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I Re MagiStella cometa Giuseppe L’oste Gli angeli Il fabbro I pastori Maria Gesù
tre compagni di scuola la famigliagiovane papàmanager/direttorevolontario del 118l’ educatore anziana signora giovane ragazza
I Re Magi tre compagni di scuola Stella cometa la famigliaGiuseppe giovane papàL’oste manager/direttoreGli angeli volontario del 118Il fabbro l’ educatore I pastori anziana signora Maria giovane ragazza Gesù
Personaggi e interpretiPersonaggi e interpreti
Dal 16 Dicembre, in tutte le Parrocchieper info e prenotazioni: [email protected]
l'Azione Cattolica dei Ragazzi della Diocesi di Saluzzo
presenta:
Presepio di laici in cerca d’autore...Novena di Natale per ragazzi da 6 a 14 anni
l'Azione Cattolica dei Ragazzi della Diocesi di Saluzzo
presenta:
Presepio di laici in cerca d’autore...Novena di Natale per ragazzi da 6 a 14 anni
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équipe ACR Saluzzo
Presepio di laici in cerca d’autorePresepio di laici in cerca d’autorePresepio di laici in cerca d’autorePresepio di laici in cerca d’autore… Il presepio del III millennio
Quest’ anno, attraverso la Novena, vorremmo aiutare i ragazzi a riscoprire la Novità del Natale:
Gesù viene OGGI per NOI, uomini e donne del 2012.
Un breve racconto accompagnerà ogni giorno della Novena. Tutto inizia il 16 dicembre, quando
don Giuseppe, parroco di un piccolo paesino, inizia a cercare i personaggi per il Presepe vivente
del 24 notte. Ma chi chiamare? Lasciandosi guidare dal Vangelo del giorno e osservando i suoi
compaesani, troverà dei degni attori che impersoneranno Maria e Giuseppe, la stella cometa, i re
magi, l’ oste, il fabbro, gli angeli, i pastori e ovviamente Gesù!
All’ interno del sussidio, troverete per ogni giorno:
- una parte di racconto
- una breve descrizione del personaggio nel Presepio Classico;
- una breve descrizione del personaggio che potrebbe vivere ai giorni nostri;
- il riferimento Biblico, che ha ispirato la scelta dei personaggi;
- un atteggiamento/impegno che i ragazzi, e la comunità intera, sono invitati a ricercare
Per i ragazzi, invece, è stato pensato un foglio con l’ immagine di un palco e le sagome dei
personaggi da conservare a casa propria, con annesso lo schema degli impegni. Ogni qualvolta
parteciperanno alla novena riceveranno l’ adesivo da incollare sopra il foglio personale.
Nella speranza che questa proposta possa esservi utile,
auguriamo, a ciascuna parrocchia della diocesi, un SANTO NATALE!!!
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équipe ACR Saluzzo
Racconto di accompagnamento alla Racconto di accompagnamento alla Racconto di accompagnamento alla Racconto di accompagnamento alla NNNNovenaovenaovenaovena
(16 dicembre) “Quest’anno niente presepe vivente con gli antichi mestieri! Non ci sono i soldi”.
Questo aveva detto il presidente della Pro loco. Don Giuseppe però non voleva rassegnarsi:
d’accordo, la crisi ma, oltre alla Messa di Mezzanotte, sarebbe stato bello “mettere in scena” per i
bambini e per le loro famiglie la venuta di Gesù nel mondo. Ne parlò ai suoi educatori e decisero di
improvvisare un “casting” (gli avevano detto che si diceva così, lui era abituato a dire provino) per
cercare qualcuno che rappresentasse i personaggi dei Vangeli della Notte Santa. Quel pomeriggio
al catechismo il solito caos: gente che andava e veniva, genitori, catechisti, gruppo ACR… Mentre
stava riflettendo Yousef, un ragazzo egiziano, gli tirò la giacca per chiedergli un pallone:
guardandolo, don Giuseppe penso al suo paese lontano e fu “illuminato”: Yousef, Carlos e Michael,
oggi qui in oratorio come a scuola, tutti i giorni non rappresentano le culture che si incontrano,
come era avvenuto 2000 anni fa in Palestina come lo erano le folle, i pubblicani, i soldati che si
avvicinavano a Giovanni Battista? Don chiamò i tre ragazzi e li invitò per la veglia, insomma per
quello strano presepe avrebbero impersonato i magi, ricchi e nobili, venuti da lontano a conoscere
Gesù bambino.
