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Sezioni unite civili; sentenza 31 maggio 1961, n. 1289; Pres. Lorizio P., Est. Ferrati, P. M. Pepe (concl. conf.); Ragonese (Avv. Marucchi, Pulejo) c. Spata Author(s): M. T. Source: Il Foro Italiano, Vol. 85, No. 10 (1962), pp. 1983/1984-1987/1988 Published by: Societa Editrice Il Foro Italiano ARL Stable URL: http://www.jstor.org/stable/23150841 . Accessed: 25/06/2014 08:49 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Societa Editrice Il Foro Italiano ARL is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Il Foro Italiano. http://www.jstor.org This content downloaded from 195.78.108.105 on Wed, 25 Jun 2014 08:49:07 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

Sezioni unite civili; sentenza 31 maggio 1961, n. 1289; Pres. Lorizio P., Est. Ferrati, P. M. Pepe (concl. conf.); Ragonese (Avv. Marucchi, Pulejo) c. Spata

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Sezioni unite civili; sentenza 31 maggio 1961, n. 1289; Pres. Lorizio P., Est. Ferrati, P. M. Pepe(concl. conf.); Ragonese (Avv. Marucchi, Pulejo) c. SpataAuthor(s): M. T.Source: Il Foro Italiano, Vol. 85, No. 10 (1962), pp. 1983/1984-1987/1988Published by: Societa Editrice Il Foro Italiano ARLStable URL: http://www.jstor.org/stable/23150841 .

Accessed: 25/06/2014 08:49

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1983 PARTE PRIMA 1984

CORTE SÜPREMA DI CASSAZIONE.

Sezioni unite civili; sentenza 31 maggio 1961, n. 1289 ; Pres. Loeizio P., Est. Ferrati, P. M. Pepe (concl.

conf.) ; Ragonese (Aw. Marucchi, Pulejo) c. Spata.

(Oonferma App. Messina 7 ottobre 1958)

Competenza c (jiurisdizioiie iii materia eivile —- Sieilia — Riiorma londiaria — Terreni conferiti — Se

questro <1 iudiziale — Giurisdizione ordinaria —

Esclusione (Cod. proc. civ., art. 670 ; 1. 20 marzo 1865 ii. 2248, all. E, abolizione del contenzioso amministra

tivo, art. 4). Sicilia — Riiorma fondiaria — Terreni conieriti —

Rivendicazione dei terzi — Surroyazione reale (L. reg. 27 dicembre 1950 n. 104, riforma agraria in Sicilia, art. 52).

Il giudice ordinario non pud autorizzare il sequestro di beni che formano oggetto di piano di espropriazione per la ri

forma fondiaria in Sicilia. (1) I diritti dei terzi sui terreni conferiti per Vattuazione della

riforma fondiaria in Sicilia si risolvono sulVindennitä. (2)

(1) La sentenza confermata, App. Messina 7 ottobre 1958, e riassunta in Foro it., Rep. 1959, voce Competenza civ., n. 152, e voce Sicilia, n. 155.

In senso conforme: App. Palermo 24 giugno 1957, id., Rep. 1958, voce ult. cit., n. 130 : in quanto il sequestro giudi ziale dei terreni, importando la sospensione degli effetti del verbale di sorteggio ex art.,40 della legge sulla riforma agraria in Sicilia, che 6 atto amministrativo, esorbita dai poteri del

giudice ordinario. Parimenti, secondo Trib. Roma 3 dicembre 1953, id., Rep. 1954, voce Agricoltura n. 45, nel giudizio instau rato davanti al giudice ordinario per contestare la legittimitk della espropriazione disposta in applicazione della c. d. legge stralcio, non possono essere richiesti ne il sequestro giudiziario del fondo espropriato, ne provvedimenti di urgenza ex art. 700 cod. proc. civ., per la sospensione dell'occupazione del fondo medesimo : in quanto detti provvedimenti cautelari avrebbero I'effetto di paralizzare I'attivitk della pubblica Amministrazione di per se dotata di efficacia esecutiva per il raggiungimento dei suoi fini pubblicistici.

Per un caso in cui era stato disposto a favore del proprietario espropriato il sequestro giudiziario dei terreni giä ripartiti ed

assegnati in sede di riforma agraria in Sicilia, vedi: Cass. 25

gennaio 1961, n. 114, id., Rep. 1961, voce Sequestro, n. 64.

