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Società agricole e ICI Stefano Spina 1

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Società agricole e ICI

Stefano Spina

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AZIENDE AGRICOLE

SOCIETÀ AGRICOLE

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IVA

L’IVA IN AGRICOLTURA

Art.34 DPR 26.10.72 n.633

La disciplina IVA per il settore agricolo prescinde dalla qualifica di “azienda

agricola” o quant’altro; a tal riguardo si considerano “produttori agricoli”:

i soggetti che esercitano le attività indicate nell’art. 2135 c.c.

le cooperative di “produttori agricoli”.

I regimi applicabili sono:

naturale : detrazione forfetaria dell’IVA,

impresa mista e contabilità separata,

contabilità ordinaria,

regime di esonero.

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IVA

DETRAZIONE FORFETARIA DELL’IVA

È il regime naturale e si applica esclusivamente sulle cessioni di prodotti agri-coli ed ittici indicati nella prima parte della Tabella A (elencazione tassativa).

Non si applica a:

cessioni di prodotti agricoli acquistati prevalentemente da terzi,

cessioni di beni diversi da quelli indicati nella tabella A,

prestazioni di servizi.

Non si detrae l’IVA sugli acquisti di beni ammortizzabili.

Esempio di calcolo:IVA dovuta =

+ IVA su vendite (aliquote ordinarie)

- IVA detraibile (percentuali dicompensazione (stabilite con DM 12.5.92, 30.12.97, 23.12.2005)

IVA su cessione 1.000 *10% = 100

IVA detraibile 1.000 + 4% (1) = 40

IVA da versare 100 – 40 = 60

(1) percentuale di compensazione

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IVA

ALTRI REGIMI

Impresa mista: L’IVA è applicata forfetariamente sulle cessio-ni di prodotti agricoli ed in maniera ordinaria per le cessioni di altri beni e servizi. Non si detrae l’IVA sui beni ammortizzabili.

Contabilitàseparata Vengono separate le due attività: sull’attività

agricola si applica al detrazione forfetaria.Si detrae l’IVA sui beni ammortizzabili ma occorre fatturare i passaggi tra le due attività.

Opzione per il regime ordinario

L’IVA da versare viene determinata come differenza tra l’IVA afferente le vendite e l’IVA afferente gli acquisti.Si detrae l’IVA sui beni ammortizzabili.

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IMPOSTE DIRETTE

IMPOSTE DIRETTE

DEFINIZIONI

I soggetti che possono svolgere una attività agricola sono:

coltivatore diretto (art. 2083 C.C.),

imprenditore agricolo (art.2135 C.C.),

imprenditore agricolo professionale - I.A.P. (art.1 D.Lgs 99/2004),

società agricola (art.2 D.Lgs 99/2004)

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IMPOSTE DIRETTE

IMPRENDITORE AGRICOLO

Ai fini II.DD. nella definizione di “imprenditore agricolo” rientrano:

coltivatore diretto,

imprenditore agricolo, anche professionale (I.A.P.), sia esso persona fisica,

società semplice oppure ente non commerciale.

La tassazione è disciplinata da:

art. 32 TUIR: reddito agrario per la componente delle attività agricole

compresa nei limiti ivi previstiallevamento di animali con mangimi ottenibili per almeno ¼ dal terreno

attività di trasformazione con prodotti ottenuti prevalentemente dal terreno

art.55 co.1 TUIR: reddito d’impresa per la parte eccedente,

art.67 TUIR: per i redditi non riconducibili a quelli agrari/di impresa.

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IMPOSTE DIRETTE

IMPREDITORE AGRICOLO - TASSAZIONE

Il reddito dell’imprenditore agricolo è così determinato:

reddito fondiario:

reddito agrario dei terreni (rivalutato del 70%) per la produzione rientrante

nei limiti di cui all’art.32 co.2 e 3 TUIR,

reddito dominicale (rivalutato dell’80%) per i terreni in proprietà o altro diritto

reale,

reddito dei fabbricati (rivalutato del 5%) per quelli non rurali ex art.9 co.3 e 3

bis DL 557/93,

reddito d’impresa per la produzione eccedente i limiti del reddito agrario,

reddito diverso per la cessione di quote di società, di terreni edificabili, o di

altri immobili posseduti da meno di 5 anni.

