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Stai per leggere... Tiziano Franzi, Simonetta Damele 1 GENERI, TEMI, LABORATORIO DELLE ABILITÀ

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Il titolo dell'opera, che richiama l'incipit del noto romanzo di Calvino Se una notte d'inverno un viaggiatore, porge un vero invito alla lettura: una lettura ampia e distesa, coinvolgente, ma anche accessibile a tutti.

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Tiziano Franzi, Simonetta DameleQUESTO VOLUME, PARTE DI UN’OPERA INDIVISIBILE,È DA CONSIDERARSI “FUORI COMMERCIO” IN QUANTOSPROVVISTO DI PREZZO, E NON CEDIBILE SEPARATAMENTEDAGLI ALTRI COMPONENTI DELLA CONFEZIONE.

1965

Franzi, Damele

Stai per leggere...

Generi, temi, laboratorio delle abilità

In copertina: Contro ogni barriera. © Illustrazione di M

. Bolla, 2009.

Questo corso è costituito da:ISBN 978-88-201-1965-2 GENERI, TEMI, LABORATORIO DELLE ABILITÀ 1 + CONOSCERSI E INCONTRARSIISBN 978-88-201-1966-9 GENERI, TEMI, LABORATORIO DELLE ABILITÀ 2ISBN 978-88-201-1967-6 GENERI, TEMI, LABORATORIO DELLE ABILITÀ 3ISBN 978-88-201-1968-3 IL LIBRO DELLA LETTERATURAISBN 978-88-201-1969-0 RISORSE PER L’INSEGNANTE E PER LA CLASSE + CD-ROMISBN 978-88-201-3389-4 A CIASCUNO IL SUOISBN 978-88-201-3390-0 GENERI, TEMI, LABORATORIO DELLE ABILITÀ 2 + IL LIBRO DELLA LETTERATURAISBN 978-88-201-7027-1 DVD AUDIO + LIBROLIM

Questo volume non è cedibile separatamente dagli altri componenti della confezione

1965 franzi, dameleStai per leggere... geNeri, teMi, laBOratOriO Delle aBilitÀ 1 + cONOScerSi e iNcONtrarSi

1965_PH1

1GENERI, TEMI, LABORATORIO DELLE ABILITÀ

online in www.imparosulweb.eu

Stai per cominciare a leggere… Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto… (Italo Calvino)

CLASSE PRIMA CLASSE SECONDA CLASSE TERZAMATERIALI

PER UNA DIDATTICA INCLUSIVA

generi, temi, laboratorio delle abilità 1

(con unità di mito ed epica)

+conoscersi e incontrarsi

generi, temi, laboratorio delle abilità 2

generi, temi, laboratorio delle abilità 3

a ciascuno il suo

il libro della letteratura

area Webdvd LibroLIM per la classe

Materiale per lavagne interattive multimediali (LIM) Strumenti per identificare e analizzare le caratteristiche del genere letterario Verifiche di comprensione interattive Audioletture e risorse per il sostegno nella lettura

Area WEB Testi aggiuntivi segnalati in indice del volume cartaceo Materiali per la prima alfabetizzazione

Il volume a ciascuno il suo, disponibile gratuitamente per gli insegnanti che ne facciano richiesta, propone, sulla base dei materiali dei volumi di base, unità di lavoro facilitate.

Stai per leggere…

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Uni

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L’alfabetodella saggezza

Saper leggereTESTO GULP! • Roberto Piumini, La gallina secca

APPUNTI DI LETTERATURA Favole e favolisti

• Esopo, Il cervo alla fonte

• Esopo, La volpe e il corvo

CONFRONTI Il costo della vanità

• Fedro, La pantera

• Fedro, Cani e lupi

• Leonardo da Vinci, Il ragno e il grappolo d’uva

• Jean de La Fontaine, Il gallo e la volpe

• Gianni Rodari, Il naso che scappa

• Nazim Hikmet, Il gatto e la tigre

CONFRONTI Gli animali nel nostro linguaggio

Saper ascoltare,parlare, scrivereAscoltare e parlareASCOLTARE E RECITARE UNA FAVOLA

ScrivereCAMBIARE IL FINALE DI UNA FAVOLA

Incontro ai testiLe caratteristiche della favola

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VerificareLeggere e comprendere il testo• Michel Piquemal, La cicala e la formica

