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Studio specialistico per l’analisi degli impatti ambientali e relative incidenze sulla Zona di Protezione Speciale
- Progetto preliminare della strada intervalliva (Valle Seriana – Valle Brembana) Valcanale - Mezzeno
LANDMilano Srl 1
16.02.2011
STUDIO SPECIALISTICO INDICE Premessa ........................................................................................................................ 3
1. Quadro di riferimento ambientale ........................................................................ 6
1.1 Inquadramento territoriale ............................................................................................ 6
1.2 Stato attuale dei luoghi .............................................................................................. 11
1.2.1 Vegetazione .................................................................................................. 14 1.2.2 Inquadramento faunistico ............................................................................... 17 1.2.3 Sistema paesistico-ambientale ........................................................................ 19
2. Quadro di riferimento programmatico ............................................................... 34
2.1 Piano Territoriale Regionale e Piano Paesistico Regionale .............................................. 34
2.2 La Rete Ecologica Regionale ....................................................................................... 38
2.3 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ............................................................ 40
2.4 Piano di Indirizzo Forestale (P.I.F.) .............................................................................. 45
2.5 Parco Regionale delle Orobie Bergamasche: il Piano Naturalistico ................................... 45
3. Quadro di riferimento progettuale .................................................................... 48
3.1 Ubicazione, finalità dell’opera e obiettivi generali .......................................................... 48
3.2 Descrizione del progetto ............................................................................................. 49
3.2.1 Descrizione delle alternative progettuali .................................................................... 51
3.2.1.1 Quantificazione dei danni ai beni ambientali e delle compensazioni ................ 52 (Allegato 1 – Percorso d’Attuazione Piano Naturalistico Comunale – Parco orobie Bergamasche, febbraio 2009) ..................................................................................... 52 3.2.1.2 Quantificazione dei danni e delle riparazione ai beni naturali relativamente alle infrastrutture lineari di particolare rilevanza territoriale .................................................. 62 (Allegato 4 – Percorso d’Attuazione Piano Naturalistico Comunale – Parco orobie Bergamasche, luglio 2010).......................................................................................... 62 3.2.1.3 Considerazioni conclusive - dicembre 2010 ................................................. 72 3.2.1.4 Quantificazione dei danni ai beni ambientali e delle compensazioni con ultimi aggiornamenti - gennaio 2011 ................................................................................... 73 3.2.1.5 Considerazioni conclusive a gennaio 2011 ..................................................... 88
4. Interferenze tra opere/attività previste ed il sistema ambientale e relative opere
di mitigazione ........................................................................................................... 90
4.1 Vegetazione .............................................................................................................. 90
4.2 Fauna ....................................................................................................................... 93
4.3 Paesaggio ................................................................................................................. 93
4.4 Diminuzione o frammentazione di habitat d’interesse faunistico ..................................... 95
5. Impatti da cantiere ............................................................................................ 96
6. CONCLUSIONI .................................................................................................... 98
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All.
- All. 1. Stato di fatto _ sopralluogo Roncobello - All. 2. Stato di fatto _ sopralluogo Ardesio - All. 3 Schede Bioitaly Rete Natura 2000
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Premessa
Il Comune di Roncobello con sede in via Bargetto, 25 con CF: 85001490169, P.IVA: 00672670163,
nella persona del Responsabile del Servizio Tecnico Antonio Gervasoni, ha conferito alla società
LAND Milano S.r.l, società del gruppo LAND, con sede in via Hoepli 3 – 20121 Milano, CF-P.IVA:
05517330964, nella persona dell’Amministrazione Delegato dott. Giovanni Sala, agronomo, iscritto
all’Albo Professionale dei Dottori Agronomi e Forestali della provincia di Milano al numero 525, e
nella persona del suo Presidente e Direttore Tecnico arch. Andreas Kipar, iscritto all’ordine degli
architetti di Milano con il numero 13359, l’incarico per la redazione degli studi specialistici per
l’analisi degli impatti ambientali e relative incidenze sulla Zona di Protezione Speciale, inerente il
progetto del collegamento stradale intervallivo Valcanale-Mezzeno.
Approccio metodologico
Il presente Studio specialistico viene redatto sviluppando i contenuti della Valutazione d'Incidenza
intesa quale “procedimento di carattere preventivo al quale è necessario sottoporre qualsiasi
piano, programma o progetto che possa avere incidenze significative su un sito o proposto sito
della Rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto
degli obiettivi di conservazione del sito stesso.
Tale procedura è stata introdotta dall'articolo 6, comma 3, della direttiva "Habitat" con lo scopo di
salvaguardare l'integrità dei siti attraverso l'esame delle interferenze di piani e progetti non
direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie per cui essi sono stati
individuati, ma in grado di condizionarne l'equilibrio ambientale.
La Valutazione di Incidenza, se correttamente realizzata ed interpretata, costituisce lo strumento
per garantire, dal punto di vista procedurale e sostanziale, il raggiungimento di un rapporto
equilibrato tra la conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie e l’uso sostenibile del
territorio.” (Tratto da Percorso di attuazione del Piano Naturalistico Comunale_ Allegato alla DCA
del Consorzio Parco delle Orobie Bergamasche, n.4 del 5 febbraio 2009).
L’approccio metodologico su cui si basa questo documento prende spunto da 4 principi ispiratori:
- la Convenzione sulla Biodiversità (Nairobi 1992) in cui l’obiettivo è ridurre
significativamente la perdita di biodiversità entro il 2010 (così come ribadito nel Summit del
G8 di Siracusa, 2009)
“Le comunità che vivono in un'area sono responsabili della biodiversità che li circonda” e “la
sostenibilità si regge su tre pilastri: ambientale, economico e socio-culturale”;
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- la Convenzione Europea del Paesaggio (Ratificata dall’Italia il 20.01.2006 con Legge
n°14/2006) dove “Paesaggio designa una determinata parte del territorio, così come
percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e
dalle loro interrelazioni”.Il paesaggio svolge importanti funzioni di interesse generale e
costituisce una risorsa favorevole dell’attività economica.
- il Codice Urbani: in cui sono considerati beni Paesaggistici “le montagne per la parte
eccedente 1.600 metri sul livello del mare per la catena alpina (Dlgs 42/2004 art. 142)”;
- il Piano Naturalistico del Parco delle Orobie Bergamasche: che fa propri i temi di Rete
Natura 2000 in cui la conservazione della natura e del paesaggio ecologicamente inteso e
della gestione degli habitat e delle specie di interesse scientifico e naturalistico diventano
prioritari per la pianificazione e la gestione delle aree protette.
Tenendo fermi questi presupposti e seguendo le indicazioni dettate dall’Allegato G del DPR 357/97
e dall’Allegato D della D.G.R.14106 dell’8/8/2003, il presente Studio è volto principalmente alla
caratterizzazione dell’area interessata dal progetto. Quest’ultimo prevede la realizzazione di un
percorso intervallivo carrabile, di lunghezza di 11.025 m ed ampiezza circa 4m, con funzione di
collegamento della Valle Seriana con la Valle Brembana, già oggetto di un Protocollo d’Intesa
sottoscritto da: Comune di Ardesio, Comune di Oltre il Colle, Comune di Roncobello, Comunità
Montana Valle Seriana Superiore, Comunità Montana Valle Brembana e Provincia di Bergamo.
Il fine di questo documento è quello di comprendere se tale progetto produce effetti significativi
sull’ambiente e in particolar modo su ZPS e SIC direttamente interessati o prossimi all’area.
L’ambito di intervento infatti attraversa per un breve tratto la ZPS “Parco Regionale delle Orobie
Bergamasche”, oltre che interessare un ambito ad elevato valore naturalistico, confermato dalla
presenza, nelle più strette vicinanze, di 3 Siti d’Importanza Comunitaria (SIC).
Il documento fornisce informazioni essenziali e fondamentali rispetto alle quali avviare la
valutazione degli effetti significativi e le principali interrelazioni che il progetto di collegamento
intervallivo ha sulle componenti ambientali considerate, al fine di ipotizzare e prevedere azioni di
prevenzione, mitigazione e compensazione degli impatti.
A tale scopo, lo Studio in corso di elaborazione concentrerà l'attenzione sui seguenti aspetti:
- inquadramento territoriale dell’area in cui si inserisce l’opera e analisi dello stato attuale del
luoghi potenzialmente coinvolti dalla realizzazione del progetto;
- analisi dei piani e dei programmi, a carattere paesistico ed ambientale, vigenti;
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- descrizione del progetto con riferimento alle caratteristiche tecnico-dimensionali ed alla
individuazione delle principali azioni;
- analisi delle alternative del percorso intervallivo;
- individuazione delle interferenze e misure preventive e mitigative che possono essere adottate
per diminuire l’entità degli impatti e per valorizzare i benefici determinati dalla realizzazione del
collegamento.
Per la redazione del documento sono svolte le seguenti attività:
- fase analitico-conoscitiva: descrizione dello stato attuale dell’ambito attraverso sopralluoghi e
raccolta di documentazione bibliografica, degli strumenti di programmazione e di pianificazione
vigenti. Il confronto tra i dati di progetto e lo status attuale dei luoghi consente di identificare i
rapporti tra progetto ed ambiente e di individuare le azioni necessarie per contenere o prevenire le
interferenze, durante le successive fasi progettuali.
- Fase sintetico-propositiva: diretta a fornire, a livello di massima, in che misura il progetto possa
incidere sulla globale situazione esistente, nell’ottica di attuare azioni specifiche di riqualificazione e
miglioramento della qualità ambientale complessiva.
Per la redazione del presente studio specialistico sono stati ripresi i contenuti e le conoscenze già
predisposte per lo Studio di fattibilità redatto dal gruppo di lavoro costituito da: Studio
d’Architettura e Ingegneria Papetti, Dott. Geol. Stefania Cabassi e Dott. Forestale Stefano Enfissi.
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1. Quadro di riferimento ambientale
1.1 Inquadramento territoriale
L’area di studio si sviluppa nella provincia di Bergamo, a cavallo tra l’alta Val Brembana e l’alta Val
Seriana, delimitata a nord dalle più belle vette delle Prealpi Orobiche (il Pizzo Coca, Redorta e il
Pizzo del Diavolo), comprese in gran parte nella zona protetta e di grande rilevanza naturalistica
del Parco Regionale delle Orobie Bergamasche.
Localizzazione dei comuni interessati dal collegamento intervallivo (tratto da Google map)
Schema del tracciato del collegamento intervallivo
A sud il sito contiene il settore a nord della Val Serina, con particolare riferimento alla Val Parina,
conosciuta ed apprezzata per essere uno dei siti naturalistici di rilevanza regionale (SIC Sito di
Interesse Comunitario) caratterizzato da ambiti di particolare pregio ambientale sottoposti a tutela
e conservazione.
Roncobello
Ardesio
Oltre il Colle
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Il progetto prevede la realizzazione di una strada di collegamento tra la località Mezzeno nel
comune di Roncobello e la località Valcanale nel Comune di Ardesio, passando attraverso il
territorio amministrativo di Oltre il Colle nei pressi del Passo Branchino.
Stralcio della Tavola Inquadramento Territoriale per il Protocollo d
Intesa
(Rif. Tavola: Studio di architettura ed ingegneria Papetti, dott.
geol. Cabassi, dott. forest. Enfissi)
L’area ricade nel territorio della Comunità Montana Valle Brembana (Comuni di Roncobello e Oltre
il Colle), della Comunità Montana Valle Seriana Superiore (Comune di Ardesio) e si sviluppa tra la
Valle Brembana e la valle Seriana ad una quota media di 1400 m slm.
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Localizzazione dei tre comuni interessati dal collegamento intervallivo rispetto al contesto
A nord il settore esaminato confina con la provincia di Sondrio e con la Valle di Scalve, mentre a
est della Val Seriana si sviluppa la Val Cavallina.
I due settori vallivi sono delimitati a ovest dal Fiume Brembo (Val Brembana) e a est dal Fiume
Serio (Val Seriana).
A nord l’area interessata confina con i comuni di isola di Fonda, Branzi, Carona, Valgoglio, Gromo,
a sud con Lenna, Serina, Villa d’Ogna, Parre, Serina, a ovest con Moio de Calvi, a est con
Oltessenda Alta.
I due abitati di Roncobello e di Ardesio si sviluppano a quote medie di 1007 m s.l.m. e di 675 m
s.l.m., l’abitato di Oltre il Colle si sviluppa ad una quota media di 1030 m.s.l.m.
Tali comuni sono localizzati in settori vallivi definiti di Alta Valle, condizione che, nel caso specifico
in oggetto, ha portato come conseguenza alcuni svantaggi in termini di sviluppo socio – economico
e altri vantaggi in termini di risorse naturalistico – ambientali e di potenzialità turistiche.
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Visione dell’orografia del luogo interessato dal passaggio del collegamento intervallivo.(Tratto da Google Map).
Tracciato indicativo del collegamento
La storia di questi comuni ha visto, in particolare per Roncobello e Oltre il Colle, il progressivo
abbandono del territorio, accompagnato da un calo demografico significativo.
Il comune di Ardesio si discosta da questa realtà che accomuna i territori dell’Alta Valle, in quanto
non ha conosciuto lo stesso graduale spopolamento, anzi in questi ultimi anni si è registrato un,
seppur minimo, incremento demografico legato al mantenimento delle attività produttive sul
territorio e conseguentemente del tessuto sociale.
A livello di sviluppo turistico tutte le località in esame hanno conosciuto un picco di affluenza
turistica negli anni ’60 e ’70, cui è seguito un progressivo abbandono delle località che continua
ancora oggi.
La zona interessata dal progetto dal punto di vista morfologico è caratterizzata, nel suo settore di
sviluppo centrale (Comuni di Oltre il Colle e Ardesio), dalla presenza di terrazzamenti prativi che
ospitano attività pastorali e da tipici alpeggi di alta quota sparsi sui dossi e lungo i versanti.
La strada di progetto, nel primo tratto che si svilupperà nel comune di Roncobello e nel primo
tratto del comune di Ardesio, percorrerà due assi vallivi rispettivamente percorsi dalla Valle di
Mezzeno e dal torrente Acqualina.
Si prevede che essa attraversi le località di Passo Branchino (1825 m s.l.m.), Baite Alpe Neel (1600
m s.l.m.), Rifugio Alpe Corte (1400 m s.l.m.), consentendo di disporre di un’infrastruttura
strategica per la sua multifunzionalità con tutta una serie di vantaggi e benefici in termini
Roncobello
Oltre il Colle
Ardesio
Lago Branchino
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economico – sociali che, per osmosi, contageranno non solo i dintorni più prossimi ma avranno
ricadute positive anche a scala sovra comunale.
Immagine del Rifugio Alpe Corte.
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1.2 Stato attuale dei luoghi
Durante i sopralluoghi effettuati all’inizio dell’autunno 2009 (rif. Allegato1 e allegato 2 al presente
documento) è risultata evidente l’ attrattiva dei luoghi che saranno interessati dal nuovo tracciato.
Partendo dalla località di Roncobello, (rif. Allegato 1) seguendo un percorso già esistente, aperto
da marzo ad ottobre, si arriva a Mezzeno (1596 m slm) in cui la strada si interrompe per dare
origine ad un percorso pedonale che si incammina nella valle in direzione sud-ovest risalendo in
maniera costante il versante con esposizione prevalente a nord-ovest verso il Passo di Marogella e
il Corno Branchino.
Inizio del percorso da Roncobello
Attraversando fasce boscate costituite per lo più da faggi, abeti rossi, abeti bianchi si attraversano
corsi d’acqua d’origine torrentizia, che, in questo periodo dell’anno, risultano del tutto asciutti.
Raggiunta una quota di circa 1.750 m s.l.m. la strada cambia direzione proseguendo verso est e
risalendo, nel territorio amministrativo di Oltre il Colle, fino al Passo Branchino (1.825 m sl.m.,
quota massima toccata dalla strada). In questo tratto sono diversi i punti caratterizzati da elevate
pendenze. Inoltre in alcune zone il percorso risulta solcato da alcune vallecole in corrispondenza
delle quali si osservano fenomeni di sconnessione a causa dei processi erosivi esercitati sullo
sterrato. La pendenza dei versanti lungo i quali il tracciato si sviluppa a mezza costa e la
concentrazione delle acque di ruscellamento superficiali sono causa e possono essere causa di
locali fenomeni di cedimento lungo i cigli della mulattiera esistente.
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Vallecole con fenomeni franosi lungo il sentiero verso il lago Branchino
Salendo di quota il paesaggio cambia completamente aprendosi a viste sulle vallate sottostanti e
sui particolari affioramenti rocciosi che si impongono sul paesaggio.
Aperture delle viste dal percorso verso il lago Branchino
Le aree interessate dal nuovo tracciato sono caratterizzate dalla presenza di boschi e, nel tratto
compreso tre l’Alpe Neel e il Passo del Branchino, da aree prative dedite a pascoli.
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Aree prative nei pressi del passo Branchino
Superato il passo Branchino, dopo una lunga salita, inizia la discesa verso la città di Ardesio lungo
il percorso che passa dal lago Branchino, già oggi meta di diverse passeggiate.
Lago Branchino Nuovo rifugio Branchino
Oltrepassato il lago Branchino la strada, ora nel Comune di Ardesio, si dirige verso sud-est
scendendo fino le baite di Alpe Nèel (1.560 e 1.620 m s.l.m. circa). Da qui la strada scende
rapidamente il versante a nord-est fino al Rifugio Alpe Corte (1.415 m s.l.m.) e infine prosegue
verso sud-est fino a raggiungere la strada già esistente che sale dall’abitato di Valcanale, frazione
di Ardesio, alla quota terminale di 1.110 m s.l.m.
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Questo secondo tratto è stato percorso in un successivo sopralluogo (rif. All. 2 al presente
documento) con il supporto di una jeep in quanto la strada risulta più o meno già carrabile, con
mezzi particolari, fino al rifugio Alpe Corte.
A differenza dell’area di Roncobello, il paesaggio di questo versante risulta nettamente più aperto e
ricco di aree prative e pascoli.
Aree prative e a pascolo nei pressi dell’Alpe Nèel
Anche in questo caso sono sorprendenti le viste che si aprono sul paesaggio naturale circostante
E’ indubbio che il paesaggio e la naturalità di questi luoghi sono ora accessibili da pochi buoni
camminatori/sportivi. Questo fatto rende i luoghi fruibili solo parzialmente, legando l’economia di
questo posto, ricco di potenzialità e naturalità, oltre che di spazi di accoglienza e ristoro, limitati a
sporadici momenti estivi di media frequentazione.
Nasce spontaneo, davanti a questi luoghi, pensare che questo paesaggio non deve rimanere un
pregio per pochi ma diventare un bene di tutti.
1.2.1 Vegetazione
L’area interessata dagli interventi in progetto, dal punto di vista tipologico forestale si colloca nella
Regione forestale mesalpica fino a sfiorare l’orizzonte subalpino alle quote più elevate verso il
Passo Branchino.
La regione mesalpica è da considerarsi quale fascia di transizione tra i primi rilievi montuosi che si
incontrano risalendo dalla pianura, in cui si trovano tipologie forestali a netta prevalenza di
latifoglie, e i principali rilievi alpini dove sono localizzate le formazioni di conifere.
Durante i sopralluoghi effettuati è emerso che le aree a bosco occupano diverse zone interessate
dal passaggio della strada, in particolare il medio-basso versante a nord-ovest del Corno
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Branchino, alcune aree nei pressi dell’Alpe Nèel ed il versante che scende all’Alpe Corte e quindi
tutto il tratto di strada terminale che va dal Rifugio Alpe Corte fino all’arrivo nei pressi dell’incrocio
con la strada che sale da Valcanale.
