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Sezione IV; decisione 6 marzo 1963, n. 132; Pres. D'Avino P., Est. Cuccia; Veschi (Avv. De Paolis) c. Prefetto di Roma (Avv. dello Stato Casamassima) e Comune di Roma (Avv. Rago) Author(s): F. S. Source: Il Foro Italiano, Vol. 86, No. 10 (1963), pp. 425/426-429/430 Published by: Societa Editrice Il Foro Italiano ARL Stable URL: http://www.jstor.org/stable/23153030 . Accessed: 25/06/2014 03:38 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Societa Editrice Il Foro Italiano ARL is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Il Foro Italiano. http://www.jstor.org This content downloaded from 185.2.32.24 on Wed, 25 Jun 2014 03:38:00 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

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Sezione IV; decisione 6 marzo 1963, n. 132; Pres. D'Avino P., Est. Cuccia; Veschi (Avv. De Paolis)c. Prefetto di Roma (Avv. dello Stato Casamassima) e Comune di Roma (Avv. Rago)Author(s): F. S.Source: Il Foro Italiano, Vol. 86, No. 10 (1963), pp. 425/426-429/430Published by: Societa Editrice Il Foro Italiano ARLStable URL: http://www.jstor.org/stable/23153030 .

Accessed: 25/06/2014 03:38

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425 GIURISPRUDENZA AMMINISTRATIVA 426

1947 n. 820 e prorogato con decreto legisl. 5 maggio 1948 n. 527. (1)

La Sezione, ecc. — Gli art. 2 e 3 del decreto legisl. 4

agosto 1947 n. 820, con il quale sono state dettate le « norme

per un concorso nazionale riservato ai titolari di farmacie

in zone di confine occupate o fuori del territorio nazionale

o in territori esteri ed ai titolari di farmacie distrutte per eventi bellici », prevedono espressamente la eventuality di

piu concorsi. Esse parlano infatti (art. 2) di « concorsi ri

servati a coloro clie si trovino nelle condizioni previste dall'art. 1 » (che appartengono, cioõ, alle categoric sopra

menzionate) e l'art. 13 di « altro eventuale concorso bandito

a termini del presente decreto », siccko l'intestazione del

provvedimento legislatiyo (norme per un concorso nazionale) non riproduce esattamente il suo contenuto, e le disposizioni

(art. 3 e segg.), con cui il concorso viene indetto e regolato, non escludono, nella previsione del legislatore, la possibility di altri concorsi, egualmente riservati ai sensi dell'art. 2.

Ciõ non significa perõ che, come sostiene il ricorrente,

questi concorsi possano essere indetti ancbe dopo la scadenza

del termine previsto dall'art. 3 (« il concorso & indetto entro

tre mesi dall'entrata in vigore del presente decreto ») e

prorogato al 30 giugno 1948 dall'art. 1 decreto legisl. 5

maggio 1948 n. 527 : che, ciofe, il decreto legisl. 4 agosto 1957 n. 820, conferisca all'Amministrazione una facoltä

non limitata nel tempo e stabilisca, perciõ, a favore di

determinate categorie di cittadini, una speciale deroga per manente alle norme del t. u. 27 luglio 1934 n. 1265, che di

sciplinano il conferimento delle farmacie. Non soltanto,

infatti, contrasta con tale conclusione il carattere eccezionale

del decreto n. 820, il quale, come ha osservato la Sezione

nella decisione 16 novembe 1949, n. 412 (Foro it., Eep. 1950, voce Farmacia, n. 22), richiamata nel provvedimento im

pugnato, contiene, rispetto alle norme del t. u. citato, una

« deviazione che, se pur giustificata da altre ragioni morali

e sociali, richiedeva i piu rigorosi limiti di obietto e di

tempo », ma le stesse norme che prevedono l'eventualita di

altri concorsi speciali (in particolare gli art. 2 e 13,1° comma)

implicanol'esistenza di un termine di efficacia e sono, perciõ, come l'intero provvedimento, eccezionali e transitorie.

Tanto l'uno, quanto l'altro articolo prevedono infatti

concorsi riservati, le cui modality d'attuazione sono quelle stabilite dall'art. 3 e segg. In questo senso e esplicito l'art. 3, il quale, come si 6 rilevato, parla di « altro eventuale con

corso bandito a termini del presente decreto » e cio& iden

tico a quello previsto dall'art. 3, sia per i soggetti che posso no parteciparvi, sia per l'oggetto, sia per le forme ed i ter

mini che debbono essere osservati.

