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Sistema Itinerario Sistema Itinerario Memorie di massa 1 Memorie di massa: la “tecnologia del ricordo” Sigla – pag. 1 EuClIdea 3 - 1

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Memorie di massa: la “tecnologia del ricordo”

Sigla – pag. 1

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• "L'informazione è ciò che, per un osservatore o un recettore, posto in una

situazione in cui si hanno almeno due occorrenze possibili

Memorie di massa

supera un'incertezza e risolve un'alternativa, cioè sostituisce il noto all'ignoto, il certoall'incerto.

• In altre parole, essa riguarda il contesto in cui i dati sono raccolti, la loro codifica informa intelligibile ed in definitiva il significato attribuito a tali dati.." (fonte: Wikipedia)

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Memorie di massa

• L’informazione è quantificabile, ovvero misurabile? Si, ma solo quando il numero di alternative è noto e prefissato a priori.

• Un bit è l'unità di misura dell'informazione (dall'inglese "binary information unit"), • Un bit è l'unità di misura dell'informazione (dall'inglese "binary information unit"), definita come la quantità minima di informazione che serve a discernere tra due possibili eventi equiprobabili.

• In un messaggio, composto mediante un alfabeto di simboli, l’informazione viene associata a ciascun simbolo

• L’informazione è la riduzione dell’incertezza che si può avere a priori su ogni singolo simbolo: in particolare, l’informazione legata a un simbolo è definita come:

I(s) = -log2P(s)

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I(s) = -log2P(s)

• dove P(s) è la probabilità associata al simbolo s.

• La quantità di informazione così definita è una variabile discreta, il cui valor medio, tipicamente riferito alla sorgente di simboli, è detto entropia della sorgente, misurata in bit/simbolo.

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Memorie di massa

• I moderni computer sono basati, nella quasi totalità, su uno schema architetturale concepito da John von Neumann nel giugno 1945. È una tipologia di architettura per processori programmabili a programma memorizzato, in cui i dati e le istruzioni di programma condividono lo stesso spazio di memoria. Per tale caratteristica programma condividono lo stesso spazio di memoria. Per tale caratteristica l'architettura di von Neumann si contrappone all'architettura Harvard nella quale invece i dati e le istruzioni di programma sono memorizzati in spazi di memoria distinti.

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Memorie di massa

• In questa architettura si distinguono due tipi di memorie: la memoria centrale (RAM, ROM, e Cache), e la memoria di massa (hard disk, floppy disk, CDROM, DVD, nastri magnetici, memorie flash).

• La memoria centrale e caratterizzata da una estrema velocità di accesso. Si differenzia in:• RAM (Random Access Memory): è la parte principale a supporto delle

elaborazioni, è “volatile” (perde il suo contenuto se non alimentata), • ROM (Read Only Memory): serve per la registrazione di dati e programmi non

cancellabili (il cosidetto firmware), • Cache (dal francese "caché", cioè “nascosto”): una memoria temporanea, non

visibile al programmatore, che memorizza un insieme di dati affinché possano successivamente essere più velocemente recuperati su richiesta.

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• La memoria di massa permette la memorizzazione permanente (e quindi non volatile) di dati e programmi. Si distinguono due tipologie di memoria di massa:• memorie fisse: integrate nel computer, non possono essere rimosse durante il

normale funzionamento (memorie di questo tipo sono gli hard disk, sia magnetici che a stato solido);

• memorie rimovibili: possono essere facilmente rimosse durante il funzionamento del computer (le penne USB o memory key, i CDROM, i DVD, i floppy disk).

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Memorie di massa

• Le tecnologie delle memorie di massa sono di tre tipi:

• magnetiche:• dischi (hard disk e floppy disk) - disk pack ricoperti di materiale ferromagnetico, • dischi (hard disk e floppy disk) - disk pack ricoperti di materiale ferromagnetico,

"letti e scritti" mediante un braccio mobile dotato della testina di lettura/scrittura;• nastri - composti da fettucce di nastro magnetizzabile, gestiti dalle unità a nastro

che dispongono di testine lettura/scrittura;

• ottiche: materiale riflettente ricoperto da una sostanza protettiva, in cui le informazioni sono registrate realizzando modificazioni della superficie riflettente e lette mediante un raggio laser che riscontra le irregolarità della superficie riflettente (CD-ROM, DVD);

• a stato solido: SSD (solid-state drive), una tipologia di memoria di massa che utilizza memorie flash in cui il salvataggio o la cancellazione di dati viene effettuata in un unico

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memorie flash in cui il salvataggio o la cancellazione di dati viene effettuata in un unico passo, e senza organi meccanici, con un incredibile guadagno in velocità e affidabilità rispetto alle memorie magnetiche.

• Nelle memorie di massa ad accesso diretto lo spazio disponibile viene gestito con il file system, un meccanismo di base in tutti i computer, con il quale i file sono posizionati e organizzati sulle unità. Un file system è l'insieme dei tipi di dati astratti necessari per la memorizzazione (scrittura), l'organizzazione gerarchica, la manipolazione, la navigazione, l'accesso e la lettura dei file.

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Memorie di massa

• I file system realizzano due livelli di astrazione:• organizzazione dei settori in un insieme di file di dimensioni arbitrarie;• organizzazione dei file con nomi gerarchici.

• Il primo livello di astrazione organizza i settori del supporto in un insieme di file di dimensioni arbitrarie, che possono andare da zero all'intera dimensione disponibile: ogni file viene distribuito in un insieme di settori.

• L'utente vede solo i file come entità separate, e non ha la visibilità di quali settori sono utilizzati per memorizzarlo.

• Le operazioni disponibili sono la lettura o la scrittura di un insieme di dati di dimensione arbitraria a partire da punto arbitrario del file.

• Il file system è responsabile dell'organizzazione di questi settori in file, e di tenere traccia di quali settori appartengono a quali file e quali settori invece non sono utilizzati.

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utilizzati.• L'utente ha possibilità di creare nuovi file, cancellare file esistenti (liberando così i

blocchi che questi occupavano), modificare file esistenti (cambiando così anche la loro dimensione e quindi il numero di blocchi occupati).

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Memorie di massa

• Il secondo livello di astrazione è quello che permette di organizzare i file assegnando loro dei nomi gerarchici. I file system tipicamente hanno tabelle di associazione dei nomi dei file con i rispettivi file tramite collegamenti fisici, di norma collegando il nome del file a un indice in una tabella di allocazione dei file (c.d. file allocation table). del file a un indice in una tabella di allocazione dei file (c.d. file allocation table).

