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STRUTTURE SOCIO-ASSISTENZIALI PER MINORI NELLA PROVINCIA DI BOLOGNA Le strutture socio-assistenziali residenziali per minori sono destinate a minori che siano temporaneamente privi di un ambiente familiare idoneo e finalizzate ad integrare o sostituire temporaneamente funzioni familiari compromesse ed offrire al bambino e all'adolescente un ambiente educativo-relazionale in cui rielaborare un progetto per il futuro. Tali strutture sono soggette ad autorizzazione al funzionamento e regolamentate dalla Deliberazione di Giunta Regionale 564/2000 che stabilisce i requisiti minimi di tali presidi: Comunità di pronta accoglienza Comunità di tipo familiare Comunità educativa Casa famiglia

STRUTTURE SOCIO-ASSISTENZIALI PER MINORI NELLA … · - offrire ospitalità ed assistenza qualificate sul piano ... lavorativo e sociale; - organizzazione ed assistenza del ... ricostruzione

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SSTTRRUUTTTTUURREE SSOOCCII OO--AASSSSII SSTTEENNZZII AALL II PPEERR MM II NNOORRII

NNEELL LL AA PPRROOVVII NNCCII AA DDII BBOOLL OOGGNNAA

Le strutture socio-assistenziali residenziali per minori sono destinate a minori che siano temporaneamente privi di un ambiente familiare idoneo e finalizzate ad integrare o sostituire temporaneamente funzioni familiari compromesse ed offrire al bambino e all'adolescente un ambiente educativo-relazionale in cui rielaborare un progetto per il futuro.

Tali strutture sono soggette ad autorizzazione al funzionamento e regolamentate dalla Deliberazione di Giunta Regionale 564/2000 che stabilisce i requisiti minimi di tali presidi:

� Comunità di pronta accoglienza � Comunità di tipo familiare � Comunità educativa � Casa famiglia

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COMUNITA' DI PRONTA ACCOGLIENZA Definizione La Comunità di pronta accoglienza è una struttura socio-assistenziale residenziale destinata a minori in situazione di grave pregiudizio, che necessitano di una risposta urgente e temporanea di ospitalità, mantenimento, protezione, accudimento, in attesa di una collocazione stabile o di un rientro in famiglia. Finalità La Comunità di pronta accoglienza risponde alle seguenti finalità:

- superare la fase del bisogno improvviso mediante l'accoglienza d'urgenza; - offrire ospitalità ed assistenza qualificate sul piano educativo-relazionale e della cura della persona per il tempo necessario ad individuare e mettere in atto l'intervento più favorevole e stabile per il minore.

Capacità ricettiva La Comunità di pronta accoglienza può accogliere fino ad un massimo di 6 minori quando l'utenza è composta da bambini e preadolescenti e fino ad un massimo di 12 minori quando l'utenza è composta da adolescenti. Requisiti organizzativo-funzionali Nella Comunità di pronta accoglienza devono essere garantiti i seguenti servizi e prestazioni:

- accoglienza 24 ore su 24; - assistenza tutelare diurna e notturna; - somministrazione pasti; - sostegno educativo, all'inserimento scolastico, lavorativo e sociale; - organizzazione ed assistenza del tempo libero (attività sportive, ricreative, culturali).

Requisiti di personale Nella Comunità di pronta accoglienza deve essere garantita - nei momenti di presenza degli ospiti presso la struttura - una presenza di personale educativo in misura di uno ogni 3 ospiti.

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COMUNITA' EDUCATIVA Definizione La Comunità educativa è una struttura socio-assistenziale residenziale destinata a preadolescenti ed adolescenti ai quali la famiglia non sia in grado di assicurare temporaneamente le proprie cure, o per i quali non sia possibile - per un periodo anche prolungato - la permanenza nel nucleo familiare originario. Finalità La Comunità educativa assolve a compiti temporaneamente sostitutivi o integrativi della famiglia, avendo come obiettivi specifici:

- l'educazione e l'acquisizione di autonomia ed indipendenza; - il reinserimento - ove possibile - nella famiglia di origine.

Capacità ricettiva La Comunità educativa accoglie fino ad un massimo di 10 minori; possono essere ammessi ulteriori 2 minori per Pronta accoglienza. Requisiti organizzativo-funzionali Nella Comunità educativa devono essere garantiti i seguenti servizi e prestazioni, assicurando altresì il coinvolgimento e la partecipazione dei minori all'organizzazione ed allo svolgimento delle attività grave; quotidiane:

- assistenza tutelare diurna e notturna; - somministrazione pasti; - sostegno educativo, all'inserimento scolastico, lavorativo e sociale; - organizzazione ed assistenza del tempo libero (attività sportive, ricreative, culturali).

Requisiti di personale Nella Comunità educativa deve essere garantita - nei momenti di presenza degli ospiti presso la struttura - una presenza di personale educativo in misura di uno ogni 3 ospiti, salvo per le ore di riposo notturno, ove è sufficiente la presenza di un operatore.

COMUNITA' EDUCATIVA MARCONI Via Marconi 47 BOLOGNA

COMUNITA' EDUCATIVA ALTA AUTONOMIA Via S. Maria Maggiore 1 BOLOGNA

COMUNITA' EDUCATIVA S.MARIA MAGGIORE Via S. Maria Maggiore 1 BOLOGNA

COMUNITA' EDUCATIVA S.MARIA MAGGIORE Via S. Maria Maggiore 2 BOLOGNA

COMUNITA' EDUCATIVA Il GABBIANO Via Montanara 18 CASALFIUMANESE

COMUNITA' EDUCATIVA IL GIRASOLE Via Borghese 6/2 BOLOGNA

COMUNITA' EDUCATIVA L'AQUILONE Via Croce 13 IMOLA

COMUNITA' EDUCATIVA CASA DELLE NUVOLE Via Croce 13 IMOLA

COMUNITA' EDUCATIVA LA MONGOLFIERA Via Quiete 53 - Loc. Riola VERGATO

COMUNITA' EDUCATIVA I DUE PINI Via dello Scalo 14 BOLOGNA

COMUNITA' EDUCATIVA VIA LARGA Via Larga 50 BOLOGNA

COMUNITA' EDUCATIVA CASA DELLE FRAGOLEVia Persicetana 90 CALDERARA DI RENO

COMUNITA' EDUCATIVASANTA CATERINA (ARTIGIANELLI) Via Cavour 2/e IMOLA

COMUNITA' EDUCATIVACASA DI VIA DELLE

ROSE Via della Rose 15 BOLOGNA

COMUNITA' EDUCATIVA CASONE DELLA

BARCA Via S.Martino,21 MARZABOTTO

COMUNITA' EDUCATIVA OIKOS via S.Isaia, 92 BOLOGNA

COMUNITA' EDUCATIVA SAN MARTINO Via Ancognano 17 LOC. PIEVE DEL PINO

COMUNITA' EDUCATIVA NEL VILLAGGIO Via Scipione dal Ferro 4 BOLOGNA

COMUNITA' EDUCATIVA ZENITH Via Gramsci 5 BAZZANO

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COMUNITA' DI TIPO FAMILIARE Definizione La Comunità di tipo familiare è una struttura socio-assistenziale residenziale destinata a minori, caratterizzata dalla convivenza continuativa e stabile di due o più adulti che offrono ai minori un rapporto di tipo genitoriale ed un ambiente familiare sostitutivo. Finalità La Comunità di tipo familiare garantisce ai minori un contesto di vita familiare caratterizzato da relazioni stabili e affettivamente significative. Capacità ricettiva La Comunità di tipo familiare può accogliere fino ad un massimo di cinque minori; può essere ammesso un ulteriore minore solo per l'accoglienza di fratelli o per Pronta accoglienza. Requisiti organizzativo-funzionali Nella Comunità di tipo familiare devono essere garantiti i seguenti servizi e prestazioni, assicurando altresì il coinvolgimento e la partecipazione dei minori all'organizzazione ed allo svolgimento delle attività quotidiane:

- assistenza tutelare diurna e notturna; - somministrazione pasti; - sostegno educativo, all'inserimento scolastico, lavorativo e sociale; - organizzazione ed assistenza del tempo libero (attività sportive, ricreative, culturali).

Requisiti di personale Nella Comunità di tipo familiare deve essere garantita la presenza di due adulti conviventi con i requisiti richiesti per l'esercizio della funzione educativa; ad essi va affiancato altro personale educativo fino a garantire all'occorrenza il rapporto di un operatore ogni tre ospiti.

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CASA FAMIGLIA La Casa famiglia è una struttura socioassistenziale residenziale con capacità ricettiva di norma non superiore ai 6 posti che accoglie persone con caratteristiche diverse, prive di ambiente familiare idoneo, allo scopo di garantire un contesto di vita caratterizzato da un clima di disponibilità affettiva con rapporti individualizzati per assicurare sviluppo e maturazione affettiva, educazione, mantenimento, assistenza, partecipazione alle condizioni di vita dell´ambiente sociale. Il personale deve essere composto da due persone, preferibilmente una figura maschile e una figura femminile, adeguatamente formate, che svolgono funzioni genitoriali. Accanto a tale personale possono essere impiegati dei volontari e/o obiettori di coscienza, adeguatamente formati, che garantiscano una presenza continuativa e stabile, a tempo pieno o a tempo parziale

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CCoommuunnii ttàà ddii PPrroonnttaa AAccccooggll iieennzzaa MMaasscchhii llee II LL PPOONNTTEE -- VViiaa ssaanntt’’ IIssaaiiaa 44,, 4400112233 BBoollooggnnaa

www.ceismo.org

FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’ Il Ceis è un’associazione con sede a Modena che opera nel campo sociale da più di 20 anni cercando di valorizzare al massimo tutte le capacità che le persone assistite possiedono per risollevarle dalle situazioni problematiche in cui si trovano. Nel 2001, su sollecitazione del Comune di Bologna, ha dato vita alla Comunità di Pronta Accoglienza “Il Ponte”. Una struttura in grado di offrire ospitalità residenziale immediata a minori, di solito di provenienza extracomunitaria, fermati dalla pubblica sicurezza per vagabondaggio, o colti in flagranza di reato ma non imputabili per età, o con immediata necessità di accoglienza tutelata, per un provvedimento del Tm.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: 12 DI CUI CONVENZIONATI: 12 (Comune di Bo) DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA:12 PERSONALE: 8 operatori, e il responsabile. Gli operatori hanno il titolo di studio conforme alla normativa regionale (laurea in scienze della formazione o titolo di educatore professionale) o sono dei mediatori linguistici e cultura. ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: Tirocinanti dell’Università di Bologna (Psicologia, Scienza dell’Educazione), Volontari dell’Associazione U.V.a P.Ass.A. RETTA GIORNALIERA: 103.38 €

MINORI ACCOLTI Tutti i minori che necessitano di un accoglienza immediata, prevalentemente msna dagli 8 ai 18 anni

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: La comunità si fa carico fin da subito dei bisogni primari del ragazzo: nutrimento, riposo, pulizia/igene, salute, nel tentativo di creare un clima accogliente in modo da trasmettere fiducia, perché i ragazzi accolti sono nella maggior parte dei casi spaesati ed impauriti. Il lavoro della comunità consiste generalmente nella ricostruzione della storia del minore (processo migratorio per i MSNA, ecc...) e/o nella ricerca/verifica di eventuali figure di riferimento o genitoriali in modo da poter valutare, in accordo con il servizio inviante, quale progetto costruire per il minore. In alcuni casi è possibile procedere con il riaffidamento del minore ai parenti/familiari, in altri con il rimpatrio assistito, in altri ancora, si lavora per un progetto di autonomia. In tal caso, dopo una permanenza media di conoscenza ed osservazione che varia tra i 3 e i 6 mesi il minore è indirizzato a strutture educative di seconda accoglienza. In questo periodo si procede di prassi ad uno screaning sanitario di routine e, per i minori stranieri non accompagnati, all’inserimento in corsi di alfabetizzazione. La vita dei ragazzi in comunità è incentrata sul difficile processo di familiarizzazione del contesto e della realtà in cui si trovano e nella costruzione di rapporti significativi e di fiducia con gli educatori STRUMENTI DI PROGETTAZIONE:diario quotidiano per gestire questioni pratiche e per il passaggio di consegne tra gli operatori. Ciascun ragazzo ha una cartella personale in cui quotidianamente gli operatori possono fare delle annotazioni. Il progetto del minore, condiviso con i servizi sociali, viene elaborato ascoltando i ragazzi in precisi colloqui alla presenza dei mediatori culturali. Settimanalmente gli operatori verificano in équipe l’andamento del lavoro con i ragazzi. Mensilmente un supervisore esterno accompagna l’équipe nell’analisi del proprio lavoro (sapere, saper essere, saper fare) RAPPORTO CON IL TERRITORIO: I ragazzi sono inseriti nei corsi di alfabetizzazione e di formazione professionale della Provincia di Bologna. Sono iscritti al SSN ed in carico ad un medico di base vicino alla comunità. Ove necessario, si attiva il Servizio di Neuropsichiatria Infantile, o di Etnopsichiatria del Minguzzi. Rapporti anche con il CD/LEI del Comune di Bologna, in quanto i minori accolti provengono dai contesti culturali più diversi. Assieme alle comunità del Villaggio e di San Martino, ha costituito una squadra di calcio iscritta al campionato provinciale UISP. All’interno della comunità operano alcuni volontari che si impegnano nell’alfabetizzazione o nell’animazione di attività ludiche o ricreative (cinema, stadio...) RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: Ove presente, viene concordato con i Servizi Sociali di riferimento RAPPORTO CON I SERVIZI: Sia con l’Area Emergenza del Servizio Minori e Famiglia del Comune di Bologna che con l’Autorità Giudiziaria si realizza un’azione educativa integrata fondata sulla collaborazione e lo scambio reciproco continuo.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Comunità educativa maschile Nel Villaggio, Comunità Zenith per adolescenti maschi, Comunità educativa di seconda accoglienza San Martino, Comunità Oikos per adolescenti femmine.

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: CeIS TELEFONO: 059315331 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Keshawarz Rahman TELEFONO: 0516440923 - FAX: 0516440923 E-MAIL: [email protected]

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CCoommuunnii ttàà eedduuccaattiivvaa MM AARRCCOONNII -- VViiaa MMaarrccoonnii 4477,, BBoollooggnnaa

www.csapsa.com

FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’ Il modello della Comunità, presente nel suo "Progetto Generale", si è consolidato in più di venti anni di esperienza, in cui ha accolto circa 90 minori. Le teorie a cui ci si ispira sono quelle della Pedagogia interattiva e transazionale, e dell’approccio dialogico-situazionale di P.Freire, con l'apporto di contributi di diverse teorie psicologiche come il modello sistemico, quello psicodinamico, Rogersiano e della Gestalt.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: 8 DI CUI CONVENZIONATI: 0 DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA:0 PERSONALE: L'Equipe è composta da 8 Educatori Laureati in Scienze dell'educazione o con titolo di Educatore Professionale. Un educatore di forte esperienza e anzianità svolge funzioni di Coordinatore. ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: psicologa della coop in equipe sui casi, supervisore ext., psicologo coop per sostegno ai minori, volontari del servizio civile RETTA GIORNALIERA per il 2007 : 124 €

MINORI ACCOLTI Ospita minori di entrambi i sessi, di un'età dagli 8 ai 18 anni con disturbi del comportamento, rischio di devianza, problematiche psicologiche e relazionali e minori in situazioni di abuso o sospetto abuso sessuale. Possono essere accolti ragazzi/e con problematiche di disturbo della personalità.

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: l'Equipe valuta la compatibilità del minore con il gruppo presente in Comunità in base a relazioni scritte e ad un incontro di approfondimento con i Servizi. L'inserimento avviene in modo graduale attraverso alcuni incontri con il minore e visite in Comunità.. Gli Educatori si fanno carico di tutti gli aspetti della vita quotidiana cercando di favorire un investimento e un senso di appartenenza alla C.E. . Uno degli obiettivi degli Educatori è stimolare momenti educativi individuali e di gruppo, uscite, gite, attività “interne” in base a proposte intenzionali e mirate, sviluppate in riunione, o proposte dei ragazzi stessi che si cerca di stimolare. Gli interventi e i PEI sono modulati in modo flessibile in base alle caratteristiche del minore. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE:Diario delle consegne per l’organizzazione quotidiana disponibile anche ai ragazzi, diario delle consegne ad uso degli operatori, cartelle per ogni minore con tutti i documenti a lui relativi (personali, scolastici, sanitari,) e con due specifiche cartelle in cui vengono registrate le “storie” personali e i percorsi relativi all’aspetto scolastico-formativo-lavorativo e ai rapporti con la famiglia di origine, griglia per l’osservazione del minore, griglia per la costruzione del PEI. RAPPORTO CON IL TERRITORIO:i ragazzi usufruiscono delle risorse del territorio quali associazioni, palestre, parrocchie, gruppi Scout o ricreativi, Centri giovanili, con cui l’equipe è in contatto regolare, e con alcune delle quali ha stabilito accordi e convenzioni (Uisp, Sempreavanti, Auser). Gli educatori seguono regolarmente le attività esterne attraverso incontri regolari con docenti, datori di lavoro, ecc. La Comunità è in rapporto con strutture di transizione del territorio che accolgono giovani adulti. L’apertura è caratteristica fondamentale . RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: In linea generale sono i servizi invianti che prendono in carico la famiglia d’origine. E’ previsto un incontro iniziale con la comunità in cui la famiglia conosce gli educatori e visita la comunità prima dell’inserimento. Se richiesto si gestiscono incontri protetti. svolti da Educatori che non sono parte dell’Equipe della Comunità, pur in stretto rapporto con loro e con i Servizi. RAPPORTO CON I SERVIZI: Per ogni minore è richiesto ai servizi invianti un Progetto generale; tra Equipe educativa e Servizi vi è un continuo e regolare confronto e monitoraggio del PEI. Nel caso di minori con provvedimento di “Messa alla prova” l’Equipe tiene regolari rapporti con i Servizi Sociali del Ministero della Giustizia. Esistono rapporti, con la Procura attraverso le schede semestrali e le visite in struttura.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Comunità Santa Maria Maggiore per minori femmine 13-18 anni, in apertura un’altra Comunità per Minori Femminile per 6 posti, e una piccola comunità femminile di Alta Autonomia a 3 posti per ragazze 17-18enni. Queste 3 comunità sono a Bologna in V.S.M.Maggiore 1.

