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COMUNE DI AZZANO DECIMO (Provincia di Pordenone) STUDIO GEOLOGICO-TECNICO RELATIVO ALLA VARIANTE AL PRGC, PER LA REALIZZAZIONE DEL PARCO URBANO IN LOCALITA’ TIEZZO, NEL COMUNE DI AZZANO DECIMO. RELAZIONE Dr. Maurizio M. Pivetta - Geologo - via Roma, 21 33030 Varmo (Ud) - tel. 0432-778139 e-mail: pivettamaurizio@gmail.

STUDIO GEOLOGICO-TECNICO RELATIVO ALLA VARIANTE … · Variante al PRGC - Parco urbano di Tiezzo ... (Piano di Assetto Idrogeologico) ... grandi apporti provengono comunque dal grande

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COMUNE DI AZZANO DECIMO

(Provincia di Pordenone)

STUDIO GEOLOGICO-TECNICO RELATIVO ALLA VARIANTE AL PRGC, PER LA REALIZZAZIONE

DEL PARCO URBANO IN LOCALITA’ TIEZZO, NEL COMUNE DI AZZANO DECIMO.

RELAZIONE

Dr. Maurizio M. Pivetta - Geologo -

via Roma, 21 33030 Varmo (Ud) - tel. 0432-778139 e-mail: pivettamaurizio@gmail.

2 Dr. Maurizio Pivetta GEOLOGO Varmo (UD) tel. 0432-778139 Comune di Azzano Decimo. Variante al PRGC - Parco urbano di Tiezzo - 2012

1. PREMESSA Lo scrivente ha il compito di condurre uno Studio geologico-tecnico relativo alla variante al PRGC per la realizzazione del parco urbano, in località Tiezzo, nel comune di Azzano Decimo (Fig. 1.1). L’indagine odierna accerta gli elementi geologico-tecnici che si accompagnano allo strumento urbanistico in fase di pianificazione, per accertare le condizioni attuali d’assetto del territorio, segnatamente alla superficie soggetta a variante. Nella stesura del lavoro viene fatto riferimento principalmente alle risultanze dello “Studio Geologico tecnico del territorio comunale” che riporta i rilievi litostratigrafici ed idrologici ed impone alcuni vincoli legati soprattutto alle condizioni geoidrologiche della zona, nonché alla varianti redatte dallo scrivente tra il 2009 e il 2011, che aggiornano le verifiche geologiche sull’intero territorio comunale. Lo scrivente si avvale anche di altre esperienze condotte su aree strettamente limitrofe a quelle relative alla variante e ad altre fonti bibliografiche utili a delineare con la maggior precisione possibile il profilo geologico-tecnico dei terreni su cui ricadono le nuove previsioni dello strumento urbanistico. La rielaborazione dei dati alla fine produce una relazione esplicativa corredata di opportuna cartografia.

Fig. 1.1. Mappa catastale dell’ambito d’intervento.

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2. PREVISIONI DI VARIANTE

Le previsioni di variante soggette a parere geologico riguardano la creazione di un’area destinata a parco urbano, una parte della quale è già definita come zona servizi, S, e il resto passa da area agricola, E4.1, per una superficie di 22.910 m2, ed E6 , di 800m2, a zona S - Nucleo elementare verde, posta a sud dell’abitato di Tiezzo, in prossimità del F. Fiume (Fig. 2.1 ). Gli interventi che si intendono eseguire all’interno dell’area prevedono percorsi pedonali adeguatamente attrezzati per agevolare l‘utenza ed altri servizi accessori, con esclusione di fabbricati, anche modesti.

Fig. 2.1. Inquadramento topografico dell’ambito soggetto a variante.

E4.1

E6

S

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3. GEOMORFOLOGIA

Il territorio testimonia in forma sensibile l’azione terrazzante delle correnti cataglaciali, a seguito del ritiro del ghiacciaio wurmiano, e la deposizione di sedimenti più grossolani, ghiaioso sabbiosi, oltre la linea delle risorgive, in forma di estese lingue allungate come unico elemento di discontinuità distintivo rispetto alla successione sedimentaria della fase pleniglaciale.

Fig. 3.1. Modello digitale dell’ambito d’indagine. In verde le bassure del F. Fiume.