• I file system gestiscono, oltre ai file, le directory (indici), specifiche entità che elencano altre entità, tipicamente file e directory, organizzate in una struttura ad albero. Un file viene a occupare una posizione definita nell’albero, definibile come un percorso (path) di localizzazione del file.

• Ogni entità del file system diventa individuabile tramite un percorso (pathname), ovvero un nome qualificato dai nomi delle directory che occorre attraversare per accedervi, a partire dalla radice dell'albero oppure dalla directory corrente.

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• Una directory elencata in un'altra directory è anche detta subdirectory, mentre quella che la elenca è la sua directory superiore (o directory di livello superiore).

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Sistema ItinerarioSistema ItinerarioProtezione del documento informatico

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Clearance degli utenti e classificazione dei documenti

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• Sul piano tecnico, parlare semplicemente di “protezione del documento informatico”, è una limitazione sia da un punto di vista oggettuale che metodologico.

• Come già ampiamente discusso, un documento è sul piano della teoria della informazione un insieme ordinato di informazioni espresse come una sequenza di bit

Clearance degli utenti e classificazione dei documenti

informazione un insieme ordinato di informazioni espresse come una sequenza di bito, per rimanere aderenti alla struttura tecnica, di byte: cioè quello che in termini informatici è un “file”.

• Ma mentre tutti i documenti sono file, è altrettanto vero che non tutti i file sono documenti: quindi il problema sul piano tecnico si amplia, muovendo dal tema della protezione dei file in generale.

• Cominciamo a separare i problemi: la disposizione dei file sulle memorie di massa (i dispositivi), e l’utilizzo dei file sui dispositivi, sui sistemi, sulla rete.

• I file sono gli elementi “atomici” dei file system, ovvero degli insiemi di tipi di dati • I file sono gli elementi “atomici” dei file system, ovvero degli insiemi di tipi di dati astratti necessari per la memorizzazione (scrittura), l'organizzazione gerarchica, la manipolazione, la navigazione, l'accesso e la lettura dei file registrati e mantenuti su una memoria di massa.

• Ricordiamo che i file system realizzano due livelli di astrazione, ovvero l’organizzazione dei settori in un insieme di file di dimensioni arbitrarie, e l’organizzazione dei file con nomi gerarchici.

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• Le memorie di massa utilizzabili possono essere fisse (integrate nei computer) o rimovibili (penne USB o memory key, CD-ROM, DVD, floppy disk), e di vari tipi, fondamentalmente tre: magnetiche, ottiche, a stato solido.

Clearance degli utenti e classificazione dei documenti

• I dispositivi rimovibili a stato solido hanno capacità variabili da 1 GigaByte (le penne USB di basso costo) a 1 TeraByte (unità SSD – Solid State Device).

• Tradotto in capacità documentale, dicendo che un documento di una pagina occupa mediamente 10 KiloByte, su una penna USB possiamo avere lo spazio per centomila pagine, mentre su una unità SSD conserviamo sino a cento milioni di pagine.

• Ma un dispositivo elettronico da solo non serve a nulla. Per accedere (leggere e scrivere) ai file registrati su un dispositivo abbiamo bisogno di un sistema (ovvero di un computer = HW + SW). un sistema (ovvero di un computer = HW + SW).

• Se poi il dispositivo non è fisicamente disponibile, in quanto fisicamente connesso a un sistema remoto, abbiamo bisogno di una rete per accedere al sistema remoto e quindi ai file sul dispositivo.

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• Limitiamoci in prima battuta al sistema mediante il quale accediamo a un dispositivo. Se abbiamo un computer con sistema operativo Windows, su cui sono registrati utenti con differenti livelli di permesso, possiamo accedere ai file sul dispositivo solo in funzione di due tipi di parametri:

Clearance degli utenti e classificazione dei documenti

funzione di due tipi di parametri:• il livello di abilitazione degli utenti (clearance),• il livello di protezione dei file (classificazione).

• Il primo livello si traduce nelle credenziali di autenticazione sopra menzionate, ed è legato strettamente al sistema.

• Il secondo livello è legato ai file, e al modo in cui sono registrati nel file system del dispositivo che li contiene.

• In pratica: se la mia clearance è maggiore o uguale al valore di classificazione di un • In pratica: se la mia clearance è maggiore o uguale al valore di classificazione di un file, posso accedere al file. Ma posso avere anche due livelli di classificazione del file: uno per la lettura e uno per la scrittura. E se la mia clearance risulta inferiore alla classificazione di scrittura, posso leggere il file, ma non modificarlo.

• Abbiamo così introdotto il concetto di Controllo di Accesso, ovvero l’insieme delle informazioni legate agli utenti e alle informazioni (file) per decidere chi, cosa, comenell’ambito del nostro sistema. Si tratta ora di entrare maggiormente nel dettaglio.

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Controllo di accesso

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• L’identificazione di un utente nella fase di autenticazione (login) non serve a nulla se non accompagnata da un insieme di regole puntualmente seguite dal sistema ogni qualvolta vogliamo effettuare una operazione (lettura di un file, esecuzione di un programma o di una sua funzione, cancellazione di un file, …).

Controllo di accesso

programma o di una sua funzione, cancellazione di un file, …).

• Quando ci autentichiamo in un sistema (login) iniziamo quella che tecnicamente è chiamata una sessione, ovvero il colloquio tra utente e sistema, svolto con il supporto di un programma detto tecnicamente shell (il vecchio dos shell dell’MS-DOS, ovvero l’Esplora Risorse dei moderni sistemi Windows).

• Durante lo svolgimento di una sessione l’utente richiede, tramite la shell, l’esecuzione di programmi, che operano su differenti entità in varie modalità (scrittura di dati, lettura di dati, esecuzione di comandi):• su file locali, • su file locali, • su accessi di rete a sistemi remoti, • su file remoti (gestiti da altri sistemi), • su dispositivi interni (ad esempio SmartCard, controller hardware, …).

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• I programmi di cui si richiede l’esecuzione sono registrati su file. Se la clearancedell’utente ne permette l’esecuzione allora la shell, con il supporto del kernel del sistema operativo, li carica in memoria e li esegue.

Controllo di accesso

UTENTE

HARDWARE

KERNEL

SHELL

SHELL SHELL

UTENTE

UTENTE

• Un programma in esecuzione impersona, nei confronti del kerneldel sistema operativo, l’utente che ha effettuato la login, e quindi accede a file e rete con la stessa clearance dell’utente. Il kernel del sistema operativo esegue continui controlli di accesso sulle entità indirizzate, e permette l’accesso solo se la clearance dell’utente è

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SHELL

UTENTE

UTENTE solo se la clearance dell’utente è maggiore o uguale della classificazione dell’entità per ogni data operazione.

