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TRENTOPERIODICO D’INFORMAZIONE DELLA CASSA RURALE DI TRENTO
www.cassaruraleditrento.itAnno XIV - SETTEMBRE 2014 - Numero III - trimestrale
Tab: B Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 - comma 1 DCB Trento.
SUI BANCHI DI SCUOLACI SI PREPARA AL FUTURO CORSI SUPER-SCONTATI PER I SOCI ATTIVI
L’ASSEMBLEA HA APPROVATO IL BILANCIO 2013
GIORGIO BAGOZZI È IL NUOVO
DIRETTORE GENERALE
Clm Bell fa la di� erenza!Da 50 anni, l’eccellenza nell’insegnamento delle lingue.
Classi con massimo12 studenti di livellolinguistico omogeneo
SERVIZICentro d’ascolto, biblioteca,
videoteca, stampa estera, formazione online, soggiorni studio
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linguistica Cambridge English, Goethe-Institut, DELE
www.clm-bell.itLa Fondazione Cassa Rurale di Trento promuove la formazione e lo studio delle lingue straniere nella comunità trentina.
Trento Via Pozzo 30 | Riva del Garda Viale Dante 68 Tel 0461 981733 | [email protected]
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CASSA RURALE DI TRENTO ■ 3
Le nuove sfide
Da anni ormai – troppi – in ogni nostro scritto o intervento infiliamo la parola crisi. Difficile sottrarsi anche oggi, perché tra tonfi e rimbalzi l’onda lunga della rassegnazione che accompagna il periodo non accenna a placarsi. Eppure assistiamo ad un paradosso: mentre i consumi calano, i depositi nelle banche, ovvero il risparmio, tende ad aumentare. Da una parte si assiste ad un tentativo di ripristinare un patrimonio familiare eroso, dall’altra, forse, all’incapa-cità di credere ad una ripresa vera, e quindi avviare i consumi e gli investimenti tipici di una economia dinamica che sa guardare allo sviluppo.
La nostra Cassa Rurale non vorrebbe stare a guar-dare. Questi anni hanno cambiato profondamente il modo di fare banca. Ogni banca, anche la Cassa Rurale, ha dovuto fare i conti in fretta con problemi fino a poco prima mai esistiti: prima la mancanza di liquidità quando è andato il tilt il sistema interbancario. I primi segnali di sfiducia in questa crisi sono infatti avvenuti tra banche, che non si prestavano più i soldi. Poi è arrivata l’alluvione dei crediti in sofferenza, e delle difficoltà a sopportante il peso economico, davve-ro consistente. Nel contempo, la crisi economica ha portato con sé quella reputazionale e di immagine. Le banche “cattive” che non vogliono prestare i soldi ricacciando così la testa sott’acqua a chi – boccheg-giante – tenta di salvarsi.
Posso dire con obiettività che le Casse Rurali hanno cercato fino all’ultimo, e a volte anche oltre, di allon-tanare questa immagine. Lo hanno fatto con le azioni concrete, affrontando le situazioni una alla volta. Mi pare che i dati ci rendano merito, almeno un po’. Uno su tutti, i mutui concessi alle famiglie per comprare o ristrutturare casa. In tre anni sono rimasti presso-ché stabili, con una lieve flessione nel 2013 rispetto all’anno prima. Ma nei primi sette mesi di quest’anno assistiamo ad una vera svolta, 196 mutui per 24 milioni di euro, 157 per 17 milioni nello stesso periodo dello scorso anno. Non sappiamo ancora se saprà trasfor-marsi in tendenza o soltanto in un rimbalzo, ma ci piace credere che si respiri nelle famiglie un nuovo
clima di (prudente) fiducia. Tuttavia ci rendiamo conto che occorre cambiare, perché la navigazione a vista di questi anni, seppur molto competente, non potrà continuare all’infinito. Da poche settimane la nostra Cassa Rurale ha un nuovo direttore, Giorgio Bagozzi, già vicedirettore di Cassa Centrale Banca (vedi articolo a pagina 17). L’opportunità del cambiamento ci consente anche di riflettere a 360 gradi sul futuro della Cassa Rurale. Occorre, forse, un ragionamento complessivo sul ruolo della banca di comunità come è la nostra Cassa Rurale, inserita in un contesto urbano eppure portatrice di valori che richiamano al piccolo mondo delle periferie, di persone che si conoscevano una a una e che si ritrovavano in Cassa Rurale come in una grande famiglia.
Un mondo che non c’è più, e che occorre ricreare su altre piattaforme, altri livelli. Occorre ripensare all’og-gi senza guardare sempre al passato ma aprendo gli occhi sul futuro. Che è fatto di problemi diversi, di relazioni diverse, e anche di molta tecnologia che ha rappresentato per le banche una vera e propria rivoluzione rispetto al passato. I nostri figli entrano nel mondo attraverso la minuscola porticina dello schermo di uno smartphone, e da lì si muovono, esplo-rano, scelgono. Nuove relazioni, nuovi collegamenti da immaginare e costruire, nuove esigenze da affrontare. Tenendo sempre presente che il mondo non tornerà mai più come prima.
È una sfida immensa, che riguarda la nostra or-ganizzazione interna, dalla Cassa Rurale al sistema di credito cooperativo del Nord Est e nazionale. Qualcuno avrà sentito parlare di progetti ambiziosi a cui stia-mo lavorando per rafforzare sempre di più il sistema. Cose che si riflettono apparentemente poco o nulla sulla clientela e sui servizi bancari. Tuttavia, sapranno continuare a garantire credito e attenzione verso la comunità con maggiore vigore e gli “attrezzi” giusti. Al consiglio e al direttore, insieme a tutta la struttura, il compito di percorrere le strade giuste – e a velocità adeguata – che ci si parano davanti. Buon lavoro a tutti.
Giorgio Fracalossi
PAROLA AL PRESIDENTE
Il rigore e la prudenza con cui abbiamo affrontato per tempo la situazione ci mettono in una condizione di serenità anche per il futuro.
4 ■ CASSA RURALE DI TRENTO
IN PRIMO PIANO5 SUI BANCHI DI SCUOLA CI SI PREPARA AL FUTURO10 CENT’ANNI FA TRENTO ERA UNA “FORTEZZA”
SPECIALE ASSEMBLEA12 TEMPI DIFFICILI, BILANCIO “SERENO”
TRA DI NOI16 L’INEGUAGLIABILE FASCINO DELLA CITTÀ ETERNA17 GIORGIO BAGOZZI È IL NUOVO DIRETTORE GENERALE20 UN LUNGO VIAGGIO TRA CANZONI “SEMPREVERDI”22 ACCOGLIENZA POSITIVA PER “BANCH’IO”23 ANCHE A SAN DONÀ LA FILIALE È “BANCH’IO”24 VIAGGIO IN TERRA SANTA, RICORDI INDELEBILI25 CHI PRESENTA NUOVI CLIENTI AIUTA LE ASSOCIAZIONI26 LA COOPERATIVA SOCIALE “LE FARFALLE”27 NOVE NUOVI “MAESTRI COOPERATORI”28 FESTE DEL SOCIO, APPUNTAMENTO SEMPRE GRADITO
NOI & I SOLDI29 PIÙ SERENI CON ASSIRISK30 LE PAROLE DELLA FINANZA
FONDAZIONE31 RIAPERTI I TERMINI PER LE BORSE DI STUDIO32 L’ASSOCIAZIONE “NUOVAMENTE”33 TRENTO SOTTO LE BOMBE
NEL FILM D’ANIMAZIONE “MILA”
CLM34 GLI ESAMI DA SOSTENERE PER LA CERTIFICAZIONE35 CORSI SUPER-SCONTATI PER I SOCI ATTIVI
GIOVANI 2.036 TRECENTO PARTECIPANTI AL FORUM GIOVANI37 UN VIDEO CHE PARLA DI NOI38 IL FUTURO ME LO GESTISCO IO - TERZA EDIZIONE
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TRENTO
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Anno XIV - SETTEMBRE 2014 - Numero III - trimestrale
Periodico della Cassa Rurale di Trento - Banca di Credito Cooperativo - Proprietario ed editoreCassa Rurale di Trento - Banca di Credito Cooperativo - Società cooperativa.
Iscritta all’albo delle banche al n. 2987.6. Iscritta all’albo nazionale degli enti cooperativi al n. A157637.Aderente al Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo. Aderente al Fondo Nazionale di Garanzia
Registro delle Imprese di Trento, codice fiscale e partita IVA n. 00107860223.
Sede legale e direzione generalevia Belenzani 6, Trento - Tel. 0461 206111e-mail: [email protected]
Direttore: Giorgio Fracalossi
Direttore responsabile: Walter LiberComitato di redazione: Giorgio Bagozzi, Mario Longo, Paolo Serafini, Adriana Osele, Rossana Gramegna, Roberta Pinto, Franco Dapor
Coordinatore: Maurizio Tomasi
Hanno collaborato:
Federico Albertelli, Luca Guadagnini, Davide Maggipinto, Marta Nuresi
Autorizzazione del Tribunale di Trento
n° 1063 del 31 ottobre 2000
Grafica e impaginazione: Curcu & Genovese
Stampa: Tipografia Alcione - Lavis
A PAGINA 25 LA PRESENTAZIONE DELL’INIZIATIVA
“PORTA UN AMICO, PREMIA LA TUA ASSOCIAZIONE”
CINQUANTA
CINQUANTA
All’inizio di settembre è stato presentato “La buona scuola”, il progetto di riforma del sistema d’istruzione del Governo Renzi. Nel quarto capitolo del documento intitolato “Ripensare ciò che si impara a scuola” si afferma che “vi sono parti e fasi del nostro sistema di istruzione più deboli di altre” e che, senza stravolgerlo, bisogna “lavorare nel rafforzarle”, per “creare le condizioni per una attuazione piena dell’autonomia ordinamentale, già prevista”. Quella del Governo Renzi sarà la quarta riforma da quando siamo entrati nel terzo millennio. Nel 2000 fu infatti varata la riforma che portava la firma dell’allora ministro all’istruzione, Luigi Berlinguer. Solo tre anni più tardi fu sostituita dalla riforma voluta da Letizia Moratti. A partire dalle prime classi dell’anno scolastico 2010-2011 è stata poi avviata la riforma Gelmini. “Qualità e modernizzazione sono le parole chiave che carat-terizzano lo spirito di questa Riforma. Una scuola nuova al passo con i tempi, in cui si privilegia la qualità dell’insegna-mento rispetto alla quantità del carico orario e all’eccessivo numero di materie”, si legge sull’archivio dell’area istruzione del sito del Ministero dell’Istruzione.
La stessa fonte afferma che “si tratta di un riordino indi-spensabile e improcrastinabile di tutti i percorsi di studio” e che “il provvedimento pone fine alle moltissime sperimenta-zioni realizzate a partire dagli anni ’90 e che hanno dato luogo a un enorme frammentazione degli indirizzi” (204 negli istituti tecnici e 396 nei licei).
Nell’impianto organizzativo introdotto dalla Riforma Gelmini sono stati previsti sei Licei (artistico, classico, linguistico, musicale e coreutico, scientifico con opzione scienze applicate, delle scienze umane con op-zione economico-sociale). Per gli Istituti tecnici sono stati individuati due settori, economico e tecnologico: il primo sud-diviso in due indirizzi (amministrazione, finanza e marketing; turismo) il secondo
in nove (meccanica, meccatronica ed energia; trasporti e logistica; elettronica ed elettrotecnica; informatica e tele-comunicazioni; grafica e comunicazione; chimica, materiali e biotecnologie; sistema moda; agraria, agroalimentare e agroindustria; costruzioni, ambiente e territorio).
