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COMUNE DI ARICCIA Provincia di Roma AUTORIZZAZIONE UNICA AI SENSI DELL'ART. 208 DEL D.Lgs. 152/06 E DEGLI ARTT. 15 E 16 DELLA L.R. 27/98, PER LA REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO DI PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA E VALORIZZAZIONE DELLA FORSU STUDIO BUZI ed ASSOCIATI S.r.l ARCHITETTURA ● URBANISTICA ● INGEGNERIA ● SOCIO-ECONOMIA ● LABORATORIO DI RECUPERO EDILIZIO 1. PREMESSA Il presente Studio Preliminare Ambientale è parte integrante della Verifica di Assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi dell’art. 20 della parte seconda del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale” (G.U. 1 SINTESI DELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE Rev.0 del

Studio preliminare ambientale

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sintesi di studio preliminare ambientale

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Page 1: Studio preliminare ambientale

COMUNE DI ARICCIAProvincia di Roma

AUTORIZZAZIONE UNICA AI SENSI DELL'ART. 208 DEL D.Lgs. 152/06 E DEGLI ARTT. 15 E 16 DELLA L.R. 27/98, PER LA

REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO DI PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA E VALORIZZAZIONE DELLA FORSU

STUDIO BUZI ed ASSOCIATI S.r.lARCHITETTURA ● URBANISTICA ● INGEGNERIA ● SOCIO-ECONOMIA ● LABORATORIO DI RECUPERO EDILIZIO

1. PREMESSA

Il presente Studio Preliminare Ambientale è parte integrante della Verifica di

Assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi dell’art. 20 della parte

seconda del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale” (G.U.

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SINTESI DELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE

Rev.0 del

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n. 88 del 14 aprile 2006) e s.m.i. relativa alla richiesta di realizzazione di un impianto di

produzione di energia elettrica e valorizzazione della FORSU.

Il progetto sarà realizzato nel Comune di Ariccia, in Via delle Grotte n.4, all’interno del

complesso immobiliare distinto in catasto al Foglio 8 Particelle 311/p – 317/p – 23 9/p –

240 e 289 .

Presso l’impianto saranno effettuate le seguenti attività identificate al seguente punto dell’

ALLEGATO IV alla parte Seconda del D.Lgs. 152/06 - Progetti sottoposti alla Verifica di

assoggettabilità di competenza delle regioni e delle province autonome di Trento e

Bolzano:

Comma 7 lettera z.b) ; Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con

capacità complessiva superiore a 10t/giorno, mediante operazioni di cui all’allegato C,

lettera da R1 a R9, della parte quarta del D.Lgs 3 aprile 2006, n. 152.

1.1 SOGGETTO PROPONENTE

La società che propone la realizzazione dell’impianto è la Biovis S.r.l., con sede Legale in

Viale Marcello Boldrini n. 7, 00148 – Roma, Partita IVA 12061471004.

La società è iscritta al Registro delle Imprese di Roma con il numero 12061471004

e R.E.A. n° RM – 1348493. .

Il sito oggetto dell’attività è di proprietà della Unicoop Tirreno SC, con sede legale in

Piombino (LI), S.S. Aurelia KM 237 Vignale Riotorto, P.IVA 00103530499

, che concede in locazione l’immobile alla Biovis S.r.l.

2. CARATTERISTICHE DEL PROGETTO

La descrizione del progetto è riportata in forma sintetica ed in relazione agli aspetti che

possono avere interferenze con l’ambiente. Per la descrizione completa si rimanda alle

relazioni specifiche: Relazione Tecnica e Relazione Illustrativa.2

Page 3: Studio preliminare ambientale

2.1 DIMENSIONAMENTO E CARATTERIZZAZIONE DELL’OPERA

Per la realizzazione dell’impianto si è deciso di non utilizzare aree libere o demolire

fabbricati esistenti, per costruirne poi nuovi, ma si è deciso di abbracciare la filosofia del

recupero e della sostenibilità ambientale, sin dalle prime fasi progettuali; di ragionare

quindi in termini di riduzione del consumo di nuovo territorio, e di privilegiare il

risanamento ed il recupero di aree degradate. In funzione di questa tipologia di pensiero la

scelta è andata su un fabbricato produttivo in disuso, posto all’interno di un più ampio

complesso immobiliare, sempre ad uso produttivi.

Il complesso immobiliare che andrà ad accogliere l’impianto di valorizzazione della

FORSU e produzione di energia elettrica, è costituito da un insieme di fabbricati produttivi

costruiti negli anni ’60/70, che sono stati poi modificati ed ampliati nel corso degli anni.

Tutti i fabbricati sono nati come magazzini e piccoli impianti di produzione, sono realizzati

in cemento armato precompresso, ognuno di essi ha una zona di pertinenza e sono tutti

collegati da un unico tracciato viario.

L’ingresso è posto su Via delle Grotte; una zona di controllo con guardiania, posta

all’ingresso, monitorizza e verifica l’accesso al complesso.

Le dimensioni dell’edificio sono tali da poter accogliere al suo interno tutta la filiera

dell’impianto, senza dover così modificare l’aspetto dell’area interessata.

L’edificio utilizzato dall’impianto è posto a sud ovest rispetto all’intero complesso,

costituito da un rettangolo principale di 77,10 x 80,70 m, a cui sono accorpati altri tre corpi

rettangolari, rispettivamente di: 19,20 x 26,70 m, 17,50 x 10,50 m e 67,40 x 10,80; ha una

superficie complessiva di 7646 mq circa, per un volume di 58631 mc circa con un’area

esterna di 9655 mq circa, costituita da: zone asfaltate, zone pavimentate, zone verdi e

zone destinate a parcheggio.

Il fabbricato è realizzato con pilastri e tralicci in cemento armato prefabbricato, i solai di

copertura sono costituiti da travi di cemento armato precompresso, le tamponature esterne

sono realizzate con pannelli in cemento armato prefabbricato. La pavimentazione è di tipo

industriale in cls.

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L’altezza media interna è di 7,50 m, fatta eccezione per una zona più alta, costituita da un

parallelepipedo di 10 x 51,20 m , che fuoriesce dal corpo di fabbrica principale, ed arriva a

13 m di altezza.

Adiacente all’edificio è posta una copertura mobile realizzata in carpenteria metallica e

manto di pvc.

Un percorso carrabile gira intorno all’edificio, e costeggia un corpo di fabbrica, di cui solo

una piccola porzione ( particella 239/p), fa parte dell’impianto.

Il lato sud-ovest e quello nord-ovest del lotto interessato, sono caratterizzati da un’ampia

fascia verde, che costeggia la linea di confine con Via delle Grotte e la Via Nettunense.

