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ORGANO UFFICIALE DELL’UGL - FEDERAZIONE NAZIONALE CORPO FORESTALE DELLO STATO Sempre più donne Sempre più donne nell'imprenditoria agricola nell'imprenditoria agricola Anno III - n. 5 - settembre/ottobre 2010 - 16.25 - Poste italiane Spa Spedizione in abb. Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004) art. 1 comma 1 DCB Milano - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008 ORGANO UFFICIALE DELL’UGL Federazione Nazionale Corpo Forestale dello Stato n.6 novembre/dicembre QUESTO PRODOTTO È COMPLETAMENTE BIO-DEGRADABILE E RICICLABILE, NEL PIENO RISPETTO DELL’AMBIENTE SICUREZZA ALIMENTARE SICUREZZA ALIMENTARE Mozzarelle blu, rosa e a pois Mozzarelle blu, rosa e a pois le frodi diventano colorate le frodi diventano colorate CACCIA CACCIA I consigli della forestale I consigli della forestale per un'attività in sicurezza per un'attività in sicurezza CULTURA CULTURA La teoria di Lovelock: La teoria di Lovelock: il nostro pianeta come un essere vivente il nostro pianeta come un essere vivente Derrick Coetzee

Sicurezza Ambiente n.06-10

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La rivista è un interessante punto d’osservazione anche delle dinamiche sindacali, quelle che hanno visto l’Ugl tutta, e la federazione, conquistare un importante spazio.

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Sempre più donneSempre più donnenell'imprenditoria agricolanell'imprenditoria agricola

Anno III - n. 5 - settembre/ottobre 2010 - € 16.25 - Poste italiane SpaSpedizione in abb. Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004) art. 1

comma 1 DCB Milano - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008

ORGANO UFFICIALE DELL’UGL Federazione Nazionale Corpo Forestale dello Stato

n.6 novembre/dicembre

QUESTO PRODOTTO È COMPLETAMENTE BIO-DEGRADABILE E RICICLABILE, NEL PIENO RISPETTO DELL’AMBIENTE

SICUREZZA ALIMENTARESICUREZZA ALIMENTARE

Mozzarelle blu, rosa e a poisMozzarelle blu, rosa e a pois

le frodi diventano coloratele frodi diventano colorate

CACCIACACCIA

I consigli della forestaleI consigli della forestale

per un'attività in sicurezzaper un'attività in sicurezza

CULTURACULTURA

La teoria di Lovelock: La teoria di Lovelock:

il nostro pianeta come un essere viventeil nostro pianeta come un essere vivente

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N. 6- - pag. 3

SOMMARIO

4 - Editoriale

L’ultima stagione tra successi e delusioni

6 - Focus

L'imprenditoria femminile in agricoltura

12 - Dibattito aperto

Nucleare: a Palazzo Marini

il convegno promosso

dal Ministero dell’Ambiente

sul confronto con l’esperienza francese

16 - Sicurezza alimentare

Mozzarelle blu, rosa e a pois:

le frodi si colorano di fantasia

18 - Biodiversità

In Lazio l’Osservatorio Regionale

22 - Cronaca

Liguria: visita (ed elogi)

del Capo della Protezione Civile Bertolaso

24 - Il 2 Ottobre si è svolta

la 1a giornata nazionale del riciclo

e della raccolta differenziata di qualità

26 - Il giardino degli orrori:

la macabra scoperta del Corpo Forestale

28 - Cultura

Il nostro Pianeta come un essere vivente:

"Gaia", l'affascinante teoria di James Lovelock

30 - Sindacale

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N. 6 - - pag. 4

EDITORIALEL’ULTIMA STAGIONE

TRA SUCCESSI E DELUSIONI

di Danilo Scipio (Segretario Nazionale UGL-CFS)

Finalmente, è proprio il

caso di dirlo, si è chiusa

la partita del rinnovo con-

trattuale 2008/2009 delle

forze di polizia e forze ar-

mate.

Qualcuno ha cercato di sminuire

l’importanza del risultato raggiun-

to, frutto senza ombra di dubbio,

della manifestazione che ha visto

sfilare per le vie della Capitale oltre

40.000 poliziotti, forestali e peni-

tenziari, dimenticando però che

senza quell’azione di protesta non

avremmo avuto sul

piatto della bilancia

gli ulteriori 100 mi-

lioni di euro per la

specificità.

Altro successo – pe-

raltro tutto da ve-

rificare negli effetti

concreti – è stato

l’aver strappato l’impegno del Go-

verno a dare tangibile attuazione

agli ordini del giorno approvati in

Parlamento sulla manovra correttiva.

Ma la prima riprova non è certo un

segnale incoraggiante. È accaduto,

infatti, che nonostante le rassicu-

ranti dichiarazioni trionfalistiche di

Ministri e Sottosegretari, l’ultima cir-

colare operativa INPDAP accomuna

nell’applicazione delle modifiche

al sistema pensionistico, il persona-

le del comparto sicurezza e difesa

al restante del pubblico impiego,

danneggiando l’intera categoria già

fortemente penalizzata dal mancato

avvio della previdenza complemen-

tare.

Ci piacerebbe ascoltare, a questo

punto, il pensiero del Presidente del

Consiglio Berlusconi; anche sem-

plicemente per capire se è ancora

lui il Capo dell’Esecutivo o Tremon-

ti. In effetti dobbiamo riconoscere

al “caro”, “carissimo” per le nostre

tasche, Ministro dell’Economia una

certa coerenza in quanto dalla sua

bocca, a differenza del Premier, non

sono mai uscite parole smielate nei

confronti delle forze dell’ordine.

PURTROPPO!

Dichiarazioni che invece non han-

no mai lesinato Maroni, La Russa ed

anche Gasparri, molte volte però a

sproposito, al limite del grottesco.

Già, perché se no-

nostante i tagli oriz-

zontali alle risorse

dell’intero settore, i

poliziotti continua-

no a fare il proprio

dovere con profes-

sionalità e arrestano

pericolosi latitanti

non è certamente

dovuto al fatto che centinaia di re-

plicanti del Ministro dell’Interno si

sono messi di servizio di pattuglia-

mento e controllo del territorio. Lo

Si è chiusa la partita del rinnovo contrattuale 2008/2009 delle forze armate e di polizia con ulteriori 100 milioni di euro sul piatto.

Ma l’ultima circolare operativa INPDAP accomuna, nel sistema pensionistico, il personale del comparto sicurezza e difesa al restante del pubblico impiego

Soddisfatti dei risultati raggiunti, grazie alla manifestazione dei 40 mila in piazza.

Ma i tagli ci sono stati.E nonostante i tagli orizzontali alle risorse, i poliziotti continuano a fare il loro dovere

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N. 6- - pag. 5

si deve solo allo spirito di sacrificio

e al senso del dovere nei confron-

ti delle Istituzioni – e non già di chi

oggi le rappresenta – che anima

ogni fedele servitore dello Stato.

Oggi vengono raccolti i frutti di anni

di pedinamenti, intercettazioni,

appostamenti resi possibili dagli in-

vestimenti di precedenti Esecutivi;

senz’altro anche da parte del 2° Go-

verno Berlusconi, indiscutibilmente

non da questo.

E se Luca Zaia è risultato alla fine una

meteora, un Ministro senza infamia

e senza lode che non lascerà traccia

nella storia del Corpo Forestale del-

lo Stato se non per aver presiedu-

to la seduta più scandalosa del suo

Consiglio di Amministrazione, quella

dello scrutinio dei 68 primi dirigenti

per intenderci, l’avventura del Mini-

stro Giancarlo Galan, iniziata in sor-

dina per via dell’attesa della nomina

al Dicastero delle attività produttive,

sta decollando seppur a rilento.

Dobbiamo infatti ascrivere al no-

stro nuovo Ministro, oltre che al

Sig. Capo del Corpo Ing. Cesare Pa-

trone, il brillante risultato di aver

difeso l’istituzione delle sezioni di

P.G. del CFS nelle Procure, ivi com-

prese quelle delle Regioni a Statu-

to speciale.

Ed infine registriamo con piacere

l’inversione di rotta dell’Ing. Patrone

sul fronte delle relazioni sindacali.

Una semplice quanto superflua – in

tempi normali – circolare sulle pre-

rogative sindacali ha interrotto –

speriamo – un sodalizio pericoloso

per la gestione amministrativa della

cosa pubblica e del personale e

spazzato via – fino a prova contraria

– ombre oscure che attanagliavano

il futuro del Corpo Forestale dello

Stato.

GOVERNO BOCCIATO, CAPO DEL

CORPO PROMOSSO CON DEBITI.

Che Festa sia! •

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N. 6 - - pag. 6

FOCUSL'IMPRENDITORIA FEMMINILE

IN AGRICOLTURA

A cura di Veronica Navarra

Presidente dell'Osservatorio Nazionale

per l'Imprenditoria e il Lavoro Femminile in Agricoltura

Negli ultimi anni il di-

battito internazionale

e nazionale ha posto

maggiore attenzione

al ripensare una nuova

visione dell’agricoltura e del ruolo im-

portante che essa assume nel contesto

socio-economico nei diversi territori

rurali. Tale approccio ha evidenziato

come il mondo agricolo non è più rivol-

to ai singoli settori ma sta assumendo un

volto nuovo, più differenziato e più mul-

tifunzionale. L’imprenditoria femminile

in agricoltura rappresenta un elemento

fondamentale per il mondo agricolo per

poter sostenere e promuovere le nuo-

ve attività multifunzionali che sono state

già inserite e/o che si dovranno incre-

mentare nei prossimi anni.

