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Sezione III civile; sentenza 26 luglio 1963, n. 2068; Pres. Naso P., Est. Cortesani G., P. M. Caldarera (concl. conf.); Ditta E.m.b.a. (Avv. Tamburrini, Procacci, Prezioso) c. Scotti (Avv. D'Alessandro, Cardarelli) Author(s): M. T. Source: Il Foro Italiano, Vol. 87, No. 1 (1964), pp. 117/118-121/122 Published by: Societa Editrice Il Foro Italiano ARL Stable URL: http://www.jstor.org/stable/23152763 . Accessed: 25/06/2014 09:30 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Societa Editrice Il Foro Italiano ARL is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Il Foro Italiano. http://www.jstor.org This content downloaded from 91.229.229.177 on Wed, 25 Jun 2014 09:30:04 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

Sezione III civile; sentenza 26 luglio 1963, n. 2068; Pres. Naso P., Est. Cortesani G., P. M. Caldarera (concl. conf.); Ditta E.m.b.a. (Avv. Tamburrini, Procacci, Prezioso) c. Scotti

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Page 1: Sezione III civile; sentenza 26 luglio 1963, n. 2068; Pres. Naso P., Est. Cortesani G., P. M. Caldarera (concl. conf.); Ditta E.m.b.a. (Avv. Tamburrini, Procacci, Prezioso) c. Scotti

Sezione III civile; sentenza 26 luglio 1963, n. 2068; Pres. Naso P., Est. Cortesani G., P. M.Caldarera (concl. conf.); Ditta E.m.b.a. (Avv. Tamburrini, Procacci, Prezioso) c. Scotti (Avv.D'Alessandro, Cardarelli)Author(s): M. T.Source: Il Foro Italiano, Vol. 87, No. 1 (1964), pp. 117/118-121/122Published by: Societa Editrice Il Foro Italiano ARLStable URL: http://www.jstor.org/stable/23152763 .

Accessed: 25/06/2014 09:30

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117 GIURISPRUDENZA COSTITUZIONALE E CIVILE 118

CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE.

Sezione iii civile ; sentenza 26 luglio 1963, n. 2068 ; Pres.

Naso P., Est. Cortesani G., P. M. Caldarera (concl.

conf.); Ditta E.m.b.a. (aw. Tamburrini, Procacci,

Prezioso) o. Scotti (Aw. D'Alessandro, Cardarelli).

(Conferma App. Firenze 18 febbraio 1961)

Garanzia ■— Garanzia impropria — Condanna del terzo garante — Esecuzione iorzata — Presupposti — Fattispecic (Cod. proc. civ., art. 474, 480, 491).

La sentenz'i di condanna del terzo, chiamato in garanzia

impiopria dal debitore per la rivalsa del danno, non puõ essere fatta valere in via esecutiva, se il creditore non ha

giä ottenuto il risareimento dal garantito, o non ha al

meno promosso contro di lui Vesecuzione forzata per otte

nerlo (nella specie non b stata riienuta sufficiente I'inti

mazione del precetto). (1)

(1) I. — Secondo l'insegnamento comunemente ripetuto in giurisprudenza la figura della garanzia impropria si ha quando il eonvenuto tende a riversare le conseguenze economiche del

proprio inadempimento su di un terzo a lui legato da obbliga zione dipendente da titolo diverso da quello dedotto con la domanda principale : Cass. 3 novembre 1959, n. 3264 (cit. nel

testo), Foro it., Rep. 1959, voce Garanzia, n. 2 ; 21 giugno 1956, n. 2206 (cit. nel testo), 27 giugno 1956, n. 2337, id., Rep. 1956, voce cit., nn. 8, 9 ; Trib. Salerno 23 gennaio 1955, id., Rep. 1955, voce cit., n. 8 ; App. Bari 3 maggio 1950, id., Rep. 1951, voce

cit., n. 3 ; Cass. 30 dicembre 1949, n. 2678, id., Rep. 1949, voce

cit., n. 11. La distinzione della garanzia propria da quella impropria

non puõ essere desunta dalle disposizioni del codice di rito, poiche esse furono dettate esclusivamente con riferimento alia