Tra i punti di forza della Riforma Gelmini l’archivio on line del Ministero cita anche “un più stretto collegamento con l’Università e l’Alta Formazione, con il mondo del lavoro (stage, tirocini, alternanza scuola-lavoro) e col territorio”.
Ad anno scolastico appena avviato e in vista delle giornate di “porte aperte”, che le scuole organizzano per far conoscere la loro offerta didattica e formativa, il “Primo piano” di questo numero è dedicato ad una (necessariamente parziale) panora-mica sulla realtà scolastica cittadina, attraverso le interviste coi i dirigenti del Liceo classico Prati, del liceo scientifico Galilei, del Liceo delle scienze umane “Rosmini” dell’Istituto tecnico tecnologico “Buonarroti” e dell’Istituto tecnico Economico “Tambosi – Battisti”, che fanno il punto su come la scuola è cambiata nell’ultimo quinquennio.
di Maurizio Tomasi
CASSA RURALE DI TRENTO ■ 5
IN PRIMO PIANO
Sui banchi di scuolaci si prepara al futuroA colloquio con i dirigenti del Liceo classico Prati, del Liceo scientifico Galilei, del Liceo delle scienze umane “Rosmini” dell’Istituto tecnico tecnologico “Buonarroti” e dell’Istituto tecnico Economico “Tambosi-Battisti”, che fanno il punto su come sono cambiate le scuole della città negli ultimi cinque anni
IN PRIMO PIANO
6 ■ CASSA RURALE DI TRENTO
Flavio Dalvit
LICEO SCIENTIFICO GALILEO GALILEI
Liceo scientifico “ordinamenta-le” o “con due lingue straniere” e liceo scientifico “opzione scienze applicate”: sono questi i percorsi di studio offerti dal “Galileo Galilei”, liceo scientifico con sede in viale Bolognini 88, nell’edificio che un tempo ospitava le “Dame di Sion”. Nell’indirizzo “ordi-namentale” e delle Scienze applicate – spiega il dirigente Flavio Dalvit – lo studio del tedesco dura due anni, quel-lo dell’inglese cinque. In questi indiriz-zi, come scelta d’istituto è stato anche deciso di potenziare il programma di fisica, prevedendo tre ore settimanali fin dal primo anno. Tedesco ed ingle-se vengono invece studiati nell’intero quinquennio nell’indirizzo “con due lin-gue straniere”. L’informatica come disci-plina autonoma (due ore in settimana) e l’assenza del latino, sono infine le due caratteristiche che contraddistinguono l’opzione “scienze applicate”.
Le facoltà scientifiche fanno la parte del leone come sbocco universitario, ma numerosi sono anche gli studenti che proseguono gli studi nell’ambito umanistico. Dalvit è fiero di precisare che “circa il 94% circa degli studenti che escono dal Galilei supera il test d’ingresso per la facoltà scelta”. Un dato che conferma la qualità della pre-parazione garantita dalla scuola, che ai suoi iscritti chiede soprattutto la costanza dell’impegno.
“Fra i nostri studenti abbiamo avuto anche campioni di livello nazionale e mondiale in diverse discipline spor-tive e questo testimonia che si può frequentare con profitto la scuola e avere anche tempo per altre attività. Importanti sono l’interesse, la passione personale, la regolarità nell’impegno per far sedimentare le conoscenze acquisite; nel corso del quinquennio, infatti, sono abbastanza frequenti i ri-chiami a quanto imparato negli anni
Michele Ruele
LICEO CLASSICO GIOVANNI PRATI
“Le discipline umanistiche - latino, greco, filosofia, letteratura - sono il centro della nostra offerta formativa e dell’attività degli studenti, la cultura della parola e del pensiero sono i contesti in cui lavoriamo quotidianamente”: parte da questa precisazione Michele Ruele, docente vicario del dirigente, per inquadrare il profilo del Liceo Classico Giovanni Prati, con sede in via SS Trinità 38. L’antichità greca e latina e il patrimonio letterario italiano ed europeo – che sono alla base della cultura e della tecnica della nostra civiltà contemporanea – sono i punti di riferimento dell’attività didattica che punta anche a far comprendere l’attualità del pensiero di Euripide, degli scritti di Machiavelli, delle opere di Dante. “La classicità come mondo chiuso è una concezione vecchia e superata come quella che vede una netta separazione fra cultura umanistica e scientifica”, afferma Ruele. Un’affermazione che trova conferma nei dati relativi alle università alle quali si iscrivono gli studenti dopo la maturità: circa un terzo sceglie facoltà ad indirizzo umanistico, un altro terzo si indirizza verso l’ambito economico e giuridico e un terzo verso materie scientifiche e sanitarie. “Chi esce dal liceo classico possiede un metodo e strumenti di studio che gli consentono di intraprendere qualsiasi strada”, spiega Ruele.
Alla fine del biennio gli studenti possono scegliere se proseguire seguen-do un percorso umanistico, che prevede lo studio della lingua tedesca, o scientifico, nel quale anziché alla lingua straniera viene riservato spazio alle scienze e alla matematica.
“L’offerta formativa ha una forte impronta umanistica – spiega ancora Ruele – ma è accompagnata da una serie di progetti e di attività che la attualizzano e vanno incontro alle esigenze di formazione dei ragazzi: come le certificazioni in ambito tecnologico informatico e delle lingue moderne (tutti si diplomano con un livello B2), promuoviamo attività di stage presso bi-
blioteche, giornali, musei, abbiamo sottoscritto protocolli con la Fondazione Bruno Kessler nell’ambito della
ricerca sul linguaggio e abbiamo collaborato alla produzione di un’antologia digitale della letteratu-ra italiana, abbiamo in corso gemellaggi con scuole inglesi, australiane, cilene con cui organizziamo interscambi e dal prossimo anno scolastico sarà
possibile frequentare un liceo classico di Innsbruck”.Ruele cita poi anche le collaborazioni con l’Università di Trento per lezioni su diritto
costituzionale ed europeo e conclude richiamando l’attenzione sul fatto che
a differenza di quanto succede nel re-sto d’Italia, dove le iscrizioni ai licei classici sono in contrazione (-20%
in tre anni), il Prati di Trento è in controtendenza.
Per ulteriori informazioni
www.liceoprati.it
CASSA RURALE DI TRENTO ■ 7
ANNO SCOLASTICO 2013/14 STUDENTI ISCRITTI ALLE SCUOLE SUPERIORI DELLA CITTÀ DI TRENTOISTITUZIONE SCOLASTICA UNITA SCOLASTICA
ANNO DI CORSOTOTALE
1° 2° 3° 4° 5°COLLEGIO ARCIVESCOVILE C.ENDRICI - TRENTO
LICEO CLASSICO 11 16 16 19 18 80LICEO LINGUISTICO 13 26 21 60LICEO LINGUISTICO EUROPEO 28 28LICEO SCIENTIFICO 14 30 28 14 18 104
ISTITUTO DI ISTRUZIONE DELLE ARTI “Vittoria Bonporti Depero” - TRENTO
ISTITUTO D’ARTE 69 69LICEO ARTISTICO 117 129 100 96 442LICEO MUSICALE COREUTICO 42 44 41 49 176LICEO MUSICALE SPERIMENTALE 48 48
ISTITUTO SACRO CUORE - TRENTO IST.TEC.PERITI AZIENDALI E CORR. IN L. ESTERE 14 14ISTITUTO TECNICO PER IL SETTORE ECONOMICO 4 9 11 24ISTITUTO TECNICO PER IL SETTORE TECNOLOGICO 25 22 18 11 76ISTITUTO TECNICO PER PERITI IN ARTI GRAFICHE 72 72LICEO DELLE SCIENZE UMANE 8 15 7 30
ISTITUTO TECNICO ECONOMICO “A.Tambosi L. Battisti” - TRENTO
ISTITUTO PROFESSIONALE PER IL COMMERCIO 79 79ISTITUTO TECNICO PER IL SETTORE ECONOMICO 199 164 177 167 707LICEO ECONOMICO PER RAGIONIERI 38 38LICEO INFORMATICO GESTIONALE 66 66LICEO LINGUISTICO AZIENDALE 46 46
ISTITUTO TECNICO TECNOLOGICO “A.Pozzo” - TRENTO
CORSO TECNICO PER GEOMETRI 11 11ISTITUTO TECNICO PER IL SETTORE TECNOLOGICO 54 69 58 75 256LICEO TECNOLOGICO PER GEOMETRI 65 65
ISTITUTO TECNICO TECNOLOGICO “M. Buonarroti” - TRENTO
ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE 190 190ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE - Ind.Liceo Scientifico Tecnologico 34 34ISTITUTO TECNICO PER IL SETTORE TECNOLOGICO 300 251 251 169 971
LICEO “A. Rosmini” - TRENTO ISTITUTO MAGISTRALE - Ind.Quinq.Socio-Psico-Pedag. 127 127ISTITUTO MAGISTRALE- Ind.Liceo Scienze Sociali 53 53LICEO DELLE SCIENZE UMANE 165 146 107 125 543LICEO DELLE SCIENZE UMANE OPZIONE ECONOMICO SOCIALE 50 47 64 42 203
LICEO CLASSICO “G.Prati” - TRENTO LICEO CLASSICO 85 116 96 85 83 465LICEO LINGUISTICO “S. M. Scholl” - TRENTO
ISTITUTO MAGISTRALE - Ind. Quinquennio Autonomia Linguistico 108 108LICEO LINGUISTICO 193 196 208 166 763LICEO SCIENTIFICO - Ind. Linguistico 48 48
LICEO SCIENTIFICO “G. Galilei” - TRENTO
LICEO SCIENTIFICO 127 90 127 132 167 643LICEO SCIENTIFICO OPZIONE SCIENZE APPLICATE 54 55 56 55 220
LICEO SCIENTIFICO “L. Da Vinci” - TRENTO
LICEO SCIENTIFICO 145 119 118 109 178 669LICEO SCIENTIFICO OPZIONE SCIENZE APPLICATE 97 110 79 59 345
I dati si riferiscono alle sole scuole diurne. Fonte: Servizio istruzione e formazione del secondo grado, università e ricerca della PAT1.691 1.616 1.594 1.412 1.560 7.873
precedenti”, precisa Dalvit.Il dirigente conferma che la mag-
gior parte degli studenti e delle fami-glie sa che cosa offre e cosa chiede il Galilei e che c’è un buonissimo livello di “auto orientamento”, nel senso che gli studenti arrivano preparati e moti-vati e lo diventano sempre di più nel corso del quinquennio. Gli stimoli per migliorarsi non vengono dati solo dalle materie di studio, ma anche dalle altre opportunità che la scuola offre, come ad esempio le “settima-ne linguistiche”, che prevedono un
soggiorno estivo di due-tre settimane ad anni alterni in Gran Bretagna e in Germania per perfezionare la lingua, l’interscambio con un liceo di Monaco di Baviera, le certificazioni linguistiche e per l’ECDL, la partecipazione alle Olim-piadi delle varie discipline scolastiche, le molteplicità attività in collabora-zione con il MUSE, con la Fondazione Bruno Kessler (che apre i suoi laboratori ai liceali), con il Cibio, con le facoltà di matematica, fisica, giurisprudenza.