Formazione a bosco_Roncobello Formazione a bosco_Ardesio
Le formazioni forestali presenti risultano a netta prevalenza di conifere, diversamente consociate,
con partecipazione sporadica o comunque minoritarie di latifoglie; in particolare le conifere
presenti sono l’abete rosso (Picea abies) , il larice (Larix decidua) e in misura minore l’abete bianco
(Abies alba), presente in particolare nel versante in sinistra idrografica della Valcanale.
Per le latifoglie sono presenti faggi (Fagus sylvatica) e secondariamente acero montano (Acer
pseudoplatanus).
Salendo ad una quota più alta si trovano diversi ambiti di naturalità, in particolare le praterie alpine
(in particolare l’area nei pressi del Passo Branchino), le porzioni pascolive di alta quota, incolti
improduttivi (rocce), incolti forestali e formazioni boscate (alnete, mughete, formazioni di
maggiociondolo alpino, formazione di sorbo degli uccellatori) che nell’insieme determinano il
particolare paesaggio tipico delle aree alpine al di sopra del limite della vegetazione tipicamente
forestale.
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Scorci di vegetazione tipicamente forestale
Sono ampi i contesti territoriali interessati da aree a pascolo, localizzate nei pressi delle Baite di
Mezzeno, delle Baite dell’Alpe Nèel e delle Baite dell’Alpe Corte; queste sono caratterizzate dalla
presenza di bovini al pascolo tra giugno e settembre e da aree a bosco.
Va sottolineata la presenza dell’Alpe Neel, alpeggio di proprietà della provincia di Bergamo, che in
questa struttura gestisce attività sperimentali per la buona e corretta gestione dei pascoli.
Lungo il tragitto di progetto sono diverse le aree caratterizzate da affioramenti rocciosi, banconate
rocciose, creste, conoidi detritiche etc.; questi luoghi non sono in genere direttamente interessate
dal passaggio della strada così come quelle aree sottoposte a fenomeni di ricolonizzazione recenti
di tipo arboreo-arbustivo.
Area di recente rimboschimento
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Per quanto riguarda le formazioni presenti nelle zone interessate dal passaggio della strada e in
aree limitrofe si indicano sommariamente le seguenti tipologie forestali:
- peccete montane dei substrati silicatici presenti nel vasto versante in sinistra idrografica della
Valcanale (dal rifugio Alpe Corte fino all’arrivo della strada), fustaie di conifere caratterizzate dalla
presenza quasi esclusiva di abete rosso, con sporadici abeti bianchi o larici e singole latifoglie
(acero di monte, faggio, salicone, pioppo tremulo);
- peccete altimontane dei substrati carbonatici presenti nella porzione di alto versante in destra
idrografica della Valcanale ed in sinistra idrografica della vallata di Roncobello, fustaie di conifere
caratterizzate dalla presenza prevalente di abete rosso, accompagnato da larice e faggio;
alle quote inferiori in posizione di medio e basso versante tale tipo sfuma verso il piceo-faggeto dei
substrati carbonatici var. con larice.
Nei nuclei in cui prevale il faggio la tipologia di riferimento, in virtù dei substrati nei quali si
localizzano e delle quote, è quella delle faggete altimontane dei substrati carbonatici, al faggio
specie prevalente, al quale si accompagnano, in modo disomogenea, l’abete rosso, il larice, l’acero
di monte, il sorbo degli uccellatori, l’ontano verde.
In alcune aree alle quote più elevate si rilevano isolati nuclei di soprassuoli arbustivi con copertura
colma di ontano verde: la tipologia di riferimento è quella degli alneti di ontano verde; oltre
all’ontano sono presenti in maniera minoritaria e sporadica l’abete rosso, il larice, l’acero di monte,
il sorbo degli uccellatori ed il faggio.
In alcune aree si rileva la presenza di soprassuoli arbustivi con copertura colma con pino mugo
esclusivo e singoli abeti rossi, larici, ontani verdi la tipologia di riferimento è quelle mughete
mesoterme alle quote intermedie e delle mughete microterme alle quote più elevate.
1.2.2 Inquadramento faunistico
L’ampio contesto territoriale è interessato da numerose presenze faunistiche legate ai diversi
habitat presenti: praterie d’alta quota, aree boscate e cespuglieti, aree culminali d’alta quota e
pascoli. Ciò giustifica il vincolo a ZPS di gran parte del territorio del Parco Regionale delle Orobie
Bergamasche.
Sono state individuate specie animali presenti nella area più vasta, identificata nel Parco.
Negli ultimi anni è stato consistente lo sviluppo di ungulati in particolare caprioli e camosci, ed in
parte cervi e stambecchi, che hanno beneficiato delle condizioni di abbandono della montagna in
cui i boschi stanno piano piano riconquistando gli spazi abbandonati.
Tra questi animali tipici delle zone di prateria di alta quota, delle aree boscate , cespuglieti e delle
aree culminali di alta quota e pascoli, non mancano, per quanto riguarda i mammiferi i leporidi
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(lepre alpina), per i carnivori la volpe, i mustelidi quali ermellino, donnola, martora, faina e tasso,
nonché micromammiferi (muridi, microtidi, erinaceidi e soricidi).
In particolare sui pascoli alpini sono andate moltiplicandosi le marmotte e, di conseguenza, è
cresciuto anche il numero delle aquile reali, delle quali costituiscono il cibo preferito.
Tra gli altri rapaci, si ricordano falchi, poiane, gheppi, nibbi, corvi, che solitamente seguono le
correnti migratorie.
Tra i rapaci notturni sono presenti le civette e i barbagianni e il sempre più raro gufo reale.
Per quello che riguarda l’ittiofauna, solo in relazione alle forme torrentizie vere e proprie (quindi
limitatamente al territorio di Ardesio) possono esser presenti larve di vario tipo e trote ma solo di
allevamento e inserite nel contesto torrentizio esclusivamente per la stagione di pesca.
Per ciò che concerne rettili ed anfibi nella zona alpina sono diffuse, in generale, forme adatte ai
climi freddi di tipo montano: i rettili sono costituiti da lucertola vivipara, vipera comune, ramarri,
orbettini e colubri innocui.
Fra gli anfibi possono essere presenti la rana rossa di montagna e la salamandra pezzata, meno
diffusa la salamandra nera.
Le aree boscate di versante, i pascoli di alta quota e i prati di fondovalle diventano luoghi
preferenziali per le normali attività di approvvigionamento di cibo e riproduzione, mentre nel caso
dell’avifauna anche per la nidificazione.
Data la forte presenza di specie faunistiche di particolare pregio(rif. Schede BIOITALY allegate al
presente documento) durante l’esecuzione dei lavori per la realizzazione della strada è importante
ridurre al minimo gli effetti del cantiere sull’area e l’abbattimento delle specie arboree presenti,
oltre che ripristinare il più possibile lo stato dei luoghi.
E’ da tenere comunque in considerazione che l’esigua dimensione della strada, la precisa
localizzazione dei lavori e l’attenzione ai macchianari da utilizzare, oltre che la facilità di
spostamento delle specie animali, è plausibile ipotizzare che durante l’esecuzione degli stessi, le
specie possano momentaneamente rifugiarsi areali alternativi nelle vicinanze e che quindi gli
interventi in fase di realizzazione non inducano impatti significativi sulla componente faunistica.
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1.2.3 Sistema paesistico-ambientale
I tre comuni interessati dal progetto si collocano in un contesto di pregio caratterizzato da elevata
naturalità, in cui si riscontrano limitati e circoscritti fenomeni di antropizzazione.
I limitati collegamenti infrastrutturali, Roncobello dista circa 42 Km da Bergamo, Ardesio circa
38km, Oltre il Colle circa 47Km per un tempo di percorrenza pari a circa 60minuti per ciascun
paese, tendono ad isolare questi comuni tanto che le nuove generazioni si spostano più verso
Bergamo per motivi di studio e lavoro. Inoltre, i due paesi tra loro “dirimpettai” ovvero Roncobello
ed Ardesio risultano essere collocati su percorsi a sbocco cieco, privi quindi di un diretto
collegamento. E’ questo un importante motivo che supporta il collegamento delle due valli e, di
conseguenza, dei due comuni.
Al di là dell’abitato, che mostra le peculiarità tipiche paesi alpini (utilizzo di materiali costruttivi
quali legno e pietra, tetti spioventi a doppia falda, etc.), prevalgono i caratteri spontanei della
natura e dell’ambiente, per quanto concerne vegetazione, fauna e geomorfologia.
Favorire la fruizione e la conoscenza di luoghi di rilevanza paesistica e naturalistica si uniscono alla
natura dominante dando luogo a paesaggi unici: la somma Natura+Cultura =Paesaggio trova in
questi luoghi la migliore espressione.
Per quanto riguarda le emergenze paesaggistiche di questo territorio di pregio ambientale sono: le
vedrette e i nevai permanenti che costituiscono la struttura visibile e la sagoma dell’architettura
alpina che delineano lo spazio montano per eccellenza. Infatti le vette, i crinali e le sommità
assumono rilevanza paesistica e percettiva caratterizzando il paesaggio ed i relativi bacini
geografici, grazie anche alle masse nevose delle sommità che ne esaltano la luminosità e
l’imponenza.
All’interno di questa magnifica corona di roccia si osservano fitti versanti boscati alternati ad aree
prative e a pascoli d’alta quota. Questi elementi assumono un grande rilievo paesistico grazie al
particolare assetto vegetazionale per la presenza di aggregazioni botaniche diverse, per colore, per
volume, per estensione e per variabilità stagionale creando un ambiente significativo di elevata
naturalità.
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Altro elemento importante di questo paesaggio sono i pascoli d’alta quota che rappresentano la
strutturazione tipica del contesto agrario di montagna oggi passibile di scomparsa.
La percezione della natura dei luoghi, della bellezza degli spazi e delle viste su ambiti
particolarmente suggestivi è a 360°.
E’ all’interno di questo contesto si va a sviluppare il tracciato che in questo modo potrà godere di
questi importanti panorami in ambiti particolarmente ricchi di naturalità e di aree verde protette.
Questo discorso fruitivo acquista una forte valenza culturale e di conoscenza di questi siti
attualmente privilegio di pochi.
Tale peculiarità ambientale trova giustificazione nel fatto che l’area interessata dal tracciato cada
all’interno del ben più ampio Parco Regionale delle Orobie Bergamasche direttamente confinante
con il Parco Regionale delle Orobie Valtellinesi, all’interno del quale sono presenti siti appartenenti
al progetto Rete natura 2000, quali Siti di Interesse Comunitario e Zone di Protezione Speciale,
oltre ad essere presenti Parchi Locali di Interesse Sovracomunle.
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Inquadramento delle aree protette presenti nell’intorno dell’area di intervento.
Il Parco Regionale delle Orobie Bergamasche occupa un’ampia superficie di circa 70.000 ettari ad
elevata naturalità. Esso comprende un totale di 44 comuni includendo le Comunità Montane della
Valle Seriana Superiore, della Val di Scalve e della Val Brembana con un’altimetria che parte da
400 m slm fino a vette intorno a 3.000m slm (Pizzo Redorta, Pizzo Coca)
Il Parco offre oltre 1.000 Km di percorsi più o meno impegnativi. Tra tutti spicca il “Sentiero dei
fiori”, vero e proprio giardino botanico d’alta quota che si sviluppa lungo i versanti del Monte Arera
attorno ai 2.000 metri d’altezza, ed il “Sentiero delle Orobie”, che, con un tracciato lungo oltre 85
km, attraversa, di rifugio in rifugio, tutte le Prealpi orobiche.
L'ambiente del Parco, per la varietà delle sue esposizioni, per la ricchezza delle sue acque
superficiali, per le sue notevoli variazioni altimetriche, e per la vastità del territorio, che comprende
un’ampia varietà di ambienti e di paesaggi vegetali, presenta un patrimonio floristico
particolarmente ricco sia per numero di specie sia per rarità di alcune di esse. In particolare
erbacee endemiche, quali la linaria bergamasca (Linaria tongizii) o la sassifraga della Presolana
(Saxifraga presolanensis).
Roncobello
Oltre il Colle
Ardesio
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Tanto è ampio il patrimonio floristico quanto quello faunistico in quanto il Parco costituisce uno dei
luoghi più significativi di tutte le Alpi Centrali per al presenza di gasteropodi, aracnidi, uccelli, rettili,
e mammiferi.
Mappa del Parco Regionale delle Orobie (rif. Sito www.parcodelleorobie.it)
Per quanto riguarda l’area di interesse essa ricade all’interno del più ampio Parco delle Orobie
Bergamasche al cui interno è localizzata la più grande Zona di Protezione Speciale (ZPS) delle Alpi
lombarde e una delle più estese in assoluto della Regione Lombardia.
La Commissione Ambiente Europea ha riconosciuto l’85% del territorio del Parco come parte della
Rete Natura 2000, istituendovi Zone di Protezione Speciale (ZPS) e Siti d’Importanza Comunitaria
(SIC) nei territori più ricchi di biodiversità.
Rete Natura 2000 è un progetto che trae origine dalla Direttiva dell'Unione Europea n. 43 del 1992
denominata "Habitat". La finalità di tale direttiva è volta alla conservazione della diversità biologica
presente nel territorio dell'Unione stessa e, in particolare, alla tutela di una serie di habitat e di
specie animali e vegetali particolarmente rari.
Tale progetto ha visto la realizzazione, da parte degli Stati dell'Unione Europea, della costituzione
della rete ecologica denominata Natura 2000 in funzione della presenza e della rappresentatività
sul proprio territorio di questi ambienti e delle specie, individuando aree di particolare pregio
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ambientale denominate Siti di Importanza Comunitaria (SIC), ai quali vanno aggiunte le Zone di
Protezione Speciale (ZPS), previste dalla Direttiva n. 409 del 1979, denominata "Uccelli".
Da qui la Rete Natura 2000 in Lombardia è costituita da 183 SIC (Siti di interesse comunitario) e
66 ZPS (Zone di Protezione Speciale).
Per quanto riguarda la ZPS Parco delle Orobie Bergamasche, istituita dalla DGR n. 1791/06 del
25/01/2006, essa è stata rivista ed ampliata nel 2007 grazie all’accorpamento di ulteriori 6 siti ZPS
già presenti. La superficie complessiva è circa pari a 49.000 ettari.
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Stralcio della DGR 18 giugno 2007 n.8/5119
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Stralcio dell’all. C9 della DGR 18 giugno 2007 n.8/5119, relativo all’ampliamento della ZPS del Parco Regionale delle
Orobie
Sono 9 le aree SIC all’interno del Parco e, nello specifico, sono 3 quelle più vicine all’area
interessata dal collegamento intervallivo.
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Nello specifico esse sono:
- IT2060003: Alta Val Brembana, Laghi Gemelli
- IT2060008 Valle Parina
- IT2060009 Val Nossana_Cima di Grem
Tavola di inquadramento aree SIC
Di seguito vengono riportati gli stralci delle schede BIOITALY di pertinenza della ZPS Parco delle
Orobie e dei 3 SIC sopra menzionati con relativa cartografia.
IT2060008
IT2060009
IT2060003
Ardesio Roncobello
Oltre il Colle
Oltre il Colle
Siti di importanza comunitaria
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Zona di Protezione Speciale (ZPS): Parco Regionale Orobie Bergamasche (IT2060401)
(tratto da schede BIOITALY RETE 2000 Data Form)
Tipo sito: ZPS IT2060401 Parco Regionale Orobie Bergamasche
Carta dei confini della Zona di Protezione Speciale
Estensione: 48973 ha Caratteristiche del sito L’area, ubicata sul versante bergamasco delle Orobie, comprende i principali habitat propri
dell'orizzonte alpino. Il sito è caratterizzato da un'elevata escursione altitudinale, in esso si trovano
importanti rilievi che arrivano ai 3000 m. Gli ambienti più rappresentativi sono le formazioni
boschive, presenti sia con estese foreste di latifoglie, in particolare faggete, sia con i boschi di
conifere, in particolare abete e larice. Altri ambienti di grande valore naturalistico presenti nell'area
sono le praterie e i pascoli sia della fascia alto-collinare che delle quote elevate, a cui si uniscono le
zone rocciose poste alle quote maggiori e al di sopra del limite della vegetazione arborea. La fauna
dell'area è costituita dalla tipica fauna alpina, risultano presenti ungulati, rapaci diurni e notturni,
tra i quali spiccano Aquila reale e Gufo reale. Ben rappresentati anche Galliformi e Fasianidi, con
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elementi di spicco della fauna alpina come Pernice bianca, mentre risulta cospicua la popolazione
di invertebrati che popolano le estese fasce boschive.
Non sono noti evidenti elementi di disturbo, tuttavia occorre una regolamentazione più efficace
della fruizione antropica del territorio, in particolare delle aree di maggior pregio naturalistico
all'interno del Parco Regionale. Il mantenimento della diversità nell'assetto forestale, in termini di
età degli elementi arborei, di composizione floristica e densità, risultano di importanza
determinante per la conservazione in particolare dei Tetraonidi. In alcune aree si registra una
elevata concentrazione di bacini artificiali connessi alla produzione di energia idroelettrica, con
strade e infrastrutture annesse, unita alla presenza di impianti sciistici in espansione. Le zone
meridionali del sito, poste a bassa quota, presentano un elevato rischio di incendio.
Sito di Interesse Comunitario: IT2060003: Alta Val Brembana, Laghi Gemelli
(tratto da schede BIOITALY RETE 2000 Data Form)
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Estensione: 48973 ha
Caratteristiche del sito
L'importanza del sito è data dall'elevata diversità di habitat, in condizioni di buona conservazione,
dalle formazioni forestali di aghifoglie alle praterie naturali dei crinali e dei versanti più acclivi, fino
alla vegetazione delle pietraie e delle rupi silicee. Va sottolineata l'estesa presenza di coltri
detritiche più o meno consolidate che ospitano stazioni di Viola comollia e Androsace alpina e di
pareti rocciose silicee con vegetazione casmofitica di rupi silicee fra cui si annoverano Androsace
vandelli, Phyteuma hedraianthyfolium, Primula hirsuta. Degni di nota sono i megaforbieti in cui
spicca l'endemita orobico Sanguisorba dodecandra e i varieti a Festuca scabriculmis endemismo
che caratterizza i versanti sud occidentali dell'arco alpino. Significativa è la presenza di piccole
torbiere di transizione con una ricca vegetazione igrofila a Sheuchzeria palustris. Sulle pendici del
M. Cabianca da segnalare, nelle stazioni più acclivi, la presenza di Pinus cembra. Tra le specie di
maggior pregio spicca, oltre alle già citate, Listera cordata.
Particolarmente diversificata risulta la zoocenosi vertebrata dell'orizzonte alpino e nivale, in cui
elemento significativo risulta la presenza regolare di Aquila chrysaetos. Buone le presenze
numeriche di tetraonidi tra cui spicca Lagopus mutus e il fasianide Alectoris graeca. Il modesto
grado di antropizzazione dell'area di pertinenza del sito favorisce il buon livello di conservazione
degli habitat che lo caratterizzano. Il maggiore fattore di rischio per gli habitat del sito è legato alla
presenza di una elevata concentrazione di bacini idrici artificiali connessi alla produzione di energia
idroelettrica e delle relative infrastrutture di servizio e strade.
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- Sito di Interesse Comunitario: IT2060008 Valle Parina
(tratto da schede BIOITALY RETE 2000 Data Form)
- Estensione: 2225 ha
Caratteristiche del sito
L’importanza di questo SIC è connessa all’eccezionale espressione degli habitat di forra (boschi
di forra, sorgenti pietrificanti, rupi strapiombanti), alla continuità delle formazioni forestali e al
ridotto impatto antropico (assenza di infrastrutture), tra i più bassi sul versante meridionale del
rilievo orobico.