garanzia propria ; ma viene invece individuata nella esistenza o meno della connessione obiettiva dei titoli (Cass. 18 maggio 1957, n. 929, id., Rep. 1957, voce cit., n. 10 ; 22 luglio 1950, n. 2050, id., Rep. 1950, voce cit., n. 2). Nella garanzia propria il garante e impegnato all'adempimento della stessa obbligazione del garantito : sicch6 il petitum. del chiamante nei riguardi del terzo si identifica con quello dell'attore principale contro il

garantito, e la inadempienza e unica, donde la connessione obiet tiva e diretta di titoli, quando non si ha addirittura titolo unico

(App. Firenze 14 marzo 1950, id., Rep. 1950, voce cit., n. 5 ; App. Bari 28 marzo 1950, id., Rep. 1951, voce cit., n. 2).

Nella garanzia impropria, invece, i titoli sono distinti, auto

nomi ed indipendenti come i rapporti contrattuali ehe vi hanno dato causa : Cass. 27 settembre 1954, n. 3130, id., Rep. 1954, voce cit., n. 1 ; App. Genova 5 agosto 1953, id., Rep. 1953, voce

cit., n. 10 ; Cass. 12 agosto 1952, n. 2668, id., Rep. 1952, voce

cit., n. 1 ; Cass. 22 luglio 1950, n. 2048 e n. 2051, id., Rep. 1950, voce cit., nn. 2, 3 ; 10 marzo 1949, n. 490 e 14 dicembre 1949, n. 2597, id., Rep. 1949, voce cit., nn. 8, 9.

Colui ehe e stato eonvenuto in giudizio dal suo diretto contraente per inadempienza alia obbligazione assunta, puõ,

qualora ritenga che la suddetta violazione dipenda da analoga inadempienza verso di lui della parte con la quale egli ha in

precedenza, contestualmente, o successivamente contrattato,

rivolgersi contro questa per essere rivalso dalle eventuali conse

guenze dell'azione proposta in suo confronto. II chiamato in

garanzia deve rispondere per la propria inadempienza diret tamente al garantito suo contraente, ma ciõ non esclude che egli (garante) debba tenerlo indenne dagli effetti della condanna

pronunziata a favore dell'attore principale, giacche quanto ä dovuto a questo ultimo per il titolo di cui sopra fa parte inte

gralmente del danno risentito dal eonvenuto principale (garantito) per la violazione agli obblighi contrattuali del chiamato in causa : Cass. 9 novembre 1953, n. 3517, id., Rep. 1953, voce cit., n. 7 ; 16 giugno 1952, n. 1730, id., Rep. 1952, voce cit., n. 9 ; 31 luglio 1951, n. 2278, id., Rep. 1951, voce cit., n. 17.

La domanda di garanzia impropria non importa perciõ connessione obiettiva con la domanda principale (Cass. 29 set

tembre 1954, n. 3162, id., Rep. 1954, voce cit., n. 4) ma tra i

due negozi portati all'esame del giudice esiste una connessione

impropria, per difetto di interdipendenza tra le due cause (Trib. Salerno 23 gennaio 1955, id., Rep. 1955, voce cit., n. 8), una

connessione estrinseca e di mero fatto, non un legame, di carat

tere giuridico (Cass. 12 gennaio 1954, n. 37, id., Rep. 1954, voce cit., n. 8), un collegamento indiretto tra titoli distinti

(Cass. 5 febbraio 1957, n. 442, id., Rep. 1957, voce cit., n. 11).

