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Ricordare bisogna. Chi non ricorda non può nemmeno pensare.Fare memoria significa riscoprire radici,legami, tradizioni.Questi sono alcuni momenti significatividi una memoria particolare:quella di una Società che ha compiutocinquant’anni.
Prefazione 13-01-2007 18:40 Pagina 1
Si ringraziano per aver contribuitoalla realizzazione del volume le Società Finmeccanica e Fintecna
Il volume è stato realizzato con la collaborazionedi Giuliana Zavadini e Maria Grazia Mattioni
In copertina: Minerva, Giorgio De Chirico,acquarello su carta, 25 x 35, 1961.Collezione Fintecna
Fa parte di una collezionedi dieci acquarelli aventi per tema i settori operativi del gruppo IRI. De Chirico affrontò i settori dal punto di vista della mitologia associando ogni specializzazionea un dio o mito classico
La foto di pagina 76, “La didattica in TV” di Ugo Nespoloè tratta da La coppa e lo scudo, Edindustria 1994.
L’immagine di pagina 92 è una elaborazione graficarealizzata da Alfred Hoheneggernegli anni Sessanta per Edindustria.
© Edindustria - Centro per le Comunicazioni d’Impresa SrlFinito di stampare nel mese di dicembre 2007
Parte 1 25-02-2007 14:43 Pagina 2
E D I N D U S T R I A
Cinquant’annial servizio dell’impresa
a cura di Emilio Acerna
Prefazione 13-01-2007 18:40 Pagina 3
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PrefazioneCinquant’anni al servizio dell’impresa 7Emilio Acerna
Cultura e ImpresaUomo e Macchina 15L’a b c del sapere 26Preziosità del libro 30Passione per l’arte 40Sacro e profano 64
Economia e ImpresaUna sola bandiera 79Le bandiere aziendali 84Cento bandierine 90
A servizio dell’impresaFinestre sull’Italia e sul mondo 95Tirare le somme 116Per saperne di più 120Calendari del passato 122La chiamavano “reclame” 126
PostfazioneAndare oltre 132E. A.
AppendiceLe cariche sociali dal 1957 a oggi 136Lo statuto sociale del 1957 142
SOMMARIO
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Prefazione 13-01-2007 18:40 Pagina 5
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Cinquant’anni al serviziodell’impresa
inquant’anni nella vita di un uomo sono la perfezione dellasua maturità. Nella vita di una coppia sono le “nozze d’oro” e il compi-mento di un percorso consolidato da unità di intenti. E nella vita diun’azienda, che cosa sono cinquant’anni? Sono insieme maturità intel-lettuale e consolidamento di esperienza, basi su cui si è venuto dipanan-do un particolare cammino.Per Edindustria questi cinquant’anni sono un po’ come le sue “nozzed’oro” con l’impresa e con la cultura. L’anniversario ci offre l’occasionedi una riflessione sulle finalità di un impegno, sulle condizioni chel’hanno reso possibile, sulla sua interazione con i vari momenti dellastoria e gli scopi raggiunti. Una chiave di lettura insieme cronologica einterpretativa. Nel corso degli ultimi cinquant’anni le innovazioni tecnologiche,influenzando fortemente lo sviluppo economico e sociale, hanno datoluogo a uno sviluppo rapido e diffuso che ha profondamente segnatotutti gli aspetti della vita. Edindustria è stata al tempo stesso testimonedi questo cambiamento e “fabbrica” di idee che la nuova condizioneandava sollecitando.Abbiamo scelto di non passare sotto silenzio quest’anniversario, ma dicelebrarlo senza enfasi retorica raccontando, con i fatti, ciò cheEdindustria è stata nel quadro dei grandi cambiamenti del Paese: il suoapporto, modesto ma incisivo, e, mi sia consentito di dire, anche raffi-nato. La nostra scelta di essenzialità ha comportato il sacrificio di molteimmagini, che sono certamente un fatto importante in una panoramicaeditoriale, con il dilemma di sceglierne alcune sacrificandone altre, cer-tamente non meno significative. Una esigenza necessaria, perché questavuole essere solo una “memoria” non una “enciclopedia”.In questo panorama trova posto una varietà di “prodotti” che vanno dal-l’editoria – in particolare quella di riviste di livello e di libri d’arte – allagestione dei grandi eventi (mostre e fiere), dalla “rassegna stampa” quo-tidiana, con la quale si tastava il polso ai fatti del momento, alla gestione
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CINQUANT’ANNI AL SERVIZIO DELL’IMPRESA
Nella pagina a lato in alto,la prima e la seconda paginadello Statuto con cui venivacostituita la Società per Azioni“Edindustria Editoriale S.p.A.”.In basso, l’allegato Cdel “Conto profitti e perdite”al 31 dicembre 1957.
degli archivi aziendali e alla promozione dell’azienda, ossia la pubblicità.La Società nasce il 9 marzo 1957 per gestire, come primo ma non esau-stivo incarico, due riviste promosse dal gruppo IRI: “Civiltà delleMacchine” e “Notizie IRI”. Da questo momento si dipana per la Societàun variegato percorso che abbiamo cercato di sintetizzare nelle pagineche seguono. È un percorso segnato da cinque momenti: EdindustriaEditoriale Spa (1957-1977), Edindustria - Centro per le Comunicazionid’Impresa Spa (1977-1990), Edindustria - Centro per le Comunicazionid’Impresa Scpa (1990-1995), Edindustria Centro per le Comunicazionid’Impresa Spa (1995-2006), Edindustria Centro per le Comunicazionid’Impresa Srl (dal 2006).Credo che sia doveroso ricordare che Edindustria ha potuto svolgere consuccesso la sua attività grazie all’iniziativa e al sostegno di un grandegruppo industriale quale è stato l’IRI, suo azionista sin dal 1957.Quando si ritenne che l’Istituto per la Ricostruzione Industriale avesseconcluso la sua missione, le aziende ad esso collegate, ormai privatizza-te, hanno continuato e continuano a svolgere la loro funzione. Così èstato anche per Edindustria che, nel 2003, nel quadro del progressivoprogramma di privatizzazione, ha allargato la composizione del proprioazionariato con l’entrata di un gruppo e di una società non appartenen-ti alla “galassia” IRI: Tosinvest, in particolare, e Relais le Jardin.Il gruppo Tosinvest, che dal 2007 è divenuto l’unico azionista, si è rive-lato un valido sostegno per le attività della Società. Sul vecchio troncosi sono innestate nuove energie e il risultato del nuovo panoramaimprenditoriale è innegabilmente promettente. Dobbiamo ciò alla fidu-cia nei confronti di Edindustria del nostro azionista e, in particolare,del dottor Giampaolo Angelucci.Bisogna avere il coraggio di cambiare mantenendo inalterato un impegno.Perché i vestiti si cambiano a seconda delle esigenze, ma resta il soggettonella sua essenzialità, nella sua capacità di gestire un’articolata gamma diservizi, come ha fatto Edindustria in mezzo secolo di attività. A suggellodel percorso di questi cinquant’anni e a sintetizzare quanto Edindustriaabbia significato nel suo raggio d’azione, abbiamo voluto porre in coper-tina la riproduzione di un acquarello composto da Giorgio De Chirico nel1961. Fa parte di una collezione di dieci acquarelli aventi per tema i set-tori operativi del gruppo IRI. De Chirico affrontò i settori dal punto di
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“Il Libro delle adunanze e delle deliberazionidel Collegio Sindacale”: adunanze del 31 marzo 1957,del 20 maggio 1957 e del 12 agosto 1957.
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vista della mitologia, accomunando ogni specializzazione a un dio o mitoclassico. Associò l’allora “giovane” Edindustria a Minerva e ai libri. Unmito che è anche un ideale. Che la Società vi abbia tenuto fede è nostraconvinzione e speranza che essa venga condivisa. Mi sia consentito di ricordare in questa circostanza tutti coloro che hannodato a Edindustria il loro ingegno, la loro fatica in molte ore di lavoro,impegnandosi con il pensiero e l’opera delle loro mani: dirigenti, quadri,impiegati fino agli operai delle tipografie che hanno lasciato qualcosa dise stessi nella produzione editoriale.Ma non vorremmo passare solo per laudatores temporis acti. Il nostrosguardo al passato è anche ben saldo nel presente e aperto al futuro per-ché siamo certi che Edindustria possa dare ancora qualcosa alla cultura.Il percorso non è facile, ma non lo è mai stato. Ha sempre premuto lanecessità di rinnovarsi, di adeguarsi ai tempi in rapido mutamento.Occorre esplorare nuovi cammini con chiavi di lettura appropriate erispondere alle esigenze di oggi (e degli anni a venire) con strumenti eservizi sempre aggiornati. È una sfida per la quale ci prepariamo giorno per giorno sforzandoci ditenere il passo con i tempi divenuti velocissimi.Dal rumore assordante della linotype che accompagnava, al loro nasce-re, i prodotti di Edindustria siamo passati ad una tecnologia raffinata,quasi senza peso materiale. È uno degli aspetti delle conquiste dell’uo-mo in questo segmento di tempo che ha visto scorrere grandi eventinella storia: la conquista dello spazio, il primo trapianto di cuoreumano, la caduta del muro di Berlino, il succedersi di sei Papi sul tronodi Pietro e di nove Presidenti della Repubblica Italiana al Quirinale.Vi sono state nel mondo tappe esaltanti a cui non sono mancate, percontrapposto, lutti, catastrofi naturali, tensioni, guerre. Perché questo èlo scorrere della storia: un fiume non sempre placido e non sempre lim-pido, in cui tutto concorre ad alimentare la vita. E lo fanno non solo igrandi eventi, ma anche i piccoli che possono aggiungere qualche tassel-lo allo spessore degli anni. Edindustria crediamo l’abbia fatto. Le pagi-ne che seguono ne sono una sintetica, ma vivace testimonianza.
Emilio AcernaPresidente Edindustria
PREFAZIONE
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Culturae Impresa
La cultura è il tessuto connettivo della società.Non è un lusso, ma un’esigenza primordialealla base della vita e, dunque, anche del vastocircuito dell’attività imprenditoriale.Cultura e impresa:due sostantivi dal diverso significato, ma cheuniti assumono una connotazione particolaree hanno dato, per molti aspetti,un contributo significativo nel nostro tempo
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CULTURA E IMPRESA
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Uomo e Macchina
un binomio inscindibile, perché sono due elementi che vivo-no sia in simbiosi che in antagonismo a partire dal momento in cui, allametà del XVIII secolo, si mette in moto “Jannette la filatrice”. Daquando la catena di montaggio invase l’Europa, la macchina è stata sot-toposta a un continuo processo di perfezionamento e di vantaggi.Padrone e al tempo stesso succube delle nuove tecnologie, l’uomo haattraversato più di due secoli.Il delicato rapporto fra uomo e macchina, nelle sue più diverse esplica-zioni, ha formato l’oggetto di una rivista che, per un lungo segmento ditempo, ha posto sul tappeto il nodo di problemi di non poco conto. “Civiltà delle Macchine” ha una sua storia speciale, perché ha incisoprofondamente non solo nella cultura di un gruppo imprenditoriale,ma addirittura del Paese. Per questo vale la pena tracciarne, sia pure agrandi linee, la genesi e gli sviluppi.La rivista nasce nel 1953 per volere di Giuseppe Luraghi, alloraDirettore generale della società Finmeccanica, e di Leonardo Sinisgalliche ne diviene il Direttore responsabile e lo sarà fino al n. 2 del 1958.Leonardo Sinisgalli, lucano (1908-1981), ingegnere, poeta, scrittore, siera trasferito giovanissimo a Milano dove aveva fondato nel 1948, sem-pre insieme a Giuseppe Luraghi, la rivista “Pirelli”.“Civiltà delle Macchine” esce con l’obiettivo di contribuire all’approcciotra cultura umanistica e cultura tecnologica (non a caso il primo nume-ro si apre con una lettera di Giuseppe Ungaretti), dimostrando come traquesti termini non vi sia contrasto e tanto meno scontro, ma una com-plessa, difficile, tuttavia non impossibile, saldatura ricca e stimolante.Con una decisione presa dal Comitato di presidenza dell’IRI, il 29novembre 1956 la rivista passa dalla Finmeccanica all’Istituto per laRicostruzione Industriale. Poiché la legge istitutiva dell’IRI non preve-deva attività editoriali, veniva costituita nel 1957 la società EdindustriaEditoriale Spa con lo scopo, peraltro non esaustivo, di espletare tutte le formalità giuridiche e amministrative connesse con la rivista “Civiltà
È
A lato, il primo numero di“Civiltà delle Macchine”delgennaio 1953, pubblicato dallasocietà Finmeccanica.La rivista, nata per volere diGiuseppe Luraghi, passò adEdindustria nel 1957.
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GiuseppeUngaretti e“Civiltà delleMacchine”
Lettera del poeta,in occasionedell’uscita del primonumero della rivista,al DirettoreLeonardo Sinisgalli
Caro Sinisgalli, mi chiedi quali riflessioni mi vengono suggeritedal progresso moderno, irrefrenabile, della macchina. Toccaesso l’arte del poeta? È implicita in esso un’ispirazionepoetica? Ho detto una volta, e già sono passati molti anni, cheritenevo la civiltà meccanica come la maggiore impresa sortadalla memoria, e come essa fosse insieme impresa in antinomiacon la memoria.La macchina richiamava la mia attenzione perché racchiude, insé ritmo: cioè lo sviluppo d’una misura che l’uomo ha trattodal mistero, della natura, che l’uomo ha tratto da quel puntodel mistero dove è venuta a mancargli l’innocenza. Lamacchina, dicevo, è una materia formata, severamente logicanell’ubbidienza d’ogni minima fibra a un ordine complessivo:la macchina è il risultato di una catena millenaria –sinteticamente rammentata anello per anello – di sforzicoordinati.Non è materia caotica. Cela, la sua bellezza sensibile, un passodell’intelletto. Nella macchina, dicevo dunque, s’attuano prodigi di metrica.Tu sai, e meglio di me, come le calcolatrici elettronicheriescono a risolvere come niente equazioni cherichiederebbero, se quei conteggi avesse da farli direttamenteil matematico, anni e anni di lavoro, e forse gli anni nonbasterebbero; ma il prodigio non è qui: il prodigio metriconon è tanto nei prodotti di calcolo di quella macchina quantonella macchina stessa: nei suoi congegni, nelle funzioni che,dai rapporti che tra di essi istantaneamente s’istituiscono,derivano, possono senza fine derivare. In quel prodigio di metrica noi possiamo ammirareil conseguimento di una forma articolata che, per raggiungerela sua perfetta precisione di forma, dovette richiedere ai suoiideatori, e ai suoi costruttori un’emozione non dissimile da
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quella, anzi identica a quella, cui il piacere estetico dà vita. Ma l’uomo, sia egli pure rigorosissimo scienziato, rimanesempre prevalentemente un essere di natura, e l’abbiamodifatti sorpreso mentre si commuoveva nel fabbricare lacalcolatrice elettronica: l’abbiamo sorpreso in un moto delsentimento e della fantasia. Ora le macchine commuovono perl’effetto del prodigio che sono costate ad essere foggiate;commuovono inoltre pei risultati delle loro operazioni; ma inesse, c’è un terzo motivo di commozione. C’è in esse, voglio dire, un rapporto che dalla metrica è rotto,c’è uno squilibrio, c’è così un effetto di bellezza che diventa daparte della macchina mostruoso: c’è in esse un conflitto trametrica e natura; ed essere umani è invece il disperantetentativo di mettere in armonia natura e metrica. Può dunquela metrica soverchiare la natura? [...] Non è domanda nuova: se l’era posta il Romanticismo, se l’eraposta il Leopardi con la lucidità che sai, e la macchina allora,era più che altro «vaticinata». L’uomo di fronte alla macchina è ormai in una condizione dipiena stranezza: lo è, dico, moralmente. Non come il torerodavanti al toro, non come il vagabondo sotto il leccio che lafolgore fulmina, non come il lebbroso in preda alla lebbra,trattandosi in tali casi sempre di natura alle prese con lanatura.Vi è una forza, che è della macchina, che si moltiplica dallamacchina generatrice inesauribile di macchine sempre piùpoderose, che ci rende sempre più inermi davanti alla suacecità, alla sua metrica che si fa cieca per l’uomo, che perdeogni memoria smemorando essa l’uomo.Tu sai dell’acceleramento portato alla storia dalla macchina, edella precarietà che ne viene agli istituti sociali, e dellinguaggio che non sa più come fare per avere qualche durata
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CINQUANT’ANNI AL SERVIZIO DELL’IMPRESA
da potersi volgere indietro e in qualche modo verificarsi lungouna qualche prospettiva. Quale sforzo dovrà sempre più farel’uomo per non essere senza amore, senza dolore, senzatolleranza, senza pietà, senza ironia, senza fantasia; ma crudele,con il passato crollato, insensibilmente crudele come lamacchina? Quale sforzo dovrà sempre più fare per ridarevalore sacro alla morte?Il volo, l’apparizione delle cose assenti, la parola udita nelmedesimo suono casuale di chi l’ha profferita senza ostacoli didistanza di tempo e di luogo, gli abissi marini percorsi,il sasso che racchiude tanta forza da mandare in fumoin un baleno un continente, tutte le favolose meraviglie da Mille e una notte, e molte altre,si sono avverate, la macchina le avvera.Hanno cessato d’essere slanci nell’impossibile della fantasiae del sentimento, sogni, simboli della sconfinata libertà della poesia. Sono divenuti effetti di strumenti foggiati dall’uomo.Come l’uomo potrà risentirsi con essi strumenti grande,traendo forza solo dalla sua debole carne? Forza morale!
La rivista che inizia con questo numero le sue pubblicazioni, eche tu dirigi, si propone di richiamare l’attenzione dei lettorianche sulle facoltà strabilianti d’innovamento estetico dellamacchina. Vorrei anche che essa richiamasse l’attenzione su unaltro ordine di problemi: i problemi legati all’aspirazioneumana di giustizia e di libertà. Come farà l’uomo per non essere disumanizzato dallamacchina, per dominarla, per renderla moralmente arma diprogresso?
Giuseppe Ungaretti
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Nell’aprile del 1968 uno speciale fascicolo di “Civiltà delle Macchine”fu dedicato interamente al futuro.
In questo fascicolo il futuro fu trattato in tutte le sue sfaccettature. I maggiori esponenti italiani in discipline diverse parteciparono alla tavola rotonda:
quattro giorni di riflessioni e dibattiti.In quell’occasione Giuseppe Ungaretti copiò a mano una poesia
dal “Taccuino del vecchio”.Alla poesia Piero Dorazio accompagnò un disegno a colori
che venne tirato in poche copie,firmate sia da Ungaretti sia da Dorazio.
