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SVEZZAMENTO DELLA VITELLA 2°parte
punti critici e tentativi di standardizzazione
Possibili gestioni dei vitelli
Allevamento a carne bianca:
Capannoni /stalle-strutture box abbastanza standardizzate,possibili differenze pavimentazione (legno,cemento)
Alimentazione standardizzata (miscelatore,caldaia efficienti e operatore esperto)
Cure assolutamente standardizzate e programmate probabilmente eccessive in certi casi.
Filiera bovino da carne :
Linea vacca vitello, al pascolo durante la buona stagione,è uno svezzamento naturale.
In stabulazione (normalmente animali esteri Fr,Ger,Pol,Irl Rom ecc.)
Sono animali dai 70 ai 90 kg e hanno schemi abbastanza standardizzati,operatore esperto, animali resistenti.
Allevamento vacca da latte
Strutture :
Non standardizzate, grande variabilità
(strutture nuove ,vecchie ,adatte, non adatte,localizzazioni idonee o non idonee)
Operatori molto differenti ( giovani,vecchi,titolari ,operai, stranieri, ecc)
Tempo dedicato spesso non è costante (ci sono da fare cose più importanti e periodi quali semine e raccolti dove il tempo non c’è)
Quindi rispetto ad altre realtà, altri tipi di allevamento ci troviamo di fronte a situazioni assai variabili e difficilmente gestibili in un unico modo.
Mortalità *dati attendibili ma non ufficiali
Conseguenze: Mortalità medie per anno nei i primi 30
giorni è del 12/15% Con casi di buona gestione 4/8% Casi di cattiva gestione >15/20% ALL’anagrafe più femmine che maschi dovuto soprattutto a due fattori Seme sessato meno cure e attenzioni per i maschi (poco remunerativi, talvolta solo costosi).
CAUSE MORTALITA’
Punto A) Strutture /Management Grande influenza legata struttura e all’ influenza stagionale (periodi freddi dic/gen/feb,e periodi più caldi giugno /luglio)
Differenze di management ( disinfezione animali,rifacimento lettiere e pulizia generale). Punto B) Gestione dell’alimento ,programmi di alimentazioni ,scelta
dell’alimento stesso (frequenti cambi di alimento e di modalità di somministrazione) .
Punto C) Aspetti sanitari: Le scelte e le cure sanitarie (sono più standardizzate perché
seguite ,se seguite dal veterinario aziendale)
Punto A)
Strutture/managament
Ricoveri …. come dovrebbero essere :
Igenici(spostabili,lavabili,tutto pieno tutto vuoto)
Meglio di acciaio,resine,plastica, il legno è meno asettico.
Individuali almeno per le prime 4-8 settimane(ottimo da un punto di vista sanitario)
°esterni dalla stalla(minor umidità, minor concentrazione di patogeni, minor presenza di gas tossici).
Box multipli 4-6 animali. In un luogo in grado di garantire un microclima adatto
°buona ventilazione
Lupa alimentatrice automatica , i vitelli sono dotati di microcip che permette loro la richiesta dell’alimento che viene somministrato seguendo tabelle computerizzate
Foto box
Disinfezione - Lavaggio ?
Lavati e disinfettati
Gestione dei box cosa possiamo(dobbiamo) pretendere
Rifacimento cucciette :(fattore indipendente dalla struttura)
Paglia sempre pulita Se gabbie rialzate con grigliato attenzione sopratutto in inverno
(correnti da sotto)quindi paglia ,in estate meno importante. Una volta usata lavaggio e disinfezione. Bene un vitello per gabbia (dipende dal n°)ma cercare di arrivare
ad un numero di gabbiette ottimale per l’allevamento che permetta almeno di avere il tempo di 1/2 giorni di vuoto tra un vitello ed un altro.
Meglio esterne che interne (minor umidità, minor concentrazione di patogeni, minor
presenza di gas tossici). °posizionati in modo da non avere correnti dirette °esposti a sud (esposizione al sole) spt in inverno °ombreggiate per le ore più calde spt in estate.
Microclima
Temperatura ottimale 15°-20°gradi
Minima 0°,–5°
Massima 25°-28°
Sono valori orientativi ,il vitello soffre meno le basse temperature (aumenta l’energia di mantenimento calano le performance produttive,ma se non giungono correnti il vitello resiste discretamente).
