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Smascherare l'ipocrisia di chi vuole "diminuire" la dignità umana: ne parliamo con Marina Casini, ricercatrice in bioetica. a cura di Giulio Meazzini Terzo capitolo la fine della vita, immagino... «1 temi e le 'sfide sul tappeto so- no molteplici: eutanasia, testamen- to biologico, accanimento terapeu- tico, proporzionalità delle cure, consenso informato e rifiuto delle cure, nutrizione e idratazione arti- ficiale ,(soprattutto con riferimento a quella "devastante disabilità" che è il cosiddetto "stato vegetativo"), rapporto medico-paziente, cure palliative. ..La morte e il limite so- no inestirpabili, ma è altrettanto inestirpabile la dignità umana. Nel- la logica dell'eutanasia e dei cosiddetto testamento biolo- gico vi è l'idea, più o meno occulta, che in certe condi- zioni la dignità umana sia "diminuita" se non addirittu- ra "azzerata". Cosl si chiede di poter anticipare la morte col conforto della legge». I n Belgio è stata presentata una proposta di legge che vorrebbe "eliminare" i malati di mente. L'intento dichiarato dei promo- tori potrebbe apparire molto "nobile": fare quello che i malati stessi chiederebbero se potessero capire la triste situazione in cui sono costretti a vivere, togliendo un peso alla società. Sono ten- denze, queste, che purtroppo vanno ormai diffondendosi un po' in tutta Europa. Le inquietu- dini sollevate sono tante. Ne parliamo con Marina Casi- ni, ricercatrice presso l'Univer- sità Cattolica del Sacro Cuore di Roma, che si interessa di bioeti- ca, soprattutto con riferimento al diritto. È figlia di Carlo, presi- dente del Movimento per la vita. Un altro capitolo del suo lavoro è l'inizio della vita. .. «In particolare l'aborto. Proprio in questo periodo è in corso un'in- tensa riflessione sulla legge 194, ap- provata trent'anni fa. Si avverte il crescere nella società civile di una Quest' anno cade il 60° della Dichiarazione univer- sale dei diritti dell'uomo. .. «Assistiamo ad una crisi antropologica fortissima: tutti parliamo di diritti del- l'uomo, li moltiplichiamo, li cataloghiamo, ne denun- ciamo -giustamente -le violazioni e poi. ..non si sa chi è l'uomo, al punto che qualcuno parla di diritti "umani" degli animali! La questione fondamentale è perciò quella antropologi- ca: occorre dare solidità e verità ai diritti umani sot- traendoli alla deriva che giunge persino ad utilizzarli contro l'uomo». Come la mettiamo con la libertà di disporre della pro- pria vita decidendo di morire? «1 sostenitori dell'eutana- sia dicono che un giovane sa- no, bello, intelligente, magari padre di famiglia che ha an- cora da mantenere dei figli, non ha la libertà, legalmente garantita, di uccidersi, magari facendosi aiutare da un'altra 30 CiTTÀNUOVA. N.13 .2008 E la bioetica che c'entra? «L'umanità che incontra la bio etica è la più fragile, a rischio della più aspra emarginazione: quella autorizzata dalla legge. In questo senso la riflessione nell'am- bito della bioetica offre una straor- dinaria occasione per rifondare i diritti dell'uomo sull'essere uma- no. Il primo capitolo della mia at- tività è proprio questo: il rapporto tra diritto, diritti umani e bioetica. Si parla anche di biodiritto». sensibilità nuova, anche se accanto all'aborto chirurgico va afferman- dosi quello chimico, che si attua con molta più superficialità. Mi oc- cupo anche di obiezione di coscien- za in ambito sanitario e di feconda- zione artificiale: centrale è sempre la questione antropologica, cioè "che cosa" o "chi" è quel minuscolo essereumano che si cerca in tutti i modi di generare in provetta».

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Smascherare l'ipocrisia di chi vuole "diminuire"

la dignità umana: ne parliamocon Marina Casini, ricercatrice in bioetica.

a cura di

Giulio

Meazzini

Terzo capitolo la fine della vita,

immagino...«1 temi e le 'sfide sul tappeto so-

no molteplici: eutanasia, testamen-to biologico, accanimento terapeu-tico, proporzionalità delle cure,consenso informato e rifiuto dellecure, nutrizione e idratazione arti-ficiale ,(soprattutto con riferimentoa quella "devastante disabilità" cheè il cosiddetto "stato vegetativo"),rapporto medico-paziente, curepalliative. ..La morte e il limite so-no inestirpabili, ma è altrettantoinestirpabile la dignità umana. Nel-

la logica dell'eutanasia e deicosiddetto testamento biolo-gico vi è l'idea, più o menoocculta, che in certe condi-zioni la dignità umana sia"diminuita" se non addirittu-ra "azzerata". Cosl si chiede dipoter anticipare la morte colconforto della legge».

I n Belgio è stata presentata unaproposta di legge che vorrebbe"eliminare" i malati di mente.

