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GIOVEDÌ 31 GENNAIO 2013 a cura di A. MANZONI & C. PUBBLICITA’ San Geminiano N on una semplice fe- sta ma “la” festa, per tanti modenesi, della città e della provin- cia. Ogni anno, il 31 genna- io, all’ombra della Ghirlan- dina, si riscopre il legame fortissimo con il patrono, tra devozione, divertimento e senso di appartenenza ad una comunità che non viene scalfito dal tempo. Modena è la città di Gemi- niano e Geminiano è il santo di Modena. E questa simbio- si (non a caso i modenesi sono ancora conosciuti con l’appellativo di ‘geminiani’, appunto) è davvero partico- lare ed emerge come un fiu- me carsico, o meglio come una cometa che ogni 365 giorni si ripresenta, proprio nel giorno del 31 gennaio. Le bancarelle e la gente che popola festosamente le vie del centro; la processione delle autorità cittadine dietro la banda che attraversa via Emilia per rendere omaggio Modena oggi festeggia: è il giorno del patrono Tornano le antiche e nuove tradizioni: dalle liturgie alle bancarelle fino all’immancabile Corrida al Patrono; ‘il giro del santo’, ovvero la folla che si reca alla cripta del Duomo per un saluto alla tomba di San Geminiano e per fermarsi qualche istante davanti alle ossa di Geminiano rivestite dell’abito da episcopale; la Corrida che vede per le stra- de cittadine e fino a Cognen- to (il luogo in cui Geminiano nacque e in cui è particolar- mente venerato) migliaia di persone che corrono in bra- ghette e maglietta, sfidando il clima più rigido dell’anno e, spesso, anche la pioggia e la neve. Come, ad esempio, l’anno scorso, perché, non dimentichiamo, la frequenti nevicate di questo periodo hanno attribuito nei secoli a San Geminiano anche l’ap- pellativo di santo “con la barba bianca”. San Geminiano, insomma, non è una ‘semplice’ festa religiosa: la ricorrenza del patrono un momento in cui i modenesi riscoprono le loro radici comuni e le trasmetto- no anche ai nuovi cittadini. E la devozione a Geminiano tocca diverse realtà, soprat- tutto in Emilia e in Toscana (nei territori del Ducato di Modena), ma anche a Ve- nezia. Il santo dei modenesi è ricordato in luoghi signi- ficativi che ‘cingono’ ideal- mente la provincia. Presso Frassinoro, nell’estremo sud in pieno Appennino, ci sono infatti i ‘Prati di San Geminia- no’, mentre il santo Patrono è venerato anche a Magri- gnana (presso Montecreto), a Verica, presso Pavullo, e a Guiglia, oltre che a Savonie- ro nei dintorni di Palagano. Ma Geminiano è ricordato anche nella Bassa, ovvero a Massa Finalese che è l’e- strema propaggine a nord della provincia e della dio- cesi di Modena. Come a se- gnare un confine dei luoghi dove il santo fa sentire la sua protezione. La tradizione è antica, tanto che un tempo tutti i capi fami- glia del ducato, dalla Bassa fino alla Garfagnana, erano tenuti a ritrovarsi a Modena nel giorno di San Geminiano per festeggiare col mercato, un mercato che durava una settimana intera. Oggi la fiera è l’occasione per un acquisto insolito, per il regalo degli uomini alle loro donne (mentre per Sant’Antonio, sempre gior- no di fiera, sono le signore ad omaggiare i compagni), per gli scherzi dei ragazzi, che anni fa erano abituati a ‘schiumare’ i passanti e che oggi, scoraggiati dai controlli, si limitano a qual- che botto rimasto dall’ultimo dell’anno. Ma la sostanza non cambia: i modenesi e chi viene da fuori per un giorno di relax, in fiera ci vanno eccome. Migliaia e migliaia di persone affollano il centro cittadino, i venditori di piadine e di panini vengo- no presi d’assalto a ora di pranzo e le bancarelle con più curiosi sono quelle degli ‘imbonitori’ che fanno rotea- re pentole o padelle, scope multiuso o magici prodotti per la pulizia di tutto quello che è possibile immaginare. Si tratta, in fondo, dei can- tastorie di oggi, che hanno la capacità di ipnotizzare i passanti e di far mettere mano ai portafogli, spesso e volentieri per prodotti di dubbia utilità ma di sicuro successo quando vengono mostrati ad amici e paren- ti in visita. E poi ci sono le ‘occasioni’ da non lasciarsi scappare: giacconi, scar- pe, borsette... acquistate a prezzi di saldo, con i banchi letteralmente presi d’assalto da casalinghe speranzose, e con a tre passi di distan- za gli uomini rassegnati ad aspettare ancora qualche minuto per poter azzannare l’agognata piadina, il premio goloso atteso spesso dal San Geminiano precedente: una tradizione nella tradizio- ne, che, come l’affetto per la festa del patrono, non cono- sce i segni del tempo. Il centro modenese subisce oggi alcune modifiche alla viabilità, in occasione della festa patronale. E’ sospesa la circolazione dalle 6 alle 22 in via Emilia centro, corso Canalgrande e Canalchiaro e sono possibili disagi alla cir- colazione in tutta la zona del centro storico per lo svolgi- mento della fiera. Completa sospensione della circolazione stradale, divieto di sosta con rimozione dei veicoli in sosta abusiva al parco Novi Sad e in piazzale Molza. Il divieto scatta dalle 6 in via Berengario e via Bono da Nonantola. Completa sospensione della circolazione stradale, escluso i veicoli della organizzazione e di servizio dalle 14,30 per tutta la durata della “Corrida di San Geminiano” nelle vie su cui si snoderanno i partecipanti: Bono da Nonantola, Be- rengario, Emilia centro, corso Duomo, Canalchiaro, piaz- zale S. Francesco, piazzale Risorgimento, Vittorio Veneto, Riccoboni, Luosi, Marconi, Corassori, da Vinci, D’Avia sud, Cavalcavia tangenziale, Campagna, strada di Cognento, da Porto, Contorno di Cognento, Formigina, Cascariolo, sottopasso tangenziale Neruda, Scaglia, Formigina, Co- rassori, Marconio, Luosi, Barozzi, Storchi, Bacchini, parco Novi Sad. Per quanto riguarda i parcheggi, sono numerosi i posti macchina a disposizione di chi ha intenzione di recarsi in fiera: Piazzale Tien An Men, parcheggio ex Amcm in Via C. Sigonio, parcheggio del Parco Ferrari in Via Emilia Ovest, parcheggio antistante l’area dell’ex mercato bestiame di Via Canaletto (bus per il centro linea 7 o 11), Parcheggio Fiat in Via Pico della Mirandola, parcheggio Palapanini in Via Divisione Acqui (da cui è possibile raggiungere le zone più vicine alle aree interessate dalla fiera con gli autobus del trasporto urbano delle linee 1 e 8 che partono all’altez- za del Centro Commerciale I Portali ed hanno una frequen- za di una corsa ogni 10 minuti), il parcheggio del centro commerciale La Rotonda, utilizzando la linea 5 che arriva in autostazione o la linea 3 con arrivo in L.go Garibaldi o alla stazione centrale delle Ferrovie dello Stato ed il parcheggio di Via Gottardi, zona universitaria (Bus linee 2 – 7 – 9 ). A disposizione del pubblico anche il parcheggio a pagamen- to Novi Park con i suoi 1700 posti coperti (0,90 euro ogni ora) e gli oltre 300 posti in superfici (1 euro ogni ora). In accordo con la società Modena Parcheggi agli ambulanti che parteciperanno alla fiera sono state riservate condizio- ni agevolate per parcheggiare i propri mezzi: 9 euro per l’intera giornata e 6 euro dalle 7 alle 20. SAN GEMINIANO: DOVE E COME

Speciale San Geminiano 2013

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Speciale di 17 pagine sulla Gazzetta di Modena, dedicate al santo patrono di Modena, San Geminiano. MediaMo ha curato grafica e redazione testi.

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GIOVEDÌ 31 GENNAIO 2013 a cura di A. MANZONI & C. PUBBLICITA’

San Geminiano

Non una semplice fe-sta ma “la” festa, per tanti modenesi, della città e della provin-

cia. Ogni anno, il 31 genna-io, all’ombra della Ghirlan-dina, si riscopre il legame fortissimo con il patrono, tra devozione, divertimento e senso di appartenenza ad

una comunità che non viene scalfito dal tempo. Modena è la città di Gemi-niano e Geminiano è il santo di Modena. E questa simbio-si (non a caso i modenesi sono ancora conosciuti con l’appellativo di ‘geminiani’, appunto) è davvero partico-lare ed emerge come un fiu-me carsico, o meglio come una cometa che ogni 365 giorni si ripresenta, proprio nel giorno del 31 gennaio.Le bancarelle e la gente che popola festosamente le vie del centro; la processione delle autorità cittadine dietro la banda che attraversa via Emilia per rendere omaggio

Modena oggi festeggia: è il giorno del patronoTornano le antiche e nuove tradizioni: dalle liturgie alle bancarelle fino all’immancabile Corrida

al Patrono; ‘il giro del santo’, ovvero la folla che si reca alla cripta del Duomo per un saluto alla tomba di San Geminiano e per fermarsi qualche istante davanti alle ossa di Geminiano rivestite dell’abito da episcopale; la Corrida che vede per le stra-de cittadine e fino a Cognen-

to (il luogo in cui Geminiano nacque e in cui è particolar-mente venerato) migliaia di persone che corrono in bra-ghette e maglietta, sfidando il clima più rigido dell’anno e, spesso, anche la pioggia e la neve. Come, ad esempio, l’anno scorso, perché, non dimentichiamo, la frequenti nevicate di questo periodo hanno attribuito nei secoli a San Geminiano anche l’ap-pellativo di santo “con la barba bianca”. San Geminiano, insomma, non è una ‘semplice’ festa religiosa: la ricorrenza del patrono un momento in cui i modenesi riscoprono le loro

radici comuni e le trasmetto-no anche ai nuovi cittadini. E la devozione a Geminiano tocca diverse realtà, soprat-tutto in Emilia e in Toscana (nei territori del Ducato di Modena), ma anche a Ve-nezia. Il santo dei modenesi è ricordato in luoghi signi-ficativi che ‘cingono’ ideal-

mente la provincia. Presso Frassinoro, nell’estremo sud in pieno Appennino, ci sono infatti i ‘Prati di San Geminia-no’, mentre il santo Patrono è venerato anche a Magri-gnana (presso Montecreto), a Verica, presso Pavullo, e a Guiglia, oltre che a Savonie-ro nei dintorni di Palagano. Ma Geminiano è ricordato anche nella Bassa, ovvero a Massa Finalese che è l’e-strema propaggine a nord della provincia e della dio-cesi di Modena. Come a se-gnare un confine dei luoghi dove il santo fa sentire la sua protezione.La tradizione è antica, tanto

che un tempo tutti i capi fami-glia del ducato, dalla Bassa fino alla Garfagnana, erano tenuti a ritrovarsi a Modena nel giorno di San Geminiano per festeggiare col mercato, un mercato che durava una settimana intera.Oggi la fiera è l’occasione per un acquisto insolito,

per il regalo degli uomini alle loro donne (mentre per Sant’Antonio, sempre gior-no di fiera, sono le signore ad omaggiare i compagni), per gli scherzi dei ragazzi, che anni fa erano abituati a ‘schiumare’ i passanti e che oggi, scoraggiati dai controlli, si limitano a qual-che botto rimasto dall’ultimo dell’anno. Ma la sostanza non cambia: i modenesi e chi viene da fuori per un giorno di relax, in fiera ci vanno eccome. Migliaia e migliaia di persone affollano il centro cittadino, i venditori di piadine e di panini vengo-no presi d’assalto a ora di

pranzo e le bancarelle con più curiosi sono quelle degli ‘imbonitori’ che fanno rotea-re pentole o padelle, scope multiuso o magici prodotti per la pulizia di tutto quello che è possibile immaginare. Si tratta, in fondo, dei can-tastorie di oggi, che hanno la capacità di ipnotizzare i passanti e di far mettere mano ai portafogli, spesso e volentieri per prodotti di dubbia utilità ma di sicuro successo quando vengono mostrati ad amici e paren-ti in visita. E poi ci sono le

‘occasioni’ da non lasciarsi scappare: giacconi, scar-pe, borsette... acquistate a prezzi di saldo, con i banchi letteralmente presi d’assalto da casalinghe speranzose, e con a tre passi di distan-za gli uomini rassegnati ad aspettare ancora qualche minuto per poter azzannare l’agognata piadina, il premio goloso atteso spesso dal San Geminiano precedente: una tradizione nella tradizio-ne, che, come l’affetto per la festa del patrono, non cono-sce i segni del tempo.

