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INDIRIZZI PROGRAMMATICI PER LA REDAZIONE DEL P.U.C. DI CASORIA

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PUC CASORIA – INDIRIZZI PROGRAMMATICI

Casoria è parte integrante dell’area vasta napoletana nella quale sono presenti condizioni prossime alla saturazione localizzativa e ove occorrono interventi di trasformazione strutturale del territorio al fine di conseguire il riequilibrio insediativo e produttivo, il recupero delle risorse culturali e ambientali, il rafforzamento della produzione di servizi, la costruzione dell’identità dei luoghi urbani.

Vanno progettate logiche di sviluppo orientate a trasformare Casoria da zona periferica di Napoli ad una vera e propria “Città Media” con azioni di rilancio delle attività per la produzione di beni e servizi all’interno delle quali deve essere riservato un ruolo privilegiato alle attività di ricerca e sperimentazione in settori tecnologicamente avanzati.

Accanto alle azioni dirette al riequilibrio tra popolazione e servizi e al rafforzamento della struttura produttiva è necessario trasferire dalla città di Napoli a Casoria funzioni terziarie superiori da ospitare nelle aree della dismissione delle vecchie industrie. Riqualificazione del sistema della mobilità – I parcheggi

Il territorio di Casoria è attraversato da un intricato sistema infrastrutturale della mobilità nazionale e regionale, sovrapposto all’originario sistema viario urbano, che gli assicura una facile accessibilità e di conseguenza una posizione strategica di cerniera tra Napoli e l’hinterland metropolitano. Ma tale vantaggio porta con se’ che strade, raccordi, linee ferrate, aereoporto, lungi dall’aver migliorato il sistema della mobilità interna al territorio, hanno costituito su di esso una rete di barriere invalicabili tra le quali restano imprigionate le frazioni , isolate tra loro e dal centro urbano.

E’ pertanto prioritario riqualificare il sistema della mobilità interna al territorio ridisegnando e potenziando le reti esistenti per ristabilire il collegamento delle frazioni con il centro nonché con i servizi e le attrezzature dislocate e da dislocare nelle diverse zone del territorio .

In particolare è necessario riconnettere la Frazione di Arpino con il centro mediante la ristrutturazione dei percorsi esistenti, con la costruzione di nuovi tratti e nuovi raccordi stradali e di utili piste ciclabili.

La congestione prodotta dai notevoli flussi veicolari della mobilità esterna ed interna su di una rete stradale assolutamente sottodimensionata e priva di specifiche aree di parcheggio deve indurre a realizzare un sistema diffuso di parcheggi ai margini del centro storico, ai nodi di interscambio ferrovia / rete stradale, all’interno delle aree industriali periferiche, nei vari ambiti residenziali.

Al fine di limitare al massimo il consumo di aree libere sarà necessario privilegiare la realizzazione di parcheggi multipiani. Il centro storico

Il PUC sottopone ad intervento conservativo l’edificato dalle origini fino alla prima metà del XX secolo ponendo fine alla scellerata azione di ristrutturazione urbanistica concessa dalla

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normativa del vigente PRG che ha già cancellato tracce rilevanti dell’insediamento storico di Casoria.

Gli interventi, rigorosamente compatibili con la conservazione e valorizzazione del patrimonio edilizio storico, previa accurata classificazione tipo-morfologica, sono finalizzati: • al restauro conservativo degli edifici di pregio storico ed architettonico e delle cortine edilizie

di valore testimoniale; • alla conservazione del vasto tessuto di edilizia “povera”, rappresentato dalle case rurali a

corte, ripulito delle superfetazioni ed adeguato funzionalmente; La conservazione deve intendersi riferita ai parametri edilizi originari (numero di alloggi,

numero di vani, altezze interne ed esterne, volume) ed alle caratteristiche tipologiche planimetriche e di prospetto fino ai materiali e ai colori di finitura.

Le ristrutturazioni edilizie possono essere limitate agli edifici privi di valore testimoniale e di pregio architettonico come classificate dal PUC.

In ciascun ambito del centro storico le aree di sedime dei fabbricati ridotti a rudere devono riservarsi alle attrezzature pubbliche (edifici di interesse generale, parcheggi, verde) di cui si registra una forte carenza.

Analogamente, gli edifici industriali dismessi o con attività incompatibili con la funzione residenziale del centro storico vanno acquisiti e/o riconvertiti agli usi collettivi (teatro, biblioteca, auditorium, ecc.) Il recupero delle aree industriali dismesse

La città di Casoria è cresciuta in questo ultimo secolo in modo frammentario e disordinato noncurante della discontinuità che si realizzava tra il centro storico, le grandi aree produttive ai suoi bordi e l’edificato residenziale di nuova espansione.

La crisi dei complessi produttivi presenti sul territorio, molti dei quali diventati parti integrate della città, ne ha determinato la completa dismissione ed il loro definitivo degrado compromettendo anche quelle parti edificate gravitanti intorno ad essi.

Nell’ottica di una generale riqualificazione della città, incentrata sul recupero delle sue parti consolidate, assume pertanto valore prioritario ogni azione diretta a riordinare le parti frammentate di cui essa è composta e a potenziare la dotazione di attrezzature di rango delle “città medie”.

Le aree industriali dismesse costituiscono, all’interno del contesto urbano di Casoria, una occasione soprattutto dal punto di vista delle potenzialità legate alla sostenibilità ambientale ed all’innalzamento degli standard della qualità dell’ambiente urbano e della sua fruizione da parte della comunità.

Queste aree, per la maggior parte inserite nel cuore del tessuto cittadino, sono soggette a rischio di speculazioni edilizie e vanno dunque tutelate.

Vi è la necessità di concretizzare il riuso delle medesime, con azioni e politiche di sviluppo condivise da enti pubblici e privati, che convergano su obiettivi e strategie da perseguire.

La presenza di eventuali inquinanti diffusi nelle aree, può talvolta comportare un innalzamento dei costi necessari al loro riuso. La valorizzazione dell’area può essere un incentivo al privato a farsi carico dei costi di bonifica che gli competono.

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Il loro riuso deve soprattutto mirare a contribuire alla riqualificazione della città attraverso l’insediamento di funzioni necessarie per lo sviluppo economico, la dotazione di servizi e di aree verdi, senza intaccare ulteriori aree libere, tutelando in questa maniera la risorsa suolo, sempre più scarsa e delicata nei contesti urbani più fortemente urbanizzati come è il caso, appunto, di Casoria.

In questo modo il riuso delle aree industriali dismesse può rientrare a pieno titolo tra le attività rivolte allo sviluppo sostenibile, in termini di ottenimento di vantaggi economici, sociali ed ambientali.

Il recupero dei grandi vuoti delle aree dismesse di Casoria rappresenta pertanto una grande occasione per il reperimento di aree libere interne al tessuto consolidato sulle quali intervenire per innescare quei processi di trasformazione il cui obiettivo è strettamente correlato allo sviluppo socio-economico del territorio e che si attua attraverso:

• il recupero di vivibilità in aree urbane degradate • il miglioramento dei servizi e delle infrastrutture • lo sviluppo delle attività economiche

Sulle due grandi aree dismesse a cavallo della stazione ferroviaria (la Rhodiatoce e l’A.D.S) si prevede l’insediamento di un insieme di attrezzature di livello urbano (verde attrezzato, aree per l’istruzione, parcheggi, ecc.) necessarie per soddisfare la dotazione di standards di uso pubblico, congiuntamente all’insediamento di un polo per l’istruzione superiore capace di attrarre una platea proveniente dall’area metropolitana.

Nel riuso degli opifici dismessi và contrastata ogni ulteriore proposta di realizzazione di complesso commerciale. La riqualificazione dei quartieri periferici di recente edificazione

La grave condizione urbano insediativa di Casoria è percepibile immediatamente dalla lettura dei suoi dati quantitativi riferiti alla sua densità abitativa, alla dimensione del fenomeno dell’abusivismo edilizio ed al suo deficit di attrezzature.

Ma oltre alla quantità emerge drammaticamente il problema della grave carenza di qualità urbana accentuata dall’isolamento di ampi settori urbani dal centro, dall’assenza di attrezzature e servizi dall’assenza di luoghi riconoscibili .

La riqualificazione è possibile con piccoli interventi di ricucitura capaci di restituire continuità alle parti del tessuto interrotto principalmente attraverso la realizzazione di una rete di spazi pubblici indispensabili a dare risposte alla necessità di attrezzature e alla necessità di configurare luoghi dotati di una forte identita’.

Particolare rilievo assume la creazione di un sistema di relazioni tra le due componenti della realtà comunale: Casoria –capoluogo e la frazione di Arpino realizzabile con un parco centrale di attrezzature e servizi pubblici di primo rango e di livello superiore.

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LINEAMENTI STORICI

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L’ubicazione

Casoria è situata sulla strada che da Napoli conduce a Caserta, nella pianura vulcanica compresa tra i Campi Flegrei ed il Vesuvio chiamata nell'antichità Liburia. La zona, originariamente paludosa e malarica, venne bonificata solo nel XIX secolo.

Il toponimo Casoria

Il nome di Casoria viene citato per la prima volta in una anonima cronaca sul ducato di Capua, della metà del X secolo.

La tradizione popolare vuole che il toponimo derivi dalla locuzione latina casa aurea, poi diventata Casaurea e quindi Casoria, tradizione ripresa nello stemma cittadino, attestato dalla fine dell''800, che reca una casa d'oro in campo azzurro.

Lo stemma cittadino

Secondo alcuni ricercatori il toponimo potrebbe invece derivare o dal greco κασάυρον (ka

Un'ulteriore radice del nome può essere ricercata nella dizione casa Mauri, ovvero casa di a San Mauro, patrono della città e antico proprietario di gran parte dei gono i comuni di Casoria e Volla.

Le più antiche notizie storiche sono tratte da una serie di ritrovamenti archeologici scoperti tra

n contrada Carbonella, una epigrafe di epoca greco-romana

onella, molti rit

ente venerata a Napoli.

sáuron, letteralmente postribolo, bordello), o dal tardo-latino casarius (capanna, tugurio). I casari erano i contadini o, meglio, i produttori di formaggio, caseus, che abitavano in povere capanne dette casuri.

Mauro, con riferimento terreni sui quali oggi sor

I lineamenti storici

il 1850 e la metà del 1900 durante gli scavi per la realizzazione di nuove strade: nel 1850 furono ritrovate tombe di epoca greca durante gli scavi per la costruzione della

nuova strada del Salice; all’inizio del 1900 fu ritrovata, irisalente al 194 d. C., oggi conservata nella sala epigrafe del Museo di Napoli;

verso la metà del 1900, in località Squillace ed in località Cantarello, furono rinvenute alcune tombe con relative suppellettili.

Sulla base di questi ritrovamenti ed in particolare dell’epigrafe di contrada Carbengono che l’area dove sorge oggi Casoria fosse già abitata nel II secolo d.C. e che il luogo

fosse adibito a riunioni mistiche in onore della dea Telbia Castia, dato il riferimento alla costruzione di un tempio dedicato ad Artemide, particolarm

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auro; più tardi sorse un’altra chiesa dedicata a San Be

nazione di alcune terre, compresa Casoria, fatta da Riccardo II, principe di Ca

di Chino che da

el 1500 una metà del feudo, compresa Casoria, pa

VI Casoria fu interessata dalla crisi che interessò il viceregno e si trovò nell’area in

pestilenza dovuta all’insalubrità dell’area delle paludi di Na

u sancito dal sindaco dell’epoca, Giovanni Pisa, con l’istrumento da

ei quali, nel periodo vicereale, era frequente la vendita a privati per rimpinguare le

La prima notizia sul suo territorio risale, invece, al 529 quando il senatore Equizio Anicio, padre di San Mauro, attuale protettore della cittadina, con atto del 15/7/529, donò a San Benedetto da Norcia l’agro Genziano (agrum gentianum).

Dopo la morte di San Mauro i monaci cassinesi, che vi si recavano ogni anno per il raccolto, costruirono una cappella dedicata a San M

nedetto. Nel 924 Montecassino cedette i terreni della zona a privati. Il nome di Casoria appare, comunque, per la prima volta in una cronaca dei Duchi di

Capua scritta da un anonimo nel 948-949. Nel corso del medioevo Casoria subì diversi passaggi di proprietà. In un documento del 1098

si ha notizia della dopia, al Monastero di San Biagio di Aversa. In una carta del 1115 vi è un riferimento alla

vendita di questi territori, da parte di Regale, figlia di Sinibardo, a Giovanni de Alberada per duecento tarì d’oro.

Con il consolidarsi del predominio di Napoli fra il XIII ed il XV secolo Casoria si venne a trovare su una delle direttrici che convergeva verso la nuova metropoli: la via Capo

Aversa, attraverso Casoria, giungeva a Napoli.1

Nel XIII secolo Casoria era feudo dell'arcivescovo di Napoli, poi si sono succeduti diversi feudatari che hanno dominato su questo territorio, allora di 4000 moggia di terreno.

Negli anni 1327 e 1328 risultava, insieme ai villaggi di Casignano e Olivola, oggi distrutti, appartenere ad Isabella, moglie di Giovanni de Cipolla. Nel 1352 il feudo era governato da Matteo di Sanframonte, mentre nel 1418 apparteneva, insieme a Carinaro, Olivola, Sarcone, Cervito, Sangiuliano e Petrarosa, a Carlo Sanframondo. Nel 1452 Casoria, Olivola e Carinaro passarono a Giovanni Di Costanzo da Aversa. N

ssò a Lucio de Sangro, l’altra a Giuseppe Pacifico. Nel 1529 la metà comprendente Casoria fu ereditata da Placido di Sangro, al quale successe Giovanni Antonio Pacifico che, nel 1561, la vendette a Lucrezia Brancaccio per 5200 ducati.

Nel secolo Xcui operava il generale francese Lautrec che, insieme a circa i due terzi del suo esercito, morì

nella stessa area, per effetto di unapoli (1528). Dopo il 1580 probabilmente i cittadini di Casoria riscattarono la loro terra dal gioco baronale

e si aggregarono al Demanio Regio. Nel 1631 il territorio di Casoria fu messo all’asta, essendo stata decretata dal Vicerè Spagnolo

la vendita di terre e villaggi del Napoletano, tuttavia gli abitanti del villaggio, allora di circa 300 famiglie, si ribellarono a tale imposizione accettando di pagare una somma pari a 12000 ducati per il loro riscatto.2 Il riscatto f

tato 15/4/1631 del Notaio di Corte Massimini Passari, con l’intervento di don Ferdinando Afan Enriquez de Ribera, duca di Alcalà, Vicerè del Regno di Napoli, Giulio Comite, Giovanni Pisa e il Deputato D. Donato Ferrara.

A quel tempo Casoria aveva 1600 abitanti e faceva parte dei numerosi "casali" dell’"ager neapolitanus" d

finanze dello Stato e finanziare le campagne militari. Infatti, nonostante l’impegno assunto dal

1 “Le Regioni dall’Unità a Oggi: la Campania”, Giulio Einaudi Editore, Torino 1990, pag. 6 2 Paone, “Appendice alla vita di San Mauro”

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Vi

della città e Regno di Napoli riporta Casoria nei 37 Ca

mero degli abitanti a circa 6000. Tralle sue chiese è grandiosa qu

con l’avvicendarsi delle famiglie Sa

era.

n decreto di Gioacchino Napoleone.

a apparteneva alla diocesi di Napoli e dipendeva da

teriale vu

l carattere agricolo, anche quello di città di turismo per le

ria e Pozzuoli si aveva, nel periodo 1881-1910 “un notevole incremento demografico, valutabile intorno all’1 per cento annuo”, inoltre, la popolazione presente risultava maggiore di quella residente proprio per effetto delle attività

cerè a non mettere più all’asta il casale questo fu venduto prima ad Eleonora Mansfeldi e poi a Luigi Ronchi.

Il Summonte nel 1748 nella sua Historia sali di Napoli. Il Galanti, nel 1794, nel descrivere i casali demaniali (20) e quelli baronali (10) ricadenti nel

territorio di Napoli, ancora soggetti alla servitù feudale, citava Casoria tra i 20 casali demaniali che si erano riscattati dalla servitù baronale.

Lorenzo Giustiniani nel suo, “Dizionario Geografico ragionato del Regno di Napoli” del 1797, riporta che “Questo territorio è posseduto per la massima parte da luoghi pii, ed è ferace a dare buone raccolte di frumento, canapi, vini e di ognaltra sorta di frutti. E’ benanche molto ben popolato, ascendendo il nu

ella di San Mauro principal protettore del luogo”. Di fatto la feudalità si estese fino alla fine del XVIII secolo,ngro e Ronchi nel possesso di Casoria. L’ultimo possessore fu Fabio Capace Galeotta,

presidente della Regia CamSolo nel secolo scorso Casoria costituì uno dei quattro capoluoghi di distretti in cui fu divisa

la provincia di Napoli da uNel 1815 Casoria divenne capoluogo di un distretto del Regno delle Due Sicilie dal quale

dipendevano 19 comuni. Nell'organizzazione ecclesiastica Casorill'arciprete di Afragola. Col passare del tempo le paludi si restrinsero sia per l’azione colmante del malcanico eruttato dal Vesuvio, sia per l’apporto dei torrenti, sia perché gli ortolani, sollevando la

superficie li riconvertivano in campi fertili. La bonifica vera e propria ebbe inizio nel 1855 a cura dell’Amministrazione generale per le

bonificazioni e proseguita prima dallo Stato e poi dal Consorzio dei proprietari interessati. Casoria in quegli anni assunse, oltre apiù importanti famiglie nobili della regione, carattere mantenuto fino agli inizi del XX secolo. Sul finire del XIX secolo la struttura economica di Casoria si incentrava soprattutto sul settore

agricolo con una prevalenza dei terreni a vigneto, seguiti, nell’ordine, da quelli a piante industriali, a cereali e a legumi e patate3.

Fra le piante industriali un grosso peso era rappresentato dalla coltura della canapa la cui produzione, nell’area di Casoria, veniva assorbita principalmente dai negozianti di Frattamaggiore nella cui area era sorto un “ragguardevole canapificio”.4 Del resto questa produzione, accompagnata a quella di tele e di funi, era documentata a Casoria già dalla fine del ‘7005.

Sul piano demografico, mentre nella gran parte della Campania si aveva una forte emigrazione, nei circondari di Napoli, Caso

3 G.Panico, “Agricoltura e popolazione in Campania in età liberale (1880-1914)”, Napoli 1982, pag. 47 4 O.Bordiga, “Campania” in “Inchiesta parlamentare sulle condizioni dei contadini nelle province meridionali e

nella Sicilia”, vol IV, tomo I, Roma 1909, pagg. 93-94 5 “Le Regioni dall’Unità a Oggi: la Campania”, op.cit., pag. 327

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ag

0, gli elettori erano “in massima parte impiegati, professionisti, intellettuali”, a Casoria, come del resto anche a Casoria e Castellammare, erano quasi tutti “proprietari terrieri e agricoltori”.7

ricole e di quelle integrative che attiravano “la popolazione in cerca di attività e guadagni integrativi” .6

Sul piano sociale, mentre a Napoli, nel 188

Nel primo ventennio del secolo XX si osserva una forte crescita demografica che si estende a

buona parte della sua provincia fino a Pozzuoli, a Casoria e a Castellammare legata, nelle aree esterne al capoluogo ed al suo primo hinterland, all’incremento della produzione, “risultato della maggiore estensione delle irrigazioni, dell’uso crescente dell’energia elettrica, dei concimi chimici”8 ed alla formazione della conurbazione napoletana che si estende non solo alla zone su

Casoria è sto

no e della canapa, e presentava an

lla quale la città esercita una specifica influenza, ma al territorio esterno “in cui la continuità di abitato tra Napoli e gli altri centri è più evidente”9.

Conurbazione che investiva soprattutto i comuni di: Afragola, Bacoli, Boscoreale, Boscotrecase, Casalnuovo, Casavatore, Casoria, Castellammare di Stabia, Ercolano, Pomigliano d’Arco, Pozzuoli, Portici, San Giorgio a Cremano, San Sebastiano al Vesuvio, Torre Annunziata e Torre del Greco. Si può, pertanto, affermare che da quegli anni in poi la storia di

ria comune con l’intera conurbazione napoletana e che ne subisce tutti gli effetti ed i condizionamenti, perdendo, via via, i suoi connotati culturali originari e la sia identità.

In particolare la popolazione residente a Casoria, dal 1861 al 1931, raddoppia, passando da 7214 a 14601 unità, con un incremento totale del 102,40% e medio all’anno di circa 1,5%.10

Fino agli anni 1950 Casoria mantenne il suo carattere prevalentemente agricolo, con un'economia fondata principalmente sulla produzione del vi

cora un nucleo storico distinto dal territorio agricolo, costellato di masserie e casali, in particolare sulle strade di collegamento verso la vicina Napoli.

6 “Le Regioni dall’Unità a Oggi: la Campania”, op.cit., pagg. 80-81 e pagg. 230-231. 7 “Le Regioni dall’Unità a Oggi: la Campania”, op.cit., pagg. 144-145 8 “Le Regioni dall’Unità a Oggi: la Campania”, op.cit., pag. 236 9 A.Rao, “L’area di influenza di Napoli”, Napoli 1967, pagg. 65-78 10 “Le Regioni dall’Unità a Oggi: la Campania”, op.cit., pag. 385

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ializzazione che, soprattutto dopo il 1965, provocò una notevole crescita demografica, co

N tura della t occorre i Casavatore, appartenuta fino ad ocon circa 4000 abitanti.

Incremento ri al dato preced

Successivamente, per la sua ubicazione nel territorio regionale, la città subì un forte processo di industr

n una quadruplicazione della popolazione fra il 1951 ed il 1991, ed una forte espansione urbanistica. Casoria diventò, allora, insieme ad Arzano e Casavatore il simbolo dello sviluppo industriale della regione, divenendo, in poco tempo, uno dei più importanti centri industriali d'Italia.

L’incremento percentuale della popolazione più forte si ha appunto nel decennio 1961/1971 con un incremento percentuale complessivo del 107,77% pari ad un incremento percentuale medio annuo pari a quasi 11%.

Con la successiva e progressiva dismissione del comparto industriale, a partire dalla fine degli anni ’70, la crescita demografica di Casoria diviene sempre più contenuta riducendosi ad appena il 3,44% nel decennio 1991/2001 e presentando, come più oltre si vedrà meglio, un netto decremento, a partire dalla fi

ella letne degli anni ’90 ad oggi.

abella seguente allora a Casoria, divenne com

tener il 30 luglio e de conto cheune autonom

1946 la frazion distaccandosi essa

spetto ente Anno Popolazionresident assoluto percentuale

e e

1861 7214 - -1871 7671 457 6.331881 7943 272 3.551901 9948 2005 25.241911 10895 947 9.521921 12626 1731 15.891931 14601 1975 15.641951 19786 5185 35.511961 26432 6646 33.591971 54919 28487 107.771981 68563 13644 24.841991 79707 11144 16.252001 82450 2743 3.44

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Operdpolo

U po artigianale, culturale

Lo sviluppo urbano di Casoria avviene attorno alle due prime chiese dedicate a San Benedetto

illaggi e numerose masserie tutte lità sono il Casale di Cantarello,

rmai completamente distrutto, nella zona orientale del Comune, al confine con Afragola, e la M

L’

La struttura dei siti e la storia delle trasformazioni

Il territorio di Casoria si colloca sulla piana adiacente al sistema collinare che circonda Napoli (altitudine variabile da 10 a 70 m sul l.m.) su di un’area posta ai margini della grande centuriazione romana della pianura campana attraversata dalle antiche strade osche e romane che collegavano Napoli ai grandi insediamenti regionali ed extra regionali. Parte importante dell’attuale rete stradale ricalca le antiche consolari romane: la Sannitica e la via delle Puglie.

Casoria si è storicamente caratterizzata come polo di riferimento di un sistema agrario che ha origine nella centuratio romana e che si è ulteriormente sviluppato con l’organizzazione baronale vicereale del 1600 e con quella borbonica del 1700-1800; pertanto, questo territorio, fino alla metà del primo ‘900, ha mantenuto il suo carattere agricolo rurale sia nella sua struttura agricola, sia nel tessuto edilizio, costituito, quest’ultimo, da un nucleo urbano e da un insieme di masserie, di fabbriche rurali e di case coloniche diffuse su tutto il territorio.

Solo a partire dagli anni 50 del secolo scorso i suoi tratti rurali dominanti vengono irrimediabilmente stravolti per effetto di un processo di industrializzazione disordinata congiuntamente ad una massiccia urbanizzazione comune all’intera area metropolitana.

ggi pressoché tutte le aree industriali sono dismesse e Casoria è andata progressivamente endo il suo ruolo a vantaggio dei comuni limitrofi ed in particolare di Afragola, con il suo commerciale. n ruolo la città potrebbe ritrovarlo proponendosi come polo di svilup

ed artistico.

La lettura dello sviluppo urbano

e a San Mauro. A tale borgo originario si affiancavano piccoli vmmerse in un contesto agricolo-rurale. Le due più antiche locai

oasseria Arcopinto Sul territorio casoriano si svilupparono una serie di piccoli insediamenti rurali di proprietà dei

monasteri napoletani, composti dalle masserie dei coloni che lavoravano i fondi e da cappelle campestri.

evoluzione urbana e viaria di Casoria è leggibile attraverso l’esame delle cartografie storiche: • Carta di Terra di Lavoro elaborata dal Mangini nel XVI secolo (conservata alla Biblioteca

Marucelliana di Firenze) dove si evidenziano sia il nucleo urbano di Casoria centro che la frazione di Arpino (oggi nota come la Cittadella o come il Purgatorio).

• Atlante Geografico del Regno di Napoli da Rizzi Zannoni del 1794; • Carta di Napoli e Contorni della fine del XVIII secolo che riporta l’agglomerato urbano di

Casoria e la zona di Arpino nonché la Masseria della Ducatella e della Taverna di Mezzo e le cappelle di S.Maria del Soccorso, la Madonna del Rosario e S.Maria di Squillace.

• Cartografie dell’IGM relative agli anni 1892 e 1907 che riportano il nucleo urbano di Casoria ed alcune masserie tutt’ora esistenti.

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Casoria, centro storico - Tavola Rizzi Zannoni 1793

Casoria, centro storico - IGM 1892

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ttorno alle Chiese di S.Benedetto e San Mauro costituito dalle ins

Nel corso del XIX secolo vi è stata una contenuta espansione del nucleo storico al contorno

direzione del Comune di Casavatore (via rto).

Nell rpino, al confine

Dall ficata una espansione edilizia , composta da manufatti industriali e da palazzi

soffocando fino totale perdita di identità.

Dal el 1793 e l’attuale stato della stratificazione del tessuto urbano si ltre due secoli che hanno pr

ento prodotto rale processo di sviluppo urbano

el rispSolo successivamente, nel corso del processo di edificazione dissennata del territorio ed in

assenza di una corretta pianificazione urbanistica , si sono prodotti sventramenti ed interventi sostitutivi ( edifici condominiali di 6 – 8 piani) che hanno stravolto amplissime parti del tessuto urbano del centro storico e distrutto testimonianze di grande pregio architettonico.

Le quattro insule a maggiore valenza storica sono le seguenti: Insula compresa tra via Salierno e via Modigliani: superficie complessiva mq 26.800 superficie assoggettata a sventramento e sostit. edilizia mq 3.000 pari all’ 11% Insula compresa tra via Modigliani e via Marco Rocco superficie complessiva mq 21.600 superficie assoggettata a sventramento e sostit. edilizia mq 8.600 pari al 40% Insula compresa tra via Cavour e via Santa Croce superficie complessiva mq 29.500 superficie assoggettata a sventramento e sostit. edilizia mq 4.700 pari al 16% Insula compresa tra via Santa Croce e via San Rocco superficie complessiva mq 43.500 superficie assoggettata a sventramento e sostit. edilizia mq 17.000 pari al 39%

Dall’esame comparativo fatto tra le cartografie storiche disponibili, a partire dalla pianta di Rizzi Zannoni del 1793, si evidenzia che il nucleo urbano più antico di Casoria, risalente al XVII e XVIII secolo, si è formato a

ule: • insula tra via San Benedetto, via Padre Ludovico da Casoria, via Salierno e via Marco Rocco; • insula compresa tra via Cavour via Santa Croce e via San Mauro; • insula compresa tra via Santa Croce, via Cardinale Maglione e via San Rocco.

delle insule originarie ed in modo più accenuato nellaNicola Rocco) e nella direzione della stazione ferroviaria (corso Umbe

a prima metà del XX secolo è sorto il nucleo urbano della frazione di Ale delle Puglie. con il territorio del Comune di Napoli, lungo la via naziona

a prima metà del XX secolo ad oggi si è veripluridirezionale, indiscriminata e disordinata multipiani adibiti ad abitazione che hanno coperto gran parte del territorioall’invasione il centro storico, mettendo a rischio la sua

confronto tra la mappa drilevano le ampie trasformazioni avvenute in o odotto una consistente perdita di identità dell’ori r tr icgina io cen o stor o.

Inve à de XX sro, fino alla prima met l ecolo, fatta eccezione per lo sventrami è stato un natudall’attuale vico Padre Ludovico da Casoria, v

enze n etto delle preesist .

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Casoria, centro storico - IGM 1907

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Casoria, centro storico - IGM 1956

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Viene qui di seguito riportata la Tavola delle Stratificazioni del Tessuto Urbano, con la seguente classificazione, finalizzata ad individuare il tessuto a valenza storica da classificare come zona A:

LEGENDA: Presenti nel sec. XVII 1° metà del sec. XVIII 2° metà del sec. XVIII 1° metà del sec. XIX 2° metà del sec. XIX 1° metà del sec. XX 2° metà del sec. XX In costruzione

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Occorre qui sottolineare che, nel corso degli ultimi 60 anni, nelle 4 insule del centro storico, ell’estensione di circa 121.400 mq, è stata distrutta una notevole parte dell’originario atrimonio edilizio in conseguenza di sventramenti eseguiti su di una superficie complessiva di 3.300 mq, pari al 27%.

dp3

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17

I PRI

NCIPALI MONUMENTI, LE TIPOLOGIE EDILIZIE PREVALENTI E LE CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEGLI EDIFICI

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18

I P I

I upiazza Mauro. el tessuto originario da preservare. L’edificio più importante è P zMerced

R NCIPALI MONUMENTI

l n cleo storico della città è costituito da tre piazze (piazza Cirillo, piazza Trieste e Trento e Santa Croce), collegate per mezzo della via Santa Croce al largo della chiesa di San Resta ancora in piedi parte d

ala zo Rocco, settecentesco, dei Conti Rocco di Torrepadula, con l’annessa Chiesa di Santa e, cappella privata della famiglia.

Piazza Cirillo (inizi del ‘900)

Piazza Santa Croce (inizi del ‘900)

rincipali chiese e gli altri edifici religiosi di Casoria sono: La Chiesa di Santa Maria delle Grazie o dell'Assunta, già esistente con ospedale annesso alla metà del XV secolo, fu ricostruita nel 1737. L'abbassamento di livello della strada rese necessaria la costruzione nel 1857 di una scala di accesso. La facciata è in stile rococò, come pure l’interno ad una sola navata. L’altare è sormontato da una tela raffigurante “L’Assunzione della Vergine” di Francesco Solimena e da un pregevole crocifisso ligneo. Rappresenta una delle migliori testimonianze dell’architettura barocca in Casoria. L’ Arciconfraternita del SS. Rosario affianca la chiesa di S.Maria delle Grazie ma è ad essa preesistente essendo stata fondata nel 1536. L’originaria cripta sottostante la congrega, a seguito dell’abbassamento del livello stradale, è accessibile direttamente dalla strada

Le p•

ed è al momento utilizzata come sede del Centro di ascolto della Caritas. La Chiesa di San Benedetto sarebbe sorta su un’area donata nel 529 a favore del monaco

Benedetto. La costruzione dell’attuale chiesa venne iniziata nel 1605 e terminata nel 1694. La chiesa sorge probab precedente cappella, come sembra attestare la lapide funeraria di Iacopo da Fano che giunse a Casoria nel 1254, a seguito

ra. La struttura attuale della chiesa è diversa da quella inizialmente concepita, infatti, durante i lavori di costruzione, a causa di un incendio e per la mancanza di

ilmente sull’area di una

della spedizione di papa Innocenzo IV contro Manfredi di Svevia e vi morì trovando in essa sepoltu

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ssumendo l'attuale forma. Il limite della struttura originaria è segnalato sulla via adiacente da una lapide marmorea. La chiesa è a

pletamente ristrutturato

abitavano i monaci, ora abitate da gente comune. e funzione di

nominata Congrega dei nobili perché

mune, ora demolito. La chiesa, a navata unica, risale al 1651 mente ingrandita. Presenta una facciata barocca mentre il campanile sa sono romanici.

asseria di un tal

preesistente edicola di legno contenente delle statuette di

antica

spazio in tre sezioni occupate da un finestrone centrale e da due nicchie laterali, il coronamento è a timpano. Accanto alla chiesa si erge un campanile in tufo, costruito nel 1827, che si sviluppa su quattro piani. L’interno è a croce latina a navata unica, con cinque cappelle laterali per lato. L'incrocio tra la navata ed il transetto è sormontato dalla cupola alta 40 metri, rivestita all'esterno con lastre di piombo e dotata di un lanternino a pinnacolo che ospita la croce. Il soffitto della navata è ligneo a cassettoni decorato in oro zecchino; alla fine della navata sulla destra c'è la sagrestia, a sinistra un grande ambiente, che ospita la Congregazione di Santa Maria della Pietà, e sul fondo si apre l'abside rettangolare. L'apparato decorativo interno della chiesa è molto sobrio; risulta di particolare interesse l'Altare maggiore settecentesco in marmi policromi, sormontato da un quadro di Domenico Antonio Vaccaro raffigurante "la Madonna delle Grazie tra San Mauro e San Gennaro". Da menzionare anche altre due tele la “Visitazione” del 1740 e l’”Immacolata Concezione” del 1741. Interessante è anche la fonte battesimale in marmo

ulteriori fondi venne drasticamente accorciata, a

croce greca, ha un'unica navata e una cupola rivestita di maioliche. Il campanile seicentesco, la cui prima sezione forse risale ai secoli XI-XII, venne ricostruito nel 1930 e, a causa dei gravi danni riportati durante il sisma del 1980, comnel 2004. Il complesso è, inoltre, composto dall'antica Congrega della SS.Eucaristia, dismessa negli anni '60 del XX secolo, e, nella parte retrostante, dalle strutture dove

• L’Oratorio di San Benedetto sorse come congrega nel 1612, dal 1800 svolgoratorio e scuola. L’attuale facciata, in stile neoclassico è del 1924.

• La Congrega di S. Maria del Buonconsiglio è devenne fondata, nel 1830, da varie famiglie notabili. L’originaria facciata neoclassica fu successivamente alterata.

• La Cappella della congrega del Carmine era la cappella ufficiale della municipalità e sorgeva accanto all'antico Coed è stata successivaed il corpo della chie

• La Chiesa del Santissimo Sacramento, con il monastero annesso, venne costruita tra il 1893 e il 1899 presso il municipio dall'ordine delle "Vittime Espiatrici di Gesù Sacramento" ad opera di Francesco Orefice. Di stile neogotico in pietra di tufo a vista presenta una pianta a croce latina a tre navate.

• La Chiesa della Madonna della Mercede era anticamente conosciuta come la cappella di "Porziano" ed è nella zona del Campanariello. Da alcuni documenti si può ricavare che essa era dedicata a "Santa Maria la nova" e sorgeva nei pressi della "msig. Comite", una sorte di locanda ad uso osteria. Oggi è quasi completamente priva dei fregi e dei marmi che la ornavano a causa dei vari furti dei quali è stata oggetto.

• La Chiesa del Purgatorio, eretta in contrada Arpino, fu intitolata a Maria SS delle Grazie al Purgatorio in memoria di unacartone con il Crocifisso raffiguranti le anime del Purgatorio. La parrocchia fu costituita nel 1902 dalle frazioni di S.Anna al Bivio, di S.Pietro a Patierno, S.Mauro di Casoria e S.Maria della Neve di Ponticelli.

al 1606, sul sito di un'• La Chiesa di San Mauro Abate venne costruita, a partire dcappella e fu eretta Collegiata nel 1702. L'edificio è ubicato nel centro storico di Casoria e la sua facciata si pone come fondale per chi percorre Via S. Croce. Essa ha forme e decorazioni barocche, con un ordine inferiore suddiviso in cinque sezioni, con tre portali di accesso in piperno, ed un ordine superiore, adornato da piccole lesene, che dividono lo

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20

del 1794.

La chiesa di San Mauro

In piazza Santa Croce è collocata la statua in bronzo di Padre Ludovico da Casoria, opera di

Filippo Cifariello.

LE

i è già detto che il territorio di Casoria era dominato da uno scenario agricolo rurale, riconoscibile in modo coerente attraverso la divisione dei campi e le differenti colture, e dall’architettura del suo nucleo urbano, delle case coloniche e dei casali.

Le matrici costitutive del sistema edilizio del centro storico sono riconducibili alla disposizione, in successione lineare lungo le strade e all’interno delle “vielle”, di unità edilizi a corte.

Negli isolati del centro storico sono prevalenti due differenti tipologie edilizie: • la casa rurale a corte, monofamiliare a due piani, accessibile il più delle volte dalle piccole

traverse a fondo cieco dei principali tracciati stradali; • il palazzetto signorile, a tre piani, prospiciente ai principali tracciati stradali a formare cortine

di pregio architettonico e ambientale. Al di fuori del centro storico, nei borghi rurali, sono rintracciabili le cosiddette “fabbriche

rurali”, meglio note come masserie.

La casa rurale a corte

Si sviluppa con corpi di fabbrica ad U ad L o a C attorno ad un cortile chiuso di dimensioni molto variabili. L’accesso avviene dal fronte principale disposto sulla strada attraverso un arco

TIPOLOGIE EDILIZIE PREVALENTI

S

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21

adeguato al passaggio di carrozze. Il piano terra è impegnato da locali adibiti alle stalle e alle pertinenze agricole mentre

l’abitazione vera e propria è posta al piano superiore con una successione di camere accessibili da un ballatoio coperto con tetto spiovente ricoperto da tegole.

Gran parte delle case rurali sono improntate alla pura essenzialità contadina. I fronti esterni sono poveri di connotati architettonici ma la loro articolazione spontanea

attribuisce ad essi un rilevante valore corale che può riconoscersi tra i caratteri peculiari dell’intero centro storico.

Elementi tipologici ricorrenti sono: • l’arco di ingresso alla corte, spesso con androne profondo, sufficientemente alto per il

passaggio delle carrozze; • la sequenza di archi a tutto sesto o ribassati di sostegno al loggiato del primo piano; • le scale di accesso al ballatoio, abitualmente a parapetto pieno; • il loggiato del primo piano, a filo del piano sottostante o in aggetto attraverso voltine o

mensole; • la copertura del ballatoio con tetto a falda e tegole sorretto da caratteristici pilastrini circolari.

casa a corte in via San Rocco

Il tessuto edilizio del centro storico di Casoria è caratterizzato dalla presenza cospicua di case rurali a corte, di modeste e grandi dimensioni .

Le più antiche e pregevoli sorgono attorno alle Chiese di San Benedetto e di Santa Maria delle Grazie, in via San Mauro, in via San Rocco e in via Padre Ludovico da Casoria.

Le case rurali costituiscono un patrimonio abitativo fino ad oggi non considerato con la dovuta attenzione e perciò abbandonato ad ogni forma di degrado in attesa di una possibile ricostruzione speculativa.

Questo patrimonio, che nella sua coralità è ricco di pregio architettonico, costituisce una

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22

testimonianza di una civiltà laboriosa di alto valore culturale da mettere sotto attenta protezione.

androne d’ingresso e casa a corte in vico VI Padre Ludovico da Casoria

casa a corte in traversa via S.Croce

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casa a corte in via San Benedetto

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casa a corte in via Vincenzo Salierno

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casa a corte in via Padre Ludovico da Casoria

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casa a corte in vico IX Padre Ludovico da Casoria

casa a corte in via D’Anna

27

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28

Il

rghesia urbana, esprime tutto il suo valore attraverso il pregio architettonico della sua

L’immagine urbana della città si realizza quindi attraverso la successione di cortine edilizie ispirate in gran parte agli schemi dell’architettura classica del XVIII e XIX secolo.

L’impianto del palazzo è prevalentemente a corte chiusa o aperta sul fondo. In pochi casi e’ a blocco senza cortile.

L’edificio tipo generalmente si compone di: • un livello a piano terra per botteghe e depositi • un piano ammezzato • un piano padronale • in alcuni casi un terzo piano

Al centro della facciata si apre un ampio portale d’ingresso a tutto sesto che si estende fino all’altezza del piano padronale; da esso si accede all’androne d’ingresso e di seguito al cortile interno

Su di un lato della corte è ubicata la scala che porta ad un ballatoio ad archi che gira sui corpi laterali

La copertura è a tetto aereato da una alta camera d’aria con aperture sul fronte esterno. Il fronte su strada dell’edificio si caratterizza con un basamento in bugnato con cornici e

cornicioni che marcano i differenti solai, con partizioni verticali composte da lesene e paraste poste attorno alle finestre e nei cantonali.

Il piano nobile è evidenziato da una cornice marcapiano e dalla sporgenza dei balconi realizzati con spesse lastre di piperno poggia nsole in ferro o mensoloni in pietra.

Palazzo signorile

Al contrario della casa rurale, proiettata tutta all’interno della corte, il “palazzo”, abitazione ella bod

facciata.

te su me

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Le cortine edilizie

Le cortine edilizie che prospettano le principali strade del centro storico hanno perduto la loro originaria unitarietà per le gravi alterazioni a cui sono state sottoposte specialmente in questi ultimi 60 anni.

Numerose fabbriche, ridotte ad un estremo stato di degrado ed erroneamente ritenute prive di valore storico architettonico per la sola ragione dell’assenza in esse di elementi architettonici significativi, sono state irresponsabilmente abbattute e sostituite da scadentissimi edifici multipiani, spesso arretrati rispetto al filo storico dell’impianto strada anno per la conservazione della memoria storica della città.

le, con grave d

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30

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L’identità storica della città resta pertanto affidata alla conservazione delle residue cortine storiche nelle quali ancora emergono pregevoli palazzi alternati a dignitose fabbriche di edilizia povera.

I palazzi di maggior pregio sono ubic edetto, via Marco Rocco, via Santa Croce, via San Mauro, via Cardinale Maglione, vi soria, corso Umberto.

ati in viaa Padre Ludovico da Ca

San Ben

31

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32

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LE CARATTERISTICH ICI

Al fine di approfondire la conoscenza del tessuto storico del Comune di Casoria si è prima di tutto redatta una carta dei territori urbanizzati per epoca di impianto, desunta dalla cartografia storica disponibile, in modo da definire il perimetro degli insediamenti antecedenti il 1945, procedendo poi al rilievo fotografico di tutti gli edifici ricadenti all’interno di questo perimetro ed alla loro schedatura.

Le informazioni rilevate per ciascun edificio riguardano l’epoca di costruzione, la tipologia, la destinazione d’uso prevalente e quella degli immobili in esso ricadenti, lo stato di conservazione ed il valore storico architettonico. La schedatura, suddivisa per comparti, è riportata nell’allegato 1 alla presente relazione.

Le schede sono state poi memorizzate ciascuna in un record di un file di tipo Access, univocamente associato al relativo edificio presente nella cartografia numerica del territorio comunale, mediante un identificativo numerico. Mediante semplici query sono poi state prodotte diverse carte tematiche di cui se ne riportano qui di seguito due, l’una relativa al valore storico-architettonico dei diversi edifici e l’altra relativa al loro stato di conservazione.

Valore storico-architettonico

Ripercorrendo la storia delle trasformazioni della città si è visto che il centro storico di Casoria è sorto attorno alle due principali chiese di San Benedetto e San Mauro e la stratificazione del suo tessuto urbano è avvenuta con l’edificazione di case rurali e palazzi signorili appartenenti ad una società ad economia rurale.

Malgrado un quarto di questo patrimonio sia stato cancellato dagli sventramenti speculativi di questi ultimi decenni, resta intatta una preziosa testimonianza dell’identità storica ed ambientale della città di alto valore storico culturale, rappresentata dall’insieme corale di edifici a corte

E PRINCIPALI DEGLI EDIF

33

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34

na e sugli assi stradali

I indibile di questa antica testimonianza

sottN

seg

scosti nelle “vielle” e dalle eleganti cortine di palazzi signorili in successionprincipali.

l valore storico e architettonico sta nell’insieme inscche, per continuare a conservare la sua identità, ha bisogno, innanzitutto, che non le venga

ratta o stravolta ancora alcuna sua parte. ella Tavola seguente vengono rappresentati gli edifici per valore attribuito secondo la

uente Legenda:

LEGENDA: Edificio di pregio storico-architettonico da vincolare Edificio di pregio storico-architettonico Edificio di valore testimoniale Edificio di valore testimoniale alterato Edificio di nessun pregio storico-architettonico

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35

St

La scarsa consapevolezza da parte dei cittadini del valore identitario del centro storico ed il di

iastiche si sono preoccupate di eseguire interventi ricostruttivi e di manutenzione. Lo stato di conservazione è ra

ato di conservazione

sinteresse da parte delle istituzioni pubbliche verso la salvaguardia dei valori storici ed ambientali della città hanno prodotto un grave decadimento degli edifici storici esistenti fatta eccezione per gli edifici religiosi per i quali, nel corso dei secoli, le autorità eccles

ppresentato nella tavola seguente utilizzando la seguente classificazione:

LEGENDA: Buono Mediocre Degradato Molto degradato Rudere

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Sia le Chiese che le abitazioni sono realizzate con murature in tufo, spesso cavate dire

imi piani sono sostenuti da strutture ad arco; sono assai diffusi gli archi d’ingresso alle corti e le volte (a botte o a vela) degli androni dei palazzi signorili. Archi a tutto sesto o ribassati sostengono le logge e le scale negli edifici a corte.

Le strutture orizzontali dei piani superiori sono solitamente piane (solai in legno). I le strade sono realizzati con lastre monolitiche di pietra

ntiche poggiate su mensole di pietra le altre su mensole di ferro

L a pendenza lieve protette da tegole; sono rialzate dal odo da formare un sottotetto ben aereato e capace come comodo

Sia le case rurali che i palazzi signorili sono rifiniti con materiali poveri. I paramenti esterni, architettonici decorativi (lesene, paraste, cornici e cornicioni) sono

o gli edifici religiosi, gli edifici in calcestruzzo i recente costruzione ed alcuni palazzi signorili abitati ancora da discendenti delle originarie

fam

i (infissi, portoni, etc.). La maggior parte degli edifici versa in uno stato di marcato degrado perché colpito da dissesti

stat un insieme disordinato di mutilazioni e di superfetazioni. nterventi di consolidamento statico e di recupero architettonico.

D egli edifici del centro storico si rileva lo stato di conservazione di

Sistemi costruttivi degli edifici

ttamente dal sottosuolo adiacente in pozzi utilizzati per la raccolta delle acque piovane. Raramente le murature sono in pietrame.

Solitamente i pr

balconi dei palazzi agettanti sul(piperno o similare) le più abattuto.

e coperture sono generalmente a falde livello dell’ultimo piano in mrurale.

anche in presenza di motiviquasi sempre costituiti da semplice intonaco a stucco facilmente deperibile nel tempo.

Attualmente conservano un buono stato soltantd

iglie. Molti edifici di pregio architettonico pur trovandosi in una buona condizione statica,

presentano i segni della mancata manutenzione nel tempo e di alterazione di alcuni elementi tipologici: superfetazioni agli ultimi piani, degrado degli intonaci, sostituzione degli degli elementi lignee

ici o perché sottoposto nel tempo adPer essi urgono i

all’allegata schedatura dciascuno di essi.