L’impianto è così suddiviso:

a ) Zona di ingresso – stazione di pesa

All’ingresso dello stabilimento è prevista una stazione di pesa antistante l’ambiente dove è

posta la sorveglianza. Tutti gli automezzi vengono pesati all’ingresso e all’uscita in modo

da determinare il peso del materiale conferito.

b) Zona di scarico del materiale: 400 mq

La FORSU fornita viene depositata in un ambiente chiuso ed immediatamente trasferita

alla zona di pretrattamento.

c) Digestione anaerobica – Primo trattamento aerobico: 512 mq

Dal pretrattamento il materiale, costituito da FORSU e strutturante, viene immesso nel

fermentatore. La cella viene chiusa a tenuta stagna, il substrato viene riscaldato, portato

ad una temperatura costante di circa 55°C ed irrorato utilizzando il percolato anaerobico.

Dopo circa 28 giorni termina la fase anaerobica ed inizia la fase aerobica di prima

ossigenazione. Nella cella, mantenuta a temperatura, viene immessa aria ed il substrato

viene lasciato ad ossigenarsi per almeno 15 giorni. Al termine di questo periodo la cella

viene aperta, parte del digestato viene riportato nella zona del pretrattamento dove viene

mescolato al materiale pretrattato in ingresso (FORSU + strutturante), la parte restante

viene spostata nell’area di maturazione finale.

d) Zona del pretrattamento e di preparazione del mix digestato - Materiale di ingresso

pretrattato: 3464 mq circa

In questa area il materiale in ingresso viene pretrattato al fine di ridurlo a materia

fermentabile, eliminando le impurità presenti e riducendo il materiale alle dimensioni

adatte. Questa sezione dell’impianto funziona anche da buffer assicurando un

caricamento continuo del fermentatore e garantendo una capacità di stoccaggio 4

Page 5: Studio preliminare ambientale

temporaneo di alcuni giorni, al fine di far fronte ad eventuali fermi ordinari quali turni di

lavoro o consegna mancante di materia prima, ma anche ad eventuali fermi straordinari

(ad esempio guasti di diversa origine etc.). In questa zona, inoltre, parte del digestato

viene mescolato con il materiale in ingresso pretrattato (FORSU+Strutturante) in modo da

creare un mix che facilita la fase di fermentazione successiva.

e) Maturazione finale del compost e post-trattamento: 2127mq circa

Adiacente alle celle è prevista una zona dove il materiale subisce la stabilizzazione

definitiva prima di poter essere utilizzato come compost. Al fine di migliorare, ancora di

più, la qualità del compost è previsto un vaglio a tamburo mobile, sempre all’interno della

struttura. Il sopravaglio viene riportato nella zona di carico delle celle.

Con la raffinazione, si ottiene una ulteriore riduzione del volume del materiale che deve

essere sottoposto alla maturazione finale. Il percolato in eccesso derivante dai processi

anaerobici viene in gran parte riutilizzato nei processi aerobici. L’eventuale percolato in

eccesso viene eliminato, come descritto successivamente.

f) Zona di carico del compost: 817 mq ca.

I mezzi atti al carico del compost accedono all’impianto, in modo tale che, anche il carico

dello stesso avviene all’interno del capannone.

g) Area tecnologica: 184 mq ca.

L’area tecnologica è formata di diverse parti:

1. trattamento Biogas, costituito da:

-gruppo frigorifero

-scambiatori acqua refrigerata-biogas

-filtro a coalescenza

-soffiante da 400 Nm3/h

2. locale cogeneratore, per l'alloggiamento dei motori, del serbatoio del biogas e di

tutte le apparecchiature, quali scambiatori a piastre, dissipatori, eventuale

scambiatore acqua-fumi, pompe, circuiti idraulici, serbatoio olio di giornata ….

3. locale centrale termica, in cui verrà allestito il collettore di equilibratura da cui

partiranno le linee idrauliche (complete di pompe, valvole a tre vie, ...) che andranno

a portare l'acqua calda alle utenze termiche dell'impianto. Qui inoltre è stato

previsto un vaso di accumulo dell'acqua calda (ca. 2000 I che permetterà di

garantire in ogni momento (anche nelle fasi di avvio del motore) il riscaldamento

delle celle anaerobiche.

4. locale stoccaggio olio fresco ed esausto.5

Page 6: Studio preliminare ambientale

5. locale trasformatore.

6. locale quadri, telesorveglianza, comando e controllo.

7. locale tecnico.

h) Trattamento dell’aria esausta

Il fabbricato è chiuso e mantenuto in leggera depressione per evitare che si propaghino

odori verso l'esterno, l’aria viene aspirata e trattata con un impianto di biofiltrazione. A

monte del biofiltro è previsto un filtro a maniche per la filtrazione delle polveri e uno

scrubber a letto flottante per l'abbattimento dell'ammoniaca.

i) Trattamento dei percolati anaerobico e aerobico

1. Percolato anaerobico

Il percolato anaerobico è prodotto all'interno dei digestori anaerobici. Una rete di

raccolta convoglia il percolato in una vasca interrata in cui viene filtrato ed inviato ad

un serbatoio di accumulo da un impianto di sollevamento.

L'intera rete dovrà essere realizzata a tenuta in modo da evitare infiltrazioni di aria

ed assicurare l'anaerobiosi del percolato. Questa verrà garantita anche all'interno

delle vasche interrate di raccolta, per le quali è previsto un sistema di aspirazione

del biogas prodotto.

Dalle vasche di raccolta un impianto di sollevamento ricircola il percolato all'interno

dei reattori anaerobici. ll volume delle vasche è stato progettato in modo da non

avere a regime percolato da smaltire.

In ogni caso è necessario prevedere lo smaltimento occasionale del percolato in

eccesso e la rete di convogliamento e distribuzione del percolato anaerobico.

2. Percolato aerobico

Il percolato aerobico viene raccolto in tutte quelle aree dell’impianto in cui sosta la

biomassa — zone di scarico materie prime, preparazione miscela, stoccaggio

digestato, biotunnel, maturazione e nei biofiltri.

I colaticci raccolti in queste aree vengono convogliati in vasche di accumulo (della

capacità di circa 150 m3, filtrati e ricircolati nei fermentatori.

E’ in ogni caso necessario prevedere lo smaltimento occasionale del percolato in

eccesso e la rete di convogliamento e distribuzione del percolato aerobico.

3. Percolato in eccesso

Il percolato anaerobico/aerobico in eccesso subisce un processo di depurazione

adeguato (osmosi inversa) e poi immesso nel circuito fognario, che a sua volta

termina in un depuratore a fanghi attivi, prima di immettersi nel collettore pubblico. 6

Page 7: Studio preliminare ambientale

l) Fiaccola d’emergenza

A scopo precauzionale, in corrispondenza del serbatoio di accumulo, va inserito un

dispositivo di sicurezza costituito da una fiaccola di emergenza, che permette di garantire

la combustione del biogas eccedente impedendone l’accumulo in maniera eccessiva.

m) Biofiltro

Esternamente al fabbricato esistente nella zona sud-est è stato previsto l’alloggiamento

del biofiltro per il trattamento dell’aria esausta ; per una superficie complessiva di 1200

mq.