Si segnala in particolare l’espressione di tipologie forestali proprie dell’ orizzonte montano
inferiore in territorio carbonatico su pendii acclivi (ostriofaggeti) e di boscaglie xerofitiche
caratterizzate da Cytisus emeriflorus (citiso a fiori d’emero), arbusto subendemico delle Prealpi
Lombarde. Queste peculiari vegetazioni trovano difficile collocazione negli habitat individuati
dalla direttiva 92/43/CEE. Nella cartografia realizzata nell’ambito del monitoraggio degli habitat
(novembre 2003) gli ostrio-faggeti sono stati inclusi nell’habitat 9150. La qualità degli habitat è
buona, anche se la vegetazione forestale si presenta parzialmente destrutturata a causa di
frequenti incendi e di interventi di ceduazione che non consentono il mantenimento di
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esemplari maturi. Pertanto il soprassuolo è spesso coetaneo e gli esemplari non raggiungono
dimensioni e struttura adeguata a garantire la diversificazione dei microhabitat per l’ avifauna e
la fauna a mammiferi. E’ molto significativa la componente floristica, ricca di specie rare e di
specie endemiche delle Prealpi Meridionali. Notevole anche la componente faunistica. Rilevante
l'aspetto paesaggistico. In 3.3 sono state incluse specie endemiche delle Prealpi Lombarde
(motivazione B) e specie subendemiche importanti nella caratterizzazione di peculiari tipologie
di vegetazioni esclusive delle Prealpi (esempio: firmeti, vallette nivali,vegetazione pioniera dei
ghiaioni) (motivazione D). Discreta è la presenza di avifauna, poiché la zona è poco accessibile
per motivi i carattere viabilistico. Spiccano numericamente i tetraonidi come Tetrao tetrix
numeroso nel SIC considerato e Aquila chrysaetos (nidificante). La zona non presenta
particolari problemi di conservazione della fauna a causa della scarsa accessibilità e del basso
disturbo. Gran parte del SIC Val Parina è ubicato a quote modeste (600-1500 m s.l.m.) e in
esposizione sud. Queste condizioni predispongono l’area ad incendi, che negli scorsi decenni
hanno interessato vaste superfici pressochè inaccessibili alle squadre antincendio. Lo sviluppo
di molinieti a seguito di incendi e l’abbandono delle pratiche tradizionali di sfalcio del “fieno
magro” hanno favorito la riforestazione spontanea. Frequenti interventi di prelievo di legname
anche a carico di superfici danneggiate da incendio hanno però limitato la rigenerazione delle
aree forestali e soprattutto non hanno favorito né lo sviluppo di esemplari da seme né il
mantenimento di esemplari maturi o vetusti di grande importanza ecologica.
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- Sito di Interesse Comunitario: IT2060009 Val Nossana_Cima di Grem
(tratto da schede BIOITALY RETE 2000 Data Form)
- Estensione: 3369 ha
Caratteristiche del sito
Merita attenzione conservazionistica speciale Linaria tonzigii ad areale molto ristretto, esclusiva
del settore bergamasco delle Prealpi Lombarde, elencata nell’allegato 2 della direttiva
92/43/CEE. Nell’area del SIC sono presenti parte delle popolazioni più numerose di questa
specie (Valle d’Arera, Circo del Mandrone) valutabili, in base alle superfici interessate, intorno
al 40-50% dell’intera consistenza di individui oggi viventi di questa specie.
La fauna è qualitativamente importante in quanto spiccano diverse specie appartenenti sia al
gruppo più propriamente alpino, sia a quello basso montano collinare. L'avifauna presenta
diverse specie di accipitridi e falconidi nidificanti (Aquila chrysaetos, Milvus migrans, Pernis
apivorus, Falco peregrinus). Non mancano i tetraonidi (Tetrao tetrix, Bonasa bonasia), mentre
compare accidentalmente Tetrao urugallus. Abbastanza diffusa è Alectoris graeca. Importante
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è la presenza di rapaci notturni tra cui (Bubo bubo e Aegolius funereus). Tra gli elementi più
spiccatamente termofili spicca nella zona delle miniere Golla-Grem Lanius collurio. Importante
è per la zona la gestione forestale per la sopravvivenza di alcune entità faunistiche legate ai
boschi misti di conifere, con presenza anche di esemplari deperienti (Dryocopus martius,
Aegolius funereus), ma anche il mantenimento delle aree aperte usate dai rapaci diurni e
notturni (Bubo bubo) come territorio di caccia. La conservazione e il rinnovo delle abbeverate
dei bovini sono importanti per la sopravvivenza dei due taxa di anfibi inclusi nella Direttiva
Habitat, Bombina variegata e Triturus carnifex. Entrambe pur presenti con popolazioni
localmente significative, sono strettamente dipendenti dalle attività agricole. Triturus carnifex
qui raggiunge sul monte Golla, la quota record per le Alpi (1675 m). Il “Sentiero dei Fiori” è
frequentato da un crescente afflusso di turisti, anche botanici, provenienti da tutta Europa.
Dovrebbe quindi essere regolamentato l’afflusso e previsti regimi speciali di protezione e
sorveglianza. Gli habitat più ricchi di specie endemiche sono soggetti ad intensa attività
morfogenetica per la caduta di detriti e valanghe. Essi sono minacciati da progetti di impianti
sciisitici e per gli habitat di Linaria tonzigii è da prevedere la designazione di zone speciali di
conservazione. In proposito, l’elevato afflusso di turisti (anche botanici) e la raccolta, lungo il
“Sentiero dei fiori”, di parte della pianta anche per scopi scientifici, andrebbero regolamentati.
Per garantire la sopravvivenza della specie, dovrebbe esserne approfondita l’ecologia
riproduttiva attraverso indagini sperimentali in sito.
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2. Quadro di riferimento programmatico
In considerazione della finalità di questo studio, che mira a valutare l’incidenza dell’opera in
esame sugli aspetti naturalistici e paesaggistici, il presente capitolo intende analizzare gli
strumenti di pianificazione territoriale vigenti che affrontano, all’interno dei loro documenti, le
tematiche paesistico-ambientali.
2.1 Piano Territoriale Regionale e Piano Paesistico Regionale
Il Piano Territoriale Regionale (P.T.R.) della Lombardia, approvato con Deliberazione della Consiglio
Regionale n. 951 del 19/01/2010 , è strumento di supporto a tutte le attività che interessano
direttamente e indirettamente il territorio regionale, quale punto di convergenza di temi cruciali per
il futuro della regione, che corrispondono alle questioni di compatibilità tra crescita economica e
qualità della vita nel suo complesso, in termini di ambiente, accessibilità, sicurezza, bellezza e
paesaggio.
Il PTR vuole essere lo strumento di riferimento rispetto al quale le azioni sul territorio, da chiunque
promosse, possano trovare un efficacie coordinamento, solo così è contemperare le diverse
esigenze locali e verificare la compatibilità con gli obiettivi di sviluppo territoriale più generale.
Il PTR identifica anche le zone di preservazione e salvaguardia ambientale, con riferimento diretto
al macro obiettivo “Proteggere e valorizzare le risorse della Regione”. In quanto la valorizzazione
delle risorse ambientali, paesaggistiche, naturali, ecologiche ha contestualmente l’effetto di
concorrere all’ulteriore rafforzamento della competitività regionale e di consentire a ciascun
territorio di sviluppare il proprio potenziale. La costruzione e il potenziamento di un territorio di
qualità, anche dal punto di vista paesistico-ambientale è fondamentale per migliorare la vita dei
cittadini e per favorire la fruizione sociale degli spazi.
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Estratto tavola “Zone di preservazione e salvaguardia ambientale” del PTR Lombardia
In considerazione del fatto che le politiche e le programmazioni originano molteplici geometrie sul
territorio e le azioni (progettuali e settoriali) che ne discendono si rivolgono a contesti differenti e
ambiti definiti di volta in volta in funzione dello specifico intervento; la Regione Lombardia, alla
luce di tale complessità e della necessità di garantire un generale coordinamento e confronto, ha
suddiviso il territorio lombardo in Sistemi Territoriali. Questi come chiave territoriale di lettura sia
per potenzialità e debolezze del territorio, sia per le opportunità e le minacce che emergono per il
suo sviluppo.
L’area di studio ricade all’interno del “Sistema Territoriale” della Montagna quale ambito territoriale
articolato nella struttura geografica, con altitudini, situazioni climatiche e ambientali molto diverse.
Complessivamente tutti i differenti ambiti che la compongono intrattengono con la restante parte
del territorio regionale relazioni che ne fanno un tutt’uno distinguibile, su cui peraltro si è
incentrata e si incentra molta parte dell’azione regionale volta alla valorizzazione, allo sviluppo e
alla tutela del territorio montano, oltre che agli interventi di difesa del suolo.
Area di studio
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Estratto tavola “I Sistemi territoriali del PTR” del PTR Lombardia
Per quanto riguarda i temi di paesaggio, il PTR, ai sensi dell’art. 19 della LR 12/2005, aggiorna ed
integra le disposizioni generali rispetto al PTPR (Piano territoriale Paesistico Regionale) del 2001,
implementando contenuti ed indirizzi ed adeguando la parte prescrittiva ai sensi delle ultime novità
a livello normativo-procedurale.
L’aggiornamento delle scelte di valorizzazione del paesaggio regionale, correlata alla redazione del
PTR, ha costituito l’occasione per una maggiore integrazione tra pianificazione territoriale e
urbanistica e pianificazione del paesaggio, ma anche per un’importante correlazione con le altre
pianificazioni del territorio, e in particolare quelle di difesa del suolo e ambientali.
Si conferma e specifica così ulteriormente il sistema di pianificazione paesaggistica, in un'ottica di
sussidiarietà e responsabilità dei diversi livelli di governo del territorio, e si rafforza il ruolo del
Piano Paesaggistico Regionale quale riferimento e disciplina del governo del territorio della Regione
Lombardia.
Le misure di indirizzo si sviluppano in stretta e reciproca relazione con le priorità e gli obiettivi del
Piano Territoriale Regionale, con specifica attenzione ai temi della riqualificazione paesaggistica e
del contenimento dei fenomeni di degrado.
Dall’analisi della tavole del PTPR significative ai fini di questo documento, si può affermare che nel
caso in esame il territorio oggetto di studio rientra nell’Unità Tipologiche di Paesaggio della fascia
Area di studio
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alpina, quale penisola all’interno della fascia prealpina, caratterizzata per la presenza di “paesaggi
delle energie di rilievo”.
Estratto tavola “Ambiti Geografici e Unità Tipologiche di Paesaggio” del PTPR Lombardia
Ai fini della tutela paesaggistica il PTPR definisce vasti ambiti nei quali la pressione antropica è
storicamente limitata, come “ambiti di elevata naturalità”. Il contesto oggetto d’intervento ricade
proprio all’interno di questa tipologia di aree per le quali si persegue sostanzialmente:
- il recupero e la tutela delle caratteristiche morfologiche e vegetazionali dei luoghi;
- la promozione di azioni che consentano di mantenere il territorio, la sicurezza e le condizioni di
vita quotidiana di coloro che vi risiedono e vi lavorano, alla produttività delle tradizionali attività
agro-silvo-pastorali;
- l’incentivazione di forme di turismo sostenibile attraverso la fruizione rispettosa dell’ambiente.
Inoltre tra le attività previste senza specifiche limitazioni si elencano anche “eventuali nuove
strade, necessarie per consentire l’accesso ad attività già insediate, realizzate nel rispetto
della conformazione naturale dei luoghi e della vegetazione, con larghezza massima
della carreggiata di metri 3,50 e piazzole di scambio”.
Area di studio
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Estratto tavola “Quadro di riferimento della disciplina paesaggistica regionale” del PTPR Lombardia
2.2 La Rete Ecologica Regionale
La Rete Ecologica Regionale (RER) è la modalità per raggiungere le finalità previste in materia di
biodiversità e servizi ecosistemici, a partire dalla Strategia di Sviluppo Sostenibile Europea (2006) e
dalla Convenzione internazionale di Rio de Janeiro (5 giugno 1992) sulla diversità biologica.
Essa viene costruita con i seguenti obiettivi generali:
- riconoscere le aree prioritarie per la biodiversità;
- individuare un insieme di aree e azioni prioritarie per i programmi di riequilibrio ecosistemico e di
ricostruzione naturalistica;
- fornire lo scenario ecosistemico di riferimento e i collegamenti funzionali per: l’inclusione
dell’insieme dei SIC e delle ZPS nella Rete Natura 2000 (Direttiva Comunitaria 92/43/CE); il
mantenimento delle funzionalità naturalistiche ed ecologiche del sistema delle Aree Protette
nazionali e regionali; l’identificazione degli elementi di attenzione da considerare nelle diverse
procedure di Valutazione Ambientale
- articolare il complesso dei servizi eco sistemici rispetto al territorio, attraverso il riconoscimento
delle reti ecologiche di livello provinciale e locale.
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La dimensione della Rete si sviluppa a livello regionale inquadrandosi nel più vasto scenario
territoriale ambientale delle regioni biogeografiche alpina e padana attraverso uno schema
direttore che individua:
- siti di Rete Natura 2000;
- Parchi, Riserve naturali, Monumenti naturali e Parchi Locali di Interesse Sovracomunale (PLIS);
- principali direttrici di frammentazione dei sistemi di relazione ecologica;
- ambiti prioritari (gangli) di riqualificazione in contesti ecologicamente impoveriti;
- corridoi ecologici primari, da conservare ovvero ricostruire mediante azioni di rinaturalizzazione
- principali progetti regionali di rinaturalizzazione.
Con la deliberazione n. 8/8515 del 26 novembre 2008, la Giunta ha approvato il progetto Rete
Ecologica Regionale, come già previsto nelle precedenti deliberazioni n.6447/2008 (documento di
piano del PTR contenente la tavola di Rete Ecologica) e n.6415/2007 (prima parte dei Criteri per
l’interconnessione della Rete con gli strumenti di programmazione degli enti locali).
La Rete Ecologica Regionale (RER), riconosciuta come infrastruttura prioritaria del Piano
Territoriale Regionale, costituisce strumento orientativo per la pianificazione regionale e locale.
La RER, e i criteri per la sua implementazione, si propongono di fornire al Piano Territoriale
Regionale il quadro delle sensibilità prioritarie naturalistiche esistenti, ed un disegno degli elementi
portanti dell’ecosistema di riferimento per la valutazione di punti di forza e debolezza, di
opportunità e minacce presenti sul territorio regionale. In sostanza fornisce un quadro orientativo
di natura naturalistica ed ecosistemica, e delle opportunità per individuare azioni di piano
compatibili e indispensabili per la composizione e la concreta salvaguardia della Rete nell'ambito
dell'attività di pianificazione e programmazione.
Il documento "RER - Rete Ecologica Regionale" illustra la struttura della Rete e degli
elementi che la costituiscono, rimandando ai 99 settori in scala 1:25.000, in cui è suddivisa l'area
di pianura, ossia il contesto più problematico, rimando non attuato per l'ambito montano,
ossia il contesto regionale che ad esclusione di alcune aree abbastanza circoscritte, presenta un
quadro di connettività ecologica per fortuna ancora sufficientemente salvaguardato.
La traduzione sul territorio della RER avviene mediante i progetti di Rete Ecologica Provinciale e
Locali che, sulla base di uno specifico Documento di Indirizzi, dettagliano la RER.
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2.3 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale
Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale è lo strumento di pianificazione che definisce gli
obiettivi di assetto e tutela del territorio provinciale, indirizza la programmazione socio-economica
della Provincia ed ha valore di piano paesaggistico-ambientale. Il Piano inoltre raccorda le politiche
settoriali di competenza provinciale e indirizza e coordina la pianificazione urbanistica dei Comuni.
E' dal 1990, con la riforma delle Autonomie Locali varata dalla legge 142, che le Province hanno
assunto funzioni di pianificazione territoriale, insieme ai Comuni e alle Regioni. Il nuovo Testo
Unico sugli Enti Locali (D.lgs. 267/2000) ha confermato il ruolo e i compiti della Provincia in questo
campo e ha definito le finalità e i contenuti del Piano Territoriale di Coordinamento. In Lombardia i
contenuti del PTCP sono stati specificati prima dalla legge regionale 1/2000 e, più recentemente,
dalla legge regionale di governo del territorio n. 12/2005.
Il PTCP della Provincia di Bergamo è stato adottato con deliberazione del Consiglio Provinciale n.40
del 22.04.2004. Il piano ha assunto il tema dello sviluppo sostenibile quale base dell'azione
pianificatoria. Persegue finalità di valorizzazione paesistica, di tutela dell’ambiente, di supporto allo
sviluppo economico e all’identità culturale e sociale di ciascun ambito territoriale, di miglioramento
qualitativo del sistema insediativo e infrastrutturale.
Il Piano è stato elaborato e approvato ai sensi della L.R. 1/2000 ed è pertanto in corso il suo
adeguamento alla Legge Regionale di Governo del Territorio (L.R. 12/2005 e smi).
Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale si pone rispetto alla pianificazione urbanistica
degli Enti Locali come uno strumento fondamentale di indirizzo e confronto, e definisce con
chiarezza le linee di gestione per il territorio provinciale e "le indicazioni degli elementi cogenti per
la pianificazione urbanistica locale nel quadro degli elementi e degli indirizzi di interesse
sovracomunale”.
Nello specifico il PTCP sulla base delle proposte dei Comuni e degli altri Enti Locali, ed in coerenza
con gli indirizzi ed i criteri della Giunta Regionale nonché con gli strumenti di pianificazione e
programmazione regionale, ha la funzione di coordinare l'individuazione degli obiettivi generali
relativi all'assetto ed alla tutela territoriale e, in relazione a tale individuazione, di definire le
conseguenti politiche, misure ed interventi da attuare di competenza provinciale.
In materia di paesaggio il PTCP si configura come strumento per definire, con maggior dettaglio
rispetto al PTPR, gli elementi che conservano ancora i caratteri di naturalità e quelli che hanno
assistito ad una progressiva antropizzazione. Vengono valutati così gli aspetti qualitativi da
tutelare, valorizzare e riqualificare.
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Al fine di identificare un ambito di riferimento fondamentale e prescrittivo per la definizione dei
contesti paesistici degli strumenti urbanistici comunali, la Provincia definisce le “Unità di
Paesaggio”. Nello specifico l’area oggetto di studio ricade al limite nord della “fascia prealpina”
caratterizzata da “Paesaggi della montagna e delle dorsali prealpine” .
Estratto tavola “Ambiti geografici e unità tipologiche di paesaggio” del PTCP Bergamo
Per quanto concerne gli ambiti di tutela e di valorizzazione ambientale il PTCP individua il contesto
territoriale di riferimento quale paesaggio della naturalità in quanto si riscontrano limitati e
circoscritti fenomeni di antropizzazione e prevalgono i caratteri spontanei della natura e
dell’ambiente, negli aspetti geomorfologici, biologici e vegetazionali.
Nello specifico l’area interessata dall’intervento si inserisce nel “sistema delle aree culminali” e dei
“versanti boscati”. Per tali ambienti si applicano sostanzialmente prescrizioni di salvaguardia e
valorizzazione al fine di garantire la piena percezione “dell’architettura alpina”. Sono così ammessi
interventi finalizzati alla conduzione agro-silvo-pastorale o all’attività turistica
riconosciuta dai Piani di Settore o da Piani Particolareggiati di iniziativa comunale o sovracomunale
predisposti di concerto con la Provincia.
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Estratto tavola “Tutela, riqualificazione e valorizzazione ambientale e paesistica del territorio” del PTCP Bergamo
Per quanto riguarda il sistema viabilistico la Provincia stessa, nei suoi elaborati, afferma che
“nonostante alcuni interventi migliorativi, non può affermarsi, allo stato attuale, che la mobilità nel
territorio provinciale possa considerarsi ad un livello soddisfacente ma, al contrario, decisamente
deficitaria ed in grave ritardo in tale realizzazioni viabilistiche mentre del tutto assenti i richiesti
adeguamenti delle linee ferrovie”.