La Corte, ecc. — I tre mezzi del ricorso possono essere

presi in esame congiuntamente perche investono, sotto

aspetti giuridici diversi, lo stesso thema decidendum. Con essi si denunzia la violazione dell'art. 2909 cod. civ. per avere la corte di merito : a) disconoscinto il valore di titolo

esecutivo alia sentenza di condanna, in base alia quale venne intimato il precetto ; b) effettuato una inammissibile

confusione di concetti di « manlievo » e di « regresso », men

tre il garante e obbligato a tenere indenne il garanti to non

giä del pagamento ehe costui dovrä eseguire, ma della con

A differenza della garanzia propria non vi e alcun collega mento diretto tra la perdita del garantito e l'obbligazione del

garante, traendo titolo le posizioni di diritto sostanziale di cia scuno da un separato e distinto rapporto contrattuale (App. Milano 14 giugno 1955, id., Rep. 1955, voce cit., n. 9).

Conseguenze di tale configurazione della garanzia impropria sono :

a) che, non sussistendo connessione obiettiva, la domanda di garanzia impropria non vale a spostare la competenza (Cass. 14 marzo 1963, n. 620, id., Mass., 176 ; 26 luglio 1957, n. 3165, id., Rep. 1957, voce cit., n. 15) ;

b) che il convenuto chiamante assume nei confronti del terzo chiamato la qualitä di attore (Cass. 24 marzo 1952, n. 804, id., Rep. 1952, voce cit., n. 10) ;

c) che non si crea un unico rapporto processuale con

plurality di parti, ma un cumulo soggettivo di processi (Trib. Salerno 23 gennaio 1955, id., Rep. 1955, voce cit., n. 8) ed anzi l'autonomia e la indipendenza del titolo possono dare luogo a

rapporti processuali distinti (Trib. Perugia 21 novembre 1956, id., Rep. 1957, voce cit., n. 13) ;

d) che il garantito rimane sempre il solo contraddittore

legittimo nel giudizio sull'azione principale e non puõ ottenere la estromissione dal giudizio ex art. 108 cod. proc. civ. (App. Milano 24 giugno 1949, id., Rep. 1949, voce cit., n. 20 ed in dottrina La China, La chiamata in garanzia, 1962, pag. 190 ; contra Cass. 21 aprile 1949, n. 966, Foro it., Rep. 1949, voce

cit., n. 17) ; e) che peraltro, quando il convenuto abbia chiamato

in giudizio il terzo non solo ai fini di una eventuale rivalsa in

caso di soccombenza ma anche per le necessita di trattazione della causa e della sua stessa difesa, essendo unicamente al terzo

imputato l'illecito che genera l'inadempienza di entrambi, vi

e stretta connessione tra le cause (Cass. 28 luglio 1960, n. 2210,

id., Rep. 1960, voce cit., n. 4) ed il terzo ha interesse e legitti mazione ad impugnare la sentenza di condanna del convenuto

(Cass. 8 agosto 1962, n. 2458, pubblicata per altra parte in questa rivista, 1963, I, 306).

Casi di garanzia impropria sono stati ravvisati:

a) quando il depositario, citato dal depositante per

rispondere della cosa data in deposito, chiami in giudizio il

subdepositario addebitandogli quella perdita (Cass. 16 giugno 1952, n. 1739, id., Rep. 1952, voce cit., n. 6) ;

b) quando il vettore citato dal mittente per rispondere dei danni derivanti dalla perdita della cosa trasportata, spieghi azioni di garanzia contro il subvettore (Cass. 23 giugno 1956, n. 2234, id., Rep. 1956, voce cit., n. 10 ; 17 maggio 1949, n. 1224,

id., Rep. 1949, voce cit., n. 18) ; c) quando, ai sensi dell'art. 1917 cod. civ., l'assicurato,

convenuto dal danneggiato per il risarcimento, chiama in causa

l'assicuratore (Cass. 6 novembre 1959, n. 3300, id., Rep. 1959, voce cit., n. 3 ; 29 luglio 1959, n. 2423, id., 1959, I, 1480 ; Trib.

Savona 11 aprile 1951, id., Rep. 1951, voce cit., n. 11 ; Trib.

