Tavola rotonda“I nuovi esclusi dal mercato del

Conferenza Regionale del Lavoro

Avanti c’è posto. Di lavoro

1Presentazione N.01/2010

“I nuovi esclusi dal mercato del lavoro”

Introduzione al tema

Giovanna Altieri

Roma, 26 gennaio 2010

Il mercato del lavoro pre-crisi: dalla disoccupazione al lavoro temporaneo

• riduzione del tasso di disoccupazione che è passato dall’11% del 1997 al 10% dell’inizio degli anni 200 0, per raggiungere il minimo degli ultimi 20 anni nel 2007 (6.1%)

• riduzione della durata della disoccupazione : negli anni ’80 superava l’anno nel 75% dei casi, nel 2007 nel 35%; la metà

2

superava l’anno nel 75% dei casi, nel 2007 nel 35%; la metà dei disoccupati con precedenti esperienze professio nali è disoccupato da non più di 6 mesi

• mercato più mobile e dinamico , nel quale tuttavia l’instabilità lavorativa è diventata “strutturale”, così come più labili i confini tra attività ed inattività e p iù ampia “la zona grigia” di chi si muove tra lavoro ed inattivi tà.

Evoluzione del tasso di disoccupazione (1997-2008)

3Fonte: elaborazione su dati ISTAT (RCFL)

Il trend strutturale

Il modello occupazionale italiano sempre più orient ato verso il lavoro temporaneodal 1993 al 2007 il peso del lavoro a termine nell’ambito del lavoro dipendente è cresciuto più del 30%

16

20

Sud (17.8%)

Centro (13.5%)

4

0

4

8

12

1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

%

Centro (13.5%)

Nord Est (12.3%)

Nord Ovest(9.9%)

Fonte:: indagine RCFL - Istat

8

9

10

11

12

%

Tasso di disoccupazione mensile (dati destagionalizzati) per generegennaio 2004 – novembre 2009 (dati provvisori)

Minimo della disoccupazione nel 2007(media anno: 6.1%)

5

4

5

6

7

2004

2005

2006

2007

2008

2009

maschi femmine totale

Fonte: ISTAT

23

25

27

29

%

Tasso di disoccupazione mensile (dati destagionalizzati)giovanile (15-24 anni)

gennaio 2004 – novembre 2009 (dati provvisori)

novembre 2009: 26.5%

6

15

17

19

21

2004

2005

2006

2007

2008

2009

%

Fonte: ISTAT

14.0

13.0 12.912.5

11.5

10.4

8.9 8.6

7.68.0

10.0

12.0

14.0

16.0

%

Tasso di disoccupazione per regioneFonte: elaborazione IRES su dati ISTAT (RCFL) - media primo semestre 2009

Italia

7

7.6

6.86.4 6.1

5.6 5.5 5.44.9 4.7

4.3

2.7

0.0

2.0

4.0

6.0

8.0

Sicilia

Pugli a

Campa

nia

Sardeg

naCala

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Lazio

Total

ePiem

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Umb riaMar

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Friu

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Giu

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Emilia

Rom

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dige

% Italia

Nel 2009: disoccupazione e lavoro temporaneo

• Cresce il tasso di disoccupazione , che nel 2007 aveva raggiunto il minimo storico (6.1%) degli ultimi 20 anni;

• Cresce la durata della disoccupazione : dei disoccupati con precedenti esperienze professionali era; nel secondo trimestre del 2009 scesa al 47% la quota di disoccupati da non più di 6 mesi, mentr e è salita al 22% la

8

la quota di disoccupati da non più di 6 mesi, mentr e è salita al 22% la quota dei disoccupati da 7 a 12 mesi (era 19% nel s econdo trimestre 2008);

• più ampia l’area di chi si muove tra lavoro ed inat tività: cresce lo scoraggiamento;

• l’instabilità lavorativa diventa sempre più “strutturale”: si perdono posti di lavoro standard e vengono sostituiti da contratti “i nstabili”.