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• Operando in rete sono coinvolti diversi sistemi: il sistema locale su cui l’utente ha effettuato l’accesso e tutti i sistemi remoti resi accessibili dalla rete.

• Ovviamente l’identità dell’utente deve essere in qualche modo conosciuta ai sistemi

Controllo di accesso

• Ovviamente l’identità dell’utente deve essere in qualche modo conosciuta ai sistemi remoti, con le stesse credenziali del sistema locale o con credenziali dedicate.

• Spesso si ha il caso (e in Internet è la norma) in cui l’utente autenticato con un nome sul sistema locale opera sui sistemi remoti con altri nomi, autenticato con altre password e altre logiche di accesso.

• Tutti i sistemi riconoscono due utenti speciali:• il superamministratore (o Administrator, root, superuser, …),• il guest (ospite non-pagante temporaneo ?).

• Il primo ha di norma poteri assoluti sul sistema, e può fare qualunque cosa senza limiti. Il secondo non abbisogna di una autenticazione formale, ma può fare pochissime cose.

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• L’utilità del superamministratore è abbastanza lapalissiana: senza superamministratore è praticamente impossibile gestire un qualunque sistema.

• Per il guest l’utilità non è così evidente, almeno per i sistemi isolati (stand-alone).

Controllo di accesso

• Per il guest l’utilità non è così evidente, almeno per i sistemi isolati (stand-alone).

• Diverso il discorso in rete, ad esempio per il classico servizio di navigazione HTTP mediante un browser: quando navighiamo in Internet stabiliamo connessioni con più macchine remote, e richiediamo la lettura di informazioni remote (file), ma senza quasi mai autenticarci sui sistemi remoti. Senza saperlo operiamo sui sistemi remoti con una utenza di tipo guest, con la quale possiamo leggere i file del “sito” che hanno una classificazione adeguata.

• Il superamministratore e il guest sono gli estremi di uno “spazio degli utenti” al cui interno troviamo gli utenti “normali”, ovvero gli “owner”, cioè coloro che hanno diritto di interno troviamo gli utenti “normali”, ovvero gli “owner”, cioè coloro che hanno diritto di accedere a gruppi limitati di risorse di cui sono i possessori.

• Fatta conoscenza con questi flessibilissimi e potentissimi strumenti (il file system e il controllo di accesso), possiamo analizzare alcuni scenari operativi, e verificarne le potenzialità e i limiti.

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Possibili scenari

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• Sistema Stand-alone senza dischi rimovibili • Questo scenario è il più semplice: un computer con un disco fisso non rimovibile e

senza la possibilità di collegare unità esterne a disco, nastro o flash memory. • Tutto dipende da come sono registrati gli utenti localmente. I file (i documenti) sono

Possibili scenari

• Tutto dipende da come sono registrati gli utenti localmente. I file (i documenti) sono registrati nel file system del disco locale, con i relativi permessi di lettura e scrittura.

• Per poter gestire il controllo di accesso ogni file è registrato nel file system con i seguenti attributi minimali:• owner identificativo dell’utente proprietario• permessi dell’owner lettura, scrittura, esecuzione• permessi degli altri lettura, scrittura, esecuzione

• Possiamo aggiungere anche il concetto di gruppo di utenti, e per ogni utente definire a quali gruppi appartiene. Analogamente arricchiamo l’insieme di attributi legati ai file:• owner identificativo dell’utente proprietario• gruppo identificativo del gruppo proprietario• gruppo identificativo del gruppo proprietario• permessi dell’owner lettura, scrittura, esecuzione• permessi del gruppo lettura, scrittura, esecuzione• permessi degli altri lettura, scrittura, esecuzione

• Questo schema è quello classico di base dei sistemi operativi di classe Unix (Linux, Solaris, HpUx, MacOSX, Xenix, …), ma sui sistemi Windows le cose sono leggermente diverse.

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• Sui file system di tipo NTFS (New Technology File System, il file system dei sistemi Windows) sono utilizzate le ACL (Access Control List), che specificano sia per le unità disco che per i file le modalità di accesso per tutti gli utenti e per tutti i gruppi.

• Un insieme più ricco, ma che normalmente è disabilitato ! Per abilitarlo bisogna aprire

Possibili scenari

• Un insieme più ricco, ma che normalmente è disabilitato ! Per abilitarlo bisogna aprire Esplora Risorse, e dal tab Strumenti -> Opzioni -> Vista e disabilitare l’ultima opzione (di condivisione). Il tab Sicurezza permette di gestire i permessi (e quindi le ACL) di unità e file in modo selettivo. Per inciso anche i sistemi Unix supportano, volendo, le ACL.

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• Sistema Stand-alone con dischi rimovibili • Il secondo caso è analogo al primo, ma con una piccola differenza. La disponibilità di

utilizzare dischi rimovibili (come le chiavette USB). A questo punto si palesano degli inconvenienti.

Possibili scenari

inconvenienti.• Sul sistema si possono classificare gli utenti, e gestire i permessi dei file

adeguatamente. Ma se qualcuno riesce a impadronirsi (anche temporaneamente) delle credenziali di un utente adeguato, può fare copie dei file su una unità esterna, spostarsi su un sistema di cui ha pieno controllo, e gestire le copie come meglio crede.

• In questo caso la protezione dei file (e dei documenti) diventa difficile, a meno … di non ricorrere alla crittografia. Se i file originali sono adeguatamente crittografati, senza il programma di crittografia e le chiavi di protezione diventa molto difficile per un estraneo impadronirsi delle informazioni.

• La crittografia dei file può essere utilizzata sia sui singoli file che su un intero file system. Una tecnica molto comoda è quella di creare unità disco virtuali crittografate. system. Una tecnica molto comoda è quella di creare unità disco virtuali crittografate. Si inizia creando sul file system di base un file molto grosso (di qualche GigaByte o più), e si installa nel sistema il programma TrueCrypt (o un programma analogo). Con TrueCrypt si formatta inizialmente il file definendo un metodo crittografico e la chiave associata, e lo si “monta” nel sistema come una unità disco virtuale.

• Successivamente nella nuova unità disco si lavora normalmente, creando file, modificandoli, cancellandoli. Quando non serve più l’unità virtuale viene smontata, e rimane il grosso file crittografato, che senza TrueCrypt e la chiave si riduce ad essere un calderone di numeri casuali.