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: Coop. Sociale Csapsa TELEFONO: 051 230449 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Giulio Baraldi TELEFONO: 051 230449 E-MAIL: [email protected]

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CCoommuunnii ttàà EEdduuccaattiivvaa ddii AAll ttaa AAuuttoonnoommiiaa VViiaa SS.. MM.. MMaaggggiioorree ,, 11 BBoollooggnnaa

www.csapsa.com

FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’ La struttura residenziale femminile definita di Alta Autonomia vuole rappresentare un'occasione educativa e di crescita per quelle minori diciottenni o vicine alla maggiore età che non possono contare su una adeguata situazione familiare, ma che nella loro storia precedente, abbiano già dimostrato di possedere sufficienti autonomie, disponibilità e capacità di intraprendere percorsi personali, scolastici, formativi, lavorativi. Ragazze per le quali il bisogno attuale prevalente non è solo quello di protezione, cura, accudimento, contenimento dei comportamenti inadeguati, ma il consolidamento delle capacità già palesate nelle esperienze precedenti, la disponibilità alla elaborazione dei propri vissuti e a cogliere le occasioni di formazione e lavoro che potranno essere prospettate per la piena realizzazione dell’autonomia personale.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: 2 PERSONALE: L'Equipe è composta dagli 8 Educatori professionali dell’Equipe della C.E. “S.M.Maggiore 2” nello stesso stabile, e che saranno dedicati anche alla struttura di A.A. 2 Educatori dell’Equipe saranno riferimento principale per le ragazze della Comunità. ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: Psicologa supervisore., psicologo per sostegno ai minori, volontari del servizio civile RETTA GIORNALIERA per il 2007 : 80 €

MINORI ACCOLTI Ospita 2 femmine, di almeno 17 anni, preferibilmente provenienti da un percorso Educativo in altre Comunità, che nella loro storia precedente, abbiano già dimostrato di possedere sufficienti autonomie, disponibilità e capacità di intraprendere percorsi personali, scolastici, formativi, lavorativi.

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: Obiettivo del Progetto è quello di facilitare la creazione di un ambiente il più simile possibile alla convivenza tra giovani donne responsabili e orientate alla vita indipendente pertanto i singoli Progetti Educativi Individualizzati riguarderanno il consolidamento delle autonomie e la capacità di gestire le proprie scelte e attività in modo consapevole. In particolare, per quanto riguarda i percorsi scolastici, formativi e lavorativi sarà posta molta cura alla capacità delle ragazze di: saper immaginare un proprio futuro lavorativo in base alle proprie realistiche attitudini e possibilità e compiere scelte conseguenti grazie anche al contributo e all’esperienza maturata da C.S.A.P.S.A. nel campo dell’orientamento e della formazione professionale. Sarà fondamentale per le ragazze compiere scelte realistiche riguardo al proprio futuro abitativo, in base alle possibilità e vincoli dati dalla realtà. In base alle scelte compiute potrà essere dato quindi dato, a seconda dei casi, sostegno al rientro nella famiglia di origine oppure ala ricerca di soluzioni abitative alternative. La Comunità Educativa di Alta Autonomia prevede un intervento educativo specifico di 20 ore settimanali per ogni ragazza inserita, e quindi di 40 ore settimanali per le 2 ragazze che potranno essere inserite . Queste ore specifiche saranno svolte dagli educatori dell’Equipe della Comunità educativa femminile per minori “Santa Maria maggiore 2”, presente nello stesso stabile, e saranno integrate, come detto, dall’opportunità di fare riferimento alla Comunità educativa femminile stessa per quanto riguarda attività quotidiane, pasti, serate, in un accordo individuale con ogni ragazza, basato sugli impegni personali (scula, lavoro, grado di autonomia) e sugli obiettivi specifici del progetto di Autonomizzazione. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE:Diario delle consegne per l’organizzazione quotidiana disponibile anche alle ragazze, diario delle consegne ad uso degli operatori, cartelle per ogni minore con tutti i documenti a lui relativi (personali, scolastici, sanitari,) e con due specifiche cartelle in cui vengono registrate le “storie” personali e i percorsi relativi all’aspetto scolastico-formativo-lavorativo e ai rapporti con la famiglia di origine, griglia per l’osservazione del minore, griglia per la costruzione del PEI. RAPPORTO CON I SERVIZI: Per ogni minore è richiesto ai servizi invianti un Progetto generale; tra Equipe educativa e Servizi vi è un continuo e regolare confronto e monitoraggio del PEI.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Comunità Santa Maria Maggiore per minori femmine 13-18 anni, Comunità Educativa mista a 8 posti “Marconi”, Comunità Santa Maria Maggiore 2 per minori femmine 10-18 anni

CCoommuunnii ttàà eedduuccaattiivvaa SSAANNTTAA MM AARRII AA MM AAGGGGII OORREE -- VViiaa SS.. MMaarriiaa MMaaggggiioorree 11

www.csapsa.com

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: Coop. Sociale Csapsa TELEFONO: 051 230449 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Giulio Baraldi TELEFONO: 051 230449 E-MAIL: [email protected]

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE:_Coop. sociale CSAPSA TELEFONO: 051 230449_ E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Giulio Baraldi TELEFONO: 051 230449 E-MAIL: [email protected]

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FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’ Il modello della Comunità, presente nel suo "Progetto Generale", si è consolidato in più di venti anni di esperienza, in cui ha accolto circa 90 minori. Le teorie a cui ci si ispira sono quelle della Pedagogia interattiva e transazionale, e dell’approccio dialogico-situazionale di P.Freire, con l'apporto di contributi di diverse teorie psicologiche come il modello sistemico, quello psicodinamico, Rogersiano e della Gestalt.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA:8 DI CUI CONVENZIONATI: 8 DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA:0 PERSONALE: L'Equipe è composta da 8 Educatori Laureati in Scienze dell'educazione o con titolo di Educatore Professionale. Un educatore di forte esperienza e anzianità svolge funzioni di Coordinatore. ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: psicologa della coop in equipe sui casi, supervisore ext., psicologo coop per sostegno ai minori, volontari del servizio civile RETTA GIORNALIERA : convenzione con il Comune di Bologna

MINORI ACCOLTI Ospita minori femmine di un'età dai 13 ai 18 anni con disturbi del comportamento, rischio di devianza, problematiche psicologiche e relazionali e minori in situazioni di abuso o sospetto abuso sessuale. Possono essere accolti ragazzi/e con problematiche di disturbo della personalità.

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO L'Equipe valuta la compatibilità della ragazza con il gruppo presente in Comunità in base a relazioni scritte e ad un incontro di approfondimento con i Servizi. L'inserimento avviene in modo graduale attraverso alcuni incontri con la minore e visite in Comunità. Gli Educatori si fanno carico di tutti gli aspetti della vita quotidiana cercando di sviluppare un investimento e senso di appartenenza alla C.E.. Uno degli obiettivi degli Educatori è stimolare momenti di gruppo, uscite, gite, attività “interne” in base a proposte intenzionali e mirate, sviluppate in riunione, o proposte dalle ragazze stesse che si cerca di stimolare. Gli interventi e i PEI sono modulati in modo flessibile in base alle caratteristiche del minore STRUMENTI DI PROGETTAZIONE Diario delle consegne per l’organizzazione quotidiana disponibile anche ai ragazzi, diario delle consegne ad uso degli operatori, cartelle per ogni minore con tutti i documenti a lui relativi (personali, scolastici, sanitari,) e con due specifiche cartelle in cui vengono registrate le “storie” personali e i percorsi relativi all’aspetto scolastico-formativo-lavorativo e ai rapporti con la famiglia di origine, griglia per l’osservazione del minore, griglia per la costruzione del PEI. RAPPORTO CON IL TERRITORIO:le ragazze usufruiscono delle risorse del territorio quali associazioni, palestre, parrocchie, gruppi ricreativi, Centri giovanili, con cui l’equipe è in contatto regolare, e con alcune delle quali ha stabilito accordi/convenzioni (Uisp, Sempreavanti, Auser). Gli educatori seguono regolarmente le attività esterne attraverso incontri regolari con docenti, datori di lavoro, ecc. La Comunità è in rapporto con strutture di transizione del territorio che accolgono giovani adulti. L’apertura è caratteristica fondamentale RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE In linea generale sono i servizi invianti che prendono in carico la famiglia d’origine. E’ previsto un incontro iniziale con la comunità in cui la famiglia conosce gli educatori e visita la comunità prima dell’inserimento. Se richiesto si gestiscono incontri protetti. svolti da Educatori che non sono parte dell’Equipe della Comunità, pur in stretto rapporto con loro e con i Servizi. RAPPORTO CON I SERVIZI Per ogni minore è richiesto ai servizi invianti un Progetto generale; tra Equipe educativa e Servizi vi è un continuo e regolare confronto e monitoraggio del PEI. Nel caso di minori con provvedimento di “Messa alla prova” l’Equipe tiene regolari rapporti con i Servizi Sociali del Ministero della Giustizia. In alcuni casi esistono rapporti, con il Tribunale dei Minorenni e con la Procura attraverso le schede semestrali e le visite in struttura.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Comunità Marconi per minori di entrambi i sessi 8-18 anni. In apertura un’altra Comunità per Minori Femminile per 6 posti, e una piccola comunità femminile di Alta Autonomia a 3 posti per ragazze 17-18enni.

CCoommuunnii ttàà EEdduuccaattiivvaa SSAANNTTAA MM AARRII AA MM AAGGGGII OORREE 22 -- VViiaa SS.. MM.. MMaaggggiioorree,, 11 BBoollooggnnaa

www.csapsa.com

FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’

Il modello della Comunità, presente nel suo "Progetto Generale", si è consolidato in più di 25 anni di esperienza della Csapsa. Le teorie a cui ci si ispira sono quelle della Pedagogia interattiva e transazionale, e dell’approccio dialogico-situazionale di P.Freire, con l'apporto di contributi di diverse teorie psicologiche come le teorie sull’attaccamento, il modello sistemico,quello psicodinamico, Rogersiano e della Gestalt.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: 6 DI CUI CONVENZIONATI: 0 DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA:0 PERSONALE: L'Equipe è composta da 8 Educatori Laureati in Scienze dell'educazione o con titolo di Educatore Professionale. Un educatore di forte esperienza e anzianità svolge funzioni di Coordinatore.

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: Coop. Sociale Csapsa TELEFONO: 051 230449 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Giulio Baraldi TELEFONO: 051 230449 E-MAIL: [email protected]

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ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: Psicologa supervisore esterna., psicologo coop per sostegno ai minori, volontari del servizio civile RETTA GIORNALIERA per il 2007 : 124 €

MINORI ACCOLTI Ospita minori femmine, di un'età dai 10 ai 18 anni con disturbi del comportamento, rischio di devianza, problematiche psicologiche e relazionali e minori in situazioni di abuso o sospetto abuso sessuale. Possono essere accolti ragazzi/e con problematiche di disturbo della personalità.

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: l'Equipe valuta la compatibilità del minore con il gruppo presente in Comunità in base a relazioni scritte e ad un incontro di approfondimento con i Servizi. L'inserimento avviene in modo graduale attraverso alcuni incontri con il minore e visite in Comunità.. Gli Educatori si fanno carico di tutti gli aspetti della vita quotidiana cercando di favorire un investimento e un senso di appartenenza alla C.E. . Uno degli obiettivi degli Educatori è stimolare momenti educativi individuali e di gruppo, uscite, gite, attività “interne” in base a proposte intenzionali e mirate, sviluppate in riunione, o proposte dei ragazzi stessi che si cerca di stimolare. Gli interventi e i PEI sono modulati in modo flessibile in base alle caratteristiche del minore. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE:Diario delle consegne per l’organizzazione quotidiana disponibile anche ai ragazzi, diario delle consegne ad uso degli operatori, cartelle per ogni minore con tutti i documenti a lui relativi (personali, scolastici, sanitari,) e con due specifiche cartelle in cui vengono registrate le “storie” personali e i percorsi relativi all’aspetto scolastico-formativo-lavorativo e ai rapporti con la famiglia di origine, griglia per l’osservazione del minore, griglia per la costruzione del PEI. RAPPORTO CON IL TERRITORIO:i ragazzi usufruiscono delle risorse del territorio quali associazioni, palestre, parrocchie, gruppi Scout o ricreativi, Centri giovanili, con cui l’equipe è in contatto regolare, e con alcune delle quali ha stabilito accordi e convenzioni (Uisp, Sempreavanti, Auser). Gli educatori seguono regolarmente le attività esterne attraverso incontri regolari con docenti, datori di lavoro, ecc. La Comunità è in rapporto con strutture di transizione del territorio che accolgono giovani adulti. L’apertura è caratteristica fondamentale . RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: In linea generale sono i servizi invianti che prendono in carico la famiglia d’origine. E’ previsto un incontro iniziale con la comunità in cui la famiglia conosce gli educatori e visita la comunità prima dell’inserimento. Se richiesto si gestiscono incontri protetti. svolti da Educatori che non sono parte dell’Equipe della Comunità, pur in stretto rapporto con loro e con i Servizi. RAPPORTO CON I SERVIZI: Per ogni minore è richiesto ai servizi invianti un Progetto generale; tra Equipe educativa e Servizi vi è un continuo e regolare confronto e monitoraggio del PEI. Nel caso di minori con provvedimento di “Messa alla prova” l’Equipe tiene regolari rapporti con i Servizi Sociali del Ministero della Giustizia. Esistono rapporti, con la Procura attraverso le schede semestrali e le visite in struttura.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Comunità Santa Maria Maggiore per minori femmine 13-18 anni, Comunità Educativa mista a 8 posti “Marconi”, una piccola comunità femminile di Alta Autonomia a 3 posti per ragazze 17-18enni.

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CCoommuunnii ttàà EEdduuccaattiivvaa II LL GGAABBBBII AANNOO -- VViiaa MMoonnttaannaarraa,, 1188 CCaassaall ff iiuummaanneessee,, IImmoollaa

www.solcoimola.it

FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’ La comunità Il Gabbiano é nata nel 1998 ed è organizzata con caratteristiche funzionali di tipo familiare. La quotidianità, la riflessione sulle esperienze concrete, la cura degli ambienti, la relazione tra il singolo minore e il gruppo dei minori inseriti, oltre che con gli operatori e con gli altri, rappresentano lo strumento principale per promuovere quelle relazioni positive che contribuiscono alla crescita della persona. E’ un “ambiente terapeutico globale”: l’organizzazione del quotidiano, gli spazi, le attività, le relazioni, le regole, le routine, i rituali sono parte integrante dell’intervento educativo. L’educatore svolge funzioni di cura, ascolto, contenimento, protezione, modeling, valorizzazione, sostegno nelle difficoltà, nel rapporto con la realtà, nella progettualità futura, nell’inserimento nel territorio. La comunità è aperta al territorio e valorizza l’ inserimento in esso di ogni minore in base al progetto individuale elaborato.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: 7 DI CUI CONVENZIONATI: 0 + PRONTA ACCOGLIENZA: 2 PERSONALE: 1 coordinatore, 6 operatori, di cui 1 per le sostituzioni (Educatori professionali o laureati in materie umanistiche con frequenza corso regionale). ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: 1 responsabile dei servizi socio-educativi, soci-volontari, volontari, volontari del servizio civile che si occupano di accompagnamenti, attività di divertimento, sostegno ad attività specifiche. RETTA GIORNALIERA: € 92 +IVA al 4% Possono essere attivati psicologi/psicoterapeuti, mediatori culturali, progetti post-inserimento in comunità e pre-inserimento, su richiesta degli enti e con variazione della retta

MINORI ACCOLTI Ospita minori allontanati dalle famiglie per situazioni di abbandono, deprivazione, maltrattamenti, conflittualità famigliari gravi, accoglie minori in situazioni di abuso o sospetto abuso. I minori, in età compresa tra i 6 ed i 17 anni provengono da vari servizi della regione che si convenzionano per ogni inserimento.

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: gli elementi essenziali del servizio sono il progetto individuale dei singoli minori e la vita comunitaria, scandita dai ritmi e dalle routine all’interno della casa (relazione, regolarità della cura, dei pasti, scuola, lavoro, tempi dedicati allo studio, al gioco, alla cura dei propri spazi, collaborazione per la conduzione della casa…) ed all’esterno (attività ricreative, sportive, amicizie). Gli inserimenti possono avvenire: -in emergenza (max 1 sett. di permanenza, dopo di che la comunità valuta se si può procedere ad un inserimento con progetto o alle dimissioni); -con progetto. Le procedure, tutte raccolte nel fascicolo documentazione minore, sono le seguenti: richiesta di inserimento dell’ente con invio di relazione informativa e incontro di presentazione e valutazione del gruppo di lavoro della comunità; in caso affermativo l’ente compila il modulo richiesta dati in cui sono definiti obiettivi e tempi di permanenza e altre indicazioni utili e segue l’inserimento del minore. Osservazione del minore in base agli indicatori definiti, relazione post-inserimento in cui si verifica l’adeguatezza della comunità educativa e la possibilità di perseguire gli obiettivi proposti. La comunità assieme all’ente inviante elaborano e firmano il progetto educativo individualizzato, che viene monitorato ogni 2 mesi in un apposito modulo in cui si verificano gli obiettivi specifici del periodo. RAPPORTO CON IL TERRITORIO: la coop. gestisce un centro di aggregazione giovanile frequentato anche dai ragazzi della comunità, conosce e lavora in rete con le principali realtà del paese, per meglio favorire l’ inserimento dei ragazzi nel gruppo dei loro pari e nelle opportunità di socializzazione e di lavoro. RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: è definito nel progetto individuale. RAPPORTO CON I SERVIZI: Verifiche periodiche (minimo trimestrali e preferibilmente all’interno del gruppo di lavoro della Comunità), invio relazioni semestrali di monitoraggio, monitoraggio bi-mensile del progetto, comunicazioni telefoniche e scritte all’occorrenza

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Appartamento per ragazze maggiorenni “Verso l’autonomia”: accoglie ragazze maggiorenni, gli operatori non risiedono nell’appartamento, svolgono un ruolo di tutor e accompagnano alle scelte ed alla gestione della quotidianità. Comunità Madre –bambino Oikos, gestita assieme all’Istituto Santa Teresa: accoglie madri con figli per progetti di max un anno. Comunità Educativa per minori “La linea d’ ombra” Conselice (RA) – gestita dalla Coop. “La Linea d’ombra dello stesso Consorzio Sol.Co Imola.

CCoommuunnii ttàà eedduuccaattiivvaa II LL GGII RRAASSOOLL EE -- VViiaa BBoorrgghheessee,, 66//22 -- BBoollooggnnaa

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: Il Gabbiano Coop Sociale TELEFONO: 0542/26624 348/2680403 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Alberto Testa TELEFONO: 0542/666401 348/2680402 E-MAIL: [email protected]

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: METOIKOS cooperativa sociale TELEFONO: 051.331226 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: PAOLO BESOLA TELEFONO: 051.6195303 E-MAIL: [email protected]

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FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’ l progetto ha preso il via nel mese di ottobre 2003, al fine di rispondere al bisogno del territorio, relativamente all’accoglienza di bambini e bambine italiani e stranieri.La comunità si pone come intervento riparatorio, che interviene laddove si ponga la necessità di garantire un luogo di vita alternativo a bambini che, per qualche ragione, non godono nel proprio nucleo di origine di condizioni sufficienti a garantire loro un’esistenza sicura. La Comunità si occupa di minori che hanno subito, anche se in misura e modalità diverse, dei danni e rappresenta per loro un luogo di vita temporaneo

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA:6 DI CUI CONVENZIONATI: 6 DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA: 0 PERSONALE: E’ presente un coordinatore (con titolo di laurea ed esperienza pluriennale) e sette educatori, più uno per emergenze e/o sostituzioni. L’equipe è composta da educatori italiani e stranieri, con titoli di laurea in Pedagogia e psicologia. Il personale privo di titolo specifico, vanta esperienza pluriennale nel settore e ha seguito il percorso formativo regionale, al fine di adeguare la propria posizione ai sensi della Direttiva Regionale. ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE personale ausiliario per attività di laboratorio, sostegno scolastico e accompagnamenti presso gli istituti scolastici RETTA GIORNALIERA: 103.00 �Euro

MINORI ACCOLTI La comunità Il Girasole ospita minori maschi e femmine italiani e stranieri in fascia d’età compresa tra i 7 ed i 14 anni. Generalmente, i minori vengono accolti in forza di un Decreto di collocamento emesso dal Tribunale per i Minorenni. In altri casi, l’ingresso in comunità è concordato tra Servizio Inviante e famiglia.