Il perimetro del biofiltro è costituito da pareti di contenimento in calcestruzzo armato. Su un

lato, è ricavata un’apertura di accesso per le operazioni di posa e manutenzione del

materiale biofiltrante.

Il letto biofiltrante è sostenuto da un pavimento forato, realizzato con elementi plastici

autoportanti di 27 cm di altezza, ciascuno dotato di 4 diffusori dell’altezza di 6 cm, affogati

nel cemento armato. Lo spazio libero sottostante è sufficiente ad assicurare una buona

distribuzione dell’aria all’interno della camera di distribuzione. L’altezza del biofiltro dal

piano di terra è di 1,50 m, pertanto il suo impatto sull’ambiente esterno è minimo, ed è

inoltre schermato alla vista dalle fasce di verde che perimetrano quella zona. Pertanto sia

da Via delle Grotte che della Via Nettunense non se ne ha alcuna percezione.

L’ inserimento dell’impianto all’interno del complesso immobiliare non apporta alcuna

modifica all’aspetto esterno dello stesso, fatta eccezione per l’aggiunta delle canne

fumarie dei cogeneratori, della fiaccola d’emergenza del biogas e del biofiltro, le cui

caratteristiche sono sopraelencate.

All’interno dell’impianto saranno due le attività di recupero e smaltimento rifiuti:

- Lavorazione di rifiuti urbani per la produzione di energia da biogas ottenuto durante

la fermentazione e trasformato in energia attraverso un cogeneratore ( elettricità e

calore).

- Lavorazione di rifiuti urbani per la produzione di compost ottenuto mediante

triturazione e fermentazione, utilizzato come fertilizzante.

Nell’area a sud di Roma ed, in particolare, nell’area dei Colli Albani e dei Castelli Romani,

si è avviato un circuito virtuoso nello sviluppo della raccolta differenziata. Molti comuni la 7

Page 8: Studio preliminare ambientale

attuano con successo ed altri la stanno avviando (Ardea, Ariccia, Ciampino, Genzano di

Roma, Pomezia, Albano Laziale).

Tutto ciò consentirà, entro breve tempo, di poter disporre nella zona dei Colli Albani di

una quantità di FORSU sufficiente a fornire combustibile e giustificativa per la costruzione

di un impianto di valorizzazione. Nel tempo l’aumento della FORSU prodotta dalla raccolta

differenziata renderà necessaria ed economicamente autosufficiente, la realizzazione di

nuovi impianti di trattamento.

La possibilità di conferire la FORSU in un impianto ubicato ad una distanza massima di 35

km dai Comuni conferenti, rappresenta un vantaggio in termini di:

- Diminuzione del prezzo medio di conferimento del materiale ed aumento dell’offerta di

smaltimento e recupero. In tal senso la realizzazione dell’impianto non solo garantirebbe ai

Comuni un prezzo inferiore per lo smaltimento, dato sia dalla vicinanza dell’impianto, che

dalla maggiore possibilità di scelta che determina prezzi concorrenziali per semplici leggi

di mercato, ma anche una diminuzione dei costi a carico della collettività. Oltre a

permettere il rispetto della Pianificazione Regionale che stabilisce l’obbligo di smaltimento

dei rifiuti il più vicino possibile alla fonte di produzione, ed il principio di autosufficienza, per

il quale i problemi derivanti dalla produzione dei rifiuti devono essere risolti negli ambiti

territoriali.

- Minori costi di trasporto, determinati dalla vicinanza dell’impianto ai Comuni interessati e

conseguentemente minore inquinamento atmosferico di CO2.

- Minore traffico a livello locale, provinciale e regionale.

- Aumento occupazionale

- Ritorno in termini di immagine per i comuni inseriti nell’ iniziativa

- Maggiore tutela ambientale determinata: dalla notevole riduzione dei quantitativi di rifiuti

da avviare in discarica; dal recupero di materia dai rifiuti; dalla produzione di energia da

fonti rinnovabili.

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Page 9: Studio preliminare ambientale

CUMULI CON ALTRI PROGETTI

Non vi sono progetti simili nell’ ambito comunale dell’area dei Castelli Romani; risulta

altresì in corso di progettazione ed autorizzazione l’impianto della Volsca Ambiente e

Servizi S.p.a., per “impianto per digestione anaerobica dei rifiuti frazione organica da

raccolta differenziata in loc. Lazzaria” , nel comune di Velletri (RM).

Per quanto riguarda gli effetti sulle componenti ambientali: popolazione, flora e fauna,

suolo, acqua, aria, fattori climatici, patrimonio architettonico e archeologico , paesaggio; si

ritiene che l’intervento proposto e la realizzazione dell’ulteriore impianto sopracitato non

presentino effetti cumulabili.

Rappresentano altresì la giusta parcellizzazione degli impianti di trattamento meno

importanti come avanti detto ( paragrafo 2.1).

INTERFERENZE CON LE ATTIVITA’ LIMITROFE

L’area interessata dall’intervento è classificata dal P.R.G. del Comune di Ariccia come

Zone:

- Zona E2 “Agricola Normale” zona industriale derubricata con art. 25 delle NTA zona

D1 “Zone miste per l’artigianato e piccole industrie”

- Zone D1 “Zone miste per l’artigianato e piccole industrie”

La zona è totalmente adibita alle attività del terziario: ingrossi, magazzini, piccole attività

produttive, in posizione strategica, visto che si tratta di un nucleo posto a cavallo della Via

Nettunense. La stessa è già stata inserita nel programma PROUUST di Ariccia. In tal

senso l’attività che si andrà a realizzare nell’area non apporterà alcuna modifica o

interferenza con le attività esistenti.

Poiché l’impianto è stato progettato per accogliere circa 30.000 ton/anno, ed essendo i

mezzi di trasporto di grandezze standard con capacità unitaria di trasporto di 5 ton o 9 ton,

si può facilmente calcolare come il traffico in entrata ed in uscita dalla proprietà in oggetto

sia pari a:

30.000 ton/anno : 365 gg/anno = 82 ton/gg

supponendo che per il trasporto siano utilizzati mezzi di trasporto con capacità 5 ton per la

metà dei viaggi e con capacità 9 ton per l’altra metà, si ha:

126 ton/gg : 7 ton/unità = 12 unità/gg9

Page 10: Studio preliminare ambientale

Tale numero di mezzi rappresenta una frazione ridottissima rispetto al traffico in transito

oggi sul tratto di strada interessato, non ne costituisce comunque un incremento viste

anche le precedenti attività di logistica che avevano una movimentazione di mezzi molto

superiore.

