto all’avversario sul corridoio buono, mentre Villa (non
inquadrato), si trova nel suo eremo largo a sinistra. Villa è il giocatore
che si sovrappone meno, più statico. Scelta di Guardiola, ex tecnico
del club blaugrana, perché sapeva che il suo lato forte è il destro,
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dove c’era un Alves straripante e un Pedro efficace, con Messi che
rinforzava questo duetto con continue scalate per permettere i
movimenti che vedremo.
Villa era spesso posizionato dal lato del terzino avversario che spinge
di più, così lo costringeva a star basso. Quando questo non avveniva,
si era soliti vedere un Alves più bloccato indietro.
Figura 2
È raro riuscire a comprendere appieno i movimenti di una squadra da
una singola schermata (figura 2) : col Barcellona è decisamente più
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semplice, perché tutto è molto ripetitivo. Banalizzando (ma non
troppo), hanno un solo schema con infinite variazioni sul tema.
Il cerchio rosso è la zona debole che hanno creato nello schema dell’avversario: a turno, tutti vi si infilano. Centrodestra o
centrosinistra non fa differenza.
In questo caso Pedro si è accentrato, anche perché Messi si è
spostato più a sinistra (solitamente batte più dall’altro lato) e Villa è
rimasto altissimo e piuttosto indietro. Il terzino che seguiva Pedro s’è
accentrato, a centrocampo è saltata ogni copertura ed il Barcellona
diventa pericoloso.
Figura 3
30
Ecco (figura 3) una delle variazioni portata avanti da Guardiola negli
ultimi 12-18 mesi: la difesa a 3 in fase di impostazione, spesso
lasciata anche in fase di copertura. La palla è a Keità che imposta:
sono chiare le posizioni di Villa, la coppia Messi-Pedro, mentre Iniesta
sta svariando come suo solito.
Sembra una linea un po’ forzata, ma vedremo meglio dopo che non lo
è.
Figura 4
Questa foto (figura 4) mostra come si evolve normalmente lo schema
di prima: 3-4-3 con Messi finto-centravanti. In questo caso Pedro si è
accentrato ancora, lasciando quel vuoto già visto per Dani Alves.
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Figura 5
Guardate gli esterni (figura 5), sempre molto larghi, e osservate come
il Barcellona occupi tutto il campo in orizzontale per tenere lente le
maglie avversarie: questo gli permette di creare dei varchi tra le linee,
ed in questi varchi si infilano i genii di Iniesta e Messi, con uno dei
due, gli attaccanti larghi e Alves ad attaccare la profondità.
In questo caso, Iniesta prende palla accentrandosi: Messi comincia
quel movimento che lascerà spazio a Pedro, che poi sceglierà se
accentrarsi (per dare spazio a Alves) o restare largo, in attesa del
ritorno di Messi o di Iniesta.
Villa non si è schiodato da quelle zolle.
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Figura 6
Xavi (figura 6) riceve da Pedro, che si accentra per cercare l’incrocio
con Messi, mentre Alves attacca la profondità: sono in due contro
uno.
Ma il vero jolly è Iniesta, che usa lo spazio creato da Messi al centro e
da Villa rimasto largo: da quella posizione può decidere di servire ben
4 compagni, che hanno il vantaggio di essere tutti in corsa rispetto agli
avversari.
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Figura 7
Ecco (figura 7) cosa si intende per Iniesta e Messi trequartisti. Mentre
Villa e Pedro sono larghi, Alves ha visto lo spazio vuoto in cui poter
creare superiorità numerica con i due compagni: quello spazio tra le
linee che è il pane del Barcellona. Quel che è importante notare è che
i blaugrana non “si appoggiano” a nessun difensore: il loro uno contro
uno deve essere sempre in velocità.
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Figura 8
Messi (figura 8) è venuto a prendere palla qui sulla destra, come fa
spessissimo, con Pedro che si è accentrato: con Iniesta diventano
padroni dello spazio vuoto contrassegnato col cerchio rosso, mentre
Alves ha sempre il vantaggio di potere attaccare la profondità.
Xavi è sempre centrale e sempre nella posizione giusta per essere
d’appoggio ai compagni.
