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(Istituto di Anatomia umana della R. Universit~ di Sassari diretto dal Prof. G. BRUSO.) SULLA ORIGINE, SULLA FUNZIONE E SULLA COSTITUZIONE DEGLI OSTEOCLASTI del Prof. GIOVANNI BRUNO. Con 14 figure nel testo. (Eingegangen am 19. November 1936.) Introduzione. Lo studio dello sviluppo dello scheletro ha dimostrato chela intima struttura, l'architettura, la forma esterna delle ossa, rappresenta il risultato di un lento ed incessante lavoro di costruzione e di distruzione di lamelle e di spicole ossee il quale ubbidisce a fattori varii e non tutti noti. Le lamelle e le spicole ossee, che rappresentano il lavoro di caratteristiche cellule del tessuto, gli osteoblasti, si ordinano, si sovrappongono o si sostituiscono, altero loco, alle lamelle ed alle spicole prima formate che man mano vengono distrutte, perb spesso rappresentano formazioni nuove destinate a perdurare, quali elementi architettonici dell'osso, per un tempo pih o meno lungo: la loro durata dipende dall'epoca della loro costituzione. II processo costruttivo e modellante delle varie ossa non cessa com- pletamente con flcessare del loro accrescimento in lunghezza ed in volume, ma procede lentamente sino alla vecchiaia, sebbene ad una eerta epoca della vita il processo distruttivo prevalga sul processo costruttivo; allora realmente il materiale di costruzione si riduce di quantitk e la particolare leggerezza e fragilit~ delle ossa senili dipendono da questo fatto. ]~ noto altresi che cause varie possono modificare fl rapporto, il ritmo, la durata dei due processi, come possono modificare l'intima costituzione del materiale costruttivo cio~ la sostanza fondamentale del tessuto. La distruzione parziale del tessuto osseo, durante lo svfluppo ed il model- lamento dell'osso, conosciuta da molto tempo ed indicata come (~rias- sorbimento modellante di Hu~T~), venne, sin dai primi osservatori, dopo qualche incertezza, attribuita a particolari cellule the si ritrovano pih o meno numerose in intimo contatto con le lamelle e con le spicole in via di distruzione, agIi osteoclasti. Queste sono cellule voluminose, diforma irregolare, multinucleate, con citoplasma di aspetto spesso schiumoso e con nuclei di forma e struttura caratteristica. A queste eellule vennero attribuite possibilit~ di movimenti ameboidi, proprietk fagocitaria, funzione secernente. Riguardo alla loro costituzione gli osteoclasti sono stati considerati ora come simplasmi, ora come sincizii, ora come cellule

Sulla origine, sulla funzione e sulla costituzione degli osteoclasti

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(Istituto di Anatomia umana della R. Universit~ di Sassari diretto dal Prof. G. BRUSO.)

SULLA ORIGINE, SULLA FUNZIONE E SULLA COSTITUZIONE D E G L I OSTEOCLASTI

del Prof. GIOVANNI BRUNO.

Con 14 figure nel testo.

(Eingegangen am 19. November 1936.)

Introduzione. Lo studio dello sviluppo dello scheletro ha dimostrato che l a intima

struttura, l 'architettura, la forma esterna delle ossa, rappresenta il risultato di un lento ed incessante lavoro di costruzione e di distruzione di lamelle e di spicole ossee il quale ubbidisce a fattori varii e non tut t i noti. Le lamelle e le spicole ossee, che rappresentano il lavoro di caratteristiche cellule del tessuto, gli osteoblasti, si ordinano, si sovrappongono o si sostituiscono, altero loco, alle lamelle ed alle spicole prima formate che man mano vengono distrutte, perb spesso rappresentano formazioni nuove destinate a perdurare, quali elementi architettonici dell'osso, per un tempo pih o meno lungo: la loro durata dipende dall 'epoca della loro costituzione.

II processo costruttivo e modellante delle varie ossa non cessa com- pletamente con flcessare del loro accrescimento in lunghezza ed in volume, ma procede lentamente sino alla vecchiaia, sebbene ad una eerta epoca della vita il processo distruttivo prevalga sul processo costruttivo; allora realmente il materiale di costruzione si riduce di quantitk e la particolare leggerezza e fragilit~ delle ossa senili dipendono da questo fatto. ]~ noto altresi che cause varie possono modificare fl rapporto, il ritmo, la durata dei due processi, come possono modificare l ' intima costituzione del materiale costruttivo cio~ la sostanza fondamentale del tessuto. La distruzione parziale del tessuto osseo, durante lo svfluppo ed il model- lamento dell'osso, conosciuta da molto tempo ed indicata come (~rias- sorbimento modellante di H u ~ T ~ ) , venne, sin dai primi osservatori, dopo qualche incertezza, at tr ibuita a particolari cellule the si ri trovano pih o meno numerose in intimo contatto con le lamelle e con le spicole in via di distruzione, agIi osteoclasti. Queste sono cellule voluminose, diforma irregolare, multinucleate, con citoplasma di aspetto spesso schiumoso e con nuclei di forma e strut tura caratteristica. A queste eellule vennero attribuite possibilit~ di movimenti ameboidi, proprietk fagocitaria, funzione secernente. Riguardo alla loro costituzione gli osteoclasti sono stati considerati ora come simplasmi, ora come sincizii, ora come cellule

408 Giovanni Bruno:

a t t ive e viventi , ora come elementi in disfacimento. Alcuni studiosi, in epoca recente, vi hanno posto accanto e vi hanno paragonate altre cellule a4 esse simili per caratterist iche morfologiche e per propriets funzionali, i condrocIasti e gli ameloclasti, cellule che esplicherebbero la loro a t t iv i t~ invece che nell 'osso su al tr i tessuti connet t ival i simili, il tessuto carti- lagineo calcificato e lo smalto dei dent i r i spet t ivamente , su tessuti cio~ costi tuit i da una sostanza fondamentale organica sulla quale ~ sovrapposto un deposito di sali calcarei.

Non sono manca t i perb studiosi i quali hanno negato a tu t t i questi e lementi istologici il significato morfologico di ((cellule~> vere e proprie. Comunque, al disopra di tu t te le al tre opinioni che sono state formulate per spiegare la distruzione fisiologica del tessuto osseo (azione di acidi o di enzimi proteolitici), la teoria che at t r ibuisce questa propriets agli osteoclasti, ai condroclasti, agli ameloclasti, possiede indubb iamen te il maggior favore, a tu t t 'oggi perb, in torno ad essa r imangono alcuni problemi controversi quali la loro origine, il loro destino, il loro meccanismo di azione.

