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Sezione III civile; sentenza 26 luglio 1963, n. 2068; Pres. Naso P., Est. Cortesani G., P. M.Caldarera (concl. conf.); Ditta E.m.b.a. (Avv. Tamburrini, Procacci, Prezioso) c. Scotti (Avv.D'Alessandro, Cardarelli)Author(s): M. T.Source: Il Foro Italiano, Vol. 87, No. 1 (1964), pp. 117/118-121/122Published by: Societa Editrice Il Foro Italiano ARLStable URL: http://www.jstor.org/stable/23152763 .
Accessed: 25/06/2014 09:30
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117 GIURISPRUDENZA COSTITUZIONALE E CIVILE 118
CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE.
Sezione iii civile ; sentenza 26 luglio 1963, n. 2068 ; Pres.
Naso P., Est. Cortesani G., P. M. Caldarera (concl.
conf.); Ditta E.m.b.a. (aw. Tamburrini, Procacci,
Prezioso) o. Scotti (Aw. D'Alessandro, Cardarelli).
(Conferma App. Firenze 18 febbraio 1961)
Garanzia ■— Garanzia impropria — Condanna del terzo garante — Esecuzione iorzata — Presupposti — Fattispecic (Cod. proc. civ., art. 474, 480, 491).
La sentenz'i di condanna del terzo, chiamato in garanzia
impiopria dal debitore per la rivalsa del danno, non puõ essere fatta valere in via esecutiva, se il creditore non ha
giä ottenuto il risareimento dal garantito, o non ha al
meno promosso contro di lui Vesecuzione forzata per otte
nerlo (nella specie non b stata riienuta sufficiente I'inti
mazione del precetto). (1)
(1) I. — Secondo l'insegnamento comunemente ripetuto in giurisprudenza la figura della garanzia impropria si ha quando il eonvenuto tende a riversare le conseguenze economiche del
proprio inadempimento su di un terzo a lui legato da obbliga zione dipendente da titolo diverso da quello dedotto con la domanda principale : Cass. 3 novembre 1959, n. 3264 (cit. nel
testo), Foro it., Rep. 1959, voce Garanzia, n. 2 ; 21 giugno 1956, n. 2206 (cit. nel testo), 27 giugno 1956, n. 2337, id., Rep. 1956, voce cit., nn. 8, 9 ; Trib. Salerno 23 gennaio 1955, id., Rep. 1955, voce cit., n. 8 ; App. Bari 3 maggio 1950, id., Rep. 1951, voce
cit., n. 3 ; Cass. 30 dicembre 1949, n. 2678, id., Rep. 1949, voce
cit., n. 11. La distinzione della garanzia propria da quella impropria
non puõ essere desunta dalle disposizioni del codice di rito, poiche esse furono dettate esclusivamente con riferimento alia
garanzia propria ; ma viene invece individuata nella esistenza o meno della connessione obiettiva dei titoli (Cass. 18 maggio 1957, n. 929, id., Rep. 1957, voce cit., n. 10 ; 22 luglio 1950, n. 2050, id., Rep. 1950, voce cit., n. 2). Nella garanzia propria il garante e impegnato all'adempimento della stessa obbligazione del garantito : sicch6 il petitum. del chiamante nei riguardi del terzo si identifica con quello dell'attore principale contro il
garantito, e la inadempienza e unica, donde la connessione obiet tiva e diretta di titoli, quando non si ha addirittura titolo unico
(App. Firenze 14 marzo 1950, id., Rep. 1950, voce cit., n. 5 ; App. Bari 28 marzo 1950, id., Rep. 1951, voce cit., n. 2).
Nella garanzia impropria, invece, i titoli sono distinti, auto
nomi ed indipendenti come i rapporti contrattuali ehe vi hanno dato causa : Cass. 27 settembre 1954, n. 3130, id., Rep. 1954, voce cit., n. 1 ; App. Genova 5 agosto 1953, id., Rep. 1953, voce
cit., n. 10 ; Cass. 12 agosto 1952, n. 2668, id., Rep. 1952, voce
cit., n. 1 ; Cass. 22 luglio 1950, n. 2048 e n. 2051, id., Rep. 1950, voce cit., nn. 2, 3 ; 10 marzo 1949, n. 490 e 14 dicembre 1949, n. 2597, id., Rep. 1949, voce cit., nn. 8, 9.