Troppo caldo ,troppo freddo = > +25% Eng di mantenimento
Umidità ottimale 65-70 %
Velocità aria non superiore a 0,6 metri-secondo.
Microclima cosa possiamo pretendere
Disposizione cuccette non dirette a possibili correnti d’aria
Disporre teli,balle di fieno pannelli atti a questo scopo.
In regioni fredde, e durante climi rigidi le lampade uv per i primi giorni aiutano notevolmente
Teli e ripari ombreggiati in estate.
Spiegare che ambienti chiusi ,bassi con poche aperture sono poco adatti (ristagno gas ammoniacali) e quindi tentare di cercare altre possibili soluzioni
Vitello al freddo
Caldo –sudore- Freddo
Pratica della “tosatura”
Nelle stagioni intermedie è importantissimo tosare il dorso dell’animale ,al fine di evitare sudore e successivo raffreddamento così da evitare la comparsa di sintomi respiratori.
Standardizzare questa pratica presso gli allevamenti permette di evitare molti interventi su patologie respiratorie di veloce insorgenza
A) SOMMINISTRAZIONE DEL COLOSTRO MATERNO
La somministrazione del colostro è una delle cose più importanti al fine di avere una buona immunizzazione del vitello e una buona riuscita nello svezzamento.
Molti problemi che possono sopraggiungere durante lo
svezzamento sono da far risalire a una gestione inadeguata della colostratura
Il contenuto del colostro contiene alcune immunoglobuline che
sono frutto di vaccinazioni fatte alle vacche sotto consiglio del veterinario
quindi è importante che sia proprio il veterinario che spieghi e aiuti l’allevatore su quale è il modo più proficuo per farle arrivare il più possibili intatte al vitello.
Punto B)
Gestione dell’alimento
James K.Drackley
University of Illinois Bologna ,Ozzano 6/12/2011
Colostrum Management
•Quickly
•Quantity
•Quality
•Cleanliness
Fighting the impact of early “manure meals”! (Dr. Sheila McGuirk, UWM)
Quickly-Velocità
Velocità nella mungitura del colostro Tempo intercorso tra il Parto -1°Mungitura
Velocità di somministrazione al
vitello Le immunoglobuline del colostro sono protette dalla degradazione
esercitata dagli enzimi proteolitici grazie a due fattori 1) la temporanea depressione della attività tripsinica del vitello 2) il fattore CTI (Colostral Trypsyn Inhibitor) presente nel
colostro stesso. Questo permette di avere il massimo passaggio di
immunoglobuline colostro-vitello
Dichiarazione di una azienda che
produce colostro Molkerei Meggle.De Bavaria
La nostra ditta tratta solo colostro che viene munto entro le prime 12 ore dopo la nascita del vitello.
Questo è molto importante in quanto dopo 12 ore il contenuti di immunoglobuline nel Colostro diminuisce notevolmente.
Trascorse solo 24 ore la composizione del Colostro è molto simile al latte normale.
Osservate la tabella sottostante:
Questo è il motivo per cui è così importante utilizzare solo il Colostro prodotto nelle prime 12 ore successive la nascita del vitello.
Noi attribuiamo molta importanza a ciò in modo da poter sempre avere un Colostro con alti livelli di immunoglobuline.
Considerazioni
Abbiamo in mente,sappiamo con certezza
Il momento di Mungitura del colostro nei nostri allevamenti?
Problematica classica
Il vitello nasce di notte : quando viene munta la madre ? e quindi quando viene somministrato il colostro? Che colostro sarà ? e che capacità assorbitiva avrà il vitello?
Queste considerazioni sono importanti al fine di cercare possibili rimedi e/o possibili integrazioni”alimentari-sanitarie”.
SOMMINISTRAZIONE DEL COLOSTRO
Quantità
Per garantire una efficace protezione del vitello nei confronti delle patologie neonatali, è
indispensabile fornire almeno 6-8 litri di colostro entro 24 ore dalla nascita;
- 1° somministrazione : 2 –2,5 litri entro 2-6 ore dalla nascita (addetto sala parto)
- 2° somministrazione : 2 –2,5 litri entro 6-8 ore dalla nascita
- 3° somministrazione : 2 –2,5 litri entro 10-12 ore dalla nascita
Gli olandesi :somministrano forzatamente “gavage”una quantità di 4 lt di colostro un ora dopo la nascita ,questo consente di avere a 48 ore un trasferimento più che ottimale di IgG (anche nelle grosse realtà statunitensi utilizzano la stessa tecnica)
Quantity-Quantità.
