12
D omenica 22 Novem- bre u.s., Solennità di Cristo Re dell’Universo, si è svolto a Bronte (CT) il XV Cammino del- le Confraternite dell’Arcidiocesi di Catania, che ha radunato circa novecento confrati, provenienti dai vari sodalizi radicati, con una pre- senza attiva e operosa per tradizione secolare, sul territorio. Ad accoglierli, al Teatro Comuna- le di Bronte, il Presidente della Confederazione Diocesana delle Confraternite, la prof.ssa Giusep- pina Fazzio, insieme al Consiglio, al Vicario Episcopale per la Pasto- rale, Don Pietro Longo e al Vicario Foraneo, P. Vincenzo Bonanno. Con questo raduno le Confraterni- te diocesane, a pochi giorni dalla conclusione del Convegno di Firenze “In Gesù Cristo il nuovo Umanesimo” e a poche settimane dal- l’apertura dell’Anno Giubilare Straor- dinario della Misericordia, indetto da Papa Francesco, guardando ad Agata V. M. e al beato Piergiorgio Frassati, come modelli di vita e di santità, han- no inteso riproporsi come “Popolo di Dio in cammino”, in comunione con tutta la Chiesa Diocesana, dando pub- blicamente ragione e testimonianza del proprio credo. “La Chiesa – come ha ricordato la prof.ssa Fazzio, nel suo discorso di apertura al cammino - nella sua intima verità, è comunione con Dio, vissuta dentro una comunione tra persone umane. Le Confraternite, per loro stessa natura, sono chiamate a vivere la spiritualità di comunione, uscendo dall’anonimato (inteso in termini di povertà di rapporti umani, di superfi- cialità d’incontri occasionali o stru- mentali, di solitudine affettiva e spiri- tuale) cui la società di massa ci ha indi- rizzato ed è solo nella misura in cui saremo in grado di diventare <<un cuor solo e un’anima sola>>, che sarà possibile essere strumenti e testimoni credibili per attirare, e non allontana- re, gli uomini a Dio”. “Non privo di difficoltà, ma realizzato sempre col cuore colmo di fede, di speranza e di carità, il cammino per- corso fin qui”, ha proseguito ancora il Presi- dente; un per- corso, che ha già inteso concre- tizzare a piccoli passi (con diver- si incontri itine- ranti di preghie- ra e di formazio- ne, aperti, soprattutto, ai Dirigenti delle Confraternite; con la formazio- ne dei primi sodalizi, cominciando a dare partico- lare attenzione e valore al Noviziato; con l’ascolto attento e costante delle realtà ecclesiali e dei territori; con una presenza costante tra i sodalizi; con la visita, come pellegrini in preghiera, delle Cappelle Cimiteriali Confrater- nali Diocesane, per educare alla pre- ghiera di suffragio - nella Comunione dei Santi - e trasfigurare la morte dei Giusti - il Regno come ricompensa -; A PAGINA 3 SCUOLA: EDUCATORI MAL PAGATI Catania - anno XXXI - n. 43 - 29 novembre 2015 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it settimanale regionale di attualità (conv. in L. 27/02/ 2004 n o 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881 “Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 “In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente” XXIX PREMIO MARTOGLIO A BELPASSO a pagina 12 D omenica 29 novembre, durante la visita pastorale nella Repubblica Centra- fricana, Papa Francesco aprirà la Porta Santa a Bangui, ancor prima di aprire la Porta Santa a San Pie- tro il prossimo 8 dicembre. L’Anno Santo della Misericordia si annuncia come un Giubileo atipico e con una decina di giorni di anticipo sul- l’inizio ufficiale, il Giubileo prenderà il via in una delle “periferie” più dimenti- cate della terra. Un paese in cui, all’on- nipresente miseria, si è aggiunta la tragedia di una guerra civile che sembra essersi incanalata in un tunnel senza uscita, complice anche la totale indiffe- renza della comunità internazionale. In questo inquietante scenario, l’unico vero barlume di speranza è rappresen- tato dalla Chiesa Cattolica e dai suoi coraggiosi missionari. L’apertura della Porta Santa, segno giu- bilare, avverrà inoltre non solo a Roma, ma in tutte le diocesi del mondo, nei santuari, luoghi privilegiati di preghie- ra e di devozione ed in giorni diversi. Anche gli imam islamici nei recenti incontri di preghiera e di solidarietà ver- so le innocenti vittime della strage di Parigi hanno espresso significativi messaggi di misericordia e perdono. A Catania una manifestazione cittadi- na ha visto insieme nella preghiera per la Pace dopo i fatti di Parigi l’Arcidio- cesi, la comunità cristiana di S. Egidio e Focolarini e la comunità islamica di Sicilia. I due gruppi, dopo le pre- ghiere uno nella moschea e l’altro nella basilica Collegiata, con la guida di mons. Gaetano Zito, si sono incontrati in piazza Università e lo speaker Emiliano Abramo ha introdotto gli interventi di mons, Zito, del gesuita Padre Gianni Notari e del- l’imam di Catania Kheit Abdelhafid, i quali hanno acceso un lumino dal bra- ciere collocato in piazza, segno di amicizia e inizio del cammino di pace tra le due comunità, unite anche nel canto “We are the world”. A Roma l’imam della Grande Moschea di Muhammad Hassan Abdulghaffar, nel suo intervento del venerdì ha detto che: “Il fedele musul- mano, è misericordioso e questa è una P.F. Accoglienza e DIALOGO In cammino verso l’Anno Giubilare SI RAFFORZA LA SINERGIA ARCIDIOCESI E NATURADIVINA a pagina 7 AL BRANCATI "LA FANCIULLA CHE CAMPAVA DI VENTO" a pagina 11 Chiamati a vivere la spiritualità di comunione Bronte: il XV Cammino Diocesano delle Confraternite Giuseppe Adernò le armi che disarmano (segue a pag. 2) (segue a pagina 2)

SI RAFFORZA Accoglienza LA SINERGIA e DIALOGO le armi che · nipresente miseria, si è aggiunta la tragedia di una ... complice anche la totale indiffe-renza della comunità internazionale

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Domenica 22 Novem-

bre u.s., Solennità di

Cristo Re dell’Universo, si è svolto

a Bronte (CT) il XV Cammino del-

le Confraternite dell’Arcidiocesi di

Catania, che ha radunato circa

novecento confrati, provenienti dai

vari sodalizi radicati, con una pre-

senza attiva e operosa per tradizione

secolare, sul territorio.

Ad accoglierli, al Teatro Comuna-

le di Bronte, il Presidente della

Confederazione Diocesana delle

Confraternite, la prof.ssa Giusep-

pina Fazzio, insieme al Consiglio,

al Vicario Episcopale per la Pasto-

rale, Don Pietro Longo e al Vicario

Foraneo, P. Vincenzo Bonanno.

Con questo raduno le Confraterni-

te diocesane, a pochi giorni dalla

conclusione del Convegno di

Firenze “In Gesù Cristo il nuovo

Umanesimo” e a poche settimane dal-

l’apertura dell’Anno Giubilare Straor-

dinario della Misericordia, indetto da

Papa Francesco, guardando ad Agata

V. M. e al beato Piergiorgio Frassati,

come modelli di vita e di santità, han-

no inteso riproporsi come “Popolo di

Dio in cammino”, in comunione con

tutta la Chiesa Diocesana, dando pub-

blicamente ragione e testimonianza

del proprio credo.

“La Chiesa – come ha ricordato la

prof.ssa Fazzio, nel suo discorso di

apertura al cammino - nella sua intima

verità, è comunione con Dio, vissuta

dentro una comunione tra persone

umane. Le Confraternite, per loro

stessa natura, sono chiamate a vivere

la spiritualità di comunione, uscendo

dall’anonimato (inteso in termini di

povertà di rapporti umani, di superfi-

cialità d’incontri occasionali o stru-

mentali, di solitudine affettiva e spiri-

tuale) cui la società di massa ci ha indi-

rizzato ed è solo nella misura in cui

saremo in grado di diventare <<un

cuor solo e un’anima sola>>, che sarà

possibile essere strumenti e testimoni

credibili per attirare, e non allontana-

re, gli uomini a Dio”.

“Non privo di difficoltà, ma realizzato

sempre col cuore colmo di fede, di

speranza e di carità, il cammino per-

corso fin qui”,

ha proseguito

ancora il Presi-

dente; un per-

corso, che ha già

inteso concre-

tizzare a piccoli

passi (con diver-

si incontri itine-

ranti di preghie-

ra e di formazio-

ne, aperti,

soprattutto, ai

Dirigenti delle

Confraternite;

con la formazio-

ne dei primi

sodalizi, cominciando a dare partico-

lare attenzione e valore al Noviziato;

con l’ascolto attento e costante delle

realtà ecclesiali e dei territori; con una

presenza costante tra i sodalizi; con la

visita, come pellegrini in preghiera,

delle Cappelle Cimiteriali Confrater-

nali Diocesane, per educare alla pre-

ghiera di suffragio - nella Comunione

dei Santi - e trasfigurare la morte dei

Giusti - il Regno come ricompensa -;

A PAGINA 3

SCUOLA:

EDUCATORI

MAL PAGATI

Catania - anno XXXI - n. 43 - 29 novembre 2015 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it

settimanale regionale di attualità

(conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881“Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003

“In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente”

XXIX PREMIO

MARTOGLIO

A BELPASSO

a pagina 12

Domenica 29 novembre,

durante la visita pastorale

nella Repubblica Centra-

fricana, Papa Francesco

aprirà la Porta Santa a Bangui, ancor

prima di aprire la Porta Santa a San Pie-

tro il prossimo 8 dicembre.

L’Anno Santo della Misericordia si

annuncia come un Giubileo atipico e

con una decina di giorni di anticipo sul-

l’inizio ufficiale, il Giubileo prenderà il

via in una delle “periferie” più dimenti-

cate della terra. Un paese in cui, all’on-

nipresente miseria, si è

aggiunta la tragedia di una

guerra civile che sembra

essersi incanalata in un tunnel senza

uscita, complice anche la totale indiffe-

renza della comunità internazionale. In

questo inquietante scenario, l’unico

vero barlume di speranza è rappresen-

tato dalla Chiesa Cattolica e dai suoi

coraggiosi missionari.

L’apertura della Porta Santa, segno giu-

bilare, avverrà inoltre non solo a Roma,

ma in tutte le diocesi del mondo, nei

santuari, luoghi privilegiati di preghie-

ra e di devozione ed in giorni diversi.

Anche gli imam islamici nei recenti

incontri di preghiera e di solidarietà ver-

so le innocenti vittime della strage di

Parigi hanno espresso significativi

messaggi di misericordia e perdono.

A Catania una manifestazione cittadi-

na ha visto insieme nella preghiera per

la Pace dopo i fatti di Parigi l’Arcidio-

cesi, la comunità cristiana

di S. Egidio e Focolarini e

la comunità islamica di

Sicilia.

I due gruppi, dopo le pre-

ghiere uno nella moschea

e l’altro nella basilica

Collegiata, con la guida di

mons. Gaetano Zito, si

sono incontrati in piazza

Università e lo speaker

Emiliano Abramo ha

introdotto gli interventi di

mons, Zito, del gesuita

Padre Gianni Notari e del-

l’imam di Catania Kheit

Abdelhafid, i quali hanno

acceso un lumino dal bra-

ciere collocato in piazza,

segno di amicizia e inizio

del cammino di pace tra le

due comunità, unite

anche nel canto “We are the world”.

A Roma l’imam della Grande

Moschea di Muhammad Hassan

Abdulghaffar, nel suo intervento del

venerdì ha detto che: “Il fedele musul-

mano, è misericordioso e questa è una

P.F.

Accoglienzae DIALOGO

In cammino verso l’Anno GiubilareSI RAFFORZA

LA SINERGIA

ARCIDIOCESI E

NATURADIVINA

a pagina 7

AL BRANCATI

"LA FANCIULLA

CHE CAMPAVA

DI VENTO"

a pagina 11

Chiamati a vivere la spiritualità di comunione

Bronte: il XV Cammino Diocesano delle Confraternite

Giuseppe Adernò

le armi chedisarmano

(segue a pag. 2)

(segue a pagina 2)

Prospettive - 29 novembre 20152

PRIMO PIANOIl card. Romeo si congedadall’Arcidiocesi di Palermo _3

Luigi Capuana, centenariodella morte 29 novembre 1915 _4

Chiesa e consultori:Insieme in camminoper il Bene della Famiglia___5

19ª Giornata Nazionaledella Colletta Alimentare ___5

INFORMADIOCESINotizie in breve___________7

DIOCESIPiù di 100 partecipanti al corsoper volontari Caritas _______7

L’ultimo album deiMetatrone, “Eucharismetal” _8

130° della fondazionedell’Oratorio S. Filippo Neri_8

Tremestieri: Festa in onoredi Santa Barbara __________9

Iniziative della Caritasdiocesana ________________9

“Karol Wojtyla”: 1° corsodi formazione Anief-Eurosofiaper Dirigenti Scolastici ____12

sommario al n. 43

Direzione amministrazione

e redazione:

via Etnea, 8 95121 Catania

Redazione e amministrazione:

tel. 095 2500220fax 095 8992039

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Grafica e impaginazione:Vera Cannavò

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Settimanale associato alla F.I.S.C.(Federazione Italiana Settimanali Cattolici)

Questo numero è stato chiuso

alle ore 13.00 di mercoledì 25 novembre 2015

delle sue caratteristiche basata sulla

purezza e la serenità dell’anima e sul-

l’integrità dello spirito. Compiendo il

bene e agendo correttamente e quindi

astenendosi dal male e allontanandosi

dagli atti immorali, è sempre in uno sta-

to di purificazione dell’anima e il suo

spirito è buono ed amabile.”Abdulghaffar, ha ricordato inoltre leparole del Profeta o Messaggero diDio”: “Siate misericordiosi con chi è

sulla terra e chi è nel cielo è misericor-

dioso con voi.”

“La misericordia, la compassione e la

clemenza non abbandonano il cuore di

colui che è in questa condizione, per

questo egli desidera avere un compor-

tamento dettato da queste doti”.Tocca, quindi, al credente essere“misericordioso, compassionevole e

benevolo con il fratello credente ma

anche con tutti gli altri che non lo

sono.”

Il Centro Culturale Islamico d’Italia hacondannato fermamente tutti gli atti diterrorismo che colpisce la vita umana,perché ogni vita è sacra” e la religionemusulmana è “religione della vita, e

sotto la bandiera della misericordia,

non insegna la crudeltà e la violenza.

Non è una religione di vendetta o di

morte”.

A queste parole di condanna del terro-rismo fa eco il Presidente della Repub-blica, Sergio Mattarella, il quale in unarticolo pubblicato su Il Foglio, hascritto: “La strage dei ragazzi di Parigi

ha posto in modo brutale l’opinione

pubblica davanti alla questione, dram-

matica e cruciale, della violenza a

sfondo integralista che mira a cancel-

lare la nostra cultura, la nostra storia,

i nostri valori.”

Quello che stiamo vivendo è unmomento tragico per l’Europa e per ilmondo.Il terrorismo fondamentalista si rivelaancora una volta come una minaccia ai

valori di libertà, democrazia, solidarie-tà e convivenza civile. La strategia, fol-le e lucida dell’estremismo apparechiara e di dimensione planetaria: cer-care di insinuare nella nostra societàsentimenti di paura, azioni di disgrega-zione, di chiusura e di odio contro il“diverso” spesso generalizzato neiconfronti delle popolazioni musulma-ne. Il terrorismo fondamentalista che hauna sua storia ed una sua peculiaritàrappresenta oggi e probabilmente neglianni a venire la più grave minaccia allapace del mondo - ha spiegato il Presi-dente - non può essere solo combattutacon azioni di forza e con il rafforza-mento della sicurezza, cui ogni cittadi-no ha diritto, bensì “con le armi della

cultura, del dialogo, del diritto”.