L'intento dichiarato dei promo-tori potrebbe apparire molto"nobile": fare quello che i malatistessi chiederebbero se potesserocapire la triste situazione in cuisono costretti a vivere, togliendoun peso alla società. Sono ten-denze, queste, che purtroppovanno ormai diffondendosi unpo' in tutta Europa. Le inquietu-dini sollevate sono tante.

Ne parliamo con Marina Casi-ni, ricercatrice presso l'Univer-sità Cattolica del Sacro Cuore diRoma, che si interessa di bioeti-ca, soprattutto con riferimento aldiritto. È figlia di Carlo, presi-dente del Movimento per la vita.

Un altro capitolo del suo lavoroè l'inizio della vita. ..

«In particolare l'aborto. Proprioin questo periodo è in corso un'in-tensa riflessione sulla legge 194, ap-provata trent'anni fa. Si avverte ilcrescere nella società civile di una

Quest' anno cade il 60°della Dichiarazione univer-sale dei diritti dell'uomo. ..

«Assistiamo ad una crisiantropologica fortissima:tutti parliamo di diritti del-l'uomo, li moltiplichiamo,li cataloghiamo, ne denun-ciamo -giustamente -leviolazioni e poi. ..non si sachi è l'uomo, al punto chequalcuno parla di diritti"umani" degli animali! Laquestione fondamentale è

perciò quella antropologi-ca: occorre dare solidità everità ai diritti umani sot-traendoli alla deriva chegiunge persino ad utilizzarlicontro l'uomo».

Come la mettiamo con lalibertà di disporre della pro-pria vita decidendo di morire?

«1 sostenitori dell'eutana-sia dicono che un giovane sa-

no, bello, intelligente, magaripadre di famiglia che ha an-cora da mantenere dei figli,non ha la libertà, legalmentegarantita, di uccidersi, magarifacendosi aiutare da un'altra

30CiTTÀNUOVA. N.13 .2008

E la bioetica che c'entra?«L'umanità che incontra la

bio etica è la più fragile, a rischiodella più aspra emarginazione:quella autorizzata dalla legge. Inquesto senso la riflessione nell'am-bito della bioetica offre una straor-dinaria occasione per rifondare idiritti dell'uomo sull'essere uma-no. Il primo capitolo della mia at-tività è proprio questo: il rapportotra diritto, diritti umani e bioetica.Si parla anche di biodiritto».

sensibilità nuova, anche se accantoall'aborto chirurgico va afferman-dosi quello chimico, che si attuacon molta più superficialità. Mi oc-cupo anche di obiezione di coscien-za in ambito sanitario e di feconda-zione artificiale: centrale è semprela questione antropologica, cioè"che cosa" o "chi" è quel minuscoloessere umano che si cerca in tutti imodi di generare in provetta».

della vita, ma anche "la qualitàdella relazione". Questo vale pertutti, soprattutto per coloro la cuifragilità è tale da non avere altraforza che l'accoglienza degli altri.Pensiamo ai barboni, agli immi-grati, ai disoccupati, ai senza-tet-to, agli esseri umani appena con-cepiti, ai malati, agli anziani soli,ai disabili, ai morenti. Ognuno dinoi, incontrando il volto dell'al-tro, assume una responsabilità.La cultura della vita nasce da

questo sguardo».

Il bioLOglco'-Raccontiamolo alle mammeche hanno un figlio portatore dihandicap e lo portano avanti tut-ta la vita, con amore e fatica. ..

«Le mamme -silenziose, umi-li, eroiche -(e le famiglie) chehanno accolto un figlio disabileraccontano che nessuna vitaumana è inutile e che, anzi, più sidà affetto e più la propria vita ac..

quista significato».

r

persona. Anzi, chi, anche usando laforza, ne impedisse il suicidio ver-rebbe lodato. Perche due pesi e duemisure? Perche, invece, dovremmo"aiutare a morire" chi è vecchio,malato, gravemente disabile? In no-me della libertà si tradisce il princi-pio dell'uguale dignità di ogni esse-re umano. Lo "sguardo" della so-cietà non può essere diverso perl'uomo che si trova in condiZioni di

particolare fragilità».

Dicembre 2006:un momento diintensa sofferenzaper Carla Welby;sorella

Possiamo allora arrivare a dire di Piergiorgio,che se ti suicidi è colpa mia, per- davantiche non ho fatto tutto quello che all'immagineera possibile perche tu non ti sen- del fratello.tissi solo? In alto:

«In un certo senso è così. In Marina Casini,ogni caso, di fronte alla morte la ricercatricesocietà può. atteggiarsi in due all'Universitàmodi opposti. Il primo è la "ban- Cattolica di Roma:diera bianca": il medico e la so- «Alla fine, ciò dicietà lottano "per la vita", sapen- cui una personado però che alla fine l'ultima ha bisogno"battaglia" è sempre perduta, per- è essere amatache la morte è inevitabile. Viene per se stessaIJ.dunque il momento in cui biso- A fronte:gna arrendersi, alzando bandiera un "minuscolobianca. Insistere sarebbe spropor- essere umano"zionato, un "accanimento tera- in formazione.

peutico"».