(17 dicembre) La domenica, dopo la messa, davanti alla chiesa ragazzi che si rincorrevano, papà e
mamme con i piccoli in braccio o cullati nei passeggini. Don Giuseppe e Marco, un animatore,
parlavano dell’attività del presepe godendosi il tepore del sole: quel bel quadro fece dire a Marco:
“che bello Don! Queste famiglie qui mi fanno pensare che la famiglia è un po’ come la “stella
cometa” che sa indirizzarti e guidarti come ha guidato i re magi!”. Don Giuseppe sorrise e senza
nessun indugio, andò verso la famiglia di Antonio e spiegò al papà, alla mamma, alla sorella più
grande e al nonno che loro (a turno) avrebbero fatto la stella cometa nello “strano presepe” che
stava venendo alla luce e ricordò, pensando al Vangelo di Matteo, che annuncia la nascita di Gesù,
alla genealogia; la famiglia, le “radici” e soprattutto i frutti! Si quella famiglia avrebbe
rappresentato, a nome di tutte le famiglie, la Cometa.
(18 dicembre) Come quasi ogni mattina, il campanello della canonica non smetteva di suonare:
persone per l’intenzione della messa, volontari per la pulizia della chiesa e tanti poveri che
bussavano chiedendo qualcosa; pane, pasta, un po’ di denaro per tirare avanti. Tra uno squillo e
l’altro, don Giuseppe, vide dalla finestra Giorgio, un giovane papà di due bambini, da qualche
tempo in cassa integrazione, che, discretamente frugava nella spazzatura. Don Giuseppe uscì
facendo finta di passare per caso e gli chiese: “Giorgio, come stai? E il lavoro?”. Senza vergognarsi
Giorgio disse che il lavoro mancava ma che lui si stava dando da fare e che non perdeva la
speranza: girava per aziende e continuava a cercare e a pregare. Don Giuseppe fu colpito dalle sue
parole e gli disse: la tua fiducia, la tua speranza e la tua mitezza mi ricordano qualcuno… Stiamo
preparando la veglia di Natale e tu sarai uno splendido san Giuseppe! Ti aspettiamo!”.
(19 dicembre) Stefi, l’animatrice più giovane del gruppo arrivò in ritardo quel pomeriggio. Quando
entrò si vedeva che era arrabbiata. Senza che nessuno le chiedesse nulla disse: “Si lo so! Sono in
ritardo! Ma non è colpa mia! Un… quel signore che abita vicino alla parrocchia, quel manager di
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non so quale ditta, mi ha tagliato la strada con la macchina!... Sono caduta dalla bici ma non mi
sono fatta niente! Lui parlava al cellulare mentre guidava… subito non è neanche sceso, poi si è
degnato, dopo aver finito la telefonata e mi ha chiesto come stavo. Sapete ha fretta e non si
accorge di tante cose, mi ha detto!”. Don Giuseppe stava scorrendo i vangeli del Natale e per
associazione di idee disse. “un po’ come gli osti che non avevano posto o tempo per la famiglia di
Gesù… ma guardate che ad essere frettolosi e poco attenti non sono solo quelli che ci sono distanti.
Tante volte non ci prestano attenzione o non credono in noi, anche i nostri amici; così è successo
anche a Zaccaria che non si è fidato di Dio finché non è stato messo alla prova. Ha dovuto
diventare muto per imparare a fermarsi e capire! Stefi non ti preoccupare, conosco quel signore,
per pagare il suo “debito” gli chiederò di fare un personaggio del presepe…”. Alla sera, tardi, don
Giuseppe suonò il campanello della casa del manager e gli chiese di interpretare l’oste alla veglia.
Incredibilmente, accettò.
