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IL MERCURIO SPECIALE UN INTRUSO A BRUXELLES Nicola Irimia

Speciale parlamento europeo

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primo speciale del Mercurio

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IL MERCURIO SPECIALE

UN INTRUSO A BRUXELLESNicola Irimia

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Editoriale

Questo speciale de “Il Mercurio” nasce da due eventi quasi contemporanei che hanno cinvolto membri del nostro gior-nale e l’Europa.Nicola Irimia, uno dei notri validi articolisti, ha visitato il par-lamento europeo grazie ad una promessa fattagli da Sonia Alfano, giovane eurodeputato dell’Italia dei Valori. Un’occa-sione unica in cui Nicola ha potuto esporre le problematiche del lavoro e degli operai nel nostro paese sedendo in uno dei banchi del parlamento, diffondendo a Bruxelles una voce grande quanto quella del mondo operaio italiano.Contemporaneamente a Venezia, Giuliano Amato, ex presi-dente del consiglio italiano, professore universitario, econo-mista ed esperto di politica ha tenuto un’interessantissima conferenza sulla crisi dell’Europa e sul futuro del vecchio continente.Ho avuto il privilegio di assistere alla lezione magistrale di Giuliano Amato e di rivolgergli qualche domanda in privato. Un’intervista realizzata tramite i microfoni di radio Ca’Foscari per la quale collaboro.Nasce così uno speciale giornalistico volto al racconto di due esperienze uniche e formanti. Io e Nicola siamo lieti di condi-videre con voi lettori queste nostre avventure speciali.

Buona Lettura

IL DIRETTOREAlessandro Frau

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Attualmente l’UE conta 27 paesi mem-bri, che hanno trasferito all’Unione una parte della loro sovranità o autorità le-gislativa.

Austria, Belgio, Bulgaria, R.Ceca, Dani-marca, Estonia, Finlandia, Francia, Ger-mania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Roma-nia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Sve-zia, Regno Unito.

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UNA PROMESSA MANTENUTANICOLA IRIMIA

Ho avuto il piacere di andare in visita al Parlamento Europeo, per la gentilezza dell’Onorevole Sonia Alfano, la quale mi ha invitato nella città belga per conoscere un po’ i meccanismi del Parlamento stes-so. Un’occasione per dare voce ad una persona semplice quale sono, dandole la possibilità di poter parlare dei veri pro-blemi che oggi la categoria (sono un ope-raio metalmeccanico) si trova a vivere!Per onore della verità devo dire, ancora una volta, che le donne hanno una marcia in più rispetto agli uomini, perché l’Ono-revole Alfano, mi ha fatto una mezza promessa 3 mesi fa (alla quale io non ho mai creduto) ed invece mi sono trovato a ricredermi, perché ha mantenuto la pro-messa (cosa ahimè rara nel mondo politi-co) e mi ha fatto fare persino il relatore di una seduta al Parlamento! Abbiamo par-lato della situazione lavorativa, sociale, economica, familiare che ci troviamo a vivere, giorno dopo giorno.

Ho semplicemente posto delle questioni normali, nel senso che, oggigiorno ci tro-viamo in una specie di limbo dal quale la nostra società non riesce a uscire, sprofon-dando, al contrario, sempre più in profon-dità!Con grande piacere ho scoperto una per-sona semplice, normale, alla mano come si suol dire, che è attentissima ai proble-mi della gente, e che quando parla dice le cose come stanno, senza tanti giri di paro-le. Credo che tutti i presenti abbiano avuto le stesse sensazioni, nel senso che ciascun partecipante è rimasto completamente sod-disfatto di questa visita!Inoltre ho scoperto che ogni Parlamentare Italiano, può portare a Bruxelles nel arco dell’anno 100 persone per fare visita, e mi piacerebbe sapere quanti di loro lo fanno davvero come l’On.Alfano, De Magistris, Vattimo?Detto questo, ho avuto modo di sentire an-che l’Onorevole De Magistris e devo dire che, anche lui è una persona molto in gam-ba, (lo dico perché ho sempre l’impressio-ne che i politici di oggi, si considerino del-le persone che stanno al di sopra di tutti, ponendosi in una posizione di torto com-pleto).

