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Storia del Giornalismo Prof. Laura Pisano
Corso di Laurea
LINGUE E COMUNICAZIONE
Settima lezione
Giornalisti in esilio
Con l’avvento del regime fascista lasciano l’Italia numerosi giornalisti antifascisti di tutti gli orientamenti politici: comunisti,socialisti, liberali, cattolici. Sono a partire dal 1925, Gaetano Salvemini, processato per la sua attività nel giornale “Non Mollare; Giuseppe Donati, direttore del “Popolo”, che aveva denunciato all’Alta Corte il generale De Bono, direttore generale della Pubblica Sicurezza;
Alberto Tarchiani, redattore capo del Corriere della Sera”, che aveva dato le proprie dimissioni dal giornale a seguito dell’estromissione del direttore Luigi Albertini;
In esilio
Armando Zanetti, che con Adolfo Tino
dirigeva Rinascita liberale
nel 1930 Guglielmo Ferrero con la moglie
Gina Lombroso
In esilio
Dal 1926 Claudio Treves, che da Parigi
dirigerà Rinascita socialista e dal 1927 il
settimanale La Libertà
Alberto Cianca, che dopo la morte di
Claudio Treves, avvenuta il 10 giugno
1933, fu nominato direttore della Libertà,
giornale della Concentrazione antifascista
Salvemini, Tarchiani, Treves,
Donati, Borgese
Armando Zanetti
Armando Zanetti nel 1925 è costretto all'esilio
in Svizzera, dove lavora per La dernière heure.
Nel 1928 fonda, insieme al cattolico Francesco
Luigi Ferrari e al socialista Arturo Labriola, il
Comité italien de Bruxelles, centro di studi
politici e movimento antifascista, pubblicando
fino al 1929 L’Observateur.
Esuli in Tunisia
Il settimanale L'Italiano di Tunisi (1936-1939)diventa
autorevole voce di tutte le forze che si opponevano al
regime fascista,
Il Giornale (1939) in Tunisia è diretto da Giorgio
Amendola, affiancato dai redattori Velio Spano, Ruggero
Gallico e Maurizio Valenzi.
Nonostante difficoltà di ogni genere, e intimidazioni dei
fascisti locali, questi giornali contrastarono la voce
ufficiale che si esprimeva attraverso L'Unione
furono un punto di riferimento del movimento antifascista
Mussolini e il giornalismo
Mussolini, il 10 ottobre 1928, parla ai
Direttori dei giornali italiani:
«Il giornalismo italiano è libero perché serve
soltanto una causa e un Regime; è libero
perché, nell'ambito delle leggi del Regime,
può esercitare, e le esercita, funzioni di
controllo, di critica, di propulsione ...».
TECNICHE di comunicazione di massa
Moderne tecniche di comunicazione di massa
1924: concessione dei servizi radiofonici
all’UNIONE RADIOFONICA ITALIANA (URI);
1927: l’URI viene ereditata dall’ENTE
ITALIANO per le AUDIZIONE RADIOFONICHE
(EIAR).
Radio: 150.000 utenti (1930) ► 1 milione (1938)
1924-25: ISTITUTO LUCE gestisce l’informazione cinematografica del regime, con documentari, reportage ecc.
L’Istituto LUCE 1925
Cinegiornale
Cinegiornale LUCE, destinato ad essere
obbligatoriamente proiettato prima di ogni
film nelle sale cinematografiche
Il Cinema
Nel 1936 il Luce cessa di dipendere direttamente dal Capo del Governo
► Ministero Stampa e Propaganda; nello stesso anno ► Cinecittà Centro Sperimentale di Cinematografia.