Colui ehe e stato eonvenuto in giudizio dal suo diretto contraente per inadempienza alia obbligazione assunta, puõ,
qualora ritenga che la suddetta violazione dipenda da analoga inadempienza verso di lui della parte con la quale egli ha in
precedenza, contestualmente, o successivamente contrattato,
rivolgersi contro questa per essere rivalso dalle eventuali conse
guenze dell'azione proposta in suo confronto. II chiamato in
garanzia deve rispondere per la propria inadempienza diret tamente al garantito suo contraente, ma ciõ non esclude che egli (garante) debba tenerlo indenne dagli effetti della condanna
pronunziata a favore dell'attore principale, giacche quanto ä dovuto a questo ultimo per il titolo di cui sopra fa parte inte
gralmente del danno risentito dal eonvenuto principale (garantito) per la violazione agli obblighi contrattuali del chiamato in causa : Cass. 9 novembre 1953, n. 3517, id., Rep. 1953, voce cit., n. 7 ; 16 giugno 1952, n. 1730, id., Rep. 1952, voce cit., n. 9 ; 31 luglio 1951, n. 2278, id., Rep. 1951, voce cit., n. 17.
La domanda di garanzia impropria non importa perciõ connessione obiettiva con la domanda principale (Cass. 29 set
tembre 1954, n. 3162, id., Rep. 1954, voce cit., n. 4) ma tra i
due negozi portati all'esame del giudice esiste una connessione
impropria, per difetto di interdipendenza tra le due cause (Trib. Salerno 23 gennaio 1955, id., Rep. 1955, voce cit., n. 8), una
connessione estrinseca e di mero fatto, non un legame, di carat
tere giuridico (Cass. 12 gennaio 1954, n. 37, id., Rep. 1954, voce cit., n. 8), un collegamento indiretto tra titoli distinti
(Cass. 5 febbraio 1957, n. 442, id., Rep. 1957, voce cit., n. 11).
La Corte, ecc. — I tre mezzi del ricorso possono essere
presi in esame congiuntamente perche investono, sotto
aspetti giuridici diversi, lo stesso thema decidendum. Con essi si denunzia la violazione dell'art. 2909 cod. civ. per avere la corte di merito : a) disconoscinto il valore di titolo
esecutivo alia sentenza di condanna, in base alia quale venne intimato il precetto ; b) effettuato una inammissibile
confusione di concetti di « manlievo » e di « regresso », men
tre il garante e obbligato a tenere indenne il garanti to non
giä del pagamento ehe costui dovrä eseguire, ma della con
A differenza della garanzia propria non vi e alcun collega mento diretto tra la perdita del garantito e l'obbligazione del
garante, traendo titolo le posizioni di diritto sostanziale di cia scuno da un separato e distinto rapporto contrattuale (App. Milano 14 giugno 1955, id., Rep. 1955, voce cit., n. 9).
Conseguenze di tale configurazione della garanzia impropria sono :
a) che, non sussistendo connessione obiettiva, la domanda di garanzia impropria non vale a spostare la competenza (Cass. 14 marzo 1963, n. 620, id., Mass., 176 ; 26 luglio 1957, n. 3165, id., Rep. 1957, voce cit., n. 15) ;
b) che il convenuto chiamante assume nei confronti del terzo chiamato la qualitä di attore (Cass. 24 marzo 1952, n. 804, id., Rep. 1952, voce cit., n. 10) ;
c) che non si crea un unico rapporto processuale con
plurality di parti, ma un cumulo soggettivo di processi (Trib. Salerno 23 gennaio 1955, id., Rep. 1955, voce cit., n. 8) ed anzi l'autonomia e la indipendenza del titolo possono dare luogo a
rapporti processuali distinti (Trib. Perugia 21 novembre 1956, id., Rep. 1957, voce cit., n. 13) ;
d) che il garantito rimane sempre il solo contraddittore
legittimo nel giudizio sull'azione principale e non puõ ottenere la estromissione dal giudizio ex art. 108 cod. proc. civ. (App. Milano 24 giugno 1949, id., Rep. 1949, voce cit., n. 20 ed in dottrina La China, La chiamata in garanzia, 1962, pag. 190 ; contra Cass. 21 aprile 1949, n. 966, Foro it., Rep. 1949, voce
cit., n. 17) ; e) che peraltro, quando il convenuto abbia chiamato
in giudizio il terzo non solo ai fini di una eventuale rivalsa in
caso di soccombenza ma anche per le necessita di trattazione della causa e della sua stessa difesa, essendo unicamente al terzo
imputato l'illecito che genera l'inadempienza di entrambi, vi
e stretta connessione tra le cause (Cass. 28 luglio 1960, n. 2210,
id., Rep. 1960, voce cit., n. 4) ed il terzo ha interesse e legitti mazione ad impugnare la sentenza di condanna del convenuto
(Cass. 8 agosto 1962, n. 2458, pubblicata per altra parte in questa rivista, 1963, I, 306).
