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SpazioNBA.it Magazine - 14/15 Season Preview 1

SpazioNBA Magazine 2 - 14/15 Season Preview

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Magazine cestistico a cura del sito www.spazionba.it. Numero 2, 14/15 Season Preview

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EditorialeBentornati sul le pagine del nostro Magazine, pronti a

leggere la seconda uscita.

Per prima cosa voglio ringraziare tutti voi, i nostri lettori , per i

tantissimi complimenti ricevuti in seguito al la pubblicazione

del primo numero del Magazine, che potete trovare nella

sezione dedicata sul nostro sito. Sono davvero molto fel ice

che abbiate apprezzato il primo numero e spero che

possiate apprezzare allo stesso modo anche questa

seconda pubblicazione che, a otto giorni dal ritorno della

nostra amata Lega, cerca di analizzare la situazione

squadra per squadra, parlando delle aspettative di ogni

franchigia NBA.

Per ogni squadra troverete roster, movimenti di mercato,

shotcharts offensive e difensive della passata stagione è

un'analisi dettagl iata. Ricordate comunque che i roster non

sono definitivi , quindi potrebbero esserci dei tagl i per

raggiungere il numero massimo di 1 5 giocatori, e soprattutto

che noi come voi siamo dei semplici fan a cui piace battere

le dita su una tastiera per far conoscere il nostro pensiero.

I l lavoro per questo secondo numero è iniziato in estate,

addirittura a lugl io, appena terminata la stagione che ha

visto trionfare San Antonio. In realtà l 'idea iniziale era quella

di pubblicare soltanto questa preview ma, come ben sa chi

ha ammirato Inception, una volta che un'idea si è

impossessata del cervello è quasi impossibi le sradicarla e

così questa idea è cresciuta, si è impossessata della mia

mente e da qui è nato i l Magazine che tutti voi state

leggendo.

Novembre sarà un mese abbastanza impegnativo per i l

sottoscritto, che oltre a essere un grandissimo appassionato

di questo sport è anche uno studente universitario. I l terzo

numero quindi uscirà indicativamente a inizio dicembre.

Vi auguro quindi una buona lettura invitandovi a

commentare e a farci conoscere il vostro pensiero, sia sul le

varie squadre che sul Magazine in sé, in modo da aiutarci a

migl iorarlo e quindi ad offrirvi un prodotto i l più possibi le

vicino ai vostri interessi.

Sebastian Aucello

AUTORI DEI TESTI

Gabriele Aloisi - Davide Banchini - Alberto Buffin - Simone Cattaneo -

Francesco Cell inese - Damiano Cembali - Andrea Conti - Lorenzo Costa -

Sergio Di Bari - Davide Di Sabatino - Mattia Fiorani - Mario Iannone -

Alessandro Olivieri - Lorenzo Olivieri - Alessandro Pompucci - Federico

Roma - Pasquale Russoli l lo - Fabrizio Sabatini - Christian Salzano - Luigi

Stocco - Manuel Tracia - Francesco Vaccarel la - Giuseppe Verri l lo

GRAFICA

Sebastian Aucello

PARTNERS PUBBLICITARI

Superbasket

Dunkest

I 999 cestisti più forti del la storia del l ' NBA

Baskettari brutti

Pick&Roll

Miami Heat - I tal ia

NBA Memes Ital ia

Lebron James Ital ian Page

i

SpazioNBA Magazine è un progetto del sito internet www.spazionba. it, con

lo scopo di raccogliere i l materiale in esso contenuto. Non è pubblicato con

una periodicità regolare, pertanto non può essere considerato un prodotto

editoriale.

Gli articol i e la grafica di questo magazine sono frutto del lavoro di tutta la

redazione del sito, senza alcun scopo di lucro. Vi invitiamo quindi a non

riprodurre totalmente o parzialmente il suo contenuto.

Tutte le immagini e le dichiarazioni inserite in questo numero appartengono

ai rispettivi autori.

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Classifica sti lata in previsione al piazzamento delle squadre

in Regular Season da Francesco, romantico del basket

nel l ’era dei muscoli , e Mattia, non-tifoso nell ’era della

mental ità ultras.

30. Philadelphia 76ersF: Perché uti l izzare la tua prima scelta per giocatori sani,

quando puoi tenerl i fuori e fare schifo un anno in più?

M: Sono sollevato dal fatto che quest’anno non faranno così

schifo da attentare al record negativo degli indimenticabil i

Bobcats ’1 2; l ’anno scorso mi hanno fatto spaventare.

29. Utah JazzF: Hayward sostiene di poter demolire LeBron James in 1 vs

1 . Ai videogiochi però. Jerry Sloan, non essendo morto, si è

rivoltato nel letto.

M: Report Gordon for trolling.

28. Milwaukee BucksF: Mentre Parker si divertirà a ventel leggiare come se non ci

fosse un domani, Kidd fa esperimenti genetici sul suo Greek

Freak.

M: La presenza nella stessa squadra di Marshall e

Antetokounmpo ha fatto schizzare alle stel le le vendite dei

League Pass in tutto i l mondo, ne sono certo.

27. Orlando MagicF: I l progetto c’è e sta venendo su bene. Nel frattempo,

però, i bigl ietti è meglio prenderl i per Disney World.

M: Elfridio > Disney World, date retta a me.

26. Minnesota TimberwolvesF: Hanno tutto per far bene in futuro, hanno tutto per far

schifo quest’anno.

M: Storicamente hanno tutto per far schifo anche in futuro,

eh.

25. Los Angeles LakersF: Silenzio assordante per le strade di LA. Nessun in giro.

Desolazione. Solo un cartel lo appeso: “Siamo chiusi,

ripassare fra 2 anni”.

M: I l problema resta spiegarlo al 24, scinti l le in vista.

24. Sacramento KingsF: Boogie state of mind.

M: Seria candidata a squadra più indecente dell ’anno.

Boogie, scappa.

23. Boston CelticsF: Hanno più guardie della regina Elisabetta. Ma Rondo non

lo potevano tradare prima?

M: Le possibi l ità sono due: o stanno progettando qualcosa

di così geniale da impedirmi di comprenderlo, o stanno

semplicemente andando a caso.

22. Detroit PistonsF: Qualcuno deve dire a Smith che avere Van Gundy come

coach non lo autorizza a spadellare da 3 senza ritegno un

altro anno. #freeMonroe

M: Sono talmente senza parole che spadellerò anch’io à la

J-Smoove, ma un pronostico: Datome sopra i 500 minuti di

gioco.

21 . Indiana PacersF: Da quando è iniziato i l 201 4, sono la legge di Murphy

fatta squadra.

M: Consoliamoci, i l futuro non può che esser meglio del

presente.

20. New York KnicksF: I l Signore Degli Anelli sta cercando di costruire la sua

compagnia. La strada è lunga però, sono in piena terra di

mezzo.

M: Obiettivo? Arrivare a Mordor prima che Melo Baggins si

ritiri , i l tempo corre.

POWER RANKINGFrancesco Cell inese & Mattia Fiorani

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1 9. Brooklyn NetsF: Con questo nucleo, nel 2009 sarebbero stati imbattibi l i .

Ecco, però è il 201 4.

M: “I expect us to (…) [win a] championship in one year

minimum, and maximum in five years.” Bel tentativo,

Mikhail .

1 8. New Orleans PelicansF: Le cifre di Anthony Davis, a parità di età, sono sul l ivel lo

di tantissimi attual i Hall of Famer. Possibi le che con questa

ira di dio in squadra non strappino un’ottavo posto?

M: Poi dai un’occhiata al roster, ti rendi conto che Fredette e

Rivers rischiano di essere i backup nel backcourt dei

Pell icani, e abbandoni ogni speranza.

1 7. Atlanta HawksF: Da quando seguo l’NBA, non hanno mai fatto troppo

schifo e non sono mai stati troppo forti . Prima o poi

decidano cosa voglion fare da grandi.

M: Tutti gl i indizi paiono indicare che vogliano fare gl i Spurs,

ecco, diciamo che siamo leggermente distanti dal l ’obiettivo.

1 6. Miami HeatF: Una squadra dal cuore spezzato che cerca di rifarsi una

vita da single. Faranno onore ai tifosi che gli sono rimasti.

M: Era un giro di parole per dire che non si faranno onore?

Nonostante Shabazz, si prevedono palazzetti deserti in quel

di Miami.

1 5. Denver NuggetsF: Sono nella posizione perfetta per stupirmi piacevolmente:

non credo per niente in loro.

M: Sono nella posizione perfetta per fare uno scherzetto a

qualcuno e giocarsi i Playoffs: rivelazione dell ’anno.

1 4. Phoenix SunsF: Vedi al la voce “Boston Celtics”, un po’ più in alto.

M: Ce la si fa anche senza Frye e un innesto di l ivel lo nel

reparto lunghi? I l mio cuore, in lacrime, dice di no. Rimane

comunque un must watch per tutti gl i appassionati.

1 3. Charlotte HornetsF: Bisogna riconoscere alla franchigia più ridicola di sempre

di aver messo su una squadra più che dignitosa.

M: Grazie a loro Michael Jordan sembra esser diventato un

proprietario lungimirante, monumental i a dir poco.

1 2. Memphis GrizzliesF: I l copione prevede l’ennesimo scontro epocale ai playoff

con Okc. Marc, Zach, non deludetemi.

M: Ad arrivarci, ai Playoffs. Squadra col ritmo più basso

della lega, in RS servono degli stimolanti per non

addormentarsi durante le loro partite.

11 . Toronto RaptorsF: Fossero ad ovest, sarebbero spacciati . Ad est fanno

tenerezza per quanto sono buoni. Ingiustizie geografiche.

M: Nella speranza che “the Brazilian Kevin Durant” non

faccia la fine di “the Italian Dirk Nowitzki”.

1 0. Washington WizardsF: L’est sembra un’affare di coppia, cercheranno in ogni

modo di trasformarlo in un ménage à trois.

M: In un ménage à trois possono reggere solo i l moccolo,

mentre le altre due ci danno dentro sul sedile posteriore.

Sopravvalutati .

9. Houston RocketsF: “Houston, abbiamo un problema.“

M: Ma come quale?! È proprio lì , seduto in panchina!

8. Portland Trail BlazersF: La NASA sta pensando di uti l izzare gl i attributi di Li l lard

come palloni aereostatici. Quintetto spaziale.

M: I l problema è che la panchina faticherebbe anche in D-

League. A meno che T-RobY

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7. Golden State WarriorsF: Le cavigl ie di Curry verranno presto dichiarate patrimonio

dell ’Unesco. Ma anche Bogut serve sano.

M: Non vedo l’ora di ammirarl i con un sistema offensivo un

attimo più strutturato degli scorsi anni, tenete i fazzoletti a

portata di mano.

6. Dallas MavericksF: Sono forti , sono esperti e ho già visto Parsons su un

cammello. Questo mi basta per indire i l cal iffato di Dallas.

M: E c’è pure Jim Carrey in panchina. Sssssspumeggiante!

5. Los Angeles ClippersF: Farà prima Di Caprio a vincere un Oscar o i Clippers a

giocarsi una finale?

M: Douglas-Roberts a diventare il mio idolo, appena lo

vedrò sul campo con gli shorts.

4. Chicago BullsF: Allenatore con le palle: check. Squadra profonda: check.

Esperienza: check. Cattiveria: check. Difesa: check. Rose:?

M: Crack.

3. Oklahoma City ThunderF: Batman & Robin devono iniziare la stagione senza

BatmanY o senza Robin?

M: Senza RS-Batman e PO-Robin. Un altro anno di talento

buttato al vento: shame on you, Scott.

2. Cleveland CavaliersF: I l Re è tornato nel suo regno. I suoi Cavalieri però non

hanno mai combattuto nessuna guerra sino ad ora.

M: I soldati Love e Irving, ad oggi, non sembrano nemmeno

in grado di reggere lo scudo per difendersi. Sarà una lunga

guerra.

1 . San Antonio SpursF: Quando hanno iniziato a vincere, alcuni rookie di

quest’anno avevano ancora dubbi sul l ’uso del vasino.

Generazionali .

M: I l bel lo è che non sembrano minimamente intenzionati a

smettere. Annoiano per quanto sono collaudati.

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9IN EDICOLA!

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Un progetto ambizioso

La storia recente degli Atlanta Hawks ha inizio quando, al la

fine della stagione 11 /1 2, Danny Ferry (al lora vice

presidente dei San Antonio Spurs) diventa i l nuovo

presidente e general manager della squadra. Un anno dopo,

al momento di decidere quale sarebbe stato l ’al lenatore

ideale per i l nuovo progetto, la società decide non a caso di

puntare su Mike Budenholzer, fino ad allora assistente

al lenatore agli Spurs. La stagione seguente (nonché scorsa)

inizia dunque fra le incognite per i l nuovo roster assemblato

in estate e per la capacità del nuovo head coach di essere

all ’altezza del compito; Atlanta stupisce tutti arrivando a

Natale come terza forza ad Est. L’ idi l l io dura, purtroppo, fino

a Santo Stefano: a soli due minuti dal termine Al Horford,

centro titolare, si strappa il muscolo pettorale destro,

infortunio che lo costringerà a saltare l ’ intera stagione. Gli

Hawks, dopo il record di 1 6-1 3 fino ad allora accumulato,

iniziano una lenta discesa verso le zone torbide della

classifica (complici anche altri piccoli , vari, infortuni) che

mette velocemente in discussione la loro possibi le

partecipazione ai Playoffs. La squadra di coach Budenholzer

scivola fino all ’ottava posizione, che riesce però a

mantenere fino al termine della stagione regolare (38-44),

andando così a giocare il primo turno dei Playoffs contro gl i

Indiana Pacers, i qual i si erano dimostrati la migl ior squadra

della lega per la prima parte della stagione. La serie è

incredibi lmente in bil ico fino a gara 7, nel la quale però i

Pacers fanno valere i l proprio talento e la propria esperienza

eliminando così gl i Hawks, meritevoli di aver giocato una

grande serie.

ATLANTA HAWKS

Shotcharts

Mattia Fiorani

Roster

PG: Jeff Teague, Shelvin Mack, Dennis Schröder

SG: Kyle Korver, Kent Bazemore, John Jenkins

SF: DeMarre Carrol l , Thabo Sefolosha

PF: Paul Mil lsap, Mike Scott, Adreian Payne, Elton Brand

C: Al Horford, Pero Antic, Mike Muscala

Movimenti di mercato

IN: Adreian Payne, Thabo Sefolosha, Kent Bazemore

OUT: Louis Wil l iams

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Filosofia di gioco

Coach Bud, come è stato soprannominato, ha avuto i l

merito di insti l lare nei suoi giocatori un modo di interpretare

il gioco simile a quello da lui sperimentato a San Antonio

negli anni da assistente di Popovich. Gli Atlanta Hawks

infatti , nel la passata stagione, sono riusciti a far proprio i l

precetto del loro al lenatore: continuo movimento sia di

uomini che di pal la, in un sistema che esalti i singol i grazie

al contesto di squadra e non viceversa. Questo sarà,

secondo Budenholzer, i l modo futuro di concepire la

pallacanestro oltreoceano (e visto come si è conclusa la

scorsa stagione, è diffici le dargl i torto); per dirla con parole

sue:

Alcune cifre a riguardo? Gli Hawks sono stati tra le squadre

che hanno meno tenuto i l pal lone in mano durante i propri

possessi, nonostante siano stati la terza squadra della lega

per tocchi nel la metà campo avversaria; seconda squadra

della lega per assist (dietro a San Antonio, guarda caso) e

prima per punti segnati assistiti . Questo sistema ha

permesso ad un giocatore come Kyle Korver di tornare alle

luci del la ribalta (grazie anche al record fatto registrare di

1 27 partite consecutive segnando almeno una tripla),

aiutandolo a tirare con le percentual i più alte del la sua intera

carriera; Atlanta si è rivelata infatti la squadra che fa

maggior affidamento sul catch and shoot, ossia i l tiro in

seguito ad uno scarico di un compagno, del l ’ intera lega,

aspetto del gioco in cui lo stesso Korver ha pochi eguali .

Le prospettive per questa stagione

I l roster, rispetto al l ’anno scorso, sembra persino essersi

rinforzato: la cessione di Louis Wil l iams credo si sia rivelata

necessaria per i l sistema di Budenholzer al l ’ interno del

quale “Lou” non è parso essere in grado di adattarsi

quest’anno, l ’exploit di Shelvin Mack e la firma estiva di

Thabo Sefolosha hanno dato la spinta decisiva alla società

per virare in questa direzione. Quest’ultimo avrà l ’occasione

di ritrovare l ’affidabil ità persa nel tiro dal l ’arco, caratteristica

che solo un paio d’anni fa l ’aveva reso uno dei migl iori 3&D

(giocatori i cui punti di forza sono il tiro da tre punti e la

difesa) del la lega. L’altro innesto dal grande potenziale del

roster è stato Adreian Payne, scelta numero 1 5 al Draft, ala

grande con già ottime competenze su entrambi i lati del

campo, versati le e dotata di un tiro perimetrale accurato che

darà modo a Coach Bud di variare ulteriormente le

combinazioni nel reparto lunghi, probabilmente quello

meglio assortito del l ’ intera NBA.

Dopo quanto di buono, a tratti fantastico, fatto vedere l ’anno

scorso nonostante l ’ infortunio di uno dei migl iori giocatori a

roster (se non il migl iore), grandi aspettative circondano gli

Hawks. Probabilmente non saranno in grado di raggiungere

le prime tre/quattro posizioni ad Est in stagione regolare, ma

in una serie di Playoffs sono in grado di giocarsela al la pari

con qualunque squadra all ’ interno della Conference,

soprattutto se il gioco e gli automatismi continueranno a

migl iorare.

Previsione

42-40

"I look forward to bringing to Atlanta the ball movement

and people movement and people sharing and

participating and a little bit less of the one-on-one.”

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La situazione in casa Celtics

La prima annata post Rivers e big three per i Boston Celtics,

si è rivelata come previsto diffici le. Orfani per l ’appunto di

Pierce e Garnett, e con Rondo ancora ai boxe, l ’ intento di

Danny Ainge era quello di cominciare a mettere le basi per

una ricostruzione che riporti in auge il nome della franchigia

più titolata dell ’NBA. Brad Stevens, al lenatore rivelazione

dell ’università di Butler, ha portato la squadra ad un record

poco dignitoso ma ampiamente pronosticabile (e secondo

alcuni auspicabile) di 25 vittorie e 57 sconfitte, un record da

lottery piena.

I l draft del 201 4, uno dei più profondi degl i ultimi anni, e con

i Celtics forti di due scelte al primo giro, rappresentava il

primo vero spartiacque per i l futuro. I l quarto peggior record

della lega però, non sorride particolarmente ai biancoverdi,

che si vedono “relegati” al la

sesta scelta. Tuttavia, come si è

detto, la profondità del draft

garantisce una pick di primissimo

livel lo. Inizialmente i Celtics

sembravano voler puntare sul

centro Joel Embiid, ma

Philadelphia l i ha anticipati

scegliendo l’africano con la

terza. Approda allora al TD

Garden Marcus Smart, play-

guardia da Oklahoma State, di

sicuro avvenire. La seconda

scelta del primo giro, che risulta

essere la diciassettesima, vede

invece scegliere i l Wildcat James

Young, anch’egl i guardia, che

può giocare anche ala piccola.

I l ridotto spazio salariale, non

permette a Danny Ainge di poter

competere per un free agent di

grido, e l ’unico giocatore importante pescato nella free

agency è Evan Turner, reduce da una stagione al di sotto

delle aspettative ad Indiana, e in cerca della definitiva

consacrazione a top player della lega. I l reparto lunghi è i l

più problematico: l ’arrivo del solo Tyler Zeller non fa certo

fare il salto di qualità in un settore che ha in Jared Sull inger

un ottima ala forte, ma che spesso è costretto a giocare da

centro dove è decisamente sottodimensionato. Kelly Olynyk

ha fatto vedere buone cose nella stagione 201 4, ma è

lontano dall ’essere un centro di primo livel lo. Un altro

problema potrebbe essere la convivenza di Rondo e Smart.

Si pesteranno i piedi? Possono coesistere? Gioveranno l’un

l ’altro della loro presenza? Uno farà da chioccia al l ’altro?

Non è ancora dato sapere. Ciò che è sicuro è che Ainge ha

ribadito di voler puntare su entrambi, ma è altrettanto sicuro

BOSTON CELTICSSergio Di Bari

Roster

PG: Rajon Rondo, Marcus Smart, Phil Pressey

SG: Avery Bradley, James Young, Marcus Thornton

SF: Jeff Green, Evan Turner, Gerald Wallace

PF: Jared Sull inger, Brandon Bass

C: Kelly Olynyk, Vitor Faverani, Tyler Zeller, Joel Anthony

Movimenti di mercato

IN: Marcus Smart, James Young, Marcus Thornton, Evan

Turner, Tyler Zeller

OUT: Jerryd Bayless, Chris Humphries

Shotcharts

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SpazioNBA.it Magazine - 14/15 Season Preview

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che non avrebbe potuto dire diversamente. Ed è un fatto

che Rondo è appetito da mezza NBA, e potrebbe essere la

pedina giusta per poter arrivare ad un lungo di assoluto

l ivel lo. Senza contare che i Celtics hanno appena rifirmato

Avery Bradley, che si fa fatica a togl iere dal campo nei

momenti decisivi data la sua innata abil ità difensiva. L’ inizio

di stagione comunque, non lascerà a Stevens grande scelta:

Rajon Rondo dovrà saltare almeno il primo mese e mezzo di

regular season a causa di una frattura ad una mano, a

causa di un incidente dalle circostanze quantomeno

grottesche in quanto avvenuto sotto una doccia. Dopo

l’anno intero di stop forzato a causa dell ’ infortunio al

ginocchio si preannuncia dunque un altro periodo di stop

forzato per i l numero 9 cosa che, se da un lato rischia di far

calare ulteriormente il numero di vittorie, dal l ’altro potrebbe

avere l ’effetto benefico di

responsabil izzare subito Marcus

Smart e vedere come il ragazzo

reagisca ad essere uno dei

leader della squadra. L’altro

grande problema è di natura

offensiva: ai Celtics manca il

leader offensivo, uno con punti

nel le mani. Un Carmelo Anthony

per dirne uno, o un Kevin Love

che prima di finire nell ’Ohio,

aveva strizzato l ’occhio al la

maglia che fu di Larry Bird. Jeff

Green ha dimostrato di avere

talento da vendere, e di poter

segnare tanti punti , ma abbina

questa capacità ad una forte

discontinuità e questo non lo

rende il go to guy di riferimento.

Rajon Rondo, specie dopo i

playoff del 201 2 ha fatto vedere

di avere anche la possibi l ità di

essere la prima opzione offensiva, ma è abbastanza

evidente che non possa esserlo continuativamente, anche

se questa è la sua prima vera stagione da stel la e leader

della squadra e potrebbe farci vedere cambiamenti nel suo

sti le di gioco. Altro aspetto che mancava l’anno scorso era

un sesto uomo che potesse portare punti dal la panchina.

Quest’anno tutti gl i indizi portano ad Evan Turner. Con Jeff

Green in quintetto, toccherà all ’ala ex Sixers caricarsi la

squadra alle spalle da sesto uomo, ma il suo contributo in

questo ruolo in maglia Pacers non è stato per nul la

al l ’altezza delle aspettative. In conclusione, le incognite in

casa Celtics sono tante e le certezze molto meno. I l

maggiore talento a disposizione di Brad Stevens, più i l

rientro a pieno regime di Rondo pur se non ad inizio

stagione, dovrebbero assicurare alla franchigia del

Massachusetts un migl ioramento rispetto al la scorsa

stagione, ma la squadra almeno per i l momento sembra

lontana dal diventare un team da playoff o da 50% di vittorie,

anche considerando il fatto che la Eastern Conference (che

l’anno scorso si è rivelata una delle meno competitive di

sempre) si è rinforzato e più squadre possono ambire al la

post season. Tutto lascia presagire che sarà un’altra

stagione di transizione, in attesa della scadenza di contratti

pesanti come quello di Gerald Wallace, che potranno dare

un definitivo slancio al la ricostruzione dei Celtics. La

franchigia storicamente ha costruito le sue fortune con le

trade: al draft non poche scelte si sono rivelate sbagliate

(Len Bias su tutti anche se per cause di forza maggiore), e a

l ivel lo di free agency la squadra non ha l’appeal di Lakers o

Knicks per quanto riguarda il prestigio del la città, o di Miami

per i l cl ima. Inoltre giocare per i l team più vincente di

sempre porta sicuramente tanta pressione ai nuovi arrivati . I l

futuro dei Celtics è nelle mani di Brad Stevens e nella testa

di Danny Ainge. Riusciranno in breve tempo a risol levare il

celeberrimo Celtic Pride?

Previsione

33-49

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Che la blockbuster trade di 1 2 mesi or sono significasse un

ormai celeberrimo all-in, era evidente a tutti : cedere ben 3

prime scelte future in cambio di due giocatori in prossimità

dei 40 anni, uno dei quali addirittura in scadenza

contrattuale, è la dimostrazione plastica di cosa significhi

rinunciare al futuro per investire tutto sul presente. Un

suicidio senza mezzi termini. La stagione 201 3/201 4 dei

Brooklyn Nets è stata un calvario e, al contempo, una

sorpresa: da una parte, l ’ennesimo grave infortunio dello

sfortunato Brook Lopez (frattura al quinto metatarso del

piede destro), i l crol lo verticale di Kevin Garnett (nemmeno

7 punti di media in 20 minuti di gioco) e la “scomparsa” di

Deron Wil l iams in post-season; dal l ’altra, la ritrovata

leadership di Joe Johnson (e quella mai smarrita di Paul

Pierce), l ’ improvvisa solidità del rookie Mason Plumlee e

soprattutto l ’ insospettabile creatività di

coach Jason Kidd, al l ’esordio assoluto

su una panchina di pal lacanestro e

già capace di plasmare una fisionomia

di gioco originale divincolandosi fra le

numerose avversità. Eppure, invece di

dare continuità al la via tracciata,

nonostante l ’amara eliminazione

rimediata nel settimo confronto coi

Toronto Raptors al primo turno degli

ultimi Playoff, l ’estate 201 4 ha

prodotto uno stravolgimento generale

ai confini del paranormale.

Proprio J-Kidd, idolo incontrastato

della piazza bianconera, ha visto

ritorcersi contro un tentato colpo di

mano ai danni del proprio GM, Bil ly

King, col quale erano sormontate

divergenze inconcil iabi l i sotto i l profi lo

del le scelte di mercato: i l munifico

owner russo, Mikhail Prokhorov, non

ha infatti sostenuto le (i l legittime) pretese del proprio

al lenatore, obbligandolo così a trovarsi una nuova

destinazione (per la precisione, i Milwaukee Bucks). Al suo

posto è stato prontamente chiamato l ’umile ed affidabile

Lionel Holl ins, reduce da un anno sabbatico dopo il sofferto

addio ai Memphis Grizzl ies. L’avvicendamento repentino

promette di produrre una rivoluzione tecnico-tattica di non

poco conto: se è vero che l’ex campione NBA 2011 aveva

adottato uno small-bal l intel lettuale e chirurgico, cercando di

ottimizzare la qualità offensiva dei proprio i l lustri interpreti e

l imitarne il dispendio energetico con rotazioni profonde e

varie, i l Lionel Holl ins ammirato in Tennessee potrebbe

reintrodurre uno sti le più tradizionale, un gioco più profondo

e più statico nel quale potrebbe esaltarsi proprio i l

lungodegente Brook Lopez, già pronto a tornare in campo, e

BROOKLYN NETSDamiano Cembali

Roster

PG: Deron Wil l iams, Jarrett Jack, Marquis Teague, Jorge

Gutierrez

SG: Joe Johnson, Markel Brown

SF: Andrei Kiri lenko, Alan Anderson, Bojan Bogdanovic,

Sergei Karasev

PF: Mirza Teletovic, Kevin Garnett, Cory Jefferson

C: Brook Lopez, Mason Plumlee

Principali movimenti di mercato

IN: Jarrett Jack, Bojan Bogdanovic

OUT: Paul Pierce, Shaun Livingston, Andray Blatche

Shotcharts

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perdersi Mason Plumlee, lungo di intensità e dedizione ma

tecnica individuale molto rivedibi le.

