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TB Magazine Luglio 2009

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Tutto Brindisi - Anno 14 numero 10

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Sommario

EDITORIALENon restate a guardare!

BRINDISINI DEL MESEPasquale Luperti, Christian Cagnazzo, Marta Lioce, Matteo De Gennaro.

LE DITA NEL NASODi Dario Bresolin.“Ecco perché avrei preferito Salvatore Brigante”.

BUONE NOTIZIEMiracolo Facebook: l’incredibile storia di Alessandro Palma.

IDEEProposta n. 8:Tombini d’autore

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ZONA BRANCADi Barbara Branca. “Una via d’uscita da un tunnel senza fine”.

ECONOMIAAerospaziale: dal distretto al metadistretto.

CITTÁUn concerto speciale all’Associazione persone down.

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PERSONEBrindisini straordinari/2.

ECONOMIA&CULTURAL’Ulivo che commuove.

VAMPIRI DI MATTINADi Stefano La Monica.

SPAM 0831La satira di TB.

Turista per casadi Mario Lioce.

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QUESTO MESE SUL SITO DI TB www.tbmagazine.it

pagina 10Perché ha vinto di nuovoMennittiLa scelta di andare avanti da solo. La paura dell’elettorato per il “fattore A”. E poi l’effetto Ferrarese, e il futuro che ci attende.Nella foto accanto, la più bella immagine di questa campagna elettorale: Mennitti e signora che brindano alla rielezione del sindaco. Un gesto da gran signori.

CREDO nel valore supremo dell’individuo e nel suo diritto alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità.

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SEZIONE VIDEOUna sezione tutta nuova, dove potrete vedere il cortometraggio L’Ulivo,

ma anche scaricare i vostri video. Di ogni genere.

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SONDAGGI1) Mennitti: sarà vera svolta?

2) Laboratorio politico: favorevoli o contrari?

BRINDISINI STRAORDINARISegnalateci i nomi di quanti secondo voi sono brindisini straordinari:

daremo loro spazio sui prossimi numeri del magazine

QUESTO MESE A PIÈ DI PAGINA SUL MAGAZINE

Il Credo di John D. Rockfeller, 1941

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WWW.TBMAGAZINE.IT TB 5CREDO nel valore supremo dell’individuo e nel suo diritto alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità.

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WWW.TBMAGAZINE.IT TB 7CREDO che ogni diritto comporti una responsabilità; ogni opportunità un obbligo; ogni possesso un dovere.

Non restate a guardare

Ed ora non ci sono più alibi: fuori i fattiMesse alle spalle le elezioni, dal sindaco ci si aspetta il cambiamento, quello vero. E intanto anche il nostro giornale cambia e si arricchisce...

La copertina di questo mese non poteva che essere dedicata al “nuovo” sindaco. E se abbiamo

imitato un magazine prestigiosissimo come il Time, e la sua storica copertina con Barack Obama, non è certo perché Mennitti rappresenti una novità, anzi. Il sindaco riconfermato fa parte di quella gerontocrazia italiana che non molla le posizioni di rilievo (lui ha annunciato che lo farà, tra cinque anni). Detto questo, però, anche Mennitti si è reso conto che questa città ha bisogno di un ulteriore cambiamento. Negli assessori e nei fatti. Se per i primi cinque anni è riuscito a fare ben poco, come tutta la città gli rinfacciava, e come egli stesso ha riconosciuto, è stato proprio perché ha avuto un esecutivo non all’altezza, si è ritrovato a dover combattere (in alcuni casi accontentare) gli appetiti dei consiglieri ballerini, e perché ha dovuto scontare la sua inesperienza da amministratore. Oggi che questi pro-blemi sembrano superati, da Mennitti ci aspettiamo che mantenga le promesse, a cominciare da quella Città d’Acqua che finora è rimasta solo sulla carta. È tempo di una svolta: vera, epocale, di conte-nuti. E molto ci attendiamo anche da Massimo Ferrarese, il cui successo elet-

torale è personale e indiscutibile. Delle elezioni parliamo in maniera più appro-fondita (e seriamente) nelle pagine che seguono e nei commenti di Dario Bre-solin (a pag. 16) e Mario Lioce (pag. 46), in maniera ironica negli articoli di Spam 0831 (alle pagine 40 e 41).

Se non ci fossero state le elezioni, questo mese avremmo messo in copertina il volto di Alessandro

Palma, la cui storia (raccontata da Iole La Rosa) potrete leggere a pagina 16. Una vicenda dolorosa e piena di spe-ranza allo stesso tempo. Che dimostra come si possa continuare a vedere la luce anche nelle situazioni più buie, e quanto la tecnologia (in questo caso internet e facebook) possano aiutare a superare traumi e problemi che sem-

brano insormontabili.Alle pagine 28 e 29, invece, vi proponiamo la seconda parte del nostro argomento di coper-tina del mese scorso,“Brindisini Straordinari”, proponendovi altre storie di gente comune che quotidianamente fa qual-cosa di straordinario in e per questa città. Storie e volti di cui vorremmo continuare a parlare

ogni mese.Tra le cose molto interessanti di questo numero, la presentazione del cortome-traggio “L’Ulivo”, un film di 12 minuti, davvero emozionante ed intenso, che potrete vedere sul nostro sito internet (www.tbmagazine.it): a pagina 33 vi parliamo di questa iniziativa lodevole voluta dal gruppo Brin-Mar, azienda che investe parte dei propri utili in “cultura della tutela dell’ambiente”.Vi segnalo infine l’ingresso di una new entry sul nostro magazine: da questo mese Stefano La Monica farà parte del gruppo dei “complici di Tb”, lo trovate a pagina 35. Il suo libro “Non adesso” (da noi recensito il mese scorso) ci è piaciuto tanto e così pure il suo modo di scrivere. Spero che piaccia anche a voi. Anzi, ne sono certo.

EDITORIALE

di Fabio Mollica

TuttoBrindisiNumero 10 - Luglio 2009

Autorizzazione Tribunale di Brindisi: n. 4 del 13/10/1995

Distribuzione gratuita nei principali luoghi di lavoro

e di ritrovo dall’1 di ogni mese

Direttore Responsabile: FABIO MOLLICA

Grafica: SALVATORE ANTONACI

Webmaster: ANTONIO TEDESCO

Stampa: Tipografia MARTANO Lecce

Redazione/PubblicitàProlungamento Viale Arno, sn

72100 BrindisiTel/Fax 0831 550246

[email protected]@tbmagazine.it

Hanno scritto su questo numero: Dario Bresolin

Barbara BrancaIole La Rosa

Francesca AlparoneMario Lioce

Guido GiampietroEmilio Graziuso

Stefano La Monica

Cercateci anche su Facebook. Sono presenti:

FABIO MOLLICADARIO BRESOLIN

MARIO LIOCE GIOVANNI ANTELMI

IOLE LA ROSAGRUPPO AMICI DI TB

GRUPPO FAN DI DARIO BRESOLINSTEFANIA FONTANA

FRANCESCA ALPARONE

www.tbmagazine.it

Su Facebook

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Il figlio di Rosa D’Alò, in forza all’Enel Basket, va a a Sanremo per il torneo di basket Jamboree, in rappresentanza della Provincia di Brindisi

MATTEO DE GENNARO

Brindisini del Mese

È il baby-personaggio del momento, campione provinciale con i suoi compagni nel campionato Esordienti, si è messo in luce anche nel torneo delle province “Niccolò Per Sempre” disputatosi domenica 14 giugno a Lecce, dove è stato selezionato per rappresentare la provincia di Brindisi al Jamboree di Sanremo, campionato nazionale per rappresentative regionali categoria esordienti. Nato nel 1997, figlio d’arte da parte di mamma Rosa D’Alò, Matteo è allenato da Michele Lotito che ne ha migliorato in questi ultimi anni i fondamentali di base che hanno poi permesso l’apprendimento di più evolute tecniche di gioco. Oggi impressiona oltrechè per la sua pre-stanza fisica anche e soprattutto per la sua capacità nel trattamento di palla e nell’uso di entrambe le mani nel tiro a canestro. A Matteo va naturalmente un grosso in bocca al lupo per il torneo e per le future avventure con i suoi compagni di squadra. Il Jamboree, in programma dal 5 all’11 luglio, è una manifestazione di grande risalto e visibilità del Settore Minibasket. L’evento viene inoltre realizzato come occasione di promozione del Minibasket, senza forme di esasperazione agonistica, facendo risaltare l’occasione di incontro e confronto tra i bambini e le bambine, valorizzando la componente femmi-nile, in un clima di adeguata e formativa competizione. Alla manifestazione parteciperanno 12 squadre; ogni squadra sarà composta da 4 maschi, 4 femmine e da un Istruttore Nazionale Minibasket, regolarmente tesserato, designato dal Comitato Regionale di competenza.