Sempre per il principio fondamentale dell'art. 4 della legge abolitrice del contenzioso amministrativo e stato negato (da Cass. 25 luglio 1961, n. 1811, ibid., n. 54) al giudice ordinario il potere di sottoporre a sequestro conservativo, in controversia tra privati, il bene compreso nell'atto amministrativo di de terminazione dei beni soggetti a confisca a favore dello Stato ai sensi del decreto legisl. 19 novembre 1946 n. 392 : dato che l'esecuzione del sequestro implicherebbe per la pubblica Am ministrazione la perdita sia pure provvisoria della disponibilitä del bene e inciderebbe necessariamente sugli effetti dell'atto amministrativo.

Sulla infcerpretazione dell'art. 18 della legge Sila 12 maggio 1950 n. 230 (al quale corrisponde 1'art. 37 della legge 27 di cembre 1950 n. 104 sulla riforma in Sicilia, secondo cui per il periodo di venti anni i diritti dell'assegnatario non possono essere

oggetto di provvedimenti cautelari, 11e di esecuzione forzata, se non a favore dell'E.r.a.s.), vedi Cass. 29 aprile 1961, n. 986, retro, 114 ; dove si precisa che con l'espressione «diritti dell'as

segnatario » si ha riguardo ai diritti aventi ad oggetto il terrene

assegnato in vista della sua destinazione peculiare. Tenuto conto che il sequestro giudiziale quale misura cau

telare preventiva ha carattere strumentale essendo diretto ad assicurare la pratica efficacia dei futuri provvedimenti di tutela

giurisdizionale, e che sotto tale profilo deve sussistere una cor relazione tra l'oggetto del sequestro e l'oggetto della pretesa dedotta nel giudizio di merito (Cass. 6 novembre 1958, n. 3611, Foro it., Rep. 1958, voce Sequestro, n. 108), la esattezza della

prima massima trova conferma nel principio che interdice al

giudice ordinario di ordinare in danno dell'ente di riforma

espropriante la reintegrazione del diritto di propriety in forma

specifica. Infatti anche nel caso di illegittima. occupazione del terreno

da parte della pubblica Amministrazione senza la normale pro cedura di espropriazione, l'ente occupante, detentore senza

titolo, non puõ essere obbligato alia rimozione delle ope re sta

La Corte, ecc. — (Omissis). Per inquadrare la contro

versia nei suoi esatti termini e d'uopo premettere che la ri

corrente Ragonese ha inteso esercitare una duplice azione :

un'azione di rivendica di una porzione di terreno ai confini

del fondo giä proprietä Tagliavia e, collateralmente con

carattere strumentale rispetto alia prima, un'azione caute

lare di sequestro di quella medesima porzione di terreno.

A base dell'esercitata azione di rivendica l'attrice ha

dedotto unioamente l'avvemita usucapione di quel terreno

senza indicare alcun altro titolo di acquisto della proprietä ;

bili e permanenti eseguite sul fondo, ma e tenuto ad un inden nizzo corrispondente al valore del bene, quale sostitutivo della mancata restitutio in integrum ; restitutio impossibile perche il

giuclice non puõ, per l'art. 4 della legge 2248 all. E del 20 marzo

1865, emettere una pronuncia die impone un facere alia pubblica Amministrazione (Cass. 19 giugno 1961, n. 1440, id., 1961, 1,1315, eon nota di Andrioli ; Cass., Sez. un., 18 aprile 1962, n. 758 ; 25

maggio 1962, n. 1239, id., Mass., 228, 381). Persino se viene dichia rata la illegittimita costituzionale del deereto presidenziale di

esproprio, il giudice ordinario e incompetente a conoscere della do manda di restituzione dei beni espropriati che l'ente di riforma

(nella specie : l'Ente Maremma) abbia giä assegnato ai coltiva

tori; perche, ove la utilizzazione o destinazione dell'immobile a fine di pubblico interesse sia gih avvenuta, questa non puõ essere

riguardata che come un atto o fatto amministrativo, con conse

guente applicability dell'art. 4 della eitata legge n. 2248 del 1865 :

App. Firenze 13 maggio 1960, id., 1961, I, 532, con nota di richiami.