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: Nella fase di accoglienza l’obbiettivo principale è quello di rendere meno traumatico possibile l’allontanamento del minore dal nucleo famigliare di appartenenza sia curando lo spazio fisico dell’accoglienza, sia prestando particolare cura nei comportamenti e nel linguaggio verbale e non verbale. Là dove è possibile, l’inserimento dei minori presso la struttura è graduale. Al termine di un primo periodo di osservazione, il progetto viene strutturato e orientato verso obiettivi educativi condivisi tra equipe di struttura e Servizio Inviante. La vita comunitaria è scandita da routine quotidiane che sono dettate sia da necessità organizzative sia dalla necessità di trasmettere ai minori un ordine interno. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE La comunità dispone di un progetto di struttura che funge da cornice e specifica tipo e metodologia degli strumenti Questi si suddividono in: riunioni di verifica e coordinamento; riunione con gli ospiti; documenti (scheda d’ingresso, relazioni sull’osservazione, PEI, diario delle osservazioni, cartelle personali per ciascun ospite, verbale di programmazione e verifica delle riunioni, schede semestrali per la Procura della Repubblica, relazioni periodiche ai Servizi, diario giornaliero, agenda appuntamenti). RAPPORTO CON IL TERRITORIO: La struttura ha avviato e consolidato rapporti con le varie istituzioni e agenzie di socializzazioni del territorio, al fine di consentire agli ospiti una piena integrazione nel tessuto sociale del quartiere. RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE La definizione e regolamentazione del rapporto minori/nucleo familiare avviene in accordo con il Servizio Inviante che, nel raccordare la comunità e la famiglia, provvede a calendarizzare gli incontri, stabilendone tempi e modalità.Gli educatori provvedono, qualora sia previsto, a vigilare gli incontri. RAPPORTO CON I SERVIZI: I rapporti con il Servizio Sociale inviante sono puntualmente specificati nel progetto di struttura e si articolano con cadenza periodica, secondo un principio di condivisione tanto a livello di gestione della struttura nel suo insieme, quanto a livello di formulazione e implementazione dei singoli progetti individuali.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Comunità Educativa “Il Girasole”, “La Mongolfiera”, “L’Aquilone”, “Casa delle Nuvole”

CCoommuunnii ttàà EEdduuccaattiivvaa LL ’’ AAQQUUII LL OONNEE -- VViiaa GG.. CCeessaarree CCrrooccee,, 1133 IImmoollaa

FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’

La comunità è stata avviata nel 1997 con l’intento di rispondere alla sempre crescente esigenza, da parte dei servizi sociali, di collocare presso strutture adeguate i minori stranieri. La struttura si caratterizza come seconda accoglienza. per cui i progetti rivolti ai minori ospitati sono a medio e lungo termine, con obiettivi fissati all’interno di ciascun p.e.i.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: 6 DI CUI CONVENZIONATI: 2 DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA: 2 PERSONALE: 1 coordinatore, con titolo di laurea ed esperienza pluriennale nei servizi residenziali rivolti ai minori, 7 educatori ed 1 per le sostituzioni o le emergenze. L’equipe è composta da educatori italiani e stranieri, con attestato regionale, idoneo all’attività presso strutture residenziali ai sensi della Direttiva Regionale.

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: METOIKOS Cooperativa Sociale TELEFONO: 051/331226 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Paolo Besola TELEFONO: 0542/627383 E-MAIL: [email protected]

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ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: personale ausiliario per attività di laboratorio, sostegno scolastico e altre attività esterne alla struttura, mediatori culturali – marocchini, albanesi, rumeni, iraniani e curdi, 1 psicologo. RETTA GIORNALIERA: da 86,00 a 110,00 Euro, variabile in funzione del p.e.i.

MINORI ACCOLTI La residenza accoglie minori tra i 13 e i 17 anni, maschi e femmine. Tipologie: minori del territorio, italiani e stranieri, temporaneamente privi di un ambiente familiare idoneo; minori per i quali il Tribunale per i Minorenni ha disposto la sospensione del processo e la messa alla prova; minori stranieri non accompagnati.

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: Di norma, l’inserimento dei minori presso la struttura avviene con gradualità. Al termine di un primo periodo di osservazione, il progetto viene strutturato e orientato verso obiettivi educativi condivisi tra equipe di struttura e Servizio Inviante. La vita comunitaria è scandita da routine quotidiane in ambiente familiare, che sono dettate sia da necessità organizzative sia dalla necessità di trasmettere ai minori un ordine interno. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE: la comunità dispone di un progetto di struttura che funge da cornice e che specifica tipo e metodologia degli strumenti di lavoro dell’equipe. Questi comprendono e si suddividono in: 1. riunioni di verifica e coordinamento; 2. riunione con gli ospiti; 3 supervisione; 4. documenti; scheda d’ingresso; relazioni sull’osservazione; progetto educativo individualizzato; diario segreto (osservazioni); cartelle personali per ciascun ospite; verbale di programmazione e verifica delle riunioni; schede semestrali per la Procura della Repubblica; relazioni periodiche ai Servizi; diario giornaliero; agenda appuntamenti. RAPPORTO CON IL TERRITORIO: la comunità ha consolidati rapporti con le varie istituzioni e agenzie di socializzazioni del territorio, capaci di garantire agli ospiti una piena integrazione nel tessuto sociale. Ciò consente la fruizione di servizi sportivi e ricreativi, la frequenza scolastica e formativa specifica per ciascun bisogno, la progettazione di percorsi di orientamento e inserimento lavorativo. RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: la definizione e regolamentazione del rapporto minori/nucleo familiare avviene in accordo con il Servizio Inviante che, nel raccordare la comunità e la famiglia, provvede a calendarizzare gli incontri, stabilendone tempi e modalità. Sono previsti, quando opportuni, incontri vigilati. RAPPORTO CON I SERVIZI: i rapporti con il Servizio Sociale Inviante si articolano con cadenza periodica, secondo un principio di condivisione tanto a livello di gestione della struttura nel suo insieme, quanto a livello di formulazione e implementazione dei singoli progetti individuali. Per quanto riguarda i rapporti con l’autorità giudiziaria questi consistono nella stesura della scheda semestrale, e delle relazioni di aggiornamento.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Comunità Educativa “Il Girasole”, “La Mongolfiera”, “Arcobaleno”, “La Casa delle Nuvole”

CCoommuunnii ttàà EEdduuccaattiivvaa

CCAASSAA DDEELL LL EE NNUUVVOOLL EE -- VViiaa GG.. CCeessaarree CCrrooccee,, 1133 IImmoollaa

FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’

La comunità è stata avviata nel maggio del 2005 e pur essendo di recente costituzione ha potuto avvalersi nel suo avviamento delle professionalità e dell’esperienza maturata in quasi dieci anni di operatività nel settore da parte della Cooperativa La struttura si caratterizza come seconda accoglienza, per cui i progetti rivolti ai minori ospitati sono a medio e lungo termine, con obiettivi fissati all’interno di ciascun p.e.i.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: 8 DI CUI CONVENZIONATI: 0 DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA: 0 PERSONALE: 1 coordinatore, 8 educatori, 1 educatore per le sostituzioni o le emergenze. L’equipe è composta da educatori italiani e stranieri, con attestato regionale, idoneo all’attività presso strutture residenziali ai sensi della Direttiva Regionale ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: personale ausiliario per attività di laboratorio, sostegno scolastico e attività esterne alla struttura, mediatori culturali – marocchini, albanesi, rumeni, iraniani e curdi, 1 psicologo con pluriennale esperienza specifica in qualità di supervisore. RETTA GIORNALIERA: da 86,00 a 110,00 Euro, variabile in funzione del p.e.i.

MINORI ACCOLTI La residenza accoglie minori tra i 13 e i 17 anni, maschi e femmine. Tipologie: minori del territorio, italiani e stranieri, temporaneamente privi di un ambiente familiare idoneo; minori per i quali il Tribunale per i Minorenni ha disposto la sospensione del processo e la messa alla prova; minori stranieri non accompagnati.

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: Cooperativa Sociale Metoikos TELEFONO: 051/331226 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Paolo Besola TELEFONO: 0542.26779 E-MAIL: [email protected]

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PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA

PROGETTO EDUCATIVO: Di norma, l’inserimento dei minori presso la struttura avviene con gradualità. Al termine di un primo periodo di osservazione, il progetto viene strutturato e orientato verso obiettivi educativi condivisi tra equipe di struttura e Servizio Inviante. La vita comunitaria è scandita da routine quotidiane in ambiente familiare, che sono dettate sia da necessità organizzative sia dalla necessità di trasmettere ai minori un ordine interno. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE: la comunità dispone di un progetto di struttura che funge da cornice e che specifica tipo e metodologia degli strumenti di lavoro dell’equipe. Questi comprendono e si suddividono in: 1. riunioni di verifica e coordinamento; 2. riunione con gli ospiti; 3. supervisione; 4. documenti; scheda d’ingresso; relazioni sull’osservazione; progetto educativo individualizzato; diario segreto (osservazioni); cartelle personali per ciascun ospite; verbale di programmazione e verifica delle riunioni; schede semestrali per la Procura della Repubblica; relazioni periodiche ai Servizi; diario giornaliero; agenda appuntamenti. RAPPORTO CON IL TERRITORIO: la comunità ha consolidati rapporti con le varie istituzioni e agenzie di socializzazioni del territorio, capaci di garantire agli ospiti una piena integrazione nel tessuto sociale. Ciò consente la fruizione di servizi sportivi e ricreativi, la frequenza scolastica e formativa specifica per ciascun bisogno, la progettazione di percorsi di orientamento e inserimento lavorativo. RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: la definizione e regolamentazione del rapporto minori/nucleo familiare avviene in accordo con il Servizio Inviante che, nel raccordare la comunità e la famiglia, provvede a calendarizzare gli incontri, stabilendone tempi e modalità. Sono previsti, quando opportuni, incontri vigilati. RAPPORTO CON I SERVIZI: i rapporti con il Servizio Sociale Inviante si articolano con cadenza periodica, secondo un principio di condivisione tanto a livello di gestione della struttura nel suo insieme, quanto a livello di formulazione e implementazione dei singoli progetti individuali. Per quanto riguarda i rapporti con l’autorità giudiziaria questi consistono nella stesura della scheda semestrale, e delle relazioni di aggiornamento.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Comunità Educativa “Il Girasole”, “La Mongolfiera”, “Arcobaleno”, “Aquilone”

CCoommuunnii ttàà EEdduuccaattiivvaa LL AA MM OONNGGOOLL FFII EERRAA -- VViiaa ddeell llaa QQuuiieettee,, 5533 -- RRiioollaa ddii VVeerrggaattoo,, BBoollooggnnaa

FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’

Il progetto della comunità La Mongolfiera nasce nel 1999 con l’intento di rispondere alla sempre crescente esigenza, da parte dei servizi sociali, di collocare presso strutture adeguate i minori stranieri. La struttura si caratterizza come seconda accoglienza.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: 10 DI CUI CONVENZIONATI: 4 DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA: 0 PERSONALE: 1 coordinatore, 9 educatori + 1 per le sostituzioni o le emergenze. L’equipe è composta da educatori italiani e stranieri, con attestato regionale, idoneo all’attività presso strutture residenziali ai sensi della Direttiva Regionale. ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: personale ausiliario per attività di laboratorio, sostegno scolastico e altre attività esterne alla struttura, mediatori culturali – arabi, albanesi, rumeni, iraniani e curdi, psicologo in supervisione RETTA GIORNALIERA: da 86,00 a 110,00 Euro, variabile in funzione del p.e.i.

MINORI ACCOLTI Minori stranieri tra i 15 e i 18 anni, maschi. Tipologie: minori la cui collocazione extra – familiare sia prescritta con provvedimento da parte del Tribunale per i minorenni; minori privi di figure parentali sul territorio italiano; minori per i quali il Tribunale per i Minorenni ha disposto la sospensione del processo e la messa alla prova.

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: Di norma, l’inserimento dei minori presso la struttura avviene con gradualità. Al termine di un primo periodo di osservazione, il progetto viene strutturato e orientato verso obiettivi educativi condivisi tra equipe di struttura e Servizio Inviante. La vita comunitaria è scandita da routine quotidiane in ambiente familiare, che sono dettate sia da necessità organizzative sia dalla necessità di trasmettere ai minori un ordine interno. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE: la comunità dispone di un progetto di struttura che funge da cornice e che specifica tipo e metodologia degli strumenti di lavoro dell’equipe. Questi comprendono e si suddividono in: 1. riunioni di verifica e coordinamento; 2. riunione con gli ospiti; 3. supervisione; 4. documenti; scheda d’ingresso; relazioni sull’osservazione; progetto educativo individualizzato; diario segreto (osservazioni); cartelle personali per ciascun ospite; verbale di programmazione e verifica delle riunioni; schede semestrali per la Procura della Repubblica; relazioni periodiche ai Servizi; diario giornaliero; agenda appuntamenti.

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: Cooperativa Sociale Metoikos TELEFONO: 051/331226 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Paolo Besola TELEFONO: 051/916156 E-MAIL: [email protected]

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RAPPORTO CON IL TERRITORIO: la comunità ha consolidati rapporti con le varie istituzioni e agenzie di socializzazioni del territorio, capaci di garantire agli ospiti una piena integrazione nel tessuto sociale. Ciò consente la fruizione di servizi sportivi e ricreativi, la frequenza scolastica e formativa specifica per ciascun bisogno, la progettazione di percorsi di orientamento e inserimento lavorativo. RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: la definizione e regolamentazione del rapporto minori/nucleo familiare avviene in accordo con il Servizio Inviante che, nel raccordare la comunità e la famiglia, provvede a calendarizzare gli incontri, stabilendone tempi e modalità. Sono previsti, quando opportuni, incontri vigilati RAPPORTO CON I SERVIZI: i rapporti con il Servizio Sociale Inviante si articolano con cadenza periodica, secondo un principio di condivisione tanto a livello di gestione della struttura nel suo insieme, quanto a livello di formulazione e implementazione dei singoli progetti individuali. Per quanto riguarda i rapporti con l’autorità giudiziaria questi consistono nella stesura della scheda semestrale, e delle relazioni di aggiornamento

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Comunità Educativa “Il Girasole”, “L’Aquilone”, “Arcobaleno”, “La Casa delle Nuvole”

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CCoommuunnii ttàà eedduuccaattiivvaa rreessiiddeennzziiaallee ee sseemmiirreessiiddeennzziiaallee II DDUUEE PPII NNII -- VViiaa ddeell lloo SSccaalloo 1144,, 4400113311 BBoollooggnnaa

www.istitutodelbuonpastore.it

FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’ Nel 1994 si costituisce l’attuale equipe di lavoro ispirandosi all’ANTENNE 110 di Bruxelles (centro di rieducazione specializzato per bambini che soffrono di disturbi autistici, psicotici e di disturbi gravi di comportamento). Ciò ha reso specialistica l’accoglienza, introducendo oltre all’aspetto educativo l’aspetto terapeutico, seguendo l’approccio psicoanalitico.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA:10 res.10 diurni. DI CUI CONVENZIONATI: 14 (6 res. 8 diurni) PRONTA ACCOGLIENZA:0 PERSONALE (per i 14 posti in convenzione): 1 responsabile terapeutico,1 responsabile coordinatore, 1 operatore-coordinatore, 9 operatori (educatori professionali, psicologi e psicoterapeuti) ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE _un addetto alle pulizie a tempo pieno RETTA GIORNALIERA: in convenzione: 124 residenziale e 71 diurna. A retta: 138 residenziale e 94 diurna.

MINORI ACCOLTI

Adolescenti dai 13 anni sino ai 16 con componenti di malessere soggettivo imponente, che non trovano risposta in istituzioni “più leggere” (comunità familiari o comunità educative): l’Ente si candida ad accogliere quei casi per i quali è necessario un lavoro preliminare di trattamento che consenta loro di inserirsi in contesti sociali ordinari. L’Istituto del Buon Pastore accoglie anche casi di bambini e ragazzi vittime di situazione di abuso o sospetto abuso sessuale.

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: Tutte le fasi del lavoro con i ragazzi e le loro famiglie, vengono sempre concordati con i Servizi Sociali e Sanitari, la cui funzione è indispensabile per consentire la riuscita dell’inserimento e della sua prosecuzione. Gli inserimenti non hanno un protocollo unico, ma variano a seconda dei casi e si cerca di calcolarli sulla particolarità di ogni singola situazione famigliare. Esiste una programmazione essenziale al funzionamento della c.tà che tiene conto di tempi ed esigenze gestionali, scolastiche e sociali standard. La programmazione giornaliera e settimanale è dettagliata, ma non finalizzata all’irregimentazione dei soggetti bensì orientata da una prospettiva di presa in carico delle particolari difficoltà di ciascuno dei ragazzi, di attenzione alle dinamiche che si vengono a produrre a livello dei gruppi dei coetanei. Per trattamento si intende una serie di azioni svolte collettivamente o da singoli operatori o dal responsabile terapeutico orientate nella loro logica della teoria della psicoanalisi, e rigorosamente coordinate in una tattica e in una strategia calcolate nella riunione settimanale di equipe. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE: Il responsabile terapeutico è garante dell’orientamento teorico e clinico del lavoro con i ragazzi e con le famiglie. La documentazione prodotta durante il periodo di permanenza del ragazzo è curata dall’equipe de I Due Pini e consta della cartella personale divisa in due parti della quale una in struttura (progetto, anagrafica, famiglia, sanitaria, scuola-formazione-lavoro) ed una presso la sede dell’Istituto composta da tre parti (registrazione dei colloqui e verifiche con referenti territoriali, scolastici, famigliari, osservazioni e dati dell’equipe, corrispondenza in entrata e uscita, relazioni). Sono inoltre previste delle relazioni cliniche. In struttura viene tenuto un diario giornaliero. RAPPORTO CON IL TERRITORIO: Tutti i rapporti e le relazioni utili con il territorio che il ragazzo ha instaurato precedentemente, vengono mantenuti e curati. RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: Il lavoro con le famiglie è una prerogativa dell’orientamento teorico e clinico dell’Istituto del Buon Pastore. Si tratta di promuovere un lavoro serio e calcolato che consenta qualche recupero delle loro funzioni, la costruzione di un nuovo equilibrio vivibile per favorire il reinserimento del figlio. RAPPORTO CON I SERVIZI:L’Istituto del Buon Pastore è attualmente convenzionato, per l’attività complessiva, con il Comune di Bologna, Servizio Genitorialità ed Infanzia, per 12 posti residenziali e 16 semiresidenziali.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Comunità educativa residenziale e semiresidenziale Via Larga per l’accoglienza di bambini 6-13 anni.

