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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO
Facoltà di Ingegneria
Si t i di t ll di tiSistemi di controllo di gestioneprof. Sergio Mascheretti
INTRODUZIONE AL CORSOSCG-L01
Sistemi di controllo di gestione
Prof. Mascheretti Sergio A.A. 2010/2011
Lezione 01 – INTRODUZIONE AL CORSO
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Università degli studi di Bergamo
Facoltà di Ingegneria
c o n s u l e n z a
specialisti d’impresa
c o n s u l e n z a
specialisti d’impresa
SCG L01
OBIETTIVI DEL CORSO
IMPARARE AD ARGOMENTARE SUI SISTEMI DIPROGRAMMAZIONE E CONTROLLO DELLAGESTIONE DI UN'AZIENDA: DEFINIZIONE, FINALITA',CRITERI DI PROGETTAZIONECRITERI DI PROGETTAZIONE, …
PADRONEGGIARE L'USO DI ALCUNI TRA I PRINCIPALISTRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO,CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AL MONDO ICT:CONTABILITA' ANALITICA, BUDGET, REPORTING EINDICATORI DI PERFORMANCEINDICATORI DI PERFORMANCE
Sistemi di controllo di gestione
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Lezione 01 – INTRODUZIONE AL CORSO
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STRUTTURA DEL CORSO
DATA L/E CONTENUTI1° PARTE: AZIENDA E SISTEMI DI CONTROLLO21/09/2010 mar L01 Aziende, strutture organizzative e sistemi di programmazione e controllo23/09/2010 gio L02 Strategie e formule imprenditoriali. Modalità di segmentazione del business23/09/2010 gio L02 Strategie e formule imprenditoriali. Modalità di segmentazione del business27/09/2010 lun L03 La segmentazione del mercato ICT - Testimonianza aziendale28/09/2010 mar L04 La progettazione di un sistema di controllo di gestione
2° PARTE: IL GOVERNO DEI COSTI04/10/2010 lun L05 Le metodologie di calcolo dei costi: il direct costing05/10/2010 mar E01 Esercitazioni sul metodo direct costing05/10/2010 mar E01 Esercitazioni sul metodo direct costing11/10/2010 lun L06 Le metodologie di calcolo dei costi: il full costing12/10/2010 mar E02 Esercitazioni sul metodo full costing18/10/2010 lun E03 Casi ed esercitazioni sulle metodologie di calcolo dei costi nell'I.T.19/10/2010 mar L07 L'attribuzione di responsabilità economiche25/10/2010 lun L08 L'Activity Based Management: teoria e praticay g p26/10/2010 mar E04 Esercitazioni sull'activity based costing
3° PARTE: PIANO E BUDGET08/11/2010 lun L09 Il processo di pianificazione e di budget: finalità09/11/2010 mar L10 Il processo di budget: articolazione, contenuti, sequenza, ruoli coinvolti, …15/11/2010 lun E05 Esercitazioni sul budget15/11/2010 lun E05 Esercitazioni sul budget16/11/2010 mar L11 Il budget ICT - Testimonianza aziendale22/11/2010 lun L12 Il budget commerciale - Testimonianza aziendale23/11/2010 mar L13 Elaborazione del budget: casi aziendali
4° PARTE: GLI INDICATORI E GLI STRUMENTI29/11/2010 l L14 L B l d S d29/11/2010 lun L14 Le Balanced Scorecards30/11/2010 mar L15 Il sistema di reporting e l'analisi degli scostamenti06/12/2010 lun L16 La progettazione di un sistema informativo per il controllo: gli strumenti software
Testimonianza aziendale07/12/2010 mar L17 Case History13/12/2010 lun L18 Il beyond budgeting
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13/12/2010 lun L18 Il beyond budgeting14/12/2010 mar L19 Chiusura del corso: riepilogo dei principali argomenti trattati durante il corso
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
L’UTILIZZO DEI TESTI E DELLE LETTURE PROPOSTE
ÈÈ DETERMINANTE PER IL BUON ESITO DELL’ESAME
M h tti S P AMascheretti S. – Pogna A.“Costi per le decisioni aziendali”, Etaslibri, 1991
Azzone G.“Sistemi di controllo di gestione-metodi,strumenti e applicazioni”, Rcs Libri, 2006
LETTURE:Amigoni F.“I sistemi di controllo: criteri di progettazione”, Sviluppo e Organizzazione n°39 Gennaio-Febbraio, 1977
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,
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Porter M.“La strategia competitiva – Analisi per le decisioni”, Editrice Compositori, 1987 (cap.1)
“Il vantaggio competitivo”, Edizioni di Comunità, 1987 (p.43-65)
Coda V.