PERSONE

Di Pietro non lo ha voluto: «Mi attaccherebbero». Ma lui è stato eletto consigliere. Nei Popolari

PASQUALE LUPERTI

Aveva già stampato e affisso i primi manifesti, ma l’altolà gli è giunto proprio dall’ex magistrato, nella cui lista si voleva candidare: «Se metto Luperti in lista, domani “Il Giornale” e “Libero” mi massacrano», ha spiegato Antonio Di Pietro ai suoi rappresentanti in terra di Brindisi. E così Lino Luperti, incen-surato, titolare di un rinomato bar in centro, esponente di una famiglia che in passato è stata coinvolta in storie di contrabbando e criminalità locale, ha dovuto farsi da parte, con grande rammarico per il suo amico fraterno Antonio Giunta, candidato sindaco dell’Idv, che inutilmente aveva tentato di convincere Di Pietro, garantendo sull’assoluta moralità di Luperti.Dopo un paio di giorni di scombussolamento, Luperti ha deciso: si è candi-dato con i Popolari, sempre nel centrosinistra. Risultato: 420 voti. Un exploit che lo ha portato dritto dritto in Consiglio comunale.

La giovane brindisina è arrivata alla finale nazionale degli 80 metri ostacoli

MARTA LIOCE

A fine maggio si sono tenute a Rieti le finali nazionali dei Giochi Sportivi Studenteschi di atletica leggera riservati agli alunni delle scuole secondarie di primo grado. L’unica atleta che ha rappresentato la città di Brindisi è stata Marta Lioce che nella disciplina degli 80 metri ostacoli, dopo aver vinto la fase provinciale e quella regionale, è approdata alla finale nazionale che ha visto la partecipazione delle più forti atlete italiane. Ottima studentessa e atleta, Marta è tra quei pochi giovani brindisini che dedicano ancora tempo e fatica ad uno sport bellissimo come l’atletica leggera. C’è però da chiedersi quali siano le ragioni per cui a Brindisi l’atletica sia stata abbandonata a se stessa. Eppure abbiamo un bellissimo campo scuola che farebbe la gioia di tante città. Arrabbiati e sconsolati, ci limitiamo a fare i nostri complimenti a Marta.

CREDO che il governo sia al servizio della gente e non il padrone della gente.

Per il secondo anno consecutivo è Campione italiano di Taekwondo

CHRISTIAN CAGNAZZO

L’atleta Christian Cagnazzo si è laureato per il secondo anno consecutivo Campione italiano. Quella del 6 giugno scorso è stata una giornata impor-tante per gli appassionati del Taekwondo Italiano: si è svolto a Latina presso l’impianto Coni/Campo di Atletica, il Campionato Nazionale Fita denominato “Torneo Kim e Liù” riservato agli atleti della categoria cadetti B (anni 10, 11, 12, tutte le cinture ). A garantire la presenza del Taekwondo brindisino a questa importante manifestazione c’era il team di piccoli atleti del maestro Cosimo Spinelli che, anche questa volta, ha mantenuto alti i colori della nostra città, realizzando un nuovo importante risultato sportivo.Infatti sono stati ben cinque gli atleti della Asd “Pennetta Rosa” a conqui-stare un’ambita medaglia: Christian Cagnazzo (medaglia d’oro, categoria nere 59 Kg), Domenico Corciulo (medaglia di bronzo, categoria bianche/gialle, -50 Kg), Antonio Lotito (medaglia di bronzo, categoria rosse/nere, -42 Kg), Teodoro Ravone ( medaglia di bronzo, categoria verdi/blu, -42 Kg) e Attilio Ventola (medaglia di bronzo, categoria rosse/nere, -42 Kg). Della stessa società hanno pure partecipato, fermandosi ai quarti di finale, Leo-nardo Guadalupi, Matteo Fracchiolla, Daniele Vergallo, dando ugualmente mostra della propria passione e perizia nell’arte marziale coreana.

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WWW.TBMAGAZINE.IT TB 9CREDO nella dignità del lavoro, sia con le mani che con la mente.

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“Mi sono apparentatocon la città”

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PERCHÈ HA VINTO ANCORA LUI

COVER STORY

Ha giocato d’astuzia, sfruttando le debolezze dell’av-versario. Così ha convinto la maggioranza dei (pochi) votanti del ballottaggio. E perfino molti tra quelli che fino a qualche giorno prima lo criticavano per “non aver fatto nulla in cinque anni”. Ma ora, il nuovo-vecchio sindaco, promette un cambiamento. Ce da credergli?

di Fabio Mollica Anche se (finora) non ha dimostrato di essere un grande amministratore, ma può ancora diventarlo, Mennitti è da sempre riconosciuto

da tutti come un grande politico. Il centrosinistra però se ne era dimenticato. Ed è invece proprio grazie a questo suo punto di forza che il sindaco uscente ha fregato tutti gli oppositori. O meglio, l’unico oppositore che poteva batterlo, quel Salvatore Brigante che, pur non essendo un uomo forte del PD, godeva della stima e del seguito popolare sufficienti per essere eletto primo cittadino, dopo aver vinto le primarie del partito. Del resto l’indice di gradimento di Mennitti alla vigilia delle elezioni era molto, molto basso, perfino tra i

Il fattore A (Antonino) ha fatto la sua parte

contro il candidato del PD, Brigante

candidati del Pdl, che speravano in una sua rinuncia senza però poterlo dire in pubblico. Ad aprile solo un miracolo sembrava poter salvare Mennitti. Il miracolo glielo hanno offerto su di un piatto d’argento, come spesso accade, proprio gli avversari di centrosinistra, che evidentemente non riescono a liberarsi dalla sindrome di Tafazzi. Visto cosa si stava andando a creare sulla sponda opposta, e dopo l’esperienza di cinque anni trascorsi a dover accontentare ora questo ora quel consigliere

comunale ribelle, pronto a far mancare la maggio-ranza se non veniva accontentato nelle sue richieste, Mennitti non ha voluto apparentamenti, escludendo di affiancarsi a liste e personaggi che poi gli avrebbero chiesto il conto. Dall’altra parte invece non potevano fare altro che raccogliere tutto e tutti, salvo Raffaele De Maria (che alla fine ha scelto di starsene fuori dalla mi-schia) e Nicola Di Donna (perché in effetti a tutto c’è un limite, e passi per Massimo Ferrarese e la Poli Bortone, ma apparentarsi con “La Destra” sarebbe stato davvero troppo). E così al centrodestra è bastato puntare l’indice su certi nomi discutibili voluti o rimessi in carreggiata dal centrosinistra (dimenticandone altri presenti sulla pro-pria sponda, indagati o condannati per reati pesanti) e denunciare la presenza, vera o presunta, di Giovanni Antonino come ombra e stratega di Brigante. È stato soprattutto il “fatttore A” a fregare Brigante. Se è vero che una buona fetta di cittadini continuava a ripetere “almeno Antonino ha fatto qualcosa”, un’altra fetta di città, sicuramente più numerosa e influente, pur essendo scontenta dai cinque anni di amministrazione Mennitti non avrebbe mai consentito il ritorno ai tre anni pre-Mennitti, quelli della deriva del centrosinistra dominato da Antonino.Brigante è una persona stimata e non è stato minima-mente sfiorato dalle varie inchieste che affondarono la giunta Antonino, ma solo per averne fatto parte, è stato visto come “il vecchio che tornava a galla”, e dunque sono stati tanti gli elettori di centrosinistra che

CREDO che nessuno abbia il diritto di essere mantenuto ma che tutti abbiano il diritto a un’opportunità per mantenersi

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12 TB LUGLIO 2009 CREDO che la verità e la giustizia siano fondamentali per un ordine sociale duraturo.

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WWW.TBMAGAZINE.IT TB 13CREDO nella sacralità di una promessa, che la parola di un uomo dovrebbe essere solvibile come la sua cambiale...

hanno disertato le urne o addirittura hanno votato per Mennitti.Il PD avrà modo e tempo per discutere di quanto accaduto, soffermandosi soprattutto su un dato, rilevato da entrambi gli schieramenti: a Brigante sono mancati i voti che si attendeva da quartieri periferici e popolari come Sant’Elia, Perrino e Paradiso, quelli in cui l’azione dell’amministrazione comunale negli ultimi anni sarebbe stata latitante (in alcune di queste zone è stata sicuramente carente). Il PD avrà cinque anni per affrontare l’argomento, e capire che nel 2014 dovrà presentarsi ai brindisini con un candidato che incarni la voglia di cambiamento, non necessa-

onnipresente; è saltato in men che non si dica dalle simpatie per Forza Italia alla candidatura con l’Udc, e a volte pensa di essere il nostro “Unto del Signore”, tanto da usarne quella odiosissima e ormai usurata frase “sono sceso in campo”), è comunque stato recepito per quello che era: l’unica novità degna di nota, di fronte ad un centrodestra che riproponeva un altro dinosauro della politica locale. Sia chiaro: alla Provincia non ha vinto il cosiddetto laboratorio politico, che mette insieme fave e foglie e sembra più un papocchio ingovernabile che un labora-torio. Ha vinto Ferrarese. E se quest’ultimo fosse stato

quindi anche Vitali) sanno che non è dal titolo di studio che si valuta la qualità di una persona.Tornando a Mennitti, le sue dichiarazioni dopo il voto rendono l’immagine di un uomo e un sindaco diverso: consapevole che ora dovrà mostrare i fatti. E questa volta non avrà scusanti di sorta: la maggioranza in Consiglio dovrebbe essere compatta, senza consiglieri perennemente sul mercato; e anche per la composizio-ne della giunta non ci dovrebbero essere veti personali e si potrà guardare alla qualità e alla competenza delle persone. Ce lo auguriamo. E attendiamo i progetti della Città d’Acqua e quelli dell’Area Vasta: non più solo Teatro Verdi e Palazzo Nervegna. Lo stesso sindaco lo ha dichiarato: «Ingloberemo le periferie nel centro». Ed ha aggiunto: «Prima della formazione della giunta ascolterò anche le opposizioni». Come premessa non c’è male. Speriamo che non rimangano solo parole. Perché se Mennitti e i suoi sapranno davvero dare questo segnale di svolta, alle prossime elezioni il suc-cessore in pectore Mauro D’Attis (il più votato del PDL e probabile vicesindaco) potrà stravincere, non vincere.Ma qui stiamo andando un po’ troppo avanti.