Per ulteriori informazioni www.lsgalilei.org
IN PRIMO PIANO
8 ■ CASSA RURALE DI TRENTO
Matilde Carollo
LICEO DELLE SCIENZE UMANE“ANTONIO ROSMINI”
Da Magistrali si era trasformato in Liceo socio-psico-pedagogico, con due indirizzi (Liceo delle scienze sociali e Liceo linguistico).
Il “Rosmini”, che fin dal 1914 ha sede nell’edificio che lo ospita tuttora in via Malfatti 2, è diventato ora “Liceo delle scienze umane”, articolato in Scienze umane e opzione Economico Sociale. Ma non si tratta solo di cambiamenti di nome o di facciata, precisa la dirigente Matilde Carollo.
Non è più solo una scuola che forma i futuri formatori.“Il percorso formativo del Liceo delle Scienze umane – spiega Carollo – pur
affondando le radici nel precedente socio-psico-pedagogico, offre però allo studente una preparazione generale di tipo liceale, che attraverso lo studio di materie di indirizzo, le esperienze di stage, l’acquisizione di uno spirito critico lo porta anche ad una lettura analitica della società contemporanea.
Il diploma garantisce competenze per accedere a tutte le facoltà univer-sitarie e ai corsi post-diploma e permette di inserirsi in maniera consapevole nel mondo del lavoro”.
Sociologia, psicologia, pedagogia, antropologia, sono le materie che figu-rano nel piano di studi, “agganciate” a filosofia, arte, musica, lingue straniere.
Il Liceo economico sociale – LES – è un indirizzo totalmente nuovo, che come modello didattico prende spunto dai licei di altri paesi d’Euro-pa e viene a colmare un vuoto nell’offerta formativa, perché intreccia diverse discipline: infatti coniuga una preparazione generale di tipo liceale con lo studio scientifico e approfondito delle scienze economiche e sociali, efficace strumento di interpretazione e conoscenza del mondo contemporaneo.
“Al termine del quinquennio – specifica Carollo – si può sia accedere a tutte le facoltà universitarie e ai corsi post-secondari e sia inserirsi nel mondo delle professioni, con particolare riguardo all’area del sociale e dei servizi alla persona, della comunicazione e dei beni culturali sia negli enti pubblici che privati”.
Con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’offerta formativa e per svol-gere un’incisiva azione culturale sul territorio, la scuola ha stretto collabo-razioni, convenzioni e accordi di rete con enti istituzionali di formazione,
musei, biblioteche, associazioni e promuove – fra le altre iniziative – soggiorni linguistici, scambi
didattico-culturali con scuole estere (europee ed extraeuropee).
“Metodi, didattica e contenuti – conclude Carollo - sono stati costantemente aggiorna-ti alla ricerca di strategie che rispondessero meglio non solo alle richieste provenienti dal territorio e alle indicazioni nazionali ed europee, ma che ponessero attenzione
agli studenti e li valorizzassero al me-glio come protagonisti della forma-
zione e come persone, da sempre obiettivo prioritario dell’Istituto”.
Per ulteriori informazioniwww.rosmini.tn.it
Paolo Dalvit
ISTITUTO TECNICOTECNOLOGICO“BUONARROTI”
Quattro indirizzi e dieci articola-zioni: è quanto offre l’Istituto Tecnico Tecnologico “Buonarroti” di Trento, con sede in via Brigata Acqui 15, che ha as-sunto questa denominazione (prima si chiamava Istituto Tecnico Industriale) dopo l’entrata in vigore della Riforma Gelmini. “Meccanica Meccatronica ed Energia”, “Elettrotecnica ed Elettroni-ca”, “Chimica dei materiali e Biotec-nologie” e “Informatica e Telecomu-nicazioni”, sono i quattro indirizzi. Gli studenti sono chiamati a sceglierne uno al termine di un biennio uguale per tutti “ma che è molto importante perché viene fatto un intenso lavoro di orientamento, dal momento che lo spettro di opportunità offerte dal trien-nio successivo è molto ampio” afferma il dirigente Paolo Dalvit.
Il Buonarroti, grazie ai suoi molti laboratori dove si impara a lavorare, sia individualmente che in gruppo, rie-sce a coniugare i due ambiti che nel-la scuola italiana sono stati sempre separati, cioè la teoria e la pratica. Per questo, secondo Dalvit, l’Istituto Tecnico Tecnologico rappresenta “la scuola del futuro”.
Anche i dati sugli sbocchi al termi-ne del quinquennio sono confortanti a questo proposito: circa un 30% dei diplomati si iscrive all’università men-tre fra quelli che si rivolgono al mondo del lavoro, a distanza di un anno dal diploma circa l’80% risulta aver trovato un’occupazione.
Sempre guardando al futuro, Dalvit sottolinea l’impronta nel segno dell’in-ternazionalizzazione data al piano di studi della scuola. “Sono convinto che la forza lavoro che formiamo deve ave-re una dimensione “continentale”, con competenze linguistiche e professio-nali di livello europeo”. Per questo si
CASSA RURALE DI TRENTO ■ 9
Marina Poian
ISTITITO TECNICO TECNOLOGICO “TAMBOSI-BATTISTI”
Economia, giurisprudenza, informatica e lingue sono le università alle quali si iscrivono la metà degli studenti. E quelli che cercano un lavoro, è stato messo in evidenza in un seminario organizzato nel dicembre scorso presso il Dipartimento di Economia dell’Università di Trento, sono riusciti a trovare un’occupazione atti-nente con gli studi effettuati, nell’arco di un paio di anni dopo la maturità. I dati si riferiscono all’Istituto tecnico economico “Tambosi – Battisti”, del quale è dirigente la professoressa Marina Poian, con sede in via Brigata Acqui 19.
La scuola offre tutti e quat-tro gli indirizzi (Amministrazione Finanza e Marketing, Relazioni in-ternazionali per il marketing, Siste-mi informativi aziendali e Turismo) previsti dalla Riforma Gelmini per gli istituti tecnici economici, fra i quali gli studenti devono sceglie-re, dopo un biennio che fornisce le basi necessarie per proseguire il percorso formativo.
“Amministrazione Finanza e Marketing – spiega Poian - è l’indi-rizzo nel quale la fa da padrona l’e-conomia”. Chi si diploma acquisisce competenze in campo economico, giuridico e fiscale ed è in grado di utilizzare strumenti per l’amministrazione, la pianificazione, la programmazione di un’azienda. “L’indirizzo Relazioni internazionali per il marketing abbina lo studio delle lingue straniere - inglese, tedesco e spagnolo - a competenze nel settore del commercio con l’estero e nel marketing, che soddisfano le richieste di un mercato globalizzato”, sintetizza Poian.
“Sistemi informativi aziendali” è invece il percorso che ha preso il posto di quel-lo un tempo riservato ai programmatori e le materie principali sono informatica ed economia. Chi lo sceglie si specializza nel campo informatico gestionale e in particolare nella gestione di tutti quei processi aziendali che coinvolgono aspetti informatico-organizzativi e giuridico-economici.
Lo studio di due lingue obbligatorie, tedesco e inglese, e di una terza a scelta fra francese e spagnolo, è uno dei caratteri distintivi dell’indirizzo “Turismo”, che mira a formare diplomati con competenze economico gestionali d’impresa che consentono di operare nel sistema informativo di un’azienda e contribuire all’in-novazione e al miglioramento dell’impresa turistica.
Il piano di studi è poi completato e integrato da una serie di progetti inter-disciplinari, tirocini formativi in azienda, interscambi, certificazioni linguistiche e informatiche, “tutte attività con le quali puntiamo soprattutto a far maturare competenze”, afferma Poian, spendibili sul mercato del lavoro o nel proseguimento degli studi universitari. L’Istituto offre anche il percorso per lavoratori serale con i due corsi di turismo e sistemi informativi aziendali.
Per ulteriori informazioni www.tambosibattisti.tn.it
creano situazioni nelle quali gli studenti vengono “esposti” al contatto con cul-ture e società straniere, come nel caso del progetto avviato da qualche anno con una “Berufschule” della Baviera e della collaborazione con un istituto chimico della repubblica ceca.
A livello locale la scuola ha rapporti costanti con importanti aziende, con centri di ricerca (Fondazione Bruno Kessler, CiBio, il laboratorio di pato-logia dell’ospedale, sia per la forma-zione dei docenti che degli studenti) con l’Università (in particolare le facoltà di ingegneria e matematica), con enti pubblici (come il Comune di Trento).
Con soddisfazione Dalvit cita poi i dati relativi alle iscrizioni al primo anno, che negli ultimi cinque anni sono passa-te da passate da 180 a circa 300 dell’an-no scorso. Parallelamente si è anche in-nalzata la qualità media di preparazione iniziale degli studenti: la percentuale degli iscritti al primo anno con la valuta-zione “sufficiente” è passata dal 40-50% al 20-25%. E i risultati dei test INVALSI (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione) degli ultimi anni, “hanno rilevato che in matematica i nostri stu-denti hanno una performance superiore a quella dei licei”, conclude Dalvit.
Per ulteriori informazioni www.buonarroti.tn.it
IN PRIMO PIANO
10 ■ CASSA RURALE DI TRENTO
Cent’anni fa Trentoera una “fortezza”La costruzione di opere di difesa era iniziata già prima del 1914, l’anno dello scoppio del conflitto che coinvolse da subito la città, segnandone profondamente la storia, la fisionomia e gli abitanti
INTERVISTA AL DIRETTORE DEL MUSEO STORICO, GIUSEPPE FERRANDI IN OCCASIONE DEL CENTENARIO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
“Trento ci pare irriconoscibile. La prima impressione è ben triste! In tutte le vie, in tutte le case, truppa. Sono 150mila i solda-ti accasermati nei quartieri”: era il 19 aprile 1916 quando Anna Menestrina scriveva queste righe sul suo diario. “Piazza del Duomo è trasformata in “garage” – prosegue il diario – piena di auto allineate, che si caricano e partono con gran fracasso. Così tutto il giorno, così tutta la notte”. Si intitola “Diario da una città fortezza” il libro edito nel 2004 dal Museo Storico del trentino, nel quale sono stati pubblicati gli appunti
pressoché quotidiani scritti da Anna Menestrina che raccontano la sua vita fra il 1915 e il 1918.
“Il titolo non è casuale – precisa Giuseppe Ferrandi (nella foto), di-rettore del Museo Storico del Trentino – perché ancora prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, la città di Trento fu interessata dalla costruzione di un sistema di opere di fortificazione, che dovevano difendere uno dei luoghi di maggiore importanza strategica ai confini dell’Impero Austroungarico”.
C’erano tre cinture difensive: la più esterna rappresentata dai forti sugli al-
I TRENTINI NELLA GUERRA EUROPEA 1914-1920La mostra, allestita nella galleria bianca in
occasione del centenario della Grande Guer-ra, ha soprattutto finalità divulgative: intende raccontare, nei modi propri di un percorso espositivo, le durissime prove cui vennero sottoposti i Trentini nel corso del conflitto. Caratterizzata da una narrazione piana e da uno sviluppo cronologico non rinuncia, tut-tavia, ad enfatizzare gli aspetti più cruciali di quelle vicende.