Anche l’impatto visivo non verrà modificato, proprio perché sarà utilizzato l’interno di un

fabbricato esistente. Le operazioni di scarico saranno celate all’interno della tettoia

removibile, ad esse dedicata, impedendo così anche la minima fuoriuscita di odori e le

piccole modifiche da apportare risulteranno ininfluenti.

UTILIZZO E CONSUMI DI RISORSE AMBIENTALI

Il consumo delle risorse ambientali è limitato al normale utilizzo dell’acqua, in un ambito

produttivo limitato al solo uso di servizi, in quanto non è utilizzabile nell’ambito della

lavorazione.

Relativamente al consumo del suolo, come già detto, l’intervento sarà realizzato all’interno

di un edificio esistente, evitando il consumo di nuovo territorio.

PRODUZIONE DI RIFIUTI

Gli unici rifiuti prodotti dall’impianto sono quelli che corrispondono al codice CER 19.06.05:

“liquidi prodotti dal trattamento anaerobico di rifiuti di origine animale o vegetale”, che

verranno smaltiti prima tramite la depurazione per osmosi inversa e, una volta immessi nel

circuito fognario del complesso immobiliare, nuovamente depurati tramite un depuratore a

fanghi attivi, prima di essere immessi al collettore fognante.

INQUINAMENTO E DISTURBI AMBIENTALI

Per la realizzazione e la gestione dell’impianto si prevedono le seguenti fonti di disturbo

ambientale:

Fase di Cantiere: rumore dovuto all’istallazione dell’impianto di trattamento; gas di scarico

prodotto dai motori degli automezzi in transito per il trasposto del materiale in cantiere.

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Page 11: Studio preliminare ambientale

Fase di esercizio: rumore dovuto dall’impianto di trattamento ed alle fasi di

movimentazione del rifiuto all’interno del capannone; gas di scarico prodotto dai motori

degli automezzi in transito.

Quanto qui brevemente esposto sarà trattato con maggior approfondimento nell’ambito

della Valutazione dell’Impatto.

RISCHIO DI INCIDENTI

Le tipologie di rischio sono di due categorie:

a) Catastrofi naturali: il cui rischio dipende dalle caratteristiche del territorio e

dell’ambiente circostante. In questa tipologia di rischi sono inseriti eventi come

terremoti, inondazioni, maremoti e fenomeni sismici. Dal punto di vista geologico ed

idrogeologico, non sono presenti particolari impedimenti alla realizzazione

dell’impianto, come si desume dalla relazione geologica allegata alla presente.

b) Incidenti in grandi strutture tecnologiche anche in relazione alle sostanze utilizzate.

L’impianto non rientra tra le aziende a rischio di incidente rilevante. Dal punto di

vista del rischio incendio, in riferimento all’art. 2 del D.M. 10/03/1998, l’impianto è

classificabile tra quelle a rischio medio in quanto presente nell’elenco delle attività

del D.M. 16/02/1982.

Attività 1.1.C : Stabilimenti ed impianti ove si producono e/o impiegano gas

infiammabili e/o comburenti con quantità globali in ciclo superiori a 25 Nm3/h.

Attività 49.3.C : Gruppi per la produzione di energia elettrica sussidiaria con motori

endotermici ed impianti di cogenerazione di potenza complessiva > 700 kW

Attività 70.1.B : Locali adibiti a depositi con quantitativi di merci e materiali

combustibili superiori complessivamente a 5000 kg, di superficie lorda da 1000 mq

a 3000 mq.

CARATTERISTICHE PROGETTUALI PER LA MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE

DEGLI IMPATTI

a) Impatto acustico:

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Page 12: Studio preliminare ambientale

Le principali sorgenti di rumore presenti nell’impianto, sono i macchinari per la

lavorazione dei rifiuti, la prima forma di attenuazione dell’emissione sonora è

l’istallazione dei macchinari all’interno del fabbricato, inoltre saranno evitati fattori di

contemporaneità, suddividendo i cicli lavorativi.

b) Impatto sul paesaggio:

Avendo deciso di utilizzare un fabbricato esistente per l’istallazione dell’impianto,

non vi sono impatti sul paesaggio.

Le lavorazioni che possono risultare sgradevoli alla vista come lo scarico dei rifiuti,

saranno effettuate in luogo chiuso e protetto. Anche la realizzazione del biofiltro

nella zona esterna del fabbricato, non implica alcun impatto, sia per l’esigua altezza

delle vasche, 1,50 ml., che per la posizione dell’alloggiamento, dominante rispetto

alle strade sottostanti e per la schermatura offerta dalla fascia di verde che

perimetra il fabbricato.

c) Inquinamento del suolo e del sottosuolo: .

I liquidi prodotti dal trattamento anaerobico di rifiuti verranno smaltiti tramite

depurazione ; tutte le tubazioni per il passaggio dei suddetti liquidi saranno a

continuità idraulica ed i punti di ispezione saranno protetti da pozzetti resinati onde

evitare eventuale trasmissioni nel terreno.

d) Scarichi idrici e prelievi delle acque:

tutti i liquidi prodotti dall’impianto saranno depurati e riportati ai valori tabellari

tramite depuratore a fanghi attivi con pozzetto ispezionabile per il prelievo delle

acque da verificare.

e) Emissioni in atmosfera:

- Le emissioni in atmosfera costituite da polveri, che si presentano nelle fasi di

preparazione dei rifiuti, dove verranno abbattuti con i sistemi seguenti:1) il funzionamento nell’area di preparazione chiusa di un impianto di estrazione

aria conun tasso di ricambio di 3 – 4 volumi di aria/ora;2) la purificazione dell’aria esausta o il suo riutilizzo;3) un basso livello di inquinamento dell’aria esausta:4) l’impiego combinato di porte ad azione rapida e automatica riducendo al minimo itempi di apertura: ciò sarà facilitato dall’installazione di un sensore di controllodelle porte e dall’adeguato dimensionamento dell’area di manovra nella zona diingresso dell’impianto;5) l’installazione di serrande d’aria che creano uno sbarramento all’aria circostante

verso la porta di apertura.

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Page 13: Studio preliminare ambientale

Inoltre, in aggiunta alle misure di cui sopra, si prescrivono di seguito alcuni

accorgimenti utili per la minimizzazione delle polveri nelle fasi di trasporto e

stoccaggio dei rifiuti:1) facilitare il deposito delle polveri all’interno;2) prevedere l’aspirazione in prossimità dei punti di estrazione e nella zona di

accesso, con conseguente depolverizzazione dell’aria;3) applicare una copertura al nastro trasportatore;4) pulire regolarmente le zone di stoccaggio, i pavimenti e le vie di traffico.