Scrivere un finale diverso

MigliorarePrenditi la rivincitaLEGGERE E COMPRENDERE IL TESTO• Jorge Bucay, Le ranocchie nella panna

Accetta la sfidaFAVOLE IN RIMA

LaboratorioLettura2. Leggere ad alta voce3. Leggere silenziosamente in modo veloce

Scrittura11. Scrivere con correttezza13. Scegliere le parole giuste

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Le caratteristiche della favola

La favola è un racconto molto breve in cui gli animali protagonisti diventanosimboli di comportamenti umani: ad alcuni viene assegnata la parte dei buo-ni, ad altri quella dei cattivi, come nell’esempio che ti proponiamo.

Unità 1 L’alfabeto della saggezza

Il gatto e i topiL’ambienteI personaggi

Le azioni

La morale

I n una casa c’erano molti topi.Un gatto, saputo ciò, si precipitò là, li catturò e li divorò uno alla vol-

ta. Allora i topi, capendo che sarebbero stati uccisi tutti, si nascoseronelle strette fessure dei muri, così che il gatto non poté più raggiungerli.Egli capì allora che bisognava farli uscire con un’astuzia.

Salì pertanto su una scala a pioli e, rovesciatosi all’indietro, si lasciòpenzolare facendo finta di essere morto.

Uno dei topi fece capolino dal suo nascondiglio e, dopo averlo visto,disse:

«Caro mio, anche se tu diventassi un sacco, non mi avvicinerei».La favola insegna che gli uomini prudenti, quando hanno fatto espe-

rienza della malvagità di alcuni, non si lasciano più ingannare dalle lorofinzioni.

(Esopo, Favole,Milano, Rizzoli, 1998)

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Incontro ai testi

RIFLETTIAMO INSIEME

Il racconto che ti abbiamo presentato è una favola.

Allora i topi, capendo che sarebbero stati uccisi tutti, si nasco-sero nelle strette fessure dei muri.

(Esopo)

Quatti nei buchi sen morian di fame, tanta paura avean di quel,non gatto, ma carnefice infame.

(Jean de La Fontaine)

• Una favola ha pochi personaggi, spesso animali umanizzati che hannocaratteristiche e comportamenti simili a quelli degli uomini. Essi infatti par-lano e ragionano come noi.

Uno dei topi fece capolino dal suo nascondiglio e, dopo aver-lo visto, disse:«Caro mio, anche se tu diventassi un sacco, non mi avvicinerei».

• Di solito, mancano indicazioni precise di tempo e di luogo. Se ci sono, sitratta sempre di indicazioni generiche (una casa, un bosco, un fiume ecc.).

In una casa c’erano molti topi.

• La favola ha una morale che l’autore rivolge ai suoi lettori. Si tratta per lopiù di un insegnamento che dà suggerimenti su come ci si deve compor-tare nella vita.Se la morale è esplicita, cioè chiaramente espressa, solitamente è postaalla fine del racconto, ma si può trovare anche all’inizio del testo.

La favola insegna che gli uomini prudenti, quando hanno fat-to esperienza della malvagità di alcuni, non si lasciano più ingan-nare dalle loro finzioni.

Altre volte la morale è implicita, cioè nascosta, perché non è spiegata chia-ramente dall’autore e il lettore deve saperla ricavare da solo, attraverso lariflessione sul testo.

Il cane e la conchigliaUn cane, abituato a ingollarsi delle uova, vide una conchiglia;convinto che fosse un uovo, spalancò la bocca e con un violen-to sforzo riuscì a mandarla giù. Quando poi sentì il peso e idolori di stomaco: «Ben mi sta», disse, «perché m’ero messo intesta che tutte le cose fossero uova».

Questa favola ci insegna indirettamente che chi affronta un’impresa sen-za riflettere può trovarsi nei guai.

La favola è un breve racconto narrato in modo semplice, che può esserescritto in prosa o in versi.

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Roberto Piumini

La gallina secca

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Leggi il testo e rispondi alle domande. Se hai difficoltà nella comprensione diparole o espressioni, consulta il dizionario o chiedi spiegazioni all’insegnante.

