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ORGANO UFFICIALE DELL’UGL - FEDERAZIONE NAZIONALE CORPO FORESTALE DELLO STATO QUANDO IL MARE DIVENTA DISCARICA Anno 2 - n. 1 - gennaio/febbraio 2009 - € 16.25 - Poste italiane Spa Spedizione in abb. Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004) art. 1 comma 1 DCB Milano - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008 ORGANO UFFICIALE DELL’UGL Federazione Nazionale Corpo Forestale dello Stato PRATICHE DANNOSE Lo spietramento nel Gargano a pag. 8 PARCHI URBANI Il cuore verde e insicuro delle nostre città a pag. 16 NUOVI AGRICOLTORI La scelta dei giovani: entrare in agricoltura a pag. 20 n.1 gennaio/febbraio QUESTO PRODOTTO È COMPLETAMENTE BIO-DEGRADABILE E RICICLABILE, NEL PIENO RISPETTO DELL’AMBIENTE

Sicurezza Ambiente n.1-09

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La rivista è un interessante punto d’osservazione anche delle dinamiche sindacali, quelle che hanno visto l’Ugl tutta, e la federazione, conquistare un importante spazio politico nel panorama nazionale.

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quandO il mare diventa discarica

Anno 2 - n. 1 - gennaio/febbraio 2009 - € 16.25 - Poste italiane SpaSpedizione in abb. Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004) art. 1

comma 1 DCB Milano - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008

OrganO ufficiale dell’ugl federazione nazionale corpo forestale dello stato

pratiche dannOse

lo spietramento nel gargano

a pag. 8

parchi urbani

il cuore verde e insicuro

delle nostre città

a pag. 16

nuOvi agricOltOri

la scelta dei giovani:

entrare in agricoltura

a pag. 20

n.1 gennaio/febbraio

questO prOdOttO è cOmpletamente biO-degradabile e riciclabile, nel pienO rispettO dell’ambiente

N. 1 - - pag. 3

sommario

4 - Editoriale

Riformare il Comparto sicurezza

6 - Mare nostrum Spacciatori di rifiuti... in mare

8 - Pratiche dannose Dopo il fuoco lo spietramento: nuova piaga

per il Gargano

10 - Inquinamento automobili Ma quanto inquinano?

12 - Per discutere Caccia: numero di colpi per armi a canna rigata

16 - Parchi e giardini pubblici Il cuore verde e insicuro delle nostre città

18 - Soluzioni all’avanguardia Co2, Ingv, Eni e Enel nel 2009 a Brindisi primi

esperimenti di stoccaggio

20 - Nuovi agricoltori La nuova scelta dei giovani: entrare in agricoltura

22 - Riserve naturali 1908-2008 - I CEnto annI DI MontEDIMEzzo

26 - Associazionismo Conoscere l’associazione nazionale Forestali

28 - Sindacale Bilancio dell’attività dell’Ugl-Corpo Forestale

dello Stato nel 2008

30 - Pari opportunità Vero miraggio o solide certezze?

Foto copertina: Bilal Mirza

editoriale

N. 1 - - pag. 4

RIfoRMARE Il coMPARto PER MIglIoRARE lA SIcuREzzA NEl NoStRo PAESEdi Paolo Varesi / Segretario Confederale UGL

Dopo una serie d’incon-

tri ad oltranza le orga-

nizzazioni sindacali

e le rappresentanze

militari hanno final-

mente raggiunto l’accordo. nei primi

mesi dell’anno, verranno attribuiti al-

cuni benefici economici, peraltro già

previsti per il biennio 2006 - 2007, per

una somma complessiva di circa 280

milioni di euro.

L’intesa ha consentito, inoltre, di

superare gli effetti del cosiddetto

“decreto Brunetta” in materia di pe-

nalizzazioni economiche in caso di

assenza per malattia e di recuperare

terreno rispetto ad alcune ingiustizie

retributive, accumulate in questi anni,

come quella della minore retribuzione

dell’ora di lavoro straordinario, sulla

quale solo noi dell’Ugl abbiamo avu-

to dapprima il coraggio di avviare una

solida azione giurisdizionale per poi

impegnare il Governo affinché ricono-

scesse le nostre ragioni nell’ambito del

Patto per la Sicurezza.

La trattativa, come spesso succede,

ha avuto alti e bassi, grazie anche alla

personalità del ministro Renato Bru-

netta, cui piace cimentarsi in accesi

confronti dialettici.

Si è comunque chiuso un ciclo.

Il Comparto sicurezza e difesa ha mo-

strato tutti i propri limiti: mancanza

di una visione d’insieme del settore;

acuita differenziazione delle singole

specificità, eccesso di scontrosità tra

rappresentanze e sindacati; disomo-

genea applicazione di analoghi istituti

normativi e retributivi.

nel corso di questi ultimi anni, da

quando sono stati varati i decreti legi-

slativi in materia di procedure del rap-

porto d’impiego del personale delle

forze di polizia e delle forze armate, il

Comparto ha fatto molta strada, con-

sentendo a categorie, tutte di cultura

militare, di crescere maturando mag-

giore consapevolezza e una visione

più ampia del mondo del lavoro. Sono

trascorsi dieci anni e le cose sono mol-

N. 1 - - pag. 5

to cambiate. È cambiata la strut-

tura delle amministrazioni; i com-

piti attribuiti alle diverse Forze; è

cambiata soprattutto l’attenzione

dell’opinione pubblica rispetto ai

temi della sicurezza interna ed

esterna al Paese oltre che, natu-

ralmente, la pressione politica.

non potevano essere da meno le

aspettative e i bisogni del perso-

nale e dei propri modelli di rap-

presentanza.

Per tutte queste ragioni il Com-

parto va presto riformato, par-

tendo innanzitutto dalle norme.

I decreti legislativi istitutivi non

sono più in grado di reggere il

passo con le mutate condizioni

operative. Immaginare di poter

continuare ad impegnare organiz-

zazioni e rappresentanze su temi

marginali e in alcuni casi comple-

tamente estranei ai propri compi-

ti istituzionali, significa rinunciare

a riconoscere alle forze di polizia

e alle forze armate un adeguato

ruolo sociale, relegandole nello

“scaffale” della solidarietà da uti-

lizzare quando serve.

Riformare non significa distrug-

gere, tutt’altro. occorre, però

delineare una diversa articolazio-

ne delle procedure e delle ma-

terie oggetto del confronto, cer-

cando di cogliere le diversità di

ognuno rispetto ai temi comuni.

Solo così si potranno evitare inu-

tili e dannose contrapposizioni

che oggi rischiano di dividere la

categoria anche su temi comuni

e di portata generale.

La partite della sicurezza si gioca

anche sul piano sindacale. Una

maggiore coesione e un senso di

diffusa colleganza aiuta tutti gli

attori a partecipare meglio e in

modo più convinto alle numerose

sfide che attendono il settore. •

N. 1 - - pag. 6

mare nostrumSPAccIAtoRI DI RIfIutI... IN MARE

Fonte: corrieredellasera.it

Smaltire rifiuti pericolosi non è poi così complesso: basta buttarli in mare insieme alle navi che li trasportano... e incassare i soldi

dell’assicurazione oltre al premio smaltimento

le parole aiutano, è vero.

Ma a volte ingannano. nel

traffico illegale dei rifiuti il

prefisso «eco» è diventa-

to un prefisso, e tutti di-

ciamo «ecomafia». In entrambi i casi,

quell’«eco» tranquillizza. Poiché ci

consegna un mondo ben diviso in due:

l’uno «eco» per male (l’ecomafia), l’al-

tro «eco» per bene (la preoccupazio-

ne ambientale inserita nella ragione

sociale). E invece questo è l’inganno

più sottile e meglio riuscito degli ultimi

venticinque anni.

nel racconto-verità “Navi a perdere”,

scritto con la consueta bravura da car-lo lucarelli per la collana Verdenero di

Edizioni ambiente

di questo si parla.

Di come si «smalti-

scono» i rifiuti più

pericolosi, anche

quelli radioattivi,

facendo credere

che tutto avvenga

in maniera «eco»

(«eco-logica» ed

«eco-nomica» ,

dunque: «eco-

compatibile»). In

realtà, le file di

camion carichi di

fanghi industriali

cancerogeni, che viaggiano di notte

e per lo più dal nord al sud della pe-

nisola (dalla toscana alla Puglia, per

esempio), sversano tutto in discariche

«controllate» per modo di dire o addi-

rittura in aperta campagna. E lo fanno

senza incontrare sul proprio cammino

grandi resistenze (che, se vi fossero,

sarebbero rapidamente vinte dalla

«moral suasion» dei mitra che scorta-

no quei carichi) o grandi controlli di

polizia (che, quando ci sono, vengo-

no vissuti con fastidio dalla Legge che

dovrebbe reprimerli, dall’Economia

che potrebbe risentirne e dalla Infor-

mazione che, per carità, non vorrebbe

allarmare). non ci sono però soltanto

i camion. Ci sono anche le navi. Le co-

siddette «navi dei veleni».

Il traffico di rifiuti è un’attività miliarda-

ria. Rende più del traffico di droga. E se

si tratta di roba che scotta, per esem-

pio le scorie radioattive o le sostanze

più tossiche e nocive, ecco che le navi

sono l’ideale. ne compri qualcuna

malandata, la carichi di tutta questa

roba, la porti in mezzo al mare, simuli

un naufragio, la fai inabissare e oltre

ai soldi dello «smaltimento» prendi an-

che i soldi dell’assicurazione. È diffici-

le fregare i Lloyd’s di Londra, eppure

anche loro ci sono cascati. Quando

se ne sono accorti, hanno denuncia-

to una truffa di almeno 500 milioni di

dollari per aver

assicurato ben 25

«navi a perdere».

tutte naufragate in

maniera a dir poco

sospetta. tutte co-

late a picco nel

Mediterraneo. La

procura di Reggio

Calabria, invece,

ha sempre soste-

nuto che le navi

cariche di scorie

radioattive affon-

date con questo

sistema nel Mare

tabasco

Kid

La nave cargo napoli colpita dall’uragano Kirill

N. 1 - - pag. 7

nostrum erano almeno 40. Mentre

Legambiente, che denunciò questa

strana battaglia navale fatta di autoaf-

fondamenti, dice che sono 50 e qual-

cun altro 100. Senza

contare le scorie finite

sotto il mare grazie a

un originale sistema di

smaltimento realizzato

in barba a ogni con-

venzione internazionale (la London

Dumping Convention del 1972, il Pro-

tocollo di Londra del 1996).