Il centro modenese subisce oggi alcune modifiche alla viabilità, in occasione della festa patronale. E’ sospesa la circolazione dalle 6 alle 22 in via Emilia centro, corso Canalgrande e Canalchiaro e sono possibili disagi alla cir-colazione in tutta la zona del centro storico per lo svolgi-mento della fiera. Completa sospensione della circolazione stradale, divieto di sosta con rimozione dei veicoli in sosta abusiva al parco Novi Sad e in piazzale Molza. Il divieto scatta dalle 6 in via Berengario e via Bono da Nonantola. Completa sospensione della circolazione stradale, escluso i veicoli della organizzazione e di servizio dalle 14,30 per tutta la durata della “Corrida di San Geminiano” nelle vie su cui si snoderanno i partecipanti: Bono da Nonantola, Be-rengario, Emilia centro, corso Duomo, Canalchiaro, piaz-zale S. Francesco, piazzale Risorgimento, Vittorio Veneto, Riccoboni, Luosi, Marconi, Corassori, da Vinci, D’Avia sud, Cavalcavia tangenziale, Campagna, strada di Cognento, da Porto, Contorno di Cognento, Formigina, Cascariolo, sottopasso tangenziale Neruda, Scaglia, Formigina, Co-rassori, Marconio, Luosi, Barozzi, Storchi, Bacchini, parco Novi Sad. Per quanto riguarda i parcheggi, sono numerosi i posti macchina a disposizione di chi ha intenzione di recarsi in fiera: Piazzale Tien An Men, parcheggio ex Amcm in Via C. Sigonio, parcheggio del Parco Ferrari in Via Emilia Ovest, parcheggio antistante l’area dell’ex mercato bestiame di Via Canaletto (bus per il centro linea 7 o 11), Parcheggio Fiat in Via Pico della Mirandola, parcheggio Palapanini in Via Divisione Acqui (da cui è possibile raggiungere le zone più vicine alle aree interessate dalla fiera con gli autobus del trasporto urbano delle linee 1 e 8 che partono all’altez-za del Centro Commerciale I Portali ed hanno una frequen-za di una corsa ogni 10 minuti), il parcheggio del centro commerciale La Rotonda, utilizzando la linea 5 che arriva in autostazione o la linea 3 con arrivo in L.go Garibaldi o alla stazione centrale delle Ferrovie dello Stato ed il parcheggio di Via Gottardi, zona universitaria (Bus linee 2 – 7 – 9 ). A disposizione del pubblico anche il parcheggio a pagamen-to Novi Park con i suoi 1700 posti coperti (0,90 euro ogni ora) e gli oltre 300 posti in superfici (1 euro ogni ora). In accordo con la società Modena Parcheggi agli ambulanti che parteciperanno alla fiera sono state riservate condizio-ni agevolate per parcheggiare i propri mezzi: 9 euro per l’intera giornata e 6 euro dalle 7 alle 20.

SAN GEMINIANO: DOVE E COME

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San Geminiano San GeminianoGIOVEDÌ 31 GENNAIO 2013 a cura di A. MANZONI & C. PUBBLICITA’

Viene da Cognento il santo della ‘Gens Geminia’La storia del terzo vescovo della diocesi: scelto a furor di popolo è rimasto per sempre nella storia

Nato nel territorio mo-denese (probabil-mente a Cognento) da una famiglia no-

bile romana (la Gens Ge-minia) intorno al 310, San Geminiano fu vescovo dagli anni tra il 343 e il 397, data della sua morte. Diacono del vescovo Antonio e poi suo successore secondo la tra-dizione come terzo vescovo di Modena, Geminiano fu designato all’unanimità dai suoi concittadini, ma ritenen-do il compito troppo gravo-so fuggi da Modena proprio verso i boschi tra Cognento e Saliceta (l’attuale località chiamata Cadiane, da casa di Diana o bosco di Diana), per poi piegarsi al volere dei fedeli che lo convinsero portando come argomenta-zione che senza di lui la fede

I devoti a San Geminiano non sono solo modenesi. Il culto si è infatti diffuso in Toscana, a San Gimignano, che dal patrono prende addirittura il nome, a Potremoli in Lunigiana e a Venezia, dove sorgeva in fondo a piazza San Marco una chiesa rifatta da Sansovino intitolata a San Geminiano ed in seguito abbattuta. Si hanno notizie di antichissima origine del primo nucleo di questa chiesa veneziana, voluta da Narsete nel VI secolo, ma demolita nel XIII. L’altare maggiore della chiesa di San Geminiano è stato conservato e fa oggi da altare alla chiesa di San Giovanni di Malta. Alcune parti superstiti di questa chiesa state inoltre utilizzate per l’edificazione della Chiesa del Nome di Gesù, di pochi anni successiva all’abbattimento dell’opera del Sansovino.

UN SANTO NON SOLO MODENESEnon avrebbe attecchito nella città.Tanti ed importanti risultati sono stati raggiunti durante il suo episcopato, in primo luogo la conversione totale della città al Cristianesimo e la consacrazione dei templi pagani al nuovo culto. Geminiano, uomo di pre-ghiera e pietà, viene anche ricordato per il suo potere sui demoni, ed è per que-sto che venne chiamato alla corte di Costantinopoli, dove si recò per ridonare la salu-te alla figlia dell’imperatore Gioviano, come racconta la leggenda. È storicamente accertata invece la presen-za del vescovo Geminiano nel 390 al concilio di Milano, presieduto da sant’Ambro-gio, per condannare l’eretico Gioviniano (presenza certifi-

Un autentico gioiellino medievale, meta ogni anno di mi-gliaia e migliaia di turisti: San Gimignano, in provincia di Siena, deve il suo nome proprio al vescovo di Modena. La cittadina domina la Val d’Elsa ed era, fino al X secolo, semplicemente un villaggio di origine etrusche. Proprio a cavallo dell’anno mille la città prende il nome di San Gi-mignano, a causa del salvataggio dalle orde barbariche, attribuito proprio al santo modenese. San Gimignano, detta anche la città delle torri, ebbe grande sviluppo in epoca medievale grazie alla via Francigena che attraver-sa la cittadina. E’ tra i paesi dove è venerato il Patrono di Modena, che in Toscana è anche venerato in Garfagna-na, terra del Ducato di Modena e luogo dove si narrano altri miracoli e segni prodigiosi compiuti da Geminiano.

UNA CITTÀ COL NOME DEL SANTO

cata dalle sottoscrizioni della lettera sinodale di sant’Am-brogio a papa Siricio). La Relatio translationis S. Giminiani, manoscritto del secolo XII conservato nell’ar-chivio capitolare, descrive la traslazione e la ricognizione del corpo di san Geminiano avvenute rispettivamente il 30 aprile ed il 7 ottobre 1106, alla presenza di papa Pa-squale II, Matilde di Canossa

e di tutta la cittadinanza mo-denese. Dopo la ricognizio-ne del 1106 ne seguirà un’al-tra per opera di Lucio III, il 12 luglio 1184, quando, mentre era in viaggio in direzione Verona, si fermò a Modena per consacrare il duomo. Dal 1184 nessun’altra rico-gnizione fu compiuta fino al 1955 e ciò si deduce, oltre che dal silenzio delle cronache sull’argomento,

dagli oggetti ritrovati nel sar-cofago: due piccole croci d’argento, un anello e circa settanta monete d’argento dell’epoca comunale di data anteriore al 1184, con l’e-sclusione di qualsiasi mone-ta modenese in circolazione solo dopo il 1200.L’intera storia modenese è permeata del ricordo del suo santo patrono. I più an-tichi documenti dell’archivio capitolare fanno continua menzione della Ecclesia s. Geminiani, il Duomo di Mo-dena nel rifacimento iniziato nel 1099 è la Domus clari Geminiani, il sigillo antico della comunità modenese e dell’Università portano la sua immagine e così pure nelle monete modenesi co-stantemente viene effigiato il santo patrono. Due sono i giorni che ricordano San

Geminiano: il 31 gennaio, giorno dell’anniversario della deposizione, e il 30 aprile, anniversario della traslazio-ne del corpo. Nel 1955 la ricognizione del-le sue reliquie ha permesso di constatare che il sarcofa-go, che tutt’oggi le contiene, è certamente quello in cui è stato deposto il corpo del santo dopo la sua morte, dal momento che rispecchia tut-te le condizioni di decaden-za della fine del IV secolo a cui fa cenno sant’Ambrogio in una lettera nella quale de-scrive lo stato di abbando-no in cui si trovano le città dell’Emilia da lui visitate, tra cui Mutina. Questa deso-lazione fa da sfondo alla grandezza di Geminiano ed è il principale motivo di culto verso di lui, difensore contro le avversità.

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San GeminianoGIOVEDÌ 31 GENNAIO 2013 a cura di A. MANZONI & C. PUBBLICITA’

Geminiano, un patrono che salva e protegge

Durante gli ottanta-cinque anni di vita e dopo la morte, avvenuta nel 397,

i miracoli di san Geminia-no sono stati finalizzati alla

protezione di Modena e dei suoi abitanti. Dall’esorci-smo con cui liberò la figlia dell’imperatore Gioviano dal maligno al celebre ‘con-tra Gallos’, ovvero contro il tentativo di conquista della

Ma non solo di miracoli di difesa si parla quando si pensa a San Geminiano: molto noti sono anche i salvataggi (due, anche se uno soltanto è realmente diventato noto) di bam-bini letteralmente ‘presi per i capelli’ da San Geminiano e salvati da cadute dalla Ghirlandina o dal tetto del Duomo, miracoli ricordati da una statua che è presente in Duomo, sulla scalinata di sinistra a fianco della sagrestia. Con tutta probabilità si tratta di due cadute dal Duomo di ragazzi, che poi si sono salvati. In occasione della festa del santo, infatti, i giovani modenesi erano soliti gettare dalla sommi-tà di Duomo e Ghirlandina farina e gesso quando non era nevicato come segno di buona sorte. In una occasione, nel ‘600, nel corso di questa pericolosa operazione si rovinò la statua del santo che dà su piazza Grande, la statua fu poi rapidamente restaurata.