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37

I PIANI SOVRAORDINATI

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38

I riguardano il Comune di Casoria sono: l’Assetto Idrogeologico” (P.S.A.I.), adottato dal Comitato Istituzionale

ell'Autorità di Bacino del Sarno in data 10/04/2002; •

glio 2003 e del quale è stato recentemente redatto un nuovo preliminare, approvato dalla iunta Provinciale con la Delibera n. 445 del 5 luglio 2006.

gni Alveo Camaldoli

principali piani sovraordinati che• il “Piano Stralcio per

dil “Piano Territoriale Regionale” (P.T.R.), adottato con la Delibera della Giunta Regionale n. 1956 del 30/11/2006, pubblicata sul BURC del 10/01/2007;

• il “Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale” (P.T.C.P.), ancora in fase di redazione, di cui una prima versione è stata adottata dal Consiglio Provinciale con la Delibera n. 109 del luG

IL PIANO STRALCIO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO

Il Comune di Casoria ricade nel bacino nord-occidentale, che si estende per circa 1500 kmq, comprende ben 127 comuni, per un totale di circa 3 milioni di abitanti, e risulta essere costituito dai seguenti bacini idrografici:

• Regi La•• Campi Flegrei • Volla • Bacini delle Isole Ischia e Procida

I limiti del Bacino nord-occidentale

itorio si estende su di una vasta area regionale che gravita intIl terr orno ai golfi di Napoli e vest dal litorale domitio fino al confine con il Bacino Nazionale

Liri rdella provincia di Napoli ove include parte del Nolano fino alle falde settentrionali del Vesuvio.

A r ovest si svil a

A ud territorio comprende l’area vulcanica dei Campi Flegrei, che si affaccia sul golfo di Pozzuoli; al largo di quest’ultimo si trovano le isole di Procida e di Ischia anch’esse di competenza dell’Autorità di Bacino nord occidentale della Campania.

Nella zona orientale ricadono il bacino dei Regi Lagni, i torrenti vesuviani e la piana di Volla. Quest’ultima costituisce la valle del fiume Sebeto originariamente paludosa e trasformata, in seguito, da interventi antropici di bonifica, in zona agricola fertile.

Pozzuoli ed è delimitata ad o-Ga igliano-Volturno e si protende verso est nell’area casertana, rientrando nel tenimento

no d comprende le aree prossime al tratto terminale del fiume Volturno; a sud upp no i bacini dei Regi Lagni, del Lago Patria e quello dell’alveo dei Camaldoli. s , fino al mare, il

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39

n Delibera del Comitato Istituzionale n. 11 del 10/5/2002.

resente un’unica area a Rischio moderato, R1, a confine con Volla.

IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE

Il Piano Territoriale Regionale è stato anticipato dall’approvazione delle “Linee Guida per la ia

287

provinciale da affrontare e risolvere secondo procedure di copianificazione sos

il c

antagonismi concorrenziali) e nella quale il ruolo dei nodi sia frutto più delle specificità e delle ide

S idi strategie in coerenza con il cacontinue im i Sistemi Territoriali di Sviluppo diventano la trama di base sulla quale costruire i processi di copianificazione”, nonché “possono costituire una significativa opportunità per la Regione Campania di affrontare la prossima programmazione

Il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico è stato adottato co

Il Comune di Casoria non è interessato da aree con rischio frane ma presenta situazioni

particolari dal punto di vista del rischio idrogeologico in località Arpino a confine con Volla. In particolare è p

In questa zona, a norma del comma 1 dell’art. 30 delle norme tecniche, “I nuovi interventi, le

nuove opere e le nuove azioni per le quali non è previsto lo studio di compatibilità idraulica o idrogeologica … non devono incrementare uno dei fattori che concorrono alla definizione del grado di rischio determinando il superamento della soglia del rischio accettabile (R2)”.

P nificazione Territoriale Regionale”, approvate con la Delibera della Giunta Regionale n. 4459 del 30/09/2002 e successivamente integrate con la Delibera n. 286 del 25/02/2005.

La versione definitiva del Piano, la cui redazione è stata avviata con la Delibera di Giunta n. del 25/02/2005, è stata adottata con la Delibera della Giunta Regionale n. 1956 del

30/11/2006, pubblicata sul BURC del 10/01/2007. Nell’interpretazione della struttura territoriale della Campania, il P:T:R:, attraverso i Quadri

territoriali individua gli Ambienti Insediativi ed i Sistemi Territoriali di Sviluppo. In particolare nel Secondo Quadro territoriale di riferimento il P.T.R. individua gli “Ambienti Insediativi” (ambiti “macro”) che vengono proposti al confronto con Province ed altri Enti locali per inquadrare in modo sufficientemente articolato gli assetti territoriali della regione”, affidando alla pianificazione provinciale la definizione degli assetti insediativi, riservando a sé i compiti di proposta di visioni di guida per il futuro, e l’individuazione di temi che pongono questioni di coordinamento inter

tanziale. In sostanza, nel P.T.R., gli ambienti insediativi costituiscono gli ambiti delle scelte

strategiche con tratti di lunga durata (e dei conseguenti interventi “strutturanti”), in coerenza con arattere dominante a tale scala delle componenti ambientali e delle trame insediative. Per gli ambienti insediativi la scelta strategica del P.T.R. mira al perseguimento “di un

assetto policentrico più coerentemente aderente ad una idea di “rete” territoriale nella quale contino più le relazioni, in un certo senso, dei nodi (valorizzando le complementarità più degli

ntità che delle dimensioni e delle gerarchie”. Nel terzo Quadro Territoriale di Riferimento vengono individuati i “Sistemi Territoriali di

v luppo”. Tali sistemi hanno funzione “non di vincolo, ma di orientamento per la formulazione rattere proprio del PTR, inteso come piano in itinere soggetto a

plementazioni”, ed altresì che “

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40

con me e nelle prassi regionali”.

oni articolate territorialmente rispetto a 9

di s

ti Insediativi:

iana del Sele;

son

7.

10.

dei fondi comunitari 2007/2013 in un quadro di pianificazione unitario, frutto di un processo di certazione ormai radicato nelle nor Il P.T.R., pertanto, detta indirizzi e fornisce indicazi

Ambienti Insediativi, 45 Sistemi Territoriali di Sviluppo e 10 Campi Territoriali Complessi, qui eguito elencati. I 9 Ambien

1. la piana campana; 2. la penisola sorrentino-amalfitana;

; 3. l’agro sarnese-nocerino. l’area salernitana e la p4

5. l’area del Cilento e del Vallo di Diano; 6. l’Avellinese; 7. il Sannio; 8. la media valle del Volturno; 9. valle del Garigliano; la

o individuati allo “scopo di mettere in evidenza l’emergere di città, distretti, insiemi territoriali con diverse esigenze e potenzialità”11.

I 45 Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS) sono stati individuati, “in una prima fase, per inquadrare la spesa e gli investimenti del POR, e in prospettiva, in sintonia con la programmazione economica “ordinaria”” riconoscendo che è “proprio il carattere strategico conferito al PTR che postula l’aggancio di politiche di sviluppo a coerenti riferimenti territoriali”12.

I 10 Campi Territoriali Complessi:

1. Grazzanise; 2. Area Urbana Casertana; 3. Direttrice nord Napoli Caserta; 4. Area Interprovinciale Caserta/Benevento/Avellino; 5. Area Avellinese; 6. Costa Salernitana;

Costa Sorrentina; 8. Litorale Domizio; 9. Area Vesuviana;

Campi Flegrei; sono stati individuati come “ambiti prioritari d’intervento, interessati da criticità per effetto di processi di infrastrutturazione funzionale ed ambientale particolarmente densi”13.

Questa articolazione, pur non essendo immediatamente chiara, costituisce di fatto la matrice attraverso cui leggere gli indirizzi e le indicazioni dettate dal P.T.R. per le diverse zone e per i diversi Comuni.

Il Comune di Casoria ricade: • nell’Ambiente Insediativo n. 1 “Piana Campana”; 11 BURC 10/1/2007, pag. 82 12 BURC 10/1/2007, pag. 113 13 BURC 10/1/2007 pag. 244

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41

minati “a dominante urbano-industriale”, unitamente ai Comuni di Arzano, asandrino, Casavatore, Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano, Melito di Napoli e

an parte compromessa, per eccesso di edificazione, nel contempo sott

PTR individua fra le tipologie di rischio presenti in quest’ambito quelle legate “alla per

biodiversità presenti (territori ad uso agricolo).

muni di Arzano, Casandrino, Casavatore, Casoria, Fratta

tema sono i seguenti, cui sono attribuiti al

• nel Sistema Territoriale di Sviluppo E2, “Napoli Nord”, appartenente all’insieme E dei sistemi denoCSant’Antimo;

• nel Campo Territoriale Complesso n. 3 “Direttrice Nord Napoli Caserta”. Ambiente Insediativo n. 1

Per quanto concerne questo ambiente il PTR, pur rilevando che la situazione, specie sulla costa, si presenta in gr

olinea il permanere di un sistema di aree naturali fortemente interrelato, come parte della rete ecologica regionale, di aree ad uso agricolo, di alto valore economico, di tratti liberi da edificazione lungo la costa e di numerosi manufatti industriali dismessi o in via di dismissione che costituiscono, in particolare, un fattore di “potenziale recupero di condizioni di vivibilità e riqualificazione nelle aree più compromesse”14. Quest’ultimo fattore si presenta, anche nel caso di Casoria, come un fattore strategico per la riqualificazione di un territorio pressoché tutto urbanizzato in cui le aree che mantengono un connotato agricolo sono ormai solo aree marginali.

Ilicolosità e all’inquinamento degli insediamenti industriali” che riguarda anche il Comune di

Casoria che presenta diversi siti inquinati o potenzialmente inquinati. Per questo motivo a questo tema è stato dedicato un intero capitolo di questa Relazione. Altro rischio sottolineato per quest’ambito dal P.T.R., presente anche a Casoria, è quello idrogeologico legato all’inquinamento delle falde acquifere, come pure quello legato alla fratturazione ed ai crolli parziali di banchi di tufo ed al collassamento di cavità sotterranee in essi scavate.

Dalla descrizione delle problematiche emergono, poi, le indicazioni sugli obiettivi da

perseguire secondo una “visione guida per il futuro” che si articolano nei seguenti punti: • l’organizzazione policentrica del territorio; • la riqualificazione e la messa a norma delle città soprattutto incrementando la dotazione

quantitativa e qualitativa delle attrezzature; • la conservazione ed il recupero delle

Per quanto concerne poi gli indirizzi e le proposte progettuali legate alle infrastrutture

stradali e ferroviarie si rimanda a quanto riportato più in dettaglio per il SRS E2. Sistema Territoriale di Sviluppo E2 Napoli Nord

Il sistema è situato a nord di Napoli e comprende i comaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano, Melito di Napoli e

Sant’Antimo. I principali indirizzi dettati dal PTR per questo sis

v ori da 1 a 4, corrispondenti alla scala nominale: basso, medio, forte ed elevato: • difesa della biodiversità (2); • valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio (1); recupero aree dismesse e in via di dismissione (4); •

14 BURC 10/1/2007 pag. 88

Page 43: Tav[1].Rel a00 Relazione

42

• rischio da attività estrattiva (4); • settore turistico (1)15.

fina

1-A3, con lo svincolo sulla Circonvallazione nord di Napoli e l’imbocco della Tangenziale;

• dalle seguenti strade principali: - la SS 7 bis di Terra di Lavoro; - la variante alla SS 87, che è a carreggiate separate; - la SS 87 Sannitica; - l’Asse Mediano (SS 162), che incrocia il raccordo autostradale A1-A3. - la Circonvallazione nord di Napoli, a carreggiate separate.

• dalla linea ferroviaria Napoli – Aversa, con le stazioni di Casoria-Afragola, Frattamaggiore-Grumo e Sant’Antimo-Sant’Arpino;

• dall’aeroporto di Napoli-Capodichino, raggiungibile percorrendo circa 8 km di raccordo autostradale A1-A3, a partire dallo svincolo sulla Circonvallazione nord di Napoli.

In termini di programmazione è previsto: • per il sistema stradale:

- il completamento della SS 87 di collegamento tra Napoli e Caserta (codice intervento 11);

- il prolungamento della Circumvallazione Esterna di Napoli (codice intervento 18); - un nuovo collegamento stradale tra gli assi autostradali e la zona di Capodichino con

l’adeguamento della viabilità esistente (codice intervento 96); • per il sistema ferroviario:

- il raccordo ferroviario tra la linea Aversa-Napoli e la variante della linea di Cancello (codice intervento 25);

- la linea metropolitana Napoli-P.zza Di Vittorio-Casoria (codice intervento 27); - la trasversale ferroviaria Quarto-Giugliano-Staz. AV/AC di Napoli-Afragola (codice

intervento 28).

Inoltre il PTR ha attribuito a ciascun STS un peso relativo alle strategie legate alle politiche

industriali basato sull’appartenenza dei Comuni che vi ricadono ad un distretto industriale, ad un progetto integrato di distretto o di filiera produttiva, ad un’ASI o alla presenza di un PIP

nziato. In base a questi parametri il PTR ha attribuito al STS E2 il massimo punteggio pari a 416.

Tutti questi indirizzi riguardano il Comune di Casoria in particolare per quanto concerne la

conservazione del residuo territorio agricolo e della sua biodiversità, la valorizzazione del patrimonio culturale dopo le alterazioni e le compromissioni degli anni precedenti, il recupero delle aree dismesse ed in via di dismissione per il ristabilimento di condizioni di vivibilità e per la riqualificazione del tessuto urbano, la riduzione del rischio legato alla fatturazione e ai crolli parziali di banchi di tufo ed al collassamento delle cavità sotterranee in essi scavate specie nel centro urbano.

Per quanto concerne la mobilità17 il sistema è interessato:

• dalla rete autostradale costituita dal raccordo autostradale A

15 BURC 10/1/2007 pag. 233 16 BURC 10/1/2007 pag. 237 17 BURC 10/1/2007 pag. 178

Page 44: Tav[1].Rel a00 Relazione

43

ampo Territoriale Complesso n. 3 – Direttrice Nord Napoli Caserta

PTR individua nel territorio regionale “ambiti prioritari di intervento, interessati da criticità er effetto di processi di infrastrutturazione funzionale ed ambientale particolarmente densi”, efiniti Campi Territoriali Complessi, che “possono essere definiti come punti caldi del territorio gionale”18. Comune di Casoria ricade nel Campo Territoriale Complesso denominato “Direttrice Nord apoli Caserta” che rappresenta “il core dell’area metropolitana di Napoli ed è caratterizzata a una molteplicità di interventi infrastrutturali che ne rappresentano una dorsale costituita da ementi lineari e da polarità attrattive di livello territoriale”. In esso19i gli interventi principali guardano la Strada Statale 87, i siti potenzialmente contaminati, la stazione TAV di Afragola e metropolitana regionale.

IL P.T.C.P.

Il “Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale” (P.T.C.P.) ha avuto una storia lunga e boriosa, una prima versione è stata adottata con la Delibera del Consiglio Provinciale n. 109 el luglio 2003, cui non ha fatto seguito né l’esame delle osservazioni, né la definitiva provazione.

Successivamente, a seguito dell’entrata in vigore della Legge Regionale n. 16/2004, la iunta Provinciale ha disposto, con il proprio atto n. 344 del 17 marzo 2005, la sua elaborazione, al fine di provvedere all’adeguamento dello stesso agli obiettivi ed alle rescrizioni introdotte dalla nuova normativa regionale.

L’iter di for o punto fermo stituito dalla r la Delibera n.

45 del 4 luglio 2006. Successivamente, con la Deliberazione n. 1091 del 17 dicembre 2007, la Giunta Provinciale

ha approvato la Proposta definitiva del PTCP, così come redatta dalla Direzione PTCP – Piani di Settore – Progetti Speciali, sulla base dei contributi dei diversi consulenti coordinati dal prof. Roberto Gambino.

Il P.T.C.P. sottolinea il ruolo trainante di Nola e Casoria per quanto concerne il settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio e la scarsa ed insufficiente dotazione di servizi dell’area a nord di Napoli, stretta fra i comuni di Giugliano e Pozzuoli da un lato, di Casoria, Afragola e Caivano dall’altro.20

Inoltre il P.T.C.P. annovera, fra i centri urbani immersi in una periferia continua e totalmente urbanizzata, che si estende intorno a Napoli, anche il Comune di Casoria.21 Periferia nella quale, negli anni più recenti, si sono localizzati grandi centri commerciali (Ipercoop, Ikea, ecc.) che spesso assumono essi stessi la valenza di centri, a danno dell’identità e riconoscibilità degli stessi centri storici.

La Disciplina del Territorio e del Paesaggio del Comune di Casoria è riportata nelle tavole

P.07.11 e P.07.19 del P.T.C.P.. In esse sono individuati: • il Centro storico di Casoria ed il Nucleo storico di Arpino sulla base delle aree edificate così

come risultanti dalla cartografia I.G.M. del 1936 per le quali vale quanto disposto dall’art. 38 delle Norme Tecniche;

C

IlpdreIlNdelrila

ladap

Grip

mazione del piano è pertanto ripartito ed è giunto ad un primedazione di un preliminare approvato dalla Giunta Provinciale conco

4

18 BURC 10/1/2007 pag. 244 19 BURC 10/1/2007 pag. 265 20 Relazione del P.T.C.P., Parte I. 21 Relazione del P.T.C.P., Parte III ed Appendice.

Page 45: Tav[1].Rel a00 Relazione

44

dicate le principali architetture sacre, per le quali si rim

prequadem

piaspazi scoperti pubblici e privati” e “delle aree libere contigue” al Centro Storico destinandole

gli Insediamenti Urbani prevalentemente Consolidati per i quali vale quanto disposto dall’art. 51 delle Norme Tecniche;

• le Aree di Consolidamento Urbanistico e di Riqualificazione Ambientale per le quali vale quanto disposto dall’art. 52 delle Norme Tecniche;

• le Aree e Complessi per Insediamenti Produttivi Sovracomunali per i quali vale quanto disposto dall’art. 55 delle Norme Tecniche;

• le Aree Agricole e periurbane per le quali vale quanto disposto dall’art. 48 delle Norme Tecniche; le Aree ed Emergenze Archeologiche ed in particolare gli Ambiti di Attenzione per i quali vale quanto disposto dall’art. 37 delle Norme Tecniche;

• l’Area Aereoportuale.

Nelle stesse tavole sono inoltre inanda, unitamente agli altri siti e monumenti isolati, all’art. 39 delle Norme Tecniche, i

tracciati stradali di epoca romana e quelli principali al 1886, per i quali si rimanda al successivo art. 40, ed i percorsi panoramici per i quali si rimanda al successivo art. 45.

L’art. 38,”Centri e nuclei storici”, al comma1, considera i centri storici quali “risorsa

primaria ai fini dell’identità culturale e della qualità del quadro di vita attuale e futuro della popolazione provinciale”, prescrivendo la conservazione integrale e la valorizzazione, mediante “appositi progetti di qualificazione”, dei loro caratteri strutturali, “individuati essenzialmente nella forma, nella riconoscibilità, nell’integrità e pregnanza culturale e nella stessa qualità prossemica dello spazio collettivo e nelle regole insediative tipo-morfologiche”.

Il P.U.C. di Casoria ha, in particolare, approfondito, rispetto al P.T.C.P., l’analisi del sistema storico comunale sulla base degli studi ricognitivi e della documentazione storica riportata nel capitolo “lineamenti storici” e nell’allegato “Schedatura degli edifici del Centro Storico”, precisando meglio, come previsto dal comma 8 punto a) del suddetto articolo, la delimitazione riportata nelle tavole del P.T.C.P..

Nelle Norme Tecniche di Attuazione, vengono, inoltre, precisate le disposizioni tese a garantire, come previsto dal successivo punto d), la conservazione ed il ripristino dei seguenti fattori: • leggibilità e integrità del disegno dell’impianto urbano con riferimento ai tracciati, agli

spazi pubblici e ai relativi affacci e ai complessi costruiti con le relative tipologie o architetture rilevanti per l’identità storica;

• articolazione dei caratteri tipomorfologici, formali e costruttivi, dei tessuti edilizi e degli spazi aperti da salvaguardare con riferimento alle tipologie ricorrenti, ai materiali e alle tecniche costruttive locali, ai rapporti tra spazi scoperti, spazi coperti e volumi edificati;

• leggibilità e fruibilità dell’impianto complessivo nell’inserimento nel territorio circostante e delle strutture e degli elementi naturali o di archeologia antica e medievale che hanno influenzato l’impianto insediativo. Il P.U.C. ha, inoltre, individuato l’edilizia recente, all’interno del Centro Storico, priva di gio e sostanzialmente contrastante con i valori tutelati, sia dal P.T.C.P., sia dal P.U.C., per i li il P.U.C., secondo quanto previsto dal comma 9 e 10 dello stesso articolo, favorisce la olizione e la ricostruzione in altra zona individuata dal P.U.C., con una premialità

urbanistica pari al 40% del demolito, e la ricomposizione ed il riuso come spazio pubblico urbano della relativa area di sedime.

Data, inoltre, la penuria di spazi ed attrezzature pubbliche all’interno del Centro Storico il no prevede in parte l’integrazione di standard ed in più larga misura “l’inedificabilità degli

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45

prestes

ta area classificata come “insediamenti urbani pr

lori urbani identificabili principalmente nella complessità funzionale e sociale, nella riconoscibilità dell’impianto sp

prioritariamente un’adeguata dotazione di attrezzature pubbliche e di attività di

satufunz ma 11, di individuare, da un lato, le ”zone

acce ative elevate o medie, di conservazione e recupero” e le “zone urbane

modpres

ttozone, “finalizzando le

gli ridi

proracprodalcon

istici per attività produttive di rilievo

fun

Aappterr

feribilmente a verde pubblico, come previsto del resto dal comma 11, punti e) ed f) dello so articolo. Il P.T.C.P. individua, inoltre, una vas

evalentemente consolidati” per la quale il comma 2 dell’art. 51 precisa che “La pianificazione comunale dovrà essere finalizzata a mantenere o immettere i va

aziale, nel ruolo strutturante del sistema degli spazi pubblici”, per cui occorre “che sia assicurata servizio alla residenza”.

Lo stesso articolo suggerisce, al comma 3, l’opportunità di identificare i “tessuti urbani ri”, per i quali “promuovere interventi di riqualificazione che ne incrementino la complessità ionale e la qualità spaziale e edilizia”, e, al com

urbane consolidate con impianto riconoscibile e concluso, qualità edilizia ed urbanistica ttabile e densità abit

con impianto incompiuto e/o con densità abitative basse e/o qualità urbanistica inaccettabile e ificabile, di riqualificazione e ristrutturazione urbanistica”, dettando, per esse, specifiche crizioni ed indirizzi nei commi successivi dello stesso articolo. Il P.T.C.P. individua, inoltre, nel comune di Casoria “aree di consolidamento urbanistico e di

riqualificazione ambientale” costituite da “tessuti urbani di recente formazione caratterizzati da diversi gradi di densità e da differenti morfologie e qualità delle componenti”. Queste possono essere caratterizzate o dalla presenza esclusiva della funzione residenziale, o dalla “presenza di attrezzature collettive e/o attività terziarie private non coerentemente relazionate ai tessuti residenziali” esistenti, o “dalla commistione disordinata di sedi produttive industriali/artigianali e funzioni residenziali”, o, infine, consistere in “aree produttive di interesse prevalentemente locale adiacenti o prossime ai tessuti urbani” disciplinate dall’art. 52 delle N.T.A.. Questa varietà di situazioni ha richiesto, in fase di redazione del P.U.C., un approfondimento analitico finalizzato, soprattutto, all’identificazione dei diversi casi, articolandoli in sotrasformazioni al soddisfacimento dei fabbisogni della popolazione residente” e “configurando

interventi di ristrutturazione urbanistica e di completamento come occasione per segnarne e qualificarne l’assetto”. Vengono poi individuate alcune “Aree e complessi per insediamenti produttivi di interesse vinciale e/o sovra comunale”, disciplinate dall’art. 55 delle N.T.A., per le quali il P.T.C.P. comanda di porre particolare attenzione, da un lato, all’esigenza di qualificare il tessuto duttivo provinciale, sia a livello delle imprese, sia a livello delle aree su cui insistono, e, l’altro, all’esigenza di “ridurre l’impatto ambientale degli insediamenti produttivi e il loro sumo di risorse non rinnovabili”, prima di tutto del territorio. In particolare il P.T.C.P. individua, fra i poli special

provinciale o sovra comunale, il polo integrato di Casoria-Afragola, come polo consolidato “per zioni miste produttive, logistiche e del commercio”.

l fine di perseguire gli obiettivi e gli indirizzi fissati dal P.T.C.P. il P.U.C. ha ulteriormente rofondito la zonizzazione proposta dal P.T.C.P. attraverso una analisi approfondita del itorio comunale, per la quale si rimanda agli altri capitoli della presente relazione.

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46

t

varCon205DirRegDel

art.

Il Piano riguarda una piccola porzione del territorio di Casoria a confine con Arzano per la quale si rimanda alle Norme di Attuazione della variante suddetta.

IL PIANO ASI

Il Piano Regolatore Territoriale dell’Area di Sviluppo Industriale della Provincia di Napoli è o approvato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Minsta istri il 14 ottobre 1968. Esso

individuava sette agglomerati ubicati, all’epoca, in aree con caratteristiche ancora agricole. Il Piano dell’Agglomerato di Casoria- Arzano-Frattamaggiore è stato oggetto di diverse ianti, la prima fu adottata con Deliberazione n. 144 del 5/4/1977 del Comitato Direttivo del sorzio A.S.I. di Napoli ed approvata con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 9 del 16/5/1979, la seconda fu adottata con Deliberazione n. 213 del 14/7/1992 del Comitato ettivo del Consorzio A.S.I. di Napoli ed approvata con Decreto del Presidente della Giunta ionale n. 54/26 del 30/5/1995, mentre l’ultima, in ordine di tempo, è stata adottata con ibera del Commissario Straordinario n. 343 del 18/7/2001, con controdeduzioni alle

osservazioni approvate con Delibera del Commissario Straordinario n. 434 dell’1/8/2002 ed adeguamento alle prescrizioni in sede di Conferenza dei Servizi per conclusione procedimento ex

10 L.R. n. 16/1998.

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47

I PIANI DI SETTO LO COMUNALE

RE DI LIVEL

Page 49: Tav[1].Rel a00 Relazione

48

t. 36 del D.Lgs. n.

dotarsi. Quanto sopra, da un lato, al fine di recepire nel P.U.C. eventuali indicazioni di detti piani o, di verificarne l’attualità e la congruenza con le scelte effettuate nel P.U.C..

vigind base delle

deco

ree

leg

ge di detto piano è quella di migliorare la mobilità delle persone e delle

zzazione di alcune opere ed interventi che, pur piano di questo tipo, potrebbero avere un effetto positivo sulle di Casoria. In particolare il piano prevede alcun interventi iodo consistenti in due aree di parcheggio, in un parcheggio

rcizio dell’asse Cantariello per consentire ai flussi fra la

lca ferrovia, la realizzazione di un asse via

e, al fin

La Deliberazione n. 834 della Giunta Regionale dell’11 maggio 2007 prevede che il P.U.C. includa al suo interno anche il Piano Comunale di Protezione Civile (art. 108 del D.Lgs. n. 112/98), il Piano Comunale del Commercio (L.R. n. 1/2000), il Piano di Distribuzione dei Carburanti (L.R. n. 6/2006; D.Lgs. n. 32/1998), il Piano Urbano del Traffico (ar

285/1992), il Programma Urbano dei Parcheggi (L. n. 122/1989), il Piano di Zonizzazione Acustica (L. n. 447/1995) ed ogni altro piano di cui il Comune si sia dotato o sia obbligato a

e, dall’altr

Occorre qui prima di tutto dire che l’Amministrazione Comunale di Casoria, pur avendo provveduto a far redigere alcuni di questi piani non ne ha mai completato l’iter di approvazione, mostrando una notevole inerzia per qualsiasi iniziativa commessa alla pianificazione e programmazione del proprio territorio.

Il Piano di Distribuzione dei Carburanti (P.D.C.) è stato redatto tenendo conto del P.R.G. ente, risalente agli anni ’80, e della cartografia numerica edita nell’anno 2000. Il piano ividua planimetricamente 13 impianti di distribuzione carburante esistenti e, sulla

prescrizioni e delle indicazioni dell’art. 19 della L.R. n. 27/1994, individua 9 impianti da localizzare, 1 impianto da modificare in termini distributivi, al fine di eliminarne l’interferenza n i flussi di traffico, e 3 impianti localizzati in modo idoneo. Il Piano all’art. 2 non consente la allocazione di impianti di distribuzione carburanti nelle a

destinate a standard, mentre ne consente la localizzazione in tutte le altre zone, nel rispetto delle gi vigenti in materia e delle loro successive modifiche ed integrazioni. Il P.U.C. Il Piano Urbano del Traffico (P.U.T.) è stato redatto dal Consorzio Arianna e consegnato nel nnaio 2001. La finalità

merci in ambito urbano utilizzando le risorse esistenti (infrastrutture, sistemi e mezzi di trasporto). Ciò nonostante il piano propone la realiesulando dai compiti di un condizioni della mobilità infrastrutturali di breve permultipiano, nell’apertura all’eseCircumvallazione Esterna ed Afragola di evitare l’attraversamento del centro abitato di Casoria, l’adeguamento di via Brancaccio, di via Pagano e del cava

rio di collegamento tra via Brindisi e la SS 87 “Sannitica”, l’adeguamento dell’accesso di via Padre Ludovico da Casoria verso via Nuova Padre Ludovico da Casoria e la risistemazione dell’incrocio via Padula – via Calvanese I° Trav. Michelangelo. Oltre a questi interventi il P.U.T. indica alcuni interventi a medio termine inerenti sia l’assetto e l’uso del territorio, sia la ret

e di migliorare le condizioni del traffico modificando la distribuzione della domanda di spostamenti ed integrando l’offerta. Queste misure riguardano: • la decompressione del centro storico riducendo, al suo interno, la presenza di funzioni

terziarie che ne determinano la congestione, e la creazione di un polo di riequilibrio urbano centrato sul nodo di interscambio della Stazione FS di Casoria ed il recupero delle aree dismesse dell’A.D.S. e della Rhodiatoce che dovrebbe accogliere parte delle funzioni terziarie presenti attualmente nel Centro Storico oltre a servizi di livello superiore;

• la realizzazione di un Terminal autostradale come polo di interscambio gomma-ferro costituito dalla nuova stazione, in adiacenza ad esso, prevista dall’Accordo Quadro tra Regione Campania, Ministero dei Trasporti, FS e TAV, da un terminal di bus e da un

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49

Centro – Arpino, in corrispondenza del Terminal di cui al punto precedente.

Le proposte del P.U.T. sono statrecepite o assett a

Il Piano di Zonizzazione Acustica P.Z.A. del Comune di Casoria è costituito dai seguenti

( analisi), che riporta le ntesto urb ll one, le previsioni degli

strumenti urbanistici e di governo della mobilità, vigen

l’articolazitorio comunale;

3. la normativa di attuazione che definisce gli effettstrumentazione urbanistica, fissa le modalità di aggio del Piano, disciplina le attività rumorose, sia permanenti che temcomunale, stabilisce le attività di vigilanza e prescrive le

La zonazione acustica è basata sulle destinazioni di zona. cisare che

un intenso abusivismo edpertanto, la zonazione acustica conseguente non è rispondennella stesura del P.Z.A., erano state classificate dal punto di v une zone, non sulla base degli usi effettivi o previsti dal P.R.G. vigente, ma di indicazioni fornite

razione Comunale cir l er cui nella relazione di piano si legge: “Sulla base di tali indicazioni è stato possibile definire una classificazione

à o nno assunto la nuova connotazione”. Queste aree riguarda uen

parcheggio di interscambio, collegato con l’aeroporto di Capodichino ed integrato con un polo alberghiero;

• la realizzazione di uno svincolo sulla viabilità Casoria

e attentamente vagliate nella redazione del P.U.C. ed in parte adattandole al nuov o del territorio previsto d l P.U.C..

elaborati: 1. la relazione tecnica, corredata da elaborati grafic

caratteristiche del coi tavole di

ano rilevanti ai fini de a zonizzaziti e in itinere, i criteri adottati e le

ione in classi acustiche dell’intero

i dell’adozione del P.Z.A. sulla rnamento e revisione

scelte effettuate in sede di redazione del Piano; 2. la tavola di zonizzazione acus

terrtica che riporta

poranee, all’interno del territorio opportune sanzioni. del P.R.G. vigente e sugli usi del le aree destinate a zona industriale ilizio a carattere residenziale e che, te all’attuale uso del suolo. Inoltre, ista acustico alc

suolo alla data di stesura del pianosono state in buona parte oggetto di

Occorre qui pre

sulla basedall’Amminist ca elaborazioni progettua i in corso. P

acustica che, ovviamente, sar perativa allorquando e seg

le aree avrano in particolare l ti zone:

• area ex Resia, costituita da(P.I.P.)

un di d'Insediamenti Produttivi la cui superficie comple g ica è pari a 92703,50 mq

Classe IV (area di

'area dismessa oggetto un Piano ssiva, desunta dalla carto rafia tecn

di cui 17726,47 mq destinati a standard, cui è stata assegnata dal P.Z.A. laintensa attività umana).

• area ex Rhodiatoce ed ex Tubi Bonna, si tratta di due aree dismesse, inserite nel tessuto urbano consolidato, che secondo il P.R.G. vigente hanno destinazione urbanistica di zona G - terziario-commerciale. Secondo il P.Z.A. l'area potrebbe ricadere nella Classe III (aree di tipo misto) o nella classe IV (aree di intensa attività umana), se risulterà predominante la destinazione ad attività produttive, per cui è stata classificata come area di transizione III-IV. Il P.U.C. prevede, invece, sull’area dell’ex Rhodiatoce la realizzazione di un insediamento universitario, mentre sull’area dell’ex Tubi Bonna, di circa 43369,29 mq, è operante un Piano di Lottizzazione con destinazione commerciale.

• area Calcobit, l'area ubicata nei pressi dell'asse territoriale di collegamento della Circumvallazione esterna ad oggi ospita ancora un'industria per la produzione di calcestruzzo. Per essa è stato approvato, dall'amministrazione comunale, un Accordo di Programma per la delocalizzazione del complesso industriale ritenuto insalubre, la

e di un complesso multifunzionale per intrattenimento e tempo libero, in cui è ra l'altro, la realizzazione di 11 sale cinematografiche. Data la nuova destinazione e

realizzazionprevisto, tconsiderate le attività previste il P.Z.A. ha assegnato all'area la Classe IV. area P.E.E.P. Casoria centro, si tratta di un comparto urbano a destinazione residenziale

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50

alificazione urbana per il quale sono in atto le procedure relative ad un programma di riqufinalizzato alla realizzazione di infrastrutture pubbliche. Le indicazioni fornite ai progettisti del P.Z.A. dall'amministrazione comunale hanno consentito agli stessi si assegnare all’area la Classe II (aree destinate ad uso prevalentemente residenziale).

• area Ovulo, l'area è situata al centro di un sistema di infrastrutture autostradali ed è completamente inedificata. Il P.R.G. vigente individua l'area come "Terminal Autostradale", in cui non sono ben specificate quali funzioni dovrà accogliere. L'amministrazione ha inserito

edendo per essa una serie di funzioni del tipo già descritto e, vista l'estensione dell'area, anche la creazione di un parco pubblico. Il P.Z.A. non potendo procedere, anche in

caso, ad una classificazione acustica definitiva, sulla base delle indicazioni a suo tempo fornite dall’Amministrazione comunale ha ipotizzato che l'area possa ricadere nella

tale area all'interno dello Studio di Fattibilità già citato per le aree ex Rhodiatoce ed ex Tubi Bonne, prev

questo

Classe III o IV, a seconda degli elementi predominanti, per cui la ha classificata come area di transizione III-IV.

• area ex A.d.S., il complesso industriale dismesso dell'ex A.d.S. è stato riattivato per la produzione industriale di tondini di acciaio per l'edilizia, per cui il P.Z.A., ritenendo che l’area continui ad avere una destinazione industriale, la ha assegnata alla classe VI.

Page 52: Tav[1].Rel a00 Relazione

51

I VINCOLI

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52

Le scelte da operare nella redazione di un P.U.C. devono essere ovviamente congruenti con il stema di norme e vincoli sovraordinati che operano sul territorio. Questo comporta non solo la ecessità di tenere conto dei diversi piani sovraordinati che insistono sul territorio comunale, attati in altra parte di questa relazione, ma anche dei vincoli operanti ope legis.

Questi ultimi riguardano le linee e gli impianti ferroviari, la viabilità, l’aereoporto, il cimitero, reti, i pozzi, ecc. e comportano la necessità di generare dei buffer relativi alle fasce di rispetto.

iabilità

Ai sensi dell’articolo 41-septies, commi 1 e 2 della legge urbanistica n. 1150/1942, articolo giunto dall’articolo 19 della legge n. 765/1967, “Fuori del perimetro dei centri abitati

ebbono osservarsi nell’edificazione distanze minime a protezione del nastro stradale, misurate partire dal ciglio della strada” distanze stabilite successivamente con il D.M. 1 aprile 1968 che l’art. 3 classifica le strade in: ) Autostrade: autostrade di qualunque tipo (legge 7 febbraio 1961, n. 59 , art. 4); raccordi

autostradali riconosciuti quali autostrade ed aste di accesso fra le autostrade e la rete viaria della zona (legge 19 ottobre 1965, n. 1197 e legge 24 luglio 1961, n. 729 , art. 9);

) Strade di grande comunicazione o di traffico elevato: strade statali comprendenti itinerari internazionali (legge 16 marzo 1956, n. 371, allegato 1); strade statali di grande comunicazione (legge 24 luglio 1961, n. 729, art. 14); raccordi autostradali non riconosciuti; strade a scorrimento veloce (in applicazione della legge 26 giugno 1965, n. 717 , art. 7);

C) Strade di media importanza: strade statali non comprese tra quelle della categoria p 0; s

D) Strade lle della categoria precedente.

e all’art. 4 fissa le seguenti “distanze da osservarsi nella edificazione a partire dal ciglio della strada e da misurarsi in proiezione orizzontale”: strade di tipo A) - m. 60,00; strade di tipo B) - m. 40,00; strade di tipo C) - m. 30,00; strade di tipo D) - m. 20,00. alle quali “va aggiunta la larghezza dovuta alla proiezione di eventuali scarpate o fossi e di fasce di espropriazione risultanti da progetti approvati”.

Questo vincolo di inedificabilità è da considerarsi assoluto per le aree situate al di fuori del centro abitato, perché, ai sensi del D.M. 1 aprile 1968, è esclusa ogni possibilità di deroga alla distanza minima, mentre all’interno del centro abitato essa è ridotta, per le autostrade a venticinque metri ed è derogabile a mente dell’articolo 9, comma 1 della legge n. 729/1961.

L’inderogabiltà di tale vincolo al di fuori del centro abitato è, tra l’altro, confermata dalla sentenza del Consiglio Stato, sez. IV, 25 settembre 2002, n. 4927 che ritiene non sanabili le opere abusive realizzate all’interno della predetta fascia di rispetto, al di fuori del perimetro del centro abitato, nei casi in cui il vincolo sull’area era stato imposto prima della costruzione del manufatto, ritenendo, in questo caso, che non ci si possa avvalere della possibilità di sanatoria offerta dall’articolo 32, comma 4, lettera c) della legge n. 47/1985 per il quale “Sono suscettibili di sanatoria, … , le opere insistenti su aree vincolate dopo la loro esecuzione e che risultino: … in contrasto con le norme del D.M. 1 aprile 1968”, ma che trovi applicazione la norma di cui all’articolo 33, comma 1, lettera d) della stessa legge che esclude la possibilità di sanatoria delle opere di cui al precedente articolo 31 “quando siano in contrasto” con vincoli che “comportino inedificabilità e siano stati imposti prima della esecuzione delle opere stesse”.

sintr

le

V

agdaalA

B

recedente; strade provinciali aventi larghezza della sede superiore o eguale a m. 10,5trade comunali aventi larghezza della sede superiore o eguale a m. 10,50;

di interesse locale: strade provinciali e comunali non comprese tra que

Page 54: Tav[1].Rel a00 Relazione

53

P

Autostrade Buffer m 60

er quanto concerne questo tema occorre, inoltre, tenere conto del Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 285/92 e s.m.i.) e del Regolamento di esecuzione ed attuazione del NCdS (D.P.R .495/92 e s.m.i.) che fissano i limiti riportati nella seguente tabella:

Strade extraurbane princip. Buffer m 40 Strade extraurbane second. Buffer m 30 Strade locali extraurbane Buffer m 20

Fuori dei centri abitati

Strade vicinali Buffer m 10 Autostrade Buffer m 30 Strade extraurbane principali Buffer m 20

Fu i dai centri abitati ma all’interno delle da realizzare mediante nuovo

or

iaurba

areeimp nto disciplinate da strumento

nistico vigente al 5/12/96 Strade extraurbane second. Buffer m 10

Fuorcon ca m

i dai centri abitati, nei tratti di strada urvatura di raggio inferiore o uguale

250 Per tutte le strade

Buffer delimitato, verso le proprietà latistanti, dalla corda congiungente i punti di tangenza, ovvero dalla linea, tracciata alla distanza dal confine stradale indicata precedentemente per gli altri tratti di strada fuori dai centri abitati in base al tipo di strada, ove tale linea dovesse risultare esterna alla predetta corda.

Fuordi inc

i dai centri abitati, in corrispondenza roci e biforcazioni Per tutte le strade

I buffer già previsti sono incrementati dall’area determi-nata dal triangolo avente due lati sugli allineamenti di distacco, la cui lunghezza, a partire dal punto di intersezione degli allineamenti stessi, sia uguale al doppio delle distanze dianzi indicate, afferenti alle rispettive strade, e il terzo costituito dalla retta congiungente i due punti estremi.

Autostrade Buffer m 30 Nei centri abitati Strade urbane di scorrimento Buffer m 20 Autostrade Buffer m 30 Strade urbane di scorrimento Buffer m 20 Strade urbane di quartiere Buffer m 20 Nei centri abitati in assenza di P.R.G.