II concorso regolato dall'art. 3 e segg. riguarda (come e

precisato nella eitata decisione e come chiaramente si

desume dallo stesso art. 3) tutte le sedi farmaceutiche di

sponibili alia data del bando, ad eccezione di quelle sog

gette a titoli di preferenza assoluti; e le sottrae tutte al

normale sistema di conferimento.

Poich& tanto l'art. 3 decreto n. 820, quanto l'art. 1

decreto legisl. 5 maggio 1948 n. 527 prevedono un termine

massimo « entro » il quale il concorso puõ essere bandito,

poteva, in astratto, verificarsi la eventuality che il bando

precedesse la scadenza ultima del termine (30 giugno 1948) e che, nel periodo compreso tra la data del bando ed il

compiersi del termine, si determinasse una nuova e non

prevista disponibilitä di sedi riservate. Questa situazione, in ipotesi possibile, spiega l'espressione « concorsi riservati »

adoperata nell'art. 2 e spiega perche l'art. 13, 1° comma, di

chiari « eventuale » un altro concorso e ne precisa lo svolgi

(1) In termini, Cons. Stato, Sez. IV, 28 maggio 1952, n.

563, Foro it., Rep. 1952, voce Farmacia, n. 36 e 16 novembre

1949, n. 412, id., Rep. 1950, voce cit., n. 22, eitata nella presente decisione, deliberata il 23 maggio 1962 e pubblicata il 10 aprile 1963.

Nel senso che pasäono essere ammessi a partecipare ai concorsi per profu?hi anche i cittadini italiani gi;\ residenti in Tunisia seppure indennizzati, v. Cons. Stato, Sez. IV, 22 giugno 1951, id., Rep. 1951, voce cit., n. 29.

Il Fobo Italiano — Volume LXXXV1 — Parte III-29.

mento « a termine del presente decreto » e cioe, secondo le

norme iu. esso contenute, anehe per quanto concerne il

termine ultimo, entro il quale il bando avrebbe potuto non

a vere luogo. £5 perciõ esatto quanto si afferma nella decisione 16

novembre 1949, n. 412, in merito all'impossibilita di bandire

altri concorsi riservati con le modalita ed a lie condizioni pre viste dal decreto n. 820 dopo la scadenza del termine al

riguardo fissato ; ed e, conseguentemente, legittimo il prov vedimento impugnato, il quale, richiamandosi alla eitata

decisione, ripete sostanzialmente questo concetto.

Per le considerazioni clie precedono e che hanno carat

tere assorbente il ricorso deve essere respinto. Per questi motivi, rigetta, ecc.

C0NS1GLI0 Dl STATO.

Sezione IV ; decisione 6 marzo 1963, n. 132 ; Pres. D'A

vino P., Est. Cuccia ; Veschi (Ayy. De Paolis) c.

Prefetto di Eoma (Aw. dello Stat.o Casamassima) e

Comune di Koma (Aw. Kago).

Piano regolatore, di ricostruzione e disciplina delle

costruzioni — Piano regolatore particolareggiato di Roma — Seadenza — Proroga.

Piano regolatore, di ricostruzione e disciplina delle

costruzioni — Piano di Roma — Espropriazioni con procedura abbreviata — Utilizzazionc di stato

di consistenza giä redatto per altro scopo — Inam

missibilitä (Legge 24 marzo 1932 n. 355, conversione

in legge, con modificazioni, del r. d. 1. 6 luglio 1931

n. 981, con il quale sono stati approvati il piano rego latore di Koma e le norme generali e le prescrizioni tec

niche di attuazione, art. 11).

La seadenza di un piano regolatore particolareggiato di Roma

I prorogata jino al momento dell'entrata in vigore del nuovo

piano regolatore generale in corso di approvazione. (1) il illegittimo il deereto di espropriazione, emanato in esecu

zione del piano regolatore di Roma, che non sia preceduto dallo stato di consistenza, da redigersi in contraddittorio, reso necessario dalla mancata aecettazione delV indennitä

da parte del proprietario, ancorche sia stato preeedente mente redatto, ai fini dell'occupazione di urgenza, altro

stato di consistenza. (2)

(1) V., per le conseguenze della mancanza del termine entro cui le espropriazioni previste dal piano particolareggiato debbano essere compiute, Cons. Stato, Ad. gen., 30 maggio 1962, n. 5, eitata nella motivazione, Foro it., 1962, III, 260, con nota di ri chiami, cui adde Sez. IV 13 marzo 1963, n. 155, retro, 376, con nota di richiami. Sulla competenza del Consiglio di Stato per I'impugnazione del deereto di esproprio emesso sul presupposto del piano scaduto, y. Sez. IV 5 luglio 1961, n. 395, Foro it., 1961, III, 209.

