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La rivista è un interessante punto d’osservazione anche delle dinamiche sindacali, quelle che hanno visto l’Ugl tutta, e la federazione, conquistare un importante spazio.
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TATO
Sempre più donneSempre più donnenell'imprenditoria agricolanell'imprenditoria agricola
Anno III - n. 5 - settembre/ottobre 2010 - € 16.25 - Poste italiane SpaSpedizione in abb. Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004) art. 1
comma 1 DCB Milano - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008
ORGANO UFFICIALE DELL’UGL Federazione Nazionale Corpo Forestale dello Stato
n.6 novembre/dicembre
QUESTO PRODOTTO È COMPLETAMENTE BIO-DEGRADABILE E RICICLABILE, NEL PIENO RISPETTO DELL’AMBIENTE
SICUREZZA ALIMENTARESICUREZZA ALIMENTARE
Mozzarelle blu, rosa e a poisMozzarelle blu, rosa e a pois
le frodi diventano coloratele frodi diventano colorate
CACCIACACCIA
I consigli della forestaleI consigli della forestale
per un'attività in sicurezzaper un'attività in sicurezza
CULTURACULTURA
La teoria di Lovelock: La teoria di Lovelock:
il nostro pianeta come un essere viventeil nostro pianeta come un essere vivente
Derr
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N. 6- - pag. 3
SOMMARIO
4 - Editoriale
L’ultima stagione tra successi e delusioni
6 - Focus
L'imprenditoria femminile in agricoltura
12 - Dibattito aperto
Nucleare: a Palazzo Marini
il convegno promosso
dal Ministero dell’Ambiente
sul confronto con l’esperienza francese
16 - Sicurezza alimentare
Mozzarelle blu, rosa e a pois:
le frodi si colorano di fantasia
18 - Biodiversità
In Lazio l’Osservatorio Regionale
22 - Cronaca
Liguria: visita (ed elogi)
del Capo della Protezione Civile Bertolaso
24 - Il 2 Ottobre si è svolta
la 1a giornata nazionale del riciclo
e della raccolta differenziata di qualità
26 - Il giardino degli orrori:
la macabra scoperta del Corpo Forestale
28 - Cultura
Il nostro Pianeta come un essere vivente:
"Gaia", l'affascinante teoria di James Lovelock
30 - Sindacale
N. 6 - - pag. 4
EDITORIALEL’ULTIMA STAGIONE
TRA SUCCESSI E DELUSIONI
di Danilo Scipio (Segretario Nazionale UGL-CFS)
Finalmente, è proprio il
caso di dirlo, si è chiusa
la partita del rinnovo con-
trattuale 2008/2009 delle
forze di polizia e forze ar-
mate.
Qualcuno ha cercato di sminuire
l’importanza del risultato raggiun-
to, frutto senza ombra di dubbio,
della manifestazione che ha visto
sfilare per le vie della Capitale oltre
40.000 poliziotti, forestali e peni-
tenziari, dimenticando però che
senza quell’azione di protesta non
avremmo avuto sul
piatto della bilancia
gli ulteriori 100 mi-
lioni di euro per la
specificità.
Altro successo – pe-
raltro tutto da ve-
rificare negli effetti
concreti – è stato
l’aver strappato l’impegno del Go-
verno a dare tangibile attuazione
agli ordini del giorno approvati in
Parlamento sulla manovra correttiva.
Ma la prima riprova non è certo un
segnale incoraggiante. È accaduto,
infatti, che nonostante le rassicu-
ranti dichiarazioni trionfalistiche di
Ministri e Sottosegretari, l’ultima cir-
colare operativa INPDAP accomuna
nell’applicazione delle modifiche
al sistema pensionistico, il persona-
le del comparto sicurezza e difesa
al restante del pubblico impiego,
danneggiando l’intera categoria già
fortemente penalizzata dal mancato
avvio della previdenza complemen-
tare.
Ci piacerebbe ascoltare, a questo
punto, il pensiero del Presidente del
Consiglio Berlusconi; anche sem-
plicemente per capire se è ancora
lui il Capo dell’Esecutivo o Tremon-
ti. In effetti dobbiamo riconoscere
al “caro”, “carissimo” per le nostre
tasche, Ministro dell’Economia una
certa coerenza in quanto dalla sua
bocca, a differenza del Premier, non
sono mai uscite parole smielate nei
confronti delle forze dell’ordine.
PURTROPPO!
Dichiarazioni che invece non han-
no mai lesinato Maroni, La Russa ed
anche Gasparri, molte volte però a
sproposito, al limite del grottesco.
Già, perché se no-
nostante i tagli oriz-
zontali alle risorse
dell’intero settore, i
poliziotti continua-
no a fare il proprio
dovere con profes-
sionalità e arrestano
pericolosi latitanti
non è certamente
dovuto al fatto che centinaia di re-
plicanti del Ministro dell’Interno si
sono messi di servizio di pattuglia-
mento e controllo del territorio. Lo
Si è chiusa la partita del rinnovo contrattuale 2008/2009 delle forze armate e di polizia con ulteriori 100 milioni di euro sul piatto.
Ma l’ultima circolare operativa INPDAP accomuna, nel sistema pensionistico, il personale del comparto sicurezza e difesa al restante del pubblico impiego
Soddisfatti dei risultati raggiunti, grazie alla manifestazione dei 40 mila in piazza.
Ma i tagli ci sono stati.E nonostante i tagli orizzontali alle risorse, i poliziotti continuano a fare il loro dovere
N. 6- - pag. 5
si deve solo allo spirito di sacrificio
e al senso del dovere nei confron-
ti delle Istituzioni – e non già di chi
oggi le rappresenta – che anima
ogni fedele servitore dello Stato.
Oggi vengono raccolti i frutti di anni
di pedinamenti, intercettazioni,
appostamenti resi possibili dagli in-
vestimenti di precedenti Esecutivi;
senz’altro anche da parte del 2° Go-
verno Berlusconi, indiscutibilmente
non da questo.
E se Luca Zaia è risultato alla fine una
meteora, un Ministro senza infamia
e senza lode che non lascerà traccia
nella storia del Corpo Forestale del-
lo Stato se non per aver presiedu-
to la seduta più scandalosa del suo
Consiglio di Amministrazione, quella
dello scrutinio dei 68 primi dirigenti
per intenderci, l’avventura del Mini-
stro Giancarlo Galan, iniziata in sor-
dina per via dell’attesa della nomina
al Dicastero delle attività produttive,
sta decollando seppur a rilento.
Dobbiamo infatti ascrivere al no-
stro nuovo Ministro, oltre che al
Sig. Capo del Corpo Ing. Cesare Pa-
trone, il brillante risultato di aver
difeso l’istituzione delle sezioni di
P.G. del CFS nelle Procure, ivi com-
prese quelle delle Regioni a Statu-
to speciale.
Ed infine registriamo con piacere
l’inversione di rotta dell’Ing. Patrone
sul fronte delle relazioni sindacali.
Una semplice quanto superflua – in
tempi normali – circolare sulle pre-
rogative sindacali ha interrotto –
speriamo – un sodalizio pericoloso
per la gestione amministrativa della
cosa pubblica e del personale e
spazzato via – fino a prova contraria
– ombre oscure che attanagliavano
il futuro del Corpo Forestale dello
Stato.
GOVERNO BOCCIATO, CAPO DEL
CORPO PROMOSSO CON DEBITI.
Che Festa sia! •
N. 6 - - pag. 6
FOCUSL'IMPRENDITORIA FEMMINILE
IN AGRICOLTURA
A cura di Veronica Navarra
Presidente dell'Osservatorio Nazionale
per l'Imprenditoria e il Lavoro Femminile in Agricoltura
Negli ultimi anni il di-
battito internazionale
e nazionale ha posto
maggiore attenzione
al ripensare una nuova
visione dell’agricoltura e del ruolo im-
portante che essa assume nel contesto
socio-economico nei diversi territori
rurali. Tale approccio ha evidenziato
come il mondo agricolo non è più rivol-
to ai singoli settori ma sta assumendo un
volto nuovo, più differenziato e più mul-
tifunzionale. L’imprenditoria femminile
in agricoltura rappresenta un elemento
fondamentale per il mondo agricolo per
poter sostenere e promuovere le nuo-
ve attività multifunzionali che sono state
già inserite e/o che si dovranno incre-
mentare nei prossimi anni.
Prima di procedere nell’analisi dettaglia-
ta su quali potrebbero essere le sfide
future che il mondo imprenditoriale
femminile dovrà sostenere, è utile fare
una piccola premessa su alcuni degli at-
tori che stanno promuovendo lo svilup-
po del mondo agricolo e rurale in Italia.
A seguito del regolamento europeo
(Ce) n. 1698/2005 con il quale la Com-
missione europea ha ampliato l’ambito
di azione degli interventi della politica
in favore dello sviluppo rurale con l’in-
troduzione di ulteriori obiettivi stra-
tegici, in Italia, durante il periodo di
programmazione in corso, il Mipaaf è
stato istituito un programma di suppor-
to – “Rete rurale nazionale (Rrn)” – per
l’attuazione delle politiche di sviluppo
rurale.
