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novembre 2009 Media Partner Cose dell’altro mondo Da ogni parte del pianeta arrivano a sfidare gli Azzurri

SPORTCLUB NOVEMBRE 2009

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SPORTCLUB NOVEMBRE 2009

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    Cose dellaltro mondoDa ogni parte del pianeta arrivano a sfidare gli Azzurri

    cover SC novembre09 26-10-2009 10:21 Pagina 1

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  • Sommario

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    sommario5 Editoriale

    Comitato promotore Roma 2020

    6 RicordiElsner, una vita per la gente

    8 FocusFinanziare e programmare

    10 FormazioneIl capitano del diporto nautico

    12 Diritto e rovescioLa sponsorizzazione e la sua tutela

    13 Cultura sportivaSpettacolare, travolgente,incredibile

    14 FocusUn caso di rugby

    16 RugbyAll Blacks

    18 CoverSiamo pronti per gli extraterrestri

    24 BaseballThats baseball!

    28 OlimpiadiTaiwan colorata dazzurro

    32 Sport&finanza36 Sfide

    The Italian Dream40 Taekwondo

    Due azzurri dargento44 Fiamme Gialle

    Le Fiamme Gialle a Skipass 200948 Sport estremi

    Febbraio 2010 The Big Nail52 Politica sportiva

    Il rapporto tra lo sport e la politica54 Etica sportiva

    Arriva Eticamp58 Tiro a volo

    Tra scienza e innovazione60 Squash

    Con locchio del tecnico62 Pallanuoto

    La pallanuoto nella capitale64 Calcio

    Eccellere anche nel calcio66 Basket

    80 anni e non sentirli

    68 Golf74 Roma Tuttincircolo82 Napoli Tuttincircolo86 Fitness88 Sport style

    novembre 2009

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    Sport Club Editori srlvia Morlupo, 51 00191 Romatel. 06 97600342fax 06 [email protected]

    Direttore editoriale Luigi Capasso

    Sport ClubAnno VII - n. 53 - Novembre 2009Reg. trib. di Roma n. 591/2004 del 30-12-2004

    Direttore responsabile Luigi Capasso [email protected]

    Editorialisti Piero Marrazzo, Paolo Cecinelli, Franco Chimenti, Pino Capua, Alessandro Cochi, Paolo Del Bene, Daniele Popolizio, Tommaso Mandato

    Hanno collaborato a questo numeroMatteo Cirelli, Fabio Onnis, Carlo Stigliano, Silvia Pittelli, Gianluca Scarlata, Marco Trozzi, Alessandro Morucci, Enrico Morucci, Roberto Cundari, Andrea Tranquilli, Anna Tina Mirra, Alexia Amaricci, Andrea Cecinelli, DanielaPerrone, Gianni Boninsegna, Pietro Malato, Luigia Latteri,Andrea Friedrich, Mattia Morandi

    Golf Simone SelliMotori Matteo CirelliSport&Finanza Marcel VulpisRugby Andrea Cimbrico

    Presidente Onorario Giuseppe CapelliConsiglio di amministrazione Sport Club EditoriLuigi Capasso, Giuseppe Capelli e Donatella Fedeli

    Progetto grafico e ImpaginazioneAdversign [email protected]

    Pubblicit Adversign s.r.l.Davide CampanellaVia Morlupo, 51 - 00191 Romatel. 06 97600342cell. 335 [email protected]

    Redazione NapoliSportform - Centro Direzionale Is. B/3 - Napolitel. 081 19562785 - fax 081 [email protected]

    Fotografie Grazia NeriStampa Plus Group s.r.l. - RomaFinito di stampare nel mese di ottobre 2009

    Salvo accordi scritti o contratti di cessione di copyright, la collaborazione a questo periodico da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali giunti in redazione.

    vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati dalla Editrice Capasso s.r.l.

    Sport Club anche su

    nov 2009_sere 29-10-2009 10:20 Pagina 4

  • 5pg

    di Luigi Capasso

    tiamo entrando nelsettimo anno di vi-ta della nostra rivi-sta. 53 numeri, tan-

    ti speciali. Milioni di copie dis-tribuite gratuitamente. Migliaiadi pagine scritte con passioneed amore verso lo sport. Il sottoscritto, editore e diretto-re responsabile, mai una riga,mai un articolo a testimoniareche se non hai niente di impor-tante da dire e sempre giustostare in silenzio e dare spazio achi ha pi argomenti di te: la pa-rola unarma da usare in mo-do giusto, pu essere sciabolama pu essere fioretto. Destra osinistra, neri o rossi, bianco lat-te o neri carbone, giallorossi obiancocelesti, per SPORT CLUBlimportante che si promuovalo sport quello giusto, quellobuono, fatto di cultura ed eti-ca, fatto di valori che siano stru-mento di insegnamento per i no-stri ragazzi. E non a caso diamospazio a tutte quelle disciplinesportive che molte volte lavora-no sotto traccia e non sotto i ri-flettori sparati dei grandi massmedia. Poi arriva il 2 ottobre eda Copenhagen si comincia a bi-sbigliare su una possibile can-didatura di Roma per le Olim-piadi 2020.

    Il sussurro diventa urlo. E via i soliti nomi, le solite per-sone, i soliti proclami. Seguiamo le linee guida del pre-sidente CONI Gianni Petrucci che

    correttamente ha stilato in fret-ta e furia un decalogo per sce-gliere con serenit la citt giu-sta per un possibile successo. Noi di SPORT CLUB scendiamo

    in campo ufficialmente, chie-diamo a gran voce che ci dia-no la possibilit di organizzaredelle Primarie dopinione perscegliere gli uomini e le donnegiuste che possano intrapren-dere questa avventura verso unsogno a cinque cerchi. Vogliamo che gli sportivi co-muni, praticanti e non, diano illoro contributo a scegliere ilComitato Promotore. Vogliamo andare nei circoli,nelle palestre, nei campetti adascoltare il giudizio ed il con-siglio dello sportivo qualunqueche dando il suo voto possa es-sere finalmente partecipe di ungrande evento. Organizziamo e paghiamo noi.Non c problema. Vogliamo chequesta avventura olimpica na-sca sotto il segno della traspa-renza, della limpidezza, del ri-spetto per chi mette tanto amo-re e non viene mai considerato. Ascoltiamo la gente della Capi-tale che, comunque, dovr es-sere protagonista di questa av-ventura olimpica. E poi Mila-no, Venezia, Palermo, Bari:quante citt si sono candidate,ma come musicava GiacomoPuccini TU NON VEDRAINESSUNA COSA AL MONDOMAGGIOR DI ROMA

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    Comitato Promotore Roma 2020.Vogliamo le Primarie.Paghiamo noi

    Editoriale

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  • di Alessandro Cochi Delegato allo Sport del Comune di Roma

    on la morte di GianniElsner abbiamo persoun faro. E questo non solo un modo di di-

    re, che spesso si usa per ricordareche se ne va. Con Gianni scompa-re davvero un faro, un punto diriferimento, non per una ma perdiverse buone ragioni.Da ragazzi che hanno fatto dellim-pegno politico uno stile di vita, spes-so da lui abbiamo tratto lispirazio-ne e certamente la consapevolezzache bisogna sempre rispettare il pat-to che si stringe con la comunitcittadina, sempre. Perch la politi-ca prima di tutto rappresentanza,partecipazione e rispetto. Per que-sto non possiamo ricordare quandoGianni Elsner fu eletto in parlamen-to e il suo mandato si risolse imme-diatamente nell'impegno a favoredi qualcuno. Non si pu interpreta-re diversamente la circostanza piunica che rara di un parlamentareche destin per intero il suo stipen-dio in quel periodo alla casa di ri-poso per artisti di Bologna. Una lezione, appresa via radio co-me tante altre, che Gianni Elsnerimpart con classe, professionali-t e semplicit. Anche attraversoil suo impegno radiofonico e le suetrasmissioni abbiamo compresoche il servizio ai cittadini l'uni-ca ragione vera di essenza di unpolitico che altrimenti si annodaintorno a se stesso e non ha mo-tivo di essere. Politica, per comela intendeva Gianni, voleva direbattaglia sociale, battaglia per mi-

    gliorare le condizioni di vita ditanta gente nel mondo e in modoparticolare di quella dei bambini.Da qui le adozioni a distanza, ben3000 e la costruzione di una scuo-la in Paraguay: sono entrambeperle di un impegno totale e fattodi amore e solidariet. Un anchor-man, come si dice oggi, solido ebattagliero, politico nel senso piautentico del termine. O forse unpolitico sempre, anche al di l deimandati, con innato il concetto dipolis (citt), da trasmettere e radi-care. Ma faremmo forse un'ingiu-

    stizia se parlassimo di Elsner solocome anchorman, politico, uomoimpegnato in questa e quella bat-taglia di sensibilizzazione. Gian-ni, seppur non romano di nascita,era un innamorato della nostra cit-t della quale divenne ambascia-tore. Ma soprattutto era innamo-rato della Lazio e a ben vedere stato uno di quegli intrattenitoriradiofonici (guai a definirlo gior-nalista) che ha insegnato ad ama-re ancor di pi la Lazio, a costruir-le e a restituirle (quando statonecessario) una dignit e un ran-

    go di primissimo. Sociale che si fonde allo sport el'impegno vero di Gianni che hapure insegnato a molti ragazzi dioggi un mestiere che praticamen-te non esisteva prima, quello dispeaker radiofonico. Ci ha regala-to la radio parlata, che prima dilui praticamente non esisteva n aRoma n in Italia.Tante volte lo abbiamo sentito du-ro e quasi sprezzante al telefonocon qualche radioascoltatore, maabbiamo sempre compreso che erauna durezza necessaria per inca-nalare nel giusto verso un ragio-namento. Gianni era un buono eanche per questo non tollerava cat-tiva fede e scarsa civilt. Sar sem-pre nei cuori di chi ha avuto la for-tuna di conoscerlo e nel ricordo dichi lo ha sempre ascoltato e che loha considerato di famiglia.

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    Ricordi

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    Elsner, una vita per la gente

    Politica, per come la intendeva Gianni, voleva dire battaglia sociale, battaglia per

    migliorare le condizioni di vita di tanta gente nel mondo e in modo particolare

    di quella dei bambini.