Del pari, Trib. Roma 18 febbraio 1955, id., Rep. 1956, voce Agricoltura, n. 150, ha ritenuto inammissibile la domanda di revindicazione della porzione di terreno erroneamente scor

porata in eccedenza in seguito ad inesatta valutazione della

propriety fondiaria complessiva. Ancora, percho gli enti di riforma fondiaria si inquadrano

noll'accezione oggettiva di pubblica Amministrazione, e poi che la loro attivitk, sia precedente sia successiva al deereto

presidenziale di esproprio, ha carattere tipicamente ammini

strativo, vale nei loro confronti il principio della improponibilitii delle azioni possessorie (Cass. 30 maggio 1958, n. 1818, id.,

Rep. 1958, voce cit., n. 102). In particolare e improponibile 1'azione possessoria avanzata dal proprietario deH'immobile

espropriato per l'attuazione della riforma agraria in Sicilia contro

l'assegnatario immesso in possesso a seguito della definizione della procedura espropriativa : Cass. 8 gennaio 1959, n. 9, id., 1960, I, 650, con nota di richiami.

L'azione possessoria contro la pubblica Amministrazione non e consentita perche la remissione in pristino dell'anteriore stato di fatto importerebbe revoca o modifica del provvedi mento amministrativo, che a,l giudice ordinario non sono con sentite (Cass. 9 dicembrc 1960, n. 3211, id., Rep. 1960, voce

Possesso, n. 104). Come si vede, la inammissibilitä del sequestro giudiziale,

come quella delle azioni possessorie, e dell'azione di apposizione di termini: Cass. 22 aprile 1960, n. 905, eitata nei testo, id., Rep. 1960 voce Agricoltura, n. 63, riposano tutte sul principio fissato dall'art. 4 della legge 1865 concernente la revoca degli atti amministrativi : lo stesso principio che rende improponibile l'azione diretta alia restituzione dell'immobile espropriato dal l'ente di riforma agraria.

Se in luogo della restituzione o della reintegrazione nei

possesso le sentenze ora eitate (Cass. 18 aprile 1962, n. 758 ; 25 maggio 1962, n. 1239 ; App. Firenze 13 maggio 1960) oltre a Cass. 25 marzo 1961, n. 684 (id., Rep. 1961, voce Espropriazione per p. i., n. 264) indicano quale rimedio per il proprietario sa

crificato, quello del risarcimento del danno, non per questo sussiste contrasto con la sentenza annotata, laddove si afferma

che l'eventuale diritto vantato dall'attore rivendicante il bene

espropriato poträ essere fatto valere soltanto sulla indennitä

corrisposta alla persona nei confronti della quale si era diretta e perfezionata la procedura espropriativa. Ž evidente infatti

che, mentre il risarcimento del danno attiene al rapporto tra

l'ente (illegittimamente) espropriante ed il privato danneggiato dalla (illecita) attivitii della pubblica Amministrazione, il diritto

a rivalersi sull'indennizzo corrisposto riguarda il rapporto tra

il terzo assoggettato alia espropriazione ed il vero proprietario depauperato dalla espropriazione.

Per la dottrina si veda : De Majo, Le azioni possessorie nei

confronti degli enti di riforma, in Temi, 1956, 537 (nota a Pret.

Strongoli 29 aprile 1955); Cabrozza, Le azioni possessorie sono inammissibili contro la pubblica Amministrazione e ammissiHli contro gli enti di riforma ?, in Riv. dir. agr., 1956, II, 305 ; Gar

baqnati, Incostituzionalitd dei decreti legislativi di espropriazione

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1985 GIURISPRUDENZA COSTITUZIONALE E CIVILE 1986

d'altra parte coloro, contro i quali la Ragonese ha pro posto le proprie domande, si trovano nel possesso del ter reno in contestazione per esservi stati immessi dall'E.r.a.s. ehe lo ha loro assegnato in conformitä alle norme sulla

riforma agraria in Sicilia, di cui alia legge regionale 27 di

cembre 1930 n. 104 e al successivo decreto del Presidente

dolla Regione 5 agosto 1952 n. 12.