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IMPOSTE DIRETTE

SOCIETÁ AGRICOLA

Art. 2 D.Lgs 29.3.2004 n.99 come modificato dal D.Lgs 27.5.2005 n.101

Affinché una società (snc, sas, srl, cooperativa) possa essere considerata

“agricola” occorre che:

l’oggetto sociale sia l’esercizio esclusivo delle attività di cui all’art. 2135

C.C. ovvero:la coltivazione del fondo,la selvicoltura l’allevamento di animalile attività connesse, intendendo per tali le attività dirette alla:

• trasformazione dei prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione• fornitura di beni e servizi mediante l’utilizzazione prevalente di attrezzature

o risorse dell’azienda agricola esercitata

la denominazione sociale delle società, che contenga l’indicazione di

“società agricola”

Non possono essere “società agricole” le spa e le sapa.9

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IMPOSTE DIRETTE

SOCIETÁ AGRICOLA ED IMPOSTE DIRETTE

Art.1 co. 1093-1095 L.27.12.2006 n.296Regolamento 29.7.2007 n.213

Circ. Agenzia delle Entrate 1.10.2010 n.50

Le società che:

rivestono la qualifica di società agricole ex art.2 D.Lgs 99/2004,

e svolgono in concreto in esclusiva una attività agricola,

possono optare per l’applicazione del reddito con i criteri “agrari” previsti

dall’art.32 TUIR.

L’esclusività dell’attività agricola non è pregiudicata da:

svolgimento di attività strumentali a quelle agricole (es locazione di terreni)

acquisto di partecipazioni purché siano anch’esse società agricole e

l’ammontare dei dividendi percepiti sia inferiore ai ricavi dell’attività agricola

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IMPOSTE DIRETTE

ESERCIZIO DELL’OPZIONE

L’opzione deve essere esercitata con le modalità previste dal DPR 442/97 e

quindi:

deve essere comunicata nella prima dichiarazione annuale IVA da presentare

successivamente alla scelta operata,

vincola il contribuente per un triennio,

trascorso il triennio resta valida per ciascun anno successivo fino a quando

permane la concreta applicazione della scelta operata,

anche prima del decorso del triennio perde efficacia con effetto dal periodo di

imposta in cui cessano i presupposti.

I requisiti di “società agricola” devono sussistere fin dall’inizio del periodo

d’imposta.

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IMPOSTE DIRETTE

DISCIPLINA FISCALE NEL PERIODO DI OPZIONE

L’applicazione dell’opzione fa si che, pur rimanendo nell’ambito del reddito di impresa:

la società redige il bilancio con i criteri previsti per le società commerciali (calcolando ammortamenti, accantonamenti ecc.)

le attività agricole rientranti nei limiti di cui all’art.32 TUIR sono tassate sulla base delle risultanze del reddito agrario (rivalutato del 70%) - VARIAZIONE IN AUMENTO

le spese e le altre componenti negative non sono ammesse in deduzione –VARIAZIONE IN AUMENTO

i ricavi e le altre componenti positive non sono tassate – VARIAZIONE IN DIMINUZIONE

La Circ. 50/2010 chiarisce la disciplina di:plusvalenze e minusvalenze,riporto ed utilizzo delle perdite fiscali,società di comodo.

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IMPOSTE DIRETTE

EVOLUZIONE DELLE DISPOSIZIONI INCENTIVANTI

Art. 1 comma 423, legge 23 dicembre 2005, n. 266 ( finanziaria 2006 )

“La produzione e la cessione di energia elettrica da fonti rinnovabili

agroforestali effettuate dagli imprenditori agricoli costituiscono attività

connesse ai sensi dell’art. 2135 terzo comma, c.c. e si considerano

produttive di reddito agrario”

Art. 2 quater, comma 11, decreto legge 10 gennaio 2006 , n.2, convertito con

modificazioni nella legge 11 marzo 2006, n, 81, ha integrato la norma:

dopo “energia elettrica” ha aggiunto “calorica” e dopo “fonti rinnovabili

agroforestali” ha aggiunto “ e fotovoltaiche” .

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IMPOSTE DIRETTE

SEGUE …..