    Gianni Elsner tra i tifosi della Lazio

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  • la tutela sanitariadi chi pratica attivit sportiva

    visite di idoneit sportive agonistiche e non agonistiche

    servizi specialistici di medicina dello sport

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  • 8a Regione Lazio, inquesti ultimi anni, stata palcoscenico diimportanti eventi

    sportivi internazionali, ne sonoesempio il recente Mondiale dinuoto e la finale del Mondiale diBaseball. Per poter continuare adesser candidati forti e credibili pereventi di questa portata, bisognadotare il territorio di strutturesportive e infrastrutture. Luoghidi sport allaltezza degli standardinternazionali in cui ospitare econtemporaneamente investire sulsostegno e sulla diffusione dellapratica sportiva per tutti, che ri-tengo sempre un importante in-dice del grado di benessere di unterritorio. Questo vuole essere lo-biettivo finale del progetto Im-pianti a misura di sport, promos-so dallAgenzia Regionale per loSport (Agensport), in collabora-zione con il CONI Regionale La-zio e la CONI Servizi, progetto alquale sia io che lAssessore Giu-lia Rodano teniamo particolar-mente. Questo progetto suppor-tato anche dal Presidente del Co-ni Nazionale, che a luglio scorsoha firmato con lAgensport unprotocollo dintesa che prevedeunampia collaborazione tra lenostre istituzioni. Il progetto pre-vede lutilizzo di una piattaformainformatica, predisposta dalla CO-NI Servizi, che consenta di moni-

    torare costantemente ed aggior-nare le informazioni relative agliimpianti sportivi e alla loro frui-bilit. Lobiettivo di Impianti aMisura di Sport quello di darealle amministrazioni locali unostrumento di pianificazione delservizio sportivo nel territorio delLazio. Si vogliono poi rendere ac-cessibili e di facile lettura le in-formazioni contenute nel databa-se ai cittadini, attraverso i porta-li delle diverse amministrazioni,in modo da fornire loro un eccel-lente servizio. Il sistema renderpossibile laggiornamento del da-to in modo costante, massimiz-zando il ruolo ed il contributo de-gli enti locali, attraverso un mo-

    dello di censimento de-localizza-to, fornendo un servizio al citta-dino sui luoghi dove praticarelattivit sportiva.Unimportante novit, rispetto aiprecedenti censimenti, sar lageoreferenziazione degli impian-ti che, correlata agli indici di pres-sione demografica, consentir unaserie di analisi di geomarketing.Il rapporto tra domanda e offer-ta di sport nelle diverse aree for-nir agli enti locali della Regio-ne un quadro preciso per lorien-tamento degli investimenti eunanalisi del servizio sportivoche gli impianti sono in grado dioffrire. Il progetto coinvolger,oltre al Comune e alla Provincia

    di Roma, le altre quattro Provin-ce: Frosinone, Latina, Rieti e Vi-terbo. Il Lazio stato scelto dalComitato Olimpico Nazionale co-me regione pilota per lanciarequesta piattaforma che verr suc-cessivamente riproposta, dopo lafase di sperimentazione che ci ve-de coinvolti, in chiave nazionale.La Regione inoltre non intende

    solo programmare ma anche so-stenere gli investimenti riguar-danti l'impiantistica sportiva.Questa la finalit della conven-zione stipulata con l'Istituto peril Credito sportivo, il Coni e Ban-ca Impresa Lazio.L'obiettivo sostenere la costru-zione di nuovi impianti o il recu-pero e la riattivazione di struttu-re gi esistenti. Ma anche la rea-lizzazione e riqualificazione degliimpianti secondo criteri di soste-nibilit ambientale e in particola-re di risparmio energetico e uti-lizzo di fonti rinnovabili. L'accor-do punta anche a sostenere gli in-terventi strutturali, relativi alle at-tivit sportive e culturali svolte,dalle parrocchie, dagli istituti cat-tolici e dagli altri enti di culto ri-conosciuti dallo Stato. I grandi appuntamenti, e pensoanche alle Olimpiadi, si prepara-no per tempo attraverso una col-laborazione tra tutti i soggetti co-involti, innanzitutto il CONI, e conuna politica sulle infrastrutture.

    di Piero MarrazzoPresidente della Regione Lazio

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    Focus

    Finanziare e programmare.Impianti a Misura di Sport

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  • Formazione

    Il Capitano del diporto nautico: nuova figura

    del charter a vela...a cura dellAvv. Tommaso MandatoPresidente Sport Form

    nche se quando si par-la di impresa sportiva,non il primo riferi-mento che viene in

    mente come la scuola calcio o il cir-colo di tennis, ma quello del dipor-to nautico senza dubbio un set-tore che rientra a pieno titolo nel-la definizione. La vela, infatti, cer-tamente uno sport, e di conseguen-za le imprese che organizzano scuo-le, corsi e crociere per velisti e aspi-ranti tali, rientrano perfettamentenella definizione di impresa sporti-va. Inoltre, quello del charter ma-rino, un fenomeno decisamenterilevante anche sotto il profilo eco-nomico: solo in Italia, infatti, il tu-rismo sportivo nautico rappresen-ta un giro d'affari d'oltre 36 milio-ni di euro, secondo le stime del Cen-sis nel Terzo Rapporto sull'Econo-mia del Mare. Nel nostro paese que-sta peculiare forma di vacanza, checoniuga perfettamente turismo esport, letteralmente scoppiata ne-gli ultimi anni. Complice anche unaforse troppo disinvolta politica diincentivi statali, le imprese che sioccupano di charter nautico sonospuntate come i funghi in autun-no, e forse proprio per questo han-no attirato l'attenzione del legisla-tore, che ha deciso di regolamenta-re in maniera chiara e definitiva unamateria in cui s'accavallavano co-dici e leggi diverse, con l'ingom-brante presenza del vecchio Codi-ce della Navigazione. Cos, il 15 Set-tembre 2005 stato varato il nuo-vo Codice della Navigazione da Di-porto e poi, fattesi evidenti alcunelacune in quel testo, stato appron-tato il Decreto 29 luglio 2008, n.

    146, Regolamento di attuazione del-l'articolo 65 del decreto legislativo18 luglio 2005, n. 171. Particolar-mente interessante in quest'ottica,a parere di chi scrive, la regola-mentazione della figura del coman-dante da diporto nautico, il cosid-detto skipper, ovvero lo sportivoprofessionista non agonista che ac-compagna in barca i clienti. Nel linguaggio marinaresco, lo skip-per il capitano di una piccola na-ve da cabotaggio (per cabotaggio siintende la navigazione marittimacostiera con navi di piccole e me-

    die dimensioni). Nel linguaggio sportivo invececolui che dirige le manovre delleimbarcazioni a vela da regata. Inunaccezione pi ampia lo skipper il conduttore di imbarcazioni dadiporto a motore o a vela, con osenza motore ausiliario, adibite alnoleggio per la navigazione nelleacque interne e nelle acque marit-time senza limite di distanza dal-la costa. Questo termine, la cui eti-mologia deriva dell'olandeseschipper, sta ad indicare oramai intutta Europa la figura del coman-

    dante, tipicamente d'imbarcazio-ni a vela. Il comandante , da unpunto di vista giuridico, una figu-ra non ben identificata, e confu-sa spesso con il conduttore. Ed chiaro che, da un punto di vista dirapporto di lavoro in ambito spor-tivo, il comandante si configuracome uno sportivo professionistanon agonista, essendo il suo lavo-ro tipicamente quello d'un atletavelista impiegato in un ambitonon competitivo. Quella del co-mandante una figura che, perlegge, deve essere obbligatoria-mente presente, e quindi indivi-duata, su ogni unit da diporto. Quella dello skipper una profes-sione affascinante che offre lop-portunit di vivere esperienze dav-vero interessanti. Ci nondimeno un lavoro molto duro: occorre ave-re la passione per il mare, amare lavita allaria aperta, avere spirito diavventura, essere in grado di sop-portare la fatica e sapersi adattarein qualunque situazione. indi-spensabile conoscere bene almenodue lingue straniere (preferibilmen-te inglese e francese), avere una cer-ta abilit manuale e saper cucina-re. Lesercizio della professione diskipper subordinato al possessodella patente nautica. Per il conse-guimento della stessa necessariofrequentare con esito positivo i cor-si organizzati dalle scuole nauti-che, sparse su tutto il territorio na-zionale. Successivamente, si puapprendere la necessaria competen-za tecnica direttamente sul campooppure frequentando i corsi di for-mazione per skipper organizzatidalle scuole di vela e nautica.

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    Cino Ricci, skipper per antonomasia

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  • dellAvv. Sabrina RondinelliSpecializzata in diritto dello sportDottoranda di ricercaFac.Giurisprudenza La Sapienza

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    Diritto e Rovescio

    l contratto di sponso-rizzazione, nel setto-re dello Sport cheha raggiunto la pi

    ampia diffusione: ci, in quantosono proprio le manifestazionisportive con il vasto pubblico chenormalmente richiamano a costi-tuire loccasione pi propizia perla divulgazione di un marchio, diun nome o, pi in generale, del-limmagine aziendale.Le societ sportive, infatti, per ef-fetto della Legge 18 Novembre1996, n. 586, hanno visto ricono-scersi lo scopo lucrativo ed il dirit-to a spiegare la loro azione anchein aree diverse da quelle stretta-mente agonistiche (seppure con-nesse e strumentali ad esse), conconseguente possibilit di sfrutta-re economicamente tutte quelle at-tivit che si sviluppano ai marginidellattivit sportiva. Esse potran-no pertanto incrementare il pro-prio capitale, oltre che attraversoil consenso dietro corrispettivo al-la ripresa televisiva degli incontridelle loro squadre ed il ricorso almerchandising, anche attraversoun pi ampio e remunerativo ri-corso alla sponsorizzazione dei sin-goli spettacoli prodotti. In Italia, iprimi esempi di sponsorizzazionesportiva risalgono ai primi annicinquanta, principalmente nel ci-clismo: si trattava dellabbinamen-to degli atleti con prodotti diretta-mente legati alla loro attivit spor-tiva. Successivamente, negli anni

    sessanta, il fenomeno si consoli-dato in maniera definitiva, graziealla passione degli italiani nel cal-cio. Oggi la sponsorizzazione, inoccasione di eventi sportivi, costi-tuisce, per gli investitori pubblici-tari, uno degli obiettivi pi ambi-ti, oltre che remunerativi.Lattivit di sponsorizzazione spor-tiva pu assumere varie forme: ol-tre a quella ordinaria della spon-sorizzazione di persone fisiche, lepi comuni tra le quali sono costi-tuite da: il c.d. abbinamento: las-sociazione o la societ sportiva siobbliga ad affiancare alla propriadenominazione, quella dello spon-sor ovvero un suo marchio. Talvol-ta, il nome dello sponsor si sosti-tuisce a tutti gli effetti, a quello del-lo sponsorizzato.La sponsorizzazione di una mani-festazione sportiva: la diffusionedel messaggio pubblicitario avvie-ne nellambito di una singola ma-nifestazione, spesso intitolata allosponsor. La scelta del contraente diun contratto tipico di sponsorizza-zione della squadra nazionale noncostituisce una fase della c.d. vitainterna della Federazione italianagioco calcio (FIGC), ma rappresen-ta il momento in cui questa, qua-le organo del Coni, disciplina in-teressi fondamentali, strettamenteconnessi con lattivit sportiva;pertanto, in tal caso, la suddettaFederazione obbligata ad opera-re la scelta del contraente del men-zionato contratto atipico di spon-

    sorizzazione attraverso una proce-dura ad evidenza pubblica e nel ri-spetto delle disposizioni relative al-la stipula dei contratti da parte deisoggetti pubblici.Le sponsorizzazioni sono contrat-ti di durata, a titolo oneroso o aprestazioni corrispettive. I caratte-ri dello sponsor mutano in relazio-ne al tipo di sponsorizzazione:que-sti pu, infatti, essere una singolapersona; ovvero essere costituitoda un insieme di individui chesvolgono unattivit comune; o an-cora, da un ente pubblico o priva-to che gestisce o promuove una de-terminata attivit o un determina-to evento. Il fenomeno della spon-sorizzazione ha importanti ricadu-te nella materia della giustizia spor-tiva, sotto il profilo della possibilelegittimazione dello sponsor, a con-testare provvedimenti che, compri-mendo lattivit dello sponsee, pos-sono pregiudicare, di riflesso, losponsor medesimo.Se la controversia non dovesse na-scere tra lo sponsor e la Federazio-ne sportiva che ha irrogato il prov-vedimento sanzionatorio, ma do-vesse interessare le stesse parti con-trattuali, si verrebbe a profilare unaresponsabilit contrattuale .Secondo dottrina e giurispruden-za prevalenti, sarebbe, in tal caso,consentita allo sponsor unazionediretta contro latleta o la squadrasponsorizzata avanti al giudice or-dinario: cio la risoluzione delcontratto e la conseguente richie-