(20 dicembre) Il suono della sirena dell’ambulanza aveva spaventato tutti. Come succedeva spesso,
davanti al comune c’era quell’incrocio dove tutti andavano di fretta e così il solito incidente. Marco
stava ancora raccontando che aveva visto tutto e che aveva subito chiamato il 118, quando
l’ambulanza ripartì, a sirene spent; per fortuna nessun ferito stavolta. Guardandola partire
Martina, una ragazzina dell’oratorio disse: “conosco il ragazzo che guida l’ambulanza, lavora nel
bar vicino a casa mia e tante volte, di notte, fa il volontario: è proprio un angelo!”. Don Giuseppe,
che era accorso nel luogo dell’incidente, stava pensando all’arcangelo Gabriele che porta
l’annuncio a Maria e agli angeli che nella Notte santa annunciano la nascita di Gesù,
domandandosi chi poteva interpretare quelle figure, non ebbe dubbi: aveva trovato. E anche il
giovane volontario del 118, che si chiamava Sergio, fu “arruolato” per quello strano presepe…
(21 dicembre) Giorgia aveva una grande pazienza… nelle riunioni del gruppo quanti ritardi, quante
chiacchiere e risate! Tutto bello sì! Ma quante perdite di tempo! A qualcuno ogni tanto scappava la
pazienza o non sapeva come preparare l’incontro del gruppo ACR. Giorgia era la più grande e si era
formata con il parroco che era stato qui prima di don Giuseppe. Lei non urlava mai ma sapeva
catturare l’attenzione con pazienza e riportare “sulla giusta strada” anche i più indisciplinati. “Che
pazienza che hai!” le dicevano “e quanta fiducia in tutti noi”: anche don Giuseppe la pensava così,
anche perché Giorgia era anche pronta a gioire per le cose belle che capitavano agli altri. Don
Giuseppe pensò alla felicità di Elisabetta per la visita di Maria e al suo affidarsi completo al
Signore. “Senti” le disse “ti chiedo una cosa un po’ strana… faresti il fabbro alla veglia?”. Giorgia
sorrise e disse sì. Aveva capito il perché: la sua pazienza e la sua disponibilità ricordavano a tutti ha
la pazienza e la costanza nel dare forma alla propria vita attraverso la preghiera sapendo che la
bontà di Dio è infinita e che essa aiuta a crescere te e chi ci viene affidato.
(22 dicembre) Da quando era rimasta vedova Agnesina si era sempre più isolata dal mondo.
Riceveva poche visite e usciva solo per dare da mangiare a tanti gatti e a gettare tante briciole di
pane ai passerotti. Aveva perso l’abitudine di parlare e solo l’intensità dell’azzurro dei suoi occhi
facevano intuire una persona profonda e buona. Veniva a messa alla domenica mattina presto, nel
solito banco, sempre isolata… Gli animatori stavano discutendo con il Don: chi rappresenterà i
pastori nel presepe? Si potevano chiamare i giocatori della squadra di calcio, che erano in tanti… o
forse, meglio, gli zampognari che erano venuti l’anno scorso per il presepe vivente… “No!” disse
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Stefi “i pastori potrebbero essere rappresentati da Agnesina! Che ne dici Don?”. Don Giuseppe
sorrise, aveva capito ciò che voleva suggerire Stefi. Come i pastori erano guardati con diffidenza da
tutti ma erano stati i primi ad incontrare ed accogliere Gesù bambino, così Agnesina, ultima tra gli
ultimi, avrebbe rappresentato i pastori nella Veglia di Natale.
(23 dicembre) “Un bel problema”… interpretare Maria nella Veglia. Tante ragazze e tante giovani
mamme avrebbero potuto farlo e farlo bene. Brave e disponibili verso la parrocchia, il catechismo,
volontarie in tante associazioni… eppure don Giuseppe non sapeva scegliere: che fare? Stava
ancora scorrendo le pagine del Vangelo di Luca che raccontano della visita di Maria ad Elisabetta,
quando suonò il telefono. “Pronto?”. Dall’altra parte dell’apparecchio la squillante e allegra voce di
Lorena: “Ciao Don come stai? Sai che ritorno il 23 dicembre! Qui è stato faticoso ma bellissimo: non
vedo l’ora di raccontarvi e di abbracciarvi!”. Lorena come non averci pensato prima! Quando in
parrocchia era venuto quel sacerdote a fare la proposta di un’esperienza di accoglienza e
missionarietà in Brasile per sei mesi, lei non lo aveva neppure lasciato finire; “Sì io ci sono!” ed era
partita dopo tre settimane; giusto il tempo dei permessi e per fare i bagagli. A don Giuseppe venne
in mente la frase del Vangelo “Subito Maria si alzò e andò in fretta nella regione montuosa, in una
città di Giuda”. Lorena aveva fatto come Maria, non aveva aspettato per visitare Elisabetta che
aveva bisogno di lei. Aveva così innalzato il suo Magnificat… Don Giuseppe disse a Lorena: “Torni il
23? Che bello! Senti devo chiederti una cosa: faresti Maria nella veglia di Natale?”. “Io?” disse
Lorena “Davvero? Se pensi che io sia la persona giusta: Ok! Ciao don ci vediamo presto”.
(24 dicembre) Don Giuseppe stava rileggendo con gli animatori l’elenco delle persone che avevano
trovato per la veglia. Marco stava compilando l’elenco delle cose che servivano: abiti e costumi,
scenografia, Luca stava provando con la chitarra gli accordi di un canto che voleva proporre con i
ragazzi dell’oratorio e Stefi stava riassumendo tra commenti e più di un sorriso a come si era
arrivati a comporre il “casting” di quell’originale presepio… All’improvviso don Giuseppe, che sino a
quel momento era stato allegro e felice, si bloccò e disse: “Abbiamo dimenticato il Bambino Gesù!
