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DISCIPLINE ALTERNATIVEFEGATO E VESCICA BILIARE IN AGOPUNTURA
FERROQUALI ALIMENTI LO CONTENGONO MAGGIORMENTE?
SPAGYRICA IN CUCINAIL TOPINAMBUR
MENOPAUSACONTRASTARE I DISTURBI
CON LA CIMICIFUGA
VITAMINA B12I RISCHI DI UNA CARENZA
REFLUSSOGASTROESOFAGEOSCOPRIAMO INSIEME DI CHE COSA SI TRATTA
PSILLIOPER UN INTESTINO PIÙ REGOLARE
SPAGYRIAUNA DIMOSTRAZIONE DELL'ESISTENZA DI DIODEL DR. GIORGINI
N. 16FEBBRAIO 2017M
ENSI
LEGR
ATUI
TO
ALIMENTAZIONETOPINAMBUR: UN TUBERO
DALLE ORIGINI “SOLARI”
SPECIALE SHIATSUNON TUTTO IL MALE VIENE
PER NUOCERE
IRIDOLOGIACHE COS'È?
BENESSERE FEMMINILELA VITAMINA DEL SOLE
E LE DONNE
VITAMINA CNON TRASCURARLA!
SPAGYRICAnews dal mondo naturale
2 3
EditorialeSommario4 SPAGYRIA
Una DIMOSTRAZIONE
dell'ESISTENZA di DIO
Giorgini Dr. Martino
8 REFLUSSO GASTROESOFAGEO
Che cos’è il reflusso gastroesofageo?
12 MENOPAUSA
Esistono rimedi naturali
per la Menopausa?
16 FERRO
Dieta ricca di ferro:
quali alimenti scegliere?
20 VITAMINA B12
Carenza di vitamina B12:
chi è più a rischio e come evitarla
24 VITAMINA C
A cosa serve l'acido ascorbico?
28 PSILLIO
Intestino più regolare
con i semi di Psillio
32 DISCIPLINE ALTERNATIVE
Le funzioni del Fegato
e della Vescica Biliare in Agopuntura
Dr. Giovanni Di Luccio
34 IRIDOLOGIA
Specchio dell’anima, ma anche
del corpo e della mente
Agostino Gazzurelli
36 BENESSERE FEMMINILE
La vitamina del sole e le DONNE
Dr.ssa Ilaria Fantaccini
38 ALIMENTAZIONE
Topinambur: un tubero dalle origini
“solari”
40 SPAGYRICA IN CUCINA
Il Topinambur
Paola Balducchi
Con il numero di febbraio, Spagyrica continua il suo percorso di divul-
gazione e approfondimento volto a render facili le cose difficili, come
recita il motto nello stemma della città di Modena (avia pervia). La dif-
ficoltà tuttavia non risiede tanto nelle “cose”, quanto – in questo caso
– nella capacità di risvegliare in ogni persona quella parte sensoriale,
spesso addormentata, che impedisce, talvolta, di cogliere l’essenza spi-
rituale che si cela dietro la forma materiale delle piante. D’altra parte,
lo si è già detto, l’idea di una Natura tutta viva e animata – Mens insita
omnibus, per dirla con le parole del Nolano – è un concetto cardine
di questo periodico che, oltre a risentire del panpsichismo, ama rifarsi
anche a quel meraviglioso saggio del fisico e filosofo tedesco Theo-
dor Gustav Fechner, Nanna o l’anima delle piante. Nel mito nordico,
Nanna è la consorte del dio della luce Baldur e, soprattutto, la dea del
mondo dei fiori, un legame che comporta dunque l’unione della Luce
e delle Piante. Riallacciandosi alla narrazione, l’autore sostiene che
nulla di ciò che vive è privo di anima, comprese le erbe. Queste, infatti,
sentono in modo perfetto le stesse cose che percepiscono animali e
uomini, solo in una modalità differente.
Ora, ci si chiede, è possibile che il metodo intrapreso dalle piante sia
quel “silenzio” inteso come cosciente stato del proprio essere, pre-
supposto essenziale per ogni forma di conoscenza, che sembra ormai
troppo trascurato dall’uomo? Cercare il silenzio dentro e fuori di noi,
potrebbe amplificare l’ascolto per riuscire a cogliere e ad accogliere, in
modo libero e disponibile, l’anima delle piante, recuperando così un
rapporto di collaborazione con le stesse. Questo era, invero, l’atteggia-
mento degli alchimisti di un tempo che, forse, avevano ben recepito il
pensiero di Epitteto che ricordava come l’uomo avesse due orecchie e
una sola bocca, per ascoltare il doppio e parlare la metà!
Nonostante un apparente mutismo, le piante possiedono un loro lin-
guaggio e un loro sentire, spetta all’uomo recepirne i messaggi e i con-
sigli, facendoli propri senza un bieco sfruttamento, ma nel continuo
tentativo di un libero scambio tra le parti che rappresentano due fac-
ce della stessa medaglia: più sottile sarà il metallo da cui questa sarà
composta, maggiormente inferiore sarà la distanza tra le parti che un
giorno, forse, riusciranno a fondersi, senza confondersi, l’una nell’altra.
LBM
Ascoltare per ricominciare a sentire
SPAGYRICA news dal mondo naturale ~ Periodico mensile N. 16 Febbraio ~ [email protected]
EDITORE: Elitto Edizioni ~ Via Val della Meta, 4 - 50034 Marradi (FI)
DIRETTORE RESPONSABILE: Lorenzo Bellei Mussini ~ e-mail: [email protected]
REDAZIONE: Federica Stefanini
DIREZIONE, PROGETTO GRAFICO, REDAZIONE, IMPAGINAZIONE E STAMPA (in proprio):© Ser-Vis Srl ~ Via Nanni Costa 30 - 40133 Bologna
Autorizzazione del Tribunale di Bologna n. 8414 in data 07/04/2016
Ufficio consumatoriPuò contattarci in questi orari: dalle 8.30 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 18.00; dal lunedì al venerdì. e-mail: [email protected] - www.drgiorgini.it
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ESTRATTI INTEGRALI
42 SPECIALE SHIATSU
Non tutto il male viene per nuocere
Monica Zucchini
47 PER SAPERNE DI PIÙSpagyria e Metodo Alchemico® Spagyrico®
54
Una DIMOSTRAZIONE dell'ESISTENZA di DIOTutti vogliamo godere delle cose
buone e mi sono chiesto: perché
sono dette buone le cose che con-
sideriamo buone? C’è “un qualco-
sa” in virtù del quale sono buone quelle cose
che giudichiamo buone?
Vi sono tantissime e diverse cose che speri-
mentiamo coi sensi e distinguiamo con la
ragione delle mente e tutti vorremmo godere
delle cose che riteniamo buone, e perciò le
desideriamo. Ma le cose buone, sono buone
per un motivo e una per l’altro o vi è “un qual-
cosa” attraverso la cui forza e valore sono det-
te buone tutte le cose che sono buone?
Tutte le cose buone sono dette, reciproca-
mente tra loro, più buone e meno buone.
Posso dire, con altre parole, che tutte le cose
buone, se vengono paragonate fra di loro
sono ugualmente più o meno buone, ma è
necessario che tutte siano buone, che abbia-
no del buono. Quindi tutte le diverse cose
buone sono buone per mezzo di “qualcosa”
che è riconosciuto identico nelle diverse
cose buone, e questo benché sembri, talvol-
ta, che le cose buone siano buone alcune per
un motivo e altre per un altro. Un cane, ad
esempio, può essere detto buono per la guar-
dia, un altro per la caccia. I due cani vengo-
no ugualmente detti buoni, nonostante che
guardia e caccia siano diverse.
È necessario, dunque, che tutte le cose buo-
ne, siano dette buone per mezzo di “una
stessa causa”, qualunque essa sia, per mez-
zo della quale sono dette buone tutte le cose
buone. “una causa” che c’era già prima che
nascessero quei cani e che rimarrà anche
quando quei cani non ci saranno più. Que-
sta “causa”, per mezzo della quale le cose
buone sono buone, bisogna che sia “una
grande Somma Bontà”. Intendo con “gran-
de” e “somma”, una “Bontà per se stessa”,
cioè che non ha bisogno di qualcos’altro per
essere detta Buona. Anzi, ogni cosa buona
è detta buona per mezzo di lei, perché ogni
cosa buona esiste per mezzo di lei. E inoltre,
la “Somma Bontà” esiste perché senza di lei
non potremmo chiamare buone le cose che
giudichiamo buone!
Ma faccio un altro esempio.
Un’automobile può essere detta buona una
volta perché è resistente, e un’altra perché
è veloce. Così, benché resistenza e velocità
non siano identiche, viene detta ugualmen-
te buona per la resistenza e per la velocità.
Ma ci si potrebbe chiedere: se l’auto è buona
perché è resistente e veloce, per quale moti-
vo un ladro resistente e veloce è malvagio?
Si può rispondere che un ladro resistente e ve-
loce è malvagio perché è nocivo, così un’au-
tomobile resistente e veloce perché è utile.
D’accordo, ma mi chiedo: e se quell’auto-
mobile è del ladro? Per lui è buona, ma per il
derubato è sempre buona quell’auto resisten-
te e veloce con la quale il ladro scappa? Op-
pure, l’auto resistente e veloce può travolgere
un passante…
Dunque, concludo che non esiste il “Buono
in sé” nel mondo dei sensi. Chiamiamo buo-
ne le cose buone, ma riconosciamo che non
sono buone per tutti, non lo sono in senso
assoluto, ma solo relativo.
Così, ugualmente, tutti i beni sono per mezzo
di altro di ciò che essi sono, mentre solo il
Sommo Bene è Bene per mezzo di se stesso.
Nessun bene per (mezzo di) altro è uguale
o maggiore a quel Bene che è il Bene in sé.
Infatti, se fosse uguale sarebbe il Bene in sé,
se fosse maggiore, il Bene in sé sarebbe per
lui, in quanto minore di lui. Dunque, il Som-
mo Bene essendo ciò che sopravanza le altre
cose in modo tale da non avere né un ugua-
le né un superiore, ciò che è Sommamente
Bene è anche Sommamente Grande, Supe-
riore a tutte le cose che sono!
E siccome si può ripetere questo ragionamen-
to per ogni qualità dell’essere, si può conclu-
dere che tutte le diverse cose che sono, sono
per “un qualcosa” di identico in tutte. Tutte
le cose che sono, lo sono in qualità di “un
qualcosa”, poiché non è possibile che siano
per mezzo del nulla.
Per i ragionamenti fatti fin qui, posso affer-
mare che tutte le cose che sono, lo sono in
virtù di “un qualcosa” che è relativo solo a
se stesso.
Dunque, tutte le cose sono per altro, mentre
solo l’Uno è per sé. Tutto ciò che è per altro
è meno di ciò per cui sono tutte le cose, ov-
vero di “Ciò che è per sé”. L’Ente che è per
sé è massimamente rispetto tutte le cose. Ma
“ciò che è massimamente” rispetto a tutte le
cose, e per il quale è tutto ciò che è qualco-
sa, è necessario che sia Sommamente Buono,
Grande, Superiore a tutte le cose che sono.
Dire per sé e per altro, e dire immutabile e
mutabile, è ovviamente dire la stressa cosa.