    sta di risarcimento dei danni ex art1453 c.c. ci che accade, adesempio, allorch lo sponsee vio-li i doveri di buona fede e corret-tezza, provocando una grave alte-razione dellassetto contrattuale,tale da renderne legittima la riso-luzione. In questa ipotesi la giuri-sprudenza riconosce allo sponsoruna tutela inibitoria, mediante iprovvedimenti durgenza di cui al-lart.700 c.p.c, contro dichiarazio-ni rese allo sponsee lesive dellim-magine dello sponsor stesso. Purtuttavia si riconosce allo sponsoruna serie di altri diritti: da quellodi vedere il proprio nome unito al-lassociazione sportiva, al dirittodi apporre il nome o il marchiosulle divise sportive, nonch il di-ritto a pregiarsi della qualifica disponsor e di essere considerato ta-le. In questultima ipotesi pu es-sere leso, sia sotto il profilo con-trattuale che extracontrattuale. In-fatti, da un lato lo sponsee puviolare lobbligazione contrattua-le assunta, attraverso un compor-tamento tipico, come nel caso diomesso abbinamento del nome edel marchio dello sponsor al no-me della squadra; dallaltro, la le-sione pu avvenire anche ad ope-ra di un terzo, mediante un com-portamento atipico, quale la ne-goziazione della qualifica dellosponsor: lipotesi della menzio-ne di una squadra sportiva, nonaccompagnata dallindicazione delnome o del marchio dello sponsor.

    La sponsorizzazione e la sua tutela

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    os ha commentatoCarlos Osorio, segre-tario generale dellacandidatura brasilia-

    na alle Olimpiadi 2016. Perch leOlimpiadi arriveranno a Rio e ilBrasile avr loccasione di ospita-re quel particolare momento di ric-chezza e prestigio. Le Olimpiadi so-no unoccasione clamorosa per ri-lanciare leconomia e questo losanno tutti, uno per tutti il presi-dente degli Stati Uniti Obama, cheper la sua Chicago si era espostoin prima persona. Aveva fiutatovelocemente unoccasione per ri-sollevare la citt, che insieme alpaese vive in pieno la crisi econo-mica, ma la sua occasione sfu-mata proprio al primo turno. Ol-tre a Chicago sono state elimina-te Tokio e Madrid e cos anche ilSud America avr le sue primeOlimpiadi. Questevento allItalia tuttaltro che indifferente, perch noto che le olimpiadi non ven-gono mai assegnate due volte nel-lo stesso continente, quindi per il2020 ci sono concrete possibilitche i Giochi Olimpici possano at-terrare a Roma.La capitale si gi mobilitata e ilsindaco sa che una citt per meri-tarsi le Olimpiadi deve mettere incampo progetti e idee, presentarsicoesa e fare gioco di squadra. Leparole di Alemanno sono chiare:Per raggiungere lobiettivo lim-portante essere compatti, presen-tare una citt e un paese unito.

    Anche Giovanni Malag, presiden-te del comitato organizzatore deiMondiali di nuoto di Roma 09, di-ce la sua: L'ipotesi e la realizza-zione anche della sola candidatu-ra deve essere una gioia, e io so-no completamente a disposizione.Roma e l'Italia hanno tutte le car-te in regola per concretizzare que-sta candidatura. La citt il nostropunto di forza, una delle citt pibelle del mondo e offre qualcosadi pi e di diverso rispetto alle al-tre citt. I problemi sono noti, e fa-cilmente comprensibili. Ma se c'una volont unitaria i nostri ele-menti a favore battono qualsiasiconsiderazione negativa.Roma ha gi avuto da poco dueresponsabilit sportive interna-

    zionali di notevole peso, la fina-le di Champions League e i mon-dali di Nuoto, e lanno prossimoospiter i mondiali di Pallavolo.Insomma, la capitale nonostan-te tutto si sente pronta al passosuccessivo. Ma il passo gran-de e molto importante, e i ritar-di e gli scivoloni questa voltanon sono ammessi. A Pechino2008 gli atleti erano pi di10.000, i Paesi pi di 200, i gior-nalisti pi di 10.000. Numerimostruosi, per non parlare del-la diffusione radiotelevisiva esulla rete. Una tale presenza, pidi due settimane di sport di al-tissimo livello su pi impianti incontemporanea propongonounorganizzazione molto impe-

    gnativa. La sicurezza e i traspor-ti, dal punto di vista del pubbli-co, sono una assoluta priorit.La sicurezza prevede un control-lo che non pu essere sparpa-gliato in una regione, ma che de-ve essere contenuto in una cit-t, anche se questa una metro-poli grande come Roma, nonparagonabile alle dimensionienormi di Pechino. Insomma gliostacoli sono tanti e sono alti,ma loccasione ghiotta e lIta-lia ha le carte in regola per pren-derla al volo. Farsi trovare im-preparati vorrebbe dire doveraspettare ancora troppi anni perle Olimpiadi, e in questo momen-to sarebbe proprio unamara per-dita per il paese e per la citt.

    di Paolo Del Bene Docente del Corso di Laurea

    di Scienze MotorieUniversit Tor Vergata

    C

    Travolgente

    incredibilespettacolare

    le Olimpiadi di Roma 60

    Cultura sportiva

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  • 14

    del prof. Daniele Popolizio Resp.le Progetto Europeo sullo Sport,Direttore Generale CENPIS

    siamo al Rugby, unosport relativamentenuovo nella culturasportiva italiana.

    In occasione della imminente com-petizione voglio descrivere un ca-so che abbiamo affrontato in tem-pi recenti di un campione della na-zionale inglese di rugby.Un vero talento, mi disse il suoallenatore quando me lo presentin seguito ad un infortunio piutto-sto serio ai legamenti del ginocchiodal quale latleta faticava a ripren-dersi dal punto di vista psicologico.Accade spesso per la verit che uninfortunio serio costituisca un veroe proprio trauma, uno shock per lat-leta in base alla dinamica in cui avvenuto e alla seriet dello stesso,o alla difficolt nella fase di recu-pero. Mi vengono in mente, a pro-posito, Federica Pellegrini col ma-lore di Genova (causato da unasmapoi diagnosticata) e Alberto Aqui-lani, di recente entrato a far partedel nostro programma di prepara-zione psicologica per atleti di lite.Accade che in momenti particolaridella vita, momenti in cui si piesposti e fragili, il verificarsi di une-sperienza o di una serie di eventicontingenti negativi, possano fun-gere da dispositivo di innesco diuna reazione a catena che spessoconduce lindividuo sullorlo del ba-ratro. Si tratta, come ci ricorda Aa-ron Beck (1984) noto a livello inter-nazionale per i suoi studi sulla de-pressione, di esperienze che conno-tano una perdita importante per lin-dividuo, un vissuto di perdita che siallarga a macchia dolio pervaden-

    do limmagine che la persona ha dise stessa, del mondo e del suo futu-ro (la cosiddetta triade cognitiva).Questi avvenimenti possono essereovvi e vistosi, come la perdita di unapersona cara, o pi sottili e sfuggen-ti, come una delusione dovuta allosquilibrio fra sforzo profuso e risul-tato finale (per esempio un insuc-cesso o una forte delusione). Il fatto che a partire da questoevento negativo lindividuo atti-va dei modelli cognitivi di perdita,cio dei pensieri negativi precosti-tuiti e immodificabili (poich rite-nuti assolutamente validi) che rin-forzano sempre pi il suo vissutoemotivo di sconfitta, disistima e sfi-ducia. Si viene cos a creare un cir-colo vizioso in cui i vissuti prova-ti agiscono a loro volta sui pensie-ri negativi fino a strutturare dellevere e proprie convinzioni. Questeultime orienteranno lindividuo inuna sorta di visione tunnel, percui riesce a prendere in considera-zione soltanto i lati negativi delleesperienze e mai quelli positivi o,addirittura, vedere il negativo l do-ve non c. in questi momenti chei nostri meccanismi di difesa pos-sono entrare in crisi, minacciandolequilibrio personale. Io sono unosfortunato per natura, cos mi dis-se latleta nel nostro primo collo-quio. Questa affermazione indica-tiva del sommerso che sostieneuno stato depressivo, soltanto lapunta delliceberg. Pi in dettaglio,lo stress circostante funge da atti-vatore del nostro sistema nervosoe ormonale, scatenando intense rea-zioni chimiche e psicologiche nel

    momento in cui lindividuo non pi in grado di fronteggiare le ri-chieste ambientali ( scientificamen-te documentato un consistente in-nalzamento del livello di serotoni-na, un neurotrasmettitore che rego-la lumore, in concomitanza di unostato depresso).La resilienza coincide appunto conquella particolare abilit, in parteinnata in parte da acquisire, di trar-re insegnamenti utili da esperienzenegative; in altre parole la capa-cit di restare lucidi nei momentidifficili, senza confondere le espe-rienze attuali con quelle preceden-ti, utilizzando strategie efficaci esempre nuove. E con i nostri me-todi si pu oggi addestrare. Latle-ta inizi il nostro programma e ri-conquist la nazionale con un po-sto di titolare, disputando un otti-mo Sei Nazioni. Ora, come ci diceE.H. Erikson, la crisi personale unatappa necessaria per il passaggio dauna fase allaltra del ciclo vitale diun individuo, e la sofferenza chelaccompagna un ingrediente in-

    dispensabile per la sua riuscita. Avolte per si pu verificare il bloc-co in una di queste fasi da cui si incapaci di uscire, in cui ci arenia-mo a causa del verificarsi di quel-le esperienze, che abbiamo visto es-sere capaci di scatenare delle rea-zioni a catena molto forti e allequali attribuiamo significati del tut-to personali. Le nostre reazioni so-no dunque una modalit di rispo-sta a queste frustrazioni, ad insuc-cessi per noi significativi.E se vero che uno sport troppo esa-sperato nella ricerca della vittoriapone lindividuo sotto stress, avvi-cinandolo pi al robot che allesse-re umano, altrettanto vero, comedimostrano i recenti dati scientifi-ci, che nello sport stesso che pos-siamo trovare gli elementi della cu-ra e della terapia di taluni difficol-t emotive. Perch per esprimere iltalento fondamentale scoprirlo eaddestrarlo nel tempo, anche da unpunto di vista psicologico, rimuo-vendo tutte le nostre reazioni dis-funzionali alla nostra performance.