Prima di procedere nell’analisi dettaglia-

ta su quali potrebbero essere le sfide

future che il mondo imprenditoriale

femminile dovrà sostenere, è utile fare

una piccola premessa su alcuni degli at-

tori che stanno promuovendo lo svilup-

po del mondo agricolo e rurale in Italia.

A seguito del regolamento europeo

(Ce) n. 1698/2005 con il quale la Com-

missione europea ha ampliato l’ambito

di azione degli interventi della politica

in favore dello sviluppo rurale con l’in-

troduzione di ulteriori obiettivi stra-

tegici, in Italia, durante il periodo di

programmazione in corso, il Mipaaf è

stato istituito un programma di suppor-

to – “Rete rurale nazionale (Rrn)” – per

l’attuazione delle politiche di sviluppo

rurale.

L’obiettivo della Rete Rurale è quello

di accompagnare e integrare tutte le

attività legate allo sviluppo delle aree

rurali per il periodo di programmazio-

ne di riferimento. La Rrn Italia ha una

struttura piramidale al cui vertice c’è

l'Unità di animazione e coordinamento

(Unac) e le strutture di “supporto oriz-

zontale” (la segreteria tecnica del Ta-

volo permanente di partenariato e sia

dell'Osservatorio sull'evoluzione delle

zone rurali; lo staff comunicazione e

organizzazione eventi; lo staff legale; lo

staff interpretariato e traduzioni; lo staff

segreteria). Subito al di sotto dell’Unac

sono state istituite l'Unità di gestione e

coordinamento e diverse task force te-

matiche. La Rrn ha il compito di fungere

da network al fine di coinvolgere attiva-

mente tutti i soggetti che operano nel

mondo rurale.

La Rete rurale nazionale ha istituito la

Task force pari opportunità, la quale

collabora sinergicamente con l'Osser-

vatorio nazionale per l'imprenditoria

ed il lavoro femminile in agricoltu-

ra (Onilfa), presieduto dal Ministro

dell’Agricoltura.

L’Osservatorio nasce con decreto mi-

nisteriale nel 1997 ed è composto da

30 membri rappresentanti dei principali

soggetti, pubblici e privati, che opera-

no nel settore agricolo e rurale. Il macro

obiettivo dell’Osservatorio è quello di

stimolare l’imprenditorialità femminile

attraverso una maggiore conoscenza

della realtà e del contesto in cui le

donne imprenditrici devono operare,

attraverso studi ad hoc in grado di

suggerire proposte e/o soluzioni alle

problematiche più ricorrenti.

L’ambito di azione è molto vasto, l’Os-

servatorio suddivide le sue attività in

grossi filoni: 1) di ricerca, attraverso

studi analitici elaborando dati statistici

sui temi di interesse; 2) di verifica, attra-

verso l’analisi delle normative italiane in

ambito di lavoro, per verificare il rispet-

to delle pari opportunità di genere nel

mercato del lavoro; 3) di supporto, per

facilitare le imprenditrici nell’affrontare

i mercati nazionali e internazionali coa-

diuvando la loro partecipazione a fiere

e eventi; 4) di formazione, organizzan-

do corsi di formazione/informazione su

tematiche richieste dal territorio. Le at-

Il settore sta cambiando volto e diventa più differenziato e multifunzionale. In Italia dal 2003 al 2008, ad esempio, le aziende agrituristiche condotte da donne

sono cresciute di circa il 49 %, con un incremento maggiore nelle regioni del Mezzogiorno (+72,2 %)

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tività di indagini svolte dall’Osservatorio,

si focalizzano prevalentemente su quale

ruolo e su quali funzioni le donne devo-

no assumere e sostenere per stimolare

e incentivare lo sviluppo socio econo-

mico delle aree rurali. I risultati di questi

studi sono utili per le Amministrazioni

pubbliche soprattutto durante la fase

di definizione delle strategie di policy

e dei relativi interventi da adottare per

promuovere lo sviluppo di un territorio.

Tale premessa è stata necessaria per far

meglio comprendere gli obiettivi stra-

tegici delle attività di policy in atto per

promuovere e sostenere lo sviluppo del

mondo agricolo e dell’imprenditorialità

femminile in agricoltura del nostro Pa-

ese. Nel 2009, secondo i dati del Cen-

tro studi dell’Unioncamere le imprese

agricole femminili, tenendo conto di

tutte le forme giuridiche, sono circa il

29 % sul totale delle imprese attive in

agricoltura. Tenendo conto inoltre che

le aziende individuali femminili nel mon-

do agricolo sono circa 245.141, ovvero

circa il 28 % di tutte le aziende indivi-

duali femminili che operano nei diversi

settori di attività economica.

Osservando, inoltre, i dati dell’Istat è

importante sottolineare che dal 2003 al

2007 nonostante il numero dei condut-

tori/trici delle aziende agricole ha avuto

una riduzione di circa il 15 %, il nume-

ro di conduttrici di aziende agricole

segnala una riduzione inferiore (circa

del 9 %). Facendo un focus dei dati

per ripartizione geografica emerge che

nell’area del Nord Est del Paese il nume-

ro delle conduttrici di aziende agricole

sono aumentate di circa il 13 % contro

una diminuzione generale del -4,6 %.

Le conduttrici avente una forma giuridi-

ca individuale nel 2007 risultano essere

circa il 32 %, tale dato è cresciuto negli

ultimi anni in tutte le aree geografiche

del Paese.

Le analisi fatte sottolineano che negli

ultimi anni il ruolo delle donne sta as-

sumendo in agricoltura un ruolo molto

importante. Probabilmente incide an-

che la scelta fatta dal Mipaaf, in linea

con quanto stabilito dalla Commissione

europea negli Orientamenti strategici

comunitari (Osc), di dare particolare at-

tenzione a tutti gli interventi di policy fi-

nalizzati alla promozione dell’economia

rurale e al miglioramento della qualità

L'obiettivo del nuovo osservatorio è di stimolare l'attività femminile attraverso una maggiore conoscenza della realtà

FOCUS

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N. 6- - pag. 9

di vita delle popolazioni rurali facendo

proprio il concetto stesso di un’agricol-

tura dedita anche alla multifunzionalità,

attraverso la promozione e la creazione

di nuove figure professionali e posti di

lavoro nelle aree rurali.

L’introduzione del concetto di multifun-

zionalità in agricoltura ha generato un

superamento della visione tradizionale

dell’agricoltura introducendo nuove

strategie nella programmazione nazio-

nale per lo sviluppo rurale e temi es-

senziali per lo sviluppo del settore agri-

colo. Le strategie di policy a favore del

settore agricolo puntano a individuare

nuove opportunità economiche per le

aziende agricole attraverso la valorizza-

zione delle risorse locali, stimolando lo

sviluppo integrato nelle aree svantag-

giate, al fine di incentivare una maggiore

sensibilità sui temi ambientali, culturali e

tradizionali. I punti di

forza delle produzio-

ni agricole si basano

sulla tipicità e genu-

inità, sulle tradizioni

secolari che spesso si

nascondono dietro al

prodotto finale.

La scelta di focaliz-

zare alcuni studi sui

diversi approcci legati alla multifun-

zionalità in agricoltura è legata so-

prattutto dalla consapevolezza che

attribuire tale concetto ad un’ attività

economica, anche agricola, determina

sia una maggiore capacità di produrre

più prodotti congiunti e sia favorisce

il raggiungimento di obiettivi di natura

più prettamente sociali. Rappresenta

un’opportunità economica per le azien-

de in quanto integrano le loro attività

attraverso l’offerta di molti servizi, alcuni

remunerati, al territorio e non solo, sal-

vaguardando la sostenibilità stessa del

settore. Molte aziende multifunzionali

svolgono un ruolo di “sentinella” ovve-

ro svolgono un lavoro di salvaguardia

e gestione delle risorse, quali acqua,

suolo e vegetazione, obiettivi prioritari

di riqualificazione dell'attività agricola.

La multifunzionalità in agricoltura com-

porta una continua ricerca di coniugare

efficientemente gli obiettivi tipicamente

produttivi con quelli sociali ed ambien-

tali. La sostenibilità e il miglioramento

della qualità della vita sono due principi

fondamentali per lo sviluppo dei terri-

tori rurali e sono valori in cui credono

fortemente le imprenditrici donne che

vivono in queste aree, assumendo un

ruolo rilevante nella sicurezza alimen-

tare e nella conservazione della biodi-

versità. La maggior parte delle aziende

condotte da donne oltre ad essere effi-

caci, innovative e dinamiche, hanno un

forte orientamento verso la diversifica-

zione e la multifunzionalità.

Nel Piano strategico nazionale (Psn) e

di conseguenza anche nei programmi

operativi regionali dello sviluppo rurale

è stata dedicata una misura specifica,

l’Asse III “Qualità della vita e diversifica-

zione dell’economia rurale”. Nello spe-

cifico, l’Asse III raggruppa sia le misure

di diversificazione economica e azien-

dale, servizi alla popolazione, tutela e

riqualificazione del patrimonio rurale,

e sia quelle relative alla formazione de-

gli operatori rurali e acquisizione del-

le competenze, al fine di sostenere e

favorire, da un lato, la diversificazione

dell’economia rurale, incentivando gli

investimenti in attività economiche già

esistenti o ex novo secondo l’obietti-

vo di “Mantenimento e/o creazione di

opportunità occupazionali e di reddito

in aree rurali” e dall’altro lato, invece,

pone maggiore attenzione ad inve-

stimenti ed interventi in grado di pro-

muovere il miglioramento della qualità

della vita in ambito socio-economico e

ambientale dei cittadini e delle attività

produttive presenti nelle aree rurali (ad

esempio agriturismo, turismo locale,

agri-asili, fattorie didattiche, eco-fatto-

rie, produzione di energia) in linea con

quanto definito nell’obiettivo “Migliora-

mento dell’attrattività dei territori rurali

per le imprese e la popolazione”.

