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Filiera elettrica Simone Mori

Simone Mori - dis.uniroma1.itleporel/EOS1/materiale... · Dal monopolio al mercato: il cambiamento di scenario Liberalizzazione Privatizzazione Da monopolio pubblico ad imprese

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Filiera elettrica

Simone Mori 

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La filiera elettrica

Distribuzione

Produzione

Trasmissione

Trasformazione di fonti di energia primaria o rinnovabile in elettricità

Trasporto e trasformazione di energia elettrica sulla rete ad alta tensione

Trasporto e trasformazione di energia elettrica su reti di distribuzione a media e bassa tensione, per la consegna ai clienti finali

Vendita di energia al cliente finale, misura, fatturazione e customer serviceVendita

Attività in concorrenza

Attività in concorrenza

Attività regolata(tariffe definite dal

regolatore)

Monopolio naturale

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Dal monopolio al mercato: il cambiamento di scenario

Liberalizzazione Privatizzazione

Da monopolio pubblico ad imprese private in un mercato libero

Missione d’impresa: elettrificazione e sviluppo (una ASL dell’elettricità?)

Cultura d’impresa: enfasi sul servizio pubblico

Principali portatori di interessi: 

•Governo

•Sindacati

Missione d’impresa: creare valore per clienti ed azionisti

Cultura d’impresa: cambiamento ed innovazione

Principali portatori di interessi: 

•Commissione Europea

•Governo

•Autorità, Antitrust, ecc.

•Mercati finanziari, investitori, ecc.

•Sindacati

Monopolio pubblicoImprese private in un mercato libero

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La value chain del settore prima della liberalizzazione…

Generazione

Trasmissione

Distribuzione

Misura

Vendita

Cliente

Prima della liberalizzazione il monopolio verticalmente integrato gestiva tutte le fasi della filiera

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…e dopo la liberalizzazione

DistribuzioneGenerazione Trasmissione VenditaMisura

Monopolio Naturale regolato (tariffe definite dal regolatore); eventuale concorrenza “per il mercato”

Business in concorrenza

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Il ruolo del “regolatore” prima della liberalizzazione…

Monopolista

Governo Utente A

Utente C

Utente D

Utente B

Focus su investimenti di lungo periodo per sostenere lo sviluppo economico

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… e dopo la liberalizzazione

Ministero Antitrust

AEEG

Cliente A Cliente B

Cliente C Cliente D

Impresa A Impresa B

Impresa C Impresa D

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Equilibrio di mercato in un monopolio non regolato

Il market power del monopolista è inversamente correlatoall’elasticità della domandaIl market power del monopolista è inversamente correlatoall’elasticità della domanda

P-MC

P

1

ε=

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Monopolio vs Concorrenza perfetta

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La perdita di benessere

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Perché esistono i monopoli

• Controllo su input fondamentali (risorse chiave)• Licenze appalti• Brevetti • Economie di scala: 

− nel lungo periodo sono l’unica ragione che giustifica l’esistenza di un monopolio

− nascono dalla presenza di costi fissi elevati (es. infrastrutture dei servizi a rete: gas, elettricità, ferrovie, telefono, acqua)

Si parla di monopolio naturale quando la struttura dei costi (tecnologia disponibile) è tale per cui i costi nell’industria sono minimizzati con un solo produttore

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Monopolio naturale

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Perché la regolazione?

Fini:

- Limitare il potere di mercato

- Efficienza allocativa: prezzo = costo marginale

- Efficienza tecnica: incentivo agli investimenti

- Contenimento dell’inflazione

Conseguenze:

- Investimenti

- Qualità

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Gli obiettivi del regolatore: alcuni esempi

• Monopoli naturali Utilities – servizi di rete

Inquinamento

Farmaci, labelling dei cibi

Continuità territoriale nel trasporto aereo

Sanità, R&S

Standard di prodotto

Prezzi predatori

“Simulare” la concorrenza

Internalizzare il costo sociale

Informare il consumatori per garantire un corretto funzionamento dei mercati

Assicurare livelli socialmente desiderabili per i servizi essenziali

Condivisione dei costi di attività soggette a rischi di free-rider

Garantire una produzione efficiente dove i costi di transazione sono elevati

Prevenire pratiche anticoncorrenziali

Motivo Obiettivo Esempio

• Esternalità

• Asimmetrie informative

• Continuità dei servizi

• Beni pubblici

• Razionalizzazione e coordinamento

• Tutela della concorrenza

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I costi della regolazione

• L’intervento regolatorio serve a evitare i “fallimenti del mercato” e a conseguire obiettivi di carattere redistributivo

• La regolazione come ogni attività ha un costo che deve essere valutato e confrontato coi benefici che essa può conseguire

• Un errore del regolatore può avere effetti sui futuri investimenti, sui processi di entrata nel mercato …

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Gli strumenti della regolamentazione: quali costi?