Strade urbane locali Buffer m 10 Autostrade Buffer m 3 Nei c

murientri abitati per la costruzione di

di cinta Strade urbane di scorrimento Buffer m 2 Li ee ferroviarie, tramvie, ferrovie metropolitane e funicolari terresti n

P

ferr

tracricodallsu le anzidette co

er quanto concerne le linee ferroviarie, le tramvie, le ferrovie metropolitane e le funicolari terresti vige il D.P.R. n. 753/1980. Questo all’art. 49 prevede che “Lungo i tracciati delle linee

oviarie è vietato costruire, ricostruire o ampliare edifici o manufatti di qualsiasi specie ad una distanza, da misurarsi in proiezione orizzontale, minore di metri trenta dal limite della zona di occupazione della più vicina rotaia” mentre al successivo art. 51 prevede che “Lungo i

ciati delle tramvie, ferrovie metropolitane e funicolari terrestri su rotaia è vietato costruire, struire o ampliare edifici o manufatti di qualsiasi specie ad una distanza minore di metri sei a più vicina rotaia, da misurarsi in proiezione orizzontale”, aggiungendo al comma essivo che ”Tale misura dovrà, occorrendo, essere aumentata in modo che cc

struzioni non si trovino mai a distanza minore di metri due dal ciglio degli sterri o dal piede dei rilevati”. Aereoporto

Per l’aereoporto occorre fare riferimento al D.Lgs. n. 151/2006 recante correzioni ed

Page 55: Tav[1].Rel a00 Relazione

54

raggio e decollo possono essere autorizzate opere o attività compatibili con gli appositi piani di rischio,

a base delle eventuali direttive regatt

ae Ci

n. cimtes n Regio Decreto 27 luglio 1934, n. 1265 e su a 3 che “È vietato costruire, entro la fascia di rispetto, nuovi edifici o ampliare quelli preesistenti” e al comma 4 che “Nell'ainf o superiore ai 20.000 abitanti ed

rispetto di m100 dal cimitero intercomunale loc iz

Elettro t

Ocdistancomporta tempi di permanenza prolungati”: linlinlinInoe iquprup 80 kV le distanze di rispetto” vanno stabilite da “un'apposita commissione tecnico-

l'ambiente, del Ministero dell'industria,

su

o esposti, per la più alta tra M

corre fare riferimento al D.M. 24 novembre 1984 , in pa o

integrazioni al D.Lgs. n. 96/2005 che ha rivisto il Codice della Navigazione. In particolare l’art. 5, Vincoli della proprietà privata, sostituisce il quinto comma dell'articolo

707 del codice della navigazione con la seguente dizione: “Nelle direzioni di atter

che i comuni territorialmente competenti adottano, anche sullionali, nel rispetto del regolamento dell'ENAC sulla costruzione e gestione degli aeroporti, di

uazione dell'Annesso XIV ICAO” ed.”. Pertanto si è fatto riferimento all’ENAC per la definizione dell’area da sottoporre a vincolo

reoportuale.

miteri

Occorre fare riferimento all’art. 338 del Testo unico delle leggi sanitarie approvato con R.D. 1265/34 e all’art.57 del D.P.R. n. 285/90. Quest’ultimo articolo al comma 1 precisa che “I iteri devono essere isolati dall'abitato mediante la zona di rispetto prevista dall'art. 338 del

to unico delle leggi sanitarie, approvato coccessive modificazioni” precisando al successivo comm

mpliamento dei cimiteri esistenti, l'ampiezza della fascia di rispetto non può essere eri re a 100 metri dai centri abitati nei Comuni con popolazione a 50 metri per gli altri Comuni”. Si è, pertanto, considerata una fascia di al zato nel Comune di

do ti, cabine e sottostazioni elettriche

cor e fare riferimento all’art. 5 del D.P.C.M. 23 aprile 199r 2 che all’art. 5 fissa le seguenti ze di rispetto dagli elettrodotti per i “fabbricati adibiti ad abitazione o ad altra attività che

ee a 132 kV > 10 m ee a 220 kV > 18 m ee a 380 kV > 28 m ltre lo stesso articolo precisa che “Per linee a tensione nominale diversa, superiore a 132 kV nferiore a 380 kV, la distanza di rispetto viene calcolata mediante proporzione diretta da elle sopra indicate”, per quelle “a tensione inferiore a 132 kV restano ferme le distanze eviste dal decreto interministeriale 16 gennaio 1991” e per “eventuali linee a tensione

eriore a 3sscientifica composta da rappresentanti del Ministero deldel commercio e dell'artigianato, del Ministero della sanità, dell'ENEL, dell'ENEA, dell'Istituto

periore di sanità e dell'ISPESL” (art. 8). Infine, sempre l’art. 5 precisa che “La distanza di rispetto dalle parti in tensione di una cabina

da una sottostazione elettrica deve essere uguale a quella prevista, mediante i criteri sopra le tensioni presenti nella cabina o sottostazione stessa”.

etanodotti e gasdotti

Per i metanodotti ed i gasdotti ocrtic lare, alla tabella seguente:

Page 56: Tav[1].Rel a00 Relazione

55

F della pressione, categoria di posa e diametro asce di rispetto metanodotti/gasdotti - distanze in funzione

Pressione di esercizio in bar 24<P<60 12<P<24 5<P<12 Categoria di posa A B-C D A B-C D A B C D

Diame ntro ominale Diametro esterno Distanza in metri Dn In Mm Condotte 1°specie Condotte 2°specie Condotte 3°specie

<100 <4 <114,3 30 10 2 20 7 2 10 5 3,5 1,5 125 5 141,3 30 10 2,5 20 7 2 10 5 3,5 1,5 150 6 168,3 30 10 3 20 7 2,5 10 5 3,5 2 175 7 183,7 30 10 3,5 20 7 2,5 10 5 3,5 2 200 8 219,1 30 10 4 20 7 3 10 5 3,5 2 225 9 244,5 30 10 4,5 20 7 3,5 10 5 3,5 2 250 10 273,0 30 10 5 20 7 4 10 5 3,5 2 300 12 323,0 30 10 6 20 7 4,5 10 5 3,5 2 350 14 355,6 30 10 7 20 7 5 10 5 3,5 2,5 400 16 406,4 30 10 8 20 7 6 10 5 3,5 3 450 18 457,0 30 10 9 20 7 6,5 10 5 3,5 3,5

>500 >20 >508,0 30 10 10 20 7 7 10 5 3,5 3,5 Im

ca eb. 1977 del Comitato dei Ministri per la tutela el D.Lgs. n.152/1999. In ogni caso va previsto un

ba Pu i

limitate ai sensi del D.P.R. n. 236/1988, del D.Lgs. n. 152/1999, del D.Lgs. n. 258/2000 e dell’Accordo Stato Regioni del 12/12/02, va considerato un buffer di m 10 di tutela assoluta e di m 200 di rispetto.

c

acq Be

i interesse storico ed

recdefocan

degli edifici di pregio storico-architettonico in i interesse storico, alla individuazione delle

aree di attenzione, desunte dal P.T.C.P., oltre che dei corsi d’acqua iscritti negli elenchi previsti da s e ed impianti elettrici approvato con R.D. n. 17 /1 spetto di 150 m..

pianti di depurazione dei reflui

Non sembra che vi siano impianti di questo tipo nel territorio del Comune di Casoria in ogni so occorre fare riferimento all’allegato 4 delib. 4 fle acque dall’inquinamento; alla legge n. 319/1976 e ald

ffer di 100 m.

nt di captazione acque

Nelle zone di protezione delle aree di captazione, de

A quedotti

Occorre fare riferimento all’allegato 4 delib. 4 feb. 1977 del Comitato dei Ministri per la tutela delle ue dall’inquinamento; alla legge n. 319/1976 e al D.Lgs. n.152/1999.

ni culturali

Il P.U.C. persegue l’obiettivo di tutelare e valorizzare i beni culturali darcheologico presenti nel territorio comunale anche ai sensi del D.L. 22 gennaio 2004, n.42,

ante il “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, e s.m.i., al fine di garantire il permanere lla riconoscibilità dell’identità del territorio comunale e di promuoverne la conoscenza, alizzando l’attenzione, non solo sulle caratteristiche formali o monumentali del territorio, ma

che sulla riconoscibilità delle sue “funzioni”. Per questo motivo si è proceduto alla schedaturacolati e da vincolare e delle residue masserie dv

l te to unico delle disposizioni di legge sulle acqu75 933 per i quali si applica una fascia di ri

Page 57: Tav[1].Rel a00 Relazione

56

LE ELLA COMMISSIONE STRAORDINARIA E LE

INDICAZIONI D

INIZIATIVE IN CORSO NEL TERRITORIO COMUNALE

Page 58: Tav[1].Rel a00 Relazione

57

inc ione del P.U.C. le seguenti iniziative di cui alcune già in essere e quindi recseg

• stinazione d’uso ed è stata oggetto di un

di intrattenimento e cura della persona, nonché un centro e collettivo, prevedendo,

l territorio comunale, dato il consistente stono

q, oltre ad un centro socio-culturale ed un’area a parcheggi

raccordo fra la tangenziale e l’autostrada ed ulteriormente separata

ee a standard nell’intero territorio comunale e di aree destinabili a standard, il P.U.C. non recepisce questa proposta ridimensionandola e

• via Cava adiacenze Mercato ortofrutticolo – Il piano di lottizzazione che prevede tive del terziario e dell’artigianato è stato approvato dal

• ercato dei Fiori – Il piano di lottizzazione, sottoposto alle valutazioni del

• – il redigendo P.U.C. conterrà la perimetrazione del centro

riale omogenea del tipo “A”.

pro a descrizione del relativo stato del loro iter pprovativo e realizzativo, alcuni permessi a costruire, il P.I.P. dell’area dell’ex Resia ed il Piano

dell’area ex Resia.

co d'Intervento per

La Commissione Straordinaria del Comune di Casoria ha indicato al gruppo di progettazione aricato della redazepite nel P.U.C. ed altre in itinere o solo proposte, di cui solo alcune recepite. Esse sono le uenti:

ex Resia – L’area ha mantenuto la precedente deP.I.P., come più oltre meglio descritto;

• ex Rhodia – Sono in corso operazioni di bonifica dell’area sulla quale l’Università “Phartenope” sta valutando la possibilità di realizzare un polo universitario; area Ovulo - terminal L - Con il progetto denominato “Cittadella della salute e del tempo libero” la società proprietaria dell’area, che è estesa oltre 20 ettari, ha proposto al Comune di Casoria la realizzazione di un’opera che affianca alle funzioni terziarie usuali (commerciali-ricettive-direzionali) un centro socio-culturale dotato di biblioteca/mediateca e servizi di interessfra l’altro, di collegarlo all’adiacente frazione di Arpino attraverso un “sottopasso” ed al resto del territorio comunale mediante una pista ciclabile. Non è stato trasmesso in proposito al gruppo di progettazione incaricato del P.U.C. una ipotesi progettuale credibile soprattutto in relazione al collegamento dell’area con il resto deflusso di traffico che le iniziative esposte potrebbero generare che, nel dettaglio, consiin una struttura di circa 25000 mq denotata, come “Cittadella della salute e del tempo libero”, in un albergo di 170 stanze, in un edificio per uffici di circa 13000 mq, in un centro commerciale con quattro strutture di media superficie con un parcheggio pertinenziale interrato di circa 50000 mpubblici e verde pubblico attrezzato per una superficie complessiva di circa 80000 mq. Un simile progetto avrebbe un impatto notevole sui flussi di traffico già eccessivi in un’areacompresa fra gli assi di da Arpino dalla linea ferroviaria Napoli-Roma che costituisce una barriera effettiva, difficilmente superabile, fra la frazione di Arpino ed il centro di Casoria. Pertanto, data anche l’estrema penuria di ar

destinandone una parte a standard.

l’insediamento di attività produt“commissario ad acta” nominato dalla Provincia di Napoli; cittadella ex MSettore Urbanistica, non è stato valutato favorevolmente in fase istruttoria e le osservazioni formulate dal Dirigente del Settore Urbanistica sono state comunicate agli interessati; recupero del vecchio centrostorico che potrà formare oggetto di interventi di salvaguardia e valorizzazione anche in relazione al richiesto riconoscimento di Casoria quale “città d’arte e città turistica”. Particolarmente significativo, ai fini della salvaguardia e valorizzazione, deve ritenersi l’inserimento del “centro storico” nella zona territo

Oltre a queste indicazioni di massima, il Comune di Casoria ha trasmesso al gruppo di gettazione alcuni Piani di Lottizzazione, con l

aParticolareggiato esecutivo delle aree ricadenti in zona H2

I Piani di lottizzazione trasmessi riguardano tutti la realizzazione di edifici ad uso mmerciale e terziario, non vi è alcun riferimento ad uno Strumento Comunale

Page 59: Tav[1].Rel a00 Relazione

58

l’Apia li interventi previsti, né si fa riferimento alla stessa legge per quanto concerne la dotazione di parcheggi. I Piani trasmessi sono i seguenti:

1) IANO DI LOTTIZZAZIONE IN DITTA PALLADINO In data 26/11/04, con delibera commissariale n. 64, il Comune di Casoria approvava un Piano di Lottizzazione Convenzionata in ditta Palladino Antonio s.a.s. per la realizzazione di edifici per attività commerciali, artigianali e direzionali in via Padula. Il suolo in oggetto, secondo il P.R.G. vigente, ha le seguenti destinazioni urbanistiche: Zona G -commerciale e terziaria- di 34500 mq, e Zona Hc -attrezzature di interesse comune della Zona C “167”- di 9600 mq. Non si comprende perché venga citata quest’ultima zona essendo essa asservita ad altro piano. Il Piano di Lottizzazione si sviluppa, comunque, solo nella Zona omogenea G. Dalla relazione si evincono le seguenti quantità: superficie complessiva 34500 mq. La superficie copribile è, secondo le Norme Tecniche di Attuazione del P.R.G. vigente trasmesse dal Comune, pari al 35% della superficie complessiva e, pertanto, pari a 12075 mq. La superficie effettivamente coperta è, invece, inferiore e pari a 9578 mq. In definitiva i parametri del piano sono i seguenti: • superficie complessiva 34500 mq, • superficie copribile 12075 mq.(35%della sup, di 34500 mq), • superficie coperta 9578 mq, • superficie lorda di pavimento 23094 mq, • volumetria 91288 mc, • superficie a standard pari ad 80 mq per ogni 100 mq di superficie lorda di pavimento, di

cui all’art. 5 D.M. 1444/68, ossia a 18475,2 mq (23094 x 0,8), suddivisi in: - parcheggio pubblico 9289 mq, - verde pubblico 4210 mq - attrezzature collettive – sport tempo libero - 5180 mq per un totale di 18679 mq, oltre a 243 mq di parcheggi e verde privato e a 6000 mq di strade e piazze.

In genere le aree a verde e le aree a parcheggio sono disposte a margine della viabilità e, pertanto, non appaiono costituire una reale area a standard, solo l’area per le attrezzature collettive risulta perfettamente delimitabile ed individuabile. I parcheggi di cui all’art. 18 della legge 765, così come modificato dall’art. 2 della legge n. 122/89, sono previsti interrati (91288,0 x 0,1= 9128,8 mq). Il P.U.C. recepisce il piano di lottizzazione evidenziando l’area destinata ad attrezzature collettive.

2) PIANO DI LOTTIZZAZIONE IN DITTA LISAR

In data 13/11/07, con delibera n. 279, la Commissione Straordinaria approvava un Piano di Lottizzazione Convenzionata promosso dalla Lisar s.r.l. per la realizzazione di edifici per attività terziarie e commerciali in via Comunale Castagna. Il suolo in oggetto, secondo il P.R.G. vigente, ricade in Zona omogenea G ed ha una superficie catastale complessiva di 20764 mq. Dalla relazione si evincono le seguenti quantità: • superficie complessiva 20764 mq, • superficie copribile 7267,4 mq, • superficie coperta 3900 mq,

pparato Distributivo Commerciale, di cui alla legge regionale n. 1/2000, che giustifichi, sul no distributivo e commerciale, l’entità deg

P

Page 60: Tav[1].Rel a00 Relazione

59

• superficie lorda di pavimento 12541,0 mq, • spazi pubblici (art.5 dl D.M.1444/68) divisi in:

- verde e parcheggio pubblico 7956,40 mq - tempo libero 2428 mq per un totale di 10384,4mq, oltre ad una superficie di strade e piazze pari a 3114,60 mq.

Il fabbisogno calcolato è di 12109,20mq, con un saldo negativo di 1724,80 mq. Per compensare tale mancanza il lottizzante vuole caricarsi della realizzazione di un Centro Polifunzionale di sport e tempo libero, della superficie coperta di mq 450,00 mq e della relativa area esterna residua. Non si fa cenno ai parcheggi di cui all’art. 18 della legge 765, così come modificato dall’art. 2 della legge n. 122/89.

) PIANO DI LOTTIZZAZIONE IN DITTA SMERALDO In data 13/11/07, con delibera n.280, la Commissione Straordinaria approvava un Piano di Lottizzazione Convenzionata promosso dalla Smeraldo Immobiliare s.r.l. per la realizzazione di edifici per attività terziarie e commerciali in via Comunale Castagna. Il suolo in oggetto, secondo il P.R.G. vigente, ricade in zona omogenea G ed ha una superficie complessiva di 10055 mq. Dalla relazione si evincono le seguenti quantità:

• superficie complessiva di 10055 mq, • superficie coperta 2174 mq, • volumetria complessiva 26105 mc, • superficie lorda pav• spazi pubblici (art.5 del D.M.1444/68) divisi in:

- verde e parcheggio pubblico 3358 mq, - tempo libero 1672 mq, per un totale di 5030 mq, oltre la superficie di strade e piazze di 1509 mq.

Il fabbisogno calcolato è di 5369,50 mq con un saldo negativo di 338,50 mq. Per compensare tale mancanza il lottizzante vuole caricarsi della realizzazione di un Centro Polifunzionale di sport e tempo libero, della superficie coperta di mq 250,00 mq e della relativa area esterna residua. Non si fa cenno ai parcheggi di cui all’art. 18 della legge 765, così come modificato dall’art. 2 della legge n. 122/89.

4) PIANO DI LOTTIZZAZIONE IN DITTA GEVA COSTRUZIONI

In data 13/11/07, con delibera n. 299, la Commissione Straordinaria approvava un Piano di Lottizzazione Convenzionata promosso dalla Geva Costruzioni s.r.l. per la realizzazione di edifici per attività terziarie e commerciali in via vecchia Comunale. Il suolo in oggetto ricade in zona omogenea G secondo il P.R.G. vigente ed ha una superficie complessiva di 4694,95 mq. Dalla relazione si evincono le seguenti quantità:

• superficie complessiva 4694,95 mq, • area complessiva ad uso privato 1133,83 mq, • aree esterne non edificate 3539,96 mq, • superficie ad uso pubblico sono distinta in:

- attrezzature a verde e parcheggio 1526,76 mq,

3

imenti 5455mq,

Page 61: Tav[1].Rel a00 Relazione

60

delle aree per la realizzazione delle opere di

per la mancanza del dato relativo alla superficie lorda di pavimento e, dall’altro, perché non si fa cenno ai parcheggi di cui all’art. 18 della legge 765, così come modificato dall’art. 2 della legge n. 122/89.

5) PIA IONE IN DITTA IAZZETTA In data 28/11/2007, con delibera n. 298, la Commissione Straordinaria approvava un Piano di Lottiz per attività commerciali in Contr iDalla i antità:

• su c• superficie lorda di pavimento 9682 mq, • vo• superficie a standard, di cui all’art. 5 D.M. 1444/68, pari a (9682 x 0,8=) 7745,6 mq alla

qu a a del suddetto art. 5, quella occorrente per ul r 18 della legge n. 765 così come modificato dall’art. 2 della legge n. 122/89.

Dall’e e dei grafici non risultano le quantità di standard previste e le aree a verde appaiono essere i la viabilità di accesso agli edifici ed a confine, non valuta

6) PIAN

In data 13/11/07, con delibera n.299, la Commissione Straordinaria approvava un Piano di Lottiz lla Edil Rubry per la realizzazione di edifici per attivit li in via Michelangelo Buonarroti. Il suolo in oggetto ricade in zona il P.R.G. vigente ed ha una superficie complessiva di 14984,00 mq. Dalla i no le seguenti quantità:

• su c mq, • su c• verde e parcheggio 5349 mq, • str e• sp

Non v vimento per cui non è possibile una verifica degli standa l lizzare, attrezzare e sistemare un’area destinata a centro Polifu n erficie esterna per un totale 3000 mq.

I prog t di Casoria al gruppo incaricato della redazione del P.U.C.,

con l’intenzione di farli recepir enti:

- attrezzature sportive e del tempo libero 931,55, per un totale di 2458.31 mq oltre alla superficie di strade e piazze per 1081.65 mq

pegnava nella cessione gratuitaLa società si im

urbanizzazione primaria (strade e piazze) e secondaria (attrezzature sportive per il tempo libero, lotto B di 492,93 mq). Dall’esame dei grafici non è chiara la superficie destinata a

entre dalla relazione non è chiaro il calcolo delle aree a standard, da verde ed a parcheggio, mun lato,

NO DI LOTTIZZAZ

zazione Convenzionata per la realizzazione di edifici ada v a Vecchia o Sarricchio. relaz one si evincono le seguenti qu

perfi ie complessiva 14290 mq,

lumetria complessiva 37356 mc,

ale ndrebbe aggiunta, sempre a normterio i parcheggi, di cui all'art.

sam cost tuite da fasce marginali lungobili come aree a standard.

O DI LOTTIZZAZIONE IN EDIL RUBRY

zazione Convenzionata promosso daà commerciali e direzionaomogenea G secondo

relaz one si evinco

perfi ie complessiva di 14984 perfi ie coperta 4385 mq,

ade piazze 2250 mq, ort e tempo libero 3000 mq.

iene indicata la superficie lorda di pard. I lottizzante si obbliga a reanzio ale della superficie coperta di 400 mq oltre la sup

etti rasmessi dal Comunee nel nuovo P.U.C., sono i segu

Page 62: Tav[1].Rel a00 Relazione

61

1) COM S OCCHIALE DA SORGERE ALLA VIA CALVANESE-CHIESA DI S.GIUSIn dat /0 naria approvava il progetto del complesso parrocchiale con contestuale variazione urbanistica di cui non si conosce l’iter succes . di una nuova costruzione su tre livelli su un’are 4 681,85 mc.

2) COST Z DI UNA PALAZZINA IN VIA SAN

BENE T PARROCCHIALI IN DITTA "PARROCO CHIESA DI S.BE O-MAURO PISCOPO” In data 26/01/06, con delibera n. 24, la Commissione Straordinaria approvava il progetto di costruzione di una palazzina in via san Benedetto con contestuale variazione urbanistica di cui non si conosce l’iter successivo.

3) PROG T INALE DELLA RSA CASORIA

In data 26/01/06, con delibera n.24, la Commissione Straordinaria approvava il progetto prelim e asoria in via Calvanese. Il progetto ha una superficie coperta totale di 333 mc.

10) REA Z NA SALA DEL REGNO DEI TESTIMONI DI GEOVA

In data 20/09/06, con delibera n. 236, la Commissione Straordinaria approvava il progetto per la rea z l Regno dei Testimoni di Geova. L’area dell’intervento ha un’est

11) PAD PRESIDIO OSPEDALIERO S.MARIA DELLA

PIETÀ FIN CREAZIONE DI UN REPARTO MATERNO E DI UN PRON In data 13/06/2007, con delibera n. issione Straordinaria approvava la richiesta di convocazione di una conferenza preliminare di servizi di cui al comma 1 dell’art.14-bis della L e

Infine

1) P.I.P.In data 18/03/07, con delibera n. 110, la Commissione Straordinaria riadottava il P.I.P per l’area eL’area complessiva di intervento è pari a mq 77778, di cui mq 76623 relativi alla zona ex-Resia, s di Piemonte e la strada di bordo, denom aLe aree destinate a spazi pubblici (attività collettive, verde pubblico, escluse le strade) ammo o ella superficie territoriale, superiore al par stabilisce che in ogni caso tali spazi devono essere superiori al 10% della riale. Rispe d plessiva di mq 77778, il 35% è riservato ai diversi tipi di lotti produttivi, il 25% a strade e piazze, il 25% a verde e parcheggi e il 15% ad attrezz e strie.

13) PIANO PARTICOLAREGGIATO ESECUTIVO

In data 27/07/2002, con delibera n. 48, il Consiglio Comunale adottava un Piano Particolareg ona H2 dell’area ex Resia.

PLE SO PARREPPE

a 26 1/06, con delibera n. 24, la Commissione Straordi

sivo Il progetto prevede la realizzazionea di 60,09 mq, per un totale di 5

RU IONE E RIQUALIFICAZIONE DE TO DESTINATA AD ATTIVITÀ

NEDETT

ET AZIONE PRELIM

inar della R.S.A. C5 mq e prevede un volume totale di 12398

LIZ AZIONE DI U

lizza ione di una Sala deensione di 2126 mq.

RE MESSINA-AMPLIAMENTOALIZZATO ALLA

TO SOCCORSO 166, la Comm

egg n. 241/1990 e s.m.i..

sono stati trasmessi i seguenti piani:

PER L'AREA EX-RESIA

ex R sia.

cui ono stati aggiunti i marciapiedi di via Principeinat strada Avagliano.

ntan complessivamente a 31046 mq pari al 40% dametro fissato dal D.M. n. 1444/68, che

superficie territotto a una superficie territoriale com

atur collettive a servizio delle indu

giato esecutivo delle aree ricadenti in z

Page 63: Tav[1].Rel a00 Relazione

62

L’area com ompresa in zona H2 ed è destinata ad attrezzature a scala u

plessiva è di 19485 mq, è crbana, relative al nuovo centro B2.

Page 64: Tav[1].Rel a00 Relazione

63

LA CARTOGRAFIA NUMERICA

Page 65: Tav[1].Rel a00 Relazione

64

togrammetriche sono state effettuate il 18/10/2006.

CODICE DESCRIZIONE

Per la redazione del PUC si è proceduto alla formazione di una nuova carta tecnica numerica alla scala 1:2000 dell’intero territorio comunale. Le riprese aereofo

La codifica utilizzata in fase di restituzione e qui di seguito riportata distingue i principali

elementi cartografici consentendone il riconoscimento e la selezione in ambiente informatico.

003 LIMITE DI PROVINCIA 004 LIMITE DI COMUNE 007 NADIRALI E LIMITI DI COPPIA 048 xxx 050 LINEA INVISIBILE 100 CABINA ELETTRICA 101 BARACCA 102 CONDOTTA IN SUPERFICE (ACQUEDOTTO O GASDOTTO) 103 CONDOTTA INTERRATA (ACQUEDOTTO O GASDOTTO) 104 EDIFICIO (RESIDENZA PRIVATA) 105 EDIFICIO IN COSTRUZIONE 106 RECINZIONE (PALIZZATA SIEPE INFERRIATA ECC.) 107 MANUFATTO VARIO 108 IMPIANTO SPORTIVO SCOPERTO 109 LINEA ELETTRICA ALTA TENSIONE (FILI) 110 MURO DI SOSTEGNO 111 TRALICCIO NON RAPPRESENTABILE 112 TRALICCIO ALTA TENSIONE 113 PORTICO 114 MURO 115 MURO A SPESSORE RAPPRESENTABILE 116 CIGLIO E PIEDE MURO DI SOSTEGNO 117 DIVISIONE CORPI DI FABBRICA 118 COLMO 119 VUOTO EDIFICIO O AREA DI ESCLUSIONE 120 EDIFICIO INDUSTRIALE 121 EDICICIO DI CULTO (CHIESA CAMPANILE MONASTERO) 122 SERRA 123 EDIFICIO DIROCCATO O RUDERE 124 TORRE O CIMINIERA 125 SCALA O GRADINO 126 MURO A SECCO 127 MURO A SECCO SECONDO LATO 128 CAPANNONE 129 TETTOIA 164 TERRAZZO 165 PORTICO SENZA VOLUME 130 LINEA ELETTRICA M.B TENSIONE 131 PONTILE 132 SIMBOLOGIA (DIAGONALI BARACCHE TETTOIE ETC) 133 DISCARICA 134 TRASPORTI A MEZZO CAVO 135 TELEFERICA 136 VASCA (NON RAPPRESENTABILE) 137 VASCA RAPPRESENTABILE 138 OGGETTO MONUMENTALE NON RAPPRESENTABILE 139 OGGETTO MONUMENTALE RAPPRESENTABILE 140 TORRE O CIMINIERA NON RAPPRESENTABILE 141 LUCERNARIO 142 LINEA ELETTRICA B.T 143 SCUOLA 144 EDIFICIO COMMERCIALE 145 PISCINA

Page 66: Tav[1].Rel a00 Relazione

65

146 CAMPANILE 147 TOMBINO RAPPRESENTABILE 148 SIMBOLOGIA (CROCE CHIESA) 149 MURO DI SOSTEGNO A SPESSORE RAPPRESENTABILE 150 TOMBINO NON RAPPRESENTABILE 151 INGOMBRO COPERTURA EDIFICI (TETTI) 152 LINEA DI FUTURA SGRONDA 154 CIGLIO ZONA ROCCIOSA 155 PIEDE ZONA ROCCIOSA 156 SILOS O SERBATOIO RAPPRESENTABILE 157 SILOS O SERBATOIO NON RAPPRESENTABILE 158 SIEPE 160 INGOMBRO INTERRATO EDIFICIO 161 LIMITE EDIFICIO INCERTO 162 RAMPA 163 CAMPO DI TENNIS 166 DEPURATORE 167 TORRENTE 168 IMBOCCO GALLERIA 169 ANTENNA NON RAPPRESENTABILE 170 CONNESSIONE 171 EDIFICIO SOTTOSTAZIONE ELETTRICA 172 SOTTOSTAZIONE ELETTRICA (AREA) 173 GRADINATA 174 STALLA FIENILE 175 EDIFICIO MINORE INCERTO 176 CAPPELLE CIMITERO 200 ASSE BINARIO FS 201 ASSE BINARIO A SCARATAMENTO RIDOTTO 202 ASSE BINARIO IN COSTRUZIONE 203 ASSE BINARIO IN DISUSO 204 BILANCIA A STADERA 205 ENTITA' FS 206 PALO TRAZIONE ELETTRICA O PORTALE 207 PIANO CARICATORE 208 TENDONE PRESSURIZZATO 209 PONTE O VIADOTTO FS IN STRUTTORA MURARIA 210 RECINZIONE FS 211 SBARRA PASSAGGIO A LIVELLO 212 FARO FANALE (NON RAPPRESENTABILE) 213 FARO O FANALE RAPPRESENTABILE 215 ASSE BINARIO DI PROGETTO 216 LIMITE BANCHINE FERROVIARIA 217 PALO LINEA ELETTRICA 218 POZZO RAPPRESENTABILE 219 LAMPIONE 220 IMPLUVI DI MONTAGNA 300 POZZO (NON RAPPRESENTABILE) 301 BORDO CANALE INTERRATO 302 BORDO LIMITE CORSO D'ACQUA 304 ASSE CORSO D'ACQUA (NON RAPPRESENTABILE) 305 ASSE CANALE INTERRATO 306 DIREZIONE DEL CORSO D'ACQUA 307 DIGA 308 CANALETTA DI SCOLO-IRRIGUO 309 CASCATA - BRIGLIA 310 LIMITE DEFINITO (ISOLA - LAGO) 312 LINEA DI COSTA ARTIFICIALE 313 MARE 314 SCOLINA 400 CURVA DI LIVELLO AUSILIARIA 401 CURVA DI LIVELLO DIRETTRICE 402 CURVA DI LIVELLO DIRETTRICE INCERTA

Page 67: Tav[1].Rel a00 Relazione

66

403 CURVA DI LIVELLO ORDINARIA 404 CURVA DI LIVELLO ORDINARIA INCERTA 405 CIGLIO SCARPATA 406 PIEDE SCARPATA RILEVATA 407 CIGLIO SCARPATA NATURALE 408 CONGIUGENTE 409 CAVERNA (NON RAPPRESENTABILE) 410 CAVERNA (RAPPRESENTABILE) 411 CIGLIO SCARPATA NATURALE RAPPRESENTABILE 412 CIGLIO SCARPATA ARTIFICIALE RAPPRESENTABILE 413 ROCCIA 500 PUNTO INTERROGATIVO 501 PUNTO QUOTATO IN SOMMITA' 502 PUNTO QUOTATO AUSILIARIO 503 VERTICE IGM 504 CAPOSALDO IGM 505 PUNTO APPOGGIO FOTOGRAMMETRICO 506 PUNTO TOPOGRAFICO 507 PUNTO DI AEREOTRIANGOLAZIONE 508 ALTEZZA EDIFICIO 509 PALMA 600 ALBERO 601 FILARE DI ALBERI 602 LIMITE DI COLTURA O DI BOSCO 603 FILARE DI VITI 604 FILARE DI ALBERI DA FRUTTO 605 FILARE DI ULIVI 606 LIMITE BOSCO 607 SOTTOPASSAGGIO PEDONALE 699 SOVRAPASSO PEDONALE (PASSERELLA) 700 ACCESSI 701 PONTE VIADOTTO O CAVALCAVIA 702 SPARTITRAFFICO MARCIAPIEDI 703 STRADA O AUTOSTRADA IN COSTRUZIONE 704 VIABILITA' ASFALTATA 705 VIABILITA' NON ASFALTATA 706 SENTIERO 707 MULATTIERA 708 BORDO AUTOSTRADA 709 AIUOLA 710 ASSE AUTOSTRADA O SUPERSTRADA (MEZZERIA) 712 PALUDE O STAGNO 713 SCOGLIERA O SCOGLIO ISOLATO 714 MACCHIA MEDITERRANEA 715 BORDO SUPERSTRADA 716 VIGNETO SIMB. 717 FRUTTETO SIMB. 718 ULIVETO SIMB. 719 SORGENTE SIMB. 800 CANCELLO 805 PIANO QUOTATO A TERRA 807 NADIRALI 841 REPERI ARCHEOLOGICI 851 AREA SEMINATIVO 852 AREA VIGNETO 853 AREA ULIVETO 854 AREA FRUTTETO 859 AREA BOSCO 862 AREA CIMITERO 863 AREA CAMPEGGIO 864 AREA IMPIANTO SPORTIVO 865 AREA IMPIANTO DI ESTRAZIONE 866 AREA IMPIANTO DI PRODUZIONE ENERGIA

Page 68: Tav[1].Rel a00 Relazione

67

867 AREA ROCCIOSA 868 AREA SABBIOSA 869 AREA PARCO O GIARDINO 870 AREA CENSURA MILITARE 871 CAVA 808 VIGNA 809 FRUTTO 810 OLIVO 811 CAPANNONE 812 EDIFICIO INDUSTRIALE 813 EDIFICIO DI CULTO 814 EDIFICIO PUBBLICO 903 CANALETTA SOPRAELEVATA 904 LIMITE PROVINCIALE 905 LIMITE REGIONALE 906 LIMITE COMUNALE 907 FRECCIA PER SCALINI 999 ELEMENTI DA CANCELLARE

Di s to è stato rilevato, in fase di restituzione, il contorno planimetrico

georeferenziato, le dividenti dei singoli corpi di fabbrica e l’altezza media di ciascuno di essi, rispet a p ciascun codice corrisponde ad un diverso layer.

Quidenti superficie coperta ed il volum coordinate est e nord del punto di applicazione del testo, la superficie coperta, l’altezza media, il volume edificato ed il codice in un file i to, a titolo di esempio.

IDEN F . ALTEZZA VOLUME CODICE

cia cun edificio o isola

to l terreno circostante, con il codice relativo. In ambiente AutocadMa

anto sopra ha consentito di attribuire a ciascun corpo di fabbrica un indice numerico ficativo, di posizionarlo come testo al suo interno e di calcolare la e edificato riportando l’indice numerico identificativo, le

d tipo Exel di Microsoft che si riporta, qui di segui

TI . EST NORD SUP.COP1 14.60 2862.77 104_1 440591.35 4531011.56 196.08

10_1 440705.19 4530989.21 230.06 7.79 1792.17 10410_2 440707.78 4530976.10 185.68 14.56 2703.50 10410_3 440712.21 4530957.64 484.22 4.61 2232.25 10410_4 440712.58 4530929.20 194.25 10.60 2059.05 1041 _5 44070 28.10 4530932.90 76.45 2.95 225.53 128

100_1 440215.57 4530710.09 38.12 17.40 663.29 104100_2 440220.34 4530712.57 63.08 20.43 1288.72 104100_3 440225.69 4530714.48 131.32 17.40 2284.97 104100_4 440236.39 4530716.96 283.61 11.39 3230.32 104100_5 440244.60 4530721.92 115.99 10.80 1252.69 104100_6 440250.71 720.21 19.544530 7.43 145.18 104100_7 440258.74 4530723.26 135.44 7.79 1055.08 104

1000_1 439716.42 4529282.53 314.45 7.58 2383.57 1041 4001_1 439666.10 4529235.70 341.51 11.54 3941.04 101 8 7.10 1099.66 104001_2 439663.56 4529218.50 154.81001 10.61 1816.32 104_3 439664.28 4529204.75 171.191 253.11 7.47 1890.73 104002_1 439703.78 4529246.481 9723.37 207.2 11.25 2330.99 104003_1 43 4529243.881 9730.76 63.63 8.47 538.94 104003_2 43 4529236.071 282.18 7.47 2107.91 104004_1 439758.77 4529240.441005_1 439766.54 4529265.71 316.16 4.32 1365.79 120

Page 69: Tav[1].Rel a00 Relazione

68

L’i identificativo è composto da un pri ro, che identifica l’edificio, e da un ica il corpo di fabbrica (es. 10_3).

In q a valutazione dell’edificato esistente nel territorio comunale e

nelle otogrammetriche. In totale la superficie coperta a livello comunale è risultata pari a 2356753 mq ed il volume edificato pari a 2432

Le inf azioni rilevate diretta al primo gruppo le informazioni relativ sire gli usi attuali del patrimonio ediliz ico Comunale, circa l’abusivismo edilizio, finaliz lizio esistente.

ndice numerico mo nume secondo numero, che identif

uesto modo si ha una esattsue possibili zone ad una data certa, quella delle riprese aereo f

4415 mc.

ormazioni cartografiche sono state poi integrate con ulteriori informmente sul campo o desunte da fonte. Appartengono e all’anagrafe edilizia, finalizzata, tra l’altro, a cen

io, ed al secondo quelle fornite dall’Ufficio Tecnzate a verificare la legittimità del patrimonio edi

Page 70: Tav[1].Rel a00 Relazione

69

L’ANAGRAFE EDILIZIA

Page 71: Tav[1].Rel a00 Relazione

70

Ai fini di una an patrimonio edilizio del Co Casoria, de e caratteristidelle sue condizioni e dei suoi usi si duto ad pagna di rile nto puntualeterritori condo le fasi di la

1) Suddivisione del territorio comunale in 25 zone al fine di assegnare a ciascun gruppo di rilevamento una parte del territorio comunale con consistenza edilizia presumibilms e;

alisi del mune di lle su che, è provve una cam vame sul

o se seguenti voro:

ente imil

2) A ciascun gruppo di rilevamento è stato fornito uno stralcio della carta tecnica comunale, plottato alla scala 1:1000, con l’indicazione degli edifici e delle dividenti volumetriche che li individuano. Nel centroide di ciascun corpo di fabbrica (cdf) è stato riportato il testo che specifica il numero identificativo dell’edificio e del cdf da riportare nella scheda di rilevamento da compilare.

Page 72: Tav[1].Rel a00 Relazione

3) Si è poi effettuato confronto fra le seguenti levate aerofotogrammetriche:

1978 carta tecnica di supporto al piano regolatore vigente; 1998 carta tecnica numerica della provincia di Napoli; 2003 fotogrammi forniti dalla società Avioriprese; 2006 cartografia numerica commissionata dal comune di Casoria;

attribuendo a ciascun cdf, in ambiente AutocadMap, la data della cartografia nella quale il cdf compare per la prima volta.

4) In ambiente AutocadMap, mediante operazione di overlay fra le 25 zone ed i cdf, si è proceduto all’identificazione dei cdf ricadenti in ciascuna zona.

5) Si è poi generata, in ambiente MSAccess, a partire dalla tabella Exel di cui al capitolo precedente, una tabella contenente le seguenti informazioni: - identificatore della zona; - identificatore dell’edificio; - identificatore del corpo di fabbrica; - coordinate del centroide; - superficie coperta; - altezza; - volume edificato; - codice;

71

Page 73: Tav[1].Rel a00 Relazione

72

- data dalla quale il cdf risulta presente in cartografia (vedere punto 3).

6) Si è predisposta e stampata, per ciascun cdf, una schede di rilevamento contenente le informazioni di cui al punto precedente ed i seguenti campi da compilare in fase di rilevamento: - destinazione d’uso prevalente del corpo di fabbrica; - numero di piani; - numero di piani ad uso prevalente residenziale; - numero di piani ad uso prevalente commerciale; - numero di piani ad uso prevalente deposito; - numero di piani con altro uso; - data dalla quale il cdf risulta presente in cartografia; - epoca di costruzione; - stato di conservazione; - valore storico-architettonico; - tipologia.

La scelta di individuare, oltre alla destinazione prevalente, anche quella per piano è motivata dal fatto che, in molti casi, particolarmente nel centro storico, i piani-terra presentano, spesso, una destinazione commerciale o di deposito.

Comune di Casoria Scheda rilevamento

Zona _____________ Edificio _____________ Corpo di fabbrica ________________

Est _____________ Nord _____________

Superficie coperta mq _____________

Altezza ml _____________

Volume edificato mc _____________

Destinazione d’uso prevalente1 __________________

Numero piani ______

Numero piani residenziali ______

Numero piani commerciali ______

Numero piani deposito ______

Numero piani altro ______

data dalla quale il cdf risulta presente in cartografia ______

Epoca di costruzione2 ______

Stato di conservazione3 ______

Valore storico-architettonico4 ______

Tipologia5 ______

Numero foto ______

Page 74: Tav[1].Rel a00 Relazione

73

I campi su fondo giallo sono stati automaticamente riportati a partire dalle elaborazioni di cui ai punti precedenti. a) Relativamente alla destinazione d’uso prevalente del corpo di fabbrica sono stati

individuati i seguenti usi:

USO RESIDENZIALE ARTIGIANATO PRODUTTIVO COMMERCIALE TERZIARIO DEPOSITO CULTO ISTRUZIONE UFFICIO PUBBLICO BOX ALTRO

b) Epoca di costruzione: dato riportato per gli edifici storici e, in particolare, per tutti gli

edifici ricadenti nelle zone storiche (10, 12, 13, 15 e parte della 24 corrispondente al centro di Arpino). La legenda utilizzata è la seguente: V varie su impianto del XVII

tà del sec.A 1° meB 2° me

XVIII . XVIII tà del sec

C 1° metà del sec. XIXI 2° metà del sec. XIX

E 1° metà del sec. XX F 2° metà del sec. XX

tato di conservazione: dato riportato per gli edifici storici e, i lare, per tutti gli enti nelle zone storiche (10, 12, 13 e 15). La legenda utilizzata è la

seguente: Buono

M Mediocre D Degradato MD Molto degradato R Rudere

ric o: d gli edifi orici e, in particolare, per difici enti nelle zon oriche (10, 12, 13, 15 e parte della 24

rrispondente al c pino). L tilizzata è la seguente: Edificio di p o-architettonico vincolato o da vincolare

icio di p o-architettVT Edificio di valo oniale VTA Edificio di va oniale alteNP Edificio di

D

c) S n particoedifici ricad

B

d) Valore sto

tutti gli eo-architettonic ato riportato per ci st

ricad e stco entro di Ar a legenda uV regio storicPSA Edif regio storic onico

re testimlore testim rato

nessun pregio storico-architettonico

e) Tipologia: dato riportato per gli edifici storici e, in particolare, per tutti gli edifici

Page 75: Tav[1].Rel a00 Relazione

74

ricadenti nelle zone storiche (10, 12, 13 e 15). La legenda utilizzata è la seguente: B a Blocco C a Corte

7) Le schede rilevate dai diversi gruppi sono state poi memorizzate in un database di tipo MSAccess i cui record contengono sia i campi già riempiti della tabella di cui al precedente punto 5), sia gli ulteriori campi presenti nella scheda di rilevamento. Ciascun record risulta univocamente associato al relativo corpo di fabbrica, riportato in cartografia, tramite l’identificativo numerico ad esso attribuito.

8) Ciascun record del database precedente è stato ulteriormente integrato da ulteriori due campi, il primo contenente il volume residenziale ed il secondo quello con altra destinazione. Il popolamento dei due campi è stato eseguito in modo del tutto automatico tramite le seguenti operazioni:

volume medio per piano = (volume edificato) / (numero di piani) volume residenziale = (volume per piano) x (numero di piani residenziali) volume non residenziale = (volume edificato) – (volume residenziale)

Analizzando i dati contenuti nel database si evince che le zone maggiormente edificate, sia in

termini di rapporto di copertura, sia di densità territoriale, sono le zone 10, 12 e 15 che, unitamente alla 13, racchiudono il centro storico di Casoria, la zona 16, ad occidente del centro storico, e la zona 24, che racchiude il nucleo storico di Arpino.

ZONA ST

Superficie Territoriale

SC Superficie Coperta

VT Volume Totale SC/ST VT/ST

1 370675 101655 909755 0.27 2.452 291007 44689 400127 0.15 1.373 182046 60487 526728 0.33 2.894 224258 57824 482619 0.26 2.155 267464 38244 349138 0.14 1.316 224793 60817 540795 0.27 2.417 284180 75447 748553 0.27 2.638 249936 82855 724479 0.33 2.909 474990 109233 1034721 0.23 2.18

10 333939 129996 1484560 0.39 4.4511 556350 14731146534 14 0.26 2.6512 247888 198627 168518 0.40 4.7113 329905 84179 898865 0.26 2.7214 450055 37417 442265 0.08 0.9815 305393 101812 1221389 0.33 4.0016 279579 116763 1978157 0.42 7.0817 420986 98320 996894 0.23 2.3718 453837 84442 974410 0.19 2.1519 825717 79321 643127 0.10 0.7820 942764 120358 1075658 0.13 1.1421 740123 81344 686715 0.11 0.9322 1055578 58116 445398 0.06 0.4223 829283 221600 2180225 0.27 2.6324 615441 207065 2508355 0.34 4.0825 758971 59608 429850 0.08 0.57

2356753 4324415 2

Page 76: Tav[1].Rel a00 Relazione

75

ltre, se essenzialmente a carattere residenziale, resentano mediamente i caratteri di zone di completamento, altrimenti sono ampiamente

interessate da volumi a prevalente carattere commerciale o produttivo. pp a per zona, delle informazioni desumibili dal database

predisposto è riportato nel capitolo “Superfici coperte e Volumi icati per uso e legittimità .

Quelle meno edificate sono, invece, la 5, la 21, limitrofa alla pista dell’aereoporto di Capodichino, la 19, la 20, la 22 e la 25 in cui rimane una certa preminenza di terreni agricoli, in parte utilizzati ed in parte abbandonati anche per effetto di una aspettativa di ulteriore urbanizzazione del territorio comunale. Tutte le ap

Un esame più a rofondito, zonedif

urbanistica”

Page 77: Tav[1].Rel a00 Relazione

76

’ABUSIV O EDILIZ L ISM IO

Page 78: Tav[1].Rel a00 Relazione

77

Relativa agli insediam abusivi la L.R n. 16/2004, al ma , prevede che i P.U.C. pro o alla “perimetrazione degli insediamenti abusivi esistenti al 31 dicembre 1993 e oggetto d atoria ai sens lla legge 28 febbraio 1985, n. 47, capi IV e V, e ai sensi della legge 23 dicembre 1994, n. 724, articolo 39, al fine di: a) realizzare un’adeguata urbanizzazione primaria e secondaria; b) rispetta i interessi di c logico, paesaggistico-ambientale

ed idrogeologico; c) realizzare un razionale inserimento territoriale ed urbano degli insediamenti

Al succe comma 6 la legge precisa che questa perim azione debbo essere esclusi “gli immobili non suscettibili di sanatoria”.

In base anto sopra ri evidente che per la redazione di un P.U.C. sia necessario conoscere quanto meno la natura, l’ubicazione e le condizioni di sanabilità, o m no, degli abusi esistenti “al 31 marzo 2003”, così come precisato successivamdella Giunta Regionale dell’11 maggio 2007 “Norme tecniche e direttive riguardanti gli elaborati da allegare agli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica, generale ed attuativa, come previsto dagli artt. 6 e 30 della legge regionale n. 16 del 22 dicembre 2004 <Norme sul governo del territorio>”.

Il comm l suddetto art precisa, inoltr che “Il Puc può subordinare l’attuazione degli interventi di recupero urbanistic ed edilizio de i insediamenti abusivi, perimetrati ai sensi del comma 3, alla redazione di appositi Pua, denominati piani di recupero degli insediamenti abusivi, il cui procedimento di formazione segue la disciplina prevista dall’articolo 27” e, al success vo comma 7 che, si faccia ricorso o meno ai P.U.A., il P.U.C. è tenuto a definire “le modalità del recupero urbanistico ed edilizio degli in gli interventi ob stessi, nPiù in dettaglio, la Deliberazione n. iun e de io 200 si è

ione illustrativa del P.U.C. contenga ria e r nziale, icola re ta ia già d o q

l’Ufficio Tecnico Comunale abbia attestato la sua legittima condonabilità, con atto e d su di pon lità, il le s ich

anche il tempo occorrente per la definizione del procedimento di sanatoria edilizia e d m e l de . 04

l P.U i “ i am abesistenti al 31 marzo 2003 ed oggetto di sanatoria ai sensi dei capi IV e V della legge

30.09.2003, n. 269, convertito dalla L. 24.11.2003, n. 326, accompagnata ali s t c abilitativi in

à so istendone i presupposti, i zio n00) om e tu qu è pr sto com 5,6

ella L.R. 16/04”. po ric ella redazione del P.U.C. ha fatto richiesta

inistrazione Comunale di tutti i d ti occ erare a dispoa R na 34 7. te c le i azioni occorrenti risultavano solo in parte

nibili per svariati motivi. Molte pratiche non risultavaanimetrica, molte altre non

ora non contenevano, quantunque necessaria, l’informazione circa la

mente enti . l’art. 23, com 3cedani san i de

re gl arattere storico, artistico, archeo

”.ssivo da etr no

a qu sulta e

ente dalla Deliberazione n. 834

a 5 de . 23 e, o gl

isediamenti abusivi,

bligatori di riqualificazione e le procedure, anche coattive, per l’esecuzione degli che mediante la formazione dei comparti edificatori di cui agli articoli 33 e 34”. a

834 della G ta Regional ll’11 magg 7, cui fatto sopra cenno, richiede che: • la relaz “la volumet di dilizia eside

industriale, commerciale e agr , già alizza che s stata con onata per la uale

amministrativo di certificazione i as nzione res sabi con qua i ind erà

comunque tutto quanto è previsto ai co mi 5, 6 7 del ’art. 23 lla L R. 16/ ; • fra gli elaborati di analisi de .C., v sia la perimetrazione degli nsedi enti usivi

28.02.1985, n. 47, dell’art. 39 della legge 23.12.1994, n. 724, e dell’art. 32 del decreto legge

dall’individuazione degli insediamenti per i qu ia s ato rilas iato il titolo sanatoria, ovvero per i quali è gi decor , suss l silen -asse so di cui alla legge 47/85 (scala 1:20dell’art. 23 d

e c unqu tto anto evi dai mi e 7

In base a quanto sopra, il grupall’Amm

incaa

ato dorrenti per ottemp l sto della L.R. n.

16/2004 e della Delibera della Giunt egio le n. 8 /200Fin dall’inizio è risultato eviden

dispohe nform

no complete dei dati catastali occorrenti alla loro identificazione pltipologia dell’abuso, altre anc

contenevano l’indicazione della

superficie ed il volume dell’abuso, altre ancora contenevano, probabilmente, indicazioni

Page 79: Tav[1].Rel a00 Relazione

78

za esaustiva circa: gli abusi edilizi esistenti alla data del 31 m

ci si è adoperati per conseguire la più ampia conoscenza del problema. , proceduto alla

on. 3stru ati in più tabelle a seconda

lA

utili

catastali erronee in quanto all’interno delle particelle indicate non risultava presente alcun volume edificato. In generale regnava una gran confusione e l’Amministrazione Comunale non risultava attrezzata a far fronte, in tempi certi, alla necessità di acquisire le informazioni suddette.

Questo induceva la Commissione Straordinaria ad incontrarsi prima con l’assessore prof. Domenico Moccia e poi con il dott. Giacomo Ariete della Provincia di Napoli al fine di chiarire la necessità, o meno, di una conoscen

arzo 2003, la loro ubicazione e le relative condizioni di condonabilità o meno. In queste riunioni veniva affermato che non vi era necessità di una conoscenza esaustiva del problema, così come successivamente riportato al coordinatore del gruppo incaricato della redazione del P.U.C. dai partecipanti agli incontri di cui sopra.