Inutile dire dove si trovi Villa…
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Figura 9
Una delle variazioni quando il Barcellona comincia ad andare in
difficoltà ( figura 9). Restano larghissimi gli attaccanti, larghissimi i
terzini, però Xavi va ad infoltire la linea dei trequartisti. È il 20esimo e
non ha ancora sbloccato il risultato.
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Figura 10
Ormai dovreste avere imparato il movimento di Pedro per lasciare
Alves liberissimo (figura10), con Iniesta e Messi che sono già in
superiorità sulla trequarti: dei quattro difensori avversari, ben due
sono senza uomo e saranno presi di infilata.
Facendo degli screenshot a caso su una qualunque partita del
Barcellona, è verosimile che vi troviate schemi come questi. Il
Barcellona, infatti, li ripete con una costanza esasperante.
Considerazione incredibile, il possesso palla non è la vera forza dei
blaugrana; viene protratto per tre semplici motivi:
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1) l’avversario si frustra. Non corre di più, perché le statistiche del
Barcellona sono chiare: corrono molto più dei loro avversari. È la
frustrazione l’arma vincente
2) subiscono meno: più hai la palla e meno subisci, l’equazione è
persino stupida da ripetere.
3) la più importante: avere la palla tra i piedi permette di sbagliare
movimento più e più volte, finché non sarà fatto come si deve e
innescato dai piedi finissimi e intelligenti di Iniesta, Xavi e Messi, che
sono i tre dai quali parte tutto il gioco blaugrana. L’insistenza degli schemi non è fine a sé stessa, quindi: ha lo scopo di reiterare il tentativo finché non viene bene.
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PRINCIPI E METODI DI ALLENAMENTO
Il modello di allenamento del Barcellona si basa su un approccio
Complesso – Sistemico che prevede lo sviluppo integrale del
calciatore. Corpo e mente sono un tutt’uno, il calciatore è inteso come
un sistema aperto in grado di interazioni e retroazioni con l’ambiente
esterno. Ambiente che determina, tramite stimoli esterni, squilibri che
il calciatore, attraverso l’auto – organizzazione cerca di riportare ad
una forma di equilibrio nuovo. Grazie a questa capacità di
adattamento il calciatore è in grado di apprendere dall’esperienza,
acquisire informazioni dall’ambiente circostante, elaborarle ed infine
comportarsi di conseguenza.
Questa concezione sistemica ed olistica prevede il gioco come realtà
indivisibile: le fasi e sottofasi si possono distinguere, ma mai separare.
Il giocatore è un’unità funzionale: si deve cercare di ottimizzare tutte le
manifestazioni, non uniformare, specializzare alcune proprietà rispetto
ad altre.
La priorità è il gioco e la possibilità dei giocatori di esprimere se stessi:
non si tratta di calciare meglio, correre di più, si tratta di intervenire in
armonia con chi gioca. Nessuno gioca meglio al calcio perché è
migliore fisicamente; è importante analizzare l’aspetto qualitativo degli
interventi associati
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Il contesto determina il valore del giocatore: quello che facciamo è
inseparabile da dove e con chi lo facciamo.
Mettere in discussione ciò che appare logico; le cose possono essere
come pensiamo o tutto il contrario, non bisogna pensare a processi
determinati
Il giocatore come produttore di conoscenza e portatore del modello: è
il giocatore quello che crea significati. Il giocatore non è un bersaglio,
un documento che bisogna riempire, l’allenatore non può trasformare
il gioco in quello che vuole che sia. Occorre scoprire, rispettare,
rendere visibili e potenziare le proprietà che emergono dall’interazione
intelligente dei giocatori della squadra. Per questo l’ allenatore dovrà
strutturare le sedute di allenamento in differenti situazioni tipo:
� forme di movimento che contengano elementi coordinativi basilari a
supporto della tecnica dello sportivo.
� proposte condizionali basate su alcuni sistemi funzionali del
calciatore
� situazioni simulate preferenziali: esercitazioni relazionali con
compagni/avversari/oggetti che prendano in considerazione la sfera
socio – affettiva ed emotiva – volitiva del calciatore
Gli obiettivi dell’allenamento sono acquisire una preparazione fisica e
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un livello tecnico adeguato, sviluppando il proprio talento dentro il
sistema di gioco. Per fare questo si lavora su tutti gli aspetti tecnici: il
tiro, la conduzione, l’ 1 vs.1, il colpo di testa, ma soprattutto il
passaggio e il controllo orientato, il 60% del lavoro tecnico si basa su
questi due fondamentali).