Come potrebbe, infatti, essere mutevole ciò
che è per sé e non per altro?
Necessariamente, dunque, vi è “Un certo
Ente” che è Superiore agli altri.
Un tale “Ente” è Uno Solo e può essere una
pluralità di Enti uguali. Infatti, gli uguali sono
tali per “un qualcosa” di identico: quell’Uno
per cui sono, cioè la loro essenza, ovvero il
partecipare dell’essere al presente, in ogni
momento.
Quindi, vi è “Un certo Ente” o “Essenza” o
“Sostanza” o “Uno” o “Natura” o “Dio” che
è per sé ciò che è, e per il quale esiste tutto
ciò che è!
È chiaro che ciò che è per (mezzo di) qualco-
sa è anche da qualcosa. Di conseguenza tutte
le cose che sono ciò che sono per mezzo di
“Dio”, per cui questo è per se stesso e quelle
sono per altro, così ogni cosa è da “Dio” che
è da sé, le altre cose, invece sono da altro.
Ma, ci si potrebbe chiedere: in che modo tut-
te le cose che sono per altro sono in virtù del-
la “Somma Sostanza”? Ovvero, ciò è perché
essa ha fatto tutte le cose o perché ne è stata
la materia? Le cose che sono per altro sono
di una certa materia?
Tutte le cose del mondo che percepiamo,
sono formate, sostengono i chimici, da ele-
menti chimici (quelli della tavola periodica
degli elementi), ma da dove proviene tutta
questa materia?
Se la totalità delle cose deriva da “una certa
6 7
materia”, non può essere che la
“Somma Materia” e questa da se
stessa e non da altra essenza. Un’al-
tra essenza certamente non esiste
per quanto fin qui dimostrato.
D’altra parte la totalità delle cose
per altro, non può derivare da sè.
Inoltre, ogni cosa che deriva da
una materia deriva da altro ed è
posteriore a qualcos’altro. Poiché dunque le
cose sensibili non sono altro da se stesse o
posteriori a se stesse, ne segue che non deri-
vano materialmente da se stesse.
Questo mi sembra ampiamente dimostrato,
ma se dalla “Materia” della “Prima Materia”
o “Sommo Bene” deriva materialmente qual-
cosa minore di lei, il “Sommo Bene” viene
mutato e corrotto e non sarebbe più il Bene
in sé! È necessario, dunque, che vi sia “un
intermediario”. Platone lo chiama “Artefice”
(poiché ciò che fa lo fa con Arte) a volte “Me-
diatore”, altre volte ancora “Anima del Mon-
do”, ma leggiamo il brano del Timeo:
«Che cos’è ciò che è sempre e non ha gene-
razione e che cos’è ciò che si genera peren-
nemente e non è mai essere?
Il primo è ciò che è concepibile con l’intel-
ligenza mediante il ragionamento, perché è
sempre nelle medesime condizioni.
Il secondo, al contrario, è ciò che è opina-
bile mediante la percezione irrazionale dei
sensi, perché si genera e perisce e non è mai
pienamente essere. Inoltre, ogni cosa che si
genera, di necessità, viene generata da qual-
che causa. Infatti, è impossibile che un cosa
abbia generazione senza avere una causa. E
quando l’Artefice di qualsivoglia cosa, guar-
dando sempre ciò che è allo stesso modo, e
servendosi come esemplare, ne porta in atto
l’idea e la potenza, è necessario che in que-
sto modo riesca tutta quanta bella. Quella
cosa, invece, che l’Artefice porta in atto ser-
vendosi di un esemplare generato, non sarà
così bella.
Ora, per quanto concerne tutto il mondo,
il cosmo, o se si trova qualche altro nome
adeguato lo si chiami con quello, bisogna
considerare ciò che fin da principio si deve
esaminare, riguardo ad ogni cosa: ossia se
fu sempre, non avendo mai alcun principio
di generazione; oppure se fu generato inco-
minciando da qualche principio. Il mondo fu
generato, infatti è visibile e tangibile ed ha un
corpo. Ma tutte le cose di questo tipo sono
sensibili e le cose sensibili si apprendono con
l’opinione mediante la sensazione dei sensi,
ed è risultato che sono generate e sono in di-
venire. E ciò che è generato è necessario che
sia generato da una causa. Ma il Fattore di
questo universo è molto difficile da trovare e
trovatolo è impossibile parlarne a tutti.
Si deve dire questo dell’universo: a quale esem-
plare ha guardato Chi ha fabbricato l’universo?
All’esemplare che è sempre nello stesso modo
e idoneo o a quello che è generato?
Se questo mondo è bello e l’Artefice è buono,
è evidente che Egli ha guardato all’esemplare
eterno, infatti l’universo è la più bella delle
cose che sono state generate e l’Artefice è la
migliore delle cause.
Pertanto, se l’universo è stato generato così,
fu realizzato dall’Artefice guardando a ciò
che si comprende con la ragione e con l’in-
telligenza e che è sempre allo stesso modo.
Stando così le cose, è assolutamente neces-
sario che questo cosmo sia immagine di qual-
che cosa…».
Un’immagine! Se fosse materia, dovrebbe
derivare dall’Essere in sè e per sè, per i ragio-
namenti fatti, ma se da Lui derivasse material-
mente qualcosa minore di Lui, l’Essere in sè
sarebbe mutato e corrotto e non esisterebbe-
ro gli esseri per altro (che da Lui dipendono
per essere), non esisterebbe semplicemente il
presente. Perciò il presente dovrebbe essere
inteso, in ultima analisi, come la dimostra-
zione dell’esistenza di Dio e della contempo-
ranea non esistenza della materia!!
Salve!
Giorgini Dr. Martino
Bibliografia:
Platone, Tutti gli scritti, a cura di Giovanni
Reale, Rusconi Editore.
Sant'Anselmo d'Aosta, Monologion et Proslogion.
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Che cos’è il reflusso gastroesofageo?
Come alleviare e combattere naturalmente questo diffuso disturbo
Informazione pubblicitaria a cura del Dr. Giorgini
Refl
usso
gas
troe
sofa
geo
Per reflusso gastroesofageo, si intende
la risalita involontaria di contenuto
gastrico (acido e cibo) nell’esofago, il
tubo che dalla bocca scende fino allo
stomaco e che è separato da quest’ul-
timo grazie a una valvola, detta an-
che sfintere gastroesofageo. Il car-
dias – questo il nome specifico – dal
momento che si apre e si chiude per
consentire il transito del cibo (nonché
l’eruttazione e il vomito) non è stagno,
ciò significa che un minimo di reflus-
so, peraltro inavvertibile, è fisiologico.
E però, quando la tenuta del cardias
è compromessa, si può verificare un
passaggio di acido o materiale ga-
strico nell’esofago che, non avendo
la mucosa dello stomaco, ne risente e
si irrita. Ma ciò avviene anche quan-
do l’acido e il materiale è eccessivo,
quando vi è un prolungato ristagno
del cibo nello stomaco e quando vi è
un non corretto funzionamento della
peristalsi.
Il reflusso gastroesofageo è un disturbo molto diffuso e riflette in parte lo stile di vita
contemporaneo. Le principali cause variano da un’alimentazione disordinata a uno
stile di vita errato, da una situazione di stress eccessivo a sovrappeso e obesità. In
particolare, queste ultime due condizioni provocano un aumento del deposito di tessuto
adiposo sottocutaneo e intraddominale, provocando pressione addominale che così
favorisce un ritorno dei succhi gastrici nell’esofago. Infine, il maggior consumo di grassi,
snack e cioccolata, nonché l’aumentata assunzione di alcolici e di bevande gassate
favorisce la comparsa di reflusso gastroesofageo, sia tramite aumento dei rilasciamenti
transitori dello sfintere (grassi e bevande gassate), sia per un danno diretto sulla mucosa
esofagea (alcol), sia per riduzione del tono del cardias.
Che cos'è l'ernia iatale?
10 11SCOPRI LA VASTA GAMMA DEI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SUL SITO INTERNET WWW.DRGIORGINI.ITI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SONO DISPONIBILI IN ERBORISTERIA, FARMACIA E PARAFARMACIA
Si sente spesso parlare dell’ernia iatale in relazione al reflusso gastroesofageo; in realtà, si tratta
della fuoriuscita di una parte dello stomaco dall’addome al torace. Essa può essere da scivolamento,
da rotazione (una porzione di stomaco ruota e risale nella parte toracica) o mista (unisce entrambe
le caratteristiche). L’ernia iatale può favorire il reflusso, ma quest’ultimo può verificarsi anche in
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Glicina e Taurina (essenziale)
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Ma come si presenta questo disturbo e quali sono i suoi sintomi? I segnali della presenza di reflusso gastroesofageo possono essere considerati tipici, quali il bruciore retrosternale (o pirosi) per via dell’acido che dallo stomaco risale alla gola e il rigurgito, ma anche atipici poiché coinvolgono strutture che non hanno a che fare con l’apparato digerente, quindi bocca amara, singhiozzo, dolore toracico, tosse, laringiti e faringiti, giacché la parte alta dell’esofago viene irritata.
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Quali possono essere le indicazioni da seguire per contrastare il reflusso gastroesofageo? Sicuramente è fondamentale intervenire sullo stile di vita, evitando in primo luogo gli ali-menti che possono favorire tale disturbo, controllando quindi la produzione di acido nello stomaco – l’antiacido non è infatti sufficiente –. Sarà quindi opportuno evitare prodotti come menta e cioccolato che possono favorire la secrezione acida e alimenti grassi che vanno a rallentare lo svuotamento dello stomaco. Il caffè, per quanto non sia determi-nante come sembra, incide se assunto in abbondanza e molto caldo; inoltre, fumo e alcol possono risultare estremamente irritanti. Da ultimi, i classici accorgimenti come mangiare lentamente, in modo da svuotare lo stomaco più facilmente, nonché evitare di coricarsi dopo pranzo o subito dopo cena saranno comportamenti validi non solo per prevenire il reflusso, ma anche per una migliore salute generale.
Quali sono invece i rimedi per il reflusso gastroesofageo? I farmaci non curano il reflusso, ma aboliscono o riducono l’acido impedendo che ciò che risale nell’esofago risulti danno-so per lo stesso. Esistono, peraltro, prodotti che tamponano l’acidità che si è già formata, come il classico bicarbonato, o che rivestono l’esofago per proteggerlo, oppure che vanno a creare una cappa che impedisca il reflusso.
Un ruolo importante anche in caso di reflusso è svolto dalla bile. Tra la fine dello stomaco e l’inizio del duodeno è presente una valvola (piloro) che funziona con il variare del pH: l’acidità la chiude, l’alca-linità la apre. Lo stomaco, si sa, per digerire gli alimenti crea un ambiente acido che chiude la valvola; dall’altra parte del piloro, la bile – che è in soluzione alcalina – apre la valvola permettendo al cibo parzialmente digerito di passare nel duodeno. L’insufficiente quantità di bile o le condizioni che ne ostruiscono il deflusso, impediscono al piloro di aprirsi, provocando così problemi digestivi quali appun-to acidità, digestione lenta o difficile, eruttazione, gonfiore, rigurgiti acidi. La bile è dunque indispen-sabile per completare la digestione degli alimenti e quindi neutralizzare l’acidità del contenuto gastrico che arriva dallo stomaco al duodeno.