Ciò nonostante Per quanto concerne l’abusivismo edilizio si è, prima di tutto

inf rmatizzazione dei dati relativi ai tre condoni, Legge n. 47/1985, Legge n. 724/1994 e Legge 26/2003, forniti dall’Ufficio Tecnico Comunale. I dati relativi a ciascun condono sono stati tturati in altrettanti database di tipo MSAccess, struttur

del ’istruttore a suo tempo incaricato dal Comune. titolo di esempio viene riportata nella pagina seguente la maschera di immissione dei dati zzata per i primi due condoni.

Per quanto concerne il condono relativo alla legge n. 47/85 nella lettera di trasmissione del comune si parla di 5020 pratiche mentre quelle effettivamente trasmesse e memorizzate sono 5071. Di queste 356, pari al 7,02%, non hanno i relativi riferimenti catastali.

Digitalizzazione schede riassuntive condono edilizio legge 47/85

tecnico istruttore n. pratiche riportato nella lettera di trasmissione del

comune

n. pratiche effettivamente

trasme

differenza riferimenti

sse e digitalizzate catastali mancanti

ACCURSO 424 422 -2 12ARNONE 416 429 13 18CELARDO 418 415 -3 19CITRO 449 447 -2 39D'ERRICO 393 475 82 18FERMEZZA 429 430 1 63GIARDINO 407 388 -19 52IODICE 433 429 -4 18MERCURIO 386 384 -2 18OREFICE 420 419 -1 39PAPALE 431 417 -14 24PUZIO 414 416 2 36TOTALE 5020 5071 51 356

Legge 47/85 s e uperficie volum

destinazione d'uso utile ab lemq

n re zimq itabi no siden ale Mc %

residenziale 702023.83 326502.64 3509107.73 67.09commerciale 1 8 29 10886 .49 109 .40 635 02.30 12.14industriale/artigianale 1 8 85 75933 .78 66 .19 893 52.85 17.09agricola 3988.78 0.00 15819.17 0.30altre 30593 95 7.13 65 .88 176 93.84 3.38TOTALE 1004813.01 350713.11 5230575.89 100.00

Il 67,09% del volume abusivo riguarda le residenze, seguito dal 17,09% relativo alle industrie ll’artigianato e dal 12,14% relativo alle attività commerciali. e a

Page 80: Tav[1].Rel a00 Relazione

italizzazione schede r tive condono e Dig iassun dilizio legge 724/94tecnico istruttore n. pratic to nella

lettera one del n. pra

effettitrasmesse zate

differenza riferimenti catma

he riportadi trasmissi

comune

tiche vamente e digitaliz

astali ncanti

ACCURSO 241 241 0 12ARNONE 274 273 -1 12CELARDO 414 361 -53 43CITRO 242 245 3 9D'ERRICO 261 247 -14 13FERME 306 171 -135 ZZA 7GIARDINO 342 226 -116 17IODICE 203 204 1 23MERCURIO 36 32 -4 2OREFICE 261 263 2 22PAPALE 172 153 -19 7TORRETTI 37 37 0 3D'ANNA 219 93 -126 2PUZIO 259 217 -42 26TOTALE 3267 2763 -504 198

79

Page 81: Tav[1].Rel a00 Relazione

80

i tra

o solo 2763, pari all’84,57% del dichiarato. Inoltre di queste ultime 198, pari al 7,16%, non hanno i relativi riferimenti catastali.

L

Per quanto concerne invece il condono relativo alla legge n. 724/94 nella lettera dsmissione del comune si parla di ben 3267 pratiche mentre quelle effettivamente trasmesse e

memorizzate son

egge 724/94 superficie volume

destinazione d'uso utile abitabile mq

non residenziale mq mc %

residenziale 226730.66 61172.44 756507.75 76.99commerciale 16146.48 18016.24 138867.33 14.13industriale/artigianale 10103.00 6201.99 55260.10 5.62agricola 237.37 554.00 2370.30 0.24altre 5745.12 6091.64 29633.06 3.02TOTALE 258962.63 92036.30 982638.53 100.00

In termini di usi circa il 77% dei volumi abusivi ha destinazione residenziale, seguito dal 14,13% con destinazione commerciale.

Digitalizzazione schede riassuntive condono edilizio legge 326/03 tecnico istruttore n. pratiche riportato nella

lettera di trasmissione del comune

n. pratiche effettivamente

trasmesse e digitalizzate

differenza riferimenti catastali mancanti

CELARDO 200 188 -12 12FERMEZZA 190 182 -8 23GIARDINO 199 190 -9 14IODICE 189 189 0 18MERCURIO 189 188 -1 9TOTALE 967 937 -30 76

Legge 326/03 superficie volume

destinazione d'uso utile abitabile mq

non residenziale mq mc %

residenziale 52143.93 19886.36 129448.99 71.85commerciale 4512.28 1158.66 22843.53 12.68industriale/artigianale 318.61 3462.77 8334.90 4.63altre 1407.74 8018.73 19531.06 10.84TOTALE 58382.56 32526.52 180158.48 100.00

Anche per quanto concerne il condono relativo alla legge n. 326/03 vi è una discrepanza fra il numero delle pratiche indicate nella lettera di trasmissione del comune, dove si parla di 967 pratiche, e quelle effettivamente trasmesse e memorizzate, che sono invece 937. Di queste ultime 76, pari all’8,11%, non hanno i relativi riferimenti catastali.

Altro elemento da sottolineare è che spesso risulta attribuito il medesimo numero di pratica a pratiche diverse, come si può evincere dalla tabella riportata nella pagina seguente.

In tutto, per il condono di cui alla Legge n. 47/85, si hanno 186 pratiche che presentano il medesimo numero di altre, per quello di cui alla Legge n. 724/94, 88 e per quello di cui alla Legge n. 326/03, 4.

Al di là delle discrepanze sopra evidenziate, dopo aver predisposto i database relativi a ciascun condono in ambiente Microsoft Access, si sono operate alcune query incrociate al fine di verificare l’idoneità dei dati forniti dal Comune e la loro completezza.

Nella tabella seguente vengono prima di tutto riportate le schede dei tre condoni che presentano il medesimo numero di pratica.

Page 82: Tav[1].Rel a00 Relazione

81

Schede con medesimo numero di pratica L. 47/85

Schede con medesimo numero di pratica L. 724/94

Schede con medesimo numero di pratica L. 326/03

Numero Pratica Numero ripetizioni Numero Pratica Numero ripetizioni Numero Pratica Numero ripetizioni

117 2 5638 3 378 2352 13 6010 2 905 2888 2 6181 2

1014 2 6257 2 1019 2 6287 2 1068 2 6502 2 1172 2 6571 2 1177 2 6653 2 1187 2 6654 2 1429 2 6655 2 1748 2 6656 2 1750 2 6657 2 1751 2 6658 2 1969 2 6659 2 2114 2 6660 2 2535 2 6661 2 2730 2 6662 2 2970 2 6663 2 3008 2 6664 2 3020 2 6665 2 3021 2 6668 2 3081 2 6669 2 3082 2 6670 2 3083 2 6671 2 3085 2 6672 2 3086 2 6673 2 3087 2 6674 2 3088 2 6676 2 3089 2 6677 3 3090 2 6678 2 3091 2 6679 2 3092 2 6680 2 3093 2 6681 2 3094 2 6682 2 3095 2 6885 2 3096 2 7563 2 3097 2 7622 2 3098 2 7679 2 3099 2 7695 2 3100 2 7718 2 3101 2 7732 2 3102 2 8134 2 3103 2 8620 2 3104 2 3105 2 3106 2 3248 2 3362 6 3416 2 3417 2 3418 2 3419 2 3420 2 3421 2 3422 2

Page 83: Tav[1].Rel a00 Relazione

82

3423 2 3424 2 3425 2 3426 2 3427 2 3428 2 3429 2 3431 2 3432 2 3433 2 3434 2 3435 2 3436 2 3437 2 3657 2 3971 2 4087 7 4093 2 4110 8 4147 2 4157 2 4159 2 4827 2 5058 2 5203 2

TOTALE 186 88 4 Nella tabella seguente vengono invece riportati i risultati di alcune delle query eseguite.

L. n. 47/85 L. n. 724/94 L. n. 326/03 Totale

Totale pratiche trasmesse dal Comune e digitalizzate 5071 100.00 2763 100.00 937 100.00 8771 100.00

di cui con indicazione della tipologia di abuso 4464 88.03 2605 94.28 869 92.74 7938 90.50

di cui senza indicazione della tipologia di abuso 607 11.97 158 5.72 68 7.26 833 9.50

Pratiche con indicazione della tipologia di abuso 4464 100.00 2605 100.00 869 100.00 7938 100.00

di cui relative alle tipologie di abuso 1, 2 e 3 4398 98.52 2254 86.53 846 97.35 7498 94.46

di cui relative alle altre tipologie di abuso 66 1.48 351 13.47 23 2.65 440 5.54

Pratiche relative alle tipologie di abuso 1, 2 e 3 4398 100.00 2254 100.00 846 100.00 7498 100.00

di cui con indicazione dei dati catastali e georiferite 3529 80.24 1635 72.54 646 76.36 5810 77.49

di cui senza indicazione dei dati catastali e quindi non georiferite 869 19.76 619 27.46 200 23.64 1688 22.51

Pratiche relative alle tipologie di abuso 1, 2 e 3 georiferite 3529 100.00 1635 100.00 646 100.00 5810 100.00

di cui con indicazione dei dati volumetrici di abuso 3371 95.52 1474 90.15 402 62.23 5247 90.31

di cui senza indicazione dei dati volumetrici di abuso 158 4.48 161 9.85 244 37.77 563 9.69

TOTALE VOLUMETRIE DESUNTO DALLE QUERY SELETTIVE EFFETTUATE mc 3823705 631319 139248 4594272

Rispetto al totale delle pratiche relative al condono di cui alla Legge n. 47/85 per circa il 12%

Page 84: Tav[1].Rel a00 Relazione

83

ortata la tipologia dell’abuso. Di queste ultime il 98,52% è relativo alle tipologie di buso 1, 2 e 3, comportanti incrementi di volume e di superficie, mentre il restante 1,48%

riguarda le altre tipologie di abuso. Delle prime solo per l’80,24% sono riportati i dati catastali entre per il 19,76% questa informazione manca. Infine per quelle relative alle tipologie di

abuso 1, 2 e 3 georiferite è disponibile il dato relativo al volume abusivo il 95,52% di esse, m a p te 4,

, su che centuale del 98,52%, relativa al ipolo uso 1 ul to uelle dov iportata la tipologia, si possa applicare al

tale delle pratiche, si avrebbe che su totale di circa (5071 x 98,52 / 100=) 4996 pratiche solo rebbero tutte l ccorrenti, mentre non erebbe trattabile il

o stesso ragionamento anch i altri due c i si avrebbeer quello relativo alla Legge n. 724/9 he, su un totale stimato (2763 x 86,53% /100=)

e con tipologia di abuso 1, 2 o 3, solo 1635, pari al 68,38%, sarebbero trattabili, non risulterebbe possibile trattare il restante 31,62%;

relativo alla Legge n. 326 e, su un totale stimato (937 x 97,35% /100=) 912 tipologia di abuso 1, 2 o o 646, pa 83%, sareb attabili, m

be possibile trattare il restante 29,17%. sopra ha comportato una ulteriore verifica consistente nell’eseguire prima una query

nalizzata a selezionare gli abusi per i quali vi era l’informazione relativa alla volumetria e successivamente quelle relative all’indicazion o ed all’a e sole tip ie 1, 2 e 3, per finire con quell dei dati occorrenti per georeferenziarle. Il risultato è, ovviamente, lo he se in ques o, conf

sultati delle query con quelle eseguite in precedenza si ha una misura della indisponibilità del da

non è ripa

mper

entre manc er il restanpponendo

48%. la perIn sintesi le pratiche relative alle

tto

gie di ab , 2 e 3 s tale di q e è r un formil 67,47% di esse av

restante 32,53%. e in azioni o risult

Applicando l e agl ondon : • p 4, c

2391 pratichmentre

• per quello /03, chpratiche con 3, sol ri al 70, bero tr entre non risultereb

Quanto fi

e della tipologia di abus ppartenenza allolog poi a relativa alla disponibilità

stesso anc to mod rontando i ri

to anche per i volumi e si comprende meglio il problema.

Totale pratiche trasmesse dal Comune e digitalizzate 5071 100.00 2763 100.00 937 100.00 8771 100.00

di cui con indicazione dei dati volumetrici di abuso 4619 5228851 2294 982635 540 180159 7453 6391645

TOTALE PRATICHE GEOREFE-RE 3371NZIATE 3823705 1474 631319 402 139248 5247 4594272

Dalla tabella precedente risulta che delle 7453 pratiche, per le quali nei dati trasmessi è

riportata la volumetria dell’abuso, è stato possibile georeferenziarne solo 5247, pari al 70,4% delle prime, e che in termini volumetrici la volumetria georeferenziata è pari a 4594272 mc su un totale di 6391645 mc, pari al 71,88%.

Con indicazione dei dati volumetrici di abuso 4619 5228851 2294 982635 540 180159 7453 6391645

di cui è indicata la tipologia di abuso 4193 4848241 2222 945761 530 175414 6945 5970416

TOTALE PRATICHE GEOREFE-RENZIATE 3371 3823705 1474 631319 402 139248 5247 4594272

Con indicazione dei dati volumetrici di abuso 4619 5228851 2294 982635 540 180159 7453 6391645

di cui relative alle tipologie di abuso 1, 2 e 3 4144 4680397 1978 850883 528 174922 6650 5706202

TOTALE PRATICHE GEOREFE-RENZIATE 3371 3823705 1474 631319 402 139248 5247 4594272

Un dubbio circa l’affidabilità dei dati lo crea il fatto che il volume dell’abuso è talvolta

indicato anche per abusi ricadenti nelle altre tipologie, oltre la 1, la 2 e la 3. Se poi si considerano solo le pratiche per le quali è riportata la cubatura e la tipologia di abuso

Page 85: Tav[1].Rel a00 Relazione

84

2 o la 3 si ha che esse sono in tutto 6650, per 5706202 mc, per cui quelle fra queste che stato possibile georeferenziare sono 5247, pari al 78,90%, per complessivi 4594272 mc, pari

all’80,51% del relativo totale. Molti abusi corrispondono, inoltre, al medesimo corpo di fabbrica, o al medesimo edificio, per

cui il numero di essi risulta ovviamente inferiore rispetto al numero delle pratiche di abuso georeferenziate. In particolare si ha il quadro seguente:

è la 1, la è

L. n. 47/85 L. n. 724/94 L. n. 326/03 n. pratiche n. corpi di fabbrica n. pratiche n. corpi di fabbrica n. pratiche n. corpi di fabbrica

3371 2074 1474 683 402 204

Il quadro riepilogativo dei volumi totali e di quelli abusivi che è stato possibile

georeferenziare e la percentuale di questi ultimi rispetto ai primi, per ogni zona di rilevamento considerata è riportato nella tabella seguente:

ZONE VT Volume Totale

VA Volume Abusivo VA*100/VT

1 909755 363031 39.902 400127 175762 43.933 526728 37047 7.034 482619 182907 37.905 349138 182826 52.366 540795 215885 39.927 748553 339546 45.368 724479 325503 44.939 1034721 241776 23.37

10 1484560 89281 6.0111 1473114 445409 30.2412 1168518 42969 3.6813 898865 95712 6.3614 44226 35 9925 22.4415 1221389 79961 8.1616 1978157 301284 6.4917 996894 266219 26.7018 974410 190083 19.5119 643127 62971 9.7920 1075658 144882 13.4721 6867 12635515 18.4022 4453 2258798 5.0723 21802 25354225 11.6324 2508 342778355 13.6725 4298 15042450 34.99

TOTALE 2432 5862124415 4 18.85

o evidenin cui sonel 30% e

ziate in rosso scuro le tuali maggiori del 40%, in rosso quelle ma minori o uguali al 40%, in arancio quelle maggiori del 20% e m

n giallo 10% e minori o quelle ma e minori o uguali al 10% e in azzurro quelle minori o uguali al 5%.

Nella uente viene r ta una car a delle sudde entuali busivo

percen ggiori di

inori o uguali al 30%, quelle maggiori del uguali al 20%, in verde ggiori del 5%

tavola segper zona.

iporta ta tematic tte perc di volume a

Quello che si evidenzia dalla sua lettura è che le zone che presentano le percentuali più alte di

Page 86: Tav[1].Rel a00 Relazione

85

asoria e, in misura maggiore, quelle a nord. abusi sono quelle all’intorno del centro storico di CAltra zona che presenta una percentuale piuttosto alta di abusi è la 25, interessata dai canali

Sebeto e Reale.

Nel capitolo seguente viene riportata la planimetria di ciascuna zona di rilevamento e le informazioni principali relative alla superficie territoriale, alla superficie coperta, ai volumi edificati totali, abusivi e per tipo di uso, oltre ai rapporti superficie coperta su superficie territoriale e volume edificato totale su superficie territoriale. In ciascuna planimetria gli edifici rappresentati in rosso sono quelli di tipo civile, mentre quelli rappresentati in celeste sono quelli di tipo industriale, le linee bianche rappresentano le dividenti dei corpi di fabbrica.

Page 87: Tav[1].Rel a00 Relazione

86

Page 88: Tav[1].Rel a00 Relazione

87

SUPERFICI COPERTE, VOLUMI EDIFICATI PER USO E VOLUMI ABUSIVI

Page 89: Tav[1].Rel a00 Relazione

88

Zona 1

ST Superficie Territoriale

SC Superficie Coperta

VT Volume Totale

SC/ST VT/ST VA

Volume Abusivo

VA*100/VT

370675 101655 909755 0.27 2.45 363031 39.90

USO PREVALENTE SC

Superficie Coperta

VT Volume % SC % VT

ARTIGIANATO 1001 4661 0.98 0.51BOX 98 276 0.10 0.03COMMERCIALE 10675 88525 10.50 9.73DEPOSITO 2834 16054 2.79 1.76PRODUTTIVO 23037 148988 22.66 16.38RESIDENZIALE 59192 613787 58.23 67.47UFFICI PUBBLICI 4818 37464 4.74 4.12 TOTALE 101655 909755 100.00 100.00

Volume Residenziale Volume non residenziale mc % mc %

Volume Totale mc

512788.62 56.37 396965.89 43.63 909754.51

La superficie coperta degli edifici esistenti è pari al 27% della superficie territoriale della zona mentre la densità territoriale è pari a 2,45 mc/mq.

Page 90: Tav[1].Rel a00 Relazione

89

me abusivo, che è stato possibile georeferenziare, rappresenta circa il 40% del volume tale, il che testimonia delle modalità con cui si è sviluppata questa zona.

e a prevalente uso residenziale rappresenta il 67,47% del volume totale seguito da uello produttivo con il 16,38%.

Tenendo conto dei diversi usi presenti all’interno dei singoli corpi di brica si ha che il v ttiv per nze as a 512788,62 mc, pari al 56,37% del volume totale, corrispondenti a circa 6410 vani convenzionali.

Il voluto

Il volumq

fabolume effe o utilizzato le reside somma

Page 91: Tav[1].Rel a00 Relazione

Zona 2

ST Superficie Territoriale

SC Superficie Coperta

VT Volume Totale

SC/ST VT/ST VA

Volume Abusivo

VA*100/VT

291007 44689 400127 0.15 1.37 175762 43.93

USO PREVALENTE SC

Superficie Coperta

VT Volume % SC % VT

ARTIGIANATO 1303 5971 2.92 1.49BOX 236 623 0.53 0.16COMMERCIALE 589 4071 1.32 1.02CULTO 222 1114 0.50 0.28DEPOSITO 3906 20800 8.74 5.20PRODUTTIVO 382 1716 0.85 0.43RESIDENZIALE 35531 346375 79.51 86.57UFFICI PUBBLICI 2520 19457 5.64 4.86 TOTALE 44689 100.00 100.00400127

Volume Residenziale Volume non residenziale mc % mc %

Volume Totale mc

90

306077.32 76.50 94049.45 23.50 400126.77

La superficie coperta degli edifici esistenti è pari al 15% della superficie territoriale della zona

Page 92: Tav[1].Rel a00 Relazione

91

meossibile georeferenziare, rappresenta ben il 43,93% del

vo

ume edificato, a prevalente uso residenziale, rappresenta l’86,57% del volume totale che si

mc effettivamente utilizzati come residenze equivalgono a 3826 vani.

ntre la densità territoriale è pari a 1,37 mc/mq. Il volume abusivo, che è stato plume totale il che fa supporre che, se si fossero potuti localizzare tutti i volumi abusivi,

l’assetto di questa zona sarebbe risultato pressoché tutto determinato dall’abusivismo edilizio. Il vol

riduce al 76,50% se si considerano i diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica. In termini di vani convenzionali i 306077,32

Page 93: Tav[1].Rel a00 Relazione

Zona 3

ST Superficie Territoriale

SC Superficie Coperta

VT Volume Totale

SC/ST VT/ST VA

Volume Abusivo

VA*100/VT

182046 60487 526728 0.33 2.89

92

37047 7.03

USO PREVALENTE SC

Superficie Coperta

VT Volume % SC % VT

DEPOSITO 3855 21425 6.37 4.07PRODUTTIVO 49779 432351 82.30 82.08RESIDENZIALE 6142 69509 10.15 13.20UFFICI PUBBLICI 711 3443 1.18 0.65TOTALE 60487 526728 100.00 100.00

Volume Residenziale Volume non residenziale mc % mc %

Volume Totale mc

56238.51 10.68 470490.23 89.32 526728.74

La superficie coperta rappresenta il 33% della superficie totale mentre la densità territoriale è pari a 2,89 mc/mq.

Il volume abusivo che è stato possibile georeferenziare è, in questo caso, notevolmente inferiore rispetto alle altre zone della parte a nord del comune, dove i volumi abusivi

Page 94: Tav[1].Rel a00 Relazione

93

nziati sono sempre maggiori del 30%, essendo pari a circa il 7%. La zona è preminentemente industriale tant’è che il volume edificato a prevalente uso

industriale è pari all’82,08% mentre il volume a prevalente uso residenziale è pari solo al 13,20% che si riduce al 10,68% se si considerano i diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica. In termini di vani convenzionali i 56238,51 mc effettivamente utilizzati come residenze equivalgono a 703 vani.

Occorre qui fare una ulteriore considerazione circa l’abusivismo edilizio che qui appare più contenuto rispetto alle altre zone proprio per la prevalente destinazione industriale e per il più ridotto peso delle residenze che costituiscono la gran parte degli abusi commessi nel territorio comunale di Casoria.

georefere

Page 95: Tav[1].Rel a00 Relazione

94

Zona 4

ST Superficie Territoriale

SC Superficie Coperta

VT Volume Totale

SC/ST VT/ST VA

Volume Abusivo

VA*100/VT

224258 57824 482619 0.26 2.15 182907 37.90

USO PREVALENTE SC

Superficie Coperta

VT Volume % SC % VT

ARTIGIANATO 638 2623 1.10 0.54BOX 178 555 0.31 0.11COMMERCIO 531 1930 0.92 0.40DEPOSITO 6486 40385 11.22 8.37ISTRUZIONE 1850 12163 3.20 2.52PRODUTTIVO 17106 133522 29.58 27.67RESIDENZIALE 28062 274459 48.53 56.87UFFICI PUBBLICI 2973 16982 5.14 3.52TOTALE 57824 482619 100.00 100.00

Volume Residenziale Volume non residenziale mc % mc %

Volume Totale mc

236174.16 48.94 246444.83 51.06 482618.99

Page 96: Tav[1].Rel a00 Relazione

95

erficie coperta rappresenta il 26% della superficie totale mentre la densità territoriale è ari a 2,15 mc/mq.

e abusivo, che è stato possibile georeferenziare, è pari a circa il 38% del volume tale. La zona è a carattere misto tant’è che il 58,87% del volume è a prevale so residenziale, il

2 eva atter ivo e l ad uso to. ad uso re ale è pari a 236174,16 mc, pari al 48,94% del volume

otale vani iona

La supp

Il volumto

nte u7,67% a pr lente a car

effettivo e produttsidenzi

’8,37% deposiIl volume

t e a 2952 convenz li.

Page 97: Tav[1].Rel a00 Relazione

Zona 5

ST Superficie Territoriale

SC Superficie Coperta

VT Volume Totale

SC/ST VT/ST VA

Volume Abusivo

VA*100/VT

267464 38244 349138 0.14 1.31 1 582826 2.36

USO PREVALENTE SC

Superficie Coperta

VT Volume % SC % VT

ARTIGIANATO 924 5074 2.42 1.45BOX 203 595 0.53 0.17COMMERCIO 251 3054 0.66 0.87DEPOSITO 1894 10607 4.95 3.04ISTRUZIONE 1090 7586 2.85 2.17RESIDENZIALE 32478 312182 84.92 89.42UFFICI PUBBLICI 1 1404 0040 3.67 2.88TOTALE 38 34 10 10244 9138 0.00 0.00

Volume Residenziale Volume n ziale on residenmc % mc %

Volume Totale mc

269574.80 77.21 79561.81 22.79 349136.6

96

0

La su perta rappre in quest 4% della su totaleensità territoriale è pari a 1,31 mc/mq.

perficie co senta o caso il 1 perficie mentre la d

Page 98: Tav[1].Rel a00 Relazione

97

nte pe

dersi quali forme di connivenza vi sono state, negli anni pa

Il volume abusivo, che è stato possibile georeferenziare, è, in questo caso, notevolmente alto e pari a ben il 52,36% del volume totale il che fa dire che la zona si è sviluppata sostanzialme

r effetto dell’abusivismo edilizio. Date le dimensioni assunte da questo fenomeno, pur nell’incompletezza del dato, c’è da chie

ssati, per non accorgersi di tutto questo. Rispetto agli usi, l’89,42% dei volumi ha un uso prevalentemente residenziale. Percentuale

che si riduce al 77,21% se si considerano i diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica, a prescindere dal loro uso prevalente.

In termini di vani convenzionali si hanno 3370 vani.

Page 99: Tav[1].Rel a00 Relazione

Zona 6

ST Superficie T

98

erritoriale

SC Superficie Coperta

VT Volume SC/ST VT/ST

VA Volume VA*100

Totale Abusivo /VT

224793 60817 540795 0.27 2.41 215885 39.92

USO PREVALENTE SC VT

Volume % SC % VT Superficie Coperta

ARTIGIANATO 766 3049 1.26 0.56BOX 389 1150 0.64 0.21DEPOSITO 1665 12981 2.74 2.40PRODUTTIVO 21298 173688 35.02 32.12RESIDENZIALE 35217 340694 57.91 63.00UFFICI PUBBLICI 1482 9233 2.44 1.71TOTALE 60817 540795 100.00 100.00

Volume Residenziale Volume non residenziale mc % mc %

Volume Totale mc

304732.08 56.35 236063.28 43.65 540795.36

La superficie coperta rappresenta il 27% della superficie totale mentre la densità territoriale è pari a 2,41 mc/mq.

Page 100: Tav[1].Rel a00 Relazione

99

e abusivo, che è stato possibile georeferenziare, è anche in questo caso molto alto e ari a circa il 40% del volume totale.

La zona è in parte a carattere residenziale ed in parte a carattere produttivo, tant’è che il relativo volume edificato per uso prevalente è pari, rispettivamente, al 63,00% ed al 32,12% del totale.

Il volume ad effettivo uso residenziale assomma a 304732,08 mc, pari al 56,35% del volume totale e a 3809 vani convenzionali.

Il volump

Page 101: Tav[1].Rel a00 Relazione

100

Zona 7

ST Superficie Territoriale

SC Superficie Coperta

VT Volume Totale

SC/ST VT/ST VA

Volume Abusivo

VA*100/VT

284180 75447 748553 0.27 2.63 339546 45.36

USO PREVALENTE SC

Superficie Coperta

VT Volume % SC % VT

ARTIGIANATO 3622 17659 4.80 2.36BOX 741 2450 0.98 0.33COMMERCIO 2409 13609 3.19 1.82DEPOSITO 1160 4874 1.54 0.65ISTRUZIONE 7998 78547 10.60 10.49RESIDENZIALE 57702 617299 76.48 82.47UFFICI PUBBLICI 1815 14115 2.41 1.89TOTALE 75447 748553 100.00 100.00

Volume Residenziale Volume non residenziale mc % mc %

Volume Totale mc

528072.40 70.55 220480.35 29.45 748552.75

La superficie coperta rappresenta in questo caso il 27% della superficie totale mentre la densità territoriale è pari a 2,63 mc/mq.

Page 102: Tav[1].Rel a00 Relazione

101

e abusivo, che è stato possibile georeferenziare, è, come nelle altre zone della parte ord del comune, notevolmente alto e pari a ben il 45,36% del volume totale.

i ha un uso prevalentemente residenziale. Percentuale he si riduce al 70,55% se si considerano i diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica a

presc re dal suo prevaleni di nzio so res le si ha 01 van

Il volumn

Rispetto agli usi, l’82,47% dei volumc

inde uso te. In termin vani conve nali ad u idenzia nno 66 i.

Page 103: Tav[1].Rel a00 Relazione

Zona 8

ST

102

Superficie Territoriale

SC Superficie Coperta

VT Volume Totale

VT/ST VA

Volume Abusivo

VA*100/VT SC/ST

249936 82855 724479 0.33 2.90 325503 44.93

USO PREVALENTE SC

Superficie Coperta

VT Volume % SC % VT

ARTIGIANATO 127 496 0.15 0.07BOX 409 1124 0.49 0.16COMMERCIO 1406 7280 1.70 1.00DEPOSITO 3 1154 3345 3.81 1.84ISTRUZIONE 94 354 0.11 0.05PRODUTTIVO 10170 76755 12.27 10.59RESIDENZIALE 657 615 7 895 484 9.41 4.96UFFICI PUBBLICI 1700 9641 2.05 1.33TOTALE 82855 724479 100.00 100.00

Volume Residenziale Volume non residenziale mc % mc %

Volume Totale mc

559501.04 77.23 164977.31 22.77 724478.34

La superficie coperta rappresenta in questo caso il 33% della superficie totale mentre la

Page 104: Tav[1].Rel a00 Relazione

103

so prevalente. i hanno 6994 vani.

l comune e rappresentano il 10,59% del volume edificato totale.

densità territoriale è pari a 2,90 mc/mq. Il volume abusivo, che è stato possibile georeferenziare, è, anche in questo caso come nelle

altre zone della parte nord del comune, notevolmente alto e pari a ben il 44,93% del volume totale.

Rispetto agli usi, il 79,41% dei volumi ha un uso prevalentemente residenziale, percentuale che si riduce al 77,23% se si considerano i diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica, a prescindere dal loro u

In termini di vani convenzionali ad uso residenziale sI volumi a destinazione produttiva sono nella gran parte ubicati nella parte nord-ovest de

Page 105: Tav[1].Rel a00 Relazione

Zona 9

ST Superficie Territoriale

SC Superficie Coperta

VT Volume Totale

SC/ST VT/ST VA

Volume Abusivo

VA*100/VT

474990 109233 1034721 0.23 2.18 241776 23.37

USO PREVALENTE SC

Superficie Coperta

VT Volume % SC % VT

ARTIGIANATO 2378 11242 2.18 1.09BOX 1165 3235 1.07 0.31COMMERCIO 12108 79812 11.08 7.71DEPOSITO 3217 16957 2.95 1.64ISTRUZIONE 7682 51623 7.03 4.99PRODUTTIVO 21509 145349 19.69 14.05RESIDENZIALE 54891 676167 50.25 65.35TERZIARIO 289 1366 0.26 0.13UFFICI PUBBLICI 5994 48970 5.49 4.73TOTALE 109233 1034721 100.00 100.00

Volume Residenziale Volume non residenziale mc % mc %

Volume Totale mc

569190.96 55.01 465530.72 44.99 1034721.67 104

Page 106: Tav[1].Rel a00 Relazione

105

rficie coperta rappresenta in questo caso il 23% della superficie totale mentre la ensità territoriale è pari a 2,18 mc/mq.

La zona, come la 14 e la 17, è posta a margine delle quattro zone che costituiscono il centro storico e presenta una percentuale di volumi abusivi compresa fra il 20 ed il 30%, inferiore rispetto alle zone della parte nord del comune. In particolare il volume abusivo, che è stato possibile georeferenziare è, in questo caso, pari al 23,37% del volume totale.

Rispetto agli usi, il 65,35% dei volumi ha un uso prevalentemente residenziale, percentuale che si riduce al 55,01% se si considerano i diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica, a prescindere dal loro uso prevalente.

In termini di vani convenzionali ad uso residenziale si hanno 5819 vani. Una discreta incidenza percentuale la hanno anche i volumi a prevalente uso produttivo pari al

14,05% del volume totale.

La suped

Page 107: Tav[1].Rel a00 Relazione

Zona 10

ST Superficie Territoriale

SC Superficie Coperta

VT Volume Totale

SC/ST VT/ST VA

Volume Abusivo

VA*100/VT

333939 129996 1484560 0.39 4.45 89281 6.01

USO PREVALENTE SC

Superficie Coperta

VT Volume % SC % VT

BOX 1208 4120 0.93 0.28COMMERCIO 106 774 0.08 0.05CULTO 4408 56909 3.39 3.83ISTRUZIONE 3128 27733 2.41 1.87PRODUTTIVO 32718 240319 25.17 16.19RESIDENZIALE 86034 1134706 66.18 76.43TERZIARIO 566 5071 0.44 0.34UFFICI PUBBLICI 427 5722 0.33 0.39ALTRO 1401 9206 1.08 0.62TOTALE 129996 1484560 100.00 100.00

Volume Residenziale Volume non residenziale mc % mc %

Volume Totale mc

997039.63 67.16 487519.64 32.84 1484559.26 106

Page 108: Tav[1].Rel a00 Relazione

107

10, insieme alle altre tre zone che con essa racchiudono il centro storico (la 12, la 13 la 15), presenta le densità territoriali maggiori e le percentuali di volumi abusive più basse.

so il 39% della superficie totale mentre la ensità territoriale è pari a 4,45 mc/mq.

Il volume abusivo, che è stato possibile georeferenziare, è, come detto, abbastanza basso e pari al 6,01% del volume totale mentre, rispetto agli usi, il 76,43% dei volumi ha un uso prevalentemente residenziale che si riduce al 67,16% se si considerano i diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica, a prescindere dal loro uso prevalente.

Ai 997039,63 mc effettivamente utilizzati come residenze corrispondono 6094 vani convenzionali.

La zonae

La superficie coperta rappresenta in questo cad

Page 109: Tav[1].Rel a00 Relazione

108

Zona 11

ST Superficie Territoriale

SC Superficie Coperta

VT Volume Totale

SC/ST VT/ST VA

Volume Abusivo

VA*100/VT

556350 146534 1473114 0.26 2.65 445409 30.24

USO PREVALENTE SC

Superficie Coperta

VT Volume % SC % VT

ARTIGIANATO 3924 21526 2.68 1.46BOX 394 1122 0.27 0.08COMMERCIO 3041 25731 2.08 1.75DEPOSITO 8273 37831 5.65 2.57CULTO 1434 9815 0.98 0.67PRODUTTIVO 26138 351794 17.84 23.88RESIDENZIALE 97185 980671 66.32 66.57TERZIARIO 944 6821 0.64 0.46UFFICI PUBBLICI 5201 37803 3.55 2.57TOTALE 146534 1473114 100.00 100.00

Volume Residenziale Volume non residenziale mc % mc %

Volume Totale mc

897017.72 60.89 576096.28 39.11 1473114.00

Page 110: Tav[1].Rel a00 Relazione

109

La superficie coperta rappresenta il 26% della superficie totale mentre la densità territoriale è pari a 2,65 mc/mq.

Il volume abusivo, che è stato possibile georeferenziare, è, anche in questo caso, come per le altre zone della parte nord del comune, eccettuata la 3, maggiore del 30% del volume totale.

Rispetto agli usi, il 66,57% dei volumi ha un uso prevalentemente residenziale che si riduce al 60,89% se si considerano i diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica, a prescindere dal loro uso prevalente. Agli 897017,72 mc, utilizzati effettivamente come residenze, corrispondono 7201 di vani convenzionali.

Significativi sono pure i volumi a prevalente uso produttivo pari al 23,88% del totale.

Page 111: Tav[1].Rel a00 Relazione

110

Zona 12

ST Superficie Territoriale

SC Superficie Coperta

VT Volume Totale

SC/ST VT/ST VA

Volume Abusivo

VA*100/VT

247888 98627 1168518 0.40 4.71 42969 3.68

USO PREVALENTE SC

Superficie Coperta

VT Volume % SC % VT

BOX 210 876 0.21 0.07COMMERCIO 2251 12821 2.28 1.10CULTO 5566 67714 5.64 5.79PRODUTTIVO 10132 79248 10.27 6.78RESIDENZIALE 79095 998502 80.20 85.45TERZIARIO 1145 8368 1.16 0.72ALTRO 228 989 0.23 0.08TOTALE 98627 1168518 100.00 100.00

Volume Residenziale Volume non residenziale mc % mc %

Volume Totale mc

811016.18 69.41 357501.40 30.59 1168517.57

Anche in questa zona, come nelle altre che comprendono il centro storico, il rapporto fra la superficie coperta e quella territoriale e la densità territoriale sono molto alti e pari,

Page 112: Tav[1].Rel a00 Relazione

111

rispettivamente, a 0,4 mq/mq e a 4,71 mc/mq. Viceversa il volume abusivo, che è stato possibile georeferenziare, è, anche in questo caso,

abbastanza basso e pari solo al 3,68% del volume totale. La zona è a preminente carattere residenziale, infatti i volumi destinati prevalentemente a

quest’uso rappresentano l’85,45% del totale, percentuale che si riduce al 69,41% se si considerano i diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica, a prescindere dal suo loro prevalente.

In termini di vani convenzionali utilizzati come residenze si hanno 4469 vani.

Page 113: Tav[1].Rel a00 Relazione

112

Zona 13

ST Superficie Territoriale

SC Superficie Coperta

VT Volume Totale

SC/ST VT/ST VA

Volume Abusivo

VA*100/VT

329905 84179 898865 0.26 2.72 57129 6.36

USO PREVALENTE SC

Superficie Coperta

VT Volume % SC % VT

BOX 1291 6411 1.53 0.71COMMERCIO 1086 7106 1.29 0.79ISTRUZIONE 1784 14209 2.12 1.58PRODUTTIVO 42905 403748 50.97 44.92RESIDENZIALE 32511 430651 38.62 47.91TERZIARIO 539 2252 0.64 0.25UFFICI PUBBLICI 4063 34488 4.83 3.84TOTALE 84179 898865 100.00 100.00

Volume Residenziale Volume non residenziale mc % mc %

Volume Totale mc

368184.71 40.96 530680.26 59.04 898864.97

La superficie coperta rappresenta il 26% della superficie totale mentre la densità territoriale è pari a 2,72 mc/mq.

Page 114: Tav[1].Rel a00 Relazione

113

Il volume abusivo, che è stato possibile georeferenziare, è, anche in questo caso, come per le altre zone che racchiudono il centro storico, piuttosto contenuto e pari al 6,36% del volume totale.

La zona si presenta in parte a carattere residenziale ed in parte a carattere produttivo, infatti i volumi a prevalente uso residenziale e quelli a prevalente uso industriale sostanzialmente si equivalgono rappresentando rispettivamente il 47,91% e il 44,92% dei volumi totali.

I volumi ad uso residenziale si riducono al 40,96% se si considerano i volumi dei diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica e non il loro uso prevalente.

In termini di vani convenzionali, effettivamente utilizzati come residenze, si hanno 4602 vani.

Page 115: Tav[1].Rel a00 Relazione

114

Zona 14

ST Superficie Territoriale

SC Superficie Coperta

VT Volume Totale

SC/ST VT/ST VA

Volume Abusivo

VA*100/VT

450055 37417 442265 0.08 0.98 99253 22.44

USO PREVALENTE SC

Superficie Coperta

VT Volume % SC % VT

BOX 75 216 0.20 0.05COMMERCIO 142 392 0.38 0.09DEPOSITO 2207 12477 5.90 2.82CULTO 545 3622 1.46 0.82ISTRUZIONE 418 3581 1.12 0.81RESIDENZIALE 27169 321350 72.61 72.66TERZIARIO 75 257 0.20 0.06UFFICI PUBBLICI 6786 100370 18.14 22.69TOTALE 37417 442265 100.00 100.00

Volume Residenziale Volume non residenziale mc % mc %

Volume Totale mc

285564.62 64.57 156700.38 35.43 442265.00

La zona, a differenza delle altre, contiene ancora aree libere, infatti la superficie coperta

Page 116: Tav[1].Rel a00 Relazione

115

rappresenta solo l’8% della superficie totale mentre la densità territoriale è pari a 0,98 mc/mq, ciò nonostante l’abusivismo edilizio ha in parte iniziato a compromettere anche questa zona, rappresentando, la quota parte che è stato possibile georeferenziare, il 22,44% del totale dei volumi edificati.

I volumi a prevalente uso residenziale rappresentando il 72,66% del totale che si riduce al 64,57% se si considerano i volumi dei diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica e non il loro uso prevalente.

In termini di vani convenzionali si hanno 3570 vani. Vi è, inoltre, una prevalenza di uffici pubblici che rappresentano il 22,69% del volume totale.

Page 117: Tav[1].Rel a00 Relazione

116

Zona 15

ST Superficie Territoriale

SC Superficie Coperta

VT Volume Totale

SC/ST VT/ST VA

Volume Abusivo

VA*100/VT

305393 101812 1221389 0.33 4.00 99617 8.16

USO PREVALENTE SC

Superficie Coperta

VT Volume % SC % VT

COMMERCIO 548 6158 0.54 0.50CULTO 9204 101801 9.04 8.33ISTRUZIONE 7533 58650 7.40 4.80PRODUTTIVO 402 4218 0.39 0.35RESIDENZIALE 79423 1000408 78.01 81.91UFFICI PUBBLICI 3348 41921 3.29 3.43ALTRO 1354 8233 1.33 0.67TOTALE 101812 1221389 100.00 100.00

Volume Residenziale Volume non residenziale mc % mc %

Volume Totale mc

871576.75 71.36 349812.09 28.64 1221388.84

Come per le altre zone che racchiudono il centro storico il rapporto fra superficie coperta e superficie territoriale e la densità territoriale sono piuttosto alti e pari, rispettivamente, a 0,33

Page 118: Tav[1].Rel a00 Relazione

117

mq/mq e a 4 mc/mq. I volumi abusivi, che è stato possibile georeferenziare, sono piuttosto contenuti rispetto alle

altre zone e pari all’8,16% del volume totale. In termini di uso i volumi a prevalente uso residenziale costituiscono circa l’82% del volume

totale, percentuale che si riduce al 71,36% se si considerano i volumi che sono effettivamente destinati a quest’uso, pari a 871576,75 mc, cui corrispondono 10895 vani convenzionali.

Page 119: Tav[1].Rel a00 Relazione

118

Zona 16

ST Superficie Territoriale

SC Superficie Coperta

VT Volume Totale

SC/ST VT/ST VA

Volume Abusivo

VA*100/VT

279579 116763 1978157 0.42 7.08 128430 6.49

USO PREVALENTE SC

Superficie Coperta

VT Volume % SC % VT

BOX 2926 45538 2.51 2.30COMMERCIO 1904 8859 1.63 0.45DEPOSITO 367 1364 0.31 0.07CULTO 1256 8448 1.08 0.43ISTRUZIONE 4150 35878 3.55 1.81RESIDENZIALE 98496 1809590 84.36 91.48TERZIARIO 698 4733 0.60 0.24UFFICI PUBBLICI 6966 63747 5.97 3.22TOTALE 116763 1978157 100.00 100.00

Volume Residenziale Volume non residenziale mc % mc %

Volume Totale mc

1567023.32 79.22 411133.68 20.78 1978157.00

La zona 16, posta ad occidente rispetto alle zone che comprendono il centro storico, è quella

Page 120: Tav[1].Rel a00 Relazione

119

che presenta il rapporto fra superficie coperta e superficie territoriale e la densità territoriale più alti, pari rispettivamente a 0,42 mq/mq e a 7,08 mc/mq. Viceversa l’abusivismo edilizio che è stato possibile georeferenziare risulta contenuto e pari al 6,49% del volume totale.

In termini di uso i volumi a prevalente uso residenziale costituiscono circa il 91,48% del volume totale, percentuale che si riduce al 79,22% se si considerano i volumi che sono effettivamente destinati a quest’uso, pari a 1 ,32 mc, cui corrispondono ben 19588 vani convenzionali.

567023

Page 121: Tav[1].Rel a00 Relazione

120

Zona 17

ST Superficie Territoriale

SC Superficie Coperta

VT Volume Totale

SC/ST VT/ST VA

Volume Abusivo

VA*100/VT

420986 98320 996894 0.23 2.37 266219 26.70

USO PREVALENTE SC

Superficie Coperta

VT Volume % SC % VT

ARTIGIANATO 818 4457 0.83 0.45BOX 309 1177 0.31 0.12COMMERCIO 20120 137851 20.46 13.83DEPOSITO 1279 5090 1.30 0.51PRODUTTIVO 10321 87210 10.50 8.75RESIDENZIALE 52371 607842 53.27 60.97TERZIARIO 494 1817 0.50 0.18UFFICI PUBBLICI 12608 151450 12.82 15.19TOTALE 98320 996894 100.00 100.00

Volume Residenziale Volume non residenziale mc % mc %

Volume Totale mc

500728.82 50.23 496165.18 49.77 996894.00

La superficie coperta rappresenta in questo caso il 23% della superficie totale mentre la

Page 122: Tav[1].Rel a00 Relazione

121

densità territoriale è pari a 2,37 mc/mq. Il volume abusivo, che è stato possibile georeferenziare, è, anche in questo caso, piuttosto alto

e pari a circa il 27% del volume totale. Rispetto agli usi la zona è di tipo misto:

• il 60,97% dei volumi ha un uso prevalentemente residenziale, percentuale che si riduce al 50,23% se si considerano i diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica, a prescindere dal loro uso prevalente;

• il 15,19% dei volumi è costituito da uffici pubblici; • il 13,83% dei volumi ha un uso prevalentemente commerciale.

Ai 500728,82 mc, utilizzati effettivamente come residenze, corrispondono in tutto 6259 vani convensionali.

Page 123: Tav[1].Rel a00 Relazione

122

Zona 18

ST Superficie Territoriale

SC Superficie Coperta

VT Volume Totale

SC/ST VT/ST VA

Volume Abusivo

VA*100/VT

453837 84442 974410 0.19 2.15 190083 19.51

USO PREVALENTE SC

Superficie Coperta

VT Volume % SC % VT

BOX 312 966 0.37 0.10COMMERCIO 17877 154258 21.17 15.83DEPOSITO 340 1504 0.40 0.15CULTO 868 8462 1.03 0.87ISTRUZIONE 3763 23977 4.46 2.46PRODUTTIVO 6283 41438 7.44 4.25RESIDENZIALE 53036 734701 62.81 75.40UFFICI PUBBLICI 1963 9104 2.32 0.93TOTALE 84442 974410 100.00 100.00

Volume Residenziale Volume non residenziale mc % mc %

Volume Totale mc

630416.23 64.70 343993.77 35.30 974410.00

La superficie coperta rappresenta in questo caso il 19% della superficie totale mentre la

Page 124: Tav[1].Rel a00 Relazione

123

densità territoriale è pari a 2,15 mc/mq. Il volume abusivo, che è stato possibile georeferenziare, è, anche in questo caso, pari al 19,51%

del volume totale. Rispetto agli usi la zona è essenzialmente di tipo residenziale con una discreta presenza di

attività commerciali, infatti: • il 75,40% dei volumi ha un uso prevalentemente residenziale, percentuale che si riduce al

64,70% se si considerano i diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica, a prescindere dal loro uso prevalente;

• il 15,83% dei volumi ha un uso prevalentemente commerciale. Ai 630416,23 mc, utilizzati effettivamente come residenze, corrispondono in tutto 7880 vani

convensionali.

