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*SINTESI del
corso di
psicosociologia
della DEVIANZA
*Sociologia = Scienza Sociale Si differenzia dalle scienze naturali perché studia realtà non gestite da leggi
rigide e immutabili. Perciò ha bisogno di varie teorie per spiegare la realtà.
PARADIGMA in base al
quale si orientano
“FOCUS” della
spiegazione
OGGETTO
“LIVELLO” di spiegazione tipo di RAPPORTO che
esiste tra le variabili
presa in considerazione o
meno dei VALORI
*CAUSE di DEVIANZA
(Fattori di rischio) •Fattori = situazioni che concorrono a produrre un
effetto.
•= variabili indipendenti
•o concomitanti
•o intervenienti
Rapporto tra variabili
Teorie
*Rapporto tra variabili
3 tipi diversi di rapporti tra
variabili indipendenti
e comportamenti devianti (a rischio)
la causalità diretta
la causalità multifattoriale
la causalità processuale
*Rapporto tra fattori di
rischio e
comportamenti a rischio
3 tipi diversi di rapporti: 1. la causalità diretta
2. la causalità multifattoriale;
3. la causalità processuale.
*Causalità diretta
Nesso causale tra fattori di rischio e risultato: deterministico (come in medicina)
tre caratteristiche fondamentali:
*il rapporto tra causa (o fattore di rischio) ed effetto é diretto e automatico;
*la causa é costituita da una variabile singola;
*la nozione di causa é determinata in maniera univoca.
*Spiegazioni deterministiche
della devianza
*Scuola criminologica italiana (Lombroso -1800)
Antropologia criminale (Garofalo)
*Oggi: spiegazioni biologiche
*Ereditarietà della delinquenza (Cromosoma in +)
*Sviluppo anticipato o ritardato
*Anomalie cerebrali, del sistema nervoso
*Traumi perinatali
*Ruolo dei neurotrasmettitori → dipendenza
* cause a livello biologico, genetico o
del sistema nervoso
*Spiegazioni
deterministiche della
devianza
*Spiegazioni a livello psicosomatico: causa nel
temperamento e conformazione fisica
*Spiegazioni piscologiche: causa educazione,
famiglia, carattere
*Spiegazioni psicanalitiche: causa rapporti
infantili con i genitori
*Spiegazioni sociologiche: causa società
*Spiegazioni piscologiche:
causa educazione, famiglia e
carattere
*Eysenk, Trasler (1960): Behaviorismo
*Formazione dell’autocontrollo -> abilità a condizionare
(famiglia) e ad essere condizionati (+ introverso, -
estroverso).
*Hirshi (1960): teoria attaccamento Bowlby
*Mancanza di attaccamento ai genitori -> compagni di strada,
bande -> delinquenza
*Hirshi e Gottfredson (1990)
*Formazione autocontrollo dipende dai genitori
*Spiegazioni sociologiche:
causa società
*Disorganizzazione sociale (Sc. Chicago, 1920)
*ANOMIA:
*Diversa velocità tra sistema sociale e sistema culturale (Durkheim, 1870-1900)
* Struttura sociale sbagliata: propone fini a tutti, ma non fornisce i mezzi (mezzi illegali, o rinuncia ai fini) [Merton, strain teories, 1950-2000]
*Apprendimento sociale, trasmissione culturale: subcultura deviante, associazioni differenziali, neutralizzazione (1930-1970)
*Conflitto di classe (marxisti e non, 1930-1970).
* Causalità
multifattoriale
*i fattori di rischio agiscono in maniera concomitante
*si rafforzano con effetti cumulativi. La situazione di rischio viene considerata in maniera globale e unitaria attraverso il ricorso ad una procedura valutativa, denominata «profilo di rischio» che consente di:
*mappare tutti i fattori presenti nella situazione (fattori genetici, ambientali, traumatici, ecc.)
*misurare l'intensità di ciascuno di essi
*Problema: l'esclusiva quantificazione del rischio si risolve a scapito della sua possibile definizione qualitativa.
*Fattore di rischio
*un elemento negativo, una condizione
oggettiva e/o soggettiva di disagio che,
da solo o in associazione con altri fattori,
può comportare la probabilità di risvolti
patologici, nella forma
dell’emarginazione e della devianza.
*Può corrispondere al rischio sociale (o
psicosociale) o al disagio oggettivo.
*Fattori di rischio e
sistemi
*Lo stesso tipo di analisi si può applicare per ognuno dei sistemi
*Per esempio si può rimanere nell’ambito sociologico e considerare solo i fattori di rischio dell’ambiente (Macro e micro-sociale)
*Oppure si possono considerare solo gli aspetti psicologici o fisiologici
*Oppure tutti assieme
*Applicazione alla
devianza *Ricerche empiriche hanno rilevato il ruolo di:
*fattori temporali (aumento dei reati contro la
proprietà nel periodo invernale, estivo, ecc.)
*geografici (la presenza di determinati «obiettivi»
in certi luoghi);
*Criminalità risultato della convergenza di tre circostanze:
* un autore motivato
* un obiettivo adeguato
* l'assenza di un controllo efficace
Sch
em
a interpre
tativo globale
della
criminalità (C
larke)
*3. Causalità
processuale /1
La terza concezione del nesso causale prevede un processo continuo di significative interazioni fra l'individuo e l'ambiente (feed-back).
a) Nella misura in cui il soggetto interagisce con i fattori di rischio egli non é destinato a subirli come causa di effetti nocivi inevitabili ma può anche fronteggiarli (cope) ed eventualmente modificarli.
