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1 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL TRIBUNALE DI MILANO Sezione specializzata in materia di impresa nella persona del giudice Guido Vannicelli ha pronunciato la seguente SENTENZA nella causa civile di I° grado iscritta al n. 73424/2011 R.g. promossa da Carlo DI GIACOMO (c.f. DGCCRL44L18C632X), elettivamente domiciliato in Milano, via Chiossetto 12, presso il procuratore e difensore avv. Marina VALLINO, che lo rappresenta e difende unitamente agli avv.: Luisa DI GIACOMO, Mario TORONESE e Alessandra PENE VIDARI attore contro UNENDO S.p.A. (c.f. 00890240153), elettivamente domiciliata presso lo studio Orrick Herrington & Sutcliffe in Milano, corso Matteotti 10, rappresentata e difesa dagli avv. Riccardo TROIANO e Nicoletta MASSUCCI convenuta CONCLUSIONI Per l'attore: Firmato Da: PRIMAVERA ROBERTO Emesso Da: POSTECOM CA3 Serial#: 4c83e - Firmato Da: VANNICELLI GUIDO Emesso Da: POSTECOM CA2 Serial#: b6d5f Sentenza n. 5461/2014 pubbl. il 28/04/2014 RG n. 73424/2011 http://bit.ly/RSWCr0

Sezione specializzata in materia di impresa · e Alessandra PENE VIDARI attore contro ... dell'impianto brasiliano di GEA, cfr. pagg. 11 - 15 & 18 - 19 della citazione e i documenti

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REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

IL TRIBUNALE DI MILANO

Sezione specializzata in materia di impresa

nella persona del giudice Guido Vannicelli

ha pronunciato la seguente

SENTENZA

nella causa civile di I° grado iscritta al n. 73424/2011 R.g. promossa da

Carlo DI GIACOMO (c.f. DGCCRL44L18C632X), elettivamente domiciliato in

Milano, via Chiossetto 12, presso il procuratore e difensore avv. Marina VALLINO, che

lo rappresenta e difende unitamente agli avv.: Luisa DI GIACOMO, Mario TORONESE

e Alessandra PENE VIDARI

attore

contro

UNENDO S.p.A. (c.f. 00890240153), elettivamente domiciliata presso lo studio Orrick

Herrington & Sutcliffe in Milano, corso Matteotti 10, rappresentata e difesa dagli avv.

Riccardo TROIANO e Nicoletta MASSUCCI

convenuta

CONCLUSIONI

Per l'attore:

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Per la convenuta:

Piaccia all’Ill.mo Tribunale adìto, contrariis reiectis:

- in via pregiudiziale e preliminare, accertata e rilevata la inammissibilità e/o illegittimità e/o

improponibilità delle domande di cui al lettera b) e c), (i) delle conclusioni contenute nell’atto di

citazione avversario per i motivi esposti in narrativa, rigettare le stesse;

- in via pregiudiziale e preliminare, accertato e rilevato il difetto di legittimazione attiva del Di

Giacomo in ordine alla domanda di cui al lettera c) (ii) delle conclusioni contenuta nell’atto di

citazione avversario per i motivi esposti in narrativa, rigettare la stessa;

- in via principale nel merito, dichiarare inammissibili e/o illegittime e comunque rigettare tutte

le domande avanzate dall’ Ing. Di Giacomo perché infondate in fatto e in diritto, con tutte le

conseguenze di legge.

Con particolare riferimento alla domanda di cui al lettera c) (ii) delle conclusioni contenuta

nell’atto di citazione avversario, Unendo, riportandosi integralmente alle deduzioni svolte all’udienza

del 06.03.2013, da intendersi ritrascritte nel presente atto, dichiara di non accettare il contraddittorio

in relazione a tale domanda, a seguito dell’illegittima modificazione della causa petendi operata da

parte attore nella sua memoria del 12.12.2012, non più indicata nel “danno connesso alla mancata

esecuzione del contratto del 12.11.2010 e alla perdita del relativo introito, pari ad € 22,5 milioni”, ma

nel prezzo delle 1860 azioni FLEC che Emas Ambiente Finance S.a.r.l. era disposta a pagare nel 2001.