Sarà pertanto importante avere una produzione di bile sufficiente affinché si possa prevenire un’ecces-siva acidità nello stomaco che andrà poi a provocare anche un reflusso gastroesofageo. Sicché, oltre a seguire un’alimentazione sana e uno stile di vita equilibrato, potrà essere utile integrare la propria dieta con prodotti contenenti erbe che favoriscono la funzione digestiva ed epatobiliare, come la Cicoria e la Fumaria, o il Boldo che «raddoppia la secrezione biliare e fluidifica la bile» (F. Perugini Billi, Manuale di fitoterapia, Azzano San Paolo 2004).
stomaco normale ernia scorrevole ernia paraesophageal
diaframma
La Menopausa è un periodo fisiologico della vita di tutte
le donne e che è contraddistinto da diversi mutamenti
della funzione ormonale femminile che determinano la
scomparsa del ciclo mestruale. Nelle donne, le ovaie cominciano a
produrre ovuli al momento delle prime mestruazioni, tuttavia questa
attività cessa spontaneamente tra i 45 e i 55 anni di età.
QUALI SONO I SINTOMI?
La Menopausa non è una malattia, ma un fatto naturale che, com’è
noto, provoca una serie di effetti a livello dell’organismo, dal momento
che viene progressivamente a esaurirsi la produzione di ormoni: gli
estrogeni e il progesterone influiscono, infatti, su tutto l’organismo e su
numerosi processi vitali (cervello, cuore, pelle, sistema nervoso, ossa,
metabolismo, ossa); i sintomi di questo calo possono essere rappresen-
tati da:
• vampate di calore (o caldane, dovute a brusche variazioni della temperatura corporea);
• sudorazioni improvvise;
• brividi;
• risvegli improvvisi;
• capogiri;
• rischio osteoporosi;
• incontinenza urinaria;
• riduzione dell’umidità delle mucose;
• modificazioni a livello cutaneo.
12 13SCOPRI LA VASTA GAMMA DEI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SUL SITO INTERNET WWW.DRGIORGINI.ITI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SONO DISPONIBILI IN ERBORISTERIA, FARMACIA E PARAFARMACIA
Esistono rimedi naturali per la Menopausa?Alla scoperta della Cimicifuga, la pianta cara ai nativi americani
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Men
opau
sa
COS’È LA CIMICIFUGA?
Pianta originaria degli Stati Uniti d’America, la Cimicifuga (Cimicifuga racemosa) appartiene alla fami-
glia delle Ranuncolacee ed è considerata una «scelta d’elezione nel trattamento della menopausa e
un’alternativa al trattamento ormonale sostitutivo» (Menopausa… meno paura, a cura di E. Campanini,
Milano 2005).
In virtù di questa sua caratteristica, la Cimicifuga rappresenta uno dei rimedi naturali per la Menopau-
sa, dal momento che «si dimostra efficace nella terapia di quelle manifestazioni che la caratterizzano
quali vampate di calore, turbe dell’umore e secchezza della mucosa vaginale. Possiede, inoltre, un’a-
zione ipotensivante e un effetto calmante sul sistema nervoso neurovegetativo» (Ibidem).
COME AGISCE LA CIMICIFUGA?
Gli estratti di questa pianta presentato, come visto, attività fitoestrogenica, dal momento che «inibi-
scono la secrezione ipofisaria di LH, sperimentalmente dimostrata, oppure per legame diretto con i siti
recettoriali per gli estrogeni (isoflavoni)» (F. Firenzuoli, Le 100 erbe della salute, Milano 2003).
Perché Cimicifuga?
Questa pianta si presenta con foglie composte grandi e piccoli fiori di colore bianco, comunemen-
te nota come “erba delle donne”, il suo nome deriva dal latino “cimix –icis” (cimice) e “fugus” (che
mette in fuga); infatti, si riteneva che la Cimicifuga, in particolare grazie all’odore dei suoi fiori
fosse «utile per allontanare le cimici» (E. Campanini, Dizionario di fitoterapia e piante medicinali,
Milano 2012).
14 15SCOPRI LA VASTA GAMMA DEI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SUL SITO INTERNET WWW.DRGIORGINI.ITI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SONO DISPONIBILI IN ERBORISTERIA, FARMACIA E PARAFARMACIA
Esistono, peraltro, anche una serie
di problemi psicologici connessi
ai cambiamenti ormonali quali: in-
sonnia, nervosismo, depressione,
irritabilità. Di fronte a tutto ciò, è
possibile usufruire di rimedi natura-
li per la Menopausa?
Una ricerca sulla Menopausa
Al di là delle motivate preoccupa-
zioni e alterazioni che questa fase
comporta, è possibile, per la don-
na, prepararsi serenamente a que-
sto momento inevitabile che va a
modificare in modo netto le sue
abitudini e il suo stile di vita? Una
ricerca, riportata sul Corriere della
Sera, ha riscontrato che «le donne
orientali “quasi” non conoscono la
sindrome climaterica che disturba
dal 60% all’80% delle occidentali
alla scomparsa del ciclo mestrua-
le»; questo sembrerebbe dovuto
a un abbondante consumo di ali-
menti quali riso e soia, che conter-
rebbero sostanze alimentari con un
effetto simile a quello degli estro-
geni. Un alimentazione bilanciata,
senza consumo di fumo e alcol in
eccesso, non può che essere d’a-
iuto nell’affrontare la Menopausa;
così come un’integrazione di Cal-
cio e vitamina D che potrà ridurre
i rischi dell’osteoporosi che tende a
verificarsi in periodo menopausale.
Nello specifico, per quel che ri-
guarda i sintomi di questa fase, esi-
stono alcuni rimedi naturali per la
Menopausa, che vanno chiaramen-
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La glicerina (o glicerolo) è un alcool che compone tutti gli oli vegetali quando è legata con degli acidi grassi. Gli oli vegetali sono costituiti per lo più da tri-gliceridi, cioè acidi grassi legati a una mo-lecola di glicerina. Semplificando, si può immaginare la glicerina come una grande E maiuscola a cui si legano tre acidi grassi:
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Dieta ricca di ferro: quali alimenti scegliere?
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Ferr
o
Una corretta alimentazione è fondamentale per prevenire carenze
Com’è noto, l’importanza e
il ruolo ricoperto dal ferro
nell’organismo sono estrema-
mente rilevanti: difatti, esso
svolge una funzione centrale
nell’emoglobina dei globuli
rossi, dove partecipa al traspor-
to dell’ossigeno dai polmoni ai
tessuti e dell’anidride carbo-
nica dai tessuti ai polmoni. Il
ferro è, peraltro, parte fonda-
mentale di diversi enzimi chia-
ve nella produzione di energia
e nel metabolismo, compresa
la sintesi del DNA. Secondo
il Ministero della Salute, l’R-
DA di ferro corrisponde a 14
mg al giorno sia per gli uomini
sia per le donne; oltretutto, è
fondamentale sottolineare che
esistono due tipologie di ferro
alimentare, quello eme, legato
a emoglobina e mioglobina,
che si trova nei cibi di origine
animale e che viene assorbito
facilmente dall’organismo; e
quello non eme, che si trova
principalmente nei vegetali ed
è assimilato in misura minore
rispetto al primo. Già da queste
poche informazioni, si arguisce
quanto sia importante una die-
ta ricca di ferro. Ma vediamo
perché.
I MOTIVI E LE CONSEGUENZE
DI UNA CARENZA DI FERRO
La carenza di ferro può essere
dovuta a diversi motivi: prima
di tutto, può essere causata,
specialmente nella terza età,
a una diminuzione dell’assor-
bimento, a causa di un’insuf-
ficiente secrezione di acido
cloridrico nello stomaco. In
secondo luogo, la carenza può
essere provocata, nelle donne
in età fertile, da mestruazioni
abbondanti che quindi com-
portano una cospicua perdita
di sangue. Da non trascurare,
sempre e comunque, è anche
una dieta restrittiva o poco
equilibrata, magari povera
di sostanze nutritive. Infine,
anche le donne incinte sono
esposte a una carenza di tale
minerale a causa dell’aumen-
tato fabbisogno (il feto utilizza
il ferro della madre per fabbri-
care i propri globuli rossi) che,
difficilmente, riescono a soddi-
sfare con la dieta.
18 19SCOPRI LA VASTA GAMMA DEI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SUL SITO INTERNET WWW.DRGIORGINI.ITI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SONO DISPONIBILI IN ERBORISTERIA, FARMACIA E PARAFARMACIA
Ferr
o
COME FAVORIRE L’ASSORBIMENTO DI FERRO?
L’equilibrio dovrebbe essere alla base di
molti aspetti della vita, specialmente dell’a-
limentazione; è, infatti, sufficiente segui-
re alcuni semplici accorgimenti per avere
un’adeguata quantità di ferro nell’organismo
come, per esempio:
V ammollare i legumi prima della cottura,
poiché si facilita l’assorbimento del ferro non
eme;
V associare cibi ricchi di ferro con alimenti
carichi di vitamina C (agrumi, cavoli, pepe-
roni, lattuga e rucola che aumentano l’assor-
bimento del minerale);
V condire carne e pesce con erbe aromati-
che, fonti naturali di ferro;
V abbinare alimenti contenenti questo
minerale con contorni di verdura dal mo-
mento che la cisteina contenuta nelle carni
aumenta l’assorbimento di ferro non eme
presente nei vegetali.
In sintesi, ricerca dell’equilibrio, senza tra-
scurare la possibilità di variare negli abbina-
menti!
Una carenza di ferro, specie se protratta per lungo tempo, può favorire l’insorgenza di
vari problemi, quali: pallore della pelle e delle mucose, unghie fragili, capelli fini e radi,
ma soprattutto anemia, debolezza, esaurimento, confusione mentale ecc. Non solo, ma
diversi ricercatori hanno dimostrato che anche una leggera anemia, dovuta a deficit di
ferro, può provocare una riduzione delle capacità di lavoro e della produttività.
PRIMA DI TUTTO: UNA DIETA RICCA DI FERRO, MA CON EQUILIBRO
Le persone che presentano una carenza di questo minerale, necessariamente avranno bisogno di
una dieta ricca di ferro. Questo minerale è, come noto, largamente diffuso negli alimenti di origine
animale, ma è presente anche in quelli di origine vegetale. Tra gli alimenti maggiormente ricchi di
ferro si segnala in primo luogo il fegato di manzo, i fagioli, le carni rosse magre, alcuni pesci (tonno,
merluzzo e salmone), ma anche le albicocche fresche, uova e farina di grano integrale. Anche gli
spinaci sono ricchi di ferro, tuttavia se assunti cotti, in grande quantità,
possono privare l’organismo del calcio che contiene e dare
luogo ai calcoli renali.
Come ricorda il volume di Umberto
Veronesi e Mario Pappagallo, I segreti
della lunga vita, occorre sempre ricor-
dare che mentre il ferro eme viene as- similato dal nostro intestino direttamente, l’assor-
bimento di ferro non eme – contenuto in cereali e
verdure – è vincolato all’associazioni di alimenti
ricchi di vitamina C e del gruppo B!