Nel nostro Paese le

attività multifunzionali

maggiormente diffuse

e praticate sono: agri-

turismo; turismo rura-

le; fattoria didattica;

servizi ludico-ricreati-

vi/ludoteche (corsi di

artigianato e cultura

locale); assistenza per

anziani, comunità di

tipo familiare mamma-bambino per per-

sone non abili (pet-therapy, horticultu-

ral), in questi ultimi anni si sta cercando

di promuovere la nascita di asili nido ru-

rali e/o servizi integrativi e sperimentali

per la prima infanzia (agri-asili).

Per quanto riguarda gli agri-turismi, in

Italia, sono stati istituiti gli Albi regio-

nali dell’agriturismo (Hall farm), in cui

vengono disciplinate le attività che le

aziende agrituristiche possono svolge-

re. Osservando i dati dell’Istat relativi

al numero di aziende agrituristiche in

Italia, emerge che esistono 18.480 agri-

La sostenibilità e il miglioramento della qualità della vita sono due principi fondamentali

per lo sviluppo dei territori rurali e sono valori in cui credono fortemente le imprenditrici donne

che vivono in queste aree

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molte Regioni italiane hanno istituito un

“Albo delle fattorie didattiche” preve-

dendo delle linee guida in cui vengono

riportati gli standard minimi da rispetta-

re per poter avere l’accreditamento da

parte della Regione per essere inseriti

nell’apposito Albo. Da segnalare che la

regione Puglia si è dotata dell’Albo delle

fattorie didattiche a seguito di un corso

formativo organizzato dall’Onilfa.

Un altro aspetto interessante che si

sta sviluppando in Italia è la diffusione

della filiera corta o comunemente det-

ta a “chilometro zero”, ossia la vendita

diretta dei prodotti agricoli. La filiera

corta tende da un lato ad abbassare i

costi dei beni alimentari, riducendo le

intermediazioni tra agricoltore e con-

sumatore, dall’altro si ha sia una mag-

giore salubrità dei prodotti alimentari

e si danno nuovi sbocchi commerciali

ai prodotti di alta qualità. La vendita a

chilometro zero ha anche forti impatti

positivi sull’ambiente, infatti aiuta a ri-

durre il livello di inquinamento. La filie-

ra corta sta avendo anche forti impatti

sociali, infatti, sta avvicinando sempre

di più il mondo urbano al mondo rurale

e/o delle campagne, portando ad una

“riscoperta” della natura e “riportando”

dei buoni sapori dei prodotti alimentari

italiani nelle tavole delle famiglie che vi-

vono nelle aree urbane. A Modena esi-

ste un esempio interessante di farmers

market per la distribuzione del latte fre-

sco nelle piazze.

Per approfondimenti visitare il sito

www.onilfa.gov.it. •

FOCUS

turismi (dati aggiornati al 2008), di cui il

35 % è condotto da donne.

Da sottolineare che in Italia dal 2003 al

2008 le aziende agrituristiche condotte

da donne sono cresciute di circa il 49

%, con un incremento maggiore nel-

le regioni del Mezzogiorno (+72,2 %)

mentre l’area che ha avuto una crescita

minore è quella del Nord Est.

Le fattorie didattiche nascono con

l’obiettivo di avvicinare il mondo della

scuola con il mondo agricolo, svolgen-

do un ruolo importante nell’educazio-

ne ambientale e alimentare dei giova-

ni, nonché futuri consumatori. L’idea è

quella di stimolare fin dall’infanzia una

maggiore sensibilità su temi legati all’ali-

mentazione (qualità e la salubrità dei

prodotti), e alla riscoperta di territori. Le

attività svolte nelle fattorie didattiche,

infatti, puntano a mettere in evidenza lo

stretto rapporto esistente tra i prodot-

ti agricoli ed il territorio, pianificando i

corsi formativi rispettando l’alternanza

delle stagioni ed i ritmi dell’habitat natu-

rale esistente nei diversi territori. In que-

sto modo si cerca di dare una maggiore

percezione dell’andamento naturale

che il mondo agricolo percorre duran-

te i diversi mesi dell’anno. Molto spesso

queste attività includono anche percor-

si formativi storico-culturali, attraverso la

collaborazione di associazioni e/o orga-

nizzazioni che operano in questi ambiti,

per far conoscere il legame stretto che

esiste tra le persone e i beni alimentari e

i territori. Le fattorie didattiche ed eco-

fattorie, inoltre, hanno anche delle rica-

dute sull’agricoltore il quale, attraverso

l’offerta di tale servizio, può integrare il

proprio reddito senza alterare la carat-

teristica agricola della propria azienda.

In Italia esistono, ad oggi, circa 1.747

fattorie didattiche accreditate, di cui

la maggior parte sono localizzate nel

Nord Est del Paese. Da sottolineare che

Il Ministro Galan

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DIBATTITO APERTONUCLEARE: A PALAZZO MARINI

IL CONVEGNO PROMOSSO

DAL MINISTERO DELL’AMBIENTE

SUL CONFRONTO CON L’ESPERIENZA

FRANCESE

A cura della Segreteria Nazionale UGL-CFS Lazio

La sicurezza in campo energetico non è un’utopia ma un obiettivo concreto che si può raggiungere con l’impegno delle istituzioni, con la ricerca

e lo sviluppo continuo della tecnologia

Si è svolto a Roma, lo scor-

so 22 Settembre, nella Sala

delle Colonne di Palazzo

Marini il convegno “Produ-

zione di energia elettrica

da centrali nucleari: gli aspetti ambien-

tali e l’esperienza francese”, promosso

dalla Commissione tecnica di verifi ca

dell’impatto ambientale – VIA e VAS

- del Ministero dell’Ambiente in colla-

borazione con l’Ambasciata di Francia.

Dopo aver letto un messaggio di saluto

del Ministro On. Stefania Prestigiacomo,

il sottosegretario Roberto Menia ha sot-

tolineato che “la nuova legislazione in

materia energetica pone la sicurezza e

la tutela dell’ambiente al centro dei pa-

rametri con i quali conseguire il grande

obiettivo del rilancio del nucleare. Una

normativa che si fonda sulla procedura

di autorizzazione e sulla condivisione

territoriale. In tale contesto si sviluppa

l’approccio della Commissione tecni-

ca di verifi ca dell’impatto ambientale

VIA-VAS al nucleare”. Il presidente della

Commissione VIA-VAS Claudio De Rose

si è soffermato sulla situazione attuale

dell’energia nucleare in Italia, la norma-

tiva recente e il ruolo previsto per la

commissione. “La recente legislazione

– ha osservato - attribuisce alla Commis-

sione compiti di consulenza tecnica di

assoluto rilievo tanto nella fase di va-

lutazione strategica attinente all’indivi-

duazione secondo criteri di pianifi ca-

zione dei siti dove collocare le centrali

e i depositi delle relative scorie quanto

nella fase di autorizzazione degli stes-

si”. Il Direttore generale per lo svilup-

po sostenibile, l’energia e il clima del

Ministero, Corrado Clini, ha messo in

rilievo il ruolo centrale del nucleare

per la riduzione delle emissioni e la si-

curezza energetica dell’Europa, anche

se purtroppo “l’Unione europea, nel

negoziato internazionale sui cambia-

menti climatici, continua a considerare

l’energia nucleare al di fuori delle op-

zioni ‘pulite’ per ridurre le emissioni

globali di Co2”. Inoltre ha evidenziato

l’importanza di una ricognizione pun-

tuale dei fattori critici nelle diverse aree

del nostro Paese al fi ne dell’individua-

zione dei siti idonei. Numerosi gli altri

interventi, tra cui quello del Consiglie-

re nucleare dell’Ambasciata di Francia

Jean Claude Bouchter e di esponenti

dell’Agenzia per la sicurezza nucleare

francese e del Ministero dell’Ecologia

francese.

Intervento del Sottosegretario di Sta-

to On. Roberto Menia

“Coniugare la necessità di reperire sem-

pre più energia da fonti diversifi cate

nella massima sicurezza è forse la sfi da

più importante che stiamo affrontando.

La tematica ambientale si inserisce con

forza nel dibattito sull’energia nucleare

in Italia. Tra le energie pulite il nucleare,

insieme all’effi cienza energetica ed alle

rinnovabili, ha un ruolo decisivo, per-

ché è disponibile, è effi cace, è la tec-

nologia avanzata di riferimento per le

economie che si stanno muovendo con

maggiore velocità verso la nuova cosid-

detta “green economy”: la Cina, l’India,

la Corea del Sud, gli USA del presidente

Obama, il Giappone. In aggiunta il nu-

cleare è già oggi la tecnologia che con-

sente all’Europa di avere basse emissio-

ni di CO2 in rapporto al PIL.

Se la Francia, la Gran Bretagna, la Ger-

mania, la Spagna, la Svezia, non aves-

sero il nucleare le emissioni di CO2 nel

settore energetico sarebbero superiori

del 35% circa rispetto ai livelli attuali.