Con ampia riserva di articolare ulteriori prove e produrre documenti, anche all’esito delle difese

avversarie.

RAGIONI IN FATTO E IN DIRITTO

A. Il contenuto della presente sentenza si atterrà rigorosamente al canone normativo

dettato dagli artt. 132 co. 2° n. 4 c.p.c. e 118 disp. att. c.p.c., i quali dispongono che la

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motivazione debba limitarsi ad una concisa esposizione delle ragioni di fatto e di diritto

della decisione, specificando che tale esposizione deve altresì essere succinta e possa

fondarsi su precedenti conformi;

B. Sottoponendo all'autorità giudiziaria l'annosa controversia scaturita dal contratto

concluso con l'allora EMAS AMBIENTE FINANCE S. a r.l.1 il 6/6/2001 (in forza del

quale l'ing. DI GIACOMO aveva trasferito alla EMAS, al prezzo di 5 miliardi e mezzo

di vecchie lire, una partecipazione pari al 60% nella FLEC INVEST(I)MENTS

HOLDING S.A.2 "unicamente al fine di acquisire il 53% del capitale sociale della GEA

GESTAO" de Empreendimentos Ambientais Ltda.3 attiva in progetti ambientali

brasiliani) e sfociata, dopo arbitrato irrituale di equità durato circa tre anni e mezzo, nel

lodo datato 30/3/2010 con il quale il collegio arbitrale aveva da un lato accertato la

validità ed efficacia del recesso di EMAS dal contratto (respingendo tuttavia la domanda

di restituzione dell'acconto pari a ben un miliardo di lire che l'ing. DI GIACOMO aveva

ricevuto lo stesso 6/6/2001) e dall'altro dichiarato l'obbligo della UNENDO di restituire

le 1.860 azioni al portatore della FLEC in suo possesso4, Carlo DI GIACOMO:

- previo riepilogo di tutti i fatti relativi al "progetto brasiliano" con particolare

riguardo all'attualità della partecipazione di UNENDO in FLEC e di questa in GEA

(della quale FLEC è affermata controllante nella misura del 99,45%) nonché ai crediti di

varia natura vantati verso GEA da FELUCA (definita "società dell'ing. Di Giacomo"),

dalla stessa FLEC e da EUROLOGOS (finanziatrice dietro la quale "effettivo

finanziatore era l'attore anche per il tramite della moglie")5,

1 Società di diritto lussemburghese poi confluita il 30/12/2004, a seguito di liquidazione, nella WASTE ITALIA S.p.A.,

oggi UNENDO S.p.A. 2 Nel prosieguo, per brevità, FLEC.

3 Di seguito, brevius, GEA: il virgolettato è tratto dalla lettera D) delle premesse del contratto, prodotto dall'attore quale suo

doc. 1. 4 Il lodo è prodotto al doc. 45 att. Ai docc. 43 & 44 sono invece rispettivamente prodotti gli atti del procedimento arbitrale

nonché copia dei provvedimenti e del verbale. 5 Per i crediti di FELUCA, anche per acquisti effettuati in Italia in relazione a beni e servizi destinati alla realizzazione

dell'impianto brasiliano di GEA, cfr. pagg. 11 - 15 & 18 - 19 della citazione e i documenti ivi citati; per quelli di FLEC,

pagg. 15 - 16 ibidem e i documenti ivi citati; e per i crediti di EUROLOGOS & Elena Conterno, pagg. 17 - 18 ibidem,

nonché ancora i docc. ivi citati.