CCoommuunnii ttàà eedduuccaattiivvaa rreessiiddeennzziiaallee ee sseemmiirreessiiddeennzziiaallee VVII AA LL AARRGGAA -- VViiaa LLaarrggaa,, 5500 –– 4400112277--BBoollooggnnaa

www.istitutodelbuonpastore.it

FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE Istituto del Buon Pastore TELEFONO: 051/302673 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Giuliana Lipparini TELEFONO: 348/9032773 E-MAIL: [email protected]

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE Istituto del Buon Pastore TELEFONO: 051/302673 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Giuliana Lipparini TELEFONO: 348/9032773 E-MAIL: [email protected]

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COMUNITA’ Nel 1994 si costituisce l’attuale equipe di lavoro ispirandosi all’ANTENNE 110 di Bruxelles (centro di rieducazione specializzato per bambini che soffrono di disturbi autistici, psicotici e di disturbi gravi di comportamento). Ciò ha reso specialistica l’accoglienza, introducendo oltre all’aspetto educativo l’aspetto terapeutico, seguendo l’approccio psicoanalitico.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: 10 res. 10 diurni. DI CUI CONVENZIONATI:14 (6 res. 8 diurni) PRONTA ACCOGLIENZA:0 PERSONALE (per i 14 posti in convenzione): 1 responsabile terapeutico,1 responsabile coordinatore, 1 operatore-coordinatore, 9 operatori (educatori professionali, psicologi e psicoterapeuti) ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE _un addetto alle pulizie a tempo pieno RETTA GIORNALIERA: in convenzione: 124 residenziale e 71 diurna. A retta: 138 residenziale e 94 diurna.

MINORI ACCOLTI

Bambini e giovani adolescenti dai 6 anni sino ai 13 con componenti di malessere soggettivo imponente, che non trovano risposta in istituzioni “più leggere” ( comunità familiari o comunità educative): l’Ente si candida ad accogliere quei casi per i quali è necessario un lavoro preliminare di trattamento che consenta loro di inserirsi in contesti sociali ordinari. L’Istituto del Buon Pastore accoglie anche casi di bambini e ragazzi vittime di situazione di abuso o sospetto abuso sessuale.

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: Tutte le fasi del lavoro con i bambini e le loro famiglie, vengono sempre concordati con i Servizi Sociali e Sanitari, la cui funzione è indispensabile per consentire la riuscita dell’inserimento e della sua prosecuzione. Gli inserimenti non hanno un protocollo unico, ma variano a seconda dei casi e si cerca di calcolarli sulla particolarità di ogni singola situazione famigliare. Esiste una programmazione essenziale al funzionamento della c.tà che tiene conto di tempi ed esigenze gestionali, scolastiche e sociali standard. La programmazione giornaliera e settimanale è dettagliata, ma non finalizzata all’irregimentazione dei soggetti bensì orientata da una prospettiva di presa in carico delle particolari difficoltà di ciascuno dei bambini, di attenzione alle dinamiche che si vengono a produrre a livello dei gruppi dei coetanei. Per trattamento si intende una serie di azioni svolte collettivamente o da singoli operatori o dal responsabile terapeutico orientate nella loro logica della teoria della psicoanalisi, e rigorosamente coordinate in una tattica e in una strategia calcolate nella riunione settimanale di equipe. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE: Il responsabile terapeutico è garante dell’orientamento teorico e clinico del lavoro con i bambini e con le famiglie. La documentazione prodotta durante il periodo di permanenza del bambino è curata dall’equipe di Via Larga e consta della cartella personale divisa in due parti della quale una in struttura (progetto, anagrafica, famiglia, sanitaria, scuola) ed una presso la sede dell’Istituto composta da tre parti (registrazione dei colloqui e verifiche con referenti territoriali, scolastici, famigliari, osservazioni e dati dell’equipe, corrispondenza in entrata e uscita, relazioni). Sono inoltre previste delle relazioni cliniche. In struttura viene tenuto un diario giornaliero. RAPPORTO CON IL TERRITORIO: Tutti i rapporti e le relazioni utili con il territorio che il bambino ha instaurato precedentemente, vengono mantenuti e curati. RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: Il lavoro con le famiglie è una prerogativa dell’orientamento teorico e clinico dell’Istituto del Buon Pastore. Si tratta di promuovere un lavoro serio e calcolato che consenta qualche recupero delle loro funzioni, la costruzione di un nuovo equilibrio vivibile per favorire il reinserimento del figlio. RAPPORTO CON I SERVIZI:L’Istituto del Buon Pastore è attualmente convenzionato, per l’attività complessiva, con il Comune di Bologna, Servizio Genitorialità ed Infanzia, per 12 posti residenziali e 16 semiresidenziali.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Comunità educativa residenziale e semiresidenziale I Due Pini per l’accoglienza di adolescenti 13-16 anni

CCoommuunnii ttàà EEdduuccaattiivvaa CCAASSAA DDEELL LL EE FFRRAAGGOOLL EE -- VViiaa PPeerrssiicceettaannaa,, 9900,, CCaallddeerraarraa ddii RReennoo ((BBOO))

www.societàdolce.it

FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’

Servizio aperto e flessibile. Favorisce lo sviluppo e la crescita di ogni minore sviluppandone il benessere emotivo e migliorandone la qualità di vita, nel rispetto di ogni diversità.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: 12 DI CUI CONVENZIONATI: 10 DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA: 2 PERSONALE: Coordinatore Responsabile, Coordinatore di Struttura, 9 Educatori, 1 Operatrice Ausiliaria, 1 Psichiatra Supervisore (Dott. Paolo Baroncini) ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: Consulente Tecnico, Volontario Civile, Personale volontario, personale in tirocinio della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: Cooperativa Sociale Società Dolce TELEFONO: 051/6469304 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Giuseppe Tateo TELEFONO: 348/1319761 E-MAIL: [email protected]

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RETTA GIORNALIERA Posti convenzionati con il Comune di Bologna in regime vuoto per pieno con tariffe 99.41 euro al giorno per ospite

MINORI ACCOLTI Minori maschi tra i 12 e 18 anni. temporaneamente privi di un ambiente familiare idoneo/che manifestano problemi di devianza e/o di disadattamento sociale/sottoposti a provvedimenti giudiziari limitativi della libertà.

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA

PROGETTO EDUCATIVO: la Comunità svolge compito di "presa in carico" oggettiva nonché educativa ed affettiva creando un clima il più possibile familiare. L’ingresso standard è preceduto dalla presentazione del caso da parte dell’Assistente Sociale, dall’accompagnamento del minore per prendere visione della comunità, dalla partecipazione ad attività con i ragazzi ospiti della residenza e dal trasloco degli effetti personali. Si effettua un’osservazione di 15 giorni da cui s produce una griglia, utile alla elaborazione del PEI da sottoporre ad analisi dei Servizi Sociali. La vita quotidiana vede i ragazzi impegnati a scuola in orario mattutino e nello svolgimento dei compiti, di attività sportive/socio educative in orario pomeridiano. Settimanalmente viene svolta la riunione tra operatori e minori. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE: progetto di struttura, regolamento, carta servizi, scheda di ingresso, plenaria di servizio, supervisione, incontri, griglia di osservazione, relazioni di verifica semestrale/annuale, scheda Procura (semestrale), diario giornaliero minore, quaderno passaggio consegna, colloqui, monitoraggio pernottamenti esterni e visite, Cartella Personale, liberatorie trattamento dati personali e trasporto, PEI. RAPPORTO CON IL TERRITORIO: attraverso lo svolgimento di incontri e momenti strutturati. RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: attraverso modalità stabilite e concordate con i Servizi Sociali e le figure psicologiche di supporto ai minori RAPPORTO CON I SERVIZI: verifica mensile del caso, incontro in emergenza e contatti telefonici al bisogno.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Comunità di Pronta Accoglienza Femminile “La Ginestra”

CCoommuunnii ttàà EEdduuccaattiivvaa SSAANNTTAA CCAATTEERRII NNAA -- VViiaa CCaavvoouurr,, 22//EE IImmoollaa

FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’

La comunità educativa Santa Caterina fa parte dell’omonimo Istituto Artigianelli il quale nasce nel 1915, dal Canonico don Angelo Bughetti, come luogo di accoglienza dei bambini profughi della prima guerra mondiale. Nel tempo si sviluppa secondo quelli che sono i bisogni emergenti delle giovani generazioni. Attualmente, oltre alla Comunità Educativa, fanno parte dell’Istituto: l’Appartamento Giovani Maggiorenni, l’Ospiteria per universitari e giovani lavoratori, il Doposcuola per elementari e medie, l’Oratorio, la Polisportiva tennis-tavolo.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: 12 DI CUI CONVENZIONATI: 8 DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA: 2 PERSONALE: 3 educatori professionali e 1 laureato con esperienza frequentanti corsi di riqualifica, 1 addetta alla casa. ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: sacerdote RETTA GIORNALIERA: € 67,00

MINORI ACCOLTI Minori stranieri non accompagnati di età dai 13 ai 18 anni, maschi.

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: i minori arrivano in comunità inviati dai Servizi Sociali del territorio o direttamente dalle forze dell’ordine su indicazione della Procura presso il Tribunale per i Minorenni; in questo caso è la struttura che prende i contatti con i servizi sociali del territorio i quali assegnano il ragazzo a un’assistente sociale la quale partecipa al progetto educativo individuale. Esiste un periodo di osservazione di tre mesi dopo il quale si decide se la struttura risponde ai bisogni del minore.

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: Istituto Artigianelli TELEFONO: 0542/22253 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Renzo Bussi TELEFONO: 0542/22253 E-MAIL: [email protected]

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Le regole riguardano il rispetto degli altri, l’assunzione di impegni scolastico-formativi o lavorativi, il rispetto degli orari, le modalità di comportamento, l’adempimento dei propri doveri. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE: il progetto educativo è predisposto insieme ai Servizi invianti e con il ragazzo. Operativamente ci si avvale di 2 diari uno per le consegne di carattere pratico, l‘altro per annotare situazioni o comportamenti che riguardano i ragazzi, oltre ai registri, cartelle personali, e schede semestrali per l’Autorità Giudiziaria. 2 riunioni: settimanale tra gli operatori, mensile allargata ai ragazzi RAPPORTO CON IL TERRITORIO: La struttura ubicata in una zona abbastanza centrale favorisce le uscite autonome dei ragazzi. Il confronto e la convivenza con altri inizia nella comunità con gli altri ospiti di altre etnie e si sviluppa all’esterno sia con la scuola o il lavoro che con la partecipazione a gruppi sportivi, doposcuola, assistere come tifosi a partite di pallacanestro, fare tornei, settimane bianche e andare in vacanza con altri gruppi, uscire con gli amici. Di questi rapporti come quelli con la scuola e il lavoro si occupano gli educatori. Possibilità di transitare nell’Appartamento Giovani Maggiorenni al compimento della maggiore età. RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: è opportuno che il progetto educativo sia condiviso con i riferimenti adulti presenti sul territorio affinché gli stessi ragazzi percepiscano una unitarietà di azione. Vengono favoriti gli incontri e le visite. RAPPORTO CON I SERVIZI: Sono focalizzati con l’Assistente Sociale che mantiene i rapporti col giudice tutelare e con la quale si predispone il progetto educativo e la sua attuazione.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE

CCoommuunnii ttàà EEdduuccaattiivvaa CCAASSAA DDII VVII AA DDEELL LL EE RROOSSEE -- VViiaa ddeell llee RRoossee,, 1155 BBoollooggnnaa

FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’ La filosofia ispiratrice della comunità di Via delle Rose nasce da una storia, un vissuto personale del suo fondatore che, nel 2000 insieme alla fidanzata e un amico maresciallo, decidono di rilevare la gestione delll'associazione nuovo grillo che aveva lo scopo di accogliere bambini e ragazzi dai 10 ai 18 anni. Prima del 2001 la comunità di Via delle Rose era di tipo familiare, da quella data è diventata una comunità di tipo educativo.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: 8 DI CUI CONVENZIONATI: n° DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA: n° minori PERSONALE: 1 Coordinatore di Struttura, 5 Educatori con laurea di scienza dell'educazione ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: RETTA GIORNALIERA

MINORI ACCOLTI Minori dai 10 ai 18 anni di età, allontanati dalle famiglie per decreto del tribunale dei minori. Ospitiamo sia maschi e femmine, italiani e non.

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: Non c'è uno standard per quanto riguarda le accoglienze. In alcuni casi i minori prima dell'inserimento sono ospiti a pranzo o a cena in comunità, altre volte per inserimenti d'urgenza i ragazzi vengono direttamente catapultati in struttura. L'inserimento graduale rimane tuttavia la modalità teoricamente ottimale di inserimento. La casa è gestita insieme dai ragazzi e dagli operatori che si occupano delle pulizie e della cucina. La giornata è così scandita: sveglia alle sette, colazione tutti insieme; svolgimento propria attività (in genere vanno a scuola), pranzo assieme, riordino spazi comuni, sostegno all’apprendimento e attività libere: c'è chi va in palestra, chi va a trovare un amico, chi guarda la tv, chi gioca computer ecc.. Questa suddivisione dei compiti è importante affinché i ragazzi sentano la struttura non come una comunità ma come se fosse la propria casa e questo è importante per aiutarli nell'autonomia e nell'autogestione. I ragazzi escono anche da soli a condizione di rispettare gli orari; sporadicamente sono previste anche uscite serali nel fine settimana per andare in discoteca con l'accompagnamento e la presenza degli educatori. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE: diario ad uso esclusivo degli educatori, incontri con i servizi RAPPORTO CON IL TERRITORIO: la struttura è collocata in una zona bella e ben frequentata e in pochi minuti è possibile raggiungere a piedi il centro della città. Si è in relazione con il centro sportivo skate park. RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: è definito dal Servizio Sociale

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: Associazione Nuovo Grillo TELEFONO: 051/580985 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Damiano Stabile TELEFONO: 051/580985 E-MAIL: [email protected]

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RAPPORTO CON I SERVIZI: è necessario che l’assistente sociale renda disponibile il numero di telefono cellulare. Per quanto riguarda la stesura del progetto educativo e le verifiche dello stesso sono integrati.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Dal 16 febbraio 2007 gestiamo una nuova comunità denominata “Casa di Via Saragozza” che mantiene le stesse caratteristiche della “Casa di via delle Rose” ospitando lo stesso tipo di utenti il cui numero massimo è di 7 unità.

CCoommuunnii ttàà eedduuccaattiivvaa

II LL CCAASSOONNEE DDEELL LL AA BBAARRCCAA -- VViiaa SSaann MMaarrttiinnoo 2211,, MMaarrzzaabboottttoo,, BBoollooggnnaa

www.centriaccoglienza.it

FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’ Il Centro Accoglienza la Rupe è una cooperativa che esiste da più di 20 anni, nata inizialmente per occuparsi in specifico di tossicodipendenza. Nel 1998 è stata aperta la comunità educativa per minori Casone della Barca. Il progetto per le comunità per minori è stato redatto diversi anni fa con la collaborazione del prof. Palmonari, della facoltà di Psicologia dell’Università di Bologna, e nel corso dell’ultimo è stato ridefinito con la supervisione della prof.ssa Bastianoni, Psicologa e docente universitaria.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA:7 DI CUI CONVENZIONATI: 0 DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA:0 PERSONALE: 6 educatori e 1 Responsabile ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: La cuoca e un gruppo di volontari RETTA GIORNALIERA: 115 €

MINORI ACCOLTI La comunità Casone della Barca ospita minori tra gli 11 e i 16 anni, maschi. Sono quasi tutti minorenni italiani. Le problematiche sono di forte disagio psico-sociale dovuto inizialmente a condizioni familiari molto difficili, (alcoolismo di uno o di entrambi i genitori, diagnosi psichiatrica importante, tossicodipendenza, situazioni di degrado…). Tra gli ospiti, a volte, possono esserci minori con problematiche legate ad abusi sessuali intrafamiliari.

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: I minori arrivano in comunità su invio dei servizi sociali. C’è un periodo di osservazione di circa tre mesi, e poi viene elaborato il progetto educativo individuale insieme agli assistenti sociali. Raramente si riesce a definire il tempo di permanenza in struttura, e anzi, il più delle volte il minore esce dalla comunità solo al compimento del 18° anno di età. I tempi sono decisi dai servizi sociali. Le giornate sono organizzate dagli operatori; la maggior parte dei ragazzini va a scuola e nel pomeriggio sono impegnati con i compiti. La pulizia della casa è affidata agli operatori, la preparazione dei pasti ad un cuoco. I ragazzini sono tenuti al riordino dei propri spazi. Vengono proposte attività di laboratorio (falegnameria, meccanica, hobbistica…), gite, attività sportive (arrampicata sportiva, sci, barca a vela, canoa…). Ogni ospite ha un educatore di riferimento che si occupa in maniera specifica del suo percorso (rapporti con i Servizi, contatti con la scuola, con la famiglia di origine ecc…). Tutti i ragazzi hanno la possibilità, dopo un primo periodo di ambientamento, di frequentare attività esterne alla comunità. RAPPORTO CON I SERVIZI SOCIALI: Con i servizi sociali le verifiche sono mensili (possono però essere più frequenti o più rare a seconda dei casi). RAPPORTI CON IL TERRITORIO: La comunità è sul territorio da ormai otto anni ed è ben integrata, comincia ad essere un interlocutore privilegiato con le istituzioni sui temi del disagio giovanile. Vengono organizzati eventi e attività aperte ai ragazzi e al territorio. RAPPORTI CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: La comunità in accordo e stretta collaborazione con i Servizi sociali che hanno in carico la famiglia, cerca, laddove sia valutato positivo, un contatto e un coinvolgimento della famiglia del minore nel percorso educativo del ragazzo.

ALTRE COMUNITA’ Fanno capo al centro accoglienza La Rupe una comunità educativa che accoglie mamme con bambini, un progetto di accoglienza mista famiglia-struttura per bambini piccolissimi.

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE:Centro Accoglienza La Rupe coop. sociale a r. l. onlus TELEFONO: 051. 841206 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Marco Milani TELEFONO: 051.931444 cell 3485663969 E-MAIL: [email protected]

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CCoommuunnii ttàà EEdduuccaattiivvaa FFeemmmmiinnii llee OOII KK OOSS -- VViiaa ssaanntt’’ IIssaaiiaa 9922,, 4400112233 BBoollooggnnaa

www.ceismo.org

FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’ Il Ceis è un’associazione con sede a Modena che opera nel campo sociale da più di 20 anni cercando di valorizzare al massimo tutte le capacità che le persone assistite possiedono per risollevarle dalle situazioni problematiche in cui si trovano. Oikos è una struttura educativa per ragazze tra i 14 e i 18 anni, in convenzione con il Comune di Bologna, nata nel febbraio 2004 per sopperire ai bisogni di accoglienza e di accompagnamento verso l’età adulta, delle ragazze minorenni in situazione di disagio.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: 12 DI CUI CONVENZIONATI: 6 (Comune di Bo) DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA: 2 PERSONALE: 7 operatori e il responsabile. Gli operatori hanno il titolo di studio conforme alla normativa regionale (assistente sociale, laurea in scienze della formazione, titolo di educatore professionale) o sono dei mediatori linguistici e culturali. ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: Tirocinanti dell’Università di Bologna (Psicologia, Scienza dell’Educazione), volontari RETTA GIORNALIERA: 103.38 €

MINORI ACCOLTI Accoglie minorenni straniere non accompagnate e/o vittime dello sfruttamento da lavoro o di prostituzione; minorenni del territorio con provvedimento del tribunale dei minorenni di affidamento ai servizi sociali.