Nel post glaciale l’attività deposizionale del Tagliamento ricoprì i lobi deposti nel pleni e nel cataglaciale e si formarono ampie e profonde bassure che produssero un notevole confinamento del flusso idrico e sedimentario del corso fluviale, il cui carico di ghiaie, in alcune fasi di piena, giunse sino all’attuale zona costiera.

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Entro le incisioni tilaventine, nella bassa pianura, si sono in seguito instaurati i corsi principali di risorgiva, che hanno svolto soprattutto un’azione erosiva, sfociata nella formazione di terrazzi fluviali, connessi al gradiente topografico, e in una serie di altre azioni complesse e differenti. Le sovrastrutture attuali si ergono sul piano con inclinazioni medie variabili dal 3 al 2%° e gran parte dei litotipi che le costituiscono sono il risultato della deposizione selettiva operata da monte a valle, per diminuzione di velocità delle correnti. Il complesso più grossolano accompagna più o meno tutti i corsi che in fase erodente hanno prodotto alvei ghiaioso sabbiosi, a margine dei quali, si elevano i dossi di materiale più fine, in superfici variabili a seconda della capacità erosiva del singolo canale. La morfologia del piano è legata essenzialmente alla distribuzione della rete idrografica maggiore (Fig.3.1) che incide il territorio con solchi pressoché paralleli fra loro, sensibilmente incassati nel terreno, per l’azione terrazzante erosiva conseguente al confinamento dei flussi idrici e alla marcata aggradazione del piano. I percorsi si snodano entro bassure in forma di ampie valli, localmente incavate anche di 4m, che rappresentano gli elementi più distintivi del territorio e le maggiori discontinuità morfologiche, in parte attenuate dal raccordo piuttosto dolce con il piano circostante. Il parco urbano, oggetto dell’odierna variante, si inserisce, nel suo settore a valle, all’interno di un’ansa del F. Fiume, in area sensibilmente depressa rispetto al settore di monte, solcato da un dosso abbastanza accentuato, seguito, al margine nord, da un esteso avvallamento, a ridosso della sede viaria, rispetto alla quale presenta un dislivello di oltre un metro (Foto 3.2, 3.3, 3.4, 3.5).

Foto 3.2,3.3,3.4 e 3.5. Stato attuale dell’area destinata a parco urbano.

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4. IDROGRAFIA DI SUPERFICIE

Il territorio è attraversato da tre sistemi idrografici principali che si susseguono pressoché paralleli fra loro, in direzione nord-est sud-ovest. Il più settentrionale, il Meduna, corre lungo il confine nord-occidentale del comune e rappresenta il maggiore fra i collettori della piana pordenonese. Il solco del fiume procede entro la depressione che margina e divide i due grandi conoidi del Piave e del Tagliamento, raccogliendo in questo modo tutte le acque del piano circostante, convogliate dall’inclinazione verso il collettore. Il Meduna è fiume di grossa portata, per l’alimentazione delle acque emergenti alla base del cono del Cellina, a oriente di Cordenons, e per il considerevole contributo idrico del Noncello e del Sentirone, che raccolgono tutte le risorgenze nell’ampio arco esteso fra Cordenons e Fontanafredda. Sul margine sud orientale si snoda il Sile che accoglie gran parte del carico idrico di una molteplicità di corsi minori sviluppati su entrambe le sponde. I più articolati e sinuosi corrono lungo la fascia orientale: la roggia Beverella e la sua tributaria Baidessa, che a loro volta vengono alimentate a mezzo di un partitore, rispettivamente per un quarto ed un terzo della portata, dal Rio Lin. In sponda destra il Sile riceve l’apporto del Fosso Rigolo, del Fosso della Luma e del Rio Pontal. Il primo sviluppa il suo bacino a margine dell’abitato di Azzano, dove confluisce nel collettore. Il Fosso della Luma prende corpo a nord di Fratte e, dopo un percorso piuttosto tortuoso, si immette nel Sile a nord di Fagnigola, mentre il Rio Pontal scorre nel settore più meridionale del comune e va a confluire nel Sile in località Azzanello.

Foto. 4.1. F. Fiume a Tiezzo.

