39

Sin da prima che Charles Darwin - lumsa.it · esseri viventi potessero essere disposti in scala gerarchica ordinata per complessità crescente. Le posizioni di questa scala sono immutabili

Embed Size (px)

Citation preview

Sin da prima che Charles Darwin il "padre" del moderno concetto di evoluzione biologica pubblicasse la prima edizione de «L'origine delle specie» nel 1859, le posizioni degli studiosi erano divise in due grandi correnti di pensiero:

una natura dinamica ed in continuo

cambiamento

una natura sostanzialmente immutabile.

Il Fissismo Il fissismo/creazionismo è la teoria biologica secondo cui le specie vegetali ed animali non hanno subito e non subiranno modificazioni nel corso del tempo. Fino a fine ‘700 le teorie fissiste furono saldamente radicate nella comunità scientifica. Le teorie fissiste erano legate ad una interpretazione letterale della Genesi cioè si riteneva che le specie esistessero così come erano state create quindi rimaste immutate durante il passato geologico della terra

Una natura immutabile….

1

Già Anassimandro, circa il 600

a.C. ipotizza una teoria che

potrebbe alla lontana richiamare

il concetto di evoluzione. Egli

crede che la vita nasca

dall'acqua e che l'uomo sia

originato dai pesci.

«Dall'acqua e dalla terra

riscaldate nacquero pesci o

animali simili; entro di loro si

generarono feti umani che

crebbero fino alla pubertà; poi,

spezzate le loro membrane, ne

uscirono uomini e donne che

erano ormai in grado di nutrirsi

autonomamente».

2

Secondo Anassimandro, la vita avrebbe avuto origine dall'elemento

liquido. Anassimandro avrebbe abbozzato anche una rudimentale

teoria della evoluzione dell’uomo a partire da altri animali ed

in particolare dai pesci.

“Anassimandro afferma inoltre che in origine l’uomo proveniva da

animali d’altra specie, deducendolo dal fatto che mentre gli altri

animali possono procurarsi da sé il loro nutrimento poco tempo dopo

la nascita, l’uomo solo ha bisogno per molto tempo di una nutrice:

quindi se fosse stato tale anche in origine non avrebbe potuto

sopravvivere” (Plutarco).

“Secondo Anassimandro i primi animali nacquero nell’elemento

umido, ricoperti di una scorsa spinosa; cresciuti in età

lasciarono l’acqua e vennero all’asciutto, ed essendosi lacerata

la scorza che li ricopriva dopo poco cambiarono il loro modo di

vivere” (Ezio).

3

Dopo di lui Aristotele, circa 300 a.C invece ha una concezione del tutto diversa. E’ il primo grande biologo della storia. Credeva che tutti gli esseri viventi potessero essere disposti in scala gerarchica ordinata per complessità crescente. Le posizioni di questa scala sono immutabili. Le specie quindi che compongono questa scala naturale sono fisse, idea che porta al termine "fissismo" con cui si identifica questa concezione. Organizzò gli organismi in quattro gruppi: le cose inanimate, le piante, gli animali e infine l'uomo, l'unico in grado di pensare e di ragionare.

4

Con l'affermarsi della religione cristiana, a partire dal quarto secolo

d.C., comincia ad avanzare quella che sarà la teoria della Creazione.

La religione cristiana prenderà molto dal mondo greco. Quello che era

il fissismo aristotelico diventa infatti, fissismo religioso. La Scala della

natura proposta da Aristotele con le specie tutte ben separate ed

immutabili con l'uomo all'apice ben si adatta all'idea di singoli atti

creativi per ogni specie e all'idea dell'uomo come capolavoro ultimo

della creazione.

La visione religiosa si rafforzò. Il

vescovo Usher (1581-1656)

riesce, studiando il racconto

Biblico della Genesi, addirittura a

risalire al giorno preciso in cui è

stata creata la Terra, si tratta del

27 Aprile del 4004 a.C. L'idea

imperante quindi era quella di un

Terra, relativamente giovane,

circa seimila anni, creata

insieme a tutte le creature che la

abitano da una Mente Creatrice,

in sei giorni. Tutte le specie che

la abitano sono permaste

immutate dal giorno della

creazione e tali rimarranno.