C’ era una gallina secca secchina1. La padrona le dava da mangiare tan-te cose buone, ma la gallina non diventava grassa.

«O gallina, che aspetti a ingrassare?»«Faccio quel che posso, padrona!»«E domani ti tiro il collo2, per un po’ di brodo!»«No, per pietà! Mandami in montagna: con l’aria fresca e l’acqua buo-

na mangerò l’erba, sarò contenta, ingrasserò!»«Va bene, vacci3: ma in autunno torna bella grassa, pronta a covare, o il

collo tirerò e il brodo farò».La gallina partì: ai piedi della montagna, dietro un albero, c’era una

volpe.«Gallina secchina, ti voglio mangiare!»«No, vedi? Sono tutta ossa! Quando torno dalla montagna, sarò gras-

soccia, e mi mangerai!»«Ti aspetterò».La gallina salì in montagna: aria fresca, acqua buona, piante, erba tene-

ra; raspò4, beccò, tutta contenta, cominciò a ingrassare. Fece anche le uova,e nacquero dodici pulcini, che rasparono, beccarono, e diventarono gras-socci, con la loro crestina rossa. Ma ecco, dagli alberi cominciarono a cade-re le foglie, e si sentì il tuono.

«È autunno, bisogna tornare a casa», disse la gallina. «Ma prima, vedetequel campo di panìco5, con gli spennacchi? Ognuno di voi, tranne6 il più pic-colo, prenda nel becco uno spennacchio, e non dica niente, penso a tutto io».

1. secchina: l’aggettivo secchina è diminuti-vo di secca e significa “molto magra, tuttaossa”.2. ti tiro il collo: ti uccido.3. vacci: attenzione: è una forma verbale.4. raspò: il verbo raspare in questo caso si -

gnifica “grattare il terreno con le zampe, ra -schiare”.5. panìco: pianta simile al grano che producespighe (spennacchi o pennacchi, citati piùavanti).6. tranne: eccetto, fuorché.

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Testo gulp!

Così scesero in fila, la chioccia7 davanti, i galletti dietro con un pennac-chio in becco, tranne l’ultimo, il più piccino. La volpe, che aspettava, si lec-cò il muso, e quando furono vicini saltò fuori: «Finalmente! Vieni, gallina,che ti mangio per prima! Ma chi sono questi bei galletti, e cos’hanno nelbecco?»

«Sono figli miei, e nel becco hanno la coda delle undici volpi che abbia-mo incontrato venendo giù dalla montagna: ognuno ne ha mangiata una,e la coda è per ricordo».

«E quello piccino, perché non ce l’ha?»«Sta aspettando la tua: è il più feroce di tutti!»La volpe corse via come il vento, e la gallina e i galletti tornarono a casa,

e la padrona fu così contenta che disse: «Gallina grassa, ti terrò sempre,con tutta la famiglia!»

Così fu, davvero, come l’inchiostro è nero.(Roberto Piumini, Fiabe da tutta Italia, Torino, Einaudi Ragazzi, 2006)

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1 Chi è la protagonista, cioè il personaggio più importante, della favola?La padrona. La volpe. La gallina.

2 Perché la padrona vuole “tirare il collo” alla gallina?Perché non fa le uova. Perché non ingrassa. Perché mangia troppo.

3 Che cosa fa allora la gallina?Chiede di essere mandata in montagna.Comincia a mangiare tanto.Scappa dalla padrona.

4 Che cosa succede alla gallina durante l’estate?Dimagrisce ancora. Ingrassa e fa i pulcini. Raspa e becca.

5 Quando in autunno la gallina e i pulcini ritornano, chi incontrano?La padrona. La volpe. La chioccia.

6 Perché i galletti portano degli «spennacchi» nel becco?Per avere una riserva di cibo.Per ingannare la volpe.Per portare un ricordo alla padrona.

7 A che cosa assomigliano gli «spennacchi»?

............................................................................................................................................................................................................................

8 Come finisce la favola?La volpe mangia i galletti.La padrona tira il collo alla gallina.La gallina e i galletti si salvano.