    Focus

    E

    Un caso di Rugby

    nov 2009_sere 29-10-2009 10:23 Pagina 14

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    Campagna _redais__Quotidiani 22-10-2009 17:16 Pagina 1

  • di Paolo Cecinelli Caporedattore centraleLa7 Sport

    a Nuova Zelanda laterra promessa delrugby. Tra i simboli diquesto meraviglioso e

    pacifico paese c il Kiwi, che non un frutto ma un uccello senzaali. Al Kiwi non serve volare.Quando allalba del sesto giornoDio cre la Terra, gli disse: Rima-ni qui, non avrai mai bisogno discappare. Questa sar una terra pa-cifica. Anche le origini del rugbyin Nuova Zelanda sono particola-ri. Sembra, infatti, che la primapartita fu organizzata il 14 mag-gio del 1870 da un certo CharlesJohn Munro in un giardino bota-nico. Munro era una brava perso-na e per non scontentare nessuno,

    in barba alle regole di gioco spe-dite con un vaporetto dallInghil-terra, decise di schierare 18 gioca-tori per squadra anzich 15. I neo-zelandesi sono rimasti cos. Paci-fici, coinvolgenti, soprattutto ami-ci. Non si fanno problemi con nes-suno, al massimo lo travolgono.Come fece Jonah Lomu a Mike Cattnella Coppa del Mondo del 1995.Se lo trov di fronte, tra lui e la li-nea di meta, alz le ginocchia econtinu a correre schiacciandolocome una noce. Spontanei e sim-patici come Tana Umaga e suo cu-gino Maa Nonu che nel 2004 ri-masero bloccati nel traffico di Ro-ma, scesero dal pulmann e sposta-rono a braccia tre auto rimetten-

    dole poi a posto. Ogni giocatoreche ha vestito quella mitica ma-glia nera ha una storia tutta da rac-contare. Dave Gallaher, il capita-no della squadra che nel 1905 fe-ce il primo tour in Europa e diedeinizio alla nomea di Imbattibili.Gallaher, nonostante fosse unavanti ovvero uno degli otto uo-mini di mischia, era sempre stac-cato dal raggruppamento diven-tando spesso luomo in pi. Per gliinglesi fu una vera umiliazione,soltanto i gallesi dopo averli stu-diati per tutto il tour riuscirono atenergli testa. Per far comprende-re lo spirito leale degli All BlacksPaolo Rosi amava raccontare lastoria di Rob Deans, il giocatore

    Rugby

    16

    L

    Vengono in Europa ogni due anni, in Italia ogni cinque. Vivono esattamente dallaltra parte del mondo, nel senso che se fate un buco per terra e scavate in profondit sbucate proprio a casa loro.

    All Blacks

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  • che solo sul letto di morte giur chela meta segnata al Galles era vali-da. Uscire dal campo stata sem-pre unumiliazione ma per un AllBlack lo ancora di pi se si cac-ciati dallarbitro, cosi WilliamMcKenzie per mascherare la primaespulsione della storia usc dal cam-po fingendo di zoppicare.Il secondo espulso fu Colin Earl

    Meads nel 1967, un pastore che gio-cava al rugby e si allenava portan-do in spalla le pecore su e gi perle colline. Meads aveva una forzaincredibile, i suoi placcaggi eranocorretti ma devastanti, al limite del-la decenza. Venne gentilmente in-vitato ad uscire dal campo per gio-co violento da un arbitro irlandesedurante un test-match contro laScozia al Murrayfield.Colin Meads salv la sua reputazio-ne solo per i suoi trascorsi di gio-catore duro ma educato. I giornalineozelandesi lo accusarono pesan-temente di aver tradito lo spirito fairdegli All Blacks, in sua difesa sischier il primo ministro con undiscorso molto appassionato in Par-lamento. Brian James Lochore, unodei pi grandi giocatori degli an-ni70, che da piccolo cavalcava ipony e da grande ne trasport unofacendolo accomodare sui sedili po-steriori della sua auto Chevy, coni finestrini aperti ed il muso del ca-vallo che sporgeva fuori. Estrover-si e testardi come Ian Andrew Kirk-patrick, 39 test-matches con la ma-glia della Nuova Zelanda tra il 67

    ed il 77, considerato linventore delruolo della terza linea blink flan-ker, ovvero quella deputata alla di-fesa. Per Kirkpatrick fu del tutto ca-suale e spontaneo, chiamato a so-stituire il grande Lochore nel 1968,interpret il ruolo in maniera deltutto inedita tanto da diventare unriferimento per tutti. Nonostante lasua mole, un metro e novanta cen-timetri, Kirkpatrick era anche un ot-timo calciatore. Piazzava il pallonecolpendolo di punta da qualunqueposizione e aveva una facilit an-che nel drop (per chi proprio nonne sa nulla, si tratta di calciare ilpallone di rimbalzo e mandarlo inmezzo ai pali della porta duranteuna fase di gioco). John James Kir-wan, anche lui dieci anni da titola-re, racconta che la maglia degli AllBlacks sacra. Quando te la con-segnano e la prendi in mano, sco-pri che pesantissima dice John- il tessuto molto erto ed intrisodella sua storia. Ogni volta che gliveniva consegnata la maglia, ilgiorno prima della partita, John lastendeva sulla sedia vicino al letto,con il numero 14 verso di lui e poi

    si addormentava tranquillo, alme-no sino al calcio dinizio della par-tita. Gli All Blacks hanno vinto so-lo una volta la Coppa del Mondoma sono considerati comunque lasquadra pi forte del mondo ova-le. Tutti conoscono la danza dell-Haka, qualcosa su cui non sonogradite ironie, i neozelandesi nehanno un grandissimo rispetto per-ch fa parte della loro cultura e re-ligione. Si tratta di un rito delle an-tiche trib maori, rivisitato e cor-retto nel tempo dagli stessi AllBlacks. una composizione di ben-venuto, esultanza e disprezzo suo-nata con molti strumenti: mani, co-sce, piedi, petto, voce e lingua cheviene mostrata in segno di sfida agliuomini. Esprime la passione, il vi-gore e lidentita razziale dei mao-ri. Recentemente, durante una bel-lissima alba boreale, gli All Blackssi sono fatti fotografare su di unaspiaggia. Hanno atteso che unon-da del mare bagnasse la sabbia fa-cendola diventare uno specchio ar-gentato e poi hanno intonato il dol-ce ma terribile canto di guerra delka mate, ka mate.

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  • Cover

    Siamo pronti per g

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  • di Giorgio Cimbrico

    r gli extraterrestriConsiglio affettuoso e disinteressato per novembre, tempo di test: chi non riuscito a

    conquistare un biglietto per San Siro Gran Canyon del calcio prestato al rugby, dove chifinir nellanello pi alto dovr ricorrere a binocoli con ottica Zeiss usate dagli ufficialidella Kriegsmarine tenti di assicurarsene uno per Udine, quando (21 novembre) una

    settimana dopo il match con gli All Blacks, agli Azzurri toccheranno gli Springboks.

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  • noto quanto sia difficile, duranteil flusso consueto della nostra vi-ta, calarsi nella comprensione pie-na delle categorie storiche, ed

    proprio questo Sudafrica a permettere anali-si e salto: ha conquistato il suo secondo tito-lo mondiale giusto due anni fa, mettendo invetrina quella sicurezze quel controllo racco-mandati dallindustria di vertice del pneuma-tico, andato a vincere due volte in NuovaZelanda, ha estirpato gli artigli ai Lions chetornavano nellAfrica australe sulla spinta diantichi tour vittoriosi, ha rimesso le mani sulTri Nations, risalito, come giusto sia, in ci-ma al ranking mondiale. Se i parametri nonsono acqua fresca (nel tennis ogni tanto ca-pita, nel rugby no), il presente gi storia.

    Il Sudafrica offre un rugby rinfrescato, mache affonda nel tempo: sufficiente far focusanche su un solo giocatore, guardare la suacorsa: pi he quella di una springbok, genti-le e balzante gazzella, la carica di un bufa-lo munito di una calotta che unisce le cornae protegge il cranio. Sempre a testa in avan-ti, incurante dellimpatto, aggressivo, corag-gioso, quasi crudele, anche con se stesso.

    E ora, guardare e valutare le componentidella squadra, formidabile cocktail: olande-si (Boeri), tedeschi, francesi di antica radiceugonotta, britannici (pochi), neri dopo chequindici anni orsono, la democrazia e lugua-glianza sono tornate a respirare dopo lungaasfissia, al termine di un difficile flusso di arialibera nei condotti della societ. Oggi sem-pre toccante vederli schierati cantare tutti as-sieme Nkosi sikeleli Afrika con commozione,con partecipazione, anche le parti previste in

    xhosa. Lontani i tempi in cui i boeri preferi-vano Die Stem, marziale e fascista. Il rugbysudafricano coinvolgente perch pesca nel-le origini, caratteristiche e caratteriali, del gio-co: sfida, battaglia, confronto impietoso sinoallabilit nello sfruttare quellunico virtuosi-smo concesso dentro una centrifuga di corpie di gesti. Con un drop hanno vinto un mon-diale, il loro primo: era il 25 giugno 1995all?Ellis Park di Johannesburg, e fu un altropasso nel lungo cammino della libert propo-sto da quel vecchio numero sei, Nelson Man-dela, il Gandhi del nostro tempo. Tutti gli deidella terra lo abbiano in gloria.

    Versione per i materialisti: che giunte ol-tre i novantanni, le cellule del Madiba sub-iscano il pi rallentato dei processi di in-vecchiamento. Evidente che, per scelta del luogo, levento (latentazione naturalmente di scriverlo maiu-scolo) di stagione sia fissato in Italia-NuovaZelanda del 14 novembre, nel maxi-stadio mi-lanese intitolato a Peppino Meazza. Un tuttoesaurito oltre i settantamila spettatori gi po-

    ne San Siro ai livelli di uno stracolmo Millen-nium di Cardiff, nelle vicinanze dello Stadede France, di Twickenham e di Croke Park, da-vanti a Murrayfield dove i sold-out sono sem-pre pi rari. Il record su suolo italiano (i 45.00dellOlimpico romano per Italia Sudafricadellannata 1995) gi stato superato da lun-ghe settimane di vendite e di prenotazioni.Spericolato e poco onesto promettere mirabi-lie o sovvertimenti in un gioco spietato e mol-to esatto quale quello inventato dal reve-rendo sepolto a Mentone. Raccogliere uovadopo aver pensato fugacemente a una tavolaimbandita di tacchini pu essere lobiettivodegli Azzurri, usciti dalla visita a Christchurchcon un 27-6 che segna linversione di una du-ra tendenza (anche nella media dei punti fat-ti e subiti) scandita dalla storia dei contatticon i tuttineri.

    Per gli analisti: gli All Blacks di oggi nonsono pi i dominatori, i padroni, i deposi-tari assoluti, ed inutile star qui a piazza-re la lente dingrandimento sulle difficoltin touche, o nella prima linea. Su un me-diano dapertura a volte fievole, su qualchedistrazione di troppo in cui cade la linea deicentri. E la mutazione generale di un movi-mento (globale e loro) a spargere piccole cre-pe sulla facciata di quello che, come la buo-na lana, la carne dagnellone, il burro, il ki-wi (quello piumato e quello da mangiare) erail simbolo nero della Lunga Nuvola Bianca.Per ridurre a formula gli Invincibili, che nonvincono il Mondiale dallanno della fonda-zione, il 1987, non sono pi tali e anche laFrancia a giugno ha assestato il suo colpet-to al piedistallo. Questo per dire la verit, tut-ta la verit, ma anche per ricordare che nel-

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    Giunti al tavolo dei grandi,agli Azzurri toccano sempregli stessi piatti, pesanti eindigesti. Senza voler vestirela toga del difensore dufficioche, come noto, nonpercepisce mercede, onestodire che lunico vero e graveincespico stato quello diquasi un anno fa, a ReggioEmilia, con i Pacific Islanders.