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• Protezione dei programmi • Alcune considerazioni devono essere fatte relativamente ai programmi. • Un programma per computer è un insieme di istruzioni che, una volta eseguite,

producono soluzioni per una data classe di problemi che sono stati automatizzati.

Possibili scenari

producono soluzioni per una data classe di problemi che sono stati automatizzati.• Tecnicamente è la codifica di un algoritmo in un certo linguaggio di programmazione

realizzata da un programmatore: una sequenza ordinata di istruzioni (espresse secondo un insieme di regole noto a priori) che, a partire da dati in ingresso, restituisce risultati in uscita, come risultato della loro elaborazione da parte dell'hardware della macchina (processore).

• Il termine programma deve essere distinto da quello, più generico, di software. Un programma è un oggetto che può essere caricato nella memoria di un computer ed eseguito individualmente. Altri oggetti, detti componenti (librerie, le DLL, gli OCX, e analoghi), non hanno questa proprietà e non possono essere "eseguiti" individualmente, ma solo se richiamati da programmi.individualmente, ma solo se richiamati da programmi.

• I programmi e i componenti devono essere adeguatamente protetti:• dalla lettura per farne copie non autorizzate;• dalla esecuzione se le azioni da essi svolte devono essere effettuate solo per

alcuni utenti;• dalla scrittura per evitare una loro indebita alterazione, vuoi per eseguire azioni

“non previste”, vuoi per la installazione di virus o di spyware.

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Sistema ItinerarioSistema ItinerarioProtezione del documento informatico

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Check-up Operativo

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• Vogliamo conclusivamente riferirirci ai “presìdi operativi” che, corredati da idonee norme comportamentali sull’utilizzo del computer (incluse quelle alla protezione mediante password) da parte di una data classe di utenti, contribuiscono a creare uno scenario di complessiva “robustezza” e tenuta in termini di sicurezza dei dati.

Check-up Operativo

scenario di complessiva “robustezza” e tenuta in termini di sicurezza dei dati.

• Traducendo in parole operative il linguaggio normativo, ecco di quali misure si tratta:

Antivirus

Firewall

Abilitazione agli aggiornamenti automatici del sistema operativo

Generazione di punti di ripristino ad ogni nuova installazioneGenerazione di punti di ripristino ad ogni nuova installazione

Effettuazione di frequenti back-up

Tecniche di riversamento su “cloud”

“Oscuramento” dei contenuti sensibili (spersonalizzazione)

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Page 25: Sistema Itinerario Memorie di massa - avvocatibustoarsizio.it 3 - memorie di massa_1.pdf · • La memoria di massa permette la memorizzazione permanente (e quindi non volatile) di

Sistema ItinerarioSistema ItinerarioConversione di formato da analogico a digitale

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La scansione dei documenti cartacei

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• La mutazione di formato da analogico a informatico viene effettuata mediante l’utilizzo di dispositivi tecnici di “lettura” dei documenti analogici, e la conversione del loro contenuto informativo in formato digitale.

• La soluzione, abbastanza scontata, è l’utilizzo di particolari unità dette scanner. Uno

La scansione dei documenti cartacei

• La soluzione, abbastanza scontata, è l’utilizzo di particolari unità dette scanner. Uno scanner (o scansionatore d'immagine), è una periferica in grado di acquisire in modalità ottica i dettagli di una superficie piana (fogli stampati, pagine di libri e riviste, fotografie, diapositive, ecc.), di interpretarla come un insieme di ‘pixel’ (punti grafici), e quindi di restituirne la copia fotografica sotto forma di immagine digitale.

• Successivamente alla scansione, e alla produzione di una immagine grafica come filein vari formati (JPEG, TIFF, GIF, PNG o altro), sulla immagine digitale è possibile applicare tecniche di OCR (Optical Character Recognition) che permettono di riconoscere e interpretare le aree della immagine contenenti informazioni scritte (testo) e di riportarle in file di testo, come fossero state digitate da tastiera.

• Inoltre l'utente può modificare le immagini acquisite mediante appositi programmi di fotoritocco, che permettono ad esempio la rimozione della “polvere sulla pellicola” e il ritocco su eventuali piccoli difetti presenti sull'immagine.

• In pratica, lo scanner svolge una funzione esattamente opposta a quella della stampante e allo stesso tempo analoga a quella di una fotocopiatrice, con la differenza che la copia che si ottiene non è su carta ma digitalizzata.

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• Il legislatore ha voluto differenziare proprio questi due aspetti: la copia ottenuta per semplice scansione (traduzione in un insieme di pixel grafici) la copia ottenuta per scansione e interpretazione OCR (traduzione in un file di

testo)

La scansione dei documenti cartacei

testo)

• La prima corrisponde, in termini normativi, alla “copia per immagine su supporto informatico di documento analogico” in cui la copia informatica appare identica, come forma e come contenuto, al documento analogico primevo.

• La seconda corrisponde alla “copia informatica di documento analogico” in cui la copia è un file di testo che ha lo stesso contenuto del documento analogico da cui è tratto, ma diverso come forma (può essere un semplice file .txt o un file Word .doc o Excel .xls).

• Ovviamente questo tipo di copia è applicabile al solo contenuto testuale deldocumento analogico, e non alla parte grafica (salvo accorgimenti particolari in cuiaree di grafica sono riportate come elementi grafici ad esempio di un file Word .doc).

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• Comunque anche nella copia informatica di un documento analogico il primo passo è sempre una scansione operata mediante uno scanner. Per digitalizzare un oggetto gli scanner utilizzano un sensore ottico (un occhio, in senso figurativo) sensibile alla luce.

La scansione dei documenti cartacei

• Generalmente, vengono adottati due tipi di sensori:• CCD (charged-coupled devices), costituito da una matrice lineare o quadrata di

fotodiodi• PMT (photomultiplier tubes), costituito da una matrice lineare o quadrata di tre

fotomoltiplicatori sensibili alle luci rossa, verde e blu (RGB)accoppiati a un convertitore analogico-digitale dedicato che trasforma l’informazione

acquisita in un valore numerico (dato digitale).

• La qualità del risultato finale della scansione dipende da tre fattori principali:• qualità dei componenti elettronici di acquisizione (che influenza anche il costo • qualità dei componenti elettronici di acquisizione (che influenza anche il costo

dell'apparecchio);• gamma e profondità dei colori riconoscibili (gamma dinamica e gamma di densità);• risoluzione reale di scansione.

• I sensori PMT (più datati dei CCD), hanno ottime caratteristiche di qualità e affidabilità con qualità spesso superiore ai CCD.