Chi cerchiamo adesso? E poi un bambino piccolo… avrà freddo, vorrà la mamma… che facciamo
ora?”. Gli rispose Betta, la più piccola del gruppo educatori, lei parlava poco ma disse nel silenzio
generale: “Gesù nel presepe c'è già e basta anche solo un disegno a rappresentarlo, perché Lui si
dona al mondo dal principio fino alla sua completa Rivelazione (Nascita, Morte e Risurrezione), ma
sta a noi decidere di rispondere (entrando in scena) accogliendo la Rivelazione nella nostra vita”.
Nessuno ebbe più parole ma ci fu spazio solo per la Parola. Don Giuseppe aprì il Vangelo di
Giovanni e lesse ad alta voce: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato
fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini”. Ora è davvero
Natale!
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Domenica 16 Dicembre S
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“Quest’anno niente presepe vivente con gli antichi mestieri! Non ci sono i soldi”. Questo
aveva detto il presidente della Pro loco. Don Giuseppe però non voleva rassegnarsi:
d’accordo, la crisi ma, oltre alla Messa di Mezzanotte, sarebbe stato bello “mettere in scena”
per i bambini e per le loro famiglie la venuta di Gesù nel mondo. Ne parlò ai suoi educatori e
decisero di improvvisare un “casting” (gli avevano detto che si diceva così, lui era abituato a
dire provino) per cercare qualcuno che rappresentasse i personaggi dei Vangeli della Notte
Santa. Quel pomeriggio al catechismo il solito caos: gente che andava e veniva, genitori,
catechisti, gruppo ACR… Mentre stava riflettendo Yousef, un ragazzo egiziano, gli tirò la
giacca per chiedergli un pallone: guardandolo, don Giuseppe penso al suo paese lontano e fu
“illuminato”: Yousef, Carlos e Michael, oggi qui in oratorio come a scuola, tutti i giorni non
rappresentano le culture che si incontrano, come era avvenuto 2000 anni fa in Palestina
come lo erano le folle, i pubblicani, i soldati che si avvicinavano a Giovanni Battista? Don
chiamò i tre ragazzi e li invitò per la veglia, insomma per quello strano presepe avrebbero
impersonato i magi, ricchi e nobili, venuti da lontano a conoscere Gesù bambino.
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I RE MAGI Questi nobili pellegrini sono simbolo dell'incontro tra Oriente ed Occidente e rappresentanti
delle etnie in cui si divide l'umanità .
Erano considerati dei saggi.
Seguendo la luce trovarono il Salvatore e gli offrirono oro, che è il metallo più prezioso
simbolo di regalità, incenso, che è un profumo che si brucia in onore di Dio quindi simbolo di
divinità, e mirra, un balsamo che serviva per imbalsamare i morti, come simbolo della
passione di Cristo che darà la sua vita per l'umanità.
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TRE COMPAGNI DI SCUOLA DI DIVERSE NAZIONALITÀ Tre persone di culture diverse si incontrano in un ambiente quotidiano (come può essere la
scuola) per condividere l’ incontro con Gesù.
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Luca 3,10-18
Ci sono 3 realtà diverse:
- le folle;
- i pubblicani;
- i soldati.
Tutte figure “fuori”, poste ai margini della società.
Giovanni Battista chiede loro di comportarsi correttamente e onestamente; essi
rappresentano realtà apparentemente lontane e marginali così come spesso appaiono per
noi i magi.
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Prepara un bigliettino con una frase simpatica e di amicizia da regalare a un tuo amico che
viene da un paese diverso.
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équipe ACR Saluzzo
Lunedi’17 dicembre S
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La domenica, dopo la messa, davanti alla chiesa ragazzi che si rincorrevano, papà e mamme
con i piccoli in braccio o cullati nei passeggini. Don Giuseppe e Marco, un animatore,
parlavano dell’attività del presepe godendosi il tepore del sole: quel bel quadro fece dire a
Marco: “che bello Don! Queste famiglie qui mi fanno pensare che la famiglia è un po’ come la
“stella cometa” che sa indirizzarti e guidarti come ha guidato i re magi!”. Don Giuseppe
sorrise e senza nessun indugio, andò verso la famiglia di Antonio e spiegò al papà, alla
mamma, alla sorella più grande e al nonno che loro (a turno) avrebbero fatto la stella
cometa nello “strano presepe” che stava venendo alla luce e ricordò, pensando al Vangelo di
Matteo, che annuncia la nascita di Gesù, alla genealogia; la famiglia, le “radici” e soprattutto
i frutti! Si quella famiglia avrebbe rappresentato, a nome di tutte le famiglie, la Cometa.