Il Fiume (Foto 4.1 e Fig.4.2), che corre a margine del parco urbano in oggetto, converge le sue acque nel sistema del Lemene in prossimità della costa, quindi al di fuori del territorio comunale. Il corso fluisce lungo il settore centro occidentale, lambendo gli abitati di Fiumesino, in sponda sinistra, e Tiezzo, in sponda destra, dove drena una vasta superficie segnata da un complesso

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reticolo idrografico, profondamente incassato nel ventaglio sorgentifero. Il suo maggiore affluente è il Rio Fossatella.

Fig.4.2. Il percorso meandreggiante del F. Fiume, a Tiezzo. La freccia indica il sito da destinarsi a parco urbano.

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5. ESONDABILITA’ Il F. Fiume produce fenomeni esondativi, dai quali viene ricavata la relativa pericolosità idraulica proposta dall’ Autorita’ di Bacino Interregionale del Lemene. Vengono aggiunte inoltre le aree di pericolosità riportate nel PRGC vigente,che associano alle aree del PAI del Lemene anche quelle relative alla rete minore. La classificazione offerta dal P.A.I.(Piano di Assetto Idrogeologico) del Lemene considera tre ambiti di pericolosità idraulica: P1 moderata pericolosità P2 media pericolosità P3 elevata pericolosità.

Fig. 5.1. Stralcio dalla carta della pericolosità idraulica proposta dal PAI dell’autorità di Bacino del Lemene.

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L’area oggetto della variante odierna, secondo quanto indicato dall’Autorità di Bacino del Lemene ricade, per un piccolo lembo adiacente al percorso del Fiume, in zona a media pericolosità, P2 (Fig 5.1) e, secondo la proposta dell’Amministrazione Comunale, nel PRGC, per una minima parte, sempre a ridosso dell’alveo, in zona a pericolosità P2 e per il resto della superficie, in zona a pericolosità moderata ,P1,(Fig. 5.2). L’esondabilità produce i vincoli esposti nella sintesi conclusiva del presente studio.

Fig. 5.2. Aree di pericolosità idraulica riportate nel PRGC, proposte dall’Amministrazione Comunale.

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6. IDROLOGIA SOTTERRANEA Il comune di Azzano é posto al di sotto della fascia delle risorgive, in quel lembo di territorio in cui i corsi, trapelati principalmente nelle olle sorgentifere dei comuni a monte, qui prendono corpo, scorrendo sui banchi argillo-sabbiosi più antichi. In particolare, secondo gli studi condotti dal Dipartimento di Scienze Geologiche dell’Università di Trieste, rientra marginalmente nella provincia idrogeologica 2 e per la quasi totalità nella 5 (Fig.6.1).

Fig.6.1. Province idrogeologiche.

Lo scorrimento sotterraneo risente ancora di una certa influenza del Tagliamento, fino al Fiume, per la presenza accertata di solfati, pressoché assenti, invece, nelle acque del Meduna-Cellina, ma i grandi apporti provengono comunque dal grande conoide di Pordenone, che si estende a forma di ampio ventaglio alluvionale ai piedi delle Prealpi. Le isoispse nella zona del conoide sono arcuate a semicerchio, con vertice presso lo sbocco del Cellina e poi sinuate verso E, con altro vertice presso lo sbocco del Meduna. Nell’area in esame, invece, l’andamento della falda è molto complicato per l'irregolarità stratigrafica del materiale, disposto in lenti embriciate ed eterogenee per composizione granulometrica. In queste condizioni si parla di più livelli acquiferi pseudo - artesiani posti a diverse profondità (sistema a multifalde) ed aventi capacità di salienza in parte indotta dal carico della falda, in parte dalla presenza di lenti sabbioso-argillose intercluse nella massa alluvionale. In tutto il territorio diversi sono i livelli di falda prossimi alla superficie, distribuiti in ambiti talvolta di difficile distinzione gli uni dagli altri, per il vario sovrapporsi ed intrecciarsi di materiale a diversa permeabilità, in seno al quale risiedono innumerevoli e piccoli corpi idrici.

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Fig.6.2. Stralcio della carta della minima profondità della falda.