L’attuale situazione, però, è decisamente più complessa ed

articolata: i l comprensibi le addio di Paul Pierce, volato a

Washington per unirsi ai promettentissimi Wizards di John

Wall e Bradley Beal, non solo ha aperto una voragine nel

ruolo di ala piccola, specialmente in ragione di un Andrei

Kiri lenko oramai piagato da cronici contrattempi fisici , ma

soprattutto ha fatto suonare l ’al larme che, forse, l ’al l-in sia

già pervenuto alla sua fisiologica conclusione e si renda

necessaria l ’ennesima ricostruzione. La campagna di

rafforzamento estiva, evidentemente ingabbiata dalle

conseguente regolamentari di un payrol l tragicomico, si è

concentrata particolarmente sui giovani, a partire dalla

guardia classe ’92 Markel Brown e

l’ala grande classe ’90 Cory Jefferson,

rispettivamente scelta numero 44 e

numero 60 all ’ultimo NBA draft, per

arrivare all ’ala piccola croata classe

’89 Bojan Bogdanovic, sul quale la

franchigia newyorkese ha investito

tutto ciò che poteva (mini mid-level

exception triennale da 1 0 mil ioni di

dol lari complessivi) dopo 3 anni di

basket europeo con la divisa turca del

Fenerbahce Ulker. Arduo anche

soltanto immaginare che i 3 rookie

possano incidere in maniera

significativa sin da subito:

semplicemente, i margini di manovra

della dirigenza bianconera erano

talmente risicati da non potersi

permettere (molto) altro, in termini di

free-agency.

Al contrario, nonostante sia passato

sottotraccia nell ’eccitazione mediatica dovuta

all ’homecoming di Lebron James e alla personale quest di

Carmelo Anthony, sotto i l profi lo del le trade i Brooklyn Nets

hanno compiuto un’operazione estremamente interessante,

portando nella Grande Mela i l playmaker ormai ex

Cleveland Cavaliers Jarrett Jack. Quest’ultimo, sovente

ammirato due anni fa con la maglia gial loblù dei rinati

Golden State Warriors, offrirà al nuovo capo-al lenatore la

possibi l ità di avere sia uno scorer dinamico in uscita dal la

panchina sia un portatore di pal la effervescente, ottimale per

consentire a Deron Wil l iams di giocare off the ball , rifiatando

minuti preziosi e mettendo in mostra le sue doti (sopite) di

micidiale tiratore.

In effetti ancora non è chiaro quale sarà l ’assetto finale del

quintetto base bianconero: la perdita contemporanea di The

Truth e di Shaun Livingston, che coi Golden State Warriors

ha firmato il suo primo contratto pluriennale in carriera dopo

essere risorto dal terribi le infortunio di 7 anni fa, ha lasciato

sguarniti ben 2 slot, solo uno dei quali già assegnato al

letale closer Joe Johnson. I l rinnovo siglato da Alan

Anderson offrirà a coach Holl ins l ’opportunità di alternare

alla fisicità difensiva di AK47, impiegabile l imitatamente a

minutaggi contenuti e presenze centel l inate, una concreta

minaccia dalla massima distanza, ma nessuno dei 2

elementi citati pocanzi può considerarsi una degna (e

completa) ala piccola titolare.

D’altronde la stessa dirigenza dei Brooklyn Nets avrebbe

dovuto essere consapevole (e non v’è dubbio che lo fosse,

ma semplicemente abbia preferito soddisfare esigenze

sceniche) che, una volta esaurito l ’effimero ciclo del le due

bandiere dei Boston Celtics campioni NBA 2008, non ci

sarebbe stata alcuna possibi l ità di rafforzare il roster nel

brevissimo termine, facendo un cosiddetto reload. Al di là

del l ’ impatto senza dubbio positivo che potrà avere il

pragmatismo compassato dell ’ex al lenatore dei Memphis

Grizzl ies, l ’unica speranza di conservare un livel lo sufficiente

di competitività, puntando in maniera trasparente al secondo

turno dei prossimi Playoff NBA, è che le maggiori

individual ità di spicco ritrovino continuità di rendimento

(Brook Lopez) e prestazioni al l ’altezza della propria

(appannata) fama (Deron Wil l iams), trascinando con sé quei

role players che hanno offerto sprazzi di talento scinti l lante

ma anche pause mental i inquietanti (Mirza Teletovic).

Proprio sul l ’ex capitano degli Utah Jazz si concentreranno

attenzioni asfissianti , a maggior ragione dopo che, causa la

prova evanescente nell ’ultima post-season, su di lui sono

gravate critiche e sentenze oltremodo pesanti. L’ intervento

chirurgico di pul izia del le cavigl ie cui si è sottoposto

quest’estate potrebbe senza dubbio apportargl i un sensibi le

beneficio: al di là del le opinioni tecnico-tattiche, infatti , è

apparso evidente a tutti come negli ultimi due anni D-Wil l

abbia progressivamente smarrito bri l lantezza e confidenza

nei propri mezzi atletici . I l precedente recente di Ray Allen

nell ’estate 201 2 sicuramente lascia ben sperare: chi non

lascia (troppo) ben sperare, nel prossimo futuro, sono ahinoi

i Brooklyn Nets.

Previsione

45-37

Page 16: SpazioNBA Magazine 2 - 14/15 Season Preview

16

Post fata resurgo, il ritorno al passato per vivere il

presente

Un ritorno in grande sti le. Questo è quello che spera e si

auspica la Queen City, che riabbraccia gl i Hornets dieci anni

dopo l’ultima apparizione. Le vespe si affacciano alla

stagione 201 4/1 5 con la consapevolezza di essere una delle

mine vaganti ad Est, come la scorsa stagione, con in più

tutto l ’entusiasmo di un pubblico esaltato dalla grande

campagna di promoting e marketing attorno al comeback.

Non bisogna comunque sottovalutare l ’ importanza della

passata stagione, l ’ultima col nomignolo Bobcats, annata

che ha riaccolto i l team di Clifford tra le migl iori 1 6 squadre

della Lega, dopo una cavalcata terminata con 43 successi al

fronte di 39 sconfitte. Assoluti protagonisti di questa prima

apparizione alla postseason dopo tre stagioni nei bassifondi

sono stati Al Jefferson,

lungo arrivato dagli Utah

Jazz nella passata sessione

estiva, ed i l beniamino della

Buzz City Kemba Walker,

nel North Carolina dal 2011 ,

dopo aver guidato i suoi

Huskies al successo nel

torneo NCAA nello stesso

anno. Attorno a loro due,

tanti giocatori di

complemento, a partire

dall ’esplosivo Michael Kidd-

Gilchrist, uno dei migl iori

difensori del panorama

cestistico americano, per

finire su Gerald Henderson

e Josh McRoberts.

L’avventura di Big Al e soci

ai Playoff è durata poco

meno di due settimane, a

causa del cappotto subito

dai poi final isti Miami Heat. Una stagione tutto sommato

positiva, che ha evidenziato i pregi e sottol ineato le pecche

di una squadra giovane ed atletica, capace di adattarsi al la

fi losofia del l ’esordiente coach e di raggiungere l ’obbiettivo

postseason, da molti considerato inarrivabile ad Ottobre

201 3.

Clifford e la difesa, un sistema vincente

Stats don’t l ie. Anche per gl i Hornets, i l motto è valido e

quanto mai attuale. Con l’arrivo in città di un coach esperto

(seppur al la prima esperienza da capo allenatore) come

Steve Clifford, l ’ intensità difensiva è migl iorata, passando in

un solo anno da uno scarto medio di 9.2 punti subiti ad un

accettabile 0.2, con una transizione che ha visto i Bobcats

concedere 97.1 punti rispetto ai 1 02.8 dell ’annata

CHARLOTTE HORNETSAlberto Buffin

Roster

PG: Kemba Walker, Brian Roberts, Jannero Pargo

SG: Lance Stephenson, Gerald Henderson, PJ Hairston,

Gary Neal, Scotty Hopson

SF: Michael Kidd-Gilchrist, Marvin Wil l iams, Jeff Taylor

PF: Cody Zeller, Noah Vonleh

C: Al Jefferson, Bismack Biyombo

Movimenti di mercato

IN: Lance Stephenson, Marvin Wil l iams, Brian Roberts,

Noah Vonleh, PJ Hairston, Scotty Hopson

OUT: Josh McRoberts, Brendan Haywood, Luke Ridnour, DJ

White, Chris Douglas-Roberts

Shotcharts

Page 17: SpazioNBA Magazine 2 - 14/15 Season Preview

SpazioNBA.it Magazine - 14/15 Season Preview

17

precedente. In attacco invece, chiare le disposizioni del l ’ex

vice di Stan Van Gundy ad Orlando: gioco semplice,

cercando di cavalcare Al Jefferson spalle a canestro, oppure

cercare una soluzione dalla media distanza sugli scarichi del

frizzante Walker, i l giocatore che gestisce il maggior numero

di pal loni del l ’NBA (1 00.3 possessi, dato più alto del la Lega).

Nonostante i leggeri migl ioramenti, la franchigia del North

Carolina continua ad essere piuttosto mediocre con i piedi

oltre l ’arco, con un 35.1 % in parte giustificato dalla presenza

di elementi come Henderson e Kidd-Gilchrist (la quale

meccanica di tiro è il legale in 66 stati).

Qualcosa è cambiato, qualcosa cambierà: un’estate per

tornare grandi

Durante la offseason, qualcosa si è mosso. La grandezza di

quel qualcosa sceglietela

voi, noi ci mettiamo i nomi:

Lance Stephenson e Noah

Vonleh, entrambi giocatori

molto dinamici, tuttavia

molto differenti . I l prodotto

da Cincinnati , approdato in

città dopo la fumata grigia

per Hayward, si è costruito

i l mercato durante l ’ultima

stagione, mettendo in

mostra tutta la sua

imprevedibi l ità e fantasia

sul parquet. Vonleh, scelto

al la numero 9, è un lungo

che dispone di un buon tiro,

in grado di accoppiarsi con

Jefferson per implementare

la minaccia offensiva

costituita dagli uomini di

Clifford. PJ Hairston è l’altro

volto nuovo arrivato dal

Draft, chiamata piuttosto in sordina rispetto al le reali

potenzial ità offensive del ragazzo. Non male neanche

l’aggiunta di Marvin Wil l iams, innesto che dona esperienza e

fisicità al frontcourt.

Parlando di ciò che è rimasto del vecchio nucleo, non si può

non citare un Cody Zeller che, pagato lo scotto del primo

anno, potrà rendersi davvero uti le come support di Al

Jefferson a rimbalzo, e che dovrà sostituire l ’uscente

McRoberts, pur non avendone la stessa tecnica.

Nel complesso, questi Hornets hanno incrementato le

proprie velleità d’alta classifica, aggiungendo ottimi giocatori

nei punti più del icati . La sensazione è che i playoffs siano

abbondantemente alla portata, con un posto tra le prime sei

ad Est come obbiettivo non irraggiungibi le. Di certo, con

l ’arrivo di Lance in città, ne vedremo delle belle.

Previsione

45 – 37

Page 18: SpazioNBA Magazine 2 - 14/15 Season Preview

18

La situazione

Un vecchio adagio NBA recita: “senza un reparto lunghi di

alto l ivel lo, non si vince il titolo”. A Chicago hanno preso

molto sul serio questo detto: per i l prossimo anno si

presentano ai blocchi di partenza con quello che

probabilmente è il reparto lunghi migl iore della lega se si

considerano talento, esperienza, energia e soprattutto

profondità. Ma facciamo prima un passo indietro: negl i ultimi

anni, le stagioni di Chicago sono state legate a doppio fi lo al

destino sportivo della sua stel la, Derrick Rose. I l ciclo di

questa squadra nasce con la scelta di Rose e (due anni

dopo) con l’assunzione dell ’attuale coach, Tom Thibodeau,

che ha lasciato un marchio inconfondibi le nel gioco e nella

difesa della sua squadra. La scalata al la vetta dell ’NBA però

si è interrotta nel 201 2, dove una stagione già diffici le per gl i

infortuni si conclude con la

rottura del legamento crociato

anteriore di Rose, in gara 1

contro Philadelphia.

Da quel giorno sono ormai

passati più di due anni e Rose

non è ancora tornato a

giocare come può fare. La

speranza è che ora sia

tornato per davvero.

Ovviamente il contorno per

Derrick è molto cambiato:

del la squadra di cui lui era

leader sono rimasti pochissimi

elementi e sebbene rimanga

la stel la indiscussa della

squadra, in questi anni si è

consolidata la posizione nella

squadra di Joakim Noah,

arrivato al la sua piena

maturità cestistica, bandiera

dei giocatori tuttofare. Come abbiamo detto, le aspettative

dei Bul ls sono state messe in pausa dopo l’ infortunio di

Rose: nel le ultime due stagioni infatti non hanno avuto la

possibi l ità di arrivare in fondo, ma grazie al carattere della

squadra ed alla estrema organizzazione mostrata nella fase

difensiva, hanno comunque giocato delle stagioni dignitose,

resistendo alla tentazione del tanking. Lo scorso anno, la

corsa dei Bul ls si è fermata al primo turno, contro i più

freschi e attrezzati Washington Wizards. Tuttavia Chicago

ha accumulato ben 48 vittorie nel la regular season,

mostrandosi una squadra diffici le da battere per chiunque,

sebbene ormai da troppo orfana di talento.

Costruzione della squadra

Proprio da questo risultato è partito i l mercato dei Bul ls

CHICAGO BULLSFrancesco Cell inese

Roster

PG: Derrick Rose, Aaron Brooks

SG: Jimmy Butler, Kirk Hinrich, Tony Snell

SF: Mike Dunleavy, Doug McDermott

PF: Pau Gasol, Nikola Mirotic, Cameron Bairstow

C: Joakim Noah, Taj Gibson

Movimenti di mercato

IN: Pau Gasol, Nikola Mirotic, Cameron Bairstow, Doug

McDermott, Aaron Brooks

OUT: Carlos Boozer, Tornike Shengelia, DJ Augustin, Lou

Amundson, Ronnie Brewer, Mike James, Jimmer Fredette

Shotcharts

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SpazioNBA.it Magazine - 14/15 Season Preview

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201 4: aggiungere talento al la squadra in attesa del rientro a

pieno regime di Rose.

Doug McDermott è un giocatore pronto per avere un impatto

offensivo importante nella NBA, sebbene ci siano dei dubbi

sul la sua tenuta fisica e difensiva, unico motivo per cui è

sceso fino alla undicesima chiamata. Evidentemente

Thibodeau e il suo staff hanno visto in lui un ragazzo adatto

ad inserirsi nel non semplice contesto dei Bul ls: senza

mostrare una buona difesa è escluso che questo coach

conceda minuti importanti , ma allo stesso tempo se si

impegnerà in entrambe le fasi la squadra potrà sopperire

al le sue lacune difensive, inserendo una bocca da fuoco

importante attraverso una chiamata non altissima al draft.

Nella notte del draft è arrivato anche Cameron Bairstow, con

una chiamata alla fine del secondo giro: questo ragazzo (23

anni, centro/ala grande) è un

lottatore nato, ma con un

arsenale discreto anche nella

metà campo offensiva.

Successivamente Bulls hanno

preso parte al Melo-drama di

quest’estate, ma senza

riuscire a convincere la stel la

di NY a spostarsi nel la Windy

City. Hanno quindi virato su

altri obiettivi , fino a

concretizzare l ’affare Gasol,

dopo aver amnistiato Boozer.

Gasol, se motivato a vincere,

può avere ancora un ruolo di

ri l ievo nella rotazione. I l

ricordo lasciato negli ultimi

due anni a Los Angeles non è

molto positivo, ma la caratura

tecnica del giocatore ed il

tornare a giocare in un

contesto vincente potrebbero riportarlo vicino ai l ivel l i che

tutti ricordiamo: probabilmente partirà da PF titolare (da

verificare la compatibi l ità con Noah), ma giocherà anche

abbondanti minuti da centro, in una frontl ine che appare

davvero dutti le e capace di adattarsi al le necessità.

Sicuramente affascinante l ’ idea di avere una coppia di

lunghi intel l igenti e ottimi passatori come Noah e Gasol, che

potrebbero fare la fel icità dei tifosi e degli appassionati in

generale.

Oltre Gasol, è stata firmata la point guard Aaron Brooks ed è

arrivato in NBA il giocatore del Real Madrid Nikola Mirotic, di

cui i Bul ls detenevano i diritti da ben 3 anni. Quest’ultimo si

è immediatamente distinto con delle buone prestazioni di

pre-season, mostrando la facil ità con cui può segnare, la

sua tecnica e la sua atipicità tattica che potrà essere

sfruttata come ulteriore arma dell ’arsenale Bulls.

Prospettive di stagione

Ad oggi sembra mancare un unico tassello a questi Bul ls:

una guardia di buon livel lo. Butler ha preso il posto da

guardia per molto tempo lo scorso anno, ma sarebbe più

efficace nel ruolo di ala piccola: i Bul ls non sono riusciti a

firmare una guardia nonostante i molti nomi accostati al la

franchigia.

In caso non venga effettuato nessun ulteriore movimento di

mercato, la squadra sopperirà a questa mancanza

attraverso una oculata gestione della rotazione: molti dei

giocatori sono in grado di ricoprire più ruol i , e non sarebbe

sorprendente vedere i Bul ls usare questa caratteristica a

loro favore, cambiando continuamente quintetti a seconda

della necessità. La rotazione dipenderà molto da quanto i

giovani Snell e McDermott si dimostreranno pronti:

potrebbero occupare molti minuti negl i spot di

(rispettivamente) guardia e ala piccola, lasciando maggiore

l ibertà a Butler di variare tra i due ruoli . Anche un buon

minutaggio con la coppia Hinrich-Rose in campo è da

valutare seriamente.

Questi Bul ls ripartono da dove si sono fermati nel 201 2: si

punta al titolo, rientrando di diritto nel le squadre meglio

attrezzate per farcela. Le possibi l ità di vittoria sono legate a

doppio fi lo con la salute di Rose, ma battere quattro volte

Chicago ai playoff non sarà un compito agevole per

nessuno. Sarà l ’anno buono per Thibo?

Previsione

56-26

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20

La più bollente delle estati

“I ’m coming home”, in queste poche parole è racchiuso il

“quid” di tutta l ’estate 201 4 di Cleveland, che è stata

sicuramente la più bollente di sempre per quanto riguarda il

basket del la città del l ’Ohio. Con quelle parole, l ’undici di

lugl io, LeBron James annunciava il ritorno a casa e che

sarebbe tornato a vestire la maglia numero 23 dei Cavs,

come aveva fatto dalla stagione da rookie fino al 2009/1 0.

Ed è anche grazie al ritorno a casa del figl iol prodigo, sua

maestà King James, che i Cavs quest’estate sono riusciti a

portare a Cleveland un altro All-Star del cal ibro di Kevin

Love, grazie ad una maxi trade, conclusa solo pochi giorni

fa. L’estate dei Cavs, a dir i l vero, era iniziata con un’altra

bella notizia per la dirigenza ed i tifosi, ovvero con la

“vittoria” del la draft lottery, ottenendo così la chiamata

numero uno al Draft NBA 201 4. Con essa i Cavs hanno

scelto Andrew Wiggins, stel la dei Kansas Jayhawks nonché

uno dei migl iori prospetti presentatosi al Draft, poi inserito

nel la trade che ha portato Love nell ’Ohio. Inoltre, i Cavaliers

scelgono Joe Harris, con la 33esima scelta assoluta,

guardia tiratrice dai Virginia Cavaliers.

Ma ancora prima della notte del Draft, i Cavs, desiderosi di

mettersi al le spalle le ultime quattro deludenti stagioni, si

erano resi protagonisti di un’altra scelta che aveva destato

scalpore: i l 20 giugno, infatti , viene annunciato come nuovo

allenatore, David Blatt, fresco vincitore dell ’Euroleague con

il Maccabi Tel Aviv. Già prima dell ’arrivo di James, Wiggins,

Love e tutti gl i altri , questa scelta aveva suscitato forti

discussioni su come Blatt avrebbe fatto giocare i Cavaliers

di I rving e compagni, se avrebbe fatto giocare o meno la

CLEVELAND CAVALIERSAlessandro Olivieri

Roster

PG: Kyrie Irving, Matthew Dellavedova, A.J. PriceSG: Dion Waiters, Joe Harris

SF: LeBron James, Mike Mil ler, James Jones

PF: Kevin Love, Tristan Thompson, Erik Murphy, Louis

Amundson

C: Anderson Varejao, Brendan Haywood, Alex Kirk

Movimenti di mercato

IN: LeBron James, Kevin Love, Mike Mil ler, Brendan

Haywood, James Jones, Erik Murphy, Louis Amundson ,Alex Kirk, Joe Harris

OUT: Andre Wiggins, Anthony Bennett, CJ Miles, Jarrett

Jack, Earl Clark, Luol Deng, Sergej Karasev, Tyler Zeller,

Alonzo Gee, Carrick Felix, Spencer Hawes, Scotty Hopson

Shotcharts

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SpazioNBA.it Magazine - 14/15 Season Preview

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“Princeton offense” come nelle sue squadre in Europa ed

altri dubbi tattici , legati al l ’ inesperienza nel mondo NBA del

coach. Così dopo aver smantel lato buona parte del roster, la

free agency dei Cavs è stata al l ’ insegna della ricerca di

tiratori da affiancare a James, da qui le firme di Mike Mil ler,

tra l ’altro grande amico di King James, e James Jones.

Inoltre, i Cavs stanno cercando di aggiungere al roster i l

migl ior tiratore di tutti i tempi, Ray Allen, nonostante la

concorrenza di Clippers e San Antonio, ed i l veterano

Shawn Marion, per migl iorare la qualità del la second unit.

Ma, come detto, i l colpo dell ’estate, dopo ovviamente la

firma di James, è stata la trade con i T-Wolves per Kevin

Love, nel la quale sono stati coinvolti anche i 76ers. Per

arrivare a Love i Cavs hanno dovuto cedere Wiggins e

Bennett a Minnesota e una prima scelta al prossimo draft

(via Miami), finita a Philadelphia.

Adesso, però, la squadra dell ’Ohio presenta un potenziale

offensivo pressoché infinito con i cannonieri I rving e Waiters

negli spot di guardia, con “l ’androide” come factotum e con

Kevin Love da quattro. Ovviamente i Cavs sono già tra le

favorite per vincere il titolo, potendo disporre di quattro

giocatori dotati di quel talento, a cui vanno aggiunti ottimi

giocatori qual i sono Varejao, Mil ler, Thompson e se

dovessero riuscire a firmarl i anche Allen e Marion.

Altrettanto ovvio è che nello sport non si vince con le

“figurine” e i nomi non bastano a garantire vittorie, per

questo bisognerà vedere come riuscirà a far giocare

assieme questi Cavaliers coach Blatt. E se preoccupa

l’assetto offensivo che il coach deciderà di adottare, poiché

non si può giocare con quattro palloni o con degli uno contro

uno prolungati solo per i l talento degli interpreti a

disposizione, è la difesa il maggiore interrogativo. A coach

Blatt spetta, infatti , l ’arduo compito di imprimere una

mental ità difensiva ad una squadra completamente nuova,

ma non solo, avrà a che fare con giocatori che in passato

non si sono mai contraddistinti per una particolare

propensione al sacrificio difensivo. E anche riguardo ciò,

forse l ’ incognita più grossa è rappresentata dal giocatore col

numero 2 cucito dietro la schiena, sul quale pende una

“dolce” spada di Damocle rappresentata dal contratto da 90

mil ioni di dol lari per i prossimi cinque anni, firmato proprio

quest’estate. I rving dovrà, anzitutto, dimostrare di valere i

soldi che i Cavs hanno deciso di investire su di lui , e per fare

ciò dovrà dimostrare una definitiva maturazione, che segni i l

passaggio da mero realizzatore e attaccante di altissimo

livel lo a campione a tutto tondo, su due lati del campo,

capace di gestire una squadra che lotti per vincere il titolo.

Infine, i l giocatore natio di Melbourne dovrà dimostrare di

saper convivere con altre stel le del suo calibro, di non dover

giocare la stragrande maggioranza dei possessi offensivi

per la sua squadra e di essere in grado di condividere la

leadership con stel le di l ivel lo assoluto quali LeBron James

e Kevin Love. D’altro canto, una simile prova attende anche

questi ultimi, soprattutto Love, che, come Irving, era abituato

a giocare un vasto numero di possessi, mentre per quanto

riguarda King James, per la prima volta in carriera avrà

come compagno di squadra un playmaker di primissimo

livel lo come Irving, e sarà da vedere se riuscirà a giovare di

ciò. I Cavs, inoltre, attendono una maturazione anche da

Waiters, che entra nel suo terzo anno di NBA, e da cui ci si

aspettano grandi cose, visto i l suo immenso talento

offensivo; così come si spera nei migl ioramenti di

Thompson, che al momento è l’unico lungo di un certo

valore a partire dalla panchina dei Cavaliers, e che sarà

chiamato a sostenere diversi minuti anche da centro in

previsione di un quintetto “basso”, in grado di aprire i l

campo.

In conclusione la versione 201 4/1 5 dei Cavaliers si presenta

piena di talento e di grandi giocatori, ma non per questo è

esente da dubbi e da scommesse (da vincere), ma

sicuramente all ’apertura del campionato, sul la carta, si

presenta come una delle assolute favorite per la vittoria

finale.

Previsione

62-20

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Poco più di 3 mesi or sono, i Dallas Mavericks

costringevano i futuri campioni NBA ad un’impensabile

Gara-7, obbligando la serie più spettacolare ed equil ibrata –

per contenuti tecnico-tattici e romanticismo delle storie

personali – di tutti i Playoff 201 4 a risolversi nel fattore

campo dell ’AT&T Center di San Antonio. Nonostante la

disfatta senza storia rimediata al l ’ultimo capitolo del la saga, i

Miracle Mavs non possono ascriversi al la categoria degli

sconfitti : troppo inattese le 49 vittorie conquistate in Regular

Season rispetto al le moribonde aspettative di inizio

stagione, troppo grosso e lungo il fi lo da torcere consegnato

nelle mani dei (troppo) celebrati Spurs al la luce della

successiva passeggiata di salute verso il loro quinto anello

assoluto. Con queste premesse benauguranti ma anche

poco solide, vista l ’anagrafe ormai impietosa nei confronti

dei principal i artefici del

piccolo grande miracolo, la

franchigia campione NBA

2011 si è affacciata al la post-

season con la positività di chi

sa di aver rial lacciato i l fi lo

del discorso interrotto nella

disgraziata stagione

precedente, l ’urgenza di

ottimizzare gli ultimi anni

gloriosi del la bandiera

teutonica e, ultima ma non

meno importante, la

pressione di riscattare alcune

campagne di rafforzamento

deludenti, proseguendo nel

solco tracciato da Monta

Ell is: investimenti mirati ,

sottostimati mediaticamente

ma dall ’ innegabile resa sul

parquet di gioco.