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: Si offre alle giovani ospiti un luogo accogliente e protetto in grado di soddisfare i bisogni primari, ed essere di stimolo affinché esse diventino protagoniste del proprio percorso di crescita, che si differenzia sulla base della motivazione all’ingresso. Con le ragazze msna si cerca di costruire un percorso mirato all’autonomia personale e lavorativa. Con le giovani vittime della tratta, che generalmente sono anche msna, si lavora innanzitutto per il recupero della stima di sé attraverso percorsi di protezione sociale e le si indirizza verso l’autonomia lavorativa. Con le minori provenienti dal territorio si studiano percorsi di ritorno in famiglia o si lavora per la piena autonomia dell’adolescente. Gli inserimenti possono avvenire attraverso i servizi sociali, le forze dell’ordine, o per decreto del Tm. Il Progetto è costruito al momento dell’ingresso insieme ai servizi sociali competenti. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE: diario quotidiano per gestire questioni pratiche e per il passaggio di consegne tra gli operatori. Ciascuna ragazza ha una cartella personale in cui gli operatori possono fare delle annotazioni. Le verifiche sul progetto generale, condiviso con i servizi sociali, vengono fatte ogni 20 giorni osservando il comportamento in struttura, a scuola o lavoro. Colloqui individuali, incontri formali ed informali di gruppo fra le ragazze e gli educatori, incontri di verifica con le agenzie esterne con cui le minori entrano in contatto. Verificano in équipe settimanali sull’andamento del proprio lavoro. Mensilmente un supervisore esterno accompagna l’équipe nell’analisi del proprio lavoro (sapere, saper essere, saper fare) RAPPORTO CON IL TERRITORIO: La struttura è in rete con la parrocchia ed un gruppo di volontariato (lezione di computer, animazione, sostegno scolastico). Ove occorre le ragazze sono inseriti nelle scuole di alfabetizzazione e di formazione professionale della Provincia di Bologna. Gli inserimenti lavorativi avvengono in Aziende della provincia di Bologna, con cui intercorrono stretti rapporti. Tutte le minori sono iscritte al Servizio Sanitario Nazionale ed in carico ad un medico di base vicino alla comunità. Ove necessario, si attiva il Servizio di Neuropsichiatria Infantile. Le ragazze accedono anche al servizio di educazione sessuale dello Spazio Giovani della ASL ubicato all’interno della stessa struttura in cui si trova la comunità RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: definito in accordo con i servizi invianti. Molte volte le famiglie non accettano l’inserimento della figlia in comunità e fanno ostruzionismo a qualunque proposta di coinvolgimento, altre volte invece sono disponibili a collaborare con la comunità ed il servizio inviante. In tutti i casi si parte dal principio che la famiglia può essere una risorsa a favore del minore, con cui è doveroso fare un tentativo per attivarla. RAPPORTO CON I SERVIZI: la collaborazione con i servizi sociali invianti è molto stretta. Le ragazze del territorio inserite in convenzione dal comune di Bologna hanno un referente istituzionale con l’incarico di monitorare il percorso della giovane.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Comunità di Pronta Accoglienza Il Ponte, Comunità Zenith per adolescenti maschi, Comunità educativa maschile di seconda accoglienza San Martino, Comunità Educativa Maschile Nel Villaggio

CCoommuunnii ttàà eedduuccaattiivvaa mmaasscchhii llee ddii sseeccoonnddaa aaccccooggll iieennzzaa SSAANN MM AARRTTII NNOO -- VViiaa AAnnccooggnnaannoo 1177,, 4400003377 SSaassssoo MMaarrccoonnii ((BBoollooggnnaa))

www.ceismo.org

FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’

Il Ceis è un’associazione con sede a Modena che opera nel campo sociale da più di 20 anni cercando di valorizzare al massimo tutte le capacità che le persone assistite possiedono per risollevarle dalle situazioni problematiche in cui si trovano. Situata sui primi colli

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: CeIS Centro di Solidarietà TELEFONO: 059315331 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Carlo Ghezzi TELEFONO: 0516490952 - FAX: 0515286816 E-MAIL: [email protected]

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: CeIS TELEFONO: 059315331 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Lorella Canedoli TELEFONO: 051847076 - FAX: 051847076 E-MAIL: [email protected]

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di Bologna, la comunità San Martino inizia il suo lavoro nel febbraio 2004 accogliendo minori in carico ai servizi sociali del comune di Bologna. I ragazzi ospiti sono tutti Msna che provengono dalla comunità di Pronta Accoglienza “Il Ponte”, ed hanno la possibilità di proseguire il loro progetto personale in vista dell’autonomia.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: 12 DI CUI CONVENZIONATI: 8 (Comune di Bo) DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA: 0 PERSONALE: 8 operatori, di cui 2 notturni, e il responsabile. Gli operatori hanno il titolo di studio conforme alla normativa regionale (assistente sociale, laurea in scienze della formazione, titolo di educatore professionale) o sono dei mediatori linguistici e culturali. ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: Volontari RETTA GIORNALIERA 103.38 €

MINORI ACCOLTI

La comunità San Martino accoglie minori stranieri non accompagnati

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: I ragazzi arrivano in comunità su invio da parte dei servizi sociali del comune di Bologna per incominciare il progetto impostato nella Pronta Accoglienza. Il progetto viene arricchito e verificato insieme agli operatori dei servizi sociali del Comune di Bologna e riguarda prevalentemente scuola/formazione al lavoro, vita comunitaria e tempo libero. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE: diario quotidiano per gestire questioni pratiche e per il passaggio di consegne tra gli operatori, e una scheda utenti con la funzione di riassumere il progetto educativo e raccogliere informazioni su che cosa si fa a scuola, con la famiglia d’origine, sulla situazione sanitaria. Colloqui individuali, incontri formali ed informali di gruppo fra ragazzi ed educatori, incontri di verifica con le agenzie esterne con cui il minore entra in contatto. Settimanalmente gli operatori verificano in équipe l’andamento del proprio lavoro con i ragazzi. Mensilmente un supervisore esterno accompagna l’équipe nell’analisi del proprio lavoro (sapere, saper essere, saper fare) RAPPORTO CON IL TERRITORIO: La comunità cerca di favorire al meglio questo rapporto in una logica di rete sociale. I ragazzi sono inseriti nelle scuole di alfabetizzazione e di formazione professionale della Provincia di Bologna. Gli inserimenti lavorativi avvengono in Aziende della provincia di Bologna, con cui intercorrono stretti rapporti. Tutti i minori sono iscritti al SSN ed in carico ad un medico di base vicino alla comunità. Ove necessario, si attiva il Servizio di Neuropsichiatria Infantile, o di Etnopsichiatria del Minguzzi. I ragazzi che lo desiderano possono praticare attività sportive nelle polisportive cittadine (calcio, footbal americano...). La comunità , assieme alle comunità del Ponte e del Villaggio, ha costituito una squadra di calcio iscritta al campionato provinciale UISP. Operano alcuni volontari scout per l’animazione nel tempo libero. RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: I rapporti con le famiglie d'origine sono in genere buoni anche se è lontana. La famiglia è disponibile ad intervenire in sostegno degli educatori, per problemi di vario genere grazie all’intervento di un mediatore culturale. Non è disposta ad entrare in una relazione d’aiuto se ravvisa il rischio che il minore possa essere rimpatriato. Per quanto riguarda eventuali parenti presenti sul territorio, viene fatto il possibile per creare con loro una relazione che possa essere di sostegno al minore, al quale si dà la possibilità di trascorrere brevi periodi presso le loro abitazioni. RAPPORTO CON I SERVIZI: opera in stretto contatto con l’Area Emergenza del Servizio Minori del Comune di Bologna.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Comunità di Pronta Accoglienza Il Ponte, Comunità Zenith per adolescenti maschi, Comunità educativa maschile Nel Villaggio, Comunità Oikos per adolescenti femmine

CCoommuunnii ttàà EEdduuccaattiivvaa MMaasscchhii llee NNEELL VVII LL LL AAGGGGII OO -- VViiaa SScciippiioonnee ddaall FFeerrrroo 44,, 4400113388 BBoollooggnnaa

www.ceismo.org

FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’ Il Ceis è un’associazione con sede a Modena che opera nel campo sociale da più di 20 anni cercando di valorizzare al massimo tutte le capacità che le persone assistite possiedono per risollevarle dalle situazioni problematiche in cui si trovano. La comunità è nata in convenzione con il Centro di Giustizia Minorile dell’Emilia Romagna e Marche per l’accoglienza di giovani con progetti di reinserimento sociale in alternativa al carcere minorile. Nel corso degli anni la tipologia di ingressi è leggermente modificata, pur conservando alcuni posti per minori con pendenze giudiziarie, in quanto la struttura si è strutturata prevalentemente per la seconda accoglienza dei Msna.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA:12 DI CUI CONVENZIONATI: 8 (Comune di Bo)DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA: 0 PERSONALE: 8 operatori, di cui due notturni, e il responsabile. Gli operatori hanno il titolo di studio conforme alla normativa regionale (assistente sociale, laurea in scienze della formazione, titolo di educatore professionale) o sono dei mediatori linguistici e culturali. ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: Tirocinanti dell’Università di Bologna (Psicologia, Scienza dell’Educazione), Volontari in Servizio Civile della Caritas Diocesana, Volontari dell’Associazione U.V.a P.Ass.A., Padri Dehoniani del Villaggio del Fanciullo RETTA GIORNALIERA 103.38 €

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: CeIS Centro di Solidarietà TELEFONO: 059315331 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Fabio Talone TELEFONO: 051302099 - FAX: 0514294974 E-MAIL: [email protected]

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MINORI ACCOLTI Ospita prevalentemente Msna maschi e minori inviati dal Centro di Giustizia Minorile, dai 14 ai 18 anni.

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: Il lavoro educativo è impostato sull’acquisizione dell’autonomia in modo che il ragazzo sia in grado, al compimento del 18° anno, di proseguire il proprio percorso di vita. Sinteticamente queste caratteristiche sono: strutturazione dell’identità, alfabetizzazione, istruzione ed inserimento lavorativo, gestione del denaro, monitoraggio del tempo libero, ricerca abitativa in prossimità del compimento della maggiore età. Generalmente la comunità accompagna il progetto educativo del minore attivando tutte le procedure per la regolarizzazione dei documenti. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE: diario quotidiano per gestire questioni pratiche e per il passaggio di consegne tra gli operatori. Ciascun ragazzo ha una cartella personale in cui quotidianamente gli operatori possono fare delle annotazioni. Per quanto riguarda il progetto generale condiviso con i servizi sociali, le verifiche vengono fatte ogni 20 giorni osservando il comportamento in struttura, a scuola o lavoro. Settimanalmente gli operatori verificano in équipe l’andamento del proprio lavoro con i ragazzi. Mensilmente un supervisore esterno accompagna l’équipe nell’analisi del proprio lavoro (sapere, saper essere, saper fare) RAPPORTO CON IL TERRITORIO: La comunità cerca di favorire al meglio questo rapporto in una logica di rete sociale. I ragazzi sono inseriti nelle scuole di alfabetizzazione e di formazione professionale della Provincia di Bologna. Gli inserimenti lavorativi avvengono in Aziende della provincia di Bologna, con cui intercorrono stretti rapporti. Tutti i minori sono iscritti al SSN ed in carico ad un medico di base vicino alla comunità. Ove necessario, si attiva il Servizio di Neuropsichiatria Infantile, o di Etnopsichiatria del Minguzzi. I ragazzi che lo desiderano possono praticare attività sportive nelle polisportive cittadine, o attività culturali (teatro, musica). La comunità , assieme alle comunità del Ponte e di San Martino, ha costituito una squadra di calcio iscritta al campionato provinciale UISP. All’interno della comunità operano una decina di volontari, questo favorisce una conoscenza maggiore della città rispetto alla situazione dei minori stranieri non accompagnati. Alcune associazioni cittadine che si occupano di educazione come l’AGESCI o il CISV organizzano periodicamente momenti ludici e di intrattenimento con i ragazzi ospiti, nell’attenzione alla loro valorizzazione. RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: I rapporti con le famiglie d'origine in genere sono molto forti in quanto le famiglie non hanno abbandonato i ragazzi ma li hanno incoraggiati verso la possibilità di una vita migliore. Con i ragazzi che hanno parenti o amici di famiglia in Italia la comunità incoraggia a mantenere e stringere rapporti perché possono diventare per il minore una grande risorsa al compimento dei 18 anni. RAPPORTO CON I SERVIZI: La comunità opera in stretto contatto con l’Area Emergenza del Servizio Minori e Famiglie del Comune di Bologna, e con tutti gli altri Servizi Invianti, in particolare con il CGM.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Comunità di Pronta Accoglienza Il Ponte, Comunità Zenith per adolescenti maschi, Comunità educativa maschile di seconda accoglienza San Martino, Comunità Oikos per adolescenti femmine

CCoommuunnii ttàà EEdduuccaattiivvaa MMaasscchhii llee ZZEENNII TTHH -- VViiaa GGrraammssccii 55,, 4400005533 BBaazzzzaannoo ((BBoollooggnnaa))

www.ceismo.org

FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’ Il Ceis è un’associazione con sede a Modena che opera nel campo sociale da più di 20 anni cercando di valorizzare al massimo tutte le capacità che le persone assistite possiedono per risollevarle dalle situazioni problematiche in cui si trovano. La comunità nasce nel febbraio 2004 e si caratterizza per il lavoro con i minori italiani o stranieri di seconda generazione provenienti dal territorio di Bologna o da altri servizi sociali della regione, che in seguito ad un provvedimento del Tm devono essere allontanati temporaneamente o definitivamente dalla famiglia.. Sono accolti anche ragazzi con misure giudiziarie in carico al CGM dell’Emilia Romagna e Marche.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: 12 DI CUI CONVENZIONATI: 3 (Comune di Bo) DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA: 2 PERSONALE: 6 operatori che lavorano sul diurno e 3 che fanno le notti. Gli operatori hanno il titolo di studio conforme alla normativa regionale (assistente sociale, laurea in scienze della formazione, titolo di educatore professionale) o sono dei mediatori linguistici e culturali. ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: Tirocinanti dell’Università di Bologna (Psicologia, Scienza dell’Educazione), un numeroso gruppo di volontari del CeSAV (Associazione di Volontariato che supporta le comunità del CeIS) RETTA GIORNALIERA: 103.38 €

MINORI ACCOLTI La comunità Zenith accoglie adolescenti maschi dai 14 ai 18 anni.

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: Il progetto su ciascun minore viene redatto insieme ai servizi sociali invianti e riguarda prevalentemente scuola e/o inserimento lavorativo, casa e tempo libero. La tipologia di minori accolti domanda innanzitutto un lavoro sui giovani ospiti di consapevolezza ed accettazione della situazione, dato che l’attrazione della famiglia di origine rimane forte, ed in alcuni casi comporta la fuga dalla struttura. Nel lavoro con i ragazzo si cerca di attivare tutte le risorse possibili offerte dal territorio: consulenza psicologica, neuropsichiatria infantile, scuola, Tribunale per i minorenni ecc… STRUMENTI DI PROGETTAZIONE: diario quotidiano per gestire questioni pratiche e per il passaggio di consegne tra gli operatori. Ciascun ragazzo ha un diario personale in cui quotidianamente gli operatori possono fare delle annotazioni. Per quanto

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: CeIS Centro di Solidarietà TELEFONO: 059315331 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Martina Bottazzi TELEFONO: 051830537 FAX: 051830537 E-MAIL: [email protected]

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riguarda il progetto generale condiviso con i servizi sociali, le verifiche vengono fatte ogni 15/20 giorni circa è si valuta il comportamento in struttura, a scuola o al lavoro. Settimanalmente gli operatori verificano in équipe l’andamento del proprio lavoro con i ragazzi. Mensilmente un supervisore esterno accompagna l’équipe nell’analisi del proprio lavoro (sapere, saper essere, saper fare) RAPPORTO CON IL TERRITORIO: L’amministrazione locale ha contatti con la comunità ed in alcuni casi ha sostenuto progetti di integrazione a favore dei giovani ospiti. Anche i negozianti del paese conoscono i ragazzi e gli educatori: in alcuni casi si sono create delle collaborazioni. Tutti i minori sono iscritti al Servizio Sanitario Nazionale ed in carico ad un medico di base vicino alla comunità. Ove necessario, si attiva il Servizio di Neuropsichiatria Infantile. I ragazzi che lo desiderano possono praticare attività sportive nelle polisportive della zona, o attività culturali (teatro, musica). La ventennale presenza del CeIS nella struttura di Bazzano, precedentemente utilizzata come casa di alloggio per i ragazzi con problemi di tossicodipendenza, ha permesso la presenza di una forte rete di volontariato a sostegno della comunità, per le piccole necessità dei ragazzi o per l’animazione del tempo libero. RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: I rapporti con le famiglie d'origine sono importanti e di difficile gestione, molte volte le famiglie non accettano l’inserimento del figlio in comunità e fanno ostruzionismo a qualunque proposta di coinvolgimento, altre volte invece sono disponibili a collaborare con la comunità ed il servizio inviante. In tutti i casi si parte dal principio che famiglia può essere una risorsa a favore del minore, con cui è doveroso fare un tentativo per attivarla. RAPPORTO CON I SERVIZI: la collaborazione con i servizi sociali invianti è molto stretta. I minori del territorio inseriti in convenzione dal comune di Bologna hanno un referente istituzionale con l’incarico di monitorare il percorso del ragazzo

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Comunità di Pronta Accoglienza Il Ponte, Comunità Educativa Maschile Nel Villaggio, Comunità educativa maschile di seconda accoglienza San Martino, Comunità Oikos per adolescenti femmine

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CCoommuunnii ttàà ddii ttiippoo ffaammii ll iiaarree AARRCCOOBBAALL EENNOO -- VViiaa CCoorreell ll ii 3388,, IImmoollaa

FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’ Arcobaleno è una comunità di tipo familiare, avviata nel 2003. Ha una bassa recettività ed è stata pensata per dare risposta a bisogni che potevano essere meglio accolti in un contesto prettamente familiare, con dinamiche “altre” rispetto alla comunità educativa. Essendo presenti sul territorio imolese altre due comunità gestite dalla coop. Metoikos, il progetto si sviluppa in un’ottica di rete.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: 3 DI CUI CONVENZIONATI: 0 DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA: 0 PERSONALE: La coppia che ospita i minori si occupa da anni di adolescenti. Entrambi hanno operato e operano tuttora in qualità di educatori anche presso la comunità L’Aquilone, garantendo tra le due strutture uno scambio e una condivisione continui. Entrambi hanno esperienza decennale specifica e hanno conseguito l’attestazione ai sensi della Direttiva Regionale 564. ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: educatori e mediatori culturali della coop. Metoikos RETTA GIORNALIERA: 86,00 Euro