Tra inattivi e disoccupatiInattivi (15-64 anni) per ragione della mancata ric erca di lavoro e disoccupati “ufficiali”

secondo trimestre 2009 (valori in migliaia)

Nord Centro Mezzogiorno Totale

M F Totale M F Totale M F Totale M F Totale

Per prendersi cura dei figli, di bambini e/o di altre persone non autosufficienti

4 481 485 3 224 227 5 669 674 13 1373 1387

9

Ritiene di non riuscire a trovare lavoro

66 171 236 34 113 146 325 655 980 425 938 1363

Altri motivi familiari (esclusa maternità, cura dei figli o di altre persone)

29 334 363 14 192 207 70 435 505 113 962 1075

Disoccupati "ufficiali"

306 325 632 152 196 348 478 383 861 937 904 1841

Fonte: ???????

26.4 26.0 25.624.7

22.6

20.7 20.519.7

18.617.7

16.2 15.9 15.8 15.2 15.0 14.4 14.313.6 13.415.0

20.0

25.0

30.0

%

Tasso di criticità* per regioneFonte: elaborazione IRES su dati ISTAT (RCFL) - media primo semestre 2009

Italia

Occupati temporanei + disoccupati (area critica): 4 milioni e 434 mila in Italia, 51% donne456 mila nel Lazio, 54% donne

10

13.6 13.4

0.0

5.0

10.0

15.0

Sicil ia

Puglia

Calabri a

Sardeg

naCam

pani

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Basilic

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Italia

Mar

che

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Tosc

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eto

Emilia

Romag

na

Lomb

ardia

%

*(occupati temporanei + disoccupati) / forze lavoro

Corsi e ricorsi…da “disoccupati anni ’90” a “precari degli anni 2000”….. a disoccupati

• Nel nuovo contesto di crisi occupazionale la perdita e la mancanza del lavoro riguarda un bacino di persone più ampio ris petto al più recente passato, con tempi di permanenza dilatati e fenomeni di scoraggiamento ed espulsione dal mercato.

• Il peggioramento sul versante occupazionale sta ulte riormente marginalizzando giovani e giovani adulti senza protezio ne, donne in diverse fasce di età, sempre più esposti al rischio di scivolare nel

11

diverse fasce di età, sempre più esposti al rischio di scivolare nel sommerso:

• Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) ha raggiunto il 26.3%;• la quota di giovani occupati è sotto la media OCSE di circa 20 punti

percentuali,• la proporzione di giovani NEET (Neither in Education , nor in

Employment or Training) è tra le più elevate del mo ndo occidentale.

La flessibilità necessaria

Cosa ha prodotto

• Globalizzazione e pressione competitiva• Terziarizzazione: cambiamento tecnologico e nuove forme di

organizzazione del lavoro• Nuovi stili di vita e modelli di partecipazione al l avoro

12

Cosa ha prodotto

• Segmentazione del mercato, iniquità, precarietà soci ale• Permangono squilibri territoriali e di genere• Non favorisce l’innovazione nei sistemi d’impresa

Il modello italiano di flessibilità

• Concentrazione tra donne e giovani “Genere e genera zioni: nuove disuguaglianze sociali”

• Scarsa tutela contrattuale e di welfare• Intrappolamento: il furto del futuro; progettualità limitata;

spreco capitale umano

13

spreco capitale umano

14.7 15.1

22.223.2

15

20

25

Tasso di criticità*Fonte: elaborazione IRES su dati ISTAT (RCFL) - media primo semestre 2009

41.6

48.1

30

40

50

17.9

20.0

17.518.518.1

17.0

15

20

per sesso per classi di età per titolo di studio

14

0

5

10

Italia Lazio

%

Maschi Femmine

*(occupati temporanei + disoccupati) / forze lavoro

15.6 16.1

9.5 9.4

0

10

20

30

Italia Lazio

%

15-29 30-44 45 e +

0

5

10

Italia Lazio

%

Fino a licenza mediaDiploma di scuola sup.Titolo universitario

43.1 46.3

60%

80%

100%

Composizione dell’area criticaFonte: elaborazione IRES su dati ISTAT (RCFL) - media primo semestre 2009