Un importantissimo archivio storico
Il 6 luglio 2012 l'Istituto Luce annuncia
l'apertura del canale YouTube mettendo a
disposizione del pubblico trentamila video
che raccontano 40 anni di storia italiana
1935: Sottosegretariato diventa Ministero
per la stampa e la propaganda ► radio
Galeazzo Ciano – Alessandro Pavolini
Il modello è la Germania: Ministero educazione e propaganda (Goebbels)
1937: Ministero della cultura popolare
(MINCULPOP) ► veline
Propaganda fascista
La propaganda fascista
Copertine di libri scolastici
e altre pubblicazioni
Per i giovani
Riviste
Esempi di Ordini alla stampa (le “veline”)
1935 * Non pubblicare fotografie di Carnera a terra. [28.6.1935]
1936 * Non riprodurre il disegno reclamistico della fabbrica Moretti di
Milano che riproduce donna in divisa coloniale. [11.5.1936) * Non interessarsi mai di nessuna cosa che riguardi Einstein.
[26.12.1936]
Ordini alla stampa (veline)
1937 Occuparsi attivamente e con insistenza del Karkadek (una pianta coltivata in Libia e da cui potrebbe ricavarsi un sostituto del tè). [22.1.1937)
Rivedere le corrispondenze dalla Sicilia, perché non si deve pubblicare che il Duce ha ballato. [14.8.1937]
Altri esempi di “veline”
1938
* Notare come il Duce non fosse affatto stanco dopo quattro ore di trebbiatura. [4.7.1938] Battaglia del grano
* La "Stefani" da Forlì con le parole del Duce va messa in palchetto, con grande evidenza; titolo su otto colonne e soltanto sulla prima frase: «Noi tireremo dritto sulla questione della razza».
Non citare nel titolo la seconda frase: «Non abbiamo imitato nessuno». Nessun commento. [30.7.1938]
* Non fare assolutamente cenno, nella cronaca odierna, del balletto cui ha partecipato il Duce a Belluno. [24.9.1938]
Mussolini
e la battaglia del grano
Esempi di ordini alla stampa
1939
* Non fare titoli interrogativi. [21.9.1939]
* La noticina contro il "lei" va in prima pagina. [25.9.1939]
* Non si deve dire "camions" ma autocarri. Vale anche per il singolare. [9.11.1939]
Il commento uguale
per tutti i giornali
Secondo alcuni storici e giornalisti (ad
esempio Furio Colombo) il fascismo non
ha avuto un vero giornalismo, ma solo
propaganda
Galeazzo Ciano
Ministro della stampa e propaganda
Alessandro Pavolini
Ministro della cultura popolare
L’informazione
fu affidata a familiari e amici
Arnaldo Mussolini, fratello del DUCE
Galeazzo Ciano, genero del DUCE
Anche Farinacci collocherà un parente a
dirigere il suo giornale
La guerra d’Etiopia
2 ottobre 1935 - 5 maggio 1936: massiccia mobilitazione della stampa
Propaganda di massa Massimo consenso al regime fascista
Censura in tempo di guerra
Censurati ritardi e inefficienze dell’Esercito Censurati i mezzi di distruzione di massa: gas e
bombardamenti sulla popolazione Inviati di guerra adeguatamente indottrinati
(Ciano) Pavolini: corrispondenze dall’estero al Corriere
della Sera La “Dichiarazione dell’Impero”, 10 maggio ’36
1.300.000 copie della Stampa
Il fotogiornalismo
Il fascismo verso la guerra mondiale
1938: antisemitismo militante Difesa della razza Razza e civiltà l’intervento in guerra, 1.6.1940 “L’osservatore romano” 250.000 copie
Censura e controllo del regime in guerra
1940: L’Ente stampa, ultimo strumento organizzativo che dà veste giuridica al finanziamento di alcuni quotidiani minori, come quelli pubblicati nelle colonie, e di circa altri 40 periodici.
Modernizzazione
Quotidiani a 12 pagine Migliorata la distribuzione grazie alla
motorizzazione Edizioni straordinarie pubblicate per le
ricorrenze e anniversari del regime
Montanelli ripreso da Fedele Toscani nella sede del Corriere della Sera a Milano nel 1940
I giornalisti raccontano
mentre i fatti avvengono
Interesse del pubblico per Radio Londra e Radio
Mosca
Tra i maggiori giornalisti di guerra: Indro
Montanelli e Curzio Malaparte
Malaparte fu corrispondente del Corriere della
Sera durante la guerra