(2) In termini, v. Cons. Stato, Sez. IV, 13 luglio 1960, n. 738, Foro it., Rep. 1960, voce Piano regolatore, n. 119.

Per la funzione dello stato di consistenza nel corso della pro cedura abbreviata per le espropriazioni in attuazione del piano regolatore di Roma, v. Collegio per le espropriazioni presso la Corte d'appello di Roma 4 agosto 1933, id., Rep. 1934, voce

Espropriazione per p. i., n. 141 ; App. Roma 2 dicembre 1932, id., Rep. 1933, voce cit„ n. 24.

Sulla natura di giudice speciale del Collegio per le espro priazioni del piano regolatore di Roma, v. Cass. 16 maggio 1963, n. 1239, in questo fascicolo, I, 2190, con nota di richiami.

• • •

1. — Per inquadrare esattamente questa decisione nella

precedente giurisprudenza, occorre distinguere l'ipotesi in esame, in cui lo stato di consistenza redatto per l'occupazione d'urgenza ai sensi dell'art. 71 della legge 25 giugno 1865 n. 2359 era stato fatto valere dall'autoritA espropriante an che per la definizione del valore dell'immobile ai fini dell'espropriazione definitiva con

procedura abbreviata, dalla/ diversa ipotesi in cui il primo stato

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427 PARTE TERZA 428

La Sezione, ecc. — Col primo motivo si denuncia vio

lazione deU'art. 16 della legge urbanistica 17 agosto 1942

n. 1150, in quanto l'esproprio e stato effettuato dopo dieci

anni dall'approvazione del piano particolareggiato, di

sposta con decreto 29 giugno 1940.

L'ecoezione e infondata. Com© ha affermato l'Adunanza

plenaria con decision© 30 maggio 1962, n. 5 (Foro it., 1962,

III, 260), alia cui ampia dimostrazione si rinvia, i piani

particolareggiati per la citta di Roma, anelie se non con

tengono un limite esplicito di durata, sono tuttayia sog

di consistenza sia stato posto a base di una nuova occupazione d'urgenza. II Consiglio di Stato ritiene che solo nella prima ipotesi ricorra viclazione deile noime che impongono all'espru priante l'obbligo di redigere io stato di consistenza nel corso della procedura abbreviata (art. 11 legge 24 marzo 1932 n. 355, di cui qui ricorre Tapplicazjione ; 70 decreto legisl. 10 aprile 1947 n. 261, sull'edilizia popolaie ptr i senza tetto ; 9 decreto

legisl. luog. 1° marzo 1945 n. 154, sui piini di ricostru zione degli abitanti danneggiati dalla guerra; 9 legge 27 otto bre 1951 n. 1402, che modifica il precedente decreto) ; e ray visa il fondamento di questo obbligo nella possibility che si siano verificati mutamenti nella consistenza e nel valore degli immobili che solo il verbale puõ accertare : cosi Cons, giust. amm. sic. 23 novembre 1962, n. 444, Foro it., Rep. 1962, voce Piano regolatore, n. 87 (pur escludendo poi, in concreto, l'illegit timita dell'espropriazione fondata su un precedente stato di consistenza in quanto era divenuto impossibile qualsiasi muta mento del valore : espropriato infatti un fondo dopo ohe la sua costruzione era stata distrutta dalla guerra, era impcssibile che si determinasse una modificazione del valore, tanto piü che l'am ministrazione vi aveva costruito una via pubblica); e Cons.

Stato, Sez. IV, 13 luglio 1960, n. 738, id., Rep. 1960, voce cit., n. 119.

In contrario avviso e andata l'Adunanza plenaria la quale, con la decisione 27 febbraio 1956, n. 3, id., 1956, III, 181, ha ritenuto che lo stato di consistenza formato per una presa di

possesso anticipata, in contraddittorio con i proprietari, possa servire di base per la successiva espropriazione (col. 183).