Quality-Qualità
CLASSIFICAZIONE DEL COLOSTRO
La classificazione del colostro si basa sulla % di IgG presenti
Colostro povero – 22mg/ml 30% chance di
sopravvivenza
Colostro medio 22/50 mg/ml
Colostro buono + 50 mg/ml 95% chance di
sopravvivenza
22 gradi brix = 50mg/ml
Se si verificano problemi (mortalità,morbilità,evidente stato di immunodeficenza)
Verificare “lo stato del colostro”
Verificare lo “stato del vitello”
Poi si può tentare la scelta delle madri donatrici.
le pluripare (preferibilmente) >8% primipare 5/6% attenzione alle vacche troppo performanti.
Razza : Frisona 6%, Bruna e Jersey 8-9%
Tempo parto-mungitura
Produttività (colostro più o meno diluito)
• che siano state correttamente vaccinate (n° volte, tempi e modi)
•Lunghezza del periodo di asciutta (+ lungo+IgG)
• che non siano o siano state malate in asciutta (zoppie, mastiti, para, ecc.)
• che non abbiano perso peso in asciutta
• che presentino un buon stato di nutrizione
Fattori la qualità del colostro e la scelta
delle donatrici
Raccolta - il colostro deve essere raccolto in prima mungitura dalle Vacche scelte al momento dello spostamento nel gruppo
pre- parto; Mungitura il più possibile “ravvicinata” al parto 1/2/3 ore. - quello che si ritiene adeguato va suddiviso in aliquote di 2
litri (in bottiglia di plastica)
Stoccaggio e Uso - congelato immediatamente dopo la raccolta riportando sul contenitore data raccolta e numero vacca donatrice
Un tempo il colostro era più buono
Interessante notare che le bovine di oggi
producono un colostro più diluito (perché grandi produttrici di latte “BLAP”)
E perche per almeno un terzo sono primipare (rimonta, carriera vacca molto corta)
In passato non era così
Vitelli e manze 2012
Riunione Nutristar
La realtà della gestione del colostro (SATA, 2005)
Documento di proprietà esclusiva di Nutristar s.r.l. É vietata la riproduzione, anche parziale, nonchè la distribuzione in qualsiasi forma o mezzo se non autorizzate.
Somministrazione colostro
Subito dopo la nascita 14%
Entro 6h 72%
Entro 24h 14%
Quantità di colostro
1 litro 24%
2 litri 64%
>2 litri 12%
Per quanto tempo
1 pasto 45%
2 pasti 16%
2 giorni 10%
> 2 giorni 29%
Uso del colostrometro
SI 4%
NO 96%
Banca del colostro
SI 22%
NO 78%
Vitelli e manze 2012
Riunione Nutristar
La realtà della gestione del colostro (UNIPR, 2011)
Documento di proprietà esclusiva di Nutristar s.r.l. É vietata la riproduzione, anche parziale, nonchè la distribuzione in qualsiasi forma o mezzo se non autorizzate.
Tentativo di Standardizzazione
Fissare con l’allevatore nell’ambito del possibile, tempistiche e quantità medie di colostro da somministrare
Spiegargli l’importanza del”tempo di mungitura”
(es : almeno 1,5/2 litri entro 1°/3° ora di vita e ripetere entro la 6°/10°ora).Comunque più gliene si dà meglio è
Per Vitelli nati di notte sarebbe interessante somministrare del colostro con più IgG
si può ricorrere al congelato (prelevato da ottima donatrice al momento migliore, in stalle misto razza si può indirizzare verso razze bruna,pezzata rossa,juersey che hanno colostro più concentrato)
si può pensare ad una integrazione con prodotti commerciali che garantiscano una % certa di IgG o di siero globuline.
In questo modo se dal punto di vista del vitello abbiamo minor permeabilità, almeno dal punto di vista del colostro abbiamo la massima qualità possibile.