CULTURA E IMPRESA
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delle Macchine” alla quale veniva affiancata “Notizie IRI”. Destinata,quest’ultima, a fornire all’opinione pubblica dati e informazioni sulleaziende del gruppo. Nel secondo fascicolo del 1958 Sinisgalli annunciadi voler lasciare “Civiltà delle Macchine” avendo assunto altri incarichipresso aziende esterne al gruppo IRI. Viene nominato Direttoreresponsabile Francesco d’Arcais e contestualmente è costituito unComitato direttivo composto da: Giuseppe Ungaretti, Arnaldo M.Angelini, Francesco Santoro Passarelli e Francesco M. Vito. Venuto amancare quest’ultimo, fu sostituito, nel 1968, da Vittorino Veronese.Se la rivista fu fondata da un poeta-ingegnere, ne proseguì l’opera ungiornalista-matematico, coniugando con la stessa passione scienza e tec-nica con letteratura, arte, economia e seguendo via via il ritmo incalzan-te dell’evolversi del pensiero in un contesto socio-culturale in forteespansione. Ritocchi furono apportati nel tempo ai contenuti, alla for-mula grafica e alla struttura interna della rivista, ferma restando la suacaratteristica di summa del pensiero a cui ha dato vita la migliore intel-
lighenzia italiana e straniera: letterati, filosofi, artisti, studiosi di forma-zione umanistica si affiancarono a scienziati, matematici, economisti svi-luppando, pagine su pagine, il loro pensiero in una felice osmosi tra artee scienza, tecnica e poesia. Per rendersi conto di quale importante con-tributo alla cultura abbiano dato i fascicoli di “Civiltà delle Macchine”basta scorrere, oltre agli argomenti, i nomi degli autori. Impossibilecitarli tutti e ci sembrerebbe ingiusta una scelta parziale. Ci limitiamo aqualche cifra. Nove Premi Nobel hanno dato un loro originale contri-buto. Con loro, una fitta rappresentanza di Accademici di Francia,Accademici dei Lincei, docenti universitari, scienziati e scrittori.Quarantatre “Tavole rotonde” per dibattere i grandi temi della cultura.Nata come rivista bimestrale, “Civiltà delle Macchine” assunse, di fatto,a partire dal 1971, una periodicità quadrimestrale. Negli ultimi fascico-li della rivista si passa da una struttura di tipo enciclopedico e interdi-sciplinare a una di tipo monografico mantenendo un’articolazionetematica legata al momento storico. Nel lungo arco della sua esistenza –1953-1979 – “Civiltà delle Macchine” ha subito trasformazioni e ritoc-chi, pur rimanendo sempre vincolata a quella definizione di “rivista dicultura contemporanea” che appare nella specificazione della testata.
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CINQUANT’ANNI AL SERVIZIO DELL’IMPRESA
Nella pagina a lato, disegni diConsagra, Burri, Guerrini, Parise,Scanavino, Berti, Capogrossi,Sanfilippo, Turcato, pubblicati su“Civiltà delle Macchine” n. 6,1956. (Tratto da L’Arco e laCetra, Edindustria, 1993).
“Civiltà delleMacchine”è la testimonianzapreziosadi un’offerta unicanel suo genere,in un’epoca dovela macchina diventaarte, dove la parolae l’immaginesi fondono perdivenire raffinatostrumento di cultura
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Le copertine di “Civiltà delleMacchine”
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In alto, dipinto di Giancarlo Isola eseguito per la copertinadi “Civiltà delle Macchine” n. 5-6 del 1977, acrilico su tela, 56 x 43.
Questa opera, in cui è rappresentato il mondo industriale e del lavoro, ben sintetizza il concetto dell’arte e dell’impresa.
Nelle tre pagine precedenti alcune copertine di “Civiltà delle Macchine”;le copertine sono lo “specchio” della rivista.
Sono tutte particolari, ma a partire dal 1961 ci fu un “salto di qualità”. Si decise di affidarle agli artisti più meditativi e originali di quegli anni.
Il primo fu Gino Severini (pag. 23), seguirono negli annitanti altri pittori dell’arte contempoanea, fino a Guido Razzi che, nel 1979,
realizzò la copertina dell’ultimo numero di “Civiltà delle Macchine”ispirandosi al rapporto tra cultura e religione (pag. 41).
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L’a b c del sapere
eggere, scrivere e far di contoè da tempo immemorabile la base delsapere. Questo si è caricato, attraverso isecoli, di informazioni ed elaborazioniconcettuali per arrivare alle quali occor-re passare attraverso l’istruzione e, inprimis, l’alfabetizzazione.Un’attenzione a questi aspetti Edin-dustria l’ha data attraverso la produ-zione di due originali volumetti, stam-pati in facsimile nel 1965 e nel 1969. Il Libro di M. Giovam BattistaPalatino, cittadino romano, nel quals’insegna a scriver ogni sorte lettera…è una delle prime opere a stampa sullascrittura a mano e risale al 1548. Deliziose le tavole illustrative e un veropiacere sono gli esempi, i “sonetti figu-rati” e le istruzioni per l’uso degli stru-menti destinati alla scrittura: la penna“d’oca domestica”, dura, lustra, picco-la, perché si adopera più facilmente econ più velocità. Il coltellino per tem-perarla “ha da essere di buonoacciaio”, ben temprato, bene arrotato eaffilato. Al “temprare delle penne” èdedicato un intero capitoletto.A un’epoca precedente, cioè al 1478,risale un altro testo riprodotto in fac-simile, L’arte de l’abbaco: l’aritmetica
di Treviso, il primo manuale di aritme-tica che si conosca. Per risalire agliesordi della lingua italiana niente di
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CULTURA E IMPRESA
Alcune pagine delvolumetto L’arte del’abbacco: l’aritmeticadi Treviso realizzatoda Edindustriain facsimile nel 1969.Il volume, tiratoin 1.100 esemplari,riproduce in facsimileun testo che vide lasua prima edizionestampata a Treviso il10 dicembre 1478.
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CULTURA E IMPRESA
Il Libro di M.Giovam BattistaPalatino...,pubblicato a Romanel 1548, furealizzato infacsimile daEdindustria nel1965. Ne sono statestampate solo 700copie su cartafabbricata “al tino”conforme all’anticadalla ZincograficaFiorentina.
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meglio che riscoprire Dante Alighieri“e la vita di esso Dante scritta da
Giovanni Boccaccio”, un’opera stam-pata in Firenze nel 1576. Realizzata in un numero limitato diesemplari per il VII centenario dellanascita di Dante, aggiunge al valorecommemorativo la preziosità di untesto e di un impegno editoriale parti-colare.
Nell’ottica della promozione cultura-le, Edindustria ha realizzato, neglianni Sessanta, per la società Italsideruna serie di volumi che ebbero il pre-gio di venire incontro ad alcune esi-genze di carattere sociale. Quando laricostruzione post-bellica era in statoavanzato ed era appena agli alboriquello che si sarebbe chiamato il“boom industriale”, c’erano ancoraparecchi solchi vuoti nel campo dellacultura. Nacque così una “Collana” di pubbli-cazioni, agili nella grafica, ma sostan-ziose nel contenuto, che venivanoincontro al bisogno di colmare qual-che lacuna in un contesto ancora cul-turalmente carente.Sono testi affidati a specialisti di variediscipline. Asciutti, densi, abbracciano una seriedi temi che spaziano nelle aree piùdiverse del sapere: dalle scienze allaletteratura, alla storia, all’economia.
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Preziosità del libro
erti libri sono preziosi quanto un gioiello. Si tratta di libriirreperibili sul mercato e appunto per questo di pregio se non altro perl’originalità delle scelte.Il valore di un libro sta senza dubbio nel suo contenuto, ma anche laforma, la scelta dei caratteri, le illustrazioni fanno parte della sua qua-lità e lo impreziosiscono. Fin dagli anni Sessanta Edindustria si è cimentata nella difficile arte delfacsimile, cioè nella riproduzione, accurata e fedele, di testi antichi e inmolti casi rari. Ne ha fatto un fiore all’occhiello della sua attività pro-muovendo, in proprio e per conto di alcune società, la stampa in tira-tura limitata di varie opere del passato. Ne è testimonianza il De re metallica di Giorgio Agricola, un volumestampato a Basilea nel 1561. L’opera è una specie di summa mineraria,metallurgica e chimica, con digressioni nella meccanica e in altre disci-pline. Fu un prezioso manuale tecnico per vari secoli. “Gli ometti operosi intenti a perforare, fondere, far macchine, pestarei minerali, versare i metalli fusi, sono le pattuglie avanzate dell’immen-so esercito d’artefici che ha trasformato o sta trasformando la facciadella terra”.Di questi volumi, antichi e rari, non solo venne curata la riproduzionea stampa, ma anche la carta ebbe i suoi pregi. Fu scelta in alcuni casiuna carta conforme all’antica fabbricata “al tino”. Così è stato per il Novo Teatro di Machine et Edificii di VittorioZonca, architetto di Padova, che compilò quest’opera nel 1607. Cosìper i Tarocchi del Mantegna, riproduzione di una serie di stampe anti-che. Riproduzioni di vecchi e rari tarocchi anche in Antiche carte ita-liane da tarocchi, un “album” nato come un divertissement; anticheanche alcune Carte nautiche e, oltre che per il pregio dell’antichità, sisegnala per originalità di contenuto il Libellus de medicinalibus indo-rum herbis di Martin de la Cruz, manoscritto azteco del 1552 stampa-to per l’Istituto Mexicano de Seguro Social.
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Foto in alto: l’immagine è trattadai Tarocchi del Mantegna, ediz. in facsimile, Edindustria, 1960.Foto 1: dal volume Antiche carte...“Il fante di spade”. Fa parte diuna serie di 17 carte di Veneziadel principio del sec. XV notecome tarocchi di Carlo VI.Foto 2: tarocchi detti di CarloVI, “Il penduto”.Foto 3-4: fanno parte di una seriedi 12 tarocchi del sec. XV, dell’Accademia Carrara di Bergamo,Coll. Baglioni; foto n. 3 “Il re dicoppe”, foto n. 4 “Il cavallo dispade”.Foto 5-6: foto n. 5 “La dama dibastoni”, foto n. 6 “Il fante dicoppe”. Fanno parte della serie ditarocchi più celebre al mondo, diFilippo M. Visconti, nota aglistudiosi come i tarocchi delBrambilla.
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Y a-t-il rien de plus poétique que l’originenébuleuse et pleine d’incertude des cartes?
(H. d’Allemagne)
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CINQUANT’ANNI AL SERVIZIO DELL’IMPRESA
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I libri da leggere,rileggere,stampare eristamparein facsimile
Le foto n. 1, 3, 4 sono trattedal De re metallica di Giorgio Agricola,facsimile stampatoda Edindustria nel 1959.
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CULTURA E IMPRESA
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In questa pagina,e nella foto n. 2 dellapagina a lato,immagini tratte dalNovo Teatro diMachine et Edificii,edizione in facsimile,Edindustria, dicembre1960.Fu realizzata in 1.100esemplarie stampata su cartaconforme all’anticafabbricata “al tino”dalle Cartiere Magnanidi Pescia.
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Pubblichiamo alcune pagine diun volumetto divertissement i cuitanti pregi ne fanno un libroveramente “prezioso”.Una copertina quasi sontuosa,in velluto rosso con un dorsolavorato a nervetti,carta conforme all’antica e tantebelle immagini che riproduconoerbe medicinali con l’indicazionedettagliata dei malanniche esse curano.
Il facsimiledi un manoscrittoatzeco
Libellusde medicinalibusindorum herbis
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CINQUANT’ANNI AL SERVIZIO DELL’IMPRESA
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CULTURA E IMPRESA
«Caput primum, de capitis
curatione, vomica,furfuribus
vel alopecijs,scabie, capillorum
proflunio, capitislesione seufractione»
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CULTURA E IMPRESA
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I libri strenna,un omaggio“unico”
«Polene cherisalgonoe mi portanoqualcosa di te»(E. Montale)
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Edindustria è stata laprima società editrice ita-liana a realizzare “libristrenna”, cioè volumi appo-sitamente allestiti per azien-de che intendevano fare dellibro un omaggio “unico”,sia perché tirato in unnumero limitato di copie, siaperché il contenuto esploravaun soggetto particolare, prodottoin esclusiva. Si trattava di esemplari non tocca-ti da tecniche commerciali, stampatiin forme raffinate. Venivano ad arric-chire il panorama dell’editoria italianadandovi un apporto specifico e nonsecondario. I temi spaziavano in diversi campi, conuna particolare attenzione al versante“marinaro”, perché molti volumi venne-ro realizzati per conto della societàFinmare nel decennio 1960-1970.Ricordiamo le Polene italiane, gli Ex voto
marinari, gli Antichi modelli navali italiani,Sulla rotta del portatore di Dio, Canti delle tra-
dizioni marinare, libro con disco allegato. E,tra gli ultimi: Miti e leggende, Viaggi verso l’i-
gnoto, Baluardi e fortezze, Intorno al mondo.In occasione del V anniversario della propriacostituzione, Edindustria “si regalò” un libroparticolare: Gerolamo Cardano matematico,
medico e filosofo naturale, una singolarefigura di studioso vissuto in pienoCinquecento.
Due immagini tratte dal volumePolene italiane, Edindustria,dicembre 1961.In questa pagina, polenadel secolo XIX di nave ignotaconservata al Museo Navaledi Genova-Pegli.Nella pagina a lato è raffiguratauna polena di tipo a mascherone,secolo XVII, di nave ignota.
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Il libro strenna,un omaggio “unico”
In queste pagine, alcune immagini tratte da volumi strenna realizzati da Edindustriaper conto della società Finmare negli anni Sessanta-Settanta.
I libri trattavano in particolare il tema del mare.
In alto, due immagini tratte dal volume Ex voto marinari, 1961.
Nella pagina a lato, dal volumeLa scoperta del mare - Viaggi verso l’ignoto (Edindustria, 1970)
è rappresentata la carta del mondo detta di Ebstorf, il cui originale fu distrutto ad Hannover durante la guerra nel 1943; in precedenza ne era stata fatta una copia in facsimile
che viene tuttora conservata nel Museo regionale di Lüneburg.
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«L’antichità è partita dal mitoper arrivare alla geografia»
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In questa pagina l’Anamorfosi.“Difficile a dirsi, ed a farsi.”...“La facevano i grandi pittorie disegnatori di secoli in cui non esisteva la fotografia eproiettare il mondo sulla carta osulla tela significava interpretarlo, piegarlo al proprio modo di vedere le cose. L’anamorfosi consisteessenzialmente in una immaginecomposta come se non fossesoggetta alle regole dellaprospettiva. Per poterla decifrare è infatti necessario porla in prospettiva, assumendo unaposizione prefissata rispetto alpiano o utilizzando un qualcheausilio ottico. In questo caso, uno specchio cilindrico nel quale si riflette,ricomponendosi, l’immaginedistorta che appare alla base delcubo. Si tratta di una immaginerealizzata oltre duecento anni fa e rielaborata per poterlariprodurre, cercando diconservarne l’impronta d’altri tempi: per sottolineareil valore della tradizione, quando si sa come attualizzarla e finalizzarla; per suggerire laparabola di una realtà inmovimento, di un progetto che sivede in prospettiva”.(Tratto da La coppa e lo scudo,“Un disegno d’insieme”,Edindustria, Roma 1994).
Nella pagina a lato il Cristo diGuido Razzi eseguito per l’ultimonumero di “Civiltà delleMacchine” nel 1979.
Passione per l’arte
e arti figurative fanno indubbiamente la parte del leone nel-le raccolte di Edindustria, che ne ha sempre avuto un particolareriguardo con iniziative di diversa natura: mostre, riviste, cataloghi elibri d’arte, per la cui realizzazione molti artisti contemporanei sonostati invitati a confrontarsi con il nuovo clima portato dall’avvento del-la tecnologia.Esemplare a questo proposito l’apporto di “Civiltà delle Macchine”. Apartire dal 1961 le copertine della rivista furono commissionate appo-sitamente ad artisti di spicco della pittura contemporanea. Il primo fuGino Severini, l’ultimo, con la cessazione della rivista nel 1979, GuidoRazzi. Moltissimi altri compongono una schiera di autori che hannoprestato alla cultura imprenditoriale il loro estro creativo dando origi-ne a frequenti dibattiti sul tema, non sempre facile e non sempre com-preso, dell’arte contemporanea.
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Nel 1961 furono commissionati a Giorgio De Chirico dieci acquarellirappresentativi dei settori in cui allora operava il gruppo IRI. L’artista siispirò alla mitologia, associando ogni attività produttiva ai mitidell’antica Grecia. Un organismo, in continua e dinamica evoluzionecome l’azienda, venne così associato e, in qualche misura “legato”, alparticolare mondo della mitologia classica attraverso un’operazioneartistica originale per lo stile e il richiamo evocativo.Fra l’impresa e l’artista non si creò un rapporto di stile celebrativo, maun fecondo scambio di idee, che ha segnato in modo del tuttoparticolare un felice connubio artistico-culturale. De Chirico scelse Minerva, dea dell’intelletto, a simbolo della creativitàdi Edindustria e lo espresse con queste parole: “Ho composto, pensandoa Edindustria, la casa editrice che cura le pubblicazioni dell’IRI, la vitasilente con il busto di Minerva e i libri”.
De Chirico ed Edindustria
“Come in tutte lecose che faccio,anche in questiacquarelli ho messoil massimo impegnoperché,contrariamente aicritici ed ai pittoriastrattisti sono unlavoratore...”.(Giorgio De Chirico)
Giorgio De Chirico, Minerva, 1961, acquarello su carta 25 x 35.
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Giorgio De Chirico, Polimnia, Tersicore, Erato, Euterpe, Melpomene e Talia, 1961, acquarello su carta 25 x 35.
Giorgio De Chirico, Il cavallo alato. Pegaso, 1961, acquarello su carta 25 x 35.
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Giorgio De Chirico, Giasone e gli Argonauti, 1961, acquarello su carta 25 x 35.
Giorgio De Chirico, La metamorfosi di Aracne, 1961, acquarello su carta 25 x 35.
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Giorgio De Chirico, Mercurio messaggero degli dei, 1961, acquarello su carta 25 x 35.
Giorgio De Chirico, Giasone costruttore della prima nave, 1961, acquarello su carta 25 x 35.
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Giorgio De Chirico, Briareo e i Ciclopi, 1961, acquarello su carta 25 x 35.
Giorgio De Chirico, Energia nucleare. Giove, 1961, acquarello su carta 25 x 35.
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Giorgio De Chirico, L’officina di Vulcano, 1961, acquarello su carta 25 x 35.