Casi di garanzia impropria sono stati ravvisati:
a) quando il depositario, citato dal depositante per
rispondere della cosa data in deposito, chiami in giudizio il
subdepositario addebitandogli quella perdita (Cass. 16 giugno 1952, n. 1739, id., Rep. 1952, voce cit., n. 6) ;
b) quando il vettore citato dal mittente per rispondere dei danni derivanti dalla perdita della cosa trasportata, spieghi azioni di garanzia contro il subvettore (Cass. 23 giugno 1956, n. 2234, id., Rep. 1956, voce cit., n. 10 ; 17 maggio 1949, n. 1224,
id., Rep. 1949, voce cit., n. 18) ; c) quando, ai sensi dell'art. 1917 cod. civ., l'assicurato,
convenuto dal danneggiato per il risarcimento, chiama in causa
l'assicuratore (Cass. 6 novembre 1959, n. 3300, id., Rep. 1959, voce cit., n. 3 ; 29 luglio 1959, n. 2423, id., 1959, I, 1480 ; Trib.
Savona 11 aprile 1951, id., Rep. 1951, voce cit., n. 11 ; Trib.
Milano 15 marzo 1950, id., Rep. 1950, voce cit., n. 13 ; ed in
dottrina Andrioli, Commento, I8, sub art. 32 ; contra Satta, Diritto proc. civ., pag. 24) ;
d) nella chiamata dell'ufficiale pubblico rogante quale
responsabile della nullitä, dell'atto (Costa, Chiamata in garanzia, voce del Novissimo digesto it.) ;
e) quando il convenuto assuma di avere contrattato con
l'attore in veste di mandatario e chiami in giudizio il mandante
per l'eventuale esercizio dell'azione di regresso nell'ipotesi che
il mandato sia ritenuto dal giudice senza rappresentanza (La
China, op. cit., pag. 195) ; /) infine, e sono i casi piü numerosi, nelle c. d. vendite
a catena (Cass. 25 ottobre 1957, n. 4116 e 18 marzo 1957, n. 929,
Foro it., Rep. 1957, voce cit., nn. 9, 10 ; 4 ottobre 1955, n. 2804,
id., Rep. 1955, voce cit., n. 11 ; 9 novembre 1953, n. 3517, e
Trib. Lanciano 22 aprile 1953, id., Rep. 1953, voce cit., nn. 4,
13 ; Cass. 22 luglio 1950, n. 2048 e n. 2051, id., Rep. 1951, voce
cit., nn. 3, 4). Si £ a proposito delle vendite a catena osservato
che le norme concernenti la garanzia per evizione (garanzia pro
pria) non producono l'effetto processuale di fondere, rendendoli
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PARTE PRIMA 120
<flanm& dallo stesso subita ; c) omesso di considerare clie
fl'istitruto della garanzia impropria, pur non essendo suscet
tilfile di regole fisse, adempie, sia sul piano processuale sia
Su quello economico, alla finalitä di apprestare al garantito i fondi di cui egli abbisogna per soddisfare i propri ob
blighi verso il terzo creditore.
Le censure sono infondate. La corte di merito, premesso che la ditta Scotti venne a suo tempo condannata a « solle
vare la societä E.m.b.a. dalla condanna contro la stessa
pronunziata », ha ravvisato nella fattispecie gli estremi di
iinterdipendenti o connessi, rapporti sostanziali diversi e distinti
quali quelli dipendenti da vendite successive della stessa cosa
in ordine a ciascuna delle quali sussiste un autonomo obbligo di garanzia (Cass. 4 ottobre 1955, n. 2804, id., Rep. 1955, voce
cit., n. 11). Non si ravvisa invece la figura della garanzia impropria
quando, nei giudizi di responsabilitä, il convenuto evochi in causa un terzo non al fine di essere da lui indennizzato dalle
conseguenze della lite, ma al fine della propria liberazione per la individuazione nel terzo dell'unico responsabile, legittimato a resistere alia domanda.