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• Dire che una immagine digitale di un documento analogico è una “copia per immagine su supporto informatico di documento analogico” è sempre una approssimazione, tanto più precisa quanto più di qualità è il processo di scansione utilizzato.

La scansione dei documenti cartacei

• Una immagine catturata per pixel assomiglia all’originale grazie al lavoro di integrazione del segnale svolto dal nostro occhio, e tanti più pixel ci sono per unità di superficie, tanto più “appagante” risulta la copia al nostro occhio.

• Ma non si ha mai una situazione di piena identità. E la qualità costa: nel nostro caso in termini di dimensioni. Una alta definizione comporta grandi dimensioni del file digitale, come si può facilmente vedere dalla tabella seguente in cui si è tenuto conto dell’influenza del fattore “colore” nel processo di scansione e sui risultati….

• Ecco come la scansione di una Risoluzione Ingombro• Ecco come la scansione di una medesima pagina stampata in formato A4,recante anche elementi grafici, influisce sulle dimensioni della scansione,man mano che aumenta la fedeltà di riproduzione;nella slide seguente vedremo i cinquecampioni accostati

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Risoluzione Ingombro

100 Dpi 61 kb

200 Dpi 127 kb

300 Dpi 291 kb

400 Dpi 448 kb

600 Dpi 1.3 Mb (1300 kb)

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La scansione dei documenti cartacei

Densitàdi

scansione:

• 100 dpi

• 200 dpi

• 300 dpi

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• 400 dpi

• 600 dpi

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• Il discorso cambia quando dopo la scansione operiamo una interpretazione OCR dell’immagine.

• Se l’immagine digitale è sufficientemente dettagliata (minimo 300 dpi – dots per inch,

La scansione dei documenti cartacei

• Se l’immagine digitale è sufficientemente dettagliata (minimo 300 dpi – dots per inch, punti per pollice) e priva di “sporco”, i programmi OCR sono in grado di “tradurre” fedelmente l’immagine digitale in un testo, che dovrà essere comunque verificato per garantire una piena aderenza all’originale.

• I sistemi OCR per funzionare correttamente richiedono una fase di "addestramento", durante la quale sono forniti al sistema esempi di immagini con il corrispondente testo in formato ASCII o simile, in modo tale che gli algoritmi possano essere calibrati sulla tipologia di testo e sul livello di qualità dell’immagine che successivamente dovranno analizzare.

• Questa fase di addestramento è fondamentale se si considera che gli elementi che analizzano il testo altro non sono che particolari algoritmi detti “reti neurali”, logicamente analoghi alle reti di neuroni, e come tali per funzionare richiedono un adeguato addestramento.

• I software OCR di ultima generazione utilizzano algoritmi in grado di riconoscere i contorni e di ricostruire anche la formattazione della pagina.

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• OCR di caratteri stampati• Il riconoscimento esatto di un testo scritto digitalmente in alfabeto latino (quale può

essere un testo scritto a macchina e successivamente scansionato) oramai è considerato un problema risolto, con tassi di riconoscimento superiori al 99%. Il

La scansione dei documenti cartacei

considerato un problema risolto, con tassi di riconoscimento superiori al 99%. Il riconoscimento della scrittura degli alfabeti non latini (arabo, swahili, cinese, …) non ha ancora raggiunto gli stessi livelli di precisione e affidabilità.

• OCR a mano libera• Sistemi per riconoscere della scrittura a mano libera hanno avuto un discreto

successo commerciale se integrati in prodotti come PDA (Personal Digital Assistant, computer palmari) o computer portatili. Il precursore di questi dispositivi è stato Newton, prodotto dall'Apple.

• Gli algoritmi di questi dispositivi funzionano adeguatamente perché si impone all'utente di imparare a scrivere le lettere seguendo un certo schema predefinito in all'utente di imparare a scrivere le lettere seguendo un certo schema predefinito in modo da minimizzare i casi di ambiguità. Queste strategie non si possono applicare nei documenti scritti su carta, e infatti il riconoscimento dei testi a mano libera è un problema tutt'altro che risolto. I tassi di accuratezza dell'80%-90% sui caratteri scritti a mano in modo accurato e pulito possono essere raggiunti in modo relativamente semplice. Ma un tasso di accuratezza così basso produce diverse decine di errori per pagina rendendo le tecniche di scrittura a mano libera poco utili nella maggior parte dei casi.

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• OCR del corsivo• Il riconoscimento del testo scritto in corsivo è un campo di ricerca attivo, e attualmente

l'accuratezza del riconoscimento è persino inferiore a quella di un testo scritto a mano. Più elevati livelli di accuratezza non saranno possibili fino a che non si useranno

La scansione dei documenti cartacei

Più elevati livelli di accuratezza non saranno possibili fino a che non si useranno informazioni aggiuntive derivate da un'analisi contestuale o grammaticale del testo.

• Per esempio, riconoscere le intere parole da un dizionario è più facile che provando ad analizzare i diversi caratteri singolarmente: analizzare le parole intere consente di eliminare molte ambiguità legate al riconoscimento.

• Conoscere il contesto dello scritto consente di eliminare altre ambiguità, per esempio un documento che parla di storia conterrà probabilmente molte date e quindi una linea verticale seguita da un simbolo 9 consentirebbe di ipotizzare che probabilmente la linea è un 1 piuttosto che una “elle” minuscola o una “i” maiuscola.

• La conoscenza della grammatica della lingua analizzata può contribuire, per esempio, a determinare se una parola è probabilmente un verbo o un nome, consentendo a determinare se una parola è probabilmente un verbo o un nome, consentendo un'accuratezza maggiore.

• Però i caratteri corsivi di molte lettere non contengono abbastanza informazioni per effettuare un'analisi corretta e infatti l'accuratezza difficilmente può superare il 98%.

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Sistema ItinerarioSistema ItinerarioConversione di formato da digitale ad analogico

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La stampa di un documento informatico

Sigla – pag. 34

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• La mutazione di formato da informatico ad analogico viene realizzata essenzialmente mediante l’utilizzo di dispositivi tecnici di “scrittura”, ovvero le cosidette “stampanti”, i plotter e le unità video.

La stampa di un documento informatico

• Il formato analogico di un documento può essere in forma “permanente”, ovvero “cartacea”, o in forma “volatile”, ovvero “visuale”: a rigore anche la temporanea visualizzazione del contenuto di un documento informatico su un monitor di computer postula e realizza una conversione di formato tra quanto contiene il file in termini digitali e quanto viene proposto visivamente al nostro occhio.

• La riproduzione analogica di un documento informatico in forma permanente viene realizzata con stampanti o plotter.