Regimi di incentivazione

Comando e controllo

Leggi antitrust

• Vincoli e standard normativi, sanzioni in caso di inadempimento

• Applicazione in sede legale come sostituto dell’intervento regolatorio

• Tasse, sussidi Caratteristiche

Pro

Contro

Costi

• Forza di legge

• Efficacia immediata

• Semplicità

• Rigidità

• Influenzabilità

• Barriere all’entrata

• Scarso incentivo all’innovazione

• Informativi

• Di enforcement

• Di adempimento (inefficienza)

• Flessibili (cost-effective)

• Incentivo all’innovazione

• Minore discrezionalità

• Risultato incerto/ lagtemporale

• Inaccettabilità sociale

• Inefficacia nei confronti di condotte irrazionali

• Trasferimento diretto di risorse Stato/imprese

• Costi di monitoraggio per evitare frodi

• Ampia applicabilità

• Bassi costi di definizione e enforcement

• Libertà alle imprese

• Scarsa competenza dei tribunali su aspetti tecnici

• Incertezza

• Sviluppo sporadico delle regole/ vuoti normativi

• Costi di transazione (contenzioso)

Informazione

• Labelling, naming and shaming

• Poco intrusivo

• Libertà ai consumatori

• No enforcement

• Scarica la gestione del rischio sui consumatori 

• I consumatori possono mal interpretare o non reagire

• Di produzione e di elaborazione delle informazioni

• Di monitoraggio della qualità delle informazioni

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La Regolazione tariffaria: l’approccio teorico tradizionale

• Scelta della tariffa ottima definizione della remunerazione per l’impresa privata che garantisca la massimizzazione del benessere collettivo

• Si basa sull’ipotesi cruciale di informazione perfetta

• Tariffe discriminate: − i consumatori potrebbero avere una diversa disponibilità a pagare per il bene − 2 tariffe: P=AC per i consumatori con valutazione più elevata e P=MC per i consumatori con 

valutazione più bassa

• Tariffe in due parti:− Onere fisso (per la copertura dei costi fissi) + Parte variabile (in base ai consumi) Es. Energia 

elettrica: canone + prezzo per kwh− Rispetto alle tariffe discriminate, tutti i consumatori partecipano alla copertura degli oneri fissi

• Tariffe di peak – load:− Alcuni servizi (non “immagazinabili”) hanno una domanda molto variabile nel corso della 

giornata (es. energia elettrica)− Installazione di elevata capacità produttiva (costi fissi aumentano)− Tariffe discriminate a seconda del periodo in cui avviene il consumo (tariffe aumentano quando 

la domanda aumenta)

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La regolazione come problema di agenzia

Principale=

Regolatore

Asimmetria informativa

Moral Hazard (azione nascosta)Adverse selection (informazione nascosta)

• Il regolato  non rivela al regolatore tutte le informazioni in suo possesso (costi, funzione di domanda) al fine di ottenere extraprofitti

• Si tratta di un’asimmetria informativa ex-ante perché precede la definizione dello schema regolatorio

• Il regolato intraprende azioni che non possono essere controllate o previste dal regolatore •L’efficacia e i costi dell’azione di controllo rispecchiano l’efficienza del regolatore e la sua capacità/volontà di ottenere informazioni adeguate a svolgere efficacemente il suo compito•Si tratta di un’asimmetria informativa ex-post perché segue la definizione del meccanismo regolatorio

Agente=

Regolato

Parte meno informata

Parte più informata

Necessità di un’adeguata struttura di incentivi che induca l’ageNecessità di un’adeguata struttura di incentivi che induca l’agente/regolato ad nte/regolato ad adottare un comportamento conforme alle direttive del principaleadottare un comportamento conforme alle direttive del principale/regolatore/regolatore

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La regolazione della dinamica dei prezzi

• Rate of return (ROR) • Price Cap• La regolazione dei ricavi• Profit Sharing

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Rate of return (ROR)

• Viene garantito all’impresa un determinato saggio di rendimento sul capitale investito superiore al livello di mercato 

• Si determina una tariffa pari ai costi medi effettivi, a seguito di un attento screening dei dati di consuntivo