“La valutazione della formula imprenditoriale” in Sviluppo e Organizzazione n°82, 1984
Invernizzi G.
“La costruzione della mappa strategica di un’impresa” in Sviluppo e Organizzazione n°69, 1982
Miroglio F.
“Activity-based costing e miglioramento di processo: potenzialità e limiti”, Economia & Management n°6 Novembre-Dicembre 2001
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Management n 6 Novembre Dicembre, 2001
E-MAIL - RICEVIMENTO
sergio mascheretti@unibg [email protected]
Ricevimento
Lunedì e martedì al termine delle lezioniLunedì e martedì al termine delle lezioni
(altri giorni previo appuntamento via e-mail)
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A) OBIETTIVI DELLA LEZIONEA) OBIETTIVI DELLA LEZIONE
B) BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTOB) BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
C) KEY WORDSC) KEY WORDS
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A) OBIETTIVI DELLA LEZIONE
DEFINIRE UNA MODALITÀ DI ANALISI DELL’AZIENDA
RIVEDERE I PRINCIPALI MODELLI ORGANIZZATIVIRIVEDERE I PRINCIPALI MODELLI ORGANIZZATIVI
DESCRIVERE UN APPROCCIO ALLA COSTRUZIONEDI UN SISTEMA DI P&C
ILLUSTRARE LE CARATTERISTICHE DEL RUOLO DELILLUSTRARE LE CARATTERISTICHE DEL RUOLO DELCONTROLLER
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B) BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Mascheretti S. – Pogna A.“Costi per le decisioni aziendali”, Etaslibri, 1991
Amigoni F.“I sistemi di controllo: criteri di progettazione”, Sviluppo e Organizzazione n°39 Gennaio-Febbraio, 1977
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C) KEY WORDS
PIANIFICAZIONE STRATEGICA /CONTROLLO DIREZIONALE / CONTROLLO OPERATIVO:
DEFINIZIONE
CARATTERISTICHE
ÀATTIVITÀ
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RIFLESSIONI
SUL SIGNIFICATOSUL SIGNIFICATO
DEL TERMINE AZIENDA
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DEFINIZIONE DI ECONOMIA AZIENDALE E DI AZIENDA
SCIENZA ECONOMICAscienza che studia il modo in cui gli individui ela società scelgono di impiegare risorse emezzi scarsi suscettibili di usi alternativi
ECONOMIA AZIENDALE disciplina economica che studia i problemi dibase di un'azienda
ORGANIZZAZIONE GESTIONE SISTEMA DI RILEVAZIONE
insieme di risorse specializzate ecoordinate per raggiungere uno scopo datoAZIENDA
ORGANIZZAZIONE GESTIONE SISTEMA DI RILEVAZIONE
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COS’E’ (ERA) UN’ AZIENDA?
INPUT OUTPUT
A bi t t di if i tAmbiente esterno di riferimento:volumi
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tempo
L’EVOLUZIONE DEL MERCATO ITALIANO E LO SVILUPPO DEGLI STRUMENTI DI CONTROLLO E DEL CONTROLLER
ANNI 60 ANNI 70 ANNI 80 ANNI 90 DO
SVILUPPO ED ESPANSIONE
STAGNAZIONE ED
INFLAZIONE
RISTRUTTURAZIONE E
REINDUSTRIALIZZAZIONE
INTERNAZIONALIZZA-ZIONE
E GLOBALIZZAZIONECONTESTO
OMA
CRESCENTE DECLINANTE INCOSTANTE CICLICADOMANDA
ANI
EFFICIENZA DA SVILUPPO
EFFICIENZAOPERATIVA
EFFICIENZASTRUTTURALE
EFFICIENZACOMPARATA
ECONOMICITÀ
I?