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Funzionario della Regione Siciliana, sindacalista e coordinatrice di soccorsi in emergenze. Si diploma presso il liceo classico Luigi Valli di Barcellona Pozzo

di Gotto. Interrompe gli studi universitari alla facoltà di Giurisprudenza dell’Uni-versità degli Studi di Palermo dopo la morte del padre Beppe, ucciso dalla mafia per

le sue inchieste scomode l’8 gennaio del 1993. Ottiene l’assunzione presso la Regione Siciliana per chiamata diretta, in virtù della normativa in favore dei familiari delle vittime

innocenti di mafia. A seguito della morte del padre comincia un’intensa attività antimafia per accertare la verità sulla sua morte e sui mandanti occulti. Dal 2007 al marzo 2009 è stata

coordinatrice regionale del movimento antimafia Ammazzateci tutti. Nel novembre del 2007, in segno di protesta s’incatena al cancello della Prefettura di Palermo. Decine di familiari di vittime della mafia decidono di prendere parte alla protesta. Chiedono al Parlamento Italiano l’equipara-zione delle normative previste per i familiari delle vittime della mafia e per i familiari delle vittime del terrorismo. La protesta ha risalto mondiale e molte testate giornalistiche straniere s’interessa-no alla battaglia per l’equiparazione della quale Sonia è l’iniziatrice. Sempre nel 2007 collabora con i Grilli di Palermo ed altre associazioni, all’avvio della petizione Chiediamo i danni a cosa nostra. Tramite la petizione sono riusciti ad ottenere l’art. 17 della legge finanziaria che obbliga la Regione Siciliana a costituirsi parte civile in tutti i processi per favoreggiamento alla mafia da parte di amministratori e dipendenti della pubblica amministrazione. Nel febbraio del 2008, insieme ad altre 40 persone, costituisce un’associazione, denominata “Associazione Nazionale dei Familiari delle Vittime della mafia”, della quale viene eletta presidente all’unanimità. Si è candidata alla Presidenza della Regione Siciliana nelle Elezioni del 2008 con la lista Amici di Beppe Grillo con Sonia Alfano Presidente ottenendo quasi 70.000 consensi, pari al

2,44% dei voti validi. In questi anni ha incontrato i ragazzi delle scuole di tutta Italia ed ha partecipato a diverse trasmissioni televisive dato il suo forte impegno civile

ed antimafia. Per effetto delle rinunce e delle candidature multiple dei candidati che l’hanno preceduta è stata quindi eletta al Parlamento europeo nella cir-

coscrizione Nord Occidentale.Ha aderito al Gruppo ALDE[2] dell’Al-leanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa.Al Parlamento

Europeo è membro della commissione LIBE - Libertà civili, giustizia e affari interni - e supplente della commis-

sione CONT - controllo di bilancio.

IL FOCUS: SONIA ALFANO

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I TEMI TRATTATI, LA COSTITUZIONE STRAVOLTA

Si è discusso del pantano in cui ci ha portato un certo personaggio, e del fatto che sembra non si riesca a trovare una soluzione per far ripartire questo paese.Perché alla fine di tutto, la situazione che vi-viamo si ripercuote in maniera drammatica sulle fasce più deboli della popolazione, sui poveri, pensionati, famiglie monoreddito, la-voratori precari, immigrati, studenti, profes-sori, precari che vivono sempre in ansia per paura di perdere quel lavoro che ormai non permette loro neanche di sopravvivere, tale è la miseria di stipendio che percepiamo, rispet-to alle esigenze che ognuno di noi possiede.Tutto questo mentre il capo del Governo si trovava all’estero e tutto ciò che riusciva a