L’obiettivo della Rete Rurale è quello
di accompagnare e integrare tutte le
attività legate allo sviluppo delle aree
rurali per il periodo di programmazio-
ne di riferimento. La Rrn Italia ha una
struttura piramidale al cui vertice c’è
l'Unità di animazione e coordinamento
(Unac) e le strutture di “supporto oriz-
zontale” (la segreteria tecnica del Ta-
volo permanente di partenariato e sia
dell'Osservatorio sull'evoluzione delle
zone rurali; lo staff comunicazione e
organizzazione eventi; lo staff legale; lo
staff interpretariato e traduzioni; lo staff
segreteria). Subito al di sotto dell’Unac
sono state istituite l'Unità di gestione e
coordinamento e diverse task force te-
matiche. La Rrn ha il compito di fungere
da network al fine di coinvolgere attiva-
mente tutti i soggetti che operano nel
mondo rurale.
La Rete rurale nazionale ha istituito la
Task force pari opportunità, la quale
collabora sinergicamente con l'Osser-
vatorio nazionale per l'imprenditoria
ed il lavoro femminile in agricoltu-
ra (Onilfa), presieduto dal Ministro
dell’Agricoltura.
L’Osservatorio nasce con decreto mi-
nisteriale nel 1997 ed è composto da
30 membri rappresentanti dei principali
soggetti, pubblici e privati, che opera-
no nel settore agricolo e rurale. Il macro
obiettivo dell’Osservatorio è quello di
stimolare l’imprenditorialità femminile
attraverso una maggiore conoscenza
della realtà e del contesto in cui le
donne imprenditrici devono operare,
attraverso studi ad hoc in grado di
suggerire proposte e/o soluzioni alle
problematiche più ricorrenti.
L’ambito di azione è molto vasto, l’Os-
servatorio suddivide le sue attività in
grossi filoni: 1) di ricerca, attraverso
studi analitici elaborando dati statistici
sui temi di interesse; 2) di verifica, attra-
verso l’analisi delle normative italiane in
ambito di lavoro, per verificare il rispet-
to delle pari opportunità di genere nel
mercato del lavoro; 3) di supporto, per
facilitare le imprenditrici nell’affrontare
i mercati nazionali e internazionali coa-
diuvando la loro partecipazione a fiere
e eventi; 4) di formazione, organizzan-
do corsi di formazione/informazione su
tematiche richieste dal territorio. Le at-
Il settore sta cambiando volto e diventa più differenziato e multifunzionale. In Italia dal 2003 al 2008, ad esempio, le aziende agrituristiche condotte da donne
sono cresciute di circa il 49 %, con un incremento maggiore nelle regioni del Mezzogiorno (+72,2 %)
N. 6- - pag. 7
N. 6 - - pag. 8
tività di indagini svolte dall’Osservatorio,
si focalizzano prevalentemente su quale
ruolo e su quali funzioni le donne devo-
no assumere e sostenere per stimolare
e incentivare lo sviluppo socio econo-
mico delle aree rurali. I risultati di questi
studi sono utili per le Amministrazioni
pubbliche soprattutto durante la fase
di definizione delle strategie di policy
e dei relativi interventi da adottare per
promuovere lo sviluppo di un territorio.
Tale premessa è stata necessaria per far
meglio comprendere gli obiettivi stra-
tegici delle attività di policy in atto per
promuovere e sostenere lo sviluppo del
mondo agricolo e dell’imprenditorialità
femminile in agricoltura del nostro Pa-
ese. Nel 2009, secondo i dati del Cen-
tro studi dell’Unioncamere le imprese
agricole femminili, tenendo conto di
tutte le forme giuridiche, sono circa il
29 % sul totale delle imprese attive in
agricoltura. Tenendo conto inoltre che
le aziende individuali femminili nel mon-
do agricolo sono circa 245.141, ovvero
circa il 28 % di tutte le aziende indivi-
duali femminili che operano nei diversi
settori di attività economica.
Osservando, inoltre, i dati dell’Istat è
importante sottolineare che dal 2003 al
2007 nonostante il numero dei condut-
tori/trici delle aziende agricole ha avuto
una riduzione di circa il 15 %, il nume-
ro di conduttrici di aziende agricole
segnala una riduzione inferiore (circa
del 9 %). Facendo un focus dei dati
per ripartizione geografica emerge che
nell’area del Nord Est del Paese il nume-
ro delle conduttrici di aziende agricole
sono aumentate di circa il 13 % contro
una diminuzione generale del -4,6 %.
Le conduttrici avente una forma giuridi-
ca individuale nel 2007 risultano essere
circa il 32 %, tale dato è cresciuto negli
ultimi anni in tutte le aree geografiche
del Paese.
Le analisi fatte sottolineano che negli
ultimi anni il ruolo delle donne sta as-
sumendo in agricoltura un ruolo molto
importante. Probabilmente incide an-
che la scelta fatta dal Mipaaf, in linea
con quanto stabilito dalla Commissione
europea negli Orientamenti strategici
comunitari (Osc), di dare particolare at-
tenzione a tutti gli interventi di policy fi-
nalizzati alla promozione dell’economia
rurale e al miglioramento della qualità
L'obiettivo del nuovo osservatorio è di stimolare l'attività femminile attraverso una maggiore conoscenza della realtà
FOCUS
N. 6- - pag. 9
di vita delle popolazioni rurali facendo
proprio il concetto stesso di un’agricol-
tura dedita anche alla multifunzionalità,
attraverso la promozione e la creazione
di nuove figure professionali e posti di
lavoro nelle aree rurali.
L’introduzione del concetto di multifun-
zionalità in agricoltura ha generato un
superamento della visione tradizionale
dell’agricoltura introducendo nuove
strategie nella programmazione nazio-
nale per lo sviluppo rurale e temi es-
senziali per lo sviluppo del settore agri-
colo. Le strategie di policy a favore del
settore agricolo puntano a individuare
nuove opportunità economiche per le
aziende agricole attraverso la valorizza-
zione delle risorse locali, stimolando lo
sviluppo integrato nelle aree svantag-
giate, al fine di incentivare una maggiore
sensibilità sui temi ambientali, culturali e
tradizionali. I punti di
forza delle produzio-
ni agricole si basano
sulla tipicità e genu-
inità, sulle tradizioni
secolari che spesso si
nascondono dietro al
prodotto finale.
La scelta di focaliz-
zare alcuni studi sui
diversi approcci legati alla multifun-
zionalità in agricoltura è legata so-
prattutto dalla consapevolezza che
attribuire tale concetto ad un’ attività
economica, anche agricola, determina
sia una maggiore capacità di produrre
più prodotti congiunti e sia favorisce
il raggiungimento di obiettivi di natura
più prettamente sociali. Rappresenta
un’opportunità economica per le azien-
de in quanto integrano le loro attività
attraverso l’offerta di molti servizi, alcuni
remunerati, al territorio e non solo, sal-
vaguardando la sostenibilità stessa del
settore. Molte aziende multifunzionali
svolgono un ruolo di “sentinella” ovve-
ro svolgono un lavoro di salvaguardia
e gestione delle risorse, quali acqua,
suolo e vegetazione, obiettivi prioritari
di riqualificazione dell'attività agricola.
La multifunzionalità in agricoltura com-
porta una continua ricerca di coniugare
efficientemente gli obiettivi tipicamente
produttivi con quelli sociali ed ambien-
tali. La sostenibilità e il miglioramento
della qualità della vita sono due principi
fondamentali per lo sviluppo dei terri-
tori rurali e sono valori in cui credono
fortemente le imprenditrici donne che
vivono in queste aree, assumendo un
ruolo rilevante nella sicurezza alimen-
tare e nella conservazione della biodi-
versità. La maggior parte delle aziende
condotte da donne oltre ad essere effi-
caci, innovative e dinamiche, hanno un
forte orientamento verso la diversifica-
zione e la multifunzionalità.
Nel Piano strategico nazionale (Psn) e
di conseguenza anche nei programmi
operativi regionali dello sviluppo rurale
è stata dedicata una misura specifica,
l’Asse III “Qualità della vita e diversifica-
zione dell’economia rurale”. Nello spe-
cifico, l’Asse III raggruppa sia le misure
di diversificazione economica e azien-
dale, servizi alla popolazione, tutela e
riqualificazione del patrimonio rurale,
e sia quelle relative alla formazione de-
gli operatori rurali e acquisizione del-
le competenze, al fine di sostenere e
favorire, da un lato, la diversificazione
dell’economia rurale, incentivando gli
investimenti in attività economiche già
esistenti o ex novo secondo l’obietti-
vo di “Mantenimento e/o creazione di
opportunità occupazionali e di reddito
in aree rurali” e dall’altro lato, invece,
pone maggiore attenzione ad inve-
stimenti ed interventi in grado di pro-
muovere il miglioramento della qualità
della vita in ambito socio-economico e
ambientale dei cittadini e delle attività
produttive presenti nelle aree rurali (ad
esempio agriturismo, turismo locale,
agri-asili, fattorie didattiche, eco-fatto-
rie, produzione di energia) in linea con
quanto definito nell’obiettivo “Migliora-
mento dell’attrattività dei territori rurali
per le imprese e la popolazione”.
Nel nostro Paese le
attività multifunzionali
maggiormente diffuse
e praticate sono: agri-
turismo; turismo rura-
le; fattoria didattica;
servizi ludico-ricreati-
vi/ludoteche (corsi di
artigianato e cultura
locale); assistenza per
anziani, comunità di
tipo familiare mamma-bambino per per-
sone non abili (pet-therapy, horticultu-
ral), in questi ultimi anni si sta cercando
di promuovere la nascita di asili nido ru-
rali e/o servizi integrativi e sperimentali
per la prima infanzia (agri-asili).
