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Storia della scuola e professionalità docente Letterio Todaro Dipartimento di Scienze della Formazione UNIVERSITA' Di CATANIA

Storia della scuola e professionalità docente - TFA A034 · operaio e alle organizzazioni femminili) ... nei primi anni del '900 si assiste all'introduzione di ... provvedimenti

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Storia della scuola e professionalità docente

Letterio Todaro

Dipartimento di Scienze della Formazione UNIVERSITA' Di CATANIA

Storia della scuola e professionalità docente

Letterio Todaro

Dipartimento di Scienze della Formazione UNIVERSITA' Di CATANIA

La svolta del Novecento

“Un vento nuovo caratterizza gli anni del

Novecento precedenti la Grande Guerra, l'età di

Giolitti, segnata dall'avanzante industrializzazione

e urbanizzazione e insieme senza dubbio da una

crescita civile, associativa e partecipativa, e di

libertà” (CIVES)

Lo sfondo dell'età giolittiana

Tra i principali segnali di Modernizzazione del Paese:● Crescita industriale e dell'economia 'terziaria' e

conseguente trasformazione dei paesaggi urbani● Crescita delle organizzazioni dei lavoratori

(associazionismo operaio, sindacalismo, rafforzamento del socialismo riformista)

● Crescita di domanda culturale e nuova sensibilità verso i problemi dell'educazione

● Affermazione di una nuova immagine sociale dell'infanzia e dell'importanza delle istituzioni educative

Una rinnovata attenzione per la scuola trascina l'iniziativa in

campo educativo

Attorno al mondo delle istituzioni scolastiche si sviluppa una serie di iniziative rivolte alla crescita generale dei processi educativi specie in direzione dell'elevamento culturale delle classi popolari:

● Corsi per lavoratori adulti e analfabeti● Biblioteche circolanti e 'università popolari'● Scuole serali di alfabetizzazione● Ricreatori giovanili e nuove forme di associazionismo a

scopo educativo (in particolare, legati al movimento operaio e alle organizzazioni femminili)

● Colonie

Nascono le prime associazioni nazionali legate al mondo della

professione 'insegnante'

● 1901 – nasce l'U.M.N. (Unione Magistrale Nazionale)associazione tra i maestri di ispirazione laica, entro cui si raccolsero le principali rivendicazioni volte all'affermazione di uno status magistrale più elevato sotto il profilo socio-economico e culturale

il primo presidente fu Luigi Credaro(pedagogista, intellettuale, uomo politico destinato ad assumere successivamente anche la carica di Ministro della P.I.)

Nascono le prime associazioni nazionali legate al mondo della professione 'insegnante'

● 1901 – nasce la F.N.I.S.M. (Federazione Nazionale Insegnanti Scuola Media)associazione tra i professori di ispirazione laica e apartitica, in cui si raccolsero le istanze di miglioramento delle condizioni economiche della professione e di maggiori garanzie relative allo stato giuridico degli insegnanti medi. Divenne la principale 'tribuna' del dibattito d'inizio secolo sulla riforma della 'scuola media'

il primo presidente fu Giuseppe Kirner

(letterato/filologo, uomo di scuola, infaticabile organizzatore e animatore culturale, portavoce di una nuova figura dell'insegnante non chiuso nella 'torre d'avorio' della sua cultura, ma aperto e sensibile al valore sociale della sua professione)

La scuola italiana agli inizi del Novecento e i principali problemi da affrontare

1) Incrementare la lotta contro l'analfabetismo e puntare a rafforzare gli strumenti per l'istruzione e l'educazione popolare:

Intervenire politicamente e normativamente sul sistema dell'istruzione elementare e popolare cercando di agganciare maggiormente alla scuola l'interesse e la partecipazione delle classi popolari e offrendo all'organizzazione scolastica maggiori risorse da investire

La scuola italiana agli inizi del Novecento e i principali problemi da affrontare

2) Puntare ad innalzare i livelli d'istruzione complessiva della popolazione e allargare il bacino d'utenza dell'istruzione secondaria ai fini del rafforzamento di una classe media legata organicamente al mantenimento degli equilibri dello Stato-Nazione e della creazione di un filtro per la selezione 'culturale' della classe dirigente destinata a tenere in mano le sorti del Paese :

L'età giolittiana è percorsa da ampi dibattiti su come 'riformare' l'istruzione media e intorno a tale dibattito si definiscono specifici orientamenti politico-culturali e relative correnti pedagogiche

La scuola italiana agli inizi del Novecento e i principali problemi da affrontare

3) Intervenire, in particolare, sulla 'scuola normale' per colmare il bisogno di nuove leve entro la compagine magistrale e soprattutto per migliorare la qualità del profilo culturale e pedagogico degli insegnanti elementari