Il sistema si chiama Penetrator ed è un

siluro d’acciaio pieno di scorie radio-

attive che una nave porta in alto mare

e lascia cadere. Il siluro pesa circa 300

tonnellate e si inabissa alla velocità di

220 chilometri orari, conficcandosi nel

fondale marino, dove dovrebbe «resi-

stere» per un milione di anni. Poiché

ogni Penetrator è (dovrebbe essere)

anche «schedato», grazie a un’anten-

na fissata sulla coda che trasmette a

un satellite il segnale della sua pre-

senza in quel preciso punto del sub

fondale, non dovrebbe essere compli-

cato sapere quanti ce ne sono nel Me-

diterraneo. Invece non si sa. o, se si

sa, è segreto. nemmeno delle «navi a

perdere» si sa quante sono. non risul-

ta che il governo italiano, nonostante

sia stato denunciato alla Commissione

europea per i Diritti dell’Uomo, abbia

mai finanziato una perizia radiometri-

ca sul contenuto delle navi affondate

nel Mediterraneo. Ma non accadde

nulla. Il racconto di Carlo Lucarelli, che

nasce da una nave che invece di af-

fondare finì spiaggiata sulla costa ca-

labra, lasciando immaginare cosa era

accaduto alle altre 25, 40 o 100 «navi

dei veleni» ci obbliga a riflettere e ci

stimola a volerne sapere di più. Cosa

sappiamo, per esempio, di

natale De Grazia, il capitano

di fregata della Capitaneria

di porto di Reggio Calabria

morto in maniera strana, a

38 anni, quando godeva di

ottima salute e proprio mentre indaga-

va con passione su queste «navi a per-

dere»? niente, non sappiamo niente.

E, invece, sarebbe il caso che qualche

magistrato prendesse in mano il libro di

Lucarelli e andasse a leggere cosa dis-

se nel 2004 il presidente Carlo azeglio

Ciampi quando, elogiandone il lavoro

straordinario, assegnò a De Grazia la

medaglia d’oro alla memoria. De Grazia,

disse Ciampi, ha lavorato «nonostante

pressioni e atteggiamenti ostili». •

Il traffico di rifiuti è un’attività miliardaria. E se si tratta di roba che scotta, per esempio

le scorie radioattive o le sostanze più tossiche e nocive, ecco che le navi sono l’ideale

N. 1 - - pag. 8

pratiche dannoseDoPo Il fuoco lo SPIEtRAMENto: NuovA PIAgA PER Il gARgANo

A cura della Segreteria Ass. Ambiente e/è vita

Lo spietramento è illegale e causa notevoli danni ambientali, eppure è ancora praticato e sul Gargano si aggiunge alle altre pratiche

che stanno devastando il territorio

In questi ultimi anni la Puglia, e

soprattutto la zona del Garga-

no, è stata martoriata da even-

ti di grande risalto che l’hanno

tristemente portata ad occu-

pare le prime pagine di tutti i giornali.

Lo spietramento è una lavorazione

del terreno di carattere straordinario,

eseguita sempre in fase di prepara-

zione di un terreno naturale ad usi

agricoli. Comporta una asportazione

o sminuzzamento delle pietre del ter-

reno, per permettere lo sfruttamento

agricolo di quest’ultimo, con mezzi

meccanici che altrimenti non potreb-

bero essere utilizzati. Rientra a tutti

gli effetti come ope-

ra di miglioramen-

to fondiario, tanto

che erano addirittu-

ra previsti incentivi

pubblici ed europei

come il Reg. CEE

2078/92, o la L.R.

19/1997”. Successi-

vamente, a seguito

di valutazioni am-

bientali, la pratica è

stata “vietata ai sensi

dell’art 3 (divieti ge-

nerali) del D.P.R. n.18

del 10 marzo 2004. La trasformazione

dei pascoli spontanei in colture attra-

verso l’azione di dissodamento e fran-

tumazione delle pietre calcaree pro-

duce infatti l’alterazione permanente

dell’assetto del territorio nonché il

mutamento dell’aspetto esteriore del

paesaggio.

nonostante però sia stato oggi vie-

tato lo spietramento è ancora pratica-

to illegalmente.

Quella dello spietramento è una pra-

tica che ha causato danni ambienta-

li notevoli nella Murgia, dove è stata

combattuta dagli uomini del Corpo

Forestale dello Stato con il sequestro

di notevoli estensioni di terreno e la

denuncia dei proprietari. Una pratica

che, purtroppo, si ripropone anche

sul Gargano e che si aggiunge perciò

alle altre che già stanno affliggendo

il promontorio come, ad esempio,

l’abusivismo, la proliferazione di gran-

di interventi edilizi sulla costa o gli in-

cendi boschivi dello scorso anno.

I pascoli naturali sono uno degli habi-

tat più minacciati in Europa e quindi

meritevoli di tutela. nel caso in que-

stione, si tratta di pascoli a substra-

to calcareo e di pseudo steppe con

concentrazione di rilevanti specie a

rischio di estinzione legate a tali ha-

bitat seminaturali e

contemplati dalle di-

rettive comunitarie.

Un documento

presentato a di-

cembre 2008 a cura

della Regione Puglia

- assessorato all’as-

setto del territorio

dal titolo “VaLUta-

zIonE aMBIEntaLE

StRatEGICa DEL PIa-

no PaESaGGIStICo

tERRItoRIaLE RE-

GIonaLE” denuncia Spietramento totale di un terreno

BigFoto

N. 1 - - pag. 9

come la pratica dello spietramento

sia praticata ancora oggi nel territorio

del Gargano e dell’alta Murgia. Ciò

condiziona anche la sopravvivenza

di specie faunistiche legate a questi

particolari ambienti. Un recupero di

tale tipologia di habitat dan-

neggiati dallo spietramento si

vedrebbe solo dopo decine

di anni. anche dal punto di

vista strettamente geologico

si assiste al dilavamento del

suolo così frantumato con

conseguenze sulla circola-

zione delle acque e ad un

veloce processo di desertificazione,

a causa dell’azione erosiva dei venti

ed al dilavamento delle acque piova-

ne, azioni non più contrastate dalla

presenza degli apparati radicali della

vegetazione spontanea. tutto si riflet-

te anche sul piano paesaggistico con

una banalizzazione evidente del con-

testo ambientale.

tutto il promontorio di Monte d’Elio

è gravato dal vincolo paesaggistico

ex Legge 1497/39 e questa pratica

si configura in una grave alterazione

dello stato dei luoghi. Per la zona che

ricade in area Parco valgono le relati-

ve norme di salvaguardia ambientali e

territoriali. tutta l’area rientra comun-

que in IBa (Important Bird area, aree

importanti per gli uccelli) e ci sono

numerose sentenze comunitarie non-

chè interpretazioni da tempo consoli-

date del Ministero dell’ambiente che

considerano queste aree alla stregua

delle zPS (zone di Protezione Specia-

le). Le trasformazioni delle aree non

coltivate per destinarle a uso agricolo

devono essere sottoposte a “verifica

di assoggettabilità a VIa (Valutazione

di Impatto ambientale)”, cosiddetto

Screening ambientale, quando la su-

perficie eccede i 10 Ha (5 Ha in area

protetta).

LIPU e WWF per quanto segnalato

hanno trasmesso una circostanziata

denuncia al Corpo Forestale

dello Stato chiedendo anche

di verificare se le aree interes-

sate sono state percorse dagli

incendi della zona nel 2003 e

quindi sottoposte ad ulteriori

vincoli di legge. all’Ente Parco

chiedono di attivarsi a fianco

dei cittadini e degli ambien-

talisti per stroncare questo fenomeno

dello spietramento. Diversamente in

futuro moltissime aree con valenza

naturalistico - ambientale saranno tra-

sformate in monotone aree agricole

scarsamente produttive. Il vantaggio

di breve durata di pochi non deve

rivelarsi un disastro ambientale che

ricadrà sull’intera comunità del Gar-

gano. •

Quella dello spietramento è una pratica che ha causato danni ambientali notevoli

nella Murgia dove è stata combattuta dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato

con il sequestro di notevoli estensioni di terreno e la denuncia dei proprietari

Spietramento parziale più disboscamento e nel riquadro come la zona si presentava prima

N. 1 - - pag. 10

inquinamento automobili

è necessaria una nuova educazione civico-ambientale, che ci spinga a ricorrere sempre meno all’utilizzo inutile dell’automobile

MA quANto INquINANo?di Massimo Rosa / Dirigente UGL-CFS

l’automobile la cono-

sciamo tutti. Ma ci sono

domande, a riguardo,

che hanno una risposta

che conoscono in po-

chi. E anche risposte che tutti cono-

scono e nessuno dice.

Chi inquina di più la nostra aria, i mo-

tori a benzina o i diesel? E i blocchi

del traffico: funzionano o è “tutta po-

litica”? Esiste veramente l’auto ad aria?

Diventerà realtà prima che i nostri

scienziati riescano a tirarci fuori dalla

trappola dell’auto all’idrogeno?

tutte domande che tanti di noi, alme-

no una volta, si sono posti.

Qual è il motore più ecologico?

tutti e due (benzina o diesel) fan-

no danni, ma in

modo diverso. I

motori a benzina

producono più

Co2 (anidride

carbonica), quelli

a gasolio più nox

(ossidi di azoto).

Che vuol dire?

agenda 21, il rap-

porto 2003 del

Comune di Mila-

no sulla qualità

dell’aria, è lapida-

rio: con la benzi-

na otteniamo più

Co2, il gas responsabile dell’effetto

serra (ha perciò effetti a livello globa-

le); ma se passiamo agli effetti a livello

locale, nelle grandi città la vera emer-

genza sono i diesel, le cui vendite

sono quadruplicate negli ultimi anni. I

diesel, infatti, battono i benzina per le

emissioni di ossidi di azoto e, soprat-

tutto, per la produzione di particola-

to, nettamente superiore.