• L’unità di stampa è una tipologia di periferica che permette di trasferire immagini e/o • L’unità di stampa è una tipologia di periferica che permette di trasferire immagini e/o testi su carta.

• Molteplici sono le tecnologie sviluppate per stampare informazioni su carta.

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• Stampanti a impatto• Questa tecnologia, per la maggior parte, è derivata dalle macchine da scrivere

elettriche. Essenzialmente alcuni punzoni riportano in rilievo la forma del carattere, che per mezzo di un elettromagnete viene battuto sulla carta con l'interposizione di un

La stampa di un documento informatico

che per mezzo di un elettromagnete viene battuto sulla carta con l'interposizione di un nastro inchiostrato. I caratteri possono essere portati su leve, sulla superficie di cilindri, sul bordo di un disco (margherita), su un nastro metallico (catena), o su una sfera. I limiti di questo sistema consistono nella limitatezza di ciò che può essere stampato (font fissi, niente grafica) e nella lentezza, ad eccezione delle stampanti a catena che possono stampare a velocità paragonabili ad una moderna laser.

• Stampanti di linea• Appartengono sempre alla categoria delle stampanti a impatto, ma sono molto più

veloci riuscendo a stampare un'intera linea di testo alla volta. Nel corso degli anni sono state sviluppate tre diverse tipologie:sono state sviluppate tre diverse tipologie:

• stampanti a tamburo: un tamburo porta l'intera serie di caratteri stampabili ripetuto in ogni colonna della riga che deve essere stampata.

• stampanti a catena: (chiamate anche stampanti a martelli o a nastro), la serie di caratteri è disposta in sequenze multiple attorno ad una catena o su di un nastro metallico che viaggia orizzontalmente di fronte alla linea di stampa.

• stampanti a matrice di riga: sono un ibrido tra le stampanti a matrice di aghi e la stampante di linea a martelli, in cui un pettine di piccoli martelli puntiformi stampa contemporaneamente una riga delle colonne dei pixel alla volta.

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• Stampanti a matrice di aghi• Testine di stampa, generalmente con standard di 9, 18, 24 oppure 36 aghi, mossi da

elettromagneti azionati da driver appositi, battono sulla carta attraverso un nastro inchiostrato mentre si spostano lateralmente sul foglio.

La stampa di un documento informatico

inchiostrato mentre si spostano lateralmente sul foglio. • La sequenza dei colpi è generata da un circuito elettronico per comporre i pixel che

costituiscono i caratteri o parte di una immagine. • La risoluzione in queste stampanti è misurata in CPI (caratteri per pollice), ovvero il

numero di caratteri che potevano essere contenuti in senso orizzontale in un pollice (2,54 cm).

• La stampa può avvenire in entrambi i sensi di spostamento della testina, con un aumento della velocità complessiva (stampa bidirezionale).

• Alcuni modelli di stampanti ad aghi possono riprodurre il colore, impiegando oltre al nero anche tre bande colorate secondo lo standard CMYK.

• La tecnologia di stampa a matrice è ancora richiesta in alcuni settori poiché permette • La tecnologia di stampa a matrice è ancora richiesta in alcuni settori poiché permette di imprimere anche modulistica a più copie.

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• Stampanti a getto di inchiostro• È la tecnologia che ha avuto il maggiore successo presso l'utenza privata e i piccoli

uffici, principalmente a causa del basso costo di produzione, della silenziosità e buona resa dei colori.

La stampa di un documento informatico

resa dei colori. • Centinaia di microscopici ugelli spruzzano minuscole gocce di inchiostro a base di

acqua sulla carta durante lo spostamento del carrello. Il movimento dell'inchiostro è ottenuto per mezzo di due distinte tecnologie:• pompe piezoelettriche che comprimono il liquido in una minuscola camera,• resistenze elettriche che scaldano bruscamente il fluido all'interno della camera di

compressione aumentandone il volume e quindi facendolo schizzare dall'ugello (Jet_Plate).

• La risoluzione e la qualità di stampa di queste testine raggiunge livelli paragonabili alla fotografia tradizionale, ma solamente utilizzando carta la cui superficie sia stata opportunamente trattata per ricevere l'inchiostro. opportunamente trattata per ricevere l'inchiostro.

• Il problema più grave di questa tecnica è l'essiccamento dell'inchiostro nelle testine, che è frequente causa di malfunzionamenti.

• Un altro svantaggio è dato dall'elevato costo per copia stampata se confrontato con le altre tecnologie.

• Queste stampanti impiegano circa 5-15 secondi per pagina, e hanno una risoluzione che varia dai 300x300 dpi (dot per inches) ai 4200x1200 dpi.

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• Stampanti a inchiostro solido • Tecnologia simile alla precedente, ma che offre anche su carta comune immagini

dall'aspetto fotografico, grazie alla lucidità della cera. • L'impiego di queste stampanti si sta espandendo sempre più.

La stampa di un documento informatico

• L'impiego di queste stampanti si sta espandendo sempre più. • La tecnologia solid ink utilizza degli stick di inchiostro solido al posto dell'inchiostro

fluido o delle cartucce di toner abitualmente utilizzate nelle stampanti. • Dopo che lo stick di inchiostro viene caricato nella stampante, viene sciolto ed

utilizzato per produrre immagini sulla carta in un processo molto simile alla stampa offset.

• Xerox sostiene che la stampa con gli inchiostri solidi abbia colori più vibranti rispetto agli altri metodi di stampa, sia più facile da usare, possa essere fatta su una varietà di mezzi molto ampia e sia maggiormente eco-compatibile dal momento che riduce la produzione di sostanze di scarto.

• Gli stick non sono tossici e si possono maneggiare senza alcuna conseguenza nociva.• Gli stick non sono tossici e si possono maneggiare senza alcuna conseguenza nociva.• A metà degli anni novanta, il Presidente della Tektronix mangiò parte di uno stick di

inchiostro solido, allo scopo di dimostrare che erano completamente sicuri da usare e maneggiare... e potenzialmente mangiare.

• La sostanza degli stick è composta da oli vegetali.

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• Stampanti laser • Questa tecnologia deriva direttamente dalla xerografia comunemente implementata

nelle fotocopiatrici analogiche. • In sintesi, un raggio laser infrarosso viene modulato secondo la sequenza di pixel che

La stampa di un documento informatico

• In sintesi, un raggio laser infrarosso viene modulato secondo la sequenza di pixel che deve essere impressa sul foglio.

• Viene poi deflesso da uno specchio rotante su un tamburo fotosensibile elettrizzato che si scarica dove colpito dalla luce.