Non fosse stato per l ’addio (forse) inatteso dell ’amato Vince

Carter, protagonista indiscusso dei Miracle Mavs col buzzer-

beater del la redenzione di Gara-3, i l mercato estivo del GM

Donnie Nelson e del caloroso owner Mark Cuban

rasenterebbe, almeno sulla carta, la perfezione assoluta:

l ’ innesto del 26enne Chandler Parsons al posto del 37enne

Shawn Marion, fiore al l ’occhiel lo strappato a suon di mil ioni

di dol lari (45 in 3 anni) ai nuovi rival i Houston Rockets, si

inserisce perfettamente nell ’ idea di gioco di coach Rick

Carl isle, offrendogli freschezza atletica, superba visione di

gioco e invidiabile versati l i tà. Insieme alla sospirata ala

piccola titolare #25 è tornato nella Big D il figl iol prodigo

Tyson Chandler, che con Dirk Nowitzki aveva composto nel

glorioso 2011 una delle coppie di lunghi meglio assortite e

più devastanti del la storia (moderna, ma non solo) del la

DALLAS MAVERICKS

Roster

PG: Raymond Felton, Jameer Nelson, Gal Mekel

SG: Monta Ell is, Devin Harris, Ricky Ledo

SF: Chandler Parsons, Richard Jefferson, Jae Crowder

PF: Dirk Nowitzki, Al Farouq Aminu, Ivan Johnson

C: Tyson Chandler, Brandan Wright, Bernard James

Principali movimenti di mercato

IN: Chandler Parsons, Tyson Chandler, Raymond Felton,

Jameer Nelson

OUT: Josè Calderon, Samuel Dalembert, DeJuan Blair,

Shawn Marion

Shotcharts

Damiano Cembali

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SpazioNBA.it Magazine - 14/15 Season Preview

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pallacanestro. Non è chiaro quali siano le condizioni fisiche

dell ’ormai ex centro dei Knicks, vittima di acciacchi

pressoché ininterrotti negl i ultimi 2 anni newyorkesi, ma non

va dimenticato che proprio a Dallas i l Defensive Player Of

The Year 201 2 aveva trovato quella continuità prestazionale

e quella sol idità fisica che gli erano mancate nelle stagioni

precedenti, grazie soprattutto ad un impiego misurato di

appena 28 minuti circa a partita – tutto i l contrario del la

travagliata permanenza nella Grande Mela, quando coach

Mike Woodson sovente gl i faceva scoll inare i 40 minuti

(abbondanti).

A completamento del quintetto titolare, sempre nell ’ambito

della blockbuster trade che ha riportato Tyson Chandler in

Texas in cambio del cecchino iberico Josè Calderon

(33enne con ulteriori 3 anni

di contratto ad oltre 7 mil ioni

di dol lariY) e del centro

haitiano Samuel Dalembert,

è approdato a Dallas anche

Raymond Felton, diventato

ormai sinonimo di una forma

a dir poco precaria. I l

playmaker classe ’84

costituisce senza dubbio una

delle sfide più affascinanti

del la prossima stagione:

detto che ci troviamo di

fronte ad un giocatore che ha

dimostrato di avere capacità

adeguate a calcare un

parquet NBA, ma che troppo

spesso è stato condizionato

da notevoli difficoltà di

ambientamento umano e

tattico, toccherà a coach

Rick Carl isle rigenerarlo

mentalmente e metterlo in condizioni di rendere al meglio

del le proprie possibi l ità, le quali peraltro si sposano

perfettamente col credo cestistico del suo allenatore,

essendo fondato in maniera imprescindibi le sul

fondamentale (del la conduzione) del pick and rol l .

Non per scetticismo né come alternativa diretta, i Dallas

Mavericks hanno fatto letteralmente incetta di point guard,

prolungando per altri 4 anni i l legame ormai sanguigno con

Devin Harris, ringiovanito e micidiale nel le inedite vesti di

settimo uomo durante la serie coi San Antonio Spurs, ed

accogliendo a braccia spalancate l ’ex capitano degli

Orlando Magic Jameer Nelson, emigrato dalla Florida dopo

1 0 anni di onorata e apprezzata permanenza. Alla base di

questa inusuale abbondanza, un’idea stuzzicante:

rimpiazzare lo scoring punch di Vince Carter e la pericolosità

perimetrale di Josè Calderon con una rotazione a 4 in

backcourt, in maniera tale da avere sempre leve fresche,

minutaggi contenuti , altri ritmi e la possibi l ità di accoppiare

un attaccante puro nel ruolo di guardia (i l titolare Monta

Ell is, i l nuovo sesto uomo Devin Harris) ad un tiratore

efficace nel ruolo di playmaker (i l titolare Raymond Felton, i l

settimo uomo Jameer Nelson) senza soffrire di prevedibi l ità,

essendo tutti e 4 perfettamente in grado di assumere

indifferentemente entrambi gl i incarichi (di conduzione del

pick and rol l o di tiratore sul perimetro).

Naturalmente non si doveva trascurare nemmeno l’attitudine

difensiva di Vince Carter, in grado di disimpegnarsi non

soltanto come guardia ma anche come ala piccola, andando

a costituire un mismatch spesso ostico per i l coaching staff

avversario. A questo scopo ecco allora arrivare Al-Farouq

Aminu, ala piccola nigeriana classe ’90 dalle potenzial ità e

dalle assonanze Marionesche: eccellente interscambiabil ità

fra spot 3 e 4 a seconda delle esigenze tattiche, promettente

prestanza fisica, consueta aggressività a rimbalzo ed

un’efficienza offensiva tradizionalmente elevata, frutto di

letture attente e nessuna pretesa personalistica. Alla luce

dello sfortunato infortunio che ha fatto saltare l ’approdo di

Rashard Lewis, l ’ex ala piccola dei New Orleans Pelicans

sarà un chiavistel lo difensivo del quale coach Carl isle potrà

disporre a suo piacimento contro gl i straordinari (e

numerosi) esterni che popolano la Western Conference.

Dopodiché, come sempre, toccherà proprio a quest’ultimo

prendere posto dietro la cattedra ed iniziare l ’ennesima

lezione di alchimia applicata al la pal lacanestro. Dallas non è

una piazza pubblicizzata e i Mavericks non hanno stel le del

marketing né idol i del web: semplicemente, sono una

squadra di pal lacanestro che gioca (molto bene) a

pallacanestro. Anno scorso, nonostante le pause mental i del

centro titolare, una panchina sostanzialmente nul la a parte

Vinsanity (Devin Harris out fino a marzo), un backcourt

difensivamente insostenibi le e una varietà offensiva l imitata

ai duetti firmati Dirk Nowitzki-Monta Ell is, le vittorie sono

state 49 e la resistenza all ’armata neroargento ha tenuto

fino al settimo giorno: se gl i infortuni daranno tregua

specialmente a Tyson Chandler, mirare alle 55 vittorie e alle

Western Conference Semifinals è ben più di una

ragionevole ambizione.

Previsione

56-26

Page 26: SpazioNBA Magazine 2 - 14/15 Season Preview

26

Denver Nuggets – “Bisogna non cambiare niente per

cambiare tutto”

Accostare la parola “fal l imento” al la città di Denver, potrà far

storcere qualche naso, ma di certo non rappresenta una

definizione tanto lontana dalla realtà. Già, perché l’ultima

volta che i Nuggets non avevano centrato i Playoffs, Juwan

Howard era il loro migl ior real izzatore, Junior Harrington era

la point-guard titolare e Nene Hilario era il secondo migl ior

prospetto dietro solo a Nik’oloz Tskit’ ishvi l i , giocatore che

abbiamo visto in quel di Treviso e che, per la cronaca,

avrebbe poi portato i suoi talenti (modesti per la verità) negli

Emirati Arabi. Certo, guai a paragonare i Nuggets d’inizio

mil lennio a quell i del lo scorso anno, dato che, se di

fal l imento abbiamo parlato, dobbiamo sempre fare dei

distinguo. La stagione da poco conclusa con 36 vittorie,

deve essere

in parte

giustificata

dall ’assenza

di tre pedine

fondamental i

– Danilo

Gall inari, J .J.

Hickson e

Nate

Robinson –

fuori per la

rottura del

legamento

crociato.

Un problema

che a Denver

non hanno è

la mancanza

di giocatori

talentuosi

nel la metà

campo offensiva, ed è proprio per questo che, stando alle

dichiarazione di Coach Shaw, si attendeva l’arrivo di

qualche difensore e di qualche veterano pronto a portare la

giusta mental ità in uno spogliatoio che, accanto al talento,

non nasconde una buona dose di leggerezza. A quanto pare

il migl ior difensore della franchigia è stato i l G.M. Tim

Connelly che ha deciso di mantenere lo status quo, e di

puntare tutto sul recupero degli infortunati. I l colpo a cui

Connelly sta lavorando più alacremente, è però l ’estensione

del contratto proposto a Faried che, stando alle medie di

Marzo e Apri le (20 punti e 11 rimbalzi) e al le ottime

prestazioni di questi giorni con il Team USA,

rappresenterebbe un’ottima base di partenza per costruire

una squadra da Playoff.

DENVER NUGGETSPasquale Russoli l lo

Roster

PG: Ty Lawson, Nate Robinson, Erick Green

SG: Arron Afflalo, Randy Foye, Gary Harris

SF: Danilo Gall inari, Wilson Chandler, Quincy Mil ler

PF: Kenneth Faried, Darrel l Arthur

C: J.J. Hickson, JaVale McGee, Timofey Mozgov, Jusuf

Nurkic

Movimenti di mercato

IN: Arron Afflalo, Gary Harris, Erick Green, Jusuf Nurkic

OUT: Aaron Brooks, Anthony Randolph, Jan Vasely, Evan

Fournier

Shotcharts

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SpazioNBA.it Magazine - 14/15 Season Preview

27

Ancora più complesso risulta essere il capitolo Draft, dal

momento che i Nuggets hanno mandato il vincitore del

“Wooden Player of the Year Award”, Doug McDermott

(selezionato con l’undicesima scelta) ed Anthony Randolph

ai Chicago Bulls in cambio delle pick numero 1 6 e 1 9.

Soltanto i l tempo potrà dirci se la trade imbastita da

Connelly meriti fischi o applausi, fatto sta che la scelta in

quelle posizioni di due giocatori come Jusuf Nurkic e Gary

Harris rimane una soluzione interessante. Punto di forza del

bosniaco Nurkic è senza dubbio una buona mobil ità sotto

canestro, qualche dubbio viene invece dalle capacità del

giocatore di difendere contro centri ben più atletici di quel l i

presenti nel l ’Adriatic League. Con la scelta numero 1 9,

invece i Nuggets sembrano aver fatto un mezzo colpo

portando a casa il talentino di Michigan State, Gary Harris.

Si tratta del

giocatore

perfetto da

inserire in un

contesto

come quello

di Denver, un

ottimo

tiratore, con

uno dei QI

cestistici

migl iori

del l ’ intera

classe Draft

di quest’anno,

senza

contare uno

spirito di

sacrificio

inconsueto

per la

categoria e

buone capacità difensive. E’ un giocatore in divenire, che

negli ultimi due anni a Michigan State ha migl iorato di molto

i l suo gioco interno. Malgrado in molti gl i imputassero uno

sti le di gioco poco spettacolare, i l suo bigl ietto da visita ai

Nuggets è stata una prestazione da 33 punti e 6 rimbalzi

nel la Summer League.

Nonostante la campagna di rafforzamento del roster sia

stata blanda, un rinforzo c’è pur stato. L’unico movimento

degno di nota è il ritorno nella Mile-High City del figl iol

prodigo Arron Afflalo, in cambio, i Nuggets hanno ceduto ai

Magic Evan Fournier e i diritti del rookie Roy Devyn Marble.

Malgrado Fournier abbia mostrato netti migl ioramenti

rispetto al la stagione da rookie, l ’arrivo di Afflalo potrebbe

rappresentare un vero e proprio colpo se la missione

dichiarata di Brian Shaw di farlo ritornare ad essere l ’ottimo

difensore che era stato ad inizio carriera, venga compiuta. A

completare il roster è da segnalare l ’arrivo di Erick Green,

prodotto di Virginia Tech, arrivato lo scorso anno a Denver

nella trade che ha portato Rudy Gobert ai Jazz. Nell ’ultima

stagione abbiamo potuto vedere la point guard di Inglewood

sfiorare il sogno di riportare la Mens Sana Siena sul tetto

d’I tal ia, per lui una buona stagione da 1 0.8 punti di media

con i toscani.

In definitiva, i l Draft, per quanto controverso, crediamo

possa ritenersi funzionale al progetto, con la scelta di un

lungo di prospettiva e di una guardia che sappia far bene

entrambe le fasi del gioco, senza dimenticare la cessione

del contratto di Anthony Randoph che, seppur non troppo

oneroso ($1 .898.300), rappresentava uno spreco soprattutto

in rapporto al rendimento del giocatore stesso. L’affare

Afflalo, come le scelte al Draft, vanno sempre lette in

relazione alle l inee guida dettate dalla proprietà di non

alterare drasticamente il gruppo dei giocatori a roster. Ed è

proprio da questo punto di vista che ci si attende il definitivo

salto di qualità da Danilo Gall inari, giocatore che per

caratteristiche umane e tecniche potrebbe davvero

diventare il leader di una squadra senza guida dai tempi

del la coppia Bil lups-Anthony. Con la consacrazione di questi

giorni di Faried e la presenza sotto canestro di un giocatore

affidabile come J.J. Hickson, convince il pacchetto guardie

che potrebbe attestarsi come uno dei più prol ifici del la lega.

Lawson mantiene da almeno tre anni una media superiore

ai 1 6 punti per partita, mentre i l suo backup Nate Robinson,

ha già fatto vedere ai Bul ls di essere un giocatore fin troppo

umorale, ma anche in grado di vincere da solo. Un

contributo importante verrà dalla panca che oltre al già citato

Robinson, potrà contare su Randy Foye, Wilson Chandler,

Timofey Mozgov e JaVale McGee.

Insomma, i numeri per fare bene ci sono tutti , ma

ovviamente, per ritornare la squadra di due stagioni fa,

quel la del le 57 vittorie, manca un difensore come Andre

Iguodala; è però altrettanto vero che questi Nuggets sono

una squadra altrettanto profonda con almeno un ricambio di

valore per ruolo. Quello che possiamo fare è metterci

comodi e vedere cosa Coach Shaw riuscirà a fare con un

anno di esperienza in più ed una squadra finalmente al

completo. Forse quota 57 vittorie rappresenta un’utopia,

oppure forse in quel di Denver la corsa all ’oro è appena

cominciata.

Previsione

48-34

Page 28: SpazioNBA Magazine 2 - 14/15 Season Preview

28

La situazione

Motor city, MotownY e subito vengono in mente i Bad Boys

alla fine degli anni ottanta, o la scoppiettante squadra

capitanata da Bil lups che nel 2004 aveva sbaragliato tutti

vincendo un anello più che meritato.

Alla base di queste squadre c’era un progetto , un ‘idea di

base e l’abi l ità di mettere i tassell i giusti nel posto giusto.

Tutto ciò sembra però mancare nei Pistons delle ultime

stagioni, chiaro anche per via del fatto che negli ultimi anni

la dirigenza è riuscita a costruire una frontcourt di tutto

rispetto e che in pochi possono vantare, ma che non è

riuscita ad accendere la miccia per fare davvero esplodere

questi talenti e soprattutto per farl i coesistere.

Detroit ha così chiuso la stagione 201 3-201 4 con un record

di 29 vittorie a fronte di 53 sconfitte risultando la quinta

peggior franchigia in

tutta la Eastern

Conference e quella

che doveva essere una

stagione di ri lancio è

risultata invece essere

una lenta ed

inesorabile campagna

verso la deriva.

A fare le spese di

questa stagione

fal l imentare è stato

coach Cheeks che non

è appunto riuscito a far

coesistere un trio di

lunghi sol ido e di

impatto come

Drummond, Monroe e

Smith.

Un sistema di gioco

prevedibi le , la

mancanza di ordine ed

idee chiare sono stati al la base del fal l imento di Detroit.

La confusione su chi doveva ricoprire i l ruolo di centro o ala

grande titolare ha reso ancora più polverosa ed

inconcludente questa situazione.

Si attendeva anche una stagione da super per Josh Smith, i l

quale, nei concetti , avrebbe dovuto essere il leader

indiscusso e marcatore determinante, ma l’exploit non c’è

stato e Smith ha messo a segno una stagione da 1 6 punti di

media e 6 rimbalzi.

Durante l ’estate Detroit è anche riuscita a fare peggio

perdendo l’ottima guardia Rodney Stuckey che ha deciso di

accasarsi con i Pacers lasciando così un vuoto che la

dirigenza ha cercato di colmare con l’acquisto del veterano

Caron Butler che potrà alternarsi ne ruolo di SF e SG ma

Lorenzo Costa

Roster

PG: Brandon Jennings, D.J.Augustin, Wil l Bynum, Spencer

Dinwiddie

SG: Kentavious Caldwell-Pope, Jodie Meeks

SF: Josh Smith, Caron Butler, Kyle Singler, Luigi Datome

PF: Greg Monroe, Charl ie Vil lanueva, Jonas Jerebko,

Cartier Martin, Tony Mitchell

C: Andre Drummond, Aaron Gray

Principali movimenti di mercato

IN: Cartier Martin, Aaron Gray, D.J. Augustin, Caron Butler,

Jodie Meeks

OUT: Rodney Stuckey, Peyton Silva

Shotcharts

DETROIT PISTONS

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SpazioNBA.it Magazine - 14/15 Season Preview

29

che però ha strappato un contratto pesante da 4,5 mil ioni di

dol lari .

Detroit è andata anche molto vicino a perdere Monroe che

nel frattempo ha deciso di accettare la Qualifying Offer , per

un importo di circa 5.5 mil ioni di dol lari e che lo porterà ad

essere Unrestricted Free Agent al la fine della prossima

stagione, ala grande che negli ultimi anni ha avuto un

apporto costante di 1 5 punti e 9 rimbalzi di media.

Anche questo però è un indice di pigrizia per la quale la

dirigenza di Detroit deve recitare i l Mea Culpa. Scambiare

Monroe per, uno su tutti , Bledsoe in rottura con i Suns

sarebbe potuta essere una scelta vincente che avrebbe

portato nuovi stimoli per la prossima stagione ed un ottimo

equil ibrio di atletismo ed efficacia tra i reparti .

Piani per il futuro

Non è però tutto da

buttare in casa

Pistons.

Molti cambiamenti

positivi sono avvenuti

durante la Off-season,

segno che finalmente

si vuole invertire la

rotta con i passi giusti .

Al timone è stato

innestato un coach di

esperienza come Stan

Van Gundy che è stato

capace di portare

Orlando alle final i NBA

nel 2009 ed importante

anche per via della

profonda conoscenza

del gioco e per i l

rapporto che riesce ad

instaurare con i

giocatori.

Se Van Gundy riuscirà a gestire i lunghi, a creare giochi

adatti al le caratteristiche atletiche delle guardie nel roster ed

a dare leadership e grinta a Smith e soci , Detroit potrebbe

anche essere una sorpresa nella stagione che è ormai al le

porte.

L’ innesto del carismatico coach non è stato l ’unico

cambiamento apportato nella stanza dei bottoni in casa

Pistons, l ’ intero staff di assistant coach è stato cambiato e

spiccano tra gl i altri gl i arrivi del l ’eterno Tim Hardaway e di

Malik Allen i qual i dovranno portare una ventata di aria

fresca con la loro esperienza diretta sul campo.

Ci si aspetta un ulteriore salto di qualità da parte di

Drummond, centro con una solidità come pochi nel la NBA e

che unisce un basket muscolare ad una tecnica in costante

crescita che lo ha portato a raddoppiare le sue cifre rispetto

al la stagione 201 2-201 3 scrivendo a referto una doppia

doppia di media (1 3 punti e 1 3 rimbalzi).

Al la squadra dell ’anno scorso sono stati poi aggiunti innesti

qual i D.J. Augustin che viene da una buona annata in quel

di Chicago e che potrà essere una valida alternativa a

Brandon Jennings il quale è chiamato ad una stagione

importante nella quale dovrà dimostrare di poter tenere il

timone di una barca troppo a lungo tempestata nella scorsa

stagione.

Jodie Meeks porta con se l’esperienza maturata ad LA nella

quale è riuscito a raddoppiare le cifre portandosi ad una

media di oltre 1 5 punti a partita.

Mentre Cartier Martin è reduce da una buona stagione con

gli Hawks e sarà chiamato a rendere più profonda la

panchina dei Pistons fornendo un’alternativa a Jerebko e

Monroe nel ruolo di PF.

La speranza è che , oltre a trovare un’identità , questa

squadra possa maturare in modo coeso e perchè no,

trovare in giocatori poco uti l izzati l ’anno scorso, uno su tutti

i l nostro Datome, una valida alternativa per fare ruotare in

modo più efficace un roster che ha bisogno di ol iare i

meccanismi e gl i innesti .

Visto i l l ivel lo generale nella Eastern Conference potrebbe

non essere così impossibi le raggiungere i playoff, ma questo

solo al netto di far sbocciare e coesistere i talenti di questa

squadra e riportare una mental ità vincente.

Previsione

40-42

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30

FIRED MARK JACKSON, HIRED STEVE KERR. SARÁ LA

STAGIONE DELLA SVOLTA?

Dopo che Curry, a 8 secondi dal la fine di gara 7 sbaglia la

tripla del -1 e Chris Paul prende il rimbalzo, subisce fal lo e

fa 2/2 dalla lunetta, regalando ai suoi Clippers due possessi

di vantaggio e sostanzialmente l ’accesso al secondo turno

dei playoff, l ’espressione di Mark Jackson è davvero diffici le

da decifrare. Da un lato c’è, com’è ovvio che sia, la forte

delusione per l ’el iminazione dalla post-season; dal l ’altro c’è

l ’orgoglio. L’orgoglio di aver portato i Clippers, squadra con il

migl ior playmaker della lega, con un back-court di tutto

rispetto e con un signor al lenatore a gara 7, giocando tutta

la serie senza il centro titolare, Bogut, out per infortunio. Di

certo nella mente di Mark Jackson non balenava nemmeno

l’ idea che di l ì a pochi giorni non sarebbe stato più

l ’al lenatore dei Golden State

Warriors. Un’idea che non balenava

nemmeno nella testa di Curry,

leader tecnico ed emotivo della

squadra, che alla domanda sul

possibi le esonero del suo allenatore

ha risposto che “sarebbe uno

schock se Jackson il prossimo anno

non fosse l’al lenatore”. A questo

punto, tutti pensavano che la

dirigenza avrebbe concesso una

terza possibi l ità al coach nativo di

New York. Invece, 3 giorni dopo, la

dirigenza annuncia l ’esonero di

Jackson, affidando la panchina a

Steve Kerr, che il 1 4 maggio firma

un contratto quinquennale. Steve

Kerr che è alla sua prima

esperienza da allenatore, dopo aver

trascorso gli ultimi anni a fare il

commentatore delle partite NBA per

TNT.

THOMPSON E LEE RESTANO, LOVE NON ARRIVA.

MERCATO PRATICAMENTE PASSIVO

E’ stato i l tormentone dell ’estate: “dove va Kevin Love?”

All ’ inizio si pensava potesse trasferirsi sul la Baia, in uno

scambio che portasse Lee, Barnes e Thompson a

Minnesota. Alla fine non se n’è fatto nul la e Love si è

trasferito in Ohio, ai Cleveland Cavaliers di Lebron James.

Troppo forte i l richiamo di non dividere Curry e Thompson.

Troppo forte i l richiamo di lasciare i due “Splash Brothers”

nel le sapienti mani di Kerr, uno dei migl iori shooter al l-time.

Anche David Lee è rimasto ad Oakland, nonostante i l suo

poco atletismo e le sue mediocri prestazioni difensive

abbiano portato tanti tifosi dei Warriors a chiederne la

cessione. Saltato lo scambio con i Wolves, i Warriors hanno

GOLDEN STATE WARRIORSGiuseppe Verri l lo

Roster

PG: Stephen Curry, Shaun Livingston, Nemanja Nedovic

SG: Klay Thompson, Jordan Crawford, Brandon Rush,

Leandro Barbosa

SF: Andre Iguodala, Harrison Barnes, Draymond Green

PF: David Lee, Marreese Speights

C: Andrew Bogut, Festus Ezeli , Ognjen Kuzmic

Movimenti di mercato

IN: Shaun Livingston, Brandon Rush, Leandro Barbosa

OUT: Hilton Armstrong

Shotcharts

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SpazioNBA.it Magazine - 14/15 Season Preview

31

operato poco sul mercato. Sono arrivati solo due piccoli che

possano far rifiatare Curry e Thompson, ovvero Barbosa e

Livingston, che peraltro inizierà la sua stagione ai box per

via di un infortunio.

TUTTO NELLE MANI DI CURRY. SPERANDO CHE

BOGUT NON STIA SEMPRE IN INFERMERIA

Quando hai l ’unico playmaker che nella Lega può

giocarsela con Chris Paul e Tony Parker come migl iore della

lega nel ruolo, non puoi fare altro che costruirgl i una

squadra intorno. In regia Curry è meravigl ioso, ha una

capacità di lettura dell ’attacco spaventosa. Sa costruirsi tiri

dal nul la e sa essere un grandissimo passatore.

Difensivamente non è un top della lega, ma riesce

comunque a dare una mano alla squadra grazie al la sua

innata capacità di leggere in

anticipo le l inee di passaggio.

Discorso diverso per Bogut, centro

austral iano arrivato ai Warriors nel

201 2, dopo una trade con i

Milwaukee Bucks, che l’avevano

selezionato con la prima scelta

assoluta al draft del 2005. In due

stagioni e mezzo a Golden State,

gioca solo 99 partite, saltandone

praticamente la metà. Se

quest’anno riuscisse a restare

integro, soprattutto nella post-

season, i Warriors entrerebbero

automaticamente nel novero delle

squadre favorite per la vittoria

finale.

Oltre a Curry e Bogut, in quintetto

base partiranno Thompson,

Iguodala e Lee. Tanta difesa,

pericolosità offensiva e costanza,

sono qualità che rappresentano il punto di forza di

Thompson e Iguodala. Lee, dal canto suo, porterà la sua

pericolosità dai 3-4 metri e la sua bravura nel catturare

rimbalzi sia in difesa che in attacco. Come già detto, la

panchina è stata al lungata ulteriormente con gli innesti di

Barbosa e Livingston. In questo modo i Warriors avranno

numerosi ricambi nel reparto piccoli . Gl i unici dubbi sorgono

nel reparto lunghi. Se Bogut dovesse essere ancora una

volta vittima di infortuni, gl i unici giocatori che Steve Kerr

potrebbe schierare da centro sarebbero Festus Ezeli e

Marreese Speights, non propriamente due centri dominanti ,

specialmente in post season. A meno che Kerr non voglia

giocare con la small-bal l , schierando Lee da 5. Abbastanza

improbabile, vista la scarsa attitudine difensiva e

intimidatoria del l ’ala grande ex New York Knicks. Le

certezze della stagione saranno due: con gli Splash

Brothers, specialmente Curry, non ci si annoia mai:

sicuramente i Warriors saranno una delle squadre più

divertenti da guardare dell ’ intera lega; inoltre l ’Oracle Arena

sarà il sol ito inferno per gl i avversari ci andrà a giocare sul la

baia. Vedremo se Steve Kerr, assecondando il gioco

dinamico e spettacolare dei suoi uomini e sfruttando

l’entusiasmo dei tifosi, saprà guidarl i al le Finals o se, come il

suo predecessore Jackson, vedrà il cammino della sua

squadra interrompersi prima.