Il nucleare non è la fonte energetica

Page 13: Sicurezza Ambiente n.06-10

N. 6- - pag. 13

dei pochi, non è la fonte energetica

del passato: se oggi in 14 stati si pia-

nifi cano 108 reattori e se ne valutano

altri 250 è perché gli attuali 430 circa

impianti attualmente in esercizio si

sono dimostrati sicuri e produttivi per

i 30 Stati che li possiedono. Quella sul

nucleare è anche una sfi da culturale

che si combatte quotidianamente con

la vulgata del nucleare vecchio da con-

trapporre alle rinnovabili nuove, ma

entrambi non solo non sono alterna-

tive, ma soprattutto hanno in comune

la caratteristica di essere ad emissioni

di gas serra pari allo zero. Motivo per

cui paradossalmente chi parla di green

economy non può escludere dal nove-

ro degli ingredienti del mix energetico

necessario allo sviluppo sostenibile

l’energia nucleare. Non passi inosserva-

to in questo contesto che proprio Oba-

ma, il paladino della green economy

ha scelto come segretario di stato per

l’energia il premio nobel Steven Chu,

l’uomo giusto per avviare l’America ad

un programma di “rinascimento nucle-

are” con l’obbiettivo multiplo di com-

battere i cambiamenti climatici, ridurre

gas serra, aumentare posti di lavoro e

soprattutto ridare agli USA un ruolo

nella geopolitica che cambia e che pro-

prio sullo scacchiere energetico sposta

il suo asse verso l’Asia centrale e l’orien-

te. Analizzando in sostanza i dati degli

ultimi decenni il mondo, a dispetto del-

le energie rinnovabili, continua a pro-

durre elettricità dai combustibili fossili

(carbone e gas) che aumentano la loro

presenza dal 54% del 1997 al 62% del

2007. Le emissioni prodotte dall’inte-

ro ciclo nucleare, decommissioning e

gestione delle scorie comprese, sono

un decimo di quelle generate da una

normale centrale elettrica a carbone.

Una centrale atomica, a parità di ener-

gia prodotta in un anno è capace di ri-

durre l’inquinamento di circa 16 milioni

di tonnellate di carbone e autorevoli

opinionisti paragonano questo effetto

all’immediata eliminazione di 3,5 milioni

di automobili dal parco macchine mon-

diale. L’Italia fi no ad oggi è stato l’unico

paese del G8 a non produrre energia

nucleare e anche le potenti economie

emergenti di Cina, India e Brasile si fon-

dano sull’atomo di nuova generazione.

Certo nessuno può essere così sciocco

da immaginare che non vi siano rischi

nella produzione dell’energia nuclea-

re tra cui le scorie e il costo, ma que-

sta resta senza dubbio una frontiera di

innovazione. Indubbiamente si tratta

di una sfi da che richiede investimenti

giganteschi e non più come si diceva

negli anni 50 “che l’energia nucleare

produceva elettricità talmente econo-

mica che non vale la pena misurarla”.

L’onda emotiva successiva all’incidente

di Chernobyl può dirsi oggi ampiamen-

te rientrata nella coscienza diffusa del

paese. Le scelte che furono prese allora

son state riconosciute come avventate

ed ideologizzate. Oggi lo schieramento

pro nucleare è ampiamente trasversa-

le come dimostra il recente appello di

scienziati e personalità che chiedono

un dialogo costante con Governo e au-

torità competenti ma non escludono a

priori l’opzione nucleare. La decisione

della Corte Costituzionale di rigettare

l’impugnativa delle Regioni sulla legge

delega per il nucleare ha fugato peral-

tro ogni dubbio sulla legittimità della im-

postazione del Governo su questo tema

chiave per lo sviluppo del paese.

La nuova legislazione in materia energe-

tica pone infatti la sicurezza e la tutela

dell’ambiente al centro dei parametri

con i quali conseguire il grande ob-

biettivo del rilancio del nucleare. Una

normativa che si fonda sulla procedura

di autorizzazione e sulla condivisione

territoriale. In tale contesto si sviluppa

infatti l’approccio della Commissione

Tecnica di Verifi ca dell’Ambientale - VIA

VAS al nucleare; passando cioè dalla

precisa indicazione normativa (Legge

Delega n. 99/2009 e Decreto Legislativo

n. 31/2010) della necessità che il ritorno

del nostro Paese all’impiego dell’energia

atomica ai fi ni industriali passi attraver-

so il vaglio degli impatti che l’impiego

stesso può avere sull’ambiente natu-

rale. Il concetto di sviluppo sostenibi-

le applicato agli impieghi dell’energia

nucleare implica che gli organi tecnici,

Il Sottosegretario Roberto Menia

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N. 6 - - pag. 14

quale la Commissione Tecnica di Verifi -

ca dell’Ambientale - VIA VAS, reputati

dall’ordinamento nazionale alla verifi ca

degli impatti ambientali degli impian-

ti industriali degli ecosisteme, siamo in

grado di farlo anche con riferimento

alla materia nucleare. Una materia che

per l’Italia si presenta come nuova no-

nostante le sue precedenti esperienze

nel settore e ciò in considerazione del

grande processo di evoluzione che essa

ha avuto attraverso ben tre generazio-

ni di centrali a combustibile nucleare,

mentre la IV è già alle porte.

Di qui l’idea di dare alla commissione la

possibilità di arricchire le conoscenze

sul nucleare, non solo attraverso appro-

fondimenti e dibattiti al proprio interno

ma anche attingendo alle esperienze

maturate in altri Stati, quali, ad esempio,

la Francia e gli Stati Uniti d’America, che

hanno una tecnologia molto avanzata.

In questo spirito e con questi obietti-

vi vi è stata una prima utile esperienza

costituita dalla visita alla Centrale di Fla-

manville in Normandia. Sono state poi

raggiunte con l’Ambasciata di Francia

intese, che sono poi sfociate nella pre-

parazione dell’incontro con gli esper-

ti francesi tanto di parte istituzionale,

quanto di parte industriale, che si terrà

il 22 e 23 c.m.. Nel corso dell’incontro

odierno con gli esperti francesi cui ri-

volgo un sentito ringraziamento saran-

no affrontati temi importanti tra i quali

la pianifi cazione energetica nucleare,

con riferimento alla scelta dei siti in

cui collocare le centrali per la produ-

zione di energia elettrica, nonché i siti

di smaltimento delle scorie. Si tratta di

un aspetto sul quale la Commissione

sarà coinvolta in quanto competente

alla Valutazione Ambientale Strategica

(VAS) su scala nazionale. Molto atteso

è anche il contributo di esperienza che

potrà essere fornito dai tecnici francesi

in relazione ai contenuti degli studi di

impatto ambientale concernenti alle

centrali, nonché in relazione ai deter-

minanti problemi della sicurezza degli

impianti e del rischio radiologico delle

aree interessate. Altrettanto deve dirsi

per l’organizzazione dei controlli e per

le campagne di comunicazione intese

al coinvolgimento e alla partecipazio-

ne del pubblico, che sono da conside-

rarsi essenziali per superare i pregiu-

dizi che ancora si nutrono nei riguardi

del nucleare. Quest’ultimo aspetto è

essenziale anche per aprire la strada alla

diffusa condivisione della compatibilità

del nucleare con l’ambiente in una lo-

gica di sviluppo che indubbiamente

annovera anche le fonti rinnovabili, ma

necessariamente le integra con l’ener-

gia nucleare ad alti livelli di effi cienza

e senza rischi. Come ormai da decenni

avviene in Francia. Esiste in Italia il pa-

radosso di una grande conoscenza in

materia nucleare che è stata tenuta viva

dal mondo delle imprese anche a costo

di grossi sacrifi ci e che oggi è pronta ad

essere rimessa in campo. Parallelamente

le istituzioni si stanno attrezzando non

solo con la costituenda Agenzia, ma

anche, per quanto riguarda il Ministero

dell’Ambiente con la nuova missione

attribuita alla direzione generale per lo

sviluppo sostenibile il clima e l’energia.

La salute delle popolazioni e la tutela

dell’ambiente, in condivisione con le

comunità locali sono pilastri delle nuove

procedure autorizzative.

La sicurezza in campo energetico ed in

particolare nel nucleare non è quindi

un’utopia, ma un obiettivo concreto che

si puo’ raggiungere con l’impegno delle

istituzioni, con il confronto e soprattut-

to con la ricerca e lo sviluppo continuo

della tecnologia. Una sfi da nella quale ci

sentiamo tutti impegnati”.•Il Ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo

DIBATTITO APERTO

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N. 6 - - pag. 16

SICUREZZA ALIMENTAREMOZZARELLE BLU, ROSA E A POIS:

LE FRODI SI COLORANO DI FANTASIA

A cura dell’ Uffi cio Stampa Legambiente

Lo scorso 17 Settembre si è

svolta, a Roma, la presenta-

zione del VII Rapporto sulla

Sicurezza Alimentare da par-

te di Legambiente.

Mozzarelle blu, rosa e a pois. Le frodi

alimentari si colorano di fantasia met-

tendo sempre più a repentaglio la sicu-

rezza e la qualità del cibo italiani. Non

solo i casi delle “mozzarelle colorate”

ma anche sequestri di latte qualificato

come 100% italiano, e in realtà prodot-

to da una miscela di latte ungherese e

italiano, allevamenti dopati con ormo-

ni, vini e prodotti di qualità falsi. Carni,

allevamenti e prodotti lattiero caseari e

Made in Italy sono i settori più nel miri-

no dei contraffattori del cibo.

E’ quanto emerge da Italia a Tavola

2010, il rapporto sulla sicurezza ali-

mentare del Movimento Difesa del Cit-

tadino e Legambiente giunto ormai alla

sua settima edizione e che sempre più

si qualifica come l’analisi più completa

e dettagliata del sistema di controllo e

prevenzione della filiera agroalimen-

tare. Nella ricerca i numeri e i casi del

Corpo Forestale dello Stato, dei Cara-

binieri per la Tutela della Salute (Nas),

dell’Ispettorato centrale per il controllo

della qualità dei prodotti agroalimenta-

ri (Icqrf), dell’Agenzia delle Dogane,

del Sistema di allerta comunitario, delle

Capitanerie di Porto, e dei Carabinieri

per le Politiche Agricole e Alimentari.