Page 125: Tav[1].Rel a00 Relazione

124

Zona 19

ST Superficie Territoriale

SC Superficie Coperta

VT Volume Totale

SC/ST VT/ST VA

Volume Abusivo

VA*100/VT

825717 79321 643127 0.10 0.78 62971 9.79

USO PREVALENTE SC

Superficie Coperta

VT Volume % SC % VT

ARTIGIANATO 2738 18109 3.45 2.82BOX 1080 10757 1.36 1.67COMMERCIO 66157 553441 83.40 86.05DEPOSITO 2461 11330 3.10 1.76RESIDENZIALE 1462 12275 1.84 1.91TERZIARIO 1928 11332 2.43 1.76UFFICI PUBBLICI 3442 24814 4.34 3.86ALTRO 53 1069 0.07 0.17TOTALE 79321 643127 100.00 100.00

Volume Residenziale Volume non residenziale mc % mc %

Volume Totale mc

10788.00 1.68 632339.00 98.32 643127.00

A differenza della maggior parte delle altre zone, in questa la superficie coperta rappresenta

Page 126: Tav[1].Rel a00 Relazione

125

solo il 10% della superficie totale e la densità territoriale è piuttosto bassa e pari a 0,78 mc/mq. Contenuto è anche il volume abusivo, meglio la quota parte che è stato possibile

georeferenziare, che è pari al 9,79% del totale dei volumi edificati. La parte nord della zona è sostanzialmente libera da edificato mentre la parte sud ha un

carattere essenzialmente commerciale, tantè che i volumi a prevalente uso commerciale rappresentano l’86,05% del volume totale dell’intera zona.

I volumi a prevalente uso residenziale rappresentano solo 1,91% del volume totale, percentuale che si riduce all’1,68% se si considerano i volumi dei diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica e non il loro uso prevalente. Di conseguenza i vani residenziali convenzionali sono solo 135.

Page 127: Tav[1].Rel a00 Relazione

126

Zona 20

ST Superficie Territoriale

SC Superficie Coperta

VT Volume Totale

SC/ST VT/ST VA

Volume Abusivo

VA*100/VT

942764 120358 1075658 0.13 1.14 144882 13.47

USO PREVALENTE SC

Superficie Coperta

VT Volume % SC % VT

ARTIGIANATO 795 4455 0.66 0.41BOX 575 1844 0.48 0.17COMMERCIO 13093 90412 10.88 8.41DEPOSITO 1291 4991 1.07 0.46CULTO 103 904 0.09 0.08ISTRUZIONE 163 1311 0.14 0.12PRODUTTIVO 65396 514740 54.33 47.85RESIDENZIALE 36026 437122 29.93 40.64TERZIARIO 709 7104 0.59 0.66UFFICI PUBBLICI 2207 12775 1.83 1.19TOTALE 120358 1075658 100.00 100.00

Volume Residenziale Volume non residenziale mc % mc %

Volume Totale mc

385160.21 35.81 690497.79 64.19 1075658.00

Page 128: Tav[1].Rel a00 Relazione

127

La superficie coperta rappresenta il 13% della superficie totale mentre la densità territoriale è pari a 1,14 mc/mq.

Il volume abusivo, che è stato possibile georeferenziare, è, in questo caso, contenuto e pari al 13,47% del volume totale.

La zona si presenta in parte a carattere residenziale ed in parte a carattere produttivo, infatti i volumi a prevalente uso produttivo e quelli a prevalente uso residenziale sostanzialmente si equivalgono rappresentando rispettivamente il 47,85% e il 40,64% dei volumi totali.

Quest’ultima percentuale si riduce al 35,81% se si considerano i volumi dei diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica e non il loro uso prevalente.

In termini di vani convenzionali, il volume effettivamente utilizzato per residenza, pari a 385160,21 mc, corrisponde a circa 4815 vani.

Page 129: Tav[1].Rel a00 Relazione

128

Zona 21

ST Superficie Territoriale

SC Superficie Coperta

VT Volume Totale

SC/ST VT/ST VA

Volume Abusivo

VA*100/VT

740123 81344 686715 0.11 0.93 126355 18.40

USO PREVALENTE SC

Superficie Coperta

VT Volume % SC % VT

ARTIGIANATO 2593 15330 3.19 2.23BOX 1612 6347 1.98 0.92COMMERCIO 20173 152316 24.80 22.18DEPOSITO 1112 4667 1.37 0.68PRODUTTIVO 43066 380565 52.94 55.42RESIDENZIALE 8360 85713 10.28 12.48TERZIARIO 554 7206 0.68 1.05UFFICI PUBBLICI 3874 34571 4.76 5.03TOTALE 81344 686715 100.00 100.00

Volume Residenziale Volume non residenziale mc % mc %

Volume Totale mc

67558.25 9.84 619156.75 90.16 686715.00

In questa zona la superficie coperta rappresenta solo l’11% della superficie totale, la densità

Page 130: Tav[1].Rel a00 Relazione

129

territoriale è piuttosto bassa e pari a 0,93 mc/mq e la quota parte dei volumi abusivi che è stato possibile georeferenziare è pari al 18,40% del totale dei volumi edificati.

La zona ha un carattere essenzialmente commerciale e produttivo, tantè che i relativi volumi rappresentano rispettivamente il 22,18% ed il 55,42% del volume totale dell’intera zona.

I volumi a prevalente uso residenziale rappresentano solo il 12,48% del volume totale, percentuale che si riduce al 9,84% se si considerano i volumi dei diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica e non il loro uso prevalente.

In termini di vani convenzionali, il volume effettivamente utilizzato per residenza, pari a 67558,25 mc, corrisponde a circa 4844 vani.

Page 131: Tav[1].Rel a00 Relazione

130

Zona 22

ST Superficie Territoriale

SC Superficie Coperta

VT Volume Totale

SC/ST VT/ST VA

Volume Abusivo

VA*100/VT

1055578 58116 445398 0.06 0.42 22587 5.07

USO PREVALENTE SC

Superficie Coperta

VT Volume % SC % VT

COMMERCIO 8339 74132 14.35 16.64DEPOSITO 1043 4483 1.79 1.01ISTRUZIONE 53 152 0.09 0.03PRODUTTIVO 36622 231269 63.02 51.92RESIDENZIALE 10410 128024 17.91 28.74TERZIARIO 356 1269 0.61 0.28UFFICI PUBBLICI 1293 6069 2.22 1.36TOTALE 58116 445398 100.00 100.00

Volume Residenziale Volume non residenziale mc % mc %

Volume Totale mc

118460.25 26.60 326937.75 73.40 445398.00

Questa zona è quella meno interessata dall’edificazione di tutta Casoria, infatti la superficie coperta rappresenta solo il 6% della superficie totale e la densità territoriale è pari solo a 0,42

Page 132: Tav[1].Rel a00 Relazione

131

mc/mq. Anche la quota parte dei volumi abusivi che è stato possibile georeferenziare è in questo caso la più bassa, pari al 5,07% del totale dei volumi edificati.

La zona ha un carattere essenzialmente misto tant’è che i volumi a prevalente uso commerciale, produttivo e residenziale rappresentano rispettivamente il 16,64%, il 51,92% ed il 28,74% del volume totale della zona.

Quest’ultima percentuale si riduce al 26,60% se si considerano i volumi dei diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica e non il loro uso prevalente.

In termini di vani convenzionali, il volume effettivamente utilizzato per residenza, pari a 118460,25 mc, corrisponde a circa 1481 vani.

Page 133: Tav[1].Rel a00 Relazione

132

Zona 23

ST Superficie Territoriale

SC Superficie Coperta

VT Volume Totale

SC/ST VT/ST VA

Volume Abusivo

VA*100/VT

829283 221600 2180225 0.27 2.63 253542 11.63

USO PREVALENTE SC

Superficie Coperta

VT Volume % SC % VT

ARTIGIANATO 5429 34819 2.45 1.60BOX 1273 4785 0.57 0.22COMMERCIO 61259 478548 27.64 21.95DEPOSITO 6341 31628 2.86 1.45CULTO 2476 19013 1.12 0.87ISTRUZIONE 3519 27419 1.59 1.26PRODUTTIVO 55203 419679 24.91 19.25RESIDENZIALE 74728 1071460 33.72 49.14TERZIARIO 6009 62777 2.71 2.88UFFICI PUBBLICI 5363 30097 2.42 1.38TOTALE 221600 2180225 100.00 100.00

Volume Residenziale Volume non residenziale mc % mc %

Volume Totale mc

855020.69 39.22 1325204.31 60.78 2180225.00

Page 134: Tav[1].Rel a00 Relazione

133

Questa zona può definirsi mediamente edificata ed a carattere misto. La superficie coperta è, infatti, pari al 27% della superficie territoriale e la densità territoriale è pari a 2,63 mc/mq.

La quota parte dei volumi abusivi che è stato possibile georeferenziare è, in questo caso, pari all’11,63% del volume totale.

Il volume a prevalente uso commerciale e produttivo è rispettivamente pari al 21,95% ed al 19,25% del volume totale, mentre quello a prevalente uso residenziale è pari al 49,14%. Quest’ultima percentuale si riduce al 39,22% se si considerano solo i volumi effettivamente utilizzati come residenze all’interno dei diversi corpi di fabbrica.

In termini di vani convenzionali, il volume effettivamente utilizzato per residenza, pari a 855020,69 mc, corrisponde a circa 10688 vani.

Page 135: Tav[1].Rel a00 Relazione

134

Zona 24

ST Superficie Territoriale

SC Superficie Coperta

VT Volume Totale

SC/ST VT/ST VA

Volume Abusivo

VA*100/VT

615441 207065 2508355 0.34 4.08 342778 13.67

USO PREVALENTE SC

Superficie Coperta

VT Volume % SC % VT

ARTIGIANATO 11077 65458 5.35 2.61BOX 7770 34008 3.75 1.36COMMERCIO 18859 167590 9.11 6.68DEPOSITO 10779 54022 5.21 2.15CULTO 1628 18578 0.79 0.74ISTRUZIONE 9873 84634 4.77 3.37PRODUTTIVO 23010 170002 11.11 6.78RESIDENZIALE 113990 1847855 55.05 73.67TERZIARIO 906 4953 0.44 0.20UFFICI PUBBLICI 9173 61255 4.43 2.44TOTALE 207065 2508355 100.00 100.00

Volume Residenziale Volume non residenziale mc % mc %

Volume Totale mc

1613711.15 64.33 894643.85 35.67 2508355.00

Page 136: Tav[1].Rel a00 Relazione

135

La zona corrisponde al nucleo storico di Arpino e, come le altre zone del centro storico di Casoria, è una delle zone maggiormente edificate. Infatti la superficie coperta rappresenta il 34% della superficie territoriale e la densità territoriale è pari a 4,08 mc/mq.

A differenza delle quattro zone che includono il centro storico di Casoria, questa presenta una percentuale di volumi abusivi georeferenziati maggiore e pari al 13,67% del volume totale.

La zona è essenzialmente a carattere residenziale, infatti i volumi a prevalente uso residenziale rappresentano il 73,67% del totale, percentuale che si riduce al 64,33% se si considerano solo i volumi effettivamente utilizzati come residenze all’interno dei diversi corpi di fabbrica.

In termini di vani convenzionali, il volume effettivamente utilizzato per residenza, pari a 1613711,15 mc, corrisponde a circa 20171 vani.

Una discreta incidenza percentuale è rappresentata anche dai volumi a prevalente uso commerciale e produttivo pari, rispettivamente, al 6,68% ed al 6,78%.

Page 137: Tav[1].Rel a00 Relazione

136

Zona 25

ST Superficie Territoriale

SC Superficie Coperta

VT Volume Totale

SC/ST VT/ST VA

Volume Abusivo

VA*100/VT

758971 59608 429850 0.08 0.57 150424 34.99

USO PREVALENTE SC

Superficie Coperta

VT Volume % SC % VT

ARTIGIANATO 11650 74821 19.54 17.41BOX 1100 4862 1.85 1.13COMMERCIO 4171 24452 7.00 5.69DEPOSITO 1520 7529 2.55 1.75PRODUTTIVO 7028 36818 11.79 8.57RESIDENZIALE 25952 235119 43.54 54.70TERZIARIO 6500 37398 10.90 8.70UFFICI PUBBLICI 1687 8851 2.83 2.06TOTALE 59608 429850 100.00 100.00

Volume Residenziale Volume non residenziale mc % mc %

Volume Totale mc

204277.05 47.52 225572.95 52.48 429850.00

La zona 25 è fra quelle meno edificate anche se la percentuale di volumi abusivi risulta

Page 138: Tav[1].Rel a00 Relazione

137

piuttosto alta, il che è spiegabile con il vincolo imposto sulla maggior parte dell’area per la presenza, sul lato sud-est, del fosso di Volla e della relativa fascia di rispetto.

La superficie coperta rappresenta solo l’8% della superficie territoriale e la densità territoriale è pari a 0,57 mc/mq, mentre il volume abusivo, che è stato possibile georeferenziare, rappresenta circa il 35% del volume totale.

In termini di usi dell’edificato esistente, la zona si presenta a carattere misto. I volumi destinati alle attività artigianali rappresentano il 17,41% del volume totale, mentre quelli destinati prevalentemente alle residenze ne rappresentano il 54,70%.

Quest’ultima percentuale si riduce al 47,52% se si considerano solo i volumi effettivamente utilizzati come residenze all’interno dei diversi corpi di fabbrica.

In termini di vani convenzionali, il volume effettivamente utilizzato per residenza, pari a 204277,05 mc, corrisponde a circa 2553 vani.

Page 139: Tav[1].Rel a00 Relazione

138

LE AREE POTENZIALMENTE INQUINATE E QUELLE INQUINATE

Page 140: Tav[1].Rel a00 Relazione

139

Il 1999 ha segnato in Italia una rivoluzione legislativa in tema ambientale di estrema importanza in quanto, in tale anno, dopo un vuoto normativo durato decenni, sono state pubblicate importantissime normative relative all’ambiente, sia in tema della tutela delle acque – il D.Lgs. 152 – che in materia di bonifica di siti inquinati – il D.M. 471. Tale evento, unito sicuramente ad una crescita della cultura in tema di tutela dell’ambiente, ha provocato un’esplosione di attività di risanamento e bonifica, costringendo enti e strutture pubbliche a costituire uffici idonei ad effettuare un corretto controllo tecnico-amministrativo ed ambientale di tali attività.

In particolare il D.M. n. 471/99 introduceva i criteri, le procedure e le modalità per la messa in sicurezza, la bonifica ed il ripristino ambientale dei siti inquinati, disciplinando (art. 1):

a. i limiti di accettabilità della contaminazione dei suoli, delle acque superficiali e delle acque sotterranee in relazione alla specifica destinazione d'uso dei siti

b. le procedure di riferimento per il prelievo e l'analisi dei campioni c. i criteri generali per la messa in sicurezza, la bonifica ed il ripristino ambientale del siti

inquinati, nonché per la redazione dei relativi progetti d. i criteri per le operazioni di bonifica di suoli e falde acquifere che facciano ricorso a batteri,

a ceppi batterici mutanti, a stimolanti di batteri naturalmente presenti nel suolo; e. il censimento dei siti potenzialmente inquinati, l'anagrafe dei siti da bonificare e gli

interventi di bonifica e ripristino ambientale effettuati da parte della pubblica amministrazione;

f. i criteri per l'individuazione dei siti inquinati di interesse nazionale.

E’ poi subentrato il più recente D.Lgs. n. 152/2006, recante “Norme in materia ambientale”, recentemente aggiornato dal D.Lgs. n. 4/2008, che, all’art. 240, definisce come:

a) sito: l'area o porzione di territorio, geograficamente definita e determinata, intesa nelle diverse matrici ambientali (suolo, sottosuolo ed acque sotterranee) e comprensiva delle eventuali strutture edilizie e impiantistiche presenti;

b) concentrazioni soglia di contaminazione (CSC): i livelli di contaminazione delle matrici ambientali che costituiscono valori al di sopra dei quali è necessaria la caratterizzazione del sito e l'analisi di rischio sito specifica, come individuati nell'Allegato 5 alla parte quarta del … decreto. Nel caso in cui il sito potenzialmente contaminato sia ubicato in un’area interessata da fenomeni antropici o naturali che abbiano determinato il superamento di una o più concentrazioni soglia di contaminazione, queste ultime si assumono pari al valore di fondo esistente per tutti i parametri superati;

c) concentrazioni soglia di rischio (CSR): i livelli di contaminazione delle matrici ambientali, da determinare caso per caso con l'applicazione della procedura di analisi di rischio sito specifica secondo i principi illustrati nell'Allegato 1 alla parte quarta del … decreto e sulla base dei risultati del piano di caratterizzazione, il cui superamento richiede la messa in sicurezza e la bonifica. I livelli di concentrazione così definiti costituiscono i livelli di accettabilità per il sito;

d) sito potenzialmente contaminato: un sito nel quale uno o più valori di concentrazione delle sostanze inquinanti rilevati nelle matrici ambientali risultino superiori ai valori di concentrazione soglia di contaminazione (CSC), in attesa di espletare le operazioni di caratterizzazione e di analisi di rischio sanitario e ambientale sito specifica, che ne permettano di determinare lo stato o meno di contaminazione sulla base delle concentrazioni soglia di rischio (CSR);

Page 141: Tav[1].Rel a00 Relazione

140

e) sito contaminato: un sito nel quale i valori delle concentrazioni soglia di rischio (CSR), determinati con l'applicazione della procedura di analisi di rischio di cui all'Allegato 1 alla parte quarta del presente decreto sulla base dei risultati del piano di caratterizzazione, risultano superati;

f) sito non contaminato: un sito nel quale la contaminazione rilevata nelle matrice ambientali risulti inferiore ai valori di concentrazione soglia di contaminazione (CSC) oppure, se superiore, risulti comunque inferiore ai valori di concentrazione soglia di rischio (CSR) determinate a seguito dell'analisi di rischio sanitario e ambientale sito specifica;

g) sito con attività in esercizio: un sito nel quale risultano in esercizio attività produttive sia industriali che commerciali nonché le aree pertinenziali e quelle adibite ad attività accessorie economiche, ivi comprese le attività di mantenimento e tutela del patrimonio ai fini della successiva ripresa delle attività;

h) sito dismesso: un sito in cui sono cessate le attività produttive; i) misure di prevenzione: le iniziative per contrastare un evento, un atto o un'omissione che ha

creato una minaccia imminente per la salute o per l'ambiente, intesa come rischio sufficientemente probabile che si verifichi un danno sotto il profilo sanitario o ambientale in un futuro prossimo, al fine di impedire o minimizzare il realizzarsi di tale minaccia;

l) misure di riparazione: qualsiasi azione o combinazione di azioni, tra cui misure di attenuazione o provvisorie dirette a riparare, risanare o sostituire risorse naturali e/o servizi naturali danneggiati, oppure a fornire un'alternativa equivalente a tali risorse o servizi;

m) messa in sicurezza d'emergenza: ogni intervento immediato o a breve termine, da mettere in opera nelle condizioni di emergenza di cui alla lettera t) in caso di eventi di contaminazione repentini di qualsiasi natura, atto a contenere la diffusione delle sorgenti primarie di contaminazione, impedirne il contatto con altre matrici presenti nel sito e a rimuoverle, in attesa di eventuali ulteriori interventi di bonifica o di messa in sicurezza operativa o permanente;

n) messa in sicurezza operativa: l'insieme degli interventi eseguiti in un sito con attività in esercizio atti a garantire un adeguato livello di sicurezza per le persone e per l'ambiente, in attesa di ulteriori interventi di messa in sicurezza permanente o bonifica da realizzarsi alla cessazione dell'attività. Essi comprendono altresì gli interventi di contenimento della contaminazione da mettere in atto in via transitoria fino all'esecuzione della bonifica o della messa in sicurezza permanente, al fine di evitare la diffusione della contaminazione all'interno della stessa matrice o tra matrici differenti. In tali casi devono essere predisposti idonei piani di monitoraggio e controllo che consentano di verificare l'efficacia delle soluzioni adottate;

o) messa in sicurezza permanente: l'insieme degli interventi atti a isolare in modo definitivo le fonti inquinanti rispetto alle matrici ambientali circostanti e a garantire un elevato e definitivo livello di sicurezza per le persone e per l'ambiente. In tali casi devono essere previsti piani di monitoraggio e controllo e limitazioni d'uso rispetto alle previsioni degli strumenti urbanistici;

p) bonifica: l'insieme degli interventi atti ad eliminare le fonti di inquinamento e le sostanze inquinanti o a ridurre le concentrazioni delle stesse presenti nel suolo, nel sottosuolo e nelle acque sotterranee ad un livello uguale o inferiore ai valori delle concentrazioni soglia di rischio (CSR);

q) ripristino e ripristino ambientale: gli interventi di riqualificazione ambientale e paesaggistica, anche costituenti complemento degli interventi di bonifica o messa in sicurezza permanente, che consentono di recuperare il sito alla effettiva e definitiva fruibilità per la destinazione d'uso conforme agli strumenti urbanistici;

Page 142: Tav[1].Rel a00 Relazione

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r) inquinamento diffuso: la contaminazione o le alterazioni chimiche, fisiche o biologiche delle matrici ambientali determinate da fonti diffuse e non imputabili ad una singola origine:

s) analisi di rischio sanitario e ambientale sito specifica: analisi sito specifica degli effetti sulla salute umana derivanti dall'esposizione prolungata all'azione delle sostanze presenti nelle matrici ambientali contaminate, condotta con i criteri indicati nell'Allegato 1 alla parte quarta del presente decreto;

t) condizioni di emergenza: gli eventi al verificarsi dei quali è necessaria l'esecuzione di interventi di emergenza, quali ad esempio: 1) concentrazioni attuali o potenziali dei vapori in spazi confinati prossime ai livelli di

esplosività o idonee a causare effetti nocivi acuti alla salute; 2) presenza di quantità significative di prodotto in fase separata sul suolo o in corsi di

acqua superficiali o nella falda: 3) contaminazione di pozzi ad utilizzo idropotabile o per scopi agricoli; 4) pericolo di incendi ed esplosioni.

In base a quanto sopra appare evidente che la trasformabilità dei suoli, secondo gli usi previsti

dal presente P.U.C., non può che essere condizionata all’accertamento della contaminazione, o meno, dei siti ritenuti attualmente come “potenzialmente inquinati” e, qualora lo fossero, alla loro bonifica, con ripristino e ripristino ambientale, prevedendo, nel caso di bonifica con messa in sicurezza operativa o permanente, limitazioni d’uso che il P.U.C. fissa nel 50% di quanto previsto per ciascuna tipologia di zona, sempre che i valori di concentrazione residui di sostanze inquinanti consentano gli usi previsti, altrimenti l’area non potrà essere soggetta ad alcuna trasformazione rispetto allo stato di fatto attuale.

Dato quanto sopra il gruppo di progettazione del P.U.C. ha fatto inizialmente richiesta, all’8° settore “Pianificazione e Controllo del Territorio - Servizio Ambiente” del Comune di Casoria, di informazioni circa la presenza o meno di siti inquinati o potenzialmente inquinati nel territorio comunale. A seguito di questa richiesta, il suddetto settore ha trasmesso, al gruppo di progettazione, un elenco di siti inquinati, o potenzialmente inquinati, a firma dell’ing. Raffaele Giardino.

I siti indicati come inquinati sono:

• l’area RFI (rete ferroviaria) di mq 9186,76, ricadente nel foglio catastale n. 13, particelle 10-220, per la quale il Comune di Casoria ha autorizzato la rimozione dei rifiuti alla quale dovranno seguire le analisi chimiche del suolo e delle acque;

• l’area interessata dalla Metrofim, ex Costruzioni FINVER Campania, di 22270,54 mq ricadente nel foglio catastale n. 8, particelle 291-292-293-294-295, per la quale è stato accertato il superamento dei parametri di legge delle acque di falda a m 40 ed è in corso la bonifica.

mentre i siti indicati come potenzialmente inquinati sono costituiti dalle seguenti aree dismesse:

• l’area della Rhodiatoce, in via Europa, di mq 141985,24;

• l’area ex Tubi Bonna, di mq 43369,29;

• l’area dell’ex Resia in via Principe di Piemonte, di mq 93410,32;

• l’area ex A.D.S. in via Diaz, caratterizzata da accumulo di materiale inerte sul lato retrostante ai capannoni, di mq 61163,06.

Page 143: Tav[1].Rel a00 Relazione

142

La comunicazione di cui sopra faceva, inoltre, cenno all’esistenza di ulteriori siti inquinati, riportati nel Piano Regionale di Bonifica, per cui si è fatta richiesta ufficiale al Centro Regionale Siti Contaminati – ARPAC – che ha fornito il seguente elenco dei siti potenzialmente inquinati (D.M. n. 471/99), con prot. 4238 del 5/3/2008, ma non l’ubicazione, che sembrerebbe essere una informazione non in possesso dell’ARPAC.

Codice Sito Indirizzo/località mq

3023C507 EX MONTEFIBRE (ex Rhodiatoce SpA) Via Boccaccio 141985.24 3023C500 PANARIELLO CIRO Via G.Pascoli 2381.91 3023C517 METALLURGICA MERIDIONALE S.R.L. II trav.G Pascoli s.n.c. 3023C004 LOC AREA FERROVIARIA (area RFI) Via Cupa S.Salvatore 9186.76

METROFIM (ex VVCostruzioni e Finvec Campania) Via Cimiliarco 22270.54 3023C006 TAV RFI Corso Novara, 10 97027.87 3023C501 DESS SAS DI SEVERINO CLAUDIO & C Via Quattro Giornate 6 2961.91 3023C502 EMILAUTO LIDIA DI GAUDIERO MARIA GRAZIA Via Circum.fraz Est, ang.via Cava 2531.62 3023C503 MARAFER Via Circumv.Esterna 1555.92 3023C504 AUTODEMOLIZIONI Spigno Giuseppe Via Cava, 1 3369.28 3023C506 ECO AMBIENTE Via 4 Novembre SS87 km6.5 1272.67 3023C508 ALFARANO RAFFAELE S.R.L. Via Garibaldi, 14 10969.83 3023C505 CAMPANIA MACERO Via Trav.Russo SS Sannitica, 87 1615.35 3023C511 TRANSIDER SUD S.N.C.

3023C519 SIDERMET SAS Via 4 Novembre, 47 SS87 km8.54 2810.64

3023C512 GENTILE GAETANO Via S.Rocco, 21 47.76

3023C514 LA NAPOLETANA STRACCI SNC DI GRAZIANO C.& C. Via Indipendenza, 23 1030.62

3023C516 METAL S.R.L. Via Garibaldi, 14 3023C518 REDERMET S.R.L. II trav.G Pascoli 1648.59 3023C520 SO.CO.EDIL S.R.L. Via P.Nenni, III trav. 61/63 2220.34

3023C521 T.P.S. TECHNICAL PRINTER SERVICE S.A.S. DI VIOLA FFRANCESCA & C. Via Padula, 1 angolo Cittadella 355.88

3023C515 TRASFORMET S.R.L. UNIPERSONALE II trav.G Pascoli s.n.c. 3023C509 ALMET S.R.L. Via Garibaldi , 14 3023C510 AUTODEMOLIZIONI Giuseppe Spigno Via Michelangelo, 18

Fonte: PRB predisposta da ARPAC su incarico Commissario di Governo per l’Emergenza Bonifiche e la tutela delle acque, nella Regione Campania e pubblicato sul BURC del 9 settembre 2005.

Codice Sito Indirizzo/località mq IMI SUD (ex ADS) 72571.68 AREA RESIA Via Diaz, 102 93410.32 Ex TUBI BONNA Via Padula, 43 43369.29 PV ESSO di Mauro e Pasquale Ciaramella Via Principe di Piemonte, 38 1842.86

Fonte: aggiornamento PRB (ancora in corso).

Come è facile verificare nell’elenco suddetto sono indicate anche l’ex MONTEFIBRE (ex Rhodiatoce SpA) e la METROFIM (ex VVCostruzioni e Finvec Campania) che risultano inquinate secondo quanto comunicatoci dall’Amministrazione comunale.

Anche il sito della stazione di servizio della ESSO di cui sopra, pari a 1842,86 mq, risulterebbe inquinato e non potenzialmente inquinato, secondo quanto indicatoci in Comune, a causa della perforazione dei serbatoi interrati.

La perimetrazione dell’area TAV RFI deriva dall’allegato alle note dell’ing. Raffaele Giardino dell’8/2/2008 e del 20/2/2008 in cui veniva rappresentata un’area sottoposta a sequestro per effetto dell’individuazione di cumuli di rifiuti.

Page 144: Tav[1].Rel a00 Relazione

143

Per gli altri siti, acquisiti i suddetti elenchi e le relative informazioni, il gruppo di progettazione del P.U.C. ha avviato, congiuntamente all’ing. Raffaele Giardino, propri sopralluoghi al fine di perimetrarli e georeferenziarli con certezza.

A seguito dei sopralluoghi effettuati si è accertato che:

• i due siti denominati AUTODEMOLIZIONI di Spigno Giuseppe si riferiscono al medesimo luogo, essendo nel frattempo cambiato il toponimo e la numerazione stradale (righi su fondo giallo);

• nella II traversa di via G. Pascoli sono indicate, senza numero civico, la METALLURGICA MERIDIONALE S.R.L., la REDERMET S.R.L. e la TRASFORMET S.R.L. UNIPERSONALE. Nel sopralluogo è stata individuata la sola REDERMET S.R.L. e tutto fa supporre che si tratti, in tutti e tre i casi, dello stesso sito (righi su fondo viola chiaro);

• in via Garibaldi 14 sono indicate tre ditte: ALFARANO RAFFAELE S.R.L., METAL S.R.L. ed ALMET S.R.L. che si riferiscono tutte allo stesso sito (righi su fondo celeste chiaro).

Nel corso dei sopralluoghi effettuati nel territorio comunale si è, inoltre, riscontata la presenza, a confine con il Comune di Afragola, di un sito di stoccaggio di rifiuti solidi urbani che potrebbe, a sua volta, costituire un problema di inquinamento ambientale se non correttamente gestito. Per questo motivo il P.U.C. ha inteso porre sull’area la dovuta attenzione prevedendo, nella stessa ed al suo margine, un sito di trasferenza temporaneo dei rifiuti solidi urbani prodotti nel territorio comunale, ai sensi dell’art. 208 del D.Lgs. n. 152/2006, così come modificato dall'articolo 2, comma 29-ter, del D.Lgs. n. 4/2008.

L’ubicazione dei siti inquinati e potenzialmente inquinati è riportata nella figura seguente e di essi si è tenuto conto nella predisposizione delle Norme Tecniche di Attuazione del P.U.C. subordinando la pianificazione attuativa, laddove prevista, ed il rilascio dei permessi a costruire all’accertamento dell’inquinamento, o meno, dei siti ritenuti potenzialmente inquinati e/o, se inquinati, alla loro bonifica con ripristino ambientale, prevedendo, nel caso di bonifica con messa in sicurezza, limitazioni d’uso pari al 50% di quanto previsto dal P.U.C. per ciascuna tipologia di zona, sempre che i valori di concentrazione residui di sostanze inquinanti consentano gli usi previsti, altrimenti l’area non potrà essere soggetta ad alcuna trasformazione rispetto allo stato di fatto attuale.

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LE PRINCIPALI AREE DISMESSE

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Come già detto le aree industriali dismesse costituiscono, all’interno del contesto urbano di Casoria, una occasione soprattutto dal punto di vista delle potenzialità legate alla sostenibilità ambientale ed all’innalzamento degli standard della qualità dell’ambiente urbano e della sua fruizione da parte della comunità.

Ci si è, pertanto, posto il problema di effettuare un rilievo puntuale ed una analisi di tutti i siti dismessi nel territorio comunale.

In particolare essi sono:

Area Dismessa Superficie mq Area potenzialmente inquinata Iniziative in itinere 1 ex Area Resia 93410.32 SI Oggetto di P.I.P. 2 ex area A.D.S. 72571.68 SI Parzialmente riutilizzata per deposito 3 ex area Rhodiatoce 141985.24 SI 4 ex are C.G.S. 18069.53 - 5 ex area Tubi Bonna 43369.29 SI Piano di Lottizzazione in ditta Palladino 6 ex area SIP 41258.09 - 7 ex area militare 20032.07 - 8 ex mercato dei fiori 38547.49 - 9 ex Panariello Ciro 2381.91 SI TOTALE 471625.62

In totale le aree dismesse risultano essere pari a 9, con una superficie complessiva di oltre 47 ha. Di queste: • 5 hanno una superficie di oltre 35 ha e risultano comprese fra le aree potenzialmente

inquinate di cui al capitolo precedente, • 4 hanno una superficie di circa 12 ha e sono fra quelle ritenute attualmente non inquinate.

Alcune di queste aree sono già oggetto di iniziative di trasformazione e riuso in itinere (vedi capitolo su “Le indicazioni della Commissione Straordinaria e le iniziative in corso nel territorio comunale”) come nel caso dell’ex area Resia, oggetto di un P.I.P. adottato in data 18/03/07, con delibera n. 110, dalla Commissione Straordinaria e della ex Tubi Bonne, oggetto di un Piano di Lottizzazione in ditta Palladino, approvato in data 26/11/04, con delibera commissariale n. 64. Sarebbe forse stato più opportuno rimandare la definizione della loro destinazione d’uso al P.U.C., tenuto anche conto del fatto che queste aree rientrano fra quelle classificate come “potenzialmente inquinate”.

Le aree dismesse effettivamente da riconvertire si riducono, pertanto, a circa 33 ha e mezzo, di cui circa 12 ha possono essere subito riconvertite, in quanto non risultano fra quelle potenzialmente inquinate.

Dalla figura riportata nella pagina seguente si vede chiaramente come la gran parte delle aree dismesse sia localizzata nel centro abitato di Casoria o nei suoi margini più immediati per cui, pur riconfermando necessariamente le scelte già fatte, senza entrarvi nel merito, si pone il problema del riuso, il più razionale possibile, delle altre aree rimanenti.

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147

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148

LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE

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Premessa

L’analisi delle caratteristiche e della dinamica della popolazione residente e delle famiglie è trattata in tre capitoli diversi. In questo vengono analizzate alcune caratteristiche della popolazione residente, nel secondo viene analizzata la dinamica della popolazione residente dal 1982 al 2006 e stimata la sua dimensione al 2016, orizzonte temporale del piano, e nel terzo la dinamica della dimensione media delle famiglie, di cui è operata una stima alla stessa data. La popolazione residente per classi di età

Per quanto concerne la popolazione per classi di età si osserva, dal 2001 al 2007, una ulteriore contrazione, in termini di incidenza percentuale, delle classi di popolazione con meno di 40 anni ed una crescita di quelle da 40 anni in poi.

In particolare la popolazione da 5 a 14 anni, che corrisponde parzialmente alla popolazione in età per la scuola dell’obbligo, passa da una incidenza percentuale nel 2001 del 14,46% ad una nel 2007 del 13,04%, con la perdita di oltre un punto percentuale. Quella da 65 anni in poi passa, invece, da una incidenza del 9,17%, nel 2001, ad una dell’11,06%, nel 2007, con un incremento di circa due punti percentuali, stessa cosa per la popolazione da 75 anni in poi che passa dal 3,13% al 4,06% con un incremento di circa un punto percentuale.

2001 2002 2007 ETA’

Numero Percentuale Numero Percentuale Numero Percentuale Meno di 5 5233 6.39 5276 6.44 4996 6.15 Da 5 a 9 5765 7.04 5765 7.04 5005 6.16 Da 10 a 14 6078 7.42 6032 7.37 5587 6.88 Da 15 a 19 6129 7.48 6166 7.53 5978 7.36 Da 20 a 24 6668 8.14 6547 8.00 5766 7.10 Da 25 a 29 7325 8.95 7326 8.95 5908 7.27 Da 30 a 34 6890 8.41 6864 8.38 6786 8.35 Da 35 a 39 6679 8.16 6756 8.25 6506 8.01 Da 40 a 44 5579 6.81 5651 6.90 6424 7.91 Da 45 a 49 4964 6.06 4959 6.06 5460 6.72 Da 50 a 54 5158 6.30 5124 6.26 4805 5.91 Da 55 a 59 4322 5.28 4335 5.29 4928 6.06 Da 60 a 64 3589 4.38 3572 4.36 4126 5.08 Da 65 a 69 2780 3.39 2781 3.40 3269 4.02 Da 70 a 74 2169 2.65 2182 2.66 2424 2.98 Da 75 a 79 1381 1.69 1371 1.67 1752 2.16 Da 80 a 84 684 .84 701 .86 989 1.22 Da 85 e più 495 .60 479 .58 550 .68 Totale 81888 100.00 81887 100.00 81259 100.00

Rispetto alla problematica di una rivisitazione degli standard quanto sopra comporta, da un

lato, la necessità di una rivisitazione al ribasso dello standard relativo all’istruzione e, dall’altro, quello di introdurre uno standard specifico per i servizi funzionali alla terza età.

Questo tema viene più ampiamente trattato nel capitolo relativo agli standard.

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0

2

4

6

8

10

Meno di5

Da 5 a 9 Da 10 a14

Da 15 a19

Da 20 a24

Da 25 a29

Da 30 a34

Da 35 a39

Da 40 a44

Da 45 a49

Da 50 a54

Da 55 a59

Da 60 a64

Da 65 a69

Da 70 a74

Da 75 a79

Da 80 a84

Da 85 epiù

200120022007

Il grado di istruzione della popolazione residente

Per quanto concerne il grado di istruzione della popolazione residente da 6 anni in poi si ha, al censimento del 2001, il quadro seguente, relativo al Comune di Casoria e, per confronto, alla Provincia di Napoli ed all’intera regione Campania. Grado d'istruzione rilevato all’anno 2001 Comune di Casoria

Laurea Diploma Licenza media

inferiore

Licenza elementare

Alfabeti privi di titoli di

studio Analfabeti

Totale pop. residente di 6 anni e più

Maschi 1575 8566 14805 7671 3687 480 36784 Femmine 1782 8960 11485 11064 4566 903 38760 Totale 3357 17526 26290 18735 8253 1383 75544 Percentuale 4% 23% 35% 25% 11% 2% 100% Provincia di Napoli Laurea Diploma

Licenza media

inferiore

Licenza elementare

Alfabeti privi di titoli di

studio Analfabeti

Totale pop. residente di 6 anni e più

Maschi 99324 335300 494387 284915 138267 20745 1372938 Femmine 105024 336362 394315 402923 182754 39974 1461352 Totale 204348 671662 888702 687838 321021 60719 2834290 Percentuale 7% 24% 31% 24% 11% 2% 100% Regione Campania

Laurea Diploma Licenza media

inferiore

Licenza elementare

Alfabeti privi di titoli di

studio Analfabeti

Totale pop. residente di 6 anni e più

Maschi 180195 634018 910820 532560 272388 46312 2576293 Femmine 191311 634355 735641 532560 363969 100502 2731944 Totale 371506 1268373 1646461 1238726 636357 146814 5308237 Percentuale 7% 24% 31% 23% 12% 3% 1,00

Il primo dato che è possibile evidenziare è che la percentuale del numero di laureati sul totale della popolazione da sei anni in poi a Casoria è pari a circa la metà di quella registrata a livello provinciale e regionale, 0,04% contro lo 0,07%, mentre quella del numero di diplomati è pressoché identica, 0,23% contro lo 0,24%.

La differenza di cui sopra è compensata dai gradi di istruzione più bassi, infatti coloro che

sono dotati di licenza media inferiore o di licenza elementare rappresentano a Casoria rispettivamente il 35% ed il 25%, contro il 31% ed il 24% a livello provinciale ed il 31% ed il 23% a livello regionale.

150

Page 152: Tav[1].Rel a00 Relazione

151

Minore è la percentuale degli alfabeti privi di titolo di studio e quella degli analfabeti nel Comune di Casoria e nella Provincia di Napoli rispetto all’intera Regione, rispettivamente l’11% ed il 2% contro il 12% ed il 3%.

Altro indice significativo può essere quello di possesso di un titolo di studio per fasce di età.

Indice di possesso di un titolo di studio per fasce d’età Anno 2001 Casoria Provincia

di Napoli Regione

Campania Indice di non conseguimento della scuola dell'obbligo (15-52 anni) 18,17 18,08 15,29 Indice di possesso del diploma scuola media superiore (19 anni e più) 29,80 33,18 32,94 Indice di possesso del diploma scuola media superiore (19-34 anni) 44,43 46,75 49,44 Indice di possesso del diploma scuola media superiore (35-44 anni) 31,70 36,29 37,31

In questo caso si osserva che l’indice di non conseguimento della scuola dell’obbligo, relativo alla popolazione da 15 a 52 anni, è maggiore per il Comune di Casoria, 18,17, leggermente minore per la Provincia di Napoli, 18,08, ed abbastanza più basso per l’intera Regione, 15,29, che presenta, pertanto la situazione più favorevole. Casoria presenta una situazione più negativa, rispetto alla Provincia ed alla Regione, anche per gli altri indici, come è facile verificare dalla tabella precedente e dal grafico seguente.

0

10

20

30

40

50

Casoria Provincia Regione

Indice di non conseguimento della scuoladell'obbligo (15-52 anni)Indice di possesso del diploma di scuolamedia superiore (19 anni e più)Indice di possesso del diplome di scuolamedia superiore (19-34 anni)Indice di possesso del diploma di scuolamedia superiore (35-44 anni)

Gli occupati

Al censimento del 2001, su un totale di 81762 abitanti, 19651, pari al 24,03%, risultano occupati. Questi sono ripartiti, fra le diverse sezioni di attività economica, così come riportato nella tabella di cui alla pagina seguente.

Dalla stessa si evince che i maggiori livelli occupazionali sono relativi alle attività

manifatturiere, che rappresentano ben il 22,61% delle attività totali. Seguono il commercio all'ingrosso ed al dettaglio, riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa con il 15,74%; la pubblica amministrazione, difesa e assicurazione con l’11,64%; le costruzioni con l’8,58%; l’istruzione con l’8,13%; i trasporti, magazzinaggio, e comunicazioni con il 6,92%; la sanità e altri servizi sociali con il 6,84%; le rimanenti attività ammontano nel complesso al 19,52%.

Dal confronto dei valori percentuali fra il dato comunale e quello nazionale, risulta che il settore della pubblica amministrazione, difesa e assicurazione supera il dato nazionale del 3,62%, seguito da trasporti, magazzinaggio, e comunicazioni con il 2,26%. Il più alto valore negativo (-3,36%) corrisponde all’ agricoltura, caccia e silvicoltura.

Page 153: Tav[1].Rel a00 Relazione

152

Sezione Casoria Italia Casoria% Italia% Diff. % Agricoltura, caccia e silvicoltura 375 1106442 1.91 5.27 -3.36Pesca, piscicoltura e servizi connessi 68 47236 0.35 0.23 0.12Estrazione di minerali 80 72089 0.41 0.34 0.06Attività manifatturiere 4444 5086733 22.61 24.23 -1.62Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua 235 170205 1.20 0.81 0.39

Costruzioni 1686 1699954 8.58 8.10 0.48Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa

3094 3042343 15.74 14.49 1.25

Alberghi e ristoranti 646 944195 3.29 4.50 -1.21Trasporti, magazzinaggio, e comunicazioni 1360 979029 6.92 4.66 2.26Intermediazione monetaria e finanziaria 465 691595 2.37 3.29 -0.93Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altre attività professionali e imprenditoriali 933 1361086 4.75 6.48 -1.74

Pubblica amministrazione e difesa; assicurazione sociale obbligatoria 2288 1685242 11.64 8.03 3.62

Istruzione 1598 1523299 8.13 7.26 0.88Sanità e altri servizi sociali 1345 1489779 6.84 7.10 -0.25Altri servizi pubblici, sociali e personali 756 794881 3.85 3.79 0.06Servizi domestici presso famiglie e convivenze 233 281364 1.19 1.34 -0.15Organizzazioni ed organismi extraterritoriali 45 18260 0.23 0.09 0.14Totale 19651 20993732 100.00 100.00 -

Nelle pagine seguenti sono riportati il grafico a livello comunale degli addetti per sezione in

valore assoluto e quello della percentuale degli addetti per sezione a livello comunale e nazionale, al fine di evidenziare le relative differenze.

I 19651 occupati sono così ripartiti in funzione della posizione nella professione:

Imprenditore e libero professionista

Lavoratore in proprio

Socio di cooperativa

Coadiuvante familiare

Dipendente o in altra

posizione subordinata

Totale

CASORIA - valori assoluti Agricoltura 7 104 8 5 319 443 Industria 325 911 59 26 5 124 6 445 Altre attività 736 1 982 163 83 9 799 12 763

ITALIA - valori assoluti Agricoltura 39 824 448 245 15 421 68 105 582 083 1 153 678Industria 431 177 976 542 71 854 66 666 5 482 742 7 028 981Altre attività 1 091 708 1 960 927 209 773 234 454 9 314 211 12 811 073

CASORIA - valori percentuali Agricoltura 1.6 23.5 1.8 1.1 72.0 100Industria 2.5 14.1 0.9 0.4 79.5 100Altre attività 5.8 15.5 1.3 0.7 76.8 100

ITALIA - valori percentuali Agricoltura 3.5 38.9 1.3 5.9 50.5 100Industria 6.1 13.9 1.0 0.9 78.0 100Altre attività 8.5 15.3 1.6 1.8 72.7 100

ITALIA - CASORIA - differenza valori percentuali Agricoltura -1.9 -15.4 0.5 -4.8 21.6 0Industria -3.6 0.2 -0.1 -0.5 1.5 0Altre attività -2.8 0.2 -0.4 -1.2 4.1 0

Page 154: Tav[1].Rel a00 Relazione

153

C’è prima di tutto da notare che la percentuale degli imprenditori e dei liberi professionisti sul totale degli occupati a Casoria è sensibilmente più bassa rispetto al livello nazionale in tutti e tre i settori di attività economica. La stessa cosa vale per i lavoratori in proprio in agricoltura mentre è sempre maggiore la percentuale dei dipendenti e di coloro che sono in altra posizione subordinata.

In termini numerici le differenze fra il dato comunale e nazionale risultano sempre contenute

entro il 5%, sia per l’industria che per le altre attività, mentre per l’agricoltura si riscontra un −15,4% per i lavoratori in proprio e +21,6% per i dipendenti o in altra posizione subordinata.

Page 155: Tav[1].Rel a00 Relazione

154

050

010

0015

0020

0025

0030

0035

0040

0045

0050

00

Agric

oltura

, cac

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silvic

oltura

Pesc

a, pis

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ed or

ganis

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trater

ritor

iali

Page 156: Tav[1].Rel a00 Relazione

155

05

1015

2025

30

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, cac

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li

Italia

%C

asor

ia%

Page 157: Tav[1].Rel a00 Relazione

156

Qui di seguito sono riportati i grafici relativi ai valori assoluti riscontrati a Casoria ed alle differenze risultate dal confronto dei valori percentuali con il dato nazionale.