9 Quale potrebbe essere la morale della favola?I forti con l’astuzia e la prepotenza vincono sempre i più deboli.I deboli, se sono saggi e furbi, possono vincere i più forti.Alcuni animali, come molti uomini, non mantengono mai le promesse.C

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CBA

CBA

CBA

CBA

CBA

CBA

COMPRENDERE IL TESTO

7. chioccia: gallina che hai pulcini.

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10 I seguenti nomi tratti dal testo sono molto usati in italiano. Leggili, spiegane il significato e poi sce-gli tra essi quelli adatti a completare le frasi date. Attenzione: solo cinque sono adatti.

Erba – collo – montagna – albero – ossa – aria – foglie – casa – coda – figlio –ricordo – vento – famiglia.

a. Non ho un giardino grande, ma quando mi tocca tagliare l’............................ mi sembra enorme.

b. Nella ....................................... moderna uomo e donna hanno gli stessi diritti.

c. Gli scalatori hanno raggiunto la cima della ......................................... .

d. Le ....................................... hanno iniziato ad accartocciarsi fino a diventare secche.

e. Ho un ....................................... piacevole delle vacanze estive.

11 La parola cosa (riga 2) in italiano non ha un significato preciso. Nelle frasi seguenti sostituisci iltermine cosa/cose con il nome adatto, scegliendolo tra quelli elencati alla rinfusa. I nomi possonoessere usati al singolare o al plurale, al maschile o al femminile a seconda del contesto. Esempio: La padrona le dava da mangiare tante cose buone → tanti cibi buoni

Azioni – cibi – argomento – oggetto – situazione.

a. Portami la cosa che hai in mano. → l’.................................................

b. Fai delle cose che non capisco. → delle .................................................

c. La cosa si mette male. → la .................................................

d. Parla di una cosa seria. → un .................................................

e. Le cose da mangiare stasera sono nel frigo. → i .................................................

12 I seguenti aggettivi tratti dal testo sono molto usati in italiano. Leggili, spiegane il significato e poi sce-gli tra essi quelli adatti a completare le frasi date. Attenzione: solo cinque sono adatti. Gli aggettivipossono essere usati al singolare o al plurale, al maschile o al femminile, a seconda del contesto.

Buono – contento – bello – fresco – tenero – grasso – piccolo.

a. Ho bisogno di un ................................................ aiuto per fare i compiti.

b. Il latte ................................................ è buono!

c. La carne di vitello è .................................................

d. È molto ................................................ quando prende un bel voto.

e. Il panorama è veramente .................................................

13 Nel testo sono presenti diversi verbi di movimento: partire (riga 10), tornare (riga 8), salire (riga16), scendere (riga 24), saltare (riga 26), correre (riga 34). Nel tuo quaderno, scrivi una frase conciascuno di essi. Segui l’esempio.Esempio: Il cavallo ha saltato l’ostacolo.

14 Nel testo sono contenuti diversi nomi di animali. Riscrivili.

............................................................................................................................................................................................................................

............................................................................................................................................................................................................................

15 Spiega le differenze di significato fra le parole di ogni gruppo e indicane la categoria grammaticale.

a. Grassa, grassoccia, ingrassare: ...........................................................................................................................................

.....................................................................................................................................................................................................................

b. Gallina, galletto: ..............................................................................................................................................................................

.....................................................................................................................................................................................................................

MIGLIORARE LA LINGUA

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UNITÀ 1 L’alfabeto della saggezza

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c. Becco, beccare: ...............................................................................................................................................................................

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16 Alla riga 8 troviamo il verbo covare, che in italiano ha diversi significati. Abbina ogni frase con ilcorrispondente significato.

a. La gallina cova le uova. 1. Nasconde dentro di sé.

b. Il giudice cova un sospetto. 2. Sta nascosto.

c. Il fuoco cova sotto la cenere. 3. Copre e scalda.

17 La parola “che” ha molti usi e varie funzioni in italiano. Leggi le frasi seguenti e indica quale nomesostituisce il “che” sottolineato.a. Nacquero dodici pulcini che rasparono, beccarono e diventarono grassocci.

Galletti. Pulcini. Spennacchi.

b. I pulcini nel becco hanno la coda delle undici volpi che abbiamo incontrato.Pulcini. Noi. Volpi.