La nocività delle polveri sottili, il co-

siddetto particolato (Pm10), dipende

dalle loro dimensioni e dalla loro ca-

pacità di raggiungere le diverse parti

dell’apparato respiratorio. Di queste

polveri le più pericolose sono quelle

il cui diametro è inferiore ai 7 micron,

poiché sono queste a raggiungere le

parti più interne dell’apparato respi-

ratorio creando danni al nostro orga-

nismo. Il diesel, sotto questo aspetto,

produce polveri sottili dannose 30

volte di più del motore a benzina, a

meno di non applicare uno speciale

filtro antiparticolato che potrebbe di-

ventare obbligatorio con la prossima

normativa Euro 5. Questo perché sem-

bra sia capace di ridurre le emissioni di

Pm10 quasi a zero.

E solo allora potremo dire che i motori

più ecologici saranno i diesel: a livel-

lo globale, emettendo meno anidride

carbonica, ed a livello locale, produ-

cendo meno Pm10.

E l’auto ecologica?

Le auto ecologiche esistono, ce ne

sono per tutti i

gusti: ad energia

solare, a bio-

combustibili, e

finalmente an-

che ad aria com-

pressa, ma so-

prattutto quella

a cui lavorano

da anni tutti i

grandi costrutto-

ri automobilistici

(ed anche la più

conosciuta tra

tutti i prototipi):

è l’auto elettrica

N. 1 - - pag. 11

alimentata da idrogeno e celle di com-

bustibile. La fase di sperimentazione

è finita da un pezzo, ma di quella di

produzione ancora non si parla.

L’idea è giusta: il propulsore a cel-

le di combustibile è un mini reattore

elettrochimico capace di trasformare

ossigeno e idrogeno in energia elettri-

ca, con la produzione, “allo scarico”,

soltanto di vapore acqueo. tutto già

collaudato e sicuro. E se non è già in

vendita è solo perché allo stato attua-

le non sarebbe affatto... ecologica.

Pur essendo infatti uno degli elementi

più comuni sulla terra, l’idrogeno non

esiste in natura allo stato puro.

attualmente infatti l’idrogeno si ricava

grazie al petrolio o al metano, entram-

bi combustibili fossili non rinnovabili,

con un procedimento chiamato “refor-

ming” che libera una quantità enorme

di anidride carbonica. L’auto ecologi-

ca esiste, ma al momento quindi non è

più ecologica di una vecchia 500. E la

soluzione, se c’è, la devono trovare i

fisici, studiando un modo meno costo-

so in termini economici ed energetici

per arrivare a produrre idrogeno.

E i blocchi del traffico funzionano?

Per quanto riguarda la domanda sull’ef-

fettiva utilità dei blocchi del traffico...

non c’è una risposta precisa. Possiamo

individuare due correnti di pensiero:

coloro che sostengono la tesi secon-

do cui effettuare il blocco delle vettu-

re un giorno a settimana, e per di più la

domenica ovvero giorno in cui queste

circolano meno già di per sé, non può

produrre un vero effetto benefico per

l’inquinamento dell’aria; mentre inve-

ce esistono coloro i quali, e tra questi

parte della classe politica, sostengono

la necessità del blocco delle auto per

permettere alle nostre città di respira-

re e riportare la qualità dell’aria entro

i valori stabiliti.

In verità hanno ragione entrambi, ma

occorre dire che i dati su cui si basano

entrambe le tesi vengo presi e rigirati

come più fa comodo a seconda del

momento: in alcune città industriali

l’inquinamento prodotto dai veicoli

è estremamente basso in percentuale

rispetto a quello delle industrie e dei

riscaldamenti delle abitazioni. In altre

invece estremamente alto. Pensiamo

alla differenza tra trieste, città in cui le

industrie sono responsabili della mag-

gior parte dell’inquinamento, e Roma,

il cui tasso d’inquinamento da auto-

mobile è in percentuale molto alto.

Chi scrive ha riscontrato percentuali

d’inquinamento automobilistico che

vanno dal 9% al 30% a seconda di

dove sono stati eseguiti i rilevamenti.

E quindi?

La ricerca su sistemi sempre più eco-

compatibili ed ecosostenibili deve

necessariamente continuare per mi-

gliorare la situazione degli agglomerati

urbani e dell’ambiente in generale. Ma

troppe volte dei piccoli miglioramenti

per l’ambiente hanno costi esorbitanti

sia in termini sociali che economici per

la cittadinanza, e questo fa sì che dub-

bi di connivenza tra “poteri forti e po-

litica” appaiano sempre più fondati.

al momento una delle soluzioni è sicu-

ramente quella di sostenere una nuova

educazione civica-ambientale, per far

sì che si ricorra sempre meno “all’utiliz-

zo inutile” dell’automobile. Ma occor-

re che tutti facciano la propria parte:

servizi di trasporto alternativi più civili

e fruibili ed una cittadinanza propensa

a lasciare a casa la propria auto a favo-

re di una passeggiata in più.

al momento infatti i mezzi più “eco-

sostenibili ed eco-nomici” rimangono

pur sempre le nostre gambe... •

N. 1 - - pag. 12

per discutere

L’incremento dell’utilizzo della carabina a funzionamento semiautomaticonella caccia al cinghiale ha riaperto la discussione sul numero dei colpi consentiti

cAccIA: NuMERo DI colPI PER ARMI A cANNA RIgAtAdi Pino Torrigiani / UGL-CFS Umbria

Il numero dei colpi consen-

titi per le armi a canna rigata

durante l’esercizio venatorio

ha spesso sollevato dubbi e

perplessità sia tra i cacciatori

che tra gli enti di controllo come re-

centemente accaduto in provincia di

Perugia.

Si è deciso di provvedere ad una di-

samina approfondita dell’argomento al

fine di conoscere le varie sfaccettature

normative e giurisprudenziali.

ovviamente la prima norma che è stata

analizzata è stata la legge quadro sulla

caccia vigente, la n. 157 del 11 febbra-

io 1992 (norme per la protezione del-

la fauna selvatica omeoterma e per il

prelievo venatorio) e specificatamente

l’art. 13 che individua i mezzi consen-

titi per l’esercizio dell’attività venatoria:

“1. L’attività venatoria è consentita con

l’uso del fucile con canna ad anima li-

scia fino a due colpi, a ripetizione e

semiautomatico, con caricatore con-

tenente non più di due cartucce, di

calibro non superiore al 12, nonché

con fucile con canna ad anima rigata a

caricamento singolo manuale o a ripe-

tizione semiautomatica di calibro non

inferiore a millimetri 5,6 con bossolo a

vuoto di altezza non inferiore a milli-

metri 40.” Dall’esame di questo comma

emerge che lo stesso è diviso in due

parti, la prima che tratta i fucili ad ani-

ma liscia e la seconda che tratta i fucili

ad anima rigata; la limitazione dei colpi

riguarderebbe perciò solo i fucili della

prima parte del comma e cioè quelli ad

anima liscia, mentre per quanto riguar-

BigFoto

N. 1 - - pag. 13

da i fucili a canna

rigata avrebbero

solo limitazioni

di calibro e bos-

solo, ma non di

colpi.

tale interpreta-

zione è stata più

volte ripresa an-

che dalla corte di

cassazione (Sez.

1, sent. 1897 del

18/05/1999; sez.

3, sent. 2075 del

26/08/1999; sez.

3, sent. 3316 del

06/12/1999) che

nelle varie sen-

tenze, avvenute

però mai a sezio-

ni riunite, affer-

mava che la limi-

tazione dei colpi,

prevista dalla leg-

ge 157/92, era

riferita soltanto

ai fucili ad anima

liscia.

nonostante ciò

sono comunque

continuate a gira-

re tesi, anche da

fonti autorevoli, per cui la limitazione

doveva essere estesa anche ai fucili a

canna rigata poiché la normativa eu-

ropea prevedeva tale ipotesi. In spe-

cifica si asseriva che la

limitazione dei colpi

era prevista dalla con-

venzione per la prote-

zione degli uccelli di

Parigi del 1950 e dalla

convenzione relativa

alla conservazione della vita selvatica

e dell’ambiente naturale in Europa di

Berna del 1979, direttive che sono

state attuate con la L. 157/92 ai sen-

si dell’art. 1. Entrambe le convenzioni

non erano direttamente eseguibili ne-

gli stati aderenti, ma avevano carattere

programmatico e cioè li impegnavano a

dotarsi di norme che prevedessero i di-

vieti previsti dalle convenzioni stesse.

La convenzione di Parigi prevedeva

l’impegno degli stati sottoscrittori a vie-

tare l’utilizzo dei fucili da caccia suscet-

tibili a contenere più di due cartucce

Nessuna normativa italiana o comunitaria prevede limitazione di colpi nei fucili a canna rigata utilizzati

per l’esercizio venatorio alla specie cinghiale, per cui è consentito l’utilizzo delle carabine nel rispetto delle ca-ratteristiche costruttive indicate nel catalogo delle armi

nella cattura ve-

natoria degli uc-

celli, appare per-

ciò evidente che

la limitazione era

da riferirsi ai fuci-

li ad anima liscia

che sono quel-

li utilizzati nella

caccia ai volatili,

divieto che poi è

stato introdotto

dall’art. 13 della

L. 157/92, e per-

ciò si può asserire

che la Conven-

zione di Parigi è

stata completa-

mente attuata in

Italia e che non

prevedeva l’im-

pegno della limi-

tazione dei colpi

per i fucili a canna

rigata.

Cosa diversa era

prevista nella

convenzione di

Berna, infatti l’art.

8 prevedeva che,

per la cattura o

per l’uccisione

delle specie contenute nell’all. III, gli

stati sottoscrittori avrebbero previsto

il divieto all’utilizzo dei mezzi indicati

all’all. IV. tra questi mezzi sono com-

prese le armi semiau-

tomatiche il cui cari-

catore può contenere

più di due cartucce,

senza indicare se trat-

tasi di armi a canna li-

scia o rigata. alla luce

di ciò appare evidente che la Conven-

zione di Berna prevedeva il divieto di

utilizzo anche dei fucili a canna rigata

con caricatore contenente più di due

cartucce, ma va precisato che tale di-

N. 1 - - pag. 14

vieto opera solo nella cattura o ucci-

sione delle specie incluse nell’allegato

III della stessa convenzione.