Milano 15 marzo 1950, id., Rep. 1950, voce cit., n. 13 ; ed in

dottrina Andrioli, Commento, I8, sub art. 32 ; contra Satta, Diritto proc. civ., pag. 24) ;

d) nella chiamata dell'ufficiale pubblico rogante quale

responsabile della nullitä, dell'atto (Costa, Chiamata in garanzia, voce del Novissimo digesto it.) ;

e) quando il convenuto assuma di avere contrattato con

l'attore in veste di mandatario e chiami in giudizio il mandante

per l'eventuale esercizio dell'azione di regresso nell'ipotesi che

il mandato sia ritenuto dal giudice senza rappresentanza (La

China, op. cit., pag. 195) ; /) infine, e sono i casi piü numerosi, nelle c. d. vendite

a catena (Cass. 25 ottobre 1957, n. 4116 e 18 marzo 1957, n. 929,

Foro it., Rep. 1957, voce cit., nn. 9, 10 ; 4 ottobre 1955, n. 2804,

id., Rep. 1955, voce cit., n. 11 ; 9 novembre 1953, n. 3517, e

Trib. Lanciano 22 aprile 1953, id., Rep. 1953, voce cit., nn. 4,

13 ; Cass. 22 luglio 1950, n. 2048 e n. 2051, id., Rep. 1951, voce

cit., nn. 3, 4). Si £ a proposito delle vendite a catena osservato

che le norme concernenti la garanzia per evizione (garanzia pro

pria) non producono l'effetto processuale di fondere, rendendoli

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PARTE PRIMA 120

<flanm& dallo stesso subita ; c) omesso di considerare clie

fl'istitruto della garanzia impropria, pur non essendo suscet

tilfile di regole fisse, adempie, sia sul piano processuale sia

Su quello economico, alla finalitä di apprestare al garantito i fondi di cui egli abbisogna per soddisfare i propri ob

blighi verso il terzo creditore.

Le censure sono infondate. La corte di merito, premesso che la ditta Scotti venne a suo tempo condannata a « solle

vare la societä E.m.b.a. dalla condanna contro la stessa

pronunziata », ha ravvisato nella fattispecie gli estremi di

iinterdipendenti o connessi, rapporti sostanziali diversi e distinti

quali quelli dipendenti da vendite successive della stessa cosa

in ordine a ciascuna delle quali sussiste un autonomo obbligo di garanzia (Cass. 4 ottobre 1955, n. 2804, id., Rep. 1955, voce

cit., n. 11). Non si ravvisa invece la figura della garanzia impropria

quando, nei giudizi di responsabilitä, il convenuto evochi in causa un terzo non al fine di essere da lui indennizzato dalle

conseguenze della lite, ma al fine della propria liberazione per la individuazione nel terzo dell'unico responsabile, legittimato a resistere alia domanda.

II. — Sembra basilare l'osservazione che mentre nei casi di garanzia propria la chiamata mira a rendere operante, nel suo aspetto processuale, un rapporto sostanziale di garanzia che preesisteva al processo e che anche a prescindere da questo impegna il garante all'adempimento della stessa obbligazione del

garantito, nei casi (eterogenei) di garanzia impropria non puõ ravvisarsi tra chiamante e terzo chiamato un vincolo, di diritto

sostanziale, di garanzia. II rapporto sostanziale dedotto in lite, tra convenuto e

terzo, e di tutt'altra natura, per lo piu si tratta di contratto «dello stesso tipo di quello intercorso tra attore e chiamante, od avente lo stesso bene. L'obbligazione del terzo nei confronti del chiamante (diversa da quell a che verso di questi vanta

l'attore) certamente potrebbe essere fatta valere in un separato giudizio, ed in tal caso l'azione in nessun senso potrebbe essere detta di garanzia.

Di garanzia, in senso improprio, puõ invece parlarsi quando le due azioni si svolgono nell'alveo dello stesso giudizio e con

riferimento esclusivo alia funzione che alFabbinamento il chia mante riconnette : quella di conseguire, mediante la condanna

per l'inadempimento dell'obbligazione del terzo, l'indennizzo della condanna per rinadempimento della obbligazione propria nei confronti dell'attore.