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Nel solco tracciato da un’eccezionale mostra tenutasi a Roma nel 1989:“IRIARTE. Antico e moderno nelle collezioni del gruppo IRI”,Edindustria, qualche anno più tardi, pubblicò un volume sulle piùimportanti opere d’arte (quadri, pannelli, arazzi, sculture) in possessodell’IRI.Non si trattava di collezioni organiche, ma di “raccolte”, cioè di operevenute a far parte – in differenti momenti e per le più diverse occasio-ni – del patrimonio di un gruppo il cui compito è stato quello di esse-re al servizio dello sviluppo e della modernizzazione del Paese. Numerosi i capolavori di pittori contemporanei commissionati dallasocietà Edindustria. Ecco alcune firme presenti in mostra: Afro eMirko Basaldella, Corrado Cagli, Giuseppe Capogrossi, FabrizioClerici, Piero Dorazio, Gianni Dova, Nino Franchina, Franco Genti-lini, Alberto Magnelli, Umberto Mastroianni, Achille Perilli, FaustoPirandello, Giuseppe Santomaso, Emilio Schumacher, Gino Severini,Orfeo Tamburi, Emilio Vedova. Oltre ai dieci acquarelli di Giorgio De Chirico.
L’arte inmostra
“IRIARTE. Antico e moderno nellecollezioni del gruppo IRI”.In mostra anche icapolavori diEdindustria
In questa pagina, a sinistra, il quadro di Nino FranchinaAltoforno, 1967;a destra, il dipinto di Achille Perilli Trasformazione dello spazio, 1967.Nella pagina a lato,Corrado Cagli, Argon, 1967.
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Sono da considerare veri epropri libri d’arte tre volu-mi, pubblicati da Edin-dustria nel giro di pochi anni(1993-1996), dedicati alleiniziative più significativedel gruppo IRI in campoculturale. Di questa serie fanno parte:L’arco e la cetra - Impresa ecultura nei sessanta anni delGruppo IRI, Edindustria1993; La coppa e lo scudo -Imprese di cultura e culturedi impresa nel Gruppo IRI,Edindustria 1994; Il cuore eil remo - Imprese di culturae culture di impresa nelGruppo IRI, 1996.I tre volumi di grande for-mato – curati con alta pro-fessionalità da Gian PieroJacobelli – valgono nonsolo come specchio dellerealizzazioni di un gruppoindustriale, ma per la quali-tà dei testi, la ricerca icono-grafica, la ricchezza e la for-za delle immagini, la sceltaaccurata della carta, spessodiversa per grammatura efabbricazione al fine didare maggiore risalto a testie foto.Un’impaginazione originale,unica nel suo genere.
Tre volumi per esprimereil meglio della cultura
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A lato, le copertine dei trevolumi dedicati alla culturae all’impresa: L’arco e la cetra,La coppa e lo scudo, Il cuore e il remo,(editi da Edindustriatra il 1993 e il 1996).Nelle pagine successive,alcune pagine dei volumi.
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Pagina tratta da L’arco e la cetra, 1993.
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Due pagine da L’arco e la cetra sul restauro delle statue di Ponte S. Angelo a Roma.
Da La coppa e lo scudo, due pagine sulla splendita oreficeria di Taranto, quasi ad emblema di una civiltà scomparsa.
Da Il cuore e il remo, pagine tratte dal capitolo “La storia della comunicazione”.
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Da Il cuore e il remo, pagine su Gioachino Rossini: “Il cosmopolitismo musicale”
e “A Santa Croce”.
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Passioneper l’arte.L’Architettura:Il villinoFolchi
Non solo artifigurative. Nonvanno dimenticatialcuni esempi diinteresse artisticoche riguardanol’architettura, lamusica, il teatro evarie espressioniculturali in unparticolare momentodella storia
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L’architettura, che aveva trovatoposto in anni lontani in alcuni arti-coli delle riviste di Edindustria, haavuto una felice collocazione auto-noma in opere pubblicate direcente. Un’attenzione particolare è statarivolta a Il villino Folchi, attualesede del gruppo Tosinvest. Si trat-ta di un edificio sorto nell’area delquartiere Ludovisi a seguito dellalottizzazione della bellissima villasecentesca con il suo magnificogiardino barocco.Il villino, un interessante esempiodell’architettura romana di fineOttocento inizio Novecento, fuedificato, tra il 1886 e il 1887, sucommissione di monsignor EnricoFolchi. Realizzatore GiovanniBattista Giovenale, singolare figu-ra di architetto che apportò unnotevole contributo al movimentodell’Eclettismo affermatosi comefenomeno tipicamente romanocontrapposto a quello continentaleed europeo del Liberty. Il volumeha il pregio di legare armoniosa-mente architettura, arte e storia.Il villino Folchi, edito nel dicem-bre del 2003, si colloca tra le pub-blicazioni di pregio edite dallaSocietà per la qualità dei testi, del-le immagini, dell’impaginazione eper la raffinata scelta dei materiali.
Nella pagina a lato, la facciata principaledel villino Folchi fotografata dal cortile interno,un bell’esempio di Eclettismoa Roma, (da Il villino Folchi, 2003).Nelle due pagine successive,a sinistra, una suggestiva fotonotturna del frontedi Villa Piccolominiverso la via Aurelia Antica;a destra, veduta del lungo vialeantistante il prospettosettentrionale della villa (fototratte da Villa Piccolomini ...).
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Passioneper l’arte.L’Architettura:VillaPiccolomini
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Risale al giugno del 2005 il volume Villa Piccolomini. Una residenza dicampagna alle porte del Vaticano, commissionato ad Edindustria dallaSoprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per ilComune di Roma. La villa, citata nei documenti antichi anche come la “Casa del Sole”, èuna residenza sorta nel tardo Cinquecento lungo l’antica via Aurelia. Ilvolume, grazie alla grafica sobria ma elegante, alla ricerca iconograficae alla qualità esecutiva, ben documenta sia le vicende del territorio sucui insiste la residenza, sia le trasformazioni apportate alla costruzionee al grande parco, nel corso dei secoli, dalle famiglie che si sono avvi-cendate nella proprietà della villa alle porte del Vaticano.
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Il volume dedicato al Palazzo Muti Bussi segue, nella stessa Collana,quello dedicato al villino Folchi, consolidando un esempio
di studio scientifico, in edizioni di pregioriccamente documentate, di importantipalazzi romani. Palazzo Muti Bussi all’
Aracoeli, è l’esame attentodelle soluzioni architetto-niche apportate alla costru-
zione (che sorge in un pun-to nevralgico della città ai
piedi del Campidoglio) nelcorso di due secoli –
Cinquecento e Seicento – dai pro-fessionisti più qualificati del tem-
po: Della Porta, Peparelli, DeRossi, Fontana, Specchi,Valvassori.Interessante anche la figuradel pittore paesaggistaGaspard Dughet che,presumibilmente tra il1635 e il 1637, eseguì, nelgrande salone del piano
nobile di Palazzo Muti, ilbellissimo fregio decorativo
diviso in quattordici scene di paesaggioracchiuse in cornici riccamente decorate
con busti di figure femminili alate efogliami.
E proprio i riquadri di Gaspard Dughet,insieme alle decorazioni in stucco del Seicento e
al grande scalone in marmoantico, sono oggetto dellepagine più originali del volumeedito da Edindustria nel 2006.
Passioneper l’arte.L’Architettura:PalazzoMuti Bussiall’Aracoeli
In questa pagina, figurafemminile alata che decorale cornici entro cui sonoracchiuse le scene di paesaggiodel fregio Dughet nel salonedel piano nobiledi Palazzo Muti Bussi.Nella pagina a lato, il palazzovisto da piazza dell’Aracoeli;l’architetto della fontanain primo piano èGiacomo Della Portache, nello stesso periodo,progettò il Palazzo Muti.
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Gaspard Dughet,il “maestrodella betulla”,a Palazzo Muti Bussiall’Aracoeli
In alto, il Naufragio.Il motivo della tempesta marina,già introdotto da Matthijs Bril, è riproposto da Dughet nel fregio Muti.In basso, la scena Marina con veliero, un cavaliere eun viandante. Nella pagina a lato, uno scorciodi paesaggio della campagnaromana della quale Dughet fuinnamorato e alla quale spesso siispirò: Paesaggio con un cacciatorecon fucile e un viandante.(Foto tratte dal volume PalazzoMuti Bussi all’Aracoeli).
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Passioneper l’arte.La Musica,il Teatro
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Diverse espressioni artistiche – architettura, scultura, pittura – insie-me ad altri aspetti culturali di non minore valore, hanno formato l’og-getto di un volume particolare: Europa Anno Mille, edito nel 1965.L’Anno Mille, atteso dagli uomini di quel tempo più con tremore checon speranza, passò lasciando tracce tutt’altro che banali in ogniramo del sapere. Una preziosa selezione di questi aspetti, accompagnata da un adegua-to commento, ci dà la misura culturale di un’epoca. La ricognizione,compiuta quando il secondo millennio era quasi alle porte, consentedi commisurare quali e quanti passi l’umanità ha fatto nell’arco diben dieci secoli.
Il linguaggio della musica è entrato nelle pagine di “Civiltà delleMacchine” con due partiture appositamente composte nel 1963 perla rivista da due illustri musicisti, figure di rilievo internazionale nel-la storia del Novecento: Gian Francesco Malipiero e GoffredoPetrassi. La prima, per quattordici strumenti, è intitolata“Macchine”, la seconda “Musica di ottoni”. Entrambe hanno voluto essere la risposta, in note musicali, alla pro-vocazione della macchina nel mondo contemporaneo.
Il teatro, che pure è stato ogget-to di alcuni articoli sulla rivista,ha avuto una sua pubblicazioneautonoma e originale in un volu-me promosso dalla Italsider nel1962: Cinque modi per conoscereil teatro: Shakespeare, Molière,Pirandello, Brecht, Ionesco.Cinque opere teatrali di questiautori costituiscono un bagaglioimportante per un approccionon superficiale all’arte di dueMuse: Melpòmene, per la trage-dia, Talìa per la commedia.
In questa, e nella pagina a lato,partiture musicali: nel 1963Gian Piero Malipieroe Goffredo Petrassi composerodue partiture appositamenteper la rivista“Civiltà delle Macchine”.
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Sacro e profano
otrebbe sembrare strano che trovino posto, in una panora-mica che vede in primo piano l’impresa nella sue articolazioni cultura-li, anche i grandi eventi religiosi, le loro radici, i loro sviluppi e le pro-blematiche che li hanno accompagnati.Eppure nell’attività editoriale di Edindustria si trovano alcuni testi diun certo spessore culturale che hanno trattato il problema del sacronell’esperienza esistenziale umana.La religione ha permeato la storia e quindi va tenuto conto della suainfluenza nella vita e delle sue implicazioni. Per qualsiasi persona dicultura la religione entra nella sua sfera di idee. Anche il più invetera-to laicista non può esimersi dal misurarsi con un aspetto della vita cheha il suo centro nell’uomo e dell’uomo si fa tramite con l’Assoluto.Per sua costituzione società laica, Edindustria non ha dunque esitatoad affrontare anche temi di carattere religioso. L’ultimo fascicolo di“Civiltà delle Macchine” è interamente dedicato al rapporto specificotra cultura e religione. “Cultura e religione – viene affermato – sonointimamente legate, non possono avere una relazione soltanto esterna eaccidentale”. La religione incide sui contenuti del sapere, sui compor-tamenti umani e non può prescindere da scienze umane come l’antro-pologia e la filosofia. La rivista riservò spazio anche a un grande even-to religioso mondiale: il Concilio Ecumenico Vaticano II. Nell’ultimofascicolo del 1962 troviamo sull’argomento articoli di Jean Guitton edel Cardinale Joseph Frings, accompagnati da tavole illustrative diEmilio Greco e Aligi Sassu.La presenza dell’espressione religiosa in testi specifici è documentata inalcuni volumi che Edindustria ha prodotto, in tiratura limitata, perconto di alcune società. È il caso della Laude di Jacopone da Todi, ripro-duzione dell’editio princeps del 1490. Il legame tra aree religiose e la loro manifestazione del sacro è ben visi-bile in Segni d’eternità nel tempo e nella terra, nelle cui pagine la fededelle grandi religioni mondiali (cristiana, ebraica, musulmana, buddista
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Il disegno in alto a sinistra, di Aligi Sassu, “Concilio Ecumenico Vaticano II”,illustrava nel n. 62 di “Civiltà delle Macchine” l’articolo del Cardinale Joseph Frings;
il disegno a destra, di Emilio Greco, “Pastor et nauta”, accompagnava l’intervento di Jean Guitton, Accademico di Francia.
ll Cardinale Frings, nel suo intervento: “L’esperienza forse più straordinaria,che dà una profonda impronta alla situazione spirituale del momento è questa:
il mondo è diventato piccolo e, in conseguenza, si è creatanella umanità una unità del tutto nuova. Certo, questa esperienza era già in cammino
almeno fino dalla scoperta dell’America, ma soltanto oggi, con le inaudite possibilità della tecnica, essa ha raggiunto la sua straordinaria attualità, arrivando anche alla conoscenza dell’uomo della strada...”.
Jean Guitton, nel suo intervento: “... Ora il carattere proprio dell’epoca attuale,quello che la rende così poco simile alle altre,
così incomprensibile a coloro che la vivono, è nel fatto che più ritmi storici,indipendenti gli uni dagli altri, mostrano di trovarsi contemporaneamente in una fase di decadenza,
si avvicinano insieme al punto finale. Questa coincidenza di nodi (...) è assai improbabile. È proprio essa che dà alla nostra epoca un carattere escatologico.
Si è indotti a chiedersi se la fine dei tempi non possa essere definita proprio come la convergenza di tutte le decadenze. Ma quali sono questi ritmi storici che, nella nostra epoca,
si palesano in fase diminutiva, si avanzano verso la morte o la trasmutazione?”.
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In alto, ostensorio di manifattura siciliana, 1662.Confraternita del SS. Sacramento, Bitonto.In basso a destra, reliquiario aostensorio di S. Sabino, del secolo XVIII, manifattura napoletana.Museo della Cattedrale, Bari.In basso, un particolare della mostra “Civiltà delLibro” realizzata a Bari nel 1999.
Le quattroreligionimonoteistenel volume “Il Passaggioe l’incontro”
I Cattolici
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Le quattroreligioni
monoteistenel volume
“Il Passaggioe l’incontro”
Gli Ortodossi
In alto, stauroteca a trittico di manifatturacostantinopolitana, sec. XI. Cattedrale di Santa Maria Assunta, Monopoli.A lato e in basso, icone. Thomás Batháse aiuti (Creta 1554 - Venezia 1599), data-bile 1574 - 1599. Tempera su tavola.Museo Civico, Barletta.
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Le quattroreligionimonoteistenel volume “Il Passaggioe l’incontro”
I Musulmani
A lato, particolare della mostra“Civiltà del Libro”.In basso, a sinistra e al centro,formelle reggi battaglio.Maestranze meridionali, sec. XII,bronzo sbalzato.Canosa, Cattedrale di San Sabinoe Mausoleo di Boemondo.A destra, un cofanetto dimanifattura islamica, sec. XII,bronzo. Barletta, Cattedraledi Santa Maria Maggiore.
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A lato e in basso a sinistra,foto tratte dalla mostra “Civiltà del Libro”, Bari-Fiera del Levante, 1999.In basso a destra, una placchettaraffigurante l’episodio biblicodi David e Golia. Italia centrale,metà del secolo XIX.Bronzo sbalzato e inciso,probabilmente parte di unarilegatura cerimoniale.Collezione privata.
Le quattroreligioni
monoteiste nel volume
“Il Passaggioe l’incontro”
Gli Ebrei
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e induista) trova spazio nell’esprimere la costitutiva dimensione spiri-tuale dell’uomo e il suo anelito a una realtà trascendente. Il volume fupresentato a Papa Paolo VI in un’udienza particolare concessa all’au-tore della pubblicazione, Francesco d’Arcais, e ai suoi più stretti colla-boratori. Sul significato e la valenza dell’espressione religiosa per l’uo-mo d’oggi sono stati pubblicati da Edindustria altri volumi: Soste del
tempo interiore, un invito alla meditazione o quanto meno a “sostare”con qualche riflessione spirituale sulla scia di un richiamo dato da unaserie di immagini suggestive. Sulla stessa linea anche Pace senza sera; mentre il tema religioso nellasua componente storica viene affrontato in due volumi dedicati aiprincipi degli apostoli: Pietro a Roma e Nel solco di Pietro e Paolo. Sitratta di testimonianze corredate da saggi storico-scientifici e da illu-strazioni di quella particolare realtà romana in cui è maturata la fedecristiana fin dai suoi albori. L’attenzione a temi religiosi non è mancata in anni più recenti, con la
pubblicazione nel 1999 del volume Il
Passaggio e l’incontro. Itinerari artistici e
religiosi delle Civiltà del Libro nell’Italia
mediterranea.
È del 2002 il volume Giovanni Paolo II -
Immagini per l’inizio del XXV di Pontificato.Sono foto di grande impatto emotivo cheritraggono, anzi “catturano”, gesti semplici,ma simbolici del Pontefice. Gesti che rivela-no “calore, amore cristiano, un profondorispetto per ogni individuo, un amorepastorale per coloro che egli serve e verso iquali tende la mano”.La religione cristiana ha dato un apportoessenziale alla formazione del patrimoniostorico-artistico-culturale di ogni nazioned’Europa. Basti pensare alle cattedrali, alleespressioni pittoriche, alle sculture, agliarredi e alle suppellettili liturgiche, ma
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CULTURA E IMPRESA
anche alle biblioteche e agli archivi che conservano importanti testimo-nianze di una cultura che poggia le sue basi sul cristianesimo. Alcuniaspetti di questo ricchissimo retaggio hanno trovato espressione in cin-que “Workshops”, organizzati in altrettante nazioni europee: i mosaicisacri (Venezia); le suppellettili liturgiche preziose (Varsavia); le statuein bronzo e in pietra (Colonia); gli abiti liturgici preziosi (Malta); imanoscritti e i codici miniati (Dublino). Un panorama di questi“Workshops” è confluito in un volume: Cathedral Workshops on
Religious Arts and Crafts”. Il volume, edito nel 2003, è stato commis-sionato ad Edindustria dalla Pontificia Commissione per i BeniCulturali della Chiesa.Molto più recente la pubblicazione di Petros eni - Pietro è qui, il cata-logo della mostra tenutasi in Vaticano al Braccio di Carlo Magnodall’11 ottobre 2006 all’8 marzo 2007 in occasione della “celebrazionedei cinquecento anni della Nuova Basilica”.Il volume ripercorre, attraverso la descrizione delle opere in mostra, icinquecento anni di lavoro occorsi per arrivareall’attuale Basilica Vaticana che tanto valore storico,artistico e religioso riveste nel mondo e non solo peri cattolici. Il catalogo ha il pregio, grazie alla preci-sione scientifica dei testi, alla grafica essenziale maimmediata e alla qualità delle immagini di far perce-pire al lettore la bellezza dei capolavori in mostra, difarlo emozionare davanti al tratto veloce diMichelangelo che disegna se stesso intento a dipin-gere la Volta Sistina oppure davanti al Crocifisso inlegno, un’opera del Maestro del 1562, ma talmente“giovane” da sembrare attuale, o davanti ad unostraordinario vecchio: l’apostolo Pietro, in un’operadi Rembrandt conservata all’Israel Museum diGerusalemme.Siamo grati alla Fabbrica di San Pietro per avercidato l’opportunità di realizzare il catalogo e dipoterlo ricordare tra le opere di Edindustria inoccasione dei suoi cinquanta anni.