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  • le campagne dEuropa (questa era letichettamilitare che un tempo veniva affissa sui tourdallaltra parte del mondo) i neozelandesimolto spesso, per non dire quasi sempre, re-citano da unni e ostrogoti lasciando rovinealle loro spalle. Immagini recenti, legate alleloro ultime calate: il Galles che spera di rin-verdire un antico e unico successod ei primiAnni Cinquanta e viene sommerso; la Scoziache, per darsi animo, tenta di ricordare la stra-bocchevole siepe umana, stile Braveheart, chela sosteneva sullerba dei vecchi terrapieni diEdinburgo e deve rassegnarsi alla punizione;lIrlanda impegnata in un supremo sforzo al7930 per schiodare da zero il suo imbaraz-zante punteggio. Gli All Blacks sono una li-nea di confine: arrivare a giocarci contro un obiettivo di vita ovale; guatare lHaka unannuncio urlato dello scontro che sta per co-minciare; uscirne in piedi e a posto con la co-scienza, volont e desiderio. LItalia in serie nera da undici partite e so-lo chi esamina questo succedersi di sconfit-te con maligna superficialit pu sbrigarecon un sorriso di scherno. La verit che,giunti al tavolo dei grandi, agli Azzurri toc-cano sempre gli stessi piatti, pesanti e indige-sti. Senza voler vestire la toga del difensoredufficio che, come noto, non percepiscemercede, onesto dire che lunico vero e gra-ve incespico stato quello di quasi un annofa, a Reggio Emilia, con i Pacific Islanders.Dando per scontato lesito dei faccia a facciacon neozelandesi e sudafricani, proprio con-tro altri guerrieri delle isole, i samoani di so-lito aggressivi e tatuatissimi, concessa lachance di spezzare la catena dellinfelicit.Non sar facile, ma nel rugby nulla lo . Ilventotto novembre, a Ascoli, prima di dar viaallo scontro, sar commovente ricordare i no-stri morti del terremoto, i loro morti dello tsu-nami. I soldi, i contatti sempre pi frequenti,il distacco sempre pi largo dal mito non han-no strappato al rugby unumanit che nonvuol essere un messaggio appiccicato. Quel-lumanit dentro.

    I soldi, i contatti semprepi frequenti, il distaccosempre pi largo dal mitonon hanno strappato alrugby unumanit che nonvuol essere un messaggioappiccicato.Quellumanit dentro.

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  • TSM09_230x260_sin_RSA 15-10-2009 17:42 Pagina 1

  • Baseball

    Nellimmaginario di un tifoso di baseball, il Mondiale non pu che finire comesi conclusa il 27 settembre a Nettuno la edizione numero 38 del torneo: unasplendida giornata di sole, tribune gremite e Stati Uniti e Cuba sul terreno digioco a contendersi il titolo.

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  • Thats Baseball!

    Di Riccardo Schiroli, responsabile comunicazione Federazione Italiana Baseball Softball

    ella seconda met della sestaripresa c stato anche il colpo diteatro che in una finale nondovrebbe mai mancare, ovvero la

    zampata del cubano Borrero, capace di pareg-giare con un fuoricampo una partita che, finoa quel momento, era sembrata saldamente inmano agli americani. Altro colpo di teatro:nella prima met del settimo inning, lo stessoBorrero ha solo toccato con il guantone las-sistenza del suo compagno Olivera, cheavrebbe chiuso linning con le 2 squadre inpareggio. Lerrore stato il primo mattoncinosul quale gli Stati Uniti hanno costruito i 6punti che hanno alla fine fatto la differenzatra le 2 squadre.La vittoria degli americani rappresenta unasvolta storica per il Mondiale IBAF. Non si hainfatti memoria di Cuba sconfitta in 2 finali

    consecutive, cos come mai era accaduto chegli Stati Uniti vincessero per 2 volte in filaMondiale. Ironia della sorte, USA Baseball hapreparato in maniera quasi maniacale il tor-neo che storicamente ha sempre snobbato perriparare allennesima delusione che ha subitoa primavera dal torneo che sembra esserestato inventato per dimostrare la superioritdel baseball a stelle e strisce: il World BaseballClassic, quello che dal punto di vista dellaMajor League Baseball la vera World Cup.Al Mondiale italiano le stelle di Grande Leganon cerano. O meglio, una cera (il canadeseLoewen), ma non nel ruolo per cui era diven-tato una stella. Infortunato al braccio, Loewenha deciso di abbandonare la carriera di lancia-tore e di provare a riciclarsi come esterno. Perora in America gioca in Lega Minore, ma conil Canada si messo in luce come battitore di

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  • grande potenza ed esterno di notevole veloci-t. I nord americani, per la cronaca, hannofesteggiato una storica medaglia di bronzo. Tornando agli Stati Uniti, le stelle di Majornon le avevano, ma qualcuno che in Major hagi giocato in campo cera. Come lesternocentro Coats o i lanciatori di rilievo Espineli eBowman. Qualcuno addirittura (Hulett) lachiamata in Grande Lega lha ricevuta alritorno dal Mondiale, per qualche gara di finestagione. E per parecchi altri (ad iniziare dalterza base Alvarez) la chiamata appare soloquestione di tempo.Gli Stati Uniti, insomma, sono apparsi diunaltra categoria. Definizione che una

    volta si usava per Cuba, ma che oggi aicaraibici non calza pi a pennello a causadella serie impressionante di defezioni di cuila seleccion ha dovuto tristemente prende-re nota nellultimo decennio. Non sfuggi-ranno, a chi sta seguendo in televisione inquesti giorni le finali delle Grandi Legheamericane, le imprese in battuta del primabase dei Los Angeles Angels KendryMorales. Lui era lerede degli AntonioMunoz, dei Kindelan, dei Lourdes Gourriel:i grandi bomber che hanno sempre fattosembrare piccolo qualsiasi lanciatore alivello internazionale. Ma Kendry uno deitanti giovani cubani che ha deciso di lascia-

    re la patria per inseguire i lauti guadagniche nella sua isola non sono possibili e cheinvece a poche decine di miglia di naviga-zione sono a portata di mano, se si ha untalento come il suo a giocare a baseball. ConMorales si potrebbero citare gli AlexeiRamirez (stella dei Chicago White Sox) eYuniesky Betancourt. Presto a questi nomisi aggiunger quello di Aroldis Chapman, illanciatore mancino che sarebbe stata la stardi Cuba, se non fosse fuggito allestero (segnalato ad Andorra) per incominciare unacarriera nelle Grandi Leghe.Al Mondiale Italiano mancata nella fasedecisiva lItalia. Falcidiata dalle assenze (in

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    Baseball

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  • particolare: Alessandro Maestri ed AlexLiddi, non lasciati liberi dai club con iquali giocano negli Stati Uniti, e PeppeMazzanti, infortunato), la squadra azzurranon ha centrato lobbiettivo della qualifi-cazione tra le prime 8 del torneo. Una partedel pubblico ha percepito questo come unadelusione, in qualche maniera non dando ilgiusto credito ad una squadra che hacomunque lottato alla pari contro ogniavversaria (escludendo al limite i formida-bili americani) e si vista superare solo nelfinale da Australia e Canada, formazioniche erano imbottite di professionisti impe-gnati nei campionati americani.

    Buona parte del pubblico italiano non ha rea-lizzato come il livello del Mondiale si siaalzato da quando le nazionali possono schie-rare i professionisti. Oggi, nel terzo millennio,non lecito da questo punto di vista un para-gone con i Mondiali che lItalia ha ospitatonel 1978, 1988 e 1998.Non va inoltre dimenticata lentit del valoreche questo Mondiale lascia in eredit al movi-mento. LItalia si ritrova oggi con ben 16 stadiche possono ospitare incontri nei quali sonoimpegnati giocatori sotto contratto con leorganizzazioni americane. Escludendo gliStati Uniti, non esiste al mondo un paese chepu vantare un patrimonio come questo.

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  • Olimpiadi

    Si sono disputati a Taipei i Deaflympics 2009

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    Taiwan colorata

    di Massimiliano Morelli

    uindici giorni allinsegna dellosport. Del calore umano, dellavivacit, dei suoni, della fratel-lanza e dei colori. listantanea

    dei Deaflympics 2009, i giochi olimpici deisordi andati in scena a Taipei dal 5 al 15settembre. Da applausi lorganizzazione tai-wanese, praticamente perfetta. Da brividi lesensazioni provate nel vivere, attimo dopoattimo, levento quadriennale, momento at-teso come una manna dal cielo dai nostriatleti, che hanno riportato in Italia 14 me-daglie, bottino inatteso perfino alla vigilia.Sono felice di quanto fatto dai ragazzi, ha

    Q

    dazzurro

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  • asottolineato il presidente della Fssi Guido Za-necchia, al quale sono arrivate al termine del-la manifestazione le congratulazioni pure daparte del presidente del Comitato paralimpico(e vice presidente del Coni) Luca Pancalli, or-goglioso per il movimento dello sport dei dis-abili e per lintero Paese. Per la cronaca, seimedaglie (3 ori, 2 argenti e un bronzo) sonostate conquistate dal ventunenne nuotatoreLuca Germano (al suo attivo anche quattro re-cord del mondo), mentre nel tennis (Italia sem-pre a medaglia dal 57 a oggi) arrivata laconferma di Barbara Oddone, tennista che vin-ce i Giochi olimpici dei sordi ininterrottamen-

    te dalledizione dell89. La Oddone ha vintoanche un argento e un bronzo nei doppi mi-sto e femminile, quasi a confermare il suo stra-potere nella disciplina. Argento alla pallanuo-to maschile e alle arti marziali, che hanno re-galato allItalia anche tre bronzi. Composta daun centinaio fra atleti, allenatori e dirigenti, laspedizione tricolore stata impegnata in garedi atletica leggera, beach volley, bowling, ci-clismo, judo, karate, orienteering, tiro, nuoto,tennis tavolo, tennis, pallavolo e pallanuoto.In totale erano 17 gli sport, venti le disciplinesportive e 182 le gare in programma. Cerimo-nia inaugurale da brividi la sera del 5 settem-bre al Taipei Stadium (50.000 posti), il 6 le pri-me gare, il 15 la cerimonia di chiusura, altret-tanto straordinaria. Neanche a dirlo, per lor-ganizzazione del primo evento sportivo inter-nazionale, quelli di Taiwan non si sono certorisparmiati, mostrando al mondo che il futu-ro, nellisola asiatica, gi cominciato. Oltrequattromila atleti, seimila volontari, 685 co-ach, 135 delegati, 135 interpreti, 156 rappre-sentanti degli staff sanitari, 44 compagnie me-dia internazionali e 412 team leader; e soprat-

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  • Olimpiadi

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    tutto limpressione che neanche una foglia fos-se fuoriposto a Taipei, capitale che per certiversi somiglia a New York e per altri a Napo-li. Finale sugli ulteriori onori. Al ritorno in Ita-lia gli atleti italiani sono stati ricevuti a Palaz-zo Chigi dal Sottosegretario alla Presidenza delConsiglio con delega allo sport Rocco CrimiSiamo grati dellattenzione del governo checi ha ricevuto per lodare le imprese dei nostriatleti, ha dichiarato il presidente federale. Ap-puntamento ad Atene, fra quattro anni. Anzi,no. Fra due anni toccher agli Azzurri dellenevi dimostrare dessere allaltezza dei miglio-ri ai Deaflympics invernali.