Passaggio e controllo sono gli aspetti tecnici più importanti nello
sviluppo dello stile di gioco del club basato, anche a livello giovanile,
sulla gestione della palla e sui ritmi di gioco. La palla è costantemente
presente durante l’allenamento.
Nel futbol formativo non si lavora sul risultato ma sullo stile di gioco, è
importante vincere giocando molto bene, avendo un comportamento
sportivo con gli avversari e cercando di fare più goal dell’avversario.
Messi ha dichiarato in diverse interviste "Da bambino ti insegnano a
non giocare per vincere, ma per crescere nella capacità come
giocatore.
Al Barça, ci siamo allenati tutti i giorni con la palla, non ho quasi mai
eseguito un allenamento senza una palla ai miei piedi. E 'stata una
forma di addestramento finalizzato molto chiaramente a sviluppare le
tue capacità. "
La figura del preparatore atletico è prevista dalla categoria Juvenil B
in su. La preparazione fisica viene fatta dai 16 anni in poi sempre in
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forma globale, utilizzando movimenti ed esercitazioni funzionali al
gioco.
Per permettere una crescita di tutti i ragazzi gli allenatori di queste
categorie hanno l’obbligo di far giocare almeno il 40% dei minuti di
gioco a disposizione a tutti i componenti la squadra. Tutte le squadre
utilizzano il sistema base della Prima squadra il 4-3-3 e come variante
il 3-4-3 più offensivo.
Gli aspetti tattici su cui si lavora sono a livello offensivo:
smarcamento, scelta della linea e dell’angolo di passaggio (sui piedi,
rasoterra, cambio di gioco); a livello difensivo: marcatura, copertura,
anticipo e pressione. Ogni settimana di allenamento prevede un
obiettivo tecnico, tattico offensivo e difensivo.
La struttura della seduta di allenamento è formata da cinque fasi:
1) Riscaldamento: non è quasi mai fatto a secco e in forma
tradizionale, si lavora quasi sempre con la palla
2) Prima parte: lavoro specifico sulla tecnica mediante combinazione
di gesti tecnici
3) Seconda parte: torello, gioco di posizione, possesso-palla,
esercitazioni con posizioni definite
4) Partite 7 vs. 7 con e senza utilizzo di jolly, mini – partite a tre
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squadre, con riferimento agli obiettivi della seduta
5) Defaticamento: serve per creare un’abitudine nel giocatore del
settore giovanile.
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MEZZI DI ALLENAMENTO
I mezzi maggiormente utilizzati in tutte le categorie sono i possessi
palla, i giochi di posizione, i torelli, le esercitazioni con mantenimento
delle posizioni; esercitazioni funzionali al gioco, dove si trovano
contenuti e obiettivi trasversali che riguardano la tecnica, la tattica
individuale, e l’organizzazione collettiva sia in fase di possesso che di
non possesso. I giochi di posizione sono particolari possessi palla
dove c’è correlazione con il sistema di gioco:
· Rappresentano una evoluzione/specializzazione del possesso palla
generale
· Sono indispensabili per allenare il singolo in un possesso riferito al
ruolo che svolgerà in gara
· Linee di passaggio, smarcamenti, controlli, e tutto ciò che riguarda la
tecnica/tattica individuale trovano in questi lavori grande
specificità
