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ECONOMIA, NORMATIVE, OPPORTUNITÀ E OBIETTIVI ALL’ESTERO PER LE IMPRESE ITALIANE Sommario Anno 3° - 9 giugno 2009 n. 5 FINANZA SETTORI E AZIENDE DOSSIER PAESE Giordania, un mercato di nuove prospettive pag 1 Un ambizioso piano energetico pag 3 Turismo e sviluppo immobiliare pag 6 Un'offerta universitaria articolata pag 7 Il canale Mar Rosso-Mar Morto pag 8 Più rotaia per decongestionare le strade pag 9 Una rete ospedaliera di rilevanza regionale pag 10 Amman: cantieri aperti per la città del futuro pag 12 Agroalimentare Edilizia e costruzioni Energia Infastrutture e trasporti Metallurgia pag 18 Brasile Congo Brazzaville Corea Etiopia pag 24 PAESI E MERCATI Realizzata dal Sole 24Ore in collaborazione con l'Ufficio sostegno imprese della Farnesina (DGCE) - [email protected] Un Paese apparentemente piccolo, eppure con un ruolo importante. "La Giordania rappresen- ta un'isola di stabilità in un'area del mondo par- ticolarmente tormentata, e non è poco" rileva Fransoni. Una stabilità che si estende, secon- do l'Ambasciatore, alla sfera politica, econo- mica, e sociale. La Giordania conta oggi circa sei milioni di abitanti tra cui un numero impre- cisato (le stime variano di molto) di profughi pa- lestinesi ed anche iracheni, arrivati in tempi di- versi a seguito dei vari conflitti nella regione, e che costituiscono il nerbo della borghesia com- merciale e industriale. Ad essi si aggiungono circa mezzo milione di immigrati provenienti dal vicino Egitto. L'economia del Paese è cresciu- ta, negli ultimi anni, a un tasso annuo del 5-6 per cento destinato a restare positivo, sia pu- re su ritmo più contenuto, anche nel 2009, no- nostante la crisi. Giordania, un mercato di nuove prospettive Queste, almeno, le previsioni dei principali organismi economici internazionali. "I l Pae- se è indubbiamente avvantaggiato dal fatto di possedere infrastrutture di base efficien- ti, dai telefoni ai collegamenti aerei all'ac- coglienza, in un contesto urbano vivibile, ordinato e ben attrezzato. A ciò si aggiunge un sistema legale affidabile e stabile", so- stiene Fransoni che rileva ancora: "Una parte significativa del merito è da attribuire anche al ruolo svolto da una monarchia for- temente orientata verso le riforme economi- che ed attenta a evitare disuguaglianze ec- cessive. Il re in Giordania non si limita a se- guire molto da vicino l'andamento e la ge- stione dell'economia del Paese, ma è prov- visto anche di una notevole competenza in materia". a pag. 2 Le Banche libanesi al riparo dalla crisi pag 13 Infrastrutture efficienti, grandi progetti nelle energie rinnovabili, logistica, reti idriche. In aggiunta una forte vocazione ai servizi con particolare riguardo a turismo, sanità e formazione universitaria. "Il Paese ha tutte le carte in regola per consolidare il suo ruolo di hub tra la Regione del Golfo e i Paesi del Sud del Mediterraneo", sottolinea l'Ambasciatore italiano ad Amman, Francesco Fransoni BRASILE Avanza l’alta velocità Rio-San Paolo pag 15 AFGHANISTAN Kabul cerca partner per gas e petrolio pag 17

Sommario Giordania, un mercato di nuove prospettive · ECONOMIA, NORMATIVE, OPPORTUNITÀ E OBIETTIVI ALL’ESTERO PER LE IMPRESE ITALIANE Sommario Anno 3° - 9 giugno 2009 n. 5 FINANZA

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E C O N O M I A , N O R M A T I V E , O P P O R T U N I T À E O B I E T T I V I A L L ’ E S T E R O P E R L E I M P R E S E I T A L I A N E

Sommario

Anno 3° - 9 giugno 2009

n. 5

FINANZA

SETTORI E AZIENDE

DOSSIER PAESEGiordania, un mercatodi nuove prospettive

pag 1Un ambiziosopiano energetico

pag 3Turismoe sviluppo immobiliare

pag 6Un'offerta universitariaarticolata

pag 7Il canaleMar Rosso-Mar Morto

pag 8Più rotaia perdecongestionare le strade

pag 9Una rete ospedalieradi rilevanza regionale

pag 10Amman: cantieri apertiper la città del futuro

pag 12

AgroalimentareEdilizia e costruzioniEnergia Infastrutture e trasportiMetallurgia

pag 18

BrasileCongo BrazzavilleCoreaEtiopia

pag 24

PAESI E MERCATI

Realizzata dal Sole 24Ore in collaborazione con l'Ufficio sostegno impresedella Farnesina (DGCE) - [email protected]

Un Paese apparentemente piccolo, eppure conun ruolo importante. "La Giordania rappresen-ta un'isola di stabilità in un'area del mondo par-ticolarmente tormentata, e non è poco" rilevaFransoni. Una stabilità che si estende, secon-do l'Ambasciatore, alla sfera politica, econo-mica, e sociale. La Giordania conta oggi circasei milioni di abitanti tra cui un numero impre-cisato (le stime variano di molto) di profughi pa-lestinesi ed anche iracheni, arrivati in tempi di-versi a seguito dei vari conflitti nella regione, eche costituiscono il nerbo della borghesia com-merciale e industriale. Ad essi si aggiungonocirca mezzo milione di immigrati provenienti dalvicino Egitto. L'economia del Paese è cresciu-ta, negli ultimi anni, a un tasso annuo del 5-6per cento destinato a restare positivo, sia pu-re su ritmo più contenuto, anche nel 2009, no-nostante la crisi.

Giordania, un mercato di nuove prospettive

Queste, almeno, le previsioni dei principaliorganismi economici internazionali. "Il Pae-se è indubbiamente avvantaggiato dal fattodi possedere infrastrutture di base efficien-ti, dai telefoni ai collegamenti aerei all'ac-coglienza, in un contesto urbano vivibile,ordinato e ben attrezzato. A ciò si aggiungeun sistema legale affidabile e stabile", so-stiene Fransoni che rileva ancora: "Unaparte significativa del merito è da attribuireanche al ruolo svolto da una monarchia for-temente orientata verso le riforme economi-che ed attenta a evitare disuguaglianze ec-cessive. Il re in Giordania non si limita a se-guire molto da vicino l'andamento e la ge-stione dell'economia del Paese, ma è prov-visto anche di una notevole competenza inmateria".

a pag. 2

Le Banche libanesi al riparo dalla crisi

pag 13

Infrastrutture efficienti, grandi progetti nelle energie rinnovabili, logistica, reti idriche.In aggiunta una forte vocazione ai servizi con particolare riguardo a turismo, sanitàe formazione universitaria. "Il Paese ha tutte le carte in regola per consolidare il suoruolo di hub tra la Regione del Golfo e i Paesi del Sud del Mediterraneo", sottolineal'Ambasciatore italiano ad Amman, Francesco Fransoni

BRASILE

Avanza l’alta velocitàRio-San Paolo

pag 15

AFGHANISTANKabul cerca partner pergas e petrolio

pag 17

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nell'area mediorientale e del Golfo so-no orientati oggi in questa direzione,ma la Giordania parte da una tradizioneconsolidata in almeno tre campi speci-fici: formazione universitaria, sanità eturismo. Infine il Paese è attrattivo an-che per le imprese industriali e com-merciali. "Sotto questo profilo la Gior-dania è da prendere in considerazionenon tanto (o non soltanto) per il suomercato interno, quanto per il suo cre-scente ruolo di hub regionale in direzio-ne di Egitto, Irak, Siria, Libano, Israelee Golfo, Arabia Saudita compresa", ri-leva Fransoni, con un'ulteriore carta dagiocare invece sulle lunghe distanze. IlPaese infatti è legato da un accordo dilibero scambio con gli Usa che rappre-senta un indubbio vantaggio competiti-vo per l'insediamento di attività produt-tive destinate a quel mercato.