    A sinistra dallalto in basso: Barbara Oddone, oroolimpico; le mascotte; Luca Gennaro, sei medaglie.In alto a destra la cerimonia di chiusura.In basso il Presidente federale Guido Zanecchia.

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    orse arrivato il momento di cam-biare qualcosa in questo scelleratosistema del calcio italiano. Non piil migliore campionato del mondo,

    i prezzi dei biglietti hanno raggiunto costi folli,gli impianti sono brutti e inguardabili, ma allafine tutto rimane cos com. Anno dopo anno.Di costruire uno stadio, a parte il caso della Ju-ventus, che arriver a tagliare questo traguardo(dopo una maratona di ostacoli e tranelli di tut-ti i tipi) solo nel luglio 2011, non se ne parla pro-prio. Tutti aspettano lapprovazione del ddl Lol-li-Butti in Parlamento, ma molti parlamentari(contattati telefonicamente) ammettono candi-damente di non averlo persino letto. Praticamen-te siamo allanno zero del disastro. Siamo un Ti-tanic affondato e la gente ancora balla allinter-no credendo che, prima o poi, arriveranno deipalloni aerostatici a salvare baracca e burattinidallinabbissamento. Nel frattempo nel silenziopi assoluto, dopo oltre un anno di lavoro (coshanno dichiarato durante la conferenza stampadi presentazione), arrivato a sorpresa il lanciodel nuovo impianto hi-tech della Roma. Un so-gno, unallucinazione o una concreta realt?Ha la forma di un enorme guscio toroidale il nuo-

    vo impianto sportivo che l'As Roma intende co-struire, per sfruttare al massimo la leva del mar-keting, dedicandone la titolazione allo scompar-so presidente Franco Sensi. Uno stadio polifun-zionale in stile inglese del valore stimato di 100-120 milioni di euro. Sar unico al mondo, se-condo i disegni dei suoi progettisti (lo studio GauArena), per scelte architettoniche e tecnologiche.Un'enorme fascia luminosa (realizzata con leddi ultima generazione) percorrer esternamentequesta struttura, che, a seconda dell'intensit del-la luce, cambier colore: dall'argentato della mat-tina al dorato della sera. Il tutto grazie anche al-l'utilizzo dello zinco-titanio. Uno spot promo-turistico per l'intera metropoli e il suo territorio.Il progetto del presidente Rosella Sensi arriva altermine di un'estate infuocata (sull'onda del ten-tativo di scalata dell'agente Vinicio Fioranelli) edi una disputa legale con Unicredit, che vantapi di 300 mln di euro da Italpetroli, la control-lante della societ di calcio capitolina. L'impian-to Franco Sensi, con una capienza di 55 milaspettatori (divisi in due anelli da 25 mila e 30mila), sorger, tra non meno di quattro anni (sesaranno evase tutte le verifiche di fattibilit inambito urbanistico, ambientale e a livello di via-

    bilit), all'interno di un'area di 130 ettari in pros-simit dell'Aurelia. Img, agenzia internazionalespecializzata nella gestione commerciale di im-pianti sportivi (tra questi il Wembley stadium el'arena dei turchi del Galatasaray), non ha dub-bi. A regime la nuova casa dell'As Roma potrfar quadruplicare i ricavi del club di Trigoria. Di-verse le soluzioni studiate per intercettare la do-manda di calcio di privati e aziende. Dai serviziper le famiglie e bambini all'interno dell'impian-to, ai quattro ristoranti posizionati nelle aree cor-ner con vista sul campo di gioco, ai quattro pal-chi vip per 13 persone ciascuno localizzati al disopra delle panchine (inserite come in Inghilter-ra all'interno della tribuna), ai 250 posti corpo-rate, agli sky box (posizione tra le pi richiesteall'estero) per gli ospiti degli sponsor fino all'a-rea museale e ai negozi del merchandising. Leistituzioni (presenti i vertici di regione e comu-ne di Roma) hanno confermato che i due club(Roma e Lazio) devono avere stadi di propriet,cos come deve essere preservata la storia dellasociet. L'allenatore Claudio Ranieri ha lancia-to, inoltre, l'idea che le strade di accesso allo sta-dio siano dedicate ai presidenti che hanno gui-dato la struttura, ai campioni e persino ai tifosi

    Fdi Massimo Lucchese

    Stadio A.S.Roma:si muove finalmente qualcosa

    Un impianto hi-tech, uniconel suo genere, che costernon pi di 120 mln di euro.Avr un maxi schermo da 35 metri di altezza, che proietter limmagine dellogo, dellex presidente Franco Sensi e dei giocatori.

    Sport&Finanza

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    entrati nella storia giallorossa. Come ha sot-tolineato il sindaco Gianni Alemanno lanuova casa di tutti i tifosi, studiata per le fa-miglie e per gli amanti del bel calcio. Il po-sto pi vicino alle azioni di gioco sar a 9metri, quello pi lontano a 68 metri (controi 96 metri dell'Olimpico). Lo stadio FrancoSensi, infine, sar anche una struttura eco-sostenibile ed allo studio l'opzione di tito-lare l'area antistante lo stadio, per sfruttarei naming rights altrimenti bloccati dalla pre-

    senza del nome dell'ex presidente Sensi. Que-st'ultimo verr onorato e ricordato con un'im-magine di 35 metri (sulla facciata esterna del-l'impianto) proiettata attraverso apparecchia-ture led. Pi in generale, lo stadio vivr sette giornisu sette e l'illuminazione verr utilizzata an-che per comunicare e informare il territorio.Un enorme totem hi-tech per promuovere lastoria societaria, ma anche prodotti e servi-zi delle aziende partner.

    anca Marche si conferma tra gliistituti di credito italiani pi atten-ti al mondo dello sport (sotto ilprofilo finanziario ed economico

    tra le prime 30 banche tricolori per volumedi affari). Quest'anno, per esempio, festeggia i12 anni consecutivi nella pallavolo, sport for-temente radicato sul territorio marchigiano.Cresce il progetto di sponsorizzazione di Ban-ca Marche nel volley e nello sport in generale(professionistico e dilettantistico). Per il 12 an-no consecutivo infatti sar uno dei partner prin-cipali del settore e sosterr cinque formazionidi pallavolo di prima e seconda divisione. Unsodalizio iniziato nel 1993/1994 con la Lu-be Macerata (A1 maschile), prima come Ban-ca Carima e, successivamente, con il marchiodi Banca Marche. Uno degli abbinamenti pilongevi nella storia delle sponsorizzazioni spor-tive. L'istituto di credito, in questi ultimi anni,

    ha puntato sul marketing territoriale investen-do in un'operazione capillare di endorsementdelle formazioni giovanili (coinvolte tutte lediscipline sportive praticate nelle Marche).Complessivamente su base annua spende inabbinamenti commerciali circa 1,85 milioni dieuro. In campo femminile, dalla stagione2001/2002, si aggiunta la sponsorizzazionedella Monteschiavo Jesi e, recentemente, quel-le della Scavolini Pesaro (vincitrice degli ulti-mi due scudetti e della Coppa Italia 2009), del-la Robur Tiboni Urbino e della Aprilia volley.Inoltre, da diversi anni, la banca sostiene laFederazione italiana pallavolocomitato re-gionale Marche per quanto riguarda le attivi-t giovanili e i tornei estivi di beach volley.In ambito calcistico Banca Marche sostiene lesquadre di Macerata (che organizza il pi im-portante torneo giovanile regionale), Pesaroe Jesi, ed stata sponsor dell'Ancona calcio

    per tre stagioni, dal 2001 al 2004, nelle qua-li la realt dorica ha raggiunto la promozio-ne in serie A. Nella pallacanestro, dal2000/2001 sponsorizza, per la sua valenzasportiva e sociale, il Santo Stefano basket incarrozzina, la Robur basket Osimo e la palla-canestro Senigallia. Da tre anni, poi, spon-sor del settore giovanile della Scavolini SparPesaro ed in corso un trattativa per allarga-re la sponsorizzazione anche alla prima squa-dra (come avvenuto alla fine degli anni '90).Infine nel decennio 1999/2008 la banca mar-chigiana stata sponsor della Cittadella Spor-tiva di Ancona, denominata Planet BancaMarche. Da quest'anno l'istituto guidato dalpresidente Michele Ambrosini ha sottoscrittocon la Federazione italiana di atletica legge-ra un contratto quadriennale per la sponso-rizzazione del Palaindoor di Ancona che hapreso il nome di Banca Marche Palas.

    CASE HISTORYBanca Marche: dal 1993 nel mondo dello sportLa strategia delle pi importante banca regionale a supporto dello sport del territorio.Investimenti in area 1.85 milioni di euro su base annua

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    Audi Med Cup, unica vera alternativa alla Coppa AmericaLa strategia di sports-marketing di Audi,main spender del settore negli ultimi tre annidi Massimo Lucchese

    empi di crisi e di riflessioni in tut-ti gli sport. Ma la crisi aguzza an-che lingegno, soprattutto da par-te dei promoter sportivi. Abbat-

    tere i costi per aumentare il numero dei par-tecipanti, rendendo, nel contempo, il formatsportivo sempre pi appetibile per gli spon-sor. Parte da queste basi la nuova edizionedellAudi Med Cup (cinque prove in quattroPaesi europei a partire dalla prossima prima-vera), il cui giro daffari stimato di 10 mi-lioni di euro.Ben 5 milioni di euro arrivano dalla casa au-tomobilistica tedesca, attualmente maggiorinvestitore del settore e title del circuito. Co-partner per labbigliamento tecnico Adidas,presente in tutte le tappe con un negozio dimerchandising. Sempre Audi al fianco dadue anni dello skipper-patron Riccardo Si-moneschi (Audi sailing team powered by Q8),il cui budget coperto dalla filiale tricoloredel colosso teutonico.Il restante 50% del budget dellAudi Med Cup

    finanziato dalle municipalit che ospitanole gare (circa 1 mln di euro per host-city) nel-le due classi TP52 e GP42. Il gestore operati-vo e detentore di tutti i diritti la societ spa-gnola World sailing management, divisionedel gruppo Santa Monica sport (tra le agen-zie di sports-marketing pi importanti in Spa-gna). Tagliare i costi nelle TP52 series (dopola Coppa America la classe pi tecnologi-camente avanzata della vela) significher ri-durre il numero di equipaggio, limitare le re-gate di allenamento e abbassare il limite mas-simo di vele consentito per stagione. In que-sto modo un top-team, risparmier circa 200mila euro su base annua. Un elemento di ri-flessione sicuramente per molti nuovi team,che puntano a entrare in questo circuito. Per aumentare linteresse degli sponsor, a par-tire dal 2010, prevista la partecipazione diun ospite a bordo nelle due classi per tutti igiorni di regata. Come avviene gi in CoppaAmerica sar obbligatorio che queste perso-ne non influenzino, in alcun modo, landa-

    mento della barca durante le gare.Per i potenziali armatori/sponsor, inoltre, sta-ta redatta una guida al budget. La spesa me-dia per un GP42 si aggira intorno ai 467 milaeuro per il programma charter (copre tutti e cin-que gli eventi) e sino ai 992 mila euro se si ac-quista una barca nuova e la si rivende a finestagione. Per i TP52, invece, il programma ba-se prevede un costo di circa 800 mila euro, chesale a 1.78 mln se si costruisce una barca nuo-va, potenzialmente vincente e rivendibile al ter-mine del circuito. Nel 2009 lAudi Med cup haraggiunto un impatto sui media stimato in 23mln di euro (tv e carta stampata nei sei paesieuropei pi importanti per la vela: Italia, Spa-gna, Francia, Portogallo, Inghilterra e Germa-nia). Un dato fornito da Sport+Markt che fa ca-pire le potenzialit di questo giovane circuitointernazionale, visto che oggi la vela molto se-guita anche e soprattutto sul web (al momentonon monitorato come media dagli organizzato-ri dellevento). l che ci sar levoluzione fu-tura di questo sport sotto il profilo mediatico.