dire in una conferenza stampa, era il fatto che ha qualche problemino in Italia!Capite bene che siamo in balia di un uomo che non vive più nella realtà, che non si rende conto della drammaticità del momento in cui si trovano a vivere i suoi cittadini!Quei cittadini che ormai, come ho detto espressamente durante una conferenza, met-tono in dubbio parecchi articoli della nostra Costituzione non riuscendo più a coglierne l’essenza, distrutta e stravolta dai nostri po-litici. Un esempio per tutti l’art.1 della Costi-tuzione che recita: “L’Italia è una Repubblica Democratica fondata sul Lavoro”Dovremo ormai modificarlo così: L’Italia è una Repubblica Democratica fondata sulla menzogna, furbizia, l’evasione fiscale, prosti-tuzione politica, schiavizzazione dei lavora-tori, precarizzazione incessante, limitazione dei diritti, mafia, ipocrisia etc.Prendiamo l’art.3 che recita: “La Legge è uguale per tutti”Dovremo forse correggerlo così: “La Legge è uguale per tutti i poveri, malfamati, sfruttati, schiavizzati, onesti, lavoratori, pensionati”Lo dico con il cuore in gola, anche perché so bene che la maggior parte di noi si rispecchia nella Costituzione. Resta però il fatto che, un piccolo gruppo di persone tiene ormai in scacco un intero popolo, facendo ciò che più gli aggrada, con la scusa che sono stati votati dal popolo! Ho sentito molta gente al Parla-mento Europeo dire che: “Voi in Italia state correndo un grosso rischio democratico” per via delle varie vicende che ci hanno fatto di-ventare “famosi” in Europa e nel mondo inte-ro. Le vicende di una sola persona, che invece di rappresentare al meglio il popolo italiano, si preoccupa solo dei suoi interessi.

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Cosa che a quanto pare all’estero nessuno capisce considerandola un’anomalia del nostro sistema democratico!Sta di fatto che c’è e ci crea sempre più problemi!Insieme a noi c’era un nutrito gruppo di ragazzi della Facoltà di Giurisprudenza di Paler-mo e io mi sono rivolto a loro facendo un appello accorato, per fargli capire che, questo paese ha un bisogno disperato di forze fresche da mettere in campo.Ho det-to loro che devono iniziare a prendere co-scienza del fatto che, se si vuole è possi-bile cambiare le cose, è possibile spazzare via il marcio che c’è (tanto a quanto pare) a patto però che ognuno di loro si faccia portatore di valori. Promotore di un’etica morale che viene sempre meno, coscienti del fatto che si deve sempre parlare chiaro in faccia alle persone, dicendo sempre con le proprie parole che, se una cosa non va allora va cambiata, anche a costo di gros-si sacrifici.Abbiamo un disperato bisogno di farlo, per il bene nostro e dei nostri fi-gli, per tutti quelli che verranno dopo di noi!Se non altro perché come ci dice il grande filosofo e letterato Bertold Brecht: “Ognuno di noi deve cercare per quanto è possibile di lasciare il mondo migliore di come lo ha trovato”.

BRUXELLES, UNA LEZIONE PER TUTTI

Mi ha molto colpito, inoltre, la grandezza dell’Istituzione che ho visitato, una macchina complessa sicuramente, ma che per nostra for-tuna ha iniziato ad avere un peso sempre mag-giore sui popoli che unisce sotto la sua bandie-ra, e questo non può che farci sentire sempre più uniti e solidali tra di noi!Ringraziando di cuore l’Onorevole Alfano, mi auguro che la nostra situazione possa al più presto evolversi portando soluzioni positive per i nostri problemi, magari con gente nuova (politicamente parlando) che possa iniziare per davvero a dare risposte ai tanti, troppi interro-gativi a cui nessuno sembra poter rispondere, tranne appunto qualche mosca bianca quà e là!Da quest’esperienza ho imparato che:1)Questo paese lo si può cambiare ma dobbia-mo assumerci in prima persona la responsabi-lità di partecipare attivamente alla vita politi-ca, senza lasciare che facciano gli altri!2) I giovani che erano presenti hanno dato il loro appoggio a far si che il paese possa pren-dere una piega diversa, e credo sia stata una nota positiva!3) Non è vero che la gente non si interessa di politica, ma è vero che sono sempre pochi colo-ro i quali hanno voglia di parlare direttamente alla gente. Sonia Alfano non è tra questi, visto che è stata disponibilissima con tutti, esempio per ogni rappresentante eletto in parlamento.4)E’ dovere di ognuno di noi cercare di lascia-re il mondo un po’ migliore di come lo abbia-mo trovato.