Per quanto riguarda gli agri-turismi, in
Italia, sono stati istituiti gli Albi regio-
nali dell’agriturismo (Hall farm), in cui
vengono disciplinate le attività che le
aziende agrituristiche possono svolge-
re. Osservando i dati dell’Istat relativi
al numero di aziende agrituristiche in
Italia, emerge che esistono 18.480 agri-
La sostenibilità e il miglioramento della qualità della vita sono due principi fondamentali
per lo sviluppo dei territori rurali e sono valori in cui credono fortemente le imprenditrici donne
che vivono in queste aree
N. 6 - - pag. 10
molte Regioni italiane hanno istituito un
“Albo delle fattorie didattiche” preve-
dendo delle linee guida in cui vengono
riportati gli standard minimi da rispetta-
re per poter avere l’accreditamento da
parte della Regione per essere inseriti
nell’apposito Albo. Da segnalare che la
regione Puglia si è dotata dell’Albo delle
fattorie didattiche a seguito di un corso
formativo organizzato dall’Onilfa.
Un altro aspetto interessante che si
sta sviluppando in Italia è la diffusione
della filiera corta o comunemente det-
ta a “chilometro zero”, ossia la vendita
diretta dei prodotti agricoli. La filiera
corta tende da un lato ad abbassare i
costi dei beni alimentari, riducendo le
intermediazioni tra agricoltore e con-
sumatore, dall’altro si ha sia una mag-
giore salubrità dei prodotti alimentari
e si danno nuovi sbocchi commerciali
ai prodotti di alta qualità. La vendita a
chilometro zero ha anche forti impatti
positivi sull’ambiente, infatti aiuta a ri-
durre il livello di inquinamento. La filie-
ra corta sta avendo anche forti impatti
sociali, infatti, sta avvicinando sempre
di più il mondo urbano al mondo rurale
e/o delle campagne, portando ad una
“riscoperta” della natura e “riportando”
dei buoni sapori dei prodotti alimentari
italiani nelle tavole delle famiglie che vi-
vono nelle aree urbane. A Modena esi-
ste un esempio interessante di farmers
market per la distribuzione del latte fre-
sco nelle piazze.
Per approfondimenti visitare il sito
www.onilfa.gov.it. •
FOCUS
turismi (dati aggiornati al 2008), di cui il
35 % è condotto da donne.
Da sottolineare che in Italia dal 2003 al
2008 le aziende agrituristiche condotte
da donne sono cresciute di circa il 49
%, con un incremento maggiore nel-
le regioni del Mezzogiorno (+72,2 %)
mentre l’area che ha avuto una crescita
minore è quella del Nord Est.
Le fattorie didattiche nascono con
l’obiettivo di avvicinare il mondo della
scuola con il mondo agricolo, svolgen-
do un ruolo importante nell’educazio-
ne ambientale e alimentare dei giova-
ni, nonché futuri consumatori. L’idea è
quella di stimolare fin dall’infanzia una
maggiore sensibilità su temi legati all’ali-
mentazione (qualità e la salubrità dei
prodotti), e alla riscoperta di territori. Le
attività svolte nelle fattorie didattiche,
infatti, puntano a mettere in evidenza lo
stretto rapporto esistente tra i prodot-
ti agricoli ed il territorio, pianificando i
corsi formativi rispettando l’alternanza
delle stagioni ed i ritmi dell’habitat natu-
rale esistente nei diversi territori. In que-
sto modo si cerca di dare una maggiore
percezione dell’andamento naturale
che il mondo agricolo percorre duran-
te i diversi mesi dell’anno. Molto spesso
queste attività includono anche percor-
si formativi storico-culturali, attraverso la
collaborazione di associazioni e/o orga-
nizzazioni che operano in questi ambiti,
per far conoscere il legame stretto che
esiste tra le persone e i beni alimentari e
i territori. Le fattorie didattiche ed eco-
fattorie, inoltre, hanno anche delle rica-
dute sull’agricoltore il quale, attraverso
l’offerta di tale servizio, può integrare il
proprio reddito senza alterare la carat-
teristica agricola della propria azienda.
In Italia esistono, ad oggi, circa 1.747
fattorie didattiche accreditate, di cui
la maggior parte sono localizzate nel
Nord Est del Paese. Da sottolineare che
Il Ministro Galan
N. 6- - pag. 11
N. 6 - - pag. 12
DIBATTITO APERTONUCLEARE: A PALAZZO MARINI
IL CONVEGNO PROMOSSO
DAL MINISTERO DELL’AMBIENTE
SUL CONFRONTO CON L’ESPERIENZA
FRANCESE
A cura della Segreteria Nazionale UGL-CFS Lazio
La sicurezza in campo energetico non è un’utopia ma un obiettivo concreto che si può raggiungere con l’impegno delle istituzioni, con la ricerca
e lo sviluppo continuo della tecnologia
Si è svolto a Roma, lo scor-
so 22 Settembre, nella Sala
delle Colonne di Palazzo
Marini il convegno “Produ-
zione di energia elettrica
da centrali nucleari: gli aspetti ambien-
tali e l’esperienza francese”, promosso
dalla Commissione tecnica di verifi ca
dell’impatto ambientale – VIA e VAS
- del Ministero dell’Ambiente in colla-
borazione con l’Ambasciata di Francia.
Dopo aver letto un messaggio di saluto
del Ministro On. Stefania Prestigiacomo,
il sottosegretario Roberto Menia ha sot-
tolineato che “la nuova legislazione in
materia energetica pone la sicurezza e
la tutela dell’ambiente al centro dei pa-
rametri con i quali conseguire il grande
obiettivo del rilancio del nucleare. Una
normativa che si fonda sulla procedura
di autorizzazione e sulla condivisione
territoriale. In tale contesto si sviluppa
l’approccio della Commissione tecni-
ca di verifi ca dell’impatto ambientale
VIA-VAS al nucleare”. Il presidente della
Commissione VIA-VAS Claudio De Rose
si è soffermato sulla situazione attuale
dell’energia nucleare in Italia, la norma-
tiva recente e il ruolo previsto per la
commissione. “La recente legislazione
– ha osservato - attribuisce alla Commis-
sione compiti di consulenza tecnica di
assoluto rilievo tanto nella fase di va-
lutazione strategica attinente all’indivi-
duazione secondo criteri di pianifi ca-
zione dei siti dove collocare le centrali
e i depositi delle relative scorie quanto
nella fase di autorizzazione degli stes-
si”. Il Direttore generale per lo svilup-
po sostenibile, l’energia e il clima del
Ministero, Corrado Clini, ha messo in
rilievo il ruolo centrale del nucleare
per la riduzione delle emissioni e la si-
curezza energetica dell’Europa, anche
se purtroppo “l’Unione europea, nel
negoziato internazionale sui cambia-
menti climatici, continua a considerare
l’energia nucleare al di fuori delle op-
zioni ‘pulite’ per ridurre le emissioni
globali di Co2”. Inoltre ha evidenziato
l’importanza di una ricognizione pun-
tuale dei fattori critici nelle diverse aree
del nostro Paese al fi ne dell’individua-
zione dei siti idonei. Numerosi gli altri
interventi, tra cui quello del Consiglie-
re nucleare dell’Ambasciata di Francia
Jean Claude Bouchter e di esponenti
dell’Agenzia per la sicurezza nucleare
francese e del Ministero dell’Ecologia
francese.
Intervento del Sottosegretario di Sta-
to On. Roberto Menia
“Coniugare la necessità di reperire sem-
pre più energia da fonti diversifi cate
nella massima sicurezza è forse la sfi da
più importante che stiamo affrontando.
La tematica ambientale si inserisce con
forza nel dibattito sull’energia nucleare
in Italia. Tra le energie pulite il nucleare,
insieme all’effi cienza energetica ed alle
rinnovabili, ha un ruolo decisivo, per-
ché è disponibile, è effi cace, è la tec-
nologia avanzata di riferimento per le
economie che si stanno muovendo con
maggiore velocità verso la nuova cosid-
detta “green economy”: la Cina, l’India,
la Corea del Sud, gli USA del presidente
Obama, il Giappone. In aggiunta il nu-
cleare è già oggi la tecnologia che con-
sente all’Europa di avere basse emissio-
ni di CO2 in rapporto al PIL.
Se la Francia, la Gran Bretagna, la Ger-
mania, la Spagna, la Svezia, non aves-
sero il nucleare le emissioni di CO2 nel
settore energetico sarebbero superiori
del 35% circa rispetto ai livelli attuali.
Il nucleare non è la fonte energetica
N. 6- - pag. 13
dei pochi, non è la fonte energetica
del passato: se oggi in 14 stati si pia-
nifi cano 108 reattori e se ne valutano
altri 250 è perché gli attuali 430 circa
impianti attualmente in esercizio si
sono dimostrati sicuri e produttivi per
i 30 Stati che li possiedono. Quella sul
nucleare è anche una sfi da culturale
che si combatte quotidianamente con
la vulgata del nucleare vecchio da con-
trapporre alle rinnovabili nuove, ma
entrambi non solo non sono alterna-
tive, ma soprattutto hanno in comune
la caratteristica di essere ad emissioni
di gas serra pari allo zero. Motivo per
cui paradossalmente chi parla di green
economy non può escludere dal nove-
ro degli ingredienti del mix energetico
necessario allo sviluppo sostenibile
l’energia nucleare. Non passi inosserva-
to in questo contesto che proprio Oba-
ma, il paladino della green economy
ha scelto come segretario di stato per
l’energia il premio nobel Steven Chu,
l’uomo giusto per avviare l’America ad
un programma di “rinascimento nucle-
are” con l’obbiettivo multiplo di com-
battere i cambiamenti climatici, ridurre
gas serra, aumentare posti di lavoro e
soprattutto ridare agli USA un ruolo
nella geopolitica che cambia e che pro-
prio sullo scacchiere energetico sposta
il suo asse verso l’Asia centrale e l’orien-
te. Analizzando in sostanza i dati degli
ultimi decenni il mondo, a dispetto del-
le energie rinnovabili, continua a pro-
durre elettricità dai combustibili fossili
(carbone e gas) che aumentano la loro
presenza dal 54% del 1997 al 62% del
2007. Le emissioni prodotte dall’inte-
ro ciclo nucleare, decommissioning e
gestione delle scorie comprese, sono
un decimo di quelle generate da una
normale centrale elettrica a carbone.