MINORI ACCOLTI Adolescenti maschi e femmine, stranieri e italiani

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: Nella fase di accoglienza l’obbiettivo principale è quello di rendere meno traumatico possibile l’allontanamento del minore dal nucleo famigliare. Là dove è possibile, l’inserimento dei minori presso la struttura è graduale. Al termine di un primo periodo di osservazione, il progetto viene strutturato e orientato verso obiettivi educativi condivisi tra equipe di struttura e servizio territoriale. La vita comunitaria è scandita da routine quotidiane in ambiente familiare, che sono dettate sia da necessità organizzative sia dalla necessità di trasmettere ai minori un ordine interno. Per i percorsi di scolarizzazione e formazione professionale, ci si avvale delle agenzie territoriali. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE La comunità dispone di un progetto di struttura che funge da cornice e specifica tipo e metodologia degli strumenti di cui dispone l’equipe. Questi si suddividono in: riunioni di verifica e coordinamento (coinvolge la coppia genitoriale e le professionalità impiegate all’interno della struttura stessa, con gli operatori del territorio, con gli ospiti , supervisione) riunione con gli ospiti; documenti (scheda d’ingresso, relazioni sull’osservazione, PEI, diario delle osservazioni, cartelle personali per ciascun ospite, verbale di programmazione e verifica delle riunioni, schede semestrali per la Procura della Repubblica, relazioni periodiche ai Servizi, diario giornaliero, agenda appuntamenti). RAPPORTO CON IL TERRITORIO: La struttura ha ereditato dalla pluriennale esperienza della comunità L’Aquilone consolidati rapporti con le varie istituzioni e agenzie di socializzazione del territorio, al fine di consentire agli ospiti una piena integrazione nel tessuto sociale del quartiere. RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE La definizione e regolamentazione del rapporto minori/nucleo familiare avviene in accordo con il Servizio Inviante che, nel raccordare la comunità e la famiglia, provvede a calendarizzare gli incontri, stabilendone tempi e modalità. Gli educatori provvedono, qualora sia previsto, a vigilare gli incontri. Per i rapporti con il nucleo familiare o con la rete parentale dei minori stranieri ci si avvale, se opportuno, dell’ausilio dei mediatori culturali (sono presenti, in cooperativa, mediatori di lingua araba, albanese, farsi, rumena). RAPPORTO CON I SERVIZI: I rapporti con il Servizio Sociale Inviante sono puntualmente specificati nel progetto di struttura e si articolano con cadenza periodica, secondo un principio di condivisione tanto a livello di gestione della struttura nel suo insieme, quanto a livello di formulazione e implementazione dei singoli progetti individuali

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Comunità Educativa “Il Girasole”, “La Mongolfiera”, “L’Aquilone”, “Casa delle Nuvole”

CCoommuunnii ttàà ddii ttiippoo ffaammii ll iiaarree II LL PPII CCCCOOLL OO PPRRII NNCCII PPEE -- VViiaa ddeell BBoorrddoonnee 44,, 4400112277 BBoollooggnnaa

Il piccolo principe Il piccolo principe Il piccolo principe Il piccolo principe

FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’ Sorta nel 1996 come servizio di pronto intervento per risolvere situazioni di emergenza, la struttura dal 2002, si è trasformata in Comunità di tipo Familiare per poter accogliere i/le minori per un periodo molto più lungo di quello previsto inizialmente. Dalla fine

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: Il Piccolo Principe E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Angela Lodi TELEFONO: 051/766134 FAX: 051/763101

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE Coop Metoikos TELEFONO: 051.331226 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Paolo Besola TELEFONO: 0542.2684191 E-MAIL: [email protected]

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dell’anno 2005, l'equipè educativa dell’Associazione ha elaborato il progetto “Nessuno resti solo” per accogliere i diciottenni e sostenerli nel percorso di raggiungimento dell’autonomia.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ PER MINORI CAPACITA’ RICETTIVA: 6 DI CUI CONVENZIONATI: 0 DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA: PERSONALE: 10 operatori (educatori professionali e operatori di strutture residenziali) ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: 1 responsabile sempre presente e un coordinatore RETTA GIORNALIERA: varia a seconda dell’ Ente che ha dato in affido il ragazzo alla struttura e in relazione alle problematiche dell’ospite e agli interventi previsti.

MINORI ACCOLTI Accoglie bambini e ragazzi di ogni età e provenienza, sia maschi che femmine, che presentano disturbi della personalità, disturbi generalizzati dello sviluppo, iperattività, disturbi della sfera emozionale, disturbi di apprendimento. Tali minori provengono da contesti familiari caratterizzati da problematiche di dipendenza da sostanze, di abuso o sospetto abuso e dalla presenza di figure genitoriali con problematiche psichiatriche e con pendenze penali.

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: Dopo un periodo di osservazione del/la minore, della durata di circa un mese dove viene verificata la fattibilità dell’inserimento, la presa in carico del/la minore avviene, da un punto di vista educativo, attraverso una quotidianità, fatta di aspetti relazionali e di cure primarie vissuta in struttura e sostegni di tipo psicologico, qualora se ne verificasse l’opportunità, condotti dai referenti dei Servizi Sociali. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE: Durante i tre mesi dall’inserimento dell’ospite si concorda, in collaborazione con i Servizi Sociali referenti, un progetto educativo e, qualora ve ne fosse la necessità terapeutico (psicoterapia, psicomotricità, logopedia, ecc.) che vede gli operatori della struttura impegnati all’accoglienza, all’accompagnamento e alle azioni di cura del /della ragazzo/a. Grande attenzione viene data alla preparazione scolastica a partire dalla scelta della scuola più adatta alle esigenze e caratteristiche personali; la medesima cura caratterizza la scelta delle attività sportive e artistiche all’interno e all’esterno della struttura nonché l’esperienza di borse-lavoro dove i ragazzi/e possono confrontarsi con diverse realtà lavorative e da ciò cominciare ad individuare una possibile futura occupazione. RAPPORTO CON IL TERRITORIO: Per sostenere e facilitare l’inserimento dei minore nel contesto sociale e culturale e superare vissuti di emarginazione tutti gli ospiti delle due strutture vengono stimolati nel conoscere il territorio e le iniziative attivate, e frequentare le strutture sportive, ricreative e educative/culturali presenti. Vengono inoltre promosse collaborazioni con enti culturali, Università italiane e straniere e con altre Associazioni di volontariato. RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: Gli incontri avvengono secondo calendari stabiliti con i Servizi Sociali. Qualora sia opportuno gestire il rapporto con la famiglia nella struttura, vengono elaborate e monitorate modalità di incontro diretto o telefonico fra gli ospiti/e e i familiari con gli operatori. In particolare l’anno 2006 ha visto l’elaborazione di un progetto a supporto delle famiglie di origine. RAPPORTO CON I SERVIZI: Nella maggior parte dei casi, il rapporto con i Servizi Sociali sono buoni e collaborativi. Le difficoltà si riscontrano nell’individuare personale qualificato e competente.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Alla fine del 2005 è stata inaugurata la “Casa dei Piccoli Maggiorenni”, un progetto finalizzato ad accogliere neomaggiorenni per un periodo di tre anni, per sostenerli nel raggiungimento di una condizione sufficiente per iniziare il loro percorso di autonomia nel contesto sociale. La nuova struttura include due appartamenti che possono ospitare complessivamente sei ragazzi/e (tre ragazzi e tre ragazze) e che hanno in comune lo spazio della cucina. Le richieste di inserimento pervengono dai Servizi Sociali della zona di Bologna, Provincia e della Regione Emilia Romagna. Gli operatori impiegati sono 4, e fanno capo alla Responsabile, e alla Coordinatrice della comunità per minori. La retta giornaliera è stabilita in relazione al grado di autonomia del/della ragazzo/a al momento dell’ammissione in struttura. Viene ridiscussa e può decrescere al raggiungimento di livelli di indipendenza minimi.

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AAssssoocciiaazziioonnee CCoommuunnii ttàà MM AARRAANNAA--TTHHAA’’ -- VViiaa CCiinnqquuaannttaa 77,, 4400001166 SS.. GGiioorrggiioo ddii PPiiaannoo

www.maranacom.it FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’

Maranà-tha è una associazione di case famiglia che vivono in un unico contesto residenziale. Le famiglie che vivono in comunità hanno risposto alla vocazione di seguire Gesù in una vita semplice, fondata sulla preghiera e la condivisione, che si realizza con il servizio al prossimo.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: max 8 minori nelle case famiglia e 12 posti per multiutenza (es. madre bambino) in unità abitative autonome DI CUI CONVENZIONATI: 0 DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA a seconda della disponibilità di ciascuna famiglia PERSONALE: 10 adulti di cui almeno un membro di ciascuna famiglia ha frequentato il corso regionale di 150 ore per ottenere la qualifica di educatore, inoltre vi è una laureata in scienza della formazione. L’attuale legale rappresentante nonché coordinatore ha il diploma di counselor professionale ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE supervisore esterno, volontari RETTA GIORNALIERA per minori inseriti nei nuclei casa famiglia euro 50,00

MINORI ACCOLTI Di volta in volta si valuta l’adeguatezza dell’inserimento con l’esplicitazione dei bisogni del minore e le risorse del contesto e del nucleo casa famiglia disponibile

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO l’accoglienza è un inserimento in comunità con specifica delega alla casa famiglia che accoglie il minore; questo iter è supportato da uno psicologo esterno che fa da supervisore al gruppo per 3 ore mensili sulle dinamiche relazionali che si sviluppano all’interno delle famiglie che accolgono. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE: Il PEI è costruito in stretta collaborazione con i servizi sociali invianti. Il supporto psicologico ai ragazzini inseriti è fondamentale e se non è garantito dai Servizi è la comunità che si adopera per trovare le risorse. RAPPORTO CON IL TERRITORIO: La sua lunga storia e la molteplicità delle relazioni con varie realtà istituzionali e non, hanno facilitato l’integrazione col territorio. Esistono collaborazioni e contributi a diversi livelli, dai gruppi informali del territorio, alle istituzioni, ai gruppi di volontariato, ai gruppi scout e gruppi parrocchiali. La comunità realizza l’apertura e l’integrazione con il territorio anche attraverso la realizzazione di: convegni, workshop tematici ed eventi come la festa del 1 maggio. Maranà-tha fa parte di un network nazionale il Jesuit Social Network (www.JSN.it) di realtà impegnate nel sociale in vari settori. RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: Gestire il rapporto con la famiglia di origine, o con le figure adulte storiche di riferimento, è un elemento fondamentale del progetto di accoglienza. RAPPORTO CON I SERVIZI: La comunità ha elaborato un preciso iter nel gestire gli inserimenti, esplicitato nella carta dei servizi della comunità, in cui diventa elemento fondamentale la condivisione del progetto con i servizi invianti.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE 3 mini-appartamenti per accoglienza di nuclei monoparentali e multiutenza

CCaassaa FFaammiiggll iiaa DDOOLL CCEE AACCQQUUAA -- VViiaa MMaasscchheerriinnoo 3333,, 4400001166 SS.. GGiioorrggiioo ddii PPiiaannoo

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: Associazione di volontariato Comunità Maranà-tha O.N.L.U.S. TELEFONO: 051893256 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Mario Beghelli TELEFONO: 3294176767 E-MAIL: [email protected]

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: Dolce Acqua TELEFONO: 051/6630807 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Enza Caricchio TELEFONO: 051/766134 E-MAIL: [email protected]

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www.dolce-acqua.org

FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’

La casa famiglia Dolce Acqua, attraverso l'esperienza maturata negli anni, propone la sua funzione genitoriale garantendo una presenza ed una relazione significativa, assicurando l’accompagnamento nel percorso individuale, elaborando con la supervisione della comunità un intervento educativo che possa condurre il minore verso l’autonomia e lo sviluppo delle proprie capacità e acquisizione di competenze.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: 6 DI CUI CONVENZIONATI: 0 DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA: 1 PERSONALE: 2 coniugi + Piscopedagogista ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: Volontari e Tirocinanti RETTA GIORNALIERA: ?

MINORI ACCOLTI La Comunità accoglie bambini e ragazzi di ogni età, sia maschi che femmine, che presentano problematiche che riguardano l’abbandono, la trascuratezza e l’abuso sessuale.

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: Per ciascun minore viene inizialmente predisposto un progetto generale che viene successivamente sviluppato dopo un periodo di osservazione del/la minore, sulla base delle indicazione del Tm, delle analisi fatte in equipe dal servizio inviante e con l’aiuto della psicopedagogista che supporta la coppia. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE: Osservazione e documentazione, supervisione di una psicopedagogista . RAPPORTO CON IL TERRITORIO: I rapporti col territorio sono buoni ed importanti; si ritiene fondamentale avere rapporti con tutte le agenzie educative presenti sul territorio da garantire una buona possibilità di socializzazione per i bambini/ragazzi della nostra comunità. L'ass. Dolce Acqua è rappresenta ai vari Tavoli di coordinamento provinciale e regionale sul tema Minori/affido e accoglienza; fa parte del Coordinamento Comunità Familiari dell'Emilia Romagna (CCF). Propone incontri sulla tematica del volontariato, sulla genitorialità e sull'affido familiare, sulla prevenzione del disagio giovanile e sul sostegno alla genitorialità. RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: Le famiglie nella maggior parte dei casi sono presenti, nonostante la relazione con loro risulti spesso molto complessa, là dove possibile, si da disponibilità a lavorare congiuntamente ai servizi per il raggiungere piccoli obiettivi. RAPPORTO CON I SERVIZI: Il rapporto con i servizi sociali sono buoni ed in genere molto collaborativi; gli aspetti negativi derivano dal fatto che spesso cambiano i referenti istituzionali

ALTRE COMUNITA’ GESTITE L'associazione gestisce un centro di aggregazione Giovanile, “In-stalla” come prevenzione al disagio promuovendone l'agio. Utilizza lo spazio organizzando laboratori per le scuole medie dei comuni limitrofi ( S. Giorgio, Argelato, Castello D'Argile, Pieve di Cento, S Pietro in Casale, Bentivoglio) Utilizza lo spazio da dare in uso a gruppi di genitori per il sostegno alla cura genitoriale.

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CCaassaa FFaammiiggll iiaa

GGLL II AAMM II CCII DDII SSII RRAALL UUNNAA -- VViiaa BBaassssaa 1166,, 4400006666 PPiieevvee ddii CCeennttoo

www.siraluna.it

FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’ L’esperienza dell’accoglienza è nata diversi anni fa quando la coppia aveva già svolto attività di volontariato in diversi settori. La casa-famiglia è sede di un’associazione, “Gli amici di SIRALUNA”, che opera nel territorio di Ferrara, Bologna e comuni limitrofi, nel campo del disagio giovanile attraverso la diffusione della cultura dell’affido, l’organizzazione di attività ludico-ricreative e didattiche a favore dei bambini e la realizzazione di iniziative a sostegno della relazione genitori-figli attraverso incontri individuali e di gruppo.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: Max 7 minori DI CUI CONVENZIONATI: 0 DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA: 1 PERSONALE: 2 coniugi che hanno frequentato i corsi di qualificazione regionale per operatori di Comunità. Uno dei due ha inoltre acquisito la qualifica di CONSULENTE EDUCATIVO E FAMIGLIARE. ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: Volontari, un Pediatra, un Consulente di coppia, una Avvocatessa, un’Esperta nelle conoscenze delle Lingue Straniere. RETTA GIORNALIERA: 50 Euro ( Da rivedere con l’inizio del 2007)

MINORI ACCOLTI La Comunità accoglie bambini e ragazzi di ogni età e nazionalità, sia maschi che femmine, provenienti da situazioni nelle quali i genitori hanno problematiche di varia natura: psichiatrica, con la giustizia, di tossicodipendenza, difficoltà educativa, trascuratezza.

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: Per ciascun minore, dopo una attenta valutazione sulla possibilità dell’inserimento, viene stilato un PRIMO progetto educativo da rivedere dopo circa 6 mesi dall’ingresso del minore. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE: Nel corso degli anni l’esperienza della casa famiglia ha fatto maturare la necessità di avere delle schede per ciascun minore in cui riportare: i problemi legati allo stato di salute, i diversi tipi di sostegno attivati a favore del bambino (scolastico, psicologico, logopedico, le attività extrascolastiche, ecc.), gli episodi ritenuti più significativi, l’andamento degli incontri con la famiglia d’origine e altro. Questa scelta, particolarmente utile per noi operatori, si e rivelata fondamentale negli incontri con i rappresentanti dei Servizi Sociali e, a volte, con il Tribunale. RAPPORTO CON IL TERRITORIO: I contatti con il territorio sono importanti; abitando in un piccolo paese, tutti hanno imparato a conoscere la casa famiglia e questo ha consentito di sviluppare dei buoni rapporti con la comunità e le istituzioni. RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: Attualmente le visite dei genitori avvengono all’interno della LUDOTECA dell’Associazione alla presenza di uno dei responsabili, con modalità diverse a seconda dei casi. RAPPORTO CON I SERVIZI: La struttura è in rapporto prevalentemente con i servizi sociali del comune e dell’A.U.S.L di Bologna e di Ferrara. Per ogni minore accolto vengono effettuati incontri periodici generalmente mensili. ( NOTA: In questi anni ci è parso che gli operatori dei servizi sociali di Ferrara siano meno sottoposti a frequenti turn-over come accade presso i servizi sociali di Bologna.)

ALTRE COMUNITA’ GESTITE La Casa-famiglia si avvale di alcune famiglie affidatarie dell’Associazione disponibili sia alla Pronta accoglienza di neonati sia eventualmente ad accogliere minori che non possono essere inseriti nella comunità perché non ci sono più posti disponibili.

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE : Gli amici di Siraluna TELEFONO e FAX: 051/6861772 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’ : Dal Pozzo Daniele- Vivarelli Marieva TELEFONO e FAX: 051/6861772 – Sito web: www.siraluna.it E-MAIL: [email protected]

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CCaassaa ffaammiiggll iiaa TTOORRRREE DDEEII CCAAMM PPAANNII -- VViiaa SSttaannzzaannoo,, 33111177 –– 4400002244 CCaasstteell SS.. PPiieettrroo

www.tendadiabraham.it

FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’

La casa famiglia è gestita dall’associazione di ispirazione cristiana formata da 3 famiglie, residenti ognuna in un proprio appartamento, all’interno di un unico edificio. Esse vivono in comunità condividendo la vita, gli aspetti economici e la disponibilità ad accogliere anche minori in famiglia. Il fondamento della loro condivisione di vita sta nella preghiera e nella ricerca di uno stile di vita sobrio. La casa, posizionata in collina, è composta da 4 appartamenti per le famiglie residenti e 2 più piccoli, per ospitare mamme con bimbi.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: 6 + 1 DI CUI CONVENZIONATI: 0 DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA: 1 PERSONALE: educatori professionali volontari ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: famiglie affidatarie RETTA GIORNALIERA: 17.00 a persona + altro a seconda del progetto; l’accoglienza è gratuita qualora le persone non siano autonome economicamente e non sostenute da enti garanti.

MINORI ACCOLTI Accoglie minori, donne in difficoltà con problematiche relative alla funzione genitoriale, di tipo economico, di lavoro, abitative o altro. Donne in gravidanza, madri con figli minori di sesso maschile e femminile, di provenienza nazionale ed estera, con presenze di disabilità fisiche lievi.