£ pacifico, invero : a) che quel terreno 6 stato compreso nel piano di eonferimento concernente i fondi, di cui Sal

vatore Tagliavia doveva subire la espropriazione ai fini

della riforma agraria : b) che il piano di eonferimento e

divenuto esecutivo, cosicche da quel momento i terreni, che ne formavano oggetto, sono stati trasferiti all'Ente di

riforma con conseguente perdita del possesso da parte del

proprietario ; c) che successivamente quei terreni sono stati

ripartiti in lotti e si e proceduto al sorteggio e all'assegna zione dei lotti medesimi in favore dei lavoratori agricoli aventi i requisiti di legge.

Tutto questo risulta in modo incontrovertibile dagli accertamenti di fatto compiuti dal Giudice del merito e non

e nemmeno contestato da parte dell'attuale ricorrente.

Ora, se la procedura di eonferimento, di assegnazione e di consegna agli assegnatari era ormai esaurita al mo

mento della proposizione dell'azione da parte della Rago nese, non potevasi pervenire a conclusioni diverse da quelle della sentenza impugnata sia in ordine alia domanda di

rivendica sia in ordine all'istanza di sequestro.

Quanto a quest'ultima la Corte d'appello ha giustamente considerate che la esecuzione della richiesta misura caute

lare su un immobile espropriato e quello successivo di as

segnazione ai lavoratori agricoli beneficiari della riforma, onde la stessa, importando un sia pur provvisorio sposses

samento, esorbita dai poteri del giudice ordinario, il quale non puõ ne revocare ne modificare l'atto amministrativo, ma deve limitarsi a conoscere degli effetti dell'atto stesso

in relazione all'oggetto dedotto in giudizio e cioe in rela

zione alia denunciata lesione del diritto soggettivo. £ questo infatti il principio fondamentale posto dal

l'art. 4 della legge abolitrice del contenzioso amministra

tivo, principio che opera anche quando la controversia

abbia luogo tra privati senza diretta partecipazione della

pubblica Amministrazione, da cui promana l'atto in con

testazione.

Ora il verbale di sorteggio, che si sensi delFart. 40 della

menzionata legge regionale tiene luogo dell'atto di trasfe

rimento e costituisce il titolo di propriety, in favore dei

singoli assegnatari, e indiscutibilmente un atto ammini

strativo : esso costituisce il coronamento, l'atto conclusivo

e sequestro giudiziale dell'immobile espropriato (nota a Trib. Koma 3 dieembre 1953, cit.), in Giur. it., 1957, I, 2, 157 ; Piga, Sulla azione giudiziaria per la restituzione del possesso dei terreni illegit timamente occupati ai fini della riforma fondiaria, in Giur. agr. it., 1957, 261 ; Torregrossa, Iii tema di azione di spoglio contro la

pubblica Amministrazione (nota a Pret. S. Agata Militello 20 vernbre 1958), in Giur. sic., 1960, 124 ; Nasca, In tema di azioni

possessorie contro I'Ente per la riforma agraria in Sicilia, contro la

pubblica Amministrazione e contro Vappaltatore di opere pubbliche, ibid., 330.

(2) Con decisione del 20 marzo 1952, ri. 6 il Consiglio di Stato in Adunanza plenaria (Foro it., 1952, III, 83) ha ritenuto che le espropriazioni previste ihi Ila c. d. legge Siia e dalla legge stralcio non sono riconducibili nell'ambito della fondamentale

legge sulle espropriazioni per pubblica utilita, in quanto esse fanno capo non al 4° comma dell'art. 42 della Oostituzione, ma al successivo art. 44. Con decisione in pari data, n. 7 (ibid.,

137) lo stesso Consiglio di Stato ha affermato che le eitate leggi tracciano una particolare procedura espropriativa assai piii

rapida e meno formalistica di quella ordinaria e non sono quindi ad esse applicabili principi e norme di quest'ultima.

L'applicabilitk dei principi stabiliti dalla legge n. 2359

del 1865 sulle espropriazioni per p. u. alia procedura espropria tiva prevista dalla legge 12 maggio 1950 n. 230 sull'Opera va lorizzazione Sila & invece sostennta da Coletti (Alcune questioni relative alVattivitä dell'opera per la valorizzazione della Sila, in nota a Pret. S. Giovanni in Piore 28 febbraio 1952, id., 1953,

I, 1229). M. T.

del complesso proeedimento di scorporo, che ha natura

essenzialmente amministrativa e che si inizia con la forma

zione del piano di oonferimento eontenente l'indicazione

dei terreni, di cui quel determinate proprietario deve subire

l'esproprio. E poiche per effetto del sequestro l'assegnatario ver

rebbe a perdere il possesso ed il godimento del terreno as

segnatogli dall'ente di riforma, appare evidente come il

sequestro stesso incida necessariamente sugli effetti di un

atto amministrativo, con cui si intese attribuire il possesso di quel bene a determinato soggetto (l'assegnatario) con

esclusione di qualsiasi altro.

