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Ipotesi di riqualificazione urbana attraverso la realizzazione di una rete di teleriscaldamento

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Smart city Bari Ipotesi di riqualificazione urbana attraverso la realizzazione di una rete di teleriscaldamento

Vito Lomuscio

ISBNISBNISBNISBN 978-88-907760-9-0 Editore: enmovemeenmovemeenmovemeenmoveme, Viale Augusto 88 – 80125 Napoli CopyrightCopyrightCopyrightCopyright © 2013 enmoveme2013 enmoveme2013 enmoveme2013 enmoveme

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PremessaPremessaPremessaPremessa ............................................................................ 5

1 Urbanistica e pianificazione ambientale ........................ 11

1.1 I rapporti tra urbanistica e pianificazione ambientale

11

1.2 Azioni della U.E. in materia ambientale ................... 13

1.3 L’approccio sostenibile della riqualificazione urbana

16

2 Il Patto dei Sindaci verso le smart cities ........................ 18

2.1 Il patto dei sindaci ................................................... 18

2.2 Il P.A.E.S. – Piano di Azione per l’Energia Sostenibile

20

2.3 I progetti “Smart City” ............................................. 22

2.3.1 L’indagine “European Smart Cities”.............. 26

2.3.2 Amsterdam ................................................... 32

2.3.3 Le strategie “Smart” adottate dai comuni

italiani 39

3 “Bari Smart City” .......................................................... 42

3.1 Come si sta evolvendo la città di Bari ...................... 42

3.1.1 Interventi a carattere ambientale.................. 42

3.1.2 Interventi di carattere sociale ....................... 47

3.2 Il PAES di Bari ......................................................... 48

3.2.1 Dalla pianificazione ai finanziamenti ............. 50

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4 Quartiere S. Paolo di Bari, ipotesi di riqualificazione

smart .................................................................................... 56

4.1 Il “Programma di Recupero delle Perifierie” della città

di Bari ............................................................................... 56

4.1.1 Il quartiere San Paolo ................................... 57

4.2 Lo studio della riqualificazione del quartiere ........... 58

4.2.1 Il progetto del distretto energetico “San Paolo

Power Park” quale modello di recupero ........................ 61

4.3 L’Analisi territoriale ................................................ 62

4.3.1 Il sistema ambientale .................................... 69

4.3.2 Il sistema insediativo e infrastrutturale ......... 69

4.4 L’ipotesi progettuale ............................................... 73

4.4.1 Cogenerazione e teleriscaldamento............. 74

4.4.2 Il sistema dei sottoservizi e la viabilità .......... 90

4.4.3 Gli interventi ipotizzati sui vuoti urbani ......... 97

4.4.4 Gli interventi di riqualificazione energetica

degli edifici ................................................................. 103

Riferimenti bibliograficiRiferimenti bibliograficiRiferimenti bibliograficiRiferimenti bibliografici ................................................... 113

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PremessaPremessaPremessaPremessa

1. Introduzione

L’ampliarsi della generazione distribuita da fonti rinnovabili e la diffusione di nuovi impianti hanno portato ad un cambiamento radicale nella distribuzione dell’energia, mentre, le tematiche legate allo sviluppo sostenibile del territorio si sono imposte quali cardini della pianificazione urbanistica; l’interazione di questi elementi comporta la necessità di definire nuove strategie per la riqualificazione urbana che siano capaci di integrare le diverse esigenze.

Tutto quello che è alla base di questo lavoro e della “rivoluzione energetica” che le diverse reti a servizio delle utenze stanno subendo, sono sicuramente frutto delle politiche ambientali perseguite al fine di raggiungere gli obiettivi proposti dal protocollo di Kyoto ossia, la ridurre del 20% le emissioni di gas serra (rispetto ai livelli del 1990), aumentare l’efficienza energetica del 20%, e incrementare del 20% la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2020.

Questi propositi, recepiti prima dall’Unione Europea e poi dai Governi Nazionali, per l’Italia si sono tradotte nel raggiungere un livello di produzione di elettricità da fonti rinnovabili del 17% entro il 2020.