NICOLA IRIMIA

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Unione europea o Europa delle patrie?

Lezione Magistrale di Giuliano Amato a Venezia

L’intervista a Giuliano AmatoRealizzata da Alessandro Frau per Radio Ca’ Foscari

Magistrale lezione tenuta da Giuliano Amato, uno dei massimi esperti della scena politica nazionale e europea, martedì 9 novembre all’auditorium di campo santa Margherita.“Ermafrodito che deve ancora trovare un equilibrio tra geni maschili e femminili”. Così Giuliano Amato ha descritto l’unione europea alla platea degli uditori veneziani. L’ex presidente del consiglio ha illustrato, nella sua lezione, il percorso evolutivo della comunità europea fin dal 1957, po-nendo in evidenza la sua iniziale “natura federalista”. Un federalismo in realtà incompiuto, determinato da una commissione ricoprente solo il ruolo di “pensiero e proposta”, dominato in ambito decisionale dai singoli stati. Amato si è soffermato sulle tappe fondamentali che hanno segnato l’esistenza dell’unione europea: dall’elezione diretta del parlamento da parte dei cittadini a metà degli anni ’70 al trattato di Ma-astricht del 1992. Nel “secondo tempo” della lezione, Amato si è concentrato maggiormente sul presente e sul futuro dell’Europa. Ha sottolineato con enfasi che, in questo tempo di crisi, è ancora più evidente l’incapacità del vecchio continente di tenere il passo in ambito mondiale, perdendo sempre più terreno nei confronti degli stati in forte crescita come Cina e Brasile.L’Europa oggi è vista come grande delusione ma in realtà, come rimarca Giuliano Amato, si tratta di “una delusione dovuta al fatto che siamo delusi di noi stessi”. Incapaci di aprire alle nuove generazioni e di volgere lo sguardo verso una nuova prospettiva che si allontani da quella attuale di “perenne invecchiamento e stasi”.Per il futuro si apre una stagione fortemente influenzata dalla Germania, unico paese del vecchio conti-nente solido in ambito demografico, politico ed economico.

Ricordando che l’intera lezione è disponibile sul sito www.radiocafoscari.it sezione podcast selezionando il programma “SpazioUni”.

Alessandro Frau

La prima domanda che vorrei farle riguarda la natura dell’Europa descritta da lei come ermafrodita o ibrida. Potrebbe approfondire questo concetto?Intanto sia chiaro essere ermafroditi non è brutto. Partiamo spesso dalla premessa che se un organismo è ermafrodita per ciò stesso è sgradevol-mente privo di futuro, questo è sbagliato. È sbagliato forse nella vita de-gli esseri umani, ma ancora di più lo è nella vita delle istituzioni, perché se l’Europa è ibrida lo è perché ibrida è diventata la nostra vita, che in parte si svolge in ambiti locali e in parte si svolge in ambiti sovranazio-nali e globali. Quindi se dobbiamo essere in un sistema, questo sistema deve essere altrettanto aperto al plurilivello, per utilizzare un’espressio-ne da geometri come diceva Massimo Severo Giannini. Detto questo, si può essere ermafroditi che funzionano e si può essere ermafroditi che non funzionano. Ormai si sono spostati al di sopra del livello nazionale esigenze che noi finora abbiamo curato a livello nazionale, ed è quindi

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imperativo affinché l’Europa funzioni, che ci serva e ci dia un ruolo nel mondo, che alcune funzioni in ma-niera economica e finanziaria vengano portate a re-sponsabilità europea. Questo detto con il linguaggio del federalismo europeo significa che il processo di integrazione deve investire l’economia, la finanza e la moneta più di quanto non sia ancora accaduto.