Sono queste le risposte adeguate ad unfenomeno planetario che interpella lacomunità internazionale e richiama idiritti universali dell’uomo, oscurati,oltraggiati e negati in tante parti del glo-bo.La comunità internazionale, dopo anni

di disattenzione e di silenzio, sta final-mente cominciando a prenderecoscienza della gravità del fenomenoche è una minaccia non solo alla liber-tà religiosa dei singoli, ma alla demo-crazia e alla convivenza per tutta lacomunità internazionale.“La pace religiosa, la tolleranza, la

collaborazione tra le diverse fedi”costituiscono gli elementi determinan-ti di un equilibrio sociale e di un realesviluppo economico. La guerra e l’odioseminano morte e distruzione.I leader delle comunità musulmane,che il Presidente Mattarella ha incon-trato nel recente viaggio in Indonesia,hanno sempre tenuto a sottolineare lanatura liberale e moderata dell’Islamindonesiano e la ferma condanna del-l’estremismo e della violenza religiosa.La considerazione che ogni uomocome figlio di Dio, riconosce in lui lacomune radice contribuisce a renderloportatore di uguali diritti e di pari digni-tà.È questa la strategia da seguire, appli-

cando il reciproco rispetto verso lepersone e le istituzioni, con tutte leregole della democrazia.Molti errori di valutazione sono staticompiuti nel nostro recente passato,afferma ancora Mattarella, “Ora non sipuò più sbagliare”.È comunque da considerare un erroreadottare un “falso rispetto”, venendomeno alle proprie tradizioni e ai valoridella religione cattolica, rinunciandoalla realizzazione del presepe a scuola,o sostituire il canto dell’“Adeste fide-les”, il brano ‘Jingle bell rock’, “perchépotrebbe ‘turbare’ gli islamici, essendotroppo legato alla religione cristiana”,come avvenuto a Casazza, paese mul-ticulturale in provincia di Bergamo.Questa “concessione” non è espressio-ne di dialogo e di accoglienza dell’in-terculturalità.Difendere i propri valori, simboli esegni è espressione di profonda con-vinzione e di coerenza.

®

(continua da pag. 1)

ACCOGLIENZA...

In Italia una persona suquattro è a rischio pover-

tà o esclusione sociale, un tasso supe-riore di quasi quattro punti percen-tuali a quello medio dell’Unioneeuropea, pari al 24,4% nel 2014. Lodicono i dati pubblicati dall’Istat nelrapporto ‘Reddito e condizioni divita’ in riferimento all’anno passato.Rispetto ad altri paesi europei siamopeggio solo di Romania (40,2%),Bulgaria (40,1%), Grecia (36,0%),Lettonia (32,7%) e Ungheria (31,1%)e su livelli «molto simili» a quelli diSpagna (29,2%), Croazia e Portogal-lo. Nel dettaglio, poi, le persone arischio di povertà sono stimate pari al19,4%, quelle che vivono in famigliegravemente deprivate l’11,6%, men-tre le persone appartenenti a famigliedove l’intensità lavorativa è bassarappresentano il 12,1%. Rispetto al2013, è diminuita la quota dei nucleimolto poveri (soprattutto al Sud, tra isingle e le coppie con un solo figlio),ma il calo è compensato dall’aumen-to della percentuale di chi vive infamiglie a bassa intensità di lavoro(sempre nel Mezzogiorno e tra lefamiglie numerose). Resta ancoragrave la condizione dei genitori soli,delle famiglie con almeno tre figli odi altra tipologia, famiglie che tra il2013 e il 2014 hanno mostrato unulteriore deterioramento della lorocondizione (dal 15,9% al 20,2%).

Mentre per il secondo anno consecu-tivo, il calo della grave deprivazioneè determinato dal fatto che scendonole quote di individui in famiglie che,se lo volessero, non potrebbero per-mettersi un pasto proteico adeguatoogni due giorni (dal 13,9% al12,6%), una settimana di ferie all’an-no lontano da casa (dal 51,0% al49,5%) o una spesa imprevista pari a800 euro (dal 40,2% al 38,8%). Datiche mostrano come sono sempre lefamiglie ad essere maggiormentepenalizzate. L’aumento della bassaintensità lavorativa ha riguardato, inparticolare, gli individui in famiglieche vivono nel Mezzogiorno (la sti-ma va dal 18,9% al 20,9%) o in fami-glie numerose: coppie con figli(dall’8,3% al 9,7%), soprattuttominori (dal 7,5% all’8,9%), e fami-glie con membri aggregati (dal17,8% al 20,5%). Nel 2013, si stimache la metà delle famiglie residenti inItalia abbia percepito un reddito net-to non superiore a 24.310 euro l’anno(circa 2.026 euro al mese); questovalore scende a 20.188 euro nel Mez-zogiorno (circa 1.682 euro mensili).Le famiglie con tre o più percettorihanno un reddito mediano nel 2013quasi triplo delle monoreddito(44.900 contro 16.690 euro), mentrequelle con fonte principale da lavorodipendente dispongono di circa 10mila euro in più di quelle che vivono

prevalentemente di pensione o trasfe-rimenti pubblici (29.527 contro19.441 euro). Dati che fotografanouna situazione tutt’altro che inmiglioramento come certifica la Col-diretti secondo la quale “sono oltre 6milioni gli italiani che vanno benoltre il rischio di povertà e non hannodenaro a sufficienza neanche per ali-mentarsi adeguatamente”, cosi comeè aumentato al 14,3% il dato di chi haarretrati da pagare per il mutuo, l’af-fitto e le bollette. Dello stesso avvisoanche l’Unione nazionale consuma-tori che ha affermato “come gli ita-liani stiano peggio rispetto al Dopo-guerra, quando anche le famiglie dioperai, in agosto, con la chiusura del-le fabbriche, potevano tornare nel

loro paese d’origine e passare levacanze con i parenti”. Per poi rinca-rare la dose affondando il colpo: “Idati diffusi dall’Istat restano dati daTerzo Mondo, inaccettabili per unPaese che vuole definirsi civile”.Mentre la chiosa finale è affidata aFederconsumatori e Adusbef che, inbase al quadro rilevato dall’Istituto distatistica, sottolineano che “se a ciòaggiungiamo le enormi rinunce esacrifici che le famiglie stanno facen-do (dal 2008 consumi alimentari -11%, quelli relativi a salute e cure -28,8%) si percepisce chiaramentecome la situazione sia ancora estre-mamente allarmante”.

F.C.

Una vita dignitosa: un sognoIstat: un italiano su 4 a rischio povertà o esclusione

con la raccolta di fondi per le svariateiniziative di carità concreta, sia a livel-lo locale sia diocesano, a cui è statopossibile aderire; e, soprattutto, fede-li allo specifico carisma, accogliendoall’interno delle diverse sedi e chieseconfraternali, la croce che i detenutidella Casa Circondariale di PiazzaLanza a Catania, con il lavoro anche diun fratello ortodosso e di uno musul-mano, hanno realizzato), quanto sug-gerito dalle cinque vie di umanizza-zione, secondo i cinque verbi proposti:Uscire, Annunciare, Abitare, Educare,Trasfigurare.A conclusione del cammino, in un tri-pudio di suoni, di luci e di colori, illunghissimo corteo confraternale,aperto dalla banda musicale “S. Bia-

gio” di Bronte, e guidato dal Coordi-namento Liturgico del XII Vicariato diPaternò (con il contributo prezioso epuntuale del Cav. Francesco Tartare-so) è giunto al Santuario Maria SS.Annunziata, per partecipare allaSolenne Celebrazione Eucaristica,presieduta da Mons. Salvatore Gen-chi, Vicario Generale, alla presenzadel Sottosegretario all’Agricoltura,l’On. Giuseppe Castiglione, del Sin-daco di Bronte, il dott. GrazianoCalanna e del Presidente del ConsiglioComunale, il dott. Nino Galati.Dopo aver ringraziato il Signore,nutrendosi attorno alla stessa Mensa, iconfrati si sono impegnati a riscoprireinsieme le opere di misericordia cor-porale e spirituale, provando a spalan-care le finestre del proprio cuore e aprendere il largo, coscienti di essereancora all’inizio nel cammino di

riscoperta del proprio particolare cari-sma e di avere davanti un percorso esi-gente, a tratti aspro e con passaggistretti. Con la consegna degli attestatidi partecipazione, riconoscendo inGesù Cristo il centro di ogni cuore e lapienezza di ogni aspirazione, il Presi-dente Diocesano ha, infine, dichiaratoconcluso il cammino, affidando cia-scuna realtà confraternale all’inter-cessione di Colei che sotto la croce,pur senza morire, ha conquistato lapalma del martirio e pregando ancoraaffinché ciascuna consorella ed ogniconfratello sia in grado di portare ilfardello delle tribolazioni quotidiane,sempre in cordata, non con l’anima deidisperati, ma con la serenità di chi sa diessere custodito nel cavo della mano diDio.

®

(continua da pag. 1)

CHIAMATI...

Prospettive - 29 novembre 2015 3

“Fra gli operai più

malpagati ci sono

gli educatori”, insegnanti e operato-ri della scuola e questo perché “sem-

plicemente lo Stato non ha interesse,

perché se lo avesse, le cose non

andrebbero così”.

Sono queste le parole ferme e decisedi Papa Francesco, ricevendo i parte-cipanti al Congresso Mondiale pro-mosso dalla Congregazione per l’E-ducazione Cattolica.Nel mondo educativo il Papa haindicato alcuni mali come il “patto

educativo rotto, la selettività, l’e-

sclusione, il positivismo selettivo”.

Tutte queste cose si devono risolvereed ha proposto come modello l’e-sempio di Don Bosco, che con il suometodo preventivo ha sviluppatoun’educazione inclusiva e non“selettiva ed elitaria”, come appareoggi l’educazione nelle scuole catto-liche che, per necessità economiche,hanno cambiato stile e destinatariaccogliendo quelli che hanno ilepossibilità di pagare la scuola o l’u-niversità migliore.Adesso senza i necessari aiuti daparte dello Stato, non potendo conta-re sull’aiuto esclusivo delle famiglie,molte scuole cattoliche rischiano didover chiudere e ridurre quel servi-zio pubblico e di attenzione alle scel-te educative dei genitori.Basterebbe mettere in atto la propo-sta del “costo standard di sostenibili-tà” per venire incontro alle nuoveemergenze della scuola statale e non

statale.Si registra che oggi “Il patto educati-vo è stato rotto per il fenomeno del-l’esclusione” dovuta a fattori econo-mici, e quelli che hanno più soldi perpagare la scuola o l’universitàmigliore - ha detto il Pontefice - nonnecessariamente risultano essere imigliori. L’inclusione consiste nel-l’insegnare “concetti, abitudini evalori” e non nel selezionare dei“super-uomini” solo sotto l’egida deisoldi, che “rovinano la vera umani-tà”.Rispondendo a braccio ad alcunedomande, il Pontefice ha affrontatodiversi temi, uniti da un filo rossoall’insegna dell’inclusione e dellatrascendenza.“Non si può parlare di educazione

cattolica senza parlare di umanità,perché precisamente l’identità catto-lica è Dio che si è fatto uomo”.Il Santo Padre ha affermato che“Educare cristianamente è portare

avanti i giovani, i bambini nei valori

umani in tutta la realtà e una di

quelle realtà è la trascendenza”.Accompagnare la crescita dell’alun-no a scuola, comunità educante, aiu-tarlo ad aprire gli occhi al vero che èimplicito nelle discipline scolasti-che, è il compito dei professionistidell’educazione i quali si adoperanoper aiutare gli alunni ad aprire losguardo verso la dimensione del-l’Assoluto e dei valori, così da poterdare risposta ai tanti perché che altri-menti rimarrebbero senza risposta.

Papa Bergoglio ha rilevato due ele-menti di crisi della scuola: unoriguarda la constatazione che “il pat-to educativo tra la famiglia e la scuo-la si è rotto”, e alladomanda “mio figlio

come va?” a volte lascuola si limita a darerisposte soltanto sul ren-dimento scolastico, tra-scurando il percorso for-mativo e di crescitaumana e sociale; l’altra“rottura” si riferisce alpatto educativo che loStato non rispetta, nonvalorizzando il serviziosociale della scuola ed illavoro dei docenti edu-catori che sono “tra glioperai più malpagati ”,segno evidente di disat-tenzione verso una professionesocialmente importante e significati-va.Il Papa ha citato l’esempio di DonBosco, il quale ha cercato “un’edu-

cazione di emergenza” per far frontea una società intrisa d’ideologiemassoniche.“Bisogna rischiare sull’educazione

informale - ha detto Papa Francesco- perché l’educazione formale si èimpoverita” inghiottita dal positivi-smo, intriso di un “tecnicismo intel-lettualista” ed un “neopositivismo”,che predilige il valore delle coseimmanenti, eliminando la dimensio-ne della trascendenza, che apre gli

orizzonti dell’educazione.Di qui la necessità ad aprire “nuoviorizzonti” e a costruire “nuovimodelli” per realizzare una didattica

efficace ed efficiente. “Un educatoreche non sa rischiare non serve pereducare”, ha ribadito il Papa nel cor-so dell’udienza, sottolineando che“un vero educatore deve essere un‘maestro’ di rischio, rischiare ragio-nevolmente ma rischiare”.Il Pontefice ha indicato tre momentiattraverso i quali deve passare l’edu-cazione, quello “della testa”, quello“del cuore” e quello “delle mani”.Tre linguaggi che debbono essere “inarmonia” nella misura in cui “ilbambino, il ragazzo pensi quello chesente e che fa, senta quello che pen-sa e che fa, e faccia quello che pensae sente”. Pensare, sentire e agire,

sono i verbi che danno concretezzaed efficacia all’azione didattica cheproduce veri apprendimenti attraver-so la modifica del comportamento

che si esprime attraversoil modo di pensare, disentire e di agire.La “tentazione” in untempo come questo èquella di”educare dentroi muri di una culturaselettiva, di una culturadi sicurezza, di un setto-re sociale benestante chenon può andare più”.Queste mura, espressio-ne di chiusura determi-nano il “fallimento piùgrande” della nostrasocietà umana. Educareumanamente significa,appunto, avere “orizzon-

ti aperti”. “Ogni sorta di chiusura,infatti, non serve, per l’educazione”.La sfida degli educatori è proprioquella di lavorare sulle ferite dell’u-manità, sull’esclusione, la dispersio-ne, la devianza.Papa Francesco ha individuato comenocciolo dell’impegno di un educa-tore il far crescere i giovani a lui affi-dati “in umanità, in intelligenza, invalori, in abitudini perché possanoandare avanti e portare agli altriesperienze che non conoscono”.“Saper guardare tutti e osservare

ciascuno” costituisce la regola d’orodel bravo educatore, capace di atti-vare una positiva relazione con laclasse e con il singolo alunno e quin-di “lasciare un segno-insegnare” perla vita.La stampa e le organizzazioni sinda-cali hanno dato ampia eco alle paro-le del Papa, che ha denunciato comegli insegnanti sono tra le categoriepiù malpagate e, le sue parole risuo-nano come difesa del lavoro, delladignità e del compito degli insegnan-ti, i quali da sei anni sono senza con-tratto. L’appello del Papa è statorecepito da alcuni come richiesta diattenzione per le scuole paritarie, edin coincidenza è pervenuta la notiziadell’assegnazione di fondi per lescuole paritarie, considerata da alcu-ni “un ottimo segnale” e da altri “unoschiaffo morale”.La sottolineatura della categoria deidocenti malpagati, Papa Francescol’ha manifestata già lo scorso 10maggio in occasione dell’udienzariservata ai docenti dell’UCIIM, cheoperano nelle scuole statali, e quindinon ha alcun legame diretto con lascuola cattolica, come qualcuno siostina ad obiettare.Anche la recente immissione in mas-sa di docenti precari lascia perplessisulla tenuta del posto di lavoro e sul-la qualità migliorativa del servizioscolastico.Lo Stato appare così come “il peg-gior datore di lavoro”, e questa con-dizione riguarda non solo gli inse-gnanti, ma tutto il personale dellascuola e questo fenomeno è diffusoin diversi Paesi del mondo.