Vescovo Usher (1581-1656)

Sebbene vissuto nel periodo illuminista (1707-1778), Carlo Linneo era un fissista e creazionista. Scrisse la sua opera "Il sistema naturae" nel 1735, in questa opera traspare l'ammirazione verso un Dio creatore, infatti egli apre dicendo "enumeriamo tante specie quante in principio furono create dall'Ente Infinito", ragion per cui egli non credeva nella trasformazione delle specie. Mentre lavorava a questa opera enciclopedica, esploratori provenienti dall’Africa e dalle Americhe ritornavano in Europa con nuove specie di piante ed animali. Linneo aggiornava continuamente la sua classificazione, ma non cambiò idea sul fatto che le specie create da Dio fossero rimaste tali dalla loro creazione.

Tuttavia il contributo di Linneo alla scienza fu grandissimo. Egli cominciò a fare ordine nelle specie fino ad allora conosciute, si parla di circa 70.000 specie. Organizzò e gerarchizzo le specie secondo delle categorie e delle somiglianze condivise, in tal modo possiamo considerare Linneo come il padre della sistematica attuale. Inoltre Linneo coniò anche un sistema di denominazione per ogni organismo utilizzando esclusivamente i nomi latini di Genere e Specie dando luogo alla cosiddetta Nomenclatura Binomia, tuttora utilizzata. Secondo Linneo infatti: Nomina si nescis, perit et cognitio rerum (Se non conosci i nomi, viene a mancare anche la conoscenza delle cose). Egli credeva che la sua missione fosse quella di far conoscere al mondo l'ordine del creato. Linneo inoltre inserì anche l'uomo e la scimmia nello stesso ordine dei primati, denotandone le somiglianze, tuttavia egli era un convinto fissista e non voleva di certo intaccare quello che era il paradigma della creazione. Solo verso la fine della sua vita, Linneo avanzò l'ipotesi che potessero formarsi specie nuove attraverso l'ibridazione e suggerì che potessero esservi delle relazioni tra specie simili.

Maillet ipotizza che

-la Terra fosse molto più antica dei 6000

calcolati sulla base del racconto biblico,

nella sua ipotesi nell'ordine dei milioni di

anni;

-la Terra originariamente fosse interamente

coperta d'acqua, come dimostravano gli

innumerevoli ritrovamenti di fossili di

conchiglie su colline e montagne, indice del

ritirarsi delle acque.

Così Maillet propone la sua teoria

della terrestrizzazione. In pratica egli

sostiene che tutte le specie derivino

dall'acqua ipotizzando che l'oceano

pullulasse di "semi" eterni che con il ritirarsi

delle acque cominciavano a germogliare e

a svilupparsi.

Anche l'uomo sarebbe derivato dall'acqua.

Secondo Maillett il futuro può riservarci

delle sorprese perché non tutti i semi si

sono sviluppati e le specie estinte

potrebbero ritornare.

Benoit de Maillet (1659-1738) si può considerare tra i primi studiosi dell'anatomia comparata in chiave evolutiva. Tutti i suoi studi sono raccolti in un'opera laica, antibiblica che elimina ogni sorta di creazione divina: il Telliamed.

Jean Battiste Robinet (1735-1820) in apparenza aveva una idea evoluzionista. Egli ipotizzava che tutti gli esseri viventi si fossero sviluppati l'uno dopo l'altro, in epoche diverse, ma non l'uno dall'altro. Egli ipotizzava che Dio avesse creato tutti i "germi" delle creature vegetali ed animali e che questi si fossero sviluppati l'uno dopo l'altro. Basandosi sulle teorie preformiste, Robinet diceva che l'uomo, non discendeva dalle scimmie ma era semplicemente l'ultimo germe ad essersi sviluppato, completando il quadro della creazione.

Jean Battiste Robinet (1735-1820)

Il preformismo postulava la presenza di un individuo già perfettamente formato, ma in miniatura, all'interno dei gameti. I preformisti si divisero in due scuole: gli ovisti che pensavano che questo embrione alloggiasse nell'ovulo, e gli animalculisti che al contrario credevano che questo piccolo essere in miniatura fosse contenuto all'interno dello spermatozoo.

La scuola animalculista si basava sugli studi di Antoni von Leeuwenhoek che osservò al microscopio un‘ ampolla contenente sperma. L'animalculismo fu però, già alla fine del '700, abbandonato in quanto non riusciva a spiegare né l'ingente spreco di animalculi né i cosiddetti "mostri", cioè individui malformati.

Esponente della scuola ovista fu Reiner de Graaf che dimostrò la presenza delle uova in molte specie, uomo compreso, commettendo però l'errore di scambiare il follicolo per l'uovo maturo.