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Integratore alimentare a base di sali minerali e vitamine. Il ferro favorisce la normale sintesi dell’emoglobina, il tra-sporto dell’ossigeno nei tessuti dell’organismo e, insieme alle vitamine B6 e B12, promuove la formazione dei glo-buli rossi. L’acido folico contribuisce alla crescita dei tes-suti materni in gravidanza e coadiuva l’emopoiesi, cioè la sintesi di tutte le cellule del sangue. Magnesio, ferro, vita-mine B2, B3, B5, B6, B12, C e acido folico contribuiscono alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento.
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Vita
min
a B
12
La B12 è una vitamina fondamentale per la
salute dell’organismo umano e viene prodotta
da diversi batteri, compresi quelli della flora
intestinale. Anche nel colon dell’uomo avviene
una produzione di vitamina B12, ma questa,
a causa di una flora intestinale sempre più
compromessa, non viene assorbita, venendo
quindi espulsa dalle feci. Al contrario, nei
ruminanti dal momento che hanno una flora
batterica abbondante anche nelle sezioni alte
dell’apparato digerente, la vitamina B12 viene
assorbita e accumulata nel fegato, il che spiega
perché nei bovini la si può trovare in notevole
quantità. Tuttavia, poiché in molti allevamenti
gli animali vengono macellati in giovane età,
questi non hanno tempo per accumulare
quantità rilevanti di B12! Oltre che nel fegato,
tale vitamina può però essere contenuta, in
buona misura, nei seguenti alimenti:
• ostriche e vongole;
• polpo;
• caviale;
• sgombro.
QUALI SONO LE FUNZIONI DELLA VITAMINA B12?
La vitamina B12 oltre a essere coinvolta nella sintesi del
DNA, aiuta a regolare il metabolismo dei carboidrati ed è una
componente importante degli enzimi che regolano l’accumulo
di energia alimentare nei tessuti muscolari. Inoltre, sostiene
l’acido folico nel suo compito di regolare la emopoiesi (processo
di produzione delle cellule del sangue); per questo la carenza
di vitamina B12 causa anemia, sintomo tipico della carenza di
acido folico.
COME SI FA A INDIVIDUARE UNA CARENZA DI VITAMINA B12?
È sufficiente eseguire esami del sangue per valutare i livelli di
B12, acido folico e omocisteina, parametri che vanno considerati
sempre insieme; dopo aver rilevato questi valori, si decide se e
come procedere a un’integrazione. Va nondimeno detto che
con l’avanzare dell’età si può andare incontro a una carenza di
vitamina B12 dal momento che il suo assorbimento si riduce
progressivamente: lo stomaco è infatti meno efficiente nel produrre
l’enzima per l’assorbimento o si verifica un malassorbimento
intestinale. Non solo, ma anche alcuni farmaci, se assunti, possono
entrare in conflitto con l’assorbimento della vitamina B12.
20 21SCOPRI LA VASTA GAMMA DEI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SUL SITO INTERNET WWW.DRGIORGINI.ITI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SONO DISPONIBILI IN ERBORISTERIA, FARMACIA E PARAFARMACIA
Una carenza di vitamina B12,
causata da alimentazione scor-
retta o mancato assorbimento,
può favorire l’insorgenza di
vari disturbi, che non devono
essere trascurati:
• stanchezza cronica;
• irritabilità e mal di testa;
• comparsa di anemia;
• deficit di memoria, difficoltà
a concentrarsi;
• depressione.
Abbiamo visto che la vitamina B12 e l’acido
folico sono strettamente collegati nelle reazioni
chimiche: la prima serve per rigenerare il secondo
nella forma attiva. Interessante è notare che «la
vitamina B12 influenza anche la secrezione della
melatonina. I bassi livelli melatonina negli anziani
potrebbero essere il risultato di un deficit vitaminico
B12. La vitamina B12 dà buoni risultati nella terapia
dei disturbi del ritmo sonno-veglia, probabilmente
grazie a un aumento della secrezione della
melatonina» (M. T. Murray, Guida medica agli
integratori alimentari, Milano 2005).
Vita
min
a B
12
CARENZA DI VITAMINA B12 E DIETE
Poiché si è detto che le migliori fonti di questa sostanza sono principalmente di origine animale, coloro
che seguono una dieta di tipo vegano e, in misura minore, vegetariano, sono maggiormente esposti a
potenziali carenze di vitamina B12, nonché possono avere la necessità di integrarla attraverso prodotti
specifici, o con cibi “fortificati” (ovvero arricchiti di questa vitamina), in vendita in negozi specializzati.
22 23SCOPRI LA VASTA GAMMA DEI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SUL SITO INTERNET WWW.DRGIORGINI.ITI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SONO DISPONIBILI IN ERBORISTERIA, FARMACIA E PARAFARMACIA
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Integratore alimentare contenente tutte le vitamine del gruppo B. In particolare le vitamine B6 e B12 fa-voriscono la normale formazione dei globuli rossi e, insieme alle vitamine B2, B3, B5 e all’acido folico, ri-ducono stanchezza e affaticamento. Le vitamine B1, B3, B6, B12 e la biotina promuovono la funzionalità del sistema nervoso e con l’intervento dell’acido foli-co, risultano utili per mantenere la normale funzione psicologica. Le vitamine B6, B12 e l’acido folico sono indispensabili anche per la normale funzione del siste-ma immunitario.
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A cosa servel'acido ascorbico?Scopriamo in quali alimenti trovarla e quali possono essere i “segnali” di una sua eventuale carenza nell’organismo
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L’acido ascorbico, meglio noto
come vitamina C, è indubbia-
mente la più celebre e studiata
delle vitamine. Appartiene alla
categoria delle cosiddette vita-
mine idrosolubili, che non pos-
sono essere accumulate dall’or-
ganismo, ma devono essere as-
sunte quotidianamente tramite
la dieta. La vitamina C svolge
molteplici funzioni utili per il
benessere del nostro corpo:
• aiuta il metabolismo energe-
tico, favorendo la riduzione di
stanchezza e affaticamento;
• protegge le cellule dall’azione
nociva dei radicali liberi, con-
trastando il cosiddetto stress os-
sidativo;
• sostiene il normale funziona-
mento del sistema immunitario,
la “barriera difensiva” del corpo
umano;
• contribuisce alla normale fun-
zione psicologica e del sistema
nervoso;
• favorisce l’assorbimento del
ferro;
• sostiene la produzione di col-
lagene, favorendo il benessere
di pelle, ossa, cartilagini, denti e
gengive.
Tra i principali sintomi di una
carenza di vitamina C si pos-
sono segnalare: stanchezza
ricorrente, capelli deboli o
con tendenza a spezzarsi, fra-
gilità capillare e, in generale,
una maggiore predisposizione
all’insorgenza di vari disturbi,
dovuta a un “indebolimento”
delle difese immunitarie.
Come detto, la vitamina C non
può essere sintetizzata dal no-
stro organismo e pertanto deve
essere introdotta mediante gli
alimenti. Allora, quali possono
essere gli alimenti più indica-
ti per caricare l’organismo di
questo prezioso nutritivo? Al-
cune buone fonti di vitamina C
sono gli agrumi, i kiwi, i frut-
ti di bosco, nonché le verdure
come broccoli, cavoli, spinaci
e pomodori. Nel mondo delle
piante, invece, fonte primaria
di vitamina C, ancor più degli
agrumi, è la Rosa canina; i falsi
frutti di questo arbusto, infatti,
contengono una quantità di vi-
tamina C decisamente superio-
re (fino a 50-100 volte) rispetto
ad arance e limoni!
INTEGRATORI DI VITAMINA C: PERCHÉ A VOLTE L’ALIMENTAZIONE NON BASTA?
24 25SCOPRI LA VASTA GAMMA DEI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SUL SITO INTERNET WWW.DRGIORGINI.ITI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SONO DISPONIBILI IN ERBORISTERIA, FARMACIA E PARAFARMACIA
Vita
min
a C
QUALCHE NOZIONE AGGIUNTIVA SULL’ACEROLAOggigiorno questa pianta si coltiva prevalente-mente in Brasile; di dimensioni medie, necessi-ta di un clima tropicale per crescere e di terreni argillosi e sabbiosi. Il frutto è di forma ovale ed effettivamente ricorda una ciliegia in molti aspet-ti tranne che nel sapore: essa infatti è più simile al gusto degli agrumi. «Nei Paesi di origine i frutti vengono consumati freschi e spesso conservati con lo zucchero, come una marmellata. In questo caso la cottura non elimina del tutto il contenuto di vitamina C. […] I frutti vengono raccolti anco-ra verdi perché la concentrazione di vitamina C diminuisce con la maturazione» (L’indispensabile Vitamina C, a cura di G. Maffeis e A. Sgoifo, Mi-lano 2013).
Tra le alte piante ricche di vitamina C si segnalano i frutti dell’Acerola, pianta ori-ginaria del Sudamerica e della zona tro-picale delle Antille. Questi, detti “ciliegie delle Barbados”, presentano, nella polpa, un’elevata quantità (anche in questo caso nettamente superiore a quella delle aran-ce) di acido ascorbico, al pari, infine, delle grosse bacche del Camu camu (pianta del-la foresta pluviale peruviana e brasiliana) anch’esse un concentrato di vitamina C!
Nondimeno l’alimentazione, a volte, da sola può rivelarsi insufficiente nel garanti-re le adeguate quantità di vitamine. Esisto-no infatti diversi fattori, interni o esterni, che possono aumentare il fabbisogno di nutritivi o limitare il loro assorbimento. Tra le cause principali che favoriscono una carenza di vitamina C si segnala:
• il fumo; • una dieta restrittiva; • la cot-tura eccessiva degli alimenti (che “di-strugge” la vitamina presente negli stessi).
Inoltre, durante alcuni momenti della vita – gravidanza o allattamento – si rende necessario un ulteriore fabbisogno di ferro e vitamina C: per far fronte a queste accresciute richieste da parte dell’organismo, è possibile ricorrere anche ad integratori alimentari, ideati per tutti coloro che necessitano un plus di vitamina C. Non solo, ma anche un’assunzione prolun-gata di alcuni farmaci o la presenza di pato-logie specifiche può limitare l’assorbimento di vitamine e favorire stati carenziali.In tutte queste contingenze, sarà opportu-no integrare la propria dieta con prodotti naturali ricchi di vitamina C, affinché si possa garantire all’organismo un apporto adeguato giornaliero di questa preziosa so-stanza, ricordando – peraltro – che il 100% di NRV di una vitamina non è, come molti pensano, la dose massima consentita, ma l’apporto minimo da assumere.
26 27SCOPRI LA VASTA GAMMA DEI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SUL SITO INTERNET WWW.DRGIORGINI.ITI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SONO DISPONIBILI IN ERBORISTERIA, FARMACIA E PARAFARMACIA
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Rosa canina, acerola e camu-camu sono frutti naturalmente ricchi di vitamina C, la quale possiede molteplici proprietà: favorisce il metabolismo energetico riducendo la stanchez-za e l’affaticamento; protegge le cellule dallo stress ossidati-vo e rigenera la forma ridotta della vitamina E; contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario, del sistema nervoso e psicologica; promuove la formazione del colla-gene aiutando a mantenere le normali funzioni di vasi san-guigni, ossa, cartilagini, pelle, denti e gengive; incrementa l’assorbimento del ferro.