18 Nel tuo quaderno, racconta in forma scritta la storia raffigurata nel fumetto. Nel testo devono esse-re comprese alcune parole fra quelle che hai usato nel corso degli esercizi o che hai letto nel testo(evidenziale nel tuo scritto).• Che cosa vedi?• Come si presenta la gallina nella prima immagine?• E nell’ultima?

CBA

A CB

PRODUZIONE SCRITTA

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Testo gulp!

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UNITÀ 1 L’alfabeto della saggezza

Il costo della vanità

Fedro

Il corvo e la volpe

Per certuni, i falsi complimentisono la loro gioia. Poi si pentono,ma quando è tardi e la figura è fatta.Il corvo si piazzò su un alto alberocon l’intenzione di mangiarsi il caciorubato a un davanzale. L’adocchiòla volpe, e quindi cominciò a parlare:«Oh, che luce hanno le tue piume, corvo!E che figura, che bel volto. Avessi voce, sarestiil primo degli uccelli».Lui volle che sentisse anche la voce,aprì la grande bocca, lasciò il cacio,e fu svelta la volpe traditricead afferrarlo con i denti avari.

(Fedro, Favole, Milano, Rizzoli, 2004)

Anche Fedro e Jean de La Fontaine hanno scritto la favola de Il corvo e la volpe, pur con qualcheadattamento. Leggi le due versioni, osservane le differenze e confrontale con il testo di Esopo.

� Le Favole di Esopo sono sempre state tra i testipiù amati e più stampati, anche perché ritenute ilmezzo ideale per l’educazione dei giovani. Questastampa raffigura Il corvo e la volpe ed è contenutain un’edizione del 1574 delle Favole di Esopo.

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Saper leggere

CONFRONTI

Jean de La Fontaine

Il corvo e la volpe

Se ne stava messer Corvo sopra un alberocon un bel pezzo di formaggio in becco,quando la Volpe, tratta al dolce leccodi quel boccone, a dirgli cominciò:«Salve, messer Corvo, io non conoscouccel di voi più bello in tutto il bosco.Se è ver quel che si diceche il vostro canto è bel come son bellequeste penne, voi siete una Fenice».A questo dir non sta più nella pelleil Corvo vanitoso: e volendo alla Volpedare un saggio del suo canto famoso,spalanca il becco e uscir lascia il formaggio.La Volpe lo piglia e dice: «Ecco, mio caro,chi dell’adulator paga le spese.Fanne tuo pro, che forsela mia lezione vale il tuo formaggio».Il Corvo sciocco intesee (un po’ tardi) giurò d’esser più saggio.

(Jean de La Fontaine, Favole, Torino, Einaudi, 1997)

� Anche questa incisione, opera di A. Delierre, rappresen-ta Il corvo e la volpe; è contenuta in un’edizione del 1883delle Favole di Jean de La Fontaine.

Quello riportato qui sotto è un disegno moder-no della favola eseguito da Marco Bolla, l’illu-stratore di questa Antologia.

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are e

par

lare Ascoltare e riassumere oralmente

Prima di ascoltareIl tuo insegnante sta per leggerti il finale di un racconto di avventura ambien-tato in mare. Sappi che i personaggi principali della storia sono quattro ragaz-zi: il protagonista, che narra in prima persona, il fratello Giancarlo, l’amicoRoberto ed Evelina, la fidanzata di Roberto. I quattro hanno organizzato una

gita in barca a vela e tutto fila liscio finché il vento cambia e il tempo diventa minaccio-so. A questo punto comincia il brano.

Ascoltare con attenzioneDurante l’ascolto puoi prendere appunti su un foglio, oppure completare il seguente sche-ma dei fatti.

Riassumere oralmenteRiassumi ora a voce alta il testo che hai ascoltato, eliminando i particolari non importan-ti, ma senza trascurare i fatti che sono determinanti per lo sviluppo della vicenda e percomprendere il comportamento dei personaggi.

La furiadel temporale

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La disavventuradi Giancarlo

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Il lieto epilogo

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Paura in mare

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Veri

fica

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Leggere e comprendere il testo

Gary Paulsen

Brian e l’orsoPer un paio di settimane la temperatura continuò a salire e ogni gior-

no era più luminoso del precedente. Anche la caccia andava di benein meglio, e il suo carniere1 era sempre pieno di uccelli e conigli.