Alla visione preformista fece seguito una riscoperta della epigenesi. L'epigenesi sosteneva che l'embrione cominciasse a formarsi, organo dopo organo soltanto dopo che si erano miscelati i fluidi maschili e femminili.

Sostenitore di questa teoria fu Louis Moreau de Maupertuis (1698-1759). Nella sua opera «Venus physique», afferma che l'epigenesi era capace di spiegare l'ibridazione, la somiglianza dei figli dai genitori ed il fenomeno dei mostri, riprendendo quella che era la tesi ippocratica.

Gruppo 4 15

La tesi ippocratica sosteneva che tutte le parti del corpo contribuiscono a formare la semenza. Secondo Ippocrate ciascuna parte del corpo invia delle particelle organiche alle gonadi e la semenza è costituita dall'insieme di tutte queste particelle organiche. Al momento della formazione dell'embrione le particelle avrebbero una sorta di memoria di posizione prendono il loro determinato posto nella crescente struttura embrionale. Maupertuis sostiene che si forma un "mostro per difetto" quando una parte (una particella organica) non si congiunge a quella con la quale sarebbe dovuta congiungersi e si forma un "mostro per eccesso" quando si viene invece a creare una struttura in surplus. Il merito di Maupertuis è sicuramente quello di aver messo sotto la lente d'ingrandimento l'importanza dei "germi biologici" maschili e femminili.

Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon (1707-1788) considerò per primo l’ipotesi evoluzionista (anche se il termine evoluzione verrà coniato più tardi dal filosofo Herbert Spencer). Era un naturalista che credeva ai principi dell'illuminismo, fu coevo di Linneo ma scrisse un'opera opposta a quella del naturalista svedese. L'opera di Buffon si intitola "Storia naturale generale e particolare" e consta di quarantaquattro volumi, scritti nell'arco di trent'anni. Buffon comincia a stimare l'età della Terra in 70.000 anni. Precedentemente l'aveva stimata in tre milioni di anni, ma dopo un richiamo dai teologi della Sorbona aveva ritrattato questa cifra.

Nel primo volume della sua opera Buffon traccia la storia della Terra. Egli ipotizza che la Terra si sia staccata dal Sole ed quindi era inizialmente incandescente. Via via si era andata raffreddando e la roccia fusa si era andata solidificando. Le piogge incessanti andarono a creare gli oceani. Egli credeva nella generazione spontanea, pensava che nei caldi oceani primordiali forme di vita si potessero generare dalla materia non organizzata. Quindi per Buffon la vita ha un'origine terrena e non divina. Man mano che la Terra si raffreddava gli animali cominciavano a migrare verso i tropici, questo serviva a Buffon per spiegare come mai si ritrovassero fossili di animali tropicali in Siberia e in America del Nord. Durante queste migrazioni, secondo Buffon, le forme di vita, soggette a nuove condizioni climatiche subivano dei mutamenti, proprio a causa di queste nuove condizioni, di queste nuove forze che agivano sulle particelle organiche.

La teoria su cui si concentrò principalmente Buffon fu quella della

"degenerazione", termine inteso come modificazione e

distanziamento dalle specie originarie.

Per Buffon si partiva da 25 specie dalle quali se ne erano degenerate

187. Per Buffon le 25 specie non derivavano da un'unica specie, ma

egli introdusse il concetto di struttura ad albero. Egli pensava anche

che non tutte le specie andassero incontro a degenerazione ma solo

le specie inferiori.

Le specie nobili, tra cui l'uomo, non andavano incontro a

degenerazione. Le cause della degenerazione erano il clima,

l'alimentazione e il comportamento. Le specie inferiori si accoppiano

più velocemente e la loro prole e maggiore, quindi subiscono

maggiormente il processo di degenerazione. Il clima, l'alimentazione

e il comportamento sono le stesse cause addotte da Buffon per

spiegare le diverse specie umane, secondo l'autore, infatti, le specie

umane derivavano da una sola specie.

Buffon ipotizza anche la parentela tra uomo e scimmia ma per

paura della scomunica non divulga questo suo pensiero.

Purtroppo vennero a mancare alla sua teoria, le prove che si sarebbero trovate di lì a poco con lo studio dei reperti fossili da parte di Cuvier che metteva in evidenza che le specie si estinguevano e si trasformavano e con la nuova geologia di Lyell che avrebbe messo in evidenza l'antichità della Terra.