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Il sacronel volumePetros EniPietro è qui
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Nelle pagine precedenti,a sinistra, Modello ligneodella Cupola di S. Pietrosu disegnodi Michelangelo Buonarroti,1559-1561 (con restauri emodifiche 1704, 1742-1743),Città del Vaticano,Fabbrica di S. Pietro.Nella pagina di destra,Crocifissodi Michelangelo Buonarroti,1562 ca., 27 cm (alt.),Firenze, Casa Buonarroti.In questa pagina, Anonimo,Libro delle misure d’oro delBaldacchino di Bernini,ca. 1632-1633, inchiostrosu carta, 32 x 37,5 cm.Città del Vaticano,Fabbrica di San Pietro,Archivio Storico.Nella pagina a lato,Rembrandt van Rijn,Apostolo Pietro inginocchiato,1630-1631, olio su tela,95 x 80 cm, Gerusalemme,Israel Museum.
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Economiae Impresa
Dalla grammatica alla pratica.Gli schemi concettuali trovano spazio e applicazione nelle decisioni manageriali. Abbiamo una disciplina, l’economia, con le sue leggi e un apparato, l’impresa, che le applica con criteri di sano realismo. Ideologia e verifica sul campo si intreccianonei cambiamenti della storia
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Carta d’Italia da “Atlas de la géographie universelle, ancienne et moderne, mathématique, physique, statistique, politique et historique...”. Si può ritenere la prima carta generale e politica dell’Italia seguita al Congresso di Vienna.
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Una sola bandiera
l cammino dell’unità d’Italia èstato lungo e non indolore. Ma se èconsueto pensare ai nodi politici e aifatti d’arme, poca attenzione è di soli-to prestata ai complessi intrecci econo-mici che sottostavano a quegli eventi. Ivolumi di storia non lasciano, in gene-re, molto spazio a quest’aspetto delproblema. Tale aspetto venne, invece,preso in considerazione nella Collana“Archivio Economico dell’Unificazio-ne Italiana”. L’opera è costituita dadue serie di volumi numerati progres-sivamente con cifra romana. I testi,redatti da economisti e da storici furo-no editi dalla ILTE di Torino, ad ecce-zione di quattro, editi da Edindustriatra il 1974 e il 1980. Tutti i volumi del-la Collana trattano in maniera circo-stanziata una serie di tematiche politi-che, economiche, sociali e culturaliche stanno alla base di un processoche, con l’unità d’Italia, coinvolse iltenore di vita e il sistema produttivodella comunità nazionale.I testi editi da Edindustria vertonosull’assetto socio-demografico nelloStato pontificio e sui consumi e iltenore di vita a Roma e a Milanonell’Ottocento. In particolare, Giu-liano Friz si è occupato di: La popola-
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In alto, moneta patriotticaveneziana di lire unacorrente (1848). In basso, moneta patriotticaveneziana di lire cinque correnti(1848).
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zione di Roma dal 1770 al 1900; Burocrati e soldati dello Stato pontificio(1800-1870); Consumi, tenore di vita e prezzi a Roma dal 1770 al 1900.Sergio Zaninelli ha trattato i Consumi a Milano nell’Ottocento.Tutti i volumi della Collana denotano un lavoro di competenza, ma anchedi pazienza per la difficoltà di reperire le fonti, che a volte non sono sol-tanto carenti, ma inadeguate. Lo sottolinea Giuliano Friz: “Si deve tener presente che i modi e gli sco-pi delle rilevazioni statistiche nel campo demografico condotte nel XVIIe nel XVIII secolo, erano assai diverse dagli attuali. Quindi lo studioso sitrovava di fronte a un materiale incerto”.In altri casi – è sempre Friz che lo avverte in “Burocrati e soldati…” –le fonti sono addirittura inattendibili. “Si possono esaminare la consi-
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Lasciapassare rilasciato dal vice camerlengo e direttore generale di polizia del Governo pontificio(18 agosto 1866).(Milano, Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli).Nelle due pagine successive,il quadro rappresentantela popolazione e la superficedelle capitali e degli Statidi tutto il mondo.
Le foto qui riprodotte sonoillustrazioni contenute nei primifascicoli dell’Archivio.
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stenza numerica e le condizioni retributive dei dipendenti statali […] etutte le regole cui l’attività dei funzionari era sottoposta, ma c’è un pic-colo dettaglio che infirma il valore di tanti dati posseduti: ed è cheregolamenti e disposizioni, livello di paghe e importo di pensioni, tut-to ciò che potrebbe servire a determinare le reali condizioni della buro-crazia pontificia, nella maggior parte dei casi non corrisponde al vero”. Un grosso rompicapo per lo storico. C’è in tutti i volumi di questaCollana una capacità interpretativa e descrittiva che rende la materia,nonostante il rigoroso taglio scientifico, accessibile e interessante. È unprezioso servizio alla comprensione del tessuto che sta alla base dell’uni-ficazione italiana, segnata da difficoltà non solo politiche, ma anche socio-economiche prima di arrivare al compimento sotto una sola bandiera.
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a stampa aziendale fu unprodotto piuttosto diffuso negli anniSessanta. È un momento importanteper tutta l’attività industriale italiana.Si poteva ormai considerare conclusoil periodo della ricostruzione e riorga-nizzazione post-bellico e siamo difronte ad una grande crescita econo-mica in tutti i settori. L’incrementodegli investimenti nell’industria mani-fatturiera e di trasformazione e nelcomparto dei servizi portò in pochianni il Paese a operare in un mercatoin grande espansione. Si imponevano strumenti conoscitiviadeguati per diffondere notizie diquanto veniva fatto nell’ambito diun’azienda. Già nel 1955 era statacostituita l’Associazione della StampaAziendale Italiana cui avevano aderitoquasi tutti i periodici editi da societàsia pubbliche che private. Era un luogoin cui confrontarsi, mettere a puntostrategie, misurare il polso della recetti-vità dei messaggi che le aziende lancia-vano al mercato e ai propri dipendenti.Le società in molti casi ricorrevanoad una o più pubblicazioni per farfronte ad esigenze funzionali diverse:contenuti tecnici e di prestigio per lerelazioni con l’esterno, formula mista
Le bandiereaziendali
L
L’immagine in questa pagina è una elaborazione grafica realizzata da Alfred Hohenegger negli anni Sessanta
per la società editrice Edindustria.
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di interesse aziendale e divulgazioni di temi generali per l’interno.“Notizie IRI”, pubblicata dal 1957 al 1979 da Edindustria, fu fondata
allo scopo di dar conto di quanto veniva realizzando un grande grup-po polisettoriale la cui dimensione informativa investiva gli interessi diuna vastissima gamma di ambiti economico-industriali. Era, per cosìdire, la “bandiera aziendale”. La sua tematica coinvolgeva un’ampiafascia di lettori poiché la rivista, prevalentemente rivolta all’ambienteesterno, serviva anche a suscitare all’interno di un gruppo polivalenteuna sorta di spirito di corpo.La rivista esprimeva il gruppo in tutta la sua complessità in un momen-to di grande impegno in tutti i settori. Per molti anni fu lo specchiofedele dell’evoluzione dell’industria italiana, senza indulgere a compia-cimenti: strumento asciutto, rigoroso nel dare notizia di prodotti, ser-vizi, grandi realizzazioni e piccole conquiste nella cornice di eventisignificativi. Sfilano, nel corso delle annate, la costruzione e la messa in eserciziodell’Autostrada del Sole, il varo di grandi navi transoceaniche, di tra-ghetti e navi portacontenitori, le dimensioni concorrenziali raggiuntedall’Alitalia. Non manca l’impegno crescente e l’evoluzione nei settorimanifatturieri, nella diffusione delle telecomunicazioni e, in generale,di tutto il complesso mondo dell’informazione, compresa l’elettronica.I contenuti andavano anche al di là degli ambiti puramente aziendaliinvestendo temi di interesse generale come la ricerca, l’innovazione, laformazione professionale. Scorriamo la storia dell’industria italiana attraverso la puntuale descri-zione di fatti sottolineati da immagini efficaci e presentati con proprie-tà e asciuttezza di linguaggio. A partire dal 1970 le copertine di“Notizie IRI” perdono la loro uniformità monocromatica per assume-re, di volta in volta, l’aspetto di originali elaborazioni grafiche e foto-grafiche in cui la tecnica si fonde con l’espressione artistica. Nel gen-naio del 1976 viene pubblicato un nuovo logo, che caratterizzerà lapubblicazione per tutti i fascicoli seguenti. C’è nelle centinaia di pagi-ne di “Notizie IRI”, la crescita di un intero Paese, la strategia impiega-ta per affrontare situazioni difficili, la consapevolezza di raggiungerescopi importanti senza trionfalismi e sbavature retoriche.
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Le copertine e il logo della rivista
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La bandieraimprenditoriale:“Holding”
Quando, alla fine degli anni Settanta“Civiltà delle Macchine” e “NotizieIRI” cessarono le pubblicazioni,Edindustria varò altre iniziative edito-riali che si prefissero di registrare ecomunicare quanto avveniva nell’am-bito dell’impresa italiana riflettendo altempo stesso sui temi di fondo di unasocietà in evoluzione. Nel gennaio del1981 fu promossa la pubblicazione di“Holding”, rivista bimestrale di eco-nomia pubblica e privata. “La rivista nasce con l’intento dichia-rato – così dice in apertura il fondo delprimo numero – di essere un program-ma e un invito. Un programma perchécostituisce una formula imprenditoria-le moderna e dinamica che accomunaoggi l’impresa pubblica e privata, l’im-presa nazionale e internazionale”. C’è già in questa direttrice lo spessoredi un impegno di non poco conto, la“bandiera” dell’imprenditorialità, chevuole essere anche “un punto di con-fronto con uno spirito di collaborazio-ne tra gruppi sociali e forze politiche,le associazioni dei lavoratori e degliimprenditori”. Punto di riferimentocostante il problema dell’impresa inse-rita nel mercato. Non ha fatto in tem-po a crescere “Holding”, ma nondime-no la sua esistenza, durata soltanto dueanni, ha lasciato una traccia tutt’altroche povera di idee e di contenuti per-vasi dalle problematiche del momento.
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Era venuto il momento di guardare fuori dai confini nazionali.Osservare è importante, ma non basta. Occorreva confrontarsi, accet-tare input diversi, calarsi negli scenari nuovi che andavano prendendoconsistenza negli anni Ottanta. È quanto si era prefissa di fare“Technology Review”, rivista realizzata da Edindustria – a partire dal1988 fino al 1998, anno in cui fu ceduta allo Cselt – in collaborazionecon l’omonimo periodico della Alumni Association of MIT, il presti-gioso Massachusetts Institute of Technology.Elegante ma lineare nella grafica, la rivista spazia in un eclettico panora-ma di carattere scientifico di attualità. Gli autori, italiani e statunitensi,compiono un’articolata disanima di argomenti tentando di fornire rispo-ste, ma soprattutto possibili chiavi di lettura delle trasformazioni indottedalla globalizzazione. Anche gli argomenti trattati per così dire “in bri-ciole” – notizie di attualità, note di storia, recensioni – completano un’in-formazione asciutta, rigorosa, mai banale. Non è più un timido affacciar-si fuori dei confini del Paese per vedere “che cosa fanno gli altri”, ma uncamminare insieme, mettendo a confronto idee e fatti, progetti e realiz-zazioni, nel quadro del più recente sviluppo tecno-logico e del suo impatto con la vita quotidiana.Difficile fare una panoramica degli argomenti trat-tati. Eccone un assaggio, sfogliando l’indice di alcu-ni fascicoli: energia nucleare, trasporti e inquina-mento, modelli sostenibili di sviluppo, l’industriadei semiconduttori, terapie geniche, animazioneelettroniche nei processi giudiziari e tanto altro.Non sono mancate significative riflessioni suigrandi temi indotti dall’innovazione scientifica etecnologica. Ne sono testimonianza alcuni saggitratti dal convegno di Premi Nobel svoltosi aMilano nel 1994 e pubblicati nel n. 63-64 dellarivista. Tre Nobel italiani – Carlo Rubbia, RenatoDulbecco, Rita Levi Montalcini – si interroganosull’apporto della scienza nei nuovi scenari mon-diali, sulla interazione della ricerca con la società esull’impegno a salvaguardare il creato.
La bandieradegli altri:
“TechnologyReview”
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azienda, come un corpo umano, ha una testa pensante,braccia che si muovono, piedi che camminano. Camminano nella sto-ria mossi da idee programmatiche che ne costituiscono il primo, indi-spensabile motore. Queste idee possono considerarsi le “bandierine” di tanti piccoli ograndi contributi, da raccogliere e da tramandare.Ci sono dunque da considerare nell’attività editoriale di Edindustriamolti saggi, che affrontano un argomento da un’angolazione particola-re, forse non esaustiva, ma non per questo meno importante. Sono“mattoncini” del sapere in campo economico-imprenditoriale, inquanto contribuiscono a fornire riflessioni e dati che si innestano nelpiù grande quadro della politica economica nazionale.Un settore speciale riguarda l’economia del Paese nelle sue diversesfaccettature. Si tratta, nella maggioranza dei casi, di volumetti dallagrafica sobria, da un numero esiguo di pagine, che contengono tuttaviaun concentrato di considerazioni certamente valide. Erano nuove almomento in cui sono state espresse, ma possono essere oggi fonte diprima mano per gli storici che vogliano studiare alcuni significativiaspetti dell’economia italiana.Nel 1963 l’IRI compiva trent’anni. Erano trent’anni spesi al servizio delPaese attraverso una molteplicità di interventi nei settori portanti del-l’economia. Quest’impegno fu tradotto in un documentario (filmato epubblicazione), commissionato a Edindustria e diffuso nel panoramadei “media” nazionali.
Due monografie di carattere storico – come I discorsi della Nuova Italia(atti dell’Assemblea Costituente) e L’Italia e la Rivoluzione francese –aggiungono un sapere apparentemente lontano dalle consuete temati-che economico-industriali, ma in realtà tutti i problemi economici siinnestano nella storia e si diramano attraverso complessi canali salda-mente intrecciati agli assetti sociali.
Cento bandierine
L’
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Altra significativa pubblicazione, edita dalla Società, è costituita dagliatti su una “giornata di studio” – promossa a Caserta nel 1983 e incen-trata sulla figura di Alberto Beneduce, primo Presidente dell’IRI – incui gli interventi di molti studiosi si sviluppano attraverso i complessiproblemi dell’economia italiana nell’arco di alcuni decenni.
Alcuni studi specifici, editi alla fine degli anni Novanta, vertono sullascuola: l’innovazione, il lavoro didattico e una ricerca sulla valutazionedella preparazione scolastica dei candidati all’assunzione nelle aziende.
Edindustria, in anni recenti ha pubblicato volumi e atti di alcuni con-vegni il cui tema principale erano le privatizzazioni in Europa e, in par-ticolare, in Italia.Risale al novembre del 2001 la stampa di Le privatizzazioni in Italia
1992-2002, un’analisi dettagliata del processo di privatizzazione e del-l’economia italiana durante gli anni Novanta. Nell’ottobre del 2002 laSocietà editò altri due volumetti sullo stesso tema: Privatization in Italy
and the role of IRI e Privatization in Europe; poco dopo, nel dicembredel 2003, vennero stampati due volumi simili nella grafica e nei conte-nuti: L’IRI nella storia d’Italia: problemi e prospettive di ricerca, atti delconvegno tenutosi a Roma il 5 giugno 2002 e Privatizzazioni in Europa,atti del convegno dell’11 novembre 2002 promosso dall’IRI alla vigiliadella conclusione della sua lunga e importante storia che aveva attra-versato l’assetto socio-economico del Paese per quasi settant’anni.
Vi è, inoltre, nell’editoria varia della Società, una serie di “atti” di semi-nari, di convegni, di incontri di studio, che vanno dagli aspetti più tec-nici dell’economia in trasformazione a quelli che coinvolsero la coope-razione tecnica internazionale, la politica di cooperazione a confronto,l’economia di impresa in generale. Sono brochure, opuscoli senza grandi pretese grafiche, ma reclamanoanch’essi il loro momento, se non di gloria, di attenzione minima. La storia è segnata da piccoli eventi, il sapere è fatto di parole in armo-nia. E l’economia è fatta di parole piantate solidamente nei tanti picco-li terreni della produttività e dell’espansione tecnico-industriale.
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A serviziodell’impresa
Idee e prodotti, risorse organizzativee tecnologiche si saldano e si inseriscononei meccanismi di mercato.Divengono eventi e si collocanonelle “vetrine” del mondoo nelle “nicchie” di un sapere speciale
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Tsukuba, Vancouver,Brisbane, Siviglia, Lisbona, Genova…“occasioni di incontro e di confronto:
finestre sul mondo”
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Finestre sull’Italiae sul mondo
i valorizza un’impresa promuovendola avvalendosi di canaliqualificati, ma soprattutto un’impresa si promuove da sé con i risultatidella sua attività, l’impegno di tutto il suo personale, dai dirigenti all’ul-timo operaio.Va, tuttavia, riconosciuto che le grandi esposizioni internazionali rap-presentano sempre un’importante forma promozionale per un’azienda.Occasione d’incontro e di confronto di culture e di attività produttive.Le Expo internazionali sono sempre state, non solo per le società, maper l’intera Azienda Italia, momenti significativi di contatto con altrerealtà economiche e politiche; tappe rilevanti per sottolineare la cresci-ta produttiva e la qualità culturale del Paese viste nel-l’ottica specifica delle sue aziende; vere e proprie“finestre sul mondo”.La presenza dell’immagine italiana alle Expo fu assi-curata grazie all’impegno di Edindustria che ebbel’incarico, dal Commissariato generale per leEsposizioni internazionali istituito presso il Ministerodegli Affari Esteri, di realizzare il padiglione Italia. Ecco, in sintesi, le partecipazioni della Società alleesposizioni mondiali a partire dal 1985. A Tsukuba, in Giappone, si tenne il primo incontrointernazionale degli anni Ottanta, in una cornice sce-nografica di grande rilievo; il tema: “Scienza e tecno-logia per una migliore qualità della vita” era rappre-sentato con opportuni riferimenti agli sviluppi stori-ci e all’evoluzione del linguaggio artistico che aveva-no accompagnato lo straordinario progresso tecnicodel nostro secolo. L’esperienza nazionale, daLeonardo a Rubbia, era presentata con ricchezza diparticolari inediti per dare un’immagine compiutadella realtà tecnologica e scientifica italiana.