Quest’anno Italia a Tavola si arricchisce

Presentato il VII Rapporto di Legambiente. Centrale il ruolo del Corpo Forestale

Il logo di "Italia a tavola

del contributo dei Servizi Igiene degli

Alimenti e Nutrizione ed i Servizi Vete-

rinari dei Dipartimenti di Prevenzione

delle A.S.L. e Laboratori pubblici che

operano nell’ambito del Servizio Sani-

tario Nazionale.

Tra i casi più eclatanti di frodi e irrego-

larità pericolose per la salute ne spic-

cano alcuni come l’operazione “Soma-

tos” portata a termine dai Nas dopo

tre anni di attività investigativa: 22

ordinanze di custodia cautelare, di cui

5 in carcere e 17 agli arresti domicilia-

ri, nei confronti di altrettante persone

ritenute responsabili di associazione

per delinquere finalizzata al traffico

ed all’impiego di sostanze vietate in

zootecnia (ormoni).

Tra i prodotti di qualità simbolo del

Belpaese vittima di sofisticazioni e con-

traffazioni c’è il vino,prodotto al centro

dell’attività di controllo dell’Icqrf e del

Corpo Forestale che nel 2009 hanno

scoperto, ad esempio una vasta falsifi-

cazione dell’Amarone della Valpolicel-

la: una famosa cantina di Fara Novarese

moltiplicava con comune vino da tavo-

la, per il 60% di provenienza francese

e per il 40% di provenienza italiana, il

vino Valpolicella della tipologia "Ama-

rone", "Ripasso" e altri vini pregiati, per

un totale di 952.084 litri. Il falso Made

in Italyè un mercato allettante soprat-

tutto per i prodotti esportati, grazie

a un “stacca-attacca” di etichette. Lo

testimoniano i risultati delle operazioni

dei Carabinieri per le Politiche Agricole

e Alimentari che a Ferentino (FR) hanno

sequestrato rotoli di etichette recanti

la dicitura “mozzarella bufala” e “fro-

zen bufala mozzarella”e confezioni di

plastica contenente prodotto destina-

to al mercato estero con etichettatura

recante la dicitura mozzarella di bufala.

I problemi principali del settore ittico

sono invece il mancato rispetto delle

norme di igiene sanitaria, di conserva-

zione e di tracciabilità. Basti pensare che

la Guardia Costiera, nel corso dell’ope-

razione Giano (durante le festività nata-

lizie) ha scoperto oltre 324 tonnellate

di pesce scaduto da anni o in cattivo

stato di conservazione e intercettato

una vera e propria filiera di distribuzio-

ne nazionale di specie ittiche prove-

nienti dall’area est asiatica. I sequestri

non mancano alle frontiere: nel 2009

l’Agenzia delle Dogane ha scoperto ol-

tre 25 mila barattoli di pomodori “San

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Marzano” falsamente etichettati e oltre

24 mila chili di formaggio a pasta filata

dichiarata “MOZZARELLA”, proveniente

da una azienda tedesca e destinata alla

Libia. Molti prodotti sofisticati e con-

traffatti provengono proprio dall’este-

ro. In particolare, secondo il sistema

di allerta comunitario RASFF sono Cina

e Turchia i paesi dai quali provengono

gran parte delle irregolarità.

Notizie di frodi che fanno passare l’ap-

petito se non fosse che rappresentano

il risultato di oltre 700mila controlli da

parte delle Forze dell’Ordine solo nel

2009. Ogni giorno gli istituti preposti

restituiscono all’agroalimentare la sua

credibilità passando al setaccio pro-

duttori, allevatori, trasformatori, super-

mercati, negozi e ristoranti. Ma anche

mercati rionali, pescherie, stabilimenti

balneari, bar, agriturismi. Controlli che

hanno evitato che arrivassero sulle no-

stre tavole 41 milioni di chili di prodotti

per un valore di oltre 145 milioni di euro

a seguito della scoperta di oltre 86mila

infrazioni (tra penali e amministrative).

Il rapporto anche quest’anno segnala

alcune buone pratiche dell’agroalimen-

tare italiano consegnando il Premio Ita-

lia a Tavola 2010. In particolare, il rico-

noscimento è andato a due esempi di

mense in ambito sanitario che abbiamo

individuato grazie alla collaborazione

di Aiab (Associazione italiana per l’agri-

coltura biologica), alla community “Il

Circolo del Cibo” di Ctm Altromercato e

al progetto “Prevenzione salute al risto-

rante”, segnalato dalla Fipe (Federazio-

ne italiana pubblici esercizi).

“Il Rapporto Italia a tavola 2010”

conferma anzitutto che il business

dell’agroalimentare è sempre più ap-

petibile per la criminalità organizzata

e l’industria della contraffazione, a

causa del valore crescente in termi-

ni economici del Made in Italy - ha

affermato Antonio Longo, Presidente

Movimento Difesa del Cittadino. Il no-

stro cibo di qualità deve peraltro fron-

teggiare non solo l’attacco illegale dei

contraffattori, ma anche difendersi da

chi a livello europeo vorrebbe depo-

tenziare e sfumare sempre più le deno-

minazioni di origine col pretesto della

libera circolazione. Per fortuna il Rap-

porto ci conferma anche positivamente

che il sistema dei controlli funziona e

lavora bene, nonostante il taglio di fon-

di e di uomini e nonostante l’incredibi-

le cancellazione dell’Agenzia nazionale

per la sicurezza alimentare, di cui chie-

diamo con forza la creazione”. “I dati

sulla difesa della sicurezza alimentare

- ha commentato Francesco Ferrante

della segreteria nazionale di Legam-

biente - dimostrano come questa bat-

taglia per la legalità sia necessaria per

tutelare la salute dei cittadini, ma an-

che per proteggere dalla lunga mano

dei truffatori e della criminalità orga-

nizzata un comparto importante come

l’agroalimentare. Non è un caso che a

crescere siano proprio le falsificazioni

dei prodotti tipici certificati e di quel

made in Italy, famoso in tutto il mondo,

che alimenta buona parte delle nostre

esportazioni. Con particolare attenzio-

ne vanno quindi difese dalle frodi le

nostre piccole e medie aziende, che

rappresentano il target più sensibile alle

mire dei gruppi organizzati che specu-

lano sul settore con profitti di milioni

di euro”. •

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BIODIVERSITÀIN LAZIO L’OSSERVATORIO REGIONALE

A cura della Segreteria Nazionale UGL-CFS

L'Osservatorio sulla Biodi-

versità del Lazio (OBL)

è un Progetto coordi-

nato dall'Assessorato

Ambiente della Regione

Lazio, dall'Agenzia Regionale dei Parchi

e dall'Università di Roma "Tor Vergata".

Ha l'obiettivo principale di “raccogliere,

elaborare e interpretare dati e informa-

zioni sulla biodiversità nel territorio del-

la regione Lazio, produrre documenta-

zione di sintesi per facilitare le attività

di monitoraggio e programmare inizia-

tive di acquisizione di dati nelle aree

meno conosciute."

In seguito hanno aderito anche il Dipar-

timento di Biologia Vegetale e quello di

Biologia Animale e dell'Uomo dell'Uni-

versità "La Sapienza", il Dipartimento

di Biologia dell'Università di Roma Tre

e l'Università della Tuscia. La realizza-

zione di un centro locale, nato espres-

samente per raccogliere ed elaborare

dati sulla biodiversità, può essere con-

siderata in anticipo sui tempi nella si-

tuazione italiana.

Una delle prime fasi del progetto per

l'OBL ha riguardato l'allestimento del

sistema di raccolta dei dati ed il repe-

rimento e la validazione dell'esisten-

te. La ricerca dei materiali è stata quin-

di diretta alla raccolta di dati di diversa

origine: osservazionali (molto spesso

non pubblicati), da erbari, collezioni

zoologiche, da schedari, da cataloghi

e da fonti bibliografi che diverse, sia di

letteratura uffi ciale che di letteratura

"grigia" (tesi di laurea, relazioni tecni-

co-scientifi che). In seguito all'elabora-

zione di linee guida per l'acquisizione

e gestione dei dati, si è proceduto

quindi alla sistematizzazione delle

basi di dati: i dati raccolti sono orga-

nizzati in un sistema informatico che

risponde a standard internazionali di

contenuto e organizzazione e ne con-

sente la manipolazione sia degli aspet-

ti spaziali che temporali.

La base di dati dell'Osservatorio co-

stituisce, quindi, non solo un poten-

te strumento scientifi co in grado di

migliorare la conoscenza naturalistica

del territorio, indirizzando la ricerca

di base e applicata, ma anche un uti-

le servizio per istituzioni scientifi che,

amministrazioni pubbliche e privati

cittadini rendendo i dati disponibili

via internet. Infi ne, l'integrazione dei

dati nel Sistema Informativo Territoria-

le della Regione Lazio ha una ricaduta

diretta per la pianifi cazione e la ge-

stione delle Aree Protette.

La biodiversità nel Lazio: Fauna, Flora

e biodiversità nascoste

Il Lazio dispiega la sua ricchezza su

una superfi cie di 1.720.268 ettari. Le

pianure lo attraversano solo per una

minima parte (un 20%); per il resto le

montagne ed ancora di più le colline

si rincorrono, ripartite in sistemi più o

meno estesi, fi no ad affacciarsi o quasi

a precipitare sul mare.