dalla prima pagina

In ottobre re Abdullah II sarà in visita inItalia accompagnato da un'autorevoledelegazione di esponenti governativied economici, con un calendario di in-contri politici a Roma e una successivatappa a Milano dove invece si parleràsoprattutto di business. Sul tappeto di-versi temi importanti e anche significa-tive opportunità per le imprese italiane. La Giordania si appresta infatti a un ul-teriore salto qualitativo in direzionedella modernità con una serie di pro-getti di grande rilevanza nel settoredelle infrastrutture: sistemi idrici, ener-gia, trasporti. Un'intensa attività co-struttiva è in corso anche nelle grandicittà e nelle aree turistiche. Si aggiunge una radicata vocazione al-le attività nei servizi. Anche altri Paesi

Giordania, un mercato di nuove prospettive

DOSSIER PAESE

Abdullah II di Giordania con la regina Rania

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La Giordania importa il 96% dell'energiaprimaria che consuma. La bolletta ener-getica pari a circa 4 miliardi di dollari an-no, copre il 22 per cento del PIL. Non so-lo, ma la crescita dei consumi è signifi-cativa: solo per l'elettricità il dato annuoe' attorno al 7%. Per affrontare il proble-ma nel 2007 è stato insediato un Comi-tato strategico, presieduto dal PrincipeHamzah, con l'incarico di mettere a pun-to un programma a lungo termine. Con-testualmente è stato avviato l'aggiorna-mento delle leggi del Paese nel settoreminerario ed energetico. Le linee strate-giche individuate dal Comitato sono in-cardinate su tre pilastri principali: - sfruttamento delle ingenti risorse di ar-gilla petrolifera (oil shales);- sviluppo delle fonti di energia rinnovabi-le (eolico e solare);- lancio di un programma nucleare aduso civile.L'obiettivo proposto è di riuscire a coprireentro il 2020 con fonti interne una quotapari al 39% del fabbisogno.

Energie rinnovabili

Eolico e solare dovrebbero arrivare acoprire entro il 2020 una quota pari al10 cento del fabbisogno complessivo.Per sostenere gli investimenti nel set-tore è stato costituito anche un Fondodedicato, il Renewable EfficiencyFund. Nel settore eolico è già stato assegna-to un primo progetto per la costruzionedi una centrale da 40 MW ad Al Kam-shah, a nord di Amman. Altri impiantidovrebbero essere costruiti a Fujeij (anord di Shobak), nella valle del WadiAraba, a Tafileh (150 MW) e a Maan asud di Amman (100 MW). Le autorita' locali stanno inoltre condu-cendo, in collaborazione con la BancaMondiale, una ricognizione per identi-ficare ulteriori siti con le migliori carat-teristiche anemometriche. L'obiettivo èdi individuare almeno altri due campiciascuno con una potenzialità pari a300 MW.

Un ambizioso piano energeticoDOSSIER PAESE

Sono stati avviati i primi parchi eolici, ma la Giordania punta anche sulla filiera fotovoltaica, con un forte supporto governativo. Tra le promesse del futuro un posto in primo piano pertiene allo sfruttamento delle argille bituminose. Un accordo con Areva per l'estrazione di uranio dai giacimentilocali prelude alla costruzione della prima centrale nucleare

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Inoltre il Paese, in larga parte desertico,è particolarmente adatto alla produzionedi energia solare anche se attualmente icosti risultano più elevati di quelli della fi-liera eolica. In questo contesto, il Gover-no si è assunto l'impegno di sostenere leimprese straniere che intendono operarenel settore delle energie rinnovabili conuna serie di facilitazioni, quali l'assegna-zione dei terreni a condizioni agevolate,l'assunzione da parte dell'operatore pub-blico dei costi di connessione alla rete eil rimborso alle imprese della differenzafra il maggior costo dell'energia prodottacon impianti eolici e solari e quella pro-dotta con metodi convenzionali.

Argille bituminoseSecondo il Ministro giordano per l'E-nergia e le Risorse Minerali, il Paesedetiene le seconde riserve mondiali diargilla petrolifera a livello della superfi-cie, per un ammontare di 42 miliardi ditonnellate, cui si aggiunge una quantita'(ancora imprecisata) di riserve in profon-dita'. Secondo studi di fattibilita' affidatiad una societa' estone (l'Estonia ha ac-quisito una particolare expertise nel set-tore), entro il 2015 dovrebbe essere pos-sibile realizzare un impianto termoelettri-co con una potenza compresa tra i 600ed i 1000 megawatt.

Altre aziende, fra cui la francese Total, labrasiliana PetroBras, e diverse societa'russe, indiane e dei Paesi del Golfo, Ara-bia Saudita ed Emirati, avrebbero pre-sentato proposte per sfruttare le stesserisorse. Le riserve in profondita', invece,sono oggetto di una concessione del va-lore di 500 milioni di dollari, che sta peressere attribuita alla Shell. La multina-zionale anglo-olandese utilizzera' unatecnologia di conversione che prevede ilriscaldamento in loco dell'argilla petroli-fera per poi estrarre il petrolio a livellodel suolo.

Energia nucleareUn altro pilastro portante del pianoenergetico giordano e' lo sviluppo del-la filiera nucleare civile, che dovrebbecontribuire anche a fornire l'energianecessaria per la desalinizzazione del-l'acqua del Mar Rosso. Il Paese dispo-ne di ingenti risorse di uranio relativa-mente alle quali è stato già conclusoun contratto con il gruppo franceseAreva. Esso prevede la produzione aregime di 2mila tonnellate da giaci-menti localizzati nelle aree centrali delPaese. Le prospezioni sono appenastate avviate. Le riserve giordane sonostimate in 140mila tonnellate a cui siaggiungono quasi 60mila tonnellateestraibili dai giacimenti di fosfati.

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Un impianto di pompaggio acqua alimentato dall’energia eolica nel deserto della Giordania

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Queste almeno le valutazioni dellaJordan Phosphate Mines Company.Altri accordi sono stati raggiunti conoperatori britannici e cinesi. Nelle pa-role del Ministro Qteishat, il primoreattore dovrebbe essere operativoentro il 2018, ma non e' stata ancorapresa una decisione definitiva riguardoalla sua ubicazione (per quanto si par-li insistentemente di Aqaba), ne' ri-guardo alla potenza (che sara' fra i 700ed i 1600 MW). Sono in corso anchegli studi relativi alla modalita' di inter-connessione fra la futura centrale ato-mica e la rete elettrica nazionale. Trale tecnologie in fase di valutazione ol-tre a quelle proposte da Areva figuraanche il sistema Candu canadese.

Da segnalare che da due anni la Gior-dania fa parte della Global NuclearEnergy Partnership (GNEP) guidatadagli Stati Uniti per lo sfruttamento pa-cifico dell'energia nucleare.

Idrocarburi

British Petroleum e alcune compa-gnie americane stanno effettuando ri-cerche per l'individuazione di ulterioricampi di idrocarburi al confine con l'I-raq in un'area da cui, attualmente,vengono già estratti limitati quantitatividi gas naturale.

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Serbatoi di stoccaggio carburante nei pressi di Aqaba

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Il turismo è oggi la principale fonte diintroiti valutari e copre il 14 per centodel prodotto interno del Paese. Le ri-sorse sono rappresentate dallo straor-dinario patrimonio archeologico e pae-saggistico: Wadi Rum e le montagnedel deserto, la regione del Mar Morto,che, malgrado il nome, è un attrezza-tissimo centro termale e balneare (so-no presenti alcune delle maggiori cate-ne alberghiere internazionali) contor-nato da paesaggi di unica bellezza, lerovine romane di Petra, Gadara, Pellae Gerasa, i mosaici di Madaba, il Tea-tro romano di Amman, i castelli crocia-ti di Shobak e di Kerak, le fortezze mu-sulmane di Ajloun e del deserto versol'Irak. In generale, le Autorità giordanepuntano a sviluppare un turismo di fa-scia alta con insediamenti alberghieri eresidenziali-turistici di prestigio. In particolare, la limitata fascia costie-ra di cui dispone il Paese sul Mar Ros-so (27 chilometri in tutto, incluso il Por-to di Aqaba) è diventata recentementeoggetto di numerosi progetti turistico-residenziali. Il primo di questi, inaugu-rato nel 2008, è localizzato a Tala Bay,

a 14 chilometri da Aqaba, su un area di2,6 milioni di metri quadrati, inclusidue chilometri di spiaggia, comprendetre grandi alberghi, un campo da golf esei nuclei residenziali, ciascuno concentinaia di appartamenti.Nel 2008 il gruppo Condotte SpA diRoma si è aggiudicato la commessaper la realizzazione di un'operazioneanaloga (Ayala Oasis) che prevede lacostruzione di una marina, con attiguomolo di protezione e una rete internadi laghetti, piscine, campi da golf perun'estensione totale di 430 ettari. E'previsto l'insediamento di 3mila appar-tamenti e di 100mila m2 destinati adattività commerciali. L'importo dellaprima fase della commessa, dedicataalle opere infrastrutturali, ammonta acirca 165 milioni di euro. Ha puntatosul Mar Nero, invece, il gruppo Emaardel Dubai, che in marzo ha iniziato leprime consegne di un grande progettodi sviluppo immobiliare (Samara DeadSee Resort) suddiviso in due fasce re-sidenziali, una collinare e una costiera,e in un'area turistico alberghiera.