GiAd

Oltre il muro di una cultura selettivaScuola: educatori mal pagati

“Considero questacelebrazione un

momento significativo e preziosodella mia vita, mentre mi congedodal servizio episcopale a questaamata porzione del popolo di Dioche è in Palermo, faccio memoriadella fedeltà del Signore alle suepromesse, e riconosco, insieme a voitutti, la sua azione che si è incarnatanella mia povertà, la costruzione delRegno che si è servita anche di me.Ad accompagnarmi in questo parti-colare momento, questa sera, sietetutti voi, verso i quali esprimo, nelSignore, particolare gratitudine”.Lo ha detto nel corso dell’Omeliadella celebrazione Eucaristica dicongedo dall’Arcidiocesi di Paler-mo, il cardinale Paolo Romeo, ilquale ha poi proseguito: “Amatissi-ma Chiesa di Palermo, a cui lo stes-so Successore di Pietro mi ha volutosposare: ho avvertito in questi anni ilvostro calore e il vostro abbraccio!Ho avvertito e continuo ad avvertirela vostra preghiera e il vostro soste-gno fiducioso! Sì, carissimi! Questasera percepisco ancora una volta tut-ta la bellezza della nostra Chiesa, eper questo ringrazio il Signore: que-sta nostra celebrazione ci trova tuttiuniti – pastore e gregge – per ringra-ziarlo del cammino che insieme ci ha

fatto percorrere, e per implorare dalui l’abbondanza della sua miseri-cordia su quanto ancora questo ama-tissimo popolo potrà e dovrà com-piere insieme al suo nuovo Servo ePastore, Mons. Corrado Lorefice cuiva il nostro pensiero orante”.È stato un saluto carico di emozionequello del card. Paolo Romeo chenel corso di una solenne celebrazio-ne Eucaristica alla quale hanno par-tecipato numerosi presbiteri, diaco-ni, seminaristi, diverse autorità isti-tuzionali e militari e il popolo santodi Dio, si è congedato dopo quasi 9anni di ministero pastorale dall’Ar-cidiocesi di Palermo.“Anche in questo significativo pas-saggio che la nostraChiesa sta per vive-re, è necessario cre-dere sempre più –carissimi fratelli esorelle – che è l’uni-co Spirito Santo checi anima tutti in uncammino comuneper l’edificazionedel Regno di Dio inmezzo agli uomini.Il Signore non smet-te di desiderare che,per la missione che èpropria a ciascuno,

tutti ci sentiamo parte di un meravi-glioso disegno di salvezza che contasulla nostre povere forze. Lo ringra-ziamo per averne suscitate tante inquesti anni! E gli chiediamo di con-tinuare ad essere generoso con que-sta Chiesa”.Prima di concludere ha invitato allaconversione e ad un maggiore sensoecclesiale, ad una unione più concre-ta, che si evidenzi nella partecipazio-ne attiva e propositiva alla vita dio-cesana. “Un senso ecclesiale che simanifesti nel ricercare una pastoraleche sia la più possibile unitaria - haproseguito - seppur nell’articolazio-ne dei ministeri diversi a noi affidati,entro una pastorale sinfonica, una

vera e propria pastorale d’integrazio-ne. Perché è da questo desiderio nelcuore di ognuno che dovrà partire ilvostro nuovo Pastore, Mons. Corra-do. Non esistono ricette preconfezio-nate o magie pastorali che, come perincantesimo, risolvano problemiantichi e nuovi. Niente può cambiarese manca questo desiderio comunedi essere Chiesa e di esserlo sempremeglio”.Il Vescovo ausiliare mons. CarmeloCuttitta, a nome dell’assemblea haringraziato il suo pastore di quantorealizzato per la carità sia palese-mente, sia nel nascondimento ed hapoi regalato un pc così come è statofatto con i suoi predecessori il card.

Salvatore Pappalardo e Sal-vatore De Giorgi.Al termine della celebrazio-ne Eucaristica è statoproiettato un video, conimmagini inedite e signifi-cative, realizzato dall’Uffi-cio per le Comunicazionisociali con cui sono statiripercorsi i 9 anni del mini-stero pastorale del card.Romeo a Palermo.Guarda il video https://you-tu.be /nTXX7U9f_8M

Pino Grasso

Il card. Paolo Romeo si congeda dall’Arcidiocesi di Palermo

Senso ecclesiale e unità nell’azione pastorale

Prospettive - 29 novembre 20154

PRIMOPIANO

In vista della 21ª Confe-

renza internazionale sui

cambiamenti climatici, che avrà luo-

go a Parigi dal 30 novembre all’11

dicembre, il Movimento mondiale

cattolico per il clima

(Gccm), organismo, fon-

dato nel gennaio 2015,

che raduna 230 organiz-

zazioni cattoliche con

l’obiettivo di rispondere

all’imperativo morale

suscitato dal cambiamen-

to climatico, ha proposto

di considerare il mese di

novembre come il “mese

del clima” dedicato

appunto al clima e alla

tutela del Creato.

Con l’indizione del

“Mese del clima” le orga-

nizzazioni appartenenti al

Movimento sollecitano

l’approvazione di un accordo sul cli-

ma che sia equo, giuridicamente vin-

colante e generatore di un vero cam-

biamento. Dalla Conferenza di Pari-

gi “ci aspettiamo e chiediamo azioni

appropriate – si legge in un comuni-

cato del Gccm – Uniti in preghiera

con i cattolici di tutto il mondo, insi-

stiamo affinché la Cop21 stabilisca

politiche climatiche che incoraggino

uno stile di vita radi-

cato nella solidarietà,

nella carità e nella

giustizia, secondo i

limiti naturali della

nostra terra, “casa

comune”, e in base al

riconoscimento della

necessità di protegge-

re le risorse essenzia-

li per la vita”.

Durante il “Mese del

clima”, sono state

programmate tre ini-

ziative: una petizione

cattolica sul clima,

siglata già da 200mila

persone, e che mira

all’adozione di politiche internazio-

nali per impedire l’innalzamento del

riscaldamento globale. Il documento

sarà consegnato alle autorità france-

si, che presiederanno la Cop21, ed ai

rappresentanti delle Nazioni Unite,

nell’ambito di un evento interconfes-

sionale che si terrà a Parigi il 28

novembre.

La seconda iniziativa è la “Marcia

per il clima”, in programma nella

capitale francese il 29 novembre:

“Questo straordinario evento globale

– spiega il Gccm – offrirà alle perso-

ne la possibilità di dare voce ai pove-

ri ed al pianeta”. Per i cattolici, inol-

tre, esso “sarà un’occasione per

incoraggiare tutti gli uomini e le

donne di buona volontà a costruire

buoni rapporti con Dio, con gli altri

e con il Creato”. La terza iniziativa,

invece, ha un carattere più “social”:

si tratta, infatti, di una catena ininter-

rotta di preghiera che si potrà segui-

re su Twitter tramite l’hashtag

#Pray4Cop21.

Come ha detto Papa Francesco, che

il cambiamento climatico è un tema

morale e per questo occorre solleci-

tare tutte le persone a creare legami

tra loro, con il Creato e con Dio. In

questo momento vitale della storia

umana è necessario che ciascuno

rifletta sul proprio stile di vita.

L’argentino Tomás Insua, coinvolto

nel super tifone Haiyan del 2013,

che provocò la morte di 15.000 per-

sone, ora coordinatore di Gccm,

anche alla luce della recente encicli-

ca di Papa Francesco “Laudato si’”

afferma con forza che “la fede catto-

lica è la base per il lavoro di prote-

zione di tutte le persone e di tutte le

vite”.

Il condottiero

Tutelare il Creato

Novembre il “Mese del Clima”: Iniziativa del Movimento mondiale cattolico per il clima

Nel centenario della

morte, avvenuta a

Catania all’età di 76 anni il 29

novembre 1915, ricordiamo Luigi

Capuana, romanziere, novelliere,

giornalista, drammaturgo, caposcuo-

la del Verismo, autore del capolavoro

narrativo “Il marchese di Roccaver-

dina” e di romanzi, novelle, poesie,

commedie anche in lingua siciliana,

fiabe, racconti per fanciulli. Insupe-

rato critico letterario, è stato uno dei

protagonisti della vita intellettuale

catanese fra Ottocento e Novecento,

con Rapisardi, Verga, De Roberto.

Nato a Mineo il 28 maggio 1839 in

una famiglia patriarcale, primogenito

di 7 femmine e di 2 maschi di Gaeta-

no e Dorotea Ragusa, trascorse l’in-

fanzia tra il paese e la campagna, sot-

to la guida anche delle zie Marianna

e Mimì. Luigino ebbe una precoce

inclinazione verso la poesia dialetta-

le ma la scuola comunale, curata dai

Gesuiti, non attrasse i suoi interessi.

Svagato, non si piegava davanti alle

punizioni corporali. Grazie alla lim-

pida voce di bambino, recitava poe-

sie nelle feste. Nelle sacre rappresen-

tazioni impersonava Gesù Bambino

ed anche la Madonna. Ragazzino, la

mattina di Pasqua 1849, era rimasto

impressionato nel sentire pronuncia-

re il nome di Satriano, il temuto

generale borbonico Carlo Filangieri.

Capuana frequentò il Collegio

Capizzi e si distinse per la voglia di

scrivere, tanto da pubblicare un gior-

naletto scolastico e comporre un

sonetto, in onore dell’Immacolata,

che i professori fecero pubblicare

dall’editore Galatola. Pubblicò altre

poesie dedicate alla Madonna, tra cui

una “Melodia” in 12 ottave ispirata

agli “Inni Sacri” di Manzoni. A 16

anni lasciò il collegio e continuò a

studiare solo ciò che gli piaceva.

Ventenne, scrisse il poema dramma-

tico “Garibaldi: leggenda in tre can-

ti” in cui il biondo condottiero, rite-

nuto dal popolino “fratello di S.

Rosalia”, viene considerato figlio

dell’angelo Elim e di una giovinetta

siciliana. Luigi in quel “peccato gio-

vanile”, nell’indicare la sovrapposi-

zione tra Gesù e Garibaldi, sottolineò

la visione divinizzata dell’eroe senza

macchia e senza paura. Nel maggio

dell’anno prima, Capuana tramava

per preparare la spedizione dei Mille

come segretario del comitato clande-

stino insurrezionale. Nel 1857, uni-

versitario di Giurisprudenza molto

attratto da poesia e letteratura, aveva

partecipato al concorso dell’Accade-

mia Dafnica di Acireale, con il com-

mento dei versi 82-93 del IV Canto

dell’Inferno. Ciò conferma la grande

ammirazione di Capuana per Dante

alle cui fonti il suo spirito attingeva

con “lunghi ed ininterrotti sorsi”. A

Lionardo Vigo, Luigi giocò una bef-

fa: gli gabellò come originali, da lui

raccolti sulla bocca dei contadini,

alcuni famosi componimenti poetici

(tra i quali la canzone dantesca

<Donne ch’avete intelletto d’amo-

re>), da lui stesso tradotti in sicilia-

no! Nella Biblioteca Zelantea, si

custodiscono tante opere del Capua-

na, compresi diversi inediti che

dimostrano la dimestichezza del

diciottenne con i classici latini e i

grandi poeti, tra cui Foscolo il suo

“idolo letterario giovanile”.

Animato da irresistibile vigore crea-

tivo, interrotti gli studi, si trasferì a

Firenze dove divenne amico del poe-

ta e patriota giarrese, Giuseppe

Macherione, e conobbe scrittori

come Gino Capponi e Aleardo

Aleardi. Nella “Firenze, mia secon-

da patria, ch’io amo con tutto l’affet-

to della madre vera”, per 5 anni, Lui-

gi primeggiò come critico drammati-

co teatrale. Afferma il giurista Cri-

stoforo Cosentini che “i giudizi

imparziali e sereni, guidati da un’i-

stintiva propensione a valutare quan-

to nell’artista è verità e vita, gli val-

sero anche la stima di coloro i cui

scritti venivano via via offrendo il

fianco ai suoi temuti rilievi”. La

conoscenza di Flaubert e Balzac lo

spinsero a porre molta attenzione

alla narrativa. Nel 1869, Capuana,

morto il padre, fu costretto a cercare

un lavoro più redditizio: l’editoria,

l’incisione, la ceramica, ecc. Succes-

sivamente, sollecitato dal Verga,

avvertì l’esigenza di dimorare a

Milano dove collaborò a “Il Corriere

della Sera”, ossessionato da indebi-

tamenti. Il poeta affidò ad Angelo

Musco la novella “Il Paraninfo” che

suscitò un trionfale successo. Nel

1879 pubblicò il romanzo “Giacin-

ta”, considerato il “manifesto del

Verismo italiano”.

Alla fine del 1880 ritornò a Mineo,

ma due anni dopo si trasferì a Roma,

dove fu incaricato di Letterature

straniere comparate presso il Magi-

stero ed ebbe la direzione del setti-

manale “Il Fanfulla della Domenica”

e conobbe Emile Zola e Pirandello.

Capuana studiò da autodidatta

deplorando l’educazione letteraria

impartita nelle scuole. Da Francesco

De Sanctis, come

asserisce Benedetto

Croce, potenziò il

metodo di accostar-

si alle opere d’arte

“sgombrando pre-

concetti e regole

fisse e procurando

di analizzare le

schiette ed imme-

diate impressioni

che quelle suscita-

no”. Nel 1894

Capuana pubblicò

il volume “Paesa-

ne”, una raccolta di

novelle divertenti

che cercano sempre

di evidenziare l’a-

spetto comico. Per

7 anni fu sindaco di

Mineo e consiglie-

re provinciale. Gli

impegni ammini-

strativi non gli per-

misero di studiare ma non gli impe-

dirono di accettare dalla Corte di

Assise di Nicosia la nomina di giura-

to. Nel 1870 fu nominato ispettore

scolastico e si dimostrò un vero edu-

catore in quanto ammise le bambine

a frequentare le scuole pubbliche,

istituì dei premi per evitare la disper-

sione scolastica ed incoraggiare i

meritevoli e produsse eccellenti ope-

re di letteratura per l’infanzia. Nel

1902 dal ministro Nunzio Nasi, su

sollecitazione di Giuseppe De Feli-

ce, ebbe l’incarico di succedere al

Rapisardi nell’insegnamento di Les-

sicografia e Stilistica nella Facoltà di

Lettere, di cui fu anche preside, del-

l’Università di Catania.

Era costretto dall’urgenza angoscio-

sa di denaro a lavorare instancabil-

mente, ad improvvisare, a dilatare la

produzione letteraria, a mantenere

l’insegnamento universitario, a far

richiedere da De Felice la permanen-

za oltre i limiti d’età. La proroga non

gli fu concessa e morì senza aver

ancora ricevuto la pensione. La pro-

duzione di fiabe, scritte in una prosa

semplificata al massimo e ricche di

cadenze, ritornelli e cantilene, rima-

ne molto probabilmente l’opera più

felice in cui mette a disposizione

dell’immaginazione e della fantasia

il suo ricco bagaglio culturale, la

conoscenza della psicologia e della

sapienza del popolo, la raffinatezza

della lingua, il suo inimitabile stile

che ben si adatta alla psicologia dei

fanciulli.