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- ha dedotto il mancato adempimento di UNENDO (pur sollecitata con diffide dal

maggio 2010 sino al maggio 20116, in occasione delle quali l'attore aveva appreso della

messa in liquidazione giudiziaria della società e della cancellazione dal registro delle

imprese del Lussemburgo "per omesso versamento -da parte della convenuta- dei diritti

ed onorari dovuti alla banca" depositaria7) all'obbligo di ritrasferirgli le azioni della

FLEC, e per l'effetto

- ha svolto una domanda principale di condanna della UNENDO a dare esecuzione

in un breve fissando termine al ritrasferimento dovuto (a),

- nonché chiesto la condanna della convenuta:

(b) a risarcirgli il danno cagionato da tale inadempimento, indicato in misura pari

alla parte non versata del prezzo delle 1.860 azioni FLEC pattuito il 6/6/2001 (€

2.324.056,05), "a meno che la convenuta non provi per iscritto di aver eseguito,

nel fissando termine, il lodo arbitrale (...) con il trasferimento di n. 1.860 azioni

della società lussemburghese FLEC INVESTMENTS HOLDING S.A. a nome

dell'attore",

ovvero "in ogni caso" (c) a risarcirgli il danno subito in conseguenza del ritardo

nell'adempimento del lodo emesso il 30/3/2010, con riguardo sia (c.i) alla mancata

soddisfazione dei crediti vantati direttamente o indirettamente nei confronti di

GEA per € 4.602.4587,47 come riepilogati alla pagina 19 - 20 della citazione, sia

(c.ii) al danno conseguito (in termini di "perdita del relativo introito") alla

mancata esecuzione del contratto denominato "strumento particolare di contratto

d'affitto per immobile non residenziale ed altri accordi" stipulato il 12/11/2010 fra

la GEA e la brasiliana RECICLAMOSTUDO INDUSTRIA DE RECICLAGEM,

al quale il DI GIACOMO aveva partecipato quale "parte consenziente"8.

6 Cfr. docc. 46 - 50 (nonché, sub doc. 51, la risposta pervenuta dalla UNENDO S.p.A. il 26/5/2011).

7 Cfr. docc. (53 e) 54 att.

8 Cfr. doc. 52 att., alla cui clausola 2.5 si legge, nella traduzione italiana, che il contratto "avrà inizio a partire dal momento

in cui la" GEA "avrà modificato il suo contratto sociale per ridurne il capitale sociale alla situazione attuale di R$

2.111.600,00 e avrà ottenuto il rinnovo della licenza di installazione"; in relazione alla quale, nella successiva clausola 3.7,

è previsto che "l'ing. Di Giacomo dovrà, entro la scadenza di 31 di Dicembre di 2010, presentare procura e tutti i

documenti necessari per regolarizzare la GEA".

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C. La convenuta ha opposto a tali domande diverse eccezioni di carattere preliminare

che possono così riassumersi.

C).1 Anzitutto, UNENDO ha eccepito che con la domanda risarcitoria di cui al capo

(c.i) delle conclusioni e alle pagine 10 e seguenti della citazione il DI GIACOMO

avrebbe riproposto al giudice ordinario "circostanze di fatto e (...) istanze in diritto che

hanno trovato la loro definitiva definizione nella risposta ai quesiti dallo stesso

formulati in sede arbitrale".

Ciò risulterebbe dagli stessi atti depositati dal DI GIACOMO nel giudizio arbitrale già

svoltosi inter partes, ed in particolare:

dalle pagg. 8, 9 e 17 della prima memoria arbitrale del 19/2/2007,

dalle pagg. 4 - 6 della terza memoria arbitrale del 30/6/2007,

dalle pagg. 10 - 16 della sesta memoria arbitrale dell'8/6/2008,

dalla perfetta corrispondenza fra le pagg. 45 - 55 della comparsa conclusionale del

DI GIACOMO nel procedimento arbitrale e le pagg. 10 - 20 della citazione,

nonché infine dalle domande risarcitorie di cui ai quesiti 7 & 8 sottoposti dal DI