Una centrale atomica, a parità di ener-
gia prodotta in un anno è capace di ri-
durre l’inquinamento di circa 16 milioni
di tonnellate di carbone e autorevoli
opinionisti paragonano questo effetto
all’immediata eliminazione di 3,5 milioni
di automobili dal parco macchine mon-
diale. L’Italia fi no ad oggi è stato l’unico
paese del G8 a non produrre energia
nucleare e anche le potenti economie
emergenti di Cina, India e Brasile si fon-
dano sull’atomo di nuova generazione.
Certo nessuno può essere così sciocco
da immaginare che non vi siano rischi
nella produzione dell’energia nuclea-
re tra cui le scorie e il costo, ma que-
sta resta senza dubbio una frontiera di
innovazione. Indubbiamente si tratta
di una sfi da che richiede investimenti
giganteschi e non più come si diceva
negli anni 50 “che l’energia nucleare
produceva elettricità talmente econo-
mica che non vale la pena misurarla”.
L’onda emotiva successiva all’incidente
di Chernobyl può dirsi oggi ampiamen-
te rientrata nella coscienza diffusa del
paese. Le scelte che furono prese allora
son state riconosciute come avventate
ed ideologizzate. Oggi lo schieramento
pro nucleare è ampiamente trasversa-
le come dimostra il recente appello di
scienziati e personalità che chiedono
un dialogo costante con Governo e au-
torità competenti ma non escludono a
priori l’opzione nucleare. La decisione
della Corte Costituzionale di rigettare
l’impugnativa delle Regioni sulla legge
delega per il nucleare ha fugato peral-
tro ogni dubbio sulla legittimità della im-
postazione del Governo su questo tema
chiave per lo sviluppo del paese.
La nuova legislazione in materia energe-
tica pone infatti la sicurezza e la tutela
dell’ambiente al centro dei parametri
con i quali conseguire il grande ob-
biettivo del rilancio del nucleare. Una
normativa che si fonda sulla procedura
di autorizzazione e sulla condivisione
territoriale. In tale contesto si sviluppa
infatti l’approccio della Commissione
Tecnica di Verifi ca dell’Ambientale - VIA
VAS al nucleare; passando cioè dalla
precisa indicazione normativa (Legge
Delega n. 99/2009 e Decreto Legislativo
n. 31/2010) della necessità che il ritorno
del nostro Paese all’impiego dell’energia
atomica ai fi ni industriali passi attraver-
so il vaglio degli impatti che l’impiego
stesso può avere sull’ambiente natu-
rale. Il concetto di sviluppo sostenibi-
le applicato agli impieghi dell’energia
nucleare implica che gli organi tecnici,
Il Sottosegretario Roberto Menia
N. 6 - - pag. 14
quale la Commissione Tecnica di Verifi -
ca dell’Ambientale - VIA VAS, reputati
dall’ordinamento nazionale alla verifi ca
degli impatti ambientali degli impian-
ti industriali degli ecosisteme, siamo in
grado di farlo anche con riferimento
alla materia nucleare. Una materia che
per l’Italia si presenta come nuova no-
nostante le sue precedenti esperienze
nel settore e ciò in considerazione del
grande processo di evoluzione che essa
ha avuto attraverso ben tre generazio-
ni di centrali a combustibile nucleare,
mentre la IV è già alle porte.
Di qui l’idea di dare alla commissione la
possibilità di arricchire le conoscenze
sul nucleare, non solo attraverso appro-
fondimenti e dibattiti al proprio interno
ma anche attingendo alle esperienze
maturate in altri Stati, quali, ad esempio,
la Francia e gli Stati Uniti d’America, che
hanno una tecnologia molto avanzata.
In questo spirito e con questi obietti-
vi vi è stata una prima utile esperienza
costituita dalla visita alla Centrale di Fla-
manville in Normandia. Sono state poi
raggiunte con l’Ambasciata di Francia
intese, che sono poi sfociate nella pre-
parazione dell’incontro con gli esper-
ti francesi tanto di parte istituzionale,
quanto di parte industriale, che si terrà
il 22 e 23 c.m.. Nel corso dell’incontro
odierno con gli esperti francesi cui ri-
volgo un sentito ringraziamento saran-
no affrontati temi importanti tra i quali
la pianifi cazione energetica nucleare,
con riferimento alla scelta dei siti in
cui collocare le centrali per la produ-
zione di energia elettrica, nonché i siti
di smaltimento delle scorie. Si tratta di
un aspetto sul quale la Commissione
sarà coinvolta in quanto competente
alla Valutazione Ambientale Strategica
(VAS) su scala nazionale. Molto atteso
è anche il contributo di esperienza che
potrà essere fornito dai tecnici francesi
in relazione ai contenuti degli studi di
impatto ambientale concernenti alle
centrali, nonché in relazione ai deter-
minanti problemi della sicurezza degli
impianti e del rischio radiologico delle
aree interessate. Altrettanto deve dirsi
per l’organizzazione dei controlli e per
le campagne di comunicazione intese
al coinvolgimento e alla partecipazio-
ne del pubblico, che sono da conside-
rarsi essenziali per superare i pregiu-
dizi che ancora si nutrono nei riguardi
del nucleare. Quest’ultimo aspetto è
essenziale anche per aprire la strada alla
diffusa condivisione della compatibilità
del nucleare con l’ambiente in una lo-
gica di sviluppo che indubbiamente
annovera anche le fonti rinnovabili, ma
necessariamente le integra con l’ener-
gia nucleare ad alti livelli di effi cienza
e senza rischi. Come ormai da decenni
avviene in Francia. Esiste in Italia il pa-
radosso di una grande conoscenza in
materia nucleare che è stata tenuta viva
dal mondo delle imprese anche a costo
di grossi sacrifi ci e che oggi è pronta ad
essere rimessa in campo. Parallelamente
le istituzioni si stanno attrezzando non
solo con la costituenda Agenzia, ma
anche, per quanto riguarda il Ministero
dell’Ambiente con la nuova missione
attribuita alla direzione generale per lo
sviluppo sostenibile il clima e l’energia.
La salute delle popolazioni e la tutela
dell’ambiente, in condivisione con le
comunità locali sono pilastri delle nuove
procedure autorizzative.
La sicurezza in campo energetico ed in
particolare nel nucleare non è quindi
un’utopia, ma un obiettivo concreto che
si puo’ raggiungere con l’impegno delle
istituzioni, con il confronto e soprattut-
to con la ricerca e lo sviluppo continuo
della tecnologia. Una sfi da nella quale ci
sentiamo tutti impegnati”.•Il Ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo
DIBATTITO APERTO
N. 6- - pag. 15
N. 6 - - pag. 16
SICUREZZA ALIMENTAREMOZZARELLE BLU, ROSA E A POIS:
LE FRODI SI COLORANO DI FANTASIA
A cura dell’ Uffi cio Stampa Legambiente
Lo scorso 17 Settembre si è
svolta, a Roma, la presenta-
zione del VII Rapporto sulla
Sicurezza Alimentare da par-
te di Legambiente.
Mozzarelle blu, rosa e a pois. Le frodi
alimentari si colorano di fantasia met-
tendo sempre più a repentaglio la sicu-
rezza e la qualità del cibo italiani. Non
solo i casi delle “mozzarelle colorate”
ma anche sequestri di latte qualificato
come 100% italiano, e in realtà prodot-
to da una miscela di latte ungherese e
italiano, allevamenti dopati con ormo-
ni, vini e prodotti di qualità falsi. Carni,
allevamenti e prodotti lattiero caseari e
Made in Italy sono i settori più nel miri-
no dei contraffattori del cibo.
E’ quanto emerge da Italia a Tavola
2010, il rapporto sulla sicurezza ali-
mentare del Movimento Difesa del Cit-
tadino e Legambiente giunto ormai alla
sua settima edizione e che sempre più
si qualifica come l’analisi più completa
e dettagliata del sistema di controllo e
prevenzione della filiera agroalimen-
tare. Nella ricerca i numeri e i casi del
Corpo Forestale dello Stato, dei Cara-
binieri per la Tutela della Salute (Nas),
dell’Ispettorato centrale per il controllo
della qualità dei prodotti agroalimenta-
ri (Icqrf), dell’Agenzia delle Dogane,
del Sistema di allerta comunitario, delle
Capitanerie di Porto, e dei Carabinieri
per le Politiche Agricole e Alimentari.