S
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Expointernazionali
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1985Expo di Tsukuba:Scienza eTecnologia
Leonardo da Vinci, “Traforato di stelle e rose”, Codice Atlantico, F. 307 v., (Biblioteca Ambrosiana, Milano).
A destra, Balestra gigante, Codice Atlantico, F. 53 v. a, b.A pagina 95, Leonardo da Vinci,
“Studio per ala articolata”, Codice Atlantico, F. 308 r. a.
Le foto di queste pagine sono tratte dai Cataloghi delle Expo internazionalie da Il cuore e il remo, Edindustria, 1996.
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A SERVIZIO DELL’IMPRESA
Tsukuba,dal genio di Leonardo a Rubbia
“... La ricerca di Leonardo,piena di balenanti intuizioni e di geniali vedute,
è però sempre oscillantefra l’esperimento e la notazione curiosa
e appare frantumata in una serie di brevi note, di osservazioni sparse,scritte per se medesimo
in una simbologia difficilmente trasmissibile;egli non giunse mai a quella sistematicità che è la caratteristica
fondamentale della scienza e della tecnica moderne ...” (dal Catalogo Expo 1985).
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1986Expo di Vancouver:Le grandi reti
In basso, assonometria dell’allestimentodel padiglione italiano.L’arte a Vancouver: statua d’atleta da archetipo del V secolo a.C., MuseiCapitolini, Roma.
Un tempo erano le strade le grandi vie di comunicazione del mondo:ampie, ben lastricate o sentieri in terra battuta. Veicolavano persone,merci, notizie. Furono le pietre miliari nel cammino della civiltà e nes-suno ne disconosce ancor oggi validità e pregi. Ma le recenti conquistedella tecnologia hanno posto le “reti” in primo piano nello scenario del-la comunicazione. Con il tema “L’Italia delle grandi reti” Edindustria fupresente a Vancouver, in Canada, nel 1986: un contributo in termini dicapacità innovativa in linea con i tempi e le più recenti conquiste dellatecnologia. Il padiglione italiano si offriva al visitatore come un grandepalcoscenico sul quale sisnodava un percorso chevedeva, da un lato, le realiz-zazioni del passato, dall’al-tro, le realizzazioni delle piùavanzate tecnologie. Unasezione apposita era dedica-ta all’evoluzione degli appa-rati di trasmissione e ricezio-ne, da Marconi alle fibreottiche.
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1988Expo di Brisbane:
Il tempo liberonell’era della
tecnologia
Pugile seduto, statua in bronzo rinvenuta a Roma nel 1885, Roma, Museo Nazionale Romano.
Il tema dell’esposizione di Brisbane, in Australia, nel 1988, fu “Il tem-po libero nell’era della tecnologia”, una dimensione nuova per l’uomocontemporaneo, chiamato a rapportare le ore della sua vita con le occa-sioni offerte dal progresso.Il visitatore poteva muoversi nello spazio espositivo del padiglione ita-liano suddiviso in sei aree tematiche: la casa e il mondo; il costume e lospettacolo; il gioco e l’ambiente; la mobilità e il trasporto; l’arte e la sto-ria; il Paese e la comunicazione.Si nota in questo, come in tutti gli altri eventi espositivi, un gioco
raffinato di idee e scenariconcreti, in cui il “prodotto”
si fonde con un’immagine articolata, mai banale e ricca
di sollecitazioni culturali.
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1992Expo di Siviglia:L’era delle grandiscoperte
In basso, un interno di Palazzo Italia a Siviglia: sospesa nell’aria unadelle tre sfere per rappresentareil sistema solare: la Terra, la Luna e Marte.
La cultura alle Esposizioniinternazionali:l’“Atlante Farnese”, seconda metà del II secolo d.C.,Museo ArcheologicoNazionale di Napoli.
“L’era delle grandi scoperte” fu il tema sviluppato all’Expo diSiviglia, in Spagna, nel 1992. Palazzo Italia, con un allestimento di prestigio, fu la vetrina dellagrande tradizione culturale italiana nel quadro dell’arricchimentodelle conoscenze applicate al miglioramento della vita quotidiana.Quella di Siviglia fu nonsolo una mostra spetta-colare, ma la propostadi un modello di vita inuna sintesi in cui si fon-devano passato e pre-sente, scienza e tecnolo-gia con la cultura uma-nistica, l’industria avan-zata con la tradizioneartigianale di qualità.Palazzo Italia, il grande“contenitore” della pre-senza italiana, fu un pre-stigioso esempio diarchitettura destinato arestare nel tempo.
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Il 1992 fu un anno speciale per gli eventi espositivi: il cinquecentena-rio della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo diedeoccasione all’allestimento di una particolare Esposizione internaziona-le a Genova. Il tema non poteva che essere la nave e il mare, ma l’ori-ginalità delle soluzioni espositive adottate contribuirono a dare spesso-re all’evento e ad arric-chire la città di Genovadi varie opere destinatea durare.
Nel 1998, ancora il marefu il protagonista nell’e-sposizione internaziona-le che ebbe luogo aLisbona, in Portogallo.Maturò in quell’occasio-ne una più accentuataconsapevolezza ecologi-ca attraverso lo sviluppodel tema “Dal mare aglioceani”. Insomma, unaverifica, sulla base discenari scientificamentepossibili, dell’impattoche le attività economi-che e produttive posso-no avere sull’ambiente.A Lisbona, il padiglioneitaliano si presentavacome un grande palco-scenico in cui era rap-presentato il percorso,dal passato, al presentefino al futuro, dellaciviltà italiana sui mari.
1992Genova
1998 Expo di Lisbona:
Dal mareagli oceani
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A lato, la statua di CristoforoColombo.In alto, il logo dell’Expodi Lisbona, 1998.
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2001 - 2002Italia Giappone
Nel 2001 Edindustria maturò un’altra esperienza, partecipando inGiappone alla Fiera Italia-Matsuri.Nel maggio dell’anno successivo la Società fu incaricata di progettare,realizzare e gestire il padiglione italiano alla mostra mercato “L’Italiadalle mille piazze” svoltasi sempre in Giappone, ad Osaka.
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Rappresentazione della “Cittàvirtuale” nel padiglione italianoallestito da Edindustria nel 2002in Giappone, ad Osaka.
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Esposizioninazionali
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CINQUANT’ANNI AL SERVIZIO DELL’IMPRESA
Tra gli appuntamenti espositivi italiani va ricordato in particolare quelloannuale della Fiera del Levante. Importante non solo perché i risultatidella competitività economico-aziendale sono messi a confronto con unaverifica annuale di grande interesse a livello nazionale, ma anche perchétutto ciò avviene a Bari, una città crocevia tra Oriente e Occidente.Fin dagli anni Sessanta Edindustria fu incaricata di realizzare i primipadiglioni aziendali del gruppo IRI; negli anni Settanta si decise di pro-cedere a un coordinamento d’immagine con un allestimento che coinvol-gesse tutti i padiglioni del gruppo. Tale coordinamento fu curato dallaSocietà che nel 1990 progettò e realizzò il nuovo padiglione unitario, nelquale collocare la presenza delle aziende IRI. L’allestimento adottato, checoniugava l’immagine ai contenuti, fu integrato da reperti archeologiciselezionati con la collaborazione delle locali Sovrintendenze. A partire daquell’edizione si pensò, inoltre, ad un tema comune, diverso di anno inanno, che unisse e integrasse le diverse aziende. Questi temi – sotto for-ma di un “messaggio” che si articolò variamente nelle edizioni successivedella Fiera del Levante – sono raccolti in alcuni volumi che danno il sen-so della presenza e del programma delle aziende IRI nel succedersi dellemanifestazioni fieristiche di Bari. I temi costituiscono non solo il filo con-duttore di un messaggio promozionale, ma sono un vero e proprio con-tributo su aspetti rilevanti della vita del nostro pianeta: l’acqua comerisorsa vitale (vol. I, 1990); la qualità della vita connessa ai mezzi di tra-sporto (vol. II, 1991); le grandi sfide della comunicazione (vol. III, 1992);l’impresa e l’Italia e l’Europa nel cambiamento (vol. IV, 1994); vivere ilterritorio (vol. V, 1995). Sono tutti temi che costituiscono la sfida di oggie ancora più del futuro. Nel settembre del 1999, quale conclusivo omag-gio alla città di Bari venne scelto il tema “Il Passaggio e l’incontro” cheben sintetizzava le funzioni della mobilità e della comunicazione.Nel corso degli anni Edindustria ha curato la partecipazione di azien-de italiane a molte altre fiere italiane ed estere. Non va dimenticata fraqueste la tradizionale annuale Fiera Campionaria di Milano, un impor-tante spazio di incontro del mondo produttivo italiano con operatorieconomici a livello mondiale. Il “made in Italy” è nato proprio in quel-la cornice, luogo di organizzazione dell’offerta globale del Paese e “ter-mometro” per registrare lo stato di salute dell’economia mondiale.
Le foto di queste paginesono trattedalla Collana editoriale “Impresa e culturanella presenza del Gruppo IRIalla Fiera del Levante”,pubblicata da Edindustria.
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1990Bari, Fiera del
Levante:Acqua risorsa vitale
A SERVIZIO DELL’IMPRESA
In alto a sinistra, l’entratadel padiglione IRIin cui è ben visibile il temadella 54a Fiera del Levante.In alto, Hydria atticaa figure nere: donne alla fontana,pittore di A.D., 520-510 a. C.,dalla necropoli di Taranto,(Museo Archeologico di Bari). A lato, uno scorciodella sezione archeologicacon repertiche alludono, per funzioneo decorazione,al problema dell’acquanell’antichità.
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CINQUANT’ANNI AL SERVIZIO DELL’IMPRESA
1991Bari, Fiera delLevante:Trasportie qualità della vita
Due suggestive immagini tratte dal volumeTrasporti e qualità della vita – Impresa e culturaalla 55a Fiera del Levante.A lato,uno dei tanti reperti archeologici in mostra attinenti al tema proposto.Un gruppo in terracotta formato da un cocchio a due ruotetirato da un cavallo e guidato da una figura di Nike.Rinvenuto nel ripostiglio esterno ad una tombaa Fossa di Conversano,del pieno IV secolo a. C., doveva rivestire un significatosimbolico a giudicare dalla presenza, insieme con esso,dell’armatura completa in bronzo di un guerriero peuceta,Museo Archeologico di Bari.In basso, “la ruota”, emblema del tema prescelto.
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A SERVIZIO DELL’IMPRESA
1992Bari, Fiera del
Levante:Crescere
comunicando
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CINQUANT’ANNI AL SERVIZIO DELL’IMPRESA
1993Bari, Fiera delLevante:Impresa,innovazione,mercato
1994Europa: contribuireal cambiamento
(Le foto di questa pagina sono riferite alla sola documentazione archeologica).
Le Aziende furono le dirette protagoniste alla 57a Fiera del Levante.L’immagine a lato, tratta dal volume Impresa e cultura(edizione 1993-1994) rappresentala “Colomba eucaristica”, arte limosina del XII secolo, conservatanella Chiesa del Santo Sepolcro a Barletta.
Le grandi reti infrastrutturali italiane e transeuropee protagonistedella 58a edizione.In basso, reperti archeologiciesposti alla Fiera del Levante del 1994. In primo piano a sinistra, Bacino con scene dell’Apocalisse.Manifattura spagnola del X - XI secolo,ceramica dipinta con tracce di invetriatura. Bari, Castello.Il ciclo figurativo ricorda le miniature dei codici spagnolicontenenti il commento all’Apocalissedi Giovanni del Beato di Liébana, prodotti tra l’XI e il XII secolo.Il testo è ispirato all’Apocalisse di Giovanni ed è vergatoin minuscola “visigotica”.
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A SERVIZIO DELL’IMPRESA
1995Bari, Fiera del
Levante:Vivere il territorio
Un tema attuale e complesso quello trattatonella 59a edizione della Fiera del Levante:la costante ricerca di efficienza nella città e nel territorio.
A lato, il disegno progettuale per l’allestimento del padiglione.
In basso, uno scorcio della mostra archeologica:“... In territorio civitas. I segni della continuità”. In primo piano a sinistra, la “Tabula Peutingeriana,copia medievale (XII - XIII secolo)di un documento geograficoprobabilmente del IV secolo d. C.,il cui originale è conservato nella Biblioteca Nazionaledi Vienna. La Tabula ben illustra lo sviluppo antropicodella Regione legato alla viabilità di terra,ma soprattutto, per la posizione strategicae commerciale verso l’Oriente,che la Regione per la sua posizione geografica riveste,il potenziamento della viabilità costierae il conseguente sviluppo della città della costa adriatica ...”.
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CINQUANT’ANNI AL SERVIZIO DELL’IMPRESA
Non vanno in mostra solo prodotti, non si confrontano solo i mercati,molto spesso è la cultura la protagonista di un evento. E cultura èanche religione, fede, culto. È avvenuto a Bari, nel 1999, nella cornicedella Fiera del Levante: un incontro delle grandi civiltà e delle grandireligioni in terra di Puglia. Opere d’arte, oggetti liturgici e documentidi cui è composto il “Tesoro della Basilica di San Nicola” costituironouna mostra ricca di testimonianze artistiche preziose: segni di una reli-giosità che a Bari si fa ecumenica, incentrata com’è nella figura di unSanto protettore che è il “Santo dell’incontro” tra cattolici e ortodossi.
Era quindi importante che questa mostra avesse un seguito in terraortodossa, in cui la devozione a San Nicola è particolarmente sentita:la Russia. L’esposizione fu portata al Museo Storico di Stato, a Mosca,nel 2005. Vi fu esposta solo una parte dell’ingente Tesoro della Basilicadi San Nicola, molto vasto e prezioso, arricchitosi nei secoli grazie aidoni offerti da sovrani e principi, marinai e pellegrini. Ma si è trattatocomunque di un vero “evento”, segno importante, capace di coniuga-re l’arte con la fede e la cultura di due popoli lontani e diversi: quellopugliese e quello russo.Aprendosi a “finestre” sempre più interessanti e diversificate,Edindustria ribadisce e consolida il suo impegno nel campo della pro-mozione dell’arte e della cultura italiana.
Tesori inmostra:da Baria Mosca
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Bari, Fiera del Levante, mostra sulle Civiltà del Libro, settembre 1999.Una foto suggestiva di una sala della mostra con il Busto di San Nicola e basamento.
Opera secentesca in argento sbalzato, fuso e cesellato.A lato, altri due ambienti della mostra.
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CINQUANT’ANNI AL SERVIZIO DELL’IMPRESA
Il Tesoro diSan Nicola diBari in mostraa Mosca
Periodi:Bizantino,Normanno e Svevo
Angioino-Aragonese
I periodo. In alto, Sigillo delCatapano Ykeiakon e pergamena,risalente al 1032 (Archivio).II periodo. Madonna conBambino in trono tra i SantiGiacomo, Ludovico, Nicolae Marco, Bartolomeo Vivarini,1476. Tempera su tavola,cm 244 x 172,5 (Basilica, abside).
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A SERVIZIO DELL’IMPRESA
Il Tesoro diSan Nicola di
Bari in mostraa Mosca
Periodi:Bizantino,
Normanno e Svevo
Angioino-Aragonese
I periodo. In basso, Figura alatadocente (Divina Sapienza). Scultore pugliese, prima metàdell’XI secolo, marmo, cm 86 x 68x 4 (Basilica). II periodo. Icona raffigurante SanNicola e donatori. Pittore serbo,XIV secolo, tempera su tavolacoperta da riza in argento, cm178 x 111 (Basilica, cripta).
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CINQUANT’ANNI AL SERVIZIO DELL’IMPRESA
Il Tesoro diSan Nicola diBari in mostraa Mosca
Periodo Viceregnoe Barocco
III periodo.San Nicola benedicentecon Adeodato,Argentiere napoletano,datato 1658-1659.Argento fuso, sbalzato, cesellato,bulinato e dorato, ottone fuso,cm 82 x 42 x 30.Punzone sulla basee sulla statua: “NAP”coronato con puntosulla A (Tesoro).
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Il Tesoro diSan Nicola di
Bari in mostraa Mosca
Periodi:Il culto
e la devozione
I doni degli ultimisecoli
A SERVIZIO DELL’IMPRESA
IV periodo.A lato, Bottiglia della Mannaraffigurante la morte di SanNicola. Artigianato muranese-pugliese, metà del XIX secolo.Vetro soffiato policromato, cm 36x 23 x 11 (Tesoro).V periodo.In alto, Encolpion della Panaghiadel Patriarca Atenagora I.Manifattura greca, secolo XX(1965). Argento dorato, sbalzatoe cesellato, smalti policromi epietre dure, cm 15,5 x 7,5(Tesoro).
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“La Relazioneannualenon è solo questionedi grafica”
l bilancio di un’azienda è la sua fotografia. Non è facile leggere ecapire un bilancio; aride cifre riservate agli addetti, ma in realtà dobbia-mo tutti essere messi in grado di “leggere” certi risultati, perché esprimo-no non solo l’andamento di un’impresa, ma il nostro coinvolgimento adinteressarci all’economia del Paese. La facilitazione alla lettura di unbilancio dipende molto spesso dal modo con cui il testo e le tabelle sonorappresentate e da una grafica accattivante e immediata. Qualche tempo fa il rendiconto annuale era poco diffuso in Italia. Astamparlo erano solo poche aziende obbligate alla sua pubblicazione,ma l’allargamento dei mercati con l’entrata di nuovi soggetti, la fortecompetizione fra società merceologicamente affini, ha fatto sì che leimprese, anche di dimensioni medie, vedano nel bilancio una forma dipromozione, di comunicazione istituzionale rivolta ai clienti, ai fornito-ri, alle banche ed enti pubblici con i quali si relazionano.Edindustria ha recepito tutto ciò ponendo in queste pubblicazioni un’at-tenzione più affine ai libri che ai vecchi bilanci. La relazione annuale nonè solo questione di “quattro conti” e non è nemmeno questione solo di“grafica”. Il testo deve essere leggibile, razionale, con l’uso di carteimportanti, di copertine studiate, senza mai perdere di vista il riscontroattento delle varie sezioni del bilancio. Infatti, questo è un settore delica-to, dove un errore, o anche una semplice svista, creano un danno consi-derevole all’azienda che si ripercuote negativamente anche sulla societàeditrice. Ma l’esperienza acquisita nei tanti “esercizi” trascorsi consentea Edindustria di fornire un valido e rassicurante aiuto al cliente. In questi anni di veloci innovazioni, accanto al bilancio classico stam-pato, si è andato diffondendo il supporto multimediale, che non soloconsente di interagire velocemente con le varie parti del bilancio con-solidato o d’esercizio, in italiano o in inglese, ma consente di portarecon sé, in un supporto pratico e leggero, la presentazione della propriasocietà. Insomma, si può esporre il miglior “biglietto da visita” azien-dale grande quanto un qualunque biglietto da visita.