In Italia le specie di interesse venatorio

incluse nell’allegato III sono:

1) BoVIDI

- Muflone (ovis musimon)

- Camoscio (Rupicapra rupicapra)

2) CERVIDI

- Cervo (Cervus elaphus)

- Daino (Dama dama)

- Capriolo (Capreolus capreolus)

3) SUIDI

- Cinghiale Sardo (Sus scrofa meridio-

nalis)

Come si può ben notare tra le suddet-

te specie non è presente il cinghiale

maremmano (Sus scrofa majori) e il

cinghiale europeo (Sus scrofa scrofa)

che sono le specie presenti massiccia-

mente nel territorio italiano e che la

convenzione di Berna non ha inteso

sottoporre ha un regime di tutela spe-

ciale. Per quanto riguarda il Cinghiale

sardo, questa specie vive solo esclusi-

vamente in Sardegna, mentre i bovidi

e i cervidi vengono cacciati in Italia

solo con il metodo della caccia di se-

lezione.

alla luce di quanto sopra indicato si

può affermare che l’Italia doveva pre-

vedere, in adempimento alla Conven-

zione di Berna, la limitazione dei colpi

nei fucili a funzionamento semiauto-

matico a canna rigata utilizzati nella

caccia ai cervidi, ai bovidi e al cinghia-

le sardo, ma va comunque rilevato

che tale limitazione di fatto, anche

se indirettamente, è già operante in

quanto:

- la normativa regionale sarda consen-

te su tutto il territorio regionale il solo

utilizzo del fucile ad anima liscia, per

cui non è possibile cacciare il cinghiale

sardo con il fucile a canna rigata;

- i cervidi ed i bovidi risultano caccia-

bili solo con il metodo della caccia di

selezione, per cui non è proficuo né

funzionale l’utilizzo di armi semiauto-

matiche.

In conclusione si può sostenere che

nessuna normativa italiana o comuni-

taria prevede limitazione di colpi nei

fucili a canna rigata utilizzati per l’eser-

cizio venatorio alla specie cinghiale,

per cui è consentito l’utilizzo delle

carabine nel rispetto delle caratteri-

stiche costruttive indicate nel catalo-

go delle armi. •

N. 1 - - pag. 16

parchi e giardini pubblici

Il cuoRE vERDE E INSIcuRo DEllE NoStRE cIttàdi Fabio Lancianese / Agente Corpo Forestale

Il Corpo Forestale impegnato a ripristinare ordine e sicurezza anche nei parchi cittadini

La visione di un panorama naturale,

generalmente, provoca nell’osservato-

re sensazioni di quiete e rilassamento.

Secondo alcuni studiosi, ciò è dovuto

ad un ricordo ancestrale insito nell’uo-

mo, al richiamo della natura e dei suoi

elementi, ancora percepiti come “fon-

te rigeneratrice” di benessere ma sem-

pre più distanti col progredire della

modernità. Il colore verde, in partico-

lare, riflesso dai fili d’erba di un prato o

dalle foglie delle piante, stimolerebbe

nel nostro organismo la produzione

di alcuni dei cosiddetti “ormoni della

felicità”, tra i quali l’endorfina. Forse è

proprio per via di queste sensazioni,

unite al gusto

estetico del Ro-

manticismo otto-

centesco, che le

planimetrie delle

nostre città con-

tengono ancora

oggi spazi riser-

vati a giardini e

parchi pubblici,

preziosi luoghi

d’incontro e di

fruizione per

molteplici atti-

vità. Purtroppo

per noi, in con-

trasto con quan-

to fin qui richia-

mato, recenti

episodi di cronaca hanno proiettato

su questi spazi una luce negativa, un

riflesso violaceo piuttosto che verde,

ora sinonimo di paura, insicurezza ed

irrequietudine. In quasi tutti i centri

urbani d’Italia, grandi o piccoli che sia-

no, le aree verdi attrezzate sono spes-

so teatro di violenze, aggressioni, atti

di vandalismo e situazioni legate allo

spaccio ed al consumo di droga. Ciò

avviene tanto nei parchi centrali o mo-

numentali, quanto più in quelli piccoli

e periferici, forse a causa della già pre-

caria tranquillità delle nostre periferie

e non solo. negli ultimi decenni,infatti,

la volontà cementificatrice degli ammi-

nistratori locali si traduce nella fase di

progettazione dei moderni architetti

urbani, relegando il verde pubblico

a poco più... di un avanzo. Ciò che

avanza dalle cubature dei palazzi “di

Babele”, dei megacentri commerciali

e cinema multisala, viene adibito ad

improbabile “area a verde pubblico”,

non di rado destinata ad incuria ed

inutilità. Di conseguenza, anche l’uma-

nità che vi transita è un’umanità... al

margine.

al margine dei grandi centri commer-

ciali, in cui non possono permettersi

acquisti, vi troviamo i senzatetto, al

margine dei grandi palazzi in cui non

possono per-

mettersi un ap-

partamento, vi

troviamo ex-

tracomunitar i

spesso clan-

destini, vittime

del buonismo

di facciata e

dell’ipocrisia di

alcune politiche

di accoglienza.

anche nei giar-

dini e nei par-

chi storici delle

città, soprattut-

to negli angoli

dove scarsa il-

luminazione e

N. 1 - - pag. 17

siepi divenute ormai boscaglia

offrono nascondigli perfetti,

non è insolito osservare per-

sone in tenuta da jogging che

effettuano lo slalom tra sirin-

ghe e profilattici usati, e non

sarebbe difficile per i bambini

giocare a nascondino utiliz-

zando le baracche ed i ripari

di fortuna degli sventurati di

turno.

Fortunatamente, alcuni Sindaci e Pre-

fetti più sensibili alle istanze di sicu-

rezza che provengono dai cittadini,

hanno ultimamente posto l’attenzione

su questo problema, attuando piani di

recupero e “messa in sicurezza” delle

aree a verde pubblico, anche avvalen-

dosi della collaborazione del

Corpo Forestale dello Stato

per le attività di controllo e ri-

pristino dell’ordine pubblico.

Consapevoli che una retata e

basta o una recinzione non

sono sufficienti a rendere più

sicuri i nostri Parchi nel lungo

termine, ci auguriamo che le

attività fin qui poste in essere

vengano intensificate, e che

non venga meno l’impegno di restitu-

ire questi luoghi alla legalità ed ai cit-

tadini. •

N. 1 - - pag. 18

soluzioni all’avanguardiaco2, INgv, ENI E ENEl NEl 2009A BRINDISI PRIMI ESPERIMENtI DI StoccAggIoFonte: larepubblicabari.it

Il primo esperimento pilota sarà realizzato dalla centrale a carbone di Cerano. L’anidride carbonica catturata, circa 10 milioni di tonnellate,

sarà poi trasportata a Cortemaggiore

Partiranno nel 2009 i pri-

mi test in Italia di cattura

e stoccaggio di Co2 e

a realizzarli saranno Eni

e Enel, sotto la supervi-

sione tecnico-scientifica dei geofisici

dell’Istituto nazionale di Geofisica e

Vulcanologia guidato da Enzo Boschi.

Il primo esperimento pilota di sepa-

razione della Co2 sarà realizzato da

un’unità della centrale a carbone di

Brindisi che diventa così il primo test

side italiano. ad illustrare nei dettagli

i test è stato Giuseppe Montesano,

responsabile ambiente dell’Enel, nel

corso della conferenza mondiale sui

cambiamenti climatici di Poznan, in

Polonia.

Il quadro degli interventi operativi

nell’ambito della piattafor-

ma europea zep (zero Emis-

sion Platform) che prevede

il primo esperimento pilota

di separazione della Co2

da un’unità della centrale a

carbone di Brindisi inizierà

dunque l’anno prossimo.

Dalla centrale di Brindisi

verranno catturate 10mi-

la tonnellate l’anno di Co2

che verrà poi trasportata

a Cortemaggiore, il sito di

stoccaggio di Eni dove si ini-

zierà a stoccare Co2 per pressurizzare

il serbatotio di metano, in base ad un

accordo quadro le due imprese.

“Con questi test pilota, Eni e Enel,

con il contributo scientifico dell’Ingv

segneranno di fatto - spiega la geo-

fisica Fedora Quattrocchi, responsa-

bile dell’Unità Funzionale di Geochi-

mica dei fluidi, stoccaggio geologico

e geotermia dell’Ingv - il primo pas-

so nel nostro Paese della nascita di

questa tecnologia eco-sostenibile.

Un passo importante prima dell’avvio

della direttiva europea basata sulla

tecnica Ccs, ancora in revisione pres-

so il Ministero dell’ambiente e che

prenderà il via entro 3-4 mesi”.

Su possibili rischi legati alla tecnologia

energetica Ccs la Quattrocchi rassicura

che “il rischio è molto basso rispetto

ad altre tecnologie energetiche come

ad esempio lo stoccaggio delle scorie

nucleari. I siti in cui si applicherà que-

sta tecnologia sono scelti in modo da

garantire la massima sicurezza”.

In proposito, la geofisica dell’Ingv ha

spiegato che sono già stati individuati

diversi serbatoi naturali situati a pro-

fondità tra 800 e 3000 metri. Questi

serbatoi si trovano prevalentemente

nell’adriatico settentrionale, di fronte

alle coste del Veneto, nell’adriatico

Meridionale al largo di Brindisi e nel

medio tirreno di fronte a Civitavecchia.

anche nell’entroterra, soprattutto lun-

go la Fossa Bradanica, i potenziali siti

di stoccaggio raggiungono le migliaia

di tonnellate di Co2.

Secondo il presiden-

te dell’Ingv, Enzo Boschi:

“Questa è una delle strade

fondamentali che l’Italia do-

vrà seguire per rientrare nei

parametri del Protocollo di

Kyoto perchè le condizioni

geologiche dei siti indivi-

duati lo consentono con

grande sicurezza anche in

zone sismiche”.

(15 dicembre 2008)

Stock_xchng

N. 1 - - pag. 20

nuovi agricoltori

lA ScEltA DEI gIovANI: ENtRARE IN AgRIcoltuRAA cura della Segreteria Nazionale UGL-CFS

I nuovi agricoltori sono sempre più giovani, motivati, innovativi e, spesso, laureati

linus, Granbassi, Gelisio,

Pellegrini, Silvestrin: questi

alcuni dei volti noti inter-

venuti nel dibattito-dossier

“La nuova scelta dei giova-

ni: entrare in agricoltura”, on line su

www.agricolturaitalianaonline.gov.it, il

giornale telematico dell’agricoltura ita-

liana edito dal Mipaaf, divenuto l’ago-

rà virtuale del mondo dell’agricoltura

italiana.