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    Sport&Finanza

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  • di Marco Trozzi

    Sfide

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    Era il 24 luglio 1908 quando Dorando Pietri divenne famoso per la sua mancata vittoria alleOlimpiadi di Londra (celeberrimo il suo collasso e laver tagliato il traguardo aiutato dal direttoredi gara e da un dottore), una sconfitta che fece il giro del mondo e che paradossalmente permiseal maratoneta italiano di diventare una star. Qualcosa da allora sembra essere cambiato se siconsidera che ora gli sportivi nostrani sono apprezzati per le loro capacit e le loro doti, vere eproprie garanzie di successo.

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  • egli ultimi tempi, nel calcio, infat-ti, lItalian style sembra andare mol-to di moda nel calcio inglese. Unnotevole appeal delle metodologie

    lavorative dei tecnici del nostro Paese che pa-re abbiano definitivamente conquistato il dif-fidente popolo doltremanica grazie soprattut-to a Fabio Capello, commissario tecnico dellanazionale dei tre leoni e di Carlo Ancelotti, pas-

    sato durante il calciomercato estivo dalla pan-china del Milan a quella del Chelsea. Il tecnico di Pieris, dopo aver vinto pratica-mente tutto con le pi prestigiose squadre dEu-ropa (Milan, Real Madrid, Juventus e Roma),guida la nazionale di sua maest la regina dal14 dicembre 2007 e con otto vittorie in altret-tanti incontri nel gruppo 6, ha conquistato condue turni danticipo il visto per la partecipa-zione ai Campionati del Mondo che si terran-no questestate in Sud Africa. Nel frattempo a Londra, Carlo Ancelotti ha givinto una Community Shield (il corrispettivodella nostra Supercoppa) ai rigori (4-1 il risul-tato, 2-2 ai tempi regolamentari) contro il Man-chester United e al momento ai vertici dellaPremier League. Quella del football una situa-zione davvero particolare: per moltissimi anni,infatti, i calciatori nostrani hanno preferito ilcampionato di casa propria, cercando raramen-te fortuna altrove, ma poi qualcosa cambiato.Il livello tecnico della Premier League notevol-mente cresciuto e, al contempo, sono arrivati in-genti capitali grazie alliniziativa di magnati stra-nieri che hanno deciso di investire in squadredoltremanica. In realt il campionato inglese hacominciato ad accogliere calciatori italiani nel-la fase immediatamente precedente con alternefortune. Alcuni hanno avuto proprio l la lorodefinitiva consacrazione, lasciando un ottimoricordo. Il loro apporto tecnico ha poi permesso

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    The Italian DreamN

    Fabio Capello, allenatore della Nazionale inglese;in basso Flavio Briatore, proprietario della squadrainglese Queens Park Rangers

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  • ad alcuni club di fare un notevole salto di qua-lit, contribuendo allinnalzamento del livellotecnico generale. La stagione che ha decretatoil cambiamento definitivo nei rapporti tra ita-liani e Premier stata quella 96 -97: RobertoDi Matteo, Gianluca Vialli e Gianfranco Zolaapprodano al Chelsea dove partecipano alla ri-voluzione e alla rinascita del club di Londra.Vincono trofei nazionali e internazionali (FACup, Coppa delle Coppe e Coppa Uefa), ma quel-lo che pi conta che diventano in poco tem-po veri e propri idoli dei tifosi, lasciando un se-gno indelebile nella storia del club e del cam-pionato. Vialli, ad esempio, nel 1998 assume ildoppio ruolo di giocatore allenatore, ma si-curamente Gianfranco Zola ad aver cambiatodefinitivamente i rapporti tra il calcio nostra-no e quello inglese. Nominato calciatore ingle-se dellanno nel 1997, migliore giocatore delChelsea (1997 e 2003), migliore realizzatore deiBlues (1999 e 2003), a Magic Box stata an-che riconosciuta lonorificenza di Ufficiale del-lImpero Britannico nel 2004. Come se non ba-

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    Sfide

    In alto Carlo Ancelotti, allenatore del Chelsea;di fianco Carlo Cudicini, portiere del TottenhamHotspur; nella pagina affianco Paolo Di Canio, exgiocatore del West Ham United e Roberto DiMatteo, attuale allenatore del West BronwichAlbion e Marco Bortolami.

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  • stassero questi riconoscimenti, il giocatore sar-do fa parte degli undici giocatori del secolo delChelsea e, dal 2006, della English Football Hallof Fame. Provare a descrivere cosa abbia signi-ficato Gianfranco Zola per il calcio doltrema-nica francamente impossibile; quasi inutile,considerando che nessuno, prima di lui era ri-uscito in una simile impresa. Nonostante il suoessere molto riservato nella vita privata, in cam-po le sue magie hanno fatto la storia del clubdi Stamford Bridge e il fatto che dallo scorsocampionato guidi il West Ham, la dice lungasulla considerazione di cui gode oltremanica.Altro giocatore che ha lasciato un ottimo ricor-do in Premier, seppur con caratteristiche carat-teriali diametralmente opposte a quelle di Zo-la, Paolo Di Canio. Lidolo della Curva Nordha trascorso sette anni in Inghilterra, dopo avergiocato una strepitosa stagione (1996 - 1997)al Celtic Glasgow, Scozia, dove stato elettomiglior giocatore dellanno. Lanno dopo passaallo Sheffield Wednesday e l rimane un annoe mezzo dove gioca con prestazioni in chiaro-scuro perch, se nel primo anno segna 12 gol,nel secondo viene squalificato per undici gior-nate a causa di una spinta allarbitro Paul All-cock. Il club dove rimane pi a lungo il WestHam, dove in quattro anni e mezzo segna 48gol e colleziona 118 presenze giocando con con-tinuit. Il 26 marzo 2000 segna al Wimbledonquello che considerato uno dei dieci gol pibelli degli ultimi dieci anni in Premier Leaguee proprio in quella stagione vince la Coppa In-tertoto portando il Club dellest di Londra inCoppa Uefa. Come spesso accade nella vita diuno sportivo c, per, un giorno esatto che loconsegna alla storia: 18 dicembre 2000, la par-tita Everton West Ham. Il portiere dei pa-droni di casa si avventura in unuscita al limi-te dellarea, ma le sue ginocchia cedono e cadesu se stesso. Nel frattempo lazione si sviluppae Di Canio, che si trova in area, riceve un cross.Il giocatore anzich continuare lazione decidedi afferrare la palla con le mani fermando ilgioco. Lo stadio a quel punto gli dedica unastanding ovation e la Fifa, per quel gesto, gliattribuisce il premio Fair Play dellanno. Oltreal calcio per esistono anche altri sport dovegli italiani sembrano farsi valere.

    Ippica

    Lanfranco Frankie Dettori da tutti ricono-sciuto come il pi importante fantino italianoche, proprio in Inghilterra, ha intrapreso e co-struito la sua incredibile carriera. Dettori fi-

    glio darte: stato proprio il padre Gianfranco(tra i migliori fantini in campo nazionale e in-ternazionale fino alla fine degli anni Ottanta) aconvincerlo a trasferirsi oltremanica a soli 14anni. L si potuto dedicare a tempo pieno al-la sua attivit, diventando ben presto un joc-key dalle indiscutibili capacit tecniche. Nel1990, a meno di ventanni, ha vinto pi di cen-to corse in una sola stagione, prestazione mairaggiunta dai tempi di Stone face (faccia dipietra, ndr) Lester Piggott, considerato uno trai migliori fantini di tutti i tempi. Limpresa cheper ha consegnato Dettori allimmortalit da-tata 28 settembre 1996: quel giorno riuscitoa vincere sette corse su sette ad Ascot, una del-le piste pi prestigiose al mondo; evento uniconella storia del galoppo inglese. Il suo caratte-re solare e molto disponibile gli ha permesso diconquistare il cuore degli appassionati di que-sta disciplina, ma anche grazie al suo palma-rs, che comprende vittorie in Gran Bretagna,Canada, Francia, Emirati Arabi, Germania, Giap-pone, Hong Kong, Italia, Singapore e Stati Uni-ti, che si guadagnato lonorificenza di Mem-bro dellOrdine dellImpero Britannico (29 di-cembre 2000).

    Rugby

    Nonostante il rugby nostrano abbia ancora mol-ta strada da fare prima di riuscire a far partestabilmente delllite mondiale, ci sono diversigiocatori azzurri molto validi. Non a caso, al-cuni di loro militano nei pi importanti cam-pionati del Vecchio Continente e tra questi cene sono due in particolare che meritano di es-sere segnalati, anche perch fanno parte di squa-dre inglesi di primissimo livello: Marco Borto-lami e Martin Castrogiovanni. Il primo gioca

    nel ruolo di seconda linea ed uno dei gioca-tori simbolo della nazionale italiana, dove haesordito allet di soli 20 anni. Il giocatore pa-dovano, che stato anche il pi giovane capi-tano azzurro (2003), nato nel 1980 e dalle-state 2006 milita nel Gloucester, formazione divertice della Premiership. Anche in Inghilterrale sue doti sono molto apprezzate tanto che,nella sua prima stagione in Inghilterra statonominato capitano della formazione della re-gione del Gloucestershire. Un particolare nonda poco se si considera quanto sia difficile perun giocatore italiano affermarsi in un campio-nato duro e competitivo come quello inglese.Martin Castrogiovanni , invece, uno dei mi-gliori piloni in circolazione. Anche lui, comeBortolami, fa parte del gruppo azzurro, e ancheCastro milita nella Premiership dalla stagio-ne 2006-2007. I Tigers di Leicester lhanno pre-levato dal Calvisano e, a differenza di ci che accaduto a molti atleti italiani, limpatto conil mondo inglese stato a dir poco fenomena-le: il gigante di Paran ( nato in Argentina dafamiglia di origine italiana, ndr) riuscito, in-fatti, a vincere il premio di giocatore dellannoproprio nella stagione dellesordio. Un risulta-to non da poco se si considera che, come si puleggere sul sito internet della squadra statothe first prop and the first Italian to collect thataccolade (il primo pilone e il primo italiano acollezionare quel riconoscimento).