La mostra è articolata in cinque sezio-ni, ognuna intitolata ad un anno di guerra,
più una sesta sezione-appendice dedicata all’immediato dopoguerra. Ogni sezione è composta da una cronologia generale sull’an-damento della guerra, quasi a ricordare che le vicende dei Trentini vanno considerate parte di una storia più vasta. Seguono le mappe, gli eventi e, infine, le storie emblematiche, cinque racconti biografici in qualche modo esemplari.Aperta fino al 30/12/2018 alle Gallerie - Pie-dicastello. Orario: Da martedì a domenica ore 9.00-18.00; lunedì chiuso. Ingresso libero
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INTERVISTA AL DIRETTORE DEL MUSEO STORICO, GIUSEPPE FERRANDI IN OCCASIONE DEL CENTENARIO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
tipiani di Lavarone, Folgaria e Luserna. La più vicina, quella che comprende i forti sul Sorasass, a Mattarello, sul Ci-mirlo. “La definizione di città fortezza rende bene l’idea di come tutti gli spazi di vita siano stati militarizzati in quel periodo”, puntualizza Ferrandi, come testimonia anche il passaggio del diario di Anna Menestrina citato prima.
In quegli anni la città fu svuotata dei suoi abitanti, costretti a diventare “profughi” e trasferiti in luoghi lontani dal fronte di guerra. “Nella stazione vi erano alcune signore che cercavano di soccorrere e aiutare i poveri profughi. Scene di desolazione. Scene pietose che strappavano le lagrime. Vecchi, donne, bambini... quanti bambini. In un treno di 1.800 profughi si contavano più di mille bambini”, scrive con grande efficacia narrativa Anna Menestrina il 29 maggio del 1915. Ferrandi richiama l’attenzione sul fatto che Trento è tra le città del territorio nazionale più investite, non solo simbolicamen-te, dalla prima guerra mondiale. È stato un evento che ne ha modificato la fisionomia, ha segnato la sua storia e ne ha pressoché cancellato la popo-lazione. Un secolo fa, il 15 marzo 1915, i cittadini di Trento avevano un “pen-siero angoscioso”: quello di “dover da un momento all’altro lasciare la casa, la città, gli amici per cercare un rifugio più sicuro”, come scrive Anna Menestrina.
È una storia – sulla quale si inne-stano le vicende di Cesare Battisti e di Alcide Degasperi – che va conosciuta, studiata, approfondita (su queste stes-se pagine citiamo a questo proposito alcune iniziative promosse dalla Fon-dazione Museo Storico del Trentino) perché ha una valenza che travalica i confini locali e assume una dimensione nazionale ed europea e nella quale af-fondano anche le radici dell’Autonomia di cui gode il Trentino. Se l’italiano De-gasperi e l’austriaco Gruber, che firma-rono l’Accordo di Parigi alla fine della Seconda Guerra Mondiale nel quale si prevede l’autonomia per il Trentino Alto Adige, hanno trovato quel tipo di
LA GRANDE GUERRA SUL GRANDE SCHERMO
Lo scorso lunedì 28 luglio, esattamente cento anni dopo la dichiarazione di guerra dell’Impero austro – ungarico alla Serbia, nella singolare cornice delle Gallerie di Piedicastello a Trento è stata inaugura la grande mostra dedicata al rapporto tra cinema e prima guerra mondiale.
Nella galleria nera, lunga 300 metri, si snoda il percorso cronologico 1914-2014, fatto di oltre 60 film, 46 grandi schermi e 16 monitor, più di 450 metri quadrati di proiezioni, circa 12 ore di visione.
Un itinerario alla scoperta di come il cinema raccontò la Grande Guerra che sconvolse l’Europa e il mondo, di come quel conflitto venne descritto in pellicole girate prima, durante e dopo i combattimenti.
Molte le immagini inedite, provenienti da archivi internazionali; altre tratte dai film più significativi della storia del cinema, che hanno contribuito alla costruzione e alla trasformazione dell’immagine della Grande Guerra fino ai nostri giorni.
A conclusione del percorso, il visitatore potrà immergersi in una sceno-grafica installazione dedicata al “mestiere del cinema”. Perché questa mostra, una prima assoluta per tema e per la prospettiva scelta, è innanzitutto una mostra di storia del cinema.
La mostra, evento clou organizzato dalla Fondazione Museo storico del Trentino per il Centenario della prima guerra mondiale, ha ottenuto la conces-sione del logo ufficiale della Commemorazione del Centenario dalla Struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale, costituita presso la Presi-denza del Consiglio dei Ministri, ed è patrocinata e sostenuta dalla Provincia autonoma di Trento. Partner dell’iniziativa sono: la Cineteca del Friuli, il Museo Nazionale del Cinema di Torino, la Cineteca Nazionale di Roma, l’Istituto Luce Cinecittà e Rai Storia.Aperta fino al 30/12/2018 alle Gallerie - Piedicastello. Orario: Da martedì a domenica ore 9.00-18.00; lunedì chiuso. Ingresso libero
intesa, uno dei motivi è che “Degasperi e Gruber appartengono a generazioni diverse accomunate dall’aver vissuto direttamente le due guerre mondiali; Degasperi italiano e trentino, Gruber austriaco e tirolese”, afferma Ferran-
di. Per questo hanno condiviso l’idea che l’Autonomia fosse il presupposto, in un quadro europeo pacificato, “per impedire che questo territorio venisse di nuovo investito da nazionalismi e travolto da conflitti”. m.t.
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SPECIALE ASSEMBLEA
Tempi difficili,bilancio “sereno”La Cassa Rurale di Trento archivia il 2013 senza affanni. “Il livello e la qualità del patrimonio – ha affermato il presidente Fracalossi – sono elevati e permettono di guardare al futuro con fiducia”.
L’ASSEMBLEA SI È SVOLTA IL 15 MAGGIO
Affollata, come sempre, l’assem-blea della Cassa Rurale di Trento che si è svolta il 15 maggio. Al Palatrento erano presenti fisicamente 2.159 soci, che con le deleghe sono ar-rivati ad esprimere 2.413 voti. La serata ha avuto un prologo molto originale: l’assemblea è infatti stata aperta da una breve esibizione del Coro giovanile dei Minipolifonici di Trento, diretto da Stefano Chicco.
BILANCIO APPROVATO DAI SOCIÈ stato un anno indubbiamente
pesante per tutti, ma la Cassa Rurale di Trento archivia il 2013 senza affanni, dopo aver affrontato per tempo e con rigore alcuni dei temi che oggi rappre-
sentano le cause più ricorrenti delle difficoltà di molte banche: eccessiva propensione al rischio, concentrazione del credito e mancata stabilizzazione della liquidità.
“Un bilancio sereno – ha detto il presidente Giorgio Fracalossi – ma il futuro ci propone nuovi ostacoli: dovremo recuperare una stabile e adeguata capacità di produrre red-dito, generare le risorse necessarie per accrescere il nostro patrimonio e continuare a sostenere lo sviluppo del territorio”.
Il livello e la qualità del patrimonio della Cassa Rurale di Trento, che am-monta ad oltre 144 milioni, restano comunque elevati e permettono di
Le foto di queste pagine sono di Dino Panato
guardare al futuro con fiducia e svol-gere in pieno il ruolo di banca locale impegnata al fianco di Soci e Clienti per lo sviluppo della Comunità.
Sergio Pontalti, che ricopriva la ca-rica di direttore generale, ha illustrato i risultati dell’esercizio 2013.
Durante i lavori dell’assemblea sono state ricordate le diverse le attività svi-luppate dalla Cassa in tutti gli ambiti con iniziative e progetti.
Il bilancio di esercizio è stato appro-vato con un solo voto contrario.
L’IMPEGNO SOCIALE PER IL TERRITORIO
L’impegno economico sostenuto per le iniziative sociali e mutualistiche
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SPECIALE ASSEMBLEA
IL NUOVO CONSIGLIO HA NOMINATO I VICE PRESIDENTI E I COMPONENTIDEL COMITATO ESECUTIVO E DELLE COMMISSIONI
Durante l’assemblea del 15 maggio, sono stati eletti quattro amministra-tori in luogo dei cinque uscenti: si è così concluso il processo di progressiva riduzione del numero dei componenti del Consiglio di amministrazione, che era stato deciso nell’assemblea straordinaria del 2012 e che ha portato a un consiglio di dieci membri più il presidente.
A seguito dell’esito del voto durante l’assemblea, il nuovo Consiglio di Amministrazione risulta così composto:Giorgio Fracalossi, presidente; Italo Stenico, vice presidente vicario; Barbara Ciola, vice presidente. Consiglieri: Giulia Degasperi, Rossana Gramegna, Diego Pedrotti, David Pellegrini, Fulvio Rigotti, Mariangela Sandri, Corrado Segata, Matteo Tapparelli
La nomina dei due vice presidenti è avvenuta nella prima riunione del consiglio di amministrazione dopo l’assemblea. Nella stessa occasione sono stati definiti i componenti degli altri organismi.
Il comitato esecutivo (braccio operativo del Consiglio) è composto da Giorgio Fracalossi, Italo Stenico, Barbara Ciola, Mariangela Sandri e Corrado Segata.
La Commissione Interventi sul Territorio (l’organo consultivo che valuta le richiesta per interventi sociali) risulta composta da Giorgio Fracalossi, Giulia Degasperi, Rossana Gramegna e David Pellegrini.
La Commissione Lavori (l’organismo che sovraintende agli indirizzi di gestione del patrimonio immobiliare della Cassa) è composta da Giorgio Fracalossi, Diego Pedrotti, Fulvio Rigotti, Italo Stenico e Matteo Tapparelli.
è stato nel 2013 di 2,3 milioni di euro, per ben 521 interventi. Di questi, circa la metà sono stati investiti in iniziative rivolte ai soci. 612 mila euro sono serviti per sostenere 247 interventi di associa-zioni e iniziative culturali, educative e ricreative; alle iniziative di solidarietà e mutualità sono stati riservati 118 inter-venti per 134 mila euro; allo sport 156 interventi per 401.000 euro. Infine 75 mila euro sono andati alla promozione e sviluppo della cooperazione.
GLI INTERVENTIIl Direttore Generale di Cassa Cen-
trale Banca Mario Sartori, a nome del movimento cooperativo trentino, ma anche nella veste di Socio della Cassa, nel suo intervento di saluto ha ringrazia-to il Presidente Fracalossi e ha eviden-ziato la validità del modello espresso dalla Cassa Rurale di Trento, sempre vi-cina alla gente ed alla piccola impresa con semplicità ed efficienza, ed attenta ai giovani e ai bisogni emergenti. Ha concluso esortando la Cassa a conti-nuare, con il massimo impegno, nel suo percorso di costante miglioramento al servizio dei Soci e della Comunità locale.
Il Direttore di Federazione Trentina della Cooperazione Carlo Dellasega ha messo in risalto la capacità della Cassa Rurale, anche in questi momenti difficili, di rispondere ai bisogni dei Soci e della Comunità. Ha esortato i Soci a tutelare il valore delle persone e a raf-forzare il proprio ruolo di cooperatori “con gli altri e per gli altri”. In conclu-
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PREMIATI I SOCI DA CINQUANT’ANNI
Nel corso della serata sono stai premiati i cinque soci che quest’anno hanno raggiunto i cinquant’anni di adesione alla base sociale: Giuseppe Bortolotti, Renzo Franceschini, Emilio Leonardi, Remo Nardelli, Marino Rosatti. L’incisione dell’artista trentino Mastro7 è stata ritirata personalmente da Franceschini, Bortolotti e dalla figlia di Rosatti.
sione ha invitato i Soci a vigilare per preservare i valori di solidarietà e mu-tualità, che, insieme alla fiducia ed alla relazione, da sempre rappresentano i principali punti di riferimento e le basi per la “grandezza” della cooperazione.