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A volte gli acquiferi sono limitati a modeste lenti intercluse fra il fine e si riducono ad ospitare brevi percorsi sotterranei sospesi, che assumono un carattere di pseudoartesianità, altre ancora i livelli più superficiali si saturano solo occasionalmente, in concomitanza con precipitazioni molto intense e prolungate e quindi, in fase di magra appaiono asciutti o tutt’al più leggermente umidi. In base al rilievo dei pozzi individuati e misurati in studi precedenti e alle risultanze offerte dalla varie indagini prospezionali si è ricavato il modello digitale che riporta la minima profondità della falda, su tutto il territorio comunale. Secondo le attese, per quasi l’intera superficie comunale piccoli corpi idrici sono distribuiti all’interno dei primi 2 metri, fatta eccezione per un nucleo molto ristretto nell’intorno di Casali Zucchero, ad ovest di Tiezzo, dove la profondità è variabile, mediamente dai 2 ai 3 m. La maggiore prossimità della falda alla superficie topografica, con profondità inferiore al metro, è accentrata sul settore nord occidentale, in corrispondenza della depressione del Meduna e delle bassure del Fiume (Fig. 6.2), che raccolgono buona parte delle acque permeate dal conoide a monte di Pordenone. Una seconda estensione consistente si allunga sul margine opposto,in dipendenza del Sile, che drena un vasto ambito circostante al suo percorso. La fascia centrale, in cui risiedono i maggiori abitati, il capoluogo e Tiezzo e, a sud est, dove si allunga l’agglomerato di Fagnigola, la falda è ancora superficiale, ma con profondità superiore al metro. La zona soggetta a variante ricade nell’ambito in cui la minima profondità della falda è compresa fra 0 e 2m.

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7. LITOLOGIA DI SUPERFICIE

La distribuzione delle litofacies di superficie è individuata nelle sue linee essenziali dall’andamento che le correnti tilaventine, prima, e i corsi di risorgiva, poi, hanno tracciato sul territorio, abbandonando su quest’ultimo il complesso dei depositi costituenti la piana attuale. Nell’insieme appaiono tre litofacies distinte per la natura litologica dei materiali prevalenti: sabbie e ghiaie (SG); sabbie e sabbie limose (SSl); argille,limi e sabbie (ALS). Nell’ambito d’indagine affiorano le facies SG e ALS (Fig. 7.1).

Fig. 7.1. Stralcio della carta litologica di superficie.

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Argille, limi e sabbie (ALS) Emergono su gran parte del territorio e rappresentano i termini più frequenti, ereditati dal grande ciclo di sedimentazione deposto in fase cataglaciale, in continuità con i sedimenti dell’alta pianura, secondo un progressivo affinamento del materiale da monte a valle (Foto 7. 2).

Foto 7.2. Argille sabbioso limose ad Azzano Decimo, verso Fiumesino.

I terreni assumono nel loro insieme un diverso grado di scioltezza: maggiore dove prevale la matrice sabbiosa, minimo dove l’argilla, in percentuale maggiore del 10%, si trova associata a 40% di limo e sabbia e conferisce maggiore compattezza al deposito. La tinta, di rado poco rubescente, è invece quasi sempre giallastra (Foto 7.2), a causa dell’alterazione prodotta dagli idrati di ferro. In quest’ambito ricade il settore del parco a ridosso del percorso del Fiume Sabbie e ghiaie (SG) Rappresentano i termini di più recente deposizione, collocati all’interno delle bassure, dove gli alvei erosivi mettono in luce una prevalenza di materiale ghiaioso sabbioso, ma spesso accomunano anche altre componenti granulometriche, in varie commistioni o alternanze (Foto 7.3).

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.

Foto 7.3. Sabbie ghiaiose ad est di Cesena.

La successione in senso areale non segue alcuna regola, cosicché vi possono apparire lenti sabbioso-argillose sostituite a breve distanza da accentramenti di materiale più grossolano o ancora lembi spiccatamente argillosi con interclusioni di ghiaietto, talora in percentuale molto abbondante. In quest’ambito ricade il settore a monte del parco.