QUEI BAMBINI PRESI PER I CAPELLI

città nel Cinquecento da parte di Carlo II d’Amboise, sono stati diversi gli eventi miracolosi attribuiti all’inter-vento del santo nato a Co-gnento.

Il miracolo più noto e do-cumentato è la guarigione dal demonio della figlia dell’imperatore Gioviano. La leggenda narra che Ge-miniano fu chiamato a Co-stantinopoli e, nonostante

L’immedesimazione tra San Geminiano e la città è, da sem-pre, una caratteristica peculiare di Modena e la festa di San Geminiano ne è la più lampante dimostrazione. Il primo Statuto di Modena che ci è giunto, datato 1327, è corredato proprio dall’immagine di San Geminiano a caval-lo, a riprova del rapporto del tutto particolare che i mode-nesi hanno sempre avuto con il ‘loro’ santo. Geminiano è raccontato come vescovo e al tempo stesso come gover-nante della città, che era caduta in profonda depressione dopo anni fiorenti. Proprio a partire dagli anni di Geminiano, la Mutina romana ritrova gradualmente spazio e brillantezza e i modenesi re-stano così legatissimi al loro Patrono. La sua intercessione è sempre stata invocata in periodi di difficoltà e non a caso a Modena la ‘casa di Geminiano o casa clari Geminianae’ ovvero il Duomo e la casa dei cittadini, ovvero il palazzo comunale, si affacciano sulla stessa piazza. All’interno dello stesso palazzo del Comune c’era una cappella dedicata al santo e lo stesso Geminiano è raffigurato quasi sempre con la città in mano, città che abitualmente porta in dono simbolico alla Madonna.

GEMINIANI NON A CASO“

Dall’esorcismo alla figlia di Gioviano alla nebbia che disorientò Attila: tutti i miracoli del santole resistenze dei modenesi che non volevano lasciar partire il loro vescovo, rag-giunse via nave la corte di Gioviano e guarì la giovane con un semplice segno del-la croce. Già in precedenza il demonio aveva tentato il vescovo modenese e, dal momento che era stato al-lontanato, si era accanito contro la figlia di Gioviano. L’episodio face crescere la fama di esorcista di Ge-miniano, così, fino ad anni molto posteriori alla morte, Modena divenne tappa di pellegrinaggio verso Roma, per chiedere al santo pro-tettore la guarigione dal de-monio e da malattie men-tali. Dopo la morte, Geminiano fu autore di prodigi per pro-teggere la città e i suoi abi-

tanti. Il più celebre è quello del 452 contro Attila e gli Unni. In quell’anno il “Fla-gello di Dio” stava guidan-do i suoi dal Veneto verso Modena, per mettere a fer-ro e fuoco la città. I cittadini invocarono l’intervento di Geminiano, che fece scen-dere la nebbia sulla pianura modenese e non permise ad Attila di individuare la città. Secondo la tradizione Geminiano salvò Modena per due volte dai francesi, sia da Carlo II d’Amboise nel 1511, che, dieci anni più tardi, da un altro cava-liere di ventura francese. San Geminiano sarebbe apparso ai due alle porte di Modena, intimando di non entrare in città. A distanza di pochi giorni entrambi i militari sarebbero poi morti.

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San Geminiano San GeminianoGIOVEDÌ 31 GENNAIO 2013 a cura di A. MANZONI & C. PUBBLICITA’

Geminiano, un patrono che salva e protegge Oggi la fiera più attesa si moltiplica per 520 Piazze e vie del centro storico animate dagli ambulanti. Dalle 10.30 olio e ceri per il santo patrono

La fiera più attesa dai modenesi si moltipli-ca per 520. Questo è infatti il numero delle

bancarelle che animeran-no la città della Ghirlandina per tutta la giornata di oggi. Dalle golosità da sgranoc-chiare e gustare mentre si passeggia all’oggetto per la casa, dalla bigiotteria all’ab-bigliamento: la fiera potrà soddisfare anche i gusti più esigenti. Queste le strade e le piazze di Modena festo-samente occupate, fino alle 20 di oggi, dalla carica degli ambulanti: piazzale Sant’A-gostino, Piazzale Erri, Piazza Grande, Via Emilia Centro, Piazza Muratori, Piazza Mat-teotti, Piazza Mazzini, Corso

“ Canalchiaro, Corso Duomo, Corso Canalgrande, Via Università, Via Castellaro, Via Scudari, Via Canalino, Piazzale San Francesco e Via Calle di Luca. Alla Fiera potranno ritornare nel loro spazio tradizionale le ban-carelle che per Sant’Antonio non avevano potuto disporsi in via Castellaro perché si attendeva il collaudo della strada dopo i lavori e la re-cente pedonalizzazione. Per consentirne la collocazione, saranno temporaneamente spostate le rastrelliere porta-biciclette e le panchine. Una decina di ambulanti, a causa dell’indisponibilità degli spa-zi per la presenza di cantieri, in via Università e in via Emi-

In occasione della fiera di San Geminiano, proseguiranno le iniziative del Comune di Modena e della Questura per prevenire episodi di borseggio. Il dispositivo di sicurezza messo in campo per la fiera di sant’Antonio abate del 17 gennaio scorso ha ridotto al minimo i reati commessi nel corso della fiera. Il borseggio è un reato che si verifica so-litamente in luoghi molto affollati come fiere e mercati, oc-casioni in cui per i borseggiatori è facile estrarre portafogli, documenti, cellulari e altri oggetti dalle borse e dalle tasche altrui, approfittando della calca e della confusione.Oltre al personale in divisa (poliziotti di quartiere e vigili di quartiere), è stato predisposto e rafforzato rispetto alla precedente fiera un servizio antirapina con personale in borghese che presidierà tutto il comprensorio della fiera. Inoltre, il Posto di Polizia Centro alla stazione degli Autobus e l’Ufficio denunce della Questura di Modena, resteranno aperti ininterrottamente dalle 8 alle 20 per la ricezione di eventuali denunce.Volontari della Sicurezza e dei tre sportelli di aiuto alle vitti-me “Non da Soli” saranno presenti nelle vie di accesso alla fiera per distribuire un volantino che contiene una serie di consigli sui comportamenti utili da adottare per evitare di rimanere vittime di borseggi e per informarli sui servizi di aiuto alle vittime di reato, sportelli “Non da soli” presenti sul territorio. Manifesti di sensibilizzazione verranno affissi sugli sbarramenti d’ingresso alla zona fiera, in tutto il centro storico. In Largo Porta Bologna sarà presente un presidio mobile della Polizia di Stato mentre la Polizia Municipale sarà presente in largo Sant’Agostino. I cittadini potranno ri-volgersi per l’intera giornata agli operatori di Polizia per fare segnalazioni o ricevere informazioni e consigli utili.

IN DIVISA E IN BORGHESE CONTROI BORSEGGIATORI

lia centro davanti alle ex Po-ste, esibiranno le loro merci in piazza XX settembre.Questo invece il programma delle celebrazioni, che pren-derà il via già da stamattina: il sindaco Giorgio Pighi e le autorità comunali, accom-pagnate dal gonfalone della città, interverranno in forma ufficiale alla celebrazione an-nuale della festa di San Ge-miniano Vescovo, patrono di Modena. Alle 10,30 dallo scalone del palazzo comu-nale si muoverà un corteo,

secondo un’antichissima tradizione, che vedrà la pre-senza dei valletti comunali, in livrea giallo blu, che por-teranno in offerta al Santo i ceri e l’olio per la lampada che nella cripta del Duomo arde perennemente davanti al sepolcro del patrono. Alla Santa Messa pontificale sarà presente, come ormai tradi-zione, una delegazione con gonfalone, della città di Pon-tremoli, il cui santo patrono è San Geminiano. Ospite an-che quest’anno del comune

di Modena una delegazione di San Giminiano, cittadina di cui San Geminiano, al pari di Pontremoli, è il santo pro-tettore. Nel pomeriggio alle 18, una delegazione mode-nese, guidata dal Sindaco,

parteciperà alle cerimonie dedicate al santo in pro-gramma a Pontremoli, men-tre una delegazione com-posta da Francesca Maletti, assessore ai Servizi sociali sarà a San Giminiano.

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Quest’anno il proverbio “Sant’Antonio con la barba bianca” è stato rispettato in pieno. Lo scorso 17 gennaio, infatti, la neve è arrivata a Modena insieme alle bancarelle della Fiera di Sant’Antonio. Dall’Osservatorio Geofisico di Modena fanno sapere che dal 1830 a oggi sono state 18 le nevicate avvenute il 17 gennaio a partire dal 1830. La più abbondante fu quella del 1914 con venti centimetri, seguita da quella del 1985.Se da un lato i fiocchi hanno reso la città più suggestiva, dall’altro è stato un freno per gli affari dei commercianti presenti in Fiera. Poche vendite infatti per le bancarelle del centro storico, dove le precipitazioni nevose hanno condizionato, almeno nelle prime ore, l’afflusso alle postazioni degli ambulanti. Meglio è andata nel corso della giornata, anche grazie all’attenuarsi delle nevicate, con la gente che ha cominciato ad andare verso il centro per rispettare la tradizione. Per San Geminiano le previsioni di Lombroso parlano di bel tempo e temperature sopra la media stagionale: le condizioni ideali per fare un giro in centro e scoprire le occasioni della Fiera.

PROVERBIO RISPETTATO SOLO PER SANT’ANTONIO

Che tempo farà? La risposta di Luca LombrosoSole e temperature quasi primaverili nelle previsioni del meteorologo, volto noto della televisione

Nel suo ultimo libro (“Apocalypse now? Clima, ambiente, cataclismi. Pos-

siamo salvare il mondo. Ora”), edito da Artestampa indica quali sono le buone pratiche per rendere più sostenibile la società in cui viviamo. Luca Lombroso, meteorologo dell’Osserva-torio Geofisico di Modena e volto noto della tv grazie alla partecipazione alla tra-smissione di Fabio Fazio “Che tempo che fa”, spiega com’è cambiato negli anni San Geminiano dal punto di vista meteorologico e dà qualche dritta sulla giornata del 31 gennaio.La neve del 2013 per San Geminiano è stata un’ec-cezione o, come recita il

proverbio, la barba del Pa-trono di Modena è spesso bianca? Cosa racconta la storia?La neve a San Geminiano mancava dalla nevicata e freddo record del 1957, poi è arrivata nel 2010, addirittu-ra con neve più abbondante di allora e quindi nel 2012, appunto. Quella del 2012 non è stata da record, ma aprì il periodo del cosiddet-to nevone di febbraio 2012, che fu tra i più nevosi dal 1933. Penso che ormai non si possa più usare il termi-ne eccezionale in meteo-rologia, perché il clima sta cambiando e non ci sono più eccezioni. Semmai pos-siamo parlare di eventi stra-ordinari. I primi mesi del 2012 sono

stati caratterizzati da co-piose precipitazioni, so-prattutto nevose. Il 2013 è partito con alcuni fiocchi per Sant’Antonio. È possi-bile prevedere altra neve?Le previsioni non posso-no andare oltre i 6/8 giorni, non sappiamo quindi dire cosa succederà nel cor-so dell’inverno. Sappiamo però che il clima si scalda a causa dell’uomo e divie-ne più estremo, in futuro farà sempre più caldo, ma di tanto in tanto potranno arrivare quelle che chiamo contraddizioni nevose mo-derne. Pensi che qualche giorno fa, mentre nevicava a Modena, pioveva alle isole Svalbard, prossime al Polo Nord, e anche i pupazzi di neve si preoccupano e pro-

testano perché si agisca per fermare il global warming, al grido: “pupazzi di neve di tut-to il mondo, unitevi!”.Come detto, lo scorso anno la barba di San Geminiano è stata più bianca che mai. Cosa si devono aspettare i modenesi per questo 31 gennaio 2013?