- Le Emissioni diffuse, presenti solo nella zona del biofiltro e dalle emissioni da

traffico logistico. Queste ultime saranno contenute, limitando al massimo gli

spostamenti non necessari all’interno dell’area dei mezzi con motore a

combustione ed utilizzando mezzi con motori elettrici. Inoltre tenendo

costantemente pulite le vie interne di circolazione onde evitare il deposito di ulteriori

polveri.Le emissioni diffuse provenienti dal biofiltro e dal sistema di compostaggio, in

digestori anaerobici determinano condizioni ottimali di processo e presentano dei

vantaggi dal punto di vista del controllo delle emissioni odorose diffuse e della

gestione dei rifiuti liquidi di percolato e condensa.Inoltre, a monte del biofiltro, è previsto un filtro a maniche per la filtrazione delle

polveri e uno scrubber a letto flottante per l'abbattimento dell'ammoniaca. In tale

dove gli inquinanti contenuti nell'aria aspirata vengono assorbiti per reazione

chimica, tramite lavaggio con opportuno reagente di abbattimento. - Le emissioni convogliate, sono quelle prodotte dal cogeneratore e dalla torcia di

emergenza. Il cogeneratore e la torcia, per le emissioni, agiscono all’interno di un

impianto in deroga per ciò che concerne la parte quinta del D.L. 3 aprile 2006 n.

152, in quanto “Impianti di combustione di Pterm. nom. <= 1 MW alimentati a

BIOMASSE (di cui alla Sez. 4-All. X Parte Quinta”). Quindi i fumi prodotti rispettano

le prescrizioni di cui alla parte III dell’All. 1 D.Lgs. 152/06 e comunque dovranno

effettuare il controllo annuale previsto per le emissioni. Tali impianti devono

comunque rispettare i valori limite di emissione previsti dal Dlgs 152/2006 (Allegato

X alla Parte V) espressi come concentrazioni massime ammissibili per ciascun

inquinante presente nei fumi di combustione, a seconda del tipo di motore e

combustibile impiegato. Nel caso degli impianti a biomasse, per digestione

anaerobica, gli inquinanti fissati dalla normativa vigente sono:Potenza termica nominale installata <= 3 MW

Ossidi di Azoto (espressi come NO2): 500mg/Nm3

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Page 14: Studio preliminare ambientale

Monossido di carbonio (CO): 800 mg/Nm3Carbonio Organico Totale (COT): 150 mg/Nm3Potenza termica nominale installata >= 3 MW

Ossidi di Azoto (espressi come NO2):450 mg/Nm3Monossido di carbonio (CO):650 mg/Nm3

Carbonio Organico Totale (COT): 100 mg/Nm3L’inquinante previsto è il biogas (CH4 55%): i carburanti gassosi non sono

sottoposti ad alcuna specifica di emissione.Il dimensionamento della torcia è stato fatto in modo tale da consentire, non solo la

combustione della portata normale del biogas, ma anche dei quantitativi provenienti

dall’eventuale svuotamento rapido di tutti gli stoccaggi. Per il cogeneratore

l'abbattimento del monossido di carbonio, a 500 mg/Nm3, avviene mediante un

catalizzatore ossidante: i fumi vengono distrutti termicamente tramite un trattamento

costituito da uno scambiatore di calore a due camere rigenerativo, materiale

refrattario, camera di reazione e sistema di commutazione.

VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI

Gli impatti sono valutati come effetti prodotti dalle varie fasi dell’intervento, fase di cantiere

e fase di esercizio, sulle componenti ambientali e sul paesaggio.

Le caratteristiche degli impatti potenziali sono definite in relazione a:

- Portata dell’impatto

- Ordine di grandezza e complessità dell’impatto

- Probabilità dell’impatto

- Durata, frequenza e reversibilità dell’impatto

Per il post esercizio gli impatti si assumono paragonabili alla fase di cantiere; non sono

previste in fase di dismissione opere di demolizione particolari se non per rendere

funzionale il sito alle attività future; in ogni casa l’attività svolta non recherà danni al

terreno ed al sottosuolo, in quanto saranno realizzate superfici impermeabilizzate e

l’impianto sarà dotato dei necessari presidi ambientali per garantire la sicurezza

dell’ambiente, quindi, le opere di rispristino dell’area, consistono nell’asportazione dei rifiuti

gestiti e prodotti e nella pulizia dell’impianto.

4.1 UTILIZZO DELLE RISORSE NATURALI

14

Page 15: Studio preliminare ambientale

Fase di cantiere

Portata dell’impatto

Limitata all’area di cantiere ubicata all’interno del sito.

Ordine di grandezza e complessità dell’impatto

L’utilizzo delle materie ed energie presso l’area d’intervento sarà limitato e quindi da

considerarsi trascurabile.

Probabilità dell’impatto

Irrilevante probabilità di impatto.

Durata, frequenza e reversibilità dell’impatto

La durata e la frequenza dell’impatto potenziale è limitata alla durata del cantiere.

Fase di esercizio

Portata dell’impatto

Limitata al perimetro interno del sito.

Ordine di grandezza e complessità dell’impatto

Il progetto non richiederà apporti di energia, in quanto sarà autoprodotta tramite

cogeneratori a biogas, quindi fonte rinnovabile, e non saranno richiesti apporti significativi

in termini di materiali o altre risorse.

Probabilità dell’impatto

Irrilevante probabilità di impatto.

Durata, frequenza e reversibilità dell’impatto

La durata dell’impatto potenziale è legata al tempo di vita dell’impianto, la frequenza è di

24 ore/giorno per 7 giorni alla settimana. La reversibilità dell’impatto potenziale è totale.

4.2 RUMORE

Fase di cantiere15

Page 16: Studio preliminare ambientale

Portata dell’impatto

Limitata all’area di cantiere ubicata all’interno del sito.

Ordine di grandezza e complessità dell’impatto

Il rumore causato sarà determinato dai mezzi di trasporto del materiale che costituisce

l’impianto e dall’eventuale movimentazione degli stessi tramite macchinari idonei.

Probabilità dell’impatto

Irrilevante probabilità di impatto.

Durata, frequenza e reversibilità dell’impatto

La durata e la frequenza dell’impatto potenziale è limitata alla durata del cantiere. La

frequenza dell’impatto è limitata allo scarico e trasporto del materiale, che comunque

avverrà esclusivamente nel periodo diurno ( 5 giorni/settimana per 8 ore/giorno).

L’impatto è totalmente reversibile.

Fase di esercizio

Portata dell’impatto

Limitata al perimetro interno del sito.