Le presenti ricerche vennero eseguite con ]o scopo di apportare u n contr ibuto alla delucidazione di questi.

Cenni bibliografici sull 'origine, sul meccanismo funzionale e sul destino degli osteoclasti.

ROmN 1849 per primo descrisse nel midollo osseo cellule voluminose, multi- nucleate, disposte in vicinanza delle trabecole ossee alle quali questo A. diede il nome di mieloplassi. Cellule simili a quelle descritte da ROBIn vennero descritte in seguito da Lovkn 1863 ed alcuni anni dopo da K6LLIKEg 1872. Per L o v ~ ~ queste cellule dovevano essere considerate come corpuscoli ossei che si sviluppano per una attiva moltiplicazione nucleare dopo di essersi liberati dalla rigorosa prigione del tessuto connettivo; per KOLLIKER invece esse proverrebbero dagli osteoblasti. Quest'ultimo A. fu il primo ad indicarne il significato fisiologico di agenti distruttori del tessuto osseo. Precedentemente a questi due ultimi A.A., studiosi di questo tessuto quali erano stati TOMES e MORGAn 1852 e pifi tardi BILLROTH 1862, avevano affermato chela distruzione ossea e quella di corpi estranei (chiodi di avorio conficcati nell'osso vivente) dovevano essere attribuite a sostanze acide quali l'acido lattico ed il fosfato acido di calcio. Queste sostanze, secondo questi A. A., si formerebbero per attivits del tessuto connettivo.

]~SLLIKEIr invece, oltre di aver notato gli intimi rapporti degli osteoclasti con le lamelle ossee, not5 il rapporto di tall cellule con le cellule connettive extra- vascolari pervenendo alla conclusione, riguardo al loro destino, che esse, assoltoil loro compito, infine si disgregano e ridiventano osteoblasti.

BRVCH e pifi tardi POintER 1883, confermarono le opinioni di KOLLIKER, ma quest'ultimo A., avendo osservati gli osteoclasti numerosi intorno ai vasi contenuti nei canali haversiani, afferm5 che essi, piuttosto che dagli osteoblasti, traggano origine principalmente dalle cellule endoteliali di questi vasi, ammise per5 che possano formarsi anche da elementi proprii del midollo. W~.GNER 1872 fU del parere che osteoclasti liberi si ritrovino in seno al midollo osseo dove essi, secondo questo A., traggono origine e dalle cellule del tessuto connettivo e dalle cellule midollari e dalle cellule endoteliali e the, in ogni caso, cessata la loro funzione, che ~ quella di distruggere la sostanza ossea, riprendano la forma delle cellule di origine.

Sulla origine, sulla funzione e sulla costituzionc degli osteoclasti. 409

BONO~tE 1885, similmente a Lov /~ , ritenne che gli osteoclasti si formino secondariamente alla scomparsa del tessuto fondamentale dell'osso per fusione di cellule ossee.

JAcrIso~ 1904, DANCHAKOFF 1909 e MAxI~tow 1910 affermarono ehe gli osteo- clasti si formino invece per fusione di cellule mesenchimali o reticolari nei primi stadii di sviluppo dell'osso e MALLORY ] 914, che li ritenne simili alle cellule giganti, afferm6 che essi derivino dalla fusionc di un numero pih o meno grande di leucociti endoteliali.

Diversamcnte dagli A. A. preeedenti, i quali dope le osservazioni di KOLLIKER non avevano negata la proprietA osteoclastica di queste particolari cellule, MACLI~r 1920, avendo osservato in seguito ad esperimenti ehe esse non assumono il trypan bleu iniettato nella cavits peritoneale dell'animale di esperimento, mentre questo colore viene assunto dai macrofagi, neg5 ad esse la propriets osteoclastica, partendo evidentemente dal presupposto c h e l a proprietA fagocitaria fosse necessariamente legata alla propriets osteodistruttiva.

KXNOER:r 1924 per6 riconferm6 la classica opinione della loro funzione, ma afferm5 che questa viene esplicata per mezzo di uno speciale enzima proteolitico secreto da esse il quale avrebbe la proprictA di distruggere contemporaneamente sia la matrice ossea, s i a i sali calcarei. Questo A. fond5 la sua opinione principal= mente sulla affermazione di OPI~. secondo la quale nel midollo dell'osso in accresci- mento esistono enzimi proteolitici.

AREy 1917, 1920 in seguito ad estese ricerche, riguardo alla origine degli osteo- clasti, ritenne che essi si costituiscano per la fusione di alcuni osteoblasti alterati (depleted) e riguardo alle loro proprietA afferm6 ehe essi posseggano proprietA fagoeitaria perch~ vi vide inclusi piccoli corpi estranei. JORDAN R .E . , che I'A. che pih diffusamente si ~ occupato dcllo studio del fenomeno del riassorbi- mento del tessuto osseo e dell'origine e dcl destino degli osteoclasti e delle altre eellule simili (condroclasti, ameloclasti), basandosi sulle sue estese ricerche com- piute nel 1918, 1921, 1925, 1930, ~ pervenuto alla conclusione che gli osteoclasti si costituiscano, indipendentemente dagli osteoblasti, in condizioni normali per la fusione di cellule del reticolo, ma che in condizioni particolari, nella rana splen- ectomizzata per esempio, possano costituirsi per fusione di emoblasti e di cellule del retieolo (cellule stromali) e nella rana metamorfosata rapidamente per sommi- nistrazione di tiroide, per fusione di cellule stromali cui si aggiungono osteoblasti; cost ehe per questo A. gli osteoclasti possono originarsi per la fusione di diversi tipi di cellule: eellule del retieolo del midollo osseo, linfociti (emoblasti), osteoblasti e per il coneorso, in piccola parte, di cellule ossee; per i condroclasti, per il concorso di eellule eartilaginee, e, in generale, probabilmente anche per quello di cellule endoteliali. Secondo JORDAN in fine esse possono trarre origine da un solo tipo di cellul.e o dalla combinazione di pifl tipi.

Secondo questo stesso A. gli osteoelasti, nel midollo osseo delradulto nel quale prevalgono gli emoblasti, originano da questi perchb le cellule del reticolo sono gi~ servite per la costituzione degli emoblasti stessi. Nel midollo osseo dei primi stadii larvali invece, nel quale il mesenchima b abbondante, gli osteoelasti derivano principalmente da fusioni di eellule di questo tessuto (da cellule stromali). La varia origine degli osteoclasti a differenti stadii dello sviluppo dcll'osso, secondo JORDA~r

spiegabile con gli stretti rapporti genetiei che esistono tra le eellule del midollo ed il loro relativamente basso grado di differenziazione.