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Intestino più regolarecon i semi di Psillio
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io
Scopriamo insieme cos'è questa pianta e come assumerla
Ciò che comunemente viene chiamato “Psillio”
altro non è che la cuticola esterna – la pellico-
la avvolgente – dei semi della Plantago ovata,
pianta annuale appartenente alla famiglia delle
Plantiginacee, che viene coltivata in Iran, India,
Pakistan e Stati Uniti d’America. Lo Psillio è un
alimento ricco di fibre che, oltre a rappresentare
il 30% circa del peso dei semi, si presentano in
sotto forma di mucillagine, un costituente cellu-
lare che si gonfia a contatto con l’acqua, tratte-
nendola.
L’INTESTINO: UN SECONDO CERVELLO
Non si tratta più di un’opinio-
ne diffusa, oggi infatti è ampia-
mente riconosciuto anche nel
mondo medico che all’interno
della pancia esiste un “cer-
vello” che assimila e digerisce
– oltre al cibo – anche infor-
mazioni ed emozioni che pro-
vengono dall’esterno. L’intestino
è dunque sensibile alle variazio-
ni nello stile di vita e agli sbalzi
d’umore! Tale sensibilità può,
peraltro, avere anche sintoma-
tologie ben precise, come la
stipsi o la diarrea. Va tuttavia ri-
cordato che sono plausibilmen-
te alimentazione e stile di vita i
principali artefici dell’equilibrio
o del disequilibrio intestinale
(e non solo): un’alimentazione
sbilanciata, carica di grassi e al-
col, con un ridotto consumo di
frutta e verdura non potrà che
essere dannosa per l’intestino e
per l’intero organismo.
COSA SONO LE MUCILLAGGINI?
Si tratta di fibre idrofile che,
se assunte con l’acqua, crea-
no, a livello intestinale, un gel
voluminoso che aumenta il
volume della massa fecale, am-
morbidendola, stimolando la
peristalsi verso il basso e quindi
verso la fuoriuscita. In pratica,
queste fibre vanno a creare una
massa gelatinosa, massiccia e
umida che occupa molto spa-
zio nell’intestino, incentivando
la progressione del contenuto
intestinale. Non solo, ma dal
momento che le mucillaggini
prima di giungere all’intestino
vanno a dilatare le pareti del-
lo stomaco, riducono anche il
senso di fame.
28 29SCOPRI LA VASTA GAMMA DEI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SUL SITO INTERNET WWW.DRGIORGINI.ITI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SONO DISPONIBILI IN ERBORISTERIA, FARMACIA E PARAFARMACIA
REGOLARIZZARE L’INTESTINOCON LO PSILLIO
Ripristinare l’equilibrio del
nostro “secondo cervello” è
dunque possibile. Le cuticole
esterne dei semi di Psillio – che
come visto contengono circa il
30% di mucillaggini – quando
entrano a contatto con l’acqua
aumentano il loro volume e
non vengono assorbite dall’or-
ganismo, ma passano inalterate
nel tratto digerente, stimolando
l’attività intestinale ed elimi-
nando le scorie dalle pareti,
durante il loro passaggio. Se
tuttavia vengono assunte con
poca acqua, ecco che esse
assorbiranno quella presente
nell’intestino in caso di dissen-
teria, solidificando gli elementi
di scarto. «Lo psillio è quindi
utile nel trattamento della co-
stipazione spastica e in quella
atonica, in caso di emorroidi e
quando deve essere evitato uno
sforzo eccessivo come nel caso
di interventi in sede ano-rettale»
(F. Capasso, G. D’Argenio, Las-
sativi: impiego razionale dei las-
sativi nella stipsi, Milano 2007),
senza dimenticare che può
altresì dilatare le pareti dello
stomaco, riducendo il senso di
fame. Infine, regolando il me-
tabolismo dei carboidrati e dei
lipidi, ne limita l’assorbimento
durante i pasti!
Giacché lo Psillio tende a dila-
tare le pareti dello stomaco,
nonché a gonfiarsi a contatto
con l’acqua, è comunque op-
portuno non consumarlo imme-
diatamente dopo i pasti; peral-
tro, «può provocare, se usato a
lungo, flatulenza e sensazione
di gonfiore addominale». Del
resto, occorre ricordare che lo
Psillio esercita la sua funzio-
ne sull’irregolarità intestinale
sicché, una volta raggiunto l’e-
quilibrio, ecco che si potran-
no utilizzare questi semi in al-
tro modo: infatti, «oltre al suo
impiego come medicinale, lo
psillio viene anche usato nella
produzione di cioccolato, cara-
melle e corn flakes» (Ibidem)!
Psill
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30 31SCOPRI LA VASTA GAMMA DEI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SUL SITO INTERNET WWW.DRGIORGINI.ITI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SONO DISPONIBILI IN ERBORISTERIA, FARMACIA E PARAFARMACIA
Qualche precauzione e curiosità...
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MULTI-AZIONE 6 IN 1:1) Fibre e fermenti lattici aiutano a mantenere l’equilibrio della flora batterica intestinale.2) Psillio, agar-agar e cicoria favoriscono la regolarità inte- stinale normalizzando il volume e la consistenza delle feci. 3) Psillio e acacia svolgono un’azione emolliente e lenitiva su tutto l’apparato digerente.4) Psillio, agar-agar e guar modulano l’assorbimento dei nutrienti. 5) Psillio e acacia facilitano il metabolismo di carboidrati e lipidi.6) Guar promuove il senso di sazietà.
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Le funzioni del Fegatoe della Vescica Biliare in Agopuntura
32 33SCOPRI LA VASTA GAMMA DEI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SUL SITO INTERNET WWW.DRGIORGINI.ITI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SONO DISPONIBILI IN ERBORISTERIA, FARMACIA E PARAFARMACIA
Fegato e Vescica Biliare condividono rispettiva-mente con Pericardio e Triplice Riscaldatore i li-velli energetici intermedi Jue Yin e Shao Yang.
La circolazione dell’energia nutritiva Ying Qi pas-sa dal Triplice Riscaldatore alla Vescica Biliare dove permane dalle 23 alle 1 per poi passare al Fegato dalle ore 1 alle ore 3 circolando successi-vamente nel Polmone dalle 3 alle 5 del mattino.
Il Fegato ha tre funzioni fondamentali nella fi-siologia energetica dell’organismo: accumula il Sangue, permette il libero fluire del Qi in tutte le direzioni, ospita lo Hun.
Controlla inoltre i tendini, si manifesta nelle un-ghie, si apre negli occhi e controlla le lacrime.
Sangue e Qi sono strettamente correlati tra di loro come lo sono Yin e Yang. Il Qi è il comandante del Sangue, il Sangue è la madre del Qi. Come abbiamo già visto il Sangue è prodotto dalla Milza
e governato dal Cuore, la funzione del Fegato è quella di conservarlo e accumularlo.
Quando siamo svegli il sangue fluisce nei vasi per andare nei muscoli e nei tendini permettendo l’attività fisica, quando ci fermiamo trova dimora nel Fegato dove si rigenera. Il Sangue del Fegato oltre a nutrire tendini e muscoli nutre gli occhi ed è in stretta correlazione con il meridiano straordi-nario Chong Mai che vedremo nei prossimi mesi. Insieme a quest’ultimo regola il flusso mestruale nella donna.
Si dice che Rene e Fegato abbiano un’origine comune, i Reni accumulano il Jing, il Fegato il Sangue. I Reni sono la madre del Fegato e il Jing può trasformarsi in Sangue che a sua volta nutre e rifornisce il Jing. In questo modo le Tre Sostan-ze Jing, Qi e Sangue sono strettamente correlate tra di loro.
Il Qi del Fegato assiste il movimento del Qi degli altri organi: aiuta il Qi di Stomaco, Intestini e Vescica a scendere e il Qi della Milza a risalire. È in stretta relazione con il Qi del Polmone, e grazie al suo movimento di risalita permette al Qi polmonare di scendere verso il basso.
Quando il Qi del Fegato è in stasi si rallenta e sovverte tutta la circolazione del Qi governata dagli altri organi. L’apparato digerente rallenta le sue funzioni e la digestione diventa lenta e la-boriosa, l’energia del Polmone non permette ai liquidi corporei di scendere verso i Reni e la Ve-scica provocando tosse e asma, lo Yang di Fegato può risalire verso l’alto provocando Cefalea.
Lo Hun è l’anima eterea a cui corrisponde l’a-spetto mentale e spirituale del Fegato.
Sono i nostri sogni che nella notte si liberano quando il Sangue trova dimora nel Fegato.
I sogni ci permettono di pianificare i nostri obiet-tivi ed orientare le nostre scelte che daranno dire-zione alla nostra vita. Quindi in condizioni fisio-logiche il Fegato è descritto nell’antico testo “Su Wen” come un generale dell’esercito responsabi-le delle strategie. Svolge questa funzione grazie all’azione dello Shen del Cuore che limita l’anda-re e il venire dello Hun tenendolo sotto controllo.
Al Fegato si associa come emozione la rabbia, che si manifesta quando la stasi del Qi epatico fa risalire lo yang del fegato verso l’alto, mentre le frustrazioni sono responsabili delle patologie interne del Fegato.
Nel Movimento Legno al Fegato si associa la Vescica Biliare, viscere Yang del Legno, consi-
derato anche uno dei Sei Visceri Straordinari che vedremo in futuro.
Riceve e accumula la Bile che è consideratal’ “Essenza Centrale” ovvero un liquido puro pro-dotto dall’eccesso del Qi di Fegato. Da un punto di vista psicologico la Vescica Biliare influenza la capacità di prendere le decisioni. La risalita del Qi della Vescica Biliare supporta il libero flu-ire del Qi Epatico e dello Hun, a sua volta con-trollato dallo Shen del Cuore, spirito sovrano che governa tutte le attività del “territorio” umano.
Dr. Giovanni Di LuccioMedico Agopuntore Firenze
Specchio dell'anima, ma anche del corpoe della mente
l'Iri
dolo
gia
L’iridologia è una disciplina olistica (Olos = dal greco significa globale) che permette di valutare il livello di salute: fisico-emotivo-mentale di ogni individuo.
La visita iridologica non è né dolorosa né invasiva per questo può essere sostenuta da tutti; è eseguita dall’esperto iridologo che si avvale di uno strumento apposito chiamato iridoscopio.
“L’occhio è un mezzo importantissimo per osservare dall’esterno quello che succede dentro il corpo”Agostino Gazzurelli - iridologo, erborista, naturopata, counselor - www.iridologo.it
UN PO’ DI STORIAI primi riferimenti all’analisi dell’occhio si trovano in papiri medici del 1500 a.C.Anche nella tradizione medica cinese si associano varie zone dell’iride e della sclera agli elementi costitutivi dell’uomo, in modo analogo alla rappresentazione del corpo che fa l’agopuntura. In alcuni documenti mesopotamici del 669 a.C. si accenna a una relazione tra la variazione del colore dell’oc-chio e malattie epatiche o patologie letali.
I PADRI FONDATORI L’iridologia moderna si deve all’ungherese Ignatz von Peczely, che nel 1886 pubblicò la prima topo-grafia iridea, valida ancora oggi. Vi sono poi stati molti altri contributi, uno dei più autorevoli fu l’a-mericano Bernard Jensen che realizzò le mappe dell’occhio più usate dai terapisti di tutto il mondo. In Italia, si iniziò a parlare di iridologia quando nel 1975 Luigi Costacurta pubblicò il suo primo trattato. Tra i principali studiosi italiani Siegfrid Rizzi e, attualmente, Daniele Lo Rito, Lucio Birello, Rudy Lanza.