COVER STORY

La vittoria di Ferrarese è dovuta al personaggio,

piuttosto che al laboratorio-papocchio

riamente giovane ma “nuovo”, magari donna, che abbia una sua autorevolezza ed un certo appeal nei confronti dell’elettorato. Che possa essere condiviso dalle 2-300 anime del centrosinistra. I casi di Matteo Renzi a Firenze e della Serracchiani in Friuli sono casi esemplari. Ma anche l’esperienza fatta alla Provincia con Ferrarese sta a testimoniare che, se il candidato è forte, credibile, e non è un uomo di apparato, la vittoria è cosa quasi fatta. Ferrarese, con tutti i difetti che potrà avere (è antipatico a molti; è sicuramente fin troppo

il candidato del centrodestra (come sembrava dover essere) avrebbe vinto ugualmente. Purtroppo per il PDL l’onorevole Luigi Vitali ha sottovalutato il personaggio, che pure conosceva bene, e “per questioni personali” non meglio specificate ne ha contrastato la candidatu-ra. Per fortuna il parlamentare ha smesso di chiamare Ferrarese “ragioniere”, un’offesa becera, indegna pure delle pagine di satira del nostro giornale. Un’offesa che sicuramente avrà portato voti all’ex presidente di Confindustria, perché tutte le persone intelligenti (e

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Le dita nel naso di Dario Bresolin

Benritrovati. Vi spiego perché avrei preferito Brigante sindacoAscolta tutti. Parla con tutti. Ama stare tra la gente. E aveva un progetto serio

Bentrovati. Sì, per due numeri sono sparito ma rieccomi. L’in-

carico di “responsabile della comunicazione” del candi-dato sindaco Brigante non lo prevedeva, ma sono stato io ad impormi il silenzio, qui come su Facebook, per poter vivere i tempi di una lunga campagna elettorale nel rispetto delle regole, soprat-tutto quelle della correttezza e del buon senso.Ho trascorso quasi due mesi accanto a Salvatore e ho avuto modo di conoscerlo nei suoi diversi ruoli di marito, padre, nonno ed anche medico. Il clima di profondo rispetto tra le persone ha fatto sì che nascesse una bella amicizia, con lui e con alcune persone con cui mi sono trovato a lavorare insieme e che si sono dedicate al suo progetto con un impegno senza limiti.Posso dirvi che non è stato facile ma è stato certamente entusiasmante. Non sono nuovo ad esperienze da cui bisogna partire da zero e rag-giungere un risultato forte. Mi era capitato più di trent’anni fa con un editore radiofonico, Icilio Capriolo. Poi fu la volta di un grande uomo e maestro come Tullio Patti nel settore marittimo. Poi ancora con il mio amico ed editore Lionello Maci per il mio libro. Con Salvatore Brigante ho vissuto due mesi di continua atten-

zione ai problemi della gente. Erano anni, molti anni che nessuno si preoccupava più di ascoltare le voci, di parlare con la gente. Per lui non è stata una strategia elettorale. No, lui è proprio così. Ho visto che Salvatore ama stare in mezzo alla gente. Credo che la sua scelta di essere medico nasca proprio da questa sua esigenza di stare in mezzo agli altri, chiunque siano, ed essere d’aiuto. Ho conosciuto anche io tante persone che non conoscevo, sono stato anche io in luoghi della città dove mai ero andato prima. Ho vissuto dal di dentro una campagna elettorale di un sindaco e devo dirvi che, nonostante stanchi parec-chio, è un’esperienza che auguro a molti.Quante volte avevo scritto della città, della “città vera”, e con questo termine ho

forse esagerando, alla “notte dei cristalli”, come la notte tra il 9 e il 10 novembre del 1938 in cui i nazisti entrarono in tutte le case degli ebrei per deportarli.

Ma ormai questa “battaglia” è finita ed

i brindisini, quelli che hanno voluto votare, hanno scelto la continuità. Mi auguro che queste persone si sentano rappresentate. Anche io sono cresciuto in una famiglia di gente che ha sempre lavorato. Vedere affidare le sorti di una comunità a questi soggetti mi lascia un po’ perplesso ma non mi occuperò più di loro. Non voglio nemmeno più sapere cosa combineranno. C’è gente molto più impor-tante a cui dare ascolto e voce: la “città vera”. Ci vorrà tempo, ma un “tempo nuovo” per la nostra città ci sarà. E bisogna lavorare da adesso. Non servono laboratori poli-tici, o partiti dalla doppia faccia. Non servono “politici”. Abbiamo solo necessità di guardarci in faccia, conoscerci meglio e mettere sul tavolo ciò che la nostra dignità di uomini, donne e cittadini ci chiede. Salvatore aveva questo pro-getto e ho la certezza che continuerà a crederci. E, se ci riflettete un po’, non è nem-meno difficile.

OPINIONI

“Per i prossimi cinque anni non

punterò più il dito contro qualcuno”

sempre inteso raffigurare, con una punta di orgoglio, la parte più bella di noi brindi-sini. Il “sangue brindisino” che scorre nelle vene delle persone più belle, anche se semplici o non acculturate. Di queste persone io ho finalmente visto le facce, ho stretto anche io le loro mani, ho ascoltato le loro voci e quello che avevano da dire. Da una parte provavo

mi sono sentito offeso come cittadino. Pensare che qual-cuno abbia dimenticato che c’erano i soldi disponibili per dare a questa gente case vere… beh… è vergognoso. No, per i prossimi cinque anni non vorrò più impiegare le mie energie per puntare il dito contro qualcuno. È troppo facile. Ho deciso che dedicherò il mio tempo a con-tinuare ad incontrare la “città

conto di quali cose siano state viste intorno ai seggi elettorali nel primo e secondo turno. Non ve le racconto perché non posso supportarle con la giusta documentazione. Li hanno visti in molti ma nes-suno, da solo, ha il coraggio di raccontarle a chi dovrebbe. Non vi racconto nemmeno di ciò che è accaduto nella notte tra domenica e lunedì del bal-lottaggio. Io l’ho paragonata,

sì orgoglio di appartenere a questa città. Ma l’altro sen-timento era di vergogna per come questa gente viene considerata dal “potere”. Ho visto gente che vive in tuguri senza acqua né fogna. Non mi sono chiesto come fac-ciano a vivere, perché anche a casa di mia nonna, negli anni Settanta, non avevano il cesso in casa. Non mi sono sentito diverso da loro ma

vera”. Ho visto ragazzi anche molto giovani affiancare i loro padri per sostenere il loro candidato sindaco. Queste energie così giovani devono essere aiutate a crescere in un clima di libertà e dialogo, non certo il clima velenoso, diffamatorio, pieno di falsità, boria, presunzione e prevari-cazione messo in atto e por-tato in scena da attori consu-mati della politica. Non vi rac-

CREDO che il carattere - non la ricchezza o la posizione - sia il valore supremo.

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WWW.TBMAGAZINE.IT TB 15CREDO che servire sia dovere universale del genere umano e che solo nel fuoco purificatore del sacrificio l’anima umana si liberi dalla scoria dell’egoismo

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16 TB LUGLIO 2009

PERSONE

“Io sono vivo, e per questo

mi sento felice. Per tutto il resto

si troverà la soluzione migliore”

CREDO in un Dio che tutto ama e tutto sa, chiamatelo come volete, e che la più elevata unità individuale sia da cercare nell’armonia con la sua volontà

Miracolo FacebookAd Alessandro Palma, 23 anni, a causa di un incidente sul lavoro, è stata amputata una gamba. Ma grazie alla sua forza di volontà, e alla incredibile solidarietà arrivatagli grazie al social network, oggi guarda al futuro sorridendo. E promette: «Tornerò a giocare a pallone». Ecco la sua storia

Grave operaio Enel di Brindisi. Rischia l’amputazione di una gamba un operaio di

23 anni, Alessandro Palma, rimasto schiacciato dal muletto che stava gui-dando e che si è ribaltato mentre era

al lavoro nella centrale. L’incidente è avvenuto ieri sera a tarda ora. Così titolavano i quotidiani lo scorso 13 maggio: l’incidente, il ricovero urgente in ospedale, il dolore, l’ango-scia, il rischio di un’amputazione. In un momento la vita può capovolgere il suo corso! La vita di Alessandro, ine-vitabilmente, quella notte ha variato il suo. Tra i protagonisti di questa triste storia appare Giuseppe Calianno, gio-vane audace e sensibile, che decide di

tere sull’accaduto...» esordiva, nel suo messaggio, Giuseppe: «Siamo

creare un gruppo, su Facebook, con il quale trasmettere al coetaneo la forza

bombardati costantemente da inu-tili “miti”, spesso non riusciamo a cogliere la vera essenza della vita e

di affrontare la difficile esperienza. «Volevo chiedere un sostegno morale a tutti voi, invitandovi a riflet-