Quest’anno Italia a Tavola si arricchisce
Presentato il VII Rapporto di Legambiente. Centrale il ruolo del Corpo Forestale
Il logo di "Italia a tavola
del contributo dei Servizi Igiene degli
Alimenti e Nutrizione ed i Servizi Vete-
rinari dei Dipartimenti di Prevenzione
delle A.S.L. e Laboratori pubblici che
operano nell’ambito del Servizio Sani-
tario Nazionale.
Tra i casi più eclatanti di frodi e irrego-
larità pericolose per la salute ne spic-
cano alcuni come l’operazione “Soma-
tos” portata a termine dai Nas dopo
tre anni di attività investigativa: 22
ordinanze di custodia cautelare, di cui
5 in carcere e 17 agli arresti domicilia-
ri, nei confronti di altrettante persone
ritenute responsabili di associazione
per delinquere finalizzata al traffico
ed all’impiego di sostanze vietate in
zootecnia (ormoni).
Tra i prodotti di qualità simbolo del
Belpaese vittima di sofisticazioni e con-
traffazioni c’è il vino,prodotto al centro
dell’attività di controllo dell’Icqrf e del
Corpo Forestale che nel 2009 hanno
scoperto, ad esempio una vasta falsifi-
cazione dell’Amarone della Valpolicel-
la: una famosa cantina di Fara Novarese
moltiplicava con comune vino da tavo-
la, per il 60% di provenienza francese
e per il 40% di provenienza italiana, il
vino Valpolicella della tipologia "Ama-
rone", "Ripasso" e altri vini pregiati, per
un totale di 952.084 litri. Il falso Made
in Italyè un mercato allettante soprat-
tutto per i prodotti esportati, grazie
a un “stacca-attacca” di etichette. Lo
testimoniano i risultati delle operazioni
dei Carabinieri per le Politiche Agricole
e Alimentari che a Ferentino (FR) hanno
sequestrato rotoli di etichette recanti
la dicitura “mozzarella bufala” e “fro-
zen bufala mozzarella”e confezioni di
plastica contenente prodotto destina-
to al mercato estero con etichettatura
recante la dicitura mozzarella di bufala.
I problemi principali del settore ittico
sono invece il mancato rispetto delle
norme di igiene sanitaria, di conserva-
zione e di tracciabilità. Basti pensare che
la Guardia Costiera, nel corso dell’ope-
razione Giano (durante le festività nata-
lizie) ha scoperto oltre 324 tonnellate
di pesce scaduto da anni o in cattivo
stato di conservazione e intercettato
una vera e propria filiera di distribuzio-
ne nazionale di specie ittiche prove-
nienti dall’area est asiatica. I sequestri
non mancano alle frontiere: nel 2009
l’Agenzia delle Dogane ha scoperto ol-
tre 25 mila barattoli di pomodori “San
N. 6- - pag. 17
Marzano” falsamente etichettati e oltre
24 mila chili di formaggio a pasta filata
dichiarata “MOZZARELLA”, proveniente
da una azienda tedesca e destinata alla
Libia. Molti prodotti sofisticati e con-
traffatti provengono proprio dall’este-
ro. In particolare, secondo il sistema
di allerta comunitario RASFF sono Cina
e Turchia i paesi dai quali provengono
gran parte delle irregolarità.
Notizie di frodi che fanno passare l’ap-
petito se non fosse che rappresentano
il risultato di oltre 700mila controlli da
parte delle Forze dell’Ordine solo nel
2009. Ogni giorno gli istituti preposti
restituiscono all’agroalimentare la sua
credibilità passando al setaccio pro-
duttori, allevatori, trasformatori, super-
mercati, negozi e ristoranti. Ma anche
mercati rionali, pescherie, stabilimenti
balneari, bar, agriturismi. Controlli che
hanno evitato che arrivassero sulle no-
stre tavole 41 milioni di chili di prodotti
per un valore di oltre 145 milioni di euro
a seguito della scoperta di oltre 86mila
infrazioni (tra penali e amministrative).
Il rapporto anche quest’anno segnala
alcune buone pratiche dell’agroalimen-
tare italiano consegnando il Premio Ita-
lia a Tavola 2010. In particolare, il rico-
noscimento è andato a due esempi di
mense in ambito sanitario che abbiamo
individuato grazie alla collaborazione
di Aiab (Associazione italiana per l’agri-
coltura biologica), alla community “Il
Circolo del Cibo” di Ctm Altromercato e
al progetto “Prevenzione salute al risto-
rante”, segnalato dalla Fipe (Federazio-
ne italiana pubblici esercizi).
“Il Rapporto Italia a tavola 2010”
conferma anzitutto che il business
dell’agroalimentare è sempre più ap-
petibile per la criminalità organizzata
e l’industria della contraffazione, a
causa del valore crescente in termi-
ni economici del Made in Italy - ha
affermato Antonio Longo, Presidente
Movimento Difesa del Cittadino. Il no-
stro cibo di qualità deve peraltro fron-
teggiare non solo l’attacco illegale dei
contraffattori, ma anche difendersi da
chi a livello europeo vorrebbe depo-
tenziare e sfumare sempre più le deno-
minazioni di origine col pretesto della
libera circolazione. Per fortuna il Rap-
porto ci conferma anche positivamente
che il sistema dei controlli funziona e
lavora bene, nonostante il taglio di fon-
di e di uomini e nonostante l’incredibi-
le cancellazione dell’Agenzia nazionale
per la sicurezza alimentare, di cui chie-
diamo con forza la creazione”. “I dati
sulla difesa della sicurezza alimentare
- ha commentato Francesco Ferrante
della segreteria nazionale di Legam-
biente - dimostrano come questa bat-
taglia per la legalità sia necessaria per
tutelare la salute dei cittadini, ma an-
che per proteggere dalla lunga mano
dei truffatori e della criminalità orga-
nizzata un comparto importante come
l’agroalimentare. Non è un caso che a
crescere siano proprio le falsificazioni
dei prodotti tipici certificati e di quel
made in Italy, famoso in tutto il mondo,
che alimenta buona parte delle nostre
esportazioni. Con particolare attenzio-
ne vanno quindi difese dalle frodi le
nostre piccole e medie aziende, che
rappresentano il target più sensibile alle
mire dei gruppi organizzati che specu-
lano sul settore con profitti di milioni
di euro”. •
N. 6 - - pag. 18
BIODIVERSITÀIN LAZIO L’OSSERVATORIO REGIONALE
A cura della Segreteria Nazionale UGL-CFS
L'Osservatorio sulla Biodi-
versità del Lazio (OBL)
è un Progetto coordi-
nato dall'Assessorato
Ambiente della Regione
Lazio, dall'Agenzia Regionale dei Parchi
e dall'Università di Roma "Tor Vergata".
Ha l'obiettivo principale di “raccogliere,
elaborare e interpretare dati e informa-
zioni sulla biodiversità nel territorio del-
la regione Lazio, produrre documenta-
zione di sintesi per facilitare le attività
di monitoraggio e programmare inizia-
tive di acquisizione di dati nelle aree
meno conosciute."
In seguito hanno aderito anche il Dipar-
timento di Biologia Vegetale e quello di
Biologia Animale e dell'Uomo dell'Uni-
versità "La Sapienza", il Dipartimento
di Biologia dell'Università di Roma Tre
e l'Università della Tuscia. La realizza-
zione di un centro locale, nato espres-
samente per raccogliere ed elaborare
dati sulla biodiversità, può essere con-
siderata in anticipo sui tempi nella si-
tuazione italiana.
Una delle prime fasi del progetto per
l'OBL ha riguardato l'allestimento del
sistema di raccolta dei dati ed il repe-
rimento e la validazione dell'esisten-
te. La ricerca dei materiali è stata quin-
di diretta alla raccolta di dati di diversa
origine: osservazionali (molto spesso
non pubblicati), da erbari, collezioni
zoologiche, da schedari, da cataloghi
e da fonti bibliografi che diverse, sia di
letteratura uffi ciale che di letteratura
"grigia" (tesi di laurea, relazioni tecni-
co-scientifi che). In seguito all'elabora-
zione di linee guida per l'acquisizione
e gestione dei dati, si è proceduto
quindi alla sistematizzazione delle
basi di dati: i dati raccolti sono orga-
nizzati in un sistema informatico che
risponde a standard internazionali di
contenuto e organizzazione e ne con-
sente la manipolazione sia degli aspet-
ti spaziali che temporali.
La base di dati dell'Osservatorio co-
stituisce, quindi, non solo un poten-
te strumento scientifi co in grado di
migliorare la conoscenza naturalistica
del territorio, indirizzando la ricerca
di base e applicata, ma anche un uti-
le servizio per istituzioni scientifi che,
amministrazioni pubbliche e privati
cittadini rendendo i dati disponibili
via internet. Infi ne, l'integrazione dei
dati nel Sistema Informativo Territoria-
le della Regione Lazio ha una ricaduta
diretta per la pianifi cazione e la ge-
stione delle Aree Protette.
La biodiversità nel Lazio: Fauna, Flora
e biodiversità nascoste
Il Lazio dispiega la sua ricchezza su
una superfi cie di 1.720.268 ettari. Le
pianure lo attraversano solo per una
minima parte (un 20%); per il resto le
montagne ed ancora di più le colline
si rincorrono, ripartite in sistemi più o
meno estesi, fi no ad affacciarsi o quasi
a precipitare sul mare.