• L'elettricità statica attira una fine polvere di materiali sintetici e pigmenti, il toner, che viene trasferito sulla carta (sviluppo).

• Il foglio passa poi sotto un rullo fusore riscaldato ad elevata temperatura, che fonde il toner facendolo aderire alla carta (fissaggio).

• Per ottenere la stampa a colori si impiegano quattro toner: nero, ciano, magenta e giallo, trasferiti da un unico tamburo oppure da quattro tamburi distinti.

• Per semplificare la gestione dei consumabili, nelle stampanti laser monocromatiche • Per semplificare la gestione dei consumabili, nelle stampanti laser monocromatiche moderne il toner e il tamburo fotosensibile sono inclusi in un'unica cartuccia.

• Questo tipo di stampante ha una velocità di circa 70 ppm(pagine per minuto) ed una risoluzione che supera i 1200 dpi.

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Sistema ItinerarioSistema ItinerarioConversione di formato da digitale ad analogico

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La normativa ISO 27001

Sigla – pag. 41

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• Lo standard ISO 27001 (UNI CEI ISO/IEC 27001:2006 - Tecnologia delle informazioni - Tecniche di sicurezza - Sistemi di gestione della sicurezza delle informazioni -Requisiti) è una norma internazionale che definisce i requisiti per impostare e gestire un Sistema di Gestione della Sicurezza delle Informazioni (SGSI o ISMS dall'inglese

La normativa ISO 27001

un Sistema di Gestione della Sicurezza delle Informazioni (SGSI o ISMS dall'inglese Information Security Management System), ed include aspetti relativi alla sicurezza logica, fisica ed organizzativa.

• La Norma è stata creata e pubblicata nell'ottobre 2005 (la versione italiana UNI è del 2006) a fini certificativi, in modo da costituire un sistema completo per garantire la gestione della sicurezza nella tecnologia dell'informazione.

• Una norma aggiuntiva, la ISO 27002:2007, è una raccolta di "best practices" che possono essere adottate per soddisfare i requisiti della norma ISO 27001:2005 al fine di proteggere le risorse informative. di proteggere le risorse informative.

• La ISO 27001:2005 è il documento normativo di certificazione al quale l'organizzazione deve fare riferimento per costruire un Sistema di Gestione della Sicurezza delle Informazioni che possa essere certificato da un ente indipendente, mentre la norma ISO 27002:2007 non è certificabile in quanto è una semplice raccolta di raccomandazioni

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• Dal momento che l'informazione è un bene che aggiunge valore all'impresa, e che ormai la maggior parte delle informazioni sono custodite su supporti informatici, ogni organizzazione deve essere in grado di garantire la sicurezza dei propri dati, in un contesto dove i rischi informatici causati dalle violazioni dei sistemi di sicurezza sono

La normativa ISO 27001

contesto dove i rischi informatici causati dalle violazioni dei sistemi di sicurezza sono in continuo aumento.

• L'obiettivo del nuovo standard ISO 27001:2005 è proprio quello di proteggere i dati e le informazioni da minacce di ogni tipo, al fine di assicurarne l'integrità, la riservatezza e la disponibilità, e fornire i requisiti per adottare un adeguato sistema di gestione della sicurezza delle informazioni (SGSI) finalizzato ad una corretta gestione dei dati sensibili dell'azienda.

• La norma è applicabile a imprese operanti nella gran parte dei settori commerciali, industriali e pubblici, come finanza e assicurazioni, telecomunicazioni, servizi, industriali e pubblici, come finanza e assicurazioni, telecomunicazioni, servizi, trasporti, settori governativi.

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• L'impostazione dello standard ISO/IEC 27001 è coerente con quella del Sistema di Gestione per la Qualità ISO 9001:2000 ed il Risk management, basandosi sull'approccio per processi, strutturato in:

La normativa ISO 27001

• politica per la sicurezza, • identificazione, • analisi dei rischi, • valutazione e trattamento dei rischi, • riesame e rivalutazione dei rischi, • utilizzo di procedure e di strumenti di audit interni, • non conformità, • azioni correttive e preventive, • sorveglianza,• modello PDCA (Plan-Do-Check-Act)• modello PDCA (Plan-Do-Check-Act)

• nell'ottica del miglioramento continuo del sistema gestito, controllato e protetto.

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• La norma Standard ISO 27001:2005 stabilisce i requisiti per il Sistema di Gestione della Sicurezza delle Informazioni (ISMS).

• L’obiettivo principale è quello di stabilire un sistema per la gestione del rischio e la

La normativa ISO 27001

• L’obiettivo principale è quello di stabilire un sistema per la gestione del rischio e la protezione delle informazioni e degli asset ICT (Information & Communications Technology).

• La norma è applicabile a tutte le imprese private o pubbliche, in quanto prescinde da uno specifico settore di business o dall'organizzazione dell'azienda.

• Però bisogna tener presente che l'adozione e gestione di un ISMS richiede un impegno di risorse significativo e quindi deve essere seguito da un ufficio specifico, il quale in genere coincide con l’ufficio Organizzazione e Qualità.

• “Essa specifica i requisiti per impostare, mettere in opera, utilizzare, monitorare, rivedere, manutenere e migliorare un sistema documentato all’interno di un contesto di rischi legati alle attività centrali dell’organizzazione. Dettaglia inoltre i requisiti per i controlli di sicurezza personalizzati in base alle necessità di una singola organizzazione o di una sua parte. Il sistema è progettato per garantire la selezione di controlli di sicurezza adeguati e proporzionati.”

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• Lo standard ISO 27001:2005 che come già detto presenta molti punti in comune con la ISO 9001 (che definisce i requisiti di un sistema di gestione della qualità), si differenzia in quanto segue un approccio basato sulla gestione del rischio. Quindi lo standard prevede:

La normativa ISO 27001

standard prevede:

• Pianificazione e Progettazione• Implementazione• Monitoraggio• Mantenimento e il miglioramento

similmente a quanto previsto dai sistemi per la gestione della qualità.

• Nella fase di progettazione richiede però lo svolgimento di un risk assessment, schematizzabile in:schematizzabile in:

• Identificazione dei rischi• Analisi e valutazione• Selezione degli obiettivi di controllo e attività di controllo per la gestione dei rischi• Assunzione del rischio residuo da parte del management• Definizione dello Statement of Applicability

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• L’ultimo punto (Statement of Applicability) specifica gli obiettivi di controllo adottati e i controlli implementati dall’organizzazione rispetto ad una lista di obiettivi di controllo previsti dalla norma.