Riguardo al meccanismo di azione dcgli osteoclasti, dei condroclasti, degli ameloclasti, questo A. b del parere che essi siano gli agenti specifici att ivi della dissoluzione dell'osso, della cartilagine, dello smalto come della eliminazione di questi perch~ ha rilcvato la presenza di globuli di sostanza ossea e talvolta di frammenti e di globuli di smalto in seno ad osteoclasti ed ameloclasti rispettivamente; rieonosee per6 che questi reperti non sono normali e frequenti e che si ottengono in eondizioni

Z. f. Zel lforschung u. mikr . Ana tomie . Bd. 26. 27

410 Giovanni Bruno:

particolari perch~ di norma, secondo JORDAN, i prodotti del riassorbimento osseo sono rappresentati da elementi di grandezza ultramicroscopica.

Anche BAST 1930 afferm5 che gli osteoelasti posseggano propriet~ fagocitaria. FELL 1925, che studi5 il riassorbimento osseo e cartilagineo nell'embrione

di pollo, avendo notato che osteoclasti e condroclasti nei primi stadii dello sviluppo non sono numerosi, ne dedusse che queste cellule non possono essere considerate quali agenti esclusivi della distruzione ossea, ma che questa debba attribuirsi in parte ad elementi istologici del midollo dei quali molti, seppure non tutti, esercitano una azione distruttiva. Questo A., che studi5 la fine struttura citologica degli osteoclasti ,rilev5 che il condrioma di essi risulta costituito da elementi allungati e ~,rigonfii, ammassati intorno ai varii nuclei.

MAxIMOW e BLOOM 1930, che, similmente a MALLORY, attribuirono propriets osteodistruttiva anche alle cellule vascolari endoteliali e ad altri elementi connettivali, affermarono che gli osteoclasti veri e proprii si originano nel medessimo tempo e dalle medesime cellule ehe darmo origine agli osteoblasti, e da elementi indiffe- renziati, fusiformi, o stellati del midollo osseo primitivo. Diversamente dagli A.A. precedenti H)iOGQVIST 1929 invece espresse la opinione che gli osteoelasti non siano elementi cellulari veri e proprii dotati di proprieth riassorbenti sul tessuto osseo, ma che rappresentino piuttosto masse di (,protoplasma,) provenienti da porzioni di questo tessuto liberato dai sali di calcio. Questo A. afferm5 che osteoclasti si ritrovano normalmente nel midollo osseo situati (,al posto dove prima esiste- vano lamelle ossee,) (CAMrrz, HOLMGR]~N, JOH~NSSON).

Cm~NG HuI CH'UAN 1931, il quale si occup5 pih speeialmente dello studio della morfologia e della topografia del condriGma degli osteoclasti, ammise, confer- mando l'opinione classica, ehe tall eellule provengano da osteoblasti e che in ease gli elementi del condrioma aumentino di numero allot quando divengono osteo- elasti. Contrariamente a FEL~ ed in accordo con JORDAN, questo A., amise inoltre ehe questi elementi istologici non siano affatto da considerate come eellule degenerate ed alterate. I vacuoli, considerati come indici di alterazioni, seeondo questo A., avrebbero il significato di una degenerazione protoplasmatica. Aumento del numero degli elementi del eondrioma questo stesso A. not5 neUe eellule del reticolo e nelle eellule mesenchimali in genere del midollo osseo ehe sono in rapporto con gli osteoclasti.

ZAWlSCH-OssE~ITZ 1931 similmente a MAXI)IOW, ammise che semplici eellule della parete dei eapillari posseggano il potere di distruggere la sostanza fondamentale dell'osso anehe senza assumere i caratteri morfologici degli osteoclasti.

Pih reeentemente DODDS 1932, studiando in materiale vario il meceanismo della distruzione dell'osso e qucllo della distruzione della cartilagine, pervenne alla eonclusione, in accordo con JORDAN, the gli osteoclasti siano elementi istologici i quali sono gli attivi agenti della distruzione della matrice ossea perchb ha visto queste cellule numerose lk dove le porzioni calcifieate erano in via di distruzione. Questo A. not5 per5 nello stesso tempo ehe esse mancano dove la matriee in distru- zione non ~ fornita di sali di calcio. Da questo particolare ne dedusse ehe proba- bilmente la distruzione della matrice ~ dovuta all'azione delle cellule pih pieeole del midollo osseo e che gli osteoclasti esplichino la loro speciale azione soltanto sulla matrice calcificata. Riguardo al meccanismo secondo il quale essi espliche- rebbero la loro funzione distruttrice Dobbs ammise e l'azione di un secreto e la loro attivit~ fagoeitaria. Questo stesso A. ammise inoltre che anche gli osteoclasti posseggano la proprietk di digerire i costituenti organici della matrice eartilaginea, propriet~ ehe essi avrebbero in eomune con altre cellule del midollo osseo. Riguardo alla cartilagine ed alla sua distruzione, ritenne che essa avvenga con due processi diversi a seeonda ehe calcifica~a o non e che il nome dato agli elementi distruttivi di questo tessuto (JORDAN, ADDISON) non possa esser dato indifferentemente ai due tipi cellulari che ne operano la distruzione.

Sulla origine, sulla funzione e sulla costituzione degli osteoclasti. 411

Finalmente SMITH F. L. 1933, studiando il processo delia osteogenesi encondrale, notS, aderenti alla cartilagine degenerata, cellule simili ad osteoblasti fornite di un apparato di GOLGI retiforme disposto intorno al nucleo le quali apparivano in atto di fondersi per dare origine ad osteoclasti. Tall cellule conservavano inoltre l'apparato di GOLGI intorno ai nuclei con le medesime caratteristiehe anche in seno agli osteoclasti da esse costituiti.

Dai brevi cenni bibliografici riferiti risulta dunque c h e l a distruzione del tessuto osseo come quella del tessuto cartilagineo e della dentina ~ s tata at tr ibuita ad agenti varii: 1) a sostanze chimiche definite (acido lattico, fosfato acido di calcio); 2) ad elementi istologici del midollo forniti di propriet~ secernente o fagocitaria (cellule del reticolo, osteoblasti, linfociti, leucociti endoteliali, emoblasti, osteoclasti, condroclasti ed ameloclasti); 3) ad enzimi proteolitici secreti da queste varie cellule. Risulta inoltre che l'opinione prevalente ~ quella che attribuisce agli osteoclasti la propriet~ osteodistruttrice, ma che la loro origine, il loro destino ed il meccanismo secondo il quale essi esplicano la loro funzione non ~ chiarita e non ~ intesa in eguale modo dai varii studiosi.