• La tariffa rimane fissa fino a che uno dei soggetti interessati (impresa, regolatore, consumatori) chiede di avviare il meccanismo di revisione tariffaria 

• Garantisce una adeguata remunerazione sul capitale investito all’impresa, elemento fondamentale in settori con forte necessità di investimento

• Non fornisce all’impresa adeguati incentivi alla efficienza produttiva, poichégarantisce un saggio di rendimento sul capitale investito eguagliando la tariffa ai costi medi effettivi

• Effetto Averch-Johnson (impiego “socialmente” eccessivo del fattore capitale)

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Rate of return (ROR)

• Il regolatore fissa un tasso di rendimento massimo del capitale (es.x) • L’impresa regolata deve rispettare il vincolo:

• Inefficienza produttiva: impiego di quantità eccessive di capitale (effetto Averch-Johnson)

• Inefficienza allocativa: la produzione avviene a costi più elevati

≤ XCapitale investito

profitti=r

• Se il saggio di profitto supera tale tetto il regolatore impone una riduzione delle tariffe, o un aumento in caso contrario

• L’impresa è portata ad aumentare il denominatore per poter ottenere maggiori profitti

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Price Cap

• Il regolatore pone un tetto (cap) alla crescita dei prezzi di un paniere di servizi• Tale crescita è vincolata, per un certo periodo di tempo (Regulatory Lag), alle variazioni

dell’indice dei prezzi di un paniere di beni (RPI) e di una grandezza che esprime l’efficienza produttiva (X)

• L’impresa può praticare tariffe inferiori a quelle fissate dal regolatore• Al termine del Regulatory Lag si ha una revisione tariffaria, nell’ambito della quale si procede alla rideterminazione del limite di prezzo e del meccanismo di indicizzazione

• La facoltà concessa all’impresa di poter fissare anche tariffe inferiori a quella limitepromuove l’efficienza allocativa 

• L’esistenza di un Regulatory Lag prefissato ed esogeno è un fattore fondamentale nel conseguimento di elevati livelli di X-efficienza

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La regolazione dei ricaviTariff basket mechanism

• Il regolatore impone all’impresa di fissare, nel periodo t, i prezzi in modo da soddisfare la relazione:

ΣPityi

t-1 ≤ ΣPit-1yi

t-1

ΣPit-1yi

t-1

ΣPityi

t-1

≤ 1

• L’impresa può modificare i prezzi purchè l’indice non superi l’unità

• Si applica a Telecom Italia, BritishTelecom, concessionarie autostradali, società idriche inglesi

Average Revenue

• Si tratta di una variante del tariff basket mechanism• Il regolatore impone un vincolo al ricavo medio del 

tipo:

ΣPityi

t-1 ≤ ΣPy t-1

• Si applica a società elettriche inglesi..

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Profit Sharing• Ripartizione dei profitti, che superano un o livello “normale”, tra impresa regolata e 

consumatori• I consumatori partecipano ai profitti mediante: riduzione dei prezzi o rimborsi nel periodo 

successivo alla rilevazione dell’eccesso di profitti• Banded rate of return : ripartizione dei profitti in proporzioni diverse tra le parti al variare del 

livello raggiunto dal saggio di profitto • Dividend sharing: ripartizione dell’eccesso del livello di dividendi ritenuti normali• Può essere utilizzato in un contesto regolatorio più ampio ma fondato sul modello del price cap: 

la definizione del vincolo include anche il criterio di ripartizione dell’eccesso di profitti e porta a riduzione dei prezzi superiore a quella prevista nel periodo in cui è applicato il price cap

• Partecipazione ai profitti immediata disincentiva l’impresa a ridurre i costi• L’incentivo alla riduzione dei costi è tanto minore quanto più elevata la quota di profitto 

attribuita ai consumatori (sharing parameter)• Problema circolarità analitica (profitto legato a risparmio costi legato a sistema di incentivi 

definiti dal regolatore)

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Le forme più diffuse di regolazione dei prezzi finali

Elettricità:• 74% Regolamentazione del tasso di rendimento del capitale• 13% Regolamentazione tramite price cap• 13% assenza di regolamentazione

Telecomunicazioni fisse• 66% Regolamentazione tramite price cap• 19% Altre• 11% Regolamentazione del tasso di rendimento del capitale

Servizi ferroviari di trasporto passeggeri•50% regolamentazione tramite price cap•28% regolamentazione del tasso di rendimento del capitale•22% assenza di regolamentazione

% di paesi OECD in ogni categoria

Fonte: OECD Int’al regulation database 2000

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La regolamentazione: benefici ma…a quali costi?