“Il vecchio stereotipo del

contadino non esiste più.

L’agricoltura è giovane, ed

è sorprendente la quantità

di mail inviatemi da ragazze

e ragazzi che mi arriva attra-

verso i siti www.agricolturai-

talianaonline.gov.it e www.

lucazaia.it: giovani uomini e

donne della generazione 2.0

che mi chiedono indicazioni

su come intraprendere que-

sta strada. a noi il compito

di sostenerli ed aiutarli, al

mondo dei media quello di

raccontare un settore strate-

gico per tutto il sistema pro-

duttivo del Bel Paese uscito

finalmente dal cono d’ombra

in cui era stato relegato”.

Questo il commento del mi-

nistro Luca zaia al nuovo Ri-

nascimento agricolo italiano

che www.agricolturaitaliana-

online.gov.it si propone di analizzare

nel dossier-dibattito “La nuova scelta

dei giovani: entrare in agricoltura”, at-

traverso dati numerici, testimonianze

dirette di giovani imprenditori agricoli

e dichiarazioni di giornalisti, scrittori,

conduttori televisivi e giovani perso-

naggi del mondo dello sport e dello

spettacolo.

numerose le persone intervenute: Ul-

derico Bernardi, antonio Del Giudice,

tessa Gelisio, Margherita Granbassi,

Linus, Paolo Massobrio, Massimiliano

ossini, Federica Pellegrini, Carlo Ra-

spollini, Enrico Silvestrin ed il Ministro

zaia.

“L’unico modo per far diventare il me-

stiere dell’agricoltore il più bello al

mondo è metterci tanta passione e

voglia di fare.” Questo è quanto ha

affermato Francesco Rossi, che con

altri giovani imprenditori agricoli ha

testimoniato come si pos-

sa raggiungere il successo

in questo settore strategico

dell’economia italiana.

I nuovi agricoltori sono sem-

pre più giovani, motivati, in-

novativi e, spesso, laureati.

“I giovani agricoltori sono il

carburante che aprirà una

nuova stagione dell’agricol-

tura italiana”, ha affermato

la campionessa olimpica e

mondiale di nuoto Federica

Pellegrini.

“anche la produzione agri-

cola può essere di tenden-

za, anche la coltivazione

può essere un’attività “sexy”:

la qualità e la modalità delle

produzione, della distribu-

zione e la comunicazione

stessa del prodotto possono

fare di un’impresa agricola

un’impresa d’avanguardia”,

Luca zaia, ministro delle Politiche agricole, alimentari e Forestali

Stock_xchng

N. 1 - - pag. 21

Secondo il presidente della

Coldiretti Sergio Marini, “il mi-

lione di giovani agricoltori presenti

nell’Unione rappresenta una com-

ponente determinante dell’eco-

nomia reale sulla quale fare leva in

Europa per superare l’attuale fase

di recessione e aprire una nuova

stagione di crescita sostenibile per

la società e l’ambiente. Ma occorre

favorire l’accesso delle nuove gene-

razioni proprio nel momento in cui

cresce l’interesse per la campagna

e, con esso, il bisogno di sicurezza

alimentare e ambientale da parte

della società moderna.”

“In Italia, continua Marini, secondo l’analisi della Coldi-

retti su dati Movimprese, sono circa centomila le azien-

de agricole condotte dai giovani under 35 e possiedo-

no una superficie superiore di oltre il 54% rispetto alla

media (9,4 ettari rispetto alla media nazionale di 6,1),

un fatturato più elevato del 75% (18.720 Euro rispetto

alla media nazionale di 10.680) e il 50% di occupati per

azienda in più. Inoltre le giovani leve della campagna

hanno una maggiore propensione al biologico (3,7 per

cento delle aziende rispetto alla media nazionale di 2,1

per cento), ma incontrano qualche difficoltà nell’acqui-

sto del capitale terra che solo nel 54% dei casi è in pro-

prietà rispetto al 74% della media nazionale. nel primo

semestre di quest’anno sono state 19 mila le nuove im-

prese agricole avviate da giovani under 35. In prevalenza

sono figli o nipoti di agricoltori ma ci sono anche tanti

imprenditori alla prima esperienza. Un fermento in con-

trotendenza rispetto alla crisi che

ha colpito altri comparti. nei primi

sei mesi il numero di nuove imprese

agricole ha superato quello delle

nuove nate nel settore industriale e

oggi in Italia si stima siano 100 mila

i giovani under 40 alla guida di im-

prese agricole. Un’iniezione di vita-

lità in un settore che perde il 5%

della forza lavoro ogni anno, dove il

55%degli addetti ha più di 60 anni,

il 60% dei quali senza figli o nipoti

disposti a coglierne l’eredità.”

Secondo Donato Fanelli, delegato

dei giovani impresa Coldiretti “la

ricetta del successo è innanzitutto

l’orgoglio imprenditoriale e anche una elevata cultura

nella gestione aziendale. ormai non è il figlio più scemo

e ignorante a rimanere in azienda. Si tratta invece di per-

sone che con grande senso imprenditoriale hanno scelto

di difendere le tradizioni dando dignità imprenditoriale

ed economica al settore. oggi si può essere competiti-

vi sfruttando l’interazione che c’è tra città e campagna.

Interazione che può diventare integrazione con recipro-

co vantaggio. Inoltre va sempre tenuto presente che le

aziende agricole in grado di sostenere le economie rurali

hanno un ruolo sociale da non sottovalutare. C’è in Italia

una scuola di pensiero economico che pone in contrap-

posizione multifunzionalità e competitività. Per noi non

è così. Multifunzionalità e competitività sono due facce

della stessa medaglia, due caratteristiche dell’impresa

agricola che vuole crescere.” •

gIovANI E AgRIcoltuRA: l’INtERvENto DEllA colDIREttI

sottolinea tessa Gelisio, conduttrice

di Pianeta Mare.

Linus, dj, conduttore radiofonico e

scrittore, si sofferma invece sui numeri:

“Sono già 100 mila le aziende guidate

da giovani imprenditori e che fattura-

no il 75% in più rispetto alla media del

settore. Contribuiranno, speriamo, a

costruire un futuro nuovo, sintonizza-

to con il ritmo della terra. E di questi

tempi chi semina, raccoglie.”

“L’agricoltura è uno dei settori che più

di tutti vede i giovani in prima linea!”,

ha sottolineato Margherita Granbassi,

medaglia di bronzo nel fioretto alle

ultime olimpiadi e inviata di “anno

zero”. “L’altro giorno, andando in Fa-

cebook, mi sono imbattuta proprio

in un gruppo di giovani agricoltori... il

mondo cambia e noi, giovani, siamo il

motore che lo farà andare avanti! For-

za ragazzi!”.

Per leggere il dossier-dibattito “La

nuova scelta dei giovani: entrare in

agricoltura” nella sua interezza, colle-

gatevi al sito www.agricolturaitaliana-

online.gov.it •

N. 1 - - pag. 22

riserve naturali

1908-2008 - I cENto ANNI DI MoNtEDIMEzzodi Iolanda Di Paolo / Vice Segretario Molise

Festeggiamenti e tante iniziative volte a richiamare un pubblico sempre più vasto

lo scorso 25 ottobre alla

presenza delle massime ca-

riche istituzionali, ecclesia-

stiche, civili e militari, sono

stati celebrati, in un’incan-

tevole cornice naturale, i 100 anni di

presenza e di gestione del Corpo Fo-

restale dello Stato nella Riserva natu-

rale orientata e Riserva della Biosfera

di Montedimezzo (Vastogirardi -IS).

Ubicato sull’appennino meridionale, il

complesso forestale di Montedimez-

zo-Feudozzo-Pennataro, in origine

circa 1.200 ettari, fu di proprietà dap-

prima degli angioini e successivamen-

te dei Monaci Certosini di napoli che

l’acquistarono nel 1606.

alla fine del diciottesimo secolo, in se-

guito alle leggi eversive della feudalità

e sui beni ecclesiastici, il comprenso-

rio confluì nel regio patrimonio della

Casa Borbonica che lo dichiarò reale

Riserva di caccia.

nel 1908 con la legge n. 376, fu inca-

merato dallo Stato che ne affidò la ge-

stione all’ex amministrazione Forestale

e, come bene dello Stato, dichiarato

inalienabilie, fu trasferito all’azienda

Speciale del Demanio Forestale di Sta-

to, oggi U.t.B., che tuttora lo gestisce

ad eccezione della foresta di Pennata-

ro trasferita alla Regione Molise.

nel 1963, la tenuta di Feudozzo, rica-

dente nella Regione abruzzo, fu di-

staccata dal complesso originario.

oggi Montedimezzo, bene dichiarato

Riserva naturale orientata (R.n.o.),

è gestita dall’Uffico territoriale per la

Biodiversità di Isernia e fa parte, con

la limitrofa riserva di Collemeluccio, di-

stante circa venti chilometri, delle Ri-

serve della Biosfera, istituite dall’Une-

N. 1 - - pag. 23

sco nel programma denominato MaB

(acronimo di Man and Biosphere), che

ha lo scopo di creare una rete interna-

zionale di riserve finalizzate alla preci-

pua conservazione della diversità bio-

logica, della promozione

dello sviluppo sostenibile e

della salvaguardia dei valori

culturali connessi.

La riserva si estende, con

forma irregolare, per circa

290 ha su versanti maggior-

mente esposti a nord-ovest

ed a quote comprese tra i

920 e 1820 metri s.l.m..

Il sito è caratterizzato da

foreste fortemente rap-

presentative del panorama

appenninico e la sua ve-

getazione è arborea, con prevalenza

di cerro e faggio, le due specie che

predominano l’una sull’altra a secon-

da dell’esposizione, della pendenza,

dell’altitudine, del substrato pedologi-

co e delle variazioni microclimatiche.

Il cerro si sviluppa privilegiando sub-

strati argillosi e marnosi, con condi-

zioni intermedie e con tolleranza di

periodi siccitosi.