Amico di Verga, al cui giudizio sot-

toponeva i manoscritti, e di De

Roberto, soleva affidare ad un altro

amico, Ciccio Ferlito, l’intitolazione

delle opere. Nonostante il divario di

anni, fu amico di altri artisti ed intel-

lettuali catanesi, come Giuseppe Vil-

laroel, Giuseppe Perrotta. Verga nel

1882 aveva scritto a Capuana una

lettera d’ammirazione. La stima fu

reciproca, in quanto Capuana vedeva

in Verga il più grande rappresentante

del naturalismo italiano e non dubitò

mai del valore artistico de “I Mala-

voglia”. Persino Croce ammise il

valore della critica capuaniana nella

cultura italiana. I comuni interessi

per la poesia popolare favorirono

l’amicizia con lo studioso di folklore

e di tradizioni popolari Giuseppe

Pitrè, anch’egli coinvolto nell’im-

presa garibaldina e con il quale

auspicava promuovere una sorta di

“telegrafo spirituale”. Come testa-

mento spirituale ci rimane ciò che

aveva scritto nel romanzo “L’ombra

della gloria”: <Ho vissuto per l’arte,

non ho amato che l’arte, credo di

averla onestamente servita. Non

chiedo le prebende dei grandi gene-

rali, ma un po’ dell’onore che spetta

ai soldati che hanno combattuto sul

campo sino all’ultima pallottola, che

tronca loro su le labbra l’ultimo gri-

do, l’ultimo canto>.

A.B.

Una vita al servizio dell’arte

Luigi Capuana, centenario della morte 29 novembre 1915

Mezzo busto collocato nel Giardino Bellini

È possibile consultare l’archivio completo dei numeri precedenti di Prospettiveinerenti all’intero anno 2012, 2013, 2014 e parte del 2015 direttamente sul sitodel settimanale diocesano ww.prospettiveonline.it. Mentre l’acquisto di copie inarchivio avviene solo nella sede del periodico. Inoltre l’abbonamento può effettuarsi anche online.

Archivio ProspettiveAvviso ai lettori

“In ogni diocesi siano

promossi, valorizzati

e sostenuti consultori familiari pro-

fessionalmente validi e di sicura ispi-

razione cattolica”. Questa afferma-

zione del Direttorio di Pastorale

Familiare al n. 250 è stata considera-

ta fondamentale dal responsabile

diocesano, don Salvatore Bucolo,

per la realizzazione di una effettiva

collaborazione tra i Consultori di

ispirazione cristiana della nostra dio-

cesi e l’Ufficio di Pastorale Familia-

re. A ragione di ciò, Venerdì 13

Novembre, presso il salone della

Parrocchia S. Maria della Consola-

zione a Catania, dove ha sede il Con-

sultorio C.I.F., si è tenuto un incon-

tro tra i responsabili della pastorale

familiare, il dott. Gino Passarello e

Simona Di Giovanni, ed i referenti

dei sette Consultori di ispirazione

cristiana presenti nel nostro territo-

rio: il “C.I.F”, “Vita Nova” e “Fossa

Creta” di Catania, “Il Cammino” di

Paternò, “Etna Sud” di Belpasso,

“Sacra Famiglia” di Adrano e

“Agnese Lo Certo” di Misterbianco.

Don Salvatore Bucolo, prima di que-

sto incontro, ha voluto conoscere

personalmente la realtà di ciascun

Consultorio così da poter prendere

consapevolezza del prezioso servizio

che essi svolgono all’interno della

nostra Diocesi. “Molte famiglie pos-

sono trovare nei vostri Consultori un

aiuto fondamentale per le loro pro-

blematiche”, ha affermato p. Bucolo

“e, inoltre, penso che i Consultori,

oltre il servizio di aiuto e di soste-

gno, hanno un ruolo fondamentale di

promozione sia della dignità dell’uo-

mo, sia del bene insostituibile della

Famiglia”. Durante l’incontro è stato

chiesto agli operatori dei Consultori

di compilare una scheda sulla quale

descrivere i servizi che essi offrono

al fine di realizzare una piattaforma

mediatica attraverso il sito dell’Uffi-

cio Diocesano di Pastorale Familia-

re. Questo ha dato l’avvio ad un

lavoro di rete e di collaborazione tra

queste due realtà ecclesiali che

potranno confrontarsi, aiutarsi e ope-

rare per il bene della nostra società.

Barbara Crupi

Prospettive - 29 novembre 2015 5

PRIMOPIANO

5555

Insieme in cammino per il Bene

Èstata presenta-

ta alla stampa

nei locali della Biblioteca

comunale di Tremestieri

Etneo la 19ª Giornata

Nazionale della Colletta

Alimentare che si terrà, in

tutto il territorio nazionale,

sabato 28 novembre 2015.

Insieme al sindaco di Tre-

mestieri Etneo, Santi

Rando, che ha messo a dis-

posizione gratuitamente i

locali della Biblioteca

Comunale di Canalicchio,

erano presenti Domenico

Messina, direttore del

Banco Alimentare della

Sicilia onlus, Filippo

Immè, presidente dell’as-

sociazione Accoglienza e Solida-

rietà e la signora Pina Indiogene

dell’Associazione Cappuccini di

Catania.

La Fondazione Banco Alimentare

dà aiuto a più di un milione e

mezzo di persone bisognose in Ita-

lia - di cui 135.000 sono bambini

fino a 5 anni di età - tramite le

8.100 strutture caritative convenzio-

nate in tutta Italia. In Sicilia è il

Banco Alimentare della Sicilia

onlus a spendersi per chi è seria-

mente in difficoltà nel procurarsi il

cibo per sé e per la sua famiglia e

sono 168.143 le persone che ven-

gono assistite nelle sette province

(Agrigento, Caltanissetta, Cata-

nia, Enna, Messina, Siracusa e

Ragusa). Di questi 15.939 bambini

sotto i 5 anni, 125.607 persone tra

i 5 e i 65 anni, 26.597 gli over 65

secondo una classificazione che

segue soprattutto il ciclo della den-

tizione.

“Guardano i dati Istat sono felice di

constatare - commenta Domenico

Messina - che, per la prima volta in

questi ultimi due anni, la situazione

non è peggiorata, anche se questo

non ci lascia tranquilli nella lotta

quotidiana a favore dei più bisogno-

si. Quest’anno in forza dell’appello

che ci ha fatto il Papa vorrei sottoli-

neare non soltanto i numeri ma

l’importanza della persona umana.

Ecco perché la 19ª Colletta Alimen-

tare quest’anno mette in primo pia-

no la persona: è l’azione di ognuno

di noi che può fare la differenza

realizzando quel piccolo miraco-

lo, auspicato anche da Papa Fran-

cesco”.

“La Giornata Nazionale della Col-

letta Alimentare è il momento più

importante dell’anno per il Banco -

prosegue Messina - sia perché ci

consente di aiutare chi ha bisogno

sia perché rappresenta il raggiungi-

mento di un appagamento e di una

felicità non replicabili. Per renderse-

ne conto basta guardare i visi dei

volontari con la pettorina gialla, che

stanno nei supermercati, o quelli di

chi scarica gli scatoloni, che arrivano

nel magazzino anche grazie alla col-

laborazione dell’Esercito”.

Cosa donare il giorno della Collet-

ta Alimentare: alimenti per l’in-

fanzia, riso, olio d’oliva, legumi,

sughi e pelati, tonno e biscotti.

Nelle sette province siciliane che

dipendono dal Banco Alimentare

della Sicilia sono 741 i supermerca-

ti che hanno aderito e 8.180 i volon-

tari (di questi 235 supermercati e

3.000 volontari solo nella provincia

di Catania) con la pettorina gialla

che inviteranno a donare.

®

19ª Giornata Nazionaledella Colletta AlimentareSabato 28 Novembre 2015

Nel pomeriggio di saba-

to 25 ottobre 1975, nel

lato sud di piazza Giovanni Verga

gremita di folla, dopo tanti e lunghi

anni di laboriosi progetti e di incre-

sciosi ed incredibili episodi di ricor-

si, contestazioni, riesami anche di

carattere giudiziario legati ad un

contestato concorso pubblico indetto

nel 1956 dalla Regione, cessata la

pioggia insistente di quel giorno

autunnale, ebbe luogo la solenne

inaugurazione ufficiale della monu-

mentale e stilizzata fontana dei

Malavoglia, opera bronzea, fusa

dopo tante remore burocratiche a

Napoli nella fonderia di Elio Chi-

vrazzi e di circa 7 tonnellate, dello

scultore, pittore e fotografo autodi-

datta Carmelo Mendola.

L’artista catanese ideò un’originale

scenografia, tratta dal 10° capitolo

del popolare romanzo verista ver-

ghiano: il naufragio della “Provvi-

denza”, la barca di padron ‘Ntoni

raffigurata durante l’imperversare

della tempesta, con a bordo l’omoni-

mo nipote col fratello Alessi, ancora

ragazzo, tutte e tre in atto di essere

vinti dal fragore della burrasca ma

sempre pronti a risorgere e continua-

re a lottare, nobilitati dalla fatica e

dalla sofferenza.

La prua della malandata e fatiscente

imbarcazione carica di lupini è rap-

presentata con prepotente forza figu-

rativa mentre emerge di sbieco dai

flutti. Il gruppo scultoreo, formato

da 4 pezzi, 3 metri di altezza, 9 di

lunghezza e 5 di larghezza, al

momento dello svelamento si pre-

sentava in tutto il suo splendore e in

tutta la sua suggestiva e armonica

drammaticità: “Il mare era del color

della sciara, sebbene il sole non fos-

se ancora tramontato, e di tratto in

tratto bolliva tutt’intorno come una

pentola...Si udiva il vento sibilare

nella vela della Provvidenza e la

fune che suonava come una corda di

chitarra. All’improvviso il vento si

mise a fischiare al pari della macchi-

na della ferrovia, quando esce dal

buco del monte, sopra Trezza, e arri-

vò un’ondata che non si era vista da

dove fosse venuta, la quale fece

scricchiolare la Provvidenza come

un sacco di noci e la buttò in aria... I

Malavoglia si tenevano tutti da un

lato, afferrati alla sponda...S’udì uno

schianto: la Provvidenza, che prima

si era curvata su di un fianco, si rive-

lò come una molla...La notte era così

nera che non si vedeva da un capo

all’altro della Provvidenza...la stan-

ga del timone urtava di qua e di là,

mentre la barca saltava in aria e si

inabissava”.

Mendola, nato il 9 marzo 1895, dopo

il diploma di ragioniere aveva inco-

minciato a fare il commerciante di

legname; a 40 anni iniziò a scolpire

in marmo: l’opera prima, una danza-

trice, Paolo e Francesca, i busti di

Angelo Musco e di Giuseppe De

Felice, la Nike di Naxos e un gran

numero di ritratti anche in cera e

bronzo. Veniva snobbato dai “profes-

sionisti” che gli davano del “dilettan-

te”. Dopo aver venduto il suo enor-

me negozio di legnami, nella sua

casa-museo di via Ingegnere espose

molte delle sue opere e soprattutto,

in scala ridotta, il suo capolavoro

verghiano con gli effetti d’acqua e di

luci.

L’on. Domenico Magrì, per la secon-

da volta sindaco di Catania, che ave-

va posto fine

alla lunga attesa

del completa-

mento e della

s i s t emaz ione

dell’opera -alla

presenza del

presidente della

Regione Angelo

Bonfiglio e di

numerose auto-

rità sistemate su

un palco dove,

però, non volle

salire lo sculto-

re molto emo-

zionato che preferì mescolarsi con la

folla- espresse gratitudine ed ammi-

razione al concittadino Mendola che

concepì “questo monumento nella

piena maturità della singolare sua

vocazione artistica, realizzato con

meraviglioso vigore nella sua indo-

mita vecchiezza... La fontana, nel-

l’umile tragedia dei Malavoglia,

ritrova ed esprime l’accento più pro-

prio e più forte del mondo poetico

verghiano, quella accettazione virile,

austera e triste della vita sofferta nel-

le sue amarezze, nelle vanità delle

sue rivolte, nella ingannevole sedu-

zione dei suoi sogni, ma pur sorretta

dai valori semplici e saldi: la fedeltà

al focolare, il lavoro come senso e

legge di vita, l’amore, l’onore, il

gusto dolce-amaro del sacrificio”.

L’artista sarebbe morto per emorra-

gia da ictus cerebrale pochi mesi

dopo la “nascita “ della sua più bella

e travagliata creatura, che aveva visi-

tato, come ogni sera e per l’ultima

volta, per la festa di Sant’Agata del

1976. Sopravvisse solo quattro gior-

ni: era il 9 febbraio 1976.

Antonino Blandini

I valori semplici e saldi aiutano

della Famiglia

Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia: Chiesa e Consultori

40 anni fa inaugurazione Fontana dei Malavoglia -120° anniversario della nascita Carmelo Mendola

a sostenere una vita di sofferenze

Prospettive - 29 novembre 201566666

Catania, 23 novembre

2015 –Dalla terra alla

tavola, passando per la vendita. Altro fon-

damentale step del progetto Natura Divi-

na: si chiude la filiera con la firma del-

l’accordo con il mercato agroalimentare

di Catania, per la vendita dei prodotti.

All’Arcivescovado di Catania l’ammini-

stratore unico Bios, Riccardo Tomasello,

e il presidente del mercato agroalimenta-

re di Catania, Emanuele Zappia, hanno

siglato l’accordo per la commercializza-

zione dei prodotti di Natura Divina al

mercato catanese. Un momento impor-

tante, anzi fondamentale per Natura

Divina, a cui ha partecipato anche l’Ar-

civescovo di Catania, Mons. Salvatore

Gristina. I terreni in cui sono stati coltivati

i prodotti di Natura Divina, infatti, sono

stati affidati dalla chiesa catanese per

creare occupazione e valorizzare i pro-

dotti della nostra terra. Dopo aver ripri-

stinato il terreno, seminato e raccolto i

carciofi prodotti, mancava solo l’ultimo

step per portare nelle tavole dei siciliani la

produzione di Natura Divina. «Chiudere

la filiera – spiega Riccardo Tomasello,

amministratore unico Bios - è basilare per

il prosieguo e il sostentamento dell’atti-

vità di NaturaDivina. Ringrazio di cuore

il presidente Zappia e il Mercato che ha

sposato quest’iniziativa. Si crea una col-

laborazione che sarà foriera di successi

futuri». Soddisfatto dell’accordo anche il

presidente del Maas di Catania, Ema-

nuele Zappia:«Noi sposiamo quest’ini-

ziativa perché completiamo la filiera, non

basta solo la produzione, ma anche l’aiu-

to commerciale. Per questo il Maas spo-

sa questo progetto per aiutare la com-

mercializzazione di questi prodotti. «L’I-

stituto Diocesano Sostentamento del

Clero – dichiara il presidente Diego

Pistorio - ha dato piena fiducia sin dall’i-

nizio alla Bios, adesso si stanno racco-

gliendo i frutti. La Bios ci crede e ci cre-

diamo anche noi».