Non faceva che mangiare, si sentiva grasso e pigro e una volta passò unintero pomeriggio sdraiato al sole. Non era esatto dire che fosse felice. Eratroppo solo per questo. Però si scoprì a sorridere mentre lavorava intornoal campo e, durante i pomeriggi tiepidi, era bello girovagare nei boschi perraccogliere la legna.

Si era fatto diversi amici... o almeno conoscenze. Adesso gli uccelli ave-vano per lui un significato speciale. Nel buio i gufi si lanciavano i lororichiami sommessi, spettrali2 uuuuuu che lo spaventavano, finché a notte,con una luna piena così splendente da fare luce come il sole in un giornonuvoloso, ne vide uno. Da allora i loro gemiti3 cullarono il suo sonno e, setacevano, si svegliava quasi subito.

Prima dell’alba, appena la luce grigia filtrava tra gli alberi, iniziava il con-certo del mattino.

Partiva in sordina4 ma, prima che ci fosse luce sufficiente per vedere adieci metri di distanza, tutti gli uccelli si mettevano a cantare, strappando-lo bruscamente al sonno.

All’inizio quel canto gli sembrò soltanto un rumore compatto, ma coltempo, via via che imparava ad ascoltare, scoprì che ogni voce era diversa.I pettirossi avevano un canto serale, uno per annunciare un acquazzonee un altro per segnalare la fine della pioggia.

Le azzurre ghiandaie passavano il loro tempo a protestare e imprecare5,però lo avvertivano quando qualcosa, qualunque cosa, si aggirava nei din-torni. E così pure facevano corvi e cornacchie, strillando e gracchiando suglialberi.

Era tutto legato, scoprì, a un problema di territorio. Ognuno voleva pos-sedere un posto dove vivere e andare a caccia. Gli uccelli non cantano perdivertimento, ma per avvertire i loro simili di stare alla larga.

Erano stati i luoghi a insegnargli il concetto di “territorio”. Diverse vol-te aveva visto un lupo solitario, un vecchio maschio, avvicinarsi al campoe studiare i suoi movimenti. Il lupo non sembrava spaventato e neanchefaceva niente per spaventarlo, e Brian finì per pensare a lui quasi come aun amico.

Lo vedeva ricomparire a scadenze regolari e perciò immaginò che per-corresse una specie di circuito6.

Dopo un mese, il lupo si presentò con un amico, un maschio più gio-vane e più piccolo. Alla loro seconda visita, si fermarono vicino al campoe Brian li vide orinare7 su un ceppo marcito, spruzzandolo entrambi perdue volte di fila.

Brian aveva letto diversi libri sui lupi, aveva visto qualche documenta-rio e sapeva quindi che “marcavano8” il territorio con spruzzi di urina. Aveva

1. carniere: borsa a tracollain cui il cacciatore mette laselvaggina uccisa.2. spettrali: lugubri, simili aquelli emessi dai fantasmi(spettri).3. gemiti: lamenti.4. in sordina: piano, sottoto-no.5. imprecare: esprimere ver-si in tono rabbioso.6. circuito: giro dal percorsopreciso, che si ripete sempreuguale.7. orinare: fare pipì.8. marcavano: segnavano iconfini.

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La mia biblioteca Storie dell’altro

Matilde Lucchini, Mio fratello viene da lontano,Casale Monferrato, Piemme Junior, 2007Ketu abita in Botswana e sogna di trovare una famiglia che loadotti a distanza. Giuseppe, invece, vive a Milano e ha la passio-ne per l’Africa. Sono lontani migliaia di chilometri, eppure c’è unfilo invisibile che li lega, come se tutti e due sapessero che al dilà del mare esiste l’altra metà di loro stessi. Finché un giornoGiuseppe convince suo papà a portarlo in Botswana e i due ragaz-zini si trovano faccia a faccia…

Francesco D’Adamo, Mille pezzi al giorno,San Dorligo della Valle, EL, 2000Leo è un teppistello, finito al carcere minorile per una storia di pastic-che. Quando esce trova un lavoro come sorvegliante in una fabbri-chetta dove donne e ragazzi, clandestini dell’Est, lavorano giorno enotte per produrre merci contraffatte. Leo vuole fare la bella vita, gliimmigrati non gli sono mai piaciuti, che male c’è? Ma c’è la sua ami-ca Maristella, che una volta era come lui e ora è cambiata e vuolefare una vita onesta. Al ritorno da un viaggio all’Est Leo troverà ilcoraggio di ribellarsi e di scegliere da che parte stare. Mille pezzi algiorno è la storia intensa di una presa di coscienza e di una strana,scorbutica educazione sentimentale, in una realtà dove sembra cheper i sentimenti non ci sia più posto.