La costa si sviluppa per trecento chi-

lometri ed il Mar Tirreno restituisce

con le isole dell'Arcipelago Pontino

testimonianze di una estesa ed in-

tensa attività vulcanica. La variegata

tipologia degli attuali paesaggi del

Lazio è, principalmente, frutto di una

storia geologica complessa, lunga mi-

lioni di anni. I movimenti delle terre,

Obiettivo: raccogliere, elaborare e interpretare datiper diventare un utile servizio per istituzioni scientifi che,

amministrazioni pubbliche e privati

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N. 6- - pag. 19

il sollevamento dei fondali marini e lo

sprofondamento di altri, l'espandersi

e il ritrarsi dei mari, la formazione dei

fi umi, hanno costruito e modellato il

paesaggio di questa regione. Ciò che

noi osserviamo è custode silenzioso

di vicende lunghe milioni di anni. La

posizione geografi ca (centrale rispet-

to alla regione mediterranea) ed il

conseguente clima, la natura dei suoli,

l'idrografi a concorrono a spiegare la

grande varietà dell'assetto paesaggisti-

co. Più recentemente, un'altra straor-

dinaria forza ha contribuito a scolpire

defi nitivamente le immagini dei luoghi:

l'uomo. Soprattutto negli ultimi tre o

quattromila anni, la nostra specie ha

plasmato in misura diversa il territorio.

Così accanto a segni discreti, che tra-

sformano il paesaggio con testimo-

nianze storiche preziose ed insostitu-

ibili, convivono ferite inguaribili i cui

effetti sono sotto gli occhi di tutti. Il

Lazio si pone come una delle regioni

europee e mediterranee maggiormen-

te interessanti e, al tempo stesso, vul-

nerabili sotto il profi lo della biodiversi-

tà. Per quanto riguarda la ricchezza di

specie, possiamo osservare che, alme-

no per gli organismi più studiati e per

i quali si dispone di dati più completi,

il Lazio ospita circa il 50% delle specie

presenti in tutta Italia. Per alcuni grup-

pi, comunque, come per esempio i

ragni, gli scorpioni o addirittura i mu-

schi ed i funghi, le conoscenze sono

ancora largamente incomplete. Consi-

derando che una quota rilevante del-

le specie italiane è confi nata nell'Italia

settentrionale ed in particolare nell'ar-

co alpino, e che altre specie animali

e vegetali vivono esclusivamente nelle

isole, si può facilmente capire come

la fauna e la fl ora del Lazio siano alta-

mente rappresentative della biodiver-

sità dell'intera penisola.

Alcune aree e certi ambienti del La-

zio assumono un'importanza straor-

dinaria perché rappresentano le rare

testimonianze storiche di un popola-

mento animale e vegetale originario.

Custodi di specie che da tempo im-

memorabile vivono nel Lazio, ma che

oggi sono rare, sono alcuni "ambienti

di rifugio" come le grotte, le cime dei

monti o perfi no le acque temporanee.

Questi ambienti ospitano organismi

che hanno una diffusione geografi -

ca molto ridotta rispetto a quella del

passato: una distribuzione relitta, che

li rende particolarmente preziosi. Di

enorme valore scientifi co e cultura-

le sono anche le specie che vivono

in una sola area geografi a: le specie

endemiche. Per il loro valore intrin-

seco, quindi, le specie endemiche e

quelle relitte caratterizzano in modo

esclusivo le peculiarità ambientali di

una data area, e ne rappresentano nel

contempo l'elemento più vulnerabile

e minacciato di estinzione. Circa 1400

sono le grotte attualmente conosciute

nel Lazio. Di queste la maggior parte

si trova nel massiccio dei Monti Lepini

(477), seguito dai Monti Ausoni (169),

gli Aurunci (111), gli Ernici (104). Al-

cune grotte sono poi notevoli per

estensione. Il primato spetta alla Grot-

ta degli Urli (Guarcino, Frosinone): la

più profonda (-600m) ed anche la

più lunga (3620m). Per sviluppo ver-

ticale si può citare l'Abisso Consolini

(-550m, Carpineto Romano, Roma) e

la Grotta di Cittareale (-450m, Citta-

reale, Rieti). Per sviluppo orizzontale

la Grotta di Pastena (3000m, Pastena,

Frosinone) e la Grotta del Formale

(2920m, Carpineto Romano, Roma). Il

mondo sotterraneo e le sue acque vi-

vono di delicati e complessi equilibri

chimico-fi sici e biologici. Sono eco-

sistemi vulnerabili, in molti casi sot-

toposti a rischi di degrado ed inqui-

namento permanenti ed irreversibili.

L'immaginario collettivo ha popolato

il buio delle grotte di esseri immortali,

creature malefi che, draghi fantastici.

L'esplorazione scientifi ca, invece, ha

portato alla luce i reali abitatori del-

le grotte e, più in generale, di tutto

l'ambiente sotterraneo. Molte specie

di animali, infatti, trascorrono la loro

intera esistenza nel mondo ipogeo. Si

tratta, in genere, di creature piccole

(questione di millimetri o pochi centi-

metri), cieche, depigmentate, elegan-

ti. Gli incontrastati padroni delle tene-

bre sono invertebrati: sia terrestri che

acquatici, ed in particolare dominano

gli Artropodi (insetti, ragni, pseudo-

scorpioni, millepiedi, crostacei).

Per approfondire il tema visitare

il sito www.leps.it/obl oppure il sito

www.regione.lazio.it

Il ministro Prestigiacomo e il governatore del Lazio Renata Polverini

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CRONACALIGURIA: VISITA (ED ELOGI)

DEL CAPO DELLA PROTEZIONE

CIVILE BERTOLASO

A cura della Segreteria Regionale UGL-CFS Liguria

Lodato l’operato dei volontari che collaborano con quelli della Lombardiae di CFS, VVF e Prefettura, evidenziando come cooperazioni

di questo tipo portino a risultati positivi

Si è svolto lo scorso 9 set-

tembre, presso la base

operativa nella foresta del

Lerone in località Vaccà

ad Arenzano l’incontro

tra il capo della Protezione Civile,

Dott. Guido Bertolaso, e gli enti impe-

gnati nella lotta agli incendi boschivi.

La Regione Lombardia collabora infatti

con la Regione Liguria dallo scorso lu-

glio per la lotta agli incendi boschivi

in virtù di una convenzione tra le due

amministrazioni; pattuglie di volontari

della Lombardia si sono affi ancati in-

fatti ai volontari liguri per prevenire

l’insorgere di incendi boschivi con il

coordinamento del Corpo Forestale

dello Stato.

E’ anche grazie a questa presenza,

oltre alle favorevoli condizioni me-

teorologiche, che la nostra regione

ha registrato per il 2010 un notevole

abbassamento sia del numero di in-

cendi che della superfi cie percorsa

dal fuoco. Erano presenti il Coman-

dante Regionale del Corpo Forestale

dello stato il Dr. Alfredo Milazzo ed

il comandante Provinciale di Genova,

la Dr.ssa Paola Tomassone nonché il

Prefetto di Genova, il comandante re-

gionale dei VVF, l’assessore regionale

all’ambiente Renata Briano, l’assessore

regionale all’agricoltura, Giovanni Bar-

bagallo, il sindaco di Arenzano e l’As-

sessore della Regione Lombardia alla

Protezione Civile La Russa.

Bertolaso ha elogiato l’operato dei

volontari delle due regioni e l’operato

di CFS, VVF e Prefettura evidenziando

come cooperazioni di questo tipo

Il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso in visita alla foresta del Lerone ad Arenzano

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portino a risultati positivi ed augu-

randosi che vengano imitati da altre

regioni in Italia ed esortando a non

abbassare mai la guardia memore del

grosso incendio divampato proprio

nel mese di settembre del 2009 sul-

le alture della città di Genova quan-

do sembrava cessato ormai l’allarme.

Dopo aver salutato tutti i presenti ha

visitato il campo base allestito pres-

so la struttura nella foresta del Lero-

ne complimentandosi per la perfetta

organizzazione della logistica che è

stata alle spalle di questa collabora-

zione. Ci preme sottolineare l’enco-

miabile lavoro svolto da tutti i colleghi

della regione per assicurare sicurezza

all’intera comunità. Pur tra mille diffi -

coltà di carattere operativo e con un

organico esiguo, il personale del Cor-

po Forestale dello Stato ligure svolge

con passione e professionalità la sua

azione. Di seguito alcune foto della

manifestazione. •

Guido Bertolaso in una fase dell'incontro

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CRONACAIL 2 OTTOBRE SI È SVOLTA

LA 1A GIORNATA NAZIONALE

DEL RICICLO E DELLA RACCOLTA

DIFFERENZIATA DI QUALITÀA cura Uffi cio Stampa Consorzio CONAI

Arriva da CONAI e MINI-

STERO dell’ AMBIENTE

il Decalogo della Rac-

colta Differenziata di

Qualità, ovvero le 10

regole auree per separare meglio

e, dunque, riciclare meglio gli im-

ballaggi in acciaio, alluminio, carta,

legno, plastica, vetro. Per aiutare i

cittadini in questo compito il CONAI

– Consorzio Nazionale Imballaggi –

e il Ministero dell’Ambiente hanno

distribuito lo scorso 2 ottobre in

20 piazze italiane il Decalogo della

Raccolta Differenziata di Qualità in

occasione della 1° Giornata Nazio-

nale del Riciclo e della Raccolta Dif-

ferenziata di Qualità

“Raccolta 10 più”.