La garanzia impropria si pone quindi come una figura di rilevanza esclusivamente processuale : tra le obbligazioni dedotte in giudizio non ve ne & alcuna di garanzia, ma tra di esse si instaura un rapporto processuale impropriamente detto di

garanzia, in quanto il convenuto, chiamando in causa il terzo, non reclania la condanna di quello in suo favore, puramente e

semplicemente, ma solo condizionatamente alia propria stessa

condanna, nei confronti dell'attore, e secondo la stessa mijura. Nella indennitä deH'ammontare della propria soccombenza,

verso l'attore e della propria vittoria, verso il terzo, il chiamante cerca e trova la « garanzia » di non dover subire in definitiva alcuna diminuzione patrimoniale. L'aspetto piu interessante del. fenomeno & forse questo che nella garanzia impropria il chia mante non fa valere un do vere del chiamante di garantirlo, ma si garantisce da s£ medesimo, sia anticipando la domanda di riconoscimento in proprio favore nello stesso processo in cui

analoga domanda e promossa contro di lui, sia inducendo il terzo a svolgere attivitä. processuale difensiva anche in proprio profitto, mediante il condizionamento della sua, alia propria (eventuale) condanna.

II carattere di garanzia attiene quindi solo all'aspetto condi -

zionato e subordinato della domanda del chiamante, ed alia fun zione pratica ad essa affidata.

Quantunque distinti siano i rapporti dedotti in giudizio, diverse le inadempienze e separate le responsabilita del conve nuto e del terzo, quantunque il primo, agendo in separato e suc cessivo giudizio, potrebbe chiedere al terzo un risarcimento anche maggiore di quello a lui richiesto, dimostrando di avere subito danni ulteriori, eccedenti quelli liquidati al primo attore, ciõ nondimeno il chiamante limita e condiziona la sua pretesa sul merito di quella fatta valere contro di lui, ed il giudice, per non incorrere nel vizio della ultrapetizione, non poträ discono scere tale impostazione del sistema difensivo a fine indennitario.

Ma, esclusa ovviamente l'ipotesi in cui sia la stessa domanda del chiamante a chiarire che l'indennizzo & perseguito in via di

regresso e non di rilievo, resta il quesito centrale : se in caso di soccombenza il chiamato in garanzia impropria h tenuto ad an

una garanzia impropria, la quale si configura come una

azione di risarcimento di danni, proposta da ehi e conve

nuto in giudizio nei confronti di un terzo, a lui legato da

un rapporto obbligatorio, diverso da quello dedotto con la

domanda principale. In conseguenza si 6 ritenuto che il

precetto in tanto poteva essere intimato alia ditta Scotti, in quanto la society E.m.b.a. avesse fornito la prova del

danno da lei subito e consistente nelPavvenuto adempi mento della obbligazione, oggetto della condanna emessa

a suo carico. Orbene una tale pronunzia, pur nell'assolu

ticipare la somma dovuta dal garantito al suo diretto creditore,

oppure e tenuto solo a rimborsare l'effettuato pagamento, ov

vero se le esecuzioni delle due condanne restano del tutto au

tonome.

III. — La questione non risulta mai essere stata proposta in dottrina.

Le indicazioni assai scarne che questa offre con riferimento alia chianiata in garanzia propria sono di dubbia utilita, sia per la sostanziale diversity tra i casi di garanzia propria ed im

propria, sia perche, sottintendendo i primi dei rapporti sostan ziali di garanzia, e dall'esame di questi titoli che potranno trarsi elementi utili alia soluzione del quesito. Ciö non e possibile per i casi eterogenei di garanzia impropria ; e neppure molto aiuto

proviene dall'elaborazione giurisprudenziale. Con sentenza 16 giugno 1952, n. 1739 (gia eitata) la Cassa

zione rigettö il ricorso con cui il terzo chiamato (in garanzia impropria) lamentava di essere stato condannato a rilevare il convenuto chiamante di quanto dovuto a titolo di danni, prima che questi avesse estinto il suo debito verso l'attore, osservando che nell'attuale ordinamento giuridico sono consentite sentenze di condanna sottoposte alia condizione del verificarsi di un de terminate evento, ovvero al sopraggiungere di un termine pre stabilito o all'adempimento di una controprestazione certa e

determinata. Pur essendo la decisione impostata sull'ammissi bilitä della sentenza di condanna condizionale, si dava per im

plicitamente ammesso che la efficacia della condanna del ga rante era condizionata alia esecuzione della condanna del ga rantito.