Nell'altra ipotesi sopra accennata, invece, il Consiglio di Stato ritiene che lo stato di consistenza possa costituire la base di accertamento del valore del bene anche per una successiva

occupazione, sia pure in applicazione di norme diverse da quelle, sulla base delle quali si era proceduto alia prima occupa zione : v. Cons. Stato, Sez. IV, 22 settembre 1960, n. 786, id., Rep. 1960, voce Espropriazione per p. i., n. 229 (in extenso in Foro amm., 1960, I, 737, spec. 742) e Cons. Stato, Sez. V, 19 dicembre 1953, n. 855, Foro it., Rep. 1953, voce cit., n. 134.

Ora, a stretto rigore di logica, se la ragione dello stato di con sistenza e di accertare l'esatto valore del bene al momento dell'oc

cupazione — al momento cio£ in cui si iniziano le trasforma zioni che renderebbero assai difficile definirne il primitivo valore ai fini della liquidazione dell'indennit& — dovrebbe ritenersi che questo non possa estendere la sua efficacia oltre il procedi mento in cui e inserito, e che quindi non possa venir utilizzato ai fini di una seconda occupazione, ad es. qualora fosse stata annullata la prima. Questo atto infatti puõ accertare la consistenza del bene nel solo momento in cui sia redatto, e poiche la nuova

occupazione non puõ iniziarsi che in un'epoca successiva a quel primo accertamento, si rende necessario un nuovo stato di con

sistenza, che ad essa si riferisca, per definire l'entit& del sacri ficio patrimoniale del privato, al momento dell'occupazione. Si dovrebbe cioe criticare la giurisprudenza qui sopra indicata che ammette la legittimit& della nuova occupazione fondata su un precedente accertamento del valore.

Ma a questa conclusione si oppongono due considerazioni. La prima e che la funzione dello stato di consistenza & quella di accertare un valore attuale del bene : valore attuale che, quindi, puö non aver subito modificazioni rispetto al valore che aveva al momento della prima occupazione e che, comunque, non essendo

possibile che durante il periodo dell'occupazione il privato abbia

compiuto opere atte a modificare la consistenza del bene, e conse

guentemente a mutarne il valore, former^ oggetto delle conte stazioni sulla misura dell'indennitä. La seconda considerazione concerne invece l'ammontare delFindennitä spettante al privato :

poich& a questa dovra aggiungersi il risarcimento del danno causato

dalPillegittima occupazione, pare che in ogni caso il privato possa conseguire quanto a buon diritto gli spetta.

Riesce quindi chiaro che la redazione di un nuovo stato di consistenza sara necessaria in quella ipotesi — che appare perõ difficile configurare per il concetto stesso di occupazione da parte dell'amministrazione — in cui si sia determinata una modifica zione della consistenza effettiva del bene. In questo caso il risar

getti ai termin© final© unico di 25 anni stabilito dal piano g©n©ral©, approvato con la legge 24 marzo 1932 n. 355. Tal© t©rmin©, cli© non ©ra ancora scaduto alia data di en trata in vigor© della l©gg© urbanistica 17 agosto 1942 n. 1150, & stato prorogato con successive disposizioni che valgono tanto per i piani r©golatori g©n©rali quanto p©r i piani parti colareggiati. Piu precisamente, per i comuni che, come

Roma, risultano inclnsi negli elenchi di cni all'art. 8 della

legge nrbanistica (Roma e compresa nel primo elenco ap provato con decreto interministeriale 11 maggio 1954,

cimento per l'illegittima occupazione non potrebbe trovar luogo per l'inesistenza del danno, e conseguentemente solo la redazione dello stato di consistenza puö individuare i nuovi elementi co stitutivi del valore del bene. Pare quindi che si possa concludere, per questa ipotesi, che non si determini un danno del cittadino per il solo fatto formale di non redigere un nuovo stato di consi stenza.

2. — Piii coinplesso e invece il discorso nell'altrra ipotesi, quando cioe lo stato di consistenza venga per la seconda volta utilizzato ai fini di un'espropriazione : si noti, di un'espropria zione con procedura abbreviata, in quanto nell'espropriazione regolare successiva all'occupazione di urgenza si procedera se condo le norme degli art. 16 segg. della legge del 1865, con tutte le formality per la identificazione dei beni ivi previste, mentre nell'espropriazione con procedura abbreviata questo complesso iter di identificazione non si da, essendo sostituito nella formula delle leggi che lo prevedono, da « uno stato di consistenza re datto in contraddittorio con i proprietari». Si puö qui ammet tere che lo stato di consistenza redatto per l'occupazione valga anche per l'espropriazione secondo questa procedura ?