®

Prospettive - 29 novembre 2015 77

È tempo di raccogliere i frutti

Nella foto Mons. Salvatore Gristina, Riccardo Tomasello, Emanule Zappia

Accoglienza, ascolto e

presa in carico. Questi i

temi che hanno caratterizzato la secon-

da edizione annuale del corso di for-

mazione per volontari della Caritas

Diocesana di Catania che si è svolto al

Museo Diocesano: tre le giornate for-

mative dedicate, più di 100 gli ‘aspi-

ranti’ volontari. Ogni incontro è stato

introdotto da una riflessione sulla Paro-

la di Dio a cura del Direttore della Cari-

tas, don Piero Galvano. Nel primo

appuntamento, è stato proclamato il

brano del Vangelo: “Gesù, il fariseo e lapeccatrice” (Lc 7, 36-50) seguito da

una meditazione sul valore dell’acco-

glienza cristiana in Caritas. Don Piero

ha messo in guardia i partecipanti dal

giudicare il nostro prossimo dall’appa-

renza: “Anche in parrocchia spessogiudichiamo da come siamo vestiti,dall’apparenza, ci comportiamo comefossimo dei farisei”. Cosi anche all’-Help Center – ha proseguito il diretto-

re – non è facile accogliere i fratelli chehanno dei grossi problemi, personeche dormono in strada, persone senzalavoro, bisogna guardarli negli occhi,immedesimarsi nei loro problemi, èquesto non è mai facile”. Poi la racco-

mandazione finale: “Ricordiamo chesvolgere volontariato non è solo distri-buire la colazione, la cena, distribuirequalche vestito, ma c’è bisogno divedere in chi stiamo servendo il volto diGesù, per un’autentica carità cristia-na”. All’intervento di don Piero Gal-

vano è seguito quello della Dott.ssa

Paola Fecarotta, psicologa e psicote-

rapeuta che ha affrontato il tema de “Ilcontatto nell’accoglienza”, quale

esperienza fondamentale per superare

la paura del ‘diverso’ e la diffidenza ver-

so chi è straniero. Perché dietro ogni

povero, ogni migrante che bussa alla

porta della Caritas, c’è sempre un esse-

re umano con il suo carico di sofferen-

za e disperazione che merita di essere

accolto e ascoltato. “Quan-do ci accostiamo a qualcuno– ha affermato la psicotera-

peuta - che non conosciamo,non dobbiamo pensare subi-to che non saremo capiti maragionare in maniera taleda considerare che il contat-to con chi giudichiamo‘estraneo’ può essere, inve-ce, una ricchezza per noi.Cosi anche nell’esperienzacristiana di volontariato inCaritas”. Nella seconda giornata di for-

mazione, dopo la riflessione di Don

Piero Galvano, su “Marta e Maria”(Lc 10, 38-42), è stato trattato il tema

della “Dinamica di ascolto e relazionedi aiuto” a cura del diacono Gino Lici-

tra, responsabile del Centro di Ascolto

Diocesano e del Dott. Giuseppe Ter-

nullo, responsabile del servizio Micro-

credito in Caritas. Il Dott. Ternullo, ha

parlato dell’Ascolto: “È una preroga-tiva essenziale per la comprensione e larisoluzione di diverse problematiche eche si realizza nel colloquio attraversodei passaggi fondamentali: accoglien-za, analisi del problema, proposte,registrazione, verifica e saluto”. Step

necessari attraverso i quali è possibile

realizzare un progetto di rinascita e di

speranza verso coloro che si presentano

ogni giorno ai Centri di Ascolto e ai vari

servizi Caritas. Poi, il responsabile del

Microcredito ha tenuto a precisare qua-

li comportamenti tipici della frenesia

del nostro tempo devono essere abban-

donati nello svolgere il servizio di

Ascolto: “La fretta, il personalismo,l’alibi, la paura e l’autoreferenzialità”.Mentre il diacono Licitra, da 13 anni

responsabile del Centro di Ascolto

Diocesano, ha portato la sua esperienza

di responsabile di un Centro di Ascolto:

“Le persone che ogni giorno vengonoin Caritas non sono numeri da liquida-re in fretta, ogni famiglia che ho segui-to in questi anni, ha avuto bisognoinnanzitutto di essere ascoltata, capita,supportata nella speranza. Perchésedersi accanto a chi piange, a chi nonvede una via d’uscita ai problemi eco-nomici, tendere loro un abbraccio, è ilprimo passo per uscire dalla dispera-zione per poi cominciare un percorso diaiuto concreto”. Nell’ultima giornata

di formazione, oltre la consueta rifles-

sione del direttore della Caritas, su “Il

buon Samaritano” ( Lc 10, 25-37) si è

parlato della“Presa in carico nellaCaritas”, tematica esposta dalla

Dott.ssa Valentina Calì, responsabile

del Centro di Ascolto dell’Help Center

ed assistente sociale in Caritas. Per

presa in carico si intende un

processo in cui un operatore

sociale o un volontario, a

fronte di una domanda espres-

sa o inespressa, progetta uno o

più interventi rivolti a una per-

sona o a un nucleo di convi-

venza, stabilendo un rapporto

continuativo al fine di favorire

lo sviluppo, a più livelli, di

percorsi di vita volti all’auto-

nomia. All’intervento dell’as-

sistente sociale è seguito quel-

lo del Dott. Salvo Pappalardo,

responsabile delle attività in Caritas,

che ha presentato i servizi e le opere-

segno: l’Help Center (Mensa, Centro di

Ascolto, Unità di strada), i Gruppi

Appartamento per donne sole con figli

a carico e il servizio Microcredito e

Antiusura. I saluti finali sono stati affi-

dati al Direttore della Caritas che ha

ricordato le opere-segno di prossima

realizzazione: la rete di accoglienza

sanitaria, un centro di accoglienza per

padri separati, la mensa ‘Beato

Dusmet’ a Librino, il dormitorio ‘San-

t’Agata’ e il deposito San Marco. Men-

tre a breve verrà illustrato il progetto di

Caritas Italiana, ‘Rifugiato a casa mia’,

per le famiglie catanesi disposte ad

accogliere i migranti sull’invito di Papa

Francesco. I partecipanti al corso di for-

mazione, infine, saranno contatti per un

colloquio conoscitivo con il direttore e

l’assistente sociale Caritas al fine di

discernere il servizio più idoneo alla

proprie inclinazioni.

®

Più di 100 partecipanti al corso per volontari CaritasTre le giornate formative al Museo Diocesano dedicate ai temi del volontariato

Lunedì 30

•• Bronte: Visita pastorale.Martedì 1

•• Ore 9.30 Catania, Seminario:

prende parte al ritiro del Clero dio-

cesano predicato da S.E. Mons.

Russotto.

•• Ore 19.00 Catania, parrocchia

Maria Ausiliatrice e San Domeni-

co Savio: celebra la S. Messa e

presenta il nuovo parroco Don

Fabio Vassallo.

Mercoledì 2

•• Ore 9.00 Arcivescovado: udienze.

•• Ore 18.00 Adrano, parrocchia SS.

Filippo e Giacomo: celebra la S.

Messa.

Giovedì 3

•• Ore 9.30 Curia, Salone dell’Eco-

nomato: presiede la riunione del

Consiglio diocesano per gli Affari

Economici e del Collegio dei Con-

sultori.

•• Ore 18.30 S. Gregorio di Catania,

Chiesa Madre: celebra la S. Messa

e presenta il nuovo parroco Don

Ezio Coco.

Venerdì 4

•• Ore 10.00 Catania, Basilica Catte-

drale: celebra la S. Messa per le

Forze Armate.

•• Ore 17.30 Catania, Chiesa S. Bar-

bara: celebra la S. Messa.

Sabato 5

•• Ore 11.00 Paternò, parrocchia S.

Barbara: presiede il pontificale in

occasione della Festa di S. Barbara

•• Ore 17.00 Palermo, Cattedrale:

concelebra all’ordinazione del

nuovo arcivescovo di Palermo,

Mons. Corrado Lorefice.

Domenica 6

•• Ore 18.30 Bronte, parrocchia SS.

Trinità: Celebra la S. Messa per

l’apertura della Visita pastorale.

®

Dall’Agenda dell’Arcivescovo

Notizie in breve dal 30 novembre al 6 dicembre

Natura Divina, firmato l’accordo con il Maas per chiude la filiera

Dopo cinque anni tornaalla ribalta la band

siciliana “Metatrone ego sum via,veritas, vita”, gruppo hard rock cri-stiano fondato e diretto dal 1998 dalgiovane sacerdote don Davide Bru-no, parroco della parrocchia SantaBernardetta in Lineri e musicistametal-catholic e componente alletastiere, che, ancora seminarista inattesa di essere ordinato diacono, siesibì in diretta televisiva mondialeda Sidney in occasione della giorna-ta mondiale della gioventù che sitenne in Australia nel luglio del2008, a conferma che la musicaheary metal può essere collegata allafigura di Cristo con una particolaretensione sociale e missionaria. IMetratone cercano con la nuova artemusicale e la propria condotta di vita

di testimoniare Cristo.“Latest News FromLight” (Ultime notiziedalla luce) è il titolo delprimo singolo, cantato inlingua inglese, estrattodal nuovo ed imminentealbum del complessoMetatrone, “Euchari-smetal”, pubblicato neigiorni scorsi comevideoclip, la cui visioneè resa disponibile sulsito ufficiale, sul canaledi YouTube e sui mag-giori social networkslegati alla band catanese.La canzone e il video clip, sapiente-mente realizzato dal giovane registacatanese Antonio Ignoto, sulla sce-neggiatura scritta e diretta da padre

Davide Bruno, e dalla band, e chevede tra gli ospiti anche il simpaticoattore Gino Astorina, trattano iltema della parabola evangelica

lucana del “Padre misericordioso”ovvero di “Dio che esercita la giu-stizia di Padre e di madre per recu-perare sempre i figli del suo amo-

re”, nota popolarmente unavolta col nome del “Figliolprodigo” e resa attuale dal-l’odierno scenario di vita edall’imminente Anno Santodella Misericordia che ren-de ancor più pertinente ilsignificato della nuova can-zone dei Metratone. Moltidegli attori non protagonistisono giovanissimi e pro-vengono da diverse parroc-chie della diocesi di Cata-nia.Tra le frasi più emblemati-che del testo, oltre alla fra-se centrale della parabola,

spiccano le parole in inglese delritornello principale: “Sono prontoper restare, conosco le ultime noti-zie della luce...prometto di cambia-re, imparando le ultime notizie del-la luce...”. Lo sfondo di questa com-movente parabola di Gesù è rac-chiuso nel ritorno del figlio alpadre, il quale previene il passo delfiglio perduto che ritorna pentito echiede perdono, corre verso di luiabbracciandolo e baciandolo: è lapersonificazione della misericordiache Dio Padre ha verso tutti. Eccoche “Latest news from light” risuo-na in ogni persona che, nell’incon-tro col Signore, attraverso la pre-ghiera e l’ascolto della Parola, lapartecipazione ai sacramenti e allavita della Chiesa, riceve la spinta adimpegnarsi e a cambiare mentalità.Il brano musicale si presenta carat-terizzato da sonorità prettamentemetal e dalla maggiore presenzadella tecnica vocale propria deltastierista don Davide; l’alternarsicon la melodica e cristallina voce diJo Lombardo è diventato un mar-chio di fabbrica della band. Ora siattende l’uscita del nuovo album“Eucharismetal” per apprezzarecosa i Metratone -Jo Lombardo(voce), Dino Fiorenza (basso), Ste-fano “Ghigas” Calvagno (chiattara),Salvo “T:-Metal” Grasso (batteria),don Davide Bruno (tastiere egrowl)- hanno riservato a quantivorranno stupirsi ancora una voltadavanti a questa naturale fusione trafede cristiana cattolica e musicametal.

Memorex

“Ultime notizie dalla luce”

A breve uscirà l’ultimo album del complesso Metatrone, “Eucharismetal”

Prospettive - 29 novembre 20158

DIOCESI

8

La sera di sabato 7novembre, una grande

affluenza di oratoriani, soprattuttoragazzi e piccoli boy scout dellaparrocchia Immacolata Minoritelli,ha caratterizzato i festeggiamentidel 130° anniversario di fondazio-ne dell’Oratorio “San FilippoNeri” di via Teatro Greco, la primacasa salesiana della città chiamata“I Filippini” aperta in modo parti-colare ai minori dei quartieri limi-trofi Cappuccini, Angeli Custodi,San Cosimo, Fortino.La concelebrazione della s. messadi ringraziamento, animata dallacorale oratoriana, è stata presiedu-ta dal vicario ispettoriale, don Lil-lo Montanti, con altri 5 confratelli(don Giuseppe Troina, don PaoloCicala, don Luigi Calapaj, donVincenzo Andronaco, don Vincen-zo Lo Sardo) in rappresentanzadegli Istituti salesiani S. Francescodi Sales in Cibali e di S. Maria dela Salette in San Cristoforo, conl’assistenza liturgica del diaconodon Paolo Milano coadiuvato daiministranti-chierichetti guidati daDaniele Foti.Al sacro rito hanno partecipatooltre al direttore dell’Oratorio sig.Giuseppe Salamone che ha fattodel suo servizio ecclesiale unaragione di vita, anche il presidentedel Clan dei Ragazzi don Ugo Are-sco, per la presidenza ispettorialedegli Ex allievi l’ing. GiovaniCostanza, il direttore dell’oratorioS. Filippo Neri nuovo dott. Loren-zo Barletta, e tutti i gruppi dell’O-ratorio: ex allievi, AssociazioneMaria Ausiliatrice (per le mammee le donne adulte) guidata dallasignora Maria Decosta la “mammaMargherita” degli oratoriani, Cir-coli S. Filippo Neri (per i papà egli uomini adulti), Savio Club (peri piccoli), San Luigi (per gli adole-scenti), Beato Dusmet (per i giova-ni), salesiani cooperatori, volontaridel Servizio Civile, Polisportivagiovanile salesiana. All’omelia donMontanti, in evangelica sintoniacon i bambini presenti, ha ricorda-to la figura paterna di Don Bosco el’intramontabile fisionomia dell’o-ratorio <sempre giovane> perché

ininterrotta palestra educativa digenerazione in generazione.All’offertorio la raccolta è statadestinata ad aiutare una famigliapovera del quartiere.

In cortile, prima del commoventesvelamento della lapide comme-morativa, il presidente degli exallievi, prof. Enzo Caruso, haricordato i due venerati fondatori,Don Bosco e il cardinale Dusmet,ed ancora i celebri salesiani della

prima ora, il beato don MicheleRua e il cardinale Giovanni Caglie-ro, il bombardamento del 16 aprile1943, il trasferimento nel 1972 invia V. Giuffrida dell’istituto scola-

stico, i sacerdoti salesiani che han-no permesso la non chiusuradell’<Oratorio dei miracoli di viaTeatro Greco> come l’ha definito suqueste colonne la collega RossellaJannello (don Rosario Calleri, donGiuseppe Costa, don Biagio Vella)

assieme ai giovani cooperatori delcentro di via Caronda nel recentepassato e a Salamone attualmente.L’Oratorio filippino-salesiano con-tinua ad essere “Casa che accogliein un clima di famiglia, Scuola cheforma e avvia alla vita, Chiesa cheevangelizza ed istruisce, Cortiledove ci si incontra in amicizia e gio-co”. Un momento di grande gioiaper tutti è stato lo sparo di fuochid’artificio e lo spegnimento dellefiaccole-candeline nell’immancabi-le triplice torta.Momento avvincente, nell’àmbitodelle gare sportive di domenicamattina, è stato l’incontro di calciofemminile, per la 1ª volta disputatonello storico cortile di via TeatroGreco, Juventus femminile controMilan femminile, vinto dalla primasquadra per 3 a 2: arbitro SalvatorePappalardo. Dopo la gara di karao-ke per le ragazze e la premiazionetorneo di calcio balilla e ping pong,a mezzogiorno tutti gli oratoriani sisono riuniti in cortile per pregare laMadonna con l’<Angelus> e consu-mare la “pagnottella” di DonBosco.