La normativa ISO 27001

• Analogamente alla norma sui sistemi di qualità, il sistema deve essere documentato, ma in aggiunta è richiesta ampia documentazione riguardo sia l’analisi del rischio sia le procedure e i controlli a supporto dell’ISMS.

• Come per il sistema qualità, l’organizzazione ISMS può essere certificata da enti di certificazione, che operano tramite valutatori qualificati, esaminando periodicamente lo stato delle condizioni di conformità.

• Tra le condizioni di conformità la norma prevede la pianificazione e realizzazione di attività di autocontrollo gestite dall'impresa, con personale proprio o esterno, purché in attività di autocontrollo gestite dall'impresa, con personale proprio o esterno, purché in entrambi i casi dotato delle necessarie competenze.

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Sistema ItinerarioSistema ItinerarioDuplicazione del documento analogico

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La copiatura documentale

Sigla – pag. 48

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• La duplicazione di un documento analogico, totale o parziale, può essere ottenuta con qualsiasi procedimento che garantisca una riproduzione fedele e duratura. I sistemi utilizzati sono detti di fotocopiatura.

La copiatura documentale

• La fotocopiatrice è una macchina in grado di effettuare copie di documenti cartacei per mezzo di tecniche ottiche o fotografiche.

• Le copie ottenute sono dette fotocopie.

• Il processo di fotocopiatura attualmente usato fu introdotto dalla Xerox Corporation, negli anni sessanta e nell'arco di venti anni ha progressivamente reso obsolete le vecchie tecniche di duplicazione con carta carbone, ciclostile e altri processi precedentemente in uso.

• L'introduzione della xerografia ebbe il vantaggio di produrre copie in brevissimo tempo, a basso costo e a partire da qualunque originale, che non viene danneggiato nel processo.

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• Caricamento• Sulla superficie di un tamburo cilindrico viene posta una carica elettrostatica attraverso

un filo ad alta tensione (filo corona) o attraverso un rullo di carica. Il tamburo è rivestito con un materiale fotoconduttivo, come il selenio. Un fotoconduttore è un

La copiatura documentale

con un materiale fotoconduttivo, come il selenio. Un fotoconduttore è un semiconduttore che diventa conduttivo quando viene esposto alla luce.

• Esposizione• Una lampada luminosa (neon) illumina il documento originale e le aree bianche del

documento originale riflettono la luce sulla superficie del tamburo fotoconduttivo. Le aree del tamburo esposte alla luce diventano conduttive e quindi scaricano verso aree del tamburo esposte alla luce diventano conduttive e quindi scaricano verso massa. L’area del tamburo non esposta alla luce (porzioni nere del documento originale) rimangono caricate negativamente.

• Il risultato è un'immagine elettrica latente sulla superficie del tamburo.

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Page 51: Sistema Itinerario Memorie di massa - avvocatibustoarsizio.it 3 - memorie di massa_1.pdf · • La memoria di massa permette la memorizzazione permanente (e quindi non volatile) di

• Sviluppo• Il toner viene caricato positivamente. Quando viene applicato al tamburo per

sviluppare l'immagine, è attratto da esso e si attacca alle aree che sono caricate negativamente (aree nere), proprio come la carta si attacca a un palloncino con la

La copiatura documentale

negativamente (aree nere), proprio come la carta si attacca a un palloncino con la carica elettrostatica generata dallo sfregamento.

• Trasferimento• L'immagine del toner risultante sulla superficie del tamburo è trasferita dal tamburo su

un foglio di carta tramite una carica negativa più alta rispetto a quella del tamburo.un foglio di carta tramite una carica negativa più alta rispetto a quella del tamburo.

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• Fusione• Il toner viene fuso e fissato alla carta nel gruppo fusore, tramite una coppia di rulli, il

superiore ricoperto di materiale plastico antiaderente portato ad alta temperatura da una lampada a incandescenza, l'inferiore in gomma siliconica, che applicano una forte

La copiatura documentale

una lampada a incandescenza, l'inferiore in gomma siliconica, che applicano una forte pressione.

• Pulizia• Il tamburo viene pulito da una lama raschiatrice di gomma e viene completamente

scaricato per mezzo della luce attinica prima che il processo riparta per una nuova copia.

• Fotocopiatrici a colori• La fotocopiatura a colori si basa, come la stampa a colori, sul principio della sintesi

sottrattiva: quattro toner diversi (nero, giallo, magenta, cìano) sono usati per comporre sottrattiva: quattro toner diversi (nero, giallo, magenta, cìano) sono usati per comporre i punti dell'immagine.

• Una tecnologia utilizza quattro diversi tamburi che agiscono come quattro fotocopiatrici distinte, e il foglio li attraversa in successione.

• Una tecnologia alternativa utilizza un unico tamburo su cui ciascun toner è deposto a turno. Quest'ultima soluzione consente di realizzare macchine più compatte ed economiche.

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Sistema ItinerarioSistema ItinerarioDuplicazione del documento informatico

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Copia Bit a Bit vs. Copia Testuale

Sigla – pag. 53

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• Sul piano tecnico la duplicazione di un documento informatico viene effettuatacopiando esattamente il contenuto di un file in un altro file, avente lo stesso nome ocon nomi differenti.

Copia Bit a Bit versus Copia Testuale

• Il contenuto testuale di un file può essere copiato in un altro file di formato differente:un file PDF in un file di testo (.txt) o in un documento Word (.doc). Il contenutoinformativo del documento rimane identico, ma possono essere perse o modificate leinformazioni di formattazione (corpo dei caratteri, grassetto, sottolineature, eccetera).

• Questa seconda tecnica viene spesso utilizzata, ad esempio, per dare una formaelaborata a file nati in formato testuale. Ad esempio, gli standard RFC (Request ForComment) che costituiscono il corpus delle regole tecniche alla base delfunzionamento di Internet (http://www.ietf.org/rfc.html), sono sempre create epubblicate in puro formato testuale.pubblicate in puro formato testuale.

• Effettuando una semplice operazione di “copia e incolla” del documento testuale in unnuovo documento Word (Ctrl-A, Ctrl-C, Ctrl-V) si ottiene un documento Word avente lostesso contenuto informativo, in cui è possibile effettuare riformattazioni, cambi stile,adozioni di font differenti da Courier, eccetera. Si ottiene così una versione “elegante”del documento originale, ma non si è in alcun modo alterata la componenteinformativa originale.

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“La rivoluzione analogico/digitale nella pratica forense: le fasi vitali del documento fra informatica e diritto”

Per eventuali contatti, scrivere a:

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