GIACOMO al collegio degli arbitri, cui questo aveva risposto alla pag. 36 del

lodo compensando espressamente ed equitativamente "i costi profusi dall'ing. DI

GIACOMO in tutto il periodo in cui egli ha ritenuto o fatto affidamento, in

ragione dell'atteggiamento di WASTE, su una definizione, giuridica, una volta per

tutte, di quel 'singolare' rapporto che si svolgeva tra le parti, con l'obbligo di

restituzione dell'acconto di lire un miliardo che discenderebbe dalla validità del

recesso".

C).2 Quanto invece alla domanda di cui al capo (b) delle conclusioni attoree, oltre al

fatto che trattavasi di domanda condizionata al ritrasferimento delle 1.860 azioni FLEC

"in relazione al quale si riconferma la piena disponibilità della Unendo", la

corresponsione di una somma pari alla parte non pagata del prezzo stabilito per tali

azioni nel contratto del 6/6/2001 era preclusa dalla declaratoria di scioglimento per

recesso dell'intero contratto pure pronunciata dal collegio arbitrale il 30/3/2010.

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C).3 Quanto ai presunti crediti (per lo più da finanziamento) che l'attore aveva fatto

oggetto delle citate conclusioni sub (c.i), la UNENDO ha altresì eccepito come da un

lato mancasse la prova della preventiva escussione della GEA che di tali somme era

l'asserita debitrice, e dall'altro che "il DI GIACOMO sarebbe a richiedere alla odierna

convenuta la restituzione di crediti non suoi, ma di società a lui collegate", con la

conseguente sua carenza di legittimazione attiva.

C).4 Quanto poi alla domanda risarcitoria di cui al capo (c.ii) delle conclusioni attoree,

la società convenuta ha obiettato che il DI GIACOMO era carente di legittimazione ad

azionare il mancato incasso di corrispettivi di un contratto -quale quello asseritamente

concluso il 12/11/2010 e prodotto sub doc. 52- la cui parte contraente era la GEA (cui il

DI GIACOMO stesso non partecipava); atteso anche che contrariamente a quanto

dedotto in citazione nonchè nella stessa premessa B dello "strumento particolare" citato

la FLEC (la mancata disponibilità delle cui azioni, nella prospettazione attorea, avrebbe

impedito alla "parte consenziente" DI GIACOMO di dar corso all'adempimento di cui

alle clausole 2.5 e 3.7 menzionate supra alla nota 8), come anche stabilito alle pagine

32 e 33 del lodo, era titolare non del 99,45 né del 53% del capitale di GEA ma soltanto

della partecipazione minoritaria del 42%.

C).5 Alla domanda principale la UNENDO S.p.A. ha dedicato invece soltanto due delle

36 pagine della propria comparsa di risposta, replicando che "le iniziative del DI

GIACOMO per procedere alla restituzione delle n. 1860 azioni FLEC detenute dal

Gruppo Unendo (...) si sono mostrate del tutto irrituali e non conformi alle procedure

burocratiche e normative richieste dalla legge" lussemburghese; e che l'intervenuto

deposito di istanza di liquidazione della FLEC in data 18/2/2010 aveva "inevitabilmente

influito negativamente sulla tempistica della procedura di ritrasferimento (...), dovendo

coinvolgere anche le istituzioni lussemburghesi competenti".

D. Preso atto delle eccezioni preliminari sollevate in rito ed in merito dalla convenuta, il

giudice ha assegnato all'attore termine per replicarvi (sfruttato con memoria del

12/12/2012), ed alla società convenuta sino al 22/2/2013 per controreplica (utilizzato

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dalla UNENDO, essenzialmente per ribadire le eccezioni stesse, con memoria del

21/2/2013).