Previsione

51 -31

Page 32: SpazioNBA Magazine 2 - 14/15 Season Preview

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Per aspera ad astra

Dopo un uscita dai Playoff piuttosto deludente e un

altrettanto deludente mercato estivo i Rockets si trovano a

dover fare il punto della situazione.

La sconfitta contro Portland in gara 6 ha fatto capire che a

questi Rockets qualcosa ancora non va a livel lo

organizzativo e tattico. I l GM Morey si era già espresso a

riguardo “abbiamo bisogno di una terza stel la”. In molti

speravano che quella stel la potesse essere Chandler

Parsons ma, nonostante una buona stagione, i l suo

rendimento non può essere assimilato a quello di una stel la

per carenze puramente tecnico/tattiche. Fatta queste

considerazione Morey, consapevole del rischio, si è giocata

la carta Melo-Bosh in quest’estate di fol l i scambi. Purtroppo

com’è ben noto le cose non sono andate come sperato;

Anthony ha snobbato la squadra preferendo un più lauto

stipendio e le promesse di un vecchio campione come Phil

Jackson; Bosh, ormai giocatore realizzato e con più di un

anello ad un dito, ha preferito i l caldo cl ima delle spiagge di

Miami e i suoi VIP party.

“Houston abbiamo un problema”

Per avere la possibi l ità di firmare una delle due stel le i

Rockets hanno ceduto molti assets, tra i più noti Asik e Lin,

finendo col perdere anche Chandler Parsons molto sicuro

dei suoi mezzi e pretenzioso nel volere un super contratto.

Alla fine non è stata pareggiata l ’offerta di Dallas che

scommette forte sul ragazzo e risponde allo smacco subito

durante la campagna acquisti estiva 201 2 con Howard.

Prospettive future.

HOUSTON ROCKETSFabrizio Sabatini

Roster

PG: Patrick Beverly, Isaiah Canaan, Ish Smith

SG: James Harden, Troy Daniels, Jason Terry, Nick

Johnson

SF: Trevor Ariza, Kostas Papanikolaou, Francisco Garcia,

Jeff Adrien

PF: Terrence Jones, Donatas Motiejunas, Josh Powell ,

Robert Covington, Tarik Black

C: Dwight Howard, Clint Capela, Joey Dorsey

Movimenti di mercato

IN: Trevor Ariza, Jason Terry, Kostas Papanikolaou, Tarik

Black, Nick Johnson, Clin Capela, Joey Dorsey, Jeff Adrien ,Ish Smith

OUT: Jeremy Lin, Chandler Parsons, Omer Asik

Shotcharts

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SpazioNBA.it Magazine - 14/15 Season Preview

33

Dopo questa serie di avvenimenti che hanno portato

al l ’ ingaggio di Trevor Ariza, Jason Terry e qualche altro

nome secondario (i l rookie atletico Johnson) oltre al la

conferma dell ’eroe dei playoff Daniels la situazione in quel di

Houston è incerta. Da una parte abbiamo sicuramente un

roster che può fare molto bene, con innesti intel l igenti e

poco costosi; dal l ’altra abbiamo ancora la mancanza di un

vero centro dalla panchina e la pochezza difensiva della

formula di gioco adottata da coach McHale e peggio

interpretata da James Harden. Probabile che ancora di più

quest’anno si tenterà di accentrare il gioco sul duo “H and

H” (Harden-Howard), potenzialmente inarrestabil i soprattutto

in fase di pick’n’rol l . Verranno seguiti da molto vicino e con

grandi speranze i tanti giocatori a roster con nomi ancora

non altisonanti come Beverly, Jones, Motiejunas, Daniels,

Canaan, sperando in una “breakout season” usando un

termine da yankee, ovvero una stagione sorprendente e

inaspettata.

Per quanto concerne il coach McHale confermato anche

quest’anno alla guida dalla compagine di Houston, si

lavorerà sul la fluidità del gioco e sugli schemi difensivi.

Ancora si aspettano notizie sul l ’ ingaggio di un nuovo

assistente per gl i schemi difensivi dopo il l icenziamento di

Dean Cooper e la delusione di non essere riusciti ad

ingaggiare i l neo coach dei Nets Lionel Holl ins che tanto

aveva dato alla sua ex squadra, i Grizzl ies. Se anche

quest’anno dovessero continuare i problemi difensivi e ne

risultasse una prematura uscita al primo turno è probabile

che la sedia del coach incomincerebbe a diventare rovente.

Anche da considerare un ipotetica trade durante l ’anno in

corso per tentare di portare a Houston Rondo o aspettare la

prossima stagione per tentare qualche Free Agent

importante .

Sicuramente sarà una stagione di transizione/ riconferme.

Diffici le fare meglio del l ’anno scorso con questo nuovo

roster ma le sorprese potrebbero arrivare. Una chimica di

squadra migl iore, i l sempre verde duo di Harden e Howard

(che non scordiamoci sono tra i primi 1 0 giocatori del la

lega), una difesa ri-organizzata, insomma le possibi l ità sono

concrete. Bisognerà fare anche i conti con la sempre

diffici l issima Western Conference, vera bestia nera ogni

anno di più. Ritroviamo gli immortal i Spurs, dei Dallas

completamente rinnovati con un coach eccezionale come

Carl isle, i New Orleans Pelicans dell ’astro nascente Davis e

le altre solite note come OKC, Clippers, Blazers, ecc.

Non sarà facile ma Houston ha tutte le carte in tavola per

proporre ancora basket vincente ad alti l ivel l i .

Realisticamente non arriverà in finale ma chissà se Morey

non riuscirà a portare quel giocatore capace di aprire i l

campo e se il dinamic duo di Houston non riesca a

realizzare quello che la franchigia texana va sperando dal

1 994-95 quando Hakeem e soci sol levarono il Larry O’Brien

Trophy. Di tempo ancora ne hanno, i contratti del le due

stel le dovrebbero scadere nel 201 6 ed il nucleo è quello per

un gran team, aspettiamoci grandi cose da questi Rockets!

Countdown: 3Y2Y1YLift Off!

Previsione

52-30

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34

Difficile brillare senza una stella

Mattina del 2 agosto 201 4.

Siamo in piena estate, periodo in cui sol itamente più che

alla NBA, che è sostanzialmente in stand by se non per

qualche notizia di mercato, si pensa al mare e alle vacanze.

Non quest’anno. Quest’anno ci sono i Mondial i in Spagna,

Team USA prima dell ’ inizio del la manifestazione è

impegnato, come sempre, in gare di esibizioni ed

amichevoli . Nel la notte si era tenuto a Las Vegas lo USA

Basketball Showcase, classico incontro tra i primi

selezionati statunitensi che vengono divisi in due squadre,

“Blue Team” e “White Team”. Mi trovo in macchina, accendo

il telefono e mi connetto ad internet per vedere il risultato

della partita e mi accorgo che i Social Network sono

impazziti a causa di una shoccante notizia: Paul George

durante lo Showcase

ha subito un tremendo

infortunio, riportando

una gravissima frattura

di tibia e perone. In

poche parole, la

gamba destra si è

spezzata in due.

Immagini orribi l i ,

compagni e tifosi

sconvolti , tanti gl i

auguri di pronta

guarigione provenienti

da tutto i l mondo della

pallacanestro. George

ha già rassicurato tutti

dicendo che tornerà

prima possibi le più

deciso e forte di prima,

ma, nonostante ciò, i l

tempo in cui dovrà

stare lontano dai campi

da basket sarà tutt’altro che breve.

Brutta notizia per Team USA, pessima per gl i Indiana

Pacers.

In una conferenza dopo l’ infortunio di George, l ’Head Coach

Frank Vogel e i l President of Basketball Operations Larry

Bird hanno affermato che i Pacers, nonostante questa

terribi le notizia che inevitabilmente avrà un peso sulla loro

prossima stagione (Bird ha detto chiaramente: “We’re not

going to replace Paul. You just can’t replace Paul George”),

non hanno nessuna intenzione di tankare e accontentarsi di

un anno di transizione ma, anzi, vogl iono raggiungere gli

obbiettivi prefissati , tra cui guadagnarsi un posto ai Playoffs.

Cosa aspettarsi questa stagione dagli Indiana Pacers?

Considerando la non elevatissima competitività ad Est, se

INDIANA PACERSDavide Banchini

Roster

PG: George Hil l , C.J. Watson, Donald Sloan

SG: C.J. Miles, Rodney Stuckey, Rasual Butler

SF: Paul George*, Chris Copeland, Solomon Hil l , Damjan

Rudez

PF: David West, Luis Scola, Lavoy Allen

C: Roy Hibbert, Ian Mahinmi, Shayne Whittington

*Paul George non giocherà per l ’ intera stagione causa

infortunio.

Movimenti di mercato

IN: C.J. Miles, Rodney Stuckey, Damjan Rudez, Shayne

Whittington

OUT: Lance Stephenson, Evan Turner

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l ’obbiettivo dei Playoffs potrebbe essere sempre alla portata

nonostante l ’assenza della loro stel la (Paul George l’anno

scorso viaggiava a 21 .7 punti , 6.8 rimbalzi e 3.5 assist di

media) e l ’ importantissima perdita di Lance Stephenson

accasatosi a Charlotte, a quale altro traguardo potrebbe

puntare la squadra di Indianapolis?

Lo scorso anno i ragazzi di coach Vogel hanno vissuto

un’annata molto particolare.

Nella prima parte della stagione i Pacers erano la principale

forza ad Est, prima dell ’Al l-Star break il loro record era

assolutamente positivo (40 – 1 2), lasciando credere a tutti

che l ’anno in cui avrebbero battuto i Miami Heat in finale di

conference per approdare alle Finals era finalmente giunto.

I fatti hanno fatto ricredere tutti e dopo la pausa la squadra

ha iniziato a faticare:

sono arrivate una

serie di L che nessuno

fino a poco tempo

prima si sarebbe mai

aspettato.

Le difficoltà in campo

erano chiaramente

visibi l i , sembravano

essere saltate

completamente alcune

meccaniche di gioco

all ’ improvviso, in

maniera

incomprensibi le ai più,

probabilmente anche

agli stessi Pacers, che

non sono mai stati in

grado di recuperare la

bri l lantezza di inizio

Regular Season.

Alla fine, nonostante

tutto, sono riusciti a chiudere primi nel la Eastern Conference

(merito anche di alcune sconfitte nel la fase finale degli Heat)

ma giunti ai Playoffs hanno faticato terribi lmente ed il loro

cammino si è concluso dove si era concluso anche l’anno

precedente, convincendo però molto meno e deludendo

tutte le aspettative che avevano creato loro stessi ad inizio

anno.

Vincono soffrendo terribi lmente al primo turno con gli

Hawks, vincono al secondo turno tutt’altro che facilmente

con i Wizards e vengono battuti ancora una volta in finale di

conference (nonostante i l fattore campo a loro favore) dagli

Heat 4 a 2, che però l ’anno prima erano riusciti a portare a

gara 7, addirittura senza fattore campo.

Non è facile pronosticare quale sarà il destino dei Pacers

nella stagione che sta per arrivare, ma più che guardare ai

risultati , al le vittorie ed ai numeri, a mio parere Indiana dovrà

in un certo senso sfruttare l ’assenza di Paul George,

percorrendo un progetto a lungo termine, creando un

ambiente con la giusta mental ità, inserendo nel sistema i

nuovi arrivati – come CJ Miles e Rodney Stuckey che

potrebbero rivelarsi due importanti prese – e provando a

restaurare la vecchia chimica che li aveva portati tanto in

alto, così da farsi ritrovare pronti ed in forma quando la loro

stel la sarà in grado di tornare, speriamo tutti noi

appassionati di basket nel la migl ior forma possibi le.

Previsione

40-42

Page 36: SpazioNBA Magazine 2 - 14/15 Season Preview

36

Come può una franchigia toccare il punto più alto e più

basso della sua storia nel la stessa stagione? Puoi se sul la

maglia hai cucito la scritta Clippers. Nel giro di un paio di

settimane i Clippers sono riusciti a terminare con il record

più alto nella storia del la franchigia, 57-25, raggiungere per

la seconda volta in 3 anni i l secondo turno dei playoff e si

sono visti bannare a vita i l proprietario del la franchigia, da

David Silver in persona. La stagione 201 3-1 4 inizia quindi

sotto i l segno di un nuovo proprietario, quel Steve Ballmer

ex CEO Microsoft che porta al la franchigia un patrimonio

stimato in 20 mil iardi, e speriamo una nuova fi losofia. Non

che il “buon” Sterl ing non avesse fatto le cose in grande

negli ultimi anni, ma l’attitudine vincente non si compra.

Dopo anni di mediocrità e una nuova rinascita i Clippers

forse hanno la possibi l ità di fare i l salto di qualità verso la

vittoria. Forse.

Perché a

differenza della

compagine

gial loviola, questi

Cl ippers

sembrano

vincolati

dal l ’ investimento

fatto lo scorso

anno su Chris

Paul. I l futuro

prossimo della

squadra è legato

ai 1 07 mil ioni di

$ spalmati su 5

anni (ne

mancano 4) che

ha siglato l ’ex

Hornets 1 2 mesi

fa. Infatti

quest’anno non

è bastato l ’ innesto di Doc Rivers in panchina, né i netti

migl ioramenti di Blake Griffin e DeAndre Jordan, né un

supporting cast mai così completo per superare almeno il

secondo turno di playoff. E i l dito ricade comprensibi lmente

su colui che dovrebbe far fare questo step alla squadra e

che invece – a seguito dell ’ennesimo guaio fisico – ha

fornito prestazioni sotto i l par.

Questo non vuol dire che il suo contributo sia stato vano. Ha

chiuso comunque con 1 9.8 punti e 1 0.3 assist ma a larghi

tratti in questi playoff è sembrato la spalla di Blake Griffin e

non viceversa. E se il primo ha le carte per dominare a certi

l ivel l i i l secondo ancora no. Negli ultimi 3 anni i Cl ippers

hanno cercato la chiave per fare strada nei playoff anche e

soprattutto lontano dal nucleo portante della squadra. I l

LOS ANGELES CLIPPERSManuel Tracia

Roster

PG: Chris Paul, Jordan Farmar

SG: JJ Redick, Jamal Crawford, Reggie Bullock, C.J. Wilcox

SF: Matt Barnes, Hedo Torkoglu, Chris Douglas-Roberts

PF: Blake Griffin, Glen Davis, Ekpe Udoh

C: DeAndre Jordan, Spencer Hawes

Movimenti di mercato

IN: Jordan Farmar, Spencer Hawes, Ekpe Udoh , C.J.WilcoxOUT: Ryan Holl ins, Darren Coll ison, Jared Dudley, Danny

Granger, Wil l ie Green

Shotcharts

Page 37: SpazioNBA Magazine 2 - 14/15 Season Preview

SpazioNBA.it Magazine - 14/15 Season Preview

37

supporting cast è sempre stato di buon livel lo ma non si è

mai dato continuità a questo progetto. Dopo l’ottima prova in

post season di Kenyon Martin e Reggie Evans – a loro va

grande merito per i l passaggio al secondo turno visto gl i

spaesati Griffin e Jordan- 3 anni fa i due non furono

rinnovati, non trovando però grosse garanzie in rotazione

l’anno seguente. Né Lamar Odom né Turiaf erano giocatori

in grado di dare un buon contributo in post season e infatti

l ’avventura si arenò al primo turno. L’anno scorso i Clips

tornarono a fare ottime scelte a l ivel lo di panchina pescando

dal mazzo ad anno in corso Danny Granger in uscita dai

Pacers e Glen Davis in rotta con i Magic. Ma soprattutto i l

jol ly Coll ison che dopo il disastro di Dallas ritrovo fiducia e fu

un cambio di Chris Paul perfetto. Tutti giocatori che hanno

dato una grossa mano e tutti giocatori che quest’estate sono

finiti altrove.

Riusciranno i

nuovi innesti a

dare la

profondità

richiesta per

affrontare la

temibi le western

conference?

Jordan Farmar

in uscita dai

cugini Lakers è

una bella presa.

Sa dirigere il

gioco con

esperienza e ha

un buon tiro

dalla distanza.

E’ una scelta in

leggera

controtendenza

rispetto ai vari Bledsoe e Coll ison degli ultimi anni ma in

coppia con Jamal Crawford potrebbe funzionare alla grande.

Avrà meno palla in mano di quello a cui è abituato ma il suo

43.8% da 3 punti può essere letale in tandem con Crawford.

Un’altra bella, ma criticata, presa è quella di Spencer

Hawes. Un lungo con le sue mani può allargare benissimo

l’area, ma sembra anche l’unica cosa che è in grado di fare.

5 mil ioni per un lungo tiratore sembrano troppi, soprattutto

se l’alternativa ai titolari è rappresentata dall ’acerbo Ekpe

Udoh.

La coppia non sembra avere l ’attitudine giusta per coprire le

spalle agl i starter, seppure le qualità del primo non si

discutono. In questo senso la conferma di Glen Davis può

essere importante. Non per i l valore del giocatore in

generale ma per completezza di reparto che va a formare,

che pare comunque migl iorato. Fa storcere il naso la scelta

di non provare a dare una chance al giovane Serbo Miroslav

Radulj ica che ha ben figurato agli ultimi Mondial i di basket e

che era arrivato in estate via trade dai Bucks. Importanti

saranno anche gli ulteriori migl ioramenti degl i starter. Griffin

è sul la via del la maturazione e ai playoff ha giocato 2-3

partite di una completezza spettacolare, trascinando di peso

i suoi al la vittoria. E DeAndre Jordan ha dimostrato sotto la

guida di Doc Rivers un impatto difensivo di tutto rispetto. Ma

il loro contributo in post season dovrà essere sempre

maggiore per provare a superare squadre come i Thunder o

gli Spurs.

Qualche indecisione per i l momento anche sul versante

esterni. Fal l ito l ’esperimenti Dudley, tagl iato a sorpresa

Delfino (era nel pacchetto Dudley per Udoh-Radulj ica dai

Bucks) e lasciato partire Granger verso Miami, l ’unica

alternativa al la modesta coppia Barnes-Turkoglu ad oggi è

rappresentato da quel Chris Douglas-Roberts, passato

qualche anno fa da Bologna, che non ha mai trovato una

vera occasione per dimostrare il suo presunto valore NBA.

Di sicuro il ruolo dal fal l imento Butler resta un po’ i l punto

debole dei cal iforniani.

Insomma questi Cl ippers al netto di ulteriori migl ioramenti

del la coppia Griffin-Jordan, di una tenuta fisica eccellente di

Chris Paul e di una gestione migl iore del progetto da parte

di Doc Rivers, non sembrano poter fare molta (più) strada.

Tra squadre rodate come Thunder e Spurs, e squadre con

margini di crescita come Rockets, Blazers e Warriors una

riconferma al secondo turno dei playoff sarebbe un

traguardo importante. Ma non abbastanza per le ambizioni

di questa squadra.

Previsione

58-24

Page 38: SpazioNBA Magazine 2 - 14/15 Season Preview

38

Come si riparte dalla peggiore annata di una delle più

gloriose franchigie del la storia del sport professionistico a

stel le e strisce? Non è sicuramente facile. La prima stagione

dopo la morte dello storico proprietario Jerry Buss è stata

irta di difficoltà ma non priva di una logica strategia al le

spalle. Infatti persa ogni speranza di gloria a breve termine

con la perdita di Howard – volato a Houston – e al grave

infortunio di Kobe Bryant, i fratel l i Buss insieme allo storico

GM Kupchak hanno cercato di navigare a vista firmando

contratti ragionevoli e di breve durata. La strategia era di

avere ad ogni free agency abbastanza libertà salariale per

provare a raggiungere un nome importante sul mercato, con

un primo obiettivo nel mirino: Kevin Love. Quel Love che

però da qualche settimana è volato a Cleveland alla corte di

LeBron James.

Quindi

aspettando

i contratti in

scadenza

la prossima

estate

(Henry e

Nash) si è

proseguito

su questa

strada

anche per i l

201 4-1 5

rinnovando

Jordan Hil l

con team

option dopo

il primo

anno e

acquisito

Ed Davis

con un

annuale con opzione giocatore sul secondo anno. L’unico

investimento a lungo termine è stato i l prolungamento

quadriennale di Nick Young che sembrerebbe un contratto

sproporzionato oggi, ma potrebbe avere molto più senso tra

un paio d’anni dovesse alzarsi dal la panchina di una

squadra da playoff.

Se da una parte la dirigenza ha cercato una sempre

maggiore flessibi l ità finanziaria, dal l ’altra parte negli scorsi

mesi ha rinnovato Kobe Bryant con un clamoroso biennale

da 48 mil ioni di dol lari che di fatto l imita fortemente ogni

movimento in entrata. È vero che le speranze di affiancare

una stel la a Bryant sono labil i e che il contratto sembra una

buona uscita in un periodo di transizione della squadra, ma

è anche vero che con questa mossa hanno tradito lo spirito

con il quale hanno affrontato l ’ultimo biennio mettendo

LOS ANGELES LAKERSManuel Tracia

Roster

PG: Jeremy Lin, Steve Nash, Jordan Clarkson

SG: Kobe Bryant, Nick Young

SF: Wesley Johnson, Xavier Henry

PF: Carlos Boozer, Jul ius Randle, Ed Davis, Ryan Kelly

C: Jordan Hil l , Robert Sacre

Movimenti di mercato

IN: Jeremy Lin, Ed Davis, Carlos Boozer, Jul ius Randle,Jordan ClarksonOUT: Chris Kaman, Pau Gasol, Jordan Farmar

Marshon Brooks, Jodie Meeks, Kant Bazemore, Kendall

Marshall

Shotcharts

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SpazioNBA.it Magazine - 14/15 Season Preview

39

quindi in dubbio la lungimiranza strategica evidenziata

prima.

L’aggiunta di due buoni comprimari come il lanciato Jeremy

Lin e il navigato Carlos Boozer sono stati accolti dal la

dirigenza come due innesti importanti . I l problema è che

sono due innesti nominal i , soprattutto se si parla del

portoricano che è una firma fuori tempo massimo. L’ex Jazz

non sposta gl i equil ibri in NBA dai tempi del duo con Deron

Wil l iams e ai Bul ls negli ultimi tempi è parso uno dei

giocatori più sopravvalutati ed inconsistenti sul panorama,

tanto da essere stato rimpiazzato a Chicago dal decaduto

Pau Gasol proprio in uscita dai Lakers. I l play californiano

invece è sicuramente un upgrade nel ruolo e un solido

starter NBA, ma anche qui c’è più entusiasmo per quello

che rappresenta che per i l giocatore in sé che di fatto non

garantisce

un salto di

qualità

globale

incredibi le.

E’ questo

forse il

segreto di

questi

Lakers e la

loro “forza”

del l ’ultima

tornata di

free

agency.

Aver dato

l ’ i l lusione

all ’ambient

e che si

stesse

lavorando

per avere un team competitivo con due nomi (se pur

diversamente) importanti , e dal l ’altra parte mantenere una

buona flessibi l ità a breve termine. Infatti i l prossimo giugno i

Lakers potrebbero avere a libro paga solamente 4 giocatori

per un totale di 35 mil ioni di dol lari . Ma la firma di Bryant

blocca qualunque pianificazione sensata per almeno 2 anni,

preparando l’assalto a Kevin Durant nel 201 6.

In questo scenario spicca la scelta del rookie da Kentucky

Jul ius Randle. L’ex Wildcat infatti è i l ponte naturale tra i due

cicl i . Già NBA ready per accumulare minuti e ad avere un

buon impatto sul la squadra ma giovane abbastanza per

essere una base da cui ripartire e che garantisca speranza

per un futuro incerto. Buon lavoro fatto nel settore lunghi

oltre a Randle. Infatti le firme di Hil l e Ed Davis rendono la

rotazione dei gial loviola molto interessante anche se i

contratti dei due differiscono di molto. Se da una parte l ’ex

Grizzl ies è stato firmato a meno di un mil ione – è per inciso

una ottima presa – per l ’ex Knicks e Rockets i mil ioni annui

saranno ben 9. I l giocatore è stato uno dei pochi nel l ’ultimo

biennio a mostrare fame agonistica e a dare una

dimensione difensiva alla squadra e nonostante i l contratto

abbia una team option dopo appena un anno, 9 mil ioni per

un giocatore injury prone sembrano troppi. Al netto degli

infortuni e della possibi l ità salariale di tenerlo a quelle cifre è

comunque una valida riconferma.

L’ultimo innesto degno di nota arriva dalla panchina. Un

uscente D’Antoni lascia spazio ad una vecchia gloria

gial loviola, Byron Scott. L’ex Cavs arriva da una avventura

impegnativa e senza successo in Ohio. Sedotto e

abbandonato da LeBron James prima di volare a South

Beach, si è ritrovato a gestire una squadra giovane e allo

sbando, nel mezzo di un progetto di cui non faceva parte. I l

classico uomo sbagliato nel momento sbagliato. A LA dovrà

di nuovo gestire una situazione delicata, di una squadra non

abituata a restare fuori da certi palcoscenici. E’ stata da

molti criticato i l tempismo della scelta del nuovo allenatore,

arrivato solamente a fine lugl io quando i nomi caldi si erano

già tutti accasati. A ben vedere invece sembra una scelta in

l inea con l’attuale pensiero della famigl ia Buss. In un

momento diffici le di transizione non è l’al lenatore a fare la

differenza, quindi la decisione è stata presa in un secondo

momento e doveva necessariamente essere subordinata

al la costruzione della squadra tra free agency e draft e non,

come verosimilmente accade nelle altre franchigie,

viceversa. Perché l’obiettivo primario è, come detto, avere

spazio di manovra, non cercare di essere competitivi . E in

questa ottica la scelta di un al lenatore così legato alla storia

Lakers non è sbagliata. Almeno non quanto l ’ennesimo

pluriennale dopo quell i dati a Mike Brown (esonerato dopo 1

anno) e D’Antoni (esonerato dopo 2).

Per i l resto i l futuro immediato non sembra roseo. L’unica

nota positiva è che non sono state prese decisioni a lungo

termine, ma in questi anni con il nuovo CBA sembra ci sia

solo un modo per arrivare al successo: pianificando e

costruendo la squadra dal basso, con scelte accurate in

sede draft e scouting internazionale di l ivel lo. E questo staff

non sembra abbia le capacità per fare queste cose. Potrà da

solo i l fascino gial loviola riportare ai fasti questa franchigia?

I l ritorno del Mamba e una squadra in generale più concreta

porteranno qualche vittoria in più del lo scorso anno. Ma la

Western Conference non è un bel posto dove boccheggiare.

Per noi faranno meglio del lo scorso anno, al netto di

infortuni chiave, ma con la competitività di questa costa non

credo aggiungeranno più di 1 0 vittorie rispetto al lo scorso

anno.

Previsione

37-45

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40

TRUST ME

Da quando i Memphis Grizzl ies sono i Memphis Grizzl ies

nessuno ha mai avuto troppa fiducia in in loro ed hanno

sempre dovuto navigare contro la corrente dei detrattori.