39.8 38.9

20 19.7

60%

80%

100%

per posizione per classi di età per titolo di studio

44.8

16.9 20.1

60%

80%

100%

15

47.939.9

9.013.8

0%

20%

40%

60%

Italia LazioDisoccupatiCollaboratori (a qualunque titolo)Dipendenti a termine

40.2 41.4

39.8 38.9

0%

20%

40%

60%

Italia Lazio

15-29 30-44 45 e +

38.329.3

44.8

50.5

0%

20%

40%

60%

Italia LazioTitolo universitarioDiploma di scuola sup.Fino a licenza media

Soggettività e nuove disuguaglianze

• crescente importanza della capacità di attivazione d ell’individuo: nuove disuguaglianze fra chi ha le risorse e le capa cità di agire e chi è più vulnerabile

• aspetti più negativi (in termini di qualità del lav oro) trasversali ai livelli di istruzione e alle collocazioni professiona li. I deficit di tutela e di protezione sociale, le situazioni di disagio eco nomico e sociale non riguardano più solamente gli strati periferici della forza-lavoro e della società, ma interessano anche profili più e levati, e con

16

e della società, ma interessano anche profili più e levati, e con elevati livelli di scolarità:

• Ad un anno dalla laurea avevano un lavoro stabile i l 45,7% dei laureati del 2000 e solo il 39% di quelli del 2006; nel 2006, ad un anno dalla laurea il guadagno mensile netto di un l aureato superava di appena 25 euro quello del 2001 e negli anni precedenti aveva addirittura segnato una flessione; in dieci a nni il contributo dei giovani all’interno dei ruoli direttivi passa t ra il 1997 ed il 2007 dal 9,7% al 6,9%”;nel 1995 erano impiegati come prof essionisti il 65% dei laureati, dieci anni dopo solo il 53%.

Retribuzione mensile netta dei dipendenti under 35(II trimestre 2009)

7%

21%

10% 15%10%4%

Contratti a tempo indeterminato Contratti a tempo determinato

17

35%

27%fino a 500 euro da 501 a 1000 da 1001 a 1200da 1201 a 1500 più di 1500 euro

52%

19%

Fonte:: indagine RCFL - Istat

Retribuzione mensile netta dei dipendenti a tempo determinato (II trimestre 2009)

9%

14%

7%21%

16%

9%3%

Maschi Femmine

18

47%23%

fino a 500 euro da 501 a 1000 da 1001 a 1200da 1201 a 1500 più di 1500 euro

51%

16%

Fonte:: indagine RCFL - Istat

Qualità del lavoro: fattore che deprime la partecipazione femminile

Un numero crescente di persone deve affrontare condizioni di instabilità occupazionale che si protraggono nel tempo, attraversando fasi di sottoccupazione e disoccupazione.

Tra le donne la precarietà è più diffusa e assume caratteri peculiari:1. le donne con occupazioni instabili sono relativamen te più adulte;

MA

19

1. le donne con occupazioni instabili sono relativamen te più adulte; 2. impieghi marginali, contratti di breve durata, im pegni orari limitati e

imposti [Il tempo parziale è volontario solo per il 32% di lavoratrici instabili; nelle occupazioni a tempo indeterminato il part-time è volontario per il 57%

3. minori opportunità di transizione verso occupazio ni stabili (intrappolamento)

RISULTATOquasi il 10% delle occupate instabili di età 15-54 anni lascia l’anno

successivo il mercato del lavoro, principalmente pe r dedicarsi alla cura della casa e/o della famiglia

Lavoro flessibile e strategie di conciliazione

le lavoratrici lo utilizzano come strategia di conciliazione, soprattutto se più adulte e con figli

MAavere un contratto a termine rende più difficile progettare la maternità: ben il 65,2% delle lavoratrici interinali tra i 30 e i 39 anni non ha figli (rispetto al 78,6% degli uomini) (IRES,

20

2008).