I tempi erano maturi per una nuova comprensione e per il fiorire di nuove discipline. Verso la metà del 1700 la storia naturale si era frammentata in diverse discipline: la botanica, la zoologia, la biologia e la geologia. Gli studiosi si resero conto per la prima volta dei cambiamenti naturali, soprattutto dei cambiamenti della crosta terrestre. Nasce così la geologia, una disciplina con il compito di spiegare i mutamenti occorsi durante la storia della Terra e che ancora coinvolgevano la crosta terrestre.

Gli eventi che portarono alla nascita della geologia furono, tra gli altri:

1) La scoperta di vulcani spenti, soprattutto nell'area della Francia

centrale. Ci si rese conto che il basalto era una roccia effusiva e che

per depositare grandi estensioni di questa roccia, di sicuro fu

necessario un grande periodo di tempo.

2) La scoperta che molti strati geologici erano strati sedimentari

della profondità di migliaia di metri. Analogamente anche per la

deposizione di questi strati era stato necessario un lunghissimo lasso

di tempo. Inoltre sia gli strati vulcanici che quelli sedimentari erano

stati soggetti, nel corso del tempo, ad erosioni, piegamenti e

trasformazioni.

Questo mostrava dunque che la Terra era molto antica e che durante

questo tempo degli eventi e delle forze si erano susseguiti.

Si aprì così la diatriba su quale fosse la natura di queste forze che

hanno agito sugli strati geologici, da una parta c'era chi teorizzava

l'azione delle forze dell'acqua: il nettunismo e dall'altra chi ipotizzava

l'azione del fuoco: il vulcanismo.

Alla fine del '700 si rinnovò anche l'interesse per i fossili. Questi

venivano interpretati come prove del progressivo spostamento del

livello del mare (questa idea era presente già negli antichi Greci), o

come stranezze della natura (lusus naturae) oppure anche come una

sorta di sudore della Terra, intesa come un grande organismo, in

questo caso venivano chiamati "succhi lapidei".

L'interpretazione biblica voleva invece che i fossili fossero le

vestigia degli animali morti durante il Diluvio Universale. Tuttavia

la scoperta di resti fossili di specie animali e vegetali sconosciuti e

quindi presumibilmente estinti in precedenza andava a cozzare con il

cosiddetto principio di pienezza di Dio, secondo il quale Dio non

poteva concepire nella sua grandezza l'estinzione delle sue creature.

Si dedicarono particolarmente allo studio dei resti fossili stratificati

degli strati rocciosi William Smith e Georges Cuvier che potrebbero

essere identificati come gli inventori della stratigrafia.

Georges Cuvier (1769-1832), fu

una grande personalità

dell'epoca, coevo di Lamarck

scrisse la sua "Storia delle

scienze naturali". Egli era di

religione protestante, una

condizione che influirà tantissimo

sulle sue teorie. Cuvier cominciò

a dissotterrare molti fossili di

di mammiferi, soprattutto nella

regione parigina. Si rese conto

che appartenevano a specie

diverse da quelle attuali e

probabilmente estinte.

Cuvier (1769-1832)

Cuvier mise insieme una gran mole di informazioni che avrebbero

fatto comodo per sostenere la teoria di Lamarck.

Tuttavia egli era un acerrimo oppositore della teoria delle

trasformazioni e uno strenuo sostenitore delle posizioni religiose.

Per spigare quindi i fossili ritrovati e la successione di flore e faune

ritrovati in ogni strato egli elaborò la sua "teoria del catastrofismo"

secondo la quale, ciclicamente nella vita della Terra si erano verificate

delle catastrofi che avevano distrutto tutte o quasi tutte le forme di vita

in una data regione. La regione sarebbe stata ripopolata o da

migrazioni provenienti dalle regioni adiacenti o da nuovi atti di

creazione, questa consiste nella teoria delle "creazioni successive".

Egli credeva che l'ultima grande catastrofe avesse lasciato una

traccia storica indelebile: il Diluvio Universale.

Cuvier pose anche l'uomo e la scimmia in due ordini diversi in quanto mancava un anello di congiunzione tra i due. Egli elaborò anche delle leggi di tipo generale tra cui la legge della "correlazione delle parti": ogni organo è correlato funzionalmente a tutti gli altri, in modo da costruire un individuo armonico ed efficiente. Il principio di correlazione delle parti era secondo Cuvier la base che impediva la trasformazione delle specie.