Alcuni esempi utilizzati nella fase formativa:
Ø 2vs2 più 2 jolly – spazio 10x10 – palla rasoterra
Ø 4vs4 più 3 jolly – spazio 25x20 – palla rasoterra
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Ø 5vs 5 più 2 jolly – spazio 35x20 – palla rasoterra
Ø 6vs6 più 2 jolly – spazio 35x30 – palla rasoterra
Ø 7vs7 più 3 jolly – spazio 40x30 – palla rasoterra
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SEDUTE DI ALLENAMENTO TIPO
Queste sono le osservazioni delle metodologie di allenamento per le
varie categorie giovanili osservate:
ALLENAMENTO PRE-BENJAMIN
PALLAMANO 6 v6 UN PALLONE (FIG.1)
COI PIEDI 6 PALLONI PER 12 GIOCATORI, GIOCO PALLA E AGGREDISCO: PRESSO IL GIOCATORE CUI HO DATO PALLA (FIG.2)
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12’ IN UNO SPAZIO DI 5MT X 5MT 2 GRUPPI DA 6 GIOCATORI FANNO UN TORELLO 4vs2 (FIG.3)
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15’ POSSESSO PALLA (SPAZIO 20X25MT) 4 BLU + 4 ROSSI vs 4 GIALLI (FIG.4):ALL’ESTERNO DEL RETTANGOLO 4 BLU + 2 ROSSI, ALL’INTERNO 4 GIALLI E 2 ROSSI JOLLY. I GIALLI PRESSANO, GLI ALTRI OTTENGONO UN PUNTO DOPO UN CERTO NUMERO DI PASSAGGI. IL MISTER CHIAMA IL CAMBIO DOPO UN CERTO TEMPO
3’-4’ PASSAGGI A COPPIE
8’ ESERCITAZIONE PER FINTA, CROSS E TIRO (FIG.5): “A” PORTA PALLA PER 10MT CIRCA FINTA IL CONO, PORTA PALLA PER ALTRI 10MT CIRCA, FINTA IL CONO E CROSSA PER “B” CHE SI E’ INSERITO IN AREA (B1). STESSA COSA PER “D” E “C”.
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8’ ESERCITAZIONE PER FINTA, CROSS E TIRO (FIG. 6): “A” GIOCA PER “B” CHE RICEVE AD APRIRE CON SINISTRO, PORTA PALLA PER 10 MT CIRCA, FINTA IL CONO, PORTA PALLA PER ALTRI 10MT CIRCA, FINTA IL CONO E CROSSA PER “C” CHE SI E’ INSERITO IN AREA (C1). STESSA COSA PER “D”,
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“E”, ED “F”.
15’ ESERCITAZIONE PER FINTA IN SPAZIO DI 15X15 CON DUE PORTE (FIG. 7).
I BAMBINI PARTONO IN OPPOSIZIONE DA FONDO, CAMPO FANNO UN 1vs1 PER ANDARE AL TIRO; CHI HA SUBITO IL GOAL PRENDE PALLA E RIPARTE. SE IL PORTIERE PARA GIOCA PALLA CON CHI DIFENDEVA.
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ALLENAMENTO INFANTIL B
5’ RISCALDAMENTO SENZA PALLA 2X12’ ES. PER TIRO:
“A” PORTA PALLA (2MT CIRCA) GIOCA PER C CHE RESTITUISCE AD “A”, “A” GIOCA PER “B” CHE CONTROLLA
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ORIENTATO CON IL SINISTRO, GIOCA PER “C” CHE SI GIRA COL SINISTRO, PASSA A “D” CHE SI ORIENTA CON SINISTRO E TIRA, STESSA COSA DALL’ALTRA PARTE (FIG. 1)
COME SOPRA SOLAMENTE CHE L’ATTACCANTE “D” INVECE CHE RICEVERE SUI PIEDI, DETTA IL PASSAGGIO IN PROFONDITA’ PER IL TIRO (FIG. 2)
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2X12’ 7 ROSSI vs 4 GIALLI+2 BLU (FIG. 3):
I BLU INIZIANO L’AZIONE E STANNO A SOSTEGNO, NON SI INSERISCONO; I GIALLI DEVONO TENERE IL POSSESSO; I ROSSI RICONQUISTARLA E PORTARE LA PALLA AI BLU CON FRASEGGIO
I BLU LANCIANO I ROSSI CHE CONTROLLANO O RESPINGONO SALENDO CON LA DIFESA ED ANDANDO AD AGGREDIRE
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3X6’ 6 ROSSI vs 6 BLU +6 GIALLI IN UNO SPAZIO DI 30X30MT (FIG. 4): I 6 ROSSI DEVONO PRESSARE PER RICONQUISTARE PALLA CHE I GIALLI E BLU DEVONO TENERE A 2 TOCCHI; OGNI 10 PASSAGGI E’ UN GOAL.