BUONENOTIZIEdi Iole La Rosa

Mark Zuckerberg come Mago Merlino. Il fondatore di Facebook è riuscito a compiere un’opera straordina-ria, diffondere nella rete “magia: con un clic sei nel mondo e, attraverso il mondo, incontri nuovi amici e ritrovi straordinari personaggi che hanno fatto parte della tua vita.www.facebook.com: e, come per incanto, i vecchi amici ritornano, rivedi i loro visi, le foto, tutta un’esi-stenza vissuta si materializza nel presente. A chi non è capitato di connettersi a Facebook e trovare una richiesta d’amicizia, scrutare la foto del mittente e, così come poteva accadere un tempo aprendo il vec-chio baule di famiglia conservato in soffitta, estrarre piccoli frammenti di vita: un vecchio compagno/a di scuola, un amico/a di tante estati al mare, i ragazzi del cortile, amici con i quali abbiamo condiviso tutto, dalle merende ai sogni.Con un contatto “virtuale” si ripercorrono gli antichi

ricordi. Emozioni che solo l’età può permettere d’assapo-rare. Ad un viso seguono, pensieri, foto, immagini, nuovi contatti, gli amici degli amici, che vanno ad aggiungersi, a ricostruire la propria storia personale. Racconta Mauro Cornacchia: “…l’emozione più forte io la provo quando sono pubblicate delle foto della mia infanzia o dell’adole-scenza, foto della scuola, delle comitive che non ci sono più... Rivedere i volti di persone che, per un motivo o un altro, avevi perso di vista”.Raffaela Scanni: “Facebook per me è come una doppia porta: una riporta indietro nel tempo ed una apre verso il futuro. Mi ha riportato alla memoria episodi del passato che avevo completamente dimenticato, mi ha fatto ritro-vare persone che ormai appartenevano solo ai ricordi, mi ha fatto ritornare la voglia di scrivere... Insomma una bella scoperta!”.Si ricomincia a scrivere. C’è chi compone poesie, c’è chi crea opere d’arte, chi condivide video, sensazioni, forti

emozioni. Si pubblicano le immagini del saggio di una figlia, i commenti sulla vittoria della squadra del basket, riflessioni su una giornata uggiosa, confronti di carattere politico ed economico, simpatici scambi di saluti. Ci si ritrova a singhiozzare davanti ad un video commovente o a ridere a crepapelle; c’è chi stuzzica gli amici, chi grida al mondo il proprio disagio, chi manifesta il proprio affetto.Sandro: “… rivedere alcune persone che hanno fatto parte integrante della mia vita, mi ha portato indietro nel tempo facendomi rivivere certe sensazioni che erano riposte nel dimenticatoio e che pensavo non sarebbero più venute fuori”.Una volta, i cortili e le strade erano affollati di bambini che giocavano fino all’imbrunire. I cortili sono stati pian piano sostituiti dai “muretti” sui quali i ragazzi trascor-revano i lunghi pomeriggi in compagnia, confrontandosi e crescendo. L’epoca della Salvarani ha, in seguito, fatto

Quel sito che ti aiuta a trovare i vecchi amici. Ma non solo...

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WWW.TBMAGAZINE.IT TB 17CREDO che l’amore sia la più grande cosa al mondo...

davanti a tragedie come questa, viene spontaneo chiedermi se non vale la pena ridimensionarsi ed iniziare a pensare alle cose veramente con-crete... Alessandro non è direttamente un mio amico, ma è pur sempre un mio coetaneo. Alessandro, ti faccio i miei migliori auguri, sperando che tutto vada per il meglio e, come me, questo varrà sicuramente anche per tutti coloro che si uniranno a questo gruppo...».Quanta passione si legge dietro

siamo andati ad incontrarlo - nell’at-tesa del trasferimento al Centro Protesi di Budrio, in provincia di Bologna, dove inizierà un percorso riabilitativo molto difficile, sia sotto l’aspetto psi-cologico che fisico. «Attendo con ansia l’inizio della mia nuova avventura», così ha esordito Alessandro, mentre ci raccontava le sue emozioni. «Io sono vivo e per questo mi sento felice, per tutto il resto si troverà la soluzione migliore, non posso arrendermi davanti al

“Anche con una protesi

si può andare avanti e continuare

ad essere quello che sei sempre stato”

Solidarietà on line

Carissimo Amedeo, grazie della tua comunica-zione. Tramite la suora dell’ospedale sono stato vicino da subito ad Alessandro. Questa mattina l’ho visitato di persona e mi sono intrattenuto in un lungo colloquio. È un giovane bravo e forte. Gli ho lasciato da leggere qualche pensiero spirituale. Speriamo bene. Cordiali saluti.

Rocco TalucciArcivescovo di Brindisi-Ostuni.

Non ti conosco personalmente mi permetto di darti del “tu” perchè abbiamo la stessa età... vorrei poterti dire mille cose (sperando...) di darti coraggio ma la più sentita è una sola! Lotta x tutti quelli che ti amano perché tutti quelli che ti amano stanno lottando x te ... nn li deludere nn deludere tutti coloro che cm me ti augurano cn tutto il cuore che la vita possa tornarti a sorridere... Sei vivo e anche se la vita non è sempre e solo gioia... vale la pena viverla. ti prego, credici anche tu !.

Emily Curto

Ciao Ale, spero che oggi sia una giornata migliore di ieri. La mia giornata è frenetica, sai con tre bimbi, ma ho sempre un pensiero rivolto a te, prego spesso per te.

Lucignano R.

Oggi ho avuto la prova che non siamo tutti uguali. Ci sono persone normali e persone eccezionali. Ho avuto la fortuna di stare accanto ad una di queste persone eccezionali e ne ho avuto una lezione di vita che non dimenticherò mai, finché campo.Quest’Uomo, non un ragazzo, ma Uomo con la U maiuscola si chiama “Alessandro Palma”... La fortuna di aver conosciuto questo ragazzo, a cui è restrittivo anche il titolo di “Eroe”, sarà una di quelle cose che porterò sempre nel cuore e nella mente... Sono orgoglioso di essere suo amico.

Amedeo Argentieri

Ragazzi e ragazze vi saluto affettuosamente,Vi do alcune novità in merito al percorso che Ales-sandro affronterà a breve...Io sono sicuro che potrà tornare alla vita di tutti i giorni che i ragazzi come lui devono avere. Chiara-mente la questione psicologica sarà fondamentale. Ora è il momento di stargli ancor più vicini.forza Alessandro, siamo tutti con te!

Giuseppe Calianno

Ciao Alessandro! Innanzitutto ti abbraccio forte forte! Ho appena letto che inizierai un percorso di riabilitazione... e presto tornerai ad assaporare le gioie della vita...Tra qualche tempo racconterai di quest’esperienza come tante altre esperienze che hai avuto... sicuramente questa ti avrà reso più Forte e pronto ad affrontare qualsiasi ostacolo la vita ti metterà ancora sul tuo cammino.Io so che Tu ce la Farai!Sii forte e abbi pazienza. Un abbraccio affettuoso!

Annunziata Marcella Tedesco

il suo ingresso, chi non ricorda i raduni al Central Bar! Sono epoche vissute, passate… e che epoche! Oggi sono inevitabilmente cambiati i contesti, le relazioni interper-sonali, gli strumenti di socializzazione. Facebook raccoglie 200 milioni di esseri umani che intrecciandosi con foto, video, notizie, informazioni, pro-fili riempiono la rete ogni giorno. Immaginate solo per un attimo: se oggi partisse da noi la proposta di convocare un raduno degli iscritti di Facebook, ad esempio per il 16 maggio 2010 a New York, Roma, Madrid o Tokyo (non esiste, al mondo, città capace di contenere 200 milioni di individui!). Un “esercito di amici” con età, cultura, religione, lingua diverse, si sposterebbe all’insegna dell’amicizia. Quale esperienza fantastica sarebbe, quale lezione di vita e di civiltà per i nostri governanti! Rimane ferma la consapevolezza che la comunicazione verbale, un abbraccio, un bacio o una stretta di mano, in sintesi la vita reale non possa essere sostituita da un

monitor, un mouse, da un’idea virtuale d’amicizia. È riconosciuto da tutti che è vile rintanarsi nel “virtuale” e non affrontare la quotidianità con le sue amarezze, le delusioni o le difficoltà; nonostante tutto, però, non si può negare che, nell’era della tecnologia, degli acquisti on line, delle trasmissioni satellitari, le relazioni sociali sono influenzate dai nuovi sistemi di comunicazione, che permettono contatti trasversali, immediati e “glo-bali”. Del resto perché nasce il computer? Per razio-nalizzare, informatizzare il sistema, per rendere più rapide e asettiche le valutazioni. Risulta sorprendente come lo stesso monitor, il piccolo mouse, la tastiera contribuiscano, oggi, a produrre sensazioni tanto intense. È altresì formidabile quanto il freddo groviglio di cavi di un pc sia integrato nel vivere quotidiano, tanto da divenire strumento veicolante di ciò che di più umano esiste: le emozioni!