Blanc

Una palestra educativa senza soluzione di continuità

130° anniversario fondazione dell’Oratorio San Filippo Neri

Carissimi soci e simpa-tizzanti, l’unione di

preghiera e l’impegno fattivo di tantisoci ha reso fecondo anche quest’an-no l’operato della nostra associazio-ne. Ancora una volta, tante manihanno realizzato i fiori luminosi chedal 2008 testimoniano la nostra pre-senza alla festa di PENTECOSTEorganizzata dalla Diocesi per i gio-vani. L’ accoglienza dei giovani diPaternò, dei sacerdoti e delle conso-relle di suor Erminia, ci hanno fattosentire a casa; un gruppo diragazzi della parrocchia SantaChiara, guidati da Kettyresponsabile del gruppo, haprofumato di ginestra anchequesto momento.Nel mese di luglio, durante la

veglia diocesana di Viagrande,abbiamo accolto con i fiori luminosiLA CROCE DI SAN DAMIANO eLA MADONNA DI LORETO, inpreparazione alla GMG di CRACO-VIA 2016.Con grande gioia vi comunichiamoche all’Oratorio Suor ErminiaMoschella presso la parrocchia San-ta Chiara in Librino, è attivo un cor-so per archi e percussioni e si è for-mata una orchestrina, grazie all’as-sociazione CITTÀ INVISIBILE.

Riordinando le testimonianze chenel tempo ci sono giunte su suorErminia, abbiamo condiviso una del-le prime dedicatale dalle consorellein Guatemala nel 1987, per la cele-brazione del scorso 22 novembre,giorno in cui lei avrebbe compiuto50 anni.Inizia così: “Si sabes esperar y tu

vida ofrecer, tendras mañana un

eterno amanecer” (Se sai sperare e

offrire la tua vita domani avrai una

eterna aurora) e continua: [“... il

tuo amore per la preghie-

ra, per Maria Santissi-

ma, per la povertà, per il

sacrificio, il tuo rispetto

per i sacerdoti; come mi

dicevi spesso, essi sono

gli unici le cui mani pos-

sono trasformare il pane e il vino nel

Corpo e nel Sangue di Cristo.

Non ti piaceva vedere il lato negati-

vo né delle cose né delle persone; i

tuoi occhi guardavano solo il lato

positivo. Serbo ancora dentro di me

le tue ultime parole che mi dicesti un

giorno prima di partire: non guarda-

re né a destra né a sinistra, ma solo

avanti verso la meta che è Cri-

sto...”].

Per vivere ancora una volta insiemequesta ricorrenzaSi rende noto che è già iniziata laraccolta dei giocattoli per la tradizio-nale PESCA NATALIZIA che si ter-rà presso l’Oratorio suor ErminiaMoschella – parrocchia Santa Chiarain Librino il 13 dicembre 2015.

®

Iniziative dell’Associazione Ginestra Bianca

“Dove c’è con-d iv i s i o n e ,

c’è gioia”. Con queste parole,l’Arcivescovo di Catania,Monsignor Salvatore Gristi-

na, ha salutato il pubblico riu-nito a Etnapolis dove si è reca-to in visita pastorale in occa-sione del decimo anniversariodella struttura. Il Pastore dellaChiesa catanese,nel suo interven-to, ha anche rivol-to un pensierocommosso per levittime degliattentati di Parigirichiamando l’au-spicio di pace peri popoli. All’in-contro erano pre-senti il direttoredi Etnapolis,

Alfio Mosca, il cappellanodon Pasquale Munzone, ilsindaco di Belpasso, Carlo

Caputo, e il direttore dellaCaritas di Catania, don Piero

Galvano, col quale dallo scor-so anno sono in corso iniziati-ve di solidarietà. Fra il pubbli-co una cinquantina di ragazzi-ni e catechisti della parrocchia

Corpus Domini di Belpasso.Monsignor Gristina si è detto“grato” per la sensibilità concui Etnapolis ha accolto lerichieste della Caritas - versola quale sono stati donati gene-ri alimentari per la mensa HelpCenter - e ha manifestato lapropria gioia nel sapere chesono circa duecento i fedeli

che ogni domenica siritrovano a Messa alle12.15 nella cappellaallestita all’interno delcentro commerciale.Un servizio voluto dal-la Direzione di Etna-polis a beneficio di tut-ta la comunità, sia deivisitatori che deglistessi lavoratori.

®

Prospettive - 29 novembre 2015 9

DIOCESI

9

L’Arcivescovo Mons. Gristinain visita ad Etnapolis

Iniziative della Caritas diocesana

Si inizia, com’è ormaiprassi da qualche anno,

con una festa di fraternità nell’ambi-to della “sagra della scacciata” Saba-to 28 Novembre in piazza Dante(alle ore 19:00), si continua con il“triduo di preparazione” il 30Novembre e 1 e 2 Dicembre alle ore19:00 con il convegno sull’enciclica“Laudato Sì” dal titolo “Santa Bar-bara, propiziatrice di buon tempo”(vedi foto), quindi la vigilia dellafesta, il 3 Dicembre, con la consuetaaccoglienza del prezioso busto-reli-quiario proveniente dalla Comunitàdi Paternò nel pomeriggio con visitaalle parrocchie cittadine di Canalic-chio, Piano e Immacolata e alle18:30 nella chiesa madre, dopo lasvelata del simulacro della Patrona ela celebrazione eucaristica, la breveprocessione con le venerate reliquiedi Santa Barbara per la benedizionedella città “ai Quattro canti” e la con-segna al Comando provinciale deiVigili del Fuoco a Catania. Due i momenti celebrativi che carat-terizzano la festa di Santa Barbaranell’anno in corso: la presenza della“Croce dei detenuti” della Confede-razione diocesana delle Confraterni-te che, ricevuta dalla locale Confra-ternita del SS. Sacramento il 7novembre scorso dalle Confraternitedi Adrano, sarà consegnata Giovedì4 Dicembre alle Confraternite diMisterbianco in occasione dellasolenne Santa Messa delle ore 18:30,presieduta da don Enzo Biuso, cuiparteciperanno tutte le comunità par-rocchiali di Tremestieri e le autoritàcivili e militari; e la processione delsimulacro di Santa Barbara con l’ar-tistico fercolo, spostata dal giornoliturgico (il 4 Dicembre) ma feriale,a quello festivo – per consentire unapiù numerosa partecipazione deifedeli - nel pomeriggio di Domenica6 Dicembre a partire dalle ore 18:00per le vie cittadine con i tradizionaliomaggi floreali del Sindaco, dellaPolizia municipale e del Comandodella Stazione dei Carabinieri.E per finire, nella solennità dell’Im-macolata, l’8 Dicembre, in aperturadel Giubileo della Misericordia edell’inizio del tradizionale periodo

natalizio, dopo la S. Messa, alle19:30 avrà luogo il recital “La conadi Natale” e, Domenica 11 Dicem-bre, giorno dell’Ottava della festa, apartire dalle ore 18:00, la recita delsanto rosario, della coroncina di lodea Santa Barbara e la celebrazioneeucaristica presieduta da padreDomenico Cosentino. Una breveprocessione attorno all’isolato della

chiesa madre e la reposizione delsimulacro nella cameretta conclude-ranno la festa.Nel suo messaggio, il parroco padreSalvo Scuderi, ricordando il “GrandeEvento che ci apprestiamo a vivere,introdotti dalla nostra festa patrona-le, il Giubileo della Misericordia”,invita gli “amici e fratelli nel Signo-re Gesù..., aiutati dalla festa della

nostra Sorella, la SantaMartire Barbara, avivere la preghiera

come il concepimentodella Misericordia e

l’azione come il fruttopiù edificante dellaFede in Gesù Cristo”.

Vincenzo Caruso

Santa Barbara, propiziatrice di buon tempoFesteggiamenti della Santa Patrona a Tremestieri Etneo dal 28 Novembre all’11 Dicembre

Dopo i drammatici atten-tati di Parigi, è com-

prensibile e doverosa la preoccupazio-ne di presidi ed insegnanti rispetto alleprossime gite scolastiche dei nostristudenti. Occorre sempre tenere amente che la finalità del terrorismo èproprio quella di condizionare lenostre vite, insinuando il tarlo dellapaura in ciascuno di noi. “Questo èquello che dobbiamo spiegare ai nostriragazzi, anche con i fatti.Per questo, pur con tutte le precauzio-ni e le cautele necessarie, anche nellascelta delle destinazioni, credo che legite scolastiche vadano mantenute e iviaggi d’istruzione siano effettuaticome nei precedenti anni, essendo unmomento di condivisione, formazionee conoscenza di luoghi e monumentidella nostra storia, espressione artisti-ca di movimenti ed epoche culturali,occasione d’incontro con autori e per-sonaggi della storia e della letteratura.Le gite scolastiche, che hanno unavalenza didattica di“viaggio d’istruzione”da considerare comeuna lezione fuori dal-l’aula, fanno parte inte-grante del percorso for-mativo dei ragazzi.Rinunciarvi significhe-rebbe arrendersi a chiintende limitare lanostra libertà. La vitacontinua. Serve pruden-za e dialogo, ma rinun-ciare a tutto sarebbe unasconfitta.Parigi è certamente la

meta più gettonata ed ora, anche incoincidenza del Giubileo, la città diRoma è sempre una meta privilegiata.Il Prefetto di Roma Franco Gabrielli aconferma del diffuso clima di paura hadichiarato: «Ricevo lettere da molti

dirigenti delle scuole, ha spiegato ilPrefetto, che mi chiedono se venire a

Roma è opportuno, se ci sono le condi-

zioni di sicurezza. Tutto questo va

sconfitto e non possiamo rendere la

società invivibile per la paura».

Nell’organizzazione di una gita l’ulti-ma parola spetta al consiglio d’istituto,ma è evidente che il parere dei dirigen-ti è decisivo: “È una scelta di granderesponsabilità perché in ballo ci sono levite di tanti ragazzi. D’altra parte,anche un allarmismo eccessivo sareb-be sbagliato, significherebbe darla vin-ta al nemico”. Mai come ora è neces-sario parlare e decidere tutti insieme,con professori e famiglie.I genitori, chiamati in causa, sono più omeno sulla stessa linea d’onda. “Siamo

tutti impreparati di fronte a certe trage-die”, afferma Fabrizio Azzolini, presi-dente dell’Age (Associazione italianaGenitori). “Nessuno è sereno in questo

momento, ma noi adulti dobbiamo

mantenerci equilibrati perché la scuo-

la e le sue attività devono andare avan-

ti. In fondo l’Italia è una meraviglia:

concentriamoci sulle nostre bellezze, e

rimandiamo a momenti di maggiore

tranquillità le visite fuori confine”.Nella fase della programmazione delleattività didattiche esterne alla scuola siritiene, comunque, opportuno, appunto,valorizzare il nostro territorio e la ric-chezza del patrimonio artistico e pae-saggistico della Sicilia, tenendo ancheconto di una statistica che ha fatto regi-strare come secondo uno studente sucinque, bisognerebbe cancellare alme-no le visite internazionali, per il 6%addirittura qualsiasi tipo di viaggio.Vengono gli stranieri per ammirare lebellezze della Sicilia, e le nostre opered’arte e molti siciliani non conoscono

la loro terra, ricca di storia edi cultura.La scuola potrebbe megliovalorizzare, specie per glistudenti del primo ciclo, unadiligente scoperta del territo-rio siciliano, non privandogli alunni di quest’originale eformativa esperienza e svol-gendo anche specifici per-corsi tematici sui segni delledominazioni: greco- roma-na, bizantina, aragonese,oppure seguendo le tappe deicastelli e dei sentieri di untempo.

Hanno dato proficui vantaggi didatticile esperienze di apprendimento sulcampo: la visita ad aziende agrituristi-che, a parchi zoo, a centri ricreativi e didivertimento con momenti didatticispecifici, casa delle farfalle, la lavora-zione del pane e l’alimentazione deiromani presso la Villa romana del Tel-laro di Noto o la tecnica del mosaico aPiazza Armerina.Una diligente preparazione didattica daparte dei docenti è chiave di volta del-la ricaduta didattica di una simile espe-rienza. I docenti, referenti per le attivi-tà esterne di collegamento tra scuola eterritorio siano disponibili agli incontridi promozione e di valorizzazione del-le strutture e dei siti siciliani da valo-rizzare, dove poter attuare anche conpoca spesa originali attività formative,come quelle proposte presso il parcoEtnaland, dove sono previste specialiattività di “edutainment”che intreccia-no l’apprendimento attraverso delleazioni ludiche e di sereno divertimento.Il parco tematico di Etnaland, consen-te ai ragazzi di assistere “entrare” nelfantastico viaggio attraverso il parcodella preistoria, visitare la scuola dellaminiera, di partecipare al laser show, diassistere ad un documentario sugli ani-mali, di seguire le tappe della luce, conspettacolari effetti laser.È importante, comunque, che al termi-ne di una giornata trascorsa fuori dalleaule scolastiche gli alunni possanodire “mi sono divertito, sono stato

bene con i miei compagni ed oggi ho

imparato tante cose nuove, belle e uti-

li”.

®

Un arricchimento del bagaglio culturale degli alunni

Gite scolastiche e viaggi d’istruzione

Una ‘Chiesa povera per i poveri’nel nome dell’accoglienza e

della condivisione: questo lo spirito che haanimato, domenica 22 novembre, il pranzo diS. Elisabetta d’Ungheria per i poveri della cit-tà, promosso dall’Ordine Francescano Seco-lare, di cui la Santa è patrona, in collabora-zione con la Caritas Diocesana. La navatacentrale del Santuario San Francesco D’Assi-si all’Immacolata, dopo la messadomenicale, all’ora di pranzo, tol-te le panche, si è trasformata inuna grande mensa, con tavoli esedie messe a disposizione delComune di Catania. 300 indigentihanno trascorso un giorno di festaconsumando un pasto completo,dall’antipasto al dolce, preparatoe servito, direttamente dalle fami-glie dell’Ordine FrancescanoSecolare che lo hanno poi condi-viso con i più bisognosi. Presentianche il direttore della Caritas

Diocesana, don Piero Galvano, l’assessoreRosario D’Agata, e padre Mario Gaudio,parroco-rettore del Santuario che hanno ser-vito il pranzo insieme ai numerosi volontari.La giornata è stata allietata dal gruppo dei‘Clown Senza Frontiere’ che hanno propo-sto giochi e palloncini per i più piccoli.

®

Pranzo di S. Elisabetta d’Ungheria con i

poveri della città

AvvicinarsiInizia l’«Avvento», un termine latinoche significa avvicinarsi, camminare

verso... Tutto si fa più prossimo, tut-to si rimette in cammino e si avvici-na: Dio, noi, l’altro, il nostro cuoreprofondo.L’avvento è tempo di strade. L’uomod’avvento è quello che, dice il salmo,ha sentieri nel cuore, percorsi daipassi di Dio, e che a sua volta si met-te in cammino: per riscoprirTi nel-

l’ultimo povero, ritrovarTi negli

occhi di un bimbo, vederTi piangere

le lacrime nostre oppure sorridere

come nessuno.L’avvento è tempo di attenzione. Il Vangelo ricorda i giorni di Noè,quando «nei giorni che precedettero

il diluvio gli uomini mangiavano e

bevevano, prendevano moglie e

marito e non si accorsero di nulla». Alimentarsi, sposarsi sono azionidella normalità originaria della vita.Sono impegnati a vivere, a semplice-mente vivere. Con il rischio però chela routine non faccia avvertire lastraordinarietà di ciò che sta peraccadere: e non si accorsero di nulla.Loro, del diluvio; noi, dell’occasionedi vita che è il Vangelo. Lo senti chead ogni pagina Gesù ripete: nonvivere senza mistero!