In tal senso gli obiettivi che il sistema della mobilità deve assicurare la migliore accessibilità
territoriale, anche in modo integrato, delle diverse aree geografiche della provincia ed il
collegamento delle reti provinciali del trasporto con quelle regionali e nazionali, a supporto di uno
sviluppo socio-economico. Gli interventi di adeguamento e di potenziamento della rete viaria
devono garantire il miglioramento della qualità urbana, la sicurezza, la fluidificazione del traffico,
favorendo l’organizzazione gerarchica della rete in relazione alle funzioni assegnate a ciascuna
strada.
Per l’ambito d’intervento la Provincia prevede la realizzazione di una “strada locale”
(categoria F) in parte in galleria. Questa in quanto strada intervalliva deve assicurare i
rapporti tra le popolazioni di vallate vicine, questa assume un carattere puramente
socio-economico (legato alla produzione e commercio dei prodotti locali) e uno
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prettamente turistico, legato alla rilevanza paesistica e naturalistica dei territori
attraversati.
La Provincia, all’art. 82 delle NTA del PTCP, definisce per tali infrastrutture di natura intervalliva,
“di interesse prevalentemente turistico, interessanti aree di particolare pregio
paesistico-ambientale, prevalentemente in area montana, con caratteristiche
complesse e traffico contenuto”, i criteri progettuali.
In sostanza si prevede un dimensionamento pari a: 7,5 metri per la piattaforma stradale (due
corsie di marcia da 3 metri e due banchine di 0,75 metri) e la necessità di corredare l’opera
viabilistica con uno studio di inserimento ambientale con l’eventuale indicazione per l’adozione di
misure di valorizzazione del paesaggio anche tramite la piantagione di vegetazione autoctona.
Estratto tavola “Quadro integrato delle reti e dei sistemi” del PTCP Bergamo
Dal quadro complessivo di organizzazione del territorio, rappresentato nella tavola “Organizzazione
del territorio e sistemi insediativi”, che nasce dalle considerazioni complessive effettuate sulle
qualità e potenzialità del territorio, l’area oggetto di studio si riconferma quale ambito montano
d’alta quota caratterizzato dalla presenza di versanti boscati di qualità e attraversato dal tracciato
di strada intervalliva in previsione, con un tratto in galleria.
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Estratto tavola “Organizzazione del territorio e sistemi insediativi”del PTCP Bergamo
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2.4 Piano di Indirizzo Forestale (P.I.F.)
Il Piano di Indirizzo Forestale costituisce uno strumento di analisi ed indirizzo per la gestione
dell’intero territorio forestale.
Si configura come strumento di raccordo tra la pianificazione forestale e la pianificazione
territoriale di supporto per la definizione delle priorità nell’erogazione di incentivi e contributi e per
la individuazione delle attività selvicolturali da svolgere. Oltre a definire le aree in cui può essere
autorizzata una trasformazione, il PIF stabilisce le tipologie, caratteristiche qualitative e
quantitative e localizzazione dei relativi interventi di natura compensativa.
La normativa di riferimento è la recente LR 31/2008, la Dgr n.13899/2003 con i criteri di redazione
dei PIF, e dai Criteri e procedure per la redazione e l’approvazione dei piani di indirizzo forestale di
cui alla Deliberazione della Giunta Regionale n.7728 del 24 luglio 2008.
Per quanto concerne il PIF per il contesto oggetto di studio si è definitivamente chiarito con le
DD.GG Qualità dell’Ambiente e Agricoltura che spetta alle tre comunità montane la redazione di tali
strumenti relativi ai rispettivi territori, e che successivamente il Parco unirà e coordinerà, con
eventuali modifiche ed integrazioni, i tre strumenti per giungere all’approvazione del PIF Parco
delle Orobie bergamasche.
A partire da questi presuppostisi va delineando un percorso concettualmente simile a quello di
trasformazione dei Piani Naturalistici Comunali nel Piano naturalistico del Parco.
Non si pone pertanto il problema della coerenza del Piano Naturalistico con i PIF perché il PIF della
Provincia di Bergamo sarà necessariamente coerente con le previsioni e le finalità insite nel Piano
Naturalistico del Parco delle Orobie Bergamasche.” (tratto da “Percorso di attuazione del Piano
Naturalistico Comunale” adottato con Deliberazione di Consiglio di Amministrazione del Consorzio
Parco Orobie Bergamasche n. 4 del 5 febbraio 2009).
2.5 Parco Regionale delle Orobie Bergamasche: il Piano Naturalistico
Il Parco delle Orobie Bergamasche, istituito con LL.RR. n. 56 del 15/09/1989 e n.59 del
12/05/1990, privo di un proprio Piano Territoriale di Coordinamento, sta attuando la proposta di
redazione di un Piano Naturalistico del Parco che rappresenta una nuova ipotesi di “Piano per la
gestione attiva del Parco”, attraverso un processo condiviso con tutti i comuni appartenenti al
consorzio.
Il “Percorso di attuazione del Piano Naturalistico Comunale” è stato adottato con Deliberazione di
Consiglio di Amministrazione del Consorzio Parco Orobie Bergamasche n. 4 del 5 febbraio 2009 e
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trasmesso a tutti i Comuni del Parco in data 26 marzo, unitamente ad uno schema-tipo di delibera
per l’approvazione in Consiglio Comunale.
Il Piano Naturalistico Comunale costituisce da una parte, la componente ecologica della
pianificazione urbanistica e, dall’altra, un piano speciale per la protezione della natura.
Questo nuovo strumento, strettamente connesso ai temi legati al sistema Rete Natura 2000 (si
ricorda che l’86% del territorio del Parco ricade all’interno di questo progetto Europeo), nasce con
la finalità di spostare l’attenzione dal sistema urbanistico ai temi della conservazione della natura e
del paesaggio ecologicamente inteso e della gestione attiva degli habitat e delle specie di interesse
scientifico e naturalistico.
In questo modo si apre una nuova fase sperimentale basata su un modo innovativo di pianificare e
gestire le aree protette da parte delle amministrazioni comunali che, coinvolte e supportate dal
Parco, redigono il Piano Naturalistico Comunale che diventa documento preliminare e funzionale
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alla qualificazione ecologica del proprio PGT; tale Piano potrà costituire la base per l’applicazione
dei procedimenti amministrativi finalizzati a valutare, prevenire e/o riparare i danni provocati da
singoli progetti od interventi ai beni naturali.
Tale Piano non vieta la realizzazione di progetti sul territorio protetto ma ne gestisce la tutela
attiva attuata con criteri rigorosamente scientifico-conservazionistici. Per questo motivo viene
introdotto un possibile modello funzionale (denominato “Ecoconto”) per la determinazione dei
potenziali danni causati dall’intervento con relativo metodo per la riparazione, a seconda del valore
ecologico, naturalistico, paesaggistico dell’area presa in considerazione.
Per la quantificazione dei danni viene di seguito riportato lo schema sinottico che intende
riassumere la procedura di quantificazione del danno ai beni naturali da assoggettare a misure di
riparazione e/o compensazione ambientale:
Sd: superfici disponibili
St: superfici trasformate.
Schema sinottico tratto dal documento “Percorso di attuazione del Piano Naturalistico Comunale”_ Parco delle Orobie Bergamasche.
Attualmente è in corso di redazione il Piano Naturalistico Comunale da parte dei comuni di
Roncobello, Ardesio ed Oltre il Colle.
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3. Quadro di riferimento progettuale
3.1 Ubicazione, finalità dell’opera e obiettivi generali
La particolare posizione geografica ed orografica del territorio della Provincia di Bergamo ha
permesso di formulare un’ipotesi progettuale che prevede la realizzazione di un collegamento
intervallivo tra la Val Brembana e la Val Seriana e in particolare tra gli abitati di Roncobello, Oltre il
Colle ed Ardesio.
Tale collegamento risulta opera particolarmente importante per tutte le dinamiche di questo
territorio dal momento, che per passare dalla Val Brembana alla Val Seriana, si necessita il by-pass
di Bergamo. Ciò significa, in termini di tempi di percorrenza, impiegare circa 2 ore per passare da
una valle all’altra, mentre, grazie al nuovo percorso carrabile, i tempi verrebbero ridotti a circa 20
minuti.
Esso ha uno sviluppo complessivo di circa 11.050 m, di cui 2.850 m compresi nel territorio
amministrativo del Comune di Roncobello, 800 m nel Comune di Oltre il Colle e 7.400 m in quello
di Ardesio.
Il progetto prevede la realizzazione di una strada in conglomerato bituminoso con larghezza
carrabile utile minimo di 3,75 metri (2,75 metri di carreggiata più 1 m di banchina) e larghezza
complessiva delle scarpate di monte e di valle variabile secondo la pendenza del terreno.
Le maggiori opere previste sono muri in grosso pietrame a secco da realizzare per il sostegno delle
scarpate di monte o di valle nei tratti con forte pendenza.
La strada ha inizio nei pressi della località Mezzeno di Roncobello (circa 1.600 m s.l.m.), alla quale
si giunge partendo dalla frazione di Capovalle.
Gli obiettivi di questa importante infrastruttura sono legati alla molteplicità di destinazioni di uso ed
alla rilevanza che questo collegamento andrà ad assumere:
• favorire lo sviluppo turistico del territorio sotteso ai due tratti vallivi interessati dal collegamento
intervallivo
• favorire la fruizione e la conoscenza di luoghi di rilevanza paesistica e naturalistica;
• garantire l’accesso ai fondi e la continuità delle attività agricole e forestali della zona;
• consentire un collegamento intervallivo in termini di pianificazione di emergenza, a supporto agli
interventi di Protezione Civile (a monte del collegamento tra gli abitati di Ponte Nossa e Oltre il
Colle (attraverso il passo di Zambla Alta) non sono presenti infatti ulteriori collegamenti carrali tra
la Val Brembana e la Val Seriana.
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L’obiettivo finale è quello di fornire un accesso alla scoperta di zone dalle potenzialità turistico
attrattive e particolarmente significative che tuttavia in questi ultimi anni hanno visto diminuire
progressivamente l’afflusso turistico e, conseguentemente, gli introiti economici ad esso legati.
Da qui ne è sortito l’effetto di spopolamento tipico anche di altre realtà simili site nelle valli
montane e il conseguente abbandono del territorio.
Nella proposta dell’infrastruttura in oggetto, principio sostenitore è quello della rinascita sociale ed
economica di tali aree che non può che passare dalla valorizzazione degli elementi caratteristici del
territorio che devono essere resi accessibili grazie allo sviluppo di infrastrutture, studiate in modo
armonico e compatibile, nel rispetto dell’ambiente e del contesto naturale in cui si sviluppano.
L’idea progettuale trova fondamento principale nella considerazione che l’accessibilità e la fruizione
di questi territori sia fondamentale per un corretto processo di crescita economica e sociale. D’altra
parte è stata basilare la valutazione che un avvicinamento delle aree interne a quelle
maggiormente insediate, mediante una rete stradale interna, debba essere realizzato nel rispetto
della qualità dell’ambiente.
Il fine ultimo della realizzazione dell’opera è favorire la rinascita sociale ed economica dei settori
vallivi interessati, attraverso la valorizzazione di luoghi di particolare rilevanza paesistica e
naturalistica e la promozione turistica mirata comunque al raggiungimento di un “turismo a misura
d’uomo e sostenibile” i cui effetti possano essere di beneficio anche ai diversi settori dell’economia
locale.
3.2 Descrizione del progetto
Attualmente in Comune di Roncobello esiste una strada che termina in località Mezzeno e da
questo punto (ad una quota di circa 1580 m s.l.m.) si snoda il tracciato proposto che attraverso il
Passo Branchino (ad una quota massima di circa 1825 m s.l.m.) raggiunge la località Bades in
Valcanale (a quota circa 1110 m s.l.m.). collegandosi alla strada esistente in direzione di Ardesio. Il
tronco di strada misura una lunghezza complessiva di 11025 m ed una larghezza di 2,75 m oltre
alle banchine laterali di 0,50 m. L’andamento planimetrico del tracciato, grazie alla logistica delle
zone esaminate, è caratterizzato da basse pendenze (massime dell’ordine del 12%) e ampi raggi di
curvatura.
Il tracciato ottimale di sviluppo della strada è stato individuato in relazione alle caratteristiche
morfologiche del terreno e sono stati eseguiti sopralluoghi mirati per la definizione delle opere
d’arte che dovranno completare il tracciato. Il profilo altimetrico dovrà superare nel primo tratto
(Mezzeno - Passo Branchino) un dislivello di 245,00 m con una pendenza media del 7,69%, mentre
nel secondo tratto (Passo Branchino – Valcanale) un dislivello di 715,00 m con una pendenza
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media del 9,12%. La pendenza massima non supera il valore di 11,50%. Lungo il tracciato
verranno inserite delle piazzole di scambio per consentire un transito più agevole e sicuro ai mezzi
accessibili.
Tavola Quadro d’unione tratta da Progettazione e realizzazione della strada intervalliva per il Protocollo di Intesa
Le opere necessarie vengono di seguito sintetizzate:
a. Scavi, sbancamenti e riporti necessari alla definizione del tracciato;
b. Realizzazione di opere di sostegno di controripa e sottoscarpa in pietrame locale, dotati a tergo
di un adeguato drenaggio per una rapida dissipazione delle acque di infiltrazione;
c. Realizzazione massicciata stradale, tout - venant e pavimentazione in conglomerato bituminoso;
d. Attraversamenti delle vallecole esistenti (perlopiù con tipologia a guado);
e. Bonifica e sistemazione delle scarpate;
f. Installazione di barriere stradali e segnaletica;
g. Opere di mitigazione e di compensazione ambientale, ricorrendo alle tecniche di ingegneria
naturalistica.
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Nella realizzazione delle opere d’arte si dovrà tener conto delle problematiche dei singoli tratti
stradali e dove queste assumano maggiore importanza, dovranno essere realizzate opere di
stabilizzazione mirate.
La realizzazione di un adeguato numero di opere d’arte consentirà di mantenere in efficienza la
struttura in oggetto grazie a semplici interventi di manutenzione, garantendo anche con il passare
del tempo un’agevole accessibilità e transitabilità.
3.2.1 Descrizione delle alternative progettuali
In seguito agli incontri tenutesi presso la sede del Parco delle Orobie Bergamasche (il 15.12.2009 e
il 21.10.2010), e presso il Comune di Roncobello (il 21.06.2010), oltre che dall’analisi della
documentazione fornita a giugno – luglio 2010 (cd contenenti “l’inventario del Parco delle Orobie”
sia per la Val Seriana, che per la Val Brembana), e a ottobre 2010 (aggiornamento al Piano
Naturalistico Comunale – Percorso d’attuazione del Piano Naturalistico Comunale aggiornato a
luglio 2010) si è provveduto a descrivere e valutare i due diversi scenari/tracciati progettuali
proposti.
Si è dunque applicata la metodologia proposta dal Parco delle Orobie Bergamasche, all’interno del
documento “Percorso d’attuazione del Piano Naturalistico Comunale” per stimare i danni ai beni
naturali determinati dalla realizzazione della strada sia in galleria che non. Per quanto riguarda
invece la definizione della superficie disponibile e quindi la delimitazione dell’area di studio si è
considerata la D.d.g 4517 del 2007 – “Criteri ed indirizzi tecnico – progettuali per il miglioramento
del rapporto fra infrastrutture stradali e ambiente naturale”.
La stima delle compensazioni segue invece quanto avanzato all’interno della nota n.9 a pagina 28
del Piano Naturalistico Comunale – Percorso d’attuazione del Piano Naturalistico Comunale
aggiornato a luglio 2010.
Per quanto concerne, infine, l’attuazione del modello di quantificazione dei danni e delle riparazioni
ai beni naturali relativo alla realizzazione di infrastrutture lineari di particolare rilevanza territoriale
predisposto all’Allegato 4 del Piano Naturalistico Comunale – Percorso d’attuazione del Piano
Naturalistico Comunale aggiornato a luglio 2010, si può affermare che: se per la Fase A
(Valutazione dei danni ai beni naturali) non si evidenziano particolari problematiche; per la Fase B
(Valutazione delle misure per la riparazione dei danni ai beni naturali), invece, è necessario che la
valutazione accompagni progressivamente, nel dettaglio, la progettazione, in quanto in questa fase
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si richiede quale dato fondamentale la “scelta delle superfici da adibire alle misure di riparazione”
che ad oggi però non sono ancora individuate.
È fondamentale pertanto sottolineare come tale paragrafo sia stato predisposto in totale concerto
costruttivo con gli aggiornamenti avanzati dal Parco delle Orobie Bergamasche all’interno “Piano
Naturalistico Comunale”.
3.2.1.1 Quantificazione dei danni ai beni ambientali e delle compensazioni
(Allegato 1 – Percorso d’Attuazione Piano Naturalistico Comunale – Parco orobie Bergamasche, febbraio 2009)
Definizione delle classi di valore naturalistico
Al fine di stimare/quantificare i danni ai beni naturali occorre conoscere le classi di qualità del
territorio, indicanti le classi del valore naturalistico. Tali classi non erano direttamente contenute
nell’inventario condiviso, è stata dunque necessaria un’elaborazione con un software in grado di
gestire, elaborare e cartografare database territoriali, come Arcgis.
Per la rappresentazione delle classi di valore naturalistico relative ai comuni di studio: Ardesio,
Oltre il Colle e Roncobello, si è dapprima provveduto a selezionare i territori interessati dallo
studio, ad unire le informazioni relative agli habitat della Val Seriana e della Val Brembana, e ad
intersecare tale dato con l’areale ZPS, al fine di capire quali realtà ricadessero all’interno della Rete
Natura 2000; per poi provvedere alla classificazione degli Indici di Valore Naturalistico IVN così
come indicato, nel documento “Percorso d’attuazione del Piano Naturalistico Comunale”, dal Parco
delle Orobie Bergamasche:
Di seguito si riporta la ripartizione per la costruzione delle cinque classi
CLASSI IVN Valore Colori utilizzati per la rappresentazione in carta
I 0 – 2 Molto basso Rosso
II 3 – 5 Basso Arancio
III 6 – 8 Medio Giallo
IV 9 - 10 Alto Verde chiaro
V 9 – 10 e ricadente in SIC e ZPS Molto alto Verde scuro
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La carta ottenuta è la seguente:
Carta delle classi di valore naturalistico (fonte: elaborazioni LAND)
La maggior parte del territorio dei Comuni, interessati dalle due ipotesi progettuali, ricade in Classe
III con un valore naturalistico medio, anche se una cospicua realtà di tale ambiente risulta avere
un valore naturalistico alto, il valore naturalistico molto basso coincide con gli ambiti urbanizzati ed
antropizzati.
Quantificazione dei danni IPOTESI I – soluzione NON in galleria
Definita la carta delle classi di valore naturalistico del territorio è opportuno comprendere nel
dettaglio l’area di studio, conoscere la realtà naturalistica e la superficie disponibile alla
trasformazione, al fine di stimare il danno sui beni naturali, secondo il modello proposto e avanzato
dal Parco delle Orobie Bergamasche.
ARDESIO
OLTRE IL COLLE
RONCOBELLO
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Carta delle classi di valore naturalistico e dettaglio ambito interessato dal tracciato di strada intervalliva non in galleria
(fonte: elaborazioni LAND)
Il territorio interessato dal progetto di attraversamento intervallivo non in galleria, in particolare gli
11 km circa di percorso, vanno ad interessare circa il 60% di ambienti con valore naturalistico
medio (classe III), mentre il restante 40% è da suddividersi più o meno equamente tra luoghi con
valore naturalistico alto o molto alto.