Charles Lyell partiva

dall'osservazione dei cosiddetti

"fossili viventi", quegli animali

cioè che erano rimasti molti simili

ai loro progenitori di milioni di

anni prima. Se questi animali

erano sopravvissuti voleva

dire che non c'era stato

nessun cataclisma occorso ad

eliminare queste forme di vita.

Lyell quindi, propose la sua teoria dell' "attualismo", per

spiegare i cambiamenti di flora e fauna e i cambiamenti nella

geologia dei continenti, non era necessario tirare in ballo delle

catastrofi e successive creazioni ma i grandi cambiamenti

sono frutto di piccoli cambiamenti dovuti alle stesse forze che

agiscono attualmente e accumulatisi nei millenni.

Lyell contesterà anche la tesi di Lamarck sulle trasformazioni,

sostenendo che quest'ultimo aveva attribuito una plasticità

agli esseri viventi fisiologicamente impossibile.

Al termine della sua vita aderirà pienamente alla teoria di

Darwin.

Il primo scienziato europeo a elaborare una teoria dell’evoluzione, definito da Darwin un «naturalista giustamente famoso», fu Jean-Batiste Lamarck (1744-1829). Potremmo definirlo il padre del

termine biologia, fu lui che la

definì come la scienza dello

studio dell'organizzazione dei

processi degli organi viventi.

•Dai 17 ai 19 anni partecipò alla

guerra dei Sette Anni, poi

comincia a studiare la chimica la

mineralogia, conchigliologia e

botanica la sua reale materia di

partenza.

La pubblicazione della "Flora francese" gli valse la protezione di Buffon. Nel 1788 infatti, proprio grazie a Buffon ottiene un posto di assistente al dipartimento botanico del museo di storia naturale di Parigi e nel 1793 viene nominato professore di zoologia. La sua conversione all'evoluzionismo è ben documentata dal discorso di apertura del suo corso nel maggio del 1800. Cosa abbia portato a questa conversione non è ben chiaro, si pensa probabilmente lo studio dei fossili, soprattutto molluschi che Lamarck aveva effettuato in quegli anni. Era un sostenitore della generazione spontanea e non credeva nel concetto di estinzione, credeva che le specie cosiddette estinte si erano o trasformate nelle specie attuali o erano nascoste in meandri inesplorati della Terra. Le specie comunemente considerate estinte, secondo Lamarck si erano estinte a causa dell'uomo, l'unico a poter determinare l'estinzione della specie.

Nella teoria di Lamarck troviamo due aspetti: 1) gli animali si dispongono secondo una serie graduata di perfezione,

intesa come un aumento della complessità. 2) Le specie si trasformano. Egli scrive: «A seguito di molte generazioni,

quegli individui, appartenenti originariamente a una specie, si trovano in ultimo trasformati in una specie nuova, diversa dalla prima».

Lamarck nella sua teoria comincia ad introdurre anche il concetto di albero, egli sostiene che "le specie ... formano spesso, ai confini dei gruppi sistematici di cui fanno parte, ramificazioni laterali le cui estremità rappresentano punti realmente isolati". Per spiegare l'origine di nuove linee filetiche Lamarck ricorre alla generazione spontanea scrivendo: "La natura ha cominciato, e ricomincia ancora tutti i giorni, col formare i corpi organici più semplici; essa forma direttamente solo questi, cioè i primi abbozzi di organizzazione ..."

In sostanza la cause del cambiamento evolutivo per Lamarck si riassumo nelle seguenti affermazioni: - Gli organismi viventi hanno una capacità innata di acquisire una complessità maggiore - Gli organismi sono capaci di rispondere a cambiamenti ambientali Ogni cambiamento ambientale comporta un cambiamento di bisogni, ogni cambiamento di bisogni esige un cambiamento di comportamento ed ogni nuovo bisogno per essere soddisfatto implica l'uso diverso di organi già presenti, più o meno sviluppati o l'uso di nuove parti del corpo che possono essere quindi sviluppate. Qui in pratica c'è la principale differenza tra Darwin e Lamarck. Mentre per Lamarck sono i cambiamenti ambientali che inducono le variazioni per Darwin le variazioni insorgono a prescindere dall'ambiente, insorgono casualmente ed è l'ambiente che le seleziona. In definitiva: per Lamarck l'ambiente induce la variazione per Darwin l'ambiente seleziona delle variazioni che si originano casualmente.