Prima la trade di Pau Gasol, poi quel la di Rudy Gay, poi la

dipartita di Lionel l Hol l ins; ogni volta che la squadra si

affaccia fra le grandi squadre NBA, qualche evento fa

ritornare i mil le dubbi sugl i orsi di Memphis. La qualità

migl iore della franchigia però è usare la “malafede” degli

addetti ai lavori per lavorare duro e con moltissima umiltà.

Per l ’anno che si appresta a iniziare penso che dare fiducia

a Marc Gasol e compagni sia doveroso.

IT’S THE SAME OLD STORY

Dopo la scadenza di Coach Holl ins le incertezze

piombarono sulla franchigia del

Tennessee per i l mancato rinnovo e

a sua volta andarono a caricarsi

sul le spalle di Dave Joerger, i l quale

era alla prima vera esperienza da

Head Coach. Al cl ima che era

andato a crearsi, i Grizzl ies hanno

risposto con una stagione molto

positiva, che andò a confermare

l’ottimo lavoro fatto l ’anno

precedente e palesava il valore del

roster, del la coesione del gruppo e

soprattutto dell ’al lenatore. I l

carattere difensivo che ha

caratterizzato l ’era di Holl ins sul la

panchina di Memphis è stato

confermato e si sono visti

migl ioramenti visibi l i sul l ’altra metà

campo, dove la squadra faceva

sicuramente più fatica. In fase

offensiva il lavoro di Joerger è stato

ottimo ed è riuscito a superare la

parziale mancanza di Marc Gasol, i l quale è sempre stato i l

perno dell ’attacco e assicurava un rendimento (in termini di

prestazioni) pressoché sicuro. L’ impronta del coach si è

vista soprattutto nelle prestazioni di Mike Conley il quale è

riuscito nel diffici le obiettivo di aumentare punti segnati (con

più possessi) senza far diminuire l ’efficienza e la PG di

Memphis inoltre si è riconfermato un ottimo passatore,

riducendo ulteriormente le palle perse per partita.

FOREVER YOUNG

Nella prossima stagione però vedremo, probabilmente, una

squadra più forte o comunque con più frecce al proprio arco.

Ad una base solida e rodata si aggiunge Vince Carter, i l

quale, dato per morto troppo presto, sembra vivere una

seconda giovinezza. L’ex Dallas arriva ai Memphis Grizzl ies

MEMPHIS GRIZZLIESLuigi Stocco

Roster

PG: Mike Conley, Beno Udrih, Nick Calathes

SG:Courtney Lee, Tony Allen, Jordan Adams, Patrick

Christopher

SF: Tayshaun Prince, Vince Carter, Quincy Pondexter

PF: Zach Randolph, Jon Leuer, Jarnel l Stokes

C: Marc Gasol, Kosta Koufos

Movimenti di mercato

IN: Vince Carter, Jordan Adams, Jarnel l StokesOUT: Ed Davis, Darius Morris, Mike Mil ler

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SpazioNBA.it Magazine - 14/15 Season Preview

41

alla sua diciassettesima stagione in NBA, sul l ’orlo dei 38

anni. Vista in quest’ottica, l ’aggiunta di Vincesanity sembra

una cosa di poco conto ma c’è molto di più. I l nativo della

Florida infatti viene da tre stagioni a Dallas, dove è riuscito a

ritrovare l ’ integrità fisica (7 partite saltate in 3 anni) e nuovi

compiti a l ivel lo tattico. Alla corte di Carl isle, Carter si è

mosso benissimo indossando i panni del sesto uomo e del

leader della second unit. Con un ruolo diverso da quello

svolto per tutta la carriera, l ’ex Air-Canada, è stata una delle

basi sul la quale si è appoggiata la squadra di Cuban e

sicuramente sarà lo sesso per i Memphis Grizzl ies.

THE FUTURE IS UNWRITTEN

La squadra di Joerger, al lo stesso modo di quella di Holl ins,

ha due grossi problemi: la panchina e la produzione

realizzativa degli esterni. Vince

Carter si inserisce con questo

obiettivo: migl iorare l ’uno e anche

l’altro. Ovviamente sarebbe

pretenzioso pensare che con un

solo innesto si riesca a porre

rimedio a questo tipo di problemi ma

è sicuro che parzialmente ci si

possa riuscire. I l ruolo di Carter è

molto delicato e serve soprattutto

per portare punti veloci dal la

panchina oltre che una dose di

esperienza (ad alti l ivel l i) che non

guasta mai, soprattutto per una

squadra con l’obbligo e l’ambizione

di fare strada ai Playoffs. Joerger

potrà disporre, a seconda delle

situazioni, di differenti disposizioni

tattiche nel backcourt ma

probabilmente confermerà le

gerarchie dell ’anno scorso,

preferendo iniziare le partite i l

terzetto Conley-Lee-Prince; a partita in corso, molto

probabilmente, verranno inseriti Tony Allen e Carter con il

primo schierato con l’ intento di al leggerire i compiti difensivi

del neo Grizzl ies per facil itarne l ’efficienza offensiva. Per un

aggiunta importante si prospettano due situazioni poco

confortanti per la franchigia del Tennessee: Marc Gasol e

Mike Conley. I l catalano è stato impegnato nel Mondiale

FIBA di Basket ed è arrivato ai quarti di finale del torneo,

potrebbe aver bisogno di rifiatare più spesso sia durante le

partite sia durante la stagione, per arrivare alla postseason

in condizioni ottimali . In l inea teorica la soluzione Memphis

ce l’ha già in casa e si chiama Kosta Koufos. Dall ’ex Denver

Nuggets ci si aspetta, in questo senso, un incremento di

minutaggio importante (attorno ai 20 minuti a partita e forse

di più), per i motivi sopracitati e soprattutto a convincere

tutto l ’ambiente di meritare quel minutaggio. Per Mike

Conley invece il problema è meno risolvibi le: i Memphis

Grizzl ies non hanno un backup degno e dalla partenza di

Bayless (a Febbraio della scorsa stagione) Joerger ha

dovuto fare gl i scongiuri per la salute fisica del loro starter e

soprattutto cercare soluzioni alternative per creare gioco

quando siede in panchina la PG titolare. In alcune situazioni

può essere una soluzione al problema Vince Carter ma

sicuramente non è una situazione cavalcabile ogni volta che

manca Conley.

L’obiettivo, secondo me, per la franchigia del Tennessee è

quello di riuscire a risparmiare le energie in vista della Post

Season per poi rendere nel modo migl iore quando la

tensione e la posta in palio aumenta I l gioco proposto dai

Grizzl ies infatti è ottimale per i Playoffs: predil igono un

attacco a metà campo, propongono una difesa coriacea e

sono capaci di abbassare i ritmi anche di squadre molto più

atletiche. I l rovescio della medaglia è che mantenere un

gioco di quel tipo per 82 partite è logorante sia dal punto di

vista fisico sia da quello mentale, richiedendo un livel lo di

concentrazione altissimo. A conti fatti , penso che sarebbe

opportuno perdere qualche partita in più durante la stagione

regolar, con lo scopo di arrivare più freschi ai Playoffs.

Previsione

55-27

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42

Life without LeBron

Perdere il migl iore giocatore al mondo può provocare diversi

effetti col lateral i qual i ansia, panico, depressione, istinti

suicidi: fastidiosi sintomi che si presentano al paziente una

volta preso coscienza dell ’accaduto.

Chiunque avrebbe subito un contraccolpo psicologico

devastante ma non questi Miami Heat, non Pat Riley. Spinto

da una sconfinata ambizione ha messo a segno colpi di

ri l ievo garantendosi i servigi di Josh McRoberts, rivelazione

degli “archiviati” Charlotte Bobcats nella passata stagione,

perfetto da 4 come complemento di Chris Bosh il quale

ormai ha spostato i suoi talenti al la posizione di centro,

ideale nella pallacanestro di Coach Spo. Luol Deng è il

sostituto di James, naturalmente lungi da Spoelstra chiedere

al giocatore britannico la produzione

del 4 volte MVP, considerata la

situazione di mercato Deng è sembrato

essere il giocatore più adatto a

occupare il posto di 3 titolare portando

in dote una discreta capacità

realizzativa, ottime doti di difensore:

efficacia al servizio del la squadra. Colpi

secondari ma che contribuiscono alla

ripresa di questi Heat sono Danny

Granger e Reggie Wil l iams i quali

donano nuova linfa vitale al reparto

tiratori orfano di eccellenti nomi: Ray

Allen, Shane Battier e James Jones. La

lottery non ha portato un vero

migl ioramento, la scelta del campione

NCAA Shabazz Napier è stata

leggermente (per usare un eufemismo)

influenzata dall ’alto gradimento di

James la cui dipartita sembra lasciare

molti dubbi sul prodotto da UConn e

sulla sua reale uti l i tà in una squadra

quantomeno ben assortita al la posizione di playmaker con

un Chalmers in cerca di rivalsa e un Norris Cole in costante

ascesa nelle gerarchie di Spoelstra. Incerta l ’abi l ità di Napier

di poter creare per la squadra da 1 , troppo deficitario

difensivamente come guardia tiratrice nonostante le ottime

capacità nel movimento senza palla. Shannon Brown, da

mesi in cerca di una squadra, ottiene una chance come

play/guardia di riserva: a lui i l compito di uscire dalla

panchina e portare quella esplosività e atletismo che negli

ultimi Playoff è tanto mancata a questi Heat, colpevoli di

un’età media troppo avanzata e di una panchina

impalpabile, annichi l iti da degli Spurs semplicemente

superiori sotto ogni possibi le aspetto cestistico e psicofisico.

La mental ità del la squadra non sembra essere cambiata:

buoni giocatori circondano le due stel le rimaste le quali

MIAMI HEATFrancesco Vaccarel la

Roster

PG: Mario Chalmers, Norris Cole, Shabazz Napier

SG: Dwyane Wade, Reggie Wil l iams, Shannon Brown, Tyler

Johnson, Andre Dawkins

SF: Luol Deng, Danny Granger, Shawne Wil l iams, James

Ennis

PF: Josh McRoberts, Udonis Haslem, Khem Birch

C: Chris Bosh, Chris Andersen, Justin Hamilton

Movimenti di Mercato

IN: Dwyane Wade, Chris Bosh, Mario Chalmers, Josh

McRoberts, Danny Granger, Luol Deng, Shabazz Napier,

Shawne Wil l iams, Reggie Wil l iams, Shannon Brown.

OUT: LeBron James ,Shane Battier, Ray Allen, James

Jones, Rashard Lewis.

Shotcharts

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SpazioNBA.it Magazine - 14/15 Season Preview

43

dovranno inevitabilmente raccogliere l ’onerosa eredità di

King James.

Reality kicks in

Sulla carta i l roster sembra essere vario e discretamente

assortito intorno a Wade e Bosh per una squadra orfana di

LeBron James ma è qui che la scomoda realtà sgomita e

cerca di farsi spazio, come in un affol lato centro

commerciale di una domenica pomeriggio, nei pensieri

ambiziosi degl i Heat riuscendo a portare alla luce lacune e

limitazioni non troppo nascoste. I Miami Heat sono una

squadra incompleta in molti reparti : quel lo degli esterni è

povero di ricambi e se Deng non dovesse funzionare (come

accaduto in Cleveland) i l backup è un Granger lontano dagli

splendori di Indiana e limitato fisicamente (46 partite su 1 64

negli ultimi due anni), molte incognite

aleggiano sul la squadra: in un mercato

castrato dal contrattone offerto a Bosh

si è puntato molto su giocatori poco

presenti in NBA negli ultimi mesi o anni

quali Reggie Wil l iams, Shawn Wil l iams

e Shannon Brown il quale potrebbe

offrire i l contributo sopracitato o essere

una scommessa persa, poche

sicurezze e tanti punti interrogativi

sol itamente culminano in stagioni

mediocri.

Non è ancora stato fatto un nome,

volutamente. I l giocatore più atteso

dalla prossima stagione è anche il

punto interrogativo più grande ed è lui

ad essere l ’ago della bi lancia tra una

stagione nell ’ombra o una piena di

soddisfazioni: Dwyane Wade.

Resilienza

E’ di nuovo lui l ’uomo franchigia, molti

potranno dire che non ha mai smesso di esserlo, sul campo

era quello con il numero 6. Nei cuori dei più tenaci tifosi

questo avvicendamento non è mai avvenuto e lo sappiamo.

La presenza di Bosh è fondamentale, a differenza di Wade

lui è un punto fermo (fisicamente e tecnicamente) ma si sa

che le domande e i punti interrogativi suscitano curiosità e

attendono solo delle risposte.

Incerto è se le sue fragil i ginocchia riusciranno a sopportare

il peso di metà franchigia sul le spalle, i l logoramento delle

82 partite di stagione. Gli Heat non potranno permettersi di

concedere il riposo di cui ha potuto beneficiare Wade

all ’ombra di LeBron, quest’ultimo offriva protezione dentro e

fuori dal campo permettendo al compagno fraterno di poter

riprendere fiato e far riposare le ginocchia nel corso di una

partita o dell ’ intera stagione nonché nascondere le eventual i

l imitazioni offensive di Dwyane quali le serate carenti al tiro

e quelle in cui i l corpo sospendeva anticipatamente le

trasmissioni poiché incapace di sostenere il ritmo partita.

Wade è chiamato a un riscatto, a una rinascita fisica, un

rimodellamento del suo gioco alle l imitazioni del suo corpo

opera dell ’ “Undefeated Father Time”. Un importante ruolo

giocheranno le motivazioni del l ’uomo, la sfida a distanza

con LeBron, la voglia di dimostrare a lui e al mondo intero di

essere in grado di trascinare la squadra verso lidi migl iori di

quel l i finora prospettati . La più grande dimostrazione di forza

e resil ienza Wade la deve a sé stesso, i l suo fisico avrà

l ’ultima parola a riguardo. Tanta è la voglia di riscatto e di

tornare vero protagonista. Scomodiamo il grande Rudy

Tomjanovich e la sua immortale frase: “Don’t ever

underestimate the heart of a champion”.

Troppi “se” affol lano questa squadra e questo articolo,

questi nuovi Heat probabilmente sono la squadra con il più

grande potenziale upside: se le scommesse Granger,

Wil l iams, Brown, Napier si riveleranno vincenti e le due

stel le potranno riscattarsi dimostrando di poter bri l lare

nonostante l ’assenza di LeBron è possibi le predire un terzo

piazzamento. Se i punti interrogativi di cui tanto si è

discusso si confermeranno tal i , se i l decl ino di Wade non

accennerà a fermarsi e se Bosh non riuscisse a raccogliere

la gravosa eredità offensiva di James questi Heat

potrebbero discendere nel Limbo del settimo o ottavo posto,

disputare i Playoff e sperare in una quantomeno onorevole

uscita al primo turno.

“In medio stat virtus” proclamava Orazio, vedremo.

Previsione

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Milwaukee Bucks: “Lascia dormire i l futuro come merita: se

lo svegli prima del tempo, otterrai un presente assonnato.”

Franz Kafka

La peggiore franchigia del la passata stagione si presenta

alla grigl ia di partenza come una delle squadre più intriganti

e futuribi l i , ma al tempo stesso non pretenziose del

panorama NBA. Durante l ’offseason ci sono stati alcuni

significativi cambiamenti: la dirigenza ha dato il ben servito a

coach Drew per poter così offrire un contratto a Jason Kidd;

hanno firmato il secondo migl ior assistman della scorsa

stagione, Kendall Marshall ; ma soprattutto con la seconda

scelta dello scorso draft si sono assicurati i servigi del

giocatore più NBA-ready tra i rookie, Jabari Parker, ala di

Duke, nonché il principale candidato al ROY, Wiggins

permettendo. Sui Bucks di quest’anno ci sono poche

certezze tranne che sarà diffici le far

peggio dell ’anno scorso.

Analizzando il roster di quest’anno la

prima cosa che di cui ci accorgiamo è

quanto sia diffici le proporre un starting

five fisso, a parte per la posizione di

play e centro che dovrebbero essere di

diritto affidate a Knight e Sanders, i

restanti tre ruol i sono un’incognita.

Jabari Parker è un 3 che si può però

adattare a giocare sotto le plance come

ala grande, lo stesso Kidd ha detto che

lo vede bene anche in quel ruolo; poi

bisogna anche pensare al giovane

diciannovenne Giannis

Antetokounmpo, aka “the Greek

Freak”, uno dei più positivi nel la

passata stagione, che può giocare sia

da 2 che da 3 indifferentemente, senza

poi dimenticare il suggestivo

esperimento provato in Summer League dove è stato

schierato anche come point guard, diffici le, ma non

impossibi le che succeda anche durante la RS, rendendo

arduo l’eventuale accoppiamento difensivo per la squadra

avversaria.

Nel roster c’è anche un altro giocatore che ambisce ad

essere la guardia titolare, e almeno guardando il payrol l

dovrebbe esserlo, stiamo ovviamente parlando di O.J. Mayo

(8M), croce e delizia di ogni al lenatore, talento proporzionale

solo al la discontinuità, potrebbe essere una delle ultime

occasioni da titolare. Nel ruolo di ala grande le alternative

sono tante partendo dal sophemore ex Tar Heel Henson,

Kris Middleton e anche I lyasova con il suo pesante contratto

(8M). Jason Kidd ha senza ombra di dubbio innumerevoli

MILWAUKEE BUCKSFederico Roma

Roster

PG: Brandon Knight, Nate Wolters, Jerryd Bayless, Kendall

Marshall

SG: Giannis Antetokounmpo, O.J. Mayo, Jared Dudley

SF: Jabari Parker, Chris Wright, Damien Ingl is

PF: Ersan I lyasova, John Henson, Khris Middleton, Johnny

O’Bryant I I I

C: Larry Sanders, Zaza Pachulia

Movimenti di mercato

IN: Jared Dudley, Jerryd Bayless, Kendall Marshall , JabariParker, Damien Ingl isOUT: Jeff Adrien, Ekpe Udoh, Marquis Daniels, Carlos

Delfino, Miroslav Radulj ica

Shotcharts

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SpazioNBA.it Magazine - 14/15 Season Preview

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valide alternative, può giocare sia uno small bal l che mettere

in campo giocatori tutti sopra i 6’ 8’’ . A mio parere il quintetto

più intrigante sarebbe Knight – Antetokounmpo – Parker –

Henson – Sanders.

La cosa che più stupisce analizzando i giocatori è che la

maggior parte di loro sono molto giovani e ben 9 sotto i 25

anni, questo può essere sia un vantaggio che uno

svantaggio, senza ombra di dubbio i l talento e l’atletismo ci

sono, ma spesso non basta e servirebbe più esperienza,

qualche veterano che potesse fare da chioccia ai più giovani

sarebbe servito come il pane. Non bisogna neanche

dimenticare che anche Kidd è solo al secondo anno come

allenatore, nonostante la lunga carriera da giocatore,

potrebbe essere problematico il passaggio da una squadra

allestita per “vincere”, con molti

giocatori pronti a sparare le ultime

cartucce, come i Nets, a questi giovani

ed inesperti Bucks.

Fondamentale per i l buon proseguo

della stagione sarà l ’apporto sotto le

plance del venticinquenne Larry

Sanders, solo 23 partite nel la seconda

stagione, i l big man è fondamentale

negli equil ibri in particolar modo

difensivi, con lui in campo la squadra

concede molti meno punti, basti

ricordare che due stagioni fa era nella

l izza dei pretendenti al titolo di DOY.

Tanto le speranze difensive

passeranno dai rimbalzi, stoppate e

tagl iafuori del centro di Virginia

Commonwealth, così quelle offensive

saranno determinate dalle prestazioni

del giovane Blue Devil , è raro che a

fine stagione il migl ior scorer sia un

rookie, ma è molto probabile che in casa Bucks succederà

ciò, se c’è una cosa che il giovane mormone non ha mai

trovato diffici le fare tanto a Duke così come nella Summer

League è segnare in tutti i modi, basti pensare che quando

era alla corte di coach K era spesso paragonato a Carmelo

Anthony, non mi sorprenderei se mettesse diversi ventel l i

nel suo primo anno. Mentre nel periodo di transizione o se

dovesse scontrarsi con l ’ormai famoso “rookie wall” i l peso

dell ’attacco potrebbe essere anche portato da Brandon

Knight, Kidd potrebbe infatti affidare la regia a Marshall e

Bayless o saltuariamente a Wolters, senza dimenticare le

doti di playmaking del greco.

A proposito di Antetokounmpo, è impossibi le analizzare

questa squadra senza dover fare un discorso a parte per

questo diciannovenne che al primo anno ha stupito ben più

di un addetto ai lavori, guadagnandosi sia l ’ inclusione al

secondo quintetto rookie che la chiamata al Rising Stars e

allo Skil ls Challenge; ma quello che più colpisce è il

potenziale ancora inespresso, oltra al le già citate doti di

passatore è anche un ottimo difensore in aiuto grazie al le

lunghe leve, al l ’ inizio del la carriera NBA era circa 2.07 m e

sembra sia già cresciuto di 3 cm. Per diventare un giocatore

veramente decisivo dovrà migl iorare il tiro e il suo apporto

offensivo, quale migl ior ambiente per fare ciò senza

pressioni che i Bucks.

Siccome nessuno si aspetta nul la da loro a parte migl iorare

il record dello scorso anno, sicuramente lavorare senza i fari

puntati addosso può essere di fondamentale importanza per

un gruppo così giovane. Tanto i l presente non può essere

eccessivamente emozionante per i tifosi Bucks, quanto i l

futuro non può che essere radioso, i Bucks in qualche anno

potrebbe diventare una fel ice realtà NBA. Anche quest’anno

dovrebbero ottenere un chiamata abbastanza alta al draft,

fondamentale per un mercato piccolo come Milwaukee,

dove è diffici le attrarre grandi nomi in offseason quindi ben

vengano giovani volenterosi.

Previsione

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All you need is LoveB Or maybe not?

I Beatles nel 1 967 a Liverpool cantavano “al l you need is

love”, nel 201 4 invece, i tifosi di Minnesota si stanno proprio

chiedendo se sia davvero tutto ciò di cui hanno bisogno.

I l 23 agosto, dopo tanti rumors, finalmente arriva l ’ufficial ità:

una trade che coinvolge tre squadre, Minnesota

Timberwolves, Cleveland Cavaliers e Philadelphia 76ers,

permette a Kevin Love di approdare in Ohio accanto a

LeBron James, in cambio da Cleveland arrivano la prima

scelta assoluta del draft 201 3 Anthony Bennett, ed i l

promettente Andrew Wiggins, anch’egl i prima scelta

assoluta nel draft del 201 4. Sempre grazie al lo stesso

accordo a Minnesota arriva anche Thaddeus Young da

Philadelphia, che riceve Alexey Shved, Luc Mbah Moute e la

prima scelta del draft 201 5 dei Miami Heat, la quale prima di

questa trade era

in mano ai Cavs.

In questo modo,

dopo 6 anni di

carriera ai

Timberwolves,

Love lascia la

franchigia per

unirsi a

Cleveland, e per

entrare a far

parte di una

contender che

potrebbe

garantirgl i già da

quest’anno di

puntare al titolo.

Nonostante i l

rammarico dei

Timberwolves e

dei fan per la

partenza di K-

Love, certo a Minnesota non si sono ritrovati a mani vuote.

Separandosi dal la loro superstar, i Twolves hanno inserito

nel roster 3 giocatori veramente interessanti:

Andrew Wiggins è il giocatore più atteso della prossima

stagione, col suo talento puro ed atletismo disumano è da

tempo considerato “The Next LeBron James”. Ovviamente

ha ancora da dimostrare cosa sia in grado di fare a livel lo

professionistico, ha da migl iorare alcune caratteristiche del

suo gioco (ad esempio pecca in alcune scelte, per ora non è

un grandissimo creatore in attacco ed osservando il suo

jump shot in qualche situazione appare un po’ troppo

meccanico e rigido), ma sicuramente ha tutte le carte per

diventare un giocatore NBA straordinario.

Anthony Bennett invece è già sceso in campo nello scorso

MINNESOTA TIMBERWOLVESDavide Banchini

Roster

PG: Ricky Rubio, Mo Wil l iams, JJ Barea

SG: Kevin Martin, Zach LaVine, Shabbaz Muhammad

SF: Andrew Wiggins, Corey Brewer, Chase Budinger,

Robbie Hummel

PF: Thaddeus Young, Anthony Bennett

C: Nikola Pekovic, Gorgui Dieng, Ronny Turiaf

Movimenti di mercato

IN: Mo Wil l iams, Andrew Wiggins, Anthony Bennett,

Thaddeus Young

OUT: Kevin Love, Alexey Shved, Luc Richard Mbah a Moute

Shotcharts

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anno, ma sicuramente ciò che ha dimostrato non è stato

abbastanza.

La prima scelta (a sorpresa) del draft 201 3 ha faticato

terribi lmente nella passata stagione con i Cavs,

offensivamente e difensivamente, forse, oltre ad essere

stato un po’ sopravvalutato, i l giocatore non ha saputo

gestire i l peso e la responsabil ità di essere chiamato con la

prima scelta assoluta. Nonostante questo a Minnesota

potrebbe trovare la sua collocazione ideale, crescere e

sorprendere tutti , visto che è già riuscito a farlo nel la

Summer League di quest’anno, disputando ottime partite.

Sicuramente grandi prestazioni al la Summer League non

danno alcun tipo di certezza, ma i segnali sono buoni.

Inoltre pare che abbia perso qualche kg, cosa che lo

potrebbe aiutare non poco.

Thaddeus Young

da Philadelphia

è l ’altra grande

presa di

Minnesota.

Young è molto

abile sia

offensivamente

che

difensivamente,

è un giocatore

con esperienza,

ed è considerato

da tutta la lega

un grande uomo

all ’ interno dello

spogliatoio,

elemento che

potrebbe essere

uti le per creare

unione e

coesione in

questo gruppo di giovanissimi.

A proposito di giovanissimi, un’altra interessante aggiunta al

roster è quella di Zach LaVine, tredicesima scelta assoluta,

giocatore con buoni margini di migl ioramento ancora tutto

da costruire, con cui Minnesota può sicuramente lavorare.

Una delle principal i caratteristiche dell ’ex-UCLA è

l’atletismo, saltatore davvero al di sopra degli standard che

con Wiggins forma un duo di esterni che in quanto ad

atletismo non ha niente da invidiare a nessuno.

Altra qualità ed esperienza è approdata in Minnesota dopo

l’arrivo di Mo Wil l iams, che si è unito al la squadra poco

prima della trade di Kevin Love.

Come avete notato, la situazione dei Timberwolves è

veramente cambiata.

L’anno scorso si trovavano a roster uno dei lunghi più forti

ed ambiti del la lega, che però non è quel tipo di giocatore

adatto a trascinare una squadra ai PO, soprattutto ad ovest

dove la competitività è veramente alta. Oltre a Kevin Love,

togl iendo qualche elemento, rimaneva poco altro su cui

sperare.

Con la sua dipartita Minnesota quest’anno si ritrova un

roster davvero interessante, ricco di giovani e di talenti su

cui poter lavorare, affiancati da figure di esperienza che

possono sicuramente aiutare questi giovani a crescere: se

le aspettative non saranno smentite, un futuro roseo è lì ad

attenderl i .

Forse la prossima stagione, vuoi per la mancanza di

esperienza, vuoi per i l roster ancor tutto da amalgamare,

non potranno puntare troppo più in alto rispetto al la passata

Regoular Season (40-42 lo scorso anno), ma nel giro di 2-3

anni, questa squadra, dopo tanto tempo di sofferenze e di

tanking, potrà tornare a lottare seriamente per un posto ai

Playoffs e giocare nel basket che conta.