Alla relazione del presidente Fraca-lossi sono seguiti anche gli interventi dei soci: sull’approvazione del bilancio hanno preso la parola Aldo Giongo, Lia Mattivi e Agostino Toffoli. Sulla determinazione dei compensi per i componenti del Consiglio di Ammini-strazione e del Collegio Sindacale è poi intervenuto nuovamente Aldo Giongo.
IL VIAGGIO SI È SVOLTO DAL 26 AL 29 GIUGNO
Sono stati quattro giorni intensi ed emozionanti quelli trascorsi a Roma dal 26 al 29 giugno con i Soci estratti fra i presenti all’assem-blea di maggio. Un piacevole viaggio che ha coinvolto una ventina di Soci, con altrettanti accompagnatori e una rappresentanza del Consiglio di Am-ministrazione alla scoperta delle me-ravigliose bellezze della città eterna.
Dopo una visita alla prestigiosa sede di Confcooperative, accompa-gnati da Giacomo e Rossella, le nostre sapienti ed appassionate guide roma-ne che ci hanno assistito per tutto il soggiorno, abbiamo iniziato il nostro viaggio ammirando alcuni importanti luoghi sacri, tra i quali la Basilica di San Pietro, la Basilica di Santa Maria
L’INEGUAGLIABILE FASCINODELLA CITTÀ ETERNACULTURA E SVAGO HANNO RESO INTENSE ED EMOZIONANTI LE GIORNATE TRASCORSE A ROMA DAI SOCI ESTRATTI FRA I PRESENTI ALL’ULTIMA ASSEMBLEA
Maggiore, splendida basilica papale situata sulla sommità del colle Esquili-no e la Chiesa di San Clemente, chie-sa antichissima che sorge su un tempio pre cristiano, ricca di tesori d’arte che testimoniano la magnificenza della storia romana cristiana.
Interessante ed affascinante è stata anche la mattinata dedicata alla visita della Roma antica, da molti conside-rata l’area archeologica più importante al mondo, e al Colosseo, monumento simbolo della grandiosità dell’Impero Romano.
Non sono però mancati anche mo-menti di svago lungo le importanti vie dello shopping romano e le visite ad altri importanti monumenti simbolo della capitale italiana.
Complici le serate trascorse nei lo-cali tipici romani a gustare le specialità del luogo, all’interno del nostro grup-po sono nati simpatia ed affiatamen-to, che hanno contribuito a rendere uniche le giornate trascorse insieme.
Un grande aiuto in tal senso lo ha offerto anche il nostro simpaticissimo autista Lorenzo, che con i suoi curiosi aneddoti e le sue battute ironiche ha reso piacevoli anche i nostri sposta-menti logistici.
Le giornate sono trascorse mol-to veloci e il momento del ritorno è presto arrivato. Non prima però di un’ultima suggestiva tappa ad Assisi per la visita ai luoghi dove visse San Francesco.
Roberta Pinto
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LA CRISI CI HA CAMBIATI, MA DOBBIAMO TROVARE MOTIVAZIONI ED ENERGIE PER REAGIRE. L’INNOVAZIONE NEI PRODOTTI E NEI CANALI DISTRIBUTIVI CAMBIERÀ ANCHE LA RELAZIONE TRA CLIENTI E BANCA. VIA LE OPERAZIONI RIPETITIVE, LO SPORTELLO DIVENTA IL LUOGO DELLA CONSULENZA GLOBALE E SERVIZI A 360 GRADI.
INTERVISTA DI WALTER LIBER AL NUOVO DIRETTORE GENERALE DELLA CASSA GIORGIO BAGOZZI
È nel suo ufficio di Belenzani da pochi giorni, Giorgio Bagozzi. “Onorato per la fiducia che mi è stata data”, sono le prime parole che pronuncia appena ci incontriamo. Un onore, certo, ma anche un impegno e una responsabilità non da poco, visti i tempi. La Cassa Rurale di Trento è la più grande banca della città, la maggiore Cassa Rurale del Trentino e una delle più importanti BCC in Italia.
Le prime impressioni? Mi fa piacere essere qui a livello per-
sonale, è la Cassa della mia città, dove abito, lavoro e vivo con la mia famiglia. Cercherò di mettere tutta la mia espe-rienza maturata in precedenti situazioni per indirizzare la banca verso nuovi e ambiziosi traguardi.
Ha già cominciato a prendere le misure?
Innanzitutto desidero ringraziare Ser-gio Pontalti, che ha gestito la fase di tran-sizione con molta passione, competenza e generosità. Conosce la Cassa meglio di chiunque altro, la sua collaborazione è preziosissima ed abbiamo instaurato fin da subito un rapporto di grande stima e fiducia reciproca.
Ho cominciato a conoscere col-leghe e colleghi visitando alcune filiali, che sono i luoghi dove la Cassa si “incontra” ogni giorno con
“HO FIDUCIA NEL FUTURO. SE SAPREMO CAMBIARE”
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i Clienti ed i Soci, che sono il nostro primo e vero patrimonio. Ho trovato colleghi validi e competenti.
Il mio compito ora è di organizzare e motivare al massimo queste persone, perché si sentano parte di una azienda ma anche di un progetto per la città e per il territorio. E questo è possibile solo se ogni collega capisce che il suo per-sonale contributo è fondamentale per il raggiungimento di un obiettivo comune e, quindi, si sente parte di una squadra nella quale tutti hanno un ruolo e degli obiettivi condivisi.
Ritengo anche di primaria impor-tanza costruire e mantenere un rapporto collaborativo e leale con le altre Casse
vicine, ad esclusivo vantaggio dei nostri clienti e del territorio; inoltre reputo sia vitale il collegamento costante e convinto con gli organismi centrali del movimento (Federazione e Cassa Centrale) e con tutte le consorelle operanti sul territorio della nostra Provincia… con un occhio sempre aperto e vigile sul resto del sistema e la sua costante evoluzione.
Come interpreta oggi il modo di fare banca?
Noi siamo ‘condannati’ ad avere fi-ducia. Non è uno slogan, anche se può sembrarlo. La banca, più di altre aziende, vive di fiducia: la riceve dai propri clienti che vi depositano i loro risparmi e la con-cede a chi necessita di finanziamenti (che non a caso si chiamano “fidi”). Senza la piena consapevolezza di questa recipro-cità, la banca perde il senso stesso della sua funzione.
La vera capacità che oggi si richiede alle banche è quella di capire, di valutare, di scegliere. Capire dove investire, a chi concedere fiducia, quali progetti finanzia-re individuando le aziende che meritano credito; per contro, occorre operare con selettività e responsabilità, per non in-
vestire risorse in operazioni o imprese che non presentano i requisiti di
affidabilità.Il mio professore di tecnica
bancaria ci diceva sempre che
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“le banche hanno la stessa salute dei loro clienti”. Nulla di più vero! Avere fiducia nel futuro non vuol dire essere superficia-li ovvero sottovalutare le problematiche, ma saper cogliere quanto c’è di buono e positivo nella nostra gente e valorizzare le potenzialità del territorio… quasi una attività di scouting.
Cosa ha insegnato la crisi?Innanzitutto ha ridimensionato la sup-
ponenza di chi pensava che il segno “più” e lo sviluppo illimitato fossero variabili in-dipendenti e costanti in economia. Abbia-mo invece costatato che qualunque linea di sviluppo o di crisi prima o poi ha una svolta. Un concetto molto vicino al vecchio ma sempre valido principio della “sana e prudente gestione”, che negli anni passati è forse stato trascurato o dimenticato con troppa frettolosità.
Facile a dire, più difficile a declinare e realizzare concretamente in scelte di tecniche/operative che devono tener conto di una serie di fattori locali, nazionali e globali che sono molto complessi, sia dal punto di vista finanziario che normativo.
La banca deve cercare di tradurre questi principi nel suo agire quotidiano ma anche strategico, il che presuppone processi molto complessi, che potremmo riassumere dicendo “una etica che ci ispi-ra e una professionalità che ci fa agire”.
C’è peraltro una etica delle fami-
glie diversa dall’etica delle imprese.L’aumento, negli ultimi decenni, dei
depositi bancari delle famiglie è uno dei segnali visibili della crescita della ric-chezza delle famiglie trentine. La famiglia trentina è notoriamente una famiglia che sa risparmiare, sa investire con oculatezza e che sa anche indebitarsi se serve per migliorare il proprio futuro. Il risultato di questa cultura “sana” è un risparmio crescente, mentre anche nei prestiti alle famiglie le banche non hanno mai avuto problemi particolari.
Credo di poter dire che la nostra gen-te ha sempre trovato nella propria Cassa Rurale un interlocutore disponibile e com-prensivo. Questo vale più di ogni altra considerazione. Una famiglia che acquista la casa sa che nella Rurale troverà un alleato e un interlocutore affidabile anche nel tempo e non solo al momento della concessione del mutuo.
Diverso il discorso sulle imprese. Vero! Le esigenze della famiglia di
investire, risparmiare o contrarre pre-stiti, sono molto diverse dalla gestione di una impresa. Sono due “mondi” che convivono, che non possono fare l’uno a meno dell’altro, ma che, dal punto di vista della banca necessitano approcci comple-tamente diversi. La Cassa si è già dotata di risorse per dare risposte adeguate a questi due settori (ai quali si può aggiun-gerne un terzo, il cosiddetto private) e in questo senso l’attenzione più competente e professionale nei tre segmenti sarà poten-ziata, con consulenti sempre più attenti e preparati. Nel contempo (è sotto gli occhi di tutti) si aprono molti nuovi canali di contatto con la banca: la consulenza è uno di questi, ma ci sono anche i nuovi strumenti informatici, che ci obbligano ad aprire la banca alle nuove esigenze della clientela più giovane, ma non solo.
Risposte che in parte sono state date con prodotti già operativi, altre ne ver-ranno. A livello di sistema sono in fase di test ulteriori prodotti che continueranno a dare soddisfazione a queste richieste in continua trasformazione. È ovvio che la banca deve adeguarsi nella sua organiz-zazione logistica e relazionale.
Come possiamo immaginarci la Cassa Rurale tra cinque o dieci anni?
Grazie alla diffusione di questi stru-menti comunicativi e di pagamento, cam-bierà anche il modo di fruire dei servizi bancari. D’altra parte però rimane, anzi, aumenta la necessità di dare risposte attraverso una consulenza specialistica sempre più puntuale e qualificata.
Se è vero che, autonomamente, il cliente preleva contante, versa denaro, esegue i bonifici, paga le bollette, è anche vero che l’evoluzione del mercato credi-tizio presuppone una sempre maggiore capacità di lettura e consulenza su scelte importanti, come investire il proprio de-naro, le forme da scegliere per acquista-re una casa, quali strumenti finanziari possono accompagnare adeguatamente le esigenze di un’impresa, eccetera.
Prevedo una evoluzione del personale verso forme di consulenza mirate, senza svuotare le filiali sul territorio, ma alleg-gerendo il peso del lavoro ripetitivo a tutto vantaggio di un rapporto a maggior valore aggiunto per il cliente.
Cambierà quindi anche il modo di stare in banca…
Credo che, in tempi non tanto lunghi, il cliente non si fermerà più in banca per alcuni minuti come accade adesso per effettuare operazioni di cassa, ma magari si tratterrà per tempi più lunghi per par-lare e ragionare con un esperto delle sue necessità a 360 gradi. Quindi, visite in Cassa più rarefatte, ma più piene di con-tenuti sulla posizione complessiva della famiglia e dell’impresa.