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8. CARATTERIZZAZIONE SISMICA Con la normativa sismica (ordinanza n. 3274 del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20.03.2003) il territorio comunale di Azzano Decimo ricadeva in terza zona con accelerazione massima orizzontale al suolo ag = 0,15g. In base alla Deliberazione della Giunta regionale 6 maggio 2010, n. 845 ora, dal punto di vista amministrativo, il comune rientra nella classe III a bassa sismicità. La pericolosità sismica è definita in termini di accelerazione orizzontale massima attesa ag in condizioni di campo libero su sito di riferimento rigido con superficie topografica orizzontale (di categoria A), nonché di ordinate dello spettro di risposta elastico in accelerazione ad essa corrispondente Se (T) , con riferimento a prefissate probabilità di eccedenza PVR , nel periodo di riferimento VR. Le forme spettrali previste dalle NTC sono definite, su sito di riferimento rigido orizzontale, in funzione dei tre parametri: ag accelerazione orizzontale massima al sito; Fo valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro in accelerazione orizzontale. TC* periodo di inizio del tratto a velocità costante dello spettro in accelerazione orizzontale. In tabella sono ricavati i parametri per i diversi tempi di ritorno definiti dalla normativa.

Tr Ag (g) F T 30 0.046 2.480 0.240 50 0.059 2.470 0.266 72 0.071 2.444 0.280

101 0.082 2.444 0.293 140 0.095 2.455 0.309 201 0.112 2.438 0.323 475 0.159 2.470 0.343 975 0.207 2.551 0.355

2475 0.290 2.563 0.373

Tabella:Valori dei parametri ag F0 e Tc per il sito di indagine.

Gli spettri elastici su un terreno di classe A per un sisma con i tempi di ritorno definiti dalla normativa risultano avere la forma di Fig.8.1.

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Fig.8.1. Spettri elastici di riferimento in base alle NTC 2008.

Stabilita’ nei confronti della liquefazione

Sulla base degli esiti delle CPT, è stata condotta in ambito comunale una valutazione della capacità di resistenza alla liquefazione (CRR) , utilizzando il metodo dell’Eurocodice 8 e, in base al potenziale di liquefazione (Iwasaki), attraverso il quale si possono distinguere zone a differente vulnerabilità (vedi tabella) si è realizzata la carta degli ambiti di suscettibilità alla liquefazione (Tav. 4).

Questi sono distinti in una zona a liquefacibilità nulla ed una a basso livello (liquefazione non probabile), estesa in quattro nuclei, due sul settore nord occidentale, rispettivamente ad est di Corva e di Fiumesino, uno al centro, sul bordo occidentale del capoluogo, uno sul confine ad est del comune, a margine della roggia Baidessa, ed uno a sud, in corrispondenza di Fagnigola.

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L’area soggetta a variante non ricade in ambito di suscettibilità alla liquefazione.

Fig. 8.2. Stralcio della carta della suscettibilità alla liquefazione.

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9. CARATTERIZZAZIONE GEOLOGICO-TECNICA

Nel territorio in esame si individuano tre zone geologico tecniche: Z3, Z3-4, Z4-5, decrescenti in ordine alle proprietà fisico-meccaniche.

Fig. 9.1. Stralcio della carta della zonizzazione geologico-tecnica. .

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Le zone Z3-4 e Z4-5 manifestano caratteristiche di eterogeneità litologica, che, unite a prossimità della falda alla superficie topografica, producono una risposta differenziata del materiale alle sollecitazioni e non permettono quindi la definizione di un ambito propriamente omogeneo. In questo caso vengono utilizzati i parametri di entrambe le zone interessate e la variabilità locale viene messa in luce nell’indagine al dettaglio. L’area di variante ricade entro la zona Z4-5 (Fig. 9.1). Z4-5 - Comprende sedimenti limosi e limoso-argillosi da scarsamente a poco consistenti, associati a depositi più marcatamente sabbiosi e sabbioso limosi da sciolti a poco densi e sedimenti sabbioso - ghiaiosi con alta percentuale di limo ed argilla, poggianti, in profondità su depositi più addensati e con migliori caratteristiche geotecniche. Corrispondono ai suoli di fondazione di tipo D ed E e producono, nei termini superficiali interagenti con le opere fondazionali, una netta decrescenza della risposta geotecnica del materiale alle sollecitazioni e tale da causare perdite sensibili di resistenza dello scheletro o cedimenti significativi dei livelli coesivi. Nel caso in esame l’appartenenza alla zona Z4-5 non produce alcun vincolo, non essendo previste edificazioni.