Lungo i versanti calcarei, invece, si di-

spongono boschi a netta prevalenza

di faggio accompagnati da sporadici

e monumentali aceri, tra cui spicca

per importanza, l’endemico acero di

Lobel (acer lobelii).

La fauna di Montedimezzo è quella

tipica delle zone montane della regio-

ne appenninica: dai mammiferi com-

prendenti il tasso, la volpe, il gatto sel-

vatico e quasi tutti i mustelidi, tra cui

la donnola e la faina, ai cinghiali e la

lepre; non mancano scoiattoli e ghiri

ed erratici esemplari di lupo.

Le nidificazioni di molte specie di uc-

celli forestali come picchio rosso e

picchio verde, numerosi passeriformi,

come la cincia bigia e la cincia mora, il

picchio muratore e il rampichino, sono

agevolate dalla presenza di alberi ma-

turi, vecchi e deperienti. non manca-

no rapaci come l’astore, lo sparviero

e il falco pecchiaiolo e rari esemplari

di poiana. Importante è la

presenza di rapaci notturni

come l’allocco, il barbagian-

ni, la civetta e l’assiolo che

si alimentano cacciando la

numerosa popolazione di

micromammiferi e di insetti.

La presenza, poi, di un mi-

croclima acquatico fatto di

piccoli corsi d’acqua e di

pozze temporanee legate ai

periodi piovosi, fa sì che la

riserva ospiti importanti an-

fibi, come l’endemica rana

italica, la rana dalmatica e due rari e

minacciati Urodeli, la salamandra pez-

zata e la salamandra dagli occhiali.

Questo angolo di paradiso, dove do-

mina il silenzio assoluto del bosco

scosso solo dal vento e dalle nume-

N. 1 - - pag. 24

rose specie di volatili, è il luogo ideale

per salutari passeggiate lungo sentieri

facilmente percorribili, con la possibi-

lità di sosta in piacevoli e confortevoli

aree attrezzate.

Di recente il Corpo Forestale dello Sta-

to ha deciso di rendere la riserva più

fruibile al fine di richiamare non solo

specialisti di settore ma anche scola-

resche e semplici cittadini.

Infatti in linea con gli obiettivi del pro-

getto MaB ed in occasione dell’anno

europeo del disabile (2003), è stato

inaugurato il sentiero didattico auto-

guidato denominato “Sentiero S. Bia-

gio”, facilmente fruibile anche da per-

sone diversamente abili.

Il percorso è lungo 2060 metri e largo

2 metri, con un dislivello complessivo

di 40 metri e pendenze inferiori al 5%;

lungo un corrimano continuo sono di-

sposte ben 32 tabelle che danno in-

formazioni su flora, fauna, geologia,

clima, storia ed attività antropiche del-

la foresta. Il percorso è fruibile anche

dai non vedenti, che possono richie-

dere al centro visitatori una guida in

caratteri Braille completa di disegni in

rilievo, ed una videocassetta, fornita

di riproduttore ed auricolare, con de-

scrizione delle tappe.

Il centro visitatori nel nucleo di Monte-

dimezzo è situato nello storico Casino

demaniale che ospita un interessante

museo suddiviso in tre sezioni: la pri-

ma sezione è dedicata ai legni delle

foreste di Collemeluccio e di Monte-

dimezzo e dintorni; la seconda alla

geologia dei luoghi, con una raccol-

ta di rocce e di minerali; la terza alla

fauna locale. non manca l’esposizione

di attrezzi forestali ed altri oggetti atti-

nenti alla cultura e alle tradizioni locali

sempre legate alla vita silvo-pastorale.

Splendido è il luogo dove si adagia-

no il Centro-visita e la vicina caserma

forestale incastonati in un panorama

incantevole.

In occasione della celebrazione dei

cento anni di gestione, il Corpo Fo-

restale dello Stato ha arricchito la già

molteplice e variegata offerta didatti-

ca della Riserva, con la presentazione

del Centro di Divulgazione e di edu-

cazione ambientale di Montedimezzo

e con l’inaugurazione di recenti realiz-

zazioni e la presentazione di un DVD

sottotitolato per i non udenti.

nell’area naturale l’accesso è consen-

tito per fini educativi e didattici e le vi-

site guidate possono essere prenotate

presso l’Ufficio territoriale per la Biodi-

versità di Isernia (0865 3935 / e-mail:

[email protected]). •

N. 1 - - pag. 26

N. 1 - - pag. 26

coNoScERE l’ASSocIAzIoNE NAzIoNAlE foREStAlIAlessandro Lioi / Presidente della sezione ANFOR - Ispettorato Generale Roma

Apolitica e senza fini di lucro, l’ANFOR persegue fini di volontariato e socio-culturali

associazionismo

Succeduta nel 2003

all’anFIC (associazione

nazionale Forestali in

Congedo) nata nel 1986,

l’anFoR (associazione

nazionale Forestali), equiparandosi

alle associazioni d’arma del Comparto

Sicurezza, si è aperta anche al perso-

nale ancora in servizio ed a simpatiz-

zanti, per fini solidaristici ed etici che

rinsaldassero lo spirito di appartenen-

za al Corpo Forestale dello Stato nel

rinnovato “noaU” istituzionale di po-

lizia tradizionalmente impegnata nel

primario e delicatissimo settore agro-

alimentare ed ambientale.

Come segno di continuità storica, il

suo nuovo Statuto è stato approvato

nel corso del 3° congresso svoltosi a

L’aquila nell’autunno del 2007, con la

significativa collaborazione dell’UFDI

(Unione Forestali d’Italia) associazione

similare sorta subito dopo la ricostru-

zione postbellica del Corpo Forestale

N. 1 - - pag. 27

(1948).

L’esistenza di tali sodalizi e di numero-

si sindacati forestali inducono a consi-

derare il personale del Corpo più pic-

colo del Comparto come quello più

solidale, garantito e rappresentato ad

ogni livello.

analogamente ai principi normativi ed

organizzativi che regolano l’associa-

zionismo di settore, l’anFoR è asso-

lutamente apolitica e non ha scopi di

lucro, persegue fini di volontariato e

socio-culturali per la diffusione dell’in-

formazione e dell’educazione am-

bientale e forestale specialmente nel

settore scolastico e giovanile.

Promuove l’assistenza morale, cultura-

le, sportiva, ricreativa ed economica,

realizzando una costante attività di

socializzazione, sostegno e solidarietà

nei vari settori di intervento.

In particolare, con gli organi preposti

dallo Stato e dagli altri enti pubblici

territoriali, concorre ai servizi di pro-

tezione civile (antincendio, calamità,

manifestazioni pubbliche, ecc).

al momento la struttura organizzativa

è composta dal Consiglio nazionale (9

soci eletti dall’assemblea nazionale),

cui partecipano i Delegati Regionali

delle oltre 40 Sezioni perlopiù a ca-

rattere provinciale, comprese quelle

autonome della RSS altoatesina, della

Scuola e dell’Ispettorato Generale del

CFS.

Quest’ultima in particolare, oltre ad

essere una delle primigenie ed impor-

tanti, ha realizzato iniziative di parti-

colare rilevanza istituzionale e sociale

quali:

• Gruppo donatori sangue “Salvatore

Giaquinta” (convenzionato da alcu-

ni decenni con l’ospedale Pediatrico

“Bambino Gesù” di Roma);

• Gruppo Cicloturistico Amatoriale

(che abbina il controllo del territorio

all’attività turistica nelle zone rurali e

nei parchi urbani. Per il 2009 sta orga-

nizzando un “ciclopellegrinaggio” a S.

Giacomo di Compostella);

• Incontro annuale al Santuario del

Divino amore (caro ai Romani per gli

eventi miracolosi dal 1700 in poi e so-

prattutto durante la Seconda Guerra

Mondiale durante il periodo di “Roma

città aperta”);

• Giornate micologiche nell’appenni-

no tosco-romagnolo;

• Crociere mediterranee in Palestina

e terra Santa (in collaborazione con

ass. Carabinieri);

• Diverse convenzioni sanitarie parti-

colarmente vantaggiose;

Concludendo la sommaria presen-

tazione di tale sodalizio forestale,

neonato e minuto a confronto di

quelli maggiorenni e più corpulenti

del Comparto Sicurezza, l’augurio è

quello di una rapida e robusta cre-

scita, unito all’invito a tutti a parte-

cipare e, come dice il titolo, “cono-

scere l’anFoR”. •

N. 1 - - pag. 28

BIlANcIo DEll’AttIvItà DEll’ugl-coRPo foREStAlE DEllo StAto NEl 2008A cura della Segreteria Nazionale

Festeggiamo un ottimo lavoro di squadra, colmo di impegno e volontà

sindacale

Nella giornata di ve-

nerdì 19 dicembre,

presso il Parlamen-

tino dell’Ispettorato

Generale, si sono

riuniti i quadri della Federazione per

tracciare un bilancio dell’anno ormai

terminato.

I numeri ed i risultati conseguiti sono

dalla nostra parte e testimoniano

come l’impegno profuso da tutti i

componenti della struttura abbia ac-

cresciuto la qualità del servizio reso al

personale e al Corpo Forestale dello

Stato tutto.

Si sono analizzate in modo approfon-

dito le diverse situazioni regionali e si

è portato a conoscenza dei dirigenti

presenti le battaglie, le criticità e le te-

matiche che l’UGL ha dovuto affronta-

re al tavolo sindacale nazionale e nelle

Commissioni dove è membro stabile.

Un’attività, quella della nostra organiz-

zazione, che si è intensificata per tutto

il 2008. Un lavoro di squadra, colmo di

impegno e volontà, che ha certamen-

te influito positivamente - anche in

momenti di alta conflittualità - al dibat-

tito. Innumerevoli le iniziative portate

avanti. Iniziative sia sindacali che vol-

te - come da nostra visione - all’incre-

mento dell’immagine della Istituzione

che rappresentiamo.