Con riferimento ad altra ipotesi di garanzia impropria, App. Trieste 28 luglio 1959, Foro it., 1959, I, 1546, ha perö ritenuto che l'assicuratore non e tenuto, prima di indennizzare l'assi

curato, ad accertarsi se questi abbia corrisposto al terzo danneg giato il risarcimento.

Si potrebbe peraltro obiettare che in questo caso l'inden nizzo in via preventiva e desumibile non in forza di principio generale, ma dalla specifica norma legislativa : l'art. 1917, 2°

comma, cod. civile. Identica obiezione potrebbe muoversi, facendo richiamo

all'art. 1719 cod. civ. (che fa obbligo al mandante di sommini strare al mandatario i mezzi necessari per la esecuzione del man dato e per l'adempimento delle obbligazioni che a tal fine que st'ultimo ha contratto in proprio nome) nel caso che il mandata

rio, citato per i danni dal terzo contraente, chiamasse in garanzia impropria il mandante, per ottenere la condanna al risarcimento

preventive) dei danni in suo favore.

IV. — A questo punto sembra lecito chiedersi (pur in difetto di specifici precedenti giurisprudenziali) se la pretesa di garanzia impropria, proprio in quanto originata dalla generica situazione di chi, avendo esposto col proprio fatto altri ad una azione, e tenuto a rispondere dell'eventuale soccombenza del

garantito (cfr. Cass. 29 settembre 1954, n. 3162, id., Rep. 1954. voce cit., n. 4), non possa impostarsi anclie al di fuori del campo del risarcimento del danno per equivalente pecuniario.

Domanda di garanzia impropria potrebbe ad esempio essere fatta valere :

a) da chi, citato dall'acquirente per l'adempimento della

obbligazione di consegna della cosa oggetto della compravendita, chiamasse in giudizio il terzo perche a sua volta adempisse nei suoi confronti ad analoga obbligazione di consegna della cosa

medesima a lui chiamante venduta ; b) da chi, citato per la risoluzione del contratto e la resti

tuzione della cosa acquistata, per niancato pagamento del prezzo, chiamasse in giudizio alio stesso fine il terzo subacquirente e

possessore della cosa medesima, a sua volta moroso nei suoi confronti ;

c) da chi, citato dal committente per la eliminazione delle difformitä- e dei vizi dell'opera dovuta quale appaltatore (art. 1668 cod. civ.), chiamasse in giudizio il terzo subappaltatore, perche lo tenesse indenne dalla domanda.

Neile ipotesi ora fatte ed in genere quelle in cui il risarcj

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GIURISPRUDENZA COSTITUZIONALE E CIVILE 122

tezza delle sue premesse giuridiche, e conforme al diritto

in vista delle particolaritä della fattispecie eoncreta.

Com'& noto, con la denominazione di garanzia viene

indicato qualsiasi mezzo, rivolto ad assicurare l'adempi mento di una obbligazione o il godimento di un diritto.

Nell'ordinamento giuridico iu vigore manca una disciplina.

mento del danno e richiesto in forma specifica appare assai

disagevole concludere ehe il chiamante non puõ eseguire la con danna nei confronti del chiamato se non dopo avere per suo conto eseguito la propria condanna nei confronti dell'attore. Ma anche a voler restringere il campo della garanzia impropria (o l'esame di quel campo) ai casi in cui al terzo chiamato sia richiesto il risarcimento del danno per equivalente pecuniario, i dubbi suscitati dalla tesi che l'efficacia della condanna del ga rante 6 subordinata alia esecuzione della condanna del garantito non scompaiono.