Ordine di grandezza e complessità dell’impatto

Premettendo che:

1) le sorgenti sonore sono a carattere discontinuo;

2) la forza lavoro è costituita in media da dodici unità operative;

3) la zona di pertinenza è classificata ai fini acustici come V;

4) il fattore di contemporaneità adottato, per le misure, è stato posto unitario, ed emerge,

dalle analisi acustiche condotte sul rumore residuo rilevato in prospicienza alla futura

attività e sul fronte strada, che:

1. Il valore medio diurno residuo nell’area di transito è risultato essere pari a 53,5 dB(A), il

valore più elevato è risultato essere pari a 62,2 dB(A) mentre il valore più basso è risultato

essere pari a 45,1 dB(A);

2. Il valore medio notturno residuo nell’area di transito è risultato essere pari a 45,7 dB(A),

il valore più elevato è risultato essere pari a 56,4 dB(A) mentre il valore più basso è

risultato essere pari a 37,8 dB(A);16

Page 17: Studio preliminare ambientale

3. Applicando ad essi il criterio differenziale sul valore ambientale atteso ed ipotizzando

che le sorgenti maggiormente perturbanti opereranno nel periodo diurno per un’emissione

complessiva non superiore ad 82 dB(A), i livelli acustici risultano inferiori ai limiti massimi

di immissione sonora diurna previsti per l'area territoriale in oggetto (70 dB(A – 60 dB(A) e

congrui al criterio differenziale.

Per maggiori dettagli si rimanda alla relazione acustica allegata al presente studio.

Probabilità dell’impatto

Bassa probabilità di impatto.

Durata, frequenza e reversibilità dell’impatto

La durata dell’impatto potenziale è legata all’utilizzo dei macchinari che è discontinua, la

frequenza è pertanto alternata nell’arco delle 24 ore/giorno per 7 giorni alla settimana. La

reversibilità dell’impatto potenziale è totale.

4.3 POLVERI

Fase di cantiere

Le lavorazioni previste nella fase di cantiere non generano polveri verso l’esterno del

fabbricato. Quindi l’effetto di tale impatto è trascurabile.

Fase di esercizio

Portata dell’impatto

Le lavorazioni previste all’interno dell’impianto non producono emissioni di polveri

trattandosi di rifiuti di origine organica.

4.4 IMPATTO VISIVO

Fase di cantiere

Portata dell’impatto

Le aree di cantiere investono spazi di superficie limitati , nei quali verranno posizionati i

materiali necessari per la realizzazione dell’impianto, quindi la portata si ritiene limitata al 17

Page 18: Studio preliminare ambientale

perimetro del sito; inoltre le opere da realizzare sono tutte collocate all’interno del

capannone.

Ordine di grandezza e complessità dell’impatto

Nella fase di cantiere si concentrano le introduzioni nell’ambiente di elementi perturbatori

( presenza umana e macchine operative comprese), per la massima parte destinati a

scomparire una colta giunti alla fase di esercizio. E’ quindi evidente che le perturbazioni

generate in fase di costruzione abbiano un impatto diretto su tutte le componenti del

sistema con una particolare sensibilità a queste forme di disturbo. Si evidenzia che

comunque nell’area interessata dal progetto non sono presenti habitat di particolare

interesse per la fauna, dato che l’attuale uso del suolo e a destinazione produttiva; inoltre

le opere verranno realizzate all’interno del fabbricato.

Probabilità dell’impatto

Irrilevante probabilità di impatto.

Durata, frequenza e reversibilità dell’impatto

La durata dell’impatto potenziale è limitata alla durata del cantiere. La frequenza

dell’impatto è legata agli orari attività del cantiere che sono svolti esclusivamente nel

periodo diurno ( 5 giorni/settimana per 8 ore/giorno).

L’impatto è totalmente reversibile.

Fase di esercizio

Portata dell’impatto

Tutte le attività di gestione e trattamento dei rifiuti avverranno all’interno del fabbricato

esistente. Non sono quindi previste opere strutturali e attività di trattamento sul piazzale

esterno se non quella dovuta al transito degli automezzi, in fase di verifica del carico sulla

pesa, quindi la portata dell’impatto è limitata al perimetro del sito. L’unico elemento che

sarà aggiunto è il biofiltro, di altezza comunque esigua e difficilmente visibile dalla strada,

data la posizione predominante del fabbricato rispetto alla Via Nettunense.

Ordine di grandezza e complessità dell’impatto

18

Page 19: Studio preliminare ambientale

L’ubicazione dell’impianto è tale da non creare interferenze con il paesaggio circostante.

Infatti il fabbricato, realizzato negli anni 60, oltre ad essere quindi una presenza ormai

acclarata, insiste in un’area a carattere produttivo; quindi ha già trovato il suo equilibrio

con il paesaggio limitrofo, sia da un punto di vista architettonico sia d’inserimento

ambientale.

L’inserimento dell’impianto all’interno del fabbricato, non prevedendo la realizzazione di

opere all’esterno della struttura esistente, non varierà l’assetto rispetto a quello già

illustrato nella documentazione fotografica di Paragrafo 3.8.2.

Probabilità dell’impatto

Irrilevante probabilità di impatto.

Durata, frequenza e reversibilità dell’impatto

La durata dell’impatto potenziale è legata al tempo di vita dell’impianto. La reversibilità

dell’impatto è totale.

4.5 VARIAZIONE DEL CAMPO TERMICO

Non essendoci processi termici nell’impianto, tale impatto è da ritenersi trascurabile.

4.6 TRAFFICO GENERATO DALLA NUOVA VIABILITA’

Fase di cantiere

Portata dell’impatto

L’impatto riguarda la S.S. 207 – Via Nettunense, e la strada locale di accesso al

complesso immobiliare ( Via delle Grotte) .

Ordine di grandezza e complessità dell’impatto

Il volume di traffico è limitato in considerazione del fatto che il cantiere non prevede opere

complesse. Pertanto il traffico stimato sarà di 3 automezzi al giorno in ingresso / uscita

distribuiti nell’arco della giornata. 19

Page 20: Studio preliminare ambientale

Probabilità dell’impatto

Irrilevante probabilità di impatto.

Durata, frequenza e reversibilità dell’impatto

La durata dell’impatto potenziale è limitata alla durata del cantiere. La frequenza

dell’impatto è legata agli orari attività del cantiere che sono svolti esclusivamente nel

periodo diurno ( 5 giorni/settimana per 8 ore/giorno).

L’impatto è totalmente reversibile.

Fase di esercizio

Portata dell’impatto

L’impatto riguarda la S.S. 207 – Via Nettunense, e la strada locale di accesso al

complesso immobiliare ( Via delle Grotte) .