Per raggiungere questo obbiettivo, non solo i rookies

dovranno mantenere le promesse, ma sarà uti le anche che

uno dei giocatori fondamental i di questa squadra, Ricky

Rubio, faccia quel salto di qualità che in molti stanno ancora

aspettando. Infatti , se da un lato Rubio è un passatore

sublime con una fantastica visione di gioco, dal l ’altra è un

realizzatore troppo inconsistente, soprattutto nella restricted

area, zona del campo in cui fatica veramente tanto a trovare

la via del canestro (47%, sotto la media NBA).

Nello stato del Minnesota tutti sperano che Ricky Rubio stia

lavorando al suo tiro e che accanto alle sue ineguagliabi l i

doti di passatore riesca ad aggiungere anche migl iori

capacità realizzative.

I rookies saranno pronti a fare la differenza ed a rivelarsi

giocatori decisivi? Riuscirà Ricky Rubio ad evolvere il suo

gioco? Ed i Wolves saranno in grado di rivivere presto

l ’atmosfera dei Playoffs che ormai manca dal lontano 2004?

Non ci resta che aspettare, godendoci intanto questa nuova

versione dei Minnesota Timberwolves.

Previsione

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50

Potete credere o meno che le coincidenze siano frutto del

destino, ma di sicuro alcune di esse sono per lo meno

curiose: come il fatto che il monocigl io di Anthony Davis sia

così sinistramente simile al pel l icano stemma e mascotte

della franchigia in cui mil ita. E se questa è davvero solo una

(molto) stupida coincidenza, è invece un dato di fatto che il

futuro dei Pelicans sia legato a doppio fi lo con quello di Mr.

Unibrow.

Anthony Davis è forse il più luminoso astro nascente della

NBA degli ultimi anni, i l talento che tutti pensano possa

diventare un MVP-caliber player nel prossimo futuro. Nel

palmares di Davis, appena ventunenne, ci sono già un Oro

Olimpico, un Oro Mondiale conquistato appena qualche

giorno fa, un All-Star Game e una stagione da 20+1 0 al suo

secondo anno (e anche 2.8 stoppate, che non guastano

mai). Tuttavia,

nonostante le

prove di forza

individual i di

Davis, la stagione

scorsa per i

Pelicans è stata

abbastanza

deludente,

considerato i l

roster al lestito in

estate. C’era

infatti molta

aspettativa sugli

arrivi del l ’Al l-Star

Jrue Holiday e del

talento mai del

tutto espresso

Tyreke Evans,

che sarebbero

andati a riempire

due spot chiave

del roster. Purtroppo però la sfortuna ha iniziato a colpire la

franchigia ben prima che ci si potesse rendere conto di

quale fosse il vero potenziale di questa squadra. Se non

fanno (purtroppo) ormai più rumore gli infortuni di Eric

Gordon, attaccante di razza costantemente l imitato dai suoi

problemi fisici , che anche nell ’ultima stagione l’hanno

costretto a sole 64 partite giocate e all ’annata

statisticamente più grigia del la sua carriera, ha fatto molto

clamore invece l’ infortunio di Jrue Holiday. I l playmaker ex

Phila, infatti , era stato fino all ’anno scorso uno dei giocatori

più duraturi del la Lega e nonostante ciò ha riempito

l ’ infermeria dei Pelicans per quasi tutto l ’anno, giocando la

miseria di 34 partite. Altro infortunio da stagione finita l ’ha

subito Ryan Anderson, pedina fondamentale per spaziare

l ’attacco dei Pelicans ma che non è nuovo a stagioni

NEW ORLEANS PELICANSLorenzo Olivieri

Roster

PG: Jrue Holiday, Jimmer Fredette, Russ Smith SG: Eric

Gordon, Austin Rivers

SF: Tyreke Evans, John Salmons, Darius Mil ler, Luke

Babbitt

PF: Anthony Davis, Ryan Anderson

C: Omer Asik, Alexis Ajinca, Jeff Withey, Patrick Young

Movimenti di mercato

IN: Omer Asik, J immer Fredette, Patrick Young, John

Salmons, Russ SmithOUT: Al-Farouq Aminu, Anthony Morrow , Greg Stiemsma

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SpazioNBA.it Magazine - 14/15 Season Preview

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incomplete nella sua carriera, e che l’anno scorso ha

giocato l ’esigua quantità di 22 partite, di cui solo 1 4 da

titolare. Se si considerano anche i problemi meno gravi di

Davis ed Evans, si capisce come le potenzial ità del quintetto

base, sul la carta considerato da alcuni anche da playoff,

siano state a mala pena esplorate.

Proprio Evans tuttavia ha rappresentato un secondo punto

positivo per New Orleans, subito dietro la super annata di

Davis. L’ex Kings ha avuto una partenza diffici le, ma nella

seconda parte di stagione è letteralmente esploso, complice

anche la promozione definitiva in quintetto, mettendo a

referto 1 9.9 punti , 5.3 rimbalzi e 6.3 assist di media nelle 22

partite in cui è stato schierato da titolare. I l talento e la

polivalenza di Evans non erano mai stati messi in dubbio,

ma è sempre stato un giocatore scostante, che faticava a

trovare la sua

dimensione in

campo. Forse il

quintetto dei

Pelicans è

davvero il posto

giusto per lui e se

ai nastri di

partenza sarà al

1 00% (si è

sottoposto ad un

intervento al

ginocchio, a

Giugno) i tifosi di

New Orleans

avranno molto di

cui gioire.

Per la stagione

che sta per

iniziare, i l GM

Dell Demps ha

preferito mantenere il nucleo di giocatori formatosi l ’estate

scorsa, facendo delle piccole aggiunte che renderanno il

roster ancora più profondo e valido. E ciò ha un senso, dato

che tutti i giocatori principal i sono giovani e in divenire.

Lasciato partire l ’energico Al-Farouq Aminu (forse, a dirla

tutta, con un po’ troppa fretta), Demps è riuscito a portare a

New Orleans, tramite una trade a tre squadre comprendente

Rockets e Wizards, i l big man turco Omer Asik, che

verosimilmente partirà in quintetto affiancando Davis sotto

canestro. Asik è un’aggiunta non da poco, che offre

spessore e solidità al la squadra di Monty Wil l iams, andando

a formare con Davis una coppia che per gl i avversari

assume tutta l ’aria di un muro invalicabile: sono entrambi

ottimi rimbalzisti e stoppatori, con Asik che può fornire peso

all ’ interno dell ’area e Davis capace di cancellare in aiuto

qualsiasi oggetto di forma sferica venga lanciato nelle

vicinanze del ferro amico. Inoltre i l terzetto Davis-Andersen-

Asik mette moltepl ici soluzioni nel le mani di coach Wil l iams,

che potrà decidere di giocare con le “due torri” o di aprire i l

campo con Anderson.

Per rinfoltire i ruol i degl i esterni sono state fatte diverse

scelte, che si possono riassumere con tre nomi: Russ Smith,

J immer Fredette e John Salmons. I diritti del l ’ex Cardinals

sono stati acquisiti i l giorno dopo il draft in cui è stato scelto

47sima assoluta dai Sixers, in cambio dei diritti di Pierre

Jackson. Smith è un nome e un volto noto a moltissimi

amanti del la pal lacanestro, soprattutto quella giocata al

col lege. Quattro anni passati a Louisvi l le al la corte di coach

Pitino, Campione NCAA nel suo anno da Junior, diverse

onorificenze personali , ma soprattutto cuore e personalità

da vendere, caratteristiche che l’hanno fatto amare da

svariati appassionati in tutto i l mondo. E proprio queste

caratteristiche potrebbero essere uti l i a coach Wil l iams

quando vorrà rottura dalla panchina. Smith può inserirsi

benissimo nella corsa alla posizione di primo backup di

Holiday, dato che le alternative presentano almeno altrettanti

punti di domanda. Jimmer Fredette è un altro nome noto a

molti appassionati di col lege basket per le sue gesta con la

maglia di BYU. L’ex Kings e Bulls però non è stato

altrettanto fortunato nella sua seppur corta carriera NBA.

Non ha trovato molto spazio a Sacramento e non ha avuto

fiducia a Chicago, e ciò l ’ha reso un giocatore ai margini

del la rotazione, nonostante sia uno dei migl iori tiratori da tre

punti del l ’ intera Lega. Può sicuramente dire la sua a New

Orleans, visto che, come detto, i l ruolo di backup point

guard è lì a disposizione del più meritevole, e lui ha le

capacità per guadagnarselo. L’ultima aggiunta al reparto

esterni è un giocatore veterano, John Salmons, capace di

giocare due ruoli e di portare esperienza in un roster dal l ’età

media decisamente bassa. Salmons andrà a completare

verosimilmente gl i spot di 2 e di 3, aggiungendosi a Rivers

fra le guardie, i l quale probabilmente avrà a disposizione

minuti da playmaker così come quest’anno, e dando

profondità ad uno spot di ala piccola che dietro Tyreke

Evans sembra avere poca consistenza.

Pronostico: Preventivando la definitiva esplosione di Davis

ed uno stato di salute ottimale per tutto i l roster, non si fa

fatica a vedere questi Pelicans fra le squadre proiettate nella

corsa per un posto ai playoff. I l quintetto Holiday-Gordon-

Evans-Davis-Asik è probabilmente, a l ivel lo di talento, fra i

migl iori del la Conference. Manca, almeno sulla carta, un po’

di sostanza dalla panchina, ma se i Pelicans riusciranno ad

essere tutti in campo con continuità, possono giocarsela con

chiunque per gl i ultimi posti fra le magnifiche otto a Ovest.

Ad ogni modo, i l futuro è tutto dalla parte dei Pell icani.

Previsione

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“L’inizio della svolta?”

L’ennesima stagione deludente in casa Knicks con il

mancato approdo alla postseason in un est a dir poco

modesto ha lasciato nei tifosi del la grande mela non poca

preoccupazione per i l destino della loro amata franchigia.

Per loro fortuna, fuori dal campo sono accadute cose ben

più interessanti rispetto a quello che succede sul parquet.

Prima su tutte, a fine marzo, l ’approdo nelle vesti di

presidente del “Maestro Zen” Phil Jackson, una garanzia di

esperienza e successi, l ’uomo dagli undici anel l i in panchina

pare aver già disegnato nel suo ufficio ciò che sarà dei futuri

New York Knicks.

A bocce ferme, infatti , i l puzzle ha iniziato a prendere forma.

I l primo nodo da

sciogl iere per la

dirigenza era a chi

affidare la

panchina nel post

Woodson. La

scelta è ben

presto ricaduta su

Derek Fisher, i l

quale dopo aver

annunciato i l

proprio ritiro dal

basket giocato non

ci ha messo molto

a farsi affascinare

dalla proposta del

neo presidente.

I l draft con zero

scelte al primo giro

e due scelte al

secondo, ha

portato nel roster

al la 34 l’ala da Wichita State Cleanthony Early e alla 51

Thanasis Antetokoumpo, fratel lo maggiore di quel Giannis

che abbiamo potuto ammirare la passata stagione con la

maglia dei Milwaukee Bucks e della Grecia ai mondial i .

Entrambi i rookies occupano la posizione di ala piccola in

uno spot ampiamente ricoperto per minutaggio da Carmelo

Anthony, diffici le quindi pensare che possano migl iorare la

qualità del roster newyorchese.

Movimenti importanti di mercato si avranno al termine della

prossima stagione, quando i Knicks porteranno in scadenza

contratti molto pesanti tra cui su tutti quel l i di Bargnani e

Stoudemire che hanno reso impossibi le qualsiasi

operazione di mercato in questi anni. La prossima

postseason sarà il vero inizio del la svolta per la franchigia, a

NEW YORK KNICKSAlessandro Pompucci

Roster

PG: Jose Calderon, Pablo Prigioni, Shane Larkin

SG: Tim Hardaway Jr, Iman Shumpert, J.R. Smith

SF: Carmelo Anthony, Quincy Acy, Cleanthony Early, Travis

Outlaw, Thanasis AntetokoumpoPF: Amar’e Stoudemaire, Andrea Bargnani

C: Samuel Dalembert, Cole Aldrich, Jason Smith

Movimenti di mercato

IN: Quincy Acy, Jose Calderon, Samuel Dalembert, , Shane

Larkin, Travis Outlaw, Jason Smith , Cleanthony Early,Thanasis Antetokoumpo

OUT: Shannon Brown, Tyson Chandler, Earl Clark,

Raymond Felton, Toure’ Murry, Chris Smith, Jeremy Tyler,

Beno Udrih, Metta World Peace

Shotcharts

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53

patto che si investa sul la pedine giuste.

Capitolo Anthony

Per quanto riguarda Melo, è stata un’estate per lui e per i

Knicks piuttosto tribolata.

Giunto al la postseason in scadenza di contratto, i l numero 7

ha deciso di uscire dal contratto con i Knicks, per valutare

tranquil lamente e lontano da pressioni i l percorso che fosse

giusto intraprendere per la propria carriera.

Alla notizia del l ’ ingresso tra i free agent di Anthony, diverse

squadre hanno contattato l ’agente del giocatore offrendo un

colloquio per valutare le cifre e le opportunità future di una

eventuale offerta.

Le candidate più serie sin da subito sono sembrate i

Rockets, che mettevano sul piatto la possibi l ità di formare i

big three insieme

ad Harden e

Howard, con un

ingaggio non

troppo vicino al

massimo salariale

e i Bul ls, i qual i

cercavano un

realizzatore da

affiancare a Rose

in una squadra

altrimenti troppo

povera di opzioni

offensive.

L’attaccamento

alla maglia, i l

progetto e l ’offerta

economica al

massimo salariale

(1 24 mil ioni di $ in

5 anni) proposta

da Phil Jackson si

è però rivelata impossibi le da rifiutare per Melo che così ha

deciso di rifirmare con i Knicks rinunciando così, con grande

probabil ità, al la possibi l ità di vincere subito i l suo primo

anello.

Una decisione sicuramente non semplice e alquanto

rischiosa visto che la firma del contratto ha praticamente

legato a fi lo diretto la carriera di Anthony al futuro della

squadra; in caso di fal l imento egli sarebbe ricordato come

uno dei giocatori con maggiore talento ad essere rimasti

senza anell i nel la storia del gioco.

I l nuovo sistema di gioco

L’avvento di Phil Jackson e Derek Fisher ha portato un

cambiamento radicale nella concezione del gioco offensivo

della squadra.

Phil Jackson è uno dei più grandi sostenitori del la Triangle

Offense ed è sempre stata al centro della sua fi losofia

cestistica, questo sistema trova forza nel fatto che permette

ai giocatori di esaltare le proprie capacità individual i

permettendogli di improvvisare l ’attacco in base alla

situazione creatasi.

I l più classico dei modi per formare il triangolo inizia con il

portatore di pal la che passa la palla sul lato al 3. Dopo aver

eseguito i l passaggio i l playmaker deve prendere posizione

in angolo; per arrivare in quella posizione può eseguire vari

tipi di tagl io, i l più usato è il tagl io dietro i l centro in post. Può

decidere di tagl iare anche dietro i l 3 oppure fra 3 e 5. I l 2,

per offrire un’altra l inea di passaggio ed equil ibrare l ’attacco

per un’efficace transizione difensiva, si sposta in punta. A

questo punto i l triangolo è formato.

La trade che ha portato Calderon, Larkin e Dalembert a New

York in cambio di Raymond Felton e Tyson Chandler volati a

Dallas, è stata voluta proprio per trovare i giusti interpreti del

triangolo con la maggiore pericolosità dal perimetro del

playmaker spagnolo e interna del centro ex Mavericks.

Previsione

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IL CENTESIMO PER FARE IL DOLLARO

Qual è la sostanziale differenza tra gl i Spurs e i Thunder?

L’esperienza e il Coach. Vero. Troppo vero. L’ultima uscita

dei Thunder ha sostanzialmente fatto più riflettere dei PO

201 3 dove uscirono, senza Westbrook, contro Memphis. La

squadra infatti per tutto i l cammino dei PO, oltre ad essere

risultata ancora troppo dipendente offensivamente dall ’estro

di Westbrook e dal tiro di Kevin Durant, ha dimostrato di non

essere ancora pronta per affrontare una grande squadra, un

grande gruppo e un grande sistema sia offensivo che

difensivo come quello dei San Antonio Spurs. Sul la carta

non sono apparse così distanti dal punto di vista

prettamente tecnico ma la serie ha marcato sostanzialmente

l ’abisso che divide e divideva le due squadre dal punto di

vista mentale. Mental ità probabilmente figl ia di una cattiva

gestione dell ’al lenatore

che oltre a dettare

semplici indicazioni

tecniche basiche e

tralasciando le lacune dal

punto di vista tattico, non

ha saputo inculcare ad

una squadra giovane la

giusta mental ità vincente e

la giusta cattiveria

agonistica così da poter

ottenere finalmente il

definitivo passo avanti da

una squadra che è da anni

ferma all ’ultima curva

prima del traguardo.

Facendo un discorso più

specifico infatti , è emerso

una forte fragil ità dei

giovani Reggie Jackson

(24 anni), Serge Ibaka (24

anni) e Steven Adams (21

anni, lui a differenza degl’altri due con 0 esperienza PO

essendo un Rookie) come pure di Perry Jones I I I (22) e

Jeremy Lamb (22) che hanno sì dimostrato di essere delle

punte di diamante del roster biancoblu (soprattutto i l

congolese) ma anche di non essere ancora pronti per

affrontare un certo tipo di sistema, soprattutto ai PO

assentandosi dal la partita nei momenti caldi. Ovviamente

nul la di grave tenendo conto dell ’età anagrafica dei tre

sopracitati , ma sicuramente una tendenza sulla quale Coach

Scott Brooks dovrà lavorare molto cercando di coinvolgere il

più possibi le i comprimari in un sistema offensivo che, così

com’è privo di varianti e soluzioni, al la lunga è risultato poco

producente.

OKLAHOMA CITY THUNDERMario Iannone

Roster

PG: Russell Westbrook, Sebastian Telfair, Semaj Christon

SG: Reggie Jackson, Anthony Morrow, Jeremy Lamb

SF: Kevin Durant, Andre Roberson, Perry Jones

PF: Serge Ibaka, Mitch McGary, Nick Coll ison

C: Kendrick Perkins, Steven Adams

Movimenti di mercato

IN: Sebastian Telfair, Anthony Morrow, Mitch McGaryOUT: Thabo Sefolosha, Caron Butler

Shotcharts

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SpazioNBA.it Magazine - 14/15 Season Preview

55

NUOVO ANNO, STESSO NUCLEOB O QUASI

Ormai è dal 25 Giugno 2009, data nella quale fu scelto

James Harden, che gli Oklahoma City Thunder possiedono

e portano avanti la stessa mental ità di gioco, stesso nucleo

di squadra e stesse idee sul le rotazioni. In parole povere,

per sopperire al la mancanza di veri e propri real izzatori in

quintetto, la squadra dell ’Oklahoma ha sempre cercato di far

uscire un giocatore dalla panca che potesse portare punti

faci l i e veloci al la squadra senza costringere a sforzi extra i l

duo Westbrook&Durant. Quindi, prima James Harden, poi

Kevin Martin, passando per Reggie Jackson per poi arrivare

a lui: Anthony Morrow. Probabilmente volendo limitarsi a

parlare di nomi si può dire che la squadra di Brooks con gli

anni sia andata a peggiorare partendo da un attaccante

completo, capace di portare anche palla nei minuti caldi

del la partita, per poi

arrivare ad un tiratore

dall ’arco puro che sa fare,

ben poco altro. In realtà i l

calo nel ruolo potrebbe

essere solo apparente. In

sostanza, i l sesto uomo

dei Thunder ha il ruolo di

mettere punti veloci,

caratteristiche che calzano

a pennello con Anthony

Morrow. Può quindi questa

mossa rivelarsi

ugualmente giusta?

Vedremo, l ’unica cosa

certa che finalmente ad

OKC approda una guardia

tiratrice degna di questo

nome visto che Thabo

Sefolosha nell ’ultimo anno

ha dimostrato di essere sì

uno dei migl iori difensori

del la lega ma offensivamente poco valido. Tuttavia, come

detto, Morrow avrà il ruolo di sesto uomo e non quello di

titolare nonostante la partenza dello svizzero che invece era

uno starter con un discreto minutaggio. Chi al lora sarà il

successore di quest’ultimo? Dopo varie voci di altre possibi l i

soluzioni, Brooks ha deciso di “promuovere” Reggie

Jackson, guardia di grandissimo potenziale, da sesto uomo

a guardia titolare per aggiungere un ulteriore realizzatore al

quintetto e affidandogli i l diffici le compito di togl iere la palla

dal le mani di Westbrook. Questo ruolo però offre ben poche

certezze all ’al lenatore ex-Houston Rockets visto che

Jackson ha sempre giocato in modo eccezionale con il

secondo quintetto e al contrario ha dimostrato di soffrire la

presenza di Westbrook al suo fianco. Brooks quindi

sperimenterà questo nuovo assetto con la consapevolezza

però di poter fare un passo indietro e di poter contare su di

un nucleo ormai consolidato (Durant, Ibaka, Westbrook,

Kendrick Perkins e il veterano Coll ison che avrà un

minutaggio sempre inferiore) e su giovani pronti ad

esplodere e a farsi trovare pronti per sfruttare al meglio le

occasioni (in verità ben poche, vedendo le ultime stagioni)

che Scott gl i preserverà con l’aggiunto del veterano

Sebastian Telfair.

WESTBROOK, I PLAYOFF DELLA DEFINITIVA

CONSACRAZIONE?

E’ uno dei giocatori più discussi del la lega, amato ma anche

odiato come pochi e probabilmente anche uno dei

playmaker più talentuosi del l ’ultimo decennio che sta

dominando in un lungo e in largo negl’ultimi anni. Eppure, è

un giocatore ancora incompleto, più che dal punto di vista

prettamente tecnico, dal punto di vista caratteriale e

mentale. Quest’ultimi PO però fanno sperare al meglio e

quando si parla del “meglio” si intende la definitiva

consacrazione come stel la assoluta, dominatrice della lega

che fino ad ora si è dimostrato invece troppo poco razionale

e troppo disattento nell ’esprimere la sua pallacanestro

ideale. In questi ultimi Playoff infatti , Westbrook ha

dimostrato di essere finalmente maturato, di avere una sua

identità al l ’ interno della squadra e di essere un leader

mentalmente pronto per portare una squadra in vetta. E’

apparso un Russell diverso, trascinatore, infermabile

nonostante qualche sbavatura e migl iorato nelle proprie

scelte. Brooks e i tifosi Thunder ovviamente si aspettano da

lui che continui per questa strada sorprendendo chi non

aveva creduto in lui e chi lo etichettava come “eterno

incompiuto”. Insomma, le vittorie passano soprattutto da lui.

Previsione

56-26

Page 56: SpazioNBA Magazine 2 - 14/15 Season Preview

56

Where’s the Magic?

Orlando, Florida. Inizia l ’anno numero 3 dalla partenza di

Dwight Howard. Da allora, estate 2011 , i Magic non sono più

riusciti a trovare quel go-to-guy che il numero 1 2

rappresentava per loro. 43 W e 1 21 L, i l conto delle partite

giocate da allora senza Superman. Da allora non sono più

riusciti ad agganciare i l treno Playoff, nonostante i l l ivel lo

del la Eastern Conference si sia molto abbassato da allora.

Ma qualcosa sta iniziando a cambiare e a Orlando, città di

Disneyworld, i tifosi potrebbero tornare a sognare grazie ad

un vento di rinnovamento e di gioventù che inizia a tirareY

Come è andata la scorsa stagione. . .L’anno scorso la bella sorpresa era stata Oladipo, seconda

scelta al draft 201 3, che ha chiuso la stagione appena

conclusa con

1 3.8 ppg e

4.1 sia di

assist che di

rimbalzi a

partita.

Assieme al #5

anche Nikola

Vucevic,

doppia doppia

di media per i l

montenegrino

(1 4.2 ppg e

11 rpg).

Anche Tobias

Harris ha fatto

un’ottima

annata

iniziata male

ma che da

Gennaio l ’ha

sempre visto

nei primi cinque in campo. I l resto della compagine di casa

in Florida ha contribuito poco e infatti la stagione è stata

negativa, conclusasi con un record di 23 W- 59L. Tanta

gioventù ma poca sostanza nei Magic della stagione 201 3-

201 4 che è parsa ancora lontana da un gioco che le

permettesse di arrivare ai playoff. Una delle giocate più belle

del la stagione passata è stata l ’azione con la quale hanno

battuto al lo scadere gli Oklahoma City Thunder di Durant e

company.

Be cosa succederà

Le debolezze dei Magic sono molte, ma la più importante è

che manca un go-to-guy. Oladipo potrebbe ricoprire quel

ruolo ma è ancora troppo presto per dirlo. Altra domanda è:

riuscirà Aaron Gordon a fare valere i l suo gioco fisico o sarà

ORLANDO MAGICSimone Cattaneo

Roster

PG: Elfrid Payton, Luke Ridnour

SG: Victor Oladipo, Evan Fournier, Ben Gordon, Wil l ie

Green

SF: Tobias Harris, Maurice Harkless, Aaron Gordon, Roy

Devyn Marble

PF: Channing Frye, Andrew Nicholson

C: Nikola Vucevic, Kyle O’Quinn, Dewayne Dedmon

Movimenti di mercato

IN: Aaron Gordon, Elfrid Payton, Roy Devyn Marble,

Channing Frye, Ben Gordon, Luke Ridnour, Wil l ie Green,

Evan Fournier

OUT: Arron Afflalo, E'Twuan Moore, Jameer Nelson, Doron

Lamb, Jason, Maxiel l , Ronnie Price

Shotcharts

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SpazioNBA.it Magazine - 14/15 Season Preview

57

chiuso fuori dal perimetro e annullato? Elfri id Payton

potrebbe essere la soluzione. I l play, preso in cambio di

Saric da Phila, avrà tanti minuti da gestire e potrebbe fare

buone cose. Certo, la dipartita di Nelson non è grave in sé

ma Payton dovrà saper mettere gl i attributi e impostare il

gioco, anche aiutato da Oladipo.

In sostanza la stagione dei Magic è ancora un punto di

domanda gigante. Le prestazioni di Gordon e la sua

attitudine perimetrale da sviluppare, l ’affidabil ità di Payton,

la conferma e la crescita di Oladipo, la forza sotto le plance

di Vucevic e degli altri lunghi. Certo, anche la situazione di

una SouthEast Division che ha aumentato la sua difficoltà

complica i l cammino dei Magic. Aaron Gordon può essere

un ottimo innesto dalla panchina come sostituto di Harris e

Harkless, ha

un atletismo

impressionant

e e sotto

canestro fa

sentire la sua

presenza. I

problemi,

come già

detto

vengono

quando parte

lontano da

canestro.

Palleggio

macchinoso e

difficoltà ad

impostare

l ’azione lo

l imitano

perimetralme

nte. Harris ha

ancora ampi margini di migl ioramento e i lunghi sono molto

cresciuti , soprattutto O’Quinn, difensivamente. Fattore

positivo per una squadra che l’anno scorso concedeva 1 02

punti a partita e che da quando Howard è andato ai Lakers

non è più riuscita a trovare un difensore in grado di

intimorire gl i avversari.