COME IN UN OROLOGIOSi esaminano le tre componenti dell’occhio: la sclera, l’iride e la pupilla. Nella sclera, cioè la parte bianca; si analizzano varie indicazioni ad esempio i capillari, con la loro forma e localizzazione. Ma i dati più interessanti arrivano dalla pupilla e soprattutto dall’iride, cioè la parte colorata dell’occhio; dove sono rappresentati tutti gli organi, apparati, sistemi. Per effettuare correttamente l’analisi ci si avvale di apposite mappe, in cui gli organi sono posizionati come se ci trovassimo di fronte al quadrante di un orologio. Nell’occhio sono state individuate 166 cosiddette aree, 80 a destra e 86 a sinistra.
MICROCOSMO E MACROCOSMO“Possiamo quindi affermare che nel piccolo microcosmo occhio c’è il macrocosmo uomo”.Inoltre già il colore stesso dell’iride (dal greco ARCOBALENO) è indice di una sommaria suddivisione di tipologie umane. Gli occhi azzurri sono i tipi linfatici, con prevalenza di disfunzioni legate alle vie respiratorie, drenaggio (ritenzione idrica). Chi ha occhi marroni appartiene alla tipologia ematogena, con sensibilità alle disfunzioni epatiche ed intestinali. Chi ha occhi verde/nocciola è un misto/biliare, ovvero i suoi punti deboli sono i processi digestivi, enzimatici di cistifellea e di pancreas.
BUCHI NELLA TRAMA «Se il corpo è sano l’occhio (ingrandito fino a 40 volte) appare come la trama di un tessuto di seta»; un’al-tra indicazione che ci spiega l’iridologo è: «Più la trama dell’iride è compatta più è indicatrice di salute e buon funzionamento del sistema immunitario. Se si vedono dei buchi, dei difetti nella trama, che tende ad
È importante fare una precisazione. L’iridologia non vuole sostituirsi ai moderni strumenti diagnostici, non è certo un’alternativa a una tac o a un’ecografia, e non pretende di analizzare il sangue, né di diagnosticare tumori. Però ci dà un’immagine chiara dello stato degli organi. E può allertare su alcuni potenziali criticità.
IRIDOLOGIA COME DISCIPLINA COMPLEMENTARE
L’iridologia permette di delineare un quadro completo del soggetto esaminato a partire dal suo “quid” energetico, cioè l’indice di vitalità, umore, personalità, difese immunitarie, carenze e sovraccarichi, capacità di eliminazione dei residui metabolici, il livello di stress, ecc. Con l’analisi dell’iride si de-terminano le soggettive predisposizioni in funzione del passato e attuale stile di vita e si valutano le capacità di recupero. Quindi, l’investigazione è utile per lavorare in prevenzione prima che la “malat-tia” si instauri, aiutando la persona con svariate tecniche naturali: nutrizione, fitoterapia ecc. al fine di sostenere e recuperare la VIS MEDICATRIX NATURAE (la forza di guarigione naturale).
METODO OLISTICO
Per spiegare meglio il mio approccio iridologico-professionale faccio un esempio “mi è capitato di in-dividuare una piccola ogiva in un occhio che aveva una precisa caratteristica in relazione al seno della paziente. E le ho consigliato di andare a fare una mammografia, la quale ha rivelato un nodulo così piccolo che non sarebbe stato sensibile neppure all’autopalpazione».
assottigliarsi, e delle macchie, allora sappiamo che c’è qualcosa che non va. Le macchie vengono definite lacune e anche le loro diverse forme (ad asparago, a becco, chiuse, aperte) sono indice di diverse proble-matiche. A seconda di dove sono localizzate queste macchie si capisce se la sofferenza è cronica, geneti-ca, o si tratta di un processo degenerativo. E si può capire anche la possibile evoluzione di quel disturbo».
34 35SCOPRI LA VASTA GAMMA DEI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SUL SITO INTERNET WWW.DRGIORGINI.ITI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SONO DISPONIBILI IN ERBORISTERIA, FARMACIA E PARAFARMACIA
La vitamina del sole e le DONNE
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esse
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mm
inile
La vitamina D è una vitamina che, a differenza delle altre, si comporta
come se fosse un ormone, andando ad agire su diversi organi e tessuti.
Gli effetti favorevoli della vitamina D sono molti e decisamente impor-
tanti per la salute del nostro corpo, ma una carenza di vitamina D può
generare scompensi e provocare l’insorgere di patologie.
Livelli bassi di vitamina D possono derivare dalla poca esposizione al
sole e da una alimentazione acida e poco equilibrata.
Molti studi nel corso degli anni hanno dimostrato la sua importanza nel-
la prevenzione di diverse patologie tra cui tumori e disturbi del sistema
nervoso ma anche nei confronti del mantenimento di un buon sistema
immunitario.
Concentrazioni nel sangue di 25-idrossicalciferolo, la forma di vitamina
D utilizzata dall’organismo, inferiori a 25-30 nanogrammi per millilitro
(ng/ml) definiscono una carenza di vitamina D.
Numerosi studi evidenziano un ruolo centrale nella vita delle donne
dall’adolescenza all’età riproduttiva con l’importanza di mantenere i li-
velli adeguati in gravidanza (minor rischio di preeclampsia) e ovviamen-
te come già noto in Menopausa.
Un ruolo fondamentale sta assumendo anche nelle coppie che ricercano
una gravidanza, evidenziando spesso nelle donne (ma anche uomini) che
sono in cura presso centri di infertilità livelli bassi di questa vitamina.
Alcuni studi hanno dimostrato che le concentrazioni nel sangue di vita-
mina D sono più basse nelle donne con Sindrome dell’ovaio policistico
(PCOS) rispetto a quelle che non presentano questa condizione, sia per
ridurre la resistenza dei tessuti agli effetti dell’insulina (insulino-resisten-
za), sia nel migliorare gli esiti delle cure dell’infertilità.
Sembra che la vitamina D abbia un effetto sulla produzione di ormone
anti-Mulleriano (AMH) e favorisca il mantenimento di una più efficiente
riserva ovarica.
Inoltre, un altro rilievo interessante è quello che riguarda la maggiore fre-
quenza di comparsa di miomi, nelle donne con carenza di vitamina D, e
si è ipotizzato che alte concentrazioni della vitamina abbiano un qualche
ruolo nei meccanismi di sviluppo dell’endometriosi.
Dr.ssa Ilaria Fantacciniwww.ilariafantacciniginecologa.it
Infine, sembra migliori i risultati
delle tecniche di PMA favorendo
l’impianto dell’embrione nell’utero.
La somministrazione di vitamina D
è giustificata in presenza di concen-
trazioni nel sangue inferiori a 25 ng/
ml, specialmente in donne obese,
in quelle con insulino-resistenza e
nei soggetti con una ridotta riserva
ovarica, con malattie autoimmuni o
in gravidanza.
Si consiglia la supplementazione
anche negli uomini carenti che ri-
cercano un figlio.
Il mantenimento di buoni livelli si
ha con una dieta equilibrata e una
esposizione al sole anche e soprat-
tutto d’inverno.
Buone fonti alimentari di vitamina
D sono: il pesce e gli oli che esso
contiene, in particolare trota, so-
gliola, sgombro, salmone, pesce
spada, storione, tonno e sardine; le
uova, soprattutto il tuorlo; il latte,
il burro; il fegato e i grassi animali,
come quelli contenuti nelle carni
di pollo, di anatra e di tacchino; i
cereali e le verdure verdi ne sono
ugualmente ricchi.
Ricordiamoci che la prescrizione
della supplementazione di vitami-
na D deve essere sempre suggerita
e prescritta dal medico curante nei
modi e nei tempi adeguati perché
se si eccede può risultare tossica.
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Topinambur: un tubero dalle origini "solari"
Detto anche carciofo di Giudea o rapa tedesca, il topinambur (Helianthus tuberosus) è una pianta erbacea con steli annuali, che possono raggiungere l’altezza di 3 metri, analoga al girasole, perenne grazie alla presenza di tuberi; sono questi ultimi peraltro che trovano impiego nell’alimentazione. Il topinambur è, al pari del girasole, una pianta di origine nord-americana e veniva coltivata in epoca pre-colombiana negli Stati Uniti nordorientali. Solo nel ‘600 essa venne introdotta in Europa, in particolare in Francia da dove si diffuse come pianta da coltivazione a seguito del riconoscimento del suo valore alimentare.
Fu proprio nel Paese transalpino che assunse il nome di “topinambours”, ottenendo inizial-mente maggiore fortuna rispetto alla patata: non casualmente, esso si adattò presto alla cucina dei conventi, ove prevalevano cibi nutrienti ed economici, rivelandosi importante nei periodi di grandi ca-restie. Nonostante venga definito “carciofo di Giudea”, questa pianta non ha alcun legame con la Terra Santa: il riferimento alla Giudea nasce da un’alterazione del termine “girasole”, parola usata nella lingua italiana per quel fiore, mentre il nome “carciofo” è dovuto al fatto che il sapore del topinambur ricorda quello di tale ortaggio.
I tuberi, che come visto vengono destinati all’alimentazione, sono di forma irregolare e bitorzoluta non molto voluminosi, e la loro pelle o buccia può essere bianca – tale varietà si trova in commercio da fine agosto – o bordeaux – disponibile da fine ottobre a inizio primavera –. Il topinambur è un alimento a basso contenuto calorico, nonché ricco di proteine e fibre; peraltro, possiede un carboidrato indi-sponibile (il polisaccaride inulina) che non viene assorbito né dallo stomaco né dall’intestino, perché nell’uomo manca l’enzima preposto alla sua digestione e quindi non è considerabile per l’apporto ca-lorico! Del resto, l’inulina si comporta come le fibre: è uno zucchero che non si può digerire e quindi non fa aumentare la glicemia, incrementando tuttavia il senso di sazietà. Ed è sempre la stessa sostanza a conferire il tipico sapore dolce al topinambur; infatti 100 grammi di questo alimento corrispondono a sole 30 calorie!
Essendo ricco di proteine, vitamine e minerali (in particolare ferro, potassio, silicio, fosforo e magnesio) questo tubero è un salutare alimento che viene spesso consigliato ai diabetici. Oltre ad avere un valore nutrizionale che consente una varietà di menù, il topinambur ha proprietà nutrizionali energetiche, lassative, diuretiche, lattagoghe, antisettiche ed è facile da digerire.Semplicemente sbucciato, per esempio, è ottimo da mangiare crudo e ricorda, per consistenza, il rava-nello; può peraltro essere cotto (al vapore, al forno, lessato, stufato, bollito) o semplicemente condito con olio e sale, oppure per la realizzazione di piatti più elaborati. Ma un aspetto assai importante e che lo rende un alimento di grande utilità è la sua assenza di glutine, sicché può essere trasformato in farina per poi dare vita a ingegnose combinazioni! Alimento versatile, insomma, nonostante le sue origini rustiche che avrebbero potuto limitarne la diffusione e l’uso anche in questi tempi.
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Topinambur al forno (PER 4 PERSONE)
500 g di topinamburfarina q. b.50 g di burro1 limonesalepepebrodo q. b.