Turismo e sviluppo immobiliareDOSSIER PAESE

Gli sviluppi più consistenti sono in atto lungo la Costa del MarRosso e sul Mar Nero. Il gruppo Condotte sta realizzando ungrande complesso turistico-residenziale in prossimità di Aqaba

Petra - L’Ed Deir al tramonto

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Nel Paese operano anche numeroseaffiliazioni di università straniere. Laclassifica è guidata dalla FiladelfiaUniversity con quasi 9mila iscritti eun'ampia gamma di corsi di ingegne-ria, legge, farmacia, informatica, arte,legge, scienze amministrative. Sta assumendo un forte rilievo anchela German-Jordanian University rea-lizzata in collaborazione con il GermanAcademic Exchange Service (DAAD)con corsi di laurea in economia, inge-gneria (meccatronica, software, manu-tenzione, impiantistica), scienze idri-che e ambientali, chimica, ingegneriabiomedica. Ad Amman è insediata anche una sededel New York Institute of Technologymentre ad Aqaba dovrebbe diventareoperativa, dal prossimo anno, la Briti-sh University, affiliazione dell'Univer-sità di Coventry con corsi in ingegne-ria aerospaziale, management, scien-ze turistiche.

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In Giordania sono insediate dieci uni-versità statali e 15 private. Gli Ateneipiù noti sono la University of Jordan,l'Università di Yarmouk, la JordanUniversity of Science and Techno-logy e la Hashemite University. IlPaese attrae anche un consistente nu-mero di studenti stranieri. Erano oltre26mila nel 2006/2007 ma il numero è increscita. Di questi 6.200 erano palesti-nesi. Si calcola che circa un terzo dellapopolazione studentesca araba inIsraele studi in Giordania. Si aggiungo-no 2.900 studenti siriani, 2.700 sauditi,1.700 kuwaitiani, 1.700 omaniti, 1.400iracheni. Complessivamente la popola-zione universitaria giordana conta200mila iscritti ai diversi corsi di laurea,17mila che seguono programmi di ma-ster e 3mila che puntano a dottorato diricerca. Da rilevare che nelle universitàstatali soltanto il 23% dei costi è coper-to dal bilancio pubblico; il resto provie-ne dalle rette. Il numero medio dei do-centi è di 35 per ogni studente.

Un'offerta universitaria articolataDOSSIER PAESE

Nel Paese operano venticinque università che attraggono studenti da tutta la Regione mediorientale. Presenti anche diverse sedi locali di atenei statunitensi ed europei

Studenti dell’Università di Amman

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principalmente a causa dell’aumentodella temperatura globale e della co-struzione di una serie di dighe sul fiumeGiordano, suo unico immissaro. Gliesperti calcolano che se non si inter-verrà entro 25 anni i danni all'ambientepotrebbero diventare irreversibili. Il piano prevede anche la desalinizza-zione delle acque dirottate dal mare, adattenuare il problema dell'approvvigio-namento idrico della Regione in cui ladisponibilità pro-capite non supera i500 metri cubi annui. Parte dell'energianecessaria potrebbe essere prodottada una centrale idroelettrica in grado disfruttare il dislivello delle acque. Glistudi per la realizzazione del progettosono finanziati da Francia, Stati Uniti,Giappone, Olanda, Grecia e Italia perun totale di circa 15 milioni di dollari.

La Giordania, insieme a Israele e allaAutorita' Nazionale Palestinese, è im-pegnata nel Red Sea - Dead Sea Con-veyor Project, uno dei più grandi pro-getti ingegneristici del medio Oriente,lanciato nel marzo del 2003 in occasio-ne del Summit di Johannesburg sullosviluppo sostenibile e sponsorizzatodalla Banca Mondiale. Esso prevede lacostruzione di un sistema di condotteper far confluire le acque del Mar Ros-so nel bacino chiuso del Mar Morto, chegiace a una profondità di 400 metri sot-to il livello del mare. Il progetto ha unavalenza ambientale, idrica ed energeti-ca. Il livello delle acque del Mar Morto,costeggiato da importanti insediamentituristici e residenziali, è in costante de-clino. Il fenomeno ha subito una fortissi-ma accelerazione negli ultimi 30 anni,

Il canale Mar Rosso Mar MortoDOSSIER PAESE

Il progetto è sponsorizzato dalla Banca Mondiale e dovrebbe contribuire a risolvere anche i problemi di approvvigionamento idrico della Regione

Il piccolo bacino in basso al centro della foto satellitareè il Mar Morto, quello grande in alto -in realtà a sud - il Mar Rosso. Come sipuò osservare, l’ipotesi della costruzione di un canale trova appoggio nella conformazione del terreno

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Il Ministero dei Trasporti giordanoha però commissionato a un consorziointernazionale l'elaborazione di un am-bizioso programma per complessivi1.600 chilometri, che si articola in trefasi. Una prima tranche prevede la ria-bilitazione della rete esistente inclusala linea Amman-Zarka in direzione diDamasco. Sarebbe seguita dal rad-doppio di alcune linee e infine dallarealizzazione di nuove tratte che colle-gherebbero il nuovo porto di Aqabacon le miniere di Shidiya e la capitaleAmman con Irak e Siria. Il costo com-plessivo dei diversi interventi sarebbe,secondo una prima stima, di 4,2 miliar-di di euro, di cui 2,8 per le infrastruttu-re di base e il restante per il materialerotabile e le infrastrutture di manuten-zione. Le modalita' di copertura finan-ziaria non sono ancora state definite. Ilpiano ferroviario consentirebbe di con-solidare il ruolo del porto di Aqaba co-me hub regionale in direzione di ArabiaSaudita, Siria e Irak.

Negli ultimi vent'anni il traffico merci sulterritorio giordano è più che triplicato.In particolare il porto di Aqaba, a segui-to della guerra in Iraq, ha attratto in-genti flussi commerciali diretti in prece-denza al porto di Bassora, che si sonoriversati prevalentemente su stradacon conseguenze negative in termini ditraffico, inquinamento e costi. Attual-mente, su circa 20 milioni di tonnellatedi merci annue movimentate nel Pae-se, solo il 15-20% è trasportato su ro-taia. L'attuale rete ferroviaria giordana,utilizzata prevalentemente per il tra-sporto merci, si snoda sulla direttricenord-sud lungo l'asse Mafraq-Zarqa-Amman-Aqaba. E' lunga 620 km ed e'assegnata a due differenti concessio-nari. Un primo tratto di 328 km (di cui111 km abbandonati) è gestito da Jor-dan Hedjaz Railway, il secondo di 293km è gestito da Aqaba Railway ed èutilizzato prevalentemente per il tra-sporto di fosfati e potassio dalle minie-re di Hassa e Abiad al porto di Aqaba.

Più rotaia per decongestionarele strade dal traffico merci

DOSSIER PAESE

Per gestire un traffico merci in forte aumento, grazie anche alruolo strategico del Porto di Aqaba, è allo studio un massicciopiano di potenziamento della rete ferroviaria e di riabilitazionedelle tratte esistenti, con investimenti per oltre 4 miliardi di dollari

Veduta aerea di Aqaba

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Il punto di forza è rappresentato dalladisponibilità di posti letto (il tasso di oc-cupazione ospedaliera attorno al 65%)e di personale medico. Nel Paese operano quattro facoltàmediche (Jordan University ofScience and Technology a Ramtha,University of Jordan ad Amman, Ha-shemite University a Zarqa e MutahUniversity ad Al Karak). Non solo, mamolti medici giordani hanno un'espe-rienza internazionale in quanto hannostudiato e operato all'estero. I costi peri trattamenti non sono alti. Un'operazio-ne a cuore aperto in Giordania (la pri-ma, effettuata presso l'ospedale milita-re di Amman, risale al 1985) oggi costaattorno ai 15mila dollari rispetto a unacifra superiore di almeno sei volte inUsa. Non stupisce quindi che tra i ''turi-sti della salute' arrivati nel Paese lestatistiche includano anche 2mila citta-dini statunitensi.