In Italia soprattutto da parte dei giovani si ha l’im-pressione che il parlamento europeo sia una sorta di grande parcheggio dove vengono elette persone che non sono state elette in Italia e che trovano così una seggiola comoda nel mondo della politica, non essendo però in grado di comunicare all’Europa e di farsi portatori di progetti provenienti dall’Italia pronti a sbarcare nel parlamento europeo. Vorrei chiederle se l’impressione che ho è giusta e soprat-tutto che cosa avviene negli altri paesi del vecchio continente.

No, non è così. Io conosco parlamentari di altri pa-esi, pensi giovani parlamentari inglesi, quindi del paese ritenuto euroscettico per antonomasia che in realtà poi quando fanno le cose le fanno seriamente, che prendono molto sul serio il loro mandato e che hanno un cursus opposto: cominciano al parlamento europeo e poi passano in quello nazionale. È vero che in Italia storicamente abbiamo mandato in Europa gli “elefanti” avviati al cimitero. È stata una scelta non europea, da parte del paese che si proclama più euro-peo degli altri, vede che a volte “chi la dice non la fa e chi la fa non la dice”, il che riguarda tante esperienze della vita umana. Oggi il parlamento europeo ha dei poteri significativi, io conosco giovani parlamentari europei, anche trentenni che abbiamo mandato nelle ultime elezioni, che quando tornano da là hanno l’en-tusiasmo di chi ha fatto cose importanti. Conosco gio-vani e vecchi parlamentari nazionali che sono ormai in preda all’isteria o alla depressione più profonda, perché ritengono che il parlamento in cui risiedono abbia perso ogni ruolo. In sintesi, esiste un problema che è diverso, è riguarda il rapporto tra parlamento europeo e opinione pubblica in un sistema di politica e comunicazione che continua a privilegiare l’informa-zione su ciò che accade in sede nazionale rispetto a ciò che accade in sede europea. La stessa cosa avvenne negli Stati Uniti per decenni prima che il congresso a Washington apparisse più importante delle assem-blee degli stati. È un processo che da noi non è ancora accaduto. Un’ottimista potrebbe dire che negli Stati

Uniti è accaduto circa 120 anni dopo la nascita della federazione, da noi sono passati poco più di 50 anni dalla nascita dell’ermafrodita.

Cosa direbbe ai giovani che intendono affac-ciarsi nel mondo europeo e che si trovano a vivere una situazione che non hanno certamen-te scelto? Come devono porsi le nuove genera-zioni nei confronti dell’europa?

Io in questo caso a voi direi, visto che ancora dovete trovare la vostra strada: interessatevene, occupatevene, non c’è bisogno che diventiate specialisti in europeismo, che prendiate titoli in materia europea. Qualunque cosa facciate, occupatevi del fatto che questo è il mondo in cui viviamo e che ciascuno di noi può fare qualcosa per migliorarlo. Chiudo ricordando una cosa an-che a voi una cosa bellissima che disse Bill Gates ad una cerimonia di nuovi laureati a Harvard alcuni anni fa: il posto più inutile nel quale egli si era trovato a spendere inutilmente del tempo era a Davos, dove specialisti nel campo dei proble-mi del mondo si riuniscono per discutere della povertà della Terra. Lui escludeva che la povertà fosse in qualche modo ridotta grazie a queste discussioni e diceva ai laureati, “voi oggi uscite di qua, ciascuno avendo acquisito una competen-za, nell’esercitarla ricordatevi che quello è uno dei problemi più importanti e nel fare ciascuno il proprio mestiere potrete contribuire a ridurre la povertà più dei signori riuniti a Davos” Questo è sicuramente un ottimo consiglio, ecco.

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Il Mercurio sta dalla parte di Roberto Saviano e Fabio Fazio.

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