Il dilemma delle collaboratrici più istruite e più giovani (potenzialmente interessate alla carriera professio nale): continuare a svolgere il proprio lavoro rinunciando alla famiglia e differendo la nascita dei figli o affrontare i rischi di allontan amento dal lavoro?•alla soglia dei 40 anni solo il 40% ha figli (IRES, 2007);•tra i 25-34 anni è madre il 19% tra le collaboratri ci (il 31% tra le altre occupate)(Istat, 2007).

?

La segmentazione di genere…… limite alla modernizzazione della società

� L’atipicità-flessibilità del contratto non garantis ce la conciliazione, rende marginale il lavoro femminile e deprime il tasso di occupazione e di natalità nazionale.

� Non rappresenta un superamento del modello del breadwinner

21

� Non rappresenta un superamento del modello del breadwinnerpoiché produce nuove forme di segregazione e disugu aglianze

� Le differenze di genere nelle opportunità di lavoro e di guadagno rafforzano la tradizionale divisione del l avoro nella famiglia

� Marginalità e discontinuità, insieme al basso reddi to, spingono molte donne fuori dal mercato del lavoro

I rischi e la sostenibilità sociale

� discontinuità del lavoro� poche garanzie contrattuali� redditi attuali bassi� futuri redditi pensionistici bassi

22

Il problema:

la sequenza ininterrotta di lavori atipici e temporanei, che produce

precarietà, intrappolamento, disuguaglianza, esclusione

Le difficoltà economiche e la mancanza di tutele fin iscono per bloccare la progettualità a medio e lungo termine e per abbassa re le “aspirazioni professionali” - effetto “sfiancamento” (il posto come obiettivo)

Dai nuovi esclusi ai nuovi rischi …Assunzioni previste dalle imprese per tipo di contr atto Anni 2001-2009

Totale Totale Totale Totale

assunzioniassunzioniassunzioniassunzioni

Tempo Tempo Tempo Tempo

indeterminatoindeterminatoindeterminatoindeterminato

Tempo Tempo Tempo Tempo

determinatodeterminatodeterminatodeterminato ApprendiApprendiApprendiApprendi----statostatostatostato Altri contrattiAltri contrattiAltri contrattiAltri contratti

2001200120012001 713.560 60,060,060,060,0 30,830,830,830,8 7,5 1,7

2002200220022002 685.890 58,0 33,0 7,4 1,6

I

23

2002200220022002 685.890 58,0 33,0 7,4 1,6

2003200320032003 672.470 56,5 32,8 9,3 1,4

2004200420042004 673.760 58,4 29,2 8,1 4,3

2005200520052005 647.740 50,0 37,8 9,1 3,1

2006200620062006 695.770 46,3 41,1 9,6 3,0

2007200720072007 839.460 45,4 42,6 9,6 2,4

2008200820082008 827.893 47,447,447,447,4 42,642,642,642,6 8,0 2,0

2009200920092009 523.620 48,1 40,6 9,0 2,3

Fonte:Unioncamere – Ministero del lavoro, Sistema Informativo Excelsior

Dai nuovi esclusi ai nuovi rischi … Assunzioni per tipologia contrattuale in alcune reg ioni. Confronto I semestre 2008 e I semestre 2009