II. — Sembra basilare l'osservazione che mentre nei casi di garanzia propria la chiamata mira a rendere operante, nel suo aspetto processuale, un rapporto sostanziale di garanzia che preesisteva al processo e che anche a prescindere da questo impegna il garante all'adempimento della stessa obbligazione del
garantito, nei casi (eterogenei) di garanzia impropria non puõ ravvisarsi tra chiamante e terzo chiamato un vincolo, di diritto
sostanziale, di garanzia. II rapporto sostanziale dedotto in lite, tra convenuto e
terzo, e di tutt'altra natura, per lo piu si tratta di contratto «dello stesso tipo di quello intercorso tra attore e chiamante, od avente lo stesso bene. L'obbligazione del terzo nei confronti del chiamante (diversa da quell a che verso di questi vanta
l'attore) certamente potrebbe essere fatta valere in un separato giudizio, ed in tal caso l'azione in nessun senso potrebbe essere detta di garanzia.
Di garanzia, in senso improprio, puõ invece parlarsi quando le due azioni si svolgono nell'alveo dello stesso giudizio e con
riferimento esclusivo alia funzione che alFabbinamento il chia mante riconnette : quella di conseguire, mediante la condanna
per l'inadempimento dell'obbligazione del terzo, l'indennizzo della condanna per rinadempimento della obbligazione propria nei confronti dell'attore.
La garanzia impropria si pone quindi come una figura di rilevanza esclusivamente processuale : tra le obbligazioni dedotte in giudizio non ve ne & alcuna di garanzia, ma tra di esse si instaura un rapporto processuale impropriamente detto di
garanzia, in quanto il convenuto, chiamando in causa il terzo, non reclania la condanna di quello in suo favore, puramente e
semplicemente, ma solo condizionatamente alia propria stessa
condanna, nei confronti dell'attore, e secondo la stessa mijura. Nella indennitä deH'ammontare della propria soccombenza,
verso l'attore e della propria vittoria, verso il terzo, il chiamante cerca e trova la « garanzia » di non dover subire in definitiva alcuna diminuzione patrimoniale. L'aspetto piu interessante del. fenomeno & forse questo che nella garanzia impropria il chia mante non fa valere un do vere del chiamante di garantirlo, ma si garantisce da s£ medesimo, sia anticipando la domanda di riconoscimento in proprio favore nello stesso processo in cui
analoga domanda e promossa contro di lui, sia inducendo il terzo a svolgere attivitä. processuale difensiva anche in proprio profitto, mediante il condizionamento della sua, alia propria (eventuale) condanna.
II carattere di garanzia attiene quindi solo all'aspetto condi -
zionato e subordinato della domanda del chiamante, ed alia fun zione pratica ad essa affidata.
Quantunque distinti siano i rapporti dedotti in giudizio, diverse le inadempienze e separate le responsabilita del conve nuto e del terzo, quantunque il primo, agendo in separato e suc cessivo giudizio, potrebbe chiedere al terzo un risarcimento anche maggiore di quello a lui richiesto, dimostrando di avere subito danni ulteriori, eccedenti quelli liquidati al primo attore, ciõ nondimeno il chiamante limita e condiziona la sua pretesa sul merito di quella fatta valere contro di lui, ed il giudice, per non incorrere nel vizio della ultrapetizione, non poträ discono scere tale impostazione del sistema difensivo a fine indennitario.
Ma, esclusa ovviamente l'ipotesi in cui sia la stessa domanda del chiamante a chiarire che l'indennizzo & perseguito in via di
regresso e non di rilievo, resta il quesito centrale : se in caso di soccombenza il chiamato in garanzia impropria h tenuto ad an
una garanzia impropria, la quale si configura come una
azione di risarcimento di danni, proposta da ehi e conve
nuto in giudizio nei confronti di un terzo, a lui legato da
un rapporto obbligatorio, diverso da quello dedotto con la
domanda principale. In conseguenza si 6 ritenuto che il
precetto in tanto poteva essere intimato alia ditta Scotti, in quanto la society E.m.b.a. avesse fornito la prova del
danno da lei subito e consistente nelPavvenuto adempi mento della obbligazione, oggetto della condanna emessa
a suo carico. Orbene una tale pronunzia, pur nell'assolu
ticipare la somma dovuta dal garantito al suo diretto creditore,
oppure e tenuto solo a rimborsare l'effettuato pagamento, ov
vero se le esecuzioni delle due condanne restano del tutto au
tonome.