Ordine di grandezza e complessità dell’impatto

Poiché l’impianto è stato progettato per accogliere circa 30.000 ton/anno, ed essendo i

mezzi di trasporto di grandezze standard con capacità unitaria di trasporto di 5 ton o 9

ton, si può facilmente calcolare come il traffico in entrata ed in uscita dalla proprietà in

oggetto sia pari a: 30.000 ton/anno : 365 gg/anno = 82 ton/gg, supponendo che per il

trasporto siano utilizzati mezzi di trasporto con capacità 5 ton per la metà dei viaggi e

con capacità 9 ton per l’altra metà, si ha: 126 ton/gg : 7 ton/unità = 12 unità/gg.Tale numero di mezzi rappresenta una frazione ridottissima rispetto al traffico in transito

oggi sul tratto di strada interessato.Gli impatti significativi dovuti al transito del traffico pesante sono relativi a : gas di

scarico e rumore/vibrazioni.Per quanto concerne le polveri derivanti dal traffico veicolare si ritiene che pur

aumentando la frequenza del traffico nella zona in esame, questa non sia in grado di

determinare un impatto sulla componente aria. Le vie di transito e quelle di accesso

nonché le aree interne all’impianto, sono tutte pavimentate ed asfaltate in modo da

mitigare l’effetto di innalzamento delle polveri per mezzi meccanici in movimento.

Probabilità dell’impatto

20

Page 21: Studio preliminare ambientale

Bassa

Durata, frequenza e reversibilità dell’impatto

La durata dell’impatto potenziale è legata al tempo di vita dell’impianto. La frequenza

dell’impatto è discontinua anche se comunque estesa alle 24 ore/giorno per 6 giorni a

settimana. La reversibilità dell’impatto è totale.

4.7 MOVIMENTAZIONI TERRE

Non sono previste opere di movimento terre e scavi rilevanti pertanto tale impatto è da

ritenersi trascurabile.

4.8 IMPIEGO DELLE RISORSE IDRICHE

Fase di cantiere

Portata dell’impatto

Limitata all’area di cantiere ubicata all’interno del sito.

Ordine di grandezza e complessità dell’impatto

L’utilizzo delle risorse idriche sarà limitato al solo uso igienico-sanitario e quindi da

considerarsi trascurabile.

Probabilità dell’impatto

Bassa probabilità di impatto.

Durata, frequenza e reversibilità dell’impatto

La durata dell’impatto potenziale è limitata alla durata del cantiere. La frequenza

dell’impatto è legata agli orari attività del cantiere che sono svolti esclusivamente nel

periodo diurno ( 5 giorni/settimana per 8 ore/giorno).

Fase di esercizio

Portata dell’impatto21

Page 22: Studio preliminare ambientale

Limitata al perimetro interno del sito.

Ordine di grandezza e complessità dell’impatto

La normale gestione dell’attività non richiede grandi apporti idrici, in quanto per il processo

viene utilizzata l’acqua depurata proveniente dal processo stesso. L’approvvigionamento

idrico avviene tramite acquedotto comunale; il consumo di acqua sarà leggermente

superiore a quello attuale per l’uso igienico sanitario e per la normale pulizia degli ambienti

di lavoro.

Probabilità dell’impatto

Media

Durata, frequenza e reversibilità dell’impatto

La durata dell’impatto potenziale è legata al tempo di vita dell’impianto, la frequenza è di

24 ore/giorno per 7 giorni alla settimana. La reversibilità dell’impatto è totale.

4.9 INTERFERENZE SUGLI ECOSISTEMI

Fase di cantiere

Portata dell’impatto

Limitata all’area di cantiere ubicata all’interno del sito.

Ordine di grandezza e complessità dell’impatto

L’attività di cantiere, essendo limitata all’interno del sito, non genera ripercussioni sugli

ecosistemi e alterazioni al contesto floristico e faunistico.

Probabilità dell’impatto

Bassa probabilità di impatto.

Durata, frequenza e reversibilità dell’impatto22

Page 23: Studio preliminare ambientale

La durata dell’impatto potenziale è limitata alla durata del cantiere. La frequenza

dell’impatto è legata agli orari attività del cantiere che sono svolti esclusivamente nel

periodo diurno ( 5 giorni/settimana per 8 ore/giorno).

La reversibilità dell’impatto è totale.

Fase di esercizio

Portata dell’impatto

Limitata al perimetro interno del sito.

Ordine di grandezza e complessità dell’impatto

L’area oggetto d’intervento, essendo già inclusa in un ambiente antropizzato, presenta,

solo in forma sporadica, la sua originaria costituzione vegetazionale e faunistica; non

risulta compreso alcun biotipo censito tra le aree d’interesse vegetazionale meritevole di

conservazione in Italia, né specie vegetazionali protette da specifica normativa.

Inoltre, localmente, l’intervento non interferisce con habitat interessati dalla presenza di

specie faunistiche protette.

Dall’inquadramento del sito rispetto alla rete ecologica ( paragrafo 3.7 – Inquadramento

ecosistemico) si evince che non si hanno interferenze con le stesse.

Probabilità dell’impatto

Basso

Durata, frequenza e reversibilità dell’impatto

La durata dell’impatto potenziale è legata al tempo di vita dell’impianto, la frequenza è di

24 ore/giorno per 7 giorni alla settimana. La reversibilità dell’impatto è totale.

4.10 INTERFERENZE SUL DEFLUSSO SUPERFICIALE DELLE ACQUE

Tra le opere in progetto non sono previsti interventi che andranno a modificare l’attuae

sistema di deflusso naturale delle acque. Tutte le acque di piazzale saranno gestite in

maniera da essere opportunamente raccolte e depurate, tramite una vasca di prima

pioggia, prima di essere immesse nel collettore pubblico.23

Page 24: Studio preliminare ambientale

Quindi tale impatto è da ritenersi trascurabile.

4.11 RISCHI PER LA SALUTE UMANA

Fase di cantiere

Portata dell’impatto

Limitata all’area di cantiere ubicata all’interno del sito.

Ordine di grandezza e complessità dell’impatto

L’attività di cantiere, non prevede la formazione di inquinanti potenzialmente dannosi per

la salute umana.

Probabilità dell’impatto

Bassa probabilità di impatto.

Durata, frequenza e reversibilità dell’impatto

La durata dell’impatto potenziale è limitata alla durata del cantiere. La frequenza

dell’impatto è legata agli orari attività del cantiere che sono svolti esclusivamente nel

periodo diurno ( 5 giorni/settimana per 8 ore/giorno).

La reversibilità dell’impatto è totale.

Fase di esercizio

Portata dell’impatto

Limitata al perimetro interno del sito.