I l Fattore Aaron Gordon

Gordon si presenta alla NBA dopo un ottimo anno in NCAA

con Arizona e a mio parere è molto simile a Kenneth Faried,

ma meno devastante fisicamente di Manimal. Dovrà mettere

su chil i di muscoli per farsi valere come PF e dovrò anche

esercitarsi molto sul suo gioco offensivo per non

autol imitarsi al gioco interno. Di positivo c’è che non si tira

mai indietro dal contatto duro, nonostante non sia ben

piazzato, gioca sempre al massimo e cerca, quando

possibi le, la schiacciata più spettacolare possibi le. I l suo

compito sarà quello di approfittare delle difese concentrate

su Oladipo e Payton per giocarsela al meglio, in difesa

dovrà essere versati le anche per marcare SF molto più agil i

di lui , come Durant. Altro aspetto su cui lavorare sono i

fondamental i base come il pal leggio e il passaggio, che se

aggiunti al suo già ampio bagaglio tecnico lo potrebbero

rendere un temibi le attaccante anche partendo da 7 metri

dal ferro.

Conclusione

Nonostante degli ottimi innesti , la partenza di Afflalo si farà

sentire in attacco e la troppa inesperienza giocherà a

sfavore dei Magic. Qualcosa di meglio rispetto al l ’anno

scorso ma ancora troppo poco per i playoff. Ma potrebbe

esserci un miracolo da parte dei nuovi arrivati dal Draft e

Orlando fa un’ottima stagione, anche se i playoff sono

ancora troppo lontani e la mancanza d’esperienza farà

pagare caro i Magic.

Previsione

32-50

Page 58: SpazioNBA Magazine 2 - 14/15 Season Preview

58

Un sogno diventato un incubo

Tutto ebbe inizio nel l ’estate 201 2, dal lo scambio a 4 che

portò Iggy a Denver, Howard ai Lakers e fece arrivare a

Phil ly Andrew Bynum, anche lui in scadenza. I 76ers

giocarono la carta Bynum forti di più fattori: la scadenza del

contratto di Iguodala nell ’anno seguente con la paura di

perderlo gratis, la futuribi l i tà di Turner e Young e la

possibi l ità di poter al lontanare Hawes da canestro per

sfruttare i l suo tiro da fuori. Quella carta si dimostrò tutt’altro

che vincente, Bynum, già di cristal lo, si infortunerà al

ginocchio giocando a bowling e non scenderà mai in campo

con la maglia dei Sixers, costringendo la dirigenza a non

rifirmarlo al termine del contratto e a cambiare

completamente piano per gl i anni a venire.

La stagione 201 2, partita con la speranza di emulare i

playoff del l ’anno precedente, si

concluderà con un deludente 34-

48.

Scordiamoci i l passato, o quasi.

La nuova stagione inizia con uno

scambio: Holiday ai Pelicans per la

6a scelta del draft 201 3, uti l izzata

per Nerlens Noel, infortunatosi al

crociato anteriore del ginocchio

sinistro nel Febbraio 201 3,

scivolato, per questo, dal la 1 a al la

6a scelta ma pronto a dimostrare il

proprio valore in campo in una

franchigia disposta ad aspettare i l

suo giovane. L’andazzo stagionale

permetterà a Noel di non scendere

in campo nella stagione 201 3/201 4

per recuperare pienamente

dall ’ infortunio.

Dallo stesso draft, con la scelta

n°11 , pescano Michael Carter-

Wil l iams, versati le PG di 1 .98.

Coprirà i l vuoto lasciato da Holiday chiudendo con 1 6.7

punti , 6.3 assists e 6.2 rimbalzi a partita, unico tra i rookies

insieme a Magic e Oscar Robertson a collezionare almeno

1 6p+6r+6a, e vincendo il titolo di ROTY.

La stagione vedrà Philadelphia priva anche del veterano

Richardson, fuori anche lui per la stagione intera. Anche

grazie a questi infortuni. I l roster, non di primissima fascia a

Est, fatica sempre più mese dopo mese. I 3 titolari nati

nel l ’1 988: Turner, Hawes e Young migl iorano leggermente le

proprie statistiche ma non fanno il salto di qualità. Proprio

Turner e Hawes pagano l’andazzo negativo e la striscia di

sconfitte consecutive, iniziata i l 31 gennaio 201 4, venendo

scambiati i l 20 febbraio: Turner finisce a Indianapolis per

Granger, subito tagl iato, Hawes ai Cavs per Sims che

occuperà con discreti risultati lo spot di C nell ’attesa di Noel.

PHILADELPHIA 76ERSGabriele Aloisi

Roster

PG: Michael Carter Wil l iams, Casper Ware, Pierre Jackson

SG: Tony Wroten, Alexey Shved, El l iot Wil l iams, Malcolm

Lee, K.J. McDaniels

SF: Jason Richardson, Holl is Thompson, Jerami Grant

PF: Luc Mbah a Moute, Arnett Moultrie, Brandon Davies,

Jarvis Varnado

C: Nerlens Noel, Joel Embiid, Henry Sims

Movimenti di mercato

IN: Joel Embiid, Alexey Shved, Luc Mbah a Moute, Pierre

Jackson, Malcolm Lee, K.J. McDaniels, Jerami Grant

OUT: Thaddeus Young, James Anderson, Byron Mullens,

Adonis Thomas

Shotcharts

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SpazioNBA.it Magazine - 14/15 Season Preview

59

La striscia negativa arriverà a 26, eguagliando il record NBA

dei Cavs, e finirà i l 29 marzo contro i Pistons. La stagione si

conclude con un disastroso 1 9-63 ma con la mente

proiettata al futuro.

Tutto come prima?

L’estate 201 4 altro non è che il del inearsi del progetto

iniziato l ’anno precedente, un draft da cui poter attingere

giovani promettenti e un tagl io, definitivo, col passato. La

storia si ripete, Philadelphia sceglie Embiid, centro

camerunense di bel le speranze, sceso alla n°3 per un

infortunio ad un piede e, con la n°1 0, Payton girato ai Magic

per la versati le ala croata Saric. Scelte effettuate solo ed

esclusivamente in ottica futura visto che per Embiid si

prevede lo stesso trattamento riservato a Noel (stagione ai

box e arrivederci al la prossima SL)

mentre Saric, sotto contratto con

l’Efes, diffici lmente scenderà in

campo prima della stagione 201 6-

201 7. L’ultima mossa è lo scambio

che manda Young a Minneapolis

per Shved e Mbah a Moute

abbandonando l’ultimo rimasuglio

del passato per iniziare un progetto

tutto nuovo.

Un futuro roSEo.

Prevedere il futuro per questi

Sixers, escluso quello a breve

termine, è tutt’altro che semplice.

I l roster ha giovani di talento ma è

troppo legato alla loro crescita, i l

probabile quintetto vedrà:

MCW in cabina di regia a cui viene

chiesta leadership e un

migl ioramento rispetto la scorsa

ottima stagione dove, però, ha

perso qualche pallone di troppo;

Wroten nello spot di SG, talento stratosferico, cresciuto

tanto lo scorso anno ma che ancora deve trovare la

continuità che un titolare deve avere;

Richardson da SF come vecchio saggio, gestore dello

spogliatoio e tiratore sugli scarichi;

Nel ruolo di PF iniziano a sorgere dei dubbi, Mbah a Moute

può essere importante per le sue caratteristiche difensive

ma diffici lmente giocherà più di 25 minuti , vedremo

nell ’ immediato futuro se Philadelphia interverrà sul mercato

(si parlava di un interessamento per Stoudemire) o se Noel

giocherà qualche minuto da PF approfittando della mobil ità

estrema del giovane e delle buone prove nella seconda

metà di stagione di Sims nel ruolo di centro;

I l centro titolare sarà Noel che fa delle leve lunghe e

dell ’atletismo le sue doti migl iori , grazie al le quali in Summer

League si è distinto per i molti pal loni recuperati , e che potrà

sfruttare la sua mobil ità anche offensivamente in ricezioni

dinamiche contro i lunghi più lenti .

Dalla panca Shved, che porterà versati l i tà e sarà importante

se sarà quello visto nella stagione da rookie, e Sims, sol ido

buon cambio nel ruolo di centro.

Nell ’attesa di vedere le prime scelte di quest’anno a

completamento del quintetto negli anni a venire, è stato

mandato un bel messaggio a Saric che, durante una partita

dei mondial i , ha trovato 3 futuri compagni di squadra a fare il

tifo per lui: MCW, Noel e Embiid. I presupposti per una

squadra interessante negli anni a venire ci sono, dipenderà

solo dai SE: se i giovani matureranno, se rimarranno sani

(Turner e Bynum sono gli esempi più lampanti dei se

“negativi”) e se sposeranno fino alla fine questo progetto a

lungo termine. Sarà fondamentale i l lavoro in campo, ma

anche negli spogliatoi, di coach Brett Brown che ha a

disposizione un gruppo giovane e talentuoso da plasmare.

Stagione sul la falsa riga della precedente, con un roster

ancora meno competitivo ma con giovani da cui ci si aspetta

una crescita e su cui coach Brown potrà cucire una fi losofia

di gioco. Servirà per guadagnare un’altra scelta di l ivel lo al

prossimo draft da schierare in quintetto o da usare come

sesto uomo. L’ampio spazio salariale, di ben 25 mil ioni di

dol lari , verrà probabilmente smorzato per arrivare a un

giocatore in scadenza in modo da potersi accaparrare

qualche nome interessante nella prossima free agency.

Previsione

25-57

Page 60: SpazioNBA Magazine 2 - 14/15 Season Preview

60

GORAN DRAGIC, VERO LEADER DI UNA SQUADRA

GIOVANE MA CON GRAN TALENTO

Terminato ormai i l Mondiale, ormai si entra nel vivo della

pre-season NBA con qualche dubbio e con qualche certezza

portate proprio da quest0′ultima competizione. Parlando dei

Phoenix Suns, non si può certo dire che i Mondial i siano

andati male, ma anzi, hanno avuto ulteriori conferme del

loro giocatore di punta nonché leader della squadra: Goran

Dragic. Aldi là del dato puramente statistico (1 6 punti, oltre i

4 assist e 3 rimbalzi tirando con 55% dal campo e 34% da 3

punti di media) Dragic ha trascinato con grande personalità

la Slovenia fino alla partita contro gl i USA, dimostrando

prima di tutto di essere migl iorato ulteriormente dal punto di

vista offensivo, tirando benissimo dal campo e forzando

meno tiri del previsto nonostante abbia giocato da prima

scelta offensiva e, come tutti

sappiamo, con regole diverse

dal mondo oltreoceano.

Tuttavia l ’aspetto che ha

colpito di più gl i addetti ai

lavori e non, è stata la tenuta

mentale e fisica di Goran

durante tutta la competizione.

Ha dimostrato una volta per

tutte che leader lo si può

anche diventare, partendo da

una situazione non proprio

agevole in quel di Houston

infatti , Dragic è migl iorato

anno dopo anno fino ad

arrivare la vittoria del MIP ed

essere leader di una squadra

che lotta per i PO.

Ovviamente dovrà

riconfermarsi anche nella

prossima stagione, compito

ancora più diffici le visto la

situazione della squadra che, con la partenza di Frye, ha

perso un leader più emotivo nonché uomo spogliatoio e

veterano. Coach Hornacek e staff indubbiamente si

aspettano molto da lui, si aspettano soprattutto in definitivo

salto avanti del la squadra che è consapevole però di dover

ripetere quanto di buono fatta nella passata stagione

affidandosi a Dragic, cercando però di non cadere nella

sportiva “dipendenza” come visto nella passata stagione. A

questo però, i Suns hanno già provveduto, affiancando allo

Sloveno, l ’ex guardia di Sacramento Isaiah Thomas,

sperando nella giusta chimica tra due giocatori

apparentemente diversi ma con anche molte analogie.

PHOENIX SUNSMario Iannone

Roster

PG: Goran Dragic, Isaiah Thomas, Tyler Ennis

SG: Eric Bledsoe, Archie Goodwin, Zoran Dragic

SF: PJ Tucker, TJ Warren, Gerald Green

PF: Markieff Morris, Marcus Morris, Anthony Toll iver, Shavlik

Randolph

C: Miles Plumlee, Alex Len

Movimenti di mercato

IN: Isaiah Thomas, Tyler Ennis, TJ Warren, Anthony Toll iver,

Zoran Dragic

OUT: Leandro Barbosa, Channing Frye, Dionte Christmas

Shotcharts

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61

IL CASO BLEDSOE E IL MERCATO POCO

CONVINCENTE

Dopo la passata stagione dove i Suns sono usciti sconfitti

dal la lotta ardua per l ’ottavo posto, Coach Jeff Hornacek e

Ryan McDonough (GM dei Suns) hanno tirato le conclusioni

di una stagione iniziata al la grande (tra le prime 5 fino a

Dicembre), continuata bene e finita malino per via

dell ’obiettivo sfumato. Era chiaro a tutti che ai Suns

mancava qualcosa per affermarsi nel le grandi, in parte però

la squadra non ha grandissime colpe, i l fattore fortuna

purtroppo si è fatto sentire. I Suns infatti non sono riusciti

quasi mai ad avere la coppia di Guardie al completo o

almeno al 1 00%, per Bledsoe infatti è stata una stagione

travagliata fisicamente che ha poi pagato nel finale di

stagione. Nonostante questo però, i l tempo sembrava dalla

loro parte, squadra giovane e

con i giusti rodaggi, un buon

coach e un roster da far

invidia, soprattutto, appunto i l

duo Bledsoe e Dragic pronto

a sfracell i anche nella

stagione successiva.

Finalmente, dopo una

situazione diffici le e

complicata, la squadra è

finalmente al completo. I l

caso Bledsoe, in dubbio sul la

sua firma fino a pochi giorni

fa, è stato archiviato. La

Guardia 24enne dell ’Alabama

ha confermato infatti di voler

far parte ancora del progetto

Suns e di volerci rimanere a

lungo. Questo “caso” però

lascia comunque un po’ di

amaro nella bocca di Ryan

McDonough che,

impegnandosi nel l ’atto di convincere Eric a rifirmare, si è

occupato poco del mercato stesso, quest’ultimo

probabilmente girava esattamente intorno a questa

situazione, con sempre dietro l ’angolo la remota possibi l ità

di ricostruire la squadra da 0. Adesso, a poche settimane

dall ’ inizio del la stagione 201 4/1 5, i l mercato della squadra

arancio-viola sembra essere concluso: ma il roster è

davvero competitivo? Alla luce di quel lo che è stato detto

precedentemente, i l roster sembra presentare ancora

qualche debolezza soprattutto nel pacchetto lunghi dove, la

sola presenza di Plumlee come lungo di spessore, non

sembra bastare per raggiungere gli obiettivi prefissati .

LA DIFFICILE SITUAZIONE A OVEST

Ormai è risaputa la poca qualità del le squadre ad Est, ma è

ancora più famosa, al contrario, i l numero incredibi l i di

squadre ultra competitive ad Ovest, Conference in cui sono

presenti anche i Suns. Situazione, quella del l ’Ovest,

“peggiorata” rispetto la stagione scorsa con l’ incredibi le

mercato dei Dallas Mavs, la crescita esponenziale di

Anthony Davis e dei suoi New Orleans Pelicans e il roster

finalmente al completo dei Denver Nuggets. Situazione

ovviamente che non favorisce i Phoenix Suns che sono

consapevoli di dover fare un ulteriore salto di qualità rispetto

l ’anno scorso e di cercare di vincere soprattutto gl i scontri

diretti contro le dirette avversarie al la lotta PO. Nonostante

questo i Suns, rispetto ai Nuggets, ai Pelicans e ai Memphis

Grizzl ies sembrano essere un passetto avanti grazie al

roster ulteriormente allungato grazie al l ’ inserimento dei due

Rookie Tyler Ennis e TJ Warren, autore quest’ultimo di una

Summer League favolosa, e Zoran Dragic, che potranno

garantire rotazioni più ampie senza perdere in qualità.

Sembra questo infatti i l segreto per i l successo ad Ovest: la

tenuta fisica per tutto l ’arco della stagione.

Previsione

46 – 36

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Stesse facce, stesse certezze

I movimenti di mercato questa offseason sono stati molti ma

non tutte le squadre hanno fatto grande rumore con i loro

scambi e firme: una di queste squadre sono i Portland Trail

Blazers.

Sì certo, non sono rimasti completamente a guardare gli

altri , firmando Chris Kaman ad esempio, perdendo un

giocatore importante come Mo Wil l iams, che si è accasato

nel Minnesota, ma il roster è rimasto -per quanto riguarda il

fulcro della squadra- tutto sommato lo stesso.

Bisogna aggiungere che per la prima volta dopo 1 6 anni, i

Trai l Blazers non hanno fatto alcuna scelta al Draft.

Invece di investire su un rookie (eccezion fatta da James

Southerland che però è arrivato da undrafted) hanno

preferito quindi firmare una serie di free agent (soprattutto

guardie che possiedono in quantità

industriale), che testeranno al

training camp e poi decideranno di

tenere nel roster o tagl iare.

I Blazers l ’anno scorso hanno

disputato un’ottima stagione,

concludendo la Regular Season con

un buonissimo 54-28 e terminando

la loro corsa nei Playoffs al secondo

turno contro i meravigl iosi ed

invincibi l i Spurs dell ’anno scorso,

ma battendo, contro molti pronostici,

i Rockets 4 – 2 al primo turno.

La causa della grande stagione di

Portland va ricercata nella definitiva

esplosione di Damian Lil lard, che è

diventato definitivamente leader

della squadra e franchise player:

assurdo se si pensa che nel suo

secondo anno la point guard dei

Blazers ha viaggiato a 20.7 punti ,

5.6 assist e 3.5 rimbalzi di media, venendo nominato nell ’Al l-

NBA Third-Team, e mostrando un carisma pazzesco per un

giovane della sua età, che nei momenti più caldi del l ’anno si

è caricato sul le spalle la squadra ed ha messo a segno

giocate decisive, con una serie di game winners

impressionanti, in particolare i l “Series-winner” in gara 6

contro i Rockets, che ha permesso alla sua franchigia di

accedere al secondo turno dopo 1 4 anni dal l ’ultima volta.

La passata stagione l’attacco è stato davvero straordinario

1 06.7 punti di media (quarto in NBA, difensivamente molto

meno bri l lanti : 1 02.8 punti di media, 22esimi in NBA)

soprattutto grazie al le 2 grandi bocche di fuoco della

squadra, i l già citato Lil lard e LaMarcus Aldridge, che ha

giocato veramente ad alti l ivel l i (23.2 punti e 11 .1 rimbalzi di

PORTLAND TRAIL BLAZERSDavide Banchini

Roster

PG: Damian Lil lard, Steve Blak, Darius Morris, Diante

Garrett

SG: Wesley Matthews, CJ McCollum, Wil l Barton, Allen

Crabbe

SF: Nicolas Batum, Dorel l Wright, James Southerland

PF: LaMarcus Aldridge, Thomas Robinson, Victor Claver

C: Robin Lopez, Chris Kaman, Joel Freeland, Meyers

Leonard

Movimenti di mercato

IN: Chris Kaman, James Southerland, Darius Morris

OUT: Mo Wil l iams

Shotcharts

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65

media), confermando ciò che per anni ha cercato di

dimostrare e che finalmente negli ultimi anni gl i è stato

riconosciuto: i l fatto di essere un All-Star.

A proposito di LaMarcus Aldridge: questa stagione per lui,

Robin Lopez e Wesley Matthews si entra nell ’ultimo anno di

contratto, e certo non stiamo parlando di giocatori qualsiasi,

ma di tre tra le colonne portanti del la squadra che hanno

dato la possibi l ità a Portland di diventare competitiva,

interessante sarà vedere come la dirigenza gestirà la

situazione contrattuale e se riuscirà o vorrà rinnovare i

giocatori.

Si entra in un anno importante per l ’ intera franchigia, un

anno in cui, dato i l fatto che il roster è rimasto praticamente

intatto, la chimica tra i giocatori dovrebbe già essere ben

consolidata, cosa che

presumibilmente gl i renderà l ’ inizio

del la stagione più semplice rispetto

ad altre squadre costruite

recentemente, un anno in cui si

deve fare un labor l imae e

perfezionare tutti quegli aspetti che

sono mancati lo scorso anno per

essere ancor più competitivi (la

difesa ad esempio), un anno in cui

si spera che la second unit sia più

sfruttata e abbia maggior impatto,

che è stata ultima per uti l izzo (1 3.7

minuti a partita) e per punti (23.6

punti di media. Per fare un

confronto: la panchina degli Spurs

ha raccolto 44.3 punti di media in

20.8 minuti di uti l izzo), ed infine, un

anno in cui si spera che i ragazzi di

Terry Stotts possano raggiungere il

migl ior risultato possibi le, proprio

perché a fine stagione alcuni

giocatori fondamental i potrebbero lasciare Portland, cosa

che li costringerebbe a ricostruire, che non è

necessariamente negativo né necessariamente positivo ma

che senza dubbio togl ierebbe alcune di quel le certezze

createsi in questi anni di lavoro.

Previsione

52-30

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66

Alla ricerca della svolta dal 2004

I favolosi King. In quanti, leggendo il nome di questa

franchigia riportano indietro i ricordi ai vari Stojakovic,

Webber e Jason Wil l iams e al furto targato gial loviola?

Penso più o meno tutti quel che seguono la NBA da almeno

1 0 anni, e purtroppo questa gloriosa squadra dopo quegli

anni, è caduta nel fondo della WesternConference senza

riuscire mai neanche lontanamente ripercorrere quella

grande galoppata che si fermò alla Finale di Conference.

Questi ultimi anni sono stati molto movimentati per la

franchigia: tutto è cominciata con le varie voci che volevano

il trasferimento della squadra a Seattle per riportare i

Supersonics in NBA, ma il tutto è poi sfumato grazie al l ’aiuto

dei proprietari e del sindaco di Sacramento che ha posto i l

veto per non muovere la squadra. Una volta messi a posto,

si è parlato spesso anche di

mercato, con i Kings in cerca di quel

giocatore capace di fargl i fare i l

passo successivo, visto che le basi

sono ottime (DMC su tutti ,

passando da McLemore e Wil l iams,

con la certezza di Gay e la voglia di

far bene di Coll ison), ma nonostante

tutto, sono stati più volte accostati a

Rajon Rondo, cui mezza NBA

segue con molta attenzione.

L’ interesse per RR9 è molto forte,

anche perché cercano qualcuno

capace di creare un grande

rapporto con DMC per ricreare un

duo che manca dai tempi di White

Chocolate-Webber; però le

speranze per ora sono pochissime,

per non dire nul le. Nonostante tutto,

hanno saputo operare

discretamente sul mercato,

soprattutto sotto canestro.

Piccola curiosità: la firma di Sim Bhullar è passato alla storia

perché il giocatore è il primo indiano ad approdare in NBA!

Tralasciando questa piccola curiosità ed entrando un po’ più

nel lo specifico, analizziamo i punti di forza di questi Kings:

come al sol ito la squadra girerà intorno al pazzo talento di

DeMarcus Cousins, uno dei centri più forti e più discussi

ultimamente. É certamente un fattore sia offensivamente

che difensivamente, sa passare bene la palla, ma il brutto

caratteraccio che si ritrova sta ostacolando la sua

consacrazione: tutti quanti affermano che ci voglia un coach

capace di tenerlo a bada, e su Michael Malone (attuale head

coach) c’è ancora qualche dubbio, ma per quel che ha

mostrato finora, ha fatto i l possibi le con DeMarcus. Oltre

DMC, con la incredibi le perdita di Isaiah Thomas (uno dei

SACRAMENTO KINGSDavide Di Sabatino

Roster

PG: Darren Coll ison, Ray McCallum, Deonte Burton

SG: Ben McLemore, Nik Stauskas, Jared Cunningham,

Scotty Hopson

SF: Rudy Gay, Alonzo Gee, Omri Casspi

PF: Derrick Wil l iams, Carl Landry, Jason Thompson, Reggie

Evans, Eric Moreland, David Wear

C: DeMarcus Cousins, Ryan Holl ins, Sim Bhullar

Movimenti di mercato

IN: Nik Stauskas, Darren Coll ison, Eric Moreland, Alonzo

Gee, Scotty Hopson, Omri Casspi, Ryan Holl i ins, Deonte

Burton, David Wear, Sim Bhullar

OUT: Aaron Gray, Isaiah Thomas, Travis Outlaw, Wayne

Ell ington, Quincy Acy, Jason Terry

Shotcharts

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SpazioNBA.it Magazine - 14/15 Season Preview

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più grandi errori del l ’ intera gestione Kings a mio avviso),

molti occhi saranno puntati su Coll ison, che dopo aver fatto

i l vice Chris Paul ai Clippers, vuole mostrare finalmente il

suo potenziale, anche se in molti sono più che scettici e non

hanno problemi ad affermare che i Kings abbiano perso

qualcosa. Altro tassello fondamentale sarà Rudy Gay: dopo

un’annata storta a Toronto è arrivato a Sacramento dove ha

trovato un ambiente non ideale, ma quasi, per lui: essere il

secondo viol ino è perfetto per lui, togl iendogli molta

pressione che ha dimostrato sia a Memphis che a Toronto di

non poter sostenere. L’unica cosa che gli si chiede è di

continuare a giocare come ha fatto finora, segnando senza

pensare troppo e, per adesso, ci è riuscito senza alcun

dubbio, giocando una più che discreta stagione con i Kings:

20 punti di media tirando con il 51 % dal campo, suo

massimo in carriera. Cambiando

argomento, i l vero punto di forza di

questa squadra, senza alcun

dubbio, è sotto i tabelloni: Cousins,

Wil l iams, Evans, Landry, Thompson

è un clamoroso frontcourt capace di

assicurare rimbalzi e difesa, ma

d’altro canto, nel backcourt dietro

Coll ison e McLemore c’è quasi i l

vuoto; i l rookie Stauskas può

rivelarsi un Fredette 2 la vendetta,

mentre McCallum ha mostrato solo

a sprazzi i l suo talento. I Kings

indubbiamente stanno facendo un

enorme sforzo per costruire

qualcosa di simile al la squadra dei

primi anni del 2000, e le basi ci

sono (giovani promettenti), ma

manca il mix con veterani e

qualcuno che possa davvero dare

la scossa ad un ambiente che

nonostante tutto, mantiene sempre

alto i l suo attaccamento a questa storica squadra con una

buonissima affluenza alle partite. E quest’anno, cosa li

aspetta? I playoff l i vedranno per l ’ennesima volta dalla

poltrona quasi senza pensarci, visto che ci sono diverse

squadre meglio equipaggiate. Tutto si rimanderà alla

imminente free agency dell ’anno prossimo, dove ci sono

numerosi giocatori in grado di cambiar la storia di diverse

franchigie, e sicuramente la dirigenza dei Kings vuole

riportare animo e fel icità in un ambiente che meriterebbe

davvero qualcosa in più.

Previsione

32-50

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68

Squadra che vince non si cambia

I campioni NBA 201 4 arriveranno all ’ inizio del la stagione con

delle sol ide certezze: stesso allenatore, stessa squadra ed

un gruppo che appare sempre più coeso e distribuito.

Riassumiamo intanto quel che è accaduto nella scorsa

stagione: reduci dal la cocente sconfitta con i Miami Heat in

7 gare nelle Finals 201 3, gl i Spurs hanno affrontato i l nuovo

anno con le solite etichette: “vecchi”, “ormai non ce la fanno

più”, “l ’ultimo treno è passato quest’anno”.