III. — La questione non risulta mai essere stata proposta in dottrina.
Le indicazioni assai scarne che questa offre con riferimento alia chianiata in garanzia propria sono di dubbia utilita, sia per la sostanziale diversity tra i casi di garanzia propria ed im
propria, sia perche, sottintendendo i primi dei rapporti sostan ziali di garanzia, e dall'esame di questi titoli che potranno trarsi elementi utili alia soluzione del quesito. Ciö non e possibile per i casi eterogenei di garanzia impropria ; e neppure molto aiuto
proviene dall'elaborazione giurisprudenziale. Con sentenza 16 giugno 1952, n. 1739 (gia eitata) la Cassa
zione rigettö il ricorso con cui il terzo chiamato (in garanzia impropria) lamentava di essere stato condannato a rilevare il convenuto chiamante di quanto dovuto a titolo di danni, prima che questi avesse estinto il suo debito verso l'attore, osservando che nell'attuale ordinamento giuridico sono consentite sentenze di condanna sottoposte alia condizione del verificarsi di un de terminate evento, ovvero al sopraggiungere di un termine pre stabilito o all'adempimento di una controprestazione certa e
determinata. Pur essendo la decisione impostata sull'ammissi bilitä della sentenza di condanna condizionale, si dava per im
plicitamente ammesso che la efficacia della condanna del ga rante era condizionata alia esecuzione della condanna del ga rantito.
Con riferimento ad altra ipotesi di garanzia impropria, App. Trieste 28 luglio 1959, Foro it., 1959, I, 1546, ha perö ritenuto che l'assicuratore non e tenuto, prima di indennizzare l'assi
curato, ad accertarsi se questi abbia corrisposto al terzo danneg giato il risarcimento.
Si potrebbe peraltro obiettare che in questo caso l'inden nizzo in via preventiva e desumibile non in forza di principio generale, ma dalla specifica norma legislativa : l'art. 1917, 2°
comma, cod. civile. Identica obiezione potrebbe muoversi, facendo richiamo
all'art. 1719 cod. civ. (che fa obbligo al mandante di sommini strare al mandatario i mezzi necessari per la esecuzione del man dato e per l'adempimento delle obbligazioni che a tal fine que st'ultimo ha contratto in proprio nome) nel caso che il mandata
rio, citato per i danni dal terzo contraente, chiamasse in garanzia impropria il mandante, per ottenere la condanna al risarcimento
preventive) dei danni in suo favore.
IV. — A questo punto sembra lecito chiedersi (pur in difetto di specifici precedenti giurisprudenziali) se la pretesa di garanzia impropria, proprio in quanto originata dalla generica situazione di chi, avendo esposto col proprio fatto altri ad una azione, e tenuto a rispondere dell'eventuale soccombenza del
garantito (cfr. Cass. 29 settembre 1954, n. 3162, id., Rep. 1954. voce cit., n. 4), non possa impostarsi anclie al di fuori del campo del risarcimento del danno per equivalente pecuniario.
Domanda di garanzia impropria potrebbe ad esempio essere fatta valere :
a) da chi, citato dall'acquirente per l'adempimento della
obbligazione di consegna della cosa oggetto della compravendita, chiamasse in giudizio il terzo perche a sua volta adempisse nei suoi confronti ad analoga obbligazione di consegna della cosa
medesima a lui chiamante venduta ; b) da chi, citato per la risoluzione del contratto e la resti
tuzione della cosa acquistata, per niancato pagamento del prezzo, chiamasse in giudizio alio stesso fine il terzo subacquirente e
possessore della cosa medesima, a sua volta moroso nei suoi confronti ;
c) da chi, citato dal committente per la eliminazione delle difformitä- e dei vizi dell'opera dovuta quale appaltatore (art. 1668 cod. civ.), chiamasse in giudizio il terzo subappaltatore, perche lo tenesse indenne dalla domanda.
Neile ipotesi ora fatte ed in genere quelle in cui il risarcj
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GIURISPRUDENZA COSTITUZIONALE E CIVILE 122
tezza delle sue premesse giuridiche, e conforme al diritto
in vista delle particolaritä della fattispecie eoncreta.
Com'& noto, con la denominazione di garanzia viene
indicato qualsiasi mezzo, rivolto ad assicurare l'adempi mento di una obbligazione o il godimento di un diritto.