La banca sarà sempre più partner, aumenterà il numero e la varietà di pro-dotti a favore dei clienti. Mi piace pensare ad un rapporto con i clienti come ad una partnership, uno scambio di informazioni reciproco per collaborare al meglio.
Cambierà anche il modo di ero-gare il credito?
Forse bisognerebbe cambiare il signi-ficato della parola credito. Se si intende il sostegno finanziario dato dalla banca alle esigenze delle famiglie, esso va in-quadrato come un servizio complessivo
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alle esigenze della famiglia, che – nelle sua vita – potrebbe essere depositante, poi magari richiedere un mutuo per la casa, poi un prestito per piccole esigen-ze dei figli, eccetera. L’elemento fermo e fondamentale è la relazione tra banca e famiglia.
Discorso diverso è quello per la me-dia e grande impresa, laddove i presup-posti sono molto diversi. La banca deve sviluppare le competenze per capire le capacità dell’impresa di generare reddito, sviluppare business ed essere in grado di ripagare i debiti contratti.
Quindi, sempre di finanziamenti si tratta, ma con una logica comple-tamente diversa che ha necessità di strutture e competenze differen-ziate.
Questo ragionamento si sposa con i progetti in corso a livello di sistema coo-perativo che sta lavorando per creazione di una banca corporate, la quale, unendosi alla banca di territorio sarà in grado di dare risposte e soluzioni adeguate sia in termini di volumi che di complessità.
Eppure la Cassa Rurale non è percepita come un interlocutore valido per operazioni di questo tipo.
Infatti, ma su questo dobbiamo ancora lavorare sodo. Un settore su cui intendia-
54 anni, sposato con due figli, Giorgio Bagozzi ha cominciato la sua carriera bancaria alla Banca Nazionale del Lavoro nel 1981. Ha lavorato dieci anni alla Banca di Trento e Bolzano e, nel 2002, è entrato in Cassa Centrale Banca della quale in seguito è diventato vice direttore generale.
La notizia della sua nomina a Direttore generale, deliberata il 10 luglio dal Con-siglio di Amministrazione, è stata data nel corso di una conferenza stampa che si è svolta presso la sede della Cassa Rurale. In quell’occasione il presidente Giorgio Fracalossi ha affermato che si è trattato di una scelta quasi “naturale”, in continuità rispetto ai valori fondanti del movimento cooperativo, di cui Bagozzi è tra i dirigenti di punta da dodici anni, e nello stesso tempo “capace di infondere nuova energia alla struttura che nei prossimi anni sarà chiamata ancora più di oggi a sostenere lo sviluppo del territorio, recuperare una stabile e adeguata capacità di produrre reddito, e generare le risorse necessarie per accrescere il patrimonio”.
La nomina a direttore generale di Bagozzi ha concluso il periodo di transizione affidato a Sergio Pontalti all’indomani delle dimissioni dell’allora direttore Michele Sartori nel marzo scorso. Pontalti, anche per il proficuo lavoro svolto in questo periodo di direzione pro-tempore, rimarrà comunque ai vertici dell’istituto cooperativo con la qualifica di vice direttore generale.
mo recuperare terreno è la gestione di importati patrimoni. La Cassa dispone di professionisti al proprio interno, che a loro volta sono collegati e quasi “in simbiosi” con colleghi altamente competenti delle istituzioni centrali. Basti vedere i premi ottenuti da Cassa Centrale nel settore del private banking e le relazioni con i più grandi investitori internazionali. Grazie a questa filiera già bel oliata e collaudata, chi entra in Cassa Rurale in realtà entra in un mondo che è operativo su tutti i mercati finanziari del pianeta.
La Cassa Rurale ha alle spalle un si-stema evoluto di professionisti, in grado di assicurare anche nella più piccola filiale prodotti di elevata qualità, sicuramen-te paragonabili e competitivi rispetto a quanto propongono i grandi gruppi ban-cari.
Dobbiamo vedere la Cassa Rurale come la punta di un iceberg, sotto al quale c’è un mondo di professionisti che lavora – giorno e notte, festività comprese – per mettere a disposizione tutti i prodotti più evoluti e complessi.
Come conciliare tutto questo con i costi, che per una Cassa Rurale sono anche più rilevanti di una ban-ca tradizionale?
I costi non sono un problema in sé, ma
vanno paragonati e commisurati ai ricavi. Il miglior modo per far diminuire i costi è di aumentare l’operatività e i servizi sul territorio in modo che, a parità di struttu-ra, si possano servire meglio un maggior numero di clienti.
Questo non vuol dire che la Cassa non sia attenta ai costi, anzi! Ma tale attenzio-ne non serve certamente per produrre un utile da distribuire agli azionisti.
Il reddito della Cassa Rurale è un se-gnale di salute della banca, che le con-sente di essere sempre più forte e quindi più operativa, oltre che di redistribuire denaro attraverso sponsorizzazioni e bene-ficienza ad enti ed associazioni meritevoli sul territorio.
In questi ultimi anni – non va nasco-sto – il reddito operativo, pur consentendo di generare un utile importante (si parla di milioni di euro), è stato destinato pruden-temente a fronteggiare il deterioramento del credito causato dalla crisi economica; tali accantonamenti servono per costituire una riserva qualora questo credito non fosse del tutto recuperabile. Questa è una politica che la Cassa persegue in maniera attenta e determinata, perché il risultato è il rafforzamento della Cassa stessa, che si riverbera virtuosamente a vantaggio dei soci, dei clienti e del proprio territorio.
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A fine concerto erano decine le mani protese verso il palco per chiedere un autografo sul CD appena com-perato. E le mani erano state protagoniste anche durante l’intero concerto dei Dik Dik, costellato da calorosi applausi che hanno accolto le oltre trenta canzoni della scaletta. Il gruppo si è esibito a Trento il 18 giugno per l’edizione 2014 del “Gran galà musicale”, la serata organizzata dalla Cassa Rurale di Trento in collaborazione con il Comune di Trento nell’ambito del-le manifestazioni per le Feste Vigiliane, riservata ai Soci della Cassa Rurale di Trento.
Pietruccio (Pietro Montalbetti), Lal-lo (Giancarlo Sbriziolo) e Pepe (Erminio Salvaderi) – insieme dal 1965, anno di fondazione del gruppo – accompagnati
UN LUNGO VIAGGIO TRA CANZONI “SEMPREVERDI”
I DIK DIK SONO STATI I PROTAGONISTI DEL “GRAN GALA MUSICALE”
da un tastierista e da un batterista, sono saliti sul palco poco dopo le 21.00 e ci sono rimasti abbondantemente fino dopo le 23.00, quando con le note de “L’isola di Wight” hanno concluso il bis nel quale hanno proposto una lunga medley nella quale hanno mescolato Pink Floyd, Beat-les e Lucio Battisti, in una sorta di tributo ai loro beniamini musicali.
Il loro concerto è stato un tuffo negli Anni 60, il periodo nel quale hanno rag-giunto l’apice del successo. L’apertura è stata affidata a “Uno in più”, firmata da Lucio Battisti, seguita da “Sognando la California” una delle canzoni simbolo del repertorio del gruppo, insieme a “Senza luce”, che ha invece chiuso l’esibizione, prima del bis.
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A COLLOQUIO CON PIETRO MONTALBETTI, FONDATORE DEI DIK DIK
SOLIDARIETÀCome sempre, in occasione del Gran Galà Musicale è stata promossa una raccolta fondi, quest’anno a sostegno del progetto “Fondo di solidarietà per persone/famiglie in stato di necessità” promosso dal Decanato di Trento, iniziativa che è stata pre-sentata da don Corrado Prandi prima dell’inizio del concerto. Sono state raccolte tra il pubblico offerte per 2.700 euro. Il Consiglio di Ammini-strazione ha integrato tale importo con una liberalità pari a 2.300 euro per un totale di contributo pari a 5.000 euro.
“Quando nel 1966 con “So-gnando la California” ci siamo ritrovati in testa alle classifiche di vendita, davanti a un mo-stro sacro come Frank Sinatra, il succes-so ci colse di sorpresa. Ci siamo chiesti: e adesso che cosa facciamo? Ognuno aveva un impiego, chi in banca, chi come odon-totecnico, chi come me faceva un po’ di tutto, dal muratore all’elettricista al ven-ditore di auto incapace di piazzarne una. Decidemmo di provare ancora un anno con la musica, per vedere cosa sareb-be successo. Dopo cinquant’anni siamo ancora quelli che ogni anno provano a vedere cosa succede con la musica”: sor-ride Pietruccio (Pietro Montalbetti) nel descrivere lo spirito che anima i Dik Dik, uno dei gruppi storici della musica italia-na, nato nel 1965, che continua a calcare i palchi a tutte le latitudini dell’Italia.
“Abbiamo una mentalità da pro-fessionisti ma con un animo ancora da dilettanti, che ci fa continuare a suona-re per il gusto di farlo e di farlo per il pubblico – continua Pietruccio – e per noi non fa differenza suonare a Trento, come stasera, o a Roccapipirozzi”, dice citando un piccolo borgo in provincia di Isernia. Quello che conta per i Dik Dik è continuare a stare fra la gente e portarla con loro lungo le tappe di una bellissima favola musicale che da mezzo secolo li vede protagonisti.
Le loro versioni italiane di canzoni straniere come “California dreaming” degli americani Mama’s & Papa’s e “A whiter shade of pale” (di-ventata “Senza luce”) degli inglesi Procol Harum, sono pietre miliari della musi-ca italiana. “Quei brani hanno fatto da ponte tra una cultura, non solo musicale ma anche di
costume, che sentivamo nostra ma non riuscivamo a esprimere”, afferma Pie-truccio, ricordando il grande fermento che caratterizzava quegli anni, in cui il rock era appena nato e stava per dispie-gare tutta la sua espressività, che avrebbe poi affascinato e nutrito generazioni di giovani.
Pietruccio non cela il suo pessimi-smo quando parla dell’attuale situazione della musica, soprattutto in Italia. “Ai giovani che mi chiedono consigli per in-traprendere una carriera nella musica, suggerisco di continuare ad interessarsi di musica ma di trovare un’alternativa cioè di cercare un’occupazione, perché in Italia purtroppo di sola musica non si campa. E poi – commenta con un pizzico di amarezza – dopo Beatles, Rolling Sto-nes, Pink Floyd, Deep Purple, Genesis, AC/DC, ormai nella musica non c’è più nulla da dire, nulla da inventare”.
C’è però molto da conservare, risco-prire e rilanciare, come la produzione di Lucio Battisti, di cui Pietruccio è stato grande amico, tanto da arrivare scrivere, un paio di anni fa, un libro intitolato “Io e Lucio Battisti”, in cui racconta del loro fraterno rapporto. E se gli si chiedono tre aggettivi per descrivere Battisti, rispon-de: “era una persona gentile, educata, semplice nella vita e complessa nella mu-sica. E non amava essere una rock star”.
Anche Pietruccio, confessa, mai avrebbe immaginato di dedicare la sua
vita alla musica. Quando era giovane pensava che gli sarebbe piaciuto
fare l’esploratore o il navigatore solitario. Poi la chitarra, il suo fiuto nel riconoscere le canzoni
potenzialmente di successo, il suo talento musicale, l’aver fatto nascere
i Dik Dik, hanno tracciato per lui un altro destino. m.t.
Suoniamo per il gusto di farlo
Uno dei momenti più intensi è stato senza dubbio “Emozioni”, di Lucio Batti-sti, cantata con il solo accompagnamento del pianoforte, in un arrangiamento che ha valorizzato sia le doti vocali di Lallo che la struttura melodica della canzone.