CONTABILITA’ INDUSTRIALE E
PREVISIONE ECONOMICA
BUDGET D’ESERCIZIO E
RESPONSABILITY ACCOUNTING
COST REDUCTIONE PIANO
LUNGO TERMINE
PIANO STRATEGICO E CONTROLLO COMPETITIVO
STRUMENTI
ECONOMICA ACCOUNTING LUNGO TERMINE COMPETITIVO
SPECIALISTA COSTI
INTEGRATORE ORGANIZZATIVO
SPECIALISTA“COST SYSTEM”
BUSINESS ANALYST
CONTROLLER
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FATTORI DI CAMBIAMENTO
PRESSIONI ESTERNE Crescita delle aspettative e della consapevolezza dei consumatori
PREZZO
Globalizzazione
PREZZO
PRESSIONE SUI PRODOTTI
Diffusione delle conoscenzeCONCORRENZA
COSTIESPLOSIONE TECNOLOGICA
RIDUZIONE DEL CICLORIDUZIONE DEL CICLO DI VITA DEL PRODOTTO
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NORMATIVE
COS’E’ OGGI UN’ AZIENDA?
AspettativeAspettativeBi iBi iBisogniBisogni
RichiesteRichiesteCLIENTI
INPUTAcquisti
OUTPUT
Quale strategia seguire e quali azioni intraprendereper sopravvivere e vincere sul mercato?
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per sopravvivere e vincere sul mercato?
STRUTTURE
ORGANIZZATIVE
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STRUTTURE ORGANIZZATIVE
cosa è una struttura organizzativa
struttura gerarchicastruttura gerarchica
struttura funzionale
struttura divisionale
struttura per progetti
struttura a matrice
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COSA E' UNA STRUTTURA ORGANIZZATIVA
ORGANIZZARE SIGNIFICA:
RIPARTIRE IL POTEREO
RIPARTIRE LE RESPONSABILITÀ
RIPARTIRE LE ATTIVITÀ
CANALIZZARE LE INFORMAZIONI
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STRUTTURA GERARCHICA
Coordinamento lineare dove vi è corrispondenza tra ambito diautorità e responsabilitàautorità e responsabilità
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STRUTTURA GERARCHICA
VANTAGGI DELLA STRUTTURA GERARCHICA
LIMITI DELLASTRUTTURA GERARCHICASTRUTTURA GERARCHICA
Unicità del comando
STRUTTURA GERARCHICA
Perdita di efficienza (dovuta ai tempi lunghi di trasmissione delle
Chiara definizione delle funzioni
Contatti tra superiore e immediato
ginformazioni e degli ordini)
Minori possibilità di sfruttamento dei Contatti tra superiore e immediato inferiore
Sicurezza degli ordini, osservanza
vantaggi della specializzazione
Sicurezza degli ordini, osservanza della disciplina
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STRUTTURA FUNZIONALE
Organizzazione in cui si differenziano attività, compiti,obiettivi attraverso la definizione di funzioni specialisticheobiettivi attraverso la definizione di funzioni specialistiche
DIREZIONEGENERALE
Produzione Commerciale AmministrazioneProduzione Commerciale Amministrazione
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STRUTTURA FUNZIONALE
VANTAGGI DELLASTRUTTURA FUNZIONALE
LIMITI DELLA STRUTTURA FUNZIONALESTRUTTURA FUNZIONALE
Massimizza le economie di scala per ogni funzione tramite la ripetizione di
STRUTTURA FUNZIONALE
Inefficiente nella gestione delle eccezioni e lenta nella risposta alle g p
operazioni note
Bassi costi operativi
pdinamiche ambientali
Rischio che le funzioni si
Chiara delimitazione dei compiti
sovraspecializzino e perseguono obiettivi propri
Inadatta a strategie diInadatta a strategie di diversificazione
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STRUTTURA DIVISIONALE
Struttura differenziata per fini, ovvero prodotti, mercati, …
DIREZIONEGENERALE
St ff St ffStaff Staff
DivisioneA
DivisioneB
DivisioneC
Produzione Vendite Produzione Vendite VenditeProduzione
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STRUTTURA DIVISIONALE
VANTAGGI DELLA
STRUTTURA DIVISIONALE