Iole La Rosa

tante persone si erano mobilitate per me, quando mi hanno letto i primi messaggi di auguri, di forza e di coraggio, sono rimasto senza parole... Ringrazio tutti e m’im-pegno, sin da adesso, a creare un link su Facebook, dove inse-rirò foto e video dei momenti importanti della mia riabilitazione. Voglio essere da esem-pio a tanti ragazzi che hanno vissuto espe-rienze simili alla mia, hanno subito l’ampu-tazione di arti e si sono arresi, pensando di non avere un futuro. Anche con una protesi si può andare avanti e continuare ad essere quello che sei sempre stato, sarà questo il mio messaggio. La vita è bella e va vissuta fino in fondo. Mi farò riprendere mentre cammino, corro, salto, torno ad una vita normale e… chi lo sa, anche mentre tiro il calcio ad un pal-lone!”[email protected]

queste poche righe! Sin dal primo giorno, i tanti “amici” hanno provato ad infondere conforto e coraggio al giovane Alessandro, attraverso mera-vigliose parole d’affetto: una preghiera, una frase speciale, una disponibilità ad ascoltare, il resoconto di una visita in ospedale. Si è creato uno splendido cir-cuito, un legame sponta-neo all’insegna dell’amore, inteso nella sua accezione più ampia e più vera che ha unito, in un attimo, tante persone sconosciute. Alessandro ha subito l’amputazione della gamba sinistra ed è ancora rico-verato presso l’ospedale Perrino -dove

dolore ed alle difficoltà. La scienza e la medicina mi porteranno a cammi-nare di nuovo”. Alessandro racconta l’emozione del

risveglio, nel riaprire gli occhi e vedere i volti dei familiari e della ragazza, Giorgia; svela la com-mozione per la visita inaspettata dell’Arcive-scovo di Brindisi- Ostuni, monsignor Rocco Talucci, che ha trascorso due ore in sua compagnia, descrive la

comprensione delle suore, la profes-sionalità di medici ed infermieri. “Gli amici di Facebook non mi hanno mai fatto mancare l’affetto ed il calore. Quando mi hanno raccontato che

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IDEE

PROPOSTA N. 8TOMBINI D’AUTORE

In una zona di Milano l’arte cambia il volto delle piattaforme in ghisa. Con una trovata piccola piccola si può migliorare la città

L’hanno chiamata “Tom-bino Art”. In pratica sono delle opere d’arte da calpestare. Da qualche

giorno in via Tortona a Milano, 30 tombini realizzati da 16 street artist hanno invaso il quartiere dietro Porta Genova. È una mostra open air visi-tabile in tutte le ore del giorno, fino a novembre. Si chiama “Sopra il Sotto” ed è l’esposizione ideata per festeg-giare i 10 anni di Metroweb, società che sotterrando oltre 5mila chilometri di cavi in fibra ottica ha fatto di Milano la città più cablata d’Europa. Microbo, uno degli artisti chiamati ad “espri-mersi”, ha commentato così l’inizia-tiva: «Un’opportunità per colloquiare con la città, strappando un sorriso a chi ci abita. Io decorerei anche i gab-biotti dell’Enel, sono mostruosi».Gli street artist come paladini della bellezza urbana? Gisella Borioli di Superstudio Group, direttore artistico della mostra, ne è convinta: «Con questa iniziativa regaliamo un tocco di armonia alla città. Ma non confon-diamo questi artisti con chi imbratta i muri. Anzi, per evitare fraintendimenti smetterei di chiamarli “wri ter”, meglio

“urban painter”». Abbominevole - vero no me Oliver, 29 anni, autore di un tombino che ricorda una maschera africana - suggeri sce «public artist»: «Il mio in tento è dare qualcosa alla gen te, non danneggia-re», dice. «So gno di avviare un nuovo Rina scimento urbano, di abbellire intere facciate di palazzi. A Ber lino si può, a Milano no: le isti tuzioni non

Le mie opere valgono 3 mila euro al metro quadro, ho customizzato maglie per Quicksilver, a luglio esporrò a Londra. Che altro chiedere?». Abbominevole chiederebbe di lasciare i tombini a terra per sempre, anzi-ché metterli all’ asta, a novembre: «Sono con tento che il ricavato vada in be neficenza, ma mi dispiace non poterne seguire il deteriora mento ».

I writer si trasformano in “urban

painter”. Artisti, non imbrattatori

sono abbastanza aperte». Eppure lui, Microbo e gli al tri pionieri della tombini-art sono richiestissimi nel campo della moda, della pubblicità e del design. «Perché sono pop, usano un linguaggio immedia to, facile da capire», sostiene Borioli. «Siamo come pubblici tari, usiamo la strada come vei colo di comunicazione per pro muovere la nostra opera - spiega Pho, anche lui nel cast di “Sopra il Sotto”. «La mo stra è la conferma che quello che abbiamo fatto per anni nel-le strade, anche illegalmente, è pia-ciuto, ha acquistato valore. Quanto?

Le scarpe dei passan ti? Per Microbo non è un pro blema: «A me basta che la mia opera sia per strada: il massi mo della democraticità».L’iniziativa milanese è l’ennesima dimostrazione da quanto, con le nostre Proposte, diciamo da 8 mesi: la città si potrebbe rendere migliore, più bella e vivibile, con iniziative a basso costo e con il coinvolgimento di tutta la popolazione. Speriamo che tra gli assessori della nuova giunta comuna-le brindisina ci sia qualcuno attento a questo tipo di proposte.

Fonte Corriere.it

CREDO che solo l’amore possa vincere l’odio...

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Zona Branca di Barbara Branca

Una via d’uscita da un tunnel che sembra senza fineOltre 2500 brindisini negli ultimi mesi hanno perso il posto di lavoro. Serve una svolta

Il Pil misura qualsiasi cosa, tranne quello che può renderci felici, disse Bob Kennedy

con una delle sue celebri frasi. “Basta rinunciare alla droga (mentale) della crescita, ed abbracciare l’idea di un nuovo “Rinascimento”, quello della “Decrescita” intesa come elogio dell’ozio, della lentezza e della durata - come asserisce Passante, padre dell’ecologia italiana.Accarezzo trasognante questo pensiero, “la dilatazione del tempo”, in barba allo sviluppo, al Pil, alle politiche econo-miche. Per fortuna, mi desto immediatamente e penso: altro che esaltazione della decre-scita, la contrazione del Pil e l’arresto dello sviluppo stanno producendo effetti devastanti.Famiglie che non arrivano alla seconda settimana, imprese che chiudono i battenti, licen-ziamenti, cassa integrazione, mobilità, questo sicuramente il lato meno romantico della

“decrescita”.Basta analizzare i dati occupa-zionali del nostro territorio.L’Osservatorio sulla cassa integrazione guadagni relativa al mese di maggio 2009 della provincia di Brindisi - ramo industria - lascia senza fiato: ben 204.975 ore autorizzate di Cig ordinaria contro le 2488 relative allo stesso mese dell’anno precedente. E quello che sorprende ancor di più è l’ampliamento della classe economica di riferimento che mentre nel 2008 era rappresentata solo da quella meccanica, nel 2009 si estende al legno, al settore metallurgico, al vestiario, abbigliamento ed arredamento, alla chimica, all’edilizia.Si, la realtà è sempre meno romantica del sogno e forse solo Bob Kennedy, poteva pensare che il Pil non potesse misurare la felicità, soprattutto quando alla sua riduzione corrisponde una

disoccupazione con picchi del 25% , come avviene nella nostra città. Dov’è la felicità quando oltre 2.500 persone, come è successo a Brindisi negli ultimi mesi, perdono il proprio posto di lavoro , cosa pensano quelle persone, le loro famiglie? Perché negare l’evidenza, perché subire il fascino

alle caratteristiche del suo modello di sviluppo che contri-buiranno a “difendere” meglio l’economia locale dall’impatto della crisi nel breve periodo. Infatti, “poiché il modello di sviluppo brindisino nei periodi di espansione non consente delle performance economi-che quanto meno in linea alla media nazionale, nei periodi di

le imprese locali. Ma anche una maggiore cultura, una sempre maggiore specializ-zazione del lavoratore sono elementi essenziali per poter rilanciare lo sviluppo del nostro territorio.Noi speriamo che questo svi-luppo sia alle porte, crediamo nella crescita e nell’aumento del PIL e soprattutto crediamo

OPINIONI

“Serve un Rinascimento sano,

fatto di innovazione e ricerca”

pericoloso delle fantastiche illusioni? Lo scenario economico della nostra città non è confortante.Molto di più lo è stata la presentazione del Rapporto “Brindisi 2009” nell’am-bito della settima “Giornata dell’Economia”, avvenuta nei giorni scorsi presso la Camera di commercio di Brindisi, dalla quale è emerso che “Brindisi registrerà un impatto della crisi “medio-basso” grazie

flessione “protegge” la provin-cia”. Qualche notizia positiva finalmente! Quello che emerge dallo stesso rapporto è però anche che le difficoltà economiche di tipo strutturale, si stanno acuendo. Bisogna adottare immedia-tamente provvedimenti che diano respiro alle aziende.Un più semplice accesso alle risorse creditizie, fiscalità di vantaggio, riduzione del costo del lavoro, questo richiedono

che tutto questo si possa ottenere con la collaborazione delle istituzioni locali che devono diventare portavoce dei bisogni del nostro territorio a livello centrale.Noi crediamo che un nuovo “Rinascimento” per Brindisi sia possibile, un rinascimento fatto di innovazione e ricerca, un rinascimento “sano” che possa finalmente sviluppare le tanto decantate potenzialità della nostra città.