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  • Taekwondo

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    Due azzurri d

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  • eronica Calabrese e Carlo Molfetta.Ricordate questi nomi, perch sonoquelli di due atleti di cui sentireteparlare sempre pi spesso. Al tor-

    neo di taekwondo in Danimarca hanno vintodue argenti, ma le loro medaglie sembrano do-ro. Per il nostro paese i mondiali sono lulterio-re conferma dello straordinario sviluppo messoa segno dal taekwondo. In tanti si sono resi con-to che la disciplina nata in Corea ha infiniti pre-gi, il numero dei praticanti cresce di conseguen-za e nei tornei internazionali il podio si colorasempre pi spesso dazzurro. Ma le medaglievinte in Danimarca danno soddisfazione ancheper come sono state conquistate. Molfetta (ca-tegoria -87 kg) salito sul podio dopo un extraround contro il turco Tanrikulu Bahri. Sul duea due, infatti, nessuno riuscito a ottenere ilgolden point, il punto che attribuisce allistan-te la vittoria allatleta che lo mette a segno. Lascelta dunque finita nelle mani degli ufficialidi gara. Laltra medaglia italiana andata a unastrepitosa Veronica Calabrese (categoria -57 kg),costretta a capitolare per tre a uno solo di fron-te alla temibile atleta cinese Yu Hou. Gli azzur-ri del taekwondo sono sempre pi sulla ribaltae per gli italiani cominciano a essere volti noti.Per farvi conoscere i due medagliati di Copen-

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    I Mondiali di Taekwondo in DanimarcaVeronica Calabresee Carlo Molfetta sul podio a Copenhagen

    dargento

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    Veronica Calabrese e Carlo Molfetta con Mauro Sarmiento

    di Federico Leoni

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  • hagen li abbiamo messi faccia a faccia in unaintervista incrociata: una raffica di domandeche, da bravi lottatori, hanno incassato senzatroppi problemi.

    A chi dedichi largento che hai appena vinto?Veronica Calabrese: a me e al mio fidanzatoMauro Sarmiento.Carlo Molfetta: senza dubbio a me stesso.

    Dove ti piacerebbe festeggiare il podio?V.C.: ovunque, purch sia un posto caldo. Perora me ne sto a Mesagne, in provincia di Brin-disi, dai miei genitori, ma gi progetto una va-canza al mare tutta costumi e infradito.C.M.: be, lideale sarebbe Bora Bora.Laspetto peggiore e quello migliore della Da-nimarca.V.C.: La cosa peggiore il freddo, sia dal pun-to di vista della temperatura che da quello delcarattere degli abitanti. La cosa migliore sen-zaltro la puntualit. Ma in realt quando sia-mo in trasferta non riusciamo a visitare mol-to il paese che ci ospita: io sono stata tre vol-

    te in Cina e non ho mai visto la Muraglia!C.M.: In Danimarca la gente piuttosto chiu-sa e inospitale, la cosa pi bella laggi sonole donne. Scherzi a parte, la cosa migliore deidanesi sono i loro antenati, i vichinghi.

    Cosa pensi del tuo compagno di medaglia?V.C.: Carlo un campione e largento che havinto un riscatto meritato dopo un lungo pe-riodo costellato di infortuni.C.M.: penso che Veronica sia unatleta validis-sima e che in Danimarca labbia dimostratoancora una volta con una gran bella gara.Qual il tuo portafortuna?V.C.: Ne ho talmente tanti che potrei dire di nonaverne nessuno. Prima di tutto il mio fidanza-

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    Taekwondo

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    to Mauro (Mauro Sarmiento, medaglia dargen-to di taekwondo alle Olimpiadi di Pechino 2008,NdR): in Danimarca ho usato le sue protezio-ni, ma i parastinchi erano gli stessi del ritiro inCorea dove ci siamo preparati per il torneo. Ah,dimenticavo la cintura: uso sempre la stessa.Anche il mio maestro mi ha portato fortuna: venuto in Danimarca con me. Ma lultimo por-tafortuna in ordine di tempo sono degli orec-chini a forma di coccinella; me li hanno rega-lati i miei suoceri: hanno funzionato, no?C.M.: Il mio portafortuna un lupetto di pe-luche. Il mio soprannome lupo. Un gior-no vedo questo pupazzo e decido di comprar-lo. In un certo senso lui che ha scelto me.

    Se non fossi un campione di taekwondo sa-resti un campione di?V.C.: forse di tennis. Mi piace, e poi sono ami-ca di Flavia Pennetta, magari potrebbe dar-mi qualche dritta.C.M.: di basket. Ci ho giocato in passato, for-se se avessi continuato, chiss

    Cos che rende il taekwondo cos speciale?V.C.: le emozioni che regala a te e a chi ti vi-cino, soprattutto in caso di vittoria. La sensa-zione che si prova quando si vede lorgoglionegli occhi dei propri genitori impagabile.C.M.: il taekwondo uno sport spettacolare,ed questo che lo rende cos bello.

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  • kipass, il Salone delturismo, degli sportinvernali e del freesty-le, giunto ormai alla

    sua 16^ edizione, anche per que-stanno si presenta agli appassio-nati della montagna con una ric-ca panoramica di eventi e di no-vit. Lappuntamento di Modena-Fiere, programmato dal 29 otto-

    bre al 1 novembre 2009, riser-vato non solo a chi volesse acqui-stare un soggiorno sulla neve,presso le pi importanti stazionisciistiche italiane ed internazio-nali, ma anche agli operatori tu-ristici, ai direttori delle stazioni in-vernali, alle aziende ed ai negozidi attrezzatura e abbigliamentosportivo, ai maestri di sci e snow-

    board, alle scuole di snowkite, disleddog, di arrampicata e di moun-tain bike, alle associazioni sporti-ve, agli atleti ed ai tecnici. Skipasspu essere definito, infatti, leven-to pi atteso dagli amanti dellaneve, per tutto ci che offre alpubblico: meeting, conferenzestampa, workshop, gare, esibi-zioni ed aree attrezzate messe a

    disposizione gratuitamente perprovare il pattinaggio su ghiaccio,lo sci, lo snowboard, la mountainbike e larrampicata. In questo con-testo, come ormai da tradizione,gli atleti gialloverdi, tra cui i piimportanti nomi degli sport inver-nali ed i campioni dei Giochi di Pe-chino, saranno presenti alleventoper tutti e quattro i giorni. I visi-

    Fiamme Gialle

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    S

    Le Fiamme Giallea Skipass 2009

    di Agata Cacisi

    Gli sciatori gialloverdi non potevano mancare ad un evento che prevede oltre centomilavisitatori. Un appuntamento per promuovere lattivit sportiva della Guardia di Finanza in tutte le discipline che pratica allinterno del Gruppo Polisportivo Fiamme Gialle.In questa occasione, per, linteresse tutto per neve e ghiaccio poich SKIPASS si rivolge agli appassionati della montagna e degli sport invernali.

    Sfida al rowing tra Simone Raineri, Luca Agamennoni, Manfred Moelgg e Andrea Facchin

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    tatori potranno incontrarli pressolo stand Fiamme Gialle ed avrannola possibilit di sfidarli, grazie al-lutilizzo di simulatori, in avvincen-ti gare di biathlon, tiro a segno ecanottaggio. In palio, fra i parteci-panti alle gare, il Trofeo FiammeGialle con premiazioni giornalie-re dei primi tre classificati, mentretra tutti i concorrenti, registrati neidiversi giorni, saranno premiati,quali vincitori del Trofeo, i miglio-ri tre giovani che saranno ospitatidal Comitato Organizzatore dei"Campionati Mondiali di sci nordi-co in Val di Fiemme" per due gior-ni insieme ai propri genitori. Per fi-nire, tra le attivit patrocinate dal-le Fiamme Gialle, spicca la premia-zione di alcune scuole modenesi chesi sono distinte durante i GiochiSportivi Studenteschi. Occasioneimperdibile, quindi, per quanti vor-ranno conoscere da vicino le disci-pline sportive praticate dagli atletiFiamme Gialle, da sempre promo-tori del valore altamente educativodello sport.

    Manuela Moelgg

    Massimilano Blardone e Manuela Moelgg premiano un visitatore

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  • l trattamento si basasu meccanismi natu-rali dellorganismo inquanto sfrutta le ele-

    vate capacit rigenerative e diguarigione dei fattori di crescitarilasciati dalle piastrine contenu-te nel nostro sangue.

    Dottoressa Pereira, abbiamoparlato pi volte dei Fattori diCrescita e del loro effetto diguarigione sorprendente. Cuna buona notizia anche perchi affetto da artrosi danca!Fortunatamente s. Lartrosi unprocesso degenerativo che pro-

    duce progressivamente disabilited accompagnata da dolore. Lalocalizzazione allanca risulta laterza pi frequente, dopo le ma-ni e le ginocchia. Unindagine cidice che in Italia siano affette, so-pra i 60 anni, pi di un milionedi persone, mentre il 3% della po-

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    Club news

    Top Physio Network:Artrosi danca e i fattori di crescita: la cura senza bisturiDa qualche anno i fattori di crescita trovano sempre pi ampio utilizzo nellortopedia per laloro capacit di accelerare il processo di guarigione di diverse patologie, come artrosi, le-sioni muscolari, legamentose o tendinopatie croniche e resistenti alle cure tradizionali.

    Dott.ssa Maria Teresa PereiraMedico Chirurgo

    Specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione

    nov 2009_sere 29-10-2009 10:33 Pagina 46

  • polazione rappresentata da gio-vani tra i 30 e 40 anni. Per evita-re danni irreparabili necessarioche la diagnosi sia fatta tempesti-vamente, cos da poter effettuareunadeguata scelta terapeutica.

    Quali sono gli strumenti di dia-gnosi?Radiografia abbinata a ecografia.La tecnica radiografica permette diindividuare alterazioni di margini,struttura ossea ed ampiezza dellospazio articolare, corrispondenti aldecorso naturale della patologia.Lecografia, invece, necessariaper verificare le alterazioni di tes-suti quali la cartilagine articolare,la capsula, il liquido e la membra-na sinoviali, non individuabili at-traverso lesame radiografico.

    Come si pu trattare lartrosidanca?Con la tecnica dei Fattori di Cre-scita, o pi correttamente del PRP(Plasma Ricco in Piastrine). AVilla Stuart abbiamo trattato etrattiamo numerosi casi di artro-si danca. Questa innovativa te-rapia infiltrativa permette di mi-gliorare la disabilit, ridurre ildolore e ritardare nel tempo laprotesizzazione.

    A chi consigliata questa terapia?A tutti coloro che soffrono datro-si danca. Ottimi risultati li abbia-mo ottenuti nelle artrosi incipien-ti, cio quelle che si manifestanoin unet pi giovane del norma-le e sono generalmente atleti osoggetti intorno ai 40 anni, in se-guito a un trauma subito o a va-rianti anatomiche congenite.

    In che cosa consiste questa tec-nica?

    Il Plasma ricco in Piastrine (PRP)si ottiene da un normale prelievodi sangue venoso sottoposto ad unaspeciale procedura di centrifuga-zione. Si ottiene, cos, una con-centrazione di piastrine che vieneiniettata nellarea da trattare, do-ve rilascia fattori di crescita in gra-do di stimolare la rigenerazio