Questo Supremo collegio, proprio sotto questo riflesso, ha escluso la proponibilitä, dell'azione possessoria che venga esercitata da parte del proprietario espropriato o del de

tentore o possessore a qualsiasi titolo del terreno nei con

fronti dell'ente di riforma fondiaria, il quale si sia immesso

nel possesso dei beni scorporati in base alle norme sulla

riforma fondiaria dei terreni continentali (sent. 29 ottobre

1957, n. 4197, Foro it., Rep. 1957, voce Possesso, nn. 120-122; 26 settembre 1956, n. 3268, id., Rep. 1956, voce Agricol tura, n. 157) ; ed ha ribadito tale indirizzo anche in rap porto alia riforma agraria siciliana, quando si sia avuto il

legittimo scorporo e conferimento e l'ente di riforma ed i suoi aventi causa abbiano preso possesso del terreno con ferito in forza di un valido provvedimento amministrativo divenuto esecutivo (sent. 8 gennaio 1959, n. 9, id., 1960, I, 650). Ragionamento aualogo deve farsi in tema di azione

cautelare, quando si rifletta che i terreni espropriati sono destinati al prevalente scopo della soddisfazione degli in teressi pubblicistici connessi alle esigenze della riforma

agraria piuttosto che agli interessi dei singoli assegnatari, che vengono in considerazione quasi come strumento per la realizzazione degli interessi pubblici, e quando si abbia

pure riguardo al potere-dovere di controllo attribuito al l'ente di riforma ai fini di assicurare che a quei terreni

venga data e mantenuta effettivainente la destinazione stabilita sia obiettivamente sia subiettivamente mediante la loro attribuzione a persone particolarmente qualificate.

In questi sensi va intesa la specifica norma dolPart. 37 della legge regionale, la quale non ha punto la limitata

portata attribuitale dalla ricorrente.

Grli e che l'art. 37, comminando, nel 2° comma, la nul lita di pieno diritto, per un periodo di vent'anni dall'asse

gnazione, di qualsiasi atto tra vivi di disposizione o suddi -

visione o di affitto o, comunque, di cessione in uso totale 0 parziale avente per oggetto il terreno assegnato, detta un

precetto che opera tanto nei riguardi dell'assegnatario del

terreno, il cui diritto dominicale non puõ liberamente estriri

secarsi, quanto nei confronti dei terzi in dipendenza della

pubblicitä del titolo di assegnazione. Quando poi, nel successivo 3° comma, lo stesso art. 37

consente che durante quel medesimo periodo ventennale 1 diritti dell'assegnatario siano oggetto di provvedimenti cautelari o di esecuzione forzata soltanto a favore del

l'E.r.a.s., esso pone un vincolo che opera direttamente nei

riguardi dei terzi, ai quali rimane interdetto far valere sui

terreni, che sono stati oggetto di assegnazione, ogni diritto nei confronti dell'assegnatario : e ciõ appunto per la imma

nenza, per quel periodo ventennale, dell'interesse pubblico, che ha determinato 1'assegnazione, il quale esige non venga, in alcun modo modificata, per effetto di azioni cautelari od esecutive, la situazione giuridica, in cui sono stati posti i terreni espropriati ai fini della riforma agraria ed asse

gnati ai lavoratori agricoli. Rimane in tal modo dimostrata l'inconsistenza del se

condo motivo del ricorso, che concerne piu specificamente la questione del sequestro ; ma non diverso giudizio deve

esprimersi in ordine agli altri due motivi, che riflettono direttamente la proposta azione di rivendica.

La Corte di Messina non e affatto caduta nell'errore, denunciato nel primo motivo, di aver attribuito rilevanza decisiva alle risultanze catastali che, secondo la costante

giurisprudenza di questo Supremo collegio, non hanno senz'altro valore probatorio in materia di diritti reali nei

riguardi degli intestatari. M. T.