LIMITI DELLA STRUTTURA DIVISIONALESTRUTTURA DIVISIONALE
Si adatta bene a strategie di di ifi i d bi ti d lt
STRUTTURA DIVISIONALE
Alti costi di funzionamento dovuti allo sviluppo di sistemi di coordinamentodiversificazione e ad ambienti ad alta
dinamicità
sviluppo di sistemi di coordinamento complessi
Permette lo sviluppo di una cultura imprenditoriale a livello di divisione
Rende difficoltoso lo sfruttamento di economie di scala
Consente un controllo basato su centri di profitto e non solo di costo
Implica la duplicazione di alcune funzioni aziendali
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STRUTTURA PER PROGETTI
Struttura che combina una forma organizzativa di tipo gerarchicofunzionale (stabile) con strutture più flessibili e temporaneefunzionale (stabile) con strutture più flessibili e temporanee,normalmente interfunzionali, cui è affidata la realizzazione dispecifici progetti
DIREZIONEDIREZIONEGENERALE
Staff Staff
Progetto A Progetto B Progetto C
Tecnologia Tecnologia TecnologiaTecnologia
Progettazione
Lavori
Tecnologia
Progettazione
Lavori
Tecnologia
Progettazione
Lavori
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Lavori Lavori Lavori
STRUTTURA PER PROGETTI
VANTAGGI DELLA
STRUTTURA PER PROGETTI
LIMITI DELLASTRUTTURA PER PROGETTISTRUTTURA PER PROGETTI
Migliore controllo di attività t l i t l
STRUTTURA PER PROGETTI
Genera possibili conflitti sulla priorità dei progetti e sull’allocazione delletecnologicamente complesse
Maggiore orientamento agli obiettivi
dei progetti e sull allocazione delle risorse
gg g
Più elevata qualità
E’ vincolante la scelta dei capi progetto
Efficiente gestione dei tempi di sviluppo del progetto
Elevato numero di spostamenti di personale
pp p g
Complessità interna molto alta
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STRUTTURA A MATRICE
Direzione progetto/
Direzione progetto/
Direzione progetto/
Struttura che combina prodotto
Aprodotto
Bprodotto
C
Direzione i i t
in modo stabile e permanente la forma organizzativa
amministr.
Direzione dit
ggerarchico funzionale con raggruppamenti per progetto/prodotto vendite
Direzione personale
per progetto/prodotto venendo così a determinare un
personale
Direzione produzione
reticolo organizzativo che produce doppia appartenenza produzione
Direzione ricerche
appartenenza
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STRUTTURA A MATRICE
VANTAGGI DELLA
STRUTTURA PER MATRICE
LIMITI DELLA STRUTTURA PER MATRICESTRUTTURA PER MATRICE
Elevata efficienza in situazioni che i l f tt t di i
STRUTTURA PER MATRICE
Molte risorse vengono impiegate in attività di coordinamentoesigono lo sfruttamento di economie
di scala ed un elevato grado di incertezza ambientale
attività di coordinamento
“Crisi di rigetto” in tessuti culturali
Favorisce lo sviluppo di capacità direttive
non adatti
Criticità dei titolari delle posizioni a
Adatta a gestire imprese con personale professionalmente molto
Criticità dei titolari delle posizioni a doppia dipendenza gerarchica (“two-bossmanagers”)
personale professionalmente molto qualificato
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PIANIFICAZIONEPIANIFICAZIONE, PROGRAMMAZIONEPROGRAMMAZIONE
E CONTROLLO:E CONTROLLO:
DEFINIZIONIDEFINIZIONI
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ATTIVITÀ AZIENDALI CLASSIFICABILI SOTTO TRE GRANDI RIPARTIZIONI
PIANIFICAZIONE STRATEGICA
definizione degli obiettivi di medio-lungo termine
individuazione delle risorse per conseguirliindividuazione delle risorse per conseguirli
CONTROLLO DIREZIONALE
verifica del raggiungimento degli obiettivi di breve termine