E come la mettiamo se il pa-ziente rifiuta le cure?

«11 discorso sarebbe lungo,perche la faccenda è articolata,complessa e delicata. Comunquepuò valere la stessa immagine:anche nel caso in cui il pazienterifiuti le cure, resta sempre validol'attuale principio giuridico della"indisponibilità d!;'lla vita uma-na", e l'alleanza terapeutica -checontempla anche l'autonomia del

Forse è un po' come per le celluledel nostro corpo: per rimanere in vi-ta hanno bisogno di ricevere conti-nuamente segnali dalle altre cellule.Segnali che dicono "rimani viva':..

«In un certo senso è così. Co-munque bisogna rendersi conto

Si dice che un malato di mente,se potesse capire, direbbe che vuo-le morire. ..

«Probabilmente, se potesse ca-pire e avesse intorno persone chegli vogliono bene, non vorrebbemorire! Non c'è solo la qualità

31 , CITTÀ NUOVA. N.IJ .2008

I._.~~~~...~u~Il IPc;t.lmpntn

che siamo in un processo che ri-chiede tempi molto lunghi. Bastapensare a quanto c' è voluto perabbattere lo schiavismo che finoall;Ottocento era legale. È vero,c'erano padroni "umani" che trat-tavano bene gli schiavi, ma questiultimi, giuridicamente, rimaneva-no "cose" che potevano essere uti-lizzate in qualsiasi modo. I per-corsi storici di questo tipo sonolunghi, estenuanti e faticosi»..

I !2" I Carlo Casini

Marina Casini~ri;, I, no n; ~

medico -deve esplicarsi in mododa superare, se possibile, il dis-senso del paziente. Certo, non sipuò ricorrere alla "violenza"! Diconseguenza, in certi casi, biso-gna arrendersi e issare "bandierabianca". Viceversa se la volontàdel paziente fosse l'esclusivo cri-terio dell'azione medica, alloraverrebbe accettata l'idea della di-sponibilità della vita umana e sa-remmo nella logica del tappetorosso».

Spieghiamo questo tappetorosso...

«Il secondo atteggiamentopossibile è quello della strada"indicata" e "spianata". Sarebbecome dire: hai la strada apertaper "farla finita", tanto, che ci staia fare qui, nelle tue condizioni, infondo sei solo un costo per la so-cietà. Questo atteggiamento inci-de dentro la persona perche nonesistono scelte individuali sgan-ciate dalla percezione dell'am-biente sociale circostante. Nel-l'indigenza, nella malattia, nelladisabilità, in situazioni di massi-ma fragilità, l'indifferenza e .la re-sistenza altrui a farsi amorevol-mente carico della situazione so-no una spinta a levarsi di mezzo.In sostanza, con l'idea stessa del-l'eutanasia, la società stende un"tappeto rosso" tra l'uomo e laporta della morte».

Come possiamo concludere? «Alla fi~e, ciò ~i cui una per-I ~on Il m~rlt~ m s~ato d I m~m.ma percezIone.

sona ,ha bIsogno e esser~ a~ata E la stona d I MarIa AdducI d I Verona.per se stessa, non perche e utIle aqualcun altro, o perche è bella, ..,simpatica, intelligente o può fare d I Aurello Molefavori a qualcuno. n confronto Inon è tra laici e cattolici, ma tra Ila visione del tappeto rosso -percui la società, attraverso le leggi,valuta se è il caso che tu rimangao te ne vada (mentre ti dice ipo-critamente che sei libero di sce-gliere!) -e quella della "bandierabianca", con la quale la società, ein particolare il medico, si arren-dono, senza rinunciare, però, ariconoscere comunque l'ugualedignità di ogni essere umano».

Giulio Meazzini

ciclismo. È uno di quelli che va ve-loce. Pochi giorni prima si era alle-nato con un professionista su e giùper le colline della sua città, Verona.Solo per scrupolo chiamano laguardia medica che tergiversa e ri-sponde con sufficienza, indicandocome terapia 15 gocce di valium.Bepi si rifiuta di andare al prontosoccorso, «tanto lo fanno aspettare alungo». Ma in pochi secondi peg-giora, comincia a sudare freddo. Siintensificano le telefonate ai medici.

U n tonfo sordo. Ancora lo« sento nel buio mentre

dormo -cosl comincia ilsuo racconto Maria Adduci -e dicolpo mi sveglio». ! il 18 luglio diquattro anni fa. Niente faceva pre-vedere quello che sarebbe successo.È una tranquilla domenica mattinacome tante altre. «Mio marito Bepisi sente male, ha forti dolori allegambe e alle braccia». Niente di piùnormale. Bepi Bari, 68 anni, è unosportivo di razza, appassionato di

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