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1987 PARTE PRIMA 1988

Essa si 0 limitata, molto piu semplicemente, a trarre

le necessarie deduzioni dal fatto, pacifico e comunque ac

certato attraverso la consulenza teonioa, clxe la porzione di terreno, di cui la ricorrente pretenderebbe di essere di

venuta proprietaria per usucapione, e compresa nella partita catastale giä intestata al Tagliavia e come tale assoggettata a conferimento.

Devesi invero considerare ehe la proprietä soggetta a

conferimento secondo la legge siciliana va individuata con

riferimento esclusivo ad elementi risultanti dal catasto :

l'art. 23 stabilisce infatti che la quota di conferimento e

determinata in base al reddito dominicale complessivo, risultante al 1° gennaio 1943, dei terreni di ciascun pro

prietary e al corrispondente reddito medio per ettaro ri

sultante dalla divisione del reddito dominicale per l'intera

superficie e di fronte a tale norma, che fa continuo riferi

mento ad elementi ricavati proprio dalle rilevazioni cata

stali, non puõ porsi in dubbio che l'E.r.a.s., nel determinate

la proprietä Tagliavia soggetta a conferimento straordi

nario ai sensi dell'art. 22, dovesse basarsi appunto sulle

risultanze catastali e comprendervi quindi anche la por zione in contestazione.

£ appena poi il caso di rilevare che, se anche si fosse

fatta una mera questione di delimitazione di confini, non

per questo la domanda avrebbe potuto aver miglior sorte :

queste Sezioni unite hanno giä infatti ritenuto (sent. 22

aprile 1960, n. 905, Foro it., Rep. 1960, voce Agricoltura, n. 63) che anche l'apposizione dei confini tra il fondo espro

priato e quello contiguo rientra nella sfera dei poteri at

tribuiti dalla legge all'ente di riforma in quanto detta ap

posizione costituisce un atto compiuto per l'attuazione del

fine istituzionale dell'ente, in diretta connessione con gli

scopi da esso perseguiti, di talche non puõ sottrarsi alia,

disciplina dell'art. 4 legge 20 marzo 1865 n. 2248, all. E, in tema di sindacato del giudice ordinario sugli atti am

ministrativi. * Ne infine puõ obiettarsi che, tendendo la riforma fon

diaria ad una trasformazione parziale e graduale del regime economico e giuridico della propriety terriera ed essendo

preso in considerazione a quei fini un soggetto in quanto

proprietario di una determinata quantitä di terreni, l'espro

priazione deve necessariamente effettuarsi nei confronti

del vero proprietario del terreno, onde non puõ essere in

terdetta la prova di un diritto di proprietä in contrasto con

le risultanze catastali.

E d'uopo riflettere a questo riguardo che, come fu

giä altra volta affermato (sent. 11 ottobre 1955, n. 2994, Foro it., 1955, I, 1292), la disciplina legislativa dettata per la riforma agraria in Sicilia si distacca non soltanto dalla

legge fondamentale sull'espropriazione per pubblica utilitä, ma anche dalla normativa adottata per la riforma agraria in altri territori della Eepubblica.

Posto dunque che occorre far capo alle singole norme della legge regionale, si osserva che questa, all'art. 52, ha dichiarato applieabili a tutti gli effetti ai conferimenti da essa previsti le norme per la espropriazione per pubblica utilitä di cui alia legge 25 giugno 1865 n. 2359 e succes sive aggiunte e modificazioni ed e affermazione apodittica, non dimostrata nõ dimostrabile, quella della ricorrente che simile norma disciplini esclusivamente il rapporto tra la

E.r.a.s. ed i proprietari di terre in Sicilia che posseggano l'estensione massima di cui all'art. 22 : non sussiste, invero, alcun argomento letterale o sistematico che suffraghi una

cosi restrittiva interpretazione della legge regionale, onde deve ritenersi che essa operi anche nei riguardi dei terzi, che possano, in qualsiasi modo, essere stati coinvolti nella riforma.

Ora il generico richiamo alia legge fondamentale sul

l'espropriazione per pubblica utilitä include evidentemente

anche quello dell'art. 52 di detta legge, a mente del quale «le azioni di rivendicazione, di usufrutto, di ipoteca, di diretto dominio e tutte le altre azioni esperibili sui fondi soggetti ad

espropriazione non possono interrompere il corso di essa, ne impedirne gli effetti e, pronunciata l'espropriazione, tutti i diritti anzidetti si possono far valere non piu sul

fondo espropriato, ma suU'indennitä che lo rappresenta ».