“La raccolta diffe-

renziata – afferma

il Ministro Stefania

Prestigiacomo – è la

chiave, il punto di

partenza essenziale

di un corretto ciclo

di smaltimento dei rifi uti che, nella

loro quasi totalità, non sono uno

scarto ma una risorsa che può es-

sere utilizzata come materia prima

per realizzare nuovi oggetti o come

fonte di energia. In questa direzione

la Giornata naziona-

le del Riciclo e della

Differenziata di qua-

lità con l’attivazione

di un premio per i

comuni più attivi in

questo campo rap-

presenta un’occa-

sione di divulgazione

della cultura del riciclo nell’opinio-

ne pubblica ma anche l’opportuni-

tà per innescare una concorrenza

virtuosa fra le amministrazioni loca-

li per un ambiente sempre miglio-

re”. In Italia la raccolta differenziata

dei rifi uti di imballaggio è una real-

tà concreta con zone d’ombra ma

anche punte di eccellenza. Tuttavia

è possibile migliorare la qualità del

materiale raccolto, separando cor-

rettamente i diversi materiali, ridu-

cendone il volume (delle bottiglie

o delle scatole), riconoscendo con

attenzione il tipo di materiale, ri-

pulendo gli imballaggi dai residui di

cibo. Una buona pratica che porta

un benefi cio ambientale importan-

te, grazie al riciclo di una maggiore

quantità di acciaio, alluminio, carta,

legno, plastica, vetro raccolti e si

traduce anche in corrispettivi eco-

nomici più elevati per i comuni vir-

tuosi, riconosciuti

da Conai nell’am-

bito di un accordo

con Anci per lo svi-

luppo della raccol-

ta differenziata dei

rifi uti di imballaggio

nei Comuni.

Il miglioramento della qualità della

raccolta differenziata – classifi cata

per fasce di qualità che misurano

omogeneità, presenza di materiali

estranei non riciclabili – si traduce,

infatti, per un comune di 100.000

È una buona pratica che porta un beneficio ambientale importante, grazie al riciclo di una maggiore

quantità di acciaio, alluminio, carta, legno, plastica, vetro raccolti e si traduce anche in corrispettivi economici

più elevati per i comuni virtuosi

Attivato anche un premio per il comune più attivo in questo campo

Can

e R

oss

o

Page 25: Sicurezza Ambiente n.06-10

N. 6- - pag. 25

abitanti (con una raccolta differen-

ziata complessiva intorno al 45%) in

corrispettivi economici che vanno

dai 232.000 euro all’anno per mate-

riale classifi cato in 3° fascia di qualità

per arrivare a circa 1 milione di euro

l’anno per materiale classifi cato in

1° fascia di qualità, quadruplicando

quindi i corrispettivi. Un meccani-

smo, che per una città di 1.000.000

di abitanti (con una raccolta differen-

ziata complessiva intorno al 45%),

prevede fi nanziamenti che possono

arrivare a 9,5 milioni di Euro l’anno

per una raccolta differenziata di 1°

fascia. Anche in questo caso, con il

passaggio dalla 3° fascia di qualità

alla 1° il corrispettivo è quattro volte

tanto: si passa da 2,3 milioni di euro

a 9,5 milioni di euro all’anno. Risorse

preziose che i Comuni utilizzeran-

no per il progressivo miglioramento

del servizio di gestione dei rifi uti da

imballaggio per i cittadini. Per dimo-

strare concretamente quanto una

raccolta differenziata di qualità pos-

sa produrre notevoli risultati, in oc-

casione della 1° Giornata Nazionale

del Riciclo e della Raccolta Differen-

ziata di Qualità del 2 ottobre, Conai

ha donato alle 20 città coinvolte sei

panchine di design realizzate utiliz-

zando esclusivamente materiali di

imballaggio provenienti da riciclo.

Le sei panchine resteranno a dispo-

sizione dei cittadini nei parchi, piaz-

ze, scuole di Ancona, Aosta, Arez-

zo, Bari, Bologna, Caserta, L’Aquila,

La Spezia, Matera, Milano, Oristano,

Perugia, Reggio Calabria, Roma, Sira-

cusa, Termoli, Trento, Treviso, Trie-

ste, Vercelli.

“Una giornata non solo per parlare

dei positivi risultati che Conai in-

sieme a tutti i cittadini e ai Comuni

italiani ha raggiunto ma, soprattut-

to per spiegare come, grazie ad un

piccolo impegno quotidiano per

fare bene la raccolta, sia possibile

migliorare ancora il riciclo” – così

Piero Perron, Presidente di Conai ha

riassunto il messaggio della Giorna-

ta Nazionale, sottolineando, inoltre,

“la positiva valenza ambientale, so-

ciale ed economica di una corretta

raccolta e riciclo degli imballaggi”.

“Conai continuerà a sostenere l’im-

pegno delle amministrazioni locali

su questa strada sia attraverso il ver-

samento dei corrispettivi a copertu-

ra dei maggiori oneri derivanti dalla

raccolta differenziata, che nel 2009

sono stati pari a oltre 400 milioni di

euro, sia fornendo loro supporto

tecnico-gestionale ed economico

che nel 2009 – nell’ambito dell’ac-

cordo quadro con Anci - ha raggiun-

to il totale di 2 milioni di Euro”. Oggi,

i risultati nazionali di recupero com-

plessivo dei rifi uti di imballaggio di

acciaio, alluminio, carta, legno, pla-

stica e vetro raggiungono il 73,9%,

equivalente a 8.024.000 tonnella-

te recuperate su 10.863.000 ton-

nellate immesse al consumo.

Il sistema ha registrato una crescita

del recupero complessivo di +5,25

punti percentuali rispetto all’anno

precedente (da 68,6% a 73,9%)

e, contestualmente, una riduzione

delle quantità di rifi uti di imballaggio

destinate a discarica, che nel 2009

sono scese al 26% del totale dei

rifi uti da imballaggio. •

Nella foto, le panchine donate dal Conai

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N. 6 - - pag. 26

CRONACAIL GIARDINO DEGLI ORRORI:

LA MACABRA SCOPERTA

DEL CORPO FORESTALE

A cura della Segreteria Regionale UGL-CFS Lombardia

“Il giardino degli orro-

ri”. E’ questo il nome

dell’operazione del

NIPAF di Brescia, che

ha portato al ritrova-

mento di un vero e proprio centro

illegale di cattura di avifauna. Venerdì

9 luglio è stata infatti rinvenuta, nel

comune di Camignione di Passinaro

(BS), una struttura abusiva fi nalizzata

alla cattura di uccellini selvatici.

La scena che i Forestali si sono tro-

vati innanzi era raccapricciante. De-

cine e decine di merli, tordi, petti-

rossi, fi nanche una civetta, lasciati

a decomporre nelle gabbiette. Nel-

le vicinanze dell’abitazione vi erano

nascoste tra la vegetazione tre reti

a tramaglio per uccellagione tese ed

attive per la cattura di piccola avifau-

na, nelle quali erano rimaste impi-

gliate diverse specie di uccelli piccoli

canori (pettirossi,

codirossi, fringuelli

e una civetta), ormai

in avanzato stato di

putrefazione.

Sparse e accatastate

in diverse parti del

giardino vi erano,

inoltre, 135 gab-

bie e trappole per

avifauna di varie di-

mensioni, contenen-

ti un totale di 150

uccelli ormai privi

di vita, molti di questi in avanzato

stato di putrefazione e molti com-

pletamente rinsecchiti,

tanto da renderne al-

quanto diffi cile l’iden-

tifi cazione della specie

di appartenenza. Gli

uccelli avevano soffer-

to una lunga e dolo-

rosa agonia: i soggetti

rimasti impigliati nella

rete, come la civetta, i

codirossi e i pettirossi,

nel tentativo di liberar-

si con i loro movimen-

ti, erano rimasti soffocati dalle maglie

stesse, sempre più strette intorno al

collo; altri soggetti erano morti di

stenti, per disidratazione e fame, in

quanto privi di cibo e di acqua. Sono

state sottoposte così a sequestro

penale oltre 150 trappole e gabbie

di vario tipo in funzione e pronte allo

scatto, 2 reti tese da uccellagione di

circa 10 metri, il tutto contenenti

150 uccelli morti e in avanzato sta-

to di decomposizione di varie specie

tra cui civetta, cinciarella, codirosso,

pettirosso, cardellino, lucherino, ver-

zellino, fringuello, peppola, merlo,

tordi, allodole, ecc.

All’interno di un piccolo magazzino

sono stati rinvenuti inoltre, ulteriori

Scovato in provincia di Brescia un vero inferno per volatili

Page 27: Sicurezza Ambiente n.06-10

N. 6- - pag. 27

45 uccelli vivi, ma detenuti in condi-

zioni incompatibili con la loro natu-

ra e sottoposti anch’essi a sequestro

penale ed affi dati in custodia al Cen-

tro di Recupero Animali Selvatici Val-

predina – WWF Italia. Questi uccelli

venivano tenuti in gabbie, alcune

delle quali in ferro, materiale non

consentito, e/o di dimensioni infe-

riori agli standard di legge, sporche

e con accumulo di feci, ricoperte di

polvere mista a cibo. Alcune gabbie

erano a loro volta posizionate in un

armadio in ferro che limitava il ricam-

bio d’aria per gli uccelli. Molti uccelli

mostravano abrasione alle penne,

e lo stato di nutrizione era insuffi -

ciente. La struttura non era affatto

in abbandono, anzi

si ipotizza una vera e

propria centrale ope-

rativa fi nalizzata allo

smistamento di uccel-

lini soprattutto per il

mercato della ristora-

zione. Purtroppo in-

fatti vi è una diffusa

tradizione culinaria

che coinvolge più re-

gioni del nord Italia.

Si ricollega a questa

consuetudine anche un altro im-

portante aspetto: il Corpo Foresta-

le ha scoperto la cosa grazie solo

ad attività investigativa, e nessun

cittadino si è preoccupato di se-

gnalare la cosa alle Autorità.

Eppure l’attività di bracconaggio in

questione non veniva svolta in un

luogo isolato, ma nel giardino di una

abitazione, peraltro molto vicina ad

altre case. E’ proprio questo il vero

problema: riuscire a sradicare una

tradizione necessita di impegno e di

tempo, anche se questa tradizione

provoca atroci sofferenze e morte

a migliaia di esseri viventi, alcuni dei

quali addirittura in via di estinzione.