Materiale. Le osservazioni che sono esposte nella presente Memoria sono state

eseguite su mascellari in via di sviluppo di uomo, di bue, di seps chalcides e su ossa lunghe (femore, tibia, ossa me taca rpa l i )d i varii Mammiferi, cio~ : uomo, gatto, topo e coniglio fissate e decalcificate con i soliti ed adat t i metodi di tecnica. Le sezioni vennero colorate con ematossilina ferrica, con ematossilina Delafield, con ematossilina all 'acido fosfomolibdico. Da tall preparazioni vennero tratte, per mezzo della camera lucida di Abbe-Zeiss, le figure intercalate nella descrizione.

Descrizione. Lo studio di sezioni di mandibole come quello di ossa lunghe in accre-

scimento dimostra che gli osteoclasti si ritrovano alle periferia delle cavit~ alveolari nelle prime, alla periferia del canale midollare nelle seconde; essi sono distribuiti addossati alle lamelle ossee le quali presentano segni manifesti di distruzione. L'ingrandirsi delle cavits delimitate da tall lamelle ~ chiaramente dovuto alia loro funzione osteodistruttiva (vedi fig. 1 e 2). Per opera di essi evidentemente si effettua quella parte del modellamento delle ossa che consiste nella distruzione concentrica del tessuto osseo il quale intorno agli alveoli dentarii conduce allo ingrandi- mento di tall cavit~ (DEMoLIS 1926, BRUNO 1936), e nelle ossa lunghe, in corrispondenza dell'asse diafisario, conduce all 'ampliamento della cavit~ midollare.

Lo studio di tali sezioni dimostra inoltre che il numero degli osteo- clasti ~ vario da un punto all 'altro e che essi sono disposti sopra una faccia soltanto delle lamelle che sono in via di demolizione, sopra quella faccia cio~ che guarda il centro ipotetieo della cavits che si ingrandisce ovvero,

27*

412 Giovanni Bruno:

se situati oltre le prime lamelle ossee che limitano la cavit?~, se sono situati cio~ negli spazii interlamellari dell'osso, sono disposti sulla faccia delle lamelle del rango successivo the ~ rivolto verso il centro della cavits stessa: in maniera perci5 da compiere il loro lavoro in senso concentrico.

Le trabecole che sono in via di demolizione non posseggono osteoblasti sulla faccia nella quale sono disposti gli osteoblasti, perb li hanno numerosi

sulla faccia opposta, dove avviene un a t t ivo accrescimento.

I1 midollo delle ossa lunghe degli animali giovani in accrescimen- to pih specialmente pos- siede un numero relati- vamente grande di cel- lule giganti di forma e di gradezza varia, ricche pifi o meno di nuclei le quali si distinguono da- gli osteoclasti per di- versi caratteri morfolo- gici. Esse sono general- mente globose e fornite di prolungamenti peri- feriei che li raet tono in diret ta continuit~ col reticolo stromale del mi- dollo, posseggono cito- plasma pih omogeneo e nuclei con aspetto e Fig. 1. Sezione t r a sve r sa lo del la m a n d i b o l a di un f e to

umano di m m . 180 di lunghezza ver t ice-coccige . Distr i - disposizione differente buzione degl i os tooclas t i sulle lamel le ossee che ] imi tano da quello degli osteo-

la c a v i t k a lveolare di un molare . I n g r a n d . 22 • clasti.

Nei preparat i nei quali la fissazione ha determinato la retrazione dello s troma del midollo in tal modo che questo non aderisce alla super- ficie delle trabecole ossec, si nota che assai spesso g]i osteoclasti sono disposti sul margine del midollo re t ra t to e sono percib staccati dalle lamelle e dalle spicole ossee con le quali pr ima erano in stret to rapporto, ta lvol ta perb essi r imangono aderenti alle lamelle e ci6 avviene ora quando sono innicchiate in eavits pih o meno profonde (lacune), ora quando sono in contat to con osteociti non ancora completamente liberati dalle loro cavit~ (vedi fig. 3 e 10).

La superficie delte lamelle che ~ in conta t to con gli osteoclasti di norma ~ erosa presso che uniformemente a taglio netto, talvolta

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perb la matrice sprovvista di sali di calcio forma un breve alone che sta in diretto contatto con gli osteoclasti (vedi fig. 3, 7, 13).

Fig. 2. Sczione longi tudinale del f cmore di un fc to di coniglio di r am. 65 di lunghezza. Distr ibuzionc degli os teoclas t i sulle lamel le ossec chc l imi tano la cav i tk midollarc.

Ing rand . 34 x .

Assai varia 6 la grandezza degli osteoclasti: accanto ad alcuni di dimensioni gigantesche, di oltre 200 micra di diametro, ne esistono altri

Fig. 3. Osteoclas t i dispost i sulla superficie di una lamel la ossca in v ia di dis truzione. Si not i il r appor to di essi con le lacune e con gli os teoci t i in par te l iberat i dal la sos tanza

fondamen ta l e . I n g r a n d , 614 •

assai piccoli, mononucleati, i quali si distinguono da altri elementi istolo- gici de! midollo per la coloratione e la s trut tura del citoplasma e per

414 Giovanni Bruno:

Fig. 4. Os teoc las t i d i s p o s t i s u spicole ossee del la m a n d i b o l a di un f e t o m n a n o di m m . 180 di lunghezza ver t ice-cocc ige . Si no t i la g r a n d e z z a di ess i e la s t r u t t u r a

del c i top lasma. I n g r a n d . 614 •

F ig . 5. Os t eoc l a s t a d ispos to sopra una t r abeco la ossea de] masce l l a re super iore di Seps cha lc ides di r a m . 7,5 di lunghezza . Si no t i l 'orlo a d e r e n t e s t r i a to , I s pre- senza di vacuol i marg ina l i , il c a r a t t e r i - s t ico a s p e t t o dei nuclei e la presenza, nel c i top lasma , di g ranul i i n t e n s a m e n t e

colorat i . ]ngTand. 800 •

F ig . 6. Os teoc las t a d isposto in un angolo del masce l la re super iore di Seps chalc ides di ram. 7,5 di lunghezza . Si no t i la colo- razione (~pezzata>~ del c i top lasma . Le cel- lule che vi sono a c c a n t o a p p a r t e n g o n o al

midollo osseo. I ng rand . 800 •

l 'aspetto e la costituzione del nucleo (vedi fig. 4 e 10).