Al momento le mappe e i mo-delli meteo sembrano pro-spettare a fine mese il ritorno dell’alta pressione, con bel tempo in montagna e possi-bili nebbie e smog in pianura. Addirittura quelli che sono i giorni della merla potrebbe-ro essere quasi primaverili in montagna, ma con condi-

zioni ideali per sciate perché la neve c’è e non mancherà il sole. Possiamo esclude-re precipitazioni per tutta la giornata: è prevista una bella giornata di sole, con qualche nube temporanea e tempe-rature che andranno dai 4/5 gradi del mattino ai 10/12 del pomeriggio.

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San GeminianoGIOVEDÌ 31 GENNAIO 2013 a cura di A. MANZONI & C. PUBBLICITA’

Un appello per riscoprire la vera responsabilitàUna sintesi della Lettera alla città dell’arcivescovo mons. Antonio Lanfranchi per il Patrono

Come da tradizione, l’arcivescovo di Mo-dena, mons. Anto-nio Lanfranchi, ha

scritto una lettera alla città in occasione della festa del Patrono. Una lettera che contiene indicazioni senza dubbio interessanti e che si rivolge non solo alla comu-nità cristiana, ma, per l’ap-punto, a tutti i modenesi.La lettera di san Geminiano nell’edizione 2013 evidenzia la necessità di una presen-za attiva e responsabile dei cristiani nella vita della città. Quattro i paragrafi in cui è suddivisa. Si parte dalla considerazione del bisogno di un radicale rinnovamen-to: la necessità di ricostruire non riguarda solo le case danneggiate dal terremoto, ma anche la casa comune. “Siamo tutti chiamati – scri-ve in particolare mons. Lan-franchi - a onorare la nostra appartenenza alla “città” con una partecipazione at-tiva e responsabile. In par-ticolare i cristiani sono chia-mati a vivere la loro identità di cittadini in convinta e fiera coerenza con le esigenze ir-rinunciabili che sono proprie della fede in Cristo e dell’a-desione incondizionata al suo Vangelo.Nel secondo paragrafo l’in-vito è a ritornare a Dio per ricostruire l’uomo: questo non significa mancare di rispetto ai non credenti, ma invitare tutti a cercare

Nel corso della presentazione della Lettera alla città per il Patrono San Geminiano, mons. Antonio Lanfranchi ha par-lato anche di alcuni temi significativi sotto il profilo sociale e politico. Una sorta di ‘agenda’, tanto per usare un termine che va molto di moda, su cui i candidati alle elezioni pos-sono confrontarsi e, se lo vorranno, eventualmente anche rispondere al pastore della Chiesa modenese. Tra i punti trattati in questa ‘agenda’ per la città di Modena il lavoro (la disoccupazione giovanile come primo problema), l’apertu-ra festiva indiscriminata dei negozi, la difesa della famiglia e della vita (mons. Lanfranchi ha anche citato la piaga dei suicidi). Temi sensibili per i cristiani, ma che il vescovo pone a tutta la comunità civile e politica modenese, proprio per cercare di instaurare un dialogo. “Chi voterò? Naturalmente non sono qui per dare indicazioni, ma alcuni temi li ho lan-ciati nella lettera” ha spiegato, a margine della conferenza stampa di presentazione lo stesso presule.

L’AGENDA ‘POLITICA’ DEL VESCOVO

“un’impostazione di vita che superi una visione puramen-te immanentistica dell’uomo per aprirsi alla trascenden-za”.Nel terzo paragrafo l’atten-zione è posta sui “fonda-mentali” che costituiscono il tessuto della vita buona: la sobrietà, per ricuperare l’es-senzialità nello stile di vita; la giustizia, nel rispetto dei dirit-ti e la solidarietà, per essere davvero attenti ai bisogni di tutti.Dall’io al noi per tornare a costruire: il quarto paragrafo invita a riflettere sul bene co-mune, fondato sulla centra-lità della persona e sul suo valore infinito. Qui il richiamo alle fragilità del nostro territo-rio, come la disoccupazione, l’apertura dei negozi, in orari e giorni festivi, la riduzione di servizi fondamentali, la non sufficiente tutela della vita, soprattutto nella fase

nascente e terminale, la marginalizzazione della di-mensione spirituale, e infine un’insufficiente azione a so-stegno delle famiglie che, in

questi anni hanno maggior-mente subito le conseguen-ze della crisi.L’uomo, essere sociale, si realizza stringendo relazio-

ni con gli altri: “L’esistenza si apre al “tu” per costruire qualcosa insieme, che non è semplicemente la somma delle due persone, ma è l’im-maginazione e la creazione di una nuova realtà sociale”.“Quando si è avvolti dalle

tenebre – conclude mons. Lanfranchi - quando la corruzione si espande, non basta scandalizzarsi, è im-portante mettersi in gioco, vivere la responsabilità per-sonale là dove si svolge la propria vita”.

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Un appello per riscoprire la vera responsabilitàUna sintesi della Lettera alla città dell’arcivescovo mons. Antonio Lanfranchi per il Patrono

Anche San Geminiano diventa un’“ecofesta”Dopo Sant’Antonio, oggi un’altra occasione per promuovere le buone pratiche ambientali

Anche le fiere fanno la differenza e di-ventano “ecofeste”, cioè occasioni per

promuovere le buone prati-che ambientali e, in partico-lare, per cercare di ridurre l’impatto dell’evento, grazie alla collaborazione dei com-mercianti e delle migliaia di

persone che affolleranno per tutta la giornata le vie e le piazze del centro storico cittadino. Dopo il primo esperimento per Sant’Antonio, anche a San Geminiano, infatti, Hera inviterà i venditori ambulanti e i cittadini che affolleranno il centro a gettare separata-

Lo scorso 17 gennaio, in occasione della Fiera di Sant’An-tonio, sono stati raccolti 29 quintali di rifiuti di cui il 76% correttamente differenziati grazie alla collaborazione dei venditori ambulanti e all’attenzione dei cittadini. Il Comune di Modena e il gestore Hera hanno organizzato anche per giovedì 31 gennaio il sistema per incentivare la raccolta dif-ferenziata..“Grazie a questa nuova organizzazione di raccolta stiamo ottenendo un buon risultato anche al mercato del lunedì nel parco Novi Sad”, sottolinea Simona Arletti, assessore all’Ambiente del Comune di Modena “In media ogni lunedì sono raccolti 36 quintali di rifiuti di cui l’80% differenziati cor-rettamente. La fiera di San Geminiano ha un’affluenza mag-giore e rappresenterà un buon banco di prova per il nuovo sistema di raccolta. Chiediamo ai cittadini di aiutarci non gettando i rifiuti a terra, soprattutto i mozziconi di sigarette, e utilizzando i numerosi cestini per la raccolta differenziata che troveranno nelle diverse aree del centro storico”.

L’ASSESSORE: “UN BANCO DI PROVA PER IL NUOVO SISTEMA DI RACCOLTA DEI RIFIUTI”

mente i propri rifiuti.Per i venditori ambulanti Hera predisporrà la raccol-ta di carta e cartone, che gli operatori recupereranno la sera ripercorrendo l’a-rea in cui saranno già state smontate le bancarelle. Per gli stand di generi alimenta-ri saranno predisposti punti di raccolta dell’organico. I cittadini, invece, potranno usufruire di contenitori per la raccolta di carta, plastica e vetro, che saranno collocati in diverse zone del centro. Dalla tarda serata, condizio-ni meteo permettendo, sarà eseguito un accurato servi-zio di pulizia che si protrarrà fino al mattino seguente. Se le temperature lo consen-tiranno, sarà attivo anche il servizio di lavaggio a pres-sione di portici e marciapie-di.Hera ha anche provveduto a predisporre l’alimentazio-ne elettrica delle oltre 500 bancarelle che animeranno il centro. La potenza com-plessiva disponibile sarà di circa 740 kilowatt. Gli stand collocati lungo il perimetro del portico del Municipio, in Piazza Grande, potranno inoltre collegarsi alle otto nuove colonnine a scom-parsa a servizio delle utenze straordinarie che Hera ha recentemente realizzato nel sito Unesco. Queste nuove strutture di distribuzione, uniche nel territorio mode-nese, hanno permesso di

eliminare i precedenti im-pianti collocati sulle colon-ne del porticato, lasciando completamente libera la struttura dai quadri prese e dai cavi elettrici volanti.Le bancarelle più centrali alla piazza e situate in altre zone saranno servite, come gli anni precedenti, anche dalle postazioni mobili installate la mattina stessa della fiera. Questi impianti, predisposti da Hera in collaborazione con il Comune, sono dotati di prese a norma e di inter-ruttori magnetotermici per limitare il rischio di cortocir-cuito. In questo modo sarà garantita la sicurezza dei cittadini e dei commercianti che parteciperanno alla tra-dizionale manifestazione.

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La Corrida di San Geminiano torna a “casa”L’arrivo dell’edizione numero 39 della corsa ricollocato nella classica cornice del Novi Sad

Stavolta, assicurano i meteorologi, non ci sarà l’ostacolo neve ad aggiungere fatica

a fatica: le condizioni, insom-ma, saranno ideali per assi-stere ad un vero spettacolo sportivo.Con queste premesse e con la solita grande attesa, pren-de il via questo pomeriggio la “ 39ª Corrida di San Gemi-niano, 9a Corsa della Pace per la Fratellanza tra i po-poli”, la gara internazionale di corsa su strada di 13,350 km, organizzata da La Fratel-lanza 1874, con il patrocinio

Per tutta la durata della “Corrida di San Geminiano”, nel-le vie su cui si snoderanno i partecipanti, la circolazione stradale sarà completamente sospesa, ad eccezione dei veicoli dell’organizzazione e di servizio dalle 14,30. Queste le strade interessate dal divieto: Bono da Nonantola, Be-rengario, Emilia centro, corso Duomo, Canalchiaro, piaz-zale S. Francesco, piazzale Risorgimento, Vittorio Veneto, Riccoboni, Luosi, Marconi, Corassori, da Vinci, D’Avia sud, Cavalcavia tangenziale, Campagna, strada di Cognento, da Porto, Contorno di Cognento, Formigina, Cascariolo, sottopasso tangenziale Neruda, Scaglia, Formigina, Coras-sori, Marconio, Luosi, Barozzi, Storchi, Bacchini, parco Novi Sad. Ricordiamo anche che, in occasione della Fiera, sarà so-spesa la circolazione dalle 6 alle 22 in via Emilia centro, corso Canalgrande e Canalchiaro e saranno possibili disa-gi alla circolazione in tutta la zona del centro storico per lo svolgimento della fiera. Completa sospensione della circo-lazione stradale, divieto di sosta con rimozione dei veicoli in sosta abusiva al parco Novi Sad e in piazzale Molza. Il divie-to scatta dalle 6 in via Berengario e via Bono da Nonantola.