Con 47 ospedali pubblici e 54 cliniche oospedali privati la Giordania è al centrodi un'intensa attività di cosidetto "turi-smo ospedaliero" (health tourism). Sicolloca al decimo posto nella classificaper questo tipo di attività stilata dallaBanca Mondiale e al primo posto nelmondo arabo. Da rilevare anche che al-cuni ospedali di Amman sono accredita-ti per operare secondo gli standard del-la Joint Commission internazionale,incluso il King Hussein Cancer Centerspecializzato nella cura dei tumori.Le statistiche arrivano con molto ritardoma gli ultimi dati disponibili (2006) par-lano di oltre 130 mila pazienti di cui45mila iracheni, 25mila palestinesi edaltrettanti sudanesi, in aggiunta a pa-zienti libici, algerini, siriani e dello Ye-men. I trattamenti più richiesti: malattiecardiovascolari, epatologia, cure oftal-miche, fertilizzazione in vitro, neurochi-rurgia, chirurgia plastica.

Una rete ospedaliera di rilevanza regionale

DOSSIER PAESE

Con oltre cento ospedali pubblici e privati e quattro facoltà dimedicina la Giordania è il principale polo di 'turismo sanitario' di tutto il mondo arabo. Ricadute anche sul settore farmaceutico

Amman - Il King Hussein Cancer Center

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Il settore è esposto anche a un'attivitàdi controllo da parte governativa sullabase di una legge di tutela della sanitàpubblica, che ha portato nel 2008/2009alla chiusura di diversi centri e di dueospedali. Sia la Banca Mondiale che l'AgenziaUsAid sono coinvolte in un'attività dimonitoraggio dell'offerta ospedalieradel Paese, in accordo con gli operatorilocali, inclusa la Private Hospital As-sociation che raggruppa gli ospedaliprivati di maggiore prestigio. L'attivitàsanitaria che copre una quota pari al10% del PIL, inusualmente alta per unPaese a medio reddito, ha dato vita an-che a un indotto farmaceutico non tra-scurabile. L'80% dei farmaci è importa-to ma in Giordania operano anche al-cune aziende farmaceutiche di mediedimensioni. La classifica è guidata dal-la Hikma, quotata sul listino di Londra,con un fatturato annuo di circa 600 mi-

lioni di dollari, seguita dalla Al Dawa eda altri gruppi minori. Una buona quota della popolazione(circa l'86%) è coperta da assicurazio-ne medica e il Governo di Amman pun-ta a raggiungere la copertura totale en-tro il 2012. Da rilevare che la Fondazione per ilMediterraneo (MedChild) di Genova,ha elevato a proprio quartier generaleper l'intera regione la sua sede di Am-man, e nel gennaio di quest'anno haavviato un progetto di intervento a fa-vore dei bambini e delle famiglie pale-stinesi, da sviluppare nella striscia diGaza, nella West Bank e nei campi pro-fughi in Giordania. Inoltre, anche quest'anno OperationSmile Italia si è recata in Giordania peril decimo anno consecutivo, curandooltre 120 bambini con gravi malforma-zioni del volto, provenienti anche daiPaesi vicini.

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Zarqa - La Hashemite University ospita uno dei migliori ospedali della Giordania

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razionale e impostato su qualificate areedi sviluppo immobiliare, basate su det-tagliati piani di intervento (masterplan).L'operazione più impegnativa, già in fa-se di realizzazione, è il nuovo polo ur-banistico di Abdali, nel cuore della città.Sorge su un'area di quasi 400mila m2.Prevede l'edificazione di 1,7 milioni dim3 di edifici a destinazione residenziale(740mila m2), commerciale (320mila m2),uffici (519mila m2) e alberghiera (173mi-la m2). Il completamento è previsto indue fasi successive. Altri progetti urba-ni su larga scala in fase di progettazio-ne e/o di decollo sono Central Parkway,Amman Northern Gateway e AmmanSouthern Gateway, lungo la strada perl'aeroporto.In parallelo procede l'edificazione dinuovi centri residenziali protetti (cosid-dette gated communities) in periferia.Una delle prime è l' Andalusia Village, a24 chilometri dal centro con oltre 600villette su uno o due piani. Lungo lastrada per il Mar Morto sorge il RoyalVillage con oltre un miglio di abitazionidi lusso finanziato con capitali delKuwait. Sempre sulla stessa direttricesta sorgendo il nuovo Green Village,che per la verità di verde non ha molto.Sorge su un'area di oltre un milioni dim2 e prevede uno sviluppo in due fasila prima delle quali già in fase di com-mercializzazione, con la costruzione dicirca 500 abitazioni di diversa taglia.

I due grandi grattacieli di 44 piani per180 metri in altezza, non ancora com-pletati, del cosiddetto progetto JordanGate realizzati con capitali del Bahreine del Kuwait su una collina nel centro diAmman, sono diventati, almeno per ora,il simbolo del rinnovamento urbanisticodella capitale giordana. Come quasi tut-te le città mediorientali, Amman ha avu-to in questi anni un vigoroso sviluppoedilizio. La Municipalità è quindi recen-temente intervenuta, proponendo unprogramma di crescita urbanistica piu'

Amman: cantieri aperti per la città del futuro

DOSSIER PAESE

Dopo i grattacieli del Jordan Gate è avviata la costruzione della nuova city di Abdali in pieno centro. Mentre in periferia prolifera la costruzione di nuovi quartieri residenziali

Le torri del Jordan Gate di Amman in un rendering

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commerciali di acquisire partecipazioniin fondi stranieri. Gli istituti di creditodel Paese non hanno quindi soffertodella crisi subprime. In cambio hannopotuto avvantaggiarsi di un consisten-te afflusso di liquidità dall'estero(+37% su base annua).Contribuisce anche il rientro di capitalidetenuti da cittadini libanesi residentiall'estero. Molti infatti, in un contesto diturbolenze dei mercati finanziari mon-diali, hanno preferito riportare i soldi acasa dove le banche sono ritenute piùaffidabili.

Il 2008 si è chiuso positivamente per ilsistema bancario libanese, che nonsembra subire i contraccolpi della crisifinanziaria e anche l'inizio del 2009 re-gistra un'attività in crescita, sia pure sulivelli più contenuti. Audi, Byblos eBlom, le tre principali banche libanesi,hanno chiuso l'esercizio con profitticumulati pari a 613 milioni di dollari,corrispondenti a un aumento medioannuo superiore al 22 per cento. I ri-sultati sono in parte imputabili all'ap-proccio conservatore del sistema ban-cario libanese che vieta alle banche

Beirut - Il Gran Serraglio

Le Banche libanesi al riparo dalla crisiMEDIO ORIENTE

Grazie a un forte rientro di capitali, la piazze finanziaria di Beirutè in controtendenza sul resto del mondo arabo. La Banca centrale cerca di cogliere l'opportunità per rilanciaregli investimenti

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Dollarizzazione in regresso

A fine marzo gli asset delle banchecommerciali libanesi ammontavano acirca 98 miliardi di dollari, con un au-mento del 3,5% dall'inizio dell'anno edel 15% dal marzo 2008. Il capitaleaggregato degli istituti di credito era dioltre 7 miliardi di dollari.Un segnale di fiducia è anche la dimi-nuita 'dollarizzazione' dei depositi. Laquota dei depositi in valuta è infattiscesa al 67% con una diminuzione del9% su base annua. In pratica tuttol'aumento dei depositi si è concentratosulla valuta locale. Il tasso di cambiosul dollaro si è mantenuto stabile, pre-miando quindi chi ha scelto la divisalocale. Attualmente i depositi in dollarisono remunerati con il 4% e quelli insterline libanesi all'8%. I tassi attivi indollari sono attorno al 7,5% e in valu-ta locale attorno al 10%. La Banca Centrale sta cercando di co-gliere le opportunità derivanti da que-sto afflusso di risparmio per convo-gliarlo verso investimenti produttivi nel

Paese. Obiettivo tanto più auspicabilein quanto il Libano dovrà assorbire ilrientro in patria di numerosi lavoratorilibanesi impiegati nel Golfo. L'Istitutodi emissione ha quindi eliminato i vin-coli di riserva delle banche per alcunispecifici tipi di prestiti e introdotto mec-canismi di sovvenzione sugli interessiper prestiti destinati ad investimentiproduttivi. Resta invece il tetto imposto alle ban-che commerciali per gli investimentinel settore immobiliare. Il Libano inten-de infatti tenersi al riparo dalla bollaspeculativa che ha investito anche iPaesi del Golfo. E' da sottolineareperò che più del 50% dei prestiti ero-gati delle banche libanesi sono desti-nati al finanziamento del debito stata-le: sono circa 25 miliardi di dollari.Complessivamente il debito pubblicolibanese ammonta a 48 miliardi di dol-lari: il 55% in valuta locale e il resto invaluta estera.