Tirare le somme
I
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Finanziaria Tosinvest S.p.A.
Sede sociale:
via Marche 1 - 00187 - Roma
Capitale sociale: Euro 40.400.000,00
Registro Imprese T
C.C.I.A.A. di Roma
Codice Fiscale: 0
Partita IVA: 020
Finanziaria
Tosinvest
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S TAT O P AT R I M O N I A L E - A t t i v o
A) CREDITI VERSO SOCI PER VERSAMENTI ANCORA DOVUTI - -B) IMMOBILIZZAZIONI
I Immobilizzazioni immateriali4) Concessioni, licenze, marchi e diritti simili 1.070.125 1.093.8107) Altre - 423
Totale 1.070.125 1.094.233II Immobilizzazioni materiali1) Terreni e fabbricati 100.758.866 101.705.4022) Impianti e macchinario 15.850 22.4533) Attrezzature industriali e commerciali 20.246 28.2094) Altri 394.044 391.938
Totale 101.189.006 102.148.002III Immobilizzazioni finanziarie1) Partecipazioni in:
a) imprese controllate 15.157.169 20.162.119b) imprese collegate 17.393.030 19.918.731d) altre imprese 3.592.259 76.254.268
2) Crediti: d) verso altri 1.602.143 415.161
3) Altri titoli 1.744.400 1.032.000Totale 39.489.001 117.782.279
Totale immobilizzazioni (B) 141.748.132 221.024.514C) ATTIVO CIRCOLANTE
I Rimanenze 4) Prodotti finiti e merci 2.106.321 1.862.958
Totale 2.106.321 1.862.958II Crediti 1) Verso clienti:
- esigibili entro l’esercizio successivo 737.993 7.057.774- esigibili oltre l’esercizio successivo 191.133 526.827
Totale 929.126 7.584.6012) Verso imprese controllate:
- esigibili entro l’esercizio successivo 42.065.652 -- esigibili oltre l’esercizio successivo - 15.397.273
3) Verso imprese collegate: - esigibili entro l’esercizio successivo 6.410.118 -- esigibili oltre l’esercizio successivo - 1.217.873
4) Verso imprese controllanti: - esigibili entro l’esercizio successivo 96.728.588 -- esigibili oltre l’esercizio successivo - 29.711
5) Verso imprese consociate: - esigibili entro l’esercizio successivo 3.728.494 -- esigibili oltre l’esercizio successivo - 25.641.610
5bis) Crediti tributari: - esigibili entro l’esercizio successivo 786.642 16.051.284
5ter) Imposte anticipate: - esigibili entro l’esercizio successivo 1.639.803 1.639.803- esigibili oltre l’esercizio successivo - 1.639.803
Totale 1.639.803 3.279.6066) Verso altri:
- esigibili entro l’esercizio successivo 1.597.198 -- esigibili oltre l’esercizio successivo - 2.626.971
Totale 153.885.621 71.828.929III Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni 1) Partecipazioni in imprese controllate 4.061.481 -
Totale 4.061.481 -IV Disponibilità liquide 1) Depositi bancari e postali 57.897.358 16.206.7223) Denaro e valori in cassa 13.117 2.565
Totale 57.910.475 16.209.287Totale attivo circolante (C) 217.963.898 89.901.174
D) RATEI E RISCONTI ATTIVI1) Ratei attivi - 5472) Risconti attivi 3.021.046 2.120.587
Totale ratei e risconti attivi (D) 3.021.046 2.121.134TOTALE ATTIVO 362.733.076 313.046.822
31.12.2006 31.12.2005
in Euro
126
C O N T O E C O N O M I C OA) VALORE DELLA PRODUZIONE 1) Ricavi delle vendite e delle prestazioni
8.519.355
10.665.532
2) Variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione,
semilavorati e finiti
243.363
310.238
5) Altri ricavi e proventi
191.922
238.756
Totale valore della produzione (A)
8.954.640
11.214.526
B) COSTI DELLA PRODUZIONE 6) Per materie prime, sussidiarie, di consumo e merci
15.441
342.398
7) Per servizi
2.912.249
3.885.021
8) Per godimento di beni di terzi
3.394.726
1.807.827
9) Per il personale: a) salari e stipendi
1.319.948
1.192.123
b) oneri sociali
401.149
311.687
c) trattamento di fine rapporto
79.426
56.253
e) altri costi
47.693
62.733
10) Ammortamenti e svalutazioni: a) ammortamento delle immobilizzazioni immateriali
24.738
93.498
b) ammortamento delle immobilizzazioni materiali
2.577.722
2.023.010
d) svalutazione crediti
835.347
151.531
12) Accantonamenti per rischi
1.331.439
881.608
14) Oneri diversi di gestione
401.187
541.187
Totale costi della produzione (B)
13.341.065
11.348.876
Differenza tra valore e costi della produzione (A-B)
(4.386.425)
(134.350)
C) PROVENTI E ONERI FINANZIARI 15) Proventi da partecipazioni
56.815.497
43.278.073
16) Altri proventi finanziari: - da imprese controllate
705.337
451.359
- da imprese collegate
49.528
-
- da imprese controllanti
3.355.904
29.711
- da altre imprese
2.263.855
692.745
17) Interessi e altri oneri finanziari: - da imprese controllate
2.702
-
- da imprese collegate
307.122
-
- da altre imprese
7.758.734
6.991.811
17bis) Utili e perdite su cambi
435
(687)
Totale proventi e oneri finanziari (C)
55.121.998
37.459.390
D) RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITÀ FINANZIARIE
19) Svalutazioni
3.000.000
1.364.377
Totale rettifiche di valore di attività finanziarie (D)
(3.000.000)
(1.364.377)
2006
2005
in Euro
F inanziar ia Tosinvest S .p .A.BILANCIO D’ESERCIZIO 2006
2007 11:09 Pagina 126
Stato patrimoniale - Passivo
(in Euro)
31.12.2006
31.12.2005
PATRIMONIO NETTO
Capitale sociale
240.079.530
240.079.530
Riserva legale
127.597.903
116.300.539
Riserva da acquisizione part.
Patrimonio dello Stato S.p.A.
94.610.622
Avanzo (Disavanzo) fusione
1.361.113.004
1.353.905.522
Utili (Perdite) portati a nuovo
2.166.658.061
2.102.057.856
Utili (Perdite) dell’esercizio
200.940.308
225.947.275
Totale patrimonio netto
4.190.999.428
4.038.290.722
FONDI PER RISCHI E ONERI
Per imposte
7.797.610
7.797.610
Per partecipazioni
38.886.729
40.851.639
Altri
2.082.008.377 2.128.692.716
2.120.504.279 2.169.153.528
TRATTAMENTO
DI FINE RAPPORTO
DI LAVORO SUBORDINATO
9.617.892
11.012.582
DEBITI
(**)
(**)
Obbligazioni
3.873
3.873
Mutui
796.450
796.000 2.293.469
Debiti verso banche
603.955.442
126.167
Acconti
76.374.484
82.622.708
Debiti verso fornitori
73.892.834
72.206.598
Debiti verso controllate
176.048.093
287.395.056
Debiti verso collegate
8.531.388
58.307.616
Debiti tributari
51.231.383
54.005.088
Debiti verso Istituti di previdenza
e di sicurezza sociale
5.977.378
7.388.953
Altri debiti
93.239.242 1.090.050.567
85.193.550 649.543.078
0
796.000
RATEI E RISCONTI
9.474.018
2.160.949
TOTALE PASSIVO
7.428.834.621
6.870.160.859
(**) Importi esigibili oltre l’esercizio successivo.
Balance Sheet - Assets
(in Euros)
31.12.2006
31.12.2005
DUE FROM SHAREHOLDERS
0
0
NON-CURRENT ASSETSIntangible assetsConcessions, licences, trademarks and similar rights
8,333 8,333
232,333 232,333
Property, plant and equipmentLand and buildings
7,430,576
7,748,071
Plant and machinery
787
966
Other assets:– furniture and furnishings
64,232
77,175
– office machinery and data processing
40,458
54,778
– other
0 104,690
0131,953
Property, plant and equipmentunder construction and advances
07,536,053
07,880,990
Financial assetsEquity investments in:– subsidiaries
866,718,669
1,073,314,614
– associated companies
15,614,064
35,304,443
– other companies
2,636,372 884,969,105
2,636,372 1,111,255,429
Payments in respect of equity investments
0
216,912
Receivables due from:
(*)
(*)
– subsidiaries
24,639,587 24,639,587
26,474,819 26,474,819
– associated companies
4,451,542 4,451,542
4,332,219 4,332,219
– parent company
0
0
– others
30,424,929 30,424,929 59,516,058 28,284,002 37,201,065 68,008,103
59,516,058
59,091,040
Other securities
532,901,219
657,553,462 3,313,881
564,592,005
1,602,038,625
1,744,072,449
Total non-current assets
1,609,583,011
1,752,185,772
CURRENT ASSETSInventoriesContract work in progress
74,183,092
80,609,775
Finished goods and merchandise:– finished products
769,522,784
1,005,093,506
Advances
0 843,705,876
939 1,085,704,220
Receivables due from
(**)
(**)
Customers
188,288,911
124,331,586
Subsidiaries
147,033,095
370,021,669
Associated companies
108,198,649
158,905,600
Parent company
3,026,905
0
Tax receivables
558,753,697
525,367,119
Deferred tax assets
3,692,861
106,878
Others
6,185,366 78,762,785 1,087,756,9038,251,193 126,239,776 1,304,972,628
6,185,366
8,251,193
Current financial assetsEquity investments in:
(**)
(**)
– subsidiaries
286,252,249
28,491,915
– associated companies
66,108,081
38,783,364
– other equity investments
13,260,000 365,620,330
067,275,279
Other securities
193,940,000
0
559,560,330
67,275,279
Cash and cash equivalentsBank and post office deposits
3,312,131,983
2,652,581,749
Cash and cash equivalents on hand
11,493 3,312,143,476
15,079 2,652,596,828
Total current assets
5,803,166,585
5,110,548,955
ACCRUED INCOME AND PREPAID EXPENSES
16,085,025
7,426,132
TOTAL ASSETS
7,428,834,621
6,870,160,859
(*) Amount due within one year. (**) Amount due after one year.
07 11:53 Pagina 74
Economia e impresa 13-01-2007 17:32 Pagina 117
Bilanci–2006
sabaitalia
Il bilancio aziendalenon è solo questionedi “quattro conti”.È un valido“biglietto da visita”
Bilancio 2004
S A B A I T A L I A
Indice
5 Organi sociali
6 Avviso di convocazione dell’Assemblea degli Azionisti
7 Deliberazioni dell’Assemblea Ordinaria degli Azionisti
9 Relazione sulla gestione13 Aspetti generali ed eventi più significativi del 200417 Andamento della gestione:17 • La gestione dei parcheggi e la vendita di posti auto20 • Le attività progettuali e realizzative21 • Rapporti con ex Controllante22 • Le partecipazioni ed i rapporti con le Società del Gruppo23 • Le risorse tecniche ed umane24 • Situazione finanziaria, patrimoniale e andamento economico28 • Evoluzione prevedibile della gestione28 • Altre informazioni28 • Fatti salienti dei primi mesi del 200529 • Destinazione del risultato dell’esecizio
31 Bilancio al 31.12.200432 Stato patrimoniale – Attivo33 Stato patrimoniale – Passivo34 Conti d’ordine35 Conto economico
37 Nota integrativa38 • Attività della Società38 • Direzione e Coordinamento39 • Contenuto del Bilancio40 • Criteri di valutazione del Bilancio46 • Analisi delle voci dello Stato patrimoniale65 • Conti d’ordine
relazione sulla gestionebilancio d’esercizio
pag. 12 1 Aspetti generali pag. 12 2 Transizione ai Principi contabili interna-
zionali (IFRS)
pag. 13 3 Eventi aziendali più significativipag. 16 4 Andamento della gestionepag. 22 5 Evoluzione prevedibile della gestionepag. 22 6 Altre informazionipag. 23 7 Fatti salienti dei primi mesi del 2007pag. 23 8 Destinazione del risultato dell’esercizio
Economia e impresa 13-01-2007 17:32 Pagina 118
Finanziar ia Tosinvest S .p .A. BILANCI 2006
20
Un’altra componente della formula Tosinvest è la
ricerca applicata alla riabilitazione delle più svariate
patologie e disabilità. Anche in questo caso, l’Azien-
da è stata riconosciuta come una realtà leader in
continua crescita ed evoluzione. A testimonianza
della fiducia riscossa da parte delle Istituzioni la
“Gazzetta Ufficiale” della Repubblica Italiana ha
pubblicato il Decreto, del 1° febbraio 2005, che
conferisce alla Casa di cura San Raffaele Pisana il
riconoscimento quale Istituto di Ricovero e Cura a
Carattere Scientifico (IRCCS).
A supporto dell’attività di ricerca sono stati effettua-
ti importanti investimenti sia in termini di perso-
nale (+135%) sia con l’attivazione di 13 laboratori
di ricerca.
Nell’ambito del Gruppo Tosinvest, il Gruppo Finan-
ziaria Tosinvest opera attraverso la Capogruppo nel
settore finanziario e può inoltre contare su un por-
tafoglio di partecipazioni attive nei settori del Real
Estate, dell’Editoria e della Comunicazione, del Faci-
lity Management, dell’Information Technology,
senza trascurare l’Energia e l’Ambiente. La Finanzia-
ria Tosinvest S.p.A. è, infatti, una holding mista (par-
tecipazioni e servizi) che opera, direttamente e/o indi-
rettamente tramite le sue partecipate, nelle diverse
aree di business. La Società, inoltre, effettua la gestio-
ne accentrata della finanza e della tesoreria di Grup-
po oltre all’amministrazione e alla gestione delle pro-
prie partecipazioni societarie, a supporto sia del core
business sanitario che di quello degli altri settori.
L’impegno del Gruppo Finanziaria Tosinvest nel set-
tore del Real Estate ha come principale obiettivo
quello di sviluppare attività complementari e fun-
zionali agli altri settori di investimento. Questa mis-
sion viene perseguita integrando l’attività di gestio-
ne e ottimizzazione del portafoglio immobiliare con
Finanziar ia Tosinvest S .p .A.
21
RELAZIONE SULLA GESTIONE
quella di trading e ricerca di nuove opportunità di
sviluppo. La cura del portafoglio immobiliare è affi-
data essenzialmente alla Tosinvest Immobiliare
S.r.l., azienda del Gruppo particolarmente impe-
gnata nella gestione di immobili di prestigio o ad
alto valore commerciale.
Nel settore dell’Editoria e della Comunicazione il
Gruppo opera attraverso alcune entità tra cui Edin-
dustria S.r.l., società che dal 1957 è dedicata alla
comunicazione d’impresa in tutti i suoi aspetti: la
produzione editoriale si occupa della pubblicazione
di libri d’arte, brochure, testi aziendali e bilanci
societari; l’attività di comunicazione si concentra
sull’organizzazione, a livello nazionale e internazio-
nale, di eventi, congressi, mostre e fiere e della rela-
tiva promozione pubblicitaria. Infine, la gestione
degli archivi aziendali in outsourcing – sia la presa
in carico dei documenti cartacei sia la scansione
degli stessi e il loro trattamento in formato digitale
– rappresenta il punto di forza di un settore forte-
mente in crescita sul quale Edindustria ha deciso di
puntare.
Sempre nel settore Editoria, il Gruppo è presente
attraverso società che detengono le seguenti testate
giornalistiche:
“Libero” (la cui testata è posseduta dalla controllata
S.P.E. S.r.l.), quotidiano diretto da Vittorio Feltri,
che, con il suo linguaggio tagliente e mai scontato,
sta riscuotendo negli ultimi anni notevoli consensi
tra i lettori superando le 110.000 copie vendute.
Sempre attento alle esigenze della gente e sempre
pronto a rinnovarsi, questa l’arma vincente di
“Libero”. Moltissime sono state le novità che hanno
consentito al quotidiano di raggiungere questo tra-
guardo: l’introduzione del colore su 24 pagine, un
formato più maneggevole, l’ampliamento delle cro-
nache e l’ideazione del primo reality show su carta.
“Il Riformista” (la cui testata è posseduta dalla con-
trollata Edizioni Il Riformista S.r.l.), diretto da Paolo
Franchi, rappresenta una nuova realtà che ha saputo
distinguersi nel panorama dei quotidiani italiani. Con
una nuova immagine più incisiva, una buona capacità
di dibattito, interviste e approfondimenti puntuali, “Il
Riformista” si sta ritagliando un proprio spazio all’in-
terno del settore giornalistico più sofisticato.
“Sanità Lazio” (la cui azienda è posseduta dalla con-
trollata Edizioni Pandora S.r.l.) è il primo free press
Tosinvest I ta l ia S .a .s . BILANCI 2006
26
I rapporti intrattenuti dalla Tosinvest Italia S.a.s.
con le imprese del Gruppo, che vengono riepilogati
nello schema sotto riportato, sono in genere regolati
a condizioni di mercato. Maggiori dettagli delle
operazioni vengono forniti nella nota integrativa a
cui si rimanda.
Control late Col legate Control lant i Consociate Totale
Stato patr imoniale - att ivo
C I I Credi t i commercial i 99.572 - - 24.756 124.328
C I I Credi t i f inanziar i - - - 2.451 2.451
C I I Credi t i d ivers i - - 30.066 - 30.066
99.572 - 30.066 27.207 156.845
Stato patr imoniale - passivo
D Debit i commercial i 50.928 - - 13.809 64.737
D Debit i f inanziar i - - - - -
D Debit i d ivers i - - 967 - 967
50.928 - 967 13.809 65.704
in migliaia di Euro
R a p p o r t i c o n l e i m p r e s e c o n t r o l l a t e , c o l l e g a t e , c o n t r o l l a n t i e s o t t o p o s t e a l c o n t r o l l o d i q u e s t e u l t i m e
Tosinvest I ta l ia S .a .s .
15
RELAZIONE SULLA GESTIONE
Signori Soci,
la presente relazione è stata redatta in conformità a
quanto previsto dall’art. 2428 del Codice Civile e
fornisce le informazioni più significative sulla situa-
zione economica, patrimoniale, finanziaria e sulla
gestione sia del Gruppo Tosinvest Italia S.a.s. che
della Capogruppo.
I L G R U P P O T O S I N V E S T
Negli ultimi anni, il Gruppo Tosinvest, facente capo
alla famiglia Angelucci, ha fatto registrare una
importante crescita tanto da essere considerata una
delle più solide e dinamiche realtà imprenditoriali
italiane presenti attualmente sul mercato.