II punto centrale della questione sta, secondo la lettera della legge» nel fatto che per la redazione dello stato di consistenza se condo l'art. 71 legge 25 giugno 1865 n. 2359 non e necessario il contraddittorio con il proprietario, il quale e invece richiesto dalle norme delle leggi speciali che si valgono di questo stru mento per l'individuazione dei beni nella procedura espropriativa abbreviata. La ratio della norma & chiara : poiche infatti, per l'art. 73, 2° comma, quando si debba far luogo all'occupazione definitiva l'esatta individuazione dei beni ai fini dell'indennita viene garantita dal procedimento degli art. 16 segg., non e stret tamente necessario che, per un'occupazione dichiarata urgente ed indifferibile, si faccia luogo ad un accertamento in contrad dittorio ; quando invece l'espropriazione si svolga con proce dura diversa da quella prevista negli art. 16 e segg., la tutela del privato trova un validissimo presupposto nella sua partecipazione alia compilazione dello stato di consistenza. Cosi stando le cose, dunque, dovrebbe ritenersi, come ha ritenuto la presente deci sione, la assoluta inammissibilita dell'utilizzazione di uno stato di consistenza non redatto in contraddittorio, quando con questo una fondamentale garanzia del privato venga meno.

Ma questa considerazione, senza evidentemente perdere nulla della sua ammissibilitä- da un punto di vista logico, incontra una limitazione, se cosi si puõ dire, di fatto, in ciö che il Consiglio di Stato e venuto via via elaborando una giurisprudenza, ormai consolidata, per cui e inammissibile lo stato di consistenza redatto ai sensi dell'art. 71 legge 1865, n. 2359 senza il con traddittorio (o la possibility del contraddittorio, ciö che e lo stesso) con il proprietario. Si vedano a tale proposito le deci sioni Sez. IV 14 febbraio 1962, n. 183, Foro it., Rep. 1962, voce Espropriazione per p. i., n. 183, che addirittura qualifica inesi stente lo stato di consistenza quando sia stata invitata persona diversa dal proprietario ; Cons, giust. amm. sic. 2 febbraio 1959, n. 44, id., Rep. 1959, voce cit., n. 234 ; 2 febbraio 1959, n. 58, ibid., n. 238, che, oltre a ritenere illegittimo il decreto di occupa zione per il mancato avviso ai proprietari della data in cui si sa rebbe proceduto alia formazione dello stato di consistenza, consi dera irrilevante il fatto che il privato abbia partecipato alle ope razioni, perche la mancanza del preavviso non gli aveva consen tito di provvedersi di assistenza tecnica e legale; Cons, giust. amm. sic. 17 ottobre 1958, n. 221, id., Rep. 1959, voce cit., n. 236 ; Cons. Stato, Sez. VI, 16 aprile 1958, n. 229, id., Rep. 1958, voce cit., n. 232, di contenuto analogo alia dec. Cons, giust. amm. sic. n. 58 del 1959 ; Sez. IV 24 ottobre 1958, n. 751, ibid., n. 242 ; 24 maggio 1957, n. 569, id., Rep. 1957, voce cit., n. 168 ; 24 ot

tobre 1956, n. 1158, id., Rep. 1956, voce cit., n. 166 ; 25 gen naio 1956, n. 29, ibid., n. 166 bis ; 20 giugno 1956, n. 601, ibid., n. 162 ; Cons, giust. amm. sic. 5 marzo 1956, n. 54, ibid., n. 196 : le quali segnano un'importantissima evoluzione rispetto alle de cisioni della precedente giurisprudenza la quale riteneva invece che non potesse quali f.carsi illegittima la procedura di occupazione d'urgenza per il solo fatto che lo stato di consistenza fosse stato

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429 GIURISPRUDENZA AMMIN1STRATIVA 430

n. 391, pubblicato nella Gaezetta ufficiale n. 120 del 20 mag gio 1954) la scadenza 6 stata prorogata ope legis al momento dell'entrata in vigore del nuovo piano regolatore generale, il quale, com'fe noto, non e stato ancora approvato. Da quanto precede risulta che il piano particolareggiato di cui al r. decreto 29 giugno 1940 era ancora in vigore quando e stato emanato. Pertanto la doglianza, essendo priva di

fondamento, va respinta. Col secondo motivo si denuncia violazione dell'art. 11,

2° capov., della legge 24 marzo 1932 n. 355, ehe approvõ il

piano regolatore generale di Koma, in quanto, non avendo il ricorrente accettato l'indennita offerta, si sarebbe dovuto

redigere lo stato di consistenza dei beni da espropriare, in

contraddittorio col proprietario. La censura e fondata.