Punto B)
Gestione dell’alimento
B) IL LATTE :
Latte di vacca Latte in polvere
Un uso errato dell’alimento (modo di
prepararlo,modo di somministrarlo,quantità inadeguate), se continuato può provocare diarree alimentari, che possono indebolire il vitello per poi portarlo più facilmente ad essere aggredito da patogeni.
Vitelli e manze 2012
Riunione Nutristar
IL LATTE: la realtà (UNIPR, 2011)
Documento di proprietà esclusiva di Nutristar s.r.l. É vietata la riproduzione, anche parziale, nonchè la distribuzione in qualsiasi forma o mezzo se non autorizzate.
Standardizzazione latte di vacca
Normalmente si tratta di latte primo latte,latte mastitico o di latte in sospensione per antibiotico.
Fattori di rischio :
Temperatura di somministrazione
Qualita del latte che cambia con il tempo (cambiano le mamme)
Conseguenze : difficoltà digestive e conseguenti feci molli e diarrea.
cosa possiamo suggerire
A) far scaldare il latte (difficile pratica) se non si ha il pastorizzatore
B) far diluire il latte con acqua calda 15/20% e arrivare alla giusta temperatura 39/40°(di facile uso e per
questo abbastanza praticata)
C) Consigliare prodotti specifici “acidificanti” che precagliando il latte favoriscono la digestione e rendono meno importante l’influsso della temperatura.(nuova pratica, in aumento d’uso)
Interessante notare che se usati a dosi elevate sono ottimi prodotti contro la replicazione batterica soprattutto gram-
È una pratica molto interessante che limiterebbe anche l’uso eccessivo di antibiotici.
Standardizzazione latti in polvere
Oggi standardizzare i modi d’uso dei diversi prodotti è diventato difficile , per due motivi :
Grande variabilità di formule e quindi di prodotti
Diversi modi di procedere nella somministrazioni dell’ alimento latte
(tradizionale 2 pasti , concetto di monopasto, monopasto precocissimo,somministazione automatica “lupa”)
Latte scremato in polvere Andamento prezzi di mercato
2012-2013
andamento SMP
1000
1500
2000
2500
3000
3500
1 7 13 19 25 31 37 43 49 55 61 67 73 79 85 91 97
settiamana
pre
zzo
Serie
1
L’aumento dei prezzi soprattutto del latte scremato in polvere ha favorito cambiamenti di formule e di prodotti .
Ai latti tradizionali 50%,60 % si sono aggiunti prodotti con meno concentrazione di latte, talvolta sono prodotti che si comportano quasi come dei veri e propri senza latte.
Sono prodotti assolutamente affidabili ed efficaci ma che necessitano conoscenze per poterli sfruttare al meglio.
ALIMENTAZIONE CON LATTE
Latti succedanei Con latte scremato in polvere “ latte tradizionale”(60-50-30%)
-Sono alimenti “spray”, istantanei solubili in acqua calda( 45-50°C), un tenore
energetico medio, costituito da grassi vegetali ad alta digeribilità.
Contengono caseina cagliano in abomaso digestione lenta
assunzione dell’alimento solido tardiva( non prima di 15-20 giorni).
Sono adatti a svezzamenti tradizionali ( 90-120 giorni).
* Caseina = >>> effetto plastico
Nuova classificazione
ALIMENTAZIONE CON LATTE Latti succedanei Senza latte scremato in polvere - Sono latti ad altissima digeribilità, contengono materie lattiero- casearie raffinate ( wpc, sieri di latte, ecc.) e proteine di
concentrati vegetali (soia,patata,pisello glutini ecc). Garantiscono performance del tutto simili, e in molti casi superiori, ai latti tradizionali. - Non contengono caseina digestione e svuotamento rapido dell’abomaso precoce assunzione di alimento solido precoce stimolazione e attivazione ruminale. senza caseina= <<< effetto plastico. ACIDI ? Sono prodotti che hanno un ph di 5,8/5,7 tra le diverse
marchi non esistono differenze significative -
Latti succedanei
Con latte scremato in polvere a concentrazioni basse<30 %
(nel cartellino il latte non è la prima voce)
Sono latti interessanti perché uniscono le caratteristiche
dei senza latte alla presenza di caseina .