“Alcuni, o per essere attaccati al vi-

zio con un legame naturale, o per

lunga consuetudine, non ne vedono

più la bruttezza”

(Michel E. De Montaigne)

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N. 6 - - pag. 28

CULTURAIL NOSTRO PIANETA COME UN ESSERE

VIVENTE : "GAIA", L'AFFASCINANTE

TEORIA DI JAMES LOVELOCK

Di Fabio Lancianese (Agente Cfs)

Lo scienziato ha ipotizzato che la Terra sia un vero e proprio organismo che vive grazie all’energia solare, che autoregola i suoi “parametri vitali”,

è soggetto alla febbre (effetto serra) e può rischiare il collasso

La storia del sapere umano è

caratterizzata da una succes-

sione di uomini e teorie in gra-

do di rivoluzionare il pensiero

scientifi co dominante, spesso

con inevitabili rifl essi sui sistemi fi losofi ci

e sulle argomentazioni religiose e spi-

rituali. Come la teoria copernicana sul

moto dei pianeti attorno al Sole provo-

cò un vero e proprio shock, fornendo

una decisiva e nuova interpretazione

allo studio dell'universo visibile, così

l'"ipotesi Gaia" fi n dal momento della

sua formulazione, ha rappresentato un

innovativo punto di vista per lo studio

della vita sulla Terra.

Lo scienziato inglese James Lovelock,

in collaborazione con il biologo Lynn

Margulis, nella pubblicazione del 1979

"Gaia. A New Look at Life on Earth",

ipotizza che il nostro Pianeta (chiama-

to Gaia in omaggio all'omonima divinità

greca) sia un vero e proprio organismo

vivente, il quale vive grazie all'ener-

gia solare che assorbe, può mutare la

propria biomassa, autoregola i propri

"parametri vitali", è soggetto alla febbre

(effetto serra) e può in ultimo rischiare

il collasso.

L'insieme della "materia vivente" sulla

Terra, dovrebbe quindi essere consi-

derata come una singola entità, pur

presentandosi sotto diversi aspetti e

molteplici caratteristiche: virus, elefan-

ti, alghe, sequoie, insetti e mammiferi,

condividono con Gaia la capacità di

omeostasi, la regolazione cioè dell'am-

biente fi sico e chimico ad un livello tale

da assecondare e favorire la vita stessa.

E' noto, ad esempio, come senza l'ele-

mento acqua non sarebbe stata possi-

bile la vita, ma la stessa vita avrebbe

poi consentito alla Terra di regolare

gli oceani con un grado di salinità che

non ha mai superato il suo limite cri-

tico. Di qui l'intuizione che l'evoluzio-

ne degli organismi viventi debba essere

strettamente correlata all'evoluzione

del relativo ambiente fi sico-chimico

(non soltanto dettata da logiche di

competizione espresse da Darwin),

e pertanto il clima, la composizione

dell'aria o degli oceani, non sarebbero

determinati dalla sola storia geologica,

ma anche dalle conseguenze della pre-

senza della vita sulla Terra. Una Terra

concepita come un super-organismo

vivente che ci ospita e di cui facciamo

parte come le nostre cellule fanno par-

te del nostro corpo; con gli ecosistemi

presenti (deserti,oceani, foreste tropi-

cali) veri e propri organi di Gaia, dotati

di autoregolazione,omeostasi e meta-

bolismo. A supporto e semplifi cazione

delle sue teorie, Lovelock ha eleborato

alcuni modelli matematici computeriz-

zati, tra cui il Daisy World (mondo delle

margherite), comprendente un piane-

ta ipotetico, con le stesse caratteristi-

che della Terra, ma ricoperto soltanto

di margherite bianche e di margherite

James Lovelock

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N. 6- - pag. 29

nere, con un’occasionale mucca che le

mastica di tanto in tanto." Su Daisylan-

dia in condizioni normali, le margherite

bianche si adattano bene ai climi caldi,

in quanto il loro colore chiaro rifl ette

bene la luce solare, mentre le margheri-

te nere si adattano e prosperano nei cli-

mi più freddi, in quanto il colore scuro

trattiene il calore dei raggi solari. Ad un

certo momento, il sole di Daisylandia di-

viene gradualmente ed inesorabilmente

più freddo, ma questo non comporta

la fi ne della vita proprio grazie alle ca-

ratteristiche del sistema sopra descritte.

Pian piano, infatti, le margherite bianche

muoiono, insieme a quelle nere delle

zone più fredde. Ma subito negli spazi

lasciati vuoti dai fi ori bianchi cominciano

a prosperare le margherite nere anche

nelle zone equatoriali, prima troppo

calde per loro: In questo modo Daisy-

landia si ricopre di un tapppeto nero.

A questo punto il pianeta comincia a

riscaldarsi, dato che la superfi cie scura

rifl ette nello spazio meno energia: le

margherite bianche tornano a sviluppar-

si ma nelle zone tropicali, sottraendo

spazio alle nere, meglio adatte a zone

più fredde. Alla fi ne del ciclo, su una

Daisylandia più fredda, la vita continua

con un numero maggiore di margherite

nere rispetto alla situazione iniziale."

Gaia si manterrebbe dunque viva nella

mutevolezza grazie alla sua "biodiver-

sità". Gli ecosistemi più complessi ed

evoluti del pianeta, infatti, (barriera co-

rallina o foresta equatoriale) devono la

loro stabilità non alla presenza di una

singola specie, bensì alla varietà delle

strategie con cui le specie utilizzano le

risorse disponibili.

Le teorie di Lovelock hanno suscitato

molto interesse nel mondo scientifi co

ma non solo. Ultimamente sono state

riadattate alle strategie di protesta dei

movimenti ambientalisti, fi no ad assu-

mere connotati addirittura religiosi nel

contesto della spiritualità New Age

(Gaia Mind). Senza dubbio, però, il

maggior merito dello scienziato ingle-

se sta nell'aver sottolineato in maniera

effi cace il ruolo non secondario svolto

dagli organismi viventi nell'alterazione/

composizione dell'ambiente circostan-

te. L'attività e l'ambiente artifi ciale co-

struito dall'uomo (anche se estraneo

al sistema) interagisce fortemente con

"l'insieme" modifi cando i fattori limi-

tanti (temperatura, composti chimici

ecc..), rappresentando sicuramente

un fattore inquinante di Gaia. Volen-

do, dunque, affrontare la teoria di Lo-

velock da un punto di vista fi losofi co,

non resta che cercare di risolvere un

dilemma insito nel sistema: se il pia-

neta è un organismo vivente, qual è

il ruolo dell'essere umano? Forse il

sistema nervoso, che ha il compito di

coordinare il corretto funzionamento

del tutto, oppure quello di un perico-

loso virus o parassita che mette a re-

pentaglio la sopravivvenza di Gaia? •

Diasyworld

Page 30: Sicurezza Ambiente n.06-10

N. 6 - - pag. 30

SINDACALE

Al Sig. Presidente del Senato della Repubblica Renato SCHIFANI

Prot. 218

OGGETTO:Disegno di Legge 783 “Materia Previdenziale per il personale delle Forze di Polizia”. Richiesta Intervento.

Il 16 Giugno 2008, il Sen. Luigi Ramponi presentò un Disegno di Legge

inerente il “Differimento dell’efficacia di disposizioni in materia previdenziale per il

personale delle Forze Armate e delle Forze di Polizia ad ordinamento militare e civile”, poi

assegnato, in sede referente, alla 11^ Commissione permanente Lavoro e Previdenza

Sociale. Ad oggi, il provvedimento è fermo in attesa di una relazione tecnica da parte del

Governo.

Gli appartenenti alle Forze di Polizia ed Armate attendono, da anni, l’avvio

della previdenza complementare – ai sensi della Legge 335/1995 – , e ciò sta creando

allarme e preoccupazione soprattutto nel personale più giovane. Il rinvio di tale correttivo

pensionistico integrativo contribuirà ad erogazioni di pensioni future tra il 40 ed il 60 per

cento dell’ultima mensilità percepita.

Considerata la delicatezza della materia e che l’approvazione del disegno di

legge in questione potrebbe alleviare il senso di incertezza del Comparto Sicurezza e

Difesa, si chiede un Autorevole intervento della S.V. affinchè l’iter dell’atto parlamentare

ricominci nel più breve tempo possibile.

Certi della Sua sensibilità al riguardo, ed in attesa di cortese riscontro, si

porgono Distinti Saluti.

Roma, 30 Settembre 2010 f.to Il Segretario Nazionale

Danilo Scipio

Page 31: Sicurezza Ambiente n.06-10

N. 6- - pag. 31

Page 32: Sicurezza Ambiente n.06-10

N. 6 - - pag. 32

I DIRIGENTI UGL-CFS

T esse r a men to 2010

Ugl: Diritti, Lavoro, Futuro!

Contatta le Strutture T erritorial i o la Segreteria N azionale:

V ia G. Carducci , 5 00187 Roma T el. 0646657070 – F ax 0646657008

www.uglcorpoforestale. it – www.ugl. it E-mai l: segreterianazionale@uglcorpoforestale. it

Page 33: Sicurezza Ambiente n.06-10

ORGANO UFFICIALE dell’UGLFederazione Nazionale

Corpo Forestale dello Stato

ANNO III - N. 5 SETTEMBRE OTTOBRE 2010PERIODICO BIMESTRALE

EDITORENethuns srl - Via Anelli, 2 - 20122 MilanoTel. 02 26116582 Fax 02 26116583

DIRETTORE POLITICODanilo Scipio

DIRETTORE RESPONSABILEGigi Movilia

A CURA DIFederazione Nazionale Corpo Forestale dello StatoTel. 06/46657070 - Fax 06/46657008 - www.uglcorpoforestale.it

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