Se, infatti, distinte sono le obbligazioni dedotte in giudizio, dall'attore nei confronti del convenuto e da questi nei confronti del terzo, se diverse sono le rispettive inadempienze, e separate le responsabilitä,, non si vede perche la esecuzione dell'un risar cimento deve fungere da condizione dell'esecuzione deU'altro.

Tale subordinazione trasforma l'azione indennitaria in

azione di regresso vera e propria : ma questa, quando e espressa mente prevista (ad es. art. 1299 cod. civ.), trova adeguata giu stificazione nei carattere unitario dell'obbligazione, e solidale

della responsabilit&. II diritto al risarcimento, nei campo contrattuale, e lo stesso

diritto sostanziale leso, modificato nei proprio oggetto ; l'ob

bligazione al risarcimento ha funzione sostitutiva dell'obbliga zione contrattuale inadempiuta. Se quest'ultima e per definizione

indipendente da altra obbligazione contrattuale, l'indipendenza deve caratterizzare anche le rispettive obbligazioni sostitutive di risarcimento.

La deducibility delle due obbligazioni nello stesso giudizio e consentita solo ai fini dell'economia processuale, ma dallo

abbinamento processuale non puõ derivare alcuna modificazione ne nella struttura del processo (es., spostamento di competenza od estromissione) ne tanto meno nella struttura dei diritti (al risarcimento) di cui si chiede l'accertamento.

La circostanza che la domanda proposta contro il terzo ga rante sia condizionata all'accoglimento della domanda proposta contro il convenuto chiamante significa che tra le condizioni

per l'accoglimento della prima domanda & posto anche l'acco

glimento della seconda domanda. Al momento, perõ, della sentenza, che contiene le due con

danne, tale condizione si & gia verificata, e sarebbe perciõ erroneo

considerare quella del terzo garante come condanna condizionale

(al verificarsi di un evento, di un termine o di un adempimento futuro).

La diminuzione patrimoniale del convenuto, che questi tende a riversare sul terzo, mediante la chiamata in garanzia im

propria, nasce, con la soccombenza, dalla pronunzia della sen

tenza di condanna, non dalla esecuzione di essa. Altrimenti oc

correrebbe ritenere che il danno risarcibile & costituito solo dal

l'esborso, dal pagamento numerario, non anche dal debito, giu dizialmente accertato, liquidato ed esigibile senza ulteriori ac

certamenti da parte del giudice. Cio induce a concludere che l'esecuzione della condanna a

carico del terzo garante, puõ essere promossa indipendentemente dalla esecuzione della condanna emessa a carico del chiamante. II debito di questi potrebbe essere estinto anche con mezzo di

verso dal pagamento, ad es. mediante remissione, compensa zione o confusione, e non esiste giustificazione alcuna perch£ tali eventi debbano risolversi in profitto esclusivo del terzo, condannato, a seguito di chiamata in garanzia impropria, per un autonomo titolo obbligatorio.

Del resto, anche quando, al di fuori del campo della garanzia impropria, il terzo non sia stato litisconsorte nella causa, e mi

nore quindi sia stata la sua possibility di difesa contro il pericolo di collusioni processuali a suo danno, puõ ben verificarsi il caso

che nei suoi confronti il soccombente nella prima lite faccia va

lere, quale evento dannoso posto a sostegno della pretesa, il fatto

di avere subito una condanna esecutiva, e non il fatto di avere

subito l'esecuzione di quella condanna : cosl negli sfratti cosid

detti a catena, al fine di far valere la necessity all'alloggio, la

qualita di sfrattato e stata comunemente riconosciuta non solo

a colui che di fatto sia stato gia estromesso dall'immobile oc

cupato a qualsiasi titolo, bensi a chiunque sia soggetto ad una

esecuzione per rilascio per volontä, della persona legittimata a

promuoverla (cfr. Cass. 19 aprile 1955, n. 1084, 15 aprile 1955, n. 1042, id., Rep. 1955, voce Locazione, nn. 538, 542).