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STELLA COMETA Oggi tutti noi pensiamo che la stella cometa sia stata un vero e proprio corpo celeste che
abbia condotto i re magi alla grotta di Betlemme ed è quello che pensarono anche gli
studiosi biblici; essi sostenevano però che fu una forza celeste e divina a darle quella forma
per far comprendere ai re magi la strada da seguire; infatti seguendo questa stella, pur non
conoscendo la strada, essi arrivarono alla mangiatoia dove giaceva il bambino Gesù.
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LA FAMIGLIA Una mamma, un papà, una nonna, un fratello sono una guida, un punto di riferimento, un
porto sicuro dove ti puoi abbandonare e fidare.
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Matteo 1,1-17 Genealogia di Gesù Cristo La tua discendenza e le tue radici sono importanti. Siine consapevole e riconosci in loro la
stella che ti guida.
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Osserva chi ti è guida in famiglia e scrivi tre motivi per cui lo puoi ringraziare. Prepara un bel
biglietto con i tre “GRAZIE PER…” e faglielo trovare sul piatto stasera a cena.
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équipe ACR Saluzzo
Martedi’ 18 dicembre S
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Come quasi ogni mattina, il campanello della canonica non smetteva di suonare: persone per
l’intenzione della messa, volontari per la pulizia della chiesa e tanti poveri che bussavano
chiedendo qualcosa; pane, pasta, un po’ di denaro per tirare avanti. Tra uno squillo e l’altro,
don Giuseppe, vide dalla finestra Giorgio, un giovane papà di due bambini, da qualche tempo
in cassa integrazione, che, discretamente frugava nella spazzatura. Don Giuseppe uscì
facendo finta di passare per caso e gli chiese: “Giorgio, come stai? E il lavoro?”. Senza
vergognarsi Giorgio disse che il lavoro mancava ma che lui si stava dando da fare e che non
perdeva la speranza: girava per aziende e continuava a cercare e a pregare. Don Giuseppe fu
colpito dalle sue parole e gli disse: la tua fiducia, la tua speranza e la tua mitezza mi
ricordano qualcuno… Stiamo preparando la veglia di Natale e tu sarai uno splendido san
Giuseppe! Ti aspettiamo!”.
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GIUSEPPE Era un giovane uomo, discendente diretto di re Davide. Esercitava la professione di
falegname nella piccola bottega di famiglia. Un angelo spiegò a Giuseppe che Maria sarebbe
diventata la madre di Gesù, il Redentore; a lui sarebbe stato affidato il compito di fargli da
padre. Giuseppe accoglie l’ invito con fiducia e speranza.
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GIOVANE PAPA’ CHE HA PERSO IL LAVORO Rappresenta un uomo che nonostante si trovi di fronte all’ incertezza non si da per vinto,
continua nella ricerca, si affida a Dio.
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Matteo 1, 18-24 L’ angelo annuncia a Giuseppe di prendere Maria come sposa e di non temere perché ciò che
viene da lei è opera di Dio. Di fronte a ciò Giuseppe abbandona i suoi timori e le incertezze
affidandosi al Signore.
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Prova a imprestare un oggetto a cui tieni particolarmente ad un compagno fidandoti di lui.
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équipe ACR Saluzzo
Mercoledi’ 19 dicembre S
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Stefi, l’animatrice più giovane del gruppo arrivò in ritardo quel pomeriggio. Quando entrò si
vedeva che era arrabbiata. Senza che nessuno le chiedesse nulla disse: “Si lo so! Sono in
ritardo! Ma non è colpa mia! Un… quel signore che abita vicino alla parrocchia, quel
manager di non so quale ditta, mi ha tagliato la strada con la macchina!... Sono caduta dalla
bici ma non mi sono fatta niente! Lui parlava al cellulare mentre guidava… subito non è
neanche sceso, poi si è degnato, dopo aver finito la telefonata e mi ha chiesto come stavo.
Sapete ha fretta e non si accorge di tante cose, mi ha detto!”. Don Giuseppe stava scorrendo i
vangeli del Natale e per associazione di idee disse. “un po’ come gli osti che non avevano
posto o tempo per la famiglia di Gesù… ma guardate che ad essere frettolosi e poco attenti
non sono solo quelli che ci sono distanti. Tante volte non ci prestano attenzione o non
credono in noi, anche i nostri amici; così è successo anche a Zaccaria che non si è fidato di Dio
finché non è stato messo alla prova. Ha dovuto diventare muto per imparare a fermarsi e
capire! Stefi non ti preoccupare, conosco quel signore, per pagare il suo “debito” gli chiederò
di fare un personaggio del presepe…”. Alla sera, tardi, don Giuseppe suonò il campanello
della casa del manager e gli chiese di interpretare l’oste alla veglia. Incredibilmente, accettò.