Appare quindi corretta la conclusione, cui e pervenuta la

deoisione impugnata, ohe l'eyentuale diritto vantato dalla

rioorrente poträ esser fatto valere soltanto sull'indennita

corrisposta ai Tagliavia, cui il fondo õ stato espropriato. Cosi giudicando, la Corte del merito non e assolutamente

incorsa in violazione dei principi in tema di interpreta zione della legge ehe sono stati elaborati dalla dottrina e

dalla giurisprudenza, particolarmente quando si e in pre senza di norme speciali o di norme eceezionali: essa si e

limitata a far puntuale applicazione al caso eoncreto di

una norma dettata proprio per quel la eventualitä.

Che infatti la mens del legislatore regionale nel disporre il riehiamo alle norme della legge comune in tema di espro

priazione sia effettivamente quella individuata dalla Corte di Messina emerge chiaro dal complesso della legge regio nale, in particolare dall'art. 46, il quale dispone che, ad

eccezione delle servitü prediali, i diritti reali di godimento e di garanzia si trasferiscono sull'indennita e che analoga conversione abbia luogo per i diritti spettanti al concedente del fondo enfiteutico.

Ciõ dimostra come per il miglior conseguimento degli

scopi perseguiti dalla riforma fondiaria il legislatore regio nale abbia voluto che il fondo pervenga all'assegnatario completamente libero da pesi, con eccezione soltanto per le servitü prediali, le quali rispondono ad una necessitä o ad un'utilita di un altro fondo si che la loro soppressione avrebbe potuto importare conseguenze pregiudizievoli pro prio per quella miglior utilizzazione della proprietä ter

riera, cui e indirizzata la riforma agraria : ed allora si ar monizza perfettamente con quello intento 1'estensione ai conferimenti disposti in attuazione della legge regionale dell'art. 52 della legge sull'espropriazione per pubblico interesse, giacchõ, sottraendosi l'assegnatario ad eventuali azioni di rivendica da parte di terzi, gli si assicura il pacifico godimento del fondo, che gli e stato assegnato per il con

seguimento di quei fini, la cui rilevanza pubblica e gia stata posta in evidenza.

N6 da ultimo hanno una sostanziale ragion d'essere le preoccupazioni manifestate dal Giudice del merito circa una non ordinaria vigilanza nella salvaguardia dei propri diritti che deriverebbe a carico dei terzi dall'inserzione del l'art. 52 della legge sull'espropriazione nel complesso delle norme disciplinanti la riforma agraria in Sicilia, giacche, a

prescindere dalla possibilitä di esperire le eventuali azioni di rivendica nei confronti del proprietario apparente e dell'Ente di riforma prima ehe sia formato il piano di indi viduazione dei terreni da eonferire, e d'uopo considerare che l'art. 35 della legge regionale dä facoltä di reclamo contro il piano di conferimento elaborato dall'E.r.a.s. agli « aventi diritto » e cioe non soltanto ai proprietari diretta mente soggetti alia riforma, ma anche a tutti coloro che

possono essere pregiudicati da questa, non avendo altri menti senso l'impiego di un'espressione cosi ampia e ge nerica.

Tutte le considerazioni che precedono convincono per tanto dell'infondatezza del ricorso della Ragonese, la quale ha diretto la sua pretesa nei confronti di tre lavoratori

agricoli, che si trovano nel possesso del terreno rivendicato a seguito di regolare assegnazione loro fatta dall'Ente di riforma.

Per questi motivi, rigetta, ecc.

CORTE D'APPELLO DI NAPOLI.

Sentenza 26 luglio 1962 ; Pres. Marmo P., Est. Mililotti ;

Angelotti (Aw. Porzio) o. Min. difesa.

Prescrizione in materia civile — Hunni causal i (lalin eircolazione «lei veicoli Prescrizione biennale —

llomamla (li risarcimento nei confronti del solo conduccnte Kfletti (Coc. civ., art. 2943, 2945, 2947).

Prescrizione in materia civile Danni cnnsali dalla circolazione «lei veicoli — Conversione delta pre

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