I topinambur in cucinaSp
agyr
ica
in c
ucin
a
Per alcuni anni sono stati dimenticati, attualmente sono stati rivalutati per tutte le buone proprietà che possiedono.
Da essi si può ottenere anche una farina che va mescolata – al 10% – alle altre farine e che viene in seguito impiegata per i prodotti da pane. La loro forma è buffa, essendo molto bitorzoluta!
Come prepararliLa buccia scura che hanno i topinambur ne nasconde una bianca soda e dolce che li fa assomigliare al carciofo, mentre la consistenza è simile a quella della patata. Lavate i to-pinambur aiutandovi con uno spazzolino, dopodiché sbucciateli e immergeteli in acqua acidulata con succo di limone o aceto. Alcune scuole di pensiero pensano che sia meglio non sbucciarli.Se decidete di sbucciarli munitevi di un paio di guanti per proteggere le mani altrimenti le macchierete.
AbbinamentiI vini da abbinare alle ricette con i topinambur possono essere la Franciacorta e l’Anais.
Cucinare i topinamburVarie sono le tecniche di cottura:• Lessati in acqua salata e acidulata con aceto o succo di limone, per circa 25 minuti;• A vapore interi per 30-40 minuti;• A vapore a pezzi per 20-30 minuti;• Fritti, lessateli interi per 20 minuti, poi scolateli, lasciateli raffreddare e tagliateli a fette abbastanza spesse, successivamente immergeteli in una pastella leggera e friggeteli in abbondante olio;• Crudi tagliati a fette sottili e conditi con olio, sale e limone o aceto balsamico, in cui tutte le proprietà rimangono intatte. In Piemonte, i topinambur crudi si degustano con la bagna cauda.• Ridotti in purea, con l’aggiunta del burro.
Le mie ricette:
Le ricette di:
Paola Balducchi
Appassionata di cucina
e autrice di libri sull’argomento
Topinambur saporiti (PER 4 PERSONE)
800 g di topinambur4 acciughe sotto sale1 limone3 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva1 spicchio d’aglio1 cucchiaio di prezzemolo tritatobrodo q. b.salepepe
Risotto di topinambur (PER 4 PERSONE)
320 g di riso1 scalogno300 g di topinambur3 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva120 g di taleggio50 g di burro1 bicchiere di vino bianco700 g di brodo vegetalesalepepe1 cucchiaio di prezzemolo tritato1 limone
PREPARAZIONE (20 minuti):Lavate e raschiate i topinambur, tagliateli a fette e immergeteli in acqua acidulata con il limone. Fate bollire dell’acqua salata e quando bolle but-tatevi i topinambur, facendoli bollire per 5 minuti. Poi scolateli, passateli nella farina, salateli, pepateli e buttateli in una pirofila dove avrete fatto sciogliere il burro, mettete in forno a 180° per circa 30 minuti. Se necessa-rio bagnate con un po’ di brodo. Serviteli ben caldi.
RICETTA FACILE
RICETTA FACILE
RICETTA MEDIA
PREPARAZIONE (20 minuti):Lavate e raschiate i topinambur, tagliateli a fette sottili e im-mergeteli in acqua acidulata con il limone. In una casseruola versate l’olio, fatevi rosolare lo spicchio d’aglio, unite le acciu-ghe pulite e dissalate poi le fette di topinambur. Salate, pepate, aggiungete un po’ di brodo e portate a cottura. Al termine di quest’ultima cospargete di prezzemolo tritato e servite.
PREPARAZIONE (20 minuti):Lavate e pelate i topinambur, in seguito tritateli finemente e metteteli in acqua acidulata con il limone. In una casseruola fate rosolare nell’olio lo scalogno tritato aggiungendo i topi-nambur finemente tritati e scolati; fate cuocere per circa 15 minuti e salate, aggiungendo eventualmente un po’ di brodo. In un’altra casseruola fate sciogliere il burro e unite il riso, fa-cendolo tostare e irrorandolo con il vino; lasciate evaporare poi unite tutto il brodo bollente, cuocendo a tegame scoperto. Dopo circa 10 minuti aggiungete i topinambur e lasciate cuo-cere per circa 5 minuti. A cottura ultimata mantecate con il taleggio a pezzetti e spolverizzate con il pepe e il prezzemolo tritato, lasciando insaporire il tutto; infine, servite!
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Non tutto il male viene per nuocere
Sono qui per condividere con voi quello che ho scoperto sulla mia pelle durante il mio percorso di vita: cioè che “il male, spesso, non viene per nuocere".Un po' forte come affermazione!?!Vediamo di contestualizzarla.
Innanzitutto occorre chiarire cosa in-tendiamo per "Male".
Male è il contrario del bene, non-desiderabi-le, oppure è inteso come il rifiuto di attuare il bene… ma capite che qui entrano in gioco le culture, i valori, l’epoca storica il contesto ecc. e, difficilmente, potremmo essere tutti d’accordo. Dal punto di vista filosofico si afferma che il Male:1) è radicato nella natura dell'individuo2) è un castigo dell'ordine cosmico o della prov-videnza per rendere migliori gli uomini...
Lasciando un attimo da parte la filosofia, provia-mo a riflettere su quello che viene definito male fisico o psichico e quindi sulla nostra percezione del dolore e della sofferenza.
Nella nostra vita soffriamo con intensità e durata differenti: soffriamo quando non vogliamo qual-cosa che c'è perché non ci piace o ci disturba, oppure quando abbiamo quello che vogliamo ma poi lo perdiamo o dura meno di quel che vorremmo; in poche parole soffriamo per rifiuto o attaccamento, che derivano dall'ignoranza sul-la natura stessa dei fenomeni di questo universo: l'impermanenza!Tutto cambia fuori e dentro di noi, attimo dopo attimo, che lo si voglia o no, che se ne sia consa-pevoli o meno!
Per approfondire il tema consiglio un corso di meditazione Vipassana (visione profonda).Proviamo quindi a concentrarci sul significato di male in senso fisico: è quello percepito dai sensi, dolore e sofferenza del corpo e della mente, in cui viene meno quella sensazione di benessere chiamata salute!
Tutti ambiamo a uno stato di benessere che sod-disfi i nostri sensi e, in questa ricerca, compiamo eccessi che in realtà a lungo andare ci danneg-giano, ma se non stiamo male, difficilmente cer-chiamo il Bene, in genere ci accontentiamo; al contrario, se soffriamo, ci mettiamo a ricercare ciò che ci potrebbe far stare meglio.Un Maestro diceva: "perché il dolore non ti la-scia dove sei!" Ovvero: NON TI CONSENTE DI RIMANERE DOVE SEI IN MODO PASSIVO, SENZA CERCA-RE UN MODO PER USCIRNE.Ovviamente possiamo, attraverso gli antidolori-fici, spegnere le spie, mettere i coperchi e con-tinuare tranquillamente a mantenere le nostre abitudini, ma se riusciamo a vedere quante pos-sibilità di cambiamento ci apre l'esigenza di non restare nel dolore (se indagata) potremmo scopri-re che sono straordinarie!Il male (malessere, dolore, sofferenza) ha sempre uno scopo ben preciso: segnalare la presenza di una disarmonia nel corpo-mente, farci fermare (avete mai visto cosa fanno gli animali quando stanno male? Per lo più si rifugiano da qualche parte per riposare), farci ascoltare e capire in modo esperienziale ciò che ci sta succedendo. Infine, esso ci spinge a cambiare qualcosa, pic-colo o grande che sia questo cambiamento, per
uscire dallo stato in cui siamo.Peccato che cambiare sia la cosa più difficile che possiamo chiedere a noi stessi! Pensiamo a cosa può succedere quando chiedia-mo agli altri di cambiare o, ancor meglio, quando siamo convinti di poter cambiare gli altri a nostro uso e consumo e ci arrabbiamo quando questi non lo fanno! Ma avete mai pensato alla difficoltà che provate quando volete modificare una vostra abitudine? Quanto tempo e quanta determina-zione occorre? È necessaria anche una buona motivazione che non faccia desistere al primo tentativo fallito!Insomma, il dolore è sempre una buona motiva-zione! Ecco, quindi, in che senso vorrei dire che il male non viene per nuocere: il dolore costringe all'ascolto, guida verso una possibile comprensio-ne della causa dei fenomeni.Se anziché approfittare di questo stimolo per co-noscerci meglio, deleghiamo ad altri e sopprimia-mo i sintomi, abbiamo quantomeno perso una buona occasione per sperimentare conoscenza e saggezza che ci porterebbe a essere maggior-mente responsabili verso noi stessi e gli altri.
Ascolto di se stessi, delle proprie sensazioni, re-cupero della fiducia nelle proprie percezioni e dei bisogni che il corpo e la mente ci segnalano.Recupero del senso di responsabilità verso il no-stro star bene e star male, senza delegare ad altri il compito di dirci cosa sta succedendo e cosa è meglio per noi.Noi però siamo abituati per cultura a delegare fin da piccoli.Non ci insegnano ad ascoltarci ma semplicemente a rivolgerci al medico per ogni cosa dalla più pic-cola e banale a quelle, effettivamente, importanti.Ho amici, medici di base, che mi raccontano di essere invasi da telefonate e richieste in cui baste-rebbe solo un po’ di buon senso e un po’ di pa-zienza e ascolto, ma nessuno ci educa a questo! Anzi, viene sollecitata la paura: stai attento, vai
dal medico perché chissà cosa potrebbe essere!È vero, la diagnosi è competenza del medico, ma occorre anche riconquistare quella piccola par-te di auto-diagnosi istintiva che è legata a come percepiamo le cose che ci accadono.Conoscersi significa porre attenzione ai dettagli e alle nostre reazioni: mangio quel determinato cibo e mi si gonfia la pancia, con l'altro mi vie-ne l'orticaria, quando devo andare a mangiare da mia suocera mi viene mal di testa, se prendo freddo ai piedi poi mi viene il raffreddore, se c’è vento divento nervosa, con questo peggioro, con questo miglioro, ecc.Il sintomo, può essere vissuto come il nemico da sopprimere, nascondere e combattere oppure come il linguaggio del corpo, la voce che ci dice dove il corpo, che è in continua ricostruzione e auto-cura, sta tentando di lavorare ma non ce la fa da solo!
È proprio su questo concetto che si basa l’inter-vento SHIATSU secondo la metodologia operati-va studiata e proposta all'I.R.T.E., la scuola fonda-ta dal Dr. Fabio Zagato.Immaginate il nostro sistema energetico come una rete simile ai vasi sanguigni, spesso nei libri di M.T.C. non viene distinto il fluire del sangue dal fluire dell'energia: il primo è una sostanza materica mentre la seconda è invisibile e impal-pabile ma produce effetti!Fino a quando tutto fluisce tutto il sistema funziona.La disarmonia o il sintomo insorge quando il flus-so si interrompe sia per accumulo e blocco sia per carenza e mancanza di energia.Secondo la M.T.C. esistono 12 percorsi preferen-ziali delle energie che regolano il corpo/mente chiamati meridiani, quest’ultimi vengono suddi-visi in coppie appartenenti a 5 movimenti di cui conoscete sicuramente il nome: Legno, Fuoco, Terra, Metallo, Acqua.A questi movimenti ne appartengono di ana-loghi che collegano aspetti del macrocosmo e
Tratto dall'intervento di Monica Zucchini alla conferenza tenuta a Bologna il 20 febbraio 2013, presso l'associazione “L'Albero di Pandalissa”.