Durante la serata i Dik Dik hanno anche fatto ascoltare un classico del rock’n’roll (Johnny be good), sonorità blues (come nel finale di “Dolce di gior-no”, una delle prime composizioni di Bat-tisti-Mogol, incisa dal gruppo come lato B del 45 giri “Sognando la California” nel 1996) e addirittura la “Toccata e fuga in re minore” di Johann Sebastian Bach.
Ovviamente non sono mancate le loro canzoni che negli anni hanno scalato le classifiche, dei veri “sempreverdi” che hanno lasciato un segno nella storia del-la musica pop italiana: da “Help me” a “Navigando”, da “Il primo giorno di pri-mavera” a “Io mi fermo qui”, da “Viaggio di un poeta” a “Vendo casa”, sulle quali il pubblico è stato ben felice di fare da coro nei ritornelli. I Dik Dik l’avevano annunciato all’inizio: il concerto sarebbe stato un lungo viaggio attraverso la musica che loro hanno suonato e ascoltato. Sono stati di parola.
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ALLA FILIALE DI VIA SOLTERI, CHE SI È FUSA CON QUELLA DEL TOP CENTER E DOVE È STATA ATTIVATA LA PRIMA “AREA TECNOLOGICA”, SOCI E CLIENTI HANNO ESPRESSO APPREZZAMENTO E SODDISFAZIONE
A COLLOQUIO CON LA DIRETTRICE DONATELLA RENZULLI
“C’è chi si vuole arrangia-re da solo, chi preferisce rapportarsi con l’operato-re allo sportello. C’è chi si reca in banca in orari diversi da quelli tradizionali di apertura. La nostra Cas-sa Rurale raccoglie le richieste di chi le esprime fiducia e cerca di soddisfarle con-cretamente”: con queste parole l’11 giu-gno scorso, in occasione della cerimonia ufficiale di inaugurazione, il presidente Giorgio Fracalossi aveva spiegato le mo-tivazioni che hanno portato a trasformare la filiale di via Solteri in “Banch’io”, una struttura nella quale si affiancano e convi-vono operatività tradizionale e innovativa.
A fine agosto, a quattro mesi dalla sua apertura (l’attività effettiva era iniziata
ACCOGLIENZA POSITIVA PER “BANCH’IO”
all’inizio di maggio, al termine dei lavori di ristrutturazione) la direttrice della fi-liale, Donatella Renzulli, può confer-mare che fra Soci e Clienti predominano apprezzamento e soddisfazione. La novità è stata accolta positivamente.
“Soci e Clienti – afferma Renzulli – hanno compreso che l’utilizzo dell’area tecnologica non è un “fai da te” obbligato ma un’opportunità in più che si offre per gestire al meglio il proprio tempo e che permette ad esempio di saltare, quando ci sono, le code allo sportello”.
Renzulli ci tiene poi a precisare che area tecnologica non significa che chi vi entra è abbandonato a se stesso: “Banch’io” prevede infatti la presenza di personale con il compito di aiutare ad uti-
lizzare le apparecchiature a disposizione.Soci e Clienti si sono dimostrati ben
disposti ad acquisire autonomia nel fare le operazioni consentite dall’area tecnolo-gica. In particolare, per quanto riguarda prelevare e versare contante e assegni e contare le monete, i dati dicono che c’è stata una “migrazione” del 25-30%: cioè, più di un quarto di quelle operazioni non vengono più effettuate allo sportello. Meno consistente, attorno all’8%, è stata invece la “migrazione” per quelle attività – come la possibilità di fare bonifici e di visua-lizzare e stampare il conto corrente – che vengono attivate solo su richiesta o sug-gerimento dei consulenti allo sportello e per le quali si richiede la sottoscrizione di un contratto che definisce le modalità di utilizzo. Nel fare il bilancio dei primi quattro mesi di attività, va poi ricordato che l’apertura di ”Banch’io” è stata anche il frutto della fusione fra la filiale di via Solteri e quella del Top Center. Anche in questo caso i dati sono confortanti. Se si mette a confronto il totale delle operazioni effettuate l’anno scorso dalle due filiali e quello registrato quest’anno, nello stesso arco di tempo, in quella di via Solteri, si ha uno scostamento minimo: “segno che l’accorpamento non ha portato ad un minor afflusso di clientela – spiega Ren-zulli – e non è detto che quel 5% di calo corrisponda a clientela perduta, perché potrebbe essersi rivolta agli altri sportelli della Cassa Rurale”.
Da sinistra: Alessandra Morelli, Lorena Condini, Patrizia Ferrari, Alessandro Pedrotti, Tiziana Fiore e Donatella Renzulli. Dello staff fanno parte anche Luisa Giacomoni e Paolo Bonetti. In alto un’immagine dell’inaugurazione della nuova filiale Banch’io.
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GLI INTERNI SONO STATI COMPLETAMENTE RIORGANIZZATI. TRA LE NOVITÀ: DALLE ORE 6 ALLE 24 UN BANCOMAT EVOLUTO PER GESTIRE IN MODO AUTONOMO E VELOCE I CONTI BANCARI
HA RIAPERTO LE PORTE DOPO TRE MESI DI LAVORI
Dopo tre mesi intensi di lavoro, iniziati alla metà di mag-gio, il 25 agosto è stata riconsegnata alla comunità di San Donà una filiale completamente nuova: nell’abito, nella dotazione tecnologica e potenziata nei servizi a soci e clienti.
“Una tappa ulteriore di un cammino iniziato un po’ di tempo fa e orientato a modernizzare la rete di sportelli del no-stro istituto di credito cooperativo – ha affermato il presidente Giorgio Fracalossi. Più spazio alla tecnologia e tempo maggiore alla consulenza sono due dei tanti elementi distintivi di questa nuova realizzazione”.
L’edificio che, da sempre, ospita la filiale della Cassa Rurale è stato interessato da una ristrutturazione globale: dagli am-bienti dedicati all’attività bancaria, ai piani inferiori. Il progetto ha interessato anche gli spazi esterni con la realizzazione di nuovi parcheggi sempre più richiesti da soci e clienti. Una curiosità è legata alle cosiddette finestre a oblò “che – viene
ANCHE A SAN DONÀ LA FILIALE È “BANCH’IO”
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spiegato – hanno lasciato posto ad ampie vetrate, destinate a garantire più luce”.
Gli interni sono stati completamente riorganizzati. Anche a San Donà, come recentemente avvenuto in via Solteri a Trento, la filiale diventa “Banch’io”, con nuovi servizi attivi in orario prolungato. Tra le novità: dalle ore 6 alle 24 un bancomat evoluto per gestire in modo autonomo e veloce i conti bancari, effettuare ricerche e operazioni, prelevare e versare contanti e assegni, contare le monete; fino alle 16.30 la disponibilità di un assistente per lo svolgimento delle operazioni, un’area wifi ovvero internet gratuito, un ufficio di consulenza per incontri specialistici. Infine uno sportello bancomat attivo nell’intero arco delle 24 ore della giornata e un servizio di cassa continua.
Responsabile della filiale è Marisa Moser. Guida uno staff di collaboratori formato da Rosella Libardi, Mario Longhi, Mirko Franceschini, Beniamino Bassetti e Nicola Degasperi.
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VIAGGIO IN TERRA SANTA, RICORDI INDELEBILI
Come era nelle previsioni, il viaggio in Terra Santa che la Cassa Rurale di Trento (in col-laborazione con il Centro Turistico ACLI) ha proposto ai propri soci, ha lasciato in tutti i partecipanti un ri-cordo profondo e indelebile. Scopo dell’iniziativa, che si è svolta dal 30
maggio al 5 giugno, era offrire a tutti l’opportunità sia di visitare i luoghi della Palestina, sia di comprendere la situazione e il dramma in cui vivono le popolazioni di quella parte del Medio Oriente. Acri, Lago di Tibe-riade, Valle del Giordano, Gerusa-lemme, Masad, Qumran, Mar Morto,
Betlemme, il Monastero di San Gior-gio e Gerico sono state le principali tappe dell’intenso viaggio.
Durante la permanenza a Bet-lemme c’è stato anche l’incontro con le Suore Elisabettiane del Caritas Baby Hospital e la visita all’ospedale che gestiscono.
Due record mondiali per la Prosport di Trento L’“Indoor rowing” simula perfetta-
mente il movimento di voga del canot-taggio ed è una disciplina sportiva e di fitness ideale per tutti e per tutte le età.
In occasione dell’evento “100K day indoor rowing”, svoltosi sabato 21 giugno presso il Centro sportivo di Mattarello, il Team Prosport di Trento ha stabilito il nuovo record del mondo sulla distanza di 100 chilometri di indo-
or rowing a staffetta categoria “Small Team Mixed over 40” fermando il cro-nometro a 5 ore 11 minuti 56 secondi e 5 decimi.
La categoria “Small Team Mixed” prevede che la squadra sia composta fino a dieci persone di cui almeno il 40% femminile.
Nella categoria “Large Team Men over 40” il Team Prosport ha inoltre
stabilito per la prima volta al mondo il record della propria categoria con il tempo di 5 ore 15 minuti 8 secondi. La tipologia “Large Team Men” prevede un numero di partecipanti maschili oltre i 10. È stato un evento entusiasmante e coinvolgente, sostenuto anche dalla Cassa Rurale di Trento, che ha visto il coinvolgimento di oltre cinquanta per-sone fra atleti, staff e assistenti.
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Il gruppo della Cassa Rurale insieme ad altri turisti incontrati sul posto
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L’INIZIATIVA “PORTA UN AMICO, PREMIA LA TUA ASSOCIAZIONE” VIENE RIPROPOSTA DOPO IL SUCCESSO OTTENUTO DALLA PRIMA EDIZIONE. PER PARTECIPARE C’È TEMPO FINO AL 31 DICEMBRE 2014
IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE HA STANZIATO ULTERIORI 50.000 EURO
Dopo il successo della prima edizione, torna anche quest’anno “PORTA UN AMICO, PREMIA LA TUA ASSOCIAZIONE”, una concreta iniziativa di reciprocità a sostegno del mondo delle associazioni.Il Consiglio di Amministrazione, condividendo il valore e l’importanza di rinforzare il concetto cooperativo della reci-procità presso i nostri Soci, ha infatti deciso di stanziare per questa iniziativa 50.000 euro, che si aggiungono ai fondi già assegnati, per il corrente anno, a favore degli interventi di mutualità e di solidarietà a beneficio del nostro territorio.
In che cosa consiste l’iniziativa? Fino al 31 dicembre 2014, per ogni nuovo clien-
te correntista che un nostro Socio presenterà alla Cassa Rurale di Trento, la stessa Cassa Rurale rilascerà un buono di 50 punti – corrispondente a 50,00 euro – a sostegno di un’Associazione scelta dallo stesso Socio, tra quelle clienti della Cassa Rurale di Trento che rispondono ai criteri definiti in un apposito regolamento.
Oltre ai Soci, anche le Associazioni potranno par-tecipare direttamente all’iniziativa, introducendo un nuovo cliente, e godendo conseguentemente del buono premio, utilizzando l’apposita lettera di presentazione sca-ricabile dal sito internet www.cassaruraleditrento.it.
Si tiene a sottolineare l’importante opportunità che viene in questo modo offerta alle Associazioni che riusciranno a promuovere attivamente e valorizzare il signi-ficato il questa iniziativa: si tratta infatti di una possibilità ulteriore di raccolta di fondi per il sostegno allo svolgimento delle attività e per il raggiungimento degli scopi sociali.