Da sinistra: ?, Danilo Scipio e Renata Polverini

N. 1 - - pag. 27

Importante e storica è stata la pre-

senza del Segretario Generale dell’

UGL Renata PoLVERInI. Mai fino ad

oggi il Segretario Generale di una

Confederazione è stato in visita

all’Ispettorato Generale. Una visita

che ha voluto testimoniare la vici-

nanza dell’intera UGL agli Uomini e

alle Donne del Corpo Forestale del-

lo Stato. nel suo intervento, Renata

PoLVERInI, che ha plaudito l’ottimo

lavoro svolto dalla nostra Federa-

zione, ha rimarcato l’assoluta auto-

nomia del Sindacato anche di fron-

te ai tentavi di ingerenze da parte

della Politica, ponendo l’accento

sull’importanza e la centralità che

riveste la Sicurezza nel Paese. Un

sistema all’interno del quale il Cor-

po Forestale dello Stato svolge un

ruolo fondamentale e ben preciso

che va, però, incrementato e ben

sostenuto - in termini finanziari e

strutturali - dal Governo. È interve-

nuto all’incontro anche il Segretario

Confederale Paolo VaRESI, respon-

sabile tra le altre cose, anche del

Coordinamento Sicurezza, organo

che racchiude l’Ugl della Polizia di

Stato, della Polizia Penitenziaria

e del Cfs. Presente all’assemblea

il Sig. Capo del Corpo Ing. Cesare

PatRonE, il quale ha inteso porre

in evidenza come tra il Sindacato

e l’amministrazione si debba pro-

seguire - pur rispettando i diversi

ruoli istituzionali - ad instaurare

ed affinare un dialogo costruttivo

e una veduta di intenti nel prima-

rio interesse del Corpo Forestale. a

seguito degli autorevoli interventi e

della consegna da parte nostra di

doni natalizi al Capo del Corpo e

al Segretario Generale, l’incontro

si è concluso con un sereno e ben

augurale brindisi. Maggiori informa-

zioni sul nostro sito www.uglcorpo-

forestale.it •

L’intervento di Paolo Varesi

Danilo Scipio, Renata Polverini e Paolo Varesi

La platea intervenuta al’incontro

N. 1 - - pag. 30

vERo MIRAggIo o SolIDE cERtEzzE?A cura di Laura Cordella

Nella seconda parte dello studio relativo alla realtà delle pari opportunità si cercheranno di analizzare le norme che sottendono i vari campi dell’agire nel mondo femminile

riportando per alcune leggi gli articoli più significativi

pari opportunità

DoNNA E lAvoRo

non si può negare l’evidenza, vale a

dire le difficoltà che le donne incon-

trano al giorno d’oggi per affermarsi

sul posto di lavoro sia individualmen-

te che professionalmente. In genere

il tasso d’occupazione femminile è di

gran lunga inferiore a quello maschile

e, soprattutto nelle aziende private,

esse percepiscono una retribuzione

diversa dai loro colleghi. Inoltre nelle

posizioni di potere e responsabilità è

molto difficile trovare una figura fem-

minile e spesso le donne sono costret-

te ad abbandonare il lavoro perché

non riescono a conciliarlo con la vita

familiare.

Per ovviare a tali esigenze la Comunità

Europea ha previsto numerosi inter-

venti per favorire l’ingresso e le con-

dizioni lavorative delle donne, stan-

ziando anche numerosi finanziamenti

a progetti mirati. In Italia già dal 1977

è stata emanata una legge (n.903) per

evitare la discriminazione sul posto

di lavoro, mentre la legge n. 215 del

25 febbraio 1992 si concretizza sul-

le azioni positive per l’imprenditoria

femminile.

LEGGE 25 FEBBRaIo 1992, n. 215.

azioni positive

per l’imprenditoria femminile

La LEGGE In BREVE

-Promuove l’uguaglianza sostanziale e

le pari opportunità per uomini e don-

ne nell’attività economica e imprendi-

toriale attraverso attività di promozio-

ne ed incentivazione. In particolare:

-Promuove la formazione imprendito-

riale;

-agevola l’accesso al credito per le

imprese a conduzione femminile o a

prevalente partecipazione femminile;

-istituisce un Fondo nazionale per

l’imprenditoria femminile.

art. 1.

Principi generali

1. La presente legge è diretta a pro-

muovere l’uguaglianza sostanziale e le

pari opportunità per uomini e donne

nell’attività economica e imprendito-

riale.

2. Le disposizioni di cui alla presente

legge sono in particolare dirette a:

a) favorire la creazione e lo sviluppo

dell’imprenditoria femminile, anche in

forma cooperativa;

b) promuovere la formazione impren-

ditoriale e qualificare la professionalità

delle donne imprenditrici;

c) agevolare l’accesso al credito per le

imprese a conduzione o a prevalente

partecipazione femminile;

d) favorire la qualificazione imprendi-

toriale e la gestione delle imprese fa-

miliari da parte delle donne;

e) promuovere la presenza delle im-

prese a conduzione o a prevalente

partecipazione femminile nei com-

parti più innovativi dei diversi settori

produttivi.

art. 2.

Beneficiari

1. Possono accedere ai benefici pre-

visti dalla presente legge i seguenti

soggetti:

a) le società cooperative e le socie-

tà di persone, costituite in misura non

inferiore al 60% da donne, le società

di capitali le cui quote di partecipa-

zione spettino in misura non inferiore

ai due terzi a donne e i cui organi di

amministrazione siano costituiti per al-

meno i due terzi da donne, nonché le

imprese individuali gestite da donne,

che operino nei settori dell’industria,

dell’artigianato, dell’agricoltura, del

Foto

: Com

stock / G

rafica: Ganto

commercio, del turismo e dei servizi.

b) le imprese, o i loro consorzi, le as-

sociazioni, gli enti, le società di promo-

zione imprenditoriale anche a capitale

misto pubblico e privato, i centri di

formazione e gli ordini professionali

che promuovono corsi di formazione

imprenditoriale o servizi di consulen-

za e di assistenza tecnica e manageria-

le riservati per una quota non inferiore

al 70% alle donne.

art. 3.

Fondo nazionale per lo sviluppo

dell’imprenditoria femminile

È istituito il Fondo nazionale per lo

sviluppo dell’imprenditoria femmini-

le, di seguito denominato “ Fondo”,

con apposito capitolo nello stato di

previsione della spesa del Ministe-

ro dell’Industria, del Commercio e

dell’artigianato. La dotazione finan-

ziaria è stabilita in lire 30 miliardi per

il triennio 1992-94 in ragione di lire

dieci miliardi annui.

art. 4.

Incentivazioni per la promozione

di nuove imprenditorialità femminili

e per l’acquisizione di servizi reali

1. a valere sulle disponibilità del Fon-

do di cui all’articolo 3, ai soggetti indi-

cati all’articolo 2, comma 1, lettera a)

possono essere concessi:

a) contributi per conto capitale per

impianti ed attrezzature sostenuti per

l’avvio o per l’acquisto di attività com-

merciali e turistiche o di attività nel

settore dell’industria, dell’artigianato,

del commercio o dei servizi, nonché

per i progetti aziendali connessi all’in-

troduzione di qualificazione e di inno-

vazione di prodotto, tecnologica od

organizzativa;

b) contributi sostenuti per l’acquisi-

zione di servizi destinati all’aumen-

to delle produttività, all’innovazione

organizzativa, al trasferimento delle

tecnologie, alla ricerca di nuovi mer-

cati per il collocamento dei prodotti,

all’acquisizione di nuove tecniche di

produzione, di gestione e di commer-

cializzazione, nonché per lo sviluppo

di sistemi di qualità.

2. ( omissis) [ Comma abrogato dall’art.

23, d.p.r. 28 luglio 2000 m. 314]

3. a valere sulle disponibilità di cui

al comma 1 sono concessi contributi

fino ad un ammontare pari al 50% del-

le spese sostenute dai soggetti all’ar-

ticolo 2, comma 1, lettera b), per le

attività ivi previste.

art. 10.

Comitato per l’imprenditoria femminile

1. Presso il Ministero dell’industria, del

commercio e dell’artigianato è istituito

il Comitato per l’imprenditoria femmi-

nile composto dal Ministro dell’indu-

stria, del commercio e dell’artigianato,

N. 1 - - pag. 27

N. 1 - - pag. 32

o per sua delega, da un Sottosegre-

tario di Stato, con funzioni di presi-

dente, dal Ministro del lavoro e della

previdenza sociale, dal Ministro del

tesoro, o da loro delegati; da un rap-

presentante degli istituti di credito, da

una rappresentante per ciascuna delle

organizzazioni maggiormente rappre-

sentative a livello nazionale della coo-

perazione, della piccola industria, del

commercio, dell’artigianato, dell’agri-

coltura, del turismo e dei servizi.

2. I membri del Comitato sono nomina-

ti con decreto del Ministro dell’indu-

stria, del commercio e dell’artigianato,

su designazione delle organizzazioni

di appartenenza, entro tre mesi dalla

data di entrata in vigore della presente

legge e restano in carica tre anni. Per

ogni membro effettivo viene nominato

un supplente.

3. Il Comitato elegge nel proprio am-

bito uno o due vice-presidenti; per

l’adempimento delle proprie funzioni

esso si avvale del personale e delle

strutture messe a disposizione dai Mi-

nistri di cui al comma 1.

4. Il Comitato ha compiti di indirizzo e

di programmazione generale in ordine

agli interventi previsti dalla presente

legge; promuove altresì lo studio, la

ricerca e l’informazione sull’imprendi-

torialità femminile.

5. Per le finalità di cui al presente arti-

colo il Comitato stabilisce gli opportu-

ni collegamenti con il Servizio centrale

per la piccola industria e l’artigianato

di cui all’articolo 39, comma 1, lettera

a), della legge 5 ottobre 1991, n. 317,

e si avvale di consulenti, individuati

tra persone aventi specifiche compe-

tenze professionali ed esperienze in

materia di imprenditoria femminile.

6. Per lo svolgimento delle attività di

cui al presente articolo, è autorizza-

ta la spesa annua di lire cinquecento

milioni a valere delle disponibilità del

Fondo di cui all’articolo 3.

SERvIzI coMuNAlI DI SoStEgNo All’occuPAzIoNE

centro risorse per l’occupabilità fem-minile.

attiva strategie di azione che, intercet-

tando l’utenza femminile direttamente

sul territorio, realizzano un processo

di efficace intervento focalizzato in

alcuni quartieri cittadini. Per reperire

gli indirizzi fare riferimento al proprio

Comune di appartenenza.