ARDESIO
OLTRE IL COLLE
RONCOBELLO
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Percentuali delle classi di valore naturalistico coinvolte dal progetto di strada intervalliva non in galleria
Si è inoltre calcolato il rapporto percentuale fra classi interessate dalla proposta di tracciato e i tre
differenti territori comunali e da ciò si può dedurre che:
- la tratta nel comune di Roncobello interessa habitat differenti con connotazioni naturalistiche che
ricadono sia nella classe media, sia in quella alta, così come in quella molto alta – in sostanza il
percorso di Roncobello si contraddistingue per una varietà e complessità di ambienti naturali;
- la maggior parte del progetto di strada intervalliva interessa il territorio del Comune di Ardesio, la
cui naturalità degli habitat ricade prevalentemente in classe III, a medio valore naturalistico;
- il contesto interessato nel Comune di Oltre il Colle, risulta avere una naturalità media di classe
III.
Classi di valore naturalistico e relativi Comuni
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Premesso ciò si può affermare che il valore naturalistico del contesto d’intervento è di:
Classe III ossia Valore Naturalistico Medio
Così come specificato all’interno del documento “Percorso d’attuazione del Piano Naturalistico
Comunale” una volta noto il valore naturalistico medio è necessario calcolare il grado di
trasformazione del suolo come rapporto fra Superficie trasformata (St) e Superficie disponibile
(Sd).
In particolare per superficie la trasformata si intende quella superficie interessata in modo
permanente dalla trasformazione e pertanto quella superficie che coincide col nastro stradale. E
quindi tale dimensione è data dal rapporto tra lunghezza e larghezza della strada di progetto, che
nel caso in questione equivale a:
11.025 m X 4 m (di cui 3 metri di carreggiata e 1 metro di banchina per lato) = 44.100 mq
Per stimare invece la superficie disponibile (Sd), si è utilizzato come già anticipato nella premessa,
quanto contenuto nella D.d.g 4517 del 7 maggio 2007 – “Allegato 3 –Delimitazione dell’area di
studio”, e si sono considerati per la delimitazione complessiva dell’area di studio gli effetti rilevanti
e duraturi sull’equilibrio naturale, determinati dai parametri relativi alle fondamentali tipologie di
progetti stradali. Nello specifico per la tipologia di strada intervalliva di progetto, per la quale si
prevede un traffico scarso, l’area di studio deve comprendere i 50 metri su entrambi i lati della
strada. Quindi la superficie disponibile è data dall’area ottenuta moltiplicando la lunghezza della
strada per la larghezza in cui sono sommati i 50 metri per entrambi i lati:
11.025 m X (4 m + 50 m + 50 m) = 11025 m X 104 m = 1.146.600 mq
A questo punto, trovati i fattori del rapporto è possibile stimare il grado di trasformazione del
suolo:
44.100 mq/1.146.600 mq=0,04
Note le classi di qualità delle unità ambientali, il grado di trasformazione dell’intervento e la
superficie di territorio coinvolto, il Parco delle Orobie Bergamasche ha predisposto una matrice a
doppia entrata dal cui incrocio si ricava il fattore di bilanciamento dei danni:
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Calcolo del fattore di bilanciamento (fdb)
Classe di qualità St/Sd > 0.35 St/Sd ≤ 0.35
fdb min fdb max fdb min fdb max
I 0,10 0,20 0,05 0,10
II 0,30 0,50 0,15 0,25
III 0,50 1,00 0,30 0,60
IV 1,00 2,50 0,80 2,00
V 3,00 6,00 2,00 4,00
Moltiplicando ora il fattore di bilanciamento per la superficie di trasformazione si ottiene la
quantificazione del danno all’ambiente naturale, che deve essere riparato:
St * fdb min = 44.100 mq * 0.3= 13.230 mq
St * fdb max = 44.100 mq * 0.6= 26.460 mq
Quantificazione dei danni IPOTESI II – soluzione IN galleria
Come per la proposta di strada intervalliva non in galleria anche per la soluzione in galleria si
procede con le medesime modalità per la quantificazione delle superfici da riparare.
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Carta delle classi di valore naturalistico e dettaglio ambito interessato dal tracciato di strada intervalliva in galleria (fonte:
elaborazioni LAND)
Il territorio interessato risulta sempre ricadente per la maggior parte in classe III a naturalità
media, anche se il territorio a naturalità alta (classe IV) coincide comunque con il 30% circa.
Percentuali delle classi di valore naturalistico coinvolte dal progetto di strada intervalliva in galleria
Inoltre il rapporto percentuale fra le classi interessate dalla proposta di tracciato e i differenti
territori comunali ha posto in evidenza come entrambi i comuni di Ardesio e Roncobello presentino
una naturalità variegata di valore medio-alto.
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Classi di valore naturalistico e relativi Comuni
Con queste premesse si può affermare che il valore naturalistico del contesto d’intervento è di:
Classe III ossia Valore Naturalistico Medio
Noto dunque il valore naturalistico dell’ambito d’intervento è necessario calcolare il grado di
trasformazione del suolo calcolato rapportando superficie trasformabile (St) e superficie
disponibile (Sd).
Considerando come superficie trasformabile l’area interessata direttamente dal progetto, e quindi
lunghezza per larghezza della strada, si ha che la St è di:
6.000 m X 4 m (3 metri carreggiata + 1 metro di banchine) = 24.000 mq
Per stimare invece la superficie disponibile (Sd), si è utilizzato come già anticipato nella premessa,
quanto contenuto nella D.d.g 4517 del 7 maggio 2007 – “Allegato 3 –Delimitazione dell’area di
studio”, e si sono considerati per la delimitazione complessiva dell’area di studio gli effetti rilevanti
e duraturi sull’equilibrio naturale, determinati dai parametri relativi alle fondamentali tipologie di
progetti stradali. Nello specifico per la tipologia di strada intervalliva di progetto, per la quale si
prevede un traffico scarso, l’area di studio deve comprendere i 50 metri su entrambi i lati della
strada. Quindi la superficie disponibile è data dall’area ottenuta moltiplicando la lunghezza della
strada per la larghezza in cui sono sommati i 50 metri per entrambi i lati:
6.000 m * (4 m + 50 m + 50 m) = 6.000 m * 104 m = 624.000 mq
Trovati i fattori del rapporto è possibile trovare il grado di trasformazione del suolo:
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24.000 m/624.000 m=0,04
A questo punto, conoscendo le classi di qualità delle unità ambientali, il grado di trasformazione
dell’intervento e la superficie di territorio coinvolto, il Parco delle Orobie Bergamasche ha
predisposto una matrice a doppia entrata dal cui incrocio si ricava il fattore di bilanciamento dei
danni:
Calcolo del fattore di bilanciamento (fdb)
Classe di qualità St/Sd > 0.35 St/Sd ≤ 0.35
fdb min fdb max fdb min fdb max
I 0,10 0,20 0,05 0,10
II 0,30 0,50 0,15 0,25
III 0,50 1,00 0,30 0,60
IV 1,00 2,50 0,80 2,00
V 3,00 6,00 2,00 4,00
Moltiplicando ora il fattore di bilanciamento per la superficie di trasformazione di ottiene la
quantificazione del danno all’ambiente naturale, che deve essere riparato:
St * fdb min = 24.000 mq * 0.3= 7.200 mq
St * fdb max = 24.000 mq * 0.6= 14.400 mq
Quantificazione delle compensazioni
Oltre alla quantificazione del danno ambientale atteso e che deve essere riparato, il Parco propone
anche la quantificazione della compensazione, nel senso che ha individuato diverse tipologia
d’intervento, riportate nella tabella sottostante, a cui fa corrispondere un fattore di compensazione
(fdc), che se moltiplicato per il danno stimato (in mq) restituisce l’estensione areale su cui attuare
gli interventi compensativi.
Tale quantificazione deve essere però rinviata alla fase attuativa, quando per ogni singolo
intervento risulta essere possibile definire con esattezza gli interventi per il risarcimento del danno
in funzione della tipologia dell’intervento compensativo scelto.
Tipologia d’intervento Fdc
Piantagione di alberi e arbusti 0.7
Ripristino della coltre di suolo vegetale e rinverdimenti 0.9
Interventi di manutenzione e governo di superfici boscate in abbandono 0.7
Interventi fitosanitari 0.8
Ricostituzione di pascoli e alpeggi in stato di abbandono 1
Formazione e gestione di biotopo umidi/pozze d’abbeverata 0.3
Impianto/gestione di idonea vegetazione riparia 0.6
Interventi di ingegneria naturalistica (consolidamento versanti, argini…) 0.4
Interventi di regimazione idraulica 0.4
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Ripristino di tipici elementi naturali del quadro paesistico 0.6
Recupero di ambienti degradati (cave, discariche…) 0.8
Interventi di recupero edilizio e/o manufatti tipici 0.3
Interventi complementari di riqualificazione floristica 0.2
Sintesi della tabella delle tipologie dei possibili interventi di riparazione e relativi fattori di compensazione
Premesso ciò si sono stimati i seguenti importi, quali risultati derivanti dal rapporto fra il costo
medio (euro/mq) per la compensazione forestale e la quantificazione (in mq) del danno
all’ambiente naturale.
In particolare la tabella sottostante riporta nelle colonne i metri quadri stimati per le quantificazioni
(minime e massime) del danno ambientale, sia per l’ipotesi I (scenario NON in galleria), che per
l’ipotesi II (scenario IN galleria); nelle righe i costi medi proposti dal Parco delle Orobie
Bergamasche) e dalla Regione Lombardia all’interno dei “Sistemi Verdi”.
Ipotesi I
soluzione NON in galleria quantificazione del danno
all’ambiente naturale
Ipotesi II
soluzione IN galleria quantificazione del danno
all’ambiente naturale
MIN MAX MIN MAX
13.230 mq 26.460 mq 7.200 mq 14.400 mq
Costo medio di compensazione
forestale 3,00
euro/mq (Fonte: Parco delle
Orobie Bergamasche)
39.690 euro 79.380 euro 21.600 euro 43.200 euro
Costo medio di
compensazione
forestale 4,50 euro/mq*
(Fonte: “Sistemi Verdi” Regione
Lombardia)
59.535 euro 119.070 euro 32.400 euro 64.800 euro
*4,5 euro/mq: costo parametrico unitario per interventi assimilabili alla realizzazione di boschi naturali, in linea con
quanto emanato dai “Sistemi Verdi” in cui si prevede per un ambito di 100 mq (10 m * 10 m) la piantagione di: 1 albero
di seconda grandezza, 8 alberi forestali e 4 arbusti forestali
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3.2.1.2 Quantificazione dei danni e delle riparazione ai beni naturali
relativamente alle infrastrutture lineari di particolare rilevanza territoriale
(Allegato 4 – Percorso d’Attuazione Piano Naturalistico Comunale – Parco orobie Bergamasche, luglio 2010)
La presente metodologia per la quantificazione dei danni e delle relative riparazioni consiste in una
revisione del modello sopra riportato, in quanto elaborato per la valutazione di progetti lineari
come la strada intervalliva.
Il modello è stato predisposto dal Parco stesso sulla base di riferimenti trovati in letteratura e
affermati nella prassi europea, per la valutazione di progetti di simile tipologia.
Ribadendo quanto già affermato in precedenza, relativamente al grado di dettaglio della
progettazione ad oggi è possibile applicare tale modello solo nella sua fase A valutazione dei danni
ai beni naturali, riservando l’attuazione della fase B (valutazione delle misure per la riparazione dei
danni ai beni naturali) ad un grado di dettaglio progettuale maggiore, in quanto per l’applicazione
di quest’ultima fase valutativa è necessaria l’individuazione delle superfici da adibire a tali misure di
riparazione, che allo stato attuale non sono ancora state definite.
Fase A – Valutazione dei danni ai beni naturali (riduzione del valore naturalistico)
IPOTESI I – soluzione NON in galleria
Dapprima si sono identificate le unità ambientali direttamente interessate dall’intervento ottenute
intersezione, tramite l’utilizzo del GIS, il percorso strada intervalliva NON in galleria con le unità
ambientali fornite dal Parco all’interno dell’Inventario sia per la Val Brembana, che per la Val
Seriana.
In particolare per il tracciato di strada intervalliva NON in galleria le unità ambientali direttamente
coinvolte sono:
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Ad ogni specifica unità ambientale il Parco dell’Orobie all’interno dell’Inventario fa corrispondere
un determinato Indice di Valore Naturalistico (vedi Definizione delle classi di valore naturalistico
pag. 51 del presente documento). Per il caso studio si sono riscontrati e rilevati i seguenti indici
relativi alle unità ambientali sopra individuate:
IVN HABITAT
10 Vegetazione dei detriti carbonatici
8 Praterie calcofile continue (p.m.p. seslerio-sempervireti)
7 Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su rocce carbonatiche
9 Praterie calcofile discontinue (p.m.p. firmeti)
9 Mughete su rocce carbonatiche
8 Boschi subalpini a dominanza di larice (incl. larici-cembreti e cembrete)
8
Boschi subalpini a dominanza di larice (incl. larici-cembreti e cembrete) con partecipazione di
faggio
10 Vegetazione delle rupi carbonatiche e sporadici esemplari di faggio
10 boscaglie di Sorbus aucuparia
6 Prati stabili
7 Peccete montane
8 Boschi a dominanza di Larix decidua
8 Praterie calcofile continue (p.m.p. seslerio-sempervireti s.l.)
7 Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su rocce carbonatiche
9 Faggete mesofile (Eu-Fagenion s.l.)
6 Boscaglie di maggiociondolo alpino
Una volta acquisite queste informazioni si è calcolata la superficie direttamente interessata
dall’intervento, ricadente all’interno di uno specifico habitat (unità ambientali), e si è poi
moltiplicata per il valore naturalistico corrispondente a tale ambito. Nello specifico l’area è stata
calcolata moltiplicando ogni singolo tratto di strada, che ricade all’interno di una specifica unità
ambientale, per una larghezza di 3 metri (e non di 4 metri), necessari per l’intervento di
impermeabilizzazione totale in asfalto e quindi a livello naturalistico fortemente impattanti. Il metro
di banchina (0, 5 a destra e 0,5 a sinistra) risulta invece, solo quale alterazione morfologia, senza
particolare perdita di naturalità.
IVN HABITAT Area (mq) Area X IVN (mq)
10 Vegetazione dei detriti carbonatici 169,44 1.694,40
8
Praterie calcofile continue
(p.m.p. seslerio-sempervireti) 241,44 1.931,52
8 Praterie calcofile continue (p.m.p. seslerio-sempervireti) 1271,1 10.168,80
7 Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su rocce carbonatiche 601,2 4.208,40
7 Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su rocce carbonatiche 1160,7 8.124,90
9 Praterie calcofile discontinue (p.m.p. firmeti) 2754,6 24.791,40
9 Mughete su rocce carbonatiche 1322,1 11.898,90
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8
Boschi subalpini a dominanza di larice (incl. larici-cembreti e
cembrete) 226,59 1.812,72
8 Boschi subalpini a dominanza di larice (incl. larici-cembreti e cembrete) con partecipazione di faggio 1123,5 8.988,00
10
Vegetazione delle rupi carbonatiche e sporadici esemplari di
faggio 318,3 3.183,00
10 boscaglie di Sorbus aucuparia 282,57 2.825,70
10 boscaglie di Sorbus aucuparia 319,5 3.195,00
6 Prati stabili 201,3 1.207,80
7 Peccete montane 6408 44.856,00
8 Boschi a dominanza di Larix decidua 714,9 5.719,20
8
Praterie calcofile continue
(p.m.p. seslerio-sempervireti s.l.) 586,5 4.692,00
7 Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su rocce carbonatiche 6552 45.864,00
9 Faggete mesofile (Eu-Fagenion s.l.) 3000 27.000,00
6 Boscaglie di maggiociondolo alpino 421,8 2.530,80
214.692,54
Dalla somma di tutte singole superfici moltiplicate per l’IVN corrispettivo all’Unità Ambientale si
ottiene il valore naturalistico complessivo dell’area prima dell’attuazione dell’intervento e risulta
essere pari a 214.692,54 mq.
Per conoscere ora l’alterazione di tale valore naturalistico, nella fattispecie la riduzione del valore
naturalistico, si è quindi attuato il medesimo processo appena presentato, ricalibrando però il
valore dell’IVN, in previsione della realizzazione del progetto della strada intervalliva. In particolare,
in considerazione del fatto che la strada sarà realizzata in asfalto, e costituirà quindi elemento
urbanizzato, si è attribuito un IVN pari a 1 (classe I) (vedi Definizione delle classi di valore
naturalistico pag. 51 del presente documento).
IVN attuale
HABITAT Area (mq)
Area X IVN (mq)
IVN
dopo intervento
Area X IVN
dopo intervento(mq)
10 Vegetazione dei detriti carbonatici 169,44 1.694,40 1 169,44
8 Praterie calcofile continue
(p.m.p. seslerio-sempervireti) 241,44 1.931,52 1
241,44
8 Praterie calcofile continue (p.m.p. seslerio-sempervireti) 1271,1 10.168,80
1 1271,1
7 Pascoli montani e subalpini (nardeti
s.l.) su rocce carbonatiche 601,2 4.208,40 1
601,2
7 Pascoli montani e subalpini (nardeti
s.l.) su rocce carbonatiche 1160,7 8.124,90 1
1160,7
9 Praterie calcofile discontinue (p.m.p. firmeti) 2754,6 24.791,40
1 2754,6
9 Mughete su rocce carbonatiche 1322,1 11.898,90 1 1322,1
8 Boschi subalpini a dominanza di larice 226,59 1.812,72 1 226,59
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(incl. larici-cembreti e cembrete)
8
Boschi subalpini a dominanza di larice
(incl. larici-cembreti e cembrete) con
partecipazione di faggio 1123,5 8.988,00
1
1123,5
10 Vegetazione delle rupi carbonatiche e
sporadici esemplari di faggio 318,3 3.183,00 1
318,3
10 boscaglie di Sorbus aucuparia 282,57 2.825,70 1 282,57
10 boscaglie di Sorbus aucuparia 319,5 3.195,00 1 319,5
6 Prati stabili 201,3 1.207,80 1 201,3
7 Peccete montane 6408 44.856,00 1 6408
8 Boschi a dominanza di Larix decidua 714,9 5.719,20 1 714,9
8 Praterie calcofile continue (p.m.p. seslerio-sempervireti s.l.) 586,5 4.692,00
1 586,5
7 Pascoli montani e subalpini
(nardeti s.l.) su rocce carbonatiche 6552 45.864,00 1
6552
9 Faggete mesofile
(Eu-Fagenion s.l.) 3000 27.000,00 1
3000
6 Boscaglie di maggiociondolo alpino 421,8 2.530,80 1 421,8
27.675,54
Dalla somma di tutte singole superfici moltiplicate per l’IVN pari a 1 si ottiene il valore naturalistico
complessivo dell’area dopo dell’attuazione dell’intervento che risulta essere pari a 27.675,54 mq.
Ottenute i valori naturalistici prima e dopo l’intervento (prima 214.692,54 mq e dopo 27.675,54
mq) è necessario calcolare ora la differenza fra questi due valori per conoscere in termini, di
superfici, la riduzione del valore naturalistico:
Valore naturalistico
prima intervento -
Valore naturalistico
dopo intervento =
Riduzione
valore naturalistico
214.692,54 mq - 27.675,54 = 187.017,00
Per concludere l’applicazione della Fase A così come prevista dal Parco è opportuno, al fine della
quantificazione del punteggio dei danni ai beni naturali (in mq) applicare un fattore correttivo
temporale A (FtA) individuato in relazione alla durata degli effetti della trasformazione.
Tale coefficiente deve essere moltiplicato per la stima della riduzione del valore naturalistico
Il fattore di correzione è stato estrapolato dalla seguente tabella
Correzione del punteggio teorico del danno in funzione della durata degli effetti negativi
Fattore correttivo temporale A
(FtA)
Durata degli effetti delle trasformazioni
programmate
3 >100 anni
2 da 30 a 100 anni
1 da 20 a 30 anni
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0,8 da 15 a 20 anni
0,6 da 10 a 15 anni
0,4 da 5 a 10 anni
0,2 <= 5 anni
In considerazione del fatto che un progetto come quello di una strada intervalliva, analizzato
all’interno del presente studio, avrà degli effetti che dureranno più di 100 anni, si è moltiplicata il
fattore correttivo 3 (relativo appunto alla durata 100 anni) per la superficie che quantifica la
riduzione del valore di naturalità del sito.