Nell'ordinamento giuridico iu vigore manca una disciplina.
mento del danno e richiesto in forma specifica appare assai
disagevole concludere ehe il chiamante non puõ eseguire la con danna nei confronti del chiamato se non dopo avere per suo conto eseguito la propria condanna nei confronti dell'attore. Ma anche a voler restringere il campo della garanzia impropria (o l'esame di quel campo) ai casi in cui al terzo chiamato sia richiesto il risarcimento del danno per equivalente pecuniario, i dubbi suscitati dalla tesi che l'efficacia della condanna del ga rante 6 subordinata alia esecuzione della condanna del garantito non scompaiono.
Se, infatti, distinte sono le obbligazioni dedotte in giudizio, dall'attore nei confronti del convenuto e da questi nei confronti del terzo, se diverse sono le rispettive inadempienze, e separate le responsabilitä,, non si vede perche la esecuzione dell'un risar cimento deve fungere da condizione dell'esecuzione deU'altro.
Tale subordinazione trasforma l'azione indennitaria in
azione di regresso vera e propria : ma questa, quando e espressa mente prevista (ad es. art. 1299 cod. civ.), trova adeguata giu stificazione nei carattere unitario dell'obbligazione, e solidale
della responsabilit&. II diritto al risarcimento, nei campo contrattuale, e lo stesso
diritto sostanziale leso, modificato nei proprio oggetto ; l'ob
bligazione al risarcimento ha funzione sostitutiva dell'obbliga zione contrattuale inadempiuta. Se quest'ultima e per definizione
indipendente da altra obbligazione contrattuale, l'indipendenza deve caratterizzare anche le rispettive obbligazioni sostitutive di risarcimento.
La deducibility delle due obbligazioni nello stesso giudizio e consentita solo ai fini dell'economia processuale, ma dallo
abbinamento processuale non puõ derivare alcuna modificazione ne nella struttura del processo (es., spostamento di competenza od estromissione) ne tanto meno nella struttura dei diritti (al risarcimento) di cui si chiede l'accertamento.
La circostanza che la domanda proposta contro il terzo ga rante sia condizionata all'accoglimento della domanda proposta contro il convenuto chiamante significa che tra le condizioni
per l'accoglimento della prima domanda & posto anche l'acco
glimento della seconda domanda. Al momento, perõ, della sentenza, che contiene le due con
danne, tale condizione si & gia verificata, e sarebbe perciõ erroneo
considerare quella del terzo garante come condanna condizionale
(al verificarsi di un evento, di un termine o di un adempimento futuro).
La diminuzione patrimoniale del convenuto, che questi tende a riversare sul terzo, mediante la chiamata in garanzia im
propria, nasce, con la soccombenza, dalla pronunzia della sen
tenza di condanna, non dalla esecuzione di essa. Altrimenti oc
correrebbe ritenere che il danno risarcibile & costituito solo dal
l'esborso, dal pagamento numerario, non anche dal debito, giu dizialmente accertato, liquidato ed esigibile senza ulteriori ac
certamenti da parte del giudice. Cio induce a concludere che l'esecuzione della condanna a
carico del terzo garante, puõ essere promossa indipendentemente dalla esecuzione della condanna emessa a carico del chiamante. II debito di questi potrebbe essere estinto anche con mezzo di
verso dal pagamento, ad es. mediante remissione, compensa zione o confusione, e non esiste giustificazione alcuna perch£ tali eventi debbano risolversi in profitto esclusivo del terzo, condannato, a seguito di chiamata in garanzia impropria, per un autonomo titolo obbligatorio.
Del resto, anche quando, al di fuori del campo della garanzia impropria, il terzo non sia stato litisconsorte nella causa, e mi
nore quindi sia stata la sua possibility di difesa contro il pericolo di collusioni processuali a suo danno, puõ ben verificarsi il caso
che nei suoi confronti il soccombente nella prima lite faccia va
lere, quale evento dannoso posto a sostegno della pretesa, il fatto
di avere subito una condanna esecutiva, e non il fatto di avere
subito l'esecuzione di quella condanna : cosl negli sfratti cosid
detti a catena, al fine di far valere la necessity all'alloggio, la
qualita di sfrattato e stata comunemente riconosciuta non solo
a colui che di fatto sia stato gia estromesso dall'immobile oc
cupato a qualsiasi titolo, bensi a chiunque sia soggetto ad una
esecuzione per rilascio per volontä, della persona legittimata a
promuoverla (cfr. Cass. 19 aprile 1955, n. 1084, 15 aprile 1955, n. 1042, id., Rep. 1955, voce Locazione, nn. 538, 542).