Tuttavia, tutto è andato come al sol ito: regular season

trionfale, condita addirittura dal migl ior record dell ’ intera

lega, nonostante siano stati assorbiti svariati infortuni

durante l ’anno. Un minutaggio della rotazione che è andato

spalmandosi ancor più degli anni precedenti, facendo fronte

al l ’età dei big three. Nei playoff, i l primo turno a Dallas

regala una serie durissima, forse la più bella del l ’ intera

postseason, dove gli Spurs riescono a piegare dei favolosi

Mavs solo dopo 7 partite. Una volta passato i l primo turno,

la serie contro Portland è una lezione di basket per la

squadra dell ’Oregon, mentre nelle WCF OKC riesce a far

sbandare la truppa di Popovich solo momentaneamente con

il rientro di Ibaka. Nelle Finals 201 4 si è consumata la

vendetta degli Spurs che hanno letteralmente demolito i

rival i di Miami, consacrando la crescita di Kawhi Leonard,

che non sempre durante l ’anno aveva bri l lato nella maniera

attesa, ma è stato magistrale nelle ultime 3 partite del le

Finals, facendo la differenza su entrambi i lati del campo

contro LeBron James.

La situazione alle porte della stagione 201 4/201 5 vede una

SAN ANTONIO SPURSFrancesco Cell inese

Roster

PG: Tony Parker, Patty Mil ls, Cory Joseph

SG: Danny Green, Manu Ginobil i , Marco Belinel l i

SF: Kawhi Leonard, Austin Daye

PF: Boris Diaw, Kyle Anderson, Matt Bonner

C: Tim Duncan, Thiago Splitter, Aron Baynes, Jeff Ayres

Movimenti di mercato

IN: Kyle Anderson

OUT: -

Shotcharts

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69

divisione dei tifosi in due scaglioni distinti : da un lato quell i

del sono vecchi, era l ’ultimo treno, sono sazi. Dall ’altro quell i

per cui giocano meglio di tutti , sono profondi, sono

immortal i , non ci sono avversari al loro l ivel lo. La verità

come al sol ito sta nel mezzo, ma ci torneremo più avanti.

Costruzione della squadra

Come abbiamo già detto, squadra che vince non si cambia.

RC Bedford è il GM che ha costruito (insieme al coach e a

tutto lo staff) questa macchina di pal lacanestro che ha

incantato tutti e raggiunto quasi la perfezione, sia sul campo

che in termini di risultati . Diffici le fare meglio quando si

hanno perennemente scelte nel fondo del primo giro ed uno

spazio salariale ridotto.

Bedford quindi si gode quello che già c’è a roste,

mantenendo tutti i pezzi del la squadra al loro posto e trova il

migl ior acquisto per i l 201 5 nell ’annuncio di Tim Duncan:

giocherà ancora una stagione, quasi certamente l ’ultima

della sua carriera. Partendo da queste prospettive non

stupisce che il mercato Spura sia stato minimalista. Dal dart

lo staff Spura sembra essere riuscito a pescare il meglio a

disposizione: Kyle Anderson sembra essere un ottimo

giocatore in quella posizione del dart, e le sue caratteristiche

si sposano alla perfezione con quelle del la fi losofia Spura:

Anderson è un’ala grande con ottima gestione della palla,

passatore eccelso e una visione di gioco estremamente

sopra la media per i l ruolo. Si può dire che è un playmaker

nel corpo di un’ala grande. Considerata la stagione appena

trascorsa, l ’accostamento a Boris Dia non può che essere

naturale, anche forse la migl iore comparazione offensiva la

si ha con Lamar Odom, considerata la statura e la struttura

fisica. Nel rovescio della medaglia, i l cookie da UCLA ha

delle grosse lacune fisiche. Molto lento e poco esplosivo, è

un tener difensivo a cui è diffici le accoppiare un avversario

in NBA, pecca anche spesso di concentrazione. Tuttavia

l ’ambiente Spurs sembra proprio adatto a lui. Dopo il Draft,

gl i Spurs hanno anche offerto tre contratti non garantiti a tre

giovani giocatori: Josh Davis, Bryce Cotton e JaMychal

Green. Molto probabilmente lo staff Spurs l i sta valutando

per i l futuro ma sicuramente non faranno parte della

rotazione di quest’anno.

Prospettive per la prossima stagione

Cosa aspettarsi per la stagione 201 4/201 5? Ognuna delle

parti di cui abbiamo parlato sopra, ha le sue ragioni. Per chi

scrive, è ragionevole aspettarsi un’ennesima regular season

ad alto l ivel lo da parte degli Spurs: gl i insegnamenti di

Popovich sono talmente radicati in questo gruppo che la

squadra ha dimostrato di poter esprimere il suo gioco anche

senza il supporto a tempo pieno dei big del la squadra. Nei

ritmi spesso compassati del la regular season, è facile

prevedere un minutaggio ridotto per i vecchietti (tra i 25 e i

30 minuti), come lo scorso anno. Grazie al suo continuo

migl ioramento, non ci sarà da stupirsi se già in questa

stagione le responsabil ità offensive di Leonard saranno più

accentuate, sebbene il ragazzo non presenti le

caratteristiche classiche di una prima scelta offensiva. Per

quanto riguarda i playoff, sono indubbiamente una delle

squadre indiziate per arrivare fino in fondo (anche grazie

al lo smembramento dei grandi rival i , gl i Heat), per quanto

abbiamo descritto sino ad ora. Questo però significherebbe

una terza stagione consecutiva alle Finals, giocando oltre

1 00 partite a stagione per una squadra che rischia gl i

acciacchi nei suoi uomini chiave, e non è nemmeno

scontato vedere giocatori come Boris Diaw riuscire a

reggere un’altra intera stagione su livel l i di gioco magistral i ,

che appaiono comunque come un exploit in una più che

onorevole carriera. Inoltre, fondare la propria forza sul

gruppo è il modo più bello in assoluto di giocare e vincere

nella pallacanestro, ma presenta l ’ insidia di dover

mantenere intatti chimica e ingranaggi del gruppo. Ulteriori

fattori di rischio oltre al la già citata integrità fisica.

Un’impresa non semplice quando si gioca ai massimi l ivel l i

per lungo tempo e dove c’è un po’ di fisiologico

appagamento per i traguardi raggiunti .

I l 201 4 degli Spurs è stato magico, e le magie sono tal i

perché non si ripetono spesso. Ma voi scommettereste

contro Pop?

Previsione

58-24

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70

ASCESA

I Toronto Raptors sono una squadra in cerca di conferme:

entrare nella storia del la franchigia la passata stagione con

un record di 48 vittorie e un’uscita a gara 7 del primo turno

dei Playoff dopo una avvincente serie contro i Nets di certo

non può passare inosservato agli occhi dei media

soprattutto dopo il sorprendente modo in cui è avvenuto. I l

punto di svolta: i l 9 dicembre 201 3 i Raps scambiano Rudy

Gay con i Sacramento Kings non ricevendo giocatori che

insieme potessero eguagliare i l suo valore, agl i occhi di

molti è sembrata la classica mossa che capovolge la

strategia di una squadra annoverandola tra quelle

incriminate di “Tanking”. Qualcosa era cambiato, ma nel

verso giusto. Improvvisamente gl i ingranaggi entrarono in

funzione incastrandosi perfettamente l ’uno con l’altro in una

delle più palesi

dimostrazioni di

“Chimica di squadra” che

si siano mai viste negli

ultimi anni in NBA.

L’assenza di Gay,

dapprima vista

negativamente, portò

al la nascita di una

situazione ideale in cui i l

talento e la grinta di Kyle

Lowry sono riusciti a

prosperare, Terrence

Ross ha ottenuto lo

spazio che le sue

capacità meritano e

DeMar DeRozan è

asceso nell ’él ite del le

guardie NBA divenendo,

di fatto, “the face of the

franchise”. Non solo

questi nomi

rappresentano il piccolo miracolo di cui Toronto si è resa

protagonista, i l front court formato dall ’ instancabile Amir

Johnson e dal talento puro al servizio dei muscoli di Jonas

Valanciunas rappresentano la spina dorsale di questa

squadra che può contare sul contributo dalla panchina di

comprimari di tutto rispetto come Greivis Vasquez capace di

far correre i compagni di squadra in contropiede e di gestire

con ottime abil ità i possessi nel la metà campo offensiva,

Patrick Patterson, dimostratosi pedina fondamentale nelle

rotazioni dei lunghi del la squadra insieme a Hansbrough, a

cui quest’anno si andrà ad aggiungere Greg Stiemsma

come backup di Valanciunas portando in dote rimbalzi e

difesa del pitturato. Importanti aggiunte al back court

soprattutto in chiave offensiva sono Louis Wil l iams, uomo

capace di produrre punti in pochi minuti dal la panchina, e

TORONTO RAPTORSFrancesco Vaccarel la

Roster

PG: Kyle Lowry, Greivis Vasquez, Wil l Cherry

SG: DeMar DeRozan, Jordan Hamilton, Louis Wil l iams

SF: Terrence Ross, Landry Fields, James Johnson, Bruno

Caboclo

PF: Amir Johnson, Patrick Patterson, Tyler Hansbrough,

Chuck Hayes

C: Jonas Valanciunas, Greg Stiemsma

Movimenti di mercato

IN: Kyle Lowry, Greivis Vasquez, Patrick Patterson, James

Johnson, Lou Wil l iams, Lucas Nogueira, Bruno Caboclo,

DeAndre Daniels

OUT: Steve Novak, Nando De Colo, John Salmons.

Shotcharts

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71

James Johnson che ha mostrato a Memphis buone abil ità in

attacco. Aggiunte azzeccate per una squadra che negli

scorsi Playoff ha evidenziato non poche lacune realizzative.

DA DOVE RIPARTIRE

I Raptors sono la stessa squadra dell ’anno scorso con

interessanti aggiunte che vanno a coprire buchi nel le

rotazioni e aumentano il potenziale di punti dal la panchina. I l

nucleo della franchigia è rimasto immutato.

Cruciale per i l futuro è stata la rifirma di Lowry nelle fasi

inizial i del la Free Agency nonostante le sirene di interesse di

squadre più blasonate. L’unico interrogativo che si palesa è

se il play potrà ripetere le prestazioni del la scorsa stagione

pur non essendo nel cosiddetto “contract year” dando vita a

speculazioni riguardanti i l suo atteggiamento nelle passate

stagioni dopo la firma di

un contratto che lo

descrivono svogliato,

fuori forma e incapace di

essere all ’altezza delle

aspettative che un

contratto di quattro anni

da 48 mil ioni di dol lari

inevitabilmente genera.

Lowry sembra aver

trovato la sua situazione

ideale ai Raptors di cui è

l ’ innegabile leader

emotivo, ci aspettiamo

dunque che riesca a

eguagliare, se non

superare, i numeri del la

passata stagione

suggellando il tutto con

la meritata

convocazione all ’Al l-Star

Game.

DeMar DeRozan è l’emblema di questi Raptors di cui

rappresenta la brama di vittorie e l ’ascesa a posizioni d’él ite.

I l suo sviluppo è vitale per Toronto. Nella passata stagione

ha mostrato un’abil ità al tiro crescente soprattutto per

quanto riguarda la creazione di occasioni in isolamento in

situazioni di immobil ismo offensivo. Migl iorata, se possibi le,

la capacità di andare al ferro concludendo in numerose

occasioni in modo spettacolare e allo stesso tempo

umil iante per gl i avversari. Un elemento da non

sottovalutare è che DeMar ha avuto la possibi l ità di al lenarsi

con Team USA e Coach K disputando il Mondiale,

nonostante i minuti giocati non siano stati molti l ’opportunità

di esibirsi su un tale palcoscenico e la vittoria del l ’oro sono

stati un eccellente training camp fisico e mentale per i l

giocatore il quale ha certamente acquisito esperienza da

sfruttare in campo nella prossima stagione riscattandone

cosi la mancanza evidenziata nella serie contro i Nets.

DeRozan è chiamato alla stagione della consacrazione

come stel la nascente del panorama NBA e “Go to guy” del la

squadra la quale si affida totalmente a lui e Lowry dal punto

di vista realizzativo negli ultimi minuti di una partita.

Quando si parla del nucleo dei Raptors e di giocatori in

ascesa impossibi le non nominare Jonas Valanciunas la cui

presenza in campo per la squadra è a dir poco ri levante dal

punto di vista difensivo e uno dei motivi del successo della

stagione scorsa alimentato soprattutto dalla asfissiante e

organizzata difesa (Settima per punti concessi con 98 PPG)

dei ragazzi di Coach Casey il quale più volte ha ribadito

come Jonas sia un punto di riferimento imprescindibi le per

la franchigia.

In nazionale Valanciunas ha disputato un mondiale piuttosto

positivo e a tratti dominante sotto le plance, (1 4.4 punti , 8.4

rimbalzi di media) impreziosito da partite quali la prestazione

da 22 punti, 1 3 rimbalzi e 3 stoppate contro la Nuova

Zelanda guidando la sua Lituania fino alle semifinal i

venendo infine sconfitti dal l ’ inarrestabile Team USA.

Con una stel la in rapida ascesa e due potenzial i Al l-Star a

costituire le fondamenta della squadra le aspettative a

Toronto sono alte e quest’ anno un’uscita al primo turno

potrebbe non soddisfarle.

Previsione

52-30

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Ritorno al futuro

I Jazz si apprestano ad affrontare la loro quarantaduesima

stagione in NBA, sono passati sedici anni dal l ’ultima

apparizione di Utah alle Finals ma a Salt Lake City i tempi

gloriosi di Stockton e Malone sembrano lontani anni luce. Si

riparte da zero, dopo il prematuro addio di Corbin

quest’estate la panchina è stata affidata a Quin Snyder. Ma

chi è Quin Snyder? Se seguite l ’NCAA questo nome non vi

suonerà nuovo, ma per i meno informati è doveroso aprire

una parentesi su questo giovane ed ambizioso allenatore.

Snyder è cresciuto al la corte di coach Krzyzewski giocando

come point guard dei Blue Devols dal l ’85 al ‘89, finita la

carriera collegiale rimanere a Duke in qualità di assistant

coach, lascia Durham solo quando gli viene offerto i l posto

di head coach a Missouri dove rimane fino al 2006, in

seguito

approda in D-

league dove

diventa capo

allenatore degli

Austin Toros

(2007-201 0),

dopo

l’esperienza in

D-league vola

in Russia in

qualità di

assistant coach

del nostro

Ettore Messina,

in seguito torna

negli USA e

lavora come

assistant coach

di 76ers, Lakers

e Hawks. Visti i

variegati

trascorsi diventa piuttosto diffici le accostare Snyder ad una

determinata fi losofia di gioco, anche se ci sono diverse

sfaccettature delle sue esperienze precedenti che lasciano

intravedere il tipo di al lenatore che abbiamo di fronte. Forse

la caratteristica che più tutte lo differenzia dagli altri coach è

il rapporto che tende ad instaurare con i giocatori; Snyder è

molto comprensivo con i suoi giocatori, cerca sempre di

instaurare un rapporto profondo mirato a individuare le

corde giuste per motivarl i e tirare fuori i l meglio da ognuno di

loro; non a caso tutti i suoi ex giocatori lo adorano e

spendono parole al miele nei suoi confronti . Un grandissimo

sostenitore di Snyder è niente poco di meno che Doug

Coll ins che ha definito i l neo coach di Utah “One of the best

basketball minds I ’ve ever been around”, con questi ottimi

presupposti e in un ambiente giovane come quello dei Jazz,

UTAH JAZZAndrea Conti

Roster

PG: Trey Burke, Dee Bost.

SG: Dante Exum, Alec Burks, Ian Clark, Carrick Felix.

SF: Gordon Hayward, Roodney Hood, Steve Novak, Jeremy

Evans.

PF: Derrick Favors, Trevor Booker, Jack Cooley, Brock

Motum.

C: Enes Kanter, Rudy Gobert.

Movimenti di mercato

IN: Trevor Booker, Dee Bost, Carrick Felix, Dante Exum,

Jack Cooley, Roodney Hood, Steve Novak, Brock Motum.

OUT: Diante Green, Richard Jefferson, John Lucas I I I , Erik

Murphy, Brandon Rush, Malcolm Thomas, Marvin Wil l iams.

Shotcharts

Page 73: SpazioNBA Magazine 2 - 14/15 Season Preview

SpazioNBA.it Magazine - 14/15 Season Preview

73

Snyder si appresta ad iniziare la sua prima stagione da capo

allenatore in NBA e ad aprire un ciclo vincente che si pone

l’obiettivo di tornare ai playoff in un paio di stagioni.

Ma per tornare competitivi nel presente bisogna partire da

gli errori del la scorsa stagione. Cos’è che non andava nei

Jazz di Corbin? La risposta è semplice quanto scontata: la

difesa. Ma cerchiamo approfondire meglio la questa

questione, la difesa è data principalmente da tre fattori:

eFG% allowed, turnovers forced, defensive rebounds.

Analizzando queste tre statistiche si nota che i Jazz sono

quattordicesimi nel la lega per rimbalzi difensivi,

ventiseiesimi per eFG% allowed e ventinovesimi per

turnovers forced. Trarre conclusioni è facile, Utah deve

concedere meno tiri agl i avversari e Snyder dovrà lavorare

molto

sul l ’ intensità

del la fase

difensiva.

Parlando di

fase difesiva un

giocatore che

potrebbe

tornare molto

uti le al la causa

dei Jazz è

senza dubbio

Rudy Gobert

che ha

dimostrato

durante gl i

ultimi mondial i

di poter essere

un fattore in

difesa

(chiedere a

Gasol per

delucidazioni) e di avere il potenziale per diventare uno tra i

migl iori rim protector in NBA.

Le uniche conseguenze positive della scorsa stagione

spesa all ’ insegna del tank arrivano proprio dal Draft che ha

portato a Salt Lake City due giocatori di prospettiva, i nomi

in questione sono Dante Exum (quinta scelta) e Roodney

Hood (ventitreesima scelta). Exum è considerato da molti un

oggetto misterioso, discorso diverso per i l neo arrivato in

casa Jazz, Rodney Hood visto prima a Mississipi State e in

seguito a Duke e che potrebbe ritagl iarsi un buon

minutaggio al le spalle di Gordon Hayward.

A proposito di Gordon Hayward, l ’ex Butler quest’estate ha

firmato il contratto della vita: un quadriennale da 63 mil ioni

di dol lari che fa di lui l ’uomo franchigia dei Jazz a tutti gl i

effetti . I 1 4.8 mil l ioni di dol lari annui che Hayward percepirà

possono sembrare elevati, ma Utah non poteva lasciarsi

scappare un talento del suo calibro in grado di segnare,

difendere, passare e con un QI cestistico sopra la media.

Hayward è di fatto uno dei migl iori giocatori statunitensi in

prospettiva e nonostante la giovane età (classe 1 990)

mostra una maturità e una leadership fuori dal comune. Se

si guarda al roster dei Jazz da un punto di vista anagrafico

non si può che essere ottimisti ; l ’attuale ossatura dei Jazz è

composta da Trey Burke (classe 1 992, nona scelta Draft

201 3), Alec Burks (classe 1 991 , dodicesima scelta Draft

2011 ), Dante Exum (classe 1 995, quinta scelta Draft 201 4),

Gordon Hayward (classe 1 990, nona scelta Draft 201 0),

Rodney Hood (classe 1 992, ventitreesima scelta Draft

201 4), Derrick Favors (classe 1 991 , terza scelta Draft 201 0),

Enes Kanter (classe 1 992, terza scelta Draft 2011 ), Rudy

Gobert (classe 1 992, ventisettesima scelta Draft 201 3). È

evidente che la dirigenza dei Jazz sà scegliere bene al Draft

e che Salt Lake City è il posto ideale in cui un giovane può

crescere senza fretta e senza troppe pressioni, se si guarda

al passato dei Jazz troviamo diversi esempi a questo

proposito. Prendiamo l’esempio di Stockton, pescato dai

Jazz con le sedicesima chiamata nel ricco Draft del l ’84,

passa le sue prime tre stagioni in NBA da riserva giocando

appena 1 8 minuti di media nella sua stagione da rookie

realizzando 5.6 ppg e tirando con il 1 8% da treY nessuno a

quei tempi poteva immaginare quello che Stockton sarebbe

diventato da lì ad un decennio. Abbiamo citato Stockton e

come non citare Malone pescato dai Jazz con la tredicesima

chiamata nell ’85, Stockton e Malone sono tutt’ora

considerati due tra i più forti cestisti di sempre ma trent’anni

fa non erano altro che due giovani di bel le speranze

potenzialmente non molto diversi da quello che possono

essere diversi componenti del roster attuale di Utah. In

tempi più recenti abbiamo l’esempio di Deron Wil l iams

arrivato ai Jazz nel 2005, è stato fatto crescere con calma e

senza troppa fretta, durante i l suo anno da rookie è partito

dal la panchina per ben trentatre volte, chiudendo la stagione

con numeri modesti (1 0.8 ppg e 4.5 apg) solo qualche

stagione più tardi è diventato uno dei migl iori playmaker in

circolazione. Insomma a Salt Lake City con i giovani ci

fanno fare, la fi losofia dei Jazz è da sempre stata quella di

far maturare il giocatore prima di concedergl i un minutaggio

importante; questo discorso applicato a prospetti del cal ibro

di Exum, Kanter o Gobert fa dei Jazz un ambiente ideale per

la crescita di giovani prospetti . Pazienza e lavoro duro sono

le parole chiave tra le montagne dello Utah con un occhio al

passato e lo sguardo proiettato nel futuro.

Previsione

30-52

Page 74: SpazioNBA Magazine 2 - 14/15 Season Preview

74

SALTO DI QUALITÁ

Nella passata stagione i Washington Wizards hanno avuto

un record positivo dopo tante pessime stagioni (44W 38L)

arrivando secondi nel la Southeast Division dietro soltanto,

con uno scarto notevole di 1 0 vittorie, ai Miami Heat.

Qualificati con la quinta testa di serie, i Wizards domano i

Bulls, privi di Rose, al primo turno con un confortante 4-1 . Al

secondo turno incontrano i Pacers: la serie non inizia male,

infatti Washington vince gara 1 ma nelle successive partite

vengono fuori tutti i l imiti offensivi del la squadra capitol ina

che deve arrendersi agl i uomini di Frank Vogel con un

onorevole 4-2.

Questo sarà, molto probabilmente, l ’anno della

consacrazione per i ragazzi di Randy Wittman. I l roster è

stato sicuramente migl iorato con giocatori di qual ità come

Paul Pierce e con

giocatori di quantità come

Kris Humphries, ex

Celtics, e DeJuan Blair,

ex Mavs, che migl iorano

uno dei front court di

maggior spessore

dell ’ intera lega. Le

perdite non sono tanto

gravi in relazione ai

giocatori entrati , peccato

solo aver perso uno dei

migl iori difensori

perimetral i del la lega

quale è Trevor Ariza che

ha deciso di “portare i

suoi talenti” in Texas alla

corte di Dwight Howard e

James Harden.

I l quintetto base è uno

dei migl iori del la lega.

John Wall viene dalla sua

migl ior stagione nella quale ha mostrato grandi doti di

leader, per lui 1 9.3 punti a partita e 8.8 assist. In coppia con

Bradley Beal, che l’anno scorso ha registrato medie di 1 7.1

punti a partita, forma uno dei back court più veloci e

producenti del l ’ intera NBA, sia nella metà campo offensiva

che in quella difensiva. Nello spot di ala piccola Paul Pierce

sostituisce Trevor Ariza garantendo migl iori spaziature, un

tiro più affidabile da dietro l ’arco e doti di leadership

indiscusse. I l front court titolare ha un tasso tecnico molto

elevato. Giocare con due lunghi come Nene Hilario e Marcin

Gortat è abbastanza desueto nell ’ NBA del 21 ° secolo, ma

questa scelta ha dato ragione a coach Randy Wittman negli

scorsi Playoff. C’è da dire che John Wall , Bradley Beal,

Nene Hilario e Marcin Gortat hanno saltato sempre una

ventina di partite nel le ultime stagioni e che Paul Pierce,

WASHINGTON WIZARDSChristian Salzano

Roster

PG: John Wall , Andre Mil ler

SG: Bradley Beal, Glen Rice Jr, Garrett Temple

SF: Paul Pierce, Martel l Webster, Otto Porter, Damion

James

PF: Nene Hilario, Kris Humphries, Drew Gooden

C: Marcin Gortat, Kevin Seraphin, DeJuan Blair

Movimenti di mercato

IN: Paul Pierce, Kris Humphries, DeJuan Blair, Garrett

Temple, Damion James

OUT: Trevor Ariza, Jan Vesely, Chris Singleton, Trevor

Booker

Shotcharts

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SpazioNBA.it Magazine - 14/15 Season Preview

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andando per le 37 primavere, non potrà giocare tantissimi

minuti per tutte le 82 partite di Regular Season più eventual i

Playoff.

Per i motivi sopra elencati i giocatori del la panchina,

compresi quel l i che potrebbero essere ai margini del le

rotazioni, si dovranno far trovare pronti per permettere

l ’accesso ai Playoff con, magari, i l fattore campo al primo

turno. I l primo, ed unico, cambio di John Wall è i l veterano

Andre Mil ler, troppo poco per una squadra che punta

almeno al 2° turno ed infatti si potrebbero aprire degli

scenari di trade per cercare di arrivare ad un altro cambio

nel ruolo di playmaker. Per le guardie Glen Rice Jr e Garrett

Temple ci saranno pochi minuti disponibi l i ma da giocare

con grande intensità. Come cambi del l ’ex Celtics Paul

Pierce ci sono Martel l

Webster e Otto Porter.

Martel l Webster sarà il 6°

uomo della squadra in

grado di aprire i l campo

con il suo tiro da dietro

l ’arco dei 7.25,

sfortunatamente salterà

tutto i l training camp per

un infortunio al la schiena

che lo ha costretto a

sottoporsi ad

un’operazione chirurgica

lo scorso Giugno. Quest’

infortunio permetterà alla

3° scelta assoluta del

Draft 201 3, Otto Porter,

di guadagnare minuti e di

riscattarsi da un’annata

da Rookie non andata

nel migl iore dei modi.

Sotto le plance i vari Kris

Humphries, Drew Gooden, Kevin Seraphin e DeJuan Blair

garantiranno punti, difesa e tanti rimbalzi quando i due

lunghi titolari riposeranno.

ALLA CONQUISTA DELLA SOUTHEAST DIVISION

Tirando le somme, i Wizards si sono comportati molto bene

durante questa off season: hanno mantenuto intatto i l

nucleo che l’anno scorso ha dato vita ad una buona

cavalcata ai Playoff e hanno aggiunto un veterano e futuro

Hall of Famer quale Paul Pierce al roster. La firma dell ’ ex

capitano dei Boston Celtics sta a significare quanto

Washington stia guadagnando appeal nel mercato dei Free

Agents merito del lavoro del GM Ernie Grunfeld.

Nelle mani di Coach Randy Wittman c’è tanto materiale sia

tecnico che umano su cui lavorare per poter fare bene e per

poter migl iorare una fase offensiva che si andrebbe ad

accoppiare con una delle migl iori fasi difensive della Eastern

Conference.

Con un anno di esperienza in più i ragazzi del la capitale

sono pronti a confermare e a migl iorare i risultati ottenuti la

passata stagione. L’obiettivo per la nuova stagione è uno: la

Southeast Division. Infatti con il ritorno di LeBron James ai

Cleveland Cavaliers, i Miami Heat non saranno più un

avversario impossibi le da battere per i “Maghi” del la

capitale.

Previsione

50-32