La Liturgia

Ritorniamo alla Parola di Dio.Occorre comprendere e vivere ilvalore dell’azione liturgica per lacomprensione della Parola di Dio. Inun certo senso, l’interpretazione del-

la fede riguardo alla sacra Scritturadeve sempre avere come punto diriferimento la liturgia, dove la Paroladi Dio è celebrata come parola attua-le e vivente: «La Chiesa segue fedel-mente nella liturgia quel modo dileggere e di interpretare le sacreScritture, a cui ricorse Cristo stesso,che a partire dall’‘oggi’ del suo even-to esorta a scrutare tutte le Scrittu-re».Qui appare anche la sapiente peda-gogia della Chiesa che proclama eascolta la sacra Scrittura seguendo ilritmo dell’anno liturgico. Questodistendersi della Parola di Dio neltempo avviene in particolare nellacelebrazione eucaristica e nellaLiturgia delle Ore. Al centro di tuttorisplende il Mistero Pasquale, al qua-le si collegano tutti i misteri di Cristoe della storia della salvezza che siattualizzano sacramentalmente:«Ricordando in tal modo i misteridella redenzione, essa [la Chiesa]apre ai fedeli le ricchezze delle azio-ni salvifiche e dei meriti del suoSignore, le rende come presenti atutti i tempi e permette ai fedeli divenirne a contatto e di essere ripienidella grazia della salvezza». LaChiesa esorta i Pastori della Chiesa egli operatori pastorali a fare in modoche tutti i fedeli siano educati agustare il senso profondo della Paro-la di Dio che si dispiega nella liturgiadurante l’anno, mostrando i misterifondamentali della nostra fede. Daciò dipende anche il giusto approccioalla sacra Scrittura.

Affrontando il tema del valore dellaliturgia per la comprensione dellaParola di Dio, il Sinodo dei Vescoviha voluto sottolineare anche la rela-zione tra la sacra Scrittura e l’azionesacramentale. È quanto mai opportu-no approfondire il legame tra Parolae Sacramento, sia nell’azione pasto-rale della Chiesa che nella ricercateologica. Certamente «la liturgiadella Parola è un elemento decisivonella celebrazione di ciascun sacra-mento della Chiesa»;tuttavia nella prassipastorale non sempre ifedeli sono consapevolidi questo legame e col-gono l’unità tra il gestoe la parola. È «compitodei sacerdoti e dei dia-coni, soprattutto quandoamministrano i sacra-menti, mettere in lucel’unità che Parola eSacramento formanonel ministero dellaChiesa».

Parola e gesto

Nella relazione tra Paro-la e gesto sacramentalesi mostra in forma litur-gica l’agire di Dio nellastoria mediante il carat-tere della Parola stessa.Nella storia della sal-vezza infatti non c’èseparazione tra ciò cheDio dice e opera; la suastessa Parola si presenta

come viva ed efficace . Al medesimomodo, nell’azione liturgica siamoposti di fronte alla sua Parola cherealizza ciò che dice. Educando ilPopolo di Dio a scoprire il caratteredella Parola di Dio nella liturgia, losi aiuta anche a cogliere l’agire diDio nella storia della salvezza e nel-la vicenda personale di ogni suomembro.È importante confrontare la Parola diDio e l’Eucaristia. Quanto viene

affermato in genere riguardo allarelazione tra Parola e Sacramenti siapprofondisce quando ci riferiamoalla celebrazione eucaristica. Del resto, l’intima unità fra Parola edEucaristia è radicata nella testimo-nianza scritturistica , attestata daiPadri della Chiesa e riaffermata dalConcilio Vaticano II. A questo pro-posito pensiamo al grande discorsodi Gesù sul pane di vita nella sinago-ga di Cafarnao , che ha in sottofondo

il confronto tra Mosé e Gesù,tra colui che parlò faccia afaccia con Dio e colui che harivelato Dio. Il discorso sulpane, infatti, richiama il donodi Dio, che Mosè ottenne peril suo popolo con la mannanel deserto e che in realtà è laTorah, la Parola di Dio che favivere . Gesù porta a compi-mento in se stesso la figuraantica: «Il pane di Dio è coluiche discende dal cielo e dà lavita al mondo … Io sono ilpane della vita» . Qui «la Leg-ge è diventata persona. Nel-l’incontro con Gesù ci nutria-mo, per così dire, dello stessoDio vivente, mangiamo dav-vero “il pane dal cielo”». Neldiscorso di Cafarnao si appro-fondisce il Prologo di Giovan-ni: «se là la Parola di Diodiventa carne, qui questa car-ne diventa «pane» donato perla vita del mondo».

P. Angelico Savarino

Prospettive - 29 novembre 201510

Riflessioni sul Vangelo

“Quanto a voi però, carissimi, anche se

parliamo così siamo certi che sono in voi

cose migliori e che portano alla salvezza.

Dio infatti non è ingiusto da dimenticare

il vostro lavoro e la carità che avete dimo-

strato verso il suo nome con il servizio che

avete reso e tuttora rendete ai santi”. Di

fronte a questo elogio l’autore desidera

che loro dimostrino ciascuno il medesimo

zelo perché la sua speranza abbia compi-

mento fino alla fine, “perché non diventi-

no pigri, ma piuttosto imitatori di coloro

che con la fede e la perseveranza divengo-

no eredi delle promesse”. Porta l’esempio

di Abramo: “Dio non potendo giurare per

uno superiore a se stesso, giurò per se

stesso dicendo ti benedirò e ti moltipli-

cherò. Avendo Abramo perseverato con-

seguì la promessa. Gli uomini giurano per

uno superiore a se stessi e il loro giura-

mento è una garanzia che pone fine ad

ogni controversia.

Per questo motivo desiderando mostrare

chiaramente l’irrevocabilità della pro-

messa intervenne con un giuramento per-

ché grazie a due atti irrevocabili, nei qua-

li è impossibile che Dio mentisca, noi che

abbiamo cercato rifugio in lui avessimo

un grande incoraggiamento nell’afferrar-

ci saldamente alla speranza che ci è posta

davanti. In essa noi abbiamo come un’

àncora della nostra vita, sicura e salda, la

quale penetra fin nell’interno del velo del

santuario, dove Gesù è entrato per noi

come precursore, essendo divenuto som-

mo sacerdote per sempre alla maniera di

Melchisedek”.

L.C.

San Paolo in briciole

I VOSTRI CUORI NON SI APPESANTISCANO

Le promesse di Dio Ebr 6,9-20

Avvento, un tempo per desiderare

L’inizio dell’anno liturgico è una buona

occasione di esortazione a rinnovarsi. Il

rinnovamento è congeniale al fatto che

siamo in uno stato di precarietà, di insicu-

rezza della vita, di mutevolezza delle

situazioni e di cambiamento degli scenari

mondiali. L’oracolo del Signore è confor-

tante perché “verranno giorni nei quali il

Signore realizzerà le promesse di bene che

ha fatto alla casa d’Israele e alla casa di

Giuda. In quei giorni ci sarà un germoglio

giusto per David, questo eserciterà il giu-

dizio e la giustizia sulla terra. In quei

giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme

vivrà tranquilla”. Addirittura la Città

sarà chiamata “Signore – nostra – giusti-

zia”. L’oracolo di Dio annuncia un perio-

do di giustizia e di tranquillità. La fedeltà

di Dio è la speranza su cui può contare

l’umanità. Questa speranza e questa

fedeltà Dio le ha realizzate tramite la

venuta del Figlio suo nel mondo e tramite

la morte del suo Figlio liberando l’umani-

tà dai peccati. Oggi sta al popolo cristiano

dimostrare la fedeltà a Dio e mantenere

alta la speranza degli uomini in un perio-

do, non si sa quanto lungo, senza pace e

senza giustizia. Noi cristiani dobbiamo

stare attenti a non appesantire i nostri

cuori in dissipazioni, ubriachezze e affan-

ni della vita, mantenendo uno spirito di

vigilanza, vegliando e pregando per essere

sempre pronti per ogni evenienza. Paolo

ricorda ai Tessalonicesi che il loro amore

deve crescere e sovrabbondare come cre-

sce il suo per esssi perché i loro cuori sia-

no saldi e irreprensibili nella santità

davanti a Dio, Padre nostro e davanti alla

venuta del Signore nostro Gesù Cristo con

tutti i santi. Insieme a questa crescita c’è

la quotidianità e Paolo, proponendosi

come modello e maestro, ci avverte di

comportarci come abbiamo appreso da lui

e di sforzarci di piacere a Dio. Del resto i

Tessalonicesi, conoscendo le regole di vita

che lui ha dato da parte del Signore, san-

no come comportarsi.

Leone Calambrogio

1 DOM DI AVVENTO / C - Ger 33,14-16; Sal 24/25,4-5.8-10.14; 1Ts 3,12-4,2;Lc 21,25-28.34-36

DIOCESI

Occorre l’attenzione vigile delle sentinelle e allora ti accorgerai della sofferenza che preme attorno a te

Prospettive - 29 novembre 2015 11

Sul palco del Teatro “Bran-

cati” di Catania la com-

media musicale “La fanciulla che cam-

pava di vento” nata dalla genialità di

Tony Cucchiara, fino al 29 novembre,

protagonisti le storie e i costumi della

nostra Sicilia. L’opera corale, con la

regia curata da Giuseppe Romani, lecoreografie di Silvana Lo Giudicee gli

originali costumi di Giuseppe Andolfo,

capitanata da Pippo Pattavina, matta-

tore assoluto della scena, diverte ed

entusiasma il numeroso pubblico pre-

sente affiancata dall’ottimo cast:

Camillo Mascolino, EmanuelePuglia, Santo Pennisi, Olivia Spiga-relli, Marina Puglisi, MargheritaMignemi, Evelyn Famà, RiccardoMaria Tarci, Camillo Sanguedolce,

Claudia Sangani, Laura Sfilio, Gio-vanni Strano, Giovanni Vasta. La pla-

tea regala copiosi e lunghi applausi, una

trama tutta da assaporare, dove la

povertà fa da padrona, “La fanciulla che

campava di vento”, sottotitolata “Il

Barone di Rafadali”, è una fiaba popo-

lare del Quattrocento in cui si racconta

di un paesino, appunto Rafadali, oggi

Raffadali, i cui abitanti vivevano di

agricoltura, pastorizia e “soprattutto di

stenti”. Protagonista di questo paesino è

il Barone, la cui caratteristica più rino-

mata è l’avarizia, ma passò alla storia

per avere inventato una pietanza ricca di

proteine, economica, di facile prepara-

zione e digeribilità: il macco “il macco

è quella cosa / di generi alimentari / ca

mangianu li puvurazzi / pi linchisi li

panzazzi”. Come si può facilmente

capire lo spettacolo è carico di ironia e di

umorismo non fini a se stessi, ma è

impregnato di un humus popolare estre-

mamente palpabile dovuto a una ricerca

minuziosa e attenta, la favola, proprio

perché condotta sulle ali leggere del gio-

co e dell’ironia, è ancor più crudele di

una tragedia in maschera, dai tratti grot-

teschi. In essa si riesce ad intravedere

l’inquietante pianta dell’archetipo, di

ciò che s’intuisce essere parte integran-

te di tutti noi, nessuno escluso. Così che,

mentre ridiamo a crepapelle dei disgra-

ziati casi dell’avaro protagonista, evi-

tiamo di piangere amare lacrime sulle

nostre miserie. Ma il Barone di Rafada-

li, magnificamente interpretato da Pip-po Pattavina, in tal senso, e proprio per

la sua estrema, totale e cosciente avari-

zia, acquista dimensione e spessore

d’eroe, anche se negativo, diventa vitti-

ma della sua stessa tirchieria, suscitan-

do grandi risate anche quando sta per

morire. Una truffa ben costruita dall’a-

stuto Ferruccio, Emanuele Puglia, che

viene appoggiato dall’intero paese e dai

suoi stessi servitori costretti a vivere di

stenti, grazie alla fanciulla dall’armo-

niosa voce di Marina Puglisi, che cam-

pava solo di vento, sposa ideale che non

avrebbe mai inciso sul suo patrimonio e

i possedimenti. Sul fil rouge dell’ingan-

no iniziano una serie di grotteschi ed esi-

laranti equivoci tra metafore, ossimori e

sagaci espressioni popolari “Chista è la

storia di cu troppo havi / e chiossà

ancora cchiù tantu nni voli / e va a fini-

ri, ‘u sapiti com’è / cu’na mani davati

n’atra darrè!”, supportati dalle coreo-

grafie e musiche che colorano l’agonia

del gretto e taccagno personaggio, ren-

dendo in modo sempre più buffo e pia-

cevole lo spettacolo. Pippo Pattavinain veste comica con un costume che

arricchisce l’ilarità da parte del pubbli-

co nella sua grassa ed ingombrante fisi-

cità, non solo recita ma canta, anche con

qualche passo di danza, il suo amore per

la sarda salata. Il sedicente Pugliaconquista abilmente la giovane Anna-

bella, provocando la morte dello spilor-

cio protagonista subito dopo lo scanda-

lo della processione di San Calò, distri-

buendo ai poveri tutte le onze del nobi-

le. Ad arricchire il quadro le spassose

Margherita Mignemi ed EvelynFamànel tentativo di sedurre Ferruccio

e ancora i due servitori Testasecca, Ric-cardo Maria Tarci, e Firticchio,

Camillo Sanguedolce, che alla fine si

lasciano andare alle loro lusinghe. Il

quadro scenico viene impreziosito dai

popolani, con i loro movimenti e canti

ornati da una mescolanza dialettale

agrigentina e catanese: Dario Castro,

Silvia De Nizza, Claudio Licciardi,Elena Mascolino, Oliver Petriglieri,Simonetta Piccione, Giorgia Torrisi.

Artemisia

Spettacolo caricodi ironia e di umorismo

Siamo spettatori inerti di

fronte le insensate stragi

operate dai “paladini” della jihad, la

guerra santa, le cui manovre politiche

risultano così oscure, e così tremenda-

mente crudeli. Sono i paesi del libero e

progressista occidente a fornire materia

prima bellica ai fondamentalisti isla-

mici?

Non intendo occuparmi dell’argomen-

to, perché sono proprio i media della

cronaca a farlo ininterrottamente, fino a

diventare monotematici, chiedo solo

invece che mi si presti un po’

d’attenzione alla vicenda

che sto per riferirvi, di natu-

ra antimilitarista, alla quale

ho assistito in una delle mie

esperienze oniriche notturne

e che è accaduta circa 71

anni fa. Vidi un incendio e il

palazzo municipale di Cata-

nia crepitare tra le fiamme.

Era il 14 dicembre del 1944.

Quel giorno un manipolo di

studenti universitari, classe

1922-23 e 24, poco prima

del propagarsi delle fiamme,

si radunava in una manifestazione in

Piazza Duomo. I dimostranti, agitavano

cartelloni con la scritta “Non partire-

mo”. Ne fermo uno al quale chiedo:

<<Per quale motivo protestate, cosa

succede?>>

<<Abbiamo perso la guerra, l’Italiaconta migliaia di morti, tanti nostriuomini si sono sacrificati per unideale che è finito nel sangue! Non

risponderemo al richiamo alle armi,Basta con la guerra, non ci arruole-remo al servizio militare>>. Poi una

folla agitata accorre.

Sento un boato assordante che non pro-

mette nulla di buono e molti gridano.