L'art. 11, 3° comma, della legge speciale stabilisce che, in caso di mancata accettazione deirindennitü di esproprio offerta dal comune, il deposito della indennitä debba essere

preceduto da un dettagliato stato di consistenza, da redi

gersi in contraddittorio con gli espropriandi, preyio invito

ad intervenire alle operazioni relative.

Come questa Sezione ha messo in rilievo nella decisione

13 luglio 1960, n. 738 (Foro it., Kep. 1960, voce Piano reqo latore, n. 119), e chiara la peculiare funzione cui, nella pro cedura abbreviata di espropriazione contemplata nelle leggi

speciali relative all'approvazione di piani regolatori gene rali di talune cittä, assolve la redazione dello stato di con

sistenza in contraddittorio. Mancando, in questi casi, la

perizia giudiziaria disciplinata dagli art. 31 e seguenti della legge del 1865, si e voluto dare ai privati interessati

la possibility di far rilevare sul posto all'Amministrazione

espropriante quelle circostanze e quelle particolarita dei

luoghi atte a dimostrare, tra l'altro, anche l'eventuale

insufficienza dell'indennita offerta, consacrando in un atto

compilato con la collaborazione degli interessati i dati di

fatto che possano risultare utili ai fini dell'eventuale tutela

giurisdizionale delle ragioni dell'espropriato nei confronti

dell'espropriante. Tali essendo le f inalitä proprie di questo particolare atto,

appare evidente che esso, contrariamente a quanto sosten

gono l'Avvocatura dello Stato e la difesa del Comune, non

puõ legittimamente essere sostituito da uno stato di consi

stenza redatto molti mesi prima dell'espropriazione (2 feb

braio 1960) in occasion© del ben di verso ed autonomo pro cedimento di occupazione d'urgenza.

Con tale prccisazione rimane altresl confutato l'argo mento difensivo da ultimo addotto dai patroni delle Am

ministrazioni resistenti, secondo il quale il precetto di cui

redatto non in contraddittorio con gli interessati: v., per tutte, Sez. V 13 marzo 1953, n. 149, id., 1953, III, 127; Cons, giust. amm. sic. 16 giugno 1954, n. 99, id., Rep. 1954, voce cit., n. 149 ; 19

giugno 1958, n. 143, id., Rep. 1958, voce cit., n. 202. Sull'argo mento, per la necessity del contraddittorio, si veda anche

Testa, Disciplina edilizia, 1960, pag. 334. In tal modo, la premessa, da cui si poteva dedurre l'ille

gittimitä dell'espropriazione con procedura abbreviata che avesse a base lo stato di consistenza redatto per l'occupazione ■— che cioe mancasse la garanzia del privato — viene meno. Pare

quindi lecito inferirne non che con l'utilizzazione di uno stato di consistenza si farebbe luogo ad una confusione di procedi menti, in quanto comune presupposto e solo l'accertamento sul bene ; ma che in tanto questo elemento di certezza põssa essere fatto valere in altro procedimento, in quanto esso sia assistito, nella fase di redazione per l'occupazione, dalla garanzia del con traddittorio tra le parti.

Si potrebbe osservare che, qualora il verbale di consistenza non sia stato redatto in contraddittorio, e dia luogo ad un'illegit timitä del provvedimento, questa illegittimita concerna solo

l'ammontare dell'indennita, e non tutta l'espropriazione. Ma e da obiettare a quest'osservazione che lo stato di consistenza non

riguardala determinazione dell'indennita, ma l'individuazione d> i beni su cui questa verrä, determinata. L'illegittimit& quindi con cerne una fase essenziale del procedimento di espropriazione, che

travolge con se la determinazione dell'indennita, in quanto non

sono stati esattamente individuati i beni su cui l'espropriazione si svolge.