generale del rapporto di garanzia, il quale assume, peraltro,
aspetti particolari e riceve una distinta regolamentazione in riferimento ai vari istituti per i quali esso e previsto come
mezzo di assunzione di un determinato rischio. La garanzia
puõ essere, quindi, personale o reale, a seconda che il de
bitore sussidiario risponda dell'obbligazione assunta con
l'intero suo patrimonio o con beni distinti, e, quanto alia
prima, il codice la prevede espressamente in tema di ven
dita (art. 1483 e 1490), di locazione (art. 1585), di cessione
di crediti (art. 1266 e 1267) e di cessione del contratto
(art. 1410). In tutte queste ipotesi di garanzia la unicitä
del titolo o la connessione obiettiva dei titoli importa non
soltanto l'obbligo sussidiario di regresso o di rivalsa, ma
altresi quello della difesa in giudizio nei cojifronti del terzo,
essendo il garante tenuto a rispondere delle obbligazioni del convenuto verso l'attore.
Senonchö, accanto alio schema giuridico della garanzia
propria, la dottrina e la giurisprudenza configurano anche
una garanzia cosiddetta impropria, cho consente al conve
nuto di riversare le conseguenze economiche del proprio
inadempimento su di un terzo, in virtü di un vincolo obbli
gatorio che trae origine da un titolo diverso (Cass. 21 giugno
1956, n. 2206, Foro it., Eep. 1956, voce Garanzia, n. 8 ;
18 marzo 1957, n. 929, id., Rep. 1957, voce cit., n. 10 ; 3 novembre 1959, n. 3264, id., Rep. 1959, voce cit., n. 2). Essendo in tal caso il rapporto di garanzia basato su titoli
distinti, autonomi s indipendenti, la relativa azione assume
sostanzialmente i caratteri e la portata di una rivalsa di
danni, la quale e proponibile appena sia stata posta in
essere dal terzo la molestia giudiziaria e puõ autorizzare
anclio una contestuale pronunzia sulla causa principale, e
su quella accessoria di garanzia. Tuttavia, poich6 la condanna del garante verso il ga
rantito b ovviamente sussidiaria rispetto alia condanna
del garantito verso il terzo creditore, la prima b pur sempre condizionata in executivis alia sussistenza di un danno, val
quanto dire al verificarsi di un quid pluris, rispetto alia
condanna del garantito, identificabile o con l'avvenuto
adempimento degli obblighi derivanti dalla sentenza emessa
a favore del terzo o, quanto meno, con un comportainento di costui che quel pregiudizio economico renda attuale
ed inevitabile attraverso una procedura esecutiva gižt in
atto.
Nella specie i giudici di merito hanno ritenuto neces
sario, ai fini della esecuzione della condanna di rivalsa, l'ef
fettivo adempimento della obbligazione principale. Ma,
anche volendo considerare il danno del garantito con un
criterio di maggiore larghezza, la semplice notifica dei pre
cetti da parte delle ditte cecoslovacche non sarebbe mai di
per s6 idonea a realizzare la instaurazione di un vero e
proprio procedimento esecutivo, inteso a dare concretezza
al pregiudizio economico del garantito. II rigetto della impugnazione importa la condanna della
ricorrente alia perdita del deposito ed alia rivalsa delle
spese processuali. Per questi motivi, rigetta, ecc.
M. T.
CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE.
Sezione 111 civile ; sentenza 22 luglio 1963, n. 2011 ; Pres.
Mastrapasqua P., Est. Capaccioli, P. M. Pisano
(concl. conf.) ; Massenzi (Aw. Salciabini) c. Roselli
Chiucchi \Ayv. Gobbi, Mancini).
(Oonferma A pp. Perugia 8 jebbHiio 1961)
Iiocazione — Mortc del eomliittore — Durrta residua
inferiore all'anuo — Estinzione automatica del
rapporto — Inammissibilita (Cod. civ., art. 1614).
Locazione — Regime vineolistico — Immohili de
stinali ad uso diverse da abitazione — Sede di
partilo politico — Morte del conduttore — Pro
rocja legale — Beneiiciario (Legge 23 maggio 1950
n. 253, disposizioni sulle locazioni, art. 1).
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