Come comportamento sono più dei senza latte la cagliata avviene in maniera parziale o manca del tutto
Permettono concentrazioni elevate concentrazioni
Nuove procedure di
somministrazione Procedure tradizionali :
Prodotti con il latte :canonici 100gr/lt (100 +900)
2 pasti, mattino e sera
Litraggio max 3/3,5 litri per pasto
Prodotti senza latte :125/150 gr/lt (+875/850)
2 pasti mattino e sera
Litraggio max 3/3,5 litri per pasto
Concetto di monopasto :doppia concentrazione 200/250gr/lt
Somministrare tutta la razione giornaliera in unico momento preferibilmente al mattino
monopasto
Finalità: il monopasto è una pratica usata al fine di far aumentare l’ingestione del vitello verso la sost.secca (mangimi,e/o fieno) al fine di stimolare precocemente il rumine
(facilitata dalla ingestione di max energia in minimo volume).
L’allevatore vede questa pratica anche come un ottimo sistema nel dimezzare ,tempo e la manodopera .
Il monopasto può essere una ottima scelta ma personalmente penso che non sia estendibile a tutti in modo indiscriminato.
Bisogna usare doppie concentrazioni 200gr /lt
Bisogna gestire l’alimento in modo ottimale, la preparazione e la somministrazione a questi dosaggi non è sempre facile e non tutti sono adatti nel gestirla.
Quindi non sempre è vantaggioso.
Alcuni propongono monopasti già dal 3° giorno di vita del vitello.
sembrano vadano molto bene ,gli allevatori sembrano contenti .
PERSONALMENTE Credo che comunque sia adatto a vitelli con almeno di 15 /30 giorni (+benessere,-stress )
Il fine ultimo è la stimolazione ruminale del vitello e non le agevolazione di manegement dell’allevatore.
Anzi con i 2 pasti nei primi 15/30 giorni l’allevatore è “costretto” a recarsi almeno 2 volte al giorno a vedere i vitelli, cosa importantissima nel periodo più a rischio.
Non tutti i latti sono adatti a questo tipo di metodica, se in allevamento ci sono problemi, andare a vedere cosa fa l’allevatore che prodotti usa e come li usa.
Standardizzazione Quantità massima per pasto 3-3,5 lt. Permette al vitello di avere un tempo di digestione abbastanza
veloce (a seconda del alimento utilizzato)
Temperatura di somministrazione 39°/41° La temperatura di scioglimento sarà di conseguenza più calda e
comunque dipenderà anche dal prodotto usato.
Scaldare anche il latte di vacca
1) la caseina “caglia”a caldo (chimosina trasforma la caseina in
paracaseina che precipita in paracaseineto di calcio);se la temperatura è troppo bassa si allungano notevolmente i tempi digestivi.
2) i lipidi del prodotto si sciolgono
3) minor possibilità di formare grumi
4) Stimolo per la doccia esofagea
“standardizzazione “automatica”
Alattatrice automatica LUPA
Lavora a +di 42 gradi in scioglimento
6/4/2 somministrazioni giornaliere (a seconda della età del vitello)
Rapporto polvere acqua è prestabilito e controllato
Funziona anche con il latte di vacca
PROBLEMI SANITARI non alimentari.
Somministrazione fibra.
Tentare di standardizzare la alimentazione a secco nelle giuste modalità è estremamente difficile.
C’è chi usa mangime da svezzamento , chi usa un mix di allevamento ,chi da fieno da subito e chi invece aspetta almeno 30/40 giorni.
Le regole che possiamo per un buon sviluppo ruminale sono
1) stimolazione chimica strutturale degli AGV (butirrico e proprionico)
facilitano lo sviluppo della papilla ruminale.
Questi acidi grassi vengono prodotti dalla fermentazione di amidi ,concentrati ,zuccheri (in poche parole mangime e farine e granella)
2) effetto grattugia e sviluppo del volume dell’organo è dato dalla fibra ,fieno ,paglia che fermentando produce
ac acetico.(per tanto è giusto darlo dopo 30/40 giorni prima non fa male ma serve a poco)
Punto C)
Aspetti sanitari
Vitelli e manze 2012
PATOLOGIE
RESPIRATORIE
DIARREA
onfalite
Setticemia
Pancitopenia
In Italia (Indagine UNIPR)
Vitelli e manze 2012
Riunione nutristar
< 50 capi 50-100 capi
> 100 capi
Media totale
Patologie enteriche (% sul
totale delle patologie)
49 44 45 46
Patologie respiratorie (%
sul totale delle patologie)
7 16 21 15
Mortalità (% sul
totale degli animali) 8 12 16 12
Documento di proprietà esclusiva di Nutristar s.r.l. É vietata la riproduzione, anche parziale, nonchè la distribuzione in qualsiasi forma o mezzo se non autorizzate.