CREDO che il diritto possa trionfare sulla forza e trionferà.

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ECONOMIA

Dal distretto al meta-distretto,l’aerospaziale si evolve ancora

Il 18 giugno scorso si è svolto a Parigi, nel corso dell’Air Show 2009, il più importante salone

dedicato all’aeronautica e all’aerospa-zio a livello mondiale, l’incontro sulle attività del Meta-distretto Aerospaziale Italiano. Tema dell’incontro: “I distretti aerospaziali italiani: interventi regio-nali per la competitività internazio-nale”. Il meeting ha dato il via ad una fase tecnica per l’individuazione dei programmi industriali e scientifici che i distretti contribuiranno a realizzare. Distretto o meta-distretto allora?Bisogna fare un piccolo salto indietro e capire di cosa stiamo parlando. Ormai, i più, conoscono bene il con-cetto di distretto, perché e come si è assistito al cambiamento di forma dei cosiddetti sistemi produttivi. È difficile definire i contorni del concetto di distretto industriale, ciò che è sicuro, è che nasce da una struttura sociale (Marshall parla di “entità socio-econo-mica”) i cui segni distintivi, peculiari e forti sono dati da: il sistema reticolare

(di collaborazione e concorrenza) e la concentrazione in un’area geografica circoscritta, di imprese, appartenenti allo stesso settore produttivo - gli eco-nomisti perdoneranno per l’estrema semplificazione -. Detto questo, appare doveroso ricor-dare, in questo contesto, la recente delibera della Giunta Regionale n. 1234 dell’8 luglio 2008, che individua il settore aerospaziale pugliese quale distretto, e così, alla vigilia del suo riconoscimento, ci troviamo già al suo superamento. Il settore industriale, infatti, è in continua evoluzione e cambia e deve cambiare per ade-guarsi ai tempi. La globalizzazione e la crisi dei paesi emergenti, nonché asiatici (per parlare di congiuntura di lungo periodo), hanno messo in serie difficoltà, il tessuto economico Ita-liano che è formato quasi per il 95% di Pmi (piccole e medie imprese). Primo step che porta, una tale situazione, è proprio il fenomeno della delocaliz-zazione di parte o di tutto il processo

DIRITTI & DOVERI di Emilio Graziuso

Separazione consensuale con raggiro

A seguito dell’articolo apparso sul numero di maggio dal titolo “Quando

la madre proibisce al figlio di vedere il padre” sono pervenute in redazione numerose richieste di chiarimento concernenti il diritto di famiglia ed in partico-lare il procedimento di separa-zione tra coniugi.Tra queste particolarmente interessante è apparsa quella concernente la validità o meno di una separazione consensuale (in cui le parti stabiliscono di comune accordo le condizioni della separazione) ottenuta da uno dei coniugi con menzogne e raggiri. Al di là della problematica concernente il singolo caso del

nostro lettore, è opportuno pre-cisare che la Corte di Cassazione si è pronunciata su una ipotesi analoga stabilendo il diritto del coniuge vittima del raggiro di chiedere giudizialmente l’annul-labilità di tale separazione.Più in particolare nella fattispecie esaminata dalla Suprema Corte, i coniugi avevano optato per una separazione consensuale sulla scorta delle ampie assicurazioni fornite dall’ex marito di aver da tempo interrotto una relazione extraconiugale, causa della crisi del matrimonio, e della prospet-tata possibilità di riconciliazione con l’ex moglie.Quest’ultima, però, dopo l’omo-logazione della separazione, aveva scoperto non solo che

quanto dichiarato dall’ex marito non corrispondeva al vero, ma che quest’ultimo, per di più, aveva avuto un figlio dal rap-porto extraconiugale, del quale aveva taciuto l’esistenza.La donna, quindi, promuoveva un giudizio volto ad ottenere la trasformazione della separazione consensuale alla quale aveva acconsentito, senza chiedere, quindi, alcun addebito al marito, in separazione giudiziale.La Cassazione, da un lato, ha dichiarato inammissibile la richiesta della donna, in quanto la separazione consensuale non è modificabile con il mutamento del titolo, dall’altro, ha ricono-sciuto il diritto della ex moglie, instaurando un nuovo ed auto-

nomo giudizio, di chiedere l’an-nullamento della separazione sulla base dei vizi del consenso, vale a dire dei raggiri posti in essere dall’ex marito per addive-nire ad un accordo consensuale.Il principio sancito dalla Suprema Corte trova fondamento nella natura della separazione consensuale omologata caratte-rizzata essenzialmente dal ruolo primario della volontà concorde dei coniugi di separarsi ovvero di definire i vari aspetti della vita coniugale e familiare (assegno di mantenimento, assegnazione della casa coniugale, eccetera), laddove il successivo provvedi-mento di omologazione assume la semplice valenza di condi-zione sospensiva di efficacia

delle pattuizioni contenute dall’accordo coniugale.In buona sostanza, la separa-zione consensuale omologata viene considerata dalla Cassa-zione come un negozio fami-liare, nel quale la validità del consenso deve essere tenuta nella massima considerazione.

produttivo. Questo mette a dura prova la sopravvivenza del distretto e ne costituisce il limite. La soluzione, il meta-distretto (oltre il distretto let-teralmente), aggira l’ostacolo della localizzazione, mantenendo, però, quella forma di solidarietà o comun-que di fiducia, instauratasi grazie a un rapporto che potremmo definire di “prossimità”. A differenza del distretto tradizionale, il meta-distretto, dunque, avrà una composizione ter-ritoriale discontinua e su una scala

geografica che va oltre il gruppo di comuni, in una visione per così dire di glocalizzazione. Per concludere, prendiamo in prestito le parole del vicepresidente della giunta regionale pugliese, Frisullo: «la nostra realta’ regionale siede al tavolo con piu’ peso ed autorevolezza per definire in tempi brevi iniziative industriali che oltre a coinvolgere le tre regioni, allarghino il protagonismo delle piccole e medie imprese».

Francesca Alparone

Foto di Viviana Rampino

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L’invito, informale, mi aveva incuriosito: assistere, da croni-sta, ai laboratori di musicotera-pia ed informatica frequentati

dai piccoli affetti da sindrome di Down. Ma quali piccoli?, mi sono detto quando mi sono trovato al cospetto di scriccioli di appena tre-quattro anni d’età. E costoro, seppure con l’ausilio d’una musicote-rapeuta ed altre operatrici, dovrebbero suonare? Mah! Mi accomodo in sala e subito noto la “stranezza” che i genitori – a parte i papà dei due più piccoli – si sono volatilizzati. Nessuno, mi viene detto, può assistere ai “concerti”. Fa parte del disciplinare. Il sot-toscritto, per il fatto che dovrà scrivere un pezzo, costituisce dunque un’eccezione. Non so se devo ritenermi un privilegiato o cosa. So soltanto – questo sì – di sentirmi un po’ a disagio.Gli orchestrali, sì insomma i bambini, prendono intanto posto per terra, vicino ad una pletora di strumenti musicali messi in un apparente disordine come se si trat-tasse d’una esposizione in un mercatino della domenica. E anche le operatrici, come donne Cheyenne attorno al falò, si siedono a gambe incrociate. Il mio disagio aumenta ma, con la scusa che devo scri-vere, rimango ben ancorato alla mia seg-giola. Ci mancherebbe anche questo!Intanto alcuni orchestrali, come dei veri professori, cominciano a prendere con-

ESPERIENZE DI VITA

«QUESTA ORCHESTRA NON SUONA PER GLI ALTRI. QUESTI BAMBINI SUONANO PER LORO STESSI. E LE VOLONTARIE HANNO UNA DOTE SPECIALE...»

UN CONCERTOSPECIALEÈ quello a cui ha assistito il nostro Guido Giampietro, tenuto dai bambini dell’Associazione Persone Down. Ecco quello che ha visto. Sentito. E provato.

fidenza con gli strumenti. Dubito che sia per accordarli. Un paio, al contrario, disde-gnano qualsiasi approccio. Ancora qual-che minuto e poi il maestro concertatore, la musicoterapeuta Silvia Errico , comincia a dirigere. Un primo, lieve colpo di tam-buro sembra non interessare ad alcuno. Segue, allora, un altro colpo un po’ più deciso, accompagnato da un sorriso ammiccante e da un invito più coinvol-gente. E a questo risponde Rebecca. Un momento dopo, con uno scarto da puro-sangue, il maestro cambia attrezzo ed ora i colpi di nacchere sono due. E questa volta è Martina ad unirsi timidamente al piccolo gruppo. In breve, continuando a passare dallo xilofono alle maracas, dal tamburello al bongo, si associano anche Riccardo, Camilla e, con qualche titubanza, anche il più piccolo dell’orchestra, Nicola. Con la complicità delle altre operatrici,