Un ampio spazio del dibattito sulla scuola nei primi anni del Novecento è legato alla questione magistrale e alla definizione di una figura della professionalità del maestro legata a una visione culturale complessiva saldata al destino della Nazione

I principali provvedimenti legislativi sulla scuola in età giolittiana

● Interventi sull'istruzione elementare:

● 1903- Legge Nasi (19 febbraio 1903; n.45)

● 1904 - Legge Orlando (8 luglio 1904; n.407)

● 1906 - Legge speciale per il Mezzogiorno (15 luglio 1906, n.383)

● 1911 - Legge Daneo-Credaro (4 giugno 1911, n.407)

●1903 - Legge Nasi (19 febbraio 1903; n.45)

● Disposizioni più rigide per la nomina e per il licenziamento dei maestri e dei direttori didattici (porre limiti agli arbitri comunali in materia)

● Pareggiamento degli stipendi delle maestre rispetto ai colleghi maschi

● Obbligo di istituire le direzioni didattiche nei Comuni con popolazione da dieci mila abitanti in su

1904 - Legge Orlando (8 luglio 1904; n.407)

● Sancisce a livello formale l'innalzamento dell'obbligo scolastico fino al 12° anno d'età

● Istituzione del 'Corso popolare' nei Comuni con popolazione superiore ai 4000 abitanti. Il Corso popolare (V-VI classe elementare) doveva avere carattere di primo avviamento al lavoro e quindi accanto all'insegnamento di alcune discipline di base (lingua, grammatica, lettura, calligrafia, disegno) prevedeva l'istituzione di insegnamenti facoltativi a carattere professionale (lavori manuali, agraria, lavori donneschi) da organizzare in base alle risorse ed ai bisogni locali.

●1904 - Legge Orlando (8 luglio 1904; n.407)● La legge prevedeva anche la presentazione entro un

anno di disegno di legge per la riorganizzazione delle scuole normali.

Tale intenzione normativa non ebbe seguito. E tuttavia nei primi anni del '900 si assiste all'introduzione di novità interessanti sul piano della formazione magistrale. In particolare, il ministro Credaro istituirà col R.D. 1° febbraio 1906, i corsi di perfezionamento per i licenziati delle scuole normali, detti anche Scuole pedagogiche. L'esperimento fu interessante perchè l'organizzazione dei corsi di perfezionamento della cultura dei maestri era affidata e avveniva nelle Università e quindi – almeno intenzionalmente - con un profilo di alta cultura pedagogica e cultura generale. Il titolo conseguito si considerava abilitante per i concorsi ispettivi e direttivi.

●1904 - Legge Orlando (8 luglio 1904; n.407)

● La Legge prevedeva anche provvedimenti per il rafforzamento delle scuole serali e dei corsi festivi per adulti analfabeti, con impegno di risorse finanziarie da destinare al compenso dei maestri impegnati su tale fronte e per le direzioni didattiche impegnate nell'organizzazione di tali corsi.

● Complessivamente, la Legge innalzava i minimi stipendiali per i maestri e pareggiava la retirbuzione fra maestri insegnanti nei corsi inferiori e superiori.

●1906 - Legge speciale per il Mezzogiorno (15 luglio 1906, n.383)

● Nel quadro di uno speciale intervento legislativo destinato ad istituire una serie di provvedimenti a favore del Mezzogiorno furono previste anche azioni per il miglioramento della funzionalità delle scuole: finanziamenti speciali per l'edilizia scolastica, sostegno ai maestri delle scuole rurali, aumento delle direzioni didattiche sul territorio, impiego di ulteriori risorse per i corsi di alfabetizzazione degli adulti.

La scuola 'reale': l'inchiesta Corradini

Per verificare l'effettivo impatto dei provvedimenti legislativi varati nei primi anni del secolo, nel 1907-08 fu avviata un'Inchiesta Ministeriale a livello nazionale per la conoscenza delle condizioni 'reali' della scuola elementare. I risultati dell'inchiesta furono pubblicati nel 1910 e si rivelarono, in relazione a diversi livelli di analisi, drammaticamente sconfortanti

La scuola 'reale': l'inchiesta Corradini

● L'inchiesta intendeva esaminare la condizione complessiva della scuole elementare, analizzando tutte le principali questioni coinvolte dal problema dell'istruzione popolare: situazione dell'edilizia scolastica, analisi della frequenza scolastica e dell'evasione dall'obbligo, valutazione dei corsi popolari e di tutte quelle istituzioni sussidiarie gestite dalla scuola a favore del popolo (scuole serali e festive, assistenza alle famiglie svantaggiate, istituzione di biblioteche popolari).