Si ottiene così il punteggio dei danni ai beni naturali che è pari a 561.051,00 mq
Di seguito la scheda riassuntiva così come prevista dal Parco delle Orobie
IPOTESI I – Strada NON in Galleria Scheda per la valutazione dei danni ai beni naturali causati da
Interventi lineari di grande rilevanza territoriale (nuove strade)
Valutazione naturalistica prima dell’intervento
Unità ambientali Indice di valore
naturalistico Superficie
(mq) Valutazione
(mq)
Vegetazione dei detriti carbonatici 10 169,44 1.694,40 Praterie calcofile continue
(p.m.p. seslerio-sempervireti) 8 241,44 1.931,52 Praterie calcofile continue (p.m.p. seslerio-sempervireti) 8 1271,1 10.168,80 Pascoli montani e subalpini
(nardeti s.l.) su rocce carbonatiche 7 601,2 4.208,40 Pascoli montani e subalpini
(nardeti s.l.) su rocce carbonatiche 7 1160,7 8.124,90 Praterie calcofile discontinue (p.m.p. firmeti) 9 2754,6 24.791,40
Mughete su rocce carbonatiche 9 1322,1 11.898,90 Boschi subalpini a dominanza di larice
(incl. larici-cembreti e cembrete) 8 226,59 1.812,72 Boschi subalpini a dominanza di larice
(incl. larici-cembreti e cembrete) con
partecipazione di faggio 8 1123,5 8.988,00 Vegetazione delle rupi carbonatiche e sporadici
esemplari di faggio 10 318,3 3.183,00
boscaglie di Sorbus aucuparia 10 282,57 2.825,70
boscaglie di Sorbus aucuparia 10 319,5 3.195,00
Prati stabili 6 201,3 1.207,80
Peccete montane 7 6408 44.856,00
Boschi a dominanza di Larix decidua 8 714,9 5.719,20 Praterie calcofile continue
(p.m.p. seslerio-sempervireti s.l.) 8 586,5 4.692,00 Pascoli montani e subalpini
(nardeti s.l.) su rocce carbonatiche 7 6552 45.864,00 Faggete mesofile (Eu-Fagenion s.l.) 9 3000 27.000,00
Boscaglie di maggiociondolo alpino 6 421,8 2.530,80
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Somma A
valore naturalistico prima intervento (mq) 214.692,54
Valutazione naturalistica dopo l’intervento
Unità ambientali Indice di valore
naturalistico Superficie
(mq) Valutazione
(mq)
Vegetazione dei detriti carbonatici 1 169,44 169,44 Praterie calcofile continue (p.m.p. seslerio-sempervireti) 1 241,44 241,44 Praterie calcofile continue
(p.m.p. seslerio-sempervireti) 1 1271,1 1271,1 Pascoli montani e subalpini
(nardeti s.l.) su rocce carbonatiche 1 601,2 601,2 Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su rocce carbonatiche 1 1160,7 1160,7 Praterie calcofile discontinue
(p.m.p. firmeti) 1 2754,6 2754,6
Mughete su rocce carbonatiche 1 1322,1 1322,1 Boschi subalpini a dominanza di larice (incl. larici-cembreti e cembrete) 1 226,59 226,59 Boschi subalpini a dominanza di larice (incl. larici-cembreti e cembrete) con
partecipazione di faggio 1 1123,5 1123,5 Vegetazione delle rupi carbonatiche e sporadici esemplari di faggio 1 318,3 318,3
boscaglie di Sorbus aucuparia 1 282,57 282,57
boscaglie di Sorbus aucuparia 1 319,5 319,5
Prati stabili 1 201,3 201,3
Peccete montane 1 6408 6408
Boschi a dominanza di Larix decidua 1 714,9 714,9 Praterie calcofile continue
(p.m.p. seslerio-sempervireti s.l.) 1 586,5 586,5 Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su rocce carbonatiche 1 6552 6552 Faggete mesofile
(Eu-Fagenion s.l.) 1 3000 3000
Boscaglie di maggiociondolo alpino 1 421,8 421,8 Somma B valore naturalistico dopo intervento (mq) 27.675,54 Differenza A-B riduzione valore naturalistico (mq) 187.017,00
Fattore correttivo temporale A (FtA) 3
Punteggio dei danni ai beni naturali (mq) 561.051,00
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IPOTESI II– soluzione IN galleria
Lo stesso identico procedimento si è applicato all’ipotesi di strada intervalliva IN galleria, che
interessa però differenti unità ambientali, con specifici Indici dei Valori Naturalistici.
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Di seguito la scheda riassuntiva per la soluzione progettuale di strada intervalliva IN galleria:
IPOTESI I – Strada IN Galleria Scheda per la valutazione dei danni ai beni naturali causati da
Interventi lineari di grande rilevanza territoriale (nuove strade)
Valutazione naturalistica prima dell’intervento
Unità ambientali Indice di valore
naturalistico Superficie
(mq) Valutazione
(mq)
Prati stabili 6 41,19 247,14
Peccete montane 7 5232 36.624,00 Praterie calcofile continue (p.m.p. seslerio-
sempervireti s.l.) 8 477,3 3.818,40 Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su
rocce carbonatiche 7 2807,4 19.651,80
Faggete mesofile (Eu-Fagenion s.l.) 9 3576 32.184,00
Mughete su rocce carbonatiche 9 457,8 4.120,20
Vegetazione delle rupi carbonatiche 10 45,93 459,30 Pascoli neutrofili a dominanza di Carex sempervirens e Festuca curvula 8 632,7 5.061,60 Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su
rocce carbonatiche 7 965,1 6.755,70
Praterie calcofile discontinue (p.m.p. firmeti) 9 403,8 3.634,20 Somma A valore naturalistico prima intervento (mq) 112.556,34
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Valutazione naturalistica dopo l’intervento
Unità ambientali Indice di valore
naturalistico Superficie
(mq) Valutazione
(mq)
Prati stabili 1 41,19 41,19
Peccete montane 1 5232 5232 Praterie calcofile continue (p.m.p. seslerio-
sempervireti s.l.) 1 477,3 477,3 Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su rocce carbonatiche 1 2807,4 2807,4
Faggete mesofile (Eu-Fagenion s.l.) 1 3576 3576
Mughete su rocce carbonatiche 1 457,8 457,8
Vegetazione delle rupi carbonatiche 1 45,93 45,93 Pascoli neutrofili a dominanza di Carex
sempervirens e Festuca curvula 1 632,7 632,7 Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su rocce carbonatiche 1 965,1 965,1
Praterie calcofile discontinue (p.m.p. firmeti) 1 403,8 403,8 Somma B
valore naturalistico dopo intervento (mq) 14.639,22 Differenza A-B
riduzione valore naturalistico (mq) 97.917,12
Fattore correttivo temporale A (FtA) 3
Punteggio dei danni ai beni naturali (mq) 293.751,36
Quantificazione delle compensazioni
Come per il modello precedente si sono i seguenti importi, quali risultati derivanti dal rapporto fra il
costo medio (euro/mq) per la compensazione forestale e la quantificazione (in mq) del danno
all’ambiente naturale calcolato secondo la metodologia appena descritta.
In particolare la tabella sottostante riporta nelle colonne i metri quadri stimati per le quantificazioni
(minime e massime) del danno ambientale, sia per l’ipotesi I (scenario NON in galleria), che per
l’ipotesi II (scenario IN galleria); nelle righe i costi medi proposti dal Parco delle Orobie
Bergamasche) e dalla Regione Lombardia all’interno dei “Sistemi Verdi”.
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Ipotesi I
soluzione NON in galleria quantificazione del danno
all’ambiente naturale
Ipotesi II
soluzione IN galleria quantificazione del danno
all’ambiente naturale
Punteggio dei danni ai beni naturali
(mq) Punteggio dei danni ai beni
naturali (mq) 561.051,00 293.751,36
Costo medio di
compensazione forestale 3,00
euro/mq (Fonte: Parco delle
Orobie Bergamasche)
1.683.153 euro 881.254 euro
Costo medio di compensazione
forestale 4,50
euro/mq* (Fonte: “Sistemi Verdi”
Regione Lombardia)
2.524.729 euro 1.321.881 euro
*4,5 euro/mq: costo parametrico unitario per interventi assimilabili alla realizzazione di boschi naturali, in linea con
quanto emanato dai “Sistemi Verdi” in cui si prevede per un ambito di 100 mq (10 m * 10 m) la piantagione di: 1 albero
di seconda grandezza, 8 alberi forestali e 4 arbusti forestali
3.2.1.3 Considerazioni conclusive - dicembre 2010
Entrambe le metodologie avanzate dal Parco delle Orobie Bergamasche hanno costituito uno
strumento ideale per stimare i danni attesi sui beni naturali, per entrambe le proposte di strada
intervalliva, sul contesto d’intervento. Tali risultati costituiscono infatti un ottimo strumento per
istituire un tavolo di dialogo, confronto e concertazione fra tutti i soggetti coinvolti, oltre che
testare dei modelli di valutazione, in vigore a livello europeo, calibrandoli al meglio in funzione
dello specifico progetto di strada intervalliva. Infatti è bene specificare che le valutazioni ad oggi
effettuate portano a considerazioni simili in termini progettuali, anche se dal punto di vista della
quantificazione del danno e del rispettivo valore monetario è evidente che vi è una forte disparità
fra i due metodi proposti, che deve essere oggetto di raffinamento e perfezionamento.
Da una prima analisi il danno quantificato per l’ipotesi II – tracciato in galleria – risulta essere, in
mq, la metà rispetto a quanto computato per l’ipotesi I – tracciato non in galleria.
Questi dati dipendono non da aspetti qualitativi legati alla naturalità del territorio attraversato,
infatti il territorio interessato dalla strada in galleria risulta avere un valore naturalistico più elevato
rispetto a quello non in galleria; ma da questioni puramente quantitative relative alla lunghezza del
tracciato, infatti la proposta in galleria è lunga la metà di quella non in galleria.
Quindi la proposta di tracciato in galleria risulta essere meno impattante, secondo la metodologia
avanzata dal parco, non perché interessa territori naturalisticamente meno rilevanti, ma
semplicemente perché più corta rispetto al tratto non in galleria.
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Inoltre occorre considerare, sempre a proposito di danni stimati su beni naturali, che la
realizzazione di una galleria, anche con l’adozione di accortezze e metodologie atte a ridurre
l’impatto su flora e fauna, in fase di cantiere, se pur in considerazione della limitazione temporale,
potrebbero determinare alcune alterazioni anche irreversibili soprattutto negli equilibri del regime
idraulico superficiale e sotterraneo. A questa realtà si aggiungono inoltre altre problematiche
dettate dalla gestione, per il reimpiego e/o riutilizzo, dei volumi di terra estratta, stimati all’incirca
in 200.000 mc.
Infine la soluzione in galleria nega e annulla le caratteristiche visuali e di percezione legate alla
panoramicità delle aree e del sistema infrastrutturale di accesso e di attraversamento, capaci di
conferire un’ulteriore valenza utile a promuovere l'offerta turistica del territorio. Il tal senso la
realizzazione della galleria fa perdere al paesaggio la potenzialità di essere presentato, non solo
attraverso le sue caratterizzazioni fisiche e morfologiche, ma anche attraverso le condizioni di
fruizione da parte dell'osservatore (ad esempio l'utente/turista).
3.2.1.4 Quantificazione dei danni ai beni ambientali e delle compensazioni con
ultimi aggiornamenti - gennaio 2011
Lo Studio specialistico predisposto a dicembre 2010 per l’analisi degli impatti ambientali e le
relative incidenze su ZPS del progetto preliminare di strada intervalliva, ha applicato i metodi
avanzati dal Parco delle Orobie Bergamasche illustrati dal Parco nel Piano Naturalistico Comunale
di febbraio 2009 e di luglio 2010, all’interno del Piano Naturalistico Comunale, e ha soprattutto
costituito strumento di confronto costruttivo tra il Parco stesso e i tecnici redattori del presente
documento.
In particolare l’applicazione concreta, all’interno dello Studio, di tali modelli valutativi ha permesso
al Parco di ponderare, adattare e contestualizzare meglio tale tipologia progettuale (lineare), al
fine di costruire degli strumenti di supporto decisionale per interventi di diversa natura che
potrebbero interessare, in un futuro più o meno prossimo, i territori del Parco.
Premesso ciò, di seguito, vengono applicati i diversi metodi di quantificazione dei danni ai beni
naturali e delle compensazioni modificati secondo quanto emerso durante l’incontro del 18.01.2011
con il Parco delle Orobie Bergamasche.
In particolare il metodo applicato nel rispetto dell’Allegato 1 – La quantificazione dei danni ai beni
naturali e delle compensazioni di febbraio 2009 è integrato con i seguenti enunciati:
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- …salvo specifiche necessità da valutarsi caso per caso, in prima approssimazione per Sd si
intende: …il doppio della superficie naturale manomessa (St) per interventi diretti di
tipo lineare...;
- … l’ammontare delle compensazioni non deve essere inferiore al prodotto del valore del
danno, calcolato come prodotto tra St e fdb (fattore di bilanciamento), e il doppio
dell’importo base vigente all’atto dell’istanza fissato per le compensazioni derivanti
dalle trasformazioni dei boschi …
Mentre il metodo applicato nel rispetto dell’Allegato 4 – Modello relativo alle infrastrutture lineari di
particolare rilevanza territoriale per la quantificazione dei danni e delle riparazioni ai beni naturali
di luglio 2010 è stato opportunamente ricalibrato in considerazione della specifica tipologia
progettuale.
Applicazione Allegato 1 – La quantificazione dei danni ai beni naturali e delle compensazioni di febbraio 2009 successivamente integrato e modificato in gennaio 2011 Quantificazione danni IPOTESI I – soluzione NON in galleria
Partendo dal presupposto che il Valore Naturalistico del contesto d’intervento è Medio –
Classe III (vedere pag. 55)
Ripresi i dati di progetto della strada intervalliva, già introdotti a pagina 55:
lunghezza = 11.025 metri
larghezza = 4 metri
Occorre calcolare il grado di trasformazione del suolo inteso quale rapporto tra Superficie
trasformata (St) e Superficie disponibile (Sd).
St = lunghezza * larghezza = 11.025 * 4 = 44.100 mq
Sd = 2 * Superficie territoriale = 2 * 44.100 = 88.200 mq
Grado di trasformazione del suolo (St/Sd) = 44.100 mq/88.200 mq =0,5
Computato il grado di trasformazione del suolo è necessario ora conoscere il fattore di
bilanciamento, ottenuto dalla lettura della seguente matrice a doppia entrata in cui: nelle
colonne si riporta il grado di trasformazione, mentre nelle righe il valore naturalistico.
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Calcolo del fattore di bilanciamento (fdb)
Classe di qualità St/Sd > 0.35 St/Sd ≤ 0.35
fdb min fdb max fdb min fdb max
I 0,10 0,20 0,05 0,10
II 0,30 0,50 0,15 0,25
III 0,50 1,00 0,30 0,60
IV 1,00 2,50 0,80 2,00
V 3,00 6,00 2,00 4,00
Moltiplicando ora il fattore di bilanciamento (minimo e massimo) per la superficie di
trasformazione si ottiene la quantificazione del danno all’ambiente naturale, che deve essere
riparato:
St * fdb min = 44.100 mq * 0.5= 22.050 mq
St * fdb max = 44.100 mq * 1= 44.100 mq
Quantificazione danni IPOTESI II – soluzione IN galleria
Applicando ora la procedura aggiornata anche per l’ipotesi di strada intervalliva in galleria e
partendo sempre dal presupposto che il valore naturalistico del contesto d’intervento è
Medio – Classe III (vedere pag. 58)
Ripresi i dati di progetto della strada intervalliva, già introdotti a pagina 58:
lunghezza = 6.000 metri
larghezza = 4 metri
Di seguito si quantificano la Superficie trasformata (St) e la Superficie disponibile (Sd), quali
termini del rapporto utile a determinare il grado di trasformazione del suolo:
St = lunghezza * larghezza = 6.000 * 4 = 24.000 mq
Sd = 2 * Superficie territoriale = 2 * 44.100 = 88.200 mq
Grado di trasformazione del suolo (St/Sd) = 24.000 mq/48.000 mq =0,5
Computato il grado di trasformazione del suolo è necessario ora conoscere il fattore di
bilanciamento, ottenuto dalla lettura della seguente matrice a doppia entrata in cui: nelle
colonne si riporta il grado di trasformazione, mentre nelle righe il valore naturalistico.
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Calcolo del fattore di bilanciamento (fdb)
Classe di qualità St/Sd > 0.35 St/Sd ≤ 0.35
fdb min fdb max fdb min fdb max
I 0,10 0,20 0,05 0,10
II 0,30 0,50 0,15 0,25
III 0,50 1,00 0,30 0,60
IV 1,00 2,50 0,80 2,00
V 3,00 6,00 2,00 4,00
Moltiplicando ora il fattore di bilanciamento (minimo e massimo) per la superficie di
trasformazione si ottiene la quantificazione del danno all’ambiente naturale, che deve essere
riparato:
St * fdb min = 24.000 mq * 0.5= 12.000 mq
St * fdb max = 24.000 mq * 1= 24.000 mq
Quantificazione compensazioni IPOTESI I – soluzione NON in galleria
Al fine di quantificare economicamente le compensazioni è stato assunto quale valore di
riferimento quello attuato dai Sistemi Verdi pari a 4,50 euro/mq.
La compensazione totale è quindi data da:
danno ambientale MIN stimato * (il doppio costo medio di compensazione) =
22.050 mq * (2 * 4,5 euro/mq) = 198.450 euro
danno ambientale MAX stimato * (il doppio costo medio di compensazione) =
44.100 mq * (2 * 4,5 euro/mq) = 396.900 euro
Quantificazione compensazioni IPOTESI II – soluzione IN galleria
Al fine di quantificare economicamente le compensazioni è stato assunto quale valore di
riferimento quello attuato dai Sistemi Verdi pari a 4,50 euro/mq.
La compensazione totale è quindi data da:
danno ambientale MIN stimato * (il doppio costo medio di compensazione) =
12.000 mq * (2 * 4,5 euro/mq) = 108.000 euro
danno ambientale MAX stimato * (il doppio costo medio di compensazione) =
24.000 mq * (2 * 4,5 euro/mq) = 216.000 euro
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Considerazioni conclusive su compensazioni
Al fine di comprendere e confrontare i valori ottenuti attraverso l’applicazione sia del metodo
proposto all’Allegato 1 (febbraio 2009), sia del modello Allegato 1 aggiornato al 2010, è stata
elaborata la seguente tabella riepilogativa:
IPOTESI NON IN GALLERIA IPOTESI IN GALLERIA
Danno (mq) dicembre 2010
Danno (mq) aggiornato gennaio 2011
Danno (mq) dicembre 2010
Danno (mq) aggiornato gennaio 2011
MIN MAX MIN MAX MIN MAX MIN MAX
13.230
mq
26.460
mq
22.050 mq 44.100
mq
7.200
mq
14.400
mq
12.000
mq
24.000
mq
costo medio per
compensazione
119.070 euro
238.140 euro
198.450 euro
396.900 euro
32.400 euro
64.800 euro
108.000 euro
216.000 euro
Applicazione Allegato 4 – La quantificazione dei danni ai beni naturali e delle compensazioni di luglio 2010 successivamente integrato e modificato in gennaio 2011 Così come si sono aggiornate le stime relativamente ai danni e alle compensazioni ottenute
applicando il modello valutativo illustrato all’Allegato 1 di febbraio 2009 opportunamente integrato,
di seguito si è applicata la metodologia avanzata nell’Allegato 4 modificata secondo quanto emerso
dall’incontro tra tecnici e Parco a gennaio 2011.