Al fine, pertanto, di raggiungere gli obiettivi succitati, in tutta Europa sono state promosse diverse ed importanti politiche finalizzate alla promozione di impianti di produzione di energia da fonti naturali, al risparmio energetico ed ad una maggiore sensibilizzazione dell’emissioni di gas serra fortemente inquinanti.

2. Smart cities e smart grids

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Tuttavia l’improvviso e massiccio incremento di produzione di energia da fonti rinnovabili ha avuto come conseguenza la nascita della così detto fenomeno della “generazione distribuzione”. Infatti la crescita esponenziale dei piccoli produttori di energia ha portato il gestore della rete elettrica a scontrarsi con alcune problematiche legate alla struttura della rete stessa. Infatti la rete elettrica si può dire che sia una rete “statica” ovvero progettata per trasmettere l’energia elettrica dalla generazione al carico pertanto in un ramo ci si aspetta che il flusso sia unidirezionale.

Con l’avvento della generazione distribuita, il flusso di energia in un ramo può essere bidirezionale e pertanto la rete elettrica necessità di essere rivista per diventare così “dinamica” e permettere ai piccoli produttori di immettere l’energia prodotta in rete. Come si comprende da questa breve disamina le problematiche strutturali per incrementare l’utilizzo dell’energia generata da fonti naturali (sole, vento, geotermia, ecc) sono rilevanti e richiedono l’esplorazione di soluzioni innovative capaci di coinvolgere utenti e produttori anche nell’ottica di una maggiore sinergia tra investimenti pubblici e privati. Possibili risposte a questi temi si iniziano a cercare nell’ambito delle cosiddette “smart grids” (DOE, 2008).

Le Smart Grids o Reti Intelligenti, seppur con tutte le difficoltà economiche ed applicative che comportano, sono descritte nella letteratura scientifica e tecnica sull’argomento, come uno dei mezzi migliori e sicuramente più efficaci per permettere ad una rete di ridurre l’impatto che, in termini di emissioni di CO2, produce sul contesto territoriale di riferimento, visto che permette al sistema di poter sfruttare al meglio la produzione di energia da fonti rinnovabili a discapito di quelle prodotte dalle fonti fossili.

Nell’arco del tempo il termine “Smart Grid” è passato dalla sola accezione relativa alle sole reti elettriche di trasmissione e

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distribuzione di energia, ad una più ampia in cui il termine è utilizzato per raffigurare tutte quelle reti (termiche, distribuzione del gas, delle informazioni, ecc., ecc.) presenti in una Smart City; tra queste si può annoverare anche la rete di Teleriscaldamento che rappresenta un importante tassello dell’idea di smart city presente in questo libro.

Il termine “Smart City”, largamente utilizzato e ormai abusato, racchiude un idea ben più ampia di città che non solo considera le smart grids come elementi base della tecnologia attuale, ma utilizza le I.C.T. (Information and Communication Technology) per mettere meglio in relazione utenti/piccoli produttori di energia e fornitori di servizi, nonché fornire ai cittadini servizi sempre più performanti. Gli ambiti di interesse vanno dall’illuminazione pubblica ai rifiuti, dal risparmio energetico alla viabilità e alla riqualificazione urbana nel suo complesso.

3. Dagli interventi sulle reti ai processi di rigenerazione urbana

Quanto precedentemente descritto, insieme all’esigenze ormai improcrastinabili di risparmio energetico, di limitazioni dell’impatto ambientale e della razionalizzazione delle risorse, hanno preso piede sempre più i concetti di distretto energetico ed energy hub, che nelle discipline urbanistiche si sono integrati con le teorie di tutela e valorizzazione del paesaggio e di incremento dei valori patrimoniali identitari (Magnaghi, 2010; Choay, 1992).