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del microcosmo a queste specifiche energie che esistono solo in quanto facenti parte di un sistema dove tutto funziona… in funzione del sistema e non in maniera autonoma.Quindi la cosa più importante quan-do affrontiamo dal punto di vista dello shiatsuka qualsiasi disarmonia energetica che produce sintomi, è co-noscere, osservare e agire innanzitut-to sull'intero sistema.Se paragonassimo il nostro sistema energetico a un sistema di tubi idrau-lici, dovremmo accertarci per prima cosa se l'acqua può entrare e uscire dal sistema liberamente, senza intop-
pi, poi successivamente potremmo intervenire sul-le perdite piuttosto che sulle ostruzioni che impe-discono al flusso di scorrere continuo e costante mantenendo funzionante e nutrito l'intero sistema con l'energia richiamata a fluire liberamente. Questo è ciò che facciamo: ascoltiamo il nostro Ricevente che racconta i suoi sintomi i quali ven-gono tradotti prontamente in disarmonie energe-tiche e, quando il quadro non è chiaro (cioè non si riferisce a un solo movimento energetico, per esempio: Acqua), perché sono presenti analoghi di più movimenti (per esempio: compaiono sin-tomi sia di Legno sia di Terra sia di Acqua), dia-
mo sostegno al sistema, fino a quando i sintomi migliorano e spariscono. A volte però su un qua-dro di complessivo miglioramento e benessere riportato dall'utente, riemergono sintomi specifi-ci appartenenti con chiarezza a un movimento energetico specifico... ecco che quando subentra questo quadro chiaro di valutazione energeti-ca, lo shiatsuka può, come viene detto in gergo professionale, andare a sostegno del movimento coinvolto nella disarmonia, stimolando sempre come prima cosa l'intero sistema, magari in ma-niera meno estesa, poi intervenendo sulla coppia di meridiani con un lavoro dedicato e specifico volto a far migliorare il fluire dell'energia in quei specifici percorsi. Questo intervento permette all’intero sistema di superare lo scoglio momen-taneo e di ritornare a funzionare al meglio alla continua ricerca della fluidità e dell'equilibrio.Se non ci fosse il sintomo... noi non sapremmo come aiutare il sistema.L’attività di auto guarigione del nostro ki (Energia complessiva che fluisce al nostro interno nel con-tinuo tentativo di mantenerci in equilibrio e quindi in salute) manda in superficie sintomi che noi pos-siamo identificare secondo il quadro disarmonico collegato ai cinque movimenti dal disturbo più re-cente al disturbo più cronico e stratificato.La nostra metodologia operativa prevede che l’u-tente venga intervistato, osservato dal punto di vi-
sta fisiognomico, venga ascoltato percettivamente sulle aree di diagnosi dorsali e addominali diretta-mente collegate agli organi e ai visceri del nostro corpo e valutato lungo il percorso dei meridiani.I dati raccolti vengono poi organizzati in un asse che riporta negli anni tutte le crisi o i cronici che il sistema energetico dell'utente ha avuto, inter-pretati alla luce dei cinque movimenti energetici e dei suoi analoghi.Sostenere il ricevente durante queste crisi del si-stema di auto guarigione significa far scegliere al sistema stesso dove ha bisogno che noi interve-niamo in sostegno perché lui da solo non ce la fa.La cosa magica e stupefacente è che lavorando sul corpo con pressioni effettuate in armonia col respiro venga sollecitato sia l'aspetto corporeo sia quello mentale e che le persone acquisiscano mano a mano una grande capacità di ricollegar-si a se stessi, alle proprie sensazioni alle proprie emozioni a farsi domande e a percepire cosa è bene per loro senza che lo shiatsuka dica nul-la. Noi infatti non siamo né medici né psicologi e conosciamo bene il nostro piano di intervento che è prettamente ENERGETICO, ciò non toglie che lavorando solo col contatto si riescano a ot-tenere meravigliosi risultati su più piani.Per onestà intellettuale va detto che se è vero che tutti, per qualsiasi sintomo, possono trova-re benefici da una seduta di shiatsu, è altrettanto vero che rimangono nel percorso di trattamento e traggono i maggiori benefici quei soggetti che sono interessati a conoscersi, che sono curiosi di ascoltarsi e che a costo anche di sacrifici econo-
mici (purtroppo non siamo ancora convenzionati con l'Asl!) non rinunciano più a prendere la pro-pria vita nelle proprie mani.Quindi per concludere... tenendo fede alla pro-messa iniziale... spero di avere instillato in voi al-meno il dubbio di quella che è per me ormai una certezza: il male non viene quasi mai per nuo-cere, ma per insegnarci qualcosa su noi stessi e aprirci molte possibilità di migliorare la nostra vita in tutti i sensi.
Monica ZucchiniInsegnante e operatore I.R.T.E. dal 1995
Commissario Nazionale Esami F.I.S.I. e O.
Sede di Bologna: [email protected]
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Formato da 50 g - 100 pastiglie
Questo prodotto va a sostituire l'integratore Dr. Giorgini VISVIS.
La Spagyria (o Spagiria), termine che deriva dall’u-nione delle parole greche σπάω (separare, dividere) e αγέιρω (collegare, unire), è considerata l’applicazione dell’alchimia alla Natura; o meglio, è l’applicazione dell’alchimia che, tramite le due fondamentali opera-zioni del separare e del congiungere, porta alla rea-lizzazione di un medicamento.
Secondo la filosofia alchemica, infatti, ogni essere viven-te (quindi anche le erbe) possiede tre principi: lo zolfo (il calore innato che genera), il mercurio (l’umido primi-genio che nutre) e il sale (secco radicale che conserva). Non solo, ma nella Natura, permane un’energia vitale – una forza universale – che determina anche la vita fisiologica di ciascun organismo. Il compito della Spa-gyria consiste nel favorire l’azione dell’Energia di Vita.
Il rimedio spagyrico deriva dalla separazione dei tre principi della pianta che, dopo essere stati purificati, sono successivamente riuniti in un nuovo prodotto, che a sua volta rappresenta il ricongiungersi della parte liquida con quella solida. L’efficacia del medi-camento spagyrico deriva da una sinergia tra gli oli essenziali (zolfo), l’alcol prodotto dalla fermentazio-ne delle parti spesse della pianta (mercurio) e dai sali minerali e gli oligoelementi ricavati dalla calcina-zione delle operazioni precedenti (sale). In pratica, la preparazione spagyrica “apre” la pianta e integra vari componenti dopo un processo di separazione e di purificazione; è un composto più completo che racchiude il valore medicinale della pianta in modo più integrale.
Dare per scontato che a tutti siano chiari certi termini può rappresentare un errore. Talvolta anche chi scrive non conosce appieno il significato dei lemmi che utilizza. Così, da questo numero in avanti, verrà sfruttato que-sto spazio per illustrare alcuni concetti chiave – e familiari – dell’Azienda Dr. Giorgini. Questa sorta di glossario potrà essere di supporto non solo ai consumatori, ma anche a tutti coloro che nell’Azienda lavorano o che vi entrano a fare parte, per una sempre maggiore partecipazione.
Il metodo Alchemico® Spagyrico® inventato dal Dot-tor Giorgini consiste nel considerare non solo tutti i principi utili contenuti nelle piante (ovvero il fitocom-plesso), ma anche l’Energia di Vita che viene estratta attraverso questo metodo e resa disponibile all’inter-no dei prodotti Dr. Giorgini. Tale metodo consiste nell’effettuare tre estrazioni successive sulle stesse piante di partenza: i tre estratti vengono concentrati sottovuoto e a bassa temperatura, infine riuniti in uno
unico, che preserva integra l’Energia di Vita e tutti i principi attivi e nutritivi della pianta! Questo metodo si basa su saperi antichissimi, secondo i quali ogni sostanza – ogni pianta – ha un’essenza vitale profon-da e caratterizzante. La presenza dell’Energia di Vita nei prodotti Dr. Giorgini determina la differenza so-stanziale tra questi e gli altri prodotti naturali estratti con processi chimici che non tengono conto di questa forza universale!
Glossario Spagyria e Metodo Alchemico® Spagyrico®: un salto in un passato attualissimo
per l'abbonamento gratuito online (rivista in formato pdf) registrarsi sul sito: www.drgiorgini.it/spagyrica
Estratti titolati ed erbe in polvere
Dr. Giorginiintegratori
La Linea Erbe Monocomponenti del Dr. Giorgini è una nuova gamma di integratori che co-niuga assieme il massimo della qualità con la semplicità di utilizzo e posologie “ridotte”, grazie all’elevata concentrazione dei principi attivi.Sono disponibili più di 50 prodotti per soddisfare al meglio le esigenze dei consumatori e coprire ogni ambito fisiologico d’azione.
INGREDIENTI DI PRIMA QUALITÀ - 100% NATURALI - ALTA CONCENTRAZIONE DI PRINCIPI ATTIVI - MAS-SIMA QUALITÀ AL MIGLIOR PREZZO - ADATTI A VEGANI* E INTOLLERANTI AL GLUTINE** E AL LATTOSIO. * tranne PROPOLI Estratto Titolato pastiglie. ** tranne AVENA Estratto Titolato polvere.
ACAI - pastiglie* AGAR-AGAR - polvereAGLIO - pastiglieALOE VERA - pastiglieANANAS - pastiglieANGELICA CINESE - pastiglieARTIGLIO DEL DIAVOLO - pastiglieASTRAGALO - pastiglieAVENA - polvereBARDANA - pastiglieBETULLA BIANCA - pastiglieBIANCOSPINO - pastiglieBOSWELLIA - pastiglieCAFFÈ VERDE - liquido analcoolico*
CAFFÈ VERDE - pastiglie*CARBONE VEGETALE - pastiglieCARCIOFO - pastiglieCARDO MARIANO - pastiglieCENTELLA - pastiglieCIMICIFUGA - pastiglieCRESPINO INDIANO - pastiglieCURCUMA - pastiglie*ECHINACEA - pastiglieELEUTEROCOCCO - pastiglieEQUISETO - pastiglieFIENO GRECO - pastiglieFINOCCHIO - pastiglieGANODERMA - pastiglie
GARCINIA CAMBOGIA - pastiglie*GINKGO BILOBA - pastiglieGINSENG - pastiglieGLUCOMANNANO - pastiglieGOJI - pastiglie*GUARANÀ - pastiglieGYMNEMA - pastiglieMACA PERUVIANA - pastiglieMELISSA - pastiglieORTICA - pastigliePASSIFLORA - pastigliePEPE NERO - pastigliePILOSELLA - pastigliePROPOLI - pastiglie
PSILLIO - polverePYGEUM - pastiglieRODIOLA -pastiglieROSA CANINA - polvereSERENOA - pastiglie**SOIA - pastiglieSPIRULINA - pastiglieTARASSACO - pastiglieTÈ VERDE - pastiglieTRIFOGLIO ROSSO - pastiglieUNCARIA - pastiglieUVA URSINA - pastiglieVALERIANA - pastiglieZENZERO - pastiglie
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56 INTEGRATORI MONOCOMPONENTE
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