Anna Perrone, Valentina Valentini e Gabriella De Stradis, il quadro è ora com-pleto ed i suoni – non rumori! – chiari e piacevoli. Ma, quello che più meraviglia, è il coinvolgimento dei bambini che vivono intensamente quello che fanno e, soprat-tutto, vincendo le iniziali ritrosie, comin-ciano a socializzare tra di loro. In questo contesto, a darsi più da fare, sono proprio le operatrici. Bambine tra i bambini! D’al-tro canto non è stato Saint-Exupery a dire che “tutti i grandi sono stati bambini una volta (ma pochi di essi se ne ricordano)”? È solo un’impressione, però; ché subito mi rendo conto che, mentre strimpellano, in effetti lavorano: per capire i comporta-menti di ciascun bambino e forzare dove è necessario o lasciare andare dove è più giusto. In un momento di autoesaltazione credo di cogliere ciò che differenzia questa orchestra da una fatta di soli grandi. Mentre questi ultimi suonano per gli altri, i bambini lo fanno per se stessi. Per sco-prirsi e confrontarsi. D’altro canto, come dice Carlo Orff, “la musica non è soltanto musica ma è legata al movimento, alla danza, alla parola creativa” e facilita la socializzazione, stimola e favorisce le acquisizioni delle abilità cognitive di base, il rispetto per se stessi e per gli altri, la capacità di ascolto per una buona ed effi-cace comunicazione e relazione.Ora mi sento proprio a mio agio e se non

mi siedo per terra anch’io è perché un filo di razionalità mi dice che non faccio parte del gruppo. Purtroppo! Mi consolo pen-sando d’avere comunque un vantaggio sui genitori che sono rimasti relegati in sala d’aspetto… I genitori! Ed il pensiero corre a quelli che non sono lì; a quelli che, per un malinteso senso della privacy o un ecces-sivo attaccamento verso i loro figli, sono ancora oggi riluttanti ad affidarli ad orga-nismi quali l’Associazione Persone Down. Se sapessero quanto bene ne verrebbe ai loro bambini/ragazzi se frequentassero questi laboratori! Se si affidassero com-pletamente a questo personale professio-nalmente qualificato e, soprattutto, dalle straordinarie qualità umane.Torno ad osservare i piccoli. Si sono come trasformati. Rispondono con due colpi ai due colpi di tamburo di Silvia. Qualcuno rulla con inaspettata vigoria, alla Tullio De Piscopo. Vorrà dire di certo qualcosa ma questo esula dal mio compito. Poi, quasi a tradimento, giunge la fine della lezione. Ma non del pomeriggio ché ora i piccoli passano nel laboratorio d’informatica, arredato a loro misura. Cosicché, se voglio continuare a stare seduto, devo farlo su un seggiolino alto una ventina di centimetri. Qui i piccoli imparano a dialogare con due computer che, con disegni, colori e suoni, stuzzicano la loro fantasia e la loro sete di conoscenza che è uguale, se non più grande, a quella di tutti i bambini del mondo.Prima d’andare via una operatrice mi chiede al volo che idea mi sia fatta del loro lavoro (di volontari, è il caso di preci-sare!). Forse ancora frastornato dai colpi di tamburo rispondo che è la loro disumana pazienza ad avermi colpito. Più tardi, quando metto ordine agli appunti, sento di dover fare una correzione. È l’amore la componente principale della loro attività; lo stesso che, in un circolo virtuoso, rice-vono dai bambini.

L’ Associazione Italiana Persone Down di Brindisi è una sezione autonoma dell’ AIPD nazionale, si è co-stituita nel 1998 ed è presieduta dalla signora Marinora Piciocco, madre di Michela. Quale associazione di familiari di persone Down e di volontari è attenta a tutte le problematiche connesse con questo tipo di handicap: dalla riabilitazione precoce all’inserimento ed integrazione scolastica e sociale, e ad interventi comunque finalizzati alla necessità di offrire occasioni di autonomia e, in alcuni casi, di formazione professionale. Per quanto attiene ai rapporti con i privati ci sono da registrare frequenti contatti con famiglie di disabili di diversa patologia che chiedono a volte, in mancanza sul territorio di strutture socio-educative, di poter fruire dei servizi offerti dalla Sezione; in aderenza allo Statuto che prescrive che “i servizi e le attività sono aperti a tutti” l’Associazione in qualche misura si fa carico delle problematiche che le vengono di volta in volta rappresentate, accogliendo utenti esterni.L’Associazione si è fatta conoscere sul territorio per il particolare dinamismo e partecipazione a progetti vari che le hanno consentito di svolgere attività diversificate a favore di molte famiglie con persone Down: formazione degli operatori sul metodo Feuerstein, laboratori sperimentali, attività sportiva, musicoterapia, attività teatrale, arteterapiaAttenzione costante è rivolta all’integrazione scolastica, con frequenti incontri presso le scuole per supportare famiglie ed a volte gli stessi operatori scolastici, affinché si realizzino percorsi formativi di qualità. Alla stessa stregua è attivo un servizio d’inserimento lavorativo.L’Associazione è stata dapprima ospitata in alcuni locali messi a disposizione dalla Provincia di Brin-disi; successivamente ha ottenuto dall’AUSL BR in comodato d’uso una sede presso l’ex Ospedale “Di Summa” dove ha realizzato un Centro socio-educativo e riabilitativo.A breve partirà un’altra interessante esperienza: la Pedagogia dei genitori. Il progetto, approvato dalla Regione Puglia, vuole essere di supporto ai genitori che vivono l’esperienza della disabilità del proprio figlio, non solo con l’aiuto e contenimento delle situazioni di disagio, ma come sostegno edu-cativo per garantire una condizione di vita familiare e sociale qualitativamente orientata al benessere.

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BRINDISINISTRAORDINARI/2

Isa Gioia e Cristiano Pescara, Daniele Galiffa, Anda e Giuseppe Furfaro, la famiglia Gulli:

ecco altri esempi di brindisini che hanno saputo creare e far crescere aziende. Di successo.

Isabella Gioia e Cristiano Pescara

Il team di Vis-Up (Galiffa è il primo a sinistra) Lo staff della Itel Gulli

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Sapete quando ho capito che Isabella Gioia è una brindi-sina straordinaria, o forse qualcosa in più di straor-

dinario? Quando ha chiamato i suoi 35 dipendenti (34 donne e 1 uomo) “i miei gioielli”. Sì, li ha chiamati proprio così, i suoi gioielli. Con il sorriso sulla bocca e gli occhi emozionati. Allora lì capisci come è stato possibile per una ex commessa oggi 37enne e suo mari-to, Cristiano Pescara, 40 anni, arrivare ad essere i propietari di 9 negozi del gruppo Benetton. È a loro, e ad altri brindisini straordinari, che dedichia-mo questa seconda parte della nostra inchiesta. Che speriamo di poter continuare per molti mesi ancora.Un gruppo fantastico. Nel 2004 il gruppo Benetton era scomparso da Brindisi. I due negozi presenti in centro chiusero i batten-ti. Un anno dopo Isabella Gioia, ex commessa del negozio Benetton, con il marito Cristiano decise di passa-re dall’altra parte e riaprì il primo negozio a marchio. Poi seguirono gli altri tre punti vendita in centro (Sisley Donna, 0-12 per i bambini, Under-colors per l’intimo). «A marzo 2007 ci proposero l’apertura al Carrefour e fummo colti dal panico», raccon-ta Cristiano, «ma malgrado i timori iniziali oggi siamo anche lì, con altri tre negozi (Benetton megastore, Sisley e Undercolors) e con due all’Auchan (Benetton megastore e Sisley). E chi lo avrebbe immaginato!».Già, a dispetto della crisi il gruppo cresce e continua ad investire: «Se dai dei prodotti e un servizio di quali-tà, puoi lavorare anche a Brindisi. Certo non sono tutte rose e fiori, negli ultimi sei mesi abbiamo sofferto, e la chiusura dei corsi e la mancanza di parcheggi continuano a penalizzare noi e i colleghi, però, malgrado tutto, pensiamo di rappresentare qualcosa di buono per il territorio».Luciano Benetton, che nei mesi scorsi è stato a Brindisi in visita nei loro pun-ti vendita, spesso cita Isa e Cristiano come esempio da imitare («Questi due ragazzi in 4 anni hanno aperto 9 negozi!», ha detto a qualche loro collega). E in effetti, non possono che essere un esempio: 35 dipendenti, 13 dei quali a tempo indeterminato. «Ab-biamo sempre preferito ragazzi senza esperienza», dice Isa, «così da poterli formare noi, con le logiche del grup-po». A proposito dei sui gioielli sentite

cosa dicono: «Sono come la Ferrari, a volte fanno i capricci come le auto, ma sono meravigliosi». Avete mai sentito un imprenditore parlare così di tutti i suoi dipendenti? Evidentemente c’è qualcosa di speciale in questa azienda (a proposito, la società di Isa e Cristiano si chiama Gica): spesso i clienti alla cassa fanno i complimenti per la gentilezza e la professionalità del personale; ai compleanni dei titolari ci sono tutti i dipendenti (che si presentano, per loro scelta, senza mariti, figli e fidanzati). «Siamo orgo-

Franco Gulli è oggi, ma in realtà lo è da molti anni, una family company: insieme al fondatore oggi in azienda lavorano le figlie Tiziana e Gabriella, il figlio Salvatore ed il genero Fabio Fragnelli (marito di Tiziana). La Itel Gulli Ascensori ha esteso il suo raggio d’azione, ha aperto una sede commerciale a Lecce, ha venduto ed installato impianti in diverse zone d’Italia, ma il core business dell’azien-da resta ovviamente legato alla città capoluogo. «Alla tradizione - spiega Tiziana - abbiamo saputo affiancare

decidono di dare vita alla prima realtà europea che si occupa specificamente di “Information Visualization e User Experience Design”, cioè di progetta-zione e sviluppo di servizi digitali che hanno l’obiettivo di generare informa-zione utile all’utente. Per semplificare, si può dire che VISup realizza software che, attraverso grafici interattivi, rende possibile un veloce processo di analisi di dati al fine di comprendere i fenomeni per ottimiz-zare i costi, individuare problemi o cogliere nuove opportunità.