Assai spesso gli osteoclasti pos- seggono numerosi nuclei, talvolta oltre 20, che hanno forma ovoidale e grandezza varia; tali nuclei pos- seggono una scarsa quantits di sostanza cromatica la quale appare raccolta in una piccola massa che

disposta nella parte centrale di essi in seno ad un reticolo assai tenue, poco colorato. Questa pic- cola massa di sostanza cromatiea, che ~ stata interpretata come un nucleolo, conferisce ai nuclei un aspetto caratteristico, aspetto che JORDAN 1921 paragonb all'occhio deg]i uccelli. Tale aspetto perb non

costante, n~ esclusivo degli osteo- clasti perch~ talvolta i nuclei di questi posseggono invece zolle di varia grandezza di sostanza croma- tica sparsi senza ordine alcuno, zolle che appaiono sostenute da un irre- golare reticolo poco colorato, e per- ch~ spesso, specialmente nel materia- le ot t imamente fissato, nuclei ad occhio di uccello si ritrovano in un gran numero di cellule stromali del midollo (vedi fig. 4, 5, 7).

La forma degli osteoclasti ~ quan- to mai varia, perb tra le varie forme prevale quella approssimativamente ovoidMe, con superficie irregolare, talvolta sfrangiata ed estremit~ po- lari espanse in alette o cordoni. Il loro citoplasma di norma ~ omogeneo e tale appare nel materiale meglio conservato, spesso perb esso appare ora granuloso, ora scavato da nume- rosi Vacuoli. Ho rilevato che i va- cuoli sono pifi ampii, pih manifesti e pih abbondanti nel materiale non opportunemente fissato ed in quello

Sulla origine, sulla funzione e sulla costituzione degli osteoclasti. 4 i5

che ha sublto per lungo tempo l'azione di sostanze acide impiegate per la decalcificazione del tessuto osseo (vedi fig. 3, 4, 7 e 10).

I vacuoli nel materiale poco alterato sono limitati alla periferia degli osteoclasti ed alle loro delicate espansioni, ma nel materiale pifi danneg- giato occupano completamente i corpi cellulari: in quest 'ultimo caso gli osteoclasti assumono l 'aspetto di spugne (vedi fig. 4). Tale estrema alterazione del citoplasma colpisce anche i nuclei i quali, perduto il loro aspetto caratteristico di ovoidi regolari, divengono raggrinziti e spinosi. Gli osteoclasti che sono situati in stretto contatto con le spicole o con le

Fig. 7. Osteoclas ta disposto sopra uua t rabecola ossea del masce l la rc supcriorc di Sops chalcides di ram. 7,5 di lunghezza. Si not ino le inclusioni in t r ac i top lasmat i che , il r appor to con un capil larc e l 'a lone chiaro del ia ma t r i c e ossea in demolizione. Ing rand , 1266 •

lamelle ossee presentano talvolta la faccia aderente regolarmente rigata per un breve trat to da righe paral]ele disposte perpendicolarmente al corpo cellulare, come se fossero fornite di un grande numero di denti protoplasmatici affilati diretti contro la superficie ossea delle lamelle. Tale particolaritk: che ~ stata paragonata all'orlo a spazzola di alcune cellule epiteliali per5 non ~ costante (vedi fig. 5 e 10).

Il citoplasma pih spesso appare colorato in maniera differente in varfi punti. Zone di esso, racchiudenti uno o pifi nuclei, appaiono pih intensamente colorate rispetto ad altre zone che lo appaiono di meno e cib indipendentemente dallo *spessore~)del citoplasma in tall zone. Limiti netti per5 tra le zone pih intensamente colorate e le altre meno intensamente colorate non sono visibili (vedi fig. 4 e 6).

Spesso gli osteoclasti contengono granuli o frammenti di sostanza ossea ; i granuli sono sparsi di solito tra i varii nuclei senza ordine alcuno, i frammenti vi appaiono invece circondati da un alone chiaro ben evidente

416 Giovanni Bruno:

(vedi fig. 5 e 7). I f ramment i cio~ appaiono racchiusi in larghi vacuoli ripieni di un liquido chiaro. Parecchie volte vi ho nota to anche la presenza di numerose (~spicole)> di forma regolare, simili a crista]li, addossate le une alle altre (vedi fig. 8).

Gli osteoclasti di norma sono situati in s tret ta vicinanza delle lamelle ossee, ma nei preparat i non ot t imamente fissati, come ho detto, ne appaiono

F i g . 8. O s t e o c l a s t a de l l a m a n d i b o l a d i u n f e t o u m a n o d i m m . 180 d i l u n g h e z z a v e r t i c e - c o c c i g e . Si n o t i i n e s s o l a p r e s e n z a di <<spicole)) a f o r m a d i c r i s t a l l i . I n g r a n d . 1266 •

F i g . 9. O s t c o c l a s t i d e l l a m a n d i b o ] a d i u n f e t o u m a n o d i r a m . 180 d i l u n g h e z z a v e r t i c e - c o c c i g e in r a p p o r t o c o n u n c a p i l l a r e . I n g r a n d . 480 x .

separati da un breve intervallo. Essi perb appaiono in diretto rappor to con gli elementi del midollo osseo per mezzo dei loro prolungamenti citoplasmatici (vedi fig. 3). Assai spesso inoltre essi posseggono intimi rapporti con capillari. I n questo caso essi o aderiscono semplicemente al vaso, o vi si ada t tano sulla superficie come cellule avventiziali per

F i g . 10. O s t e o c l a s t a d e l m a s c e l ] a r e s u p e r i o r e d i S e p s c h a l c i d e s d i r a m . 7,5 d i l u n g h e z z a . Si n o t i i l r a p p o r t o d i e s s o c o n u n o s t e o c i t a

i n p a r t e l i b e r a t o d a l l a s u a l a c u n a . I n g r a n d . 800 •

F i g . 11. O s t e o c l a s t a d e l m a s c e l l a r e s u p e r i o r e d i S e p s c h a l c i d e s d i r a m . 7,5 d i l u n g h e z z a . Si n o t i l a c o n t i n u i t k m a t e r i a l e t r a e s s o e d u n o s t e o c i t a a n c o r a r a c c h i u s o i n g r a n p a r t e

ne l l a s u a l a c u n a . I n g r a n d . 800 •

un t ra t to pih o meno esteso, talvolta anche circondano il vaso comple- tamente come manicot t i (vedi fig. 3, 7, 9). Gli osteoclasti che sono dis- posti in maggior vicinanza delle trabecole ossee spesso presentano int imi rapport i con gli osteociti che in parte appaiono liberati dalla sostanza fondamentale ossea circostante. I n alcuni casi gli osteociti appaiono interamente aderenti ad essi, ma indipendenti e la loro indipendenza ~,