Occorre inoltre premettere che i dati di partenza per la quantificazione dei danni, sono stati
individuati attraverso ARCGIS, dopo aver riportato il tracciato di strada intervalliva progettato in
Autocad. Questo processo tecnico di trasferimento, anche per motivi di leggibilità del tracciato a
scale di dettaglio diverse, ha fatto si che vi fossero degli aggiustamenti relativi alla lunghezza del
tracciato. Per entrambe le ipotesi progettuali “NON in galleria” e “IN galleria” la variazione rispetto
alla lunghezza dichiarata nel progetto preliminare è di circa 1,5 km; tale scostamento non altera in
modo significativo i dati ottenuti e presentanti di seguito, in considerazione anche del fatto che lo
stadio di dettaglio progettuale è ad oggi preliminare.
Quantificazione dei danni IPOTESI I – soluzione NON in galleria
Considerando corretti e attendibili i dati di pagina 63, relativi a:
- habitat;
- indice del valore naturalistico.
si calcola la superficie direttamente interessata dall’intervento, ricadente all’interno di uno specifico
habitat (unità ambientali), per poi moltiplicarla per il valore naturalistico corrispondete a tale
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ambito. Nello specifico l’area è stata calcolata moltiplicando ogni singolo tratto di strada, che
ricade all’interno di una specifica unità ambientale, per:
- una larghezza di 3 metri in quanto coincidente con la dimensione del sedime stradale;
- una larghezza di 1 metro in quanto coincidente con la dimensione delle banchine/scarpate.
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IVN ante
operam HABITAT
Lungh (m)
Largh (m) sedime
stradale in asfalto
Largh (m) banchina rinverdita
Area (mq) sedime
stradale in asfalto
Area (mq) banchina rinverdita
Area sedime in asfalto X IVN ante
operam (mq)
Area banchina rinverdita X IVN ante
operam(mq)
IVN post operam
Area sedime in asfalto
IVN post operam
Area banchina rinverdita
Area sedime in
asfalto X IVN post
operam (mq))
Area banchina rinverdita X IVN post
operam (mq))
10 Vegetazione dei detriti carbonatici
56,48 3 1 169,44 56,48 1.694,40 564,80 2 9 338,88 508,32
8
Praterie calcofile
continue (p.m.p. seslerio-sempervireti)
80,48 3 1 241,44 80,48 1.931,52 643,84 2 7 482,88 563,36
8
Praterie calcofile continue (p.m.p. seslerio-sempervireti)
423,70 3 1 1271,1 423,70 10.168,80 3.389,60 2 7 2.542,20 2965,90
7
Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su rocce carbonatiche
200,40 3 1 601,2 200,40 4.208,40 1.402,80 2 6 1.202,40 1202,40
7
Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su rocce carbonatiche
386,90 3 1 1160,7 386,90 8.124,90 2.708,30 2 6 2.321,40 2321,40
9 Praterie calcofile discontinue (p.m.p. firmeti)
918,20 3 1 2754,6 918,20 24.791,40 8.263,80 2 8 5.509,20 7345,60
9 Mughete su rocce carbonatiche
440,70 3 1 1322,1 440,70 11.898,90 3.966,30 2 8 2.644,20 3525,60
8
Boschi subalpini a dominanza di larice (incl. larici-cembreti e cembrete)
75,53 3 1 226,59 75,53 1.812,72 604,24 2 7 453,18 528,71
8
Boschi subalpini a dominanza di larice (incl. larici-cembreti e
374,50 3 1 1123,5 374,50 8.988,00 2.996,00 2 7 2.247,00 2621,50
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cembrete) con partecipazione di faggio
10
Vegetazione delle rupi carbonatiche e sporadici esemplari di faggio
106,10 3 1 318,3 106,10 3.183,00 1.061,00 2 9 636,60 954,90
10
boscaglie di
Sorbus aucuparia
94,19 3 1 282,57 94,19 2.825,70 941,90 2 9 565,14 847,71
10 boscaglie di Sorbus aucuparia
106,50 3 1 319,5 106,50 3.195,00 1.065,00 2 9 639,00 958,50
6 Prati stabili 67,10 3 1 201,3 67,10 1.207,80 402,60 2 5 402,60 335,50
7 Peccete montane
2.136,00
3 1 6408 2.136,00 44.856,00 14.952,00 2 6 12.816,00 12.816,00
8 Boschi a dominanza di Larix decidua
238,30 3 1 714,9 238,30 5.719,20 1.906,40 2 7 1.429,80 1.668,10
8
Praterie calcofile continue (p.m.p. seslerio-sempervireti s.l.)
195,50 3 1 586,5 195,50 4.692,00 1.564,00 2 7 1.173,00 1.368,50
7
Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su rocce carbonatiche
2.184,00
3 1 6552 2.184,00 45.864,00 15.288,00 2 6 13.104,00 13.104,00
9 Faggete mesofile (Eu-Fagenion s.l.)
1.000,00
3 1 3000 1.000,00 27.000,00 9.000,00 2 8 6.000,00 8.000,00
6 Boscaglie di maggiociondolo alpino
140,60 3 1 421,8 140,60 2.530,80 843,60 2 5 843,60 703,00
214.692,5 71.564,2 55.351,1 62.339,00
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Nella tabella sopra riportata si sono definiti, sia per le aree interessate dal sedime (in asfalto), che
per le aree di banchina/scarpate (rinverdite), i rispettivi valori naturalistici ante e post operam. In
particolare l’IVN post operam, così com’è emerso dall’incontro di gennaio 2011, coincide: in caso di
sedime in asfalto a IVN pari a 2 (e non più 1), mentre per le banchine rinverdite con l’IVN ante
opera ridotto di un’unità (IVN ante operam – 1).
I valori naturalisti ottenuti prima e dopo l’intervento in relazione anche al materiale di realizzazione
sono:
Sedime stradale in asfalto Valore naturalistico
prima intervento (mq) -
Valore naturalistico
dopo intervento (mq) =
Riduzione
valore naturalistico (mq)
214.692,5
-
55.351,1
=
159.341,5
Banchine/scarpate rinverdite
Valore naturalistico
prima intervento (mq) -
Valore naturalistico
dopo intervento (mq) =
Riduzione
valore naturalistico (mq)
71.564,2 mq
-
62.339
=
9.225,2
Al fine di quantificare il punteggio dei danni ai beni naturali (in mq) è necessario applicare un
fattore correttivo temporale A (FtA) individuato in relazione alla durata degli effetti della
trasformazione. Tale coefficiente deve essere moltiplicato per la stima della riduzione del valore
naturalistico.
In considerazione del fatto che il sedime della strada intervalliva è in asfalto gli effetti dureranno
100 anni, periodo temporale a cui equivale il punteggio attribuito dal Parco delle Orobie
Bergamasche pari a 3:
Sedime stradale in asfalto Valore
naturalistico
prima
intervento
(mq)
-
Valore
naturalistico
dopo
intervento
(mq)
=
Riduzione
valore
naturalistico
(mq)
Fattore
correttivo
temporale
A(FtA)
Punteggio dei
danni ai beni
naturali (mq)
214.692,5
-
55.351,1
=
159.341,5
*
3
478.024,5
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Il fattore correttivo applicato alle banchine/scarpate rinverdite della strada intervalliva, in quanto
opere dalla durata inferiore ai 5 anni è di 0.2
Banchine/scarpate rinverdite
Valore
naturalistico
prima
intervento
(mq)
-
Valore
naturalistico
dopo
intervento
(mq)
=
Riduzione
valore
naturalistico
(mq)
Fattore
correttivo
temporale
A(FtA)
Punteggio dei
danni ai beni
naturali (mq)
71.564,2
-
62.339
=
9.225,2
*
0,2
1.845,04
Danno totale (sedime + scarpate) = 478.024,5 + 1.845,04 = 479.869,54 mq
Quantificazione dei danni IPOTESI II – soluzione IN galleria
Applicando quanto appena esposto anche all’ipotesi di tracciato in galleria e considerando corretti
e attendibili i dati, precedentemente valutati (vedi pagina 69 e 70), relativi a habitat e indice del
valore naturalistico (ante operam), si è calcolata la superficie direttamente interessata
dall’intervento, ricadente all’interno di uno specifico habitat (unità ambientali). Tale dato si è poi
moltiplicato per il valore naturalistico corrispondete a tale ambito. Nello specifico l’area è stata
calcolata moltiplicando ogni singolo tratto di strada, che ricade all’interno di una specifica unità
ambientale, per:
- una larghezza di 3 metri in quanto coincidente con la dimensione del sedime stradale;
- una larghezza di 1 metro in quanto coincidente con la dimensione delle banchine/scarpate.
È bene a questo punto evidenziare che le scarpate saranno rinverdite per il tratto che
ricade prevalentemente nel comune di Ardesio, mentre per il tratto di galleria previsto tra
Ardesio e Roncobello le banchine/scarpate saranno impermeabilizzate.
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IVN
ante
operam
HABITAT Lungh
(m)
Largh (m)
sedime
stradale in asfalto
Largh (m) banchina
rinverdita
Area (mq)
sedime
stradale in asfalto
Area (mq) banchina
rinverdita
Area sedime
in asfalto
X IVN ante operam (mq)
Area
banchina rinverdita
X IVN ante operam(mq)
IVN post operam
Area
sedime in
asfalto
IVN post operam
Area banchina rinverdita e
banchina impermeabile
Area
sedime in
asfalto
X IVN post
operam (mq)
Area
banchina rinverdita
e
banchina imperme
abile X IVN
post
operam (mq))
6 Prati stabili 13,7 3 1 41,19 13,7 247,14 82,38 2 5 82,38 68,65
7 Peccete
montane
1744,
0 3 1 5232 1744,0 36624 12208 2 6 10.464,00 10.464,00
8
Praterie
calcofile
continue (p.m.p.
seslerio-sempervireti
s.l.)
159,1 3 1 477,3 159,1 3818,4 1272,8 2 7 954,60 1.113,70
7
Pascoli montani e
subalpini (nardeti s.l.) su
rocce
carbonatiche
935,8 3 1 2807,4 935,8 19651,8 6550,6 2 2 5.614,80 1.871,60
9
Faggete
mesofile (Eu-
Fagenion s.l.)
1192,0
3 1 3576 1192,0 32184 10728 2 2 7.152,00 2.384,00
9
Mughete su
rocce carbonatiche
152,6 3 1 457,8 152,6 4120,2 1373,4 2 2 915,60 305,20
10
Vegetazione
delle rupi carbonatiche
15,3 3 1 45,93 15,3 459,3 153,1 2 2 91,86 30,62
8 Pascoli 210,9 3 1 632,7 210,9 5061,6 1687,2 2 2 1.265,40 421,80
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neutrofili a
dominanza di Carex
sempervirens e
Festuca curvula
7
Pascoli
montani e subalpini
(nardeti s.l.) su rocce
carbonatiche
321,7 3 1 965,1 321,7 6755,7 2251,9 2 2 1.930,20 643,40
9
Praterie calcofile
discontinue (p.m.p. firmeti)
134,6 3 1 403,8 134,6 3634,2 1211,4 2 2 807,60 269,20
112.556,34 37.518,78 29.278,44 17.572,17
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Nella tabella sopra riportata si sono definite, sia per le aree interessate dal sedime (in asfalto), che
per le aree di banchina/scarpate (rinverdite), i rispettivi valori naturalistici ante e post operam. In
particolare l’IVN post operam, così com’è emerso dall’incontro di gennaio 2011, coincide: in caso di
sedime in asfalto a IVN pari a 2 (e non più 1), per le banchine rinverdite all’IVN ante opera ridotto
di un’unità (IVN ante operam – 1 per le banchine rinverdite), mentre per le banchine impermeabili
a IVN pari a 2 per (tratto interessato direttamente dalla galleria ).
I valori naturalisti ottenuti prima e dopo l’intervento in relazione anche al materiale di realizzazione
sono:
Sedime stradale in asfalto
Valore naturalistico
prima intervento (mq) -
Valore naturalistico
dopo intervento (mq) =
Riduzione
valore naturalistico
(mq)
112.556,34
-
29.278,44
=
83.277,9
Banchine/scarpate
Valore naturalistico
prima intervento (mq) -
Valore naturalistico
dopo intervento (mq) =
Riduzione
valore naturalistico (mq)
37.518,78 mq
-
17.572,17
di cui
(11.646,35 rinverdite e
5.925,82 impermeabili)
=
19.946,61
Al fine di quantificare il punteggio dei danni ai beni naturali (in mq) è necessario applicare un
fattore correttivo temporale A (FtA) individuato in relazione alla durata degli effetti della
trasformazione. Tale coefficiente deve essere moltiplicato per la stima della riduzione del valore
naturalistico.
In considerazione del fatto che il sedime della strada intervalliva è in asfalto gli effetti dureranno
100 anni, periodo temporale equivale al punteggio attribuito dal Parco delle Orobie Bergamasche
pari a 3:
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Sedime stradale in asfalto Valore
naturalistico
prima
intervento
(mq)
-
Valore
naturalistico
dopo
intervento
(mq)
=
Riduzione
valore
naturalistico
(mq)
Fattore
correttivo
temporale
A(FtA)
Punteggio dei
danni ai beni
naturali (mq)
112.556,34
-
29.278,44
=
83.277,9
*
3
249.833,7
Il fattore correttivo applicato alle banchine/scarpate, rinverdite e/o impermeabili, è variabile da 3
(FtA) a 0,2 (FtA) in quanto gli interventi che interessano le banchine/scarpate presentano una
durata variabile a seconda del tipo di gestione del soprassuolo fra i 100 anni (FtA = 3), per le aree
impermeabili, e i 5 anni (FtA = 0,2), per le aree a verde. In considerazione del fatto che tale
tracciato è interessato da entrambe le trattazioni delle aree di banchina e che la banchina
rinverdita è il doppio circa della banchina impermeabile, si è individuato, quale fattore correttivo,
un valore mediano, tra quelli indicati nel Piano Naturalistico Comunale, equivalente a 1.
Banchine/scarpate rinverdite
Valore
naturalistico
prima
intervento
(mq)
-
Valore
naturalistico
dopo
intervento
(mq)
=
Riduzione
valore
naturalistico
(mq)
Fattore
correttivo
temporale
A(FtA)
Punteggio dei
danni ai beni
naturali (mq)
37.518,78
-
17.572,17
=
19.946,61
*
1
19.946,61
Danno totale (sedime + scarpate) = 249.833,7 + 19.946,61 = 229.887,09 mq
Quantificazione compensazioni IPOTESI I – soluzione NON in galleria
Al fine di quantificare economicamente le compensazioni è stato assunto quale valore di
riferimento quello attuato dai sistemi Verdi pari a 4,50 euro/mq.
La compensazione totale è quindi data da:
danno ambientale stimato * (il doppio costo medio di compensazione) =
479.869,54 mq * (2 * 4,5 euro/mq) = 4.318.825,86 euro
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Quantificazione compensazioni IPOTESI II – soluzione IN galleria
Al fine di quantificare economicamente le compensazioni è stato assunto quale valore di
riferimento quello attuato dai sistemi Verdi pari a 4,50 euro/mq.
La compensazione totale è quindi data da:
danno ambientale stimato * (il doppio costo medio di compensazione) =
229.887,09 mq * (2 * 4,5 euro/mq) = 2.068.983,81 euro
Considerazioni conclusive su compensazioni
Al fine di comprendere e confrontare i valori ottenuti attraverso l’applicazione sia del metodo
proposto all’Allegato 1 (febbraio 2009), sia del modello Allegato 1 aggiornato al 2010, è stata
elaborata la seguente tabella riepilogativa:
IPOTESI NON IN GALLERIA IPOTESI IN GALLERIA
Danno (mq) dicembre 2010
561.051,00
Danno (mq) aggiornato gennaio
2011
479.869,54
Danno (mq) dicembre 2010
293.751,36
Danno (mq) aggiornato gennaio
2011
229.887,09
costo per compensazione 2.524.729 euro 4.318.825 euro 1.321.881 euro 2.068.983 euro
A tali valori devono essere sottratti i costi stimati dai tecnici forestali all’interno dello Studio delle
componenti forestali che nello specifico sono:
315.324 euro per l’ipotesi I Strada NON in galleria
268.440 euro per l’ipotesi II Strada IN galleria
IPOTESI NON IN GALLERIA IPOTESI IN GALLERIA
Danno (mq) dicembre 2010
561.051,00
Danno (mq) aggiornato gennaio
2011
479.869,54
Danno (mq) dicembre 2010
293.751,36
Danno (mq) aggiornato gennaio
2011
229.887,09
costo per
compensazione 2.209.405 euro 4.003.501 euro 1.053.441 euro 1.800.543 euro
In considerazione delle importanti cifre stimate il Parco, nell’incontro di gennaio 2011,
ha avanzato la proposta che comunque tali valori non debbano superare i 500.000
euro, e più in generale i costi per le compensazioni ai danni naturali non devono essere
superiori alla soglia del 3% delle costi progettuali (intese come inclusive di costi di
progettazione e realizzazione).
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3.2.1.5 Considerazioni conclusive a gennaio 2011
Confrontando le due proposte progettuali Ipotesi I – NON in galleria e Ipotesi II - IN galleria
emerge che la strada intervalliva NON in galleria essendo lunga circa il doppio dell’ipotesi IN
galleria, rispettivamente 11.050 m e 6.000 m, esercita inevitabilmente dei danni sui beni naturali
maggiori rispetto alla proposta IN galleria; ma dall’altro lato consente di collegare luoghi oggi
difficilmente accessibili facendo acquistare al paesaggio un’importante funzione percettiva e
attrattiva per l’osservatore (ad esempio l'utente/turista).
L’ipotesi IN galleria nonostante interessi un tratto minore di territorio, soprattutto per quanto
riguarda il comune di Roncobello, in quanto la tratta di Ardesio è pressoché coincidente tra le due
proposte registra degli impatti soprattutto in fase di cantiere. Infatti, nonostante la durata limitata
nel tempo e l’adozione di accortezze e metodologie atte a ridurre i danni su flora e fauna, in fase di
realizzazione della galleria si registreranno alcune alterazioni, anche irreversibili, soprattutto per
quanto concerne gli equilibri del regime idraulico superficiale e sotterraneo. A questa realtà si
aggiungono inoltre altre problematiche dettate dalla gestione, per il reimpiego e/o riutilizzo, dei
volumi di terra estratta, stimati all’incirca in 200.000 mc.
Infine dall’applicazione dei modelli proposti dal Parco, per la quantificazione dei danni ai beni
ambientali e delle compensazioni determinati dalle soluzioni di strada intervalliva proposte, si
evince che dall’attuazione dell’Allegato I, modificato secondo quanto avanzato durante l’incontro di
gennaio 2011, i danni sono aumentati e contemporaneamente anche i costi relativi alle
compensazioni. Tale variazione ha reso le stime più attendibili e veritiere rispetto a quanto emerso
dalla prima concretizzazione dell’Allegato I. Nonostante ciò i costi di compensazione naturalistica
risultano ancora piuttosto esigui, in quanto se considerati al lordo dei costi di compensazione
forestale, risultano praticamente nulli; infatti i costi stimati in seguito alle trasformazione dei boschi
sono maggiori dei costi individuati dal calcolo del danno naturalistico.