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OSTE Nel presepe, l’Oste attira la gente nell’osteria e lì, tra l’ebbrezza del vino e del cibo, obnubila
la coscienza e impedisce agli uomini di accorgersi che poco più lontano il Figlio di Dio sta
venendo alla luce, dando vita al mistero più grande di tutti i tempi.
Ma l’osteria assomma anche altro significato, decisamente più spirituale, e perciò spesso è
posta in prossimità della grotta. Ci riporta al viaggio ed alle sue difficoltà, al posto di ristoro
per uomini e bestie, alle varie tappe, sempre faticose da percorrere per poter raggiungere la
meta riservata agli uomini.
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MANAGER/DIRETTORE… Questo personaggio appare meschino e cinico; in realtà essendo sempre di corsa e
impegnato nell’ azienda semplicemente non si è reso conto che Gesù è passato.
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Luca 1,5-25 Zaccaria è una persona giusta ma non si fida, non è attento, non è pronto, molto vigile ai
particolari, perde l’ annuncio principale.
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Non perdere di vista l’ essenziale. Oggi, nel gioco, ricordati che è importante vincere ma è
anche molto importante far partecipare e accorgersi di coloro che di solito sono scartati.
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équipe ACR Saluzzo
Giovedi’ 20 dicembre S
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Il suono della sirena dell’ambulanza aveva spaventato tutti. Come succedeva spesso, davanti
al comune c’era quell’incrocio dove tutti andavano di fretta e così il solito incidente. Marco
stava ancora raccontando che aveva visto tutto e che aveva subito chiamato il 118, quando
l’ambulanza ripartì, a sirene spent; per fortuna nessun ferito stavolta. Guardandola partire
Martina, una ragazzina dell’oratorio disse: “conosco il ragazzo che guida l’ambulanza, lavora
nel bar vicino a casa mia e tante volte, di notte, fa il volontario: è proprio un angelo!”. Don
Giuseppe, che era accorso nel luogo dell’incidente, stava pensando all’arcangelo Gabriele che
porta l’annuncio a Maria e agli angeli che nella Notte santa annunciano la nascita di Gesù,
domandandosi chi poteva interpretare quelle figure, non ebbe dubbi: aveva trovato. E anche
il giovane volontario del 118, che si chiamava Sergio, fu “arruolato” per quello strano
presepe…
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e GLI ANGELI
Nel presepe sono presenti vari tipi di angeli.
Gli angeli inginocchiati in preghiera sono detti angeli adoranti.
Gli angeli che rivelano la nascita di Gesù ai pastori sono definiti angeli annuncianti.
Degli angeli che fanno corona alla grotta di Gesù Bambino, quello centrale, recante il
cartiglio su cui si legge «Gloria in excelsis Deo», è detto la gloria del Padre, quello alla sua
destra, con l'incensiere tra le mani, viene denominato la gloria del Figlio; infine, l'angelo
detto la gloria dello Spirito Santo è raffigurato in atto di suonare una tromba, e simboleggia il
soffio divino della terza Persona della Santissima Trinità.
Tra questi anche l’ arcangelo Gabriele che annuncia a Maria l’ incarnazione in lei di Gesù.
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VOLONTARIO DEL 118
Perché nei momenti più difficili è colui che porta il soccorso, l’ aiuto, un messaggio di
speranza.
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Luca 1, 26-38 Annuncio della nascita di Gesù
L’ angelo conforta Maria e porta un messaggio di speranza.
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Aiuta un tuo compagno che è in difficoltà con un compito/esercizio..
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équipe ACR Saluzzo
Venerdi’ 21 dicembre S
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Giorgia aveva una grande pazienza… nelle riunioni del gruppo quanti ritardi, quante
chiacchiere e risate! Tutto bello sì! Ma quante perdite di tempo! A qualcuno ogni tanto
scappava la pazienza o non sapeva come preparare l’incontro del gruppo ACR. Giorgia era la
più grande e si era formata con il parroco che era stato qui prima di don Giuseppe. Lei non
urlava mai ma sapeva catturare l’attenzione con pazienza e riportare “sulla giusta strada”
anche i più indisciplinati. “Che pazienza che hai!” le dicevano “e quanta fiducia in tutti noi”:
anche don Giuseppe la pensava così, anche perché Giorgia era anche pronta a gioire per le
cose belle che capitavano agli altri. Don Giuseppe pensò alla felicità di Elisabetta per la visita
di Maria e al suo affidarsi completo al Signore. “Senti” le disse “ti chiedo una cosa un po’
strana… faresti il fabbro alla veglia?”. Giorgia sorrise e disse sì. Aveva capito il perché: la sua
pazienza e la sua disponibilità ricordavano a tutti ha la pazienza e la costanza nel dare forma
alla propria vita attraverso la preghiera sapendo che la bontà di Dio è infinita e che essa
aiuta a crescere te e chi ci viene affidato.