COME CAMBIA LA VIABILITÀ SUL PERCORSO

del Comune e della Provin-cia di Modena, della Regione Emilia RomagnaLo start della corsa è fissato in via Berengario alle 14.30 e si snoderà sullo storico per-corso Modena – Cognento – Modena, con arrivo all’in-terno del Parco Novi Sad.Tra le novità dell’edizione 2013 spicca il ritorno dello striscione d’arrivo davanti alle tribune nella splendida cornice del Foro Boario. Ol-tre alla gara internazionale due i percorsi non compe-titivi che riverseranno sulle strade della città quasi 5000

modenesi. Il percorso più corto è quello della Minicor-rida di 3km che dopo il pas-saggio in via Emilia centro e di fronte al Duomo, uscirà dal centro storico per torna-re al Novi Sad percorrendo viale Barozzi. La Corrisan-geminiano è invece la corsa non competitiva che seguirà il percorso della Corrida an-dando quindi a Cognento e ritorno con i 13,350 km com-plessivi. Per chi non fosse tesserato alla Federazione di Atletica Leggera ma volesse comunque competere nella gara competitiva ed entrare in classifica e confrontarsi con gli atleti di alto livello, può usufruire del “cartellino giornaliero”, presentandosi all’atto dell’iscrizione accom-pagnato dal certificato di ido-neità per attività agonistica.Corrida e solidarietà. Quest’anno al fianco del-la Corrida ci saranno due onlus: l’Avis (Associazione Volontari Italiani Sangue) e l’Aido (Associazione Italiana per la Donazione di Organi, tessuti e cellule). Continua la collaborazione con Tele-thon che anche quest’anno ha deciso di essere accanto alla corsa dei modenesi. An-che quest’anno ci sarà l’in-trattenimento post-gara con la Red House Blues Band, complesso musicale com-posto da dipendenti della Ferrari, che suonerà in favore di Telethon allietando l’attesa tra l’arrivo dei top runners e

le premiazioni.Mentre sale l’attesa per tut-ti quei modenesi che ogni anno partecipano alla Corri-da, un appuntamento fisso della stagione agonistica,

continua la corsa alle iscri-zioni con il tetto massimo fissato a 1500 pettorali per i competitivi e ai 4500 petto-rali per i percorsi non com-petitivi. L’ultima edizione è

stata vinta dal keniano Daudi Makalla col tempo di 39.06, mentre nella gara femmini-le si è imposta la torinese Giorgia Morano correndo in 46.08.

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Italiani e kenioti i padroni della corsa modeneseLa scuola tricolore e quella africana sono le dominatrici nell’albo d’oro della Corrida

Un affare tutto africa-no, una questione quasi esclusiva-mente keniota. La

storia recente della Corrida di San Geminiano raccon-ta un dominio incontrasta-to della potenza mondiale di fondo e mezzofondo: a scorrere l’albo d’oro della gara organizzata ogni anno da La Fratellanza, nelle ulti-me 10 edizioni, ben 8 vinci-tori sono nati e cresciuti tra Nairobi e il Kilimangiaro.La Corrida di San Gemi-niano è una tradizione lun-ga 38 anni, che ormai è entrata nel cuore della cit-tà, di chi corre per profes-sione e di chi invece lo fa per passione. E la storia di questa gara internazionale, organizzata ogni anno da La Fratellanza, trae il suo fascino anche dai nomi dei suoi vincitori, che oltre allo strapotere della scuola africana, può vantare i più grandi campioni del fondo e del mezzofondo italiano. E illustre è il nome del primo vincitore: Giuseppe Cindo-lo, considerato tra i pionieri della grande tradizione ita-liana di fondo e mezzofon-do. Insieme a lui, negli anni a venire, i migliori atleti tri-colori si misurarono con la Corrida: tutti nomi scolpiti nell’elenco dei vincitori, tutti corridori che nelle loro car-riere hanno saputo conqui-stare allori su allori, anche oltre i confini nazionali.

Entusiasmo e fiducia nella partecipazione dei modenesi a quello che ormai è un appuntamento classico per San Geminiano, un evento nell’evento che appassiona miglia-ia di persone: “Sono tanti anni che proponiamo alla città la Corrida – racconta Fabrizio Ansaloni, presidente della Fratellanza 1874, società organizzatrice dell’evento – e, nonostante i tanti sforzi che richiede, la risposta dei mo-denesi è la nostra più grande soddisfazione. Non posso che ringraziare l’amministrazione e tutti gli sponsor che da anni ci sono a fianco.”“La Corrida di San Geminiano – sottolinea invece il sinda-co di Modena Giorgio Pighi - è un simbolo per la città. Una corsa incredibile, che porta sulle strade della città 6000 persone, tra atleti top e quelli che corrono per il piacere di fare sport”. “La Corrida – ha ribadito l’assessore allo sport Antonino Marino – è un momento in cui la festa religiosa del Santo Patrono si unisce al profano. Vedere così tanta partecipa-zione ad una manifestazione sportiva e tutta quella gente che passa tra i banchi della fiera è una cosa unica di Mo-dena”.

“UN SIMBOLO PER LA CITTÀ”

Come Venanzio Ortis, vin-citore della medaglia d’oro nei 5000 e di quella d’ar-gento nei 10000 agli Euro-pei del 1978 o Franco Fava, due ori alle Universiadi di Roma del 1975 e tanti altri titoli nazionali. O come Ma-riano Scartezzini, tra i mi-gliori specialisti al mondo nei primi anni ’80 nei 3000 siepi, Franco Arese, che, prima di diventare presi-dente della federazione ita-liana di atletica, aveva con-quistato un oro agli europei sui 1500 e Stefano Mei, vin-citore alla Corrida nel 1989 e plurimedagliato agli Euro-pei e alle Universiadi. Giusto per restare in Italia, l’elenco dei grandi vincitori della gara dedicata al pa-trono modenese si comple-ta con Stefano Baldini, che, qualche anno prima di lau-rearsi campione olimpico, tagliò per primo il traguardo su un percorso molto fami-liare per lui, che a Modena è cresciuto sportivamente sotto la guida attenta di Lu-ciano Gigliotti. Nel 1994 la Corrida incoronò un altro grande, Salvatore Antibo e, pochi anni prima, Gelindo Bordin. Il maratoneta vene-to vinse la corsa modenese nel 1986 e nel 1987: l’anno successivo, a Seul, sareb-be diventato il primo italia-no a vincere la maratona olimpica, imitato ad Atene proprio da Stefano Baldini, ultimo vincitore italiano nel

1995.E nel 1988, nell’anno in cui Bordin entrava nei libri di storia dell’atletica leggera, alla Corrida si registra la prima vittoria di un atleta keniota, Joseph Kipsang, in una sorta di passaggio di testimone tra le due grandi scuole che hanno scritto la storia della Corrida.Nello stesso comincia la storia della Corrida al fem-minile.Tra le donne basta andare alla scorsa edizione per tro-vare l’ultimo successo ita-liano, con Giorgia Morano,

preceduta, con una dop-pietta nel 2010 e nel 2009, da Gloria Marconi.L’anno precedente era toc-cato ad Anna Incerti taglia-re per prima il traguardo del Novi Sad: l’atleta siciliana soltanto due anni dopo, a Barcellona, conquisterà il titolo europeo nella mara-tona.Un’altra campionessa euro-pea, Maria Guida, prima di aggiudicarsi l’alloro conti-nentale a Monaco nel 2002, nel 1991 e nel 1996 scrisse il suo nome nell’albo d’oro della corsa cittadina.

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Italiani e kenioti i padroni della corsa modeneseLa scuola tricolore e quella africana sono le dominatrici nell’albo d’oro della Corrida

La cultura al centro della giornata del patronoDai Musei Civici al Museo Casa Enzo Ferrari: oggi le mostre saranno visitabili in orario festivo

Non solo celebrazioni e passeggiate per il centro: sarà pos-sibile infatti immer-

gersi nella storia e cultura modenese visitando i musei della città che per l’occasio-ne saranno aperti, con ora-rio festivo. A disposizione dei visitatori infatti saranno i Musei civici, il Museo del-la Figurina e il Museo Casa Enzo Ferrari. Non sarà inve-ce possibile salire sulla Ghir-landina, le cui sale sono an-cora occupate dai materiali del cantiere che riprenderà i lavori al migliorare della sta-gione. Partiamo con i Musei Civici che permettono di fare un vero e proprio salto all’interno della vita rurale tra Seicento e Ottocento. Al centro il ritrovamento di oltre 300 corpi inumati nella crip-ta della chiesa parrocchiale di Roccapelago, la sfida di restaurarne gli abiti, testi-monianze della vita rurale tra Seicento e Ottocento, e il confronto con una picco-la comunità marchigiana, teatro di un’analoga sco-perta. Nasce così la nuova mostra del Museo civico d’arte, “Le vesti di sempre: gli abiti delle mummie di Roccapelago e Monsampo-lo del Tronto. Archeologia e collezionismo a confronto”, allestita a Palazzo dei Musei in largo Porta Sant’Agosti-no 337. Propone un’ampia varietà di reperti e culmina nella presentazione di una

delle mummie di Roccape-lago. Aperta fino al 7 aprile, è promossa da Museo civico d’arte di Modena, Soprinten-denza per i Beni Archeolo-gici dell’Emilia-Romagna e Istituto per i Beni artistici, cul-turali e naturali della regione Emilia-Romagna, in collabo-razione con i comuni di Pie-vepelago e di Monsampolo del Tronto. Curata da Loren-zo Lorenzini e Thessy Scho-enholzer Nichols, è aperta da martedì a venerdì dalle 9

alle 12, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. Al Museo civico d’arte è aperta fino al primo maggio anche la mostra “Le mani della carità: l’insegna Rubbiani dell’antico ospizio modenese”, dedicata alle targhe in maiolica dell’antico ospizio cittadino, realizzate a fine Ottocento dalla nota ma-nifattura Rubbiani di Sassuo-lo. L’esposizione fa seguito al restauro finanziato dall’O-pera Pia Case di Riposo di

Modena, la cui attività è te-stimoniata in mostra da alcu-ne interessanti ceramiche di impronta verista. Per quanto riguarda l’archeologia sarà possibile fare un tuffo in epoca antica con il grande mosaico proveniente da una villa tardoromana, esposto al Lapidario romano dei Musei Civici (piano terra di Palaz-zo dei Musei in largo Porta Sant’Agostino 337) e sco-perto per la prima volta nel 1897 da Arsenio Crespellani,

lungo l’antica via Claudia nei pressi di Savignano sul Pa-naro. È tornato alla luce oltre un secolo dopo, tra il 2010 e il 2011, durante la realizza-zione di una rotatoria.Resterà visibile fino al 12 maggio, all’interno di una mostra curata dal Museo ci-vico archeologico etnologico in collaborazione con la So-printendenza ai Beni arche-ologici dell’Emilia Romagna e la Provincia di Modena. Il mosaico si può ammirare negli orari di apertura del La-pidario: da lunedì a venerdì dalle 8 alle 19, sabato e do-menica dalle 9.30 alle 19.Fino al 24 febbraio è alle-stita, presso il Museo della figurina, la mostra “Cose da niente: Il fascino discre-to degli oggetti”, un viag-gio nel passato con circa 200 illustrazioni d’epoca, tra coni da zucchero, maci-nini, tabacco da fiuto, vasi da notte, cuccumelle e sali d’ammonio. Accanto alla mostra ci sono un catalogo con testi inediti che rievoca un giornale di fine Ottocento e un’installazione di Clemen-tina Mingozzi. La mostra è realizzata grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Il Mu-seo è aperto da mercoledì a venerdì dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 18, sabato, do-menica e festivi dalle 10.30 alle 19. “Le Grandi Sfide Ferrari-Ma-serati”: questo il tema della

mostra esposta al Mef – Mu-seo casa Enzo Ferrari dedi-cata all’eterna sfida che ha contrapposto i due grandi marchi dell’automobilismo italiano. Il Mef è aperto tutti i giorni dalle 9.30 alle 18. In mostra sono esposte dician-nove auto, tra cui la Ferrari 340 MM con cui Giannino Marzotto vinse la Mille Mi-glia nel 1953, la Maserati A6GCS/53, la Ferrari 330 P dalla Collezione Maranello Rosso di San Marino e la Maserati 250F su cui Juan Manuel Fangio vinse il tito-lo mondiale nel 1957. Ogni vettura esposta dispone di un touch-screen in doppia lingua (italiano e inglese) con approfondimenti, im-magini e video storici. La mostra, realizzata con il so-stegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Mo-dena, è curata da Giovanni Perfetti con il contributo di Aldo Zana e Luca Dal Monte per lo storyboard narrativo. Anche l’acetaia comunale, che si trova all’ultimo piano del palazzo comunale, sarà aperta al pubblico dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 18,30. Le visite, gratuite, sa-ranno guidate dai maestri della Consorteria di Spilam-berto. Tutti i musei sono a ingres-so gratuito, tranne il Mef- Museo casa Enzo Ferrari (informazioni su biglietti e riduzioni su www.museoca-saenzoferrari.it).

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San Geminiano San GeminianoGIOVEDÌ 31 GENNAIO 2013 a cura di A. MANZONI & C. PUBBLICITA’

Tutte le celebrazioni per il santo di ModenaAlle 11 messa presieduta da mons. Lanfranchi. Nel pomeriggio venerazione delle reliquie

San Geminiano è pri-ma di tutto una festa cristiana, per cele-brare il patrono della

città, colui che, la leggenda narra, ha salvato i modenesi dal’attacco delle truppe bar-bariche guidate dal terribile Attila. Per la solennità di San Ge-miniano le celebrazioni eu-caristiche previste in Duo-mo, cattedrale della diocesi modenese, rispetteranno i seguenti orari: 7, 8, 9, 11 e 18. Oltre che dall’arcivesco-vo mons. Antonio Lanfran-chi e dal vicario generale

mons. Giacomo Morandi, le celebrazioni saranno presie-dute da diversi vescovi nati all’ombra della Ghirlandina. La messa delle ore 8 sarà presieduta da mons. Giaco-mo Morandi, vicario genera-le della diocesi di Modena-Nonantola. La santa messa pontificale delle ore 9 sarà celebrata da mons. Lino Pizzi, vescovo della Dioce-si di Forlì-Bertinoro. Alle ore 11 inizierà la solenne messa pontificale, preceduta dal-la benedizione alla città ed all’arcidiocesi con la reliquia del braccio di san Geminia-

no. Il cerimoniale impone che alle 10.40 i canonici del Capitolo della cattedrale si rechino a ricevere gli arcive-scovi e i vescovi nella resi-denza arcivescovile. La ce-lebrazione delle ore 11 sarà presieduta da mons. Antonio Lanfranchi, arcivescovo di Modena-Nonantola, e con-celebrata da arcivescovi e vescovi, i vicari episcopali, i canonici di Modena, il pri-ore del Capitolo Abbaziale,

l’arciprete della collegiata di Finale Emilia, i vicari foranei, i sacerdoti del Seminario e il segretario dei religiosi. Il servizio liturgico è affidato ai seminaristi e quello di acco-glienza e d’ordine al perso-nale dell’Unitalsi.Nel pomeriggio è prevista la venerazione delle reliquie di san Geminiano. Nella fascia oraria dalle 14 alle 17, piutto-sto che al mattino durante la celebrazione delle sante mes-se, sarà possibile venerare

la tomba del santo patrono, come pure la reliquia del brac-cio di san Geminiano. Alle ore 17.15 è in programma la re-cita dei Secondi Vespri Pon-tificali, con mons. Lanfranchi a presiedere il canto dei Se-condi Vespri. La santa messa vespertina, che comincerà alle ore 18, sarà presieduta da mons. Giuseppe Verucchi, arcivescovo emerito di Raven-na-Cervia, con assistenza di mons. Lanfranchi. Attraverso don Luigi Biagini,

maestro delle celebrazioni eucaristiche, dalla Diocesi rendono noto che visitando la Cattedrale in devoto pellegri-naggio, come durante l’Anno Santo, dal pomeriggio di ieri all’intera giornata di oggi, e compiendo le opere prescritte (Confessione e Comunione – anche in altro giorno vicino – professione di Fede, Padre Nostro, preghiera mariana e preghiera per il Santo Padre) si può ottenere l’indulgenza plenaria.

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San GeminianoGIOVEDÌ 31 GENNAIO 2013 a cura di A. MANZONI & C. PUBBLICITA’

“Radici e futuro, è la festa di tutta la comunità”Lo chef Massimo Bottura, ai vertici della cucina mondiale, racconta il suo San Geminiano

A San Geminiano è obbligatorio il panino con la salsiccia e la cipolla… oppure la

classica porchetta!” Se a dir-lo è il migliore chef del mon-

do, ogni modenese è tenuto a rispettare una delle regole non scritte della festa del pa-trono. Quando contattiamo Massimo Bottura per farci raccontare il suo San Gemi-niano, lui è a St. Moritz, in

“ una riunione preparatoria del Gourmet Festival. Nonostan-te i ritmi frenetici imposti dalla manifestazione, il patron del-la Francescana trova il tem-po per rispondere a qualche nostra domanda sulla festa cittadina per eccellenza. Bot-tura si fermerà in Svizzera fino a sabato “ed è una gran bella esperienza, i prodotti del no-stro territorio anche qui han-no un successo strepitoso. Ma questo – ci racconta – è uno dei primi San Geminiano che mi perdo: e confesso che un po’ mi dispiace”. Bottura, cosa la lega alla fe-sta del patrono?“Tantissimi ricordi, a partire dall’infanzia. Sono immagi-ni che appartengono a tutti i modenesi. Le battaglie con

la schiuma insieme agli altri bambini, gli schiamazzi del venditore che affila i coltelli per una dimostrazione, le vie del centro affollate dalle per-sone: ”E qual è oggi, secondo Bot-tura, il valore della festa pa-tronale?“Per me ha ancora un signi-ficato altissimo. A San Ge-miniano Modena si ritrova tutta in piazza e riscopre una dimensione di comunità che per me è fondamentale. San Geminiano è una bella occa-sione per stare insieme a cui, secondo me, i modenesi non dovrebbero rinunciare: parte-cipare alla vita della città si-gnifica anche non mancare a momenti come questo.”.E, panino con la salsiccia

a parte, qual è il suo menù per una festa del patrono?“Non un menù ma un piatto, che mi è capitato di propor-re recentemente, a cui sono molto legato. Una sbrisolona speciale, in cui ho abbassa-to il tono di zucchero e alza-to quello salato. Sopra, un cotechino cotto al vapore di lambrusco, accompagnato da due gocce di aceto balsa-mico e da uno zabaione fatto col lambrusco. E’ questo il mio piatto di San Geminiano, anzi è il mio piatto dell’anno, perché dentro c’è tutta la cul-tura del nostro territorio, le ra-dici e il futuro.”Dopo un 2012 trionfale, il suo 2013 si è aperto col riconoscimento di chef dell’anno attribuito dal

Daily Meal. Arrivati così in alto, quali sono i prossimi obiettivi?“Siamo felici che l’anno nuo-vo si sia aperto come si era concluso quello vecchio. I nuovi traguardi sono gesti sociali, piatti che fanno bene a chi li realizza e a chi li gu-sta, pietanze che possono aiutare il nostro territorio ed in particolare quella parte della nostra provincia che ha

sofferto per il terremoto dello scorso maggio. Ce n’è dav-vero bisogno: anzi, chi può, sostenga una delle tante iniziative realizzate per aiu-tare la Bassa. Ad esempio, i “Ristoranti Aperti”, il progetto messo in piedi da “Chef to Chef”: andate a provare i ri-storanti della Bassa modene-se, la ripresa della normalità parte anche da gesti semplici come questo”.

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San Geminiano San GeminianoGIOVEDÌ 31 GENNAIO 2013 a cura di A. MANZONI & C. PUBBLICITA’

La fabbrica di S. Geminano: le origini del DuomoIn un volume gli atti che raccontano l’edificazione della cattedrale di Lanfranco e Wiligelmo

E’ stata presentata nei giorni scorsi in arci-vescovado, a cura di Pierpaolo Bonacini,

la pubblicazione “La fabbri-ca di San Geminiano. Re-gesto del codice capitolare O.II.11”. All’interno del volu-me, edito da Mucchi, sono raccolti, in modo sistema-tico, i documenti custoditi nell’archivio capitolare e noti con il nome di ‘Codice O.II.11 che narrano tutte le tappe principali dell’edifi-cazione del Duomo di Lan-franco e Wiligelmo e delle sue prime fasi costruttive, affidate alla Fabbrica di San Geminiano. Si tratta di un patrimonio preziosissimo di quasi 200 atti, un vero e proprio ‘liber iurum’ ossia di un insieme di regole di fun-zionamento di un cantiere: diritti a contenuto economi-co, patrimoniale, giuridico accumulati dalla Fabbrica per sostenere l’attività di costruzione, integrazione e manutenzione di quel com-plesso monumentale che oggi è Patrimonio mondiale

dell’umanità. Alla presenta-zione del volume “La fabbri-ca di San Geminiano”, che permette di muoversi con agilità all’interno di questo codice capitolino, erano presenti monsignor Giaco-mo Morandi, vicario gene-rale della diocesi di Modena e arciprete maggiore del Capitolo e Andrea Landi, presidente della Fondazione

Un autentico gioiellino medievale, meta ogni anno di mi-gliaia e migliaia di turisti: San Gimignano, in provincia di Siena, deve il suo nome proprio al vescovo di Modena, un nome soltanto leggermente modificato da Geminiano a Gimignano, appunto. La cittadina domina la Val d’Elsa ed era, fino al X secolo, semplicemente un villaggio di origine etrusche. Proprio a cavallo dell’anno mille la città prende il nome di San Gi-mignano, a causa del salvataggio dalle orde barbariche, attribuito proprio al santo modenese. San Gimignano, detta anche la città delle torri, ebbe grande sviluppo in epoca medievale grazie alla via Francigena che attraver-sa la cittadina.E’ tra i paesi dove è venerato il Patrono di Modena, che in Toscana è anche venerato in Garfagnana, terra del Du-cato di Modena e luogo dove si narrano altri miracoli e segni prodigiosi compiuti da Geminiano.

UNA CITTA’ COL NOME DEL SANTOCassa di risparmio di Mo-dena che hanno introdotto i lavori e preceduto gli inter-venti di monsignor Adriano Tollari, archivista del Capi-tolo Metropolitano, France-sca Piccinini, coordinatrice del Sito Unesco di Modena, Pierpaolo Bonacini, cura-tore del volume e docente di Storia del Diritto all’Uni-versità di Bologna e Save-rio Lomartire, professore di Storia dell’arte medievale all’Università del Piemonte Orientale.“Alle radici di questo libro – ha spiegato la Piccini-ni - vi è la tesi di laurea in Diplomatica preparata da Jessica Elefante presso la ‘Scuola speciale per archi-visti e bibliotecari’. Consi-derata l’originalità del lavo-ro, l’Archivio Capitolare di Modena, in collaborazione con il Museo Civico d’Arte, ha puntato a valorizzarlo per farne un serio e compiuto strumento di consultazio-ne del codice O.II.11 e, nel contempo, di conoscenza di una porzione importante della documentazione me-dievale modenese. I regesti sono stati integralmente ri-visti da Pierpaolo Bonacini, che ha predisposto l’elenco degli atti già pubblicati e ha curato dal punto di vista scientifico la realizzazione complessiva del volume, e da Lorenzo Pongiluppi, al quale si deve anche l’indice finale dei nomi di persona e

di luogo.Il volume è stato sostenu-to dalla Fondazione Cassa di risparmio di Modena ed è dedicato alla memoria di monsignor Guido Vigarani, direttore dell’archivio Capi-tolare recentemente scom-parso”.L’opera, quindi, pone l’at-tenzione sugli atti riguardan-ti l’edificazione del Duomo del codice. Codice che al suo interno contiene anche la Relatio che l’ha resa ce-lebre in tutto il mondo: la Relatio sive descriptio de innovatione ecclesie Sancti Geminiani Mutinensis pre-sulis ac de translatione vel revelatione seu etiam con-secratione eius beatissimi

corporis a domino Paschali sancte Romane sedis sum-mo pontifice diligenter cele-brata.La Relatio offre ai lettori, attraverso il racconto di un testimone oculare, una cro-naca fedele della fondazio-ne del Duomo modenese di Wiligelmo e Lanfranco e so-prattutto della translatio, la traslazione delle spoglie del santo patrono dalla vecchia alla nuova cattedrale.Un momento fondamentale della storia della comunità civile e religiosa modenese. La stessa che oggi si ritrova per celebrare il proprio san-to patrono all’ombra della cattedrale patrimonio Une-sco.

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San GeminianoGIOVEDÌ 31 GENNAIO 2013 a cura di A. MANZONI & C. PUBBLICITA’

Forse non tutti sanno che, insieme a San Geminiano Mo-dena vanta anche un compatrono, Sant’Omobono, che si festeggia il 13 novembre.Omobono Tucenghi nacque e visse a Cremona nel XII se-colo. Già in vita la sua generosità era proverbiale: le sue

ricchezze finivano in gran parte per opere di carità e la sua bontà gli conferiva una grande autorevolezza presso i concittadini. Fu il primo santo laico della storia e, naturalmente, al-cuni secoli più tardi venne proclamato patrono della città lombarda.Il legame con Modena è da collocare al 1630, quando la nostra città è attraversata da una tre-menda epidemia di pe-ste. Processioni e funzio-ni religiose non sembrano placare il morbo e il primo novembre di quell’anno i membri del Consiglio dei

Conservatori fecero voto di costruire una chiesa in onore del-la Beatissima Vergine se la peste fosse sparita da Modena. Poco dopo, il 13 novembre del 1630, nel giorno di Sant’Omo-bono, per la prima volta dopo molti mesi non si registrarono morti. Da allora, il 13 novembre di ogni anno, i Conservatori si recarono in rappresentanza di tutta la comunità modenese a rendere grazie per la protezione ottenuta alla Beata Vergine e a Sant’Omobono, all’altare dedicato alla Vergine nella chiesa di S. Pietro, poi, dal 1636, nella nuova Chiesa del Voto.Più di mezzo secolo dopo, nel 1698, Sant’Omobono venne proclamato compatrono di Modena, su proposta dell’Arte dei Sarti, che già avevano nel santo cremonese il loro protet-tore. Da allora sono rimaste vive, ogni anno il 13 novembre, le celebrazioni per ringraziare il santo che sconfisse la peste.

SANT’OMOBONO, IL SECONDOPATRONO DELLA CITTÀ

I ‘confratelli’ del Patrono della città di ModenaL’antica confraternita di San Geminiano, che risale al 1348, è tuttora pesante ed operante

La confraternita di San Geminiano, che officia tuttora la chiesa della Beata Vergine delle

Grazie, in via Sant’Agosti-no, ha origini antichissime. Infatti, in occasione della Morte Nera (1348), quan-do “non si trovava perso-na che volesse sepelire gli morti”, come recita un ap-punto seicentesco, “si levò tre compagnie di Modona, cioè quella del hospitale de batuti et quella di S.to Pietromartire, quella di S.to Geminiano […] et in ciascu-na di dette compagnie vi erano bene huomini 200”. Poi, passato il contagio, la devozione doveva essersi raffreddata, se, nel 1492 fu riorganizzata - con l’appro-vazione vescovile dei Capi-toli - presso la chiesa delle Grazie una confraternita dedicata a San Geminiano che da tempo andava lan-guendo, stabilendo che il suo scopo dovesse esse-re quello della carità, della penitenza anche attraverso l’autoflagellazione, della preghiera per propiziare la misericordia divina. L’abito corale adottato era la cap-pa bianca, con il cappuccio che copriva il volto, tipico dei sodalizi dei battuti o fla-gellanti, cinta in vita da un cordone rosso. Ma la data che segna il risveglio del-la devozione verso il San-to Patrono è quella del 18 febbraio 1511, giorno del

celebre miracolo “contra Gallos”, nel quale - come narra il Vedriani - San Ge-miniano mise in fuga Carlo d’Amboise e le sue truppe che stavano per occupare la città. Nel 1572, i confra-telli di San Geminano, tra i quali figuravano anche uomini bene inseriti nella vita amministrativa di Mo-dena, portarono a termine una revisione dei Capitoli iniziata nel 1557 per l’inte-ressamento dello stesso vescovo Egidio Foscherari. Le norme che reggevano la vita del sodalizio sarebbero state nuovamente aggior-nate nel 1745 e nel 1821. Rimanevano elementi cen-trali il culto verso il Santo Patrono, la partecipazione alla preghiera corale, l’ac-compagnamento funebre ed il suffragio dei defunti. Frattanto, il 19 aprile 1523, la confraternita era stata trasferita nella chiesa di San Silvestro, donde, l’an-no seguente, si era trasferi-ta presso un nuovo oratorio edificato con il sussidio di Guido Rangoni – del qua-le essa conserva tuttora in sacrestia un ritratto - nei pressi di San Giovanni del Cantone. Nel 1756, a cau-sa del rinnovamento edilizio della capitale operato da Francesco III, il pio sodali-zio dovette cedere il proprio oratorio, in cambio di quel-lo di Sant’Antonio Abate, in corso Canalgrande, accan-

to al portico del Collegio. Nel 1783 i confratelli dovet-tero trasferirsi, per ordine di Ercole III, nella parrocchiale di San Biagio al Carmine. Nel 1796 il pio sodalizio ri-tornò finalmente nella sua sede originaria della Beata Vergine delle Grazie, ma oramai Napoleone era alle porte. La neonata Repub-blica, con la legge del 28 giugno 1798, procedette alla soppressione delle cor-porazioni ecclesiastiche, in parte per motivi ideologici, in parte per finanziare le co-stosissime campagne mili-tari dell’armata rivoluziona-ria. Riorganizzata dopo la breve reggenza imperiale del 1799-1800 e la seconda occupazione napoleonica successiva alla battaglia di Marengo, la confraternita di San Geminiano dovette, come molte altre, trasfor-marsi in confraternita del Santissimo Sacramento – l’unica ammessa, perché avente compiti di illuminaria parrocchiale - tra il 1807 ed il 1814 per sfuggire ad una soppressione definitiva. Al-cuni medaglioni tuttora con-servati in sacrestia, recanti su di un lato l’immagine di San Geminiano e sull’altro il Santissimo Sacramento, te-stimoniano questa “tattica mimetica”. Rifiorito durante la Restaurazione estense , il sodalizio partecipò assieme alle altre quindici confrater-nite cittadine dell’epoca alle

cerimonie di accoglienza per l’arrivo di Pio IX a Mo-dena il 2 e 3 luglio 1857. E oggi? Oggi la confrater-nita di San Geminiano, oltre ad officiare la chiesa delle Grazie, è attiva nella cele-brazione del Santo Patrono, in occasione della quale da vent’anni ha allacciato rap-porti con la città di Pontre-moli e da un paio di lustri con San Gimignano, che in-viano proprie rappresentan-ze in Duomo in occasione della S. Messa Pontificale per venerare il comune Pro-tettore. I confratelli di San Geminiano non mancano di contraccambiare la visita, assicurando una rappre-sentanza modenese nelle analoghe celebrazioni che si tengono nelle altre due città ed offrendo l’olio per le rispettive lampade votive che vi ardono quale segno di devozione verso San Geminiano. Inoltre, dopo impegnativi interventi di re-stauro, nell’ambito delle ce-lebrazioni per il quinto cen-tenario del miracolo “contra Gallos” del 1511, la confra-ternita ha potuto riportare la chiesa delle Grazie al suo splendore settecentesco, ridonando alle pareti la bel-la cromia originaria e pro-cedendo al restauro delle cappelle e dello splendido organo Traeri, ospitato nel-la cantoria. Così continua la lunga storia che unisce Modena e San Geminiano.

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San GeminianoGIOVEDÌ 31 GENNAIO 2013 a cura di A. MANZONI & C. PUBBLICITA’

Il Consorzio Fiera Antiquaria Città di Modena informa la pro-pria clientela che il tradizionale appuntamento di fine mese al parco Novi-Sad “L’antiquariato e gli antichi mestieri” si svolgerà sempre nello stesso parco, ora Novi-Park nel primo sabato di ogni mese, già dal mese di febbraio, sabato 2 non più l’ultima domenica del mese. La rassegna “L’antiquaria-to e gli antichi mestieri” è ospite del rinnovato parco che è diventato un anello fra l’antica costruzione del Foro Boario, oggi Facoltà di Economia dell’università, con un parcheggio tra i più belli dell’Emilia Romagna a distanza zero dal merca-to. Oltre gli antiquari esporranno bancarelle di modernariato, vintage, rigattieri, ed artigianato artistico tradizionale. In pro-gramma inoltre, a cura del museo civico di Modena, visite guidate al museo archeologico del Novi Ark.

APPUNTAMENTO CON L’ANTIQUARIATO E GLI ANTICHI MESTIERI

Quando a Modena si diceva ‘San Zemiàn aiutes!’ Divagazioni semiserie (e rigorosamente in dialetto!) sui geminiani e il loro Santo protettore

San Zemiàn aiutes!”: chi ha ascoltato al-meno una volta il tra-dizionale sproloquio

di Sandrone e della Fami-glia Pavironica al balcone del Palazzo comunale, si ri-corderà questa interiezione del capofamiglia del “Bòsc ed sàta” quando affronta un problema che pare in-sormontabile. Vi è in questa frase, oltre all’aspetto folclo-ristico, una traccia del lega-me fortissimo fra i modenesi e il loro “Patrono principale” ( Modena he ha altri due “Meno che principali”: San Contardo d’Este e Sant’O-mobono) , tant’è vero che per secoli essi sono stati ribattezzati semplicemente “geminiani”, e Modena “la Città geminiana”. Da Attila in poi, passando per il mi-racolo del 18 febbraio 1511 “contra Gallos”, chissà quante volte questa invoca-zione sarà stata mormorata da labbra modenesi in oc-casione di calamità, guerre e pestilenze. Ma “San Ze-miàn aiutes!” può essere detto in tono scherzoso, come per sbottare “ci man-cherebbe anche questa!”, o ironico, della serie “Ah, andàm bein!”, o borbottata nel tono di chi si lamenta “An gh’è piò religioun!”. Si sa, il nostro sa essere un popolo bonario, e limitarsi a “basèr la reléquia ed San Zemiàn”, ma, quando si accalora, può benissimo cambiare

tipo di devozione e man-dare qualcuno a “basèr la reléquia di zinc sànt”, ovve-ro a farsi prendere a sberle ( le dita della mano essendo solitamente nel numero di cinque). Ma, a proposito di calore, in occasione della solennità di San Geminiano, il clima è tutt’altro che mite. Per questo si dice “San Ze-miàn con la néva in màn”, oppure “San Zemiàn da la bèrba bianca, la néva l’an mànca” e, lo scorso anno, mai proverbio fu più azzec-

cato, dato che i fiocchi bian-chi si misero a scendere copiosi all’ora della tradizio-nale Messa Pontificale sulla folla, sugli ottoni della ban-da musicale e sulle parruc-che bianche dei messi co-munali che recavano i ceri votivi e l’olio per la lampada che arde presso il sepolcro del Santo, nella cripta, meta di un ininterrotto flusso di fedeli. Sì, perché, oltre ai cit-tadini, da tutta l’Arcidiocesi partono singoli o comitive alla volta del capoluogo, e

persino i montanari scen-dono a valle. Per questo si dice che “Per San Zemiàn al mont al vin al piàn”. Se il gelo la fa da padrone, nel-la stagione dei “tri Sànt da la bèrba biànca”, ovvero Sant’Antonio (13 gennaio), San Geminiano (31 genna-io) e San Biagio (3 febbraio) – e “a San Biès la néva l’a-gh piès”- è altrettanto vero che i giorni cominciano, seppure lentamente, ad al-lungarsi. Così, le ore di luce aumentano poco a poco, e

si dice: “Per Sant’Antàni un ora tànda, per San Zemiàn doo or an fàn”. Non sap-piamo quanto sia ancora rispettata in città l’usanza che univa le due fiere vici-ne di Sant’Antonio e di San Geminiano e che voleva che le mogli offrissero un rega-lo ai mariti in occasione del primo santo, venendo con-traccambiate nella seconda ricorrenza. Certo è che, un tempo, una dimenticanza in questo campo poteva esse-re causa di seri imbarazzi domestici. L’inverno, si sa, è periodo di feste: Nata-le, Capodanno, l’Epifania, Sant’Antonio, San Geminia-no…e la coda profana del Carnevale che chiude con qualche eccesso anche ga-

stronomico la stagione, fin-ché la Quaresima non giun-ge a richiamarci all’ordine. Ma non per tutti, ora ed al-lora, questo è un tempo di festeggiamenti: “L’invéren l’è al Paradìs di sgnór, al Purgatòri di vèc e l’Inféren di puvràtt”. A chi “an sàvi-va pió a che Sànt impiér al candél” perché “l’éra puvratt damànd San Quin-tein, c’al sunèva l’Ev Maria cun i càpp”, non restava in sostanza che confidare che “al Sgnòr al manda la nèva secànd i tàtt”, cioè che la Provvidenza manda a ciascuno le croci che può reggere. E magari, di tanto in tanto, mormorare, prega-re o sbottare: “San Zemiàn aiutes!”.

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San Geminiano San GeminianoGIOVEDÌ 31 GENNAIO 2013 a cura di A. MANZONI & C. PUBBLICITA’

Quando a Modena si diceva ‘San Zemiàn aiutes!’ Divagazioni semiserie (e rigorosamente in dialetto!) sui geminiani e il loro Santo protettore

E gli Estensi festeggiavano sette giorni dopo…Il rapporto tribolato tra la città di Modena e i duchi, ‘costretti’ a far festa al Patrono a febbraio

San Geminiano il 7 febbraio. Un errore del calendario? Una bizzarria d’altri tem-

pi? Una semplice battuta? No, il 7 febbraio era il giorno in cui festeggiavano il san-to di Modena gli Estensi, i signori della città per molti secoli. Ma, per arrivare a co-noscere il motivo di questa autentica anomalia, bisogna

fare diversi passi indietro.Il rapporto tra il culto di San Geminiano e gli Estensi, signori di Modena a più ri-prese, è stato particolar-mente tribolato e segnato in qualche modo dal rap-porto non sempre ‘sereno’ tra gli stessi signori d’Este e i cittadini modenesi. Basti pensare che il celebre mira-colo di San Geminiano che

No, non abbiamo sbagliato festa e nemmeno città. Non di Siena stiamo parlando, ma proprio di Modena e del ‘suo’ Pa-lio che è legato, e non poteva essere altrimenti, proprio alla figura del Patrono della città. Cavalli berberi che correvano per le vie del centro storico, in premio un palio di tela di ben 25 metri e un quadro di San Geminiano oltre ad altri doni (e naturalmente un po’ di gloria da spendere per la città e per altri concorsi simili) per il vincitore.Il 30 aprile, in occasione dell’anniversario della traslazione del corpo di San Geminiano in Duomo e approfittando del-la clemenza del tempo, e fino agli inizi del 1800, Modena e le sue strade erano attraversate da cavalli rigorosamente berberi lanciati a tutta velocità per la conquista del palio. Il Palio di Modena, surrogato ora dalla Corrida, era un appun-tamento irrinunciabile e aveva premi molto ambiti, forse fin troppo. Uno dei principali motivi della scomparsa di questa tradizione era dovuto ai costi ingenti, da una parte per la preparazione delle strade e delle piazze dove si correva e dall’altra per il costo dei premi. Il Palio fu dapprima sospeso per alcune edizioni, proprio a causa della crisi economica e poi definitivamente accantonato. Chissà che a qualcuno, magari proprio per rilanciare la Modena della tradizione, non si faccia venire in mente di riproporlo. Ma del resto anche la Settimana Estense non si fa più… proprio a causa della crisi economica. Quando si dicono i ricorsi storici.

UN PALIO ANCHE A MODENAprotegge la città di Modena dagli Unni, in realtà è stato ‘inventato’ per rispetto pro-prio agli Estensi. Infatti i mo-denesi attribuirono all’inizio all’intercessione del Patrono la cacciata di Azzo VIII d’E-ste (detto dalla tradizione popolare ‘Azzone’ probabil-mente a causa della stazza non certo minuta) un sovra-no affatto amato dai cittadini

che se ne volevano liberare. Modena divenne quindi co-mune ‘libero’ per una tren-tina d’anni, fino al ritorno degli Estensi nel lontano 1336. In quell’occasione il ‘miracolo’ di San Geminiano contro un Este fu tramutato (ah, la ragion di Stato…) in un miracolo contro Attila, re degli Unni e dunque ‘inno-cuo’. Ma una sorta di ‘tie-

pidezza’ rimase comunque valida per centinaia di anni, tanto che i modenesi non ‘invitavano’ se così si può dire i duchi Estensi alle ce-lebrazioni per San Geminia-no il 31 gennaio e nemmeno per la settimana di festa e di mercato che seguivano e di cui rimane memoria oggi nella tradizionale Fiera e nel giro in centro che i ge-miniani di ogni provenienza continuano a mantenere viva. Gli Estensi, quindi, fe-

steggiarono il Patrono solo il 7 febbraio, nell’ottava della festa e da lì per una settima-na. Ecco, dunque, svelato l’arcano: San Geminiano nel calendario ‘personale’ dei duchi e della corte era traslato dal 31 gennaio al 7 febbraio, con buona pace della città e della Chiesa e con buona pace (magari solo con un po’ di fastidio) da parte degli stessi signori, consigliati a fare buon viso a cattivo gioco.

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San GeminianoGIOVEDÌ 31 GENNAIO 2013 a cura di A. MANZONI & C. PUBBLICITA’

Da ‘cadavere di città’ a grande centro urbanoAi tempi di Geminiano la Mutina romana era in decadenza. Ma proprio da lì partì la riscossa

Modena, Mutina. Il nome latino della città, che già nel 200 avanti Cristo

era una colonia romana assai importante, evoca l’origine della via Emilia, le legioni romane e la pianta fatta ad accampamento mi-litare della nostra città. La Mutina romana pian piano

diventa una vera e propria città, con le sue ville nelle immediate vicinanze del centro storico, il traffico di merci che solcano la via Emilia (dal console Marco Emilio Lepido) che unisce la città nascente con gli al-tri grandi centri della regio-ne. La fortuna della città è indissolubilmente legata a

Il museo del Duomo, allestito in occasione del grande Giu-bileo del 2000, raccoglie un ricco patrimonio di opere d’arte, parati e suppellettili liturgiche, che testimoniano la vitalità del-la Chiesa modenese lungo i secoli. Ben più antica invece è la storia del museo del Lapidario, sorto tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento per ospitare rilievi e sculture recupe-rati durante la campagna di restauri che in quegli anni inte-ressò la cattedrale. Il Lapidario si è poi arricchito di materiali scoperti casualmente e di opere che rischiavano di andare perdute se avessero continuato a rimanere all’aperto. Tra i pezzi più pregiati il cosiddetto ‘altarolo’ di San Geminiano, un altare ‘portatile’ attribuito proprio al santo patrono.Il museo del Duomo e il museo del Lapidario, realizzati grazie al contributo dell’arcidiocesi di Modena-Nonantola, del capi-tolo metropolitano del Duomo, del Comune e della Provincia di Modena, della Regione Emilia Romagna e della Fondazio-ne Cassa di Risparmio di Modena, si trovano in via Lanfranco 6 e rispettano i seguenti orari di apertura: da martedì a do-menica dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30, con chiusura tutti i lunedì e la domenica di Pasqua. Il costo del biglietto d’ingresso è di 3 euro per gli adulti e di due euro per i bambini. All’interno dei musei è possibile fare visite guidate, contattando ModenaTur allo 059/220022, oppure l’associa-zione Arianna al numero 329/6198421.

I MUSEI DEL DUOMO

questa strada, ancora oggi uno degli assi principali del traffico nel nord Italia. Tra il 78 e il 43 avanti Cri-sto non mancano battaglie importanti, che vedono la sconfitta dei rivoltosi con-tro Silla prima e di Marco Antonio poi, mentre anche Cicerone nelle celeberrime ‘Filippiche’ parla di Mutina

(è il 44 avanti Cristo) come ‘Firmissimam et splendi-dissimam populi Romani coloniam’, ovvero fedelis-sima e floridissima colonia romana. Tra il primo e il se-condo secolo dopo Cristo Mutina conosce un periodo di grande splendore, con quasi 20mila abitanti (per i tempi una città di grande

importanza e dimensioni) e con traffici di merci mol-to importanti. Poi inizia la decadenza, che culmina proprio negli anni di guerra civile quando Geminiano viene chiamato a diventare vescovo: quando Sant’Am-brogio passa da Modena nel 387 (è certo che il san-to milanese e Geminiano si conoscessero e si stimas-sero a vicenda) la definisce ‘cadavere di città’. Eppure è proprio da lì, grazie anche

se non soprattutto all’impul-so dato ai modenesi da Ge-miniano, che Modena inizia la sua risalita nonostante le scorribande dei barbari che per duecento anni flagella-rono la penisola. Geminia-no incarna e incarnerà per i secoli a venire l’emblema della speranza dei mode-nesi, proprio in virtù della sua capacità di guidare, in anni difficilissimi e ricchi di sofferenze, il popolo a ri-scattarsi e a ripartire.