La costa si sviluppa per trecento chi-
lometri ed il Mar Tirreno restituisce
con le isole dell'Arcipelago Pontino
testimonianze di una estesa ed in-
tensa attività vulcanica. La variegata
tipologia degli attuali paesaggi del
Lazio è, principalmente, frutto di una
storia geologica complessa, lunga mi-
lioni di anni. I movimenti delle terre,
Obiettivo: raccogliere, elaborare e interpretare datiper diventare un utile servizio per istituzioni scientifi che,
amministrazioni pubbliche e privati
N. 6- - pag. 19
il sollevamento dei fondali marini e lo
sprofondamento di altri, l'espandersi
e il ritrarsi dei mari, la formazione dei
fi umi, hanno costruito e modellato il
paesaggio di questa regione. Ciò che
noi osserviamo è custode silenzioso
di vicende lunghe milioni di anni. La
posizione geografi ca (centrale rispet-
to alla regione mediterranea) ed il
conseguente clima, la natura dei suoli,
l'idrografi a concorrono a spiegare la
grande varietà dell'assetto paesaggisti-
co. Più recentemente, un'altra straor-
dinaria forza ha contribuito a scolpire
defi nitivamente le immagini dei luoghi:
l'uomo. Soprattutto negli ultimi tre o
quattromila anni, la nostra specie ha
plasmato in misura diversa il territorio.
Così accanto a segni discreti, che tra-
sformano il paesaggio con testimo-
nianze storiche preziose ed insostitu-
ibili, convivono ferite inguaribili i cui
effetti sono sotto gli occhi di tutti. Il
Lazio si pone come una delle regioni
europee e mediterranee maggiormen-
te interessanti e, al tempo stesso, vul-
nerabili sotto il profi lo della biodiversi-
tà. Per quanto riguarda la ricchezza di
specie, possiamo osservare che, alme-
no per gli organismi più studiati e per
i quali si dispone di dati più completi,
il Lazio ospita circa il 50% delle specie
presenti in tutta Italia. Per alcuni grup-
pi, comunque, come per esempio i
ragni, gli scorpioni o addirittura i mu-
schi ed i funghi, le conoscenze sono
ancora largamente incomplete. Consi-
derando che una quota rilevante del-
le specie italiane è confi nata nell'Italia
settentrionale ed in particolare nell'ar-
co alpino, e che altre specie animali
e vegetali vivono esclusivamente nelle
isole, si può facilmente capire come
la fauna e la fl ora del Lazio siano alta-
mente rappresentative della biodiver-
sità dell'intera penisola.
Alcune aree e certi ambienti del La-
zio assumono un'importanza straor-
dinaria perché rappresentano le rare
testimonianze storiche di un popola-
mento animale e vegetale originario.
Custodi di specie che da tempo im-
memorabile vivono nel Lazio, ma che
oggi sono rare, sono alcuni "ambienti
di rifugio" come le grotte, le cime dei
monti o perfi no le acque temporanee.
Questi ambienti ospitano organismi
che hanno una diffusione geografi -
ca molto ridotta rispetto a quella del
passato: una distribuzione relitta, che
li rende particolarmente preziosi. Di
enorme valore scientifi co e cultura-
le sono anche le specie che vivono
in una sola area geografi a: le specie
endemiche. Per il loro valore intrin-
seco, quindi, le specie endemiche e
quelle relitte caratterizzano in modo
esclusivo le peculiarità ambientali di
una data area, e ne rappresentano nel
contempo l'elemento più vulnerabile
e minacciato di estinzione. Circa 1400
sono le grotte attualmente conosciute
nel Lazio. Di queste la maggior parte
si trova nel massiccio dei Monti Lepini
(477), seguito dai Monti Ausoni (169),
gli Aurunci (111), gli Ernici (104). Al-
cune grotte sono poi notevoli per
estensione. Il primato spetta alla Grot-
ta degli Urli (Guarcino, Frosinone): la
più profonda (-600m) ed anche la
più lunga (3620m). Per sviluppo ver-
ticale si può citare l'Abisso Consolini
(-550m, Carpineto Romano, Roma) e
la Grotta di Cittareale (-450m, Citta-
reale, Rieti). Per sviluppo orizzontale
la Grotta di Pastena (3000m, Pastena,
Frosinone) e la Grotta del Formale
(2920m, Carpineto Romano, Roma). Il
mondo sotterraneo e le sue acque vi-
vono di delicati e complessi equilibri
chimico-fi sici e biologici. Sono eco-
sistemi vulnerabili, in molti casi sot-
toposti a rischi di degrado ed inqui-
namento permanenti ed irreversibili.
L'immaginario collettivo ha popolato
il buio delle grotte di esseri immortali,
creature malefi che, draghi fantastici.
L'esplorazione scientifi ca, invece, ha
portato alla luce i reali abitatori del-
le grotte e, più in generale, di tutto
l'ambiente sotterraneo. Molte specie
di animali, infatti, trascorrono la loro
intera esistenza nel mondo ipogeo. Si
tratta, in genere, di creature piccole
(questione di millimetri o pochi centi-
metri), cieche, depigmentate, elegan-
ti. Gli incontrastati padroni delle tene-
bre sono invertebrati: sia terrestri che
acquatici, ed in particolare dominano
gli Artropodi (insetti, ragni, pseudo-
scorpioni, millepiedi, crostacei).
Per approfondire il tema visitare
il sito www.leps.it/obl oppure il sito
www.regione.lazio.it
Il ministro Prestigiacomo e il governatore del Lazio Renata Polverini
N. 6 - - pag. 20
N. 6- - pag. 21
N. 6 - - pag. 22
CRONACALIGURIA: VISITA (ED ELOGI)
DEL CAPO DELLA PROTEZIONE
CIVILE BERTOLASO
A cura della Segreteria Regionale UGL-CFS Liguria
Lodato l’operato dei volontari che collaborano con quelli della Lombardiae di CFS, VVF e Prefettura, evidenziando come cooperazioni
di questo tipo portino a risultati positivi
Si è svolto lo scorso 9 set-
tembre, presso la base
operativa nella foresta del
Lerone in località Vaccà
ad Arenzano l’incontro
tra il capo della Protezione Civile,
Dott. Guido Bertolaso, e gli enti impe-
gnati nella lotta agli incendi boschivi.
La Regione Lombardia collabora infatti
con la Regione Liguria dallo scorso lu-
glio per la lotta agli incendi boschivi
in virtù di una convenzione tra le due
amministrazioni; pattuglie di volontari
della Lombardia si sono affi ancati in-
fatti ai volontari liguri per prevenire
l’insorgere di incendi boschivi con il
coordinamento del Corpo Forestale
dello Stato.
E’ anche grazie a questa presenza,
oltre alle favorevoli condizioni me-
teorologiche, che la nostra regione
ha registrato per il 2010 un notevole
abbassamento sia del numero di in-
cendi che della superfi cie percorsa
dal fuoco. Erano presenti il Coman-
dante Regionale del Corpo Forestale
dello stato il Dr. Alfredo Milazzo ed
il comandante Provinciale di Genova,
la Dr.ssa Paola Tomassone nonché il
Prefetto di Genova, il comandante re-
gionale dei VVF, l’assessore regionale
all’ambiente Renata Briano, l’assessore
regionale all’agricoltura, Giovanni Bar-
bagallo, il sindaco di Arenzano e l’As-
sessore della Regione Lombardia alla
Protezione Civile La Russa.
Bertolaso ha elogiato l’operato dei
volontari delle due regioni e l’operato
di CFS, VVF e Prefettura evidenziando
come cooperazioni di questo tipo
Il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso in visita alla foresta del Lerone ad Arenzano
N. 6- - pag. 23
portino a risultati positivi ed augu-
randosi che vengano imitati da altre
regioni in Italia ed esortando a non
abbassare mai la guardia memore del
grosso incendio divampato proprio
nel mese di settembre del 2009 sul-
le alture della città di Genova quan-
do sembrava cessato ormai l’allarme.
Dopo aver salutato tutti i presenti ha
visitato il campo base allestito pres-
so la struttura nella foresta del Lero-
ne complimentandosi per la perfetta
organizzazione della logistica che è
stata alle spalle di questa collabora-
zione. Ci preme sottolineare l’enco-
miabile lavoro svolto da tutti i colleghi
della regione per assicurare sicurezza
all’intera comunità. Pur tra mille diffi -
coltà di carattere operativo e con un
organico esiguo, il personale del Cor-
po Forestale dello Stato ligure svolge
con passione e professionalità la sua
azione. Di seguito alcune foto della
manifestazione. •
Guido Bertolaso in una fase dell'incontro
N. 6 - - pag. 24
CRONACAIL 2 OTTOBRE SI È SVOLTA
LA 1A GIORNATA NAZIONALE
DEL RICICLO E DELLA RACCOLTA
DIFFERENZIATA DI QUALITÀA cura Uffi cio Stampa Consorzio CONAI
Arriva da CONAI e MINI-
STERO dell’ AMBIENTE
il Decalogo della Rac-
colta Differenziata di
Qualità, ovvero le 10
regole auree per separare meglio
e, dunque, riciclare meglio gli im-
ballaggi in acciaio, alluminio, carta,
legno, plastica, vetro. Per aiutare i
cittadini in questo compito il CONAI
– Consorzio Nazionale Imballaggi –
e il Ministero dell’Ambiente hanno
distribuito lo scorso 2 ottobre in
20 piazze italiane il Decalogo della
Raccolta Differenziata di Qualità in
occasione della 1° Giornata Nazio-
nale del Riciclo e della Raccolta Dif-
ferenziata di Qualità
“Raccolta 10 più”.