Industria325; 5%

911; 14%

59; 1%

26; 0%

5,124; 80%

Imprenditore e LiberoprofessionistaLavoratore in proprio

Socio di cooperativa

Coadiuvante familiare

Dipendente o in altra posizionesubordinata

Agricoltura7; 2%

104; 23%

8; 2%

5; 1%

319; 72%

Imprenditore e LiberoprofessionistaLavoratore in proprio

Socio di cooperativa

Coadiuvante familiare

Dipendente o in altra posizionesubordinata

Altre attività736; 6%

1,982; 16%

163; 1%

83; 1%

9,799; 76%

Imprenditore e LiberoprofessionistaLavoratore in proprio

Socio di cooperativa

Coadiuvante familiare

Dipendente o in altra posizionesubordinata

Page 158: Tav[1].Rel a00 Relazione

-20.0

-15.0

-10.0

-5.0

0.0

5.0

10.0

15.0

20.0

25.0

Imprenditore elibero

professionista

Lavoratore inproprio

Socio dicooperativa

Coadiuvantefamiliare

Dipendente oin altra

posizionesubordinata

Agricoltura Industria Altre attività

157

Page 159: Tav[1].Rel a00 Relazione

158

ANALISI DELL’ANDAMENTO DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE E STIMA AL 2006

Page 160: Tav[1].Rel a00 Relazione

159

STIMA DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE AL 2016 La serie storica della popolazione residente nel Comune di Casoria utilizzata per l’analisi del

suo andamento e per la sua stima al 2016, anno di riferimento delle scelte di piano, è basata sulla ricostruzione della popolazione residente al 1° Gennaio di ciascun anno, per sesso, effettuata dall’ISTAT, per gli anni che vanno dal 1982 al 2006.

Per semplificare l’analisi del trend della popolazione e ridurre l’entità dei calcoli, sono stati assegnati agli anni valori tali che:

definendo: • per n dispari, un passo uguale a 1, con valore centrale 0, per cui si ha la successione:

-(n-1)/2,…,-2,-1, 0,+1,+2,+(n-1)/2 • per n pari, un passo uguale a 2, con valori centrali -1 e +1, per cui si ha la successione:

-(n-1),…,-3,-1,+1,+3,…,+(n-1)

La serie storica considerata ha un numero dispari di misure ed è riportata nella tabella seguente unitamente alla successione di anni normalizzati secondo quanto sopra detto. Anno Anno norm. Maschi Femmine Maschi+Femmine

∑=

=n

iix

10 ,

1982 -12 33710 34568 682781983 -11 33856 34800 686561984 -10 34256 35344 696001985 -9 34615 35720 703351986 -8 35078 36292 713701987 -7 35428 36815 722431988 -6 36091 37668 737591989 -5 37375 39131 765061990 -4 37904 39816 777201991 -3 38437 40470 789071992 -2 38719 40929 796481993 -1 39431 41512 809431994 0 39787 41827 816141995 1 40196 42211 824071996 2 40608 42597 832051997 3 41002 42845 838471998 4 40961 42615 835761999 5 40900 42487 833872000 6 40783 42438 832212001 7 40437 42013 824502002 8 40097 41790 818872003 9 39823 41764 815872004 10 40255 42302 825572005 11 40225 42178 824032006 12 39978 41869 81847

Si è poi predisposto il diagramma a dispersione della popolazione residente (maschi + femmine) rispetto al tempo dal quale risulta evidente che la popolazione è costantemente cresciuta nel periodo che va dal 1982 al 1997 per poi assumere un andamento mediamente

Page 161: Tav[1].Rel a00 Relazione

160

decrescente dal 1997 al 2001. Questo andamento giustifica il ricorso all’analisi della regressione parabolica, da un lato, per

descrivere l’andamento osservato e, dall’altro per effettuare una stima della popolazione residente al 2016, anno di riferimento assunto per le scelte di piano.

Per la stima dei parametri della parabola di regressione e dell’indice di correlazione, che esprime il legame fra le due variabili considerate (tempo e popolazione residente) e che varia da 0 (nessuna correlazione) ad 1 (massima correlazione), si è utilizzato il programma REGR sviluppato presso il Centro di Ricerca Interdipartimentale L.U.P.T. dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

I risultati ottenuti sono i seguenti:

ANALISI DELLA REGRESSIONE PARABOLICA Maschi+Femmine=8.109333E+04+6.449746E+02xAnno-5.029247E+01xAnno^2 Indice di correlazione curvilinea = .98416 media Anno= 0 media Maschi+Femmine= 78478.12 varianza Anno= 52 varianza Maschi+Femmine= 27955340.5856 varianza dalla stima= 878595.19818 Errore medio dalla stima rettificato a seconda dei gradi di libertà= 999.201498348664 vertice parabola per x= 6.41223777967674 corrispondente all'anno= 2000.41223777968 Per Anno= 22(2016) -> Maschi+Femmine= 70941.21237

La variabile indipendente “Anno” è l’anno normalizzato di cui sopra, mentre la variabile dipendente “Maschi+Femmine” è il totale della popolazione residente. L’indice di correlazione è sufficientemente alto e prossimo ad 1, il che indica una forte correlazione fra le due variabili considerate. La stima della popolazione al 2016, ottenuta con la funzione stimata, è pari a 70941 unità, con una oscillazione in più o in meno di circa 999 residenti, con un decremento medio stimato nel decennio considerato di 10906 residenti, pari a -13.32%.

Per approfondire l’analisi si è poi preferito considerare una serie storica ridotta relativa all’intervallo 1997-2006. Il numero degli anni è, in questo caso, pari per cui gli anni normalizzati sono diversi. Per motivi di chiarezza si riporta, nella tabella seguente, la serie storica ridotta:

Anno Anno norm. Maschi Femmine Maschi+Femmine

Page 162: Tav[1].Rel a00 Relazione

161

1997 -9 41002 42845 838471998 -7 40961 42615 835761999 -5 40900 42487 833872000 -3 40783 42438 832212001 -1 40437 42013 824502002 1 40097 41790 818872003 3 39823 41764 815872004 5 40255 42302 825572005 7 40225 42178 824032006 9 39978 41869 81847

Il nuovo diagramma a dispersione è riportato nella figura seguente dalla quale si evidenzia che l’andamento della popolazione residente, nell’intervallo di tempo considerato, è mediamente in decremento, fatto salvo l’incremento registrato fra il 2003 ed il 2004, e che potrebbero adattarsi sufficientemente bene alla nuvola dei punti sia la retta di regressione, sia la funzione esponenziale, sia la parabola.

I risultati ottenuti con il programma REGR sono riportati nella pagina seguente. Dal loro esame di rileva che, in questo caso, gli indici di correlazione sono tutti più bassi di quello trovato in precedenza.

L’indice più alto si ha nel caso della parabola di regressione, pari a 0.88736, anche se non appare opportuno utilizzare questa funzione. Infatti, ricadendo il suo vertice all’interno dell’intervallo di tempo considerato, si avrebbero stime della popolazione crescenti oltre l’anno 2004.90956, mentre l’andamento osservato è mediamente in diminuzione.

Viceversa appaiono più credibili le stime della popolazione residente ottenute con la retta e la funzione esponenziale, pressoché simili e pari, rispettivamente, a 79528 e 79589 residenti, con una oscillazione, in più o in meno, rispettivamente di 465 e 464 residenti, il che porta ad una stima compresa nell’intervallo (79063, 80053).

In base a quanto sopra si ritiene, pertanto, ragionevole assumere come base per la redazione

del P.U.C. una stima di 80000 residenti al 2016.

ANALISI DELLA REGRESSIONE LINEARE

Page 163: Tav[1].Rel a00 Relazione

162

Maschi+Femmine= 82676.2-108.563637xAnno Coefficiente di correlazione lineare = .83196 media Anno= 0 media Maschi+Femmine= 82676.2 varianza Anno= 33 varianza Maschi+Femmine= 561923.56 covarianza=-3582.6 Errore medio dalla stima rettificato a seconda dei gradi di libertà= 465.004672508295 Per Anno= 29(2016) -> Maschi+Femmine= 79527.85454 ANALISI DELLA REGRESSIONE ESPONENZIALE Maschi+Femmine=8.26728e+04x( .99869)^Anno Indice di correlazione curvilinea = .83297 media Anno= 0 media Maschi+Femmine= 82676.2 varianza Anno= 33 varianza Maschi+Femmine= 561923.56 varianza dalla stima= 172035.28792 Errore medio dalla stima rettificato a seconda dei gradi di libertà= 463.72848726883 Per Anno= 29(2016) -> Maschi+Femmine= 79589.02363 ANALISI DELLA REGRESSIONE PARABOLICA Maschi+Femmine=8.241351E+04-1.085636E+02xAnno+7.960227E+00xAnno^2 Indice di correlazione curvilinea = .88736 media Anno= 0 media Maschi+Femmine= 82676.2 varianza Anno= 33 varianza Maschi+Femmine= 561923.56 varianza dalla stima= 119452.54 Errore medio dalla stima rettificato a seconda dei gradi di libertà= 413.093797719462 vertice parabola per x= 6.81912919 corrispondente all'anno= 2004.90956 Per Anno= 6.81919(2004.90956) -> Maschi+Femmine= 82043.35776

Per una ulteriore verifica si è presa in considerazione la serie storica del saldo naturale e del

saldo migratorio agli anni dal 2002 al 2006 resi disponibili dall’ISTAT sul suo sito web. I dati sono riportati nella tabella seguente:

Anno Pop.res. al

1° gennaio Saldo Naturale Saldo Migratorio Pop.res. al

31 dicembre 2002 81887 590 -890 815872003 81587 556 414 825572004 82557 554 -708 824032005 82403 489 -1045 818472006 81847 463 -1051 81259

Pur trattandosi di una serie storica troppo limitata, si è ritenuto opportuno cercare di descrivere l’andamento nel tempo del saldo naturale (nati meno morti) e del saldo migratorio (iscritti meno cancellati) in modo da stimare la popolazione residente nel comune di Casoria, anno dopo anno, come somma della popolazione residente nell’anno precedente e dei due saldi nel corso dell’anno, in modo da verificare, ulteriormente, l’attendibilità della stima effettuata al 2016.

Circa il loro andamento si è assunta l’ipotesi che esso sia funzione, da un lato, della dimensione della popolazione residente nell’anno precedente e, dall’altro, dello stesso tempo, ricorrendo, pertanto, all’analisi della regressione multipla del saldo considerato sulle due variabili. Il programma utilizzato è, ancora una volta, il programma REGR ed i risultati ottenuti

Page 164: Tav[1].Rel a00 Relazione

163

sono i seguenti:

ANALISI DELLA REGRESSIONE MULTIPLA DEL SALDO NATURALE SULLA POPOLAZIONE RESIDENTE ALL’ANNO PRECEDENTE E SULL’ANNO Saldo Naturale=6.626445e+04+2.148059e-02xPop.res. al 1° gennaio-3.368097e+01xAnno Indice di correlazione multipla = .98002 varianza Saldo Naturale= 2204.24 varianza dalla stima= 87.17865

ANALISI DELLA REGRESSIONE MULTIPLA DEL SALDO MIGRATORIO SULLA POPOLAZIONE RESIDENTE ALL’ANNO PRECEDENTE E SULL’ANNO Saldo Migratorio=3.122673e+05-6.722241e-01xPop.res. al 1° gennaio -1.286243e+02xAnno Indice di correlazione multipla = .62651 varianza Saldo Migratorio= 301941.2 varianza dalla stima= 183422.30436

L’indice di correlazione appare sufficientemente alto nel caso del saldo naturale e pari a 0.98002 e più basso nel caso del saldo migratorio e pari a 0.62651. Il modello stimato è,

Page 165: Tav[1].Rel a00 Relazione

164

comunque, il seguente:

tttt

tt

t-t

SSSNPP*te.-*Pe-.-e.SM

*te.-xPe-.e.SN

++=++=+++=

1

1

1

022862431017222416051226733013680973021480592046264456

Applicando questo modello, anno per anno a partire dal 2007, si ottengono le seguenti stime

della popolazione residente in ciascun anno dal 2007 al 2016:

Anno Popolazione Residente 2007 81165.31 2008 81003.00 2009 80840.70 2010 80678.39 2011 80516.09 2012 80353.78 2013 80191.47 2014 80029.17 2015 79866.86 2016 79704.56

La stima della popolazione residente al 2016, pari a circa 79705 residenti, appare

perfettamente in linea con le stime effettuate in precedenza con la retta di regressione e con la funzione esponenziale, pari, rispettivamente, a 79528 e 79589 residenti, per cui si ritiene di poter riconfermare la stima di 80000 residenti al 2016 come stima più probabile da porre a base del P.U.C..

Page 166: Tav[1].Rel a00 Relazione

165

IL CAMBIAMENTO DEL MODELLO FAMILIARE E L’ANALISI DELL’ANDAMENTO DEL NUMERO MEDIO DI COMPONENTI PER

FAMIGLIA

Page 167: Tav[1].Rel a00 Relazione

166

L’evoluzione del modello familiare

L’evoluzione dei nuclei familiari è da tempo caratterizzata, in maniera più o meno accentuata nelle diverse parti del paese, da una tendenza a: • la riduzione sia dei nuclei familiari numerosi, sia della dimensione media dei nuclei familiari; • l’aumento dei nuclei minimi (singoli, singoli provenienti da famiglie disgregate, figli adulti

che costituiscono nucleo proprio); • l’aumento dei nuclei familiari con anziani e di anziani; il che comporta, a parità di residenti, una crescita del numero di nuclei familiari e, quindi, del fabbisogno di abitazioni, solo in parte compensata da: • l’aumento delle convivenze (coppia giovane con coppia anziana - anziani con minori); • il prolungarsi della permanenza in casa dei figli maggiori anche completamente autonomi.

Parallelamente si osserva una evoluzione delle abitudini e delle caratteristiche del lavoro: • un aumento del lavoro in casa, • un aumento delle attività di tempo libero anche all’interno della stessa abitazione (incontro

con amici, hobby, cura del corpo, ecc.), • un aumento della mobilità e del pendolarismo.

Tutto ciò si sostanzia nella forbice che si osserva fra dettami legislativi e normativi e reale situazione del mercato abitativo in termini di domanda quantitativa e qualitativa, di tipologia di offerta e di prezzi, il che porta, necessariamente, a dover ripensare gli standard di minimo di cui tener conto nei piani e, nel contempo, di rivedere le caratteristiche medie delle abitazioni.

Occorre pensare ad abitazioni mediamente più grandi rispetto al numero medio di componenti in relazione alle diverse e nuove funzioni cui le abitazioni sono chiamate a rispondere, come luogo di svago e di lavoro, come luogo di incontro ma anche come luogo in cui ciascun componente deve poter usufruire di una propria privacy, all’interno del nucleo familiare, il che richiede una diversa flessibilità ed organizzazione distributiva dell’alloggio. Quanto sopra porta a considerare, ad esempio, la cucina come luogo abitabile, che si aggiunge alla vecchia zona pranzo, a reinterpretare lo spazio letto, non più come stanza, ma come ambiente polivalente, eventualmente dotato di caratteristiche di autonomia, a prevedere sempre uno spazio studio e, ove occorra, uno spazio lavoro.

L’evoluzione dei nuclei familiari e delle abitudini lavorative ha comportato, in definitiva, la crescita di un tipo di domanda qualitativa, intesa sopratutto come miglioramento della capacità dell’alloggio di adeguarsi alle varie situazioni, superando schemi tipologici rigidi ed emarginanti. E’ ora opportuno che questo cambiamento si sostanzi anche in un cambiamento dei parametri di piano e di progetto.

Basti al proposito pensare che le leggi regionali, nel definire la nozione di alloggio adeguato, lo fanno definendo una superficie utile netta, per dimensione del nucleo familiare, ben al di sotto di quanto oggi mediamente si osserva nel paese. Nella tabella seguente vengono riportate queste superfici per un insieme molto vario di regioni, il che mostra come sia prevalso un orientamento simile e come pressoché nessuna si sia interrogata circa le attuali e reali esigenze abitative. Nucleo Familiare

Lazio L.R.n. 33/1987

Valle d’Aosta L.R.n. 39/1995

Toscana L.R.n. 96/1996

Marche L.R.n. 44/1997

Molise L.R.n. 4/2000

Campania L.R.n. 21/2003

1 persona 45 28 30 2 persone 40 45

45 45 45

3 persone 60 55 55 55 4 persone 75 70 65

60 70 65

5 persone 75 75 85 75 6 persone 95 95 85 più di 6 persone

95

95 95 95

Dimensione in mq degli alloggi ritenuti “adeguati” dalla legislazione regionale.

Page 168: Tav[1].Rel a00 Relazione

167

La famiglia sta quindi attraversando, da diversi decenni, un profondo processo di cambiamento dei suoi tratti fondamentali che, oltre a modificarne struttura e confini, rivisita i ruoli che i suoi membri rivestono nelle diverse fasi della vita ed i rapporti che questi intrattengono tra loro attraverso le reti di socializzazione.

In un’esistenza che raggiunge età sempre più elevate, il calendario degli eventi decisivi tende a spostarsi in avanti con un ritardo progressivo nei tempi delle transizioni della vita più significative; si diversificano i percorsi di formazione delle nuove famiglie, mentre la sempre più diffusa partecipazione delle donne al mercato del lavoro, il calo della fecondità e l’instabilità coniugale rimettono in discussione le tradizionali traiettorie di vita familiare ed individuale.

Questi mutamenti si intrecciano all’interno di un generale processo di semplificazione delle strutture familiari che vede ridursi il peso delle famiglie in cui sono presenti più generazioni; quelle, ad esempio, in cui è presente almeno un figlio e un genitore oppure un nonno con un nipote. Nel “Rapporto Annuale” dell’Istat del 2004 nel capitolo 4, “Le trasformazioni familiari”, viene riportato che nel solo periodo che va dal 1993-1994 al 2003, le famiglie a due generazioni sono diminuite di ben cinque punti percentuali, passando dal 55,5% al 50,4%, mentre quelle in cui le generazioni sono tre o più si riducono ulteriormente, passando dal 3,3% al 2,8%.

In particolare, nell’ultimo decennio, le coppie con figli passano dal 48,0% al 41,9%, mentre le famiglie monogenitore rimangono sostanzialmente stabili, passando dall’8,1% all’8,4%, continuando a riguardare, in grande maggioranza, madri sole.

Nello stesso periodo, tra il 1993-1994 e il 2003, al contrario di quanto è avvenuto per le famiglie più tradizionali, quelle con una sola generazione registrano un incremento rilevante, dal 41,3% al 46,8%, e sono le persone sole ad aumentare di più, dal 21,1% al 25,8% per cento. Si tratta in maggioranza di anziani, il 52,5%, che nel Mezzogiorno arrivano a rappresentare il 60,4% di questo segmento di popolazione. Tra le famiglie con una sola generazione, anche le coppie senza figli aumentano in tutte le aree del Paese.

Casoria Italia Numero famiglie Percentuale Numero famiglie Percentuale

1 persona 2596 10.74 5427621 24.892 persone 4544 18.80 5905411 27.083 persone 5066 20.96 4706206 21.584 persone 7023 29.06 4136206 18.965 persone 3647 15.09 1265826 5.806 o più persone 1290 5.34 369406 1.69Totale 24166 100.00 21810676 100.00

Percentuale di famiglie per numero di componenti

05

101520253035

1 2 3 4 5 6 o più

CasoriaItalia

Se ci si ferma agli anni di Censimento della Popolazione e delle Abitazioni, per i quali si

dispone anche dei dati comunali, si osserva subito come il Comune di Casoria presenti un certo ritardo, rispetto al quadro nazionale complessivo, per quanto attiene la composizione delle

Page 169: Tav[1].Rel a00 Relazione

168

famiglie per numero di componenti, anche se l’andamento complessivo appare, comunque, dello stesso segno.

In particolare, al 2001, l’andamento della percentuale di famiglie per numero di componenti è simile sia in Italia che a Casoria ed è crescente, fino alla classe che presenta la percentuale maggiore, e decrescente per le successive, la differenza sostanziale consiste nel fatto che per Casoria la classe che presenta la percentuale maggiore di famiglie è ancora quella di 4 componenti, pari al 29,06% del totale, mentre in Italia è quella di 2 componenti, con una percentuale pari al 27,08% del totale.

Altro elemento che rende più manifesta la differenza è che mentre in Italia le famiglie con 1 e 2 componenti rappresentano da sole oltre il 50% delle famiglie, a Casoria, per superarlo, occorre aggiungervi anche quelle con 3 componenti.

Rispetto al numero di componenti per famiglia mentre in Italia si è ormai a 2,61 componenti, a Casoria si è ancora a 3,39, anche se l’andamento nel tempo di questa variabile sembra tendere verso il dato medio nazionale.

Infatti la crescita della popolazione residente, registrata dal 1961 al 2001 a Casoria, presenta un incremento mediamente più basso di quello registrato dal numero delle famiglie, il che comporta un decremento progressivo del numero medio di componenti per famiglia.

Anno Popolazione residente

Incremento % della popolazione residente

Numero di famiglie Incremento % del numero di famiglie

Residenti medi per famiglia

1961 26277 - 5925 - 4.43 1971 54785 +108.49% 12722 114.72% 4.31 1981 68521 +25.07% 17425 +36.97% 3.93 1991 79707 +16.32% 21291 +22.19% 3.74 2001 80895 +1.49% 23879 +12.16% 3.39

Si passa, infatti, dai 4,43 componenti del 1961 ai 3,39 del 2001, ancora lontani dai 2,61 componenti per famiglia registrati a livello nazionale nel 2001 e comunque maggiori dei 3,15 registrati a livello dell’intera provincia di Napoli.

La stima del numero medio di componenti per famiglia e del numero di abitazioni al 2016

Per la stima della dimensione media delle famiglie al 2016 si è ritenuto opportuno non descriverne l’andamento solo in funzione del tempo ma anche in funzione dell’andamento della popolazione residente in quanto questa presenta un andamento mediamente decrescente a partire dal 1997 fino ad oggi. Pertanto si è fatto ricorso all’analisi della regressione multipla del numero di componenti medi per famiglia sulla popolazione residente e sul tempo.

In questo caso l’indice di correlazione multipla risulta molto alto e pari a 0,99475 il che consente di ritenere sufficientemente credibile la stima del numero medio di componenti per famiglia ottenibile utilizzando la funzione di regressione multipla stimata.

Si riportano, nella pagina seguente, il grafico della funzione di regressione, i parametri della funzione stimati e la stima del numero medio di componenti per famiglia, ottenuta al 2016, a partire dalla stima di 80000 residenti, allo stesso anno, ottenuta in precedenza.

La stima ottenuta è di 2,8673 componenti per famiglia, dividendo per essi il numero di residenti previsto al 2016, si ottiene il numero di famiglie alla stessa data e, nell’ipotesi di adottare il parametro “una abitazione una famiglia”, il numero di abitazioni al 2016 necessario per soddisfare la domanda proveniente dalla popolazione residente. 80000 / 2.8673=27901 abitazioni al 2016

Page 170: Tav[1].Rel a00 Relazione

ANALISI DELLA REGRESSIONE MULTIPLA 3 VARIABILI res per fam=7.124465e+01+5.697320e-06xPopolazione residente-3.414341e-02xAnno Indice di correlazione multipla = .99475 varianza res per fam= .14352 varianza dalla stima= .0015 errore medio dalla stima rettificato a seconda dei gradi di libertà= .084665321511624 per Popolazione residente=80000 per Anno=2016 res per fam= 2.8673

Se, poi, si tiene conto che mediamente il 5% delle abitazioni viene sottratto dal mercato, nel senso che non viene offerto né in affitto, né in vendita, e non è utilizzato, si ha che la stima complessiva di abitazioni al 2016 è pari a: 27901*1,05= 29296 abitazioni

La stima precedente va, comunque, confrontata con il numero e la tipologia delle abitazioni oggi esistenti, al fine di calcolare il reale fabbisogno aggiuntivo occorrente al 2016 (vedere il capitolo successivo).

169

Page 171: Tav[1].Rel a00 Relazione

170

GLI EDIFICI, LE ABITAZIONI E LE STANZE E LA STIMA DEL FABBISOGNO DI ABITAZIONI E STANZE AL 2016

Page 172: Tav[1].Rel a00 Relazione

171

Il Patrimonio Abitativo

Questo tema va letto in uno con i capitoli sulla demografia, in quanto, per la stima del fabbisogno abitativo futuro all’anno di riferimento delle scelte di piano, è indispensabile una stima, allo stesso anno, della popolazione residente e del numero delle famiglie, e con quello relativo alle trasformazioni territoriali intervenute nel tempo, in quanto la distribuzione territoriale del patrimonio abitativo e le sue dimensioni medie sono un elemento fondamentale per l’analisi della diffusione urbana e del consumo di suolo.

Occorre, poi, precisare che il Censimento del 2001 ha comportato una differenza significativa rispetto ai Censimenti precedenti in quanto, per la prima volta, sono stati censiti anche gli edifici e, in particolare, il numero e le caratteristiche degli edifici ad uso abitativo e, limitatamente ai centri abitati, anche di quelli ad uso non abitativo. Gli Edifici

Gli edifici presenti nel territorio comunale alla data del Censimento della popolazione e delle

Abitazioni del 2001 sono 4730, di questi ben il 99,01% ricade nei due centri abitati di Casoria e di Arpino mentre meno dell’1% riguarda le case sparse. 4581 edifici, pari al 96,85% del totale, sono utilizzati, mentre 149, pari al 3,15%, non lo sono.

Tipo di località abitate Edifici

Centri abitati Nuclei abitati Case sparse Totale numero 4683 - 47 4730percentuale 99.01 - 0.99 100.00

Tipologia di utilizzo Edifici

Utilizzati Non utilizzati Totale numero 4581 149 4730percentuale 96.85 3.15 100.00

Gli edifici ad uso abitativo sono 4230, pari all’89,43% del totale, e le loro caratteristiche principali sono riassunte nella tabella seguente: Tipo di località abitate Centri abitati Nuclei abitati Case sparse Totale numero edifici 4184 - 46 4230percentuale 98.91 1.09 Tipo di materiale Muratura portante Calcestruzzo arm. Altro Totalenumero edifici 825 2834 571 4230percentuale 19.50 67.00 13.50 100.00 Numero dei piani fuori terra 1 2 3 4 e più Totale numero edifici 556 1719 1011 944 4230percentuale 13.14 40.64 23.90 22.32 100.00 Numero di interni 1 2 3 o 4 da 5 a 8 da 9 a 15 16 e più Totalenumero edifici 852 820 1135 749 274 400 4230percentuale 20.14 19.39 26.83 17.71 6.48 9.46 100

Page 173: Tav[1].Rel a00 Relazione

172

dalla quale si evince che il 98,91% degli edifici sono localizzati nei centri abitati di Casoria e di Arpino e che solo l’1,09% riguarda le case sparse. Rispetto alla tipologia costruttiva ben il 67% degli edifici è costruito in cemento armato, seguito dal 19,50% di quelli costruiti in muratura e dal 13,50% di quelli costruiti con altro tipo di materiale, nella maggior parte dei casi con struttura mista, calcestruzzo armato e muratura.

La maggior parte degli edifici è a 2 piani, il 40,64%, seguiti da quelli a tre piani con il 23,90% e da quelli con 4 piani e più con il 22,32%. Quelli con 1 o 2 piani rappresentano, comunque, il 53,78% del totale, denotando, di conseguenza, un eccessivo consumo di suolo. Questo elemento è sottolineato ulteriormente dalla notevole incidenza degli edifici a carattere mono o bifamiliare che, nel complesso, rappresentano circa il 40% di tutti gli edifici e dal raffronto fra gli edifici e le abitazioni per epoca di costruzione che, come più oltre meglio illustrato, denotano una tendenza sempre più marcata verso questi tipi di edificio.

Nella tabella seguente vengono riportati gli edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione: Edifici ad uso

abitativo Prima del

1919 Dal 1919 al

1945 Dal 1946 al

1961 Dal 1962 al

1971 Dal 1972 al

1981 Dal 1982 al

1991 Dopo il 1991 Totale

numero 311 164 291 732 1097 1388 247 4230percentuale 7.35 3.88 6.88 17.30 25.93 32.81 5.84 100.00

da cui si evince che l’11,23% di essi è stato costruito prima del 1946. I tre decenni che vanno dal 1972 al 1991 sono quelli che fanno registrare la maggiore quantità di edifici: il decennio che va dal 1962 al 1971 con il 17,30% degli edifici, quello che va dal 1972 al 1981 con il 25,93% e quello che va dal 1982 al 1991 con il 32,81%, il che comporta, nei tre decenni, un consumo di suolo via via maggiore. Questo andamento va poi controllato e confrontato con quello delle abitazioni per epoca di costruzione di cui al paragrafo seguente.

Le abitazioni per epoca di costruzione

Per quanto concerne l’epoca di costruzione delle abitazioni ad uso abitativo si ha il quadro seguente: Abitazioni in edifici ad uso abitativo

Prima del 1919

Dal 1919 al 1945

Dal 1946 al 1961

Dal 1962 al 1971

Dal 1972 al 1981

Dal 1982 al 1991

Dopo il 1991 Totale

numero 1455 854 2016 9899 4714 5791 1099 25828percentuale 5.63 3.31 7.81 38.33 18.25 22.42 4.26 100.00

0

10

20

30

40

primadel 1919

dal 1919al 1945

dal 1946al 1961

dal 1962al 1971

dal 1972al 1981

dal 1982al 1991

dopo il1991

Percentuale edifici ed abitazioni per epoca di costruzione

EdificiAbitazioni

dal quale si evidenzia che mentre il numero degli edifici nei tre decenni che vanno dal 1962 al 1991 è, di decennio in decennio, cresciuto, il numero delle abitazioni ha avuto una grossa

Page 174: Tav[1].Rel a00 Relazione

173

crescita nel decennio 1962-1971, mentre è sostanzialmente diminuito nei decenni successivi, il che significa una minore dimensione degli edifici in termini di numero di abitazioni ed un maggiore consumo di suolo. Questo risulta più evidente se si considera la seguente tabella in cui sono riportati il numero degli edifici, quello delle abitazioni e la dimensione media degli edifici in termini di numero di abitazioni per ciascun periodo.

prima del 1919

dal 1919 al 1945

dal 1946 al 1961

dal 1962 al 1971

dal 1972 al 1981

dal 1982 al 1991

dopo il 1991

Totale

edifici 311 164 291 732 1097 1388 247 4230

abitazioni 1455 854 2016 9899 4714 5791 1099 25828

mumero medio di abitazioni per edificio 4.68 5.21 6.93 13.52 4.30 4.17 4.45 6.11

Altro elemento da sottolineare è l’esiguità del patrimonio abitativo storico, quello antecedente

al 1946 rappresenta, infatti, solo l’8,94% del totale, rispetto a quello più recente, in gran parte privo di ogni qualità architettonica e, quindi, l’esigenza di tutelare e valorizzare il primo, anche come mezzo per ridare identità al luogo ed alla popolazione che lo abita.

Le abitazioni e gli occupanti

Il patrimonio abitativo risulta nella gran parte occupato, in tutto il 93,76, di cui il 93,47% da

persone residenti e lo 0,29% da persone non residenti. Il patrimonio non occupato rappresenta appena il 6,24%, una quantità pressoché uguale a quella strutturalmente sottratta dal mercato abitativo che si aggira normalmente intorno al 5%, il che consente di affermare che nel Comune di Casoria non vi è di fatto una offerta abitativa per una eventuale ulteriore domanda insediativa.

Abitazioni: numero Percentuale in edifici ad uso abitativo 25828.00 100.00occupate da persone residenti 24143.00 93.47occupate da persone non residenti 74 0.29vuote 1611 6.24

Le famiglie residenti nel Comune di Casoria al 2001 sono in tutto 24166, di queste 5, pari allo 0,02%, occupano altri tipi di alloggio, 24143, pari al 99,90%, occupano una propria abitazione e 18, pari allo 0,08% coabitano con altre famiglie. Queste ultime sono costituite in genere da famiglie costituite da uno o più anziani residenti presso propri familiari. Comunque, se si tiene conto della definizione di “altro tipo di alloggio” data dall’Istat, ossia di un “Alloggio non classificabile come abitazione presso il quale, al momento del censimento, dimorano abitualmente o temporaneamente una o più persone. Ne sono esempi: le roulotte, le tende, i caravan, i camper, i container; le baracche, le capanne, le casupole, le grotte; le rimesse, i garage, le soffitte, le cantine; gli alloggi contenuti in costruzioni che non sono edifici (secondo la definizione di edificio)”, appare evidente che il loro numero, unitamente a quello delle famiglie in coabitazione, dà una misura del disagio abitativo che appare, nel Comune di Casoria, sufficientemente ridotto.

Venendo al titolo di godimento delle abitazioni il 53,47% risulta essere di proprietà, il 39,52% in affitto ed il 7,01 occupato ad altro titolo. Titolo di godimento Proprietà Affitto Altro titolo Totale numero 12908 9542 1693 24143 percentuale 53.47 39.52 7.01 100.00

Page 175: Tav[1].Rel a00 Relazione

174

La dotazione di servizi delle abitazioni occupate da persone residenti

Per quanto concerne la dotazione di servizi delle abitazioni occupate da persone residenti sono disponibili informazioni relative alla dotazione di gabinetti, di impianti doccia e vasca da bagno, di acqua potabile, di riscaldamento e di acqua calda.

Per le abitazioni nel loro complesso, occupate da residenti e non residenti e vuote, è disponibile solo l’informazione se dotate di solo angolo cottura o cucinino, da cui si dovrebbe dedurre che le altre siano dotate di cucina.

Nelle tabelle che seguono la prima riga contiene il numero delle abitazioni che posseggono o meno un determinato servizio e la seconda la loro percentuale sul totale cui fanno riferimento.

Per quanto concerne la dotazione di gabinetti il 74,76% delle abitazioni risulta dotata di un gabinetto, il 25,18% di due, mentre lo 0,06% ne risulta sprovvisto.

Con un gabinetto Con due o più gabinetti Senza gabinetto Totale

18050 6078 15 24143

74.76 25.18 0.06 100.00

Relativamente, invece, al numero di impianti doccia e vasche da bagno, l’80,58% dispone di

un impianto, il 18,32% di due e l’1,10% di nessuno.

Numero di impianti doccia e vasche da bagno

un impianto due o più impianti nessuno Totale

19454 4423 266 24143

80.58 18.32 1.10 100.00

L’integrazione di questo tipo di servizi, del tutto indispensabili, riguarda la necessità di

integrare solo 15 gabinetti e 266 impianti doccia e/o vasca da bagno, con una necessità di volumi aggiuntivi del tutto ininfluente.

Dispone di acqua potabile Totale di cui: da

acquedotto di cui: da pozzo di cui: da altra fonte

Non dispone di acqua potabile Totale

23941 23503 334 292 202 24143 99.16 98.17 1.40 1.22 0.84 100.00

Rispetto alla disponibilità di acqua potabile il 99,16% delle abitazioni ne dispone, mentre lo

0,84% ne è sprovvista. Delle prime il 98,17% lo riceve dall’acquedotto comunale, l’1,40% da pozzo e l’1,22% da altra fonte. Le diverse fonti in qualche caso si sommano come è facile verificare sommando le diverse percentuali che danno un valore maggiore di 100 (98,17+1,40+1,22=100,79). La quota parte che la riceve da pozzo è sospetta in quanto tutti i pozzi dell’area, che servivano l’acquedotto di Napoli, sono stati chiusi, perché inquinati, come pure risulterebbe inquinata la falda acquifera esistente.

Dispone di impianto di riscaldamento

Totale

di cui: impianto centralizzato ad uso di più

abitazioni

di cui: impianto fisso

autonomo ad uso esclusivo dell'abitazione

di cui: apparecchi

singoli fissi che riscaldano tutta

o la maggior parte dell'abit.

di cui: apparecchi

singoli fissi che riscaldano solo

alcune parti dell'abitazione

Non dispone di impianto di

riscaldamento Totale

19695 3462 11935 1876 3253 4448 2414381.58 17.58 60.60 9.53 16.52 18.42 100.00

Page 176: Tav[1].Rel a00 Relazione

175

L’81,58% delle abitazioni risulta, inoltre, dotata di una qualche forma di impianto di riscaldamento, mentre il 18,42% ne è sprovvista. Delle prime il 17,58% dispone di un impianto centralizzato, il 60,60% di un impianto autonomo, il 9,53 di apparecchi singoli fissi che riscaldano buona parte dell’abitazione ed il 16,52% di apparecchi singoli fissi che riscaldano solo una parte dell’abitazione.

Dispone di acqua calda

Totale di cui: con impianto

comune con quello del riscaldamento

di cui: con impianto specifico

Non dispone di acqua calda Totale

23907 11192 12715 236 2414399.02 46.81 51.19 0.98 100.00

Il 99,02% della abitazioni dispone di acqua calda e solo lo 0,98% non ne dispone. Delle prime

il 46,81% ne dispone con un impianto comune con quello del riscaldamento ed il 51,19% con un impianto specifico.

abitazioni occupate da residenti abit. occupate da non residenti abitazioni vuote

Totale di cui: solo con angolo cottura e/o cucinino

Totale di cui: solo con angolo cottura e/o cucinino

Totale di cui: solo con angolo cottura e/o cucinino

Totale

24143 3534 74 15 1611 160 25828 14.64 20.27 9.93

Delle abitazioni occupate da residenti il 14,64% dispone solo di un angolo cottura o di un cucinino, la percentuale sale al 20,27% per quelle occupate da persone non residenti e scende al 9,93% per quelle vuote.

Le Stanze

Le stanze, in edifici ad uso abitativo, ammontano in tutto a 98099. Se si suddividono per

epoca di costruzione si ha il quadro seguente:

Stanze in edifici ad uso abitativo

prima del 1919

dal 1919 al 1945

dal 1946 al 1961

dal 1962 al 1971

dal 1972 al 1981

dal 1982 al 1991

dopo il 1991 Totale

numero 3887 2587 7100 38321 18498 23398 4308 98099percentuale 3.96 2.64 7.24 39.06 18.86 23.85 4.39 100.00

0

10

20

30

40

primadel

1919

dal1919 al

1945

dal1946 al

1961

dal1962 al

1971

dal1972 al

1981

dal1982 al

1991

dopo il1991

Percentuale edifici, abitazioni e stanze per epoca di costruzione

EdificiAbitazioniStanze

Se, in particolare, si analizza il grafico precedente, si vede chiaramente come le stanze

seguano, percentualmente, l’andamento delle abitazioni, per cui valgono le considerazioni già

Page 177: Tav[1].Rel a00 Relazione

176

fatte in precedenza. Se, poi, si analizza la dimensione media delle abitazioni in termini di stanze per epoca di

costruzione di vede come questa sia cresciuta costantemente fino al 1991 passando da una media di 2,67 stanze per abitazione per quelle edificate prima del 1919 alla media di 4,04 stanze per abitazione per quelle edificate fra il 1982 ed il 1991.

prima del

1919 dal 1919 al 1945

dal 1946 al 1961

dal 1962 al 1971

dal 1972 al 1981

dal 1982 al 1991

dopo il 1991 Totale

abitazioni 1455 854 2016 9899 4714 5791 1099 25828

stanze 3887 2587 7100 38321 18498 23398 4308 98099numero medio di stanze per abitazione 2.67 3.03 3.52 3.87 3.92 4.04 3.92 3.80

Le stanze in abitazioni occupate da persone residenti sono 92019, pari al 93,80% del totale, e

sono così suddivise per titolo di godimento:

Titolo di godimento stanze in abitazioni occupate da persone residenti Proprietà Affitto Altro titolo Totale numero 52519 33269 6231 92019percentuale 57.07 36.16 6.77 100.00

Quelle occupate da non residenti rappresentano solo lo 0,30%, mentre quelle vuote incidono per il 5,90%.

Relativamente all’uso delle stanze in abitazioni occupate da persone residenti si ha che il 77,10% è costituito da stanze ad uso strettamente abitativo (camere da letto, salotto, pranzo, wc, ecc.) ed il 22,15% da cucine, mentre lo 0,65% ha un uso professionale.

Stanze In abitazioni occupate da persone residenti

Totale di cui ad uso abitativo

di cui: ad uso professionale di cui: cucine

In abitazioni occupate da non residenti

In abitazioni vuote Totale

92019 70945 695 20379 291 5789 9809993.80 77.10 0.75 22.15 0.30 5.90 100.00

Rispetto alla popolazione residente al 2001, che ammonta ad 82450 residenti, si ha una media

di 0,896 residenti per stanza in abitazioni occupate da persone residenti il che conferma che la situazione al 2001 è sotto questo aspetto abbastanza accettabile.

Abitazione: occupata da persone

residenti non occupata da persone

residenti occupata o non da persone residenti

Numero medio di stanze: 3.81 3.61 3.80 Superficie media mq: 86.68 77.53 86.08

Se poi si tiene conto che la dimensione media delle abitazioni occupate da persone residenti è di 3,81 stanze, mentre il numero medio dei componenti per famiglia è di 3,38, si vede subito come la situazione non sia del tutto ottimale non disponendo, al netto dei servizi, cucina e wc, ciascun componente di una propria stanza. Infine, tenuto conto che la superficie media di una abitazione occupata da persone residenti è di 86,68 mq, si ha una disponibilità di 25,64 mq a componente (mq 86,68/3,38 componenti) molto prossima ai 25 mq di superficie lorda abitabile

Page 178: Tav[1].Rel a00 Relazione

177

(pari a circa 80 mc vuoto per pieno) prevista dall’ultimo comma dell’art. 3 del D.M. n. 1444/1968 per ogni abitante insediato o da insediare.

A solo titolo di cronaca si riporta che la superficie delle abitazioni occupate da persone residenti al 2001 è di mq 2092633. Stima del numero di abitazioni e stanze al 2006 e del loro fabbisogno al 2016

Se si tiene conto dei volumi residenziali censiti e del relativo computo dei vani convenzionali, eseguito tenendo conto del contenuto dell’anagrafe edilizia predisposta e del computo dei volumi edificati derivante dalla cartografia numerica predisposta, si avrebbero ben 155729 vani residenziali cui corrisponderebbero, con una media di 5 vani per abitazione, circa 31146 abitazioni, perfettamente sufficienti a soddisfare la domanda proveniente dalle famiglie stimate al 2016, orizzonte temporale del P.U.C..

Quest’ultimo, pertanto, si caratterizza soprattutto come piano finalizzato alla razionalizzazione dell’esistente ed alla dotazione si standard per la popolazione residente. Vani convenzionali Zona 1 6410 Zona 2 3826 Zona 3 703 Zona 4 2952 Zona 5 3370 Zona 6 3809 Zona 7 6601 Zona 8 6994 Zona 9 5819 Zona 10 6094 Zona 11 7201 Zona 12 4469 Zona 13 4602 Zona 14 3570 Zona 15 10895 Zona 16 19588 Zona 17 6259 Zona 18 7880 Zona 19 135 Zona 20 4815 Zona 21 4844 Zona 22 1481 Zona 23 10688 Zona 24 20171 Zona 25 2553 155729

Page 179: Tav[1].Rel a00 Relazione

178

IL FABBISOGNO DI STANDARD

Page 180: Tav[1].Rel a00 Relazione

179

STIMA DEL FABBISOGNO DI STANDARD PER LA POPOLAZIONE RESIDENTE

L’art. 41 quinquies della Legge n. 1150/42, al punto 8, prevede che, nella formazione di nuovi strumenti urbanistici o nella revisione di quelli esistenti, “debbono essere osservati limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza tra i fabbricati, nonché rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi”.

Questi rapporti sono fissati dall’art. 3 del D.M. n. 1444/68 che, per ogni abitante insediato o da insediare, prevede la dotazione minima inderogabile di 18 mq così ripartiti: a) mq 4,50 di aree per l'istruzione: asili nido, scuole materne e scuole dell'obbligo; b) mq 2,00 di aree per attrezzature di interesse comune: religiose, culturali, sociali, assistenziali,

sanitarie, amministrative, per pubblici servizi (uffici P.T., protezione civile, ecc.) ed altre; c) mq 9,00 di aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, effettivamente

utilizzabili per tali impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade ; d) mq 2,50 di aree per parcheggi (in aggiunta alle superfici a parcheggio previste dall’art. 18

della legge n. 765/67, così come modificato dall’art. 2 della legge n. 122/89, che prevede che “nelle nuove costruzioni ed anche nelle aree di pertinenza delle costruzioni stesse, debbono essere riservati appositi spazi per parcheggi in misura non inferiore ad un metro quadrato per ogni dieci metri cubi di costruzione”): tali aree - in casi speciali – possono anche essere distribuite su livelli diversi.

Ai fini dell'osservanza dei rapporti su indicati lo stesso art. 3 del D.M. n. 1444/68 assume che, nella formazione degli strumenti urbanistici, “salvo diversa dimostrazione, ad ogni abitante insediato o da insediare corrispondano mediamente 25 mq di superficie lorda abitabile (pari a circa 80 mc vuoto per pieno), eventualmente maggiorati di una quota non superiore a 5 mq (pari a circa 20 mc vuoto per pieno) per le destinazioni non specificamente residenziali ma strettamente connesse con le residenze (negozi di prima necessità, servizi collettivi per le abitazioni, studi professionali, ecc.)”.

Quanto sopra è introdotto, “salvo diversa dimostrazione”, al fine, soprattutto, di quantizzare la dotazione di standard occorrenti a partire dalla cubatura esistente.

La Legge Regionale n. 14/82 nell’Allegato 1, Titolo II, punto 1.4, eleva la dotazione minima prevista dall’art. 3 del D.M. n. 1444/68 da 18 mq per abitante a 20 mq “nei Comuni capoluoghi, in quelli con popolazione superiore a 50000 abitanti ed in quelli con tasso medio di incremento demografico nell’ultimo decennio superiore al 5%”, ripartendola, “in linea di massima” nel modo seguente: a) mq 5,00 di aree per l'istruzione: asili nido, scuole materne e scuole dell'obbligo; b) mq 2,50 di aree per attrezzature di interesse comune: religiose, culturali, sociali, assistenziali,

sanitarie, amministrative, per pubblici servizi (uffici P.T., protezione civile, ecc.) ed altre; c) mq 10,00 di aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, effettivamente

utilizzabili per tali impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade ; d) mq 2,50 di aree per parcheggi (in aggiunta, ovviamente, alle superfici a parcheggio previste

dall’art. 18 della legge n. 765/67 su richiamate). Inoltre la Legge Regionale n. 9/90, all’art. 1, obbliga i Comuni “ad includere negli strumenti

urbanistici generali ed attuativi le previsioni necessarie per la realizzazione di attrezzature religiose” nella misura, per i Comuni con oltre 10000 abitanti, di “mq 1 per abitante insediato o da insediare” e con una dotazione minima non “inferiore a mq 5000”, per cui la dotazione complessiva di standard, prevista dal P.U.C. per ogni abitante insediato o da insediare, viene posta pari a 21 mq.

Page 181: Tav[1].Rel a00 Relazione

180

Oltre alla dotazione di cui sopra devono ancora prevedersi spazi per attrezzature pubbliche nei rapporti appresso indicati (art. 4 del D.M. n. 1444/68): • 1,50 mq/abitante per l’istruzione superiore dell’obbligo; • 1,00 mq/abitante per attrezzature sanitarie ed ospedaliere; • 15,00 mq/abitante per parchi pubblici urbani e territoriali.

La superficie a standard per l’istruzione è stata poi ripartita fra i diversi ordini di scuola. Per gli asili nido si è tenuto conto della Legge della Regione Piemonte 15 gennaio 1973, n. 3

che all’art. 6 stabilisce che “la superficie totale dell'area per la costruzione di un asilo nido deve essere pari ad almeno 40 mq per bambino con un minimo di 1500 mq complessivi”.

Per quanto concerne, invece, la scuola materna, la scuola dell’obbligo e la scuola superiore si è fatto riferimento al D.M. 18 dicembre 1975 che prevede che, in sede di formazione dei piani urbanistici comunali, si proceda “alla localizzazione e al dimensionamento delle scuole di ogni ordine e grado”. Il decreto fissa, per ogni tipo di scuola, le dimensioni minima e massima dell'edificio scolastico e, in particolare, per: • la scuola materna, l’intervallo 3 sezioni - 9 sezioni; • la scuola elementare, l’intervallo 5 classi – 25 classi; • la scuola media, l’intervallo 6 classi - 24 classi; • la scuola secondaria superiore, l’intervallo 10 classi (250 alunni) – 60 classi (1500 alunni).