Sulla origine, sulla funzioae e suUa costituzione degli osteoclasti. 417

indicata dalla particolare omogeneit~ del loro citoplasma e dalla loro colorazione pih intensa, in altri casi invece appaiono in continuits materiale con essi (vedi fig. 10 e 11), Assai spesso i nuclei di tall osteociti appaiono

Fig. 1 2 a - g . Osteoci t i a p p a r t e n e n t i a t rabecole ossee in demolizione, a, b, c Osteoci t i s i tua t i lontani dal la superfice a t t a c c a t a dagli osteoclast i , d, e Osteoci t i l iberat i in pa r t e dalle r i spe t t ive lacune, f, g Osteociti l iberati dalle lacune e disposti in s t r e t t a v ic inanza di

os teoclas t i . Si not i l 'aspe~to del nucleo. I n g r a n d . 1266)<.

in tut to simili a quelli degli osteoclasti perch6 in essi la quantits della sostanza cromatica si 6 ridotta ad una piccola massa disposta nella parte centrale: essi cio6 hanno assunto l 'aspetto dell'occhio degli uccelli (vedi fig. 6, 10, 11). Lo studio degli osteociti di talune lamelle, come quello dei condrociti, dimostra che tra essi esistono elementi i cui nuclei presentano gradatemente i caratteri morfologici di quelli posseduti dai nuclei degli osteoclasti. Procedendo dagli elementi pih lontani ai pifi prossimi b facile notare la graduale riduzione della sostanza cromatica

Abb. 13. Abb. 14. Fig. 13. Osteoclast i del la mandibo la di Seps chalcides di r am. 7.5 di lunghezza. U n a

c&riocinesi. I n g r a n d . 800 x .

Fig. 14. Condroclasta di un isolot to car t i lagineo della mand ibo la di un fe to u m a n o di ram. 180 di lunghezza vert ice-coccige. Tale e lemento , perch~ s i tua to in fondo ad una profonda

lacuna, appare , nel]a sezione, c i rconda to da t e s su to car t i lagineo. I n g r a n d . 480 •

e la costituzione del nucleolo centrale in seno ai nuclei degli osteociti e dei eondroeiti pifi prossimi agli osteoelasti (vedi fig. 12). Tale tras- formazione dei nuclei degli elementi del tessuto in demolizione non

418 Giovanni Bruno:

costante perchb, anzi spesso tali elementi istologici appaiono alterati profondamente e lo sono di pifi quelli che per la distruzione della sostanza fondamentale pervengono in contatto con osteoclasti o con condreclasti (vedi fig. 9). Assai raramente gli osteoclasti presentano immagini di un ordinamento della sostanza cromatica nucleare che indica un processo cinetico in at to : in tal caso perb essi appaiono circondati da un alone cito- plasmatico ben delimitato (vedi fig. 13). Gli elementi istologici simili agli osteoclasti che si ritrovano in vicinanza del tessuto cartilagineo calcificato in via di demolizione e che sono indicati col nome di condroclasti, non differiscono esenzialmente dagli osteoclasti per i loro caratteri morfolo- gici, soltanto che essi di norma non raggiungono la grandezza dei primi, non posseggono un grande numero di nuclei e non presentano inclusioni nei~ loro corpi. Anche essi per5 assumono intimi rapporti con le cellule cartilaginee che si liberano dalle loro cavits e spesso ne appaiono in diretta continuitK (vedi fig. 14).

Diseussione. Da quanto ho riferito risulta dunque che gli osteoclasti, i quali differis-

cono per varii caratteri dai megacariociti, si rinvengono l~ dove avviene il rimaneggiamento dell 'architettura dell'osso e dove indubbiamente avviene una distruzione di tessuto ; risulta inoltre che essi sono pih abbon- danti 1s dove la distruzione ~ pih attiva.

JOI~])AN 1919 rilevb quest 'ultimo particolare nel femore della rana splenectomizzata e ritenne che l 'aumento numerico degli osteoclasti in questo animale si produca per la necessit~ improvvisa di aumentare nelle ossa la capacits della cavith midollare. DEMOLIS 1926 ed io stesso 1936 ab- biamo notato l 'abbondanza degli osteoclasti nelle pareti degli alveoli dentarii primitivi che vanno incontro a pih rapide e profonde modifica- zioni modellanti. La correlazione evidente t ra il loro numero ed il lavoro compiuto nel mentre conferma la loro propriet~ osteodistruttiva, indica chela loro azione individuale ~ limitata e cib contrariamente alia opinione di quegli A.A. i quali hanno sostenuto che l'azione osteoclastica di essi sul tessuto osseo sia secondaria ad una ipotetica azione esercitata dalle celhfle stromali del midollo osseo (FELL 1925).

Oscuro perb e di difficile interpretazione b il meccanismo secondo il quale essi si dispongono ed operano sulle trabecole ossee. Su questi particolari gli A.A. precedenti non hanno fermata l 'attenzione. Gli osteoclasti distruggono la sostanza fondamentale dell'osso allontanan- dosi progressivamente dal centro della cavitY, essi attaccano le lamelle ossee soltanto sulla faccia che ~ rivolta verso la cavit~ stessa, proce- dono ((~d ondate,) e non (~per punte~ tra le trabecole. Questo loro modo di comportarsi b rilevabile tanto nelle pareti delle cavit~ alveolari den- tarie primitive, quanto nelle pareti delle cavitK midollari primitive delle ossa lunghe.