La scuola 'reale': l'inchiesta Corradini

I principali 'buchi' del sistema d'istruzione elementare denunciati dall'inchiesta:

Resistenza di un forte squilibrio tra Nord e Sud

Divaricazione nell'efficienza delle scuole fra le realtà urbane e realtà dei piccoli Comuni di 'provincia' e dell'Italia delle 'campagne'

Inefficienza dei Comuni minori nell'arginamento dell'evasione dall'obbligo scolastico

Diffusione limitata dei corsi popolari e loro approsimativa organizzazione

1911 - Legge Daneo-Credaro (4 giugno 1911, n.407)

Le lacune palesi del sistema scolastico elementare – rispetto a cui apparivano evidenti le responsabilità della carente gestione comunale - denunciate all'interno di un ampio dibattito primonovecentesco alimentato dalle organizzazioni magistrali, dalle correnti politiche e dai fronti intellettuali sensibili alla 'questione meridionale' e in generale rappresentate dalle aree del riformismo democratico spingono verso un cambiamento generale dell'organizzazione scolastica, centrato sul principio dell'avocazione statale delle scuole elementari.

●1911 - Legge Daneo-Credaro (4 giugno 1911, n.407)

● Il provvedimento più vistoso fra quelli compresi nel pacchetto di Legge varato dal ministro Credaro riguarda, dunque, l'avocazione dell'amministrazione della scuola elementare alla gestione dello Stato (rimangono autonomi i Comuni più grandi, capoluogo di provincia)

1911 - Legge Daneo-Credaro (4 giugno 1911, n.407)

In realtà, la legge portava ad effetto tutta una serie di azioni volte all'innalzamento della qualità della scuola elementare e popolare:

Istituzione a livello ministeriale e di Consiglio Superiore della P.I. di organi amministrativi e ispettivi e di sezioni direttive dell'istruzione elementare e popolare;

Stanziamenti per l'edilizia scolastica;

Aumento su fondi statali degli stipendi base di maestri e direttori didattici

Istituzione di ruoli della docenza magistrale a livello di Consiglio Scolastico Provinciale

Costituzione di mille nuovi circoli di direzione didattica

● La Legge prevedeva inoltre l'obbligo di istituzione in ogni Comune di un Patronato scolastico, ente deputato a organizzare azioni di supporto, assistenza ed integrazione all'opera della scuola (per. es. distribuzione gratuita di sussidi e materiali didattici agli alunni indigenti; organizzazione della refezione scolastica o di attività di doposcuola; organizzazione di corsi di cultura popolare e di biblioteche pubbliche)

1911 - Legge Daneo-Credaro (4 giugno 1911, n.407)

La scuola italiana in età giolittiana: il dibattito sulla 'scuola media'

● I primi anni del Novecento aprono la scena ad un ampio dibattito che coinvolge mondo della scuola, mondo della politica, intellettuali e pedagogisti sui problemi della 'scuola media' (intendendo con questo termine generico, tutto il segmento dell'istruzione compreso tra il livello elementare e il livello superiore-universitario) e sulle ipotesi di riorganizzazione di tale ambito d'istruzione, a partire dalla constatazione che laddove si accrescevano i livelli di alfabetizzazione cominciava anche ad allargarsi la domanda di accesso a profili di scolarità post-elementare

La scuola italiana in età giolittiana: il dibattito sulla 'scuola media'

Un importante punto di svolta si ebbe nel 1905,

allorché l'ampliarsi del dibattito motivò la

nomina di una speciale Commissione Reale, su

iniziativa dell'allora ministro della P.I. Leonardo

Bianchi, con il compito di studiare le ipotesi di

possibile riordinamento degli studi secondari e

di avviare i lavori relativi ad un progetto

normativo di riforma

I lavori della Commissione Bianchi● Pur con lentezza, la Commissione lavorò

attentamente sui problemi della scuola media e giunse a presentare nel febbraio 1908 uno schema legislativo per un progetto di riforma. La proposta della Commissione era piuttosto innovativa e si fondava sul principio di unificare il primo trienno di tutti i corsi 'medi', per poi dipartire i diversi rami dell'istruzione liceale e tecnica/professionale. La proposta fu osteggiata da un fronte vario di politici ed intellettuali e soprattutto subì l'opposizione della FNISM

Le resistenze della FNISM ai progetti di riforma

Intorno all'opposizione contro la proposta 'Bianchi' si coagularono diversi schieramenti ideologici-culturali presenti all'interno della FNISM. In particolare, si distinsero:

● La posizione contraria dell'asse Salvemini-Galletti che pur partendo da premesse culturali aderenti alla politica del socialismo riformista si schierarono per la separazione fin dall'inizio dei binari della 'scuola di cultura' (liceale) e delle scuole tecnico-professionali, sostenendo un principio di sostanziale diversità dei fini educativi tra i due percorsi