Art. 1 comma 369, legge 27 dicembre 2006, n. 296 (finanziaria 2007 ) ha sostituito il citato

comma 423, come segue:

“Ferme restando le disposizioni tributarie in materia di accisa, la produzione e la

cessione di energia elettrica e calorica da fonti rinnovabili agroforestali e fotovoltaiche

nonché di carburanti ottenuti da produzioni vegetali provenienti

prevalentemente dal fondo e di prodotti chimici derivanti da prodotti agricoli

provenienti prevalentemente dal fondo, effettuate dagli imprenditori agricoli,

costituiscono attività connesse ai sensi dell’articolo 2135, terzo comma, del codice

civile e si considerano produttive di reddito agrario”.

Art. 1 comma 178, legge 24 dicembre 2007, n. 244 (finanziaria 2008)

Si rende opzionale la determinazione del relativo reddito nei modi ordinari.

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IMPOSTE DIRETTE

PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA

Circ. Agenzia delle Entrate 13.2.2006 n.6 § 9.2

Costituiscono attività connesse a quella agricola ai sensi dell'art. 2135 co. 3 c.c.

e si considerano produttive di reddito agrario, se esercitate da imprenditori

agricoli, le attività di:

produzione e cessione di energia elettrica e calorica da fonti rinnovabili

agroforestali e fotovoltaiche;

produzione e cessione di carburanti ottenuti da produzioni vegetali provenienti

prevalentemente dal fondo;

produzione e cessione di prodotti chimici derivanti da prodotti agricoli

provenienti prevalentemente dal fondo.

La produzione di energia eolica non rientra nell’attività agricola.

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IMPOSTE DIRETTE

LIMITI ALLA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA

Circ. Agenzia delle Entrate 6.7.2009 n.32

La produzione e cessione di energia elettrica e calorica rientra nel reddito

agrario se:

la produzione deriva da produzioni vegetali e da prodotti agricoli provenienti

prevalentemente dal fondo (si utilizza un criterio quantitativo, o, se i beni sono di

natura diversa, si fa riferimento al valore normale, oppure, se i beni non sono

suscettibili di valutazione, si fa riferimento all’energia prodotta).

limitatamente agli impianti fotovoltaici, rientra nel reddito agrario una

produzione di energia di 200 KW di potenza nominale complessiva

indipendentemente dall’estensione del terreno su cui insiste, e, per potenze

superiori vi sono ulteriori requisiti.

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IMPOSTE DIRETTE

ULTERIORI REQUISITI PER FOTOVOLTAICO

La produzione di energia fotovoltaica eccedente i primi 200 KW di potenza nominale complessiva, può essere considerata connessa all'attività agricola in presenza dei seguenti requisiti:

a)la produzione di energia fotovoltaica derivi da impianti con integrazione architettonica o da impianti parzialmente integrati, come definiti dall'art. 2 del D.M. 19 febbraio 2007, realizzati su strutture aziendali esistenti;

b) il volume d'affari derivante dell'attività agricola (esclusa la produzione di energia fotovoltaica) deve essere superiore al volume d'affari della produzione di energia fotovoltaica eccedente i 200 KW. Detto volume deve essere calcolato senza tenere conto degli incentivi erogati per la produzione di energia fotovoltaica;

c) entro il limite di 1 MW per azienda, per ogni 10 KW di potenza installata eccedente il limite dei 200 KW, l'imprenditore deve dimostrare di detenere almeno 1 ettaro di terreno utilizzato per l'attività agricola.

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IMPOSTE DIRETTE

FOTOVOLTAICO

ALTRE FONTI

RINNOVABILI

Ricavo - Tariffa Fissa Omnicomprensiva (delibera 1/09 AEEG)

Nessuna ritenuta

+ Contributo – Tariffa incentivante(DLgs 29.12.2003 n.387)

Ritenuta 4% (art.28 co.2 dpr 600/73) senza esclusioni (società agricola = impresa commerciale)

+ Ricavo per vendita energia

COMPONENTI POSITIVI DI REDDITO

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IRAP

IRAP

Soggetti passivi si fa riferimento ai soggetti individuati ai fini delle imposte dirette

Base imponibileregime naturale

Differenza tra:+ corrispettivi (la tariffa incentivante

dovrebbe essere esclusa)- acquisti destinati alla produzione.Si fa riferimento alle registrazioni IVA (C.M. 4.6.98 n.141)

Base imponibileregime opzionale

Si usa la medesima base imponibile prevista per le società di capitali oppure di persone (tale ultimo rinvio non è certo).