Sulla origine, sulla funzione e sulla costituzione degli osteoclasti. 419

Gli osteoclasti, pifi frequentemente, sono disposti sulla superficie delle lamelle, pih raramente in nicchie o cavitY, osteoclasti inniechiati esi- stono l~ dove la distruzione del tessuto osseo ~ meno attiva. Nelle zone eli tessuto dove la distruzione ~ pifi a t t iva gli osteoclasti sono disposti a distanza varia l 'uno dall 'altro e distruggono uniformemente la superficie delle lamelle ossee, fl che significa chela loro azione in quelle determinate eondizioni si esplica anche a distanza da essi. In qual maniera tale azione venga esercitata perb ~ controverso perch~ impossibile rilevare nei comuni preparati. Ad una vera e propria azione osteoelastica esercitata per fagocitosi dei sali di calcio e della matrice ossea ammessa da alcuni A.A., altri oppongono una semplice azione osteolitica esercitata da particolari en- zimi (KINGERu 1924). Io stesso ho notato, similmente a JORDAN 1921, la presenza in seno agli osteoclasti di frammenti provenienti dalle lamelle in demolizione ed ho ritrovato inoltre inclusioni cellulari interpretabili come sostanze cristallizzate provenienti probabilmente dalla matriee ossea. Questi reperti parlano per una rimozione vera e propria di sostanza, mentre l'azione a distanza degli osteoclasti parla per una distruzione esercitata da un enzima da essi secreto. L 'at t ivi t~ fagocitaria degli osteo- clasti ~ stata affermata e negata alternativamente dai vari osservatori: l 'affermarono MACLIN 1920, AREV 1920, JORDAN 1918, 1921; KIN~ERu 1924, BAST 1930, DODDS 1932 i quali hanno ammessa la presenza in seno agli osteoclasti frammenti inglobati di tessuto, ma cib in realtY, come hanno rilevato anche JORDAN e DODDS, si verifica raramente. La rarit~ del reperto suggerisce l'ipotesi che tale loro propriets non debba essere per essi normale e la fagocitosi, se la presenza dei eorpi estranei nel loro citoplasma pub essere interpretato come il risultato di questa, non ~ il loro abituale meccanismo per mezzo del quale esplicano la rimozione della sostanza essea distrutta. E ' pih probabile e da ammettere piuttosto, in accordo con JORDAN, che di norma questa venga ingerita in forma di granuli submicroscopici ed in tal modo distrutta.

L'osservazione eseguita da MACLIN 1920 secondo la quale gli osteo- clasti non assumono il t rypan bleu iniettato nella cavits peritoneale degli animali di esperimento mentre questo colore viene assunto dai macrofagi ed addotta come prova della loro incapacit~ istolitica non

sufficiente per negare ad essi la propriets di fagocitare eccezionalmente materiale at taccato dai loro enzimi.

Appare chiaro dunque che gli osteoclasti operino la distruzione del tessuto e talvolta anche ne rimuovano i frammenti granulari. Lo stesso in parte pub dirsi dei conclroclasti, benchb in questi non siano state osser- vate inclusioni intracellulari, e degli ameloelasti osservati da JORDA~ nell'organo dello smalto di denti di gatto.

POLICED 1928, EPSTEIN 1930, KASAK~.VIC 1930 ritennero che le semplici cellule ossee o cartilaginee potessero esercitare una azione dissol- vente sul tessuto circostante ed AR~v 1917 e DODDS 1932, riprendendo

420 Giovanni Bruno:

una antica opinione gi~ espressa da TOMES e de MORGA~ 1852 e da BILL- •OT• 1869, ritennero che la distruzione della sostanza fondamentale ossea e cartilaginea si effettui principalmente per opera degli elementi primitivi del connettivo. Queste affermazioni per5 non appaiono basate su dati obbiettivi irrefutabili.

Osservando la minuta strut tura degli osteoclasti si rileva che essi risultano costituiti da un citoplasma omogeneo e che casualmente presen- tano una strut tura alveolare ovvero un orletto simile ad un orletto a spazzola. Vacuoli ed orletto, che sono stati interpretati come caratteri- stiche morfologiche degli osteoclasti e da qualche A. considerati come indice della loro alterazione che conduce alle loro (~degenerazione~) (AREY 1920), sono interpretabili piuttosto come modificazioni artificiali ovvero come atteggiamenti particolari della loro minuta s trut tura in rapporto alla loro funzione. JORDA~ 1921 interpret5 l 'orletto come una alterazione marginale della cellula, ma rifiutb (1925 a) l ' interpretazione della vacuolizzazione protoplasmatica come un indice di alterazioni o degenerazione e la stessa opinione espresse anche CHA~ HuI C~'UAN 1931.

In preparat i colorati con ematossilina ferrica, pih specialmente, ma anche in altri colorati con sostanze debolmente acide, ~ agevole constatare che il citoplasma degli osteoclasti assai spesso non appare colorato uni- formemente: esso appare (~pezzato~) specialmente sui margini. Le zone pifi o meno colorate contengono di solito nuclei ed in realt~ appaiono come (~territorii cellulari~). In tal senso li interpret5 JORDA~ 1925 am- mettendo che elementi proprii del midollo, emoblasti, ovvero elementi del tessuto osseo, osteoblasti (osteociti), prendano parte, anche largamente, alla costituzione deg]i osteoclasti specialmente in determinate condizioni (animali splenectomizzati, animali metamorfosati per somministrazione di tiroide). Secondo Jo~I)A~ le zone meno colorate sarebbero costituite dalle cellule stromali del midollo. Che gli osteociti possano prendere parte alle formazioni degli osteoclasti venne ammesso anche da AREY 1920, da KINGERY 1924, da CHANG H v I CH'UA~ 1931.

Riguardo alla origine ed alla costituzione di questi elementi intorno ai quali disparate opinioni sono state emesse, in realts con lo studio dei comuni preparati, non ~ posibile portare elementi decisivi, soltanto dallo studio di preparati di Seps chalcides, nei quali b notevole la scarsezza degli elementi proprii del midollo e che meglio si prestano percib ad un esame della costituzione degli osteoclasti e dei loro rapporti con le celluli del midollo stesso, ~ possibile trarre elementi di giudizio perch~ in essi ~ facile rilevare: a) che ad osteoclasti monucleati ,,si aggregano" spesso osteociti provenienti da trabecole ossee distrutte ; b) che gli elementi aggregati conservano talvolta una particolare affinits per le sostanze coloranti plasmatiche anche quando i loro limiti cellulari sono completa- mente cancellati ne] sincizio osteoclastico; c) che gli osteoclasti mononucle- ati a stento si distinguono dagli elementi stromali del midollo perch~

Sulla origine, sulla funzione e sulla costituzione degli osteoclasti. 421

sono eguali a questi per forma e che ne differiscono soltanto per una colorazione alquanto pih intensa del lore citoplasma; d) che elementi stromali sono talvolta in intimo contatto con gli osteoclasti.