Lamarck espone dunque le due leggi dell'adattamento evolutivo: Prima legge: In ogni animale che non abbia raggiunto il termine del proprio sviluppo, l'impiego più frequente e sostenuto di un qualsiasi suo organo rafforza a poco a poco quell'organo, lo sviluppa, lo ingrandisce e gli conferisce un potere proporzionale alla durata del suo uso: mentre la mancanza costante di uso lo indebolisce insensibilmente, lo deteriora, diminuisce progressivamente le sue facoltà e finisce per farlo scomparire. "la funzione crea l'organo" Seconda legge: Tutto ciò che la natura ha fatto acquisire o perdere agli individui attraverso l'influenza delle circostanze cui la propria razza si trova da lungo tempo esposta, e di conseguenza per l'uso predominante di quel tal organo, o per la mancanza costante di impiego di quel tal altro, essa lo conserva attraverso la riproduzione dei nuovi nati, purché i cambiamenti acquisiti siano comuni ai due sessi, o almeno a coloro che hanno generato i nuovi individui. «ereditarietà dei caratteri acquisiti» Lamarck non spiega quali sono i meccanismi ereditari, come del resto nemmeno Darwin, in seguito il lamarckismo fu definito come ereditarietà dei caratteri acquisiti.

Lamarck, utilizzò la giraffa come esempio della sua tesi: un'antilope primitiva, alla quale fosse piaciuto brucare le foglie degli alberi, avrebbe allungato il collo verso l'alto con tutte le sue forze per arrivare al maggior numero di foglie possibile

Lamarck

Anche la lingua e le gambe si sarebbero allungate e tutte queste parti del corpo, di conseguenza, sarebbero diventate letteralmente un poco più lunghe. questo allungamento, dovuto all’uso, si sarebbe trasmesso alla generazione successiva la nuova generazione avrebbe avuto in partenza parti del corpo più lunghe e le avrebbe allungate ulteriormente.

1766-1834

Da Thomas Malthus, Saggio sul principio di popolazione.

Secondo Malthus la popolazione cresce quindi secondo una

progressione geometrica (1, 2, 4, 8, 16, 32) Nel Saggio sul principio di

popolazione, pubblicato nel 1798, Malthus sostiene che la

popolazione di ogni sistema economico tende a crescere

raddoppiandosi circa ogni 25 anni in conseguenza a fatti naturali. Egli

asseriva che la popolazione cresca secondo una progressione

geometrica (1, 2, 4, 8, 16, 32,..), e quindi esponenziale

A fronte di questa crescita esponenziale le risorse alimentari crescono

invece a crescere in progressione aritmetica (1, 3, 5, 7, 9, 11), quindi

in maniera lineare.

In sostanza, ogni 25 anni si assisterebbe ad un raddoppiamento della

popolazione, mentre le risorse alimentari aumenterebbero in maniera

molto più modesta.

Gli unici elementi che rallenterebbero questa crescita della

popolazione sono più o meno apprezzabili o comunque impossibile

da realizzarsi: carestie, pestilenze, guerre, effettuare un controllo sulle

nascite (che non risulta praticabile).

Per Malthus sarebbe stato dunque prioritario arrestare questa rapida

crescita della popolazione e, in merito, suggerì varie soluzioni. La

carestia e la debolezza avrebbero controllato la crescita. Così anche

le guerre avrebbero contribuito a bilanciare popolazione e derrate

alimentari.

Nel 1834 in Inghilterra venne promulgata una legge, ispirata alle idee

di Malthus, che istituì degli ospizi speciali per i poveri. Con lo scopo di

ridurre la crescita della popolazione, le severe regole degli ospizi

imponevano alle coppie sposate di non concepire. Furono proposti

dei provvedimenti da adottare nei confronti delle coppie meno

abbienti per evitare che si riproducessero.

A contribuire alla nascita di questi provvedimenti vi fu il timore che un

crescente numero di appartenenti alle “classi povere” avrebbe potuto

sopraffare gli individui più civilizzati.

Tre furono le condizioni per il superamento della visione creazionista e la genesi del pensiero evolutivo: 1) Ci si rese conto che la natura non era statica bensì in continuo

mutamento.

2) Che la Terra era molto più antica di quanto ipotizzato sulla base del racconto biblico. A questa conclusione contribuì la nuova geologia di Lyell, per cui c'era uno sforamento dei tempi biblici. 3) Le specie non sono immutabili ma si trasformano e si estinguono. Si arriva a questa conclusione grazie allo studio, al ritrovamento e ad una nuova interpretazione dei fossili, grazie soprattutto a George Cuvier.