*Causalità
processuale/2
b) Nello «spazio vitale» del soggetto sono presenti non solo i fattori di rischio ma anche altri eventi di segno positivo che possono interagire con i fattori di rischio attenuando o inibendo la loro potenziale carica negativa.
c) Il fattore di rischio, a seguito delle interazioni descritte in precedentemente, può perdere la sua iniziale carica negativa e trasformarsi in una occasione di crescita psicologica per il soggetto, cioè in un «fattore protettivo» rispetto ad altri possibili rischi.
*Spiegazioni interattive –
costruttiviste:
causa microsociale ma anche
individuale
*Interazionismo simbolico (comunicazione
umana attraverso simboli - Mead, 1863-1931)
*Labeling Teories (stigma, etichettamento)
*Devianza frutto di attribuzione sociale di
un’etichetta e di autoattribuzione, o
significazione (1960-70) -> circolarità
L’approccio comunicativo-
sistemico nell’interpretazione
della devianza
Nel campo della devianza, soprattutto se agita da un minore,
l’approccio processuale-sistemico rivela insospettate
potenzialità.
In una visione sistemica, infatti, le cause della devianza sono
da ricondurre alle varie sfere della società entro la quale
l’individuo è collocato.
Vanno valutate tutte le componenti: la fragilità personale del
soggetto sommata alla tipicità dell’età e al peso dei
condizionamenti sociali, ma anche i fattori protettivi o quei
fattori di rischio che possono cambiare di segno. Non va
nemmeno dimenticato il senso di responsabilità del soggetto
“deviante” e la sua possibilità di recupero ad una convivenza
sociale pacifica.
*Approccio comunicativo-
sistemico e interazione
sociale
La teoria “comunicativo-sistemica” é centrata sullo studio degli
effetti e delle interazioni dei processi comunicativi:
• tra i soggetti che producono devianza (considerati nella loro
famiglia, tra gli amici, nel vicinato, nella scuola, nel lavoro, ecc.)
• e quelli che producono il controllo sociale, come gli operatori
sociali, le istituzioni e le strutture sociali.
La metodologia di analisi dell’azione comunicativa si focalizza
pertanto su due livelli rilevanti e sulle loro interazioni:
a) il sistema di azioni trasgressive;
b) il sistema di azioni di controllo;
*Interazione tra azioni-
messaggio,
in coevoluzione
La devianza è il risultato dell’interazione tra
*le azioni-messaggio del soggetto e
*le azioni-messaggio del controllo sociale,
*mediante un processo circolare comunicativo, che dalla
devianza porta al controllo sociale e da questo a quella,
ricorsivamente in un processo di “coevoluzione” (Foerster,
1984).
*Circolarità del
processo
Infatti, vi sarebbe un’interazione circolare
*tra il soggetto che attraverso il comportamento
deviante manda dei messaggi
*ed il controllo sociale, che attraverso la
reazione sociale manda, a sua volta, dei
messaggi simbolici al soggetto riguardanti la
salvaguardia dell’ordine sociale.
*
Comportamento
deviante (a rischio)
Società -
educazioneAdolescente
bisogno
interpretazione
Provocazione (ridondanza)
comunicazione
Ascolto
disagio
*La comunicazione del
deviante
Gli adolescenti con i comportamenti devianti (o di rischio)
comunicano agli altri che stanno cercando nuove forme di
equilibrio
*per potere organizzare l’immagine del Sé
*realizzare più adeguate modalità di rapporto con il mondo degli
adulti e delle istituzioni
*Esprimono esigenze, bisogni, compiti di sviluppo.
*Sono segnali di allarme di uno stato di disagio (De Leo - Patrizi,
1999a, 159).
*La comunicazione del
controllo sociale
*Riguarda le attese di ordine sociale
*Si esprime con sanzioni (disapprovazioni, punizioni, stigmatizzazioni, ecc.).
*Tale comunicazione rischia di non essere capita, di essere percepita come “rumore”
*e quindi di non essere decifrata come dovrebbe.
*Comunicazione
disfunzionale, ridondante
*Ciò rischia di produrre risposte “insensate”, impossibili da
decifrare, che stimolano a loro volta risposte inadeguate, che,
invece di ridurre la devianza, la amplificano.
*Si cadrebbe così in un circolo vizioso di domande-risposte-
controrisposte, ripetute all’infinito, secondo lo schema di
“comunicazione disfunzionale” (ridondanza).
*Utilità dell’approccio
comunicativo-
sistemico
*Questo tipo di approccio permette di recuperare
l’intenzionalità del soggetto in termini creativi, favorendo lo
sviluppo delle capacità dell’individuo di pensarsi e concepirsi
diversamente, al di fuori di schemi rigidi e ripetitivi, e di
agire socialmente ricostruendo la realtà da un nuovo punto di
vista.
*La devianza, può essere vista come opportunità per il
soggetto, occasione di crescita (o di resilienza).
*Valorizzare le
capacità del soggetto
deviante
*Per valorizzazione delle capacità del soggetto ai fini
di “risalire” da una situazione di partenza
svantaggiata e deviante ad un recupero alla
convivenza civile ed ad una esistenza soddisfacente
viene impiegato il concetto di “auto efficacia” (self-
efficacy) di Bandura (1996), o quello di coping di
Lazarus (1966).