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Sezione VI; decisione 27 novembre 1963, n. 887; Pres. Breglia P., Est. Brignola; Ricci (Avv. Salciarini) c. Finanze (Avv. dello Stato Ricci)

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Page 1: Sezione VI; decisione 27 novembre 1963, n. 887; Pres. Breglia P., Est. Brignola; Ricci (Avv. Salciarini) c. Finanze (Avv. dello Stato Ricci)

Sezione VI; decisione 27 novembre 1963, n. 887; Pres. Breglia P., Est. Brignola; Ricci (Avv.Salciarini) c. Finanze (Avv. dello Stato Ricci)Author(s): A. R.Source: Il Foro Italiano, Vol. 87, No. 6 (1964), p. 241/242Published by: Societa Editrice Il Foro Italiano ARLStable URL: http://www.jstor.org/stable/23156223 .

Accessed: 28/06/2014 08:32

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Page 2: Sezione VI; decisione 27 novembre 1963, n. 887; Pres. Breglia P., Est. Brignola; Ricci (Avv. Salciarini) c. Finanze (Avv. dello Stato Ricci)

GIURISPRUDENZA AMMINISTRATIVA

che non ha partecipato al giudizio, non può non essere ef

fettuata — senza addurre in rapporto ad ogni singolo caso

un giustificato motivo — in favore anche degli altri sog

getti che si trovino nelle medesime condizioni del primo. Ricorrono giusti motivi per compensare le spese di

giudizio. Per questi motivi, ecc.

CONSIGLIO DI STATO.

Sezione VI ; decisione 27 novembre 1963, n. 887 ; Pres.

Breglia P., Est. Brignola ; Ricci (Avv. Salciarini) c. Finanze (Avv. dello Stato Ricci).

Amministrazione dello Stato e deyli enti pubblici —

Contratti -— Licitazione privata — Offerte — Ado

zione della forma verbale — Legittimità (R. d. 23

maggio 1924 n. 827, sull'amministrazione del patrimonio e sulla contabilità generale dello Stato, art. 89).

Amministrazione dello Stato e degli enti pubblici —

Contratti — Licitazione privata — Gara andata

deserta -—• Rinnovazione — Esclusione di ditte

precedentemente invitate — Legittimità (R. d. 23

maggio 1924 n. 827, art. 89). Amministrazione dello Stato e degli enti pubblici —

Contralti — Licitazione privata — Mancanza con

corso pluralità partecipanti — Chiusura antici

pala della gara — Legittimità (R. d. 23 maggio 1924 n. 827, art. 69, 89).

Nella licitazione privata Vamministrazione può disporre che

le offerte siano verbalmente presentate. (1)

L'amministrazione, che ha disposto la rinnovazione di una

licitazione privata andata deserta, non è tenuta ad invitare

alla nuova gara le ditte invitate in precedenza. (2)

Nell'ipotesi che venga a mancare l'effettivo concorso di

più partecipanti (per l'esclusione dalla gara di tutti i

partecipanti meno uno), la licitazione può essere chiusa

anche prima che sia trascorso il termine di un'ora pre visto dalla legge. (3)

La Sezione, ecc. — Oggetto della impugnazione è il

provvedimento del ministero delle finanze con cui è stata

negata l'approvazione del verbale di licitazione privata

esperita il 31 marzo 1962, in esito alla quale il ricorrente

era rimasto aggiudicatario. I motivi del ricorso sono diretti a censurare la motiva

zione di tale diniego, la quale è articolata su tre rilievi.

II ricorso è fondato.

(1) Non risultano precedenti. (2) La giurisprudenza ha affermato la massima ampiezza

della libertà dell'amministrazione nella scelta delle ditte da

invitare a partecipare alla licitazione privata, v. Cons. Stato, Sez. V, 11 aprile 1959, n. 179, Foro it., 1959, III, 204 (nella moti

vazione). Nella fattispecie esaminata dalla decisione pubblicata,

peraltro, appariva meritevole di considerazione il profilo del

confronto tra il comportamento tenuto dall'amministrazione

nella scelta delle ditte da invitare della gara originaria, e quello relativo alla scelta dei partecipanti alla nuova licitazione ; ciò,

soprattutto in ordine alla possibile esistenza di un obbligo di

motivazione, sempre affermata dalla giurisprudenza quando un provvedimento amministrativo si discosti da un atto pre cedente.