In relazione all’area occorrente per realizzare ciascun edificio scolastico il decreto prevede, per gli intervalli di cui sopra, i seguenti parametri:

Classi mq lotto mq classe mq alunno alunni Alunni /classe

1500 40.00 30 Asilo nido 2000 40.00 50 3000 40.00 75 1 1500 1500 50.00 30 30Scuola Materna 5 3750 750 25.00 150 30 9 6750 750 25.00 270 30 5 2295 459 18.33 125 25Scuola Elementare 15 7965 531 21.24 375 25 25 12550 502 20.08 625 25 6 4050 675 27.00 150 25Scuola Media 15 8175 545 21.80 375 25 24 12600 525 21.00 600 25 10 6620 662 26.50 250 25Scuola Secondaria Superiore 20 11300 575 23.00 491 25 60 33900 565 22.60 1500 25

Si è poi considerata la popolazione residente in età scolare al 2001 ed al 2007:

2001 2007 ETA’ numero percentuale numero percentuale 0-2 3177 3.88 2938 3.623-5 3196 3.90 3026 3.726-10 5911 7.22 5097 6.2711-13 3656 4.46 3298 4.0614-18 5976 7.30 6079 7.48da 19 in poi 59971 73.24 60821 74.85Totale 81887 100.00 81259 100.00

Page 182: Tav[1].Rel a00 Relazione

181

Supponendo che le percentuali di residenti in età scolare registrate nel 2007 restino invariate e che non si riducano ulteriormente fino al 2016, data di riferimento delle scelte del piano, si è stimata la domanda di istruzione per le scuole di ogni ordine e grado semplicemente moltiplicando le suddette percentuali per la stima complessiva di 80000 residenti al 2016, ottenendo il quadro seguente:

Domanda Istituti Superficie

complessiva dei lotti SCL

Superficie Prevista dal Piano SPP

Standard mq/abitante

39 57920 Asilo nido22 1448 29 57920 67335 0.84 19 57920 99 148800 Scuola Materna 2976 20 74400 86493 1.08 11 74400 40 91943 Scuola Elementare 5016 13 106540 123857 1.55 8 100721 22 87696 Scuola Media 3248 9 70806 82315 1.03 6 68208 386359 Totale 309666 360000 3.50 301249

24 158576 5984 12 137632 137632 1.72Scuole secondarie

Superiori 4 135238

La somma delle superfici dei lotti per gli asili nido, le scuole materne, quelle elementari e quelle medie, nell’ipotesi di dimensione minima degli istituti delle scuole di ogni ordine e grado è pari a 386359 mq non molto distante dai 400000 mq risultanti dall’applicazione dei 5 mq per abitante di cui alla L.R. n. 14/82, viceversa nel caso di istituti di dimensioni medie la somma è pari a 309666 mq, ossia pari a circa ¼ in meno, il che evidenzia come la contrazione della popolazione in età scolare abbia reso eccessivo lo standard a suo tempo previsto. Pertanto si è ritenuto più opportuno considerare lo standard di 4,5 mq per abitante, previsto dal D.M. n. 1444/68, riservando i restanti 0,5 mq/ab ad attrezzature e servizi per la terza età. In questo caso il fabbisogno ammonterebbe a 360000 mq, circa 50000 mq in più, di quelli strettamente occorrenti nell’ipotesi media, per cui si è ripartita questa ulteriore dotazione proporzionalmente fra le scuole dei diversi ordini e gradi con la seguente formula: SPPi=SCLi/309666*36000

Nel caso delle scuole secondarie superiori l’applicazione dell’indice di 1,5 mq/ab porta, invece, ad una superficie inferiore rispetto a quella risultante dal ragionamento di cui sopra, si avrebbero, infatti, 120000 mq contro i 137632 stimati, il che evidenzia come lo standard sia, in questo caso, in parte sottostimato soprattutto perché, quando fu concepito, non si assumeva un più largo accesso di popolazione a questo segmento d’istruzione.

Per quanto concerne la sanità l’art. 3, comma 4, della Legge n. 405/01, “Conversione in legge, con modificazioni, del D.L. 18 settembre 2001 n. 347”, prevede uno standard di “5 posti letto per mille abitanti di cui l'1 per mille riservato alla riabilitazione ed alla lungodegenza post-acuzie”.

22 La domanda per gli asili nido è posta pari al 50% della popolazione da 0 a 2 anni.

Page 183: Tav[1].Rel a00 Relazione

182

In base a ciò, data la previsione di 80000 abitanti al 2016, vi sarebbe bisogno di una struttura ospedaliera di almeno 16 posti letto.

In termini di superficie occorrerebbero, invece, 80000 mq, applicando lo standard di 1 mq/ab. Andrebbe inoltre definito uno standard assistenziale anche per le residenze sanitario-

assistenziali per anziani e per le residenze protette per anziani non autosufficienti e soggetti affetti da forme di demenza e/o portatori di gravi handicap.

In merito, tenendo conto delle linee guida predisposte dal Ministero della Salute e degli orientamenti regionali, che hanno indicato i valori di dimensionamento sulla base della popolazione anziana residente, si sono stimati i posti letto occorrenti in strutture di accoglienza per anziani in ragione del 3,5% della popolazione residente che supera i 65 anni di età. Quest’ultima è pari al 2007 a 8272 residenti che rappresentano l’10,183% degli 81259 residenti alla stessa data. Pertanto, data la stima di 80000 residenti al 2016 e nell’ipotesi che la popolazione che supera i 65 anni di età continui a rappresentare il 10,18% della popolazione residente, si ha il seguente fabbisogno in termini di posti letto:

posti letto=80000 x 0,1018 x 0,035 =285

per cui, assumendo la dimensione media di 60 posti letto per ciascuna RSA, assunta come ottimale nella legislazione in materia della maggior parte delle regioni, si ha un fabbisogno complessivo di circa 5 RSA per anziani.

Lo standard dimensionale di riferimento per la realizzazione delle R.S.A. è riferito alla superficie utile funzionale della struttura ed è fissato in mq. 40-45 per ospite, per cui si ha una superficie utile funzionale complessiva di 2700 mq per struttura su un lotto minimo per lo meno di 8000 mq comprensivo di aree a parcheggio ed aree verdi. Questo porta ad un fabbisogno complessivo di 40000 mq appunto pari, come anticipato, a 0,5 mq/ab.

In base a quanto detto occorrerebbero allora le seguenti superfici:

Superficie occorrente mq

Asilo nido 67335 Scuola Materna 86493 Scuola Elementare 123857 Scuola Media 82315 Attrezzature di interesse comune 200000 Spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport 800000 Parcheggi 200000 Attrezzature religiose 80000 Residenze sociali per anziani 40000 Totale superfici a standard 1680000 Scuole secondarie superiori 120000 Attrezzature sanitarie ed ospedaliere 80000 Parchi pubblici urbani e territoriali 1200000 Totale zone F 1400000

STIMA DEL FABBISOGNO DI STANDARD PER LE ATTIVITA’ INDUSTRIALI, COMMERCIALI E DIREZIONALI

L’art. 5 del D.M. n. 1444/68 definisce, poi, i rapporti degli insediamenti produttivi: 1. nei nuovi insediamenti di carattere industriale o ad essi assimilabili compresi nelle zone D)

la superficie da destinare a spazi pubblici o destinata ad attività collettive, a verde pubblico

Page 184: Tav[1].Rel a00 Relazione

183

o a parcheggi (escluse le sedi viarie) non può essere inferiore al 10% dell'intera superficie destinata a tali insediamenti;

2. nei nuovi insediamenti di carattere commerciale e direzionale, a 100 mq di superficie lorda di pavimento di edifici previsti, deve corrispondere la quantità minima di 80 mq di spazio, escluse le sedi viarie, di cui almeno la metà destinata a parcheggi (in aggiunta a quelli di cui all'art. 18 della legge n. 765)”.

Per quanto concerne gli insediamenti industriali o ad essi assimilabili nella redazione del P.U.C. si è ritenuta la quantità prescritta dal D.M. n. 1444/68 troppo esigua per cui si è assunta la superficie da destinare a spazi pubblici o destinata ad attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi, escluse le sedi viarie, per lo meno pari al 30% della relativa superficie.

Occorre, comunque, tenere anche conto della Legge Regionale n. 1/2000, “Direttive regionali in materia di distribuzione commerciale. Norme di attuazione del Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 114”, che contiene alcune norme con valenza urbanistica, in particolare per quanto attiene i parametri relativi al parcheggio ed alla compatibilità territoriale (art. 6) ed ai criteri di programmazione urbanistica, art. 14.

Il comma 1 dell’art. 1 della suddetta Legge Regionale suddivide il territorio della Campania in 14 aree funzionali sovracomunali omogenee nella prima delle quali, l’Area 1 - Area Metropolitana di Napoli, ricade il Comune di Casoria, mentre il comma 2, dello stesso articolo, suddivide i comuni nelle seguenti 5 classi: a) Classe 1 — Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti b) Classe 2 — Comuni con popolazione compresa tra 30.001 e 50.000 abitanti c) Classe 3 — Comuni con popolazione compresa tra 10.001 e 30.000 abitanti d) Classe 4 - Comuni con popolazione compresa tra 3.001 e 10.000 abitanti e) Classe 5 — Comuni con popolazione inferiore a 3.000 abitanti

Il Comune di Casoria ricade, pertanto, all’interno della classe 1. L’art. 2, al fine del rilascio delle autorizzazioni amministrative, classifica, invece, le strutture

commerciali di media e grande dimensione come segue: a. M1 A/M - Medie strutture inferiori, per prodotti alimentari o misti aventi superficie netta di

vendita compresa tra 150 e 900 mq. nei Comuni delle classi 4 e 5 e tra 250 e 1.500 mq. nei Comuni delle classi 1, 2 e 3;

b. M1 E - Medie strutture inferiori, per prodotti extraalimentari aventi superficie netta di vendita compresa tra 150 e 900 mq. nei Comuni delle classi 4 e 5 e tra 250 e 1.500 mq. nei Comuni delle classi 1, 2 e 3;

c. M2 A/M — Medie strutture superiori, anche in forma di centro commerciale, per prodotti alimentari o misti aventi superficie netta di vendita compresa tra 900 e 1500 mq. nei Comuni delle classi 4 e 5 e superficie compresa tra 1.500 e 2.500 mq. nei Comuni delle classi 1, 2 e 3;

d. M2 E — Medie strutture superiori, anche in forma di centro commerciale, per prodotti extraalimentari aventi superficie netta di vendita compresa tra 900 e 1.500 mq. nei Comuni delle classi 4 e 5 e superficie compresa tra 1.500 e 2500 mq. nei Comuni delle classi 1, 2 e 3;

e. G1 A/M— Ipermercati: strutture di vendita fino a 5.000 mq. per la vendita di prodotti alimentari e non alimentari;

f. G1 E — Strutture di vendita fino a 15.000 mq. per la vendita di soli prodotti non alimentari; g. G2 CQ — Centri commerciali di quartiere o interquartiere: strutture commerciali di almeno 6

esercizi commerciali in diretta comunicazione tra loro, o posti all’interno di una struttura funzionale unitaria articolata lungo un percorso pedonale di accesso comune, fino a 4.000 mq. di vendita;

h. G2 CI — Centri commerciali inferiori: strutture commerciali di almeno 8 esercizi commerciali con le caratteristiche di cui alla lettera precedente, con superficie di vendita fino a 15.000 mq.;

Page 185: Tav[1].Rel a00 Relazione

184

i. G2 CS - Centri commerciali superiori: strutture commerciali di almeno 12 esercizi commerciali, con le caratteristiche di cui alla precedente lettera, con superficie maggiore di 15.000 mq., fino ad un massimo di 25.000 mq.

j. G ACP — Centri commerciali costituiti da aggregazioni commerciali polifunzionali. Dette aggregazioni devono essere costituite da almeno 6 esercizi appartenenti alle grandi e medie strutture ed esercizi di vicinato, con singole superfici di vendita fino a mq. 2.500 per i Comuni delle classi 4 e 5 e mq. 5.000 per i Comuni delle classi 1, 2 e 3, nonché da attività produttive artigianali e di servizi. Ciò al fine di realizzare la modernizzazione e il recupero delle imprese esistenti secondo le finalità indicate alla lettera f) 1° comma articolo 6 del decreto legislativo 114\98. Dette strutture debbono essere poste all’interno di una struttura funzionale unitaria avente servizi comuni, articolata lungo un percorso pedonale di accesso che consenta la diretta comunicazione tra i singoli esercizi. 2. Nei centri commerciali la superficie occupata dagli esercizi di vicinato non deve essere inferiore al 40% della superficie complessiva netta di vendita.

L’art. 3 subordina la compatibilità territoriale delle grandi strutture di vendita ai contingentamenti di superficie determinati, con cadenza biennale, dalla Giunta regionale, su indicazione dell’Osservatorio Regionale, previo parere della Commissione Consiliare competente.

Per il primo periodo di attuazione della Legge la tabella C, allegata alla Legge, prevedeva per le Grandi Strutture di Vendita dell’Area 1 le seguenti superfici:

mq esistenti mq previsti mq disponibili mq nulla osta rilasciati e non attivati

Area 1 - Area Metropolitana di Napoli 88576 170068 81492 53964

L’art. 6 prevede l’adeguamento ai parametri di parcheggio nel caso di rilascio di nuova autorizzazione e di ampliamento della superficie di vendita; che le aree di parcheggio siano realizzate in diretta contiguità fisica e funzionale con le relative strutture commerciali e che la realizzazione degli accessi e delle uscite veicolari dalle aree di parcheggio e dalla struttura non crei interferenze con il traffico delle vie primarie di comunicazione.

L’articolo prevede, inoltre, che per “l’insediamento delle medie e grandi strutture di vendita” siano “verificate le compatibilità territoriali di cui all’allegata tabella D” e che esse rispettino “i parametri di parcheggio in rapporto alla classe demografica del comune, fissati dalla tabella di cui all’allegato E”.

Si riportano qui di seguito le compatibilità territoriali ed i parametri di parcheggio per i Comuni della Classe 1, fra i quali ricade Casoria, desunti dagli Allegati D ed E di cui sopra. Per la classe 1: TIPO Superficie struttura mq Minima Disponibilità di Parcheggi

mq di superficie per mq di venditaM1 A/M 250-1500 0.8M1 E 250-1500 0.8M2 A/M 1500-2500 1.5M2 E 1500-2500 1.0G1 A/M 2500-5000 2.5G1 E 2500-15000 2.0G2 CQ 2500-3500 2.0G2 CI 2500-15000 2.5G2 CS 15000-25000 3.0G ACP - 2.0

Page 186: Tav[1].Rel a00 Relazione

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Gli 80 mq di parcheggio per ogni 100 mq di superficie lorda di vendita, di cui all’art. 5 del D.M. n. 1444/68, corrispondono in pratica a 0.8 mq di parcheggio per ogni mq di superficie lorda di vendita per cui una tale dotazione è compatibile solo con le strutture di vendita di tipo M1 A/M e M1 E.

L’art. 14 della L.R. n. 1/2000 prevede, inoltre, che “le strutture di Media e Grande Distribuzione possono essere realizzate solo su aree ricadenti in zone urbanistiche dichiarate espressamente compatibili con tale collocazione” che debbono “avere adeguate infrastrutture” e superficie tale da consentire la localizzazione di una determinata tipologia di struttura commerciale. Inoltre la “localizzazione dovrà essere compatibile con l’assetto della viabilità e con i flussi di traffico; pertanto dovranno essere adeguatamente analizzati la rete infrastrutturale esistente e di progetto, la sua potenzialità, i fenomeni di gravitazione già esistenti nell’area”.

Per quanto concerne gli spazi pubblici e di uso pubblico, “in funzione delle diverse strutture di vendita”, l’art. 14 prescrive che vengano previste anche “quantità minime di aree sistemate a verde”.

Pertanto, nella zonizzazione di piano si sono distinte le zone commerciali per tipologia di struttura commerciale insediabile e per standard di parcheggio, da 0,8 mq/mq a 3 mq/mq, ai quali vanno comunque aggiunti quelli di cui all'art. 18 della legge n. 765/67 oltre ad una quantità minima di area a verde quantomeno pari al 10% della superficie del lotto.

L’art. 14 tratta, inoltre, la questione della localizzazione di strutture di vendita all’interno delle zone omogenee di tipo A, B e C ai sensi del D.M. n.1444/68. In particolare, per le zone A e B, consente di “prevedere norme che consentano cambi di destinazione d’uso di immobili esistenti, al fine di collocare attività commerciali e al fine di favorire l’ampliamento o il trasferimento di attività esistenti nella medesima zona” e, per le stesse e per la zona C, “norme che consentano ampliamenti della cubatura esclusivamente per il recupero di locali esistenti situati sotto il piano stradale, al fine di collocare attività commerciali di piccola distribuzione o al fine di favorire l’ampliamento o il trasferimento di attività esistenti nella medesima zona”.

Tenuto conto, infine, che lo stesso articolo prevede che “Il rilascio di una concessione edilizia, anche in sanatoria, è contestuale al rilascio dell’autorizzazione commerciale, se prevista”, nel piano si è introdotta la norma che ogni permesso di costruire in zona commerciale sia subordinato al contestuale rilascio dell’autorizzazione commerciale o al suo possesso, analogamente per i permessi in sanatoria.

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LE ATTIVITA’ ECONOMICHE

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Prima di analizzare l’andamento del settore economico nel Comune di Casoria occorre fare alcune precisazioni.

I dati dei censimenti economici realizzati dal 1971 al 1991 si caratterizzano per la sostanziale omogeneità della tecnica di rilevazione, delle definizioni, dei questionari e delle modalità di acquisizione del dato. Per questo motivo è possibile ed agevole il confronto fra i relativi dati.

A partire dal Censimento intermedio del 1996, la tecnica di rilevazione è mutata, in virtù dell'utilizzo di archivi di riferimento contenenti liste di unità e dei relativi attributi (forma giuridica, attività, localizzazione, ecc.). L’approccio basato sull’utilizzo delle fonti amministrative consente di cogliere talune attività difficilmente individuabili attraverso la rilevazione diretta sul campo, quali quelle cosiddette "non ostensibili", cioè non immediatamente visibili al rilevatore del censimento tradizionale.

Questo radicale cambiamento della tecnica di rilevazione, nel mentre rende più precisa la rilevazione, rende più difficile il confronto fra i dati dell’ultimo censimento generale dell’industria e dei servizi del 2001 e quelli dei censimenti precedenti. Le variazioni che si registrano nei dati sono in questo caso dipendenti, sia da reali cambiamenti nella struttura della realtà economica, sia dalle problematiche legate alla metodologia statistica adottata. Discernere fra i due aspetti è notevolmente complesso, anche se l’Istat ha definito il set minimo di dati effettivamente confrontabili fra i diversi Censimenti.

Ciò premesso, nell’analisi del settore economico del Comune di Casoria, ci si è limitati a confrontare fra loro i dati del Censimento del 1991, di quello intermedio del 1996 e di quello del 2001, al fine di stimare quale è la linea di tendenza media delle diverse sottosezioni economiche, focalizzando poi l’attenzione sul set completo di dati dell’ultimo Censimento.

Dal confronto si deduce, per il Comune di Casoria, una situazione pressoché stazionaria, in termini di addetti, fra il 1991 ed il 2001 ed una crescita del numero delle unità locali, il che comporta, ovviamente, una riduzione in termini di dimensione media delle unità locali e, quindi, una loro minore capacità in termini di concorrenza.

Come si può rilevare dalla tabella riportata nella pagina seguente, le unità locali passano dalle 2988 del 1991 alle 3652 del 2001 con un incremento nel decennio del 22,22%, mentre gli addetti restano sostanzialmente stabili, passando dagli 11609 del 1991 agli 11618 del 2001, con un incremento irrisorio di appena lo 0,08%. Questo comporta, come detto, una riduzione della dimensione media delle unità locali in termini di addetti che passano da 3,89 addetti del 1991 a 3,18 del 2001, come è rilevabile dalla successiva tabella.

La situazione si presenta con andamenti simili sia per quanto riguarda il comparto produttivo, sia per quanto riguarda quello terziario, non mostrando segni evidenti di potenziamento dell’uno rispetto all’altro.

Decrescono, infatti, in termini sia di unità locali, sia di addetti, da un lato l’“industria del legno e dei prodotti in legno”, -32,98% e -27,88% rispettivamente, e la “produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua”, -66,67% e -73,53%, e, dall’altro, il “commercio ingrosso e dettaglio; riparazione di auto, moto e beni personali”, -1,27% e -16,98%, e gli “alberghi e ristoranti”, −6,40% e -35,61%.

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Unità Locali Addetti Numero Differenza % Numero Differenza % Cod. e Descr. Sottosez.

Economica 1991 1996 2001 96/91 01/96 01/91 1991 1996 2001 96/91 01/96 01/91

A - AGRICOLTURA, CACCIA E SIL-VICOLTURA 0 0 1 - - - 0 0 17 - - -

CB - ESTRAZIONE DI MINERALI NON ENERGETICI 1 0 2 -100.00 - 100.00 4 0 2 -100.00 - -50.00

DA - INDUSTRIE ALIMENTARI, DELLE BEVANDE E DEL TABACCO

36 47 59 30.56 25.53 63.89 164 176 181 7.32 2.84 10.37

DB - INDUSTRIE TESSILI E DELL'ABBIGLIAMENTO 44 70 57 59.09 -18.57 29.55 215 235 179 9.30 -23.83 -16.74

DC - INDUSTRIE CONCIARIE, FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN CUOIO, PELLE E SIMILARI

45 44 52 -2.22 18.18 15.56 237 218 246 -8.02 12.84 3.80

DD - INDUSTRIA DEL LEGNO E DEI PRODOTTI IN LEGNO 94 73 63 -22.34 -13.70 -32.98 269 231 194 -14.13 -16.02 -27.88

DE - FABBRICAZIONE DI PASTA-CARTA, CARTA E PRODOTTI DI CARTA; STAMPA ED EDITORIA

25 38 45 52.00 18.42 80.00 115 144 156 25.22 8.33 35.65

DF - FABBRICAZIONE DI COKE, RAFFINERIE DI PETROLIO, TRAT-TAMENTO COMBUST. NUCLEARI

0 0 3 - - - 0 0 7 - - -

DG - FABBRICAZIONE DI PRO-DOTTI CHIMICI E DI FIBRE SIN-TETICHE E ARTIFICIALI

8 10 10 25.00 0.00 25.00 195 194 172 -0.51 -11.34 -11.79

DH - FABBRICAZIONE DI ARTI-COLI IN GOMMA E MATERIE PLASTICHE

10 11 16 10.00 45.45 60.00 26 67 76 157.69 13.43 192.31

DI - FABBRICAZIONE DI PRO-DOTTI DELLA LAVORAZIONE DI MINERALI NON METALLIFERI

35 48 57 37.14 18.75 62.86 411 270 242 -34.31 -10.37 -41.12

DJ - PRODUZIONE DI METALLO E FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN METALLO

101 102 110 0.99 7.84 8.91 676 436 493 -35.50 13.07 -27.07

DK - FABBRICAZIONE MACCHINE ED APPARECCHI MECCANICI; IN-STALLAZIONE E RIPARAZIONE

25 39 38 56.00 -2.56 52.00 150 199 184 32.67 -7.54 22.67

DL - FABBRICAZIONE MACCHINE ELETTRICHE E APPARECCHIA-TURE ELETTRICHE ED OTTICHE

46 64 60 39.13 -6.25 30.43 550 606 544 10.18 -10.23 -1.09

DM - FABBRICAZIONE DI MEZZI DI TRASPORTO 5 6 5 20.00 -16.67 0.00 873 423 659 -51.55 55.79 -24.51

DN - ALTRE INDUSTRIE MANI-FATTURIERE 47 49 61 4.26 24.49 29.79 158 162 191 2.53 17.90 20.89

E - PRODUZIONE E DISTRIBU-ZIONE DI ENERGIA ELETTRICA, GAS E ACQUA

3 2 1 -33.33 -50.00 -66.67 68 81 18 19.12 -77.78 -73.53

F - COSTRUZIONI 118 314 372 166.10 18.47 215.25 825 1,268 1,572 53.70 23.97 90.55

G - COMMERCIO INGROSSO E DETTAGLIO; RIPARAZIONE DI AUTO, MOTO E BENI PERSONALI

1,738 1,707 1,716 -1.78 0.53 -1.27 4,669 3,605 3,876 -22.79 7.52 -16.98

H - ALBERGHI E RISTORANTI 125 105 117 -16.00 11.43 -6.40 396 201 255 -49.24 26.87 -35.61

I - TRASPORTI, MAGAZZINAGGIO E COMUNICAZIONI

67 159 163 137.31 2.52 143.28 573 601 695 4.89 15.64 21.29

J - INTERMEDIAZIONE MONE-TARIA E FINANZIARIA 50 50 58 0.00 16.00 16.00 199 197 204 -1.01 3.55 2.51

K - ATTIVITA' IMMOBILIARI, NO-LEGGIO, INFORMATICA, RICERCA, PROFESS. ED IMPRENDIT.

175 368 434 110.29 17.93 148.00 575 757 842 31.65 11.23 46.43

O - ALTRI SERVIZI PUBBLICI, SO-CIALI E PERSONALI 190 165 152 -13.16 -7.88 -20.00 261 200 613 -23.37 206.50 134.87

Totale: 2,988 3,471 3,652 16.16 5.21 22.22 11,609 10,271 11,618 -11.53 13.11 0.08

Di segno negativo è anche il caso delle sottosezioni che crescono in termini di unità locali e decrescono in termini di addetti, il che comporta una contrazione della dimensione media delle prime in termini di addetti. Questo è il caso delle sottosezioni “industrie tessili e dell’abbigliamento”, +29,55% e -16,74% rispettivamente, “fabbricazione di prodotti chimici e di

Page 190: Tav[1].Rel a00 Relazione

189

fibre sintetiche e artificiali”, +25,00% e -11,79%, “fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi”, +62,86% e -41,12%, “produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo” 8,91% e -27,07%, “fabbricazione macchine elettriche ed apparecchiature elettriche ed ottiche”, 30,43% e -1,09%, “fabbricazione di mezzi di trasporto”, 0% e -24,51%.

Numero medio di addetti per unità locale Cod. e Descr. Sottosez. Economica

1991 1996 2001 Diff.% 01/91

A - AGRICOLTURA, CACCIA E SILVICOLTURA - - 17.00 -

CB - ESTRAZIONE DI MINERALI NON ENERGETICI 4.00 - 1.00 -75.00DA - INDUSTRIE ALIMENTARI, DELLE BEVANDE E DEL TABACCO 4.56 3.74 3.07 -32.66

DB - INDUSTRIE TESSILI E DELL'ABBIGLIAMENTO 4.89 3.36 3.14 -35.73DC - INDUSTRIE CONCIARIE, FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN CUOIO, PELLE E SIMILARI 5.27 4.95 4.73 -10.18

DD - INDUSTRIA DEL LEGNO E DEI PRODOTTI IN LEGNO 2.86 3.16 3.08 7.61DE - FABBRICAZIONE DI PASTA-CARTA, CARTA E PRODOTTI DI CARTA; STAMPA ED EDITORIA 4.60 3.79 3.47 -24.64DF - FABBRICAZIONE DI COKE, RAFFINERIE DI PETROLIO, TRATTAMENTO COMBUST. NUCLEARI - - 2.33 -DG - FABBRICAZIONE DI PRO-DOTTI CHIMICI E DI FIBRE SINTETICHE E ARTIFICIALI 24.38 19.40 17.20 -29.44DH - FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN GOMMA E MATERIE PLASTICHE 2.60 6.09 4.75 82.69DI - FABBRICAZIONE DI PRO-DOTTI DELLA LAVORAZIONE DI MINERALI NON METALLIFERI 11.74 5.63 4.25 -63.85DJ - PRODUZIONE DI METALLO E FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN METALLO 6.69 4.27 4.48 -33.04DK - FABBRICAZIONE MACCHINE ED APPARECCHI MECCANICI; INSTALLAZIONE E RIPARAZIONE 6.00 5.10 4.84 -19.30DL - FABBRICAZIONE MACCHINE ELETTRICHE E APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED OTTICHE 11.96 9.47 9.07 -24.17

DM - FABBRICAZIONE DI MEZZI DI TRASPORTO 174.60 70.50 131.80 -24.51

DN - ALTRE INDUSTRIE MANI-FATTURIERE 3.36 3.31 3.13 -6.86E - PRODUZIONE E DISTRIBU-ZIONE DI ENERGIA ELETTRICA, GAS E ACQUA 22.67 40.50 18.00 -20.59

F - COSTRUZIONI 6.99 4.04 4.23 -39.56G - COMMERCIO INGROSSO E DETTAGLIO; RIPARAZIONE DI AUTO, MOTO E BENI PERSONALI 2.69 2.11 2.26 -15.92

H - ALBERGHI E RISTORANTI 3.17 1.91 2.18 -31.20

I - TRASPORTI, MAGAZZINAGGIO E COMUNICAZIONI 8.55 3.78 4.26 -50.14

J - INTERMEDIAZIONE MONE-TARIA E FINANZIARIA 3.98 3.94 3.52 -11.63K - ATTIVITA' IMMOBILIARI, NOLEGGIO, INFORMATICA, RICERCA, PROFESS. ED IMPRENDIT. 3.29 2.06 1.94 -40.95

O - ALTRI SERVIZI PUBBLICI, SOCIALI E PERSONALI 1.37 1.21 4.03 193.58

TOTALE: 3.89 2.96 3.18 -18.12

Solo la sottosezione “fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche” fa registrare, fra il 1991 ed il 2001, una crescita del numero di addetti maggiore di quella delle unità locali, il 192,31% contro il 60%, in tutti gli altri casi la crescita in termini di unità locali sopravanza quella in termini di addetti, con una riduzione del loro numero medio per unità locale.

Quest’ultimo rapporto cresce solo per le sottosezioni “industria del legno e dei prodotti in legno”, le cui unità locali passano da 2,86 a 3,08 addetti, “fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche”, le cui unità locali passano da 2,60 a 4,75 addetti, ed “altri servizi pubblici, sociali e personali”, le cui unità locali passano da 1,37 a 4,03 addetti.

Page 191: Tav[1].Rel a00 Relazione

190

Tutte le altre sottosezioni presentano un decremento della dimensione media delle unità locali in termini di addetti, decremento che risulta maggiore del 50% per le sottosezioni “estrazione di minerali non energetici”, “fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi”, e “trasporti, magazzinaggio e comunicazioni” e maggiore del 30% e minire del 50% per le sottosezioni “industrie alimentari, delle bevande e del tabacco”, “industrie tessili e dell’abbigliamento”, “produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo”, “costruzioni”, “alberghi e ristoranti”, “attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, professionisti ed imprenditori”.

Tutto quanto sopra mostra, al 2001, una situazione sostanzialmente in calo, rispetto al 1991, in quasi tutte le sezioni economiche. Non sono disponibili dati dopo il 2001 anche se un analisi dell’andamento della congiuntura in Campania potrebbe indirettamente fornire indicazioni anche per Casoria.

Come rilevato nelle “Note sulla congiuntura della Campania” della Banca d’Italia del 2005, tra il 2002 ed il 2005 l’incremento medio annuo del prodotto interno lordo non ha superato il mezzo punto percentuale, mentre era pari al 2,5 per cento nel periodo 1999-2002. Nel contempo dal 1999 al 2005 la crescita dei consumi delle famiglie è passata dall’1,1% allo 0,4% in media d’anno e la spesa per consumi delle Amministrazioni pubbliche ha decelerato, passando dal 2,7% all’1,3%. Negli stessi periodi l’accelerazione di alcune componenti di investimenti pubblici non ha compensato la debole propensione delle imprese ad investire; la crescita degli investimenti fissi lordi, pur rimanendo su livelli relativamente elevati, è infatti calata dal 3,6% al 2,2% per cento.

In particolare nel 2005 la congiuntura economica in Campania è stata sfavorevole, a prezzi costanti, il PIL è stato stimato in forte calo dalla Svimez (-1,9 per cento) ed in lieve crescita da Unioncamere-Prometeia (0,2 per cento): in entrambi i casi si tratta del risultato peggiore dal 1997.

Nel 2005 l’attività produttiva si è attestata su livelli deboli in quasi tutti i principali settori economici, mentre, come rilevato nelle “Note sulla congiuntura della Campania” della Banca d’Italia del novembre 2006, nella prima metà del 2006 il livello di attività produttiva in Campania è leggermente aumentato, interrompendo il negativo andamento ciclico del precedente biennio. L’industria è tornata a crescere, dopo due anni di calo del valore aggiunto, anche grazie all’accelerazione della domanda estera. Segnali di recupero sono emersi nei servizi connessi alle attività turistiche e ai trasporti; andamenti relativamente meno favorevoli hanno invece caratterizzato i comparti delle costruzioni e dei servizi commerciali. La domanda interna ha continuato a manifestarsi debole sia nella componente dei consumi delle famiglie, sia in quella degli investimenti. Nel primo semestre del 2006 l’occupazione ha mostrato andamenti differenziati nei vari comparti produttivi; nel complesso il numero di occupati è rimasto stazionario, dopo essere calato nel biennio 2004-05.

La situazione del 2007 non sembra migliore anche se non sono ancora disponibili dati più aggiornati.

Quanto sopra evidenzia, pertanto, un andamento mediamente negativo dell’economia campana che riguarda anche l’area di Casoria in cui l’industria non sembra avere condizioni idonee per una ripresa ed il comparto della grande distribuzione commerciale comincia anch’esso a dare segnali di crisi dopo l’eccessiva crescita di questi anni.

Page 192: Tav[1].Rel a00 Relazione

191

Il set completo di dati relativi alle unità locali ed agli addetti, delle imprese e delle istituzioni al 2001, per sezione economica, è riportato nella tabella seguente.

Unita' Locali Addetti Cod. e Descr. Sezione Economica Totale % Imprese Istituzioni Totale % Imprese IstituzioniA - AGRICOLTURA, CACCIA E SILVICOLTURA 1 0.02 1 - 17 0.12 17 -

C - ESTRAZIONE DI MINERALI 2 0.05 2 - 2 0.01 2 -D - ATTIVITA' MANIFATTURIERE 636 15.84 636 - 3524 24.29 3524 -E - PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA, GAS E ACQUA

1 0.02 1 - 18 0.12 18 -

F - COSTRUZIONI 372 9.27 372 - 1572 10.84 1572 -G - COMMERCIO INGROSSO E DETTAGLIO; RIPARAZIONE DI AUTO, MOTO E BENI PERSONALI

1716 42.75 1716 - 3876 26.72 3876 -

H - ALBERGHI E RISTORANTI 117 2.91 117 - 255 1.76 255 -I - TRASPORTI, MAGAZZINAGGIO E COMUNICAZIONI

163 4.06 163 - 695 4.79 695 -

J - INTERMEDIAZIONE MONETARIA E FINANZIARIA 58 1.44 58 - 204 1.41 204 -K - ATTIVITA' IMMOBILIARI, NOLEGGIO, INFORMATICA, RICERCA, PROFESS. ED IMPRENDIT.

436 10.86 434 2 843 5.81 842 1

L - PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E DIFESA; ASSICURAZIONE SOCIALE OBBLIGATORIA

10 0.25 - 10 680 4.69 - 680

M - ISTRUZIONE 68 1.69 33 35 1498 10.33 122 1376N - SANITA' E ALTRI SERVIZI SOCIALI 205 5.11 186 19 664 4.58 372 292O - ALTRI SERVIZI PUBBLICI, SOCIALI E PERSONALI 229 5.71 171 58 659 4.54 648 11

TOTALE 4014 100.00 3890 124 14507 100.00 12147 2360

dalla quale si evince che le attività manifatturiere e le attività commerciali sono le sezioni economiche che più di altre sostengono l’economia di Casoria, rispettivamente con il 24,29% ed il 26,72%, seguite dalle costruzioni e dall’istruzione, rispettivamente con il 10,84% ed il 10,33%. Nel complesso queste attività rappresentano ben il 72,18% degli addetti.

Per delineare meglio la sezione delle attività manifatturiere si è fatto riferimento alle relative sottosezioni economiche al fine di verificare una eventuale caratterizzazione produttiva dell’area (vedere tabella riportata nella pagina seguente).

Questo ha consentito di individuare come sottosezioni trainanti, con una incidenza di addetti sul totale maggiore del 12%:

• la produzione di metallo e la fabbricazione di prodotti in metallo, • la fabbricazione di macchine elettrichee ed apparecchiature elettriche ed ottiche, • la fabbricazione di mezzi di trasporto,

e, con una incidenza di addetti sul totale maggiore del 6%:

Page 193: Tav[1].Rel a00 Relazione

192

• le industrie conciarie e la fabbricazione di prodotti in cuoio, pelle e similari, • la fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi.

Addetti Cod. e Descr. Sottosez. Economica

Numero %

DA - INDUSTRIE ALIMENTARI, DELLE BEVANDE E DEL TABACCO 181 5.14

DB - INDUSTRIE TESSILI E DELL'ABBIGLIAMENTO 179 5.08 DC - INDUSTRIE CONCIARIE, FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN CUOIO, PELLE E SIMILARI

246 6.98

DD - INDUSTRIA DEL LEGNO E DEI PRODOTTI IN LEGNO 194 5.51 DE - FABBRICAZIONE DI PASTA-CARTA, CARTA E PRODOTTI DI CARTA; STAMPA ED EDITORIA

156 4.43

DF - FABBRICAZIONE DI COKE, RAFFINERIE DI PETROLIO, TRATTAMENTO COMBUST. NUCLEARI

7 0.20

DG - FABBRICAZIONE DI PRODOTTI CHIMICI E DI FIBRE SINTETICHE E ARTIFICIALI

172 4.88

DH - FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN GOMMA E MATERIE PLASTICHE 76 2.16 DI - FABBRICAZIONE DI PRODOTTI DELLA LAVORAZIONE DI MINERALI NON METALLIFERI

242 6.87

DJ - PRODUZIONE DI METALLO E FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN METALLO 493 13.99 DK - FABBRICAZIONE MACCHINE ED APPARECCHI MECCANICI; INSTALLAZIONE E RIPARAZIONE

184 5.22

DL - FABBRICAZIONE MACCHINE ELETTRICHE E APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED OTTICHE

544 15.44

DM - FABBRICAZIONE DI MEZZI DI TRASPORTO 659 18.70

DN - ALTRE INDUSTRIE MANIFATTURIERE 191 5.42

TOTALE 3524 100.00

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193

L’ASSETTO INFRASTRUTTURALE ED IL GOVERNO DELLA MOBILITA’

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La rete infrastrutturale e gli strumenti di gestione della mobilità nel Comune di Casoria

Sotto il profilo dell’assetto infrastrutturale, il territorio di Casoria risulta fortemente frazionato a causa del gran numero di tronchi e raccordi della viabilità primaria che rappresentano invalicabili separatori fisici realizzati nel corso del tempo, in assenza di una efficace pianificazione del sistema degli insediamenti e della mobilità, per soddisfare esigenze di collegamento puntuali che di volta in volta si presentavano. Anche la rete su ferro, pur significativa per estensione, non costituisce attualmente una efficiente alternativa all’automobile finendo per rappresentare anch’essa un ulteriore elemento di confinamento di alcune aree abitate (si veda al riguardo la figura che segue).

Procedendo da nord verso sud, il territorio comunale è lambito dalla Ex Ss 87 Nc, è poi attraversato dalla provinciale Nuova Cantariello e dalla autostrada A1 le quali, mediante articolati sistemi di rampe e bretelle si innestano dapprima sulla Sp 1 “Circumvallazione Esterna di Napoli”, che attraversa il territorio in direzione est-ovest, e quindi, più a sud, sul Ramo Capodichino dell’A1 che conduce alla Tangenziale di Napoli.

Per quanto riguarda le linee ferroviarie, Casoria, attraversata dalla linea Napoli-Roma via Caserta di FS e da una linea della Circumvesuviana, è servita dalla stazione Casoria-Afragola dove fermano solo i treni regionali FS diretti a Caserta e dalla stazione Volla (al confine con il comune omonimo) lungo la linea per Baiano della Circumvesuviana.

Fig. 1 – Rete stradale primaria (in rosso) e rete ferroviaria (in blu) in comune di Casoria

I contenuti del Piano Generale del Traffico Urbano

Nel gennaio 2001 è stata prodotta dalla società incaricata (Consorzio Arianna) la relazione di sintesi aggiornata del Piano Generale del Traffico Urbano per il Comune di Casoria adottato nel luglio successivo. La relazione, nel sintetico capitolo dedicato al contesto socioeconomico di 194

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riferimento, osserva come il reticolo della viabilità locale si sia sviluppato a partire da una rete viaria a carattere prevalentemente agricolo, con l’eccezione delle vie consolari, che ha portato alla saldatura dei centri abitati e successivamente alla saturazione delle aree agricole intercluse, attraverso la realizzazione di ulteriori interventi di edilizia abitativa, senza alcuna possibilità di adeguamento della rete viaria alle crescenti esigenze del traffico locale.

Nella suddetta relazione le principali problematiche riscontrate sono così riportate:

insufficienza della rete viaria urbana completamente "avviluppata" da un tessuto urbano sviluppatosi in maniera caotica e disordinata;

insufficienza dell’offerta di sosta, rappresentata esclusivamente dalla possibilità di parcheggiare lungo la maggior parte delle strade che costituiscono la già insufficiente rete viaria;

concentrazione di una serie di funzioni e di poli attrattori nell'ambito del centro storico di Casoria;

insufficienza del sistema di trasporto pubblico sia urbano sia extraurbano che determina un utilizzo prevalente dell' autovettura privata sia per gli spostamenti interni sia per quelli verso l'esterno;

insufficienza della segnaletica e completa assenza di un sistema di regolazione della circolazione veicolare.

Gli interventi previsti per affrontare tali problematiche sono stati quindi suddivisi in interventi a breve termine e interventi a medio-lungo termine.

I provvedimenti a breve termine riguardano: 1 limitazione al traffico veicolare nel centro urbano; 2 sistema di controllo semaforico; 3 individuazione di aree di parcheggio (fuori strada); 4 realizzazione di tronchi stradali; 5 segnaletica di indirizzamento;

Gli interventi a medio-lungo termine consistono essenzialmente nella realizzazione di opere viarie a sostegno della realizzazione dei poli di riequilibrio urbano previsti in futuro dall’Amministrazione comunale e si traducono in: 1 realizzazione di un'arteria di scorrimento parallela alla ferrovia, sul lato nord della stessa.

Tale infrastruttura consentirà di shuntare il traffico di attraversamento di Casoria in direzione Nord-Sud, convogliandolo verso la nuova viabilità del Cantariello attraverso l'ampliamento del cavalcaferrovia esistente (già previsto negli interventi infrastrutturali di breve periodo);

2 realizzazione di uno svincolo sulla viabilità Casoria Centro-Arpino, in corrispondenza del TerminaI autostradale, e viabilità anulare di collegamento al parcheggio di interscambio ed alla stazione ferroviaria.

Infine, per il trasporto pubblico su gomma, si prevedono modifiche al percorso di 6 autolinee esistenti. Considerazioni sui contenuti del PGTU

In primo luogo occorre tenere conto che nella enunciazione degli interventi previsti nell’ambito del PGTU si fa riferimento a generici scenari di sviluppo definiti grazie all’ipotesi di realizzazione di interventi che si afferma essere stati già previsti dall’Amministrazione comunale e descritti come segue: realizzazione di un Terminal autostradale, già previsto dal vigente P.R.G., con funzioni di

interscambio gomma-ferro di livello comprensoriale, di accoglienza turistica e dotato di

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attrezzature pubbliche e di servizi commerciali; nuovamente descritto a pag 34 della relazione di sintesi: realizzazione del TerminaI autostradale centrato sul secondo polo di interscambio gomma-ferro costituito dalla nuova stazione prevista, in adiacenza ad esso, dall' Accordo Quadro, stipulato tra la Regione Campania, il Ministero dei Trasporti, FS e TAV, e da un terminai bus e parcheggio di interscambio. Tale polo sarà correlato anche con l’aeroporto di Capodichino al quale potrà offrire sia servizi di ricettività turistica, attraverso la realizzazione di strutture alberghiere, sia per la sosta prolungata (va ricordata l’assoluta inadeguatezza dei parcheggi dello scalo aereo), collegando l’aeroporto con un servizio di navette. La funzione di interscambio risulterà particolarmente agevole sia per la zona della Cittadella sia di Arpino che oggi sono altamente penalizzate sotto il profilo dei collegamenti su ferro;

riuso delle aree dismesse della ex Rhodiatoce e dell'A.D.S., con la localizzazione in esse di servizi di livello superiore e funzioni urbane, e la realizzazione di un secondo polo di interscambio gomma-ferro, di livello urbano, incentrato sulla stazione di Casoria e sul riuso delle aree ferroviarie dello scalo merci;

delocalizzazione di Uffici Comunali nella nuova struttura denominata “Le Querce” in via Piave, angolo via Po;

delocalizzazione di Uffici Comunali nella nuova struttura “Palazzo di Vetro” in via Principe di Piemonte, angolo via Poerio;

realizzazione di Strutture Sanitarie S.A.u.T. in un lotto adiacente via Calvanese/via Cortese ed in località Arpino (via B. Croce area ex-container);

realizzazione di ulteriori poli di servizio da costituire attraverso il riuso delle altre aree industriali dismesse ubicate ai margini del centro storico di Casoria.

Al riguardo occorre dire che tali scenari non sono stati definiti né sotto il profilo della domanda né sotto quello dell’offerta di trasporto e pertanto non è assolutamente chiaro come si possa valutare l’opportunità di realizzare qualsiasi intervento senza adeguate analisi e simulazioni. Nel caso del Terminal, non ne viene precisato lo schema funzionale, non vengono indicate le categorie di utenti che ne costituirebbero i destinatari né vengono fatte ipotesi sul numero e sulle caratteristiche delle linee pubbliche con cui dovrebbe svolgersi l’interscambio. Atteso peraltro che l’entità e la rilevanza degli interventi citati sono tali da poter desumere importanti ricadute sul tessuto urbano, sull’organizzazione della mobilità e sulle modalità di sviluppo del territorio per un periodo dell’ordine di decine di anni a che scrive sembra quanto mai opportuno prevedere non solo un nuovo Piano Urbano Traffico (coerentemente con i contenuti del D.Lgs. 285/’92) per la corretta gestione dello scenario attuale ma la redazione di un Piano Urbano Mobilità (PUM) che preveda significativi interventi di riassetto infrastrutturale (eventualmente cofinanziati dallo Stato ai sensi della Legge 340 del 2000). A conferma delle considerazioni sinora sviluppate, il PGTU presentato non sembra contenga un adeguato studio della domanda attuale né previsioni di breve o medio periodo, non ha predisposto una nuova disciplina della circolazione privata né contiene ipotesi sui bacini di utenza che sarebbero interessati dagli interventi di delocalizzazione dei servizi a cui si fa riferimento. Infine, non vi è alcun cenno ai risultati di una valutazione quantitativa degli effetti dei pur limitati interventi indicati. A tal proposito, facendo riferimento ai provvedimenti di breve periodo, può ancora osservarsi quanto segue: provvedimento di limitazione al traffico veicolare nel centro urbano: nella relazione di sintesi

(del 2001), non è chiarito quali siano le strade da sottoporre a provvedimenti di limitazione del traffico né quale sia la disciplina da adottare;

provvedimenti di controllo semaforico: nella relazione di sintesi si propone il controllo di 10 intersezioni oltre alla predisposizione di 4 attraversamenti pedonali.