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10. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE E VINCOLI CONNESSI ALLA PERICOLOSITA’ La variante al PRGC riguarda la creazione di un parco urbano, con il passaggio da zona agricola E4.1 ed E6 a zona S - nucleo elementare verde, in un’area posta a sud dell’abitato di Tiezzo. L’ambito d’indagine :

• ricade all’interno di un’ansa del F. Fiume e si estende sino a ridosso della sede viaria che limita l’abitato a sud, in zona contraddistinta da sensibili discontinuità morfologiche legate ai terrazzamenti dei corsi di risorgiva;

• appartiene a due delle litofacies superficiali presenti sul territorio: sabbie e ghiaie (SG) e argille,limi e sabbie (ALS);

• è soggetta a fenomeni esondativi, ad opera del F. Fiume, dai quali emergono due zone di pericolosità idraulica, P1 e P2, definite nel Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) del Lemene. Vengono inoltre aggiunte le aree di pericolosità riportate nel PRGC vigente, che associano alle aree del PAI del Lemene anche quelle relative alla rete minore;

• rientra nell’ ambito in cui la minima profondità della falda è compresa fra 0 e 2 m dal piano campagna;

• si individua nella zona geologico tecnica Z4-5;

• dal punto di vista sismico, ricade in ambito non suscettibile a fenomeni di liquefazione.

Anche se gli interventi che si intendono perseguire all’interno dell’area prevedono solo percorsi pedonali adeguatamente attrezzati per agevolare l‘utenza ed altri servizi accessori, con esclusione di fabbricati, anche modesti, si ribadiscono comunque i seguenti vincoli connessi ai diversi ambiti di pericolosità:

• nelle aree soggette ad esondazione non è ammessa la costruzione di scantinati nuovi o l’ampliamento di esistenti. Le aree classificate a pericolosità media, P2, producono un vincolo di non edificabilità, e le aree a pericolosità P1 un vincolo di edificabilità condizionata al piano di calpestio delle nuove costruzioni posto al di sopra della lama d’acqua di riferimento (50 cm). In entrambi i casi valgono comunque le norme di attuazione, agli articoli 10,13 e 14 del Piano per l’Assetto Idrogeologico proposto dall’Autorità di Bacino del fiume Lemene, riportati in appendice alla seguente relazione;

• nel rispetto del principio d’invarianza idraulica ogni intervento che provoca una significativa impermeabilizzazione dei suoli ed aumenta la velocità di corrivazione, deve prevedere la verifica idraulica e le azioni correttive mitigatrici degli effetti, mediante la realizzazione di volumi di invaso attuati in modo da mantenere i colmi di piena inalterati prima e dopo la trasformazione;

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• per tutti i punti di variante che richiedano intervento edilizio e di stabilizzazione dei terreni è

disposta la presentazione della relazione geologica e/o geotecnica, commisurata alla tipologia delle opere in rapporto alle condizioni morfologiche, stratigrafiche e idrogeologiche del sito, secondo le indicazioni della normativa vigente: DM 11/03/88, DM14/01/08 (NTC) , Norme A.G.I.(1977) e Normative Europee (EC7);

• in zona geologico-tecnica Z4-5 la normativa lega l’utilizzo geotecnico del terreno al riconoscimento delle condizioni morfologiche, stratigrafiche ed idrogeologiche locali e alla caratterizzazione geotecnica dei terreni di base, mediante indagini puntuali che valutino, caso per caso, il volume significativo di sottosuolo adeguato all’importanza e alla tipologia dell’opera progettata nonché all’entità dei carichi trasmessi ai terreni (norme A.G.I.,1977 e normative europee-EC7) e tengano in debito conto posizione ed oscillazione della falda. Vanno verificate con attenzione la qualità e la consistenza dei materiali compressibili, la portanza e l’entità dei cedimenti in riferimento ai carichi indotti, per una corretta scelta delle relative soluzioni progettuali;

• Dal punto di vista sismico, la normativa vigente definisce il volume sismico significativo d’indagine, in caso di edificazione, nella misura di 30 metri sotto il piano fondazionale e prevede di caratterizzare il terreno in categorie di suolo di fondazione che in fase progettuale vanno verificate caso per caso.

In ultima analisi, per le risultanze riscontrate in sede d’indagine e nel rispetto dei vincoli imposti dalle aree di vulnerabilità idrogeologica, geologico-tecnica e sismica, si ritiene che l’ area soggetta all’odierna variante sia compatibile con le condizioni geologiche ed idrologiche del territorio in esame.

Varmo, 16 dicembre 2012

Dr. Maurizio M. Pivetta Geologo