All'esito, "rilevato che la domanda principale attinente all'attuazione del capo di

consegna delle partecipazione non abbisogna di istruttoria (...) e ritenuto che le

eccezioni relative alle ulteriori domande di carattere risarcitorio non appaiono anche

dopo lo specifico scambio di memorie manifestamente infondate, consentendo anzi una

immediata definizione della porzione di causa ad esse relativa", ha invitato le parti a

precisare le conclusioni all'udienza del 28/1/2014; donde la causa, spirati il 22/4/2014 i

termini per il deposito delle difese conclusionali, è pervenuta al Tribunale in

composizione monocratica per la decisione.

E. La causa, attesa la natura documentale della controversia (tale per cui, del resto,

l'attore nelle conclusioni definitivamente proposte al Tribunale non ha offerto mezzi di

prova costituenda né ha richiesto -neppur subordinatamente- l'assegnazione dei termini

di cui all'art. 183 co. 6° c.p.c.), può esser decisa senza necessità di ulteriore istruttoria.

E).1 Va subito rilevato come l'attore, nella memoria autorizzata intesa precipuamente a

replicare ai fatti giuridici (processuali e non) impeditivi modificativi ed estintivi posti a

fondamento delle eccezioni di parte convenuta di cui s'è dato conto supra ai paragrafi da

C).1 a C).4 compresi, si sia limitato a contestarne la pretesa portata paralizzante,

ribadendo che le proprie domande risarcitorie avevano tratto non ai "danni subiti in

conseguenza della mancata esecuzione del contratto del 2001 oggetto di arbitrato e del

lodo arbitrale, bensì" a quelli "conseguenti all'inadempimento del lodo ad opera della

Unendo".

Con il che, tuttavia, non ha invece specificamente contestato le circostanze di fatto tutte

che di quelle eccezioni costituivano e costituiscono il sostrato storico e materiale.

Ne consegue che, facendo governo della regola probatoria portata dall'art. 115 co. 1°

ultima parte c.p.c., può e deve ritenersi non contestato né abbisognevole di prova

(fondandovi quindi la decisione):

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- che le ragioni tutte di danno qui riproposte dal DI GIACOMO in relazione al capo

risarcitorio di domanda di cui alle conclusioni definitivamente formulate sub (c.i) hanno

già formato oggetto, sub specie di danni che l'attore aveva lì collegato

all'inadempimento dell'attuale UNENDO S.p.A. al contratto concluso il 6/6/2001, del

giudizio arbitrale concluso il 30/3/2010, per esservi state dall'attore stesso espressamente

introdotte ed esser state conosciute e definite (in termini di loro integrale

compensazione, in via di equità, col miliardo di vecchie lire incassato dal DI

GIACOMO quale prima tranche del prezzo) dal Collegio arbitrale (cfr. sopra al

paragrafo C).1);

- che i presunti crediti che l'attore ha qui allegato di vantare nei confronti della GEA

non sono in realtà di sua titolarità, ma di soggetti societari (ovvero persone fisiche, come

il coniuge) da lui diversi e distinti, che peraltro non li hanno né direttamente né

indirettamente esigiti dalla debitrice principale anche prima che la società brasiliana si

trovasse nelle condizioni descritte alla pagina 21 della citazione (cfr. sopra al paragrafo

C).3);

- che Carlo DI GIACOMO non è socio della GEA, della quale è invece socia (ma

soltanto nella misura del 42%) la FLEC delle cui azioni qui si controverte (cfr. supra al

paragrafo C).4);

- che gli utili sperati, e quindi i danni rivenuti -ed azionati al capo (c.ii) delle

conclusioni definitive- dal "contratto d'affitto per immobile non residenziale e (...) altri

accordi" concluso il 12/11/2010 fanno capo alla GEA e ad essa soltanto, non avendo il

DI GIACOMO, firmatario di tali accordi solo nella sua qualità di "parte consenziente",

assunto diritti, obblighi ed aspettative diverse da quelle di cui alla clausola (2.5 e) 3.7

(cfr. ancora supra al paragrafo C).4).