• I costi del “ processo regolatorio “

• Deregulation o Re-regulation? La proliferazione dellaregolazione genera incertezza

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Gestire i costi della regolamentazione: le AIRUn po’ di storia …

• L’applicazione dell’analisi costi-benefici alla regolamentazione ha origine negli USA sotto la presidenza di Ronald Reagan

• Executive Order 12291 del 1981: impone alle agenzie governative di sottoporre le proposte di intervento regolatorio di maggior rilievo all’analisi C-B, e di sottoporre all’approvazione del Presidente solo quelle per cui era previsto un beneficio netto

• Le analisi sono supervisionate da un’unità centrale all’interno dell’Office forManagement and Budget

• In Europa, il primo Paese ad adottare l’analisi di impatto della regolamentazione è il Regno Unito, da metà degli anni ’80 (oggi l’attività è coordinata dalla Better Regulation Unit del Gabinetto del Primo Ministro)

• E DA NOI?

- Legge “di semplificazione” n. 50/99: introduce l’AIR per gli atti normativi del Governo e per regolamenti ministeriali ed interministeriali

- Legge n. 229/03: estende l’AIR alle Autorità indipendenti

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Perché l’AIRVantaggi dell’Analisi dell’Impatto della Regolamentazione

• Esplicita e chiarisce gli obiettivi dell’intervento proposto (evitando obiettivi nascosti)

• Considera più alternative in base a:

– Coerenza ed efficacia rispetto all’obiettivo

– Efficienza in termini di costi

• Aumenta la trasparenza e la partecipazione al processo regolatorio

• Responsabilizza il regolatore

• Favorisce un uso razionale delle risorse destinate ad interventi regolatori

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I limiti dell’AIR

• Gli interventi proposti sono valutati in termini di efficienza MA questo può essere in contrasto con l’obiettivo regolatorio (equità, redistribuzione della ricchezza)

• Difficoltà di valutazione di costi e benefici:

– Trascura eventuali effetti inintenzionali dell’intervento proposto

– Richiede di “prezzare” costi e benefici non immediatamente quantificabili in termini economici (es. danni all’ambiente)

– Comporta alti costi informativi, quindi:

• Il regolatore tende a fare affidamento a input esterni (affidabilità delle informazioni?)

• Interessi specifici Vs. interessi diffusi

• Tendenza a limitare in partenza lo spettro di opzioni da valutare

• Aumento dei costi del processo regolatorio

• Rallentamento del processo decisionale – impraticabile se è necessario un intervento d’urgenza 

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• Il processo di liberalizzazione porta ad 

avere funzioni svolte in concorrenza con 

altri operatori (generazione e vendita) e 

attività regolate (trasmissione e 

distribuzione)

• Lo sviluppo in senso di multi-utility di 

alcuni operatori comporta poi il 

problema di separare anche i diversi 

servizi

Separazione delle funzioni (unbundling)

Sotto il profilo regolatorio

diventa importante disporre

di informazioni separate tra

le diverse attività e tra le

attività regolate e le attività

fornite in concorrenza

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Perché l’unbundling

Reti

Vendita

Produzione

Stesso gruppo

Concorrente

Clienti

La separazione delle funzioni garantisce:

• Accesso trasparente e non discriminatorio di tutti gli operatori alle reti (monopolio naturale)

• Corretta allocazione dei costi tra le diverse attività, nel caso di operatori verticalmente integrati, per evitare sussidi incrociati tra attività regolate e attività in concorrenza

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Principali tipologie di unbundling

• contabilità separate per le diverse attività

• previsto dalla prima direttiva comunitaria ed implementato con il decreto Bersani 

• gli amministratori e il direttore generale non possono contemporaneamente occupare cariche operative in altre società della filiera

• richiesto dalle seconde direttive comunitarie

• proprietà separate per ogni attività• previsto dal DPCM dell’11/05/2004 per le attività di trasmissione (Terna)

• stessa società ma distinte funzioni per ciascuna attività• Identifica nell’ambito di ogni impresa distinte entità operative• previsto dalle delibere 310/01 e 311/01

Contabile

• separazione societaria tra le diverse attività• richiesto dal Bersani per la generazione, trasmissione, distribuzione e vendita al mercato libero

• non pone vincoli sulla gestione

Amministrativo

Societario

Gestionale/Funzionale

Proprietario