Gli ambiti di applicazione sono i più disparati: statistiche sportive, carto-grafia, business intelligence. VISup nasce con lo spirito di inno-vare sui diversi livelli: dal prodotto, ai processi di gestione ai processi di recruitment. La predisposizione all’innovazione la si nota anche dalle relazioni con le Università che ven-gono da subito inserite in un sistema di scambio di competenze e dai molti talenti che vengono subito coinvolti. In tal senso VISup consolida le relazio-ni con molti dei professionisti e ricer-catori più affermati del settore (molti negli USA, in Europa ed in Australia) e partecipa in prima linea ad attività di divulgazione e di ricerca, fornendo supporto scientifico anche per alcuni dottorati e tesi di laurea. Il carattere innovativo e creativo dell’azienda viene riconosciuto anche da alcuni enti (nel 2008 VISup è indicata come una delle “imprese creative e innovative” della Provincia

PERSONE

gliosi di vedere che grazie al lavoro possono permettersi l’auto nuova, il mutuo per la casa. Io che sono stata una commessa, so che vuol dire», dice Isa. Ultima curiosità: resta tempo per la famiglia, con 9 negozi da portare avanti? «Sì, abbiamo due splendide figlie, e grazie alla organizzazione, alla bravura dei nostri responsabili di negozio e addetti alle vendite, riuscia-mo a crescerle senza grossi problemi».Gulli va a mille.Mille, tanti sono gli ascensori costruiti ed installati dalla ditta Gulli dal 1965 ad oggi. Un traguardo raggiunto nelle scorse settimane e festeggiato con una bottiglia di vino con etichetta speciale, fatta imbottigliare per clienti, familiari e amici. Quella creata da

l’innovazione tecnologica ed una più moderna ripartizione dei ruoli in azienda. In questo modo, e conti-nuando a garantire un ottimo servizio alla nostra clientela, siamo riusciti a tagliare questo traguardo prestigioso e speriamo di continuare a rimanere tra le aziende leader del settore».La Itel Gulli è in possesso delle cer-tificazioni di qualità Iso 9001, IQNET, Soa; ha un bacino di circa 4000 clienti e numerose partnership con aziende edili.Da Brindisi al mondo e viceversa. VISup viene fon-data nel novembre del 2007 a Milano da Daniele Galiffa e Gabriele Venier, i due soci all’epoca 27enni che, dopo essersi conosciuti online nel 2006,

Non è straordinaria una imprenditrice che chiama “gioielli” i suoi dipendenti?

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di Milano) e anche la stampa naziona-le inizia ad accorgersene. Nel primo anno di vita tutto il team è stato impegnato su alcuni progetti di rilievo internazionale e sul consolida-mento del know-how e dello “spirito VISup”, cioè quell’insieme di sogno, follia, volontà e passione che aiuta a superare le quotidiane difficoltà del piccolo studio. La continua spinta all’innovazione ha fatto sì che maturasse dentro VISup l’esigenza di fare rete con altre realtà e start-up di talento che stanno emer-gendo in Europa. È in tal senso che vanno lette tutte le iniziative che coin-volgono VISup nell’ottica di favorire la nascita di un terreno fertile per la maturazione di nuove iniziative volte allo sviluppo di una cultura creativa del fare innovazione. A questa convinzione si accompagna il lancio di ClosR.it (www.closr.it), un servizio gratuito di condivisione di immagini ad altissima risoluzione, presentato nel marzo 2009 a Smau (ha già raccolto l’adesione di migliaia di persone in tutto il mondo). Da poco VISup ha aperto un piccolo ufficio anche a Brindisi grazie ad una serie di fattori che indicano nella città

pugliese un territorio interessante su cui scommettere. In particolare per la presenza di collegamenti low-cost con Milano e il resto d’Europa, la relazio-ne con un laboratorio specializzato dell’Università di Bari, la presenza di molti talenti che, spesso, sono costret-ti ad esprimersi altrove; una politica regionale di forte attenzione all’eco-nomia della conoscenza, all’innova-zione e ai giovani. A luglio il piccolo team di VISup sarà di 14 persone di 4 nazionalità diverse e localizzato su 4 aree: Milano, Berga-mo, Lisbona e Brindisi.

Uno degli obiettivi per il futuro è rendere VISup capace di farsi promo-tore ed enzima dell’innovazione su un territorio, come quello brindisino, che potrebbe trovare nuovo vigore proprio attraverso la creazione di legami, incentivi ed iniziative che diano spazio alla creatività e al talento dei giovani. Per saperne di più: www.visup.it.Figli d’arte. Anda e Giuseppe Furfaro, rispettivamente 41 e 39 anni,

gestita da Anda e Giuseppe ha nel suo portfolio i lavori topografici per la centrale di Cerano, numerosi contratti con aziende di grandi dimensioni (Torno, Dioguardi, Fincosit, Edipower, Saipem, Sviluppo Italia Engineering, De Gennaro) ed anche una commessa all’estero (recentemente Giuseppe Furfaro è stato in Kazakistan). Ed è proprio sul filone oltrefrontiera che i due fratelli si stanno concentrando in

“Lavoriamo a Brindisi ma solo per aziende di fuori. Strano no?”

proseguono l’attività avviata a Brindisi dal padre Antonino, con la loro Socie-tà di Topografia. In azienda sono en-trati nel lontano 1987 ed oggi ne ten-gono le redini, «anche se la presenza ed i consigli di papà ci sono sempre», dice Anda. E come potrebbe essere altrimenti, visto che Antonino Furfaro da queste parti è la persona con la maggiore esperienza nel settore. Nel 1959 effettuò i rilievi per la zona indu-striale di Brindisi, poi passò all’ufficio tecnico della Montecatini, dove rimase fino al 1980. Due anni dopo si mise in proprio e comprò il primo plotter venduto nel Sud Italia. La Società oggi

questo periodo. Giocano a loro favore l’esperienza e la professionalità già acquisite, ma anche l’alto tasso tecno-logico delle strumentazioni utilizzate. «La localizzazione geografica certo non ci aiuta - ammette Giuseppe -. Se fossimo stati a Roma o a Milano tutto sarebbe stato diverso. Ma è così per l’80 per cento delle attività impren-ditoriali brindisine, quindi non ci lamentiamo». Anche se Anda rimarca un dato che fa riflettere: «Lavoriamo anche a Brindisi, ma solo ed esclusi-vamente per aziende che vengono da fuori. E questa cosa proprio non riesco a digerirla».

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Di autori locali e di loro libri ne abbiamo recensiti tanti su queste pagine. Ma quello

di questo mese è un libro sui generis, perché si propone come libro umori-stico, un filone che a livello nazionale ha grande successo ma che a livello locale era rimasto ancora vergine (eccezion fatta per Coco Lafungia, ma lì ci caliamo nel vernacolo e nel popo-lare). Silvano Di Campi, alla sua prima pubblicazione, esce in libreria con “Volevo solo abbiare un po’” (Wip Edi-zioni, collana Gli Introvabili, 13 euro). Il libro si compone di quattro catego-rie di argomenti: Costume e società (ma soprattutto scostumati); Storie di ordinaria follia; Dell’amore e altre quisquilie; Storiacce dal web, dalla tv, canzonette e canzonacce. L’autore lo presenta così: «Il dato è accertato: in Italia scrivono tutti, cani e porci! Il vero problema è che non si legge... Questo libro vuole essere uno sguardo ironico, a volte dissacrante, su ciò che ci circonda, dalla politica alla televi-sione, passando per internet, attin-gendo anche a esperienze di vita quo-tidiana, cercando di esprimere il cane che ognuno ha dentro nei suoi latrati contro il logorio della vita moderna».La categoria “Costume e società (ma soprattutto scostumati)”, è una macedonia relativa alla politica, con un po’ di satira sui nostri esponenti più illustri; qualcosa di irriverente sul Papa; il mondo del calcio fatto di persone che, nella maggior parte dei casi, non hanno né coscienza civica

né coscienza del mondo che li circonda; infine qualcosa sulle varie parentopoli e morti bianche che affliggono il paese. Da questa categoria vi proponiamo il brano “Non gioco più, me ne vado”.Acclamato a gran furore dal popolo delle primarie, per controbattere le puttanate, ma anche, l’egemonia di quindici anni del principale esponente dello schieramento opposto, Veltroni era entrato in campo in pompa magna. Con tutto il pal-lone... Dettava la regia di tutte le azioni salienti: difesa alta, marcatura a zona ripartenze, palla lunga e pedalare

VOLEVO SOLO ABBAIARE UN PO’Il brindisino Silvano Di Campi volge lo sguardo e commenta con ironia tutto ciò che ci circonda: dalla politica alla tv, passando per internet, e attingendo ad esperienze di vita quotidiana.

LETTURE

Yes we can, Yes we can, I have a dream. Io vi distruggo sai, Vi distruggo tutti Sò americano io, Yogurt marmel-lata mostarda. What’