E).2 Le conseguenze di tali acquisizioni probatorie sulle domande del DI GIACOMO

ulteriori e diverse rispetto a quella di ottemperanza all'obbligo di ritrasferimento delle

azioni della FLEC sancito dal lodo, sono evidenti.

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Anzitutto, per stessa dichiarazione confessoria dell'attore negli atti del procedimento

arbitrale che ha preceduto al presente causa, i danni di cui al capo di domanda

risarcitoria da ultimo ribadito al punto (c.i) delle sue conclusioni sono stati causati non

dall'inadempimento della UNENDO S.p.A. al lodo del 30/3/2010, ma dal supposto

inadempimento di quest'ultima all'originario contratto del 6/6/2001.

Di tale prospettazione e ragione risarcitoria il collegio arbitrale irrituale ha già fatto

giustizia in via equitativa compensando tali danni -una volta acclarata l'efficacia del

recesso dell'allora EMAS dal contratto originario- con il miliardo di lire che il DI

GIACOMO avrebbe in linea di diritto dovuto restituire alla WASTE ITALIA /

UNENDO S.p.A.

Ne consegue che tale decisione, non impugnata in alcuna forma dal DI GIACOMO,

deve ritenersi come fatta da lui spontaneamente propria ed emanazione della sua stessa

volontà negoziale; onde la riproposizione di quegli stessi identici danni come prodotti

da un diversa diverso e successivo illecito va perciò solo disattesa senza possibilità di

suo riesame nel merito.

E).3 Quanto alla voce di danno ricondotta dall'attore all' "inadempimento derivato" del

contratto di cui al suo documento 52, è del pari dirimente che parte sostanziale di quel

contrato -del quale, peraltro, l'attore neppure ha dedotto l'intervenuta risoluzione o

contestazione ad opera della controparte brasiliana della GEA- è e resta per l'appunto

quest'ultima; onde, non essendone il DI GIACOMO neppure socio, ogni eventuale

perdita o mancato guadagno riveniente dalla mancata esecuzione dello "strumento

particolare" è sul patrimonio della GEA che unicamente può ridonda, rimanendo la

posizione dell'attore al riguardo quella di un mero (ed eventuale) danneggiato 'di

riflesso'.

Il che, unitamente alla circostanza che comunque FLEC è socia di minoranza (e non

controllante) della GEA stessa onde non si vede come la 'regolarizzazione' della

titolarità delle azioni FLEC per cui è qui causa possa aver impedito la riduzione del

capitale della GEA all'ammontare effettivo dedotto nel contratto del 12/11/2010,

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comporta il rigetto de plano della domanda risarcitoria di cui al capo (c.ii) delle

conclusioni attoree.

F. Non è stato specificamente contestato dalla UNENDO S.p.A. che la liquidazione

giudiziale cui la FLEC è stata assoggettata l'11 - 18/2/2010 dal Tribunale del

Lussemburgo (parificabile, in sostanza, ad una procedura concorsuale fallimentare) sia

stata causata dal mancato pagamento delle commissioni spettanti alla banca depositaria

delle 1.860 azioni di titolarità della convenuta, azionista al 60%.

Nè, a fronte delle legittime immediate e reiterate richieste di ottemperanza all'obbligo

di ritrasferimento azionario sancito dal lodo reso inter partes il 30/3/2010, la convenuta

ha saputo chiarire quali sarebbero gli adempimenti burocratici, piuttosto che le

disposizioni di legge lussemburghesi, che osterebbero ad una sua immediata attuazione;

non avendo neppure spiegato in che modo una procedura fallimentare impedisca,

secondo il diritto di quel paese (ché nel nostro, nessun impedimento si rinviene in

proposito) il trasferimento di una partecipazione in una società assoggettatavi, o quale

collaborazione sarebbe a tal fine richiesta a quali "autorità competenti".