generale del rapporto di garanzia, il quale assume, peraltro,

aspetti particolari e riceve una distinta regolamentazione in riferimento ai vari istituti per i quali esso e previsto come

mezzo di assunzione di un determinato rischio. La garanzia

puõ essere, quindi, personale o reale, a seconda che il de

bitore sussidiario risponda dell'obbligazione assunta con

l'intero suo patrimonio o con beni distinti, e, quanto alia

prima, il codice la prevede espressamente in tema di ven

dita (art. 1483 e 1490), di locazione (art. 1585), di cessione

di crediti (art. 1266 e 1267) e di cessione del contratto

(art. 1410). In tutte queste ipotesi di garanzia la unicitä

del titolo o la connessione obiettiva dei titoli importa non

soltanto l'obbligo sussidiario di regresso o di rivalsa, ma

altresi quello della difesa in giudizio nei cojifronti del terzo,

essendo il garante tenuto a rispondere delle obbligazioni del convenuto verso l'attore.

Senonchö, accanto alio schema giuridico della garanzia

propria, la dottrina e la giurisprudenza configurano anche

una garanzia cosiddetta impropria, cho consente al conve

nuto di riversare le conseguenze economiche del proprio

inadempimento su di un terzo, in virtü di un vincolo obbli

gatorio che trae origine da un titolo diverso (Cass. 21 giugno

1956, n. 2206, Foro it., Eep. 1956, voce Garanzia, n. 8 ;

18 marzo 1957, n. 929, id., Rep. 1957, voce cit., n. 10 ; 3 novembre 1959, n. 3264, id., Rep. 1959, voce cit., n. 2). Essendo in tal caso il rapporto di garanzia basato su titoli

distinti, autonomi s indipendenti, la relativa azione assume

sostanzialmente i caratteri e la portata di una rivalsa di

danni, la quale e proponibile appena sia stata posta in

essere dal terzo la molestia giudiziaria e puõ autorizzare

anclio una contestuale pronunzia sulla causa principale, e

su quella accessoria di garanzia. Tuttavia, poich6 la condanna del garante verso il ga

rantito b ovviamente sussidiaria rispetto alia condanna

del garantito verso il terzo creditore, la prima b pur sempre condizionata in executivis alia sussistenza di un danno, val

quanto dire al verificarsi di un quid pluris, rispetto alia

condanna del garantito, identificabile o con l'avvenuto

adempimento degli obblighi derivanti dalla sentenza emessa

a favore del terzo o, quanto meno, con un comportainento di costui che quel pregiudizio economico renda attuale

ed inevitabile attraverso una procedura esecutiva gižt in

atto.

Nella specie i giudici di merito hanno ritenuto neces

sario, ai fini della esecuzione della condanna di rivalsa, l'ef

fettivo adempimento della obbligazione principale. Ma,

anche volendo considerare il danno del garantito con un

criterio di maggiore larghezza, la semplice notifica dei pre

cetti da parte delle ditte cecoslovacche non sarebbe mai di

per s6 idonea a realizzare la instaurazione di un vero e

proprio procedimento esecutivo, inteso a dare concretezza

al pregiudizio economico del garantito. II rigetto della impugnazione importa la condanna della

ricorrente alia perdita del deposito ed alia rivalsa delle

spese processuali. Per questi motivi, rigetta, ecc.

M. T.

CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE.

Sezione 111 civile ; sentenza 22 luglio 1963, n. 2011 ; Pres.

Mastrapasqua P., Est. Capaccioli, P. M. Pisano

(concl. conf.) ; Massenzi (Aw. Salciabini) c. Roselli

Chiucchi \Ayv. Gobbi, Mancini).

(Oonferma A pp. Perugia 8 jebbHiio 1961)

Iiocazione — Mortc del eomliittore — Durrta residua

inferiore all'anuo — Estinzione automatica del

rapporto — Inammissibilita (Cod. civ., art. 1614).

Locazione — Regime vineolistico — Immohili de

stinali ad uso diverse da abitazione — Sede di

partilo politico — Morte del conduttore — Pro

rocja legale — Beneiiciario (Legge 23 maggio 1950

n. 253, disposizioni sulle locazioni, art. 1).

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