Lia Levi, La lettera B, Milano, Mondadori, 2003Sembra proprio che la vita di Ilaria sia all’insegna della lettera B:lei e i suoi vivono in una villetta bifamiliare in periferia, e i due anzia-ni e bizzarri vicini sono, per lei, i signori B. E poi c’è Babu, il ragaz-zino indiano bi-adottato (infatti è rimasto orfano per due volte) il cuiarrivo mette a soqquadro la sua vita... Infine, ecco che Ilaria devefar posto alla scorbutica Alina (niente B, questa volta!), la cuginamilanese la cui madre giornalista è sparita in Afghanistan. Insomma,in casa non c’è più pace, solo scintille quotidiane fra persone trop-po diverse tra loro. Ma chi è il vero “estraneo”, nella nuova fami-glia allargata? Ilaria se lo chiede sempre più spesso.

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Storie dell’altro

Fabrizio Gatti

Viki che voleva andare a scuola

In viaggio(dal capitolo I)Viki, sette anni, Brunilda, la sorella più piccola e la mamma decidono dilasciare di nascosto la loro terra, l’Albania, per raggiungere il padre cheda più di un anno e mezzo ha trovato lavoro in Italia. Comincia così l’av-ventura di una donna e due bambini, impauriti, in balia di se stessi, allamercé di sfruttatori disonesti e di un mare straniero che non prometteniente di buono.

I l gommone è ormai pieno di gente per tutta la sua lunghezza e la sualarghezza. Non ci sono sedili. Si sta seduti sul fondo, qualcuno si è

messo in ginocchio. Ricompare il ragazzo con la coda. Si avvicina portan-do una grossa scatola di ferro arrugginito. Dalla fatica che fa, deve esseremolto pesante. Dietro di lui, un uomo mai visto prima solleva un’altra sca-tola arrugginita, anche quella molto pesante. Le consegnano tutte e dueall’uomo con le braccia grosse. Le scatole di ferro, una dopo l’altra, passa-no sopra le teste dei passeggeri e vengono sistemate vicino ai motori. C’èun forte odore di benzina ora, lo stesso di quando papà mi portava al distri-butore. L’odore viene proprio dalle due scatole. Due vecchi serbatoi arrug-giniti.

Dopo aver collegato i serbatoi ai due motori, l’uomo con le braccia gros-se scende dal gommone saltando nell’acqua. Brunilda lo segue con lo sguar-do: s’aspettava da lui un viaggio fin oltre le stelle. Il ragazzo con la coda el’altro uomo arrivato con la benzina spingono il gommone nel mare, poiritornano sulla spiaggia senza nemmeno voltarsi.

«Mamma, ma chi guida?»«Viki, non lo so» risponde la mamma, senza guardarmi. Le brillano gli

occhi. Sta piangendo. In silenzio, per non farsi scoprire.Il mare è nero come il cielo. Il gommone galleggia ruotando lentamen-

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Fabrizio Gatti, Viki che voleva andare a scuola,Milano, Fabbri, 2004Viki e la sua famiglia vengono dall’Albania e stanno cercandodi inventarsi una nuova vita in Italia. Non è facile, perché nonsono in regola. Hanno attraversato il mare su un gommone inun viaggio dove hanno visto la morte da vicino. Un generososconosciuto li ha aiutati nel momento del bisogno e ha per-messo loro di raggiungere la grande città: Milano. Si sentonosperduti, ma Viki ha una marcia in più: è bravo a scuola, vuo-le imparare. Si scontra con difficoltà che all’inizio gli sembra-no insormontabili ma, pur essendo piccolo di statura, è un “gran-de” dentro… Una storia vera, una volta tanto a lieto fine, perriflettere su parole come accoglienza, integrazione, solidarietà.

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intercultura

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