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L'Autorità del Porto di Beirut ha lanciatola gara relativa all'ampliamento dello sca-lo portuale. Il nuovo progetto, varato peraffrontare la rapida crescita del traffico dicontainer in transito e la carenza dispazio per lo stoccaggiodelle merci, avrà uncosto di circa 120 milio-ni di dollari e sarà total-mente finanziato dal-l'Autorità Portuale. Ilnuovo molo dovrebbeavere una lunghezza dai

600 ai 1.200 metri e occupare, con l'areadi servizio retrostante, una superficie

complessiva di 140mila m2recuperati dal mare. Laprofondità prevista del baci-no è di oltre 17 metri. L'in-tervento consentirà di au-mentare la capacità di ac-coglienza annua del por-to container di circa 450mila unità a partire dal2012.

Avviata la gara per l’ampliamento del porto di Beirut

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Tempi e tracciato Il percorso di circa 530 km, dovrebbeincludere le seguenti stazioni: Campi-nas Centro, Campinas – aeroporto (Vi-racopos), San Paolo centro, San Paolo– aeroporto (Guarulhos), San Jose' deCampos, una località fluviale da indivi-duare tra Resende, Volta Redonda oBarra Mansa, Rio de Janeiro aeroporto(Galeao), Rio de Janeiro centro. Tra Rioe San Paolo il viaggio durerebbe un’orae 25 minuti rispetto alle attuali sei ore(in condizioni favorevoli di traffico) delviaggio in auto.

PromotoriPer la modalità di esecuzione viene pro-posto un partenariato pubblico-privatoche includa sia la concessione dellosfruttamento della linea a una societàprivata sia una partecipazione finanziaria

In Brasile è stato completato il rapportotecnico sul collegamento ferroviario adalta velocità (oltre 285 chilometri ora)tra San Paolo e Rio de Janeiro, com-missionato alla società di progettazionebritannica Halcrow dalla Inter-Ameri-can Development Bank e dal BancoNacional de Desenvolvimento Econo-mico e Social. Queste le principali con-clusioni dello studio:

Costi Per pareggiare i costi, il collegamentodovrà essere dimensionato su un volu-me di 8-10 milioni di passeggeri all'an-no o 22-27 mila al giorno, che equival-gono a più del doppio del traffico pas-seggeri registrato sulla tratta aereaRio-San Paolo nel corso del 2008. Maci sono anche sei milioni di persone al-l’anno che invece effettuano il viaggioin auto.

Avanza l’alta velocità Rio - San PaoloL’obiettivo è di raccogliere 8-10 milioni di passeggeri anno su unpercorso di 530 chilometri. Possibile anche una partecipazioneitaliana. Ulteriori corridoi ad alta velocità potrebbero collegareSan Paolo con lo Stato di Paranà e con Belo Horizonte

TRASPORTI

San Paolo - La stazione ferroviaria

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del governo attraverso il Banco Nacio-nal de Desenvolvimento Economico eSocial e/o fondi pensione statali.

TimingTra i criteri per l'affidamento dell'opera unrilievo particolare dovrebbe essere asse-gnato alla rapidità di esecuzione, oltreche al prezzo, nell'auspicio di poter di-sporre del collegamento ad alta velocitàin tempo per i mondiali di calcio del 2014,almeno per quanto riguarda il tratto nelloStato di San Paolo, definito meno proble-matico dal punto di vista ingegneristico. Ilministro dei Trasporti, Alfredo Nasci-mento, ha confermato l’intenzione di av-viare il prima possibile la raccolta di ma-nifestazioni di interesse da parte delle im-prese interessate alla costruzione chedovrebbe richiedere circa cinque anni.

Know howCondizione per l'affidamento del pro-getto a un consorzio straniero è la ces-sione di tecnologia in vista della realiz-zazione, da parte di produttori locali, difuture tratte ad alta velocità.

Timing Secondo il parere degli esperti in realtà,anche in Brasile, la filiera dei biocarbu-ranti deve ancora fare progressi nelcampo della uniformazione delle materieprime agricole, standardizzazione deiprocessi di trasformazione industriale,tracciabilità e certificazione di compatibi-lità ambientale del prodotto finale.

Budget Il valore del progetto viene stimato in cir-ca 11 miliardi di dollari per la tratta San

Paolo - Rio e in almeno altri 500 milioniper il prolungamento fino a Campinas, dicui 75% per le opere civili e 25% perequipaggiamenti ferroviari e tecnologia.

Prossime tappeLo studio diventerà disponibile nelleprossime settimane per una consulta-zione da parte della società civile edelle imprese interessate all'esecuzio-ne dell'opera. A tale fase seguirà la de-finizione del bando di gara, il cui varodovrebbe avere luogo nel secondo se-mestre dell'anno, una volta ottenuto ilvia libera dalla Corte dei Conti brasilia-na. La stampa riferisce infine che alme-no sei gruppi internazionali avrebberogià manifestato interesse al progetto.Sono Alsthom, Siemens, Mistui incollaborazione con Mitsubishi, Kawa-saki e Toshiba, China Railway Mate-rials, Rotten in collaborazione conHyundai e Samsung, Ansaldo Bre-da/FS.

Altri progettiIn parallelo con l’alta velocità Rio – SanPaolo procede il progetto di un collega-mento, sempre ad alta velocità, di 410chilometri, già in fase di studio, tra SanPaolo a Curitiba (Stato di Paranà) unatratta percorsa annualmente da otto mi-lioni di persone su cui avvengono oltremille incidenti stradali gravi ogni anno,che richiede oltre sette ore di percorren-za in auto rispetto alle due ore e mezzapreviste con l’alta velocità. Il terzo corri-doio allo studio prevede invece un colle-gamento ad alta velocità tra Rio e BeloHorizonte.

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Veduta aerea di Curitiba, altra località per la quale è allo studio un progetto di collegamento ferroviario Tav

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Il Ministero delle Miniere afgano ha lan-ciato un'offerta pubblica di prequalifica-zione per l'aggiudicazione dei diritti diesplorazione, sviluppo e produzione diidrocarburi in tre aree nel nord dell'Af-ghanistan: Jangalikalan (gas), Juma-Ba-shikurd (gas) e Kashkari (petrolio). I bloc-chi individuati si trovano nei due bacini diAmu Darya, al confine con il Turkmeni-stan e nel bacino Afghano-Tajiko. Al finedi illustrare il potenziale delle aree offer-te, il Ministero delle Miniere, con il sup-porto tecnico dell'Agenzia nazionale nor-vegese per la cooperazione allo sviluppo(NORAD), ha organizzato un road-showcon tappe: a Dubai, Londra, Calgary,Houston, Singapore che ha raccolto, so-prattutto a Londra, un vasto pubblico dioperatori interessati. I contratti propostiprevedono otto anni di tempo per comple-tare l’attività esplorativa e una concessio-ne venticinquennale con una ripartizionedella produzione al 50% in fase di recu-pero costi e al 30% per i quantitativi ec-cedenti. Maggiori informazioni sono di-sponibili sul sito www.afghanistanpetro-leum.com e www.mom.gov.af. Per esse-re ammessi alla pre-qualificazione, gli of-ferenti devono sottoporre una manifesta-zione di interesse entro il 15 giugno 2009.