Ne consegue che, disattendendo tali debolissime argomentazioni (reiterate tal quali

nelle difese conclusionali a distanza ormai di quattro anni dal lodo!), la UNENDO

S.p.A. va considerata senz'altro gravissimamente inadempiente all'obbligo di

ritrasferimento delle azioni FLEC sancito dal lodo irrituale; e condannata in dispositivo,

in accoglimento della domanda principale proposta dal DI GIACOMO, a procedervi nel

congruo e indilazionabile termine di mesi due dal deposito della presente sentenza.

G. Con il che l'interesse del DI GIACOMO deve ritenersi soddisfatto senza possibilità

di emettere 'ora per allora' -come invece l'attore ha chiesto al capo (b) delle conclusioni

definitive sopra riportate per l'ipotesi di perdurante inadempimento della UNENDO

anche al presente dictum giudiziale- alcuna ulteriore pronuncia risarcitoria.

L'ordinamento processuale italiano conosce infatti, per l'attuazione degli obblighi di

fare infungibile quali (almeno in parte) quello imposto alla UNENDO S.p.A., il rimedio

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di cui all'art. 614 bis c.p.c.; che tuttavia l'attore non ha azionato, né può esser accordato

d'ufficio.

Resta tuttavia salva, in caso di inesecuzione da parte della convenuta (anche) della

presente sentenza, ogni ulteriore e diversa ragione risarcitoria che, sul fondamento di

tale eventuale (e, si spera, solo ipotetico) illecito, il DI GIACOMO riterrà di azionare in

altro e distinto procedimento successivo.

H. La parziale soccombenza reciproca, e in particolare -quanto all'attore- il rigetto di

ogni sua domanda risarcitoria, giustificano la compensazione fra le parti delle spese di

causa in ragione della metà.

La UNENDO S.p.A. va condannata a rifondere a Carlo DI GIACOMO la metà residua,

liquidabile -ai sensi del d.m.G. n. 140 del 20/7/2012 come modificato da ultimo dal

d.m. n. 55 del 10/3/20149 medio tempore pubblicato in G.U. e tenendo conto

dell'assenza di istruttoria- nella congrua misura di complessivi € 27.892,53, di cui €

742,53 per la quota di metà delle anticipazioni esenti, oltre su € 27.150,00 al rimborso

forfettario delle spese generali nella misura del 15% nonché, sull'imponibile

complessivo di € 31.222,50, al rimborso del contributo previdenziale di categoria ed alla

rivalsa dell'I.v.a. sull'imponibile alle rispettive aliquote di legge,

P. Q. M.

Il Tribunale, definitivamente pronunciando sulle domande proposte da Carlo DI

GIACOMO nei confronti della UNENDO S.p.A. con citazione notificata il 24/11/2011,

ogni diversa istanza disattesa o assorbita,

1. condanna la UNENDO S.p.A. a trasferire a Carlo DI GIACOMO, entro e non

oltre due mesi dalla pubblicazione della presente sentenza, le n. 1.860 azioni della FLEC

INVESTMENTS HOLDING S.A. da essa acquistate il 6/6/2001;

2. rigetta nel resto le domande proposte da Carlo DI GIACOMO;

3. compensa fra le parti le spese del processo in ragione della metà;

4. condanna la UNENDO S.p.A. a rifondere a Carlo DI GIACOMO la metà

9 Prestandosi adesione sul punto all'orientamento espresso da Cass. SS.UU., sent. n. 17406 del 12/10/2012.

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residua, che liquida in complessivi € 31.965,03, oltre su € 31.222,50 al rimborso del

contributo previdenziale di categoria (C.p.A.) ed alla rivalsa dell'I.v.a. alle rispettive

aliquote di legge.

Così deciso in Milano, il 28 aprile 2014

il Giudice

Guido Vannicelli

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