IPOTESI NON IN GALLERIA
Compensazioni forestali
(Studio delle componenti forestali novembre 2010 StudioDRYOS)
Compensazioni naturalistiche
aggiornate a gennaio 2011
315.324 euro 198.450 euro < x < 396.900 euro
IPOTESI IN GALLERIA
Compensazioni forestali
(Studio delle componenti forestali novembre 2010 StudioDRYOS)
Compensazioni naturalistiche
aggiornate a gennaio 2011
268.440 euro 108.000 euro < x < 216.000 euro
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Per quanto riguarda invece i danni e le compensazioni stimate applicando Allegato IV, modificato
secondo quanto avanzato durante l’incontro di gennaio 2011, si ottengono risultati, in termini di
danni e compensazioni, molto superiori (cambia l’ordine di grandezza) rispetto a quanto
determinato dall’attuazione dell’Allegato I; ma soprattutto si individuano dati inerenti ai costi di
compensazioni pari al doppio rispetto a quanto stimato precedentemente in dicembre 2010
(allegato IV). Il raddoppio è determinato dal fatto che:
- … l’ammontare delle compensazioni non deve essere inferiore al prodotto del valore del
danno, calcolato come prodotto tra St e fdb (fattore di bilanciamento), e il doppio
dell’importo base vigente all’atto dell’istanza fissato per le compensazioni derivanti
dalle trasformazioni dei boschi …(aggiornamento del Piano Naturalistico Comunale
febbraio 2009)
Tali valori compensativi, al netto dei costi di compensazione forestali risultano comunque molto
elevati, è pertanto opportuno ribadire che il Parco, nell’incontro di gennaio 2011, ha
avanzato la proposta che comunque tali costi non debbano superare i 500.000 euro, e
più in generale i costi per le compensazioni ai danni naturali non devono essere
superiori alla soglia del 3% delle costi progettuali (intese come inclusive di costi di
progettazione e realizzazione).
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4. Interferenze tra opere/attività previste ed il sistema ambientale e relative
opere di mitigazione
4.1 Vegetazione
Per la realizzazione del percorso, sono previsti tagli vegetazionali su aree in cui sono presenti sia
boschi cedui sia boschi di alto fusto. Essi interessano principalmente l’area sita in comune di
Roncobello, in cui la composizione arborea presente è costituita da un elevato numero di faggi
(Fagus sylvatica), uniti a sporadici abeti (Picea abies).
Dai sopralluoghi effettuati e dall’analisi dei luoghi non sono comunque stati individuati alberi di
particolare pregio ne’ sono state avvistate specie floristiche rare o formazioni di particolare
interesse forestale.
Immagine di un tratto boscato in cui è previsto il passaggio del collegamento intervallivo.
Per questi motivi e, complessivamente, data l’estensione dell’area boschiva e la stretta fascia che è
interessata dall’opera non si osservano importanti modifiche delle condizioni botaniche dell’area. Il
presunto consumo di suolo dell’opera è di circa 4.4 ha (4m x 11.000m), di cui circa il 35-40% è a
bosco, mentre il resto a pascolo.
Per questi interventi previsti sugli ambiti boscati dovranno essere rispettati i criteri della disciplina
forestale ai sensi della LR n.31 del 5 dicembre 2008 relative alle opere di compensazione per
l’abbattimento di alberi ad alto fusto.
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E’ importante sottolineare che, a lavori ultimati, si dovranno prevedere azioni di ripristino del
patrimonio floristico dell’area così da riportare il luogo alle condizioni precedenti. Inoltre i
progettisti dovranno prestare particolare attenzione alla cura dell’inserimento del collegamento nel
suo contesto attraverso l’uso di specie autoctone e compatibili con il bosco presente.
Si dovrà dunque intervenire con opere volte alla messa a dimora di piante arboree e/o arbustive,
dove necessario, attuando lavori secondo schemi d’impianto ben precisi e a regola d’arte.
Tra gli usi del suolo sono comprese le praterie alpine di alta quota (zona Passo del Branchino), le
porzioni pascolive di alta quota, incolti improduttivi (rocce e pareti rocciose), incolti forestali (zone
di ricolonizzazione arborea o arbustiva insediatesi su ex aree pascolive) e formazioni boscate
consolidate (alnete, mughete, formazioni di maggiociondolo alpino) che nell’insieme determinano
la peculiarità del paesaggio tipico delle aree alpine al di sopra del limite della vegetazione
tipicamente forestale.
In queste aree dovranno essere previste azioni di ripristino della coltre del suolo vegetale con
opere di rinverdimento attraverso operazioni di semina o idrosemina a seconda della necessità.
Considerata la tipologia dell’intervento e della strada in sé, in fase di cantiere non sono previsti
impatti significativi relativamente al consumo di suolo limitato alla fascia di 4m. Al fine di ridurre
ulteriormente le interferenze con l’ambiente naturale si consiglia di porre particolare attenzione al
recupero del materiale di scavo che potrà essere utilizzato come livellamento del sottofondo
stradale. In questo modo si eviterà qualsiasi attività di stoccaggio di materiali che possa interferire
con le caratteristiche chimico-fisiche del suolo tali da alterare l’ecosistema presente.
Per quanto riguarda il sollevamento delle polveri causate dal passaggio dei mezzi esso dovrà
essere ridotto al minimo indispensabile, non interferendo con le specie vegetali presenti.
Inoltre in ragione del limitato uso di mezzi, date le condizioni logistiche delle aree di intervento,
tale effetto è comunque limitato alla fase di realizzazione del cantiere e non così significativo da
alterare lo status – quo dei luoghi.
E’ evidente che nella fase di cantierizzazione si dovranno attuare tutte quelle accortezze a
salvaguardia della vegetazione che, essendo elemento costitutivo del paesaggio, nella fase di
esercizio delle opere, rappresenta il legame con le condizioni strutturali e funzionali delle aree.
Per ciò le piante arboree che potrebbero risultare a rischio, dovranno essere protette con strutture
provvisorie in tavolame, o con fasciature sul tronco con onduline in materiale plastico o metallico.
Infine si precisa che in comune di Oltre il Colle il tratto in progetto non interferisce con l’area
perimetrata SIC del sentiero dei Fiori.
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Carta di rappresentazione del Sentiero dei Fiori rispetto al nuovo collegamento intervallivo
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4.2 Fauna
E’ appurata l’importanza per quest’area degli aspetti legati alla quantità ed alla diversità delle
specie faunistiche presenti. Per evitare il rischio di frammentazione dell’area, dovuto alla presenta
della nuova infrastruttura, il progetto dovrà studiare e prevedere l’adozione di soluzioni specifiche:
regolamentazione del traffico, inserimento paesaggistico dell’opera attraverso il ripristino dei
luoghi, in modo da evitare forti e permanenti interferenze con la fauna presente.
Non dovranno in ogni caso mancare l’attenzione per idonee connessioni ecologiche e/o la
realizzazione di corridoi faunistici, dove necessario, per l’attraversamento dell’infrastruttura
soprattutto da parte dei piccoli mammiferi, secondo schemi e opere da definirsi in funzione del
contesto.
Per quanto riguarda le operazioni di cantierizzazione la realizzazione delle opere di sistemazione
non rappresenta un impatto a lungo termine sull'assetto faunistico e sulle biodiversità in quanto il
disturbo arrecato alle specie presenti nell’area sarà temporaneo e limitato, legato soprattutto alla
presenza di rumori e polveri prodotti dal passaggio dei mezzi operativi e dalle lavorazioni diurne
che in questo caso saranno comunque estremamente localizzate e puntuali.
Durante questa fase è previsto l’impiego di macchinari conformi alle norme UE di emissioni sonore,
di limitato impatto che provocano una modesta alterazione della rumorosità dei luoghi limitata a
poche centinaia di metri dall’area di lavoro con livelli che si attendono, già a poche decine di metri
dall’area di cantiere, sui 50 dB(A).
Gli impatti in fase di cantiere derivanti dalle emissioni sonore sulla componente faunistica dovranno
quindi avere effetti temporanei e reversibili.
4.3 Paesaggio
Se da una parte la realizzazione di una strada è sempre un’opera di trasformazione sul paesaggio,
dall’altra sono importanti i vantaggi di fruizione che essa porta sia alle comunità interessate, sia ai
turisti presenti e potenziali, facendo sì che aree oggi poco conosciute, o conosciute solo da pochi
privilegiati, domani diventino un bene per tutti.
L’apertura di nuovi scorci sul paesaggio, la possibilità di accesso a tutti, la bellezza incondizionata
di queste valli sono un mix vincente per valorizzare, potenziare e rivitalizzare aree che oggi sono
soggette allo spopolamento ed all’abbandono.
In fase di realizzazione delle opere sarà cura evitare qualsiasi forte interferenza sul paesaggio,
evitando fenomeni di deturpamento, dal momento che le opere hanno come fine ultimo quello di
poter godere delle aree in esame e della visione di paesaggi che, diversamente, sarebbero
patrimonio di soli pochi eletti.
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Dovranno comunque essere previste opere di ingegneria naturalistica per il mascheramento degli
eventuali muri di contenimento del tracciato stradale, ove sia necessario a causa delle pendenze,
che garantiscano un buon inserimento ambientale in conformità alla direttiva sull’impiego dei
materiali vegetali vivi negli interventi di ingegneria naturalistica in Lombardia (D.G.R. 1 luglio 1997
n. 6/29567), alla direttiva Quaderno delle opere delle opere di ingegneria naturalistica (D.G.R. 29
febbraio 2000, n.6/48740) e alla Direttiva per il reperimento di materiale vegetale vivo nelle aree
demaniali da impiegare negli interventi di ingegneria naturalistica (DGR 11 dicembre 2000,
n.7/2571).
Per quanto riguarda l’impatto visivo del cantiere bisogna tenere presente che le aree interessate
dal collegamento sono molto lontane dagli abitati, condizione che ne limita automaticamente la
visibilità.
Nonostante nell’area di progetto e nell’intorno della stessa non sono state individuate opere o
manufatti di valore architettonico storico-culturale o paesistico ambientale che potrebbero essere
direttamente modificati dall’intervento, è bene prevedere, per i punti maggiormente “sensibili”
nell’ambito di intervento, il ripristino con operazioni di tipo compensativo di rinverdimento e di
piantumazione.
Relativamente alle acque individuate nel territorio comunale, non si rileva la possibilità che queste
vengano inquinate dalle lavorazioni previste, in quanto non interferenti ne’ direttamente ne’
indirettamente con le stesse. Inoltre non sono previsti scarichi né prelievi idrici.
Le opere sono progettate al fine di non modificare negativamente l'assetto idrologico del reticolo
superficiale ma altresì, dove possibile, in corrispondenza degli attraversamenti, di migliorare ai fini
della prevenzione dei rischi idrogeologici, ad esempio andando a realizzare piccoli tratti di scogliere
in massi ciclopici a sostegno delle sponde torrentizie e a prevenzione dei fenomeni erosivi, o tratti
in selciato in corrispondenza dell’attraversamento, che possano anche divenire eventualmente
zona di trattenuta del trasporto solido.
Gli interventi di regimazione idraulica con l’eliminazione di criticità idrauliche dovranno comunque
essere conformi alla direttiva Quaderno delle opere delle opere di ingegneria naturalistica (D.G.R.
29 febbraio 2000, n.6/48740) e alla Direttiva per il reperimento di materiale vegetale vivo nelle
aree demaniali da impiegare negli interventi di ingegneria naturalistica (DGR 11 dicembre 2000,
n.7/2571).
Inoltre il progetto non prevede scarichi di inquinanti, né lo stoccaggio in fase di cantiere di
materiale inquinante con pericolo di contaminazione delle acque di scorrimento superficiali e delle
risorse idriche sotterranee.
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In conclusione è importante che con la realizzazione dell’opera sia necessario prevedere opere di
sistemazione ambientale concepite in modo integrato con le soluzioni previste: ciò contribuisce al
perseguimento di un corretto ed adeguato inserimento paesistico – ambientale con canoni
progettuali, tipologie ed elementi attenti alle specificità del contesto locale e rispettosi delle
caratteristiche di pregio della zona.
4.4 Diminuzione o frammentazione di habitat d’interesse faunistico
E’ da tenere in considerazione che il consumo di suolo di circa 4ha complessivi risulta
proporzionato alla lunghezza del percorso e, soprattutto, la trasformazione del territorio rimane
limitata alla lingua di strada che si andrà a realizzare. Non c’è una vera perdita di habitat, né una
trasformazione tale da prevedere variazioni importanti sulla componente biotica.
A tal proposito l’obiettivo prioritario dell’intervento dovrà essere quello di tutelare e conciliare la
parte prettamente naturalistica di interesse conservazionistico con quella più legata agli elementi
antropici (sicurezza, accessibilità, fruizione). Da sottolineare che lo scopo del progetto dovrà
proprio essere quello di evitare dissonanze nel contesto, proponendo congiuntamente con la
realizzazione del collegamento, anche opere di inserimento paesaggistico ambientale ad hoc. Le
dimensioni del tracciato e la necessità di progettare opere di inserimento a verde a garanzia della
totale integrazione della strada non solo a livello puntuale ma anche a livello funzionale porterà ad
evitare qualsiasi tipo di frammentazione sia a livello territoriale, sia a livello degli habitat.
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5. Impatti da cantiere
Sempre più spesso, nell’ambito delle azioni di incidenza ambientale relative ai cantieri, vengono
previste opere finalizzate al monitoraggio e di controllo “in corso d’opera” degli aspetti ambientali
significativi, che vanno ad aggiungersi alla più tradizionale formulazione di misure di mitigazione
ambientale di tipo preventivo.
Esempi in questo senso sono l’attivazione di un “osservatorio ambientale” permanente, con
funzioni di monitoraggio degli impatti ambientali generati dalle attività di cantiere durante tutto il
periodo di svolgimento dei lavori e lo scambio delle informazioni finalizzate all’implementazione
tempestiva delle eventuali misure di mitigazione straordinarie che si rendessero necessarie.
Una seconda azione proposta, che può costituire uno degli strumenti operativi dell’osservatorio
stesso, è rappresentata dalla previsione di “audit ambientali periodici” attraverso cui rilevare, con
cadenza periodica prestabilita ed in occasione delle fasi di lavorazione, il maggiore impatto
ambientale, al fine di attivare le eventuali azioni straordinarie.
Poiché l’oggetto specifico di un impatto ambientale applicato alla fase di cantiere non è costituito
da un’opera o un intervento nel suo insieme bensì dalla sua realizzazione, e quindi da un’attività,
non appare singolare il fatto che l’efficacia di un’analisi di questo tipo risulti strettamente correlata
alla possibilità di intervenire con azioni di carattere gestionale, da intendersi come logica
prosecuzione degli studi di impatto ambientale volta a valutare in campo l’efficacia del progetto e
delle opere compensative ed a intervenire per sanare le situazioni di crisi.
Si delinea così un quadro nel quale la progettazione tecnica appare integrata con la progettazione
ambientale. Se, tuttavia, l’obiettivo ultimo rimane quello di una maggiore efficienza ambientale
nella realizzazione di un intervento, anche questo modello può non rappresentare l’ultimo passo
necessario: si può infatti osservare come la migliore prosecuzione dell’analisi ambientale svolta in
sede di progetto può aversi solo con l’attuazione di pratiche corrette nel corso delle attività stesse
di cantiere. In altri termini, fermo restando che per le nuove opere l’analisi della valutazione di
incidenza riveste un ruolo determinante, la ricerca delle migliori soluzioni per il contenimento delle
interferenze ambientali generate in fase di costruzione può venire rapidamente vanificata laddove
non sia accompagnata dall’applicazione di azioni e procedure corrette sino nel corso dell’ultima
fase di realizzazione.
Quindi l’ulteriore passo coinvolge direttamente, insieme al progettista tecnico ed all’analista
ambientale, il realizzatore: è necessario cioè che anche colui che dà vita reale al cantiere adotti
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sistemi di gestione ambientale rivolti agli obiettivi di salvaguardia ambientale, indipendentemente
da quanto le sue singole azioni siano regolamentate dalle indicazioni progettuali.
Le analisi ambientali connesse alla stesura di questo documento hanno evidenziato la presenza di
un impatto contenuto legato alla fase di realizzazione delle opere previste dal progetto sia in
termini quantitativi che di durata nel tempo.
Ciononostante programmare la predisposizione e l’attuazione di un piano di monitoraggio specifico
per il controllo della situazione ambientale sulla vegetazione e soprattutto sulla fauna, e la
valutazione degli effetti di interventi, diventa atto importante per la conservazione e la tutela dei
fattori ecologico ambientali.
Tale processo richiede una massima flessibilità nell’ottica di una “costruzione progressiva” della
strada ed un costante monitoraggio dell’evoluzione ecologica del luogo. Gli interventi di
conservazione e valorizzazione ambientale potranno essere realizzati per fasi successive, graduali e
condivise.
L’attenzione alle aree naturalistiche, attraverso una precisa valutazione dei luoghi di maggior
interesse ecologico-ambientale, unito con una fruizione controllata, può fungere da tema di
preservazione e conservazione del sito mantenendo la biodiversità presente e garantendo una
progettazione di tipo sostenibile e compatibile.
La finalità sarà quella di monitorare tutti i fattori ambientali intervenendo quando si crea una
situazione di necessità legata ad eventuali episodi di criticità. Tutto ciò con l’intento di proseguire il
continuo miglioramento dell’area sotto i punti di vista ambientale ed ecologico.
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6. CONCLUSIONI
La realizzazione del tracciato è un’iniziativa che viene proposta con finalità di:
• favorire lo sviluppo turistico del territorio sotteso ai due tratti della Val Brembana e Val Seriana
interessati dal collegamento intervallivo con un conseguente sviluppo delle attività economiche
direttamente connesse;
• rivitalizzare aree ad oggi soggette a spopolamento;
• favorire la fruizione e la conoscenza di luoghi di rilevanza paesistica e naturalistica;
• garantire l’accesso ai fondi e la continuità delle attività agricole e forestali della zona;
• consentire un collegamento intervallivo in termini di pianificazione di emergenza, a supporto agli
interventi di Protezione Civile.
Si sottolinea che nelle aree di intervento sono poi delocalizzate alcune baite e cascinali che, per la
loro favorevole esposizione e ubicazione, potrebbero essere sfruttate sia a scopi turistici sia agro –
pastorali usufruendo così di un corretto processo di crescita economica e sociale.
Per garantire il corretto inserimento paesistico-ambientale del nuovo collegamento e la piena
compatibilità con il contesto circostante, la realizzazione dell’opera dovrà seguire le seguenti
modalità:
- programmazione di un piano di monitoraggio specifico per il controllo dell’iter progettuale
sulle componenti ambientali, in particolare flora e fauna;
- recupero del materiale di scarto dalle escavazioni per la creazione del sottofondo stradale in
modo da evitare stoccaggio degli inerti;
- piantagione di alberi ed arbusti autoctoni idonei al ripristino della pregressa biocenosi dei
luoghi;
- realizzazione delle opere di compensazione per l’abbattimento di alberi ad alto fusto
previste ai sensi della LR n.31 del 5 dicembre 2008.
- rinverdimento dei muri di contenimento stradale in modo da creare un unicum con il
contesto d’intorno;
- creazione di corridoi faunistici per il passaggio della fauna dove la strada comporta una
barriera ecologica;
- valorizzazione di viste e canocchiali visivi.
Le eventuali opere di compensazione dovranno essere concordate di intesa tra i proponenti ed il
Consorzio del Parco, coerentemente con lo spirito del “Piano Naturalistico Comunale”.
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La nuova infrastruttura conferisce a questo ambito un forte carattere turistico e fruitivo all’interno
del Parco Regionale delle Orobie Bergamasche, richiamando attività in un’area che negli ultimi
decenni ha subito un lento e inarrestabile spopolamento.
Nonostante ci si trovi in un contesto di particolare pregio ambientale, giustificato dal vincolo di
tutela, la realizzazione del collegamento intervallivo andrà ad apportare interferenze modeste se
studiato seguendo criteri di inserimento paesistico-ambientale ad hoc, tali da evitare dissonanze e
modifiche importanti sulla struttura ecologica oggi presente, nonché diventando occasione per una
trasformazione di segno positivo.