SE I ROSSI CONQUISTANO PALLA, FANNO GOAL SE RIESCONO AD ESEGUIRE 3 PASSAGGI; I GIALLI E I BLU SIA DENTRO CHE IN SPONDA DEVONO AGGREDIRE
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IMMEDIATAMENTE PER IMPEDIRE I 3 PASSAGGI. OGNI 6’ RUOTANO I COLORI DENTRO
20’PARTITA: 6ROSSI vs 6GIALLI+2P+6 BLU: I 6 BLU FUORI ASPETTANO (FIG. 5)
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ALLENAMENTO JUVENIL B
5’ RISCALDAMENTO SENZA PALLA
3’ 4 PALLONI PASSAGGI NELLA META’ CAMPO
2X10’ + 1 X5’
REC. 1’ ADDOMINALI
4 ROSSIvs4 GIALLIvs4 BLU + 2 JOLLY (SPAZIO 10MTX10MT (FIG.1)
ROSSI DEVONO FARE 10 PASSAGGI E POI CAMBIO DI GIOCO PER GIALLI; SE I BLU INTERCETTANO I ROSSI VANNO A PRESSARE IN 2, NEL CASO CONTRARIO I 2 BLU FERMI NELLA ZONA INTERMEDIA VANNO A PRESSARE I GIALLI. SI GIOCA SEMPRE UN 5>2
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2X7’ REC. 1’ (SIA A DX CHE A SX)(FIG.2)
AC, CA, AB, BD1, D1 CROSSA PER B1 E A1 CHE SI SONO INSERITI
C DOPO PASSAGGIO AD A SCATTA DIETRO IL PALETTO, SALTA OSTACOLO E VA A PRENDERE IL CROSS
B DOPO PASSAGGIO GIRA PALETTO, SALTA OSTACOLO E VA A PRENDERE ILCROSS
D FA SKIP TRA PALETTI A TERRA, CONTROMOVIMENTO, GIRA DIETRO IL PALETTO E SCATTA IN FASCIA PER RICEVERE DA B E CROSSARE. D INIZIA I MOVIMENTI QUANDO A PASSA A C
A VA AL POSTO DI C (GIRO IN SENSO ORARIO)
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25’ PARTITA 4 ROSSIvs4 BLU vs4 GIALLI + 1 JOLLY + 2 PORTIERI (FIG.3)
I BLU SONO FUORI PASSIVI. LA SQUADRA IN POSSESSO STA LARGA CON I DUE ESTERNI, IL CAMBIO E’ CHIAMATO DAL MISTER (DOPO 2’-3’), OPPURE QUANDO C’E’ IL GOAL.
SE I DIFENSORI BUTTANO LA PALLA, IL PORTIERE INIZIA IL GIOCO CON LE MANI
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CONCLUSIONI
Sono certo di essermi avventurato in una tesi che farà discutere
molto. Sono fiero ed orgoglioso di essere nato in Italia. Credo però di
avere avuto una grande fortuna nella mia vita, ossia aver viaggiato
moltissimo. In ogni esperienza culturale sono sempre riuscito ad
entrare nella mentalità delle popolazioni che vivevo assorbendo il
buono ed il cattivo di ogni cultura.
Credo fermamente che il modello F.C.Barcellona sia vincente,
perfettamente studiato nei minimi dettagli e difficilmente clonabile per
le motivazioni descritte nella tesi (ma non impossibile).
C’è bisogno di un progetto, di molti anni (in Italia si tende a volere
tutto e subito), investimenti ingenti e degli uomini che abbiano voglia
di soffiare la vela dalla stessa parte per molto tempo. Solo così si
potrà inaugurare la stagione dei doni e realizzare quel sogno
incredibile di vedere bambini crescere allo stesso tempo
sportivamente e culturalmente, evolvendo la società stessa ed allo
stesso tempo formando una società modello che sia orgoglio del
nostro tricolore. Io sono pronto.
Silvio Crisari
Attualmente Tecnico della
Rappresentativa Juniores Laziale C5
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BIBLIOGRAFIA
FC Barcelone “Més que un club” revista temporada Julio 2011
Libros “Barca. El mejor año de nuestra vida” temporada 2010
Revista Barça “Fenómeno Barcelona” - Bertolini Milena - temporada 2011
“La fábrica del juego” - Alberto Di Vita – temporada Novembre 2011