“La raccolta diffe-
renziata – afferma
il Ministro Stefania
Prestigiacomo – è la
chiave, il punto di
partenza essenziale
di un corretto ciclo
di smaltimento dei rifi uti che, nella
loro quasi totalità, non sono uno
scarto ma una risorsa che può es-
sere utilizzata come materia prima
per realizzare nuovi oggetti o come
fonte di energia. In questa direzione
la Giornata naziona-
le del Riciclo e della
Differenziata di qua-
lità con l’attivazione
di un premio per i
comuni più attivi in
questo campo rap-
presenta un’occa-
sione di divulgazione
della cultura del riciclo nell’opinio-
ne pubblica ma anche l’opportuni-
tà per innescare una concorrenza
virtuosa fra le amministrazioni loca-
li per un ambiente sempre miglio-
re”. In Italia la raccolta differenziata
dei rifi uti di imballaggio è una real-
tà concreta con zone d’ombra ma
anche punte di eccellenza. Tuttavia
è possibile migliorare la qualità del
materiale raccolto, separando cor-
rettamente i diversi materiali, ridu-
cendone il volume (delle bottiglie
o delle scatole), riconoscendo con
attenzione il tipo di materiale, ri-
pulendo gli imballaggi dai residui di
cibo. Una buona pratica che porta
un benefi cio ambientale importan-
te, grazie al riciclo di una maggiore
quantità di acciaio, alluminio, carta,
legno, plastica, vetro raccolti e si
traduce anche in corrispettivi eco-
nomici più elevati per i comuni vir-
tuosi, riconosciuti
da Conai nell’am-
bito di un accordo
con Anci per lo svi-
luppo della raccol-
ta differenziata dei
rifi uti di imballaggio
nei Comuni.
Il miglioramento della qualità della
raccolta differenziata – classifi cata
per fasce di qualità che misurano
omogeneità, presenza di materiali
estranei non riciclabili – si traduce,
infatti, per un comune di 100.000
È una buona pratica che porta un beneficio ambientale importante, grazie al riciclo di una maggiore
quantità di acciaio, alluminio, carta, legno, plastica, vetro raccolti e si traduce anche in corrispettivi economici
più elevati per i comuni virtuosi
Attivato anche un premio per il comune più attivo in questo campo
Can
e R
oss
o
N. 6- - pag. 25
abitanti (con una raccolta differen-
ziata complessiva intorno al 45%) in
corrispettivi economici che vanno
dai 232.000 euro all’anno per mate-
riale classifi cato in 3° fascia di qualità
per arrivare a circa 1 milione di euro
l’anno per materiale classifi cato in
1° fascia di qualità, quadruplicando
quindi i corrispettivi. Un meccani-
smo, che per una città di 1.000.000
di abitanti (con una raccolta differen-
ziata complessiva intorno al 45%),
prevede fi nanziamenti che possono
arrivare a 9,5 milioni di Euro l’anno
per una raccolta differenziata di 1°
fascia. Anche in questo caso, con il
passaggio dalla 3° fascia di qualità
alla 1° il corrispettivo è quattro volte
tanto: si passa da 2,3 milioni di euro
a 9,5 milioni di euro all’anno. Risorse
preziose che i Comuni utilizzeran-
no per il progressivo miglioramento
del servizio di gestione dei rifi uti da
imballaggio per i cittadini. Per dimo-
strare concretamente quanto una
raccolta differenziata di qualità pos-
sa produrre notevoli risultati, in oc-
casione della 1° Giornata Nazionale
del Riciclo e della Raccolta Differen-
ziata di Qualità del 2 ottobre, Conai
ha donato alle 20 città coinvolte sei
panchine di design realizzate utiliz-
zando esclusivamente materiali di
imballaggio provenienti da riciclo.
Le sei panchine resteranno a dispo-
sizione dei cittadini nei parchi, piaz-
ze, scuole di Ancona, Aosta, Arez-
zo, Bari, Bologna, Caserta, L’Aquila,
La Spezia, Matera, Milano, Oristano,
Perugia, Reggio Calabria, Roma, Sira-
cusa, Termoli, Trento, Treviso, Trie-
ste, Vercelli.
“Una giornata non solo per parlare
dei positivi risultati che Conai in-
sieme a tutti i cittadini e ai Comuni
italiani ha raggiunto ma, soprattut-
to per spiegare come, grazie ad un
piccolo impegno quotidiano per
fare bene la raccolta, sia possibile
migliorare ancora il riciclo” – così
Piero Perron, Presidente di Conai ha
riassunto il messaggio della Giorna-
ta Nazionale, sottolineando, inoltre,
“la positiva valenza ambientale, so-
ciale ed economica di una corretta
raccolta e riciclo degli imballaggi”.
“Conai continuerà a sostenere l’im-
pegno delle amministrazioni locali
su questa strada sia attraverso il ver-
samento dei corrispettivi a copertu-
ra dei maggiori oneri derivanti dalla
raccolta differenziata, che nel 2009
sono stati pari a oltre 400 milioni di
euro, sia fornendo loro supporto
tecnico-gestionale ed economico
che nel 2009 – nell’ambito dell’ac-
cordo quadro con Anci - ha raggiun-
to il totale di 2 milioni di Euro”. Oggi,
i risultati nazionali di recupero com-
plessivo dei rifi uti di imballaggio di
acciaio, alluminio, carta, legno, pla-
stica e vetro raggiungono il 73,9%,
equivalente a 8.024.000 tonnella-
te recuperate su 10.863.000 ton-
nellate immesse al consumo.
Il sistema ha registrato una crescita
del recupero complessivo di +5,25
punti percentuali rispetto all’anno
precedente (da 68,6% a 73,9%)
e, contestualmente, una riduzione
delle quantità di rifi uti di imballaggio
destinate a discarica, che nel 2009
sono scese al 26% del totale dei
rifi uti da imballaggio. •
Nella foto, le panchine donate dal Conai
N. 6 - - pag. 26
CRONACAIL GIARDINO DEGLI ORRORI:
LA MACABRA SCOPERTA
DEL CORPO FORESTALE
A cura della Segreteria Regionale UGL-CFS Lombardia
“Il giardino degli orro-
ri”. E’ questo il nome
dell’operazione del
NIPAF di Brescia, che
ha portato al ritrova-
mento di un vero e proprio centro
illegale di cattura di avifauna. Venerdì
9 luglio è stata infatti rinvenuta, nel
comune di Camignione di Passinaro
(BS), una struttura abusiva fi nalizzata
alla cattura di uccellini selvatici.
La scena che i Forestali si sono tro-
vati innanzi era raccapricciante. De-
cine e decine di merli, tordi, petti-
rossi, fi nanche una civetta, lasciati
a decomporre nelle gabbiette. Nel-
le vicinanze dell’abitazione vi erano
nascoste tra la vegetazione tre reti
a tramaglio per uccellagione tese ed
attive per la cattura di piccola avifau-
na, nelle quali erano rimaste impi-
gliate diverse specie di uccelli piccoli
canori (pettirossi,
codirossi, fringuelli
e una civetta), ormai
in avanzato stato di
putrefazione.
Sparse e accatastate
in diverse parti del
giardino vi erano,
inoltre, 135 gab-
bie e trappole per
avifauna di varie di-
mensioni, contenen-
ti un totale di 150
uccelli ormai privi
di vita, molti di questi in avanzato
stato di putrefazione e molti com-
pletamente rinsecchiti,
tanto da renderne al-
quanto diffi cile l’iden-
tifi cazione della specie
di appartenenza. Gli
uccelli avevano soffer-
to una lunga e dolo-
rosa agonia: i soggetti
rimasti impigliati nella
rete, come la civetta, i
codirossi e i pettirossi,
nel tentativo di liberar-
si con i loro movimen-
ti, erano rimasti soffocati dalle maglie
stesse, sempre più strette intorno al
collo; altri soggetti erano morti di
stenti, per disidratazione e fame, in
quanto privi di cibo e di acqua. Sono
state sottoposte così a sequestro
penale oltre 150 trappole e gabbie
di vario tipo in funzione e pronte allo
scatto, 2 reti tese da uccellagione di
circa 10 metri, il tutto contenenti
150 uccelli morti e in avanzato sta-
to di decomposizione di varie specie
tra cui civetta, cinciarella, codirosso,
pettirosso, cardellino, lucherino, ver-
zellino, fringuello, peppola, merlo,
tordi, allodole, ecc.
All’interno di un piccolo magazzino
sono stati rinvenuti inoltre, ulteriori
Scovato in provincia di Brescia un vero inferno per volatili
N. 6- - pag. 27
45 uccelli vivi, ma detenuti in condi-
zioni incompatibili con la loro natu-
ra e sottoposti anch’essi a sequestro
penale ed affi dati in custodia al Cen-
tro di Recupero Animali Selvatici Val-
predina – WWF Italia. Questi uccelli
venivano tenuti in gabbie, alcune
delle quali in ferro, materiale non
consentito, e/o di dimensioni infe-
riori agli standard di legge, sporche
e con accumulo di feci, ricoperte di
polvere mista a cibo. Alcune gabbie
erano a loro volta posizionate in un
armadio in ferro che limitava il ricam-
bio d’aria per gli uccelli. Molti uccelli
mostravano abrasione alle penne,
e lo stato di nutrizione era insuffi -
ciente. La struttura non era affatto
in abbandono, anzi
si ipotizza una vera e
propria centrale ope-
rativa fi nalizzata allo
smistamento di uccel-
lini soprattutto per il
mercato della ristora-
zione. Purtroppo in-
fatti vi è una diffusa
tradizione culinaria
che coinvolge più re-
gioni del nord Italia.