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: mira a favorire e a sviluppare le capacità personali che portano verso l’autonomia, pertanto l’accoglienza si protrae per il tempo necessario al superamento delle problematiche che l’hanno richiesta e finchè sussistono le condizioni. I referenti della persona accolta hanno il compito di introdurre l’ospite nella nuova realtà, monitorare il progetto, accogliere le esigenze che sorgono nel tempo, mediare e interloquire con l’ente inviante. La presenza degli altri componenti della comunità permette l’instaurarsi di rapporti improntati all’informalità e alla reciprocità: l’accoglienza mira a costruire relazioni familiari e amichevoli a contatto con situazioni di vita quotidiana e relazioni con persone di diverse età e situazioni. Agli ospiti è richiesto di osservare un regolamento della casa che gli viene consegnato insieme al progetto. Collaborazione nei lavori per la gestione della struttura sono proposti con l’intento di rinforzare l’autostima e la gioia di sentirsi utili, far crescere il senso di responsabilità e le opportunità di relazioni. Progetto individuale elaborato in collaborazione fra operatori dell’ente inviante e referente della comunità con il coinvolgimento della persona accolta che è chiamata ad assumersi gli impegni che esso comporta. Il progetto scritto deve esplicitare: obiettivi del percorso proposto, tappe previste nel cammino di autonomia, metodologia degli interventi e strumenti, tempi e modi di verifica con l’ente inviante, regolamentazione dei rapporti con i famigliari, impegni che si assumono l’ente inviante ed ospitante. L’ospite adulto viene accolto nell’appartamento e la comunità mette a disposizione i locali comuni e i relativi accessori. E’ possibile un’accoglienza notturna in appartamento e l’inserimento diurno all’interno di una famiglia. I trasporti e l’assistenza dei bimbi sono offerti tenendo conto delle esigenze delle famiglie residenti e sottolineando la responsabilità delle madri verso i loro figli. La comunità offre tutto ciò che deriva dalla condivisione di vita e che non è quantificabile, ma è valore aggiunto significativo. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE: i membri delle famiglie della comunità hanno alcuni incontri con uno psicologo per approfondire le dinamiche relazionali tra loro. Settimanalmente si riuniscono per fare il punto sulla situazione degli ospiti o per discutere di problemi emersi. La verifica dei percorsi delle persone accolte, avviene periodicamente attraverso colloqui con il referente della comunità e l’assistente sociale. In una cartella personale vengono raccolti e conservati documenti ed eventuali dati . RAPPORTO CON IL TERRITORIO: la comunità è inserita nel territorio di Castel S. Pietro T., aderisce al coordinamento del volontariato, fa parte del coordinamento provinciale delle comunità di accoglienza; è rappresentata nei Piani di zona; fin dal suo nascere è legata alla comunità di Maranà-tha con la quale ha intessuto relazioni di amicizia, confronto, collaborazione e formazione. RAPPORTO CON I SERVIZI: i servizi contattano il referente di comunità, illustrano il caso, eventualmente con una relazione che delinei i bisogni e almeno in bozza le indicazioni degli obiettivi da raggiungere per il progetto personale; si prevedono una richiesta scritta di ospitalità, incontri di verifica e di confronto; si auspica anche un incontro di verifica sulla collaborazione e relazione fra ente e comunità da effettuarsi al termine dell’ospitalità.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE

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DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: Associaz. Volont onlus La tenda di Abraham TELEFONO: 0516940927 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Francesca Oreste TELEFONO: 3472596542

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII TEL E FAX: 0541/909600 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Tassi Luisa TEL: 051/6515608 E-MAIL: [email protected]

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FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’ La “Comunità Papa Giovanni XXIII” è un ente ecclesiastico civilmente riconosciuto. Gli associati, mossi da una precisa opzione di Fede incarnata, scelgono di condividere direttamente la vita con quelle persone che sono nel bisogno. La metodologia è quella di intessere relazioni impostate sul modello della famiglia naturale che costituisce la base sicura per ogni ulteriore intervento specifico e

specialistico. Tale scelta ha dato origine alle Case famiglia, che rappresentano un’espressione concreta e originale della condivisione con minori e persone in situazione di disagio, Per casa famiglia si intende una comunità educativa residenziale con caratteristiche affettive, educative, organizzative e funzionali di tipo familiare. La finalità principale è quella di garantire alle persone in stato di difficoltà, di abbandono, di emarginazione la possibilità di vivere in un contesto di vita familiare che faciliti, attraverso relazioni

stabili, affettivamente significative, personalizzate, il processo di crescita della persona e l’evoluzione positiva della situazione di disagio in cui si trovano. Nella casa famiglia sono presenti 2 figure genitoriali stabili e definitive, i loro eventuali figli, le persone accolte. La Comunità svolge il ruolo di rete, supporto, formazione permanente, verifica e vaglio di quanti operano nelle strutture d’accoglienza, dei progetti educativi personali, dell’andamento gestionale, amministrativo ed economico di ogni singola casa famiglia. La casa famiglia nasce nel 2003 dalla disponibilità di 3 giovani membri della comunità per condividere la loro vita con adolescenti a rischio, con l’obiettivo di vivere con loro esperienze costruttive.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: è data dalla normativa regionale e dalla capacità abitativa dell’immobile. DI CUI CONVENZIONATI: non è convenzionata la singola struttura ma tutto l’ente per tutte le proprie sedi DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA: non esiste predeterminazione a priori; potenzialmente ogni casa può svolgere la funzione di pronta emergenza e può essere temporaneamente vocata totalmente a questa funzione. PERSONALE: 3 giovani membri dell’Associazione che svolgono il ruolo genitoriale ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: possono essere presenti Associati, Serv.Civ.Vol., Tirocinanti, volontari, ecc. RETTA GIORNALIERA: differenziata secondo il grado di min/max assistenza da € 43,00 a € 80,00 pro di/pro capite

MINORI ACCOLTI La casa famiglia si caratterizza per l’accoglienza di adolescenti e giovani adulti in programmi alternativi al carcere, minori stranieri non accompagnati, nomadi.

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: formulato in fase iniziale e periodicamente aggiornato. All’interno di un’organizzazione di vita impostata sul modello familiare, vengono specificatamente attivati i percorsi ritenuti idonei e validi, elaborati con il concorso dei servizi Sociali invianti, per ogni singola persona accolta. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE: lavoro d’equipe svolto attraverso una strutturazione interna organicamente elaborata, che si focalizza sia sugli elementi legati al singolo progetto educativo, sia sull’andamento generale della struttura, sia sul percorso formativo, motivazionale e valoriali delle persone che scelgono di svolgere la funzione genitoriale. RAPPORTO CON IL TERRITORIO: La Casa Famiglia è radicata nel territorio, intesse rapporti con le istituzioni, i servizi, la parrocchia, e si pone essa stessa come risorsa. RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: Si persegue, dove è possibile, il reinserimento della persona nel proprio ambiente d’appartenenza. Quando ciò non è realizzabile, si seguono tutti i percorsi che possano permettere alle persone di mantenere e sviluppare i rapporti interpersonali significativi esistenti prima dell’inserimento. Nel caso in cui l’ambiente d’origine non offra possibilità di rientro o di rapporti validi da mantenere, la casa famiglia si propone come famiglia sostitutiva, per tutto il tempo che il soggetto desidera. RAPPORTO CON I SERVIZI: improntato alla massima collaborazione, nel pieno rispetto dialettico delle diversità di funzioni, ruoli, metodologie, obiettivi. Si chiede e si offre la massima collaborazione in termini di sussidiarietà e piena dignità reciproca riconosciuta e valorizzata.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Casa Famiglia Santa Clelia, Casa Famiglia Madonna della Tenerezza, Casa Famiglia Marta, Casa Famiglia Pizzano, Casa Famiglia Gesù Bambino, Casa Famiglia Santa Maria, Casa Famiglia Giulia

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FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’ La “Comunità Papa Giovanni XXIII” è un ente ecclesiastico civilmente riconosciuto. Gli associati, mossi da una precisa opzione di Fede incarnata, scelgono di condividere direttamente la vita con quelle persone che sono nel bisogno. La metodologia è quella di intessere relazioni impostate sul modello della famiglia naturale che costituisce la base sicura per ogni ulteriore intervento specifico e

specialistico. Tale scelta ha dato origine alle Case famiglia, che rappresentano un’espressione concreta e originale della condivisione con minori e persone in situazione di disagio, Per casa famiglia si intende una comunità educativa residenziale con caratteristiche affettive, educative, organizzative e funzionali di tipo familiare. La finalità principale è quella di garantire alle persone in stato di difficoltà, di abbandono, di emarginazione la possibilità di vivere in un contesto di vita familiare che faciliti, attraverso relazioni

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII TEL E FAX: 0541/909600 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Tassi Luisa TEL: 051/6515608 E-MAIL: [email protected]

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stabili, affettivamente significative, personalizzate, il processo di crescita della persona e l’evoluzione positiva della situazione di disagio in cui si trovano. Nella casa famiglia sono presenti 2 figure genitoriali stabili e definitive, i loro eventuali figli, le persone accolte. La Comunità svolge il ruolo di rete, supporto, formazione permanente, verifica e vaglio di quanti operano nelle strutture d’accoglienza, dei progetti educativi personali, dell’andamento gestionale, amministrativo ed economico di ogni singola casa famiglia. La casafamiglia nasce nel 1999 per svolgere una funzione di pronta accoglienza su progetto del Comune di Bologna,subentrano Cristian e Renata nel 2002 per il desiderio di dare una famiglia nell’emergenza a bimbi molto piccoli.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: è data dalla normativa regionale e dalla capacità abitativa dell’immobile. DI CUI CONVENZIONATI: non è convenzionata la singola struttura ma tutto l’ente per tutte le proprie sedi DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA: non esiste predeterminazione a priori; potenzialmente ogni casa può svolgere la funzione di pronta emergenza e può essere temporaneamente vocata totalmente a questa funzione. PERSONALE:2 coniugi membri dell’Associazione che svolgono il ruolo genitoriale con funzione paterno/mater ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: possono essere presenti Associati, Serv.Civ.Vol., Tirocinanti, volontari, ecc. RETTA GIORNALIERA: differenziata secondo il grado di min/max assistenza da € 43,00 a € 80,00 pro di/pro capite

MINORI ACCOLTI Questa casa famiglia accoglie principalmente bimbi 0-6 anni

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: formulato in fase iniziale e periodicamente aggiornato. All’interno di un’organizzazione di vita impostata sul modello familiare, vengono specificatamente attivati i percorsi ritenuti idonei e validi, elaborati con il concorso dei servizi Sociali invianti, per ogni singola persona accolta. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE: lavoro d’equipe svolto attraverso una strutturazione interna organicamente elaborata, che si focalizza sia sugli elementi legati al singolo progetto educativo, sia sull’andamento generale della struttura, sia sul percorso formativo, motivazionale e valoriali delle persone che scelgon o di svolgere la funzione genitoriale. RAPPORTO CON IL TERRITORIO: La Casa Famiglia è radicata nel territorio, intesse rapporti con le istituzioni, i servizi, la parrocchia, e si pone essa stessa come risorsa RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: Si persegue, dove è possibile, il reinserimento della persona nel proprio ambiente d’appartenenza. Quando ciò non è realizzabile, si seguono tutti i percorsi che possano permettere alle persone di mantenere e sviluppare i rapporti interpersonali significativi esistenti prima dell’inserimento. Nel caso in cui l’ambiente d’origine non offra possibilità di rientro o di rapporti validi da mantenere, la casa famiglia si propone come famiglia sostitutiva, per tutto il tempo che il soggetto desidera. RAPPORTO CON I SERVIZI: improntato alla massima collaborazione, nel pieno rispetto dialettico delle diversità di funzioni, ruoli, metodologie, obiettivi. Si chiede e si offre la massima collaborazione in termini di sussidiarietà e piena dignità reciproca riconosciuta e valorizzata.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Casa Famiglia Santa Clelia, Casa Famiglia Madonna della Tenerezza, Casa Famiglia Compagni di Sogni, Casa Famiglia Pizzano, Casa Famiglia Marta, Casa Famiglia Santa Maria, Casa Famiglia Giulia

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FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’ La “Comunità Papa Giovanni XXIII” è un ente ecclesiastico civilmente riconosciuto. Gli associati, mossi da una precisa opzione di Fede incarnata, scelgono di condividere direttamente la vita con quelle persone che sono nel bisogno. La metodologia è quella di intessere relazioni impostate sul modello della famiglia naturale che costituisce la base sicura per ogni ulteriore intervento specifico e specialistico. Svolge il ruolo di rete, supporto, formazione permanente, verifica e vaglio di quanti operano nelle strutture d’accoglienza, dei progetti educativi personali, dell’andamento gestionale, amministrativo ed economico di ogni singola casa famiglia.

Tale scelta ha dato origine alle Case famiglia, che rappresentano un’espressione concreta e originale della condivisione con minori e persone in situazione di disagio, Per casa famiglia si intende una comunità educativa residenziale con caratteristiche affettive, educative, organizzative e funzionali di tipo familiare. La finalità principale è quella di garantire alle persone in stato di difficoltà, di abbandono, di emarginazione la possibilità di vivere in un contesto di vita familiare che faciliti, attraverso relazioni stabili,

affettivamente significative, personalizzate, il processo di crescita della persona e l’evoluzione positiva della situazione di disagio in cui si trovano. Questa esperienza nasce dal desiderio della famiglia Tonelli di aprire la propria casa all’accoglienza di altri bambini, oltre ai quattro figli della coppia, che fossero in condizione di difficoltà e di abbandono. L’incontro con l’associazione Papa Giovanni XXIII° ha reso possibile esaudire questo desiderio offrendo alla famiglia il sostegno di tutta la comunità, nel 1990 è nata così la casa famiglia.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: è data dalla normativa regionale e dalla capacità abitativa dell’immobile.

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII TEL E FAX: 0541/909600 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Tassi Luisa TEL: 051/6515608 E-MAIL: [email protected]

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DI CUI CONVENZIONATI: non è convenzionata la singola struttura ma tutto l’ente per tutte le proprie sedi DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA: non esiste predeterminazione a priori; potenzialmente ogni casa può svolgere la funzione di pronta emergenza e può essere temporaneamente vocata totalmente a questa funzione. PERSONALE: 2 coniugi membri dell’Associazione che svolgono il ruolo genitoriale con funzione paterno/materna ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: possono essere presenti Associati, Serv.Civ.Vol., Tirocinanti, volontari, ecc. RETTA GIORNALIERA: differenziata secondo il grado di min/max assistenza da € 43,00 a € 80,00 pro di/pro capite.

MINORI ACCOLTI La casa famiglia accoglie preadolescenti e adolescenti.

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: formulato in fase iniziale e periodicamente aggiornato. All’interno di un’organizzazione di vita impostata sul modello familiare, vengono specificatamente attivati i percorsi ritenuti idonei e validi, elaborati con il concorso dei servizi Sociali invianti, per ogni singola persona accolta. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE: lavoro d’equipe svolto attraverso una strutturazione interna organicamente elaborata, che si focalizza sia sugli elementi legati al singolo progetto educativo, sia sull’andamento generale della struttura, sia sul percorso formativo, motivazionale e valoriali delle persone che scelgono di svolgere la funzione genitoriale. RAPPORTO CON IL TERRITORIO: La CF è radicata nel territorio, intesse rapporti con le istituzioni, i servizi, la parrocchia, e si pone essa stessa come risorsa RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: Si persegue, dove è possibile, il reinserimento della persona nel proprio ambiente d’appartenenza. Quando ciò non è realizzabile, si seguono tutti i percorsi che possano permettere alle persone di mantenere e sviluppare i rapporti interpersonali significativi esistenti prima dell’inserimento. Nel caso in cui l’ambiente d’origine non offra possibilità di rientro o di rapporti validi da mantenere, la casa famiglia si propone come famiglia sostitutiva, per tutto il tempo che il soggetto desidera. RAPPORTO CON I SERVIZI: improntato alla massima collaborazione, nel pieno rispetto dialettico delle diversità di funzioni, ruoli, metodologie, obiettivi. Si chiede e si offre la massima collaborazione in termini di sussidiarietà e piena dignità reciproca riconosciuta e valorizzata.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Casa Famiglia Santa Clelia, Casa Famiglia Madonna della Tenerezza, Casa Famiglia Compagni di Sogni, Casa Famiglia Pizzano, Casa Famiglia Marta, Casa Famiglia Santa Maria.

CCaassaa FFaammiiggll iiaa MM AADDOONNNNAA DDEELL LL AA TTEENNEERREEZZZZAA -- VViiaa IIddiiccee 220044,, 4400006644 OOzzzzaannoo EEmmii ll iiaa ((BBoo))

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FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’ La “Comunità Papa Giovanni XXIII” è un ente ecclesiastico civilmente riconosciuto. Gli associati, mossi da una precisa opzione di Fede incarnata, scelgono di condividere direttamente la vita con quelle persone che sono nel bisogno. La metodologia è quella di intessere relazioni impostate sul modello della famiglia naturale che costituisce la base sicura per ogni ulteriore intervento specifico e specialistico.

Tale scelta ha dato origine alle Case famiglia, che rappresentano un’espressione concreta e originale della condivisione con minori e persone in situazione di disagio, Per casa famiglia si intende una comunità educativa residenziale con caratteristiche affettive, educative, organizzative e funzionali di tipo familiare. La finalità principale è quella di garantire alle persone in stato di difficoltà, di abbandono, di emarginazione la possibilità di vivere in un contesto di vita familiare che faciliti, attraverso relazioni stabili,

affettivamente significative, personalizzate, il processo di crescita della persona e l’evoluzione positiva della situazione di disagio in cui si trovano. Nella casa famiglia sono presenti 2 figure genitoriali stabili e definitive, i loro eventuali figli, le persone accolte. La Comunità svolge il ruolo di rete, supporto, formazione permanente, verifica e vaglio di quanti operano nelle strutture d’accoglienza, dei progetti educativi personali, dell’andamento gestionale, amministrativo ed economico di ogni singola casa famiglia. La casa famiglia nasce nel 2001 per la volontà della giovane coppia di aprirsi all’accoglienza

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: è data dalla normativa regionale e dalla capacità abitativa dell’immobile. DI CUI CONVENZIONATI: non è convenzionata la singola struttura ma tutto l’ente per tutte le proprie sedi DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA: non esiste predeterminazione a priori; potenzialmente ogni casa può svolgere la funzione di pronta emergenza e può essere temporaneamente vocata totalmente a questa funzione. PERSONALE: 2 coniugi membri dell’Associazione che svolgono il ruolo genitoriale con funzione paterno/materna ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: possono essere presenti Associati, Serv.Civ.Vol., Tirocinanti, volontari, ecc. RETTA GIORNALIERA: differenziata secondo il grado di min/max assistenza da € 43,00 a € 80,00 pro di/pro capite

MINORI ACCOLTI Oltre ai figli naturali della coppia la casafamiglia si è caratterizzata nell’accoglienza di adolescenti.

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII TEL E FAX: 0541/909600 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Tassi Luisa TEL: 051/6515608 E-MAIL: [email protected]

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PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: formulato in fase iniziale e periodicamente aggiornato. All’interno di un’organizzazione di vita impostata sul modello familiare, vengono specificatamente attivati i percorsi ritenuti idonei e validi, elaborati con il concorso dei servizi Sociali invianti, per ogni singola persona accolta. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE: lavoro d’equipe svolto attraverso una strutturazione interna organicamente elaborata, che si focalizza sia sugli elementi legati al singolo progetto educativo, sia sull’andamento generale della struttura, sia sul percorso formativo, motivazionale e valoriali delle persone che scelgono di svolgere la funzione genitoriale. RAPPORTO CON IL TERRITORIO: La Casa Famiglia è radicata nel territorio, intesse rapporti con le istituzioni, i servizi, la parrocchia, e si pone essa stessa come risorsa. RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: Si persegue, dove è possibile, il reinserimento della persona nel proprio ambiente d’appartenenza. Quando ciò non è realizzabile, si seguono tutti i percorsi che possano permettere alle persone di mantenere e sviluppare i rapporti interpersonali significativi esistenti prima dell’inserimento. Nel caso in cui l’ambiente d’origine non offra possibilità di rientro o di rapporti validi da mantenere, la casa famiglia si propone come famiglia sostitutiva, per tutto il tempo che il soggetto desidera. RAPPORTO CON I SERVIZI: improntato alla massima collaborazione, nel pieno rispetto dialettico delle diversità di funzioni, ruoli, metodologie, obiettivi. Si chiede e si offre la massima collaborazione in termini di sussidiarietà e piena dignità reciproca riconosciuta e valorizzata.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Casa Famiglia Marta, Casa Famiglia Santa Clelia, Casa Famiglia Compagni di Sogni, Casa Famiglia Pizzano, Casa Famiglia Gesù Bambino, Casa Famiglia Santa Maria, Casa Famiglia Giulia.