Le resistenze della FNISM ai progetti di riformaIntorno all'opposizione contro la proposta 'Bianchi' si coagularono diversi schieramenti ideologici-culturali presenti all'interno della FNISM. In particolare, si distinsero:

● La posizione contraria dell'asse Gentile-Lombardo Radice, esponenti dell'emergente fronte culturale neo-idealista, sostenitori del bisogno di diversificare fin dall'inizio i percorsi della scuola media in ordine ai diversi bisogni di formazione (più a carattere generale o più a finalità pratica) che la stessa differenziazione delle attività lavorative in seno alla società esprimeva. Preoccupazione anche per la qualità della scuola classica, a cui dovevano accedere solo i più motivati

La scuola italiana in età giolittiana: i problemi della 'scuola media'

La prevalenza del 'fronte conservatore' all'interno del mondo dell'intellettualità italiana, della pedagogia, delle associazioni di categoria e della generalità dell'ambiente degli insegnanti secondari determinò un sostanziale immobilismo sul fronte dei possibili rinnovamenti della 'scuola media'. L'arrivo del primo conflitto mondiale e la drammaticità del periodo post-bellico contribuirono a frenare nuove iniziative, segnando per la 'scuola media' un lungo periodo di 'tanti dibattiti' e di pochi ed insignificanti cambiamenti

I problemi della scuola in età giolittiana:la tanto auspicata, quanto mancata,

riforma della 'scuola normale'

● L'età giolittiana è ulteriormente percorsa, per ciò che riguarda il mondo della scuola italiana, da un serrato dibattito che converge sul diffuso convincimento della scarsa efficacia e della modesta qualità della 'scuola normale', ovvero della scuola preparatoria all'esercizio della professione magistrale.

● Tutte le varie voci che partecipano al dibattito si ritrovano unanimi nell'esprimere un forte sentimento di insoddisfazione e di bisogno di 'riforma'. Ma anche su questo piano non si giungerà a nessun significativo cambiamento e l'arrivo della guerra farà segnare il passo ai progetti di riforma.

L'esigenza di rinnovare il sistema di formazione degli insegnanti elementari è ampiamente diffusa nella cultura della scuola italiana del primo '900

Tra le tante voci, ricordiamo quella particolarmente vivace e acuta di Giuseppe Lombardo Radice (1879-1938)

● Nel 1907 fonda la rivista “Nuovi Doveri”, così intitolata proprio nel senso di richiamare la coscienza magistrale ad un risveglio consono ai doveri imposti dalla loro speciale funzione di educazione nazionale al servizio del popolo

L'esigenza di rinnovare il sistema di formazione degli insegnanti elementari è ampiamente diffusa nella cultura della scuola italiana del primo '900

L'opera di Giuseppe Lombardo Radice ● Nel 1912 pubblica il volume Lezioni di Didattica,

destinato a diffondere tra i maestri italiani una nuova cultura dell'educazione discendente dai principi del neoidealismo ed a richiamare il senso della professione magistrale ad un'immagine viva di creazione continua dell'azione educativa. La professionalità dell'insegnante non poggia sulla conoscenza stretta di tecniche e di metodi didattici da seguire come regole rigide e prestabilite, ma su una capacità di sviluppare con senso critico una pratica educativa e didattica che sappia generare da sé ricerca, sapere e umanità

Il primo ventennio del Novecento si chiude segnalando un sensibile movimento nella cultura della scuola italiana che conduce

all'emersione dell'egemonia del fronte neoidealistico

Negli anni a ridosso e poi seguenti la guerra sono già mature le posizioni culturali che ispireranno i successivi sviluppi della scuola italiana:

● Giovanni Gentile, Sommario di pedagogia come scienza filosofica (1912-13)

La questione della scuola secondo la prospettiva gentiliana

● Il problema della scuola è posto da Gentile all'interno di una visione organica dei concetti di 'cultura' e di 'formazione':

contro la 'scuola senza vita'

contro la scuola in cui il sapere è incasellato nello schema asfittico dei manuali e dei 'libri scolastici'

contro la scuola in cui l'insegnante è vittima della routine, delle indicazioni metodologiche, della 'limitazione' imposta dalla stretta finalizzazione didattica del suo operato

La questione della scuola secondo la prospettiva gentiliana

● Il problema della scuola è quindi connesso al bisogno di restituire la scuola medesima al suo essere luogo di 'formazione' e di cultura:

una scuola che deve pensarsi e proporsi come luogo in cui avviene la creazione della conoscenza, del sapere, della ricerca intellettuale, dentro un lavoro produttivo che mette insieme insegnanti e studenti