Il core business del Gruppo Tosinvest è rappresenta-
to dal settore della Sanità: con 26 strutture, una
capacità ricettiva di circa 3.000 posti-letto, oltre
1.000 medici specialisti, circa 2.800 dipendenti,
ambulatori polifunzionali modernissimi e attrezza-
ture di assoluta avanguardia, la Tosinvest Sanità
S.p.A. rappresenta, infatti, un punto di riferimento
in Italia nel campo della riabilitazione. Investimen-
ti nella ricerca scientifica e nel miglioramento
costante dei servizi ne costituiscono il DNA perché
“l’assistenza sanitaria non può essere un optional
ma un diritto e, per noi, un dovere”.
Quando si parla di salute, Tosinvest Sanità S.p.A.
si distingue. L’Azienda è leader nel settore della
riabilitazione grazie ad una filosofia imprendito-
riale che ha saputo tradurre il concetto di assisten-
za sanitaria in veri e propri standard di eccellenza,
attraverso la selezione delle più avanzate tecnolo-
gie e di una classe di specialisti di assoluta profes-
sionalità. Un approccio rivoluzionario e multidi-
sciplinare è proposto per tutte le forme di disabi-
lità: neurologiche, motorie, cardiovascolari, respi-
ratorie, otorino-laringoiatriche, dello sviluppo
infantile e geriatriche.
Nuovi settori di eccellenza si dedicano ai problemi
dei soggetti para-tetraplegici e, attraverso le Unità di
Risveglio (RAI), alle necessità dei pazienti postco-
matosi.
Particolare attenzione e ulteriori risorse sono
state, inoltre, dedicate alla cura dei soggetti più
deboli attraverso lo sviluppo e il potenziamento
degli Hospice e delle RSA (Residenze Sanitarie
Assistenziali). I primi pensati per i malati termi-
nali bisognosi di cure palliative che ne allevino le
sofferenze fisiche, emotive e psicologiche; le
seconde dedicate agli anziani non autosufficienti
Economia e impresa 13-01-2007 17:32 Pagina 119
a notizia vive poche ore o pochi giorni sulla carta stampata,ma può anche essere selezionata e, per così dire, “fermata” per piùtempo in modo da rispondere a una domanda dai requisiti particolari.Per un’azienda, la notizia va valutata, soppesata, messa in relazione conmolti fattori. È spesso l’ago della bilancia dell’operare, in una naviga-zione che deve tener conto non solo dell’andamento del mercato, madel substrato socio-politico in cui questo si muove, delle novità in cam-po scientifico e tecnologico e last but not least di quel drago a sette testeche è l’opinione pubblica.Un’impresa difficilmente può provvedere da sola a seguire tutto ciòattraverso la stampa e altri mezzi di comunicazione. Sarebbe, se nonaltro, un enorme dispendio di energie e di denaro. Così sceglie oppor-tunamente di servirsi di agenzie appositamente strutturate a fornirle leinformazioni che le necessitano attraverso il lavoro di giornalisti profes-sionisti.Lavorare in questo delicato settore non è così facile come a prima vistapotrebbe sembrare. È un lavoro che richiede una particolare professio-nalità: anzitutto la sensibilità a entrare nell’ottica degli interessi delcliente, quindi a cogliere le notizie (e a non “bucarle”, come si dice ingergo) e farne rapidamente la sintesi.La “Rassegna stampa” ha costituito un importante servizio di suppor-to che Edindustria ha fornito fin dal 1975 ad una cerchia non esiguadi committenti. Per trent’anni, un segmento di storia non trascurabile,sono passate sui fogli della “Rassegna stampa” milioni di notizie.Il servizio inizia nell’anno in cui in Italia viene approvata la legge cheabbassa a 18 anni l’età minima per il voto politico. A un italiano,Eugenio Montale, va il Premio Nobel per la letteratura, a Juan Carlosdi Borbone la corona di re di Spagna, a Niki Lauda il titolo di campio-ne mondiale di Formula 1 con la Ferrari. E via via gli anni si susseguo-no con una catena di eventi che vedono mutamenti politici, nuove con-quiste nello spazio e, in generale, in campo scientifico e tecnologico,
120
Per saperne di più
L
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eventi artistici e letterari, espansione del mezzo televisivo, successi edrammi. Cade il muro di Berlino nel 1989, l’Unione Europea acquistaconsistenza con l’allargamento a 25 Paesi nel 2004 (diverranno 27 nel2007) e con l’adozione della moneta unica nel 2002.Traccia di tutto questo è nelle centinaia di pagine che costituiscono leannate della “Rassegna”. Non sono tanto i fatti più eclatanti a compa-rire, ma più spesso i riflessi che questi hanno prodotto nell’apparatosocio-economico del Paese.Una grafica semplice, ma gradevole ha sempre accompagnato la pre-sentazione delle notizie. A una redazione particolarmente qualificataera affidato un impegno al quale Edindustria ha tenuto fede per bentrent’anni.Con la diffusione dell’informazione attraverso i più moderni mezzi elet-tronici e per alcune considerazioni di carattere strettamente aziendale, laSocietà ha deciso di cessare questo servizio nel dicembre del 2005.
121
A SERVIZIO DELL’IMPRESA
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122
atti, ma non soltanto. Perchénella storia di un’impresa vengonocertamente in luce le sue azioni, ildinamismo che la muove nell’allinea-re, anno dopo anno, le conquiste delmercato.Il fatturato, il perfezionamento delprodotto dominano la scena, maall’origine di tutto c’è l’idea, il pen-siero di un uomo o più spesso diun’équipe che progetta, definisce,lavora di bulino intorno a un mar-chio. Messe insieme, le storie delleaziende costituiscono un segmentonon secondario della storia di unPaese. Ne sono il motore, fanno par-te della spinta a quel progressocominciato il giorno in cui qualcunofece rotolare una ruota.Alla sfida del progresso tecnologicorisponde un grande patrimonio di idee,di tentativi, di vittorie e anche di qual-che sconfitta.Nei corposi faldoni che racchiudono lastoria di un’azienda c’è la testimonian-za di tutto questo.È una testimonianza preziosa, ricono-scimento della vitalità e dell’impegnodi uomini che hanno lasciato un segnonell’economia del Paese.La storia delle imprese italiane fa par-
Calendari del passato
F
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A SERVIZIO DELL’IMPRESA
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Creare spazio,risparmiare tempo,
ottimizzarerisorse umane
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te di quella nazionale. Gli archivi la raccontano rendendola disponibi-le agli studiosi.Incartamenti forse un po’ ingialliti, fotografie, marchi industrialiesprimono la vita di un’azienda che si ricollega a quella economicadel Paese e anche, per certi aspetti, a quella personale di molti, per-ché la vita di ciascuno è radicata nella storia e ogni azienda ne com-pone un frammento.Sono molte le aziende che posseggono un patrimonio documentariosignificativo, ma non sempre possono disporre di strutture adatte pergestirlo. C’è l’esigenza di spazi aziendali sempre più ampi e protetti,unitamente all’assorbimento di risorse umane, infrastrutturali e finan-ziarie, che impongono soluzioni di outsourcing, in grado di conciliarequalità del servizio e costi contenuti.Fin dal 2002 Edindustria è attiva nel settore “Gestione Archivi” peraziende, istituzioni ed enti per i quali la corretta tenuta della documen-tazione rappresenta un reale vantaggio competitivo e uno strumento diefficienza. La Società si è attrezzata per offrire alla propria clientelamoderni strumenti di valutazione e tecnologia avanzata per le soluzio-ni delle varie problematiche in questione, nonché ospitalità presso ilproprio Centro di lavorazione e custodia. Si sta, inoltre, specializzandonel recupero di materiale storico (documenti, fotografie, video ecc.) edella relativa valorizzazione. Per la gestione dei problemi documentaliEdindustria è dunque un partner strategico, in grado di soddisfare inmodo integrato le esigenze documentali e informative della clientela,fornendo strumenti, servizi e infrastrutture.In particolare, il servizio offerto concerne due ambiti di attività: “Archiviazione fisica dei documenti”.Si tratta della gestione in outsourcing e conservazione in sicurezza diogni genere di documento, attraverso le fasi di raccolta, classificazione,archiviazione, recupero e inserimento dei documenti, nonché monito-raggio del loro stato.“Gestione elettronica dei documenti (GED)”.Tale servizio permette l’acquisizione digitale, l’accesso e l’elaborazionedei contenuti dei documenti e l’integrazione via internet, per la gestio-ne di tutte le fasi operative dei processi aziendali connessi al trattamen-
124
CINQUANT’ANNI AL SERVIZIO DELL’IMPRESA
Il mercato attualeimpone alle aziendedi concentrarsisul propriocore business,affidandoa operatorispecializzati e qualificati la gestionein outsourcingdei servizi collaterali
In queste pagine,interni ed esterni del Centro di lavorazionee custodia - Gestione ArchiviEdindustria, sede di Monterotondo, Roma.
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A SERVIZIO DELL’IMPRESA
to delle informazioni in entratae in uscita nelle diverse forme(posta, telefono, fax, e-mail,messaggi).Dopo aver sviluppato, nel corsodel 2002 e 2003, l’attività relati-va soprattutto al primo ambito,Edindustria ha iniziato e porta-to avanti, negli ultimi anni,anche l’attività riguardante lagestione elettronica dei docu-menti, in relazione all’acquisi-zione di nuova clientela.Non sfugge oggi a nessuno chese per il sapere medievale basta-va l’opera paziente dei monaciamanuensi, conservata comerara preziosità nelle abbazie, leconoscenze attuali devono tenerconto di una miriade di nozionidisponibili fissate sulla carta esu altri mezzi di diffusione.
Gli Archivi aziendali sono, percosì dire, “calendari del passa-to” dove tutto è stato registratocon precisione e conservato conmeticolosità.Giorni di festa e giorni di lutto,tristi Quaresime e Pasque diResurrezione: ossia, sconfitte esuccessi. Racchiudono memorie signifi-cative di ieri e anche istruttiveper il domani.
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126
A lato, alcune pagine di“Comunicazione pubblicitaria”del gruppo IRI realizzateda Edindustria per i Cataloghidelle esposizioni di Tsukuba,Vancouver, Brisbane e Siviglia.Nelle pagine successive,campagne pubblicitarierealizzate in questi ultimitempi per i clienti:Regione Lazio e ANAS.Mancano i tanti, piccoli e grandi,“multipli di modulo”della pubblicità legale, di cuiogni giorno la Società cura l’uscita sulla stampa regionale,nazionale, internazionale e sullaGazzetta ufficiale dellaRepubblica Italiana e dellaComunità Europea.
dindustria ha vissuto in prima persona, in questi 50 anni distoria, i grandi cambiamenti avvenuti nel settore della pubblicità. Inuovi media e l’avvento di internet hanno imposto a tutto il mondodella comunicazione visioni e risposte diverse e adeguate ad uno svi-luppo rapidissimo.L’Advertising, come abbiamo imparato a chiamare la pubblicità, la“reclame” come si diceva una volta, ha fatto grandi passi da quando,nei primi anni del 1600, apparve sulla Gazzetta di Parigi il primoannuncio pubblicitario: quello di un medico.Nel 1845, sempre in Francia, nacque la prima Concessionaria di pub-blicità, la “Société Générale des Announces”. In Italia siamo nel 1954 quando nasce la Radio Televisione Italiana. Treanni dopo, nel ’57, vede la luce Edindustria, nello stesso anno nasceCarosello, alla fine degli anni ’70 iniziano ad affermarsi le televisioni“private”. Da quel momento la crescita degli investimenti pubblicitaridiventa esponenziale e con essa la crescita del costo degli spazi.Quello che poteva sembrare un limite, il dover comunicare in una man-ciata di secondi, ha cambiato il nostro modo di vedere le cose, i nostriritmi. I pubblicitari hanno fatto di questo limite il loro punto di forza,modificando radicalmente il linguaggio, il montaggio, l’impatto emo-tivo. Tutto questo si è trasferito anche al cinema dove film, vecchi diappena dieci anni, sembrano oggi lentissimi e superati.Anche la pubblicità sulla carta stampata ha risentito positivamente diquesta sferzata di energia e di profonda innovazione. Edindustria, uscita indenne dal passaggio da un mercato captive ad unmercato più competitivo ha cercato nuovi spazi e nuove aree di busi-ness sulle quali misurare le proprie forze.Ha rafforzato l’area del marketing e della creatività e ottenuto significa-tivi successi realizzando campagne pubblicitarie di grandi aziende. Haindividuato, inoltre, nella pubblicità legale importanti spazi di crescitadiventando in breve tempo una delle aziende leader in questo settore.
La chiamavano “reclame”
E
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Tsukuba
Vancouver
Brisbane
Siviglia
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D O C U P L a z i o
Guida ai servizi delle aree naturaliprotette del Lazio
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Pagina pubblicitaria realizzata da Edindustria per la Campagna di comunicazionedella “Nuova A3 Salerno-Reggio Calabria”.
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Postfazione
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uomo si è sempre chiesto, tra ansia e speranza, che cosa gliriserverà l’avvenire. Lo ha fatto in tempi antichi, affidandosi agli ambi-gui responsi della Sibilla o dell’Oracolo di Delfo. Ha continuato a farlonel corso dei secoli lasciandosi ingannare da fantasiosi responsi di astro-logi e sedicenti indovini. Se prevedere il futuro è stato sempre un esercizio arduo e non privo diinganni, nei tempi vicini a noi alcuni scenari futuristici possono essereipotizzati con qualche fondamento. Prevederli, disegnarli, inseguirli nonè più una chimera ma un impegno con qualche base scientifica.Il futuro è già cominciato. Era questo il titolo accattivante di un libro diRobert Jungk, che compiva una riflessione sulle contraddittorie prospet-tive dello sviluppo umano. Il libro andò per la maggiore negli anniSessanta. Erano anni “speranzosi”, connotati da conquiste scientifiche etecnologiche inimmaginabili solo qualche decennio prima. Basti pensareai risultati in campo spaziale, nella medicina e nella cibernetica. Sarà utopia sostituire parti del corpo umano? Sarà utopia ipotizzare mac-chine pensanti?Le ipotesi avveniristiche furono in quegli anni numerose. Uno specialefascicolo di “Civiltà delle Macchine” (n. 3 del 1968) fu dedicato intera-mente al futuro. Il quel fascicolo il futuro è stato sviscerato in tutte le suesfaccettature: come accelerazione, come scienza, come ipotesi.Parteciparono ad una eccezionale “Tavola rotonda”, quattro giorni diriflessioni e dibattiti, i maggiori esponenti italiani di discipline diverse.Nello stesso fascicolo venne riportato un estratto delle previsioni per il2000 compiute da due studiosi, Kahn e Wiener. Oggi, che abbiamo supe-rato il 2000 da ben sette anni, possiamo prenderci il gusto di verificarequante di quelle aspettative si siano verificate. Non sono poche e abbrac-ciano un vasto panorama scientifico e tecnologico.Correremo i rischi di uno sviluppo portato agli estremi? Il domani saràmigliore o peggiore dell’oggi? Ottimismo o pessimismo?La capacità immaginativa si fonde con la coscienza critica, ma non può
Andare oltre
L’
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esimersi dall’ipotizzare scenari futuristici. Non per il gusto di fare leSibille, ma perché “dobbiamo”. Non possiamo farne a meno, perché ilnostro lavoro si innesta su un quadro di previsioni entro i cui contornioperiamo.Una società che affronta diversi comparti deve guardare al futuro e cerca-re di cogliere i segni del cambiamento e rapportarli all’interesse, ai gusti,alle attese del pubblico. Il cambiamento oggi è più veloce di un tempo.Ad esempio, continuano a sussistere ancora sempre più sofisticati pro-grammi spaziali, ma la gente non perde più il sonno per seguirli comeavvenne invece per il memorabile “allunaggio” del 20 luglio 1969. Altriaspetti. Al mezzo cartaceo è andato progressivamente sostituendosi quel-lo audiovisivo; la globalizzazione incide non solo sui mercati, ma su tut-ta l’attività umana, dal tempo libero agli orientamenti professionali.Tecniche nuove in campo biomedico sollecitano interrogativi e approfon-dimenti di carattere morale. Si va sempre più diffondendo la scolarizza-zione, sia pure a livelli non particolarmente elevati.Sono alcuni segni, alcune sfide con le quali il nostro lavoro deve confron-tarsi, non negli anni a venire, ma da oggi, cercando, senza distrarsi dalpresente, le probabilità del futuro, accettandone le responsabilità e irischi.Come i marinai di una volta dobbiamo fiutare il vento e saperlo dirigerein nostro favore. Ci viene detto che è un vento impetuoso, in rapido movi-mento e dobbiamo stare attenti a non farci travolgere, a non bruciare letappe che già si possono intravedere.Niente avventure, procediamo misurati, pronti a capire e a interpretarecerti segni, pronti ad avventurarci con un bagaglio di idee valide e unbuon carico di speranza. C’è da lavorare: senza scoraggiarsi e senza stancarsi. Sarà una fatica diSisifo? Diceva Albert Camus: “Bisogna immaginare Sisifo felice”.