supporto alla definizione di azioni correttivesupporto alla definizione di azioni correttive
CONTROLLO OPERATIVO
verifica delle attività
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Fonte: Anthony
PIANIFICAZIONE STRATEGICA E CONTROLLO DIREZIONALE
CARATTERISTICHE PIANIFICAZIONE STRATEGICA CONTROLLO DIREZIONALE
Focalizzazione dei piani Su un singolo aspetto per volta Sull’intera organizzazione
Complessità Molte variabili Meno complessoComplessità Molte variabili Meno complesso
Grado di strutturazione Non strutturato ed irregolare: ogni problema è differente
Ritmico; secondo procedure prescritte
Natura dell’informazione Fatta su misura per il problema; per lo iù t i i l
Integrata; generalmente interna e t i iù tpiù esterna e previsionale;meno
accuratastorica; più accurata
Comunicazione dell’informazione Relativamente semplice Relativamente difficile
Scopo delle stime Mettere in evidenza i risultati attesi Guidare verso i risultati attesi
Persone principalmente coinvolte L’Alta Direzione e il suo staff L’Alta Direzione e il suo staff
N. di persone coinvolte Poche Molte
Attività mentale Creativa; analitica Amministrativa; persuasiva
Discipline di base Economica Psicologia sociale
Pianificazione e controllo La pianificazione è prevalente Enfasi sia sulla pianificazione che sul controllo
Orizzonte temporale Tende ad essere lungo Tende ad essere breveOrizzonte temporale Tende ad essere lungo Tende ad essere breve
Risultato finale Politiche e priorità Azione all’interno delle politiche e delle priorità
Valutazione del lavoro svolto Estremamente difficile Molto meno difficile
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Fonte: Anthony
ATTIVITA’ AZIENDALI CLASSIFICABILI SOTTO TRE GRANDI RIPARTIZIONI
PIANIFICAZIONE STRATEGICA CONTROLLO DIREZIONALE CONTROLLO OPERATIVO
Scelta degli obiettivi aziendali Formulazione dei budgetScelta degli obiettivi aziendali Formulazione dei budget
Pianificazione dell’organizzazione Pianificazione degli organi di staff Controllo delle assunzioni
Fissazione delle politiche personale Formulazione delle direttive di personale Attuazione delle politiche
Fissazioni delle politiche finanziarie Pianificazione del capitale circolante Controllo della estensione del creditop p
Fissazioni delle politiche commerciali Formulazione dei programmi pubblicitari Controllo della collocazione degli annunci
Fissazioni delle politiche di ricerca Decisione sui progetti di ricerca
Scelta di nuove gamme di prodotti Scelta dei miglioramenti del prodotto
Acquisizione di una nuova divisione Decisioni relative alla ricostruzione degli impianti
Programmazione operativa degli impianti
Decisioni non correnti di investimento Decisioni correnti di investimento
Formulazione di regole di decisione per il controllo operativo
Controllo delle giacenze
Misura, valutazione e miglioramento delle prestazioni direzionali
Misura, valutazione e miglioramentodell’efficienza degli operai
Sistemi di controllo di gestione
Prof. Mascheretti Sergio A.A. 2010/2011
Lezione 01 – INTRODUZIONE AL CORSO
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Facoltà di Ingegneria
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Fonte: Anthony
CIRCOLARITA’ DEL PROCESSO DI PIANIFICAZIONE E CONTROLLO
PIANIFICAZIONEPIANIFICAZIONE
PROGRAMMAZIONEPROGRAMMAZIONECONTROLLO
AZIONE
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ARGOMENTI DELLA PROSSIMA LEZIONE
STRATEGIA
FORMULA IMPRENDITORIALEFORMULA IMPRENDITORIALE
AREE STRATEGICHE D’AFFARI
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