T.Indeterm. T.Determin.Contratto

somministraz.Contr.progetto/

co.co.co. Altro

I sem08

I sem.09

I sem.08

I sem.09

I sem.08

I sem.09

I sem.08

I sem.09

I sem.08

I sem.09

II

24

Piemonte 17,7 16,1 47,1 49,0 20,5 14,6 6,1 7,6 8,6 12,7

Marche 16,5 13,2 58,5 53,1 6,9 9,4 4,2 5,3 13,9 19,0

Toscana 16,8 13,7 52,7 55,4 7,9 6,8 6,7 7,4 15,9 16,7

Lazio 26,2 22,4 53,2 59,5 n.d. n.d. 13,8 10,4 6,8 3,9

Veneto 32,7 26,6 36,5 39,6 20,9 23,8 n.d. n.d. 9,9 10,0

Dai nuovi esclusi ai nuovi rischi… Retribuzione media mensile netta dei dipendenti(II trimestre 2009)

1300

1500

1700

1500

1700

Contratti a tempo determinato Contratti a tempo indeterminato

III

25

500

700

900

1100

1300

Maschi Femmine

euro

15-34 35 e + Centro-Nord Mezzogiorno

500

700

900

1100

1300

Maschi Femmine

euro

Fonte: indagine RCFL - Istat

Per una discussione sugli orientamenti di policy

1. Conoscenza e politiche attive del lavoro e di flexicurity :

dimensione informativa

2. Dalla segmentazione alla riunificazione: norme, contratti,

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welfare

3. La flexicurity basta?

Dimensione informativa: ridefinire indicatori e concetti, approcci

Indicatori di criticità : dal tasso di disoccupazione alla qualità dell’occupazione

Concetto di lavoro: “pieno impiego” in regime di sottoccupazione

27

Concetto di lavoro: “pieno impiego” in regime di sottoccupazione

Nuovi approcci : transizioni da un lavoro all’altro, da un’impresa all’altra, da un settore all’altro (pubblico/privato, manifatturiero/terziario, ecc.), da una condizione professionale all’altra (occupato, non occupato, “on welfare”, ecc.), da una condizione contrattuale all’altra ( da standard a non standard, da tempo pieno a tempo parziale, ecc).

Le fonti disponibili a confronto

• Fonti statistiche campionarie/fonti amministrative:

metodologie e finalità di rilevazione diverse;

• Cosa misurano: stimano la dimensione media di un

aggregato in continuo divenire (indagini campionarie);

registrano il totale di soggetti rilevati in un anno (fonti

28

registrano il totale di soggetti rilevati in un anno (fonti

amministrative

• Definizione del fenomeno: ristretta o estesa (part-timers

involontari a tempo indeterminato / dipendenti a termine

volontari?)

• Integrazione

Quali orientamenti per nuove politiche del lavoro

• Aspetto normativo: semplificazione e razionalizzazione n ormativa contro la “frammentazione” dei diritti del lavoro

• Modello europeo della flexicurity: combinazione integrata di flessibilità del lavoro, sicurezza del reddito e sost egno all’occupabilità nel mercato del lavoro:

Nuove tutele per il nuovo mercato del lavoro:

29

Nuove tutele per il nuovo mercato del lavoro:

• Diritto alla formazione continua

• Verso un sistema di ammortizzatori sociali più univer salistico e adeguato a modelli occupazionali discontinua

Contribuzione: riunificazione del sistema

Criteri di elezione più inclusivi per estendere la p latea

• Coperture pensionistiche

La flexicurity basta?

• assicurareassicurareassicurareassicurare una tutelatutelatutelatutela nel mercatonel mercatonel mercatonel mercato oltre che (e non invece

che..) nel rapporto di lavoronel rapporto di lavoronel rapporto di lavoronel rapporto di lavoro?

• IncentivareIncentivareIncentivareIncentivare forme di lavoro stabili come fattore propulsivo

di efficienza e di innovazione per le imprese?

• Promozione della flessibilità funzionale nei mercati interni:

30

• Promozione della flessibilità funzionale nei mercati interni: veicolo di valorizzazione del lavorovalorizzazione del lavorovalorizzazione del lavorovalorizzazione del lavoro?

• Politiche nazionali- regionali/locali ….dalle dalle dalle dalle “ categoriecategoriecategoriecategorie” alle alle alle alle

personepersonepersonepersone