Tale utilità è espressa nella logica dello scambio che favorisce tutti i soggetti coinvolti, coerentemente con lo spirito e la norma che informano l’agire del movimento cooperativo.
L’elenco completo delle Associazioni che potranno be-
CHI PRESENTA NUOVI CLIENTI PUÒ AIUTARE LE ASSOCIAZIONI
neficiare del contributo “Premia la tua Associazione” è disponibile presso tutti i nostri sportelli e presso l’Ufficio Soci/Marketing e Comunicazione.
r.p.
CINQUANTACINQUANTA
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A FIANCO DELL’ASSOCIAZIONE AIUTO BAMBINI DEL LIBANO
“Finché siamo qui abbiamo il dovere di lavorare per migliorare questo nostro mondo e sostene-re i fratelli con una testimonianza di solidarietà e di condivisione con quelli che ne hanno bisogno. Il Signore benedica te, Elio, e sostenga tutti i benefattori della Cassa Rurale di Trento insieme alle loro famiglie”: con queste parole suor Chiara Maalouf, del Convento della Carmelitane di Santa Teresa di Campi Bisenzio (Firenze) ha ringraziato Elio Pontalti, dell’Associazione Aiuto Bambini del Libano per il contributo ricevuto nei mesi scorsi.
L’Associazione, fondata a Povo nel 1990 da Elio Pon-talti, Antonio Coradello e Luigi Failon, aveva iniziato la sua attività trasferendo a Trento i bambini feriti dalle bombe, per essere ricoverati in ospedale.
Successivamente è stata avviata un’attività di raccolta
e spedizione di materiale di ogni genere. Ora invece l’Associazione cura la raccolta di fondi che vengono consegnati alle suore Carmelitane che operano a Beirut.
C’è sempre più bisogno di aiuto in famigliaDAL DICEMBRE 2012 È ATTIVA LA COOPERATIVA SOCIALE “LE FARFALLE”
“La famiglia: servizi atutto-tondo” è lo slogan che la Co-operativa sociale “Le Farfalle” ha scelto per presentare l’attività che svolge. Infatti, la cooperativa si occupa non solo di cura delle persone anziane, affiancando i parenti nella selezione di una badante, ma garantisce anche sostegno e assistenza sia nella gestio-ne delle varie incombenze domestiche quotidiane sia nell’impegno di crescere ed educare i figli.
È stata fondata il 18 dicembre 2012 a Trento, per volontà di quattro don-ne che uniscono passione, esperienza professionale e partecipazione alla vita della comunità.
Cura, casa e studio sono i tre gran-di ambiti in cui opera la Cooperativa, fornendo servizi personalizzati.
Per quanto riguarda la cura, intesa soprattutto come assistenza alle perso-ne anziane, “Le Farfalle” aiuta la fami-glia a individuare il servizio più adatto.
In base ai bisogni ed alla disponibilità di spesa della famiglia, la badante può infatti essere in convivenza, a domici-lio, per le feste e l’estate, per periodi temporanei, per l’ospedale, per la casa di riposo. La famiglia è seguita nel-la selezione e nella sostituzione, nel monitoraggio del lavoro svolto e nella formazione dell’assistente familiare. Anche nell’ambito “casa” i servizi sono personalizzati a seconda delle diverse
esigenze e finalizzati ad offrire alla fami-glia più tempo da dedicare alle relazioni affettive, educative e amicali, ai propri hobby, al riposo. Tra le opportunità of-ferte, una governante tutti i giorni della settimana secondo un orario stabilito dalla famiglia, una colf che si occupa esclusivamente delle attività di “lavag-gio e stiro” biancheria e abiti o che inter-viene nei momenti di festa organizzati presso il domicilio della famiglia e nel successivo riordino.
Con riferimento allo studio, la coo-perativa offre percorsi e lezioni indivi-duali per lo svolgimento dei compiti, delle attività di studio e per il recupero scolastico, oltre a una consulenza pe-dagogica e sociologica per l’infanzia, l’adolescenza e la gioventù a supporto dell’apprendimento, della vita scola-stica, dell’orientamento professionale.
“Le Farfalle” ha sede a Trento in Cor-so 3 Novembre 72.
www.lefarfalleinfamiglia.com
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Da sinistra, Paolo Angeli, Rossana Gramegna, Marina Cicolini, Patrizia Poli, Giulia Degasperi, Alessandra Morelli, Corrado Cimadom, Andrea Marighetti
Nove nuovi “Maestri cooperatori”Sono nove, su un totale di quasi trenta iscritti, i collaboratori e amministratori della nostra Cas-sa che quest’anno hanno partecipato al percorso formativo per ottenere il titolo di “Maestro Cooperatore”: Pao-lo Angeli, Marina Cicolini, Corrado Cimadom, Giulia Degasperi, Rossa-na Gramegna, Andrea Marighetti, Alessandra Morelli, Patrizia Poli, Michele Zatelli.
Rivolto ad amministratori e colla-
boratori di realtà cooperative, il per-corso formativo viene proposto dalla Cooperazione Trentina con l’obiettivo di arricchire il personale bagaglio di co-noscenza cooperativa, attraverso l’ap-profondimento di temi quali la storia e il modello d’impresa, i suoi principi e valori, con attenzione anche agli aspet-ti giuridici. La consegna dei diplomi si è svolta nella Sala della Cooperazione nel corso dell’assemblea annuale della Cooperazione Trentina.
Diversi sono i collaboratori e gli amministratori della Cassa Rurale di Trento che hanno partecipato anche alle precedenti edizioni del corso (Antonella Balistreri, Roberto Co-sta, Franco Dapor, Ornella Decarli, Mauro Frizzera, Donatella Renzulli, Paolo Serafini, Diego Pedrotti) a con-ferma della nostra adesione ai principi della cooperazione e del nostro impe-gno nella diffusione della cultura e dei valori cooperativi.
CONCORSO FOTOGRAFICO - Calendario 2015Riservato a Soci e Clienti della Cassa Rurale di Trento
Tema del concorso
TRENTO, CITTÀ APERTAUn’istantanea che svela la trasformazione
della società trentina. Verso una realtà che riceve e comprende il mondo che cambia.
Le foto migliori saranno pubblicate sul calendario 2015 della Cassa Rurale di Trento.
La partecipazione è gratuita e saranno premiati i primi tredici classificati.
Scadenza per la consegna delle foto: 17 ottobre 2014.
Regolamento concorso e scheda di partecipazione sul
sito www.cassaruraleditrento.it e presso tutti i nostri sportelli.
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Feste del Socio, appuntamento sempre gradito
Al momento in cui questo nume-ro del giornale viene mandato in stampa, delle ventiquattro Feste del socio programmate per il 2014 se ne sono svolte già diciassette. In calendario ci sono ancora quella di Mattarello (13 settembre), il doppio appuntamento di Trento Oltrefersina (il 18 e 20 settembre) e di Villazzano (20 e 21 settembre), e le Feste a Vil-lazzano 3 (27 settembre) e a Cognola (4 ottobre).
Il bilancio è anche quest’anno po-sitivo: sono stati numerosi i soci che hanno partecipato ai vari appunta-menti, organizzati collaborazione con numerose associazioni di volontariato e gruppi associativi locali.
Particolare successo ha riscos-so una delle novità del calendario di quest’anno, la “Festa del Socio IN
IN MEMORIA DI GIANFRANCO BERTAMINI, BRUNO RAVAGNI E DORIANO DEPAOLI
Il 18 agosto è scomparso Gianfran-co Bertamini, che era stato vice presidente della Cassa Rurale di Vil-lazzano e Trento da maggio a otto-bre 1994. Di professione ingegnere, è stato dirigente ITEA e presidente dell’Unione Sportiva Villazzano. Ha sempre dato un grande contributo al sostegno e alla diffusione dello sport giovanile.
Mercoledì 13 agosto si è spento Bruno Ravagni, presi-dente per trent’anni della Cassa Rurale di Sopramonte: esattamente dal 1971 al 2001. Ha presieduto l’ultima se-duta del Consiglio di amministrazione il 22 marzo 2001 e in quella occasione fu nominato “presidente onorario”. Un riconoscimento di cui Bruno Ravagni era particolarmente fiero anche perché, come si legge nel volume “Trent’anni di cammino insieme” pubblicato nel 2004 da Cassa Cen-trale Banca, i suoi di presidenza “si sono sommati a quelli di suo padre, Eugenio, che della Rurale di Sopramonte fu presidente dal 1925 al 1948”.
Perito industriale, è stato funziona-rio dell’ENEL e quando nel 1983 fu eletto nel Consiglio di amministra-zione della Cassa Centrale, entrò a far parte del comitato esecutivo, per svolgere il normale esame della procedura delle pratiche di affida-mento del credito.La Cassa Rurale di Trento ha espres-so il suo cordoglio ai familiari. Bru-
no Ravagni ha lasciato la figlia Francesca, la sorella Laura e il fratello Remo.Il 4 aprile scorso all’età di 62 anni è deceduto Doriano Depaoli, diret-tore per 35 anni della Cassa Rurale di Sopramonte, incarico ricoperto fino alla fusione con la Cassa Rurale di Trento, avvenuta alla fine del 2009. Fino al 2013, anno del suo pensio-namento, è poi rimasto in servizio presso la Cassa Rurale di Trento.
QUOTA” (nella foto), che si è svolta sabato 13 luglio alle Viote, sul Monte Bondone. Prima del pranzo alcune gui-
de alpine e i maestri della locale Scuola di Sci nordico hanno proposto a grandi e piccoli alcuni itinerari a tema.
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NOI & I SOLDI
L’UFFICIO BANCASSICURAZIONE PRESENTA UN NUOVO PRODOTTO
PIÙ SERENI CON ASSIRISKLA CASSA RURALE DI TRENTO PROPONE UNA POLIZZA ASSICURATIVA MULTIRISCHIO COMPLETA PER DITTE INDIVIDUALI E PICCOLE IMPRESE FINO A 50 DIPENDENTI E OFFRE UNA CONSULENZA MIRATA
Lavorare in proprio oppure gestire una piccola impresa significa oggi assumersi una forte responsabilità in quanto da una corretta organizzazione della stessa deriva la tranquillità economica non solo del titolare, ma anche degli addetti e del personale coinvolto. Una valu-tazione fondamentale deve essere riservata all’analisi dei rischi, distinguendo quelli che possono essere gestiti con le proprie risorse da quelli che necessitano di una copertura assicurativa, poiché il danno emergente risulterebbe non sostenibile da parte dell’imprenditore.
La Cassa Rurale di Trento propone oggi a clienti e soci “impresa” il prodotto Assirisk, una copertura multirischio completa che permette di assicurare micro e piccole im-prese, entro i 50 dipendenti, appartenenti ai seguenti settori:• Artigianato/Industria• Commercio• Uffici/Servizi• Cooperative
La polizza si declina in più sezioni, lasciando il cliente libero di scegliere le garanzie più idonee tra le seguenti:• Sezione Incendio, eventi naturali e altri danni ai beni • Sezione Furto e rapina• Sezione Cristalli• Sezione Elettronica• RC verso terzi e ope-
rai• RC prodotti• RC professionale• Assistenza
Con Assirisk è stata inol-tre compresa la garanzia RC Professionale per dare una risposta immediata alle esigenze alle seguenti categorie professionali:• Avvocato• Commercialista• Architetto• Ingegnere• Geometra
• Consulente del lavoro