(3) Per l'affermazione secondo la quale sarebbero indero

gabili solo quelle disposizioni la cui inapplicazione comprometta il serio e proficuo svolgimento della gara, v. Cons. Stato, Sez. V, 27 ottobre 1951, n. 1357, Foro it., Rep. 1951, voce Ammini

strazione dello Stato, nn. 68, 69.

Sulla necessità che il termine fissato per l'espletamento dell'asta sia di un'ora, v. Cons. Stato, Sez. V, 25 maggio 1951,

n. 454, ibiS., voce Contabilità dello Stato, n. 7. A. B. A. R.

Il primo rilievo ministeriale si riferisce al sistema della offerta verbale adottato nella specie, che è stato ritenuto inammissibile dato l'oggetto della licitazione.

La statuizione è censurata col primo motivo di ricorso, in accoglimento del quale devesi osservare che l'art. 89 r. decreto 23 maggio 1924 n. 827, sulla contabilità di Stato, ammette espressamente che la licitazione privata possa aver

luogo mediante presentazione di offerte verbali senza pe raltro stabilire alcun criterio al quale debba adeguarsi l'eser cizio in concreto di tale facoltà da parte dell'amministra

zione che procede alla licitazione (nella specie : intendenza di finanza). Di conseguenza, il richiamo generico all'oggetto della licitazione, e in particolare l'affermazione che, in relazione ad esso, le offerte verbali dovessero essere rite nute « inammissibili » appare chiaramente illegittimo sotto il dedotto profilo della violazione di legge.

Il secondo rilievo ministeriale si riferisce alla circostanza che alla licitazione privata furono invitate ad intervenire solo tre ditte in luogo delle dodici invitate in occasione delle

precedenti gare andate deserte.

Va rilevato, anche a tale riguardo, e con riferimento al motivo d'impugnazione diretto a censurare questo se

condo capo della pronuncia impugnata, che il già citato art. 89, che disciplina la materia, non prescrive alla sta zione appaltante di esperire la licitazione tra le stesse ditte che siano state invitate in precedenti gare conclusesi

infruttuosamente per difetto di concorso. Sta di fatto,

comunque, che alla licitazione in esame vennero invitate tre ditte tra quelle che già erano state invitate in precedenza.

La limitazione degli inviti, che costituisce esercizio di un potere discrezionale, può essere stata determinata da

ragioni del tutto plausibili (quale ad es. la ragionevole previsione che solo le ditte invitate avrebbero partecipato alla gara, ovvero un sopravvenuto giudizio di maggiore idoneità delle ditte invitate rispetto a quelle escluse nella

ultima licitazione). Nè tali motivi dovevano essere dichia rati nell'invito ovvero altrimenti rivelati salvo che l'auto

rità competente alla approvazione non avesse ritenuto di

richiederne la specificazione. Poiché non risulta che ciò sia

avvenuto, l'affermazione che la limitazione degli inviti

sarebbe « ingiustificata » incorre in illegittimità formale

oltre ad essere del tutto generica ed indimostrata.

Il terzo rilievo ministeriale si riferisce infine alla circo

stanza che la gara venne chiusa in anticipo rispetto alla

durata di un'ora prescritta dall'art. 69 per l'asta pubblica, norma richiamata dall'art. 89 per la licitazione privata.

In effetti, risulta dal verbale di licitazione che la gara, iniziata alle ore 12 venne chiusa alle ore 12,50 anziché

alle ore 13.

Tuttavia la inosservanza della norma devesi ritenere

irrilevante nella specie, considerato che dei tre concor

renti invitati alla gara, due (precisamente lo Spadoni Ulisse

e il Noceta Alpinolo) vennero esclusi per difetto di documen

tazione dei requisiti e dell'avvenuto deposito delle cauzione, sicché l'aggiudicazione non poteva aver luogo che in fa

vore del ricorrente, unico rimasto in gara, senza alcuna

possibilità di ulteriore concorso nel residuo periodo di dieci

minuti necessari per raggiungere la durata di un'ora.

La norma dell'art. 69 del regolamento di contabilità

dello Stato circa la durata della gara è informata al criterio

di consentire l'utile presentazione delle offerte.

Sicché il termine sussiste e va osservato entro i limiti

necessari ad assicurare l'utilità dell'esperimento, e per converso esso non può riguardare i casi nei quali manchi

la possibilità del concorso. La fattispecie costituisce una

ipotesi tipica di impossibilità di concorso, come si è già

rilevato, e come tale estranea alla prescrizione che si pre tende violata.

Il ricorso merita pertanto accoglimento, con vittoria

di spese. Per questi motivi, ecc.

Il Poro Italiano — Volume LXXXVU — Parte 111-17.

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