F. S.

ai eit. art. 11 dovrebbe ritenersi osservato, in quanto lo stato di consistenza, redatto in vista dell'occupazione d'urgenza conteneva neile premesse esplicito richiamo alia

legge 24 marzo 1932 n. 355, per cui esso era redatto non soltanto ai sensi e per gli effetti dell'art. 71 della legge del

1865, ma anche ai fini dell'operativit& dell'art. 11 della ei tata legge del 1932. Cosi ragionando, si confondono istituti e procedimenti diversi, con palese violazione di legge ed eecesso di potere.

Per le esposte considerazioni, e senza clie occorra scen dere aU'esame degli altri motivi, che rimangono assorbiti, il ricorso deve essere accolto, con conseguente annullamento dell'atto impugnato, salvi gli ulteriori provvedimenti del rAmministrazione.

Sussistono giusti motivi per compensare fra le parti le

spese del giudizio. Per questi motivi, ecc.

C0NSIGL10 DI STATO.

Sezione IV ; decisione 20 febbraio 1963, n. 82 ; Pres. C. Bozzi P., Est. Granito ; Tanari, Ruini (Avv. Barillaro,

Gaudenzi) c. Prefetto di Reggio Emilia (Avv. dello Stato

Tracanna) e Soc. Oleifioio di Veggia (Avv. Dallari).

Espropriazione per pubblico intcresse — Strade pri vate — Diehiarazione di pubblica utilitä — Com

petenza del prefetto — Esclusionc (Legge 25 giugno 1865 n. 2359, sulle espropriazioni per pubblica utilitä, art. 10).

Esula dalla competenza del prefetto la diehiarazione di pubblica utilitä della eostruzione di strada che non possa quali

ficarsi provinciale, comunale, eonsorziale o vicinale di uso pubblico (nella specie, per il rifiuto della provincia e del comune di acquistare la proprietä dell'opera in pro

getto, e per non essersi costituita sovr'essa una servitu di uso pubblico). (1)

La Sezione, ecc. — II Collegio ritiene fondata la censura

formulata con il secondo motivo (incompetenza del prefetto a dichiarare la pubblica utilitä dell'opera in oggetto). Com'fe noto, la competenza del prefetto a dichiarare la pub blica utilitä di un'opera, ammessa, in via genera le, per le

opere da eseguire a cura e spese degli enti pubblici locali,

per le quali non sia chiesto o non spetti alcun tributo dello

(1) Risultano solo due precedenti in termini: il primo, Cons.

Stato, Sez. V, 14 settembre 1946, Foro it., Rep. 1946, voce Giu stizia amministrativa, n. 93, che ha ritenuto la sussistenza delle

gravi ragioni di sospendere l'esecuzione del provvedimento pre fettizio con il quale si dichiarava la pubblica utilitä della eostru

zione di una strada di acoesso ad una pineta privata (non si e potuta rintracciare la decisione in extenso) ; il secondo, risa

lente al primo anno di vita del Foro, Oons. Stato 26 aprile 1876,

id., Rep. 1877, voce Espropriazione, n. 6, con cui si era ritenuto

che potesse concedersi la diehiarazione di pubblica utilitä per la eostruzione di una strada privata, quando per l'obbligo as

sunto ne restassero avvantaggiati il pubblico, l'agricoltura, i

commerci. Sui limiti della competenza del prefetto, v., in relazione

alle numerosissime leggi successive e specialmente al decreto

pres. 30 giugno 1955 n. 1534, Cons. Stato, Sez. IV, 13 giugno 1961, n. 349, id., Rep. 1961, voce eit., nn. 55, 56 ; 28 febbraio

1956, n. 276, id., Rep. 1956, voce cit., n. 20. Sulla qualificazione della strada come « comunale » ai fini

della competenza del prefetto, v. Cons. Stato, Sez. IV, 24 aprile

1912, id., Rep. 1912, voce cit., n. 17, per cui quando la strada

si trovi nelle immediate adiacenze della cittä, onde intorno ad

essa sia prevedibile il prossimo sviluppo della cittä, deve rite

nersi compresa nell'abitato, con lo spostamento della compe tenza dal prefetto al Ministro per i lavori pubblici.

V. anche Cons. Stato, Sez. V, 9 giugno 1939, id., Rep. 1939, voce cit., n. 23, che presuppone alia decisione la competenza del prefetto per la diehiarazione di p. u. di una eostruzione di

strada comunale.

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