Potenziale ancora inesplorato

La reale portata dei giacimenti di gas na-turale e di petrolio afghani non è ancorapienamente definita. Le prospezioni ef-fettuate dai sovietici negli anni '70 e '80avevano stimato la presenza di 170 mi-liardi di metri cubici di gas naturale, di cuisolo una parte effettivamente individuata.

Queste stime, grazie a più recenti indagi-ni effettuate dall'Istituto americano di ri-cerche geologiche USGS sono risultatenotevolmente più consistenti. La societàdi consulenza Quijano of Gaffney Cline& Associates che in questa fase suppor-ta il Governo afghano, rileva che il gaspotrebbe facilmente essere esportato indirezione di Pakistan e India con il riplan-cio del progetto promosso dalla BancaAsiatica di sviluppo che prevede un col-legamento via tubo dei giacimenti turk-meni sul Caspio con il Subcontinente in-diano, attraverso l’Afghanistan.

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Panorama di Kabul

Kabul cerca partner per gas e petrolioIl Governo afgano ha lanciato un bando di gara per esplorazionedi idrocarburi in tre aree del Nord del Paese. Possibile un collegamento con il gasdotto che dovrebbe portareil gas dal Turkmenistan in direzione di India e Pakistan

ENERGIA

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Una piantagione di canna da zucchero

riali di fabbricazione indiana. L'accordoraggiunto tra la Export-Import Bank of Indiaed il locale Governo prevede che il creditosarà rimesso entro 20 anni ad un tassod'interesse pari all'1,75 per cento.

EDILIZIA E COSTRUZIONI

Libano: al via gare d'appaltoper sistemi idrici e fognari

Entro la fine del 2009 è previsto in Libano,il lancio di due gare d'appalto per la rea-lizzazione di opere idrico-fognarie nellaregione di Byblos-Jbeil (Monte Libano),finanziate dal Governo italiano con un cre-dito d'aiuto dell'ammontare di circa 39 mi-lioni euro. Le gare saranno aperte soltantoa imprese e/o consorzi di imprese italiane.Riguardano sia l'esecuzione dei lavori, siala supervisione degli stessi. Includono il si-stema idrico e fognario nella regione di By-blos, l' impianto di depurazione di Qartabae relativi collettori fognari.

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AGROALIMENTARE Etiopia: quintuplicherà la produzione di zucchero

Il Ministero delle Finanze e dello Svilup-po Economico etiope ha attivato i finan-ziamenti per la realizzazione di diversi nuo-vi zuccherifici e per l'ammodernamento diquelli già esistenti con l'obiettivo di quintu-plicare la produzione di zucchero entro iprossimi cinque anni. Gli stabilimenti, a la-vori ultimati, dovrebbero produrre oltre 1,5milioni di tonnellate di zucchero all'annocontro le attuali 280-300 mila tonnellatecoprendo la domanda interna e incremen-tando le esportazioni. Il progetto più consi-stente riguarda la realizzazione di uno zuc-cherificio a Tendano, che dovrebbe costarecirca 647 milioni di dollari Usa. È previstaanche la costruzione di una diga con capa-cità pari a 1,8 miliardi di m3 d'acqua. I pro-getti di ampliamento degli zuccherifici esi-stenti di Wonji/Shoa, Finchaa e Metaraprevedono invece investimenti pari rispetti-vamente a 262, 338 e 286 milioni di dolla-ri. La Export-Import Bank of India haconcesso al Governo un finanziamento per680 milioni USA che sarà erogato entro iprossimi cinque anni, a patto che l'85% delcredito sia utilizzato per l'acquisto di mate-

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Cina: AM Progetti realizzeràGuangdong Plastic Exchange

Lo studio di architettura italiano AM Pro-getti in collaborazione con la SouthChina University of Technology(SCUT) si è aggiudicato l'incarico per laprogettazione del Guangdong PlasticsExchange (GDPE) che aspira a diventa-re la principale Borsa dei materiali pla-stici al mondo. Il progetto, realizzatodall'architetto italiano Joseph Di Pa-squale, ha un valore complessivo di cir-ca 100 milioni di euro e prevede la rea-lizzazione di un complesso di edifici, ilprincipale dei quali sarà la sede vera epropria della Borsa. Dovrebbe essereultimato entro la fine del 2010 in occa-sione dei Giochi Asiatici che sarannoospitati a Canton. È prevista anche larealizzazione di un museo sulla storiadella materia plastica e del design appli-cato che potrebbe essere realizzato incollaborazione con l'Italia. AM Progetticurerà il progetto architettonico e assi-sterà, in fase di esecuzione, lo SCUT, acui saranno demandati il progetto ese-cutivo e la direzione dei lavori. SouthChina University of Technology è il prin-cipale ateneo scientifico del sud dellaCina. L'aggiudicazione del progetto sicolloca nella scia del partenariato terri-toriale avviato tra l'Italia e il Guangdongnel campo dell'architettura e del design,con specifico riguardo alla qualità urba-na. L'accordo ha dato luogo nel dicem-bre 2008 a un protocollo d’intesa tra ilDipartimento delle Costruzioni dellaProvincia del Guangdong e il Presi-dente della Conferenza Nazionale deiPresidi delle Facoltà di Architettura,Lucio Barbera, in materia di pianifica-zione urbana e sviluppo urbano sosteni-bile del Guangdong.

ENERGIA

Slovacchia: SPP investirà200mln Usd nella rete gasdotti

Il gruppo slovacco Slovensky Plynaren-sky Priemysel (SPP) investirà circa 200milioni di euro nel corso del 2009 per mi-gliorare la rete di trasporto e distribuzio-ne di gas naturale nel Paese. La Slovac-chia è tuttora il principale hub di transitodel gas russo diretto in Nordeuropea.L'attività di trasporto su lunga distanza èsvolta dalla controllata Eurostream, conuna capacità di trasporto annua pari a 90miliardi di m3. Nel 2008 ha vettoriato 74miliardi di m3, pari a circa il 20% dei con-sumi complessivi di gas della UE produ-cendo un utile di 85 milioni di euro. Ilpunto di ingresso della rete di trasportoEurostream è localizzato a Velke Kapu-sany, alla frontiera con l'Ucraina, conpunti di uscita a Baumgarten al confinecon l'Austria (e di qui in Italia e Germa-nia) e a Lanhot nella Repubblica Ceca(con proseguimento in Germania e Polo-nia). Nel 2009 Eurostream prevede di in-vestire 75 milioni di euro. L'obiettivo è dipotenziare i collegamenti in direzione diAustria, Repubblica Ceca e Ungheria.Sulla rete di trasporto slovacca dovrebbeconfluire anche, attraverso l'Ungheria,una parte del GNL (gas naturale liquefat-to) importato via nave da Libia, Algeria eQatar e rigassificato in Croazia attraver-so un terminale con una capacità pari a10 miliardi di m3-anno (progetto Adria)che dovrebbe sorgere a Omisalj sull'iso-la di Krk. L'investimento previsto è di 800milioni di euro. In gennaio il Primo Mini-stro croato Sanaver ha dichiarato di vo-ler dare un rapido avvio alla realizzazio-ne del progetto che però incontra resi-stenze da parte di organizzazioni ecolo-giste e per il quale è atteso lo studio diimpatto ambientale.

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Turchia: previsti nuovi centri di stoccagio GNL

Il Governo di Ankara intende costruzio-ne un quarto centro di stoccaggio per gasnaturale liquefatto (GNL) nell'area di Mar-mara con una capacità pari a 160mila m3.Il primo e più importante centro GNL -uti-lizzato come riserva strategica - si trova aTekirdag non lontano da Istanbul ed è ge-stito dalla BOTAS (The Turkish PipelineCorporation). Nel medio periodo, il Go-verno prevede la costruzione di altri im-pianti di stoccaggio nell'area di Konya(Lago di Tuz) ed a Ceyhan (Mar Egeo)che sta diventando un vero e proprio hubper lo smistamento di idrocarburi. L'obiet-tivo è di raggiungere una capacità di stoc-caggio pari a 500mila m3 in diverse areedel Paese, allo scopo di sostenere even-tuali emergenze derivanti da carenzetemporanee o crisi energetiche di rilevan-za politica. Attualmente il GNL importatodalla Nigeria e dall'Algeria copre circa il15% del fabbisogno di gas naturale delPaese. Gli impianti di rigassificazione so-no localizzati a Istanbul ed Izmir. Il restodel gas naturale viene importato da Rus-sia e in minore misura dall' Iran.