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e IL FABBRO
Il suo lavoro consiste nel realizzare oggetti di metallo. Egli forgia con pazienza e perseveranza
ogni sua creazione. Attende con calma che il ferro diventi rovente per poterlo lavorare al
meglio e non si scoraggia se i primi risultati non sono soddisfacenti.
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L’ EDUCATORE
(un animatore, un genitore, un nonno, un insegnante, un catechista, etc)
E’ una persona che ha la pazienza e la costanza di seminare e aspettare che la pianta cresca
e porti frutto.
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Luca 1, 39-45 Elisabetta pur avendo inutilmente atteso per anni la gioia di un figlio, non ha perso la
speranza nella preghiera, accoglie con gioia Maria e sarà la madre del grande profeta,
Giovanni il Battista. Nulla è impossibile a Dio.
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Forgia, cioè dai forma alla tua vita attraverso la preghiera sapendo che la bontà di Dio è
infinita e aiuta a crescere te e chi ti è affidato. Per tutto il tempo di Natale, almeno fino all’
Epifania, scegli un momento della giornata per parlare con Gesù. Rinnova ogni settimana
questo impegno, accendendo una candela in chiesa.
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équipe ACR Saluzzo
Sabato 22 dicembre S
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Da quando era rimasta vedova Agnesina si era sempre più isolata dal mondo. Riceveva poche
visite e usciva solo per dare da mangiare a tanti gatti e a gettare tante briciole di pane ai
passerotti. Aveva perso l’abitudine di parlare e solo l’intensità dell’azzurro dei suoi occhi
facevano intuire una persona profonda e buona. Veniva a messa alla domenica mattina
presto, nel solito banco, sempre isolata… Gli animatori stavano discutendo con il Don: chi
rappresenterà i pastori nel presepe? Si potevano chiamare i giocatori della squadra di calcio,
che erano in tanti… o forse, meglio, gli zampognari che erano venuti l’anno scorso per il
presepe vivente… “No!” disse Stefi “i pastori potrebbero essere rappresentati da Agnesina!
Che ne dici Don?”. Don Giuseppe sorrise, aveva capito ciò che voleva suggerire Stefi. Come i
pastori erano guardati con diffidenza da tutti ma erano stati i primi ad incontrare ed
accogliere Gesù bambino, così Agnesina, ultima tra gli ultimi, avrebbe rappresentato i pastori
nella Veglia di Natale.
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e I PASTORI
Costituiscono la classe sociale più povera e sono i primi personaggi ad adorare il Bambino.
Rappresentano un gruppo molto variegato e sono ritratti in diversi momenti della loro
giornata (conducono al pascolo le pecore, si ritrovano con la famiglia dopo il lavoro,
preparano doni da regalare a Gesù...).
Al tempo di Gesù i pastori erano guardati con diffidenza in quanto vivevano ai margini della
società, non erano i miti pastorelli della nostra tradizione, spesso avevano conti in sospeso
con la legge. Erano degli emarginati, eppure proprio per loro è stato l'annuncio, il primo
segno che Gesù non è venuto al mondo per i "sani" ma per i "malati".
Il loro accogliere l'invito dell'angelo e andare ad adorare Gesù è l'inizio di un cammino di
conversione.
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ANZIANA SIGNORA che dà da mangiare ai piccioni, considerata un po’ strana da tutti e quindi emarginata (come
erano i pastori).
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Luca 1, 46-55 Magnificat Ha disperso i superbi e ha innalzato gli umili. I pastori, infatti, rappresentano gli umili del
Magnificat coloro per i quali Gesù è venuto realmente.
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I pastori incuriositi sono andati a vedere e poi hanno raccontato quello che hanno vissuto.