DoNNA E SocIEtà

In tale sezione si affronta il tema

“dell’essere donna” nella società

moderna, e delle norme a carattere

sociale che tutelano la condizione

femminile. L’attenzione è rivolta, in

particolare, allo spinoso problema

della violenza sessuale e nelle rela-

zioni familiari che ancora oggi vede le

donne come principali vittime, qua-

lunque sia il loro status socio econo-

mico, la loro cultura o il loro luogo di

appartenenza.

Purtroppo sono in sensibile aumento

le forme di violenza fisica e psicolo-

gica sulle donne, violenze che molto

spesso si consumano proprio all’in-

terno della sfera familiare e perciò re-

stano in molti casi non dichiarati.

La legislazione italiana si è dimostrata

particolarmente attenta al problema

della violenza sessuale e nelle relazio-

ni familiari: con la legge n. 66 del 15

febbaio 1996 sono state infatti appor-

tate delle modifiche al codice penale,

introducendo l’art. 609 bis che puni-

sce la violenza sessuale come reato

contro la persona e non più come re-

ato contro la morale e più di recente ,

con la legge n. 154 del 5 aprile 2001 è

stata disciplinata la violenza nelle rela-

zioni familiari.

LEGGE 15 FEBBRaIo 1996, n. 66

norme contro la violenza sessuale

(artt. 3-11)

La LEGGE In BREVE

Punisce con la reclusione da 5 a 10 ani

la violenza sessuale, intesa come reato

contro la persona e non più contro la

morale.

Prevede aggravio di pena nei casi di

violenza di gruppo.

Richiede la querela della persona of-

fesa per la punibilità del reato, tranne

i casi in cui per l’età minore della per-

sona offesa, per i rapporti di parentela

tra le parti e per altre ipotesi specifiche

sia necessario procedere d’ufficio.

Prevede la tutela della riservatezza

della persona offesa, che può chiede-

re che si proceda a porte chiuse.

LEGGE 5 aPRILE 2001, n. 154

Misure contro la violenza

nelle relazioni familiari

La LEGGE In BREVE

Stabilisce che, quando la condotta

del coniuge o del convivente (o di al-

tro componente del nucleo familiare)

è causa di grave pregiudizio alla inte-

grità fisica o morale ovvero è di pre-

giudizio alla libertà dell’altro coniuge

o convivente, il giudice, su istanza di

parte, può disporre l’allontanamento

dalla casa familiare del soggetto che

ha tenuto la condotta pregiudizievo-

le, può disporre l’intervento dei servizi

sociali o di un centro di mediazione

familiare e delle associazioni che ab-

biano come fine statutario il sostegno

e l’accoglienza di donne, minori o altri

soggetti vittime; può stabilire il paga-

mento periodico di un assegno a favo-

re delle persone conviventi che resta-

no prive di mezzi adeguati. •

DIRIgENtI REgIoNAlI

ABRuzzo - SEgREtERIA REgIoNAlESEGREtaRIo - DI GREGoRIo EnRICo - C.Do StazIonE L’aQUILa - 3397491670

BASIlIcAtA SEgREtERIA REgIoNAlESEGREtaRIo - MoRESCHI DanIELE - CoManDo PRoV.LE PotEnza - 3292018805

VICE SEGREtaRIo - CaLaBRESE SaVERIo - CoManDo PRoV.LE PotEnza - 3288074626

cAlABRIA - SEgREtERIA REgIoNAlE SEGREtaRIo - CaRIDI SaVERIo - Cta REGGIo CaLaBRIa - 3289215441

VICE SEGREtaRIo - CaSSaRIno GIUSEPPE - CItES CatanIa - 3296215260VICE SEGREtaRIo - CIPPaRRonE nataLE - C.Do StazIonE LaIno - 3284857903

cAMPANIA - SEgREtERIA REgIoNAlESEGREtaRIo - CEnERE GIoVannI - CoManDo REG.LE naPoLI - 3201752713

VICE SEGREtaRIo - MaGLIonE RoBERto - CoManDo PRoV.LE naPoLI - 3486403411

EMIlIA RoMAgNA - SEgREtERIA REgIoNAlE SEGREtaRIo - RUSCILLo VInCEnzo - C. PRoV. REGGIo EMILIa - 3493176540

VICE SEGREtaRIo - DI MIERI aDRIano - C.Do StazIonE PaVULLo nEL FRIGnano - 3472300779

lAzIo - SEgREtERIA REgIoNAlESEGREtaRIo - LUCIanI LUCIano - ISPEttoRato GEnERaLE - 3472940275

lIguRIA - SEgREtERIA REgIoNAlESEGREtaRIo MaSSaRI RoBERto - CoManDo PRoV.LE La SPEzIa - 3343385962

VICE SEGREtaRIo - VanDELLI MaRIna - C.Do StazIonE PontEDECIMo - 3479203255

coMANDo StAzIoNE BARzIoCLaUDIo CICEttI - 3287756739

MARcHE - SEgREtERIA REgIoNAlESEGREtaRIo - CIUFoLI DanILo - C.Do StazIonE CaGLI - 3381029473

MolISE - SEgREtERIA REgIoNAlESEGREtaRIo - PanICHELLa DoMEnICo - C.Do StazIonE CaMPoBaSSo - 3381073681

VICE SEGREtaRIo - GIoIa PaoLo - C.Do StazIonE CaMPoBaSSo - 3287087251VICE SEGREtaRIo - DI PaoLo IoLanDa - REGIonaLE CaMPoBaSSo - 3398788670

PIEMoNtE - SEgREtERIA REgIoNAlESEGREtaRIo - RoSSo GIanMaRIo - CoManDo REG.LE toRIno - 3482491006

VICE SEGREtaRIo - ManCUSo MaURIzIo - CoManDo REG.LE toRIno - 3462446329

PuglIA - SEgREtERIA REgIoNAlESEGREtaRIo - LUISI antonIo - REGIonaLE BaRI - 3473734503

VICE SEGREtaRIo - Panza GIoVannI - CItES BaRI BIS - 3403702423VICE SEGREtaRIo - tEDESCHI GIUSEPPE - REGIonaLE BaRI - 3388413609

VICE SEGREtaRIo - nEttI EUGEnIo - C.Do StazIonE MottoLa - 3288390261

SIcIlIA - SEgREtERIA REgIoNAlESEGREtaRIo - CaStRonoVo VInCEnzo - nUCLEo CItES PaLERMo - 3394294487

ScuolE - SEgREtERIA ScuolE DEl c.f.S.VICE SEGREtaRIo - DI LIEto MaRCo - SCUoLa CIttaDUCaLE - 3332502734

toScANA - SEgREtERIA REgIoNAlESEGREtaRIo - IGnEStI VInCEnzo - PRoVInCIaLE aREzzo - 3281647912

uMBRIA - SEgREtERIA REgIoNAlESEGREtaRIo - StRoPPa MaRCo - REGIonaLE PERUGIa - 3398501020

VICE SEGREtaRIo - FRatonI MaRCo - PRoVInCIaLE PERUGIa - 3478608252

loMBARDIA - SEgREtERIA REgIoNAlECLaUDIo CICEttI - CoManDo StazIonE BaRzIo - 3381106084

ISPEttoRAto gENERAlESEGREtaRIo - zUCCa RoBERto - ISPEttoRato GEnERaLE - 3331156745

cENtRo oPERAtIvo AERoMoBIlISEGREtaRIo - Franceschini Massimo - C.o.a. URBE - 3284783731

SEgREtERIA NAzIoNAlE ugl coRPo foREStAlE DEllo StAto

VIa G. CaRDUCCI, 5 - 00187 RoMa

tEL. 06/46657070 FaX 06/46657008

E-mail: [email protected]

Sito internet: www.uglcorpoforestale.it

SEgREtARIo NAzIoNAlE - ScIPIo DANIlo ISPEttoRAto gENERAlE - 3386119001

i dirigenti ugl-cfs

OrganO Ufficiale dell’Uglfederazione nazionale

corpo forestale dello Stato

annO 2 - n. 1 gennaiO-febbraiO 2009PeriOdicO bimeStrale

editOreNethuns srl - Via Cavalcanti, 5 - 20125 MilanoTel. 02 26116582 Fax 02 26116583

direttOre POliticODanilo Scipio

direttOre reSPOnSabileGigi Movilia

a cUra diFederazione Nazionale Corpo Forestale dello StatoFlavio Di Lascio, Roberto Zucca - Tel. 06/46657070

cOOrdinamentO redaZiOnaleSilvia Danielli

StamPaLodigraf 2 - via Giovanni XXIII 00018 Palombara Sabina (Roma)

imPaginaZiOne e graficaDigital Photo Service - Antonello Catalano

immaginiDigital Photo Service, archivio Corpo Forestale, archivio Nethuns

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Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) Art. 1 comma 1 - DCB MilanoAutorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008Il corrispettivo per l’abbonamento a questo periodico è escluso dal campo di applicazione dell’IVA ai sensi e per gli effetti del combinato disposto dall’ Art. 22 della legge 25/02/1987 n. 67 e dell’ Art.2.3° comma, lettera i) del D.P.R. del 26/10/1972 n.633 e successive modifiche e integrazioni. Qualora l’abbonato non dovesse trovare la pubblicazione di proprio gradimento potrà avvalersi della clausola di ripensamento e ottenere il rimborso della somma versata, richiedendola in forma scritta nei ter-mini previsti dalla legge. Dal rimborso sono escluse soltanto le eventuali spese accessorie, così come individuate ai sensi dell’ Art. 3 comma 2. Per soli fini amministrativi, l’abbonato che non intenda rinnovare l’abbonamento è pregato di darne tempestivamente comunicazione scritta alla società di diffu-sione. è vietata la riproduzione anche parziale dei testi e dei materiali pubblicati senza la preventiva autorizzazione scritta dall’Editore. I contenuti e i pareri espressi negli articoli sono da considerare opinioni personali degli autori stessi, pertanto non impegnano il Direttore né il comitato di redazione. Si precisa che “Sicurezza Ambiente” non è una pubblicazione dell’Amministrazione Pubblica, né gli addetti alla diffusione possono qualificarsi come appartenenti alla stessa. La dir-ezione declina ogni responsabilità per eventuali errori e omis-sioni, pur assicurando la massima precisione e diligenza nella pubblicazione dei materiali.

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per il prossimo anno,

Ragione sociale o ditta intestataria (nome del titolare)

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