Aliquota 1,9 %

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IRAP

PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA

Circ. Agenzia delle Entrate 6.7.2009 n.32

Le norme previste ai fini IRAP per l’agricoltura si applicano anche con riferimento alle attività di produzione e vendita di energia elettrica e di carburante richiamate nell'art. 1 del comma 423 della L. 23.12.2005 n.266. Pertanto l’IRAP si applicherà:

nella misura dell'1,9 per cento, per il valore della produzione riferito all'attività svolta entro i limiti stabiliti nell'art. 32 del T.U.I.R., o inquelli individuati nel paragrafo 4 della Circolare 32/2009 con specifico riferimento alla produzione e cessione di energia elettrica e calorica derivante da fonte fotovoltaica

nella misura ordinaria del 3,9 per cento, per il valore della produzio-ne che eccede i sopra richiamati limiti

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NORMATIVA

NORME E PRASSI DI RIFERIMENTO

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Definizione di società agricolaArt. 2 D.Lgs 29.3.2004 n.99 come modificato dal D.Lgs 27.5.2005 n.101

Regime IIDD applicabile alle società agricoleArt.1 co. 1093-1095 L.27.12.2006 n.296 Regolamento 29.7.2007 n.213Circ. Agenzia delle Entrate 1.10.2010 n.50

Attività di produzione di energia elettricaArt.1 co.423 L. 23.12.2005 n. 266Art. 2 quater, comma 11, decreto legge 10 gennaio 2006 , n.2Art. 1 comma 369, legge 27 dicembre 2006, n. 296Art. 1 comma 178, legge 24 dicembre 2007, n. 244Circ. Agenzia delle Entrate 13.2.2006 n.6 § 9.2Circ. Agenzia delle Entrate 6.7.2009 n.32

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ACCATASTAMENTO ED ICI

ACCATASTAMENTO IMPIANTI

ED I.C.I.

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Accatastamento degli impianti fotovoltaici

DEFINIZIONE DI IMPIANTI FOTOVOLTAICI

Ris. Agenzia del Territorio 6.11.2008 n.3

Piccoli impianti fotovoltaici in rete

Potenza non superiore a 20 kWp (interpretazione)

Producono prevalentemente energia elettrica per il fabbi-sogno personale e vendono l’eccedenza

Non hanno autonoma rilevanza catastale e costituiscono semplici pertinenze delle unità immobiliari le porzioni di fabbricato ospitanti gli impianti di produzione di energia aventi modesta potenza e destinati prevalentemente ai consumi domestici

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Accatastamento degli impianti fotovoltaici

DEFINIZIONE DI IMPIANTI FOTOVOLTAICI

Centrali fotovoltaiche

Potenza superiore a 20 kWp

Producono energia elettrica per la vendita

Gli immobili ospitanti gli impianti fotovoltaici del tipo in esame si qualificano senza dubbio come unità immobiliari.

Al riguardo non rileva nè la modalità di connessione al suolo dei pannelli (tetto, lastrico solare, suolo) né il loro grado di amovibilità rispetto all’immobile sottostante.

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Accatastamento degli impianti fotovoltaici

MODALITÁ DI ACCATASTAMENTO

Le centrali fotovoltaiche devono essere accatastate nella categoria D/1 indipendentemente dal fatto che la loro ubicazione sia:

sopra il tetto di un edificio,

sopra un lastrico solare,

in un terreno.

In sede di determinazione della rendita occorre tenere conto anche dei pannelli fotovoltaici (analogia con le turbine elettriche – Cass. 21.7.2006 n.16824)

I piccoli impianti fotovoltaici non devono essere autonomamente accatastati ma costituiscono semplici pertinenze delle unità immobiliari.La presenza dell’impianto non influisce sulla rendita catastale.