Ordine di grandezza e complessità dell’impatto

L’attività dell’impianto proposto non può avere effetti sulla salute pubblica . I tipi di

inquinamenti possibili potrebbero derivare dalle emissioni in atmosfera ( paragrafo 2.8

Caratteristiche progettuali per la mitigazione e compensazione degli impatti). Visto il ciclo produttivo, le emissioni in atmosfera dell’impianto, sono le seguenti:• Emissioni da biofiltro: sono emissioni diffuse provenienti dal biofiltro, che tratta tutte leaspirazioni degli edifici chiusi nei quali si svolgono fasi di trattamento dei rifiuti;• Emissioni dalla centrale di cogenerazione: sono emissioni puntuali in atmosfera

attraverso il camino di emissione del gruppo di cogenerazione;

24

Page 25: Studio preliminare ambientale

• Emissioni da sfiati di sicurezza, sono emissioni puntuali interne attraverso gli sfiati di

sicurezza delle valvole di sovrappressione dei digestori;• Emissioni da traffico logistico nell’area esterna: sono emissioni diffuse dovute a emissioni

da tubi di scarico dei mezzi di conferimento dei materiali funzionali all’impianto di

trattamento.Tutte le emissioni sopraelencate saranno trattate tramite le BAT (Best available

techniques) utilizzate per la loro riduzione ( si richiama la “Relazione Tecnica ai fini della

richiesta di autorizzazione emissione in atmosfera per un impianto di compostaggio con

cogenerazione da realizzarsi nel comune di Ariccia, via delle Grotte, 1 incrocio Nettunense

Km 6,700” , allegata al presente studio). Altra fonte di inquinamento potrebbe derivare dai liquidi prodotti dai processi:tutti i liquidi prodotti dall’impianto saranno depurati e riportati ai valori tabellari tramite

depuratore a fanghi attivi con pozzetto ispezionabile per il prelievo delle acque da

verificare.All’interno dell’impianto sono stati previsti tutti i sistemi atti ad abbattere qualsiasi agente

nocivo generato dai processi di gestione dei rifiuti che possa nuocere alla salute.

Probabilità dell’impatto

Basso

Durata, frequenza e reversibilità dell’impatto

La durata dell’impatto potenziale è legata al tempo di vita dell’impianto, la frequenza è di

24 ore/giorno per 7 giorni alla settimana. La reversibilità dell’impatto è totale.

5 MISURE DI MITIGAZIONE ADOTTATE

Rispetto ai fattori di potenziale impatto, descritti nel precedente paragrafo sono stati

elaborati opportuni interventi e misure di contenimento, sia a carattere progettuale sia

gestionale, che permettono di escludere, o quantomeno minimizzare, i fattori di impatto

durante la fase di esercizio.

Organizzazione zona di scarico e pretrattamento

La zona di scarico dei rifiuti è situata all’interno del fabbricato, così come la zona di

pretrattamento. Questa impostazione progettuale ha lo scopo di: evitare che dall’esterno

25

Page 26: Studio preliminare ambientale

siano visibili le operazioni di scarico dei rifiuti; permette di contenere all’interno gli agenti

odorigeni prodotti dai rifiuti, ed evitare la propagazione dei rumori prodotti dai macchinari.

Inoltre, la pavimentazione di queste aree, è trattata con apposite resine che evitano il

passaggio di eventuali liquidi nel sottosuolo.

Schermatura visiva dell’impianto

Il fabbricato, che accoglierà l’impianto, è situato all’interno di un complesso immobiliare più

grande ed essendo un edificio esistente, non avrà alcun impatto sul paesaggio

circostante. Il fabbricato è un capannone industriale simile a quelli circostanti. La posizione

è predominante rispetto alla zona ed inoltre, la recinzione e le alberature lungo parte del

perimetro del complesso immobiliare, ne nascondono i prospetti. Va inoltre considerato

che le operazioni di scarico dei rifiuti e di carico del compost prodotto, saranno effettuate

all’interno del fabbricato, pertanto dall’esterno sarà percepibile solo il passaggio dei mezzi.

Procedure gestionali

Sono state definite delle procedure gestionali per regolamentare la gestione dei rifiuti e le

attività di carico, scarico, accettazione, trattamento e recupero dei rifiuti all’interno

dell’impianto, al fine di assicurare un’elevata protezione dell’ambiente, della sicurezza e

della salute dei lavoratori.

Prevenzione incendi

Il rischio da incendio, con i relativi danni e impatti ambientali negativi derivanti, è mitigato

da adeguati accorgimenti tecnici e gestionali, da mezzi antincendio e da misure di

prevenzione e di emergenza.

Si osserva infine che, l’esercizio delle attività conseguente al progetto, di cui al presente

documento, comporteranno per lo stesso un incremento di carico di incendio. L’azienda

proponente ha già presentato progetto al competente comando VV.FF.

Abbattimento delle emissioni in atmosfera e degli agenti odorigeni

Il cogeneratore, per le emissioni, presenta le caratteristiche di seguito elencate e

comunque anche essendo un impianto in deroga per ciò che concerne la parte quinta del

D.L. 3 aprile 2006 n. 152, in quanto “Impianti di combustione di Pterm. nom. <= 1 MW

alimentati a BIOMASSE, di cui alla Sez. 4- All. X Parte Quinta” e, quindi, i fumi prodotti

rispettano le prescrizioni di cui alla parte III dell’All. 1 D.Lgs. 152/06 e dovranno effettuare 26

Page 27: Studio preliminare ambientale

il controllo annuale emissioni. Un impianto alimentato a biogas deve comunque rispettare i

valori limite di emissione, previsti dal Dlgs 152/2006 (Allegato X alla Parte V), espressi

come concentrazioni massime ammissibili, per ciascun inquinante presente nei fumi di

combustione, a seconda del tipo di motore e combustibile impiegato, pertanto sarà

utilizzato un catalizzatore ossidante.

Per ciò che concerne gli agenti odorigeni, le misure di mitigazione consistono in interventi

strutturali e tecnologici atti all’aspirazione ed al trattamento delle arie esauste estratte nelle

diverse zone dell’impianto. In relazione ai potenziali meccanismi di produzione di odori, di

tute le operazioni di movimentazione, di trattamento meccanico dei rifiuti e di processo,

sono contenute all’interno di fabbricati chiusi, collegati tra loro e mantenuti in depressione

ed aspirazione. Le emissioni provenienti da tale fabbricato, insieme all’aria in uscita dalla

fase di maturazione del compost, vengono convogliate, mediante condotta dedicata, al

biofiltro con un biotunnel. In tale apparato sono trattati anche gli odori provenienti dal

sistema di raccolta e dalla fase di trattamento del percolato, per controllare ed evitare

emissioni di agenti odorigeni.

Marino, lì 18/12/2012

Arch. Marcello Buzi

Fa parte integrante del presente studio la sottoelencata documentazione:

- Allegato A – Riferimenti Cartografici;

- Relazione Geologica e Idrogeologica;

- Valutazione Previsionale di Impatto Acustico;

- Relazione Tecnica ai fini della richiesta per Emissioni in Atmosfera27

Page 28: Studio preliminare ambientale

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