Turchia: al via due nuove cessioni di reti elettriche

OIB, l'Amministrazione delle Priva-tizzazioni, ha annunciato l'imminentemessa in vendita di due reti elettriche:Osmangazi nell'Ovest turco e Çoruhnel Nordest del Paese. Quest'ultima,fornisce elettricità a 927.000 clientinelle province di Trabzon, Artvin, Gire-sun, Gumushane e Rize mentre laOsmangazi serve 1.16 millioni di clien-ti tra Eskisehir, Afyon, Bilecik, Kutahyae Usak. Ankara ha privatizzato nel2008 quattro reti di distribuzione perun valore di 2,4 miliardi di dollari epunta di vendere le restanti 16. La ces-sione, promossa anche dalle richiestedel Fondo Monetario Internazionale,mira a diminuire la presenza pubblicanel settore. Attualmente lo Stato con-trolla l'80% della produzione e distribu-zione di energia elettrica.

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Asia minore - i principali gas e oleodotti della regione

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Australia: NSW privatizzeràparti del sistema elettrico

Il Governo dello Stato australiano delNew South Wales ha messo a puntoun nuovo piano di parziale privatizza-zione del settore energetico. Rispettoalla bozza precedente non prevede piùla cessione delle centrali elettriche. Leazioni previste sono invece le seguenti: - cessione al settore privato della com-mercializzazione dell'energia generatanelle centrali già esistenti, che riman-gono di proprietà dello Stato (secondoil modello 'Gentrader');- privatizzazione delle imprese pubbli-che di distribuzione dell'energia;- vendita dei siti individuati per la co-struzione di nuove centrali elettriche,da realizzarsi con capitali privati;- mantenimento della proprietà pubbli-ca dell'infrastruttura materiale della re-te di distribuzione.

Panama: presentatoil nuovo piano energetico

La Segreteria Nazionale dell'Energiadi Panama ha presentato il PianoEnergetico Nazionale per il periodo2009-2023. Nel Piano sono previsti in-vestimenti per 2.327 milioni di dollari,di cui 1.161 milioni per centrali elettri-che, 158milioni per linee di trasmissio-ne, 581,8 milioni per reti di distribuzio-ne, 203,5 milioni per sistemi di inter-connessioni e 222,7 milioni per la filie-ra dei biocombustibili.

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Sydney - La sede del Parlamento del New South Wales. Lo sta-to è il più popoloso del Paese e si trova a Sud Est, tra Queen-sland e Victoria. La capitale è Sydney

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Portogallo: Rave lancia bandodi gara per alta velocità

Rede Ferroviaria de Alta Velocidade(RAVE), la società investita del compitodi realizzare la rete ferroviaria ad alta ve-locità portoghese, ha lanciato il bando digara per la realizzazione e la gestionequarantennale della tratta Lisbona-Poi-cerao (34 km), la cui conclusione è previ-sta per il 2013. È il secondo segmento interritorio portoghese del nuovo asse fer-roviario per il collegamento ad alta velo-cità tra Lisbona e Madrid (TGV), indicatodalla Commissione Europea tra le retidi rilevanza transeuropea. Per la tratta Li-sbona-Poceirao, l'investimento globaleprevisto è di 1.928 milioni di euro di cui1.295 mln per la sola realizzazione delterzo ponte. La quota di fondi comunitariche verrà utilizzata ammonta a 230 mlndi euro, di cui 171 provenienti da Fondi dicoesione (attraverso il ProgrammaQREN 2007/2013) e la restante parteproveniente dal Programma pluriennaledella rete di trasporti transeuropea finan-ziato dalla BEI. Il terzo ponte di attraver-samento del bacino del fiume Tejo, nell'a-rea metropolitana di Lisbona verrà loca-lizzato nel tratto Chelas/Barreiro. Avràuna lunghezza complessiva di 13 km,

sette dei quali correranno sul bacino delTejo. Disporrà di una linea a doppio bina-rio che consentirà una velocità di percor-renza fino a 200 km/ora, di una linea adaltrettanti binari per il trasporto ferroviariolocale e di due carreggiate laterali a duecorsie ciascuna per il traffico degli auto-veicoli. Sarà utilizzato anche per il colle-gamento ferroviario e stradale con il nuo-vo hub aeroportuale che verrà realizzatonell'area di Alcochete.Sotto il profilo procedurale, verrà utilizza-ta la medesima formula utilizzata per ilbando relativo alla realizzazione dellatratta Caia-Poicerao. Alla scadenza deltermine di presentazione delle candidatu-re, fissato per il 31 luglio, la commissionegiudicatrice nominata dal Ministero del-le Opere Pubbliche (MOPTC) esami-nerà le diverse proposte per poi avviareuno specifico negoziato con le imprese oi consorzi classificatisi con i punteggi piùelevati. La cantierizzazione delle opere èprevista entro la fine del 2010. Una voltaoperativo, il tracciato ferroviario ad altavelocità consentirà di percorrere i 650 kmtra Lisbona e Madrid in due ore e 45 mi-nuti, e di collegare in 30 minuti Lisbonaad Evora. Entro il prossimo luglio dovreb-be essere lanciato anche il bando di ga-ra relativo al materiale rotabile (circa 21treni) che circolerà sulle linee ferroviariead alta velocità del Portogallo.

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Lisbona - Un treno

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Messico: riparte la gara per lestrade Pacifico-Centro Norte

La Secretaría de Comunicaciones yTransportes (STC) del Messico ha rilan-ciato la licitazione pubblica per il cosid-detto pacchetto "Pacifico Centro-Norte".La licitazione comprende la manutenzio-ne di due autostrade già esistenti (Maza-tlan-Culiacan e San Jose'-Los Cabos),nonchè la costruzione di tre nuove opere:gli svincoli di Mazatlan e Culiacan ed ilcosiddetto "Corredor Turistico" di Los Ca-bos. Restano per il momento escluse dalpacchetto l'autostrada Guadalajara Te-pic, vari svincoli ed i tratti autostradali Ja-la-Compostela e Compostela-Puerto Val-larta. La presentazione delle propostetecniche ed economiche è fissata per il10 luglio; il 4 agosto si dovrebbe infineconoscere il nome dell'impresa vincitricedella gara.

METALLURGIA

Il Cile cresce nel settore metalli

Nel 2008, secondo il rapporto annualerealizzato dal Metals Economic Group(MEG) il Cile si posiziona al settimo po-sto nella classifica mondiale degli investi-menti nel settore minerario.Secondo il MEG nel 2008 sono stati in-vestiti oltre 13.200 milioni di dollari a li-vello mondiale in esplorazioni minera-rie. La classifica vede al primo posto ilCanada con il 19% dell'ammontare to-tale, seguito da Australia (14%), StatiUniti (7%), Messico (6%), Perù e Rus-sia (5%) e infine Cile (4%). A livello re-gionale, l'America Latina si posiziona alprimo posto del ranking con il 25% de-gli investimenti totali.

Turchia: prepara incentivi perinvestimenti minerari

Il Ministero dell'Energia ha pubblicatoun elenco di 5.579 siti minerari che po-trebbero essere aperti ai privati. Sonominiere di uranio, torio, oro, ferro,piombo e dolomite. Il valore complessi-vo è stimato in 2mila miliardi di dollari.Sono in corso di valutazione misure in-centivanti per eventuali investitori qualil'esenzione dall' IVA, altre esenzionidoganali e sconti fiscali e l'assunzionedegli oneri di previdenza per i dipen-denti a carico del Governo al posto de-gli impiegati.