Nel testo, l’autore, descrive un progetto di ricerca, chiamato “San Paolo Power Park” ,che vuol essere un esempio di distretto energetico e di smart city, sviluppato dal gruppo di ricerca guidato dal Prof. Ing. Massimo La Scala del Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell`Informazione del Politecnico di Bari, che ipotizza l’utilizzo di sistemi innovativi per la produzione di energia termica ed elettrica, con lo scopo

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di realizzare un energy hub in un quartiere periferico e particolarmente degradato della città di Bari. L’idea progettuale parte da un altro progetto di ricerca sviluppato negli Stati Uniti negli anni ’80 che dimostrava che l’abbassamento delle tariffe energetiche in una quartiere popoloso e con serie problematiche sociali di New York come il Bronx, attirava l’imprenditoria ad allocare le proprie aziende in quell’area producendo una diminuzione della disoccupazione e della criminalità.

Il progetto di ricerca “San Paolo Power Park” vuole così proporre una risoluzione a problematiche sociali ed economiche attraverso l’utilizzo della tecnologie quale fotovoltaico, cogenerazione/trigenerazione con rete di teleriscaldamento, idrogeno per la mobilità urbana ed ICT per i servizi al cittadino in linea con l’idea di Smart City attualmente diffusa.

Partendo da questo assunto, l’autore ipotizza, a differenza di quanto previsto dal Gruppo di ricerca, che il “distretto energetico” non debba limitarsi solo ad alcuni edifici pubblici presenti nella zona territoriale, ma debba invece estendersi a tutto il quartiere, utilizzando gli interventi di “upgrade” delle reti come possibilità di effettuare una complessiva rigenerazione urbana di questo grande quartiere di edilizia residenziale pubblica concepito alla fine degli anni cinquanta.

Naturalmente la realizzazione di una rete di questo tipo, soprattutto in un contesto così esteso come quello del quartiere San Paolo, ha dei costi che rendono fondamentale delle valutazioni di carattere economico.

L’aspetto più interessante delle analisi proposte dall’autore, è sicuramente il coinvolgimento dei soggetti privati nella realizzazione, nella gestione e soprattutto nel sostenere totalmente o parzialmente i costi delle opere pubbliche, in vista

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dei guadagni futuri generati dalla gestione di tutti i servizi realizzati, nell’ottica di una effettiva sinergia tra operatori pubblici e privati nella gestione delle reti.

Si parla di interventi realizzabili mediante Project Financing in cui l’interazione con soggetti privati potrebbe rivestire in questo contesto un ruolo fondamentale nelle operazioni di valorizzazione.

Il patrimonio pubblico diventa così un asset strategico per lo sviluppo del territorio, la cui valorizzazione all’interno di operazioni di Project Financing può risultare funzionale alla realizzazione di nuovi interventi infrastrutturali, come nel caso delle Smart Grids, della rete di teleriscaldamento e della riqualificazione dei contesti urbani degradati.

“Si può infatti riconoscere al Project Financing la natura di strumento di pianificazione consensuale in cui i privati contribuiscono non solo finanziariamente ma anche con idee e progetti di pianificazione territoriale” (Baldi, De Marzo, 2001).

4. Conclusioni

Queste modalità di procedere attente all’efficienza energetica degli interventi e capaci di utilizzarli per un progetto complessivo di rigenerazione urbana a prtire dagli spazi aperti fino agli edifici, consentono di ipotizzare scenari di intervento nelle città in cui le diverse tecnologie si combinano tra di loro fino alla sviluppo di un contesto urbano che sia all’avanguardia sia dal punto di vista tecnologico-impiantistico, sia dal punto di vista strettamente urbanistico, contribuendo cosi in modo originale alla strutturazione e alla realizzazione del concetto di ”smart city”.

Riferimenti Bibliografici

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Choay, F. (1992), L'allégorie du patrimoine, Éditions du seuil, Paris

Francesco e Giuseppe Rotondo1

1 Il lavoro è frutto condiviso tra i due autori, entrambi correlatori del lavoro di tesi da cui il testo prende spunto, pur dovendosi attribuire i paragrafi 1e 2 a Giuseppe Rotondo e i paragrafi 3 e 4 a Francesco Rotondo.

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