Anche tu fai il curioso: chiedi a 3 persone chi è per loro Gesù. Scrivilo su un foglietto e
regalalo ad un amico.
pag. 13
équipe ACR Saluzzo
Domenica 23 dicembre S
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“Un bel problema”… interpretare Maria nella Veglia. Tante ragazze e tante giovani mamme
avrebbero potuto farlo e farlo bene. Brave e disponibili verso la parrocchia, il catechismo,
volontarie in tante associazioni… eppure don Giuseppe non sapeva scegliere: che fare? Stava
ancora scorrendo le pagine del Vangelo di Luca che raccontano della visita di Maria ad
Elisabetta, quando suonò il telefono. “Pronto?”. Dall’altra parte dell’apparecchio la squillante
e allegra voce di Lorena: “Ciao Don come stai? Sai che ritorno il 23 dicembre! Qui è stato
faticoso ma bellissimo: non vedo l’ora di raccontarvi e di abbracciarvi!”. Lorena come non
averci pensato prima! Quando in parrocchia era venuto quel sacerdote a fare la proposta di
un’esperienza di accoglienza e missionarietà in Brasile per sei mesi, lei non lo aveva neppure
lasciato finire; “Sì io ci sono!” ed era partita dopo tre settimane; giusto il tempo dei permessi
e per fare i bagagli. A don Giuseppe venne in mente la frase del Vangelo “Subito Maria si alzò
e andò in fretta nella regione montuosa, in una città di Giuda”. Lorena aveva fatto come
Maria, non aveva aspettato per visitare Elisabetta che aveva bisogno di lei. Aveva così
innalzato il suo Magnificat… Don Giuseppe disse a Lorena: “Torni il 23? Che bello! Senti devo
chiederti una cosa: faresti Maria nella veglia di Natale?”. “Io?” disse Lorena “Davvero? Se
pensi che io sia la persona giusta: Ok! Ciao don ci vediamo presto”.
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MARIA Maria ha solo un breve momento di esitazione ma poi si butta a capofitto in questa nuova
avventura di cui non conosce nulla, dice “Eccomi!”.
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GIOVANE RAGAZZA CHE ACCOGLIE SUBITO LA PROPOSTA DI PARTIRE PER 6 MESI IN TERRA DI MISSIONE. Di fronte alle necessità manifestate da una missione in difficoltà, offre subito il suo “sì!”.
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Luca 1,39-45 Maria si alzò in fretta. Dopo l’ annuncio dell’ angelo Maria si alza in fretta e lasciate le
comodità della casa affrontò un viaggio difficile per andare ad incontrare la cugina e portarle
il suo conforto e aiuto. Ricevette da Elisabetta la gioia della benedizione che viene riportata
nelle parole dell’ Ave Maria.
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Accetta subito, senza farti supplicare, una richiesta che ti verrà fatta in giornata da chiunque
incontrerai (amico, insegnante, genitore)
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équipe ACR Saluzzo
Lunedi’ 24 dicembre S
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Don Giuseppe stava rileggendo con gli animatori l’elenco delle persone che avevano trovato
per la veglia. Marco stava compilando l’elenco delle cose che servivano: abiti e costumi,
scenografia, Luca stava provando con la chitarra gli accordi di un canto che voleva proporre
con i ragazzi dell’oratorio e Stefi stava riassumendo tra commenti e più di un sorriso a come
si era arrivati a comporre il “casting” di quell’originale presepio… All’improvviso don
Giuseppe, che sino a quel momento era stato allegro e felice, si bloccò e disse: “Abbiamo
dimenticato il Bambino Gesù! Chi cerchiamo adesso? E poi un bambino piccolo… avrà freddo,
vorrà la mamma… che facciamo ora?”. Gli rispose Betta, la più piccola del gruppo educatori,
lei parlava poco ma disse nel silenzio generale: “Gesù nel presepe c'è già e basta anche solo
un disegno a rappresentarlo, perché Lui si dona al mondo dal principio fino alla sua completa
Rivelazione (Nascita, Morte e Risurrezione), ma sta a noi decidere di rispondere (entrando in
scena) accogliendo la Rivelazione nella nostra vita”. Nessuno ebbe più parole ma ci fu spazio
solo per la Parola. Don Giuseppe aprì il Vangelo di Giovanni e lesse ad alta voce: “In principio
era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio. Tutto
è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui
era la vita e la vita era la luce degli uomini”. Ora è davvero Natale!
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GESÙ
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Sul cartoncino Gesù c'è già perchè Lui si dona al mondo dal principio (cfr.
Gv 1,1-5) fino alla sua completa Rivelazione (Nascita, Morte e
Risurrezione), ma sta all'uomo decidere di rispondere (entrando in
scena) accogliendo la Rivelazione nella propria vita.
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Giovanni 1,1-18
In principio era il verbo.
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Partecipa con gioia e attenzione alla Messa di Natale: ricordati è nato Gesù!