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Accatastamento delle centrali termo/idro elettriche

CENTRALI ELETTRICHE

L’art.1-quinquies DL 31.3.2005 n.44 ha precisato, per le centrali elettriche, che la rendita catastale comprende:

il suolo,

il fabbricato,

le parti ad esso strutturalmente connesse (turbine ed altri impianti).

Le centrali elettriche vanno accatastate nella categoria D (D/1 oppure D/7)

Tale disposizione si applica a:

centrali idroelettriche,

impianti di biogas,

altri impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili

(per fotovoltaici ed eolici vedi infra).

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Accatastamento delle centrali eoliche

CENTRALI EOLICHECirc. Agenzia del Territorio 22.11.2007 n.14

Gli impianti volti alla produzione di energia elettrica tramite aerogeneratori e generatori eolici devono essere accatastate nella categoria D/1.

La rendita catastale è data dalla formula:

Rendita catastale = V * r

Dove:

V = valore dell’immobile compresi gli impianti

r = saggio di fruttuosità pari al 2%

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Accatastamento degli impianti fotovoltaici

PARERE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE

L’Agenzia delle Entrate è intervenuta con:

Circolare 19.7.2007 n.46,

Circolare 11.4.2008 n.38,

Circolare 23.6.2010 n.38.

Gli impianti fotovoltaici non costituiscono impianti infissi al suolo in quanto normalmente i moduli che li compongono possono essere agevolmente rimossi e posizionati in altro luogo mantenendo inalterata la loro originaria funzionalità.

Pertanto:ai fini catastali gli impianti sono beni immobili da accatastare,ai fini reddituali gli impianti sono beni mobili.

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ICI

APPLICAZIONE DELL’ICI

Art. 5 D.Lgs 30.12.92 n.504

Piccoli impianti fotovoltaici Non sono autonomamente assoggettati ad ICI

Sono assoggettate ad ICI

Centrali fotovoltaiche

Centrali elettriche

Centrali eoliche

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ICI

MODALITÁ DI CALCOLO

Centrali iscritte in Catasto con attribuzione di rendita

Si assume la rendita iscritta in catasto al 1.1 dell’anno di riferimento

Centrali possedute da imprese ed iscritte in Catasto senza attribuzione di rendita

Fino all’anno (compreso) nel quale la centrale è accatastata, si prendono i costi storici di acquisto o costruzione rivalutati (compresi gli impianti)

Dall’anno successivo a quello di accatastamento si utilizza la rendita catastale

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ICI

FABBRICATI RURALI

Fabbricati abitativi Art.9 co.3 DL 30.12.93 n.557

Ai fini ICI non si considerano fabbricati le unità immobiliari per le quali ricorrono i requisiti di ruralità stabiliti dall’art.9 DL 557/93.

Fabbricati strumentali Art.9 co.3 bis DL 30.12.93 n.557Costruzioni strumentali necessarie allo svolgimento delle attività agricole di cui all’art. 2135 C.C. che siano destinate a:…..alla manipolazione, trasformazione, …dei prodotti agricoli

Tuttavia ai fini catastali i fabbricati strumentali rurali devono essere accatastali nella categoria D/10 (Circ. 4/2006 e 7/2007 Territorio).

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ICI

CASI PARTICOLARI

Aziende agricole

Le centrali, accatastate come D/1 non sono considerate rurali (in ultimo Cass. 16.7.2010 n.16723) e quindi sono soggette al tributo.Di diverso avviso CT prov. Bologna 12.1.2009 n11 gruppo E.

Società di leasing

Se accatastate con attribuzione di rendita, paga da subito l’utilizzatore.

Se accatastate senza attribuzione di rendita :

paga la società di leasing, dall’ac-quisto e fino al 31.12 del primo anno,

poi paga il conduttore.

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NORMATIVA

NORME E PRASSI DI RIFERIMENTO

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Impianti fotovoltaiciCirc. Agenzia delle Entrate 19.7.2007 n.46,Circ. Agenzia delle Entrate 11.4.2008 n.38,Ris. Agenzia del Territorio 6.11.2008 n.3 Circ. Agenzia delle Entrate 23.6.2010 n.38

Centrali elettricheArt.1-quinquies DL 31.3.2005 n.44

Centrali eolicheCirc. Agenzia del Territorio 22.11.2007 n.14