Nessuna di queste aziende (n=78) testava il colostro
Nessuna di queste aziende aveva la banca del colostro
QUANTI ANIMALI ARRIVANO AL
PRIMO PARTO?
Vitelli e manze 2012
Riunione Nutristar
< 100 capi 100-499 capi
> 500 capi
Media totale
Pre-svezzamento (% mortalità)
8,3 9,1 6,5 7,8
Post svezzamentofino al
1° parto
(% mortalità)
1,5 2,0 1,8 1,8
NAHMS, 2007
100 vitelle: 8 vitelle muoiono prima dello svezzamento,
2 muoiono dopo.
Totale: 10 animali.
Documento di proprietà esclusiva di Nutristar s.r.l. É vietata la riproduzione, anche parziale, nonchè la distribuzione in qualsiasi forma o mezzo se non autorizzate.
Tentativi di standardizzazione L’importanza del primo mese
problematiche soprattutto enteriche.
La prima cosa da standardizzare è affermare che su questi problemi bisogna rivolgersi al veterinario.(troppe persone non autorizzate parlano di soluzioni,ma
l’allevatore quando ha bisogno chiede a chi c’è)
Abituarsi a chiedere come vanno i vitelli
Quando l’allevatore ti chiama spesso è tardi.
Durante il primo mese è fondamentale soprattutto per le forme enteriche capire l’origine
Diarrea Alimentare /Diarrea Patologica.
Importante come prima cosa verificare la “gestione dell’alimento”
E’ importante sapere che i fattori di rischio che condizionano l’insorgenza e soprattutto la gravità delle diarree neonatali sono comuni a tutte le forme infettive e dipendono principalmente da due componenti manageriali :
1)Situazione e gestione igienico sanitaria della vitellaia e gestione della vacche gravide al parto.
2)Una inaccurata somministrazione di colostro *(Tempo, qualità,quantità)
E’ quindi necessario controllare e aiutare la gestione.
Come fare a districarsi con queste patologie?
cosa pretendere dall’allevatore ?
Che stia molto attento ad alcune cose :
Età del vitello (forme precoci,forme –tardive)
Morbilità (n° di animali colpiti )
Mortalità (bassa –elevata)
Ipertermia (presenza di febbre)
Consistenza,colore,odore delle feci.
Esami delle feci ai primi cambi di stagione e alle prime avvisaglie.(al momento del effettivo bisogno il tempo per l’esame è troppo lungo)
Utili anche l’uso di kit test rapidi.
La vaccinazione (rota-corona-coli) è una ottima standardizzazione, (stringe il campo delle interpretazioni)
Non sottovalutare l’utilità della “acidificazione del latte.
(ottima soluzione contro la moltiplicazione dei Gram-)
LUPA
A mio parere con la allattatrice automatica è fondamentale abituarsi all’idea che le problematiche sanitarie (soprattutto respiratorie)
Non si possono risolvere con normali approcci terapeutici, “punture” ,
ma è necessario applicare dei programmi di metafilassi più o meno ripetuti a intervalli regolari.
Quindi “cure nel latte”
Il ciuccio è uno solo e trasmette il possibile patogeno a tutti.
La malattia può cosi perdurare per molto tempo e in alcuni casi cronicizzare.
La difficoltà della lupa è che l’osservazione dei vitelli risulta difficile e sono frequenti casi di animali malati scoperti in ritardo.
Quindi il tentativo di provare a risolvere il problema solo con gli iniettabili risulta molto difficile.
GRAZIE A TUTTI.
E come dice DE ANDRE’
“dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior”
GRAZIE A TUTTi.
BIBLIOGRAFIA :
. “ Il vitello: dalla nascita allo svezzamento” –
Summa
. “ Malattie del giovane bovino” – Franco Guizzardi
. “ La vacca e il vitello” – Enrico Quadri, Ed.Edagricole