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Messico - La Highway 19

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BRASILE

L'interscambio 2008 è cresciuto del 32 per cento

Nel 2008 l'interscambio del Brasile conil resto del mondo ha totalizzato oltre371 miliardi di dollari con un aumentodel 32% rispetto al 2007 malgrado lacrisi economica mondiale. Il Paese hachiuso l'anno con un consistente saldoattivo di 24,7 miliardi di dollari, peraltroridottosi del 38,2% rispetto al 2007 inconseguenza di un aumento molto so-stenuto delle importazioni (+43,6%),che conferma la tendenza ad una pro-gressiva apertura dell'economia brasi-liana.In termini di valore è aumentata so-prattutto l'esportazione di prodotti dibase (petrolio, combustibili, minerali,soia, carne, zucchero), la cui quota sultotale delle esportazioni è salita al36,9% rispetto alla quota dei prodottimanufatti che è stata del 46,8%. I prin-cipali mercati di destinazione dellemerci brasiliane sono stati l'AmericaLatina (25,9% del totale), l'Unione Eu-ropea (23,4%), l'Asia (18,9%) e gliUSA (14%). Le esportazioni verso l'A-sia hanno registrato la crescita più so-stenuta (+49,3%), grazie al ruolo trai-nante della Cina, dove il Brasile espor-ta soprattutto minerale di ferro e ce-reali.

Sul fronte delle importazioni, la quotadei beni di consumo sul totale dei beniimportati permane ridotta (13%) rispet-to ai beni intermedi e strumentali, ri-spettivamente pari al 48,1% e al20,7%. L'Asia è ormai il primo fornitoredel Brasile (27,2%), davanti all'UnioneEuropea (20,9%), all'America Latina(16,5%) e agli USA (14,9%). La cresci-ta più sostenuta è stata quella dall'In-dia (+64,3%), Corea del Sud (+59,6%),Cina (+58,8%), Giappone (+47,7%).L'Italia è stata il nono partner com-merciale del Brasile, sia come merca-to di sbocco che come fornitore. Le esportazioni verso l'Italia sono sta-te il 2,4% del totale dell'export brasilia-no, per un valore complessivo di 4,7 mi-liardi di dollari (+6,8% rispetto al 2007). Le importazioni dall'Italia sono state il2,7% del totale, per un valore com-plessivo di 4,6 miliardi di dollari(+37,8% rispetto al 2007). Non vi sonostati mutamenti significativi nella com-posizione merceologica dell'interscam-bio bilaterale, che ha visto l'Italiaesportare prevalentemente macchineindustriali e il Brasile esportare mine-rali, prodotti agricoli, cuoio e carne.L'incidenza del commercio estero sul-l'economia brasiliana è relativamentelimitata: ha coperto il 21,4% del PIL nel2007. La quota dell'interscambio brasi-liano sul totale mondiale è circa l'1%.

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CONGO BRAZZAVILLLE

Eni Foundation apre un centro sanitario

A Tchitanzi, località del Congo Brazzavil-le localizzata nel dipartimento del Koui-lou, è stato avviato un nuovo Centro diSanità Integrato, riabilitato ed equipag-giato da Eni-Congo con il supporto diEni Foundation, l'entità del gruppo pe-trolifero che ha il compito di supportare leunità di business nei programmi di inter-vento a favore delle comunità locali neglioltre 70 Paesi in cui opera. Nel CongoBrazzaville Eni ha acquisito nel 2007 gliasset della francese Maurel & Prom di-ventando operatore nelle concessioniM'Boundi (con una quota del 43,1%) eKouakouala "A" (66,67%) e nel per-messo esplorativo Le Kouilou (48%).Nello stesso anno, la Fondazione ha av-viato il progetto denominato SalissaMwana (Proteggiamo i bambini), in colla-borazione con il Ministero della Salutelocale e la Fondation Congo Assistan-ce promossa da Antoinette SassouNguesso, moglie del Presidente congo-lese. L'iniziativa prevede interventi di mo-nitoraggio epidemiologico e di vaccina-

zioni contro le principali patologie dell'in-fanzia: tubercolosi, morbillo, varicella,poliomielite, difterite/tetano/pertosse,epatite B, febbre gialla. Mira inoltre arafforzare le capacità di intervento dellestrutture sanitarie di base a livello perife-rico, sensibilizzare la popolazione ruralein tema di prevenzione, migliorare il livel-lo di preparazione e competenza del per-sonale sanitario locale. Per raggiungerequesti obiettivi è prevista la progressivaristrutturazione di 30 centri sanitari peri-ferici che saranno dotati di strumentazio-ni, attrezzature mediche, energia elettri-ca e acqua potabile. Per svolgere le atti-vità di monitoraggio epidemiologico e diimmunizzazione è previsto l'impiego di10 unità mobili, su strada e su acqua. Learee interessate dalle attività sono i di-stretti rurali remoti delle regioni di Niari(sud-ovest) e Cuvette (nord), dove il tas-so di copertura immunitaria è complessi-vamente carente, e le zone periferiche diPointe Noire, nel Kouilou (sud-ovest). Lapopolazione infantile (0-5 anni) beneficia-ria del progetto è stimata complessiva-mente in circa 200.000 bambini, che rap-presentano il 30% della popolazione in-fantile del Paese.

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Congo Brazzaville - Il Presidente Denis Sassou Nguesso e la moglie Antoinette

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COREA

Patto sociale per scongiurare la crisi

Il Presidente coreano Lee Myung-bak,ha fatto appello alle associazioni dei lavo-ratori e al management dei grandi gruppiindustriali per una reazione unitaria in di-fesa dei posti di lavoro, definita ormai co-me "l'obiettivo numero 1" del Governo. Afine febbraio, la Commissione coreanaper lo Sviluppo Economico e Socialeaveva riunito intorno ad un tavolo gruppiindustriali, sindacati, rappresentanti dellasocietà civile e religiosa e del Governoper una sorta di grande patto nazionale.In base all'accordo (che però non è vin-colante) i lavoratori delle maggiori impre-se accetteranno stipendi inferiori, i sinda-cati si sono impegnati a non scioperare,mentre i manager si ridurranno i compen-si fino al 30%. Il Governo stanzierà 4.900miliardi di won (3,5 miliardi di USD) percreare 550mila nuovi impieghi. La parolad'ordine è 'condividere il peso e il lavoro'. Diversamente dalla crisi del 1998 che ri-chiese una profonda ristrutturazione delsistema bancario e dei grandi gruppi fi-nanziari e industriali (i cosiddetti chaebol)le attuale difficoltà non sono ritenutestrutturali. Il focus dell'azione di Governosi concentra perciò sulla ripresa della do-manda interna e sulla salvaguardia deiposti di lavoro. Per un'economia forte-mente incentrata sull'export è positivo ilfatto che l'interscambio, pur avendo subi-to una significativa riduzione, non siacrollato. Non solo, ma la bilancia com-merciale, in marzo ha registrato un sur-plus record di 4,6 miliardi dollari. Leesportazioni sono state di 28,4 miliardi didollari, in calo del 21,2% rispetto allostesso mese dell'anno precedente, men-tre le importazioni sono state di 23,7 mi-liardi con un calo del 36,6%. Secondo ilGoverno, il surplus commerciale del2009 a fine anno potrebbe essere supe-riore ai 20 miliardi di dollari. La BancaCentrale coreana ha reso noto che il sur-plus delle partite correnti nel mese di feb-braio ha registrato 3,68 miliardi di dollari,grazie non solo al positivo saldo com-merciale, ma anche al saldo del turismo,dopo un lungo periodo di deficit.

ETIOPIA

Procedono i collegamenti stradali con Kenya e Sudan

Secondo quanto dichiarato dalla Ethio-pian Roads Authority potrebbe essereultimata già entro quest'anno la connes-sione stradale di 310 chilometri con il Ke-nia. L'Etiopia sta conducendo le attivitàpreliminari per l'asfaltatura della tratta daMariam a Moyale Road, mentre il Keniaavrebbe già iniziato i lavori per l'estensio-ne della strada che collega Mombasa aMoyale. Il Kenia avrebbe già investito600 milioni di scellini kenioti (circa 5,9 mi-lioni di euro) per la realizzazione dell'o-pera mentre l'Etiopia dovrebbe ricevereun finanziamento per l'ammontare di 100milioni di dollari dall'African Develop-ment Bank. Il Governo di Addis Abebaavrebbe poi anche avviato i lavori per larealizzazione di 880 km di rete stradaleper collegare la capitale con Metema, alconfine nord con il Sudan. Questa con-nessione permetterà al Paese di esporta-re semi oleosi e di importare carburantidal Sudan e dagli Stati limitrofi. È stataanche annunciata la conclusione dei la-vori per la realizzazione di una stradache collega il Paese al porto di Barber(Somaliland).

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www.ambseoul.esteri.it Una strada etiope