E. A.
POSTFAZIONE
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Appendice 13-01-2007 19:20 Pagina 2
Appendice
Le cariche sociali dal 1957 a oggi
Lo Statuto sociale del 1957
Appendice 13-01-2007 19:20 Pagina 3
Le cariche sociali dal 1957 a oggi
PresidentiAvv. Carlo Morosetti 09.03.1957/1963Ing. Franco Schepis 04.04.1963/1971 Dr. Domenico Bernardi 02.03.1971/1974(1)
Dr. Fabiano Fabiani 11.07.1978/1979Dr. Armando Oberti 30.03.1979/1980 Dr. Massimo Pastorelli 04.03.1980/1983Dr. Romolo Pietrobelli 29.04.1983/1990Dr. Alfredo Vinciguerra 18.07.1990/1991(2)
Dr. Marcello Ceribelli 24.10.1991/1995Dr. Emilio Acerna 10.10.1995/oggi
Amministratore UnicoDr. Giorgio Ferrari 01.10.1974/30.06.1978
Vice PresidentiDr. Massimo Ponzellini 20.09.1983/22.02.1985Dr. Roberto Mastronardi 25.05.2007/oggi
Amministratori DelegatiAvv. Fausto Bima 09.03.1957/1963Dr. Francesco Flores D’Arcais 05.04.1963/01.10.1974 Dr. Giancarlo Battista 11.07.1978/14.05.1980(3)
Dr. Massimo Pastorelli 08.05.1981/1983Dr. Romolo Pietrobelli 29.04.1983/16.05.1984
Direttori generaliDr. Guido Gelli 10.06.1965/01.10.1974(3)
Dr. Giancarlo Battista 11.07.1978/14.05.1980(3)
Dr. Gian Piero Jacobelli 20.09.1983/13.09.1991(3)
Dr. Guido Scognamiglio 12.02.2004/oggi
DirettoriArch. Massimo Polidori 19.12.1991/31.03.1998(3)
Dr. Fiorello Tonin 06.05.1998/02.10.2003
Consiglio di AmministrazioneAnni 1957/1961Avv. Carlo MorosettiDr. Fausto BimaDr. Veniero Aymone Marsan
Anno 1962Avv. Carlo MorosettiDr. Fausto BimaDr. Veniero Aymone MarsanDr. Francesco Flores D’Arcais
Anni 1963/1968Dr. Fausto BimaDr. Veniero Aymone MarsanDr. Francesco Flores D’ArcaisDr. Fausto CalabriaIng. Franco Schepis
Anno 1969Dr. Fausto BimaDr. Francesco Flores D’ArcaisDr. Fausto CalabriaIng. Franco SchepisDr. Aldo Voglino
Anno 1970Dr. Fausto BimaDr. Francesco Flores D’ArcaisDr. Fausto CalabriaIng. Franco SchepisDr. Aldo Voglino
Anno 1971Dr. Domenico BernardiDr. Fausto BimaDr. Francesco Flores D’ArcaisRag. Stefano VialettoDr. Aldo Voglino
Anno 1972Dr. Domenico BernardiDr. Fausto BimaDr. Aldo De ChiaraDr. Francesco Flores D’ArcaisDr. Aldo Voglino
CINQUANT’ANNI AL SERVIZIO DELL’IMPRESA
136
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APPENDICE
Triennio 1973/1975 (dal 27.6.1973)Dr. Domenico BernardiDr. Fausto BimaDr. Aldo De ChiaraDr. Francesco Flores D’ArcaisDr. Aldo Voglino (dimissioni 5.12.l973) sostituito da:Dr. Antonio Toraldo di Francia (nomina CdA 5.12.1973)Dr. Giorgio Ferrari (nomina Assemblea 18.6.1974)
Triennio 1978/1980 (dal 30.6.1978)Dr. Corrado AntoniniIng. Didimo BadileDr. Giancarlo Battista (dimissioni 14.5.1980) sostituito da:Dr. Demetrio De Stefano (nomina 14.5.1980)Dr. Germano Bodo (dimissioni 6.1.1981) sostituito da:Avv. Gianfranco Vagnetti (nomina CdA 25.3.1981)Ing. Luigi D’AgostiniAvv. Lucio De GiacomoDr. Fabiano Fabiani (dimissioni 19.3.1979) sostituito da:Dr. Armando Oberti (nomina CdA 30.3.1979/dimissioni
8.1.1980) sostituito da:Dr. Massimo Pastorelli (nomina CdA 4.3.1980)Dr. Giorgio FerrariRag. Alberto Manuelli
Triennio 1981/1983 (dal 30.4.1981)Dr. Massimo Pastorelli (dimissioni 22.4.1983) sostituito da:Dr. Massimo Ponzellini (nomina Assemblea 22.4.1981)Dr. Demetrio De Stefano (dimissioni 22.4.1983)
sostituito da:Dr. Romolo Pietrobelli (nomina Assemblea 22.4.1983)Dr. Giampiero Gabotto (dimissioni 7.12.1981) sostituito da:Dr. Vittorio Valensise (nomina CdA 11.12.1981/dimissioni
1.9.1983) sostituito da:Dr. Egidio Pedrini (nomina CdA 20.9.1983)Dr. Giovanni BenincasaRag. Alberto ManuelliDr. Giorgio FerrariAvv. Gianfranco Vagnetti (dimissioni 14.9.1983) sostituito da:Dr. Alberto Mario Zamorani (nomina CdA 20.9.1983)Dr. Franco PecoriniDr. Corrado Antonini (dimissioni 12.3.1982) sostitutito da:Dr. Nazareno Silvestrini (nomina CdA 30.3.1982)Dr. Fabiano Fabiani (dimissioni 5.2.1982) sostituito da:Dr. Paolo Micheletta (nomina CdA 30.3.1982)Dr. Vincenzo Cappiello
Triennio 1984/1986 (dal 16.5.1984)Dr. Romolo PietrobelliDr. Massimo Ponzellini (dimissioni 7.2.1985) sostituito da:Dr. Francesco Silvano (nomina CdA 22.2.1985)Dr. Vincenzo CappielloDr. Nazareno Silvestrini Rag. Franco Pecorini (dimissioni 10.10.1984) sostituito da:Dr. Massimiliano Bagnasco (nomina CdA 16.4.1985) Dr. Alberto Mario Zamorani Dr. Giorgio FerrariDr. Egidio PedriniDr. Giovanni Nasi (dimissioni 7.2.1985) sostituito da:Dr. Umberto Ragazzo (nomina CdA 22.2.1985)Dr. Giorgio Innamorati (dimissioni 10.12.1985) sostituito da:Dr. Umberto Andalini (nomina CdA 18.12.1985)Dr. Roberto Caravaggi (dimissioni 8.4.1987) Avv. Giovanni Benincasa (decesso dicembre 1985) sostituito da:Dr. Raffaele Scippa (nomina CdA 18.12.1985/dimissioni
8.4.1987)
Triennio 1987/1989 (dal 14.5.1987)Dr. Romolo PietrobelliDr. Vincenzo Cappiello (dimissioni 20.4.1988) sostituito da:Dr. Umberto Donati (nomina CdA 20.4.1988)Dr. Alberto Mario Zamorani (dimissioni 12.7.1989)
sostituito da: Arch. Massimo Polidori (nomina Assemblea 12.7.1989)Dr. Costantino SavoiaDr. Giancarlo BattistaDr. Umberto AndaliniDr. Massimiliano BagnascoDr. Pietro FerrignoDr. Emilio NappiDr. Carlo BucciCom.te Matteo Vagnola (decesso febbraio 1989)
sostituito da: Dr. Marco Zanichelli (nomina 30.5.1989)D.ssa Anna Maria LongoDr. Emilio Acerna (nomina Assemblea 12.7.1989)
Triennio 1990/1992 (dal 12.7.1990)Dr. Emilio AcernaDr. Alfredo Vinciguerra (decesso 27.9.1991)Dr. Umberto Andalini (dimissioni 15.5.1991) sostituito da:Dr. Paolo Torresani (nomina CdA 15.5.1991/dimissioni
24.10.1991) sostituito da:
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Dr. Carmelo Messina (nomina CdA 24.10.1991)Dr. Massimiliano BagnascoDr. Oscar Bartoli sostituito da:Avv. Pier Paolo Dominedò (nomina Assemblea 8.12.1990)Dr. Giancarlo BattistaDr. Umberto DonatiDr. Pietro FerrignoIng. Carlo Ferraris (dimissioni 15.5.1991) sostituito da:Dr. Marco Caporali (nomina CdA 15.5.1991)Dr. Emilio NappiArch. Massimo Polidori (dimissioni 24.10.1991) sostituito da:Dr. Marcello Ceribelli (nomina CdA 24.10.1991)Avv. Antonio Reale (dimissioni 24.10.1991) sostituito da:Dr. Guglielmo Trillo (nomina CdA 24.10.1991) Dr. Marco Zanichelli
Triennio 1993/1995 (dal 30.4.1993)Dr. Marcello CeribelliDr. Emilio AcernaDr. Massimiliano BagnascoDr. Giancarlo BattistaAvv. Pier Paolo DominedòDr. Umberto Donati (dimissioni 29.4.1994) sostituito da:Dr. Enzo Leone (nomina CdA 14.6.1994)Dr. Alessandro Magrì (decesso 7.8.1994) sostituito da:Dr. Dario Faggioni (nomina CdA 30.3.1995)Dr. Carmelo Messina (dimissioni 2.5.1994) sostituito da:Dr. Silvio De Michieli Vitturi (nomina CdA 29.11.1994)Dr. Emilio NappiDr. Guglielmo Trillo (dimissioni 2.3.1994) sostituito da:Dr. Mariano D’Alessandro (nomina CdA 7.4.1994/
dimissioni 10.2.1995) sostituito da:Dr. Marco Zanichelli
Triennio 1995/1997 (dal 28.4.1995)Dr. Marcello Ceribelli (dimissioni 10.10.1995) sostituito da:Dr. Marco Zanichelli (nomina Assemblea 10.6.1996)Dr. Emilio AcernaAvv. Pier Paolo DominedòDr. Giancarlo BattistaDr. Dario Faggioni
Triennio 1998/2000 (dal 30.4.1998)Dr. Emilio AcernaDr. Giancarlo BattistaAvv. Pier Paolo Dominedò
Dr. Dario Faggioni (dimissioni 13.5.2000) sostituito da:Rag. Lorenzo Murrali (nomina CdA 13.6.2000)Dr. Marco ZanichelliDr. Vincenzo Latorraca (nomina Assemblea
9.5.2000/dimissioni 13.9.2000) Dr. Sergio Bruno (nomina Assemblea 9.5.2000/dimissioni
6.2.2001)
Triennio 2001/2003 (dal 18.5.2001)Dr. Emilio AcernaDr. Florindo Antoniozzi (dimissioni 18.2.2002) sostituito da:Dr. Giancarlo D’Andrea (nomina Assemblea 21.5.2002)Dr. Giancarlo Battista (dimissioni 14.5.2002) sostituito da:Dr. Emilio Nappi (nomina Assemblea 21.5.2002)Dr. Lorenzo BorgogniAvv. Pier Paolo DominedòDr. Giampiero GiacardiRag. Lorenzo MurraliDr. Roberto SpingardiDr. Marco Zanichelli
Triennio 2003/2005 (dal 2.10.2003 al 31.12.2005)Dr. Emilio AcernaDr. Giampaolo Angelucci (dimissioni 26.1.2005)
sostituito da:Dr. Cosimo Panaro (nomina CdA 28.2.2005/dimissioni
16.2.2006) Dr. Alessandro AngelucciDr. Roberto Ottaviani Dr. Roberto PagnottaDr. Leonardo BuonvinoDr. Umberto Malusà (dimissioni 16.2.2006) Dr. Gennaro Schettino (dimissioni 31.5.2004) sostituito da:Avv. Giorgio Raspa (nomina Assemblea 12.5.2005/
dimissioni 16.2.2006) Avv. Vincenzo Covelli (dimissioni 29.3.2004) sostituito da:Dr. Andrea Imperiali (nomina Assemblea 30.4.2004/
dimissioni 16.2.2006)
Triennio 2006/2008 (dall’8.5.2006)Dr. Emilio AcernaDr. Alessandro Angelucci (dimissioni Assemblea
19.4.2007) Dr. Leonardo Buonvino (dimissioni 12.1.2007) Dr. Roberto Ottaviani Dr. Roberto Pagnotta (dimissioni Assemblea 19.4.2007)
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CINQUANT’ANNI AL SERVIZIO DELL’IMPRESA
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APPENDICE
Triennio 2007/2009 (dal 19.4.2007)Dr. Emilio AcernaDr. Roberto MastronardiDr. Roberto Ottaviani (dimissioni 15.10.2007) sostituito da: Dr. Roberto Allocca
Collegio Sindacale
Triennio 1957/1959
Sindaci EffettiviRag. Fedele Romano - Presidente Avv. Salvatore Macaluso (dimissioni 30.4.1959) sostituito da:Dr. Antonio Moriconi (nomina 30.4.1959)Dr. Gastone Valentini
Sindaci SupplentiDr. Costantino ZubbaniDr. Fausto Persegani
Triennio 1960/1962 (dal 5.4.1960)
Sindaci EffettiviRag. Fedele Romano - PresidenteDr. Antonio Moriconi Dr. Gastone Valentini
Sindaci SupplentiDr. Costantino ZubbaniDr. Fausto Persegani
Triennio 1963/1965 (dal 5.3.1963)
Sindaci EffettiviRag. Fedele Romano - Presidente Dr. Antonio Moriconi Dr. Gastone Valentini
Sindaci SupplentiDr. Costantino ZubbaniDr. Fausto Persegani
Triennio 1966/1968 (dal 28.6.1966)
Sindaci EffettiviRag. Fedele Romano - Presidente (decesso 8.11.1966)
sostituito da:Dr. Carlo Federici - Presidente (nomina 28.6.1967)Dr. Antonio Moriconi Dr. Michele Barbati
Sindaci SupplentiDr. Costantino ZubbaniDr. Fausto Persegani
Triennio 1969/1971 (dal 12.6.1969)
Sindaci EffettiviDr. Carlo Federici - Presidente (nomina 28.6.1967)Dr. Antonio Moriconi Dr. Aldo De Chiara (dimissioni 2.3.1971) sostituito da:Dr. Colombo Monini (nomina 2.3.1971)
Sindaci SupplentiDr. Fabio Di NolaDr. Michele Barbati
Triennio 1972/1974 (dal 26.6.1972)
Sindaci EffettiviDr. Colombo Monini - Presidente (dimissioni 17.6.1974)
sostituito da:Dr. Antonio Toraldo di Francia - Presidente
(nomina 18.6.1974)Dr. Lucio ForestiRag. Antonio Muti
Sindaci SupplentiDr. Fabio Di NolaDr. Michele Barbati
Triennio 1975/1977 (dal 19.5.1975)
Sindaci EffettiviDr. Antonio Toraldo di Francia - Presidente
(nomina 18.6.1974)Avv. Giuseppe RubinoDr. Lucio Foresti
Sindaci SupplentiDr. Luciano PistolesiDr. Michele Barbati
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CINQUANT’ANNI AL SERVIZIO DELL’IMPRESA
Triennio 1978/1980 (dal 30.6.1978)
Sindaci EffettiviDr. Pietro Castri - Presidente (dimissioni 29.12.1979)
sostituito da:Dr. Luciano Pistolesi - Presidente, sostituito da: Dr. Domenico Bernardi - Presidente (nomina 14.5.1980)Dr. Raffaele De BonisDr. Vincenzo Rizza
Sindaci SupplentiDr. Michele BarbatiDr. Luciano Pistolesi, sostituito da: Dr. Maurizio Castaldo (nomina Assemblea 14.5.1980)
Triennio 1981/1983 (dal 30.4.1981)
Sindaci EffettiviDr. Domenico Bernardi - Presidente (nomina 14.5.1980/
decesso 11.12.1983) sostituito dal Sindaco supplente: Dr. Michele BarbatiDr. Raffaele De BonisRag. Settimio Rossi
Sindaci SupplentiDr. Michele BarbatiDr. Maurizio Castaldo
Triennio 1984/1986 (dal 16.5.1984)
Sindaci EffettiviProf. Ugo Nicoli - PresidenteSig. Massimo RainaldiDr. Raffaele De Bonis
Sindaci Supplenti Rag. Franco CocchiDr. Alessandro Franconi
Triennio 1987/1989 (dal 14.5.1987)
Sindaci EffettiviDr. Franco Boncinelli - Presidente Sig. Massimo Rainaldi (dimissioni 11.5.1988) sostituito da:Dr. Pietro Salotti (nomina 19.5.1988)Dr. Raffaele De Bonis
Sindaci SupplentiRag. Franco CocchiDr. Alessandro Franconi
Triennio 1990/1992 (dal 12.7.1990)
Sindaci EffettiviDr. Franco Boncinelli - Presidente Dr. Mauro Di Stefano (dimissioni 26.6.1991) sostituito da:Dr. Mario Segatori (nomina Assemblea 26.6.1991)Dr. Fernando Sbarbati
Sindaci SupplentiRag. Franco CocchiDr. Alessandro Franconi
Triennio 1993/1995 (dal 30.4.1993)
Sindaci EffettiviDr. Franco Boncinelli - Presidente Dr. Mario Segatori Dr. Fernando Sbarbati
Sindaci SupplentiRag. Franco CocchiDr. Pietro Cerasoli
Triennio 1996/1998 (dal 10.6.1996)
Sindaci EffettiviDr. Fiorello Tonin - Presidente (dimissioni 29.4.1998)
sostituito da:Dr. Paolo Biffani - Presidente (nomina Assemblea
30.4.1998/dimissioni 1.11.1998) sostituito da:Dr. Alberto Mancini - Presidente (nomina Assemblea
26.11.1998)Dr. Mario Segatori Dr. Fernando Sbarbati (dimissioni 11.3.1997) sostituito da:Dr. Mauro Mogetta (nomina Assemblea 14.5.1997/
dimissioni 1.11.1998) sostituito da:Dr. Giancarlo Gentile (nomina Assemblea 26.11.1998)
Sindaci SupplentiDr. Mauro Mogetta (nominato Sindaco effettivo
Assemblea 14.5.1997) sostituito da:Dr. Giancarlo Biacca (nomina Assemblea 14.5.1997/
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APPENDICE
dimissioni 1.11.1998) sostituito da:Dr. Pierluigi Alemanni (nomina Assemblea 26.11.1998)Dr. Pietro Cerasoli
Triennio 1999/2001 (dal 29.4.1999)
Sindaci EffettiviDr. Alberto Mancini - Presidente Dr. Giancarlo GentileDr. Mario Segatori
Sindaci SupplentiDr. Pierluigi AlemanniDr. Pietro Cerasoli
Triennio 2002/2004 (dal 21.5.2002)
Sindaci EffettiviDr. Alberto Mancini - Presidente (dimissioni 5.9.2003)
sostituito da:Dr. Francesco Mariano Bonifacio - Presidente
(nomina Assemblea 2.10.2003)Dr. Giancarlo Gentile
(1) Cessazione della carica: 1.10.1974 e nomina dell’Amministratore Unico
(2) Decesso: 27.09.1991(3) Dimissioni
Dr. Francesco Giustiniani (dimissioni 11.9. 2003) sostituito da:
Dr. Francesco Giustiniani (nomina Assemblea 2.10.2003)
Sindaci SupplentiDr. Pierluigi Alemanni (dimissioni 11.9.2003) sostituito da:Dr. Fabio Mancini (nomina Assemblea 2.10.2003)Dr. Pietro Cerasoli (dimissioni 11.9.2003) sostituito da: Dr. Duccio Orzali (nomina Assemblea 2.10.2003)
Triennio 2005/2007 (dal 14.6.2005)
Sindaci EffettiviDr. Francesco Mariano Bonifacio - Presidente Dr. Francesco Giustiniani Dr. Fabio Mancini
Sindaci SupplentiDr. Giancarlo Mariotti Bianchi (dimissioni 16.2.2006)
sostituito da: Dr. Roberto Rastelletti (nomina Assemblea 16.2.2006) Dr. Mario Mantovani (dimissioni 16.2.2006) sostituito da:Dr. Paolo Stampatore (nomina Assemblea 16.2.2006)
Appendice 22-02-2007 9:09 Pagina 141
CINQUANT’ANNI AL SERVIZIO DELL’IMPRESA
Alcune paginedello Statuto socialedel 1957
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APPENDICE
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Appendice 13-01-2007 19:20 Pagina 143
Fotolito:Zincoclassica, Roma
Impaginazione:EdindustriaGrafo press
Stampa:Grafo press, Roma
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