<<È stato preso in assalto il distrettomilitare e ci è scappato pure il mor-to!!!....un sarto, aveva 21 anni! Povi-ro figghiu!!!>>. Adesso vedo l’asso-

ciazione nazionale com-

battenti e ancora giovani

studenti che calpestano

fino a fare a brandelli la

bandiera nazionale. Intanto

ardono le fiamme che pian

piano divorano il Munici-

pio e l’Archivio storico ivi

contenuto. E ancora sento

urla: <<Non chiediamopane, non elemosiniamolavoro, vogliamo solodire basta alla guerra!Non partiremo per il ser-vizio militare!!!>>

Raccolgo una stralcio di giornale

lasciato per strada: “Sicilia indipen-

dente” dove si espone un programma

separatista tutto siciliano in contrasto

con le posizioni di Mussolini.

La ciurma dopo aver fatto esplodere un

ordigno contro il Palazzo, senza alcun

risultato di abbattimento del portone,

con un grosso trave, abbatte a spintoni

l’ingresso. All’interno alcuni vigili

avrebbero voluto rispondere con le

armi, ma l’ordine fu quello di stare cal-

mi e di non fare fuoco.

A capo della ragazzaglia, uno studente,

Salvatore Padova ordina a gran voce:

<<Non portate via alcun oggetto!Bruciate tutto!>>Vedo il sindaco e gli assessori trarsi in

salvo uscendo dal portone di Piazza

Università. Accorrono i pompieri, la cui

azione di spegnimento delle fiamme

viene impedita dai dimostranti. Si

allontanano e ritornano dopo la mezza-

notte quando il fuoco è giunto al terzo

piano dell’edificio, distruggendo tutto.

L’indomani i giornali d’Italia riporte-

ranno una notizia: “Da ieri, 14 dicem-

bre, Catania non ha più una sua storia”.

Distrutti in fumo i documenti che rac-

contavano gli organi dell’amministra-

zione urbana a partire dal secolo XV.

Mi sveglio impaurita. Mi pare di senti-

re ancora il puzzo delle fiamme, ma con

conforto mi ritrovo nella mia stanza,

con i miei due gatti che sornioni, ripo-

sano accanto a me e mi fanno le fusa. Il

rombo di un tuono mi mette paura, per-

ché mi ricorda il rumore dell’esplosio-

ne dell’ordigno di protesta. Si fa giorno

e corro in Piazza Duomo. Tutto è tran-

quillo. Entro nell’atrio del Palazzo

Municipale, osservo con attenzione la

sontuosa architettura, quando lo sguar-

do si posa su un’epigrafe: “Questo civi-

co palazzo devastato dalle fiamme nel-

l’ora buia della Patria, il 14 dicembre

1944, si restituiva al popolo nella risor-

ta Italia il 14 dicembre 1952.

Stefania Bonifacio

Al Teatro “Brancati” applausi per la commedia musicale “La fanciulla che campava di vento”

La memoria storica distrutta dalle fiammeIndietro nel tempo assistendo all’incendio del palazzo municipale (14 dicembre 1944)

l’intervista

Èstato un successo il flash

mob che venerdì, 20

novembre, ha animato Piazza Duomo,

abbracciando la fontana del mitico ele-

fante, il “liotru”, simbolo millenario del-

la città di Catania.

L’iniziativa è stata promossa dal Comi-

tato Provinciale di Catania per l’UNI-

CEF, per ricordare 26° Anniversario

dell’approvazione della Convenzione

sui diritti dell’infanzia e dell’adole-

scenza da parte dell’Assemblea Gene-

rale delle Nazioni Unite e confermare

l’impegno solidale dei catanesi.

Numerose le scuole di ogni ordine e gra-

do che, con proprie rappresentanze,

hanno aderito, insieme a club service e

associazioni, esponendo variopinti stri-

scioni per dire si ai diritti dei bambini, di

tutti i bambini del mondo.

Particolarmente nutrita la presenza

degli studenti del Liceo Artistico “Emi-

lio Greco” che hanno provveduto a

mantenere il servizio d’ordine, indos-

sando la pettorina azzurra con il logo

UNICEF e a sventolare tante bandiere

che raffigurano una mamma che solleva

il suo bambino.

L’ultimo brano musicale ha accompa-

gnato l’esibizione delle bambine del-

l’A.S.D. “Butterfly Company” di Peda-

ra, diretta da Marianna Leone, che han-

no dato vita ad un delizioso balletto.

“Per ogni bambino la giusta opportuni-

tà” ha dichiarato Vincenzo Lorefice,

Presidente del Comitato Provinciale

UNICEF, aggiungendo: ”Tutti i bambi-

ni di questo pianeta hanno il diritto di

essere felici, di esplorare il loro mondo

in sicurezza e di essere sani per rag-

giungere il loro pieno potenziale. Pur-

troppo, però, i diritti di milioni di bam-

bini e adolescenti vengono negati da pri-

vazioni e discriminazioni di ogni gene-

re. Diseguaglianze che si trasmettono e

ripetono di generazione in generazione,

in un circolo vizioso che ha poi le sue

conseguenze culturali, politiche, eco-

nomiche e sociali che generano un

mondo sempre più diseguale e assolu-

tamente ingiusto”.

Parole di apprezzamento sono state

rivolte a Lorefice e ai volontari UNICEF

dal Vice Sindaco, Marco Consoli, che

ha assistito con partecipazione ed inte-

resse all’evento.

®

UNICEF: 26° dell’approvazione della Convenzionesui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

Il Teatro Comunale di Bel-

passo ha ospitato la ceri-

monia di consegna del Premio Lettera-

rio Internazionale Nino Martoglio,

XXIX edizione, organizzato dal Cir-

colo Athena e dalla Regione Siciliana

con la consulenza scientifica dell’Isti-

tuto di Storia dello Spettacolo Sicilia-

no e la collaborazione del Comune di

Belpasso.

La giuria presieduta da Sarah Zap-

pulla Muscarà (Università di Catania)

e Anna Maria Spataro (presidente del

Circolo Athena), Carlo Caputo (Sin-

daco di Belpasso), Domenico Tempio

(editorialista de “La Sicilia”), Vicente

Gonzalez Martin (Università di Sala-

manca), ha assegnato il “Martoglio”

2015 per la sezione Letteratura a Giu-

seppina Torregrossa (Il figlio

maschio, in cui l’autrice, mediante una

scrittura fortemente accattivante,

costellata di sapienti e gustosi innesti di

espressioni, modi di dire e proverbi

siciliani, intesse attraverso varie gene-

razioni la grande storia di una famiglia

di editori e librai siciliana); per la

sezione Letteratura umoristica a Gene

Gnocchi (Cosa fare a Faenza quando

sei morto, dove, con stile caustico e

graffiante, gioca a far implodere, tra

leggerezza e retrogusto amaro, usi,

costumi, falsi miti e cattive abitudini

della nostra quotidianità); Paolo Di

Paolo (La mucca volante, felice equi-

librio fra poesia, ironia, trasfigurazione

simbolica e moralistica demistifica-

zione) è stato premiato per la Lettera-

tura per ragazzi; per il Giornalismo

Virman Cusenza, direttore di testate

nazionali, opinionista molto accredita-

to; premio Athena a Mario Incudine,

artista talentuoso che affianca alla

sapiente ricerca formale ed estetica una

forte passione morale e civile; premio

Editoria a Il Girasole e Le Farfalle

Edizioni, fondate da Angelo Scan-

durra, che in trent’anni di attività han-

no ospitato testi di autori importanti

quali Giorgio Caproni, Vincenzo Con-

solo, Mario Luzi, Rossana Rossanda,

Eduardo De Filippo, Antonio Tabuc-

chi, Camilla Cederna, Michelangelo

Antonioni, Manlio Sgalambro; pre-

mio Opera Prima a Pietro Melati e

Francesco Vitale (Vivi da morire, bal-

lata civile scritta da chi ha vissuto in

prima linea la terribile stagione della

guerra di mafia; un libro che ha la for-

za politica di un j’accuse).

Istituito dal Circolo Culturale Athena

di Belpasso per celebrare la straordi-

naria stagione culturale del Novecento

attraverso il genio multiforme di uno

dei suoi protagonisti più illustri, il

grande Nino Martoglio, il Premio si

richiama fortemente all’identità stori-

co-culturale della Sicilia per valoriz-

zarla e diffonderla. Il richiamo a valo-

ri universali di cultura e di civiltà, l’a-

pertura ad un orizzonte europeo ed

internazionale, fanno di questo Premio

l’espressione della vocazione siciliana

a farsi centro propulsore di idee nell’a-

rea culturale del Mediterraneo. Nel-

l’Albo d’Oro delle trascorse edizioni,

tra gli altri, Gesualdo Bufalino, Giu-

seppe Bonaviri, Andrea Camilleri, Sil-

vana Grasso, Leo Gullotta, Maurizio

Scaparro, Vincenzo Pirrotta, Marcello

Sorgi, Paolo Mieli, Pietrangelo Butta-

fuoco, Francesco Merlo, Maria Latel-

la, Vittorio Sgarbi.

La cerimonia, presentata da Flaminia

Belfiore, affiancata dall’attore Ago-

stino Zumbo che ha letto alcuni brani

dei libri dei premiati, presenti, tra gli

altri, Giovanni Barbagallo (sindaco di

Trecastagni); Bianca Prezzavento

(assessore alla Cultura di Belpasso);

Fulvia Caffo (sovrintendente ai Beni

Culturali); Alfio Papale (deputato

regionale), è stata arricchita da Mario

Incudine che ha cantato C’è bisogno

di pace, una chiosa per una manifesta-

zione che ogni anno ribadisce con for-

za l’importanza della diffusione cultu-

rale e della promozione di letteratura e

poesia, a difesa dei valori dell’Uomo

contro la barbarie e il cinismo di un

mondo sempre più disincantato.

Carlo Majorana Gravina

RUBRICHE

Valorizzare l’identità storico-culturaleXXIX Premio Martoglio a Belpasso

12 Prospettive - 29 novembre 2015

All’Istituto Alberghiero

“Karol Wojtyla” di Cata-

nia, via Lizio Bruno, si è svolto il corso

di formazione per Dirigenti Scolastici e

D. S. neoassunti “Lo start up dell’atti-

vità gestionale del dirigente scolastico”

organizzato dall’associazione profes-

sionale sindacale ANIEF ed Eurosofia,

ente italiano di Formazione europea

Professionale e di Ricerca. Relatori

Marcello Pacifico, presidente naziona-

le ANIEF, Leonardo Gesù e Giuseppe

Capuana formatori Anief e il Dirigente

Scolastico Daniela Di Piazza.

Sono più di quaranta i presidi neoas-

sunti che hanno partecipato insieme ad

altri colleghi, che da anni dirigono la

scuola, all’aggiornamento sull’appli-

cazione della “buona scuola”, che ha

riscosso notevole successo suscitando

interesse tra i presenti. Sono stati esa-

minati diversi argomenti, la nuova figu-

ra del Dirigente Scolastico e

il suo ruolo atipico polifun-

zionale, puntando su for-

mazione, istituzione e

orientamento, nonché pro-

gettualità, fattibilità, inte-

grazione, flessibilità, effi-

cacia, responsabilità patri-

moniale-contabile, traspa-

renza. Chiara ed esaustiva la

relazione sul rapporto di lavoro: adem-

pimenti e responsabilità di inizio anno

scolastico, con focus sulle novità intro-

dotte dalla legge 107/2015, non trascu-

rando l’approfondimento sulla sicu-

rezza nei luoghi di lavoro, la rendicon-

tazione, l’alternanza scuola-lavoro.

Aggiornamenti e novità sulla gestione

delle risorse:la procedura ordinaria di

contrattazione, il codice dei contratti

pubblici ed il vigente regolamento di

contabilità per le istituzioni scolastiche

operanti nel territorio della Regione

Siciliana (D. A. 895/2011).

Il presidente Anief Marcello Pacifico

sottolinea in modo completo “la diri-

genza oggi è chiamata ad un alto ruolo

di responsabilità, da coniugare con tut-

ti i livelli di organizzazione scolastica

dal Collegio Docenti al Consiglio d’I-

stituto ed RSU, al fine di attuare piena-

mente l’autonomia scolastica mai rea-

lizzata negli ultimi vent’anni. La legge

della “buona scuola” potrebbe essere

una buona occasione, ma purtroppo

mostra luci e ombre, è necessario capi-

re tutti gli aspetti che possono portare

ad una migliore professionalità del per-

sonale scolastico, senza dimenticare

purtroppo quei buchi neri in termini di

trasferimento, reclutamento manage-

ment, che potrebbero tradire il ruolo

stesso della funzione di chi è chiamato

a svolgere: un compito costituzionale,

per il bene dei nostri figli”. Il corso pro-

posto ha affrontato inoltre tutti gli argo-

menti sulla legislazione scolastica, daal

dimensionamento al rapporto docen-

ti/alunni per classi, al sostegno, alle fun-

zioni strumentali al piano dell’offerta

formativa, alla formazione obbligato-

ria. In modo conciso è stato specificato

il ruolo del Collegio Docenti, che deci-

de in rapporto al piano dell’offerta for-

mativa i corsi più appropriati per la rea-

lizzazione della stessa, e metterle nel

PTOF (piano triennale offerta formati-

va). In conclusione si è anche ricordato

quali sono gli aspetti specifici che inte-

ressano alla categoria, in particolar

modo quel che riguarda coloro che

hanno svolto per diversi anni incarichi

di Dirigente e i neoassunti negli ultimi

dieci anni, che non hanno avuto la

perequazione interna in termini di ade-

guamento stipendiale come altri colle-

ghi, per questa ragione l’Anief ha

annunciato ricorsi che sono vittoriosi

presso il tribunale del lavoro;

si è parlato anche dei proble-

mi che riguardano i presidi

incaricati. Il Dirigente Sco-

lastico Di Piazza soddisfatta

per l’approfondito semina-

rio, ha annunziato che in

questi giorni presso l’Istitu-

to si svolgerà un corso for-

mativo per docenti sulla

“buona scuola”, l’appuntamento con i

Dirigenti è al 17 dicembre.

Lella Battiato

All’Istituto “Karol Wojtyla” primo corso di formazione Anief-Eurosofia per Dirigenti Scolastici

Aspetti pratici della riforma della scuola

Start up trionfaleper il nostro arancinodi grano antico

La Cittadella dell’Agroa-

limentare Siciliano,

Omnia Agricolae in sinergia con l’I-

stituto Alberghiero “Karol Wojtyla”

di Catania presentano e sperimenta-

no grazie alla collaborazione del

prof. Enzo Mannino, chef e segreta-

rio dell’Associazione Cuochi Etnei,

con Gaetano Iacono consulente

Coreras, l’arancino siciliano con il

grano antico nel caso specifico “far-

ro lungo”, una delle quattro varietà

di grano di cui si sta riprendendo la

produzione: tumminia (timilia),

maiorca, senatore Cappelli. Una

modalità per sostenere l’agricoltura

fonte di vita, rivalutando i grani anti-

chi sostituendo il riso, poco coltivato

nell’Isola tranne che a Caltanissetta.

Produrre in modo ecocompatibile

significa lottare contro il saccheggio

dell’ambiente, proteggere la salute

di tutti, un investimento sul futuro

del nostro territorio. Questa lavora-

zione più sana e onesta richiede più

tempo per preparare il grano duro.

L’assaggio è stato gradito dai pre-

senti e commentato favorevolmente

come sostiene anche il dirigente sco-

lastico dott. Daniela Di Piazza; si

tratta di una scoperta gradevole da

replicare in tutta la Sicilia e anche da

esportare, questi grani inoltre sono

poveri di glutine, più digeribili

anche per chi soffre di intolleranze

alimentari.

L.B.

della Sicilia