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FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’

La “Comunità Papa Giovanni XXIII” è un ente ecclesiastico civilmente riconosciuto. Gli associati, mossi da una precisa opzione di Fede incarnata, scelgono di condividere direttamente la vita con quelle persone che sono nel bisogno. La metodologia è quella di intessere relazioni impostate sul modello della famiglia naturale che costituisce la base sicura per ogni ulteriore intervento specifico e

specialistico. Tale scelta ha dato origine alle Case famiglia, che rappresentano un’espressione concreta e originale della condivisione con minori e persone in situazione di disagio, Per casa famiglia si intende una comunità educativa residenziale con caratteristiche affettive, educative, organizzative e funzionali di tipo familiare. La finalità principale è quella di garantire alle persone in stato di difficoltà, di abbandono, di emarginazione la possibilità di vivere in un contesto di vita familiare che faciliti, attraverso relazioni

stabili, affettivamente significative, personalizzate, il processo di crescita della persona e l’evoluzione positiva della situazione di disagio in cui si trovano. Nella casa famiglia sono presenti 2 figure genitoriali stabili e definitive, i loro eventuali figli, le persone accolte. La Comunità svolge il ruolo di rete, supporto, formazione permanente, verifica e vaglio di quanti operano nelle strutture d’accoglienza, dei progetti educativi personali, dell’andamento gestionale, amministrativo ed economico di ogni singola casa famiglia. La casafamiglia nasce nel 2000 dal desiderio degli sposi di essere famiglia accogliente e numerosa.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: è data dalla normativa regionale e dalla capacità abitativa dell’immobile. DI CUI CONVENZIONATI: non è convenzionata la singola struttura ma tutto l’ente per tutte le proprie sedi DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA: non esiste predeterminazione a priori; potenzialmente ogni casa può svolgere la funzione di pronta emergenza e può essere temporaneamente vocata totalmente a questa funzione. PERSONALE:2 coniugi membri dell’Associazione che svolgono il ruolo genitoriale con funzione paterno/materna ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: possono essere presenti Associati, Serv.Civ.Vol., Tirocinanti, volontari, ecc. RETTA GIORNALIERA: differenziata secondo il grado di min/max assistenza da € 43,00 a € 80,00 pro di/pro capite

MINORI ACCOLTI Questa casa famiglia da subito si caratterizza per l’accoglienza di bimbi di ogni età.

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: formulato in fase iniziale e periodicamente aggiornato. All’interno di un’organizzazione di vita impostata sul modello familiare, vengono specificatamente attivati i percorsi ritenuti idonei e validi, elaborati con il concorso dei servizi Sociali invianti, per ogni singola persona accolta. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE: lavoro d’equipe svolto attraverso una strutturazione interna organicamente elaborata, che si focalizza sia sugli elementi legati al singolo progetto educativo, sia sull’andamento generale della struttura, sia sul percorso formativo, motivazionale e valoriali delle persone che scelgon o di svolgere la funzione genitoriale. RAPPORTO CON IL TERRITORIO: La Casa Famiglia è radicata nel territorio, intesse rapporti con le istituzioni, i servizi, la parrocchia, e si pone essa stessa come risorsa RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: Si persegue, dove è possibile, il reinserimento della persona nel proprio ambiente d’appartenenza. Quando ciò non è realizzabile, si seguono tutti i percorsi che possano permettere alle persone di mantenere e

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII TEL E FAX: 0541/909600 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Tassi Luisa TEL: 051/6515608 E-MAIL: [email protected]

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sviluppare i rapporti interpersonali significativi esistenti prima dell’inserimento. Nel caso in cui l’ambiente d’origine non offra possibilità di rientro o di rapporti validi da mantenere, la casa famiglia si propone come famiglia sostitutiva, per tutto il tempo che il soggetto desidera. RAPPORTO CON I SERVIZI: improntato alla massima collaborazione, nel pieno rispetto dialettico delle diversità di funzioni, ruoli, metodologie, obiettivi. Si chiede e si offre la massima collaborazione in termini di sussidiarietà e piena dignità reciproca riconosciuta e valorizzata.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Casa Famiglia Santa Clelia, Casa Famiglia Madonna della Tenerezza, Casa Famiglia Compagni di Sogni, Casa Famiglia Pizzano, Casa Famiglia Gesù Bambino, Casa Famiglia Santa Maria, Casa Famiglia Giulia.

CCaassaa FFaammiiggll iiaa PPII ZZZZAANNOO -- VViiaa IIddiiccee 3322,, 4400005500 MMoonntteerreennzziioo ((BBoo))

www.apg23.org

FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’ La “Comunità Papa Giovanni XXIII” è un ente ecclesiastico civilmente riconosciuto. Gli associati, mossi da una precisa opzione di Fede incarnata, scelgono di condividere direttamente la vita con quelle persone che sono nel bisogno. La metodologia è quella di intessere relazioni impostate sul modello della famiglia naturale che costituisce la base sicura per ogni ulteriore intervento specifico e specialistico. Svolge il ruolo di rete, supporto, formazione permanente, verifica e vaglio di quanti operano nelle strutture d’accoglienza, dei progetti educativi personali, dell’andamento gestionale, amministrativo ed economico di ogni singola casa famiglia. Tale scelta ha dato origine alle Case famiglia, che rappresentano un’espressione concreta e originale della condivisione con minori e persone in situazione di disagio, Per casa famiglia si intende una comunità educativa residenziale con caratteristiche affettive, educative, organizzative e funzionali di tipo familiare. La finalità principale è quella di garantire alle persone in stato di difficoltà, di abbandono, di emarginazione la possibilità di vivere in un contesto di vita familiare che faciliti, attraverso relazioni stabili, affettivamente significative, personalizzate, il processo di crescita della persona e l’evoluzione positiva della situazione di disagio in cui si trovano. I coniugi Spadoni si sono sposati circa 15 anni fa e da allora hanno deciso di aprire la loro famiglia all’accoglienza di bambini e persone bisognose di aiuto, divenendo una delle case famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII°.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: è data dalla normativa regionale e dalla capacità abitativa dell’immobile. DI CUI CONVENZIONATI: non è convenzionata la singola struttura ma tutto l’ente per tutte le proprie sedi DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA: non esiste predeterminazione a priori; potenzialmente ogni casa può svolgere la funzione di pronta emergenza e può essere temporaneamente vocata totalmente a questa funzione. PERSONALE: 2 Coniugi membri dell’Associazione che svolgono il ruolo genitoriale con funzione paterno/materna ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: possono essere presenti Associati, Serv.Civ.Vol., Tirocinanti, volontari, ecc. RETTA GIORNALIERA: differenziata secondo il grado di min/max assistenza da € 43,00 a € 80,00 pro di/pro capite

MINORI ACCOLTI La casa famiglia accoglie bambini e ragazzi di diverse età sia maschi che femmine.

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: formulato in fase iniziale e periodicamente aggiornato. All’interno di un’organizzazione di vita impostata sul modello familiare, vengono specificatamente attivati i percorsi ritenuti idonei e validi, elaborati con il concorso dei servizi Sociali invianti, per ogni singola persona accolta. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE: lavoro d’equipe svolto attraverso una strutturazione interna organicamente elaborata, che si focalizza sia sugli elementi legati al singolo progetto educativo, sia sull’andamento generale della struttura, sia sul percorso formativo, motivazionale e valoriali delle persone che scelgono di svolgere la funzione genitoriale. RAPPORTO CON IL TERRITORIO: La Casa Famiglia è radicata nel territorio, intesse rapporti con le istituzioni, i servizi, la parrocchia, e si pone essa stessa come risorsa RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: Si persegue, dove è possibile, il reinserimento della persona nel proprio ambiente d’appartenenza. Quando ciò non è realizzabile, si seguono tutti i percorsi che possano permettere alle persone di mantenere e sviluppare i rapporti interpersonali significativi esistenti prima dell’inserimento. Nel caso in cui l’ambiente d’origine non offra possibilità di rientro o di rapporti validi da mantenere, la casa famiglia si propone come famiglia sostitutiva, per tutto il tempo che il soggetto desidera. RAPPORTO CON I SERVIZI: improntato alla massima collaborazione, nel pieno rispetto dialettico delle diversità di funzioni, ruoli, metodologie, obiettivi. Si chiede e si offre la massima collaborazione in termini di sussidiarietà e piena dignità reciproca riconosciuta e valorizzata.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Casa Famiglia Santa Clelia, Casa Famiglia Madonna della Tenerezza, Casa Famiglia Compagni di Sogni, Casa Famiglia Marta Casa Famiglia Gesù Bambino, Casa Famiglia Santa Maria, Casa Famiglia Giulia.

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DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII TEL E FAX: 0541/909600 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Tassi Luisa TEL: 051/6515608 E-MAIL: [email protected]

Page 36: STRUTTURE SOCIO-ASSISTENZIALI PER MINORI NELLA … · - offrire ospitalità ed assistenza qualificate sul piano ... lavorativo e sociale; - organizzazione ed assistenza del ... ricostruzione

www.apg23.org

FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’

La “Comunità Papa Giovanni XXIII” è un ente ecclesiastico civilmente riconosciuto. Gli associati, mossi da una precisa opzione di Fede incarnata, scelgono di condividere direttamente la vita con quelle persone che sono nel bisogno. La metodologia è quella di intessere relazioni impostate sul modello della famiglia naturale che costituisce la base sicura per ogni ulteriore intervento specifico e specialistico.

Tale scelta ha dato origine alle Case famiglia, che rappresentano un’espressione concreta e originale della condivisione con minori e persone in situazione di disagio, Per casa famiglia si intende una comunità educativa residenziale con caratteristiche affettive, educative, organizzative e funzionali di tipo familiare. La finalità principale è quella di garantire alle persone in stato di difficoltà, di abbandono, di emarginazione la possibilità di vivere in un contesto di vita familiare che faciliti, attraverso relazioni stabili,

affettivamente significative, personalizzate, il processo di crescita della persona e l’evoluzione positiva della situazione di disagio in cui si trovano. Nella casa famiglia sono presenti 2 figure genitoriali stabili e definitive, i loro eventuali figli, le persone accolte. La Comunità svolge il ruolo di rete, supporto, formazione permanente, verifica e vaglio di quanti operano nelle strutture d’accoglienza, dei progetti educativi personali, dell’andamento gestionale, amministrativo ed economico di ogni singola casa famiglia. La casa famiglia dei coniugi Bernasconi nasce nel 1997anno del loro matrimonio,in essa sono presenti alcuni bimbi legati alla figura materna da una sua precedente esperienza di accoglienza.

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: è data dalla normativa regionale e dalla capacità abitativa dell’immobile. DI CUI CONVENZIONATI: non è convenzionata la singola struttura ma tutto l’ente per tutte le proprie sedi DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA: non esiste predeterminazione a priori; potenzialmente ogni casa può svolgere la funzione di pronta emergenza e può essere temporaneamente vocata totalmente a questa funzione. PERSONALE:2 coniugi membri dell’Associazione che svolgono il ruolo genitoriale con funzione paterno/materna ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: possono essere presenti Associati, Serv.Civ.Vol., Tirocinanti, volontari, ecc. RETTA GIORNALIERA: differenziata secondo il grado di min/max assistenza da € 43,00 a € 80,00 pro di/pro capite

MINORI ACCOLTI Questa casa famiglia si caratterizza per l’accoglienza di bimbi con gravi problematiche di handicap

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: formulato in fase iniziale e periodicamente aggiornato. All’interno di un’organizzazione di vita impostata sul modello familiare, vengono specificatamente attivati i percorsi ritenuti idonei e validi, elaborati con il concorso dei servizi Sociali invianti, per ogni singola persona accolta. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE: lavoro d’equipe svolto attraverso una strutturazione interna organicamente elaborata, che si focalizza sia sugli elementi legati al singolo progetto educativo, sia sull’andamento generale della struttura, sia sul percorso formativo, motivazionale e valoriali delle persone che scelgono di svolgere la funzione genitoriale. RAPPORTO CON IL TERRITORIO: La Casa Famiglia è radicata nel territorio, intesse rapporti con le istituzioni, i servizi, la parrocchia, e si pone essa stessa come risorsa RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: Si persegue, dove è possibile, il reinserimento della persona nel proprio ambiente d’appartenenza. Quando ciò non è realizzabile, si seguono tutti i percorsi che possano permettere alle persone di mantenere e sviluppare i rapporti interpersonali significativi esistenti prima dell’inserimento. Nel caso in cui l’ambiente d’origine non offra possibilità di rientro o di rapporti validi da mantenere, la casa famiglia si propone come famiglia sostitutiva, per tutto il tempo che il soggetto desidera. RAPPORTO CON I SERVIZI: improntato alla massima collaborazione, nel pieno rispetto dialettico delle diversità di funzioni, ruoli, metodologie, obiettivi. Si chiede e si offre la massima collaborazione in termini di sussidiarietà e piena dignità reciproca riconosciuta e valorizzata.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Casa Famiglia Marta, Casa Famiglia Madonna della Tenerezza, Casa Famiglia Compagni di Sogni, Casa Famiglia Pizzano, Casa Famiglia Gesù Bambino, Casa Famiglia Santa Maria, Casa Famiglia Giulia.

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www.apg23.org

FILOSOFIA E PRESENTAZIONE DELLA COMUNITA’

La “Comunità Papa Giovanni XXIII” è un ente ecclesiastico civilmente riconosciuto. Gli associati, mossi da una precisa opzione di Fede incarnata, scelgono di condividere direttamente la vita con quelle persone che sono nel bisogno La metodologia è quella di

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII TEL E FAX: 0541/909600 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Tassi Luisa TEL: 051/6515608 E-MAIL: [email protected]

DENOMINAZIONE ENTE TITOLARE: Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII TEL E FAX: 0541/909600 E-MAIL: [email protected] REFERENTE PER LA COMUNITA’: Tassi Luisa TEL: 051/6515608 E-MAIL: [email protected]

Page 37: STRUTTURE SOCIO-ASSISTENZIALI PER MINORI NELLA … · - offrire ospitalità ed assistenza qualificate sul piano ... lavorativo e sociale; - organizzazione ed assistenza del ... ricostruzione

intessere relazioni impostate sul modello della famiglia naturale che costituisce la base sicura per ogni ulteriore intervento specifico e specialistico. Tale scelta ha dato origine alle Case famiglia, che rappresentano un’espressione concreta e originale della condivisione con minori e persone in situazione di disagio, Per casa famiglia si intende una comunità educativa residenziale con caratteristiche affettive, educative, organizzative e funzionali di tipo familiare. La finalità principale è quella di garantire alle persone in stato di difficoltà, di abbandono, di emarginazione la possibilità di vivere in un contesto di vita familiare che faciliti, attraverso relazioni stabili, affettivamente significative, personalizzate, il processo di crescita della persona e l’evoluzione positiva della situazione di disagio in cui si trovano. Nella casa famiglia sono presenti 2 figure genitoriali stabili e definitive, i loro eventuali figli, le persone accolte. La Comunità svolge il ruolo di rete, supporto, formazione permanente, verifica e vaglio di quanti operano nelle strutture d’accoglienza, dei progetti educativi personali, dell’andamento gestionale, amministrativo ed economico di ogni singola casa famiglia. La Casa Famiglia è nata nel ’97 quando i coniugi Pirani hanno deciso di aprire la loro famiglia all’accoglienza di bambini e giovani adulti che, per un periodo della loro vita, avessero avuto bisogno di trovare un appoggio sicuro in una famiglia

ORGANIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ CAPACITA’ RICETTIVA: è data dalla normativa regionale e dalla capacità abitativa dell’immobile. DI CUI CONVENZIONATI: non è convenzionata la singola struttura ma tutto l’ente per tutte le proprie sedi DI CUI PRONTA ACCOGLIENZA: non esiste predeterminazione a priori; potenzialmente ogni casa può svolgere la funzione di pronta emergenza e può essere temporaneamente vocata totalmente a questa funzione. PERSONALE: 2 coniugi membri dell’Associazione che svolgono il ruolo genitoriale con funzione paterno/materna ALTRE FIGURE SIGNIFICATIVE: possono essere presenti altri Associati, Serv.Civ.Vol., Tirocinanti, volontari, ecc. RETTA GIORNALIERA: differenziata secondo il grado di min/max assistenza da € 43,00 a € 80,00 pro di/pro capite

MINORI ACCOLTI Oltre ai figli nati dalla coppia, sono stati accolti, bimbi e giovani adolescenti tra cui minori straniere

PRESA IN CARICO E VITA COMUNITARIA PROGETTO EDUCATIVO: formulato in fase iniziale e periodicamente aggiornato. All’interno di un’organizzazione di vita impostata sul modello familiare, vengono specificatamente attivati i percorsi ritenuti idonei e validi, elaborati con il concorso dei servizi Sociali invianti, per ogni singola persona accolta. STRUMENTI DI PROGETTAZIONE: lavoro d’equipe svolto attraverso una strutturazione interna organicamente elaborata, che si focalizza sia sugli elementi legati al singolo progetto educativo, sia sull’andamento generale della struttura, sia sul percorso formativo, motivazionale e valoriali delle persone che scelgono di svolgere la funzione genitoriale. RAPPORTO CON IL TERRITORIO: La CF è radicata nel territorio, intesse rapporti con le istituzioni, i servizi, la parrocchia, e si pone essa stessa come risorsa RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE: Si persegue, dove è possibile, il reinserimento della persona nel proprio ambiente d’appartenenza. Quando ciò non è realizzabile, si seguono tutti i percorsi che possano permettere alle persone di mantenere e sviluppare i rapporti interpersonali significativi esistenti prima dell’inserimento. Nel caso in cui l’ambiente d’origine non offra possibilità di rientro o di rapporti validi da mantenere, la casa famiglia si propone come famiglia sostitutiva, per tutto il tempo che il soggetto desidera. RAPPORTO CON I SERVIZI: improntato alla massima collaborazione, nel pieno rispetto dialettico delle diversità di funzioni, ruoli, metodologie, obiettivi. Si chiede e si offre la massima collaborazione in termini di sussidiarietà e piena dignità reciproca riconosciuta e valorizzata.

ALTRE COMUNITA’ GESTITE Casa Famiglia Santa Clelia, Casa Famiglia Madonna della Tenerezza, Casa Famiglia Compagni di Sogni, Casa Famiglia Pizzano, Casa Famiglia Gesù Bambino, Casa Famiglia Marta, Casa Famiglia Giulia.