Si ricollega a questa
consuetudine anche un altro im-
portante aspetto: il Corpo Foresta-
le ha scoperto la cosa grazie solo
ad attività investigativa, e nessun
cittadino si è preoccupato di se-
gnalare la cosa alle Autorità.
Eppure l’attività di bracconaggio in
questione non veniva svolta in un
luogo isolato, ma nel giardino di una
abitazione, peraltro molto vicina ad
altre case. E’ proprio questo il vero
problema: riuscire a sradicare una
tradizione necessita di impegno e di
tempo, anche se questa tradizione
provoca atroci sofferenze e morte
a migliaia di esseri viventi, alcuni dei
quali addirittura in via di estinzione.
“Alcuni, o per essere attaccati al vi-
zio con un legame naturale, o per
lunga consuetudine, non ne vedono
più la bruttezza”
(Michel E. De Montaigne)
N. 6 - - pag. 28
CULTURAIL NOSTRO PIANETA COME UN ESSERE
VIVENTE : "GAIA", L'AFFASCINANTE
TEORIA DI JAMES LOVELOCK
Di Fabio Lancianese (Agente Cfs)
Lo scienziato ha ipotizzato che la Terra sia un vero e proprio organismo che vive grazie all’energia solare, che autoregola i suoi “parametri vitali”,
è soggetto alla febbre (effetto serra) e può rischiare il collasso
La storia del sapere umano è
caratterizzata da una succes-
sione di uomini e teorie in gra-
do di rivoluzionare il pensiero
scientifi co dominante, spesso
con inevitabili rifl essi sui sistemi fi losofi ci
e sulle argomentazioni religiose e spi-
rituali. Come la teoria copernicana sul
moto dei pianeti attorno al Sole provo-
cò un vero e proprio shock, fornendo
una decisiva e nuova interpretazione
allo studio dell'universo visibile, così
l'"ipotesi Gaia" fi n dal momento della
sua formulazione, ha rappresentato un
innovativo punto di vista per lo studio
della vita sulla Terra.
Lo scienziato inglese James Lovelock,
in collaborazione con il biologo Lynn
Margulis, nella pubblicazione del 1979
"Gaia. A New Look at Life on Earth",
ipotizza che il nostro Pianeta (chiama-
to Gaia in omaggio all'omonima divinità
greca) sia un vero e proprio organismo
vivente, il quale vive grazie all'ener-
gia solare che assorbe, può mutare la
propria biomassa, autoregola i propri
"parametri vitali", è soggetto alla febbre
(effetto serra) e può in ultimo rischiare
il collasso.
L'insieme della "materia vivente" sulla
Terra, dovrebbe quindi essere consi-
derata come una singola entità, pur
presentandosi sotto diversi aspetti e
molteplici caratteristiche: virus, elefan-
ti, alghe, sequoie, insetti e mammiferi,
condividono con Gaia la capacità di
omeostasi, la regolazione cioè dell'am-
biente fi sico e chimico ad un livello tale
da assecondare e favorire la vita stessa.
E' noto, ad esempio, come senza l'ele-
mento acqua non sarebbe stata possi-
bile la vita, ma la stessa vita avrebbe
poi consentito alla Terra di regolare
gli oceani con un grado di salinità che
non ha mai superato il suo limite cri-
tico. Di qui l'intuizione che l'evoluzio-
ne degli organismi viventi debba essere
strettamente correlata all'evoluzione
del relativo ambiente fi sico-chimico
(non soltanto dettata da logiche di
competizione espresse da Darwin),
e pertanto il clima, la composizione
dell'aria o degli oceani, non sarebbero
determinati dalla sola storia geologica,
ma anche dalle conseguenze della pre-
senza della vita sulla Terra. Una Terra
concepita come un super-organismo
vivente che ci ospita e di cui facciamo
parte come le nostre cellule fanno par-
te del nostro corpo; con gli ecosistemi
presenti (deserti,oceani, foreste tropi-
cali) veri e propri organi di Gaia, dotati
di autoregolazione,omeostasi e meta-
bolismo. A supporto e semplifi cazione
delle sue teorie, Lovelock ha eleborato
alcuni modelli matematici computeriz-
zati, tra cui il Daisy World (mondo delle
margherite), comprendente un piane-
ta ipotetico, con le stesse caratteristi-
che della Terra, ma ricoperto soltanto
di margherite bianche e di margherite
James Lovelock
N. 6- - pag. 29
nere, con un’occasionale mucca che le
mastica di tanto in tanto." Su Daisylan-
dia in condizioni normali, le margherite
bianche si adattano bene ai climi caldi,
in quanto il loro colore chiaro rifl ette
bene la luce solare, mentre le margheri-
te nere si adattano e prosperano nei cli-
mi più freddi, in quanto il colore scuro
trattiene il calore dei raggi solari. Ad un
certo momento, il sole di Daisylandia di-
viene gradualmente ed inesorabilmente
più freddo, ma questo non comporta
la fi ne della vita proprio grazie alle ca-
ratteristiche del sistema sopra descritte.
Pian piano, infatti, le margherite bianche
muoiono, insieme a quelle nere delle
zone più fredde. Ma subito negli spazi
lasciati vuoti dai fi ori bianchi cominciano
a prosperare le margherite nere anche
nelle zone equatoriali, prima troppo
calde per loro: In questo modo Daisy-
landia si ricopre di un tapppeto nero.
A questo punto il pianeta comincia a
riscaldarsi, dato che la superfi cie scura
rifl ette nello spazio meno energia: le
margherite bianche tornano a sviluppar-
si ma nelle zone tropicali, sottraendo
spazio alle nere, meglio adatte a zone
più fredde. Alla fi ne del ciclo, su una
Daisylandia più fredda, la vita continua
con un numero maggiore di margherite
nere rispetto alla situazione iniziale."
Gaia si manterrebbe dunque viva nella
mutevolezza grazie alla sua "biodiver-
sità". Gli ecosistemi più complessi ed
evoluti del pianeta, infatti, (barriera co-
rallina o foresta equatoriale) devono la
loro stabilità non alla presenza di una
singola specie, bensì alla varietà delle
strategie con cui le specie utilizzano le
risorse disponibili.
Le teorie di Lovelock hanno suscitato
molto interesse nel mondo scientifi co
ma non solo. Ultimamente sono state
riadattate alle strategie di protesta dei
movimenti ambientalisti, fi no ad assu-
mere connotati addirittura religiosi nel
contesto della spiritualità New Age
(Gaia Mind). Senza dubbio, però, il
maggior merito dello scienziato ingle-
se sta nell'aver sottolineato in maniera
effi cace il ruolo non secondario svolto
dagli organismi viventi nell'alterazione/
composizione dell'ambiente circostan-
te. L'attività e l'ambiente artifi ciale co-
struito dall'uomo (anche se estraneo
al sistema) interagisce fortemente con
"l'insieme" modifi cando i fattori limi-
tanti (temperatura, composti chimici
ecc..), rappresentando sicuramente
un fattore inquinante di Gaia. Volen-
do, dunque, affrontare la teoria di Lo-
velock da un punto di vista fi losofi co,
non resta che cercare di risolvere un
dilemma insito nel sistema: se il pia-
neta è un organismo vivente, qual è
il ruolo dell'essere umano? Forse il
sistema nervoso, che ha il compito di
coordinare il corretto funzionamento
del tutto, oppure quello di un perico-
loso virus o parassita che mette a re-
pentaglio la sopravivvenza di Gaia? •
Diasyworld
N. 6 - - pag. 30
SINDACALE
Al Sig. Presidente del Senato della Repubblica Renato SCHIFANI
Prot. 218
OGGETTO:Disegno di Legge 783 “Materia Previdenziale per il personale delle Forze di Polizia”. Richiesta Intervento.
Il 16 Giugno 2008, il Sen. Luigi Ramponi presentò un Disegno di Legge
inerente il “Differimento dell’efficacia di disposizioni in materia previdenziale per il
personale delle Forze Armate e delle Forze di Polizia ad ordinamento militare e civile”, poi
assegnato, in sede referente, alla 11^ Commissione permanente Lavoro e Previdenza
Sociale. Ad oggi, il provvedimento è fermo in attesa di una relazione tecnica da parte del
Governo.
Gli appartenenti alle Forze di Polizia ed Armate attendono, da anni, l’avvio
della previdenza complementare – ai sensi della Legge 335/1995 – , e ciò sta creando
allarme e preoccupazione soprattutto nel personale più giovane. Il rinvio di tale correttivo
pensionistico integrativo contribuirà ad erogazioni di pensioni future tra il 40 ed il 60 per
cento dell’ultima mensilità percepita.
Considerata la delicatezza della materia e che l’approvazione del disegno di
legge in questione potrebbe alleviare il senso di incertezza del Comparto Sicurezza e
Difesa, si chiede un Autorevole intervento della S.V. affinchè l’iter dell’atto parlamentare
ricominci nel più breve tempo possibile.
Certi della Sua sensibilità al riguardo, ed in attesa di cortese riscontro, si
porgono Distinti Saluti.
Roma, 30 Settembre 2010 f.to Il Segretario Nazionale
Danilo Scipio
N. 6- - pag. 31
N. 6 - - pag. 32
I DIRIGENTI UGL-CFS
T esse r a men to 2010
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