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197

Nel documento “Relazione integrativa: Controllo semaforico – interventi 1° fase” del novembre 2000 (e quindi precedente al primo documento citato) nelle due pagine dedicate agli interventi proposti ci si limita ad indicare solo il numero di fasi per 4 incroci rinviando ogni dettaglio ad una successiva fase di verifica di fattibilità. Gli incroci considerati sono via Principe di Piemonte-via P. Nenni, via Principe di Piemonte-via A. Manzoni, via Principe di Piemonte-via Pio XII, via Padula-via Petrarca. In un terzo documento, “Relazione integrativa: Riordino dei nodi critici”, sempre del novembre 2000, si individuano 16 nodi da semaforizzare e 14 che “richiedono una sistemazione con opere infrastrutturali o interventi di idonea segnaletica verticale ed orizzontale” non più menzionati nella relazione di sintesi del 2001. Da ultimo, nella “Tavola 12 – Interventi previsti di breve periodo”, del 1998, gli incroci da semaforizzare sono indicati in numero di 12 differentemente da quanto indicato nei documenti suddetti. In definitiva, non è chiaro quali siano i nodi che presentano effettivamente necessità di intervento, oltre i 4 su elencati, né sono sufficientemente dettagliati gli interventi da adottare non essendo peraltro riportato, a livello di nodo, alcun dato quantitativo sulla base del quale valutare la criticità dell’intersezione. individuazione di aree di parcheggio (fuori strada): si individuano 2 aree di parcheggio rispettivamente nell’insediamento ex Montefibre lungo via Principe di Piemonte e nell’insediamento ex Rhodiatoce inoltre si segnala “la necessità di ubicare un parcheggio multipiano nell’area del Centro Storico nell’ambito del piano di recupero edilizio della zona; il Piano Urbano del Traffìco individua tale fabbisogno rimandando ad altri strumenti programmatici la eventuale puntuale individuazione del sito; fermo restando la verifica dell’impatto dello stesso sul sistema di circolazione, possibile attraverso il modello di simulazione implementato”. Non è chiaro tuttavia come possa essere valutato l’impatto sulla circolazione veicolare dovuto alla realizzazione del parcheggio multipiano se non ne vengono definite le caratteristiche salienti a cominciare dall’ubicazione, dalla capacità e dal sistema tariffario;

interventi di realizzazione di tronchi stradali: gli interventi previsti sulla rete stradale riguardano: − adeguamento di via Boccaccio: attraverso la realizzazione di un "boulevard" di ingresso

alla città con centro viali alberati; − adeguamento di via Pagano e del cavalcaferrovia per la realizzazione di un itinerario tra

l'Asse Cantariello ed Afragola "shuntando" via Duca d'Aosta; − realizzazione di un asse viario di collegamento tra via Brindisi e la SS 87 "Sannitica" per

il collegamento del comparto residenziale compreso tra via Duca d'Aosta, l'asse ferroviario e la SS 87, che non avendo accesso su quest'ultima, scaricando tutti i flussi veicolari su via Duca d'Aosta e quindi sulla viabilità interna di Casoria;

− adeguamento dell'accesso da via Padre Ludovico da Casoria verso via Nuova Padre Ludovico da Casoria;

− risistemazione dell'incrocio via Padula-via Calvanese 1^Trav. Michelangelo. Di questi interventi solo i primi 3 sono anche riportati nella “Tavola 12 – Interventi previsti di breve periodo” datata 1998;

infine, per quel che riguarda la segnaletica di indirizzamento, si fa genericamente riferimento alla necessità di sistemare una idonea segnaletica di indirizzamento.

Gli interventi previsti nel PUC

Pur tenendo conto del fatto che questa non è la sede appropriata per definire e valutare le

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198

ricadute sul sistema della mobilità di interventi infrastrutturali, pur ricordando che è indispensabile mettere a punto strumenti modellistici di simulazione per analizzare e stimare gli effetti sulla domanda di spostamento sia degli interventi infrastrutturali sia per valutare le ricadute sulla domanda di spostamento degli interventi di rilocalizzazione sopra descritti e rinviando per tali attività, come detto, alla necessità per l’Amministrazione di dotarsi di adeguati strumenti di pianificazione come il Piano Urbano Mobilità e un nuovo Piano Generale del Traffico Urbano, nel prosieguo si descrivono gli interventi sulla rete viaria previsti nel presente PUC con l’obiettivo di: favorire e indirizzare, esclusivamente attraverso una razionalizzazione dei collegamenti

esistenti, l’attuazione e l’evoluzione secondo linee predeterminate della politica di riorganizzazione e sviluppo del territorio così come viene delineata negli obiettivi del Piano Urbanistico che si viene a presentare.

E’ chiaro a tal punto, stante l’indispensabile premessa fatta, che tale politica di sviluppo del territorio andrebbe attuata e calibrata anche attraverso una stima delle sue ricadute sul sistema della mobilità nel suo complesso.

In definitiva, gli interventi previsti possono raggrupparsi in limitati interventi di realizzazione di nuova viabilità allo scopo di completare e riammagliare tronchi esistenti, ampliamento e adeguamento di viabilità esistente, realizzazione di viadotti e rotatorie. Più in particolare (Tav. PRE) i principali interventi riguardano: nuova viabilità parallela a via Indipendenza a connettere via Etna con via Casoria 233;

adeguamento e ampliamento di parte di via Etna e di viabilità circostante; nuova rotatoria tra via Aspromonte e via Etna;

nuova viabilità parallela a via degli Appennini e ampliamento viabilità circostante; nuova viabilità confluente sulla Strada statale Napoli-Caserta; adeguamento e ampliamento di confluenze su via Duca d’Aosta e riammagliamento

attraverso la realizzazione di nuova viabilità; adeguamenti, ampliamenti e riammagliamenti mediante realizzazione di nuova viabilità tra

l’Asse mediano e via Principe di Piemonte; nuova viabilità a servizio dell’area ex Montefibre con risistemazione intersezioni su viabilità

esistente; adeguamento e ampliamento della viabilità a servizio dell’area ex A.D.S. con rifacimento

viadotto su ferrovia e connessione a via Calvanese mediante nuova viabilità; adeguamento di via Calvanese; adeguamento, ampliamento e nuova viabilità tra via Calvanese e Circumvallazione esterna

con risistemazione delle intersezioni a nord e sud; adeguamento e ampliamento viabilità confluente su via Calvanese nell’area compresa tra la

Circumvallazione esterna e via Cantariello; realizzazione di due nuovi viadotti su Circumvallazione esterna; adeguamento e ampliamento della viabilità di collegamento tra la zona di Arpino e il centro

di Casoria lungo l’asse costituito da via E. Toti e via G. Pascoli. Lo scenario possibile di sviluppo dei collegamenti su ferro

L’entrata in esercizio della linea AV/AC Napoli-Roma ha avuto l’effetto di liberare tracce sulla linea ordinaria che potrà così svolgere al meglio la funzione di collegamento regionale.

Nel piano del Comune di Napoli denominato “100 Stazioni” è inoltre prevista la realizzazione di una linea metropolitana che collegherebbe piazza Di Vittorio in Napoli alla Stazione Campania della linea AV/AC in comune di Afragola. La linea attraverserebbe i comuni di

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199

Casavatore, Casoria e Afragola con 2 stazioni in territorio di Casoria, l’una al confine con Casavatore (Casoria-San Pietro) e l’altra in corrispondenza dell’attuale stazione FS.

In questo scenario che si viene a delineare si ritiene praticabile l’obiettivo di ridurre la quota di spostamenti su autovettura privata e perseguire una ripartizione modale con aliquote più favorevoli al trasporto pubblico sia su gomma che su ferro.

Considerando la notevole dotazione di infrastrutture ferroviarie di cui gode Casoria andrebbe verificata la fattibilità di un sistema di servizi metropolitani che porrebbero Casoria al centro di una struttura di collegamenti radiale tra Napoli-Garibaldi e le linee di metropolitane ivi accessibili, la stazione AV/AC di Afragola e i comuni della cintura settentrionale. L’asse portante di questo sistema di collegamenti su ferro sarebbe rappresentato dall’attuale linea FS Napoli-Roma via Aversa che attraversa il territorio di Casoria per tutta la sua lunghezza. In tal caso, attraverso una adeguata localizzazione delle fermate e un corretto ridisegno delle linee di adduzione su gomma potrebbero essere avviati a completa soluzione gli annosi problemi di collegamento tra le diverse porzioni di territorio cittadino e potrebbe essere potenziato il sistema dei collegamenti verso l’esterno a discapito dell’uso dei veicoli privato con rilevanti benefici per la collettività e l’ambiente. Nella figura che segue è riportata la copertura del territorio che si potrebbe ottenere nell’ipotesi di nuova realizzazione (in rosso) di 4 stazioni sulla linea FS e di quella prevista sulla linea Capodichino-Afragola (in rosso) ad integrazione delle 2 esistenti sulle linee FS e Circumvesuviana (in blu).

Fig. 2 – Aree d’influenza nell’ipotesi di realizzazione di nuove fermate di servizi di collegamento metropolitani su ferro

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200

LA ZONIZZAZIONE DI PIANO

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201

L’individuazione e la definizione delle zone di piano è passata attraverso l’esame di tutti gli aspetti trattati in precedenza. Inizialmente la selezione delle diverse zone è scaturita soprattutto dal patrimonio informativo disponibile e dall’analisi dello stato di fatto, successivamente l’attenzione è stata incentrata sulla necessità di dotare il territorio comunale degli spazi pubblici e per le attrezzature pubbliche di interesse generale occorrenti, infine sono state operate alcune scelte limitate con l’obiettivo di evitare l’impegno di ulteriori quote di suolo, di salvaguardare i paesaggi antropici storici e/o consolidati e di tutelare le residue aree agricole.

I paragrafi seguenti descrivono la procedura seguita e le considerazioni svolte per la definizione della zonizzazione di piano per cui può capitare che uno stesso tipo di zona può essere trattato in più paragrafi successivi.

La zona A

Il punto di partenza è stato la perimetrazione delle zone A di conservazione che è il risultato

degli studi e delle indagini eseguite sul tessuto urbanistico ed edilizio del territorio comunale. Le zone A sono state a loro volta suddivise in sottozone: la sottozona A1, corrispondente al centro storico di Casoria, la sottozona A2, corrispondente al centro storico di Arpino, e le masserie. Il P.U.C. prevede in esse il ricorso ai piani attuativi e, in particolare, ai Piani di Recupero in assenza dei quali sono consentiti unicamente interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo degli edifici esistenti. L’unità minima di intervento dei Piani di Recupero è quella corrispondente agli ambiti indicati nella zonizzazione del P.U.C. alla scala 1:2000. Gli interventi possibili previsti sono finalizzati al recupero ed alla valorizzazione dell’immagine storica della città, alla eliminazione delle superfetazioni e dei volumi incongrui ed alla conservazione delle testimonianze storiche e sono correlati al valore storico-architettonico degli edifici esistenti così classificati:

a – Edifici di pregio storico architettonico, b – Edifici di valore testimoniale, c – Edifici di valore testimoniale alterato, d – Edifici con nessun pregio storico – architettonico.

La zona B Per la definizione delle zone B e delle sue sottozone, si è tenuto conto:

• dell’art. 2 del D.M. n. 1444/1968 che definisce le zone B come “le parti del territorio totalmente o parzialmente edificate, diverse dalle zone A): si considerano parzialmente edificate le zone in cui la superficie coperta degli edifici esistenti non sia inferiore al 12,5% (un ottavo) della superficie fondiaria della zona e nelle quali la densità territoriale sia superiore ad 1,5 mc/mq”;

• della presenza di zone urbanizzate e caratterizzate da una prevalenza d’uso (residenziale, industriale, commerciale, ecc.), non per effetto dell’applicazione del P.R.G. vigente, ma, sostanzialmente, per effetto dell’abusivismo edilizio per cui si è ritenuto opportuno subordinare la loro sanatoria alla redazione ed approvazione di Piani di Recupero, ai sensi della legge n. 47/1985, se la destinazione di fatto della zona fosse del tutto incompatibile con quella assegnata alla stessa dal P.R.G. vigente;

• della presenza di ambiti di attenzione archeologica, evidenziati dal P.T.C.P. (vedere art. 37 delle N.T.A. dello stesso), per i quali si impone la necessità di un approfondimento conoscitivo e della tutela, con il concorso della Soprintendenza ai beni archeologici

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competente, comunque tutelati ai sensi dell’art. 136 comma 1 punto c del D.Lgs. n. 42/2004, così come modificato dall’art. 6 del D.Lgs. n. 157/2006, e della presenza di acque pubbliche e della relativa fascia di 150 m per lato dalle relative sponde o dai piedi degli argini tutelate per legge, ai sensi dell’art. 142, comma 1, punto c dello stesso decreto, per le quali, oltre al ricorso ai Piani di Recupero, si impone, per gli abusi sanabili, il calcolo del relativo danno ambientale.

Ciò premesso si è proceduto inizialmente a selezionare le zone:

• delimitate dalla viabilità esistente e di progetto, • in cui il volume edificato a destinazione residenziale fosse maggiore del 50% del volume

edificato totale della zona (vedere fig. A); • in cui il rapporto fra il volume edificato e la superficie della zona fosse maggiore di 1,5

mc/mq (vedere fig. B); • in cui la superficie coperta degli edifici esistenti fosse maggiore del 12,5% della superficie

della zona (vedere fig. C); • non corrispondessero alla zona A già definita (vedere fig. D); il risultato di questa operazione di intersezione, A∩B∩C∩D, eseguita in modo del tutto automatico, è rappresentato nella figura E e corrisponde al complesso delle zone B.

Successivamente si sono assunte come sottozone B sature le zone B della tavola E in cui il rapporto fra il volume edificato e la superficie della zona fosse maggiore di 4 mc/mq (vedere fig. F), operando la seguente intersezione logica E∩F ed ottenendo come risultato la successiva tavola G in cui sono riportate le sottozone B sature e le altre zone B.

A tal punto si sono, prima di tutto, aggregate le zone del P.R.G. vigente in: zone residenziali, zone industriali, zone commerciali, attrezzature e servizi, zone agricole e zone e fasce di rispetto, poi si sono selezionate le zone:

• delimitate dalla viabilità esistente e di progetto, • in cui il rapporto fra il volume edificato e la superficie della zona fosse maggiore di 1 mc/mq; • in cui il volume abusivo delle tipologie di abuso 1, 2 e 3, che comportano incrementi di

superficie utile e di volume, risultasse quanto meno maggiore del 20% del volume totale.

Eseguendo l’intersezione logica delle informazioni di cui sopra con le zone aggregate del P.R.G. vigente è stata redatta la tavola H in cui le zone sono rappresentate con una doppia classificazione, la prima è basata sull’uso prevalente degli abusi commessi, che consente di classificare le zone come zone con abusi prevalentemente: • residenziali, se il volume abusivo di carattere residenziale rappresenta almeno il 60% del

volume abusivo totale; • residenziali-miste, se il volume abusivo di carattere residenziale è maggiore del 50% del

volume abusivo totale e minore del 60% e quello relativo ad ogni altro uso è comunque minore del 50%;

• commerciali, se il volume abusivo a destinazione commerciale rappresenta almeno il 60% del volume abusivo totale;

• commerciali-miste, se il volume abusivo a destinazione commerciale è maggiore del 50% del volume abusivo totale e minore del 60% e quello relativo ad ogni altro uso è comunque minore del 50%;

• industriali, se il volume abusivo a destinazione industriale rappresenta almeno il 60% del

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volume abusivo totale; • industriali-miste, se il volume abusivo a destinazione industriale è maggiore del 50% del

volume abusivo totale e minore del 60% e quello relativo ad ogni altro uso è comunque minore del 50%;

e la seconda che consente di classificare le zone per macro destinazione del P.R.G. vigente in:

• zone residenziali; • zone industriali; • zone commerciali; • attrezzature; • zone agricole; • zone e fasce di rispetto.

Da questa tavola è stata desunta un’ulteriore tavola, la I, attraverso le seguenti due operazioni:

• sottrazione dalla tavola H delle zone in cui la destinazione d’uso prevalente dei volumi abusivi fosse compatibile e/o conforme con le destinazioni d’uso previste dal P.R.G. vigente,

• perimetrazione degli ambiti in cui le destinazioni d’uso prevalente dei volumi abusivi fossero non compatibili con le previsioni del P.R.G. vigente, da sottoporre a Piano di Recupero dell’abusivismo edilizio, ai sensi della legge n. 47/1985.

Infine si è tenuto conto delle zone vincolate per effetto del D.L. 22 gennaio 2004, n.42,

recante il “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, e s.m.i., pervenendo alla seguente classificazione finale delle zone B:

• sottozona B1, satura per quantità di volume edificato, • sottozona B2, soggetta a Piano di Recupero dell’abusivismo edilizio ai sensi della Legge n.

47/1985 per eccesso di abusivismo edilizio non conforme al vigente P.R.G., • sottozona B3, satura per tutela delle zone vincolate e/o di interesse ai sensi del D.L. 22

gennaio 2004, n.42, recante il “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, e s.m.i., in cui l’eventuale sanatoria degli abusi edilizi è soggetta a valutazione del danno ambientale;

• sottozona B4, parzialmente completabile entro il limite di 2 mc/mq a livello territoriale; rappresentate nella successiva tavola L. La zona C

Come visto non vi sarebbe necessità di nuovi volumi edilizi per soddisfare le esigenze residenziali, mentre sarebbe opportuno incentivare il trasferimento delle superfetazioni e dei volumi incongrui dal centro storico dal centro storico di Casoria al fine di ridurne la congestione, riqualificarne lo spazio urbano, tutelarlo nelle sue forme originarie e valorizzarlo, ridando identità ai luoghi ed ai loro abitanti.

Per far questo si è individuata una nuova zona di espansione destinata ad accogliere queste volumetrie incrementate del 50% al fine, da un lato, di favorirne ed incentivarne il trasferimento e, dall’altro, di restaurare e recuperare le volumetrie originarie nel centro storico e di sistemare le eventuali aree di sedime resesi libere a seguito del trasferimento di cubatura. L’incremento di cubatura finirebbe anche con il compensare una eventuale domanda residenziale aggiuntiva.

Sulla base delle analisi svolte sul centro storico e delle superfetazioni esistenti si è stimata nel 5% della volumetria esistente la cubatura da trasferire. Pertanto, data la cubatura complessiva di 1395148 mc presente nella sottozona A1 (vedere elaborato REL a2) si ha che la cubatura

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204

massima da trasferire è pari a 69757,4 mc che, incrementata del 50%, è pari a 139514,8 mc. Data la superficie della zona C individuata (vedere elaborato REL a2), pari ad 85956 mq, si è

fissato per l’area un indice di fabbricabilità territoriale di 1,65 mc/mq. La zona D

Per l’individuazione e la definizione delle zone D e delle relative sottozone si sono prima di tutto escluse, dal complesso delle zone delimitate dalla viabilità esistente e di progetto, quelle già classificate come zone A1, A2, A3 e B1, B2, B3 e B4. Si è poi attribuita alla sottozona D1- industriale-artigianale l’area dell’ex Resia, oggetto di un P.I.P. adottato dalla Commissione Straordinaria in data 18/03/07 con delibera n. 110, ed alla sottozona D2 – commerciale-direzionale le aree interessate dai piani di lottizzazione trasmessi dal Comune e riportati nel capitolo denominato “Le indicazioni della commissione straordinaria e le iniziative in corso nel territorio comunale”, che riguardano tutti attività di tipo commerciale e terziario.

Successivamente, fra le zone residue, si sono selezionate, in modo del tutto automatico, quelle in cui il rapporto fra il volume edificato e la superficie territoriale risultava maggiore di 1 mc/mq attribuendole alla sottozona D1 se:

• il volume edificato a destinazione industriale risulta maggiore del 50% del volume totale; • il volume edificato a destinazione industriale risulta maggiore del 40% e minore o uguale al

50% del volume totale ed il volume edificato utilizzato come deposito risulta maggiore del 35% del volume totale;

e alla sottozona D2 se:

• il volume edificato a destinazione commerciale risulta maggiore del 50% del volume totale; • il volume edificato a destinazione commerciale risulta maggiore del 40% e minore o uguale

al 50% del volume totale ed il volume edificato utilizzato come deposito risulta maggiore del 35% del volume totale.

Si sono poi individuate come sottozona D3 le strutture ricettive ed alberghiere esistenti e le

relative aree di pertinenza e, infine, come sottozona D4 le aree attualmente interessate da attività produttive e commerciali in zona vincolata nelle quali consentire la sola manutenzione ordinaria e straordinaria dell’esistente in vista di una possibile riconversione in aree a sevizio dell’area a parco urbano e territoriale a valenza agricola.

Eseguita questa prima parte, tesa soprattutto a tenere conto delle iniziative di tipo industriale, commerciale e terziario già operanti nel territorio e/o previste da piani e programmi, quantomeno adottati, e tenuto conto che sono obiettivi prioritari di questo P.U.C.:

• la dotazione di spazi pubblici e per le attrezzature pubbliche di interesse generale, • la salvaguardia, per quanto possibile, delle residue aree agricole ed a carattere ambientale, • il recupero e la valorizzazione del centro storico, si è passati prima ad individuare gli spazi pubblici e le attrezzature pubbliche di interesse generale e ad individuare parchi a valenza agricola ed ambientale, in particolare fra quelle non interessate da altri tipi di insediamento, anche a bassa densità (< 1 mc/mq), per poi individuare la destinazione d’uso più opportuna per queste ultime, anche industriale e commerciale, se del caso, o residenziale, in relazione soprattutto alla necessità di avviare una politica di recupero del centro storico trasferendo preferibilmente superfetazioni e volumi incongrui dal suo interno, al fine di recuperarne, per quanto possibile, l’immagine e l’identità.

Page 206: Tav[1].Rel a00 Relazione

205

Figura A – Individuazione delle zone con percentuale del volume a destinazione residenziale sul volume

totale maggiore del 50%.

Page 207: Tav[1].Rel a00 Relazione

206

Figura B – Individuazione delle zone in cui il rapporto fra il volume edificato e la superficie della zona

è maggiore di 1,5 mc/mq.

Page 208: Tav[1].Rel a00 Relazione

207

Figura C – Individuazione delle zone in cui la superficie coperta degli edifici esistenti è maggiore del

12,5% della superficie della zona.

Page 209: Tav[1].Rel a00 Relazione

208

Figura D – Zona A e relative sottozone

Page 210: Tav[1].Rel a00 Relazione

209

Figura E – Individuazione delle zone B

Page 211: Tav[1].Rel a00 Relazione

210

Figura F – Individuazione delle zone in cui il rapporto fra volume edificato e superficie della stessa è

maggiore di 4 mc/mq

Page 212: Tav[1].Rel a00 Relazione

211

Figura G – Individuazione delle zone B sature (aree campite in rosso)

Page 213: Tav[1].Rel a00 Relazione

212

Figura H – Zone con volume abusivo maggiore del 20% del loro volume totale per uso prevalente dei volumi abusivi e destinazioni d’uso del P.R.G. vigente.

Page 214: Tav[1].Rel a00 Relazione

213

Figura I – Zone con volume abusivo maggiore del 20% del loro volume totale per uso prevalente dei volumi abusivi non compatibili con le destinazioni d’uso del P.R.G. vigente per le quali si prevede il ricorso ai Piani di Recupero dell’abusivismo edilizio ai seni della legge n. 47/1985.

Page 215: Tav[1].Rel a00 Relazione

214

Figura L – Zone e sottozone di tipo B.

Page 216: Tav[1].Rel a00 Relazione

215

Figura M – Prima individuazione delle zone D e delle relative sottozone

Page 217: Tav[1].Rel a00 Relazione

216

La localizzazione delle aree a standard e le zone F

Data l’estrema penuria di aree a standard nel Comune di Casoria ed il loro carattere, nella maggior parte dei casi, residuale, il P.U.C. ha inteso individuare planimetricamente tutti gli standard occorrenti tenendo conto dei pochi standard già esistenti e della necessità di localizzare gli altri sulle aree disponibili in modo quanto più possibile baricentrico rispetto alla distribuzione territoriale della popolazione residente.

Quanto sopra ha comportato la necessità di considerare i raggi di influenza dei diversi spazi

pubblici, relativamente alle loro tipizzazioni ed alla consistenza della popolazione residente ricadente all’interno del raggio considerato.

In particolare per i raggi di influenza si è tenuto conto della circolare del Ministero dei Lavori Pubblici servizio studi e programmazione n. 425 del 20 gennaio 1967 in cui veniva proposto un insieme sistematico di standard edilizi ed urbanistici e, per questi ultimi, nell’appendice C, anche dati dimensionali relativi alle attrezzature riportati nella tabella di cui alla pagina seguente.

Funzioni Numero abitanti serviti da una

attrezzatura max raggio di

influenza Area media ad abitante (mq/ab)

minimo medio massimo m coperta libera park tot Area giochi al coperto - 200 - 100 100% - - - Nucleo elementare di verde 100 200 300 100 - 3,00 - 3,00 Gioco bambini 3-6 anni 1100 3200 7500 300 - 0,40 - 0,40 Gioco bambini 6-11 anni 1300 3200 7500 500 - 0,60 - 0,60 Gioco e sport 11-14 anni 6600 10800 15800 1000 - 1,00 - 1,00 Gioco e sport oltre i 14 anni 6600 10800 20000 1000 - 5,00 0,11 5,11 Parco di quartiere 6600 10800 20000 1000 - 3,00 0,11 3,11 Parco urbano 20000 60000 100000 - - 12,00 0,08 12,08 Asilo nido 2000 3000 4000 250 - - - 0,10 Scuola materna 1000 3000 7000 300 - - - 0,36 Scuole d’obbligo 4000 10500 18000 1800 - - - 3,00 Scuole secondarie superiori - - - 1000 - - - 0,50 Chiesa parrocchiale - 5000 10000 - 0,18 0,52 0,18 0,88 Biblioteca pubblica 3000 6000 10000 - 0,025 0,225 0,030 0,28 Centro sociale 1000 2000 6000 - 0,20 0,55 0,10 0,85 Centro civico 1000 10000 - - 0,04 0,16 0,02 0,22 Centro sanitario elementare - 10000 20000 - - - 0,04 0,34 Farmacia - 5000 - - - - - - Parcheggio Almeno 15 mq di spazio per posto macchina / famiglia

Per quanto concerne l’istruzione sono state individuate aree idonee alla realizzazione di: AN

asili nido, SM scuole materne, SE scuole elementari e SI scuole medie localizzando puntualmente ciascuna scuola, ovviamente è rimandata alla fase di attuazione del piano la definitiva destinazione di ciascuna area alle scuole dei diversi ordini e gradi, tant’è che nella tavola di zonizzazione del piano scuole di diverso ordine e grado sono rappresentate l’una accanto all’altra rimandando alla fase progettuale l’articolazione dei corpi di fabbrica e l’eventuale suddivisione in più lotti.

Le attrezzature di interesse comune non sono state diversificate fra loro. Per quanto concerne il verde, gioco e sport, se si analizza la tabella di cui sopra si nota subito

come il gioco e lo sport più il parco di quartiere raggiungano, complessivamente i 10,22 mq/ab non dissimili dai 10,00 mq/ab di aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, indicati dalla L.R. n. 14/82.

Page 218: Tav[1].Rel a00 Relazione

217

Pertanto si è ritenuto opportuno suddividere questi 10 mq/ab in tre gruppi:

• verde, gioco e sport fino a 14 anni, 2 mq/ab, con limitate strutture edificate; • gioco oltre 14 anni ed attrezzature sportive, 5 mq/ab, anche con attrezzature sportive al

coperto; • parco di quartiere, 3 mq/ab, con prevalente sistemazione a verde.

I parchi di quartiere sono stati individuati e localizzati soprattutto sulle aree verdi residue all’interno del centro urbano ed ai suoi margini.

Per quanto concerne, poi, l’esigenza di spazi per attrezzature pubbliche di interesse generale si

è ritenuto indispensabile l’individuazione di spazi per le scuole secondarie superiori e per le attrezzature sanitarie ed ospedaliere mentre per i parchi pubblici urbani e territoriali si sono individuate soprattutto le aree più vaste, correlate ad altri aspetti e situazioni particolari da tutelare, non essendovi altre aree che per caratteristiche ed estensione possano essere assimilate a questa tipologia di parco.

In particolare essi sono:

• un parco a valenza agricola nella fascia di rispetto delle acque pubbliche del canale detto fiume Sebeto e del canale detto fiume Reale,

• un parco, anch’esso a valenza agricola, all’intorno di una delle masserie storiche che conserva ancora un rapporto, anche paesaggistico, con il territorio agricolo circostante che va certamente tutelato,

• un parco nei pressi dello svincolo a quadrifoglio della Circumvallazione esterna nella fascia di rispetto aereoportuale;

• un parco a valenza agricola a tutela di una delle aree di attenzione evidenziate dal P.T.C.P.. nel complesso risultano destinati a parco 1010508 mq.

Nel complesso le aree a standard e quelle per le attrezzature di interesse generale

effettivamente localizzate, confrontate con il fabbisogno stimato al 2016, sono riportate nella tabella di cui alla pagina seguente.

Dalla stessa si evince che gli standard localizzati risultano leggermente maggiori di quelli

strettamente occorrenti, 48816 mq in più pari al 2,9%. Gli spazi per attrezzature pubbliche di interesse generale risultano, invece, leggermente

inferiori rispetto al totale stimato, 186334 mq in meno, pari al -13,31%, circostanza dovuta soprattutto all’eccessivo consumo di suolo avutosi negli anni passati. Le aree a servizio delle reti, i servizi tecnologici ed il sito di trasferenza dei rifiuti

Sono poi state identificate le aree a servizio delle reti, viaria e ferroviaria, assunte come porzioni di territorio rurale, come indicato dal comma 39 dell’art. 63 delle NTA del P.T.C.P., e le aree utilizzate dai servizi tecnologici (acquedotto, centrali elettriche, ecc.).

Si è, inoltre, individuato un sito temporaneo di trasferenza dei rifiuti solidi urbani, prodotti nel territorio comunale, di circa 59000 mq, in parte in un’area attualmente già interessata da un deposito temporaneo di rifiuti.

Page 219: Tav[1].Rel a00 Relazione

218

Figura N –Iindividuazione delle zone F e delle relative sottozone

Page 220: Tav[1].Rel a00 Relazione

219

Superficie occorrente mq

Superficie localizzata mq

Differenza mq

Asilo nido 67335 70848 3513 Scuola Materna 86493 87203 710 Scuola Elementare 123857 132200 8343 Scuola Media 82315 94147 11832 TOTALE istruzione 360000 384398 24398 Attrezzature di interesse comune 200000 202337 2337 Verde, gioco e sport fino a 14 anni 160000 159308 -692 Gioco oltre 14 anni ed attrezzature sportive 400000 406147 6147 Parco di quartiere 240000 250218 10218 TOTALE verde, gioco e sport 800000 815673 15673 Parcheggi 200000 203086 3086 Attrezzature religiose 80000 83010 3010 Residenze sociali per anziani 40000 40312 312 Totale superfici a standard 1680000 1728816 48816 Scuole secondarie superiori 120000 120818 818 Attrezzature sanitarie ed ospedaliere 80000 82340 2340 Parchi pubblici urbani e territoriali 1200000 1010508 -189492 TOTALE zone F 1400000 1213666 -186334 Verde e servizi privati

Si sono poi individuate, oltre alle aree già destinate a verde privato o a scuola privata, alcune aree, normalmente all’interno di aree a parco di quartiere o a parco urbano e territoriale o limitrofe alle aree già urbanizzate da destinare ad attrezzature private costituite da pubblici esercizi (bar, ristoranti, ecc.), con relativo parcheggio, al loro servizio riutilizzando in parte le cubature già presenti al loro interno.

Le correzioni marginali

Una volta eseguite le operazioni di cui sopra si sono operate alcune scelte mirate sulle aree che non risultavano attribuite ad alcun tipo di zona al termine delle operazioni sopra descritte.

Questi aggiustamenti sono stati eseguiti secondo i seguenti criteri gerarchicamente intesi:

• tenere conto della classificazione delle zone operata dal P.T.C.P.; • tenere conto della precedente destinazione d’uso secondo il P.R.G. vigente; • tenere conto della destinazione d’uso delle zone limitrofe.

La zonizzazione di piano finale è riportata nelle tavole denotate PRb1-PRb6. Nelle tavole PRc1-PRc6 sono riportate, all’interno di ciascuna zona di piano, le sigle di zona ed il loro numero d’ordine corrispondenti agli identificatori dei record dell’allegato REL a2 in cui per ciascuna di esse sono riportati la superficie territoriale, il volume già edificato, la superficie coperta esistente, il rapporto volume edificato su superficie territoriale ed il rapporto superficie coperta su superficie territoriale utili ad un raffronto con le trasformazioni territoriali consentite dalle Norma Tecniche di Attuazione del P.U.C..

Page 221: Tav[1].Rel a00 Relazione

220

ELABORATI DEL P.U.C.

Page 222: Tav[1].Rel a00 Relazione

221

Si riporta qui di seguito l’elenco completo degli elaborati del P.U.C..

ELENCO ELABORATI DEL P.U.C. DI CASORIA Relazione REL REL a0 RELAZIONE DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE REL a1 ALLEGATO 1

SCHEDATURA DEGLI EDIFICI DEL CENTRO STORICO

REL a2 ALLEGATO 2 PRINCIPALI INDICATORI DELLO STATO DIFATTO NELLE ZONE DI PIANO

Allegati tecnici alla relazione ATR ATR a0 RELAZIONE GEOLOGICA

ATR a1 ANALISI GEOLOGICA DEL TERRITORIO

Territorio Comunale UBICAZIONE DEI SONDAGGI

scala 1:5000

ATR a2 ANALISI GEOLOGICA DEL TERRITORIO

Territorio Comunale CARTA DELLE ISOPACHE DEL TUFO

scala 1:5000

ATR a3.1 ANALISI GEOLOGICA DEL TERRITORIO

Territorio Comunale CORRELAZIONI STRATIGRAFICHE

scala 1:5000

ATR a3.2 ANALISI GEOLOGICA DEL TERRITORIO

Territorio Comunale CORRELAZIONI STRATIGRAFICHE

scala 1:5000

ATR a3.3 ANALISI GEOLOGICA DEL TERRITORIO

Territorio Comunale CORRELAZIONI STRATIGRAFICHE

scala 1:5000

ATR a3.4 ANALISI GEOLOGICA DEL TERRITORIO

Territorio Comunale CORRELAZIONI STRATIGRAFICHE

scala 1:5000

ATR a4 ANALISI GEOLOGICA DEL TERRITORIO

Territorio Comunale CARTA IDROGEOLOGICA

scala 1:5000

ATR a5 ANALISI GEOLOGICA DEL TERRITORIO

Territorio Comunale MICROZONAZIONE SISMICA

scala 1:5000

ATR a6 ANALISI GEOLOGICA DEL TERRITORIO

Territorio Comunale CARTA DELLA STABILITÀ

scala 1:5000

ATR a7 ANALISI GEOLOGICA DEL TERRITORIO Indagini geognostiche e geofisiche per il Piano Urbanistico Comunale di Casoria

ATR b1 ANALISI STORICO-URBANISTICA E STORICO-ARCHITETTONICA

Centri di Casoria e di Arpino Insediamenti primo impianto

scala 1:2000

ATR b2 ANALISI STORICO-URBANISTICA E STORICO-ARCHITETTONICA

Centri di Casoria, di Arpino e masserie Edifici per epoca di costruzione

scala 1:2000

ATR b3 ANALISI STORICO-URBANISTICA E STORICO-ARCHITETTONICA

Centro di Casoria Tipologie edilizie prevalenti

scala 1:2000

ATR b4 ANALISI STORICO-URBANISTICA E STORICO-ARCHITETTONICA

Centro di Casoria Stato di Conservazione degli Edifici

scala 1:2000

ATR b5 ANALISI STORICO-URBANISTICA E STORICO-ARCHITETTONICA

Centri di Casoria, di Arpino e masserie Valore Storico-Architettonico

scala 1:2000

ATR b6 ANALISI STORICO-URBANISTICA E STORICO-ARCHITETTONICA

Territorio Comunale Altezze degli Edifici

scala 1:5000

ATR b7 ANALISI STORICO-URBANISTICA E STORICO-ARCHITETTONICA

Territorio Comunale Trasformazioni recenti

scala 1:5000

ATR c1 CARTA DEGLI EDIFICI PUBBLICI, DEI SERVIZI ESISTENTI E DELLE AREE DI PROPRIETÀ COMUNALE scala 1:5000

ATR d0 RELAZIONE AGRONOMICA ATR d1 USO DEL SUOLO IN ATTO AI FINI AGRICOLI E FORESTALI

Territorio Comunale scala 1:5000

Page 223: Tav[1].Rel a00 Relazione

222

Elaborati di analisi AN AN a1 PLANIMETRIA GENERALE PER L’INQUADRAMENTO TERRITORIALE scala 1:20000 AN b1 STRALCIO DEL PIANO TERRITORIALE REGIONALE

Inquadramento del Comune di Casoria nel P.T.R. scala 1:20000

AN b2 DISCIPLINA DEL TERRITORIO E DEL PAESAGGIO DEL COMUNE DI CASORIA SECONDO IL P.T.C. DELLA PROVINCIA DI NAPOLI scala 1:5000

AN b3 ALTRI PIANI SOVRAORDINATI E STUDI URBANISTICI scala 1:10000 AN b4 PIANO REGOLATORE GENERALE VIGENTE

approvato il 24 aprile 1980 con D.P.G.R.C n.5106 scala 1:5000

AN c1 INFRASTRUTTURE STRADALI E FERROVIARIE ALLA SCALA SOVRACOMUNALE PIANO DELLE 100 STAZIONI – COMUNE DI NAPOLI scala 1:15000

AN c2 RETE INFRASTRUTTURALE ATTUALE scala 1:5000 AN d1 Vedere carta dei vincoli e dell’uso del suolo – Tavv ATR d1 e AN e1 AN e1 CARTA DEI VINCOLI scala 1:5000 AN f1 CLASSIFICAZIONE DEI TERRITORI URBANIZZATI ED INDIVIDUAZIONE DELLE AREE CON

CARATTERI AGRICOLO-AMBIENTALI scala 1:5000 AN g1 CARTA DELL’USO AGRICOLO-FORESTALE scala 1:5000 AN h1 PERIMETRAZIONE DEL CENTRO STORICO scala 1:5000 AN i1 PERIMETRAZIONE DEL CENTRO ABITATO E DEL CENTRO EDIFICATO (PREVISTA

DALL’ART. 3 DELLA L.R. 17/82) scala 1:5000

AN j1 ABUSIVISMO EDILIZIO

LOCALIZZAZIONE DELLE PRATICHE DI CONDONO Territorio comunale

Leggi nn.47/85, 724/94, 326/03 scala 1:5000

AN j2 ABUSIVISMO EDILIZIO

LOCALIZZAZIONE DELLE PRATICHE DI CONDONO Territorio comunale

Tipologia di abuso legge 47/85 scala 1:5000

AN j3 ABUSIVISMO EDILIZIO

LOCALIZZAZIONE DELLE PRATICHE DI CONDONO Territorio comunale

Tipologia di abuso legge 724/94 scala 1:5000

AN j4 ABUSIVISMO EDILIZIO

LOCALIZZAZIONE DELLE PRATICHE DI CONDONO Territorio comunale

Tipologia di abuso legge 326/03 scala 1:5000

AN j5

ABUSIVISMO EDILIZIO LOCALIZZAZIONE DELLE PRATICHE DI CONDONO

Territorio comunale Classificazione degli abusi per volumetria

Entità volumetrica degli abusi delle tipologie:1-2-3 Legge 47/85

scala 1:5000

AN j6

ABUSIVISMO EDILIZIO LOCALIZZAZIONE DELLE PRATICHE DI CONDONO

Territorio comunale Classificazione degli abusi per volumetria

Entità volumetrica degli abusi delle tipologie:1-2-3 Legge 724/94

scala 1:5000

AN j7

ABUSIVISMO EDILIZIO LOCALIZZAZIONE DELLE PRATICHE DI CONDONO

Territorio comunale Classificazione degli abusi per volumetria

Entità volumetrica degli abusi delle tipologie:1-2-3 Legge 326/03

scala 1:5000

AN j8 ABUSIVISMO EDILIZIO

Territorio comunale Zone con volumi abusivi maggiori del 20% del volume totale

scala 1:5000

AN j9 ABUSIVISMO EDILIZIO

Territorio comunale Aree di cui alla Tavola AN j8 per compatibilità con il vigente P.R.G.

scala 1:5000

AN j10 ABUSIVISMO EDILIZIO

Territorio comunale Zone con volumi abusivi maggiori del 20% del volume totale

non compatibili con il vigente P.R.G. , soggette a Piano di Recupero ai sensi della Legge 47/85 scala 1:5000

AN k1 INDICAZIONI DELLA COMMISSIONE STRAORDINARIA E LE INIZIATIVE IN CORSO scala 1:5000 AN k2 AREE INQUINATE E POTENZIALMENTE INQUINATE

Territorio comunale scala 1:5000

AN k3 AREE DISMESSE Territorio comunale scala 1:5000

AN k4 DESTINAZIONE D’USO PREVALENTE scala 1:5000

Page 224: Tav[1].Rel a00 Relazione

223

Elaborati di progetto PR PR a1 SUDDIVISIONE DEL TERRITORIO IN ZONE OMOGENEE

QUADRO D’INSIEME scala 1:5000 PR b1 SUDDIVISIONE DEL TERRITORIO IN ZONE OMOGENEE scala 1:2000 PR b2 SUDDIVISIONE DEL TERRITORIO IN ZONE OMOGENEE scala 1:2000 PR b3 SUDDIVISIONE DEL TERRITORIO IN ZONE OMOGENEE scala 1:2000 PR b4 SUDDIVISIONE DEL TERRITORIO IN ZONE OMOGENEE scala 1:2000 PR b5 SUDDIVISIONE DEL TERRITORIO IN ZONE OMOGENEE scala 1:2000 PR b6 SUDDIVISIONE DEL TERRITORIO IN ZONE OMOGENEE scala 1:2000 PR c1 INDICATORI DI ZONA scala 1:2000 PR c2 INDICATORI DI ZONA scala 1:2000 PR c3 INDICATORI DI ZONA scala 1:2000 PR c4 INDICATORI DI ZONA scala 1:2000 PR c5 INDICATORI DI ZONA scala 1:2000 PR c6 INDICATORI DI ZONA scala 1:2000 PR d1 INDIVIDUAZIONE DELLE UNITÀ DI PAESAGGIO PR e1 STANDARD URBANISTICI scala 1:5000 PR f 1 INTERVENTI SULLA RETE DELLE INFRASTRUTTURE scala 1:5000 PR g1 RAFFRONTO CARTOGRAFICO TRA LA PROPOSTA DI PUC E LE CRITICITÀ GEOLOGICHE

DEL TERRITORIO scala 1:5000

Norme tecniche di attuazione NTA

NTA a0 NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Valutazione Ambientale Strategica VAS

VAS a0 RAPPORTO AMBIENTALE

Page 225: Tav[1].Rel a00 Relazione

224

SOMMARIO

Page 226: Tav[1].Rel a00 Relazione

225

SOMMARIO:

Pag.

INDIRIZZI PROGRAMMATICI PER LA REDAZIONE DEL P.U.C. DI CASORIA 2 Riqualificazione del sistema della mobilità – I parcheggi 2 Il centro storico 2 Il recupero delle aree industriali dismesse 3 La riqualificazione dei quartieri periferici di recente edificazione 4

LINEAMENTI STORICI 5 L’ubicazione 6 Il toponimo Casoria 6 I lineamenti storici 6 La lettura dello sviluppo urbano 7 La struttura dei siti e la storia delle trasformazioni 8

I PRINCIPALI MONUMENTI, LE TIPOLOGIE EDILIZIE PREVALENTI E LE CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEGLI EDIFICI

17

I principali monumenti 18 Le tipologie edilizie prevalenti 20

La casa rurale a corte 20 Il Palazzo signorile 28 Le cortine edilizie 29

Le caratteristiche principali degli edifici 33 Valore storico-architettonico 33 Stato di conservazione 35 Sistemi costruttivi degli edifici 36

I PIANI SOVRAORDINATI 37 Il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico 38 Il Piano Territoriale Regionale 39 Il P.T.C.P. 43 Il Piano ASI 46

I PIANI DI SETTORE DI LIVELLO COMUNALE 47 I VINCOLI 51

Viabilità 52 Linee ferroviarie, tramvie, ferrovie metropolitane e funicolari terresti 53 Aereoporto 53 Cimiteri 54 Elettrodotti, cabine e sottostazioni elettriche 54 Metanodotti e gasdotti 54 Impianti di depurazione dei reflui 55 Punti di captazione acque 55 Acquedotti 55 Beni culturali 55

LE INDICAZIONI DELLA COMMISSIONE STRAORDINARIA E LE INIZIATIVE IN CORSO NEL TERRITORIO COMUNALE

56

LA CARTOGRAFIA NUMERICA 63 L’ANAGRAFE EDILIZIA 69 L’ABUSIVISMO EDILIZIO 76 SUPERFICI COPERTE, VOLUMI EDIFICATI PER USO E VOLUMI ABUSIVI 87 LE AREE POTENZIALMENTE INQUINATE E QUELLE INQUINATE 138 LE PRINCIPALI AREE DISMESSE 145 LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE 148

Premessa 149 La popolazione residente per classi di età 149 Il grado di istruzione della popolazione residente 150 Gli occupati 151

ANALISI DELL’ANDAMENTO DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE E STIMA AL 2006 158 Stima della popolazione residente al 2016 159

IL CAMBIAMENTO DEL MODELLO FAMILIARE E L’ANALISI DELL’ANDAMENTO DEL NUMERO MEDIO DI COMPONENTI PER FAMIGLIA

165

Page 227: Tav[1].Rel a00 Relazione

226

L’evoluzione del modello familiare 166 La stima del numero medio di componenti per famiglia e del numero di abitazioni al 2016 168

GLI EDIFICI, LE ABITAZIONI E LE STANZE E LA STIMA DEL FABBISOGNO DI ABITAZIONI E STANZE AL 2016

170

Il Patrimonio Abitativo 171 Gli Edifici 171 Le abitazioni per epoca di costruzione 172 Le abitazioni e gli occupanti 173 La dotazione di servizi delle abitazioni occupate da persone residenti 174 Le Stanze 175 Stima del numero di abitazioni e stanze al 2006 e del loro fabbisogno al 2016 177

IL FABBISOGNO DI STANDARD 178 Stima del fabbisogno di standard per la popolazione residente 179 Stima del fabbisogno di standard per le attività industriali, commerciali e direzionali 182

LE ATTIVITA’ ECONOMICHE 186 L’ASSETTO INFRASTRUTTURALE ED IL GOVERNO DELLA MOBILITA’ 193

La rete infrastrutturale e gli strumenti di gestione della mobilità nel Comune di Casoria 194 I contenuti del Piano Generale del Traffico Urbano 194 Considerazioni sui contenuti del PGTU 195 Interventi previsti nel P.U.C. 197 Lo scenario possibile di sviluppo dei collegamenti su ferro 198

LA ZONIZZAZIONE DI PIANO 200 La zona A 201 La zona B 201 La zona C 203 La zona D 204 La localizzazione delle aree a standard e le zone F 216 Le aree a servizio delle reti, i servizi tecnologici ed il sito di traferenza dei rifiuti 217 Verde e servizi privati 219 Le correzioni marginali 219

ELABORATI DEL P.U.C. 220