POMME~ 1883, SCI~F~R, MALLORY 1914 e qualche altro A. pifi recente hanno ammesso, fondandosi sugli intimi rapport i che spesso hanno gli osteoclasti con i capfllari che decorrono in maggior prossimit~ della lamelle ossee in demolizione, che elementi endoteliali di tali vasi diane origine o si trasformino od abbiano la propriet~ di esplicare azione osteo- clastica suI tessuto osseo vicino, ma, secondo le mie osservazioni, i rapporti t ra osteoclasti e vasi capillari, per quanto frequenti, sono lungi dall'essere costanti e quando esistono ~ agevole notare che le cellule endoteliali sono indipendenti dall 'osteoelasta sovrapposto. Dallo studio d e i miei pre- parati mi convinsi che tali rapporti sono semplicemente casuali. L'opini. one infine emessa da H)IQCQVIST 1929, seguita da CAMITZ, HOLMG~EN, JO~L~CSSO~r 1934, secondo la quale gli osteoclasti rappresentano ((eIementi cellulari secondari risultanti dal protoplasma del tessuto osseo liberate dai sali di calcio e dal collagene depositatovi, mi sembra non trovi appog- gio nella osservazione di osteoclasti, spesso anche di grandi dimensioni, che sono situati sulla superficie di esili trabecole ossee di piccali animali come io stesso he potuto vedere in Seps specialmente dove si ha fondato motive per ritenere ehe ta distruzione del tessuto osseo o non ~ avvenuta, od ~ soltanto iniziata e dove la distruzione anche di gran parte delle lamelle stesse non sarebbe sufficiente a fornire materiale plasmatico per formare uno solo degli osteoclasti che vi sono sovrapposti.

Conelusioni. Risulta dunque dalle mie osservazioni: 1 ~ Che gli ostoclasti sono gli agenti specifici delia distruzione del tessuto

o s s e o .

2 0 Che essi distruggono tale tessuto allontanandosi dal centre della cavit~ ossea, che procedono ad (~ondate~) e che attaccano la supefficie delle lamelle che sono rivolte verso il centre della cavith.

3 0 Chela lore azione si esercita anche a distanza molto probabflmente perch~ agiseono sul tessuto osseo per mezzo di un enzima osteo]itieo.

4 0 Che gli osteoclasti risultano costituiti fondamentalmente da ele- menti stromali del midollo eui si aggregano, in determinate condizioni, altri elementi midollari o gli elementi del tessuto in demolizione.

5 0 Che le celluIe aggregate prendono parte probabilmente a]la funzione osteoclastica.

60 Che i lore rapporti con i vasi sono casuali. 70 Che i condroelasti non differiscono essenzialmente dagIi osteoclasti

ed hanr/o probabilmente la medesima origine.

Riassunto. L'A., servendosi di sezioni di mandibole e di sezioni di ossa lunghe in

accrescimento di uomo e di altri vertebrati (tope, coniglio, seps, etc.),

422 Giovanni Bruno:

ha studiato la distribuzione, la costituzione e la funzione degli osteoclasti e dei condroclasti pervenendo alla conclusione che questi elementi istologici sono g]i agenti specifici della distruzione del tessuto osseo e del tessuto cartilagineo rispettivamente; che essi esplicano la loro funzione allontanan- dosi progressivamente dal centro della cavits che ingrandiscono e che attaccano le trabecole ossee su quella faccia che ~ priva di osteoblasti e ehe guarda la eavit~ stessa, che essi procedono per ondate concentriche disponendosi sulle trabecole destinate alla demolizione.

Ha rilevato inoltre che gli osteoclasti esercitano la loro azione osteo- litica molto probabilmente per mezzo di un enzima che si diffonde sulla superficie della lamelle ossee e ehe agisce perci6 a distanza da essi. Che talvolta gli osteoelasti contengono granuli e frammenti del tessuto in via di demolizione.

�9 [tiguardo alla origine ed alla costituzione ritiene che essi risultino di elementi appartenenti allo stroma midollare, di elementi differenziati contenuti nel midollo stesso e di elementi provenienti dal tessuto demolito. Ha rflevato infine che essi sono spesso in intimo rapporto con vasi ca- pillari, ma che tali rapporti non sono costanti e che, quando esistono, li lasciano indipendenti dalle cellule endoteliali.

Zusammenfassung. An Schnitten vom Unterkiefer und von langen wachsenden Knochen

yon Menschen und yon anderen Wirbeltieren (Maus, Kaninchen, Seps usw.) hat der Verfasser die Verteilung, die Besehaffenheit und die Wirk- samkeit der ,,Osteoklasten" und ,,Chondroklasten" untersucht, u n d e r ist zu der SchluBfolgerung gekommen, daB diese histologischen Elemente die spezifischen Agenten der ZerstSrung des Knochen- und des Knorpel- gewebes darstellen; daB sie ihre Wirksamkeit dadurch entfalten, indem sie sich naeh und nach vom Mittelpunkt der KnochenhShlen entfernen, die sie vergrSBern; dab sie die Knochenbalken auf jener Seite angreifen, die der ,,Osteoblasten" ermangelt und die auf die HShle selbst schaut; dab sie endlich in konzentrischen Schlagwellen vorgehen und sich auf den Balken anordnen, die zur Zerst6rung best immt sind.

Der Verfasser hat auBerdem hervorgehoben, dab die ,,Osteoklasten" ihre zerstSrende Wirkung hSehstwahrscheinlich durch ein Enzym ent- falten, das sich auf der Oberfl~che der Knochenbl~ttchen ausbreitet und das deshalb ganz entfernt von ihnen wirkt. Die ,,Osteoklasten" sollen manchmal KSrner und Bruchstiicke des untergehenden Gewebes enthalten.

Hinsichtlich ihres Ursprunges und ihrer Besehaffenheit, so glaubt der Verfasser, die ,,Osteoklasten" seien aus Bestandteilen des Knochen- markstromas zusammengesetzt, d. h. aus differenzierten im selben Kno- chenmark enthaltenen Elementen und aus anderen Elementen, die dem zerst6rten Gewebe entstammen.

Sulla origine, sulla funzione e sulla eostituzione degli osteoclasti. 423

D e r V e r f a s s e r h a t s ch l i e~ l i ch d a r a u f h i n g e w i e s e n , d a b sie in e n g e r

B e z i e h u n g m i t C a p i l l a r e n s t e h e n ; so lche B e z i e h u n g e n s i n d a b e r n u r vo r -

i i b e r g e h e n d , u n d i m F a l l e d a b sie b e s t e h e n , so s i n d d ie e n d o t h e l i a l e n

Ze l l en d a r a n u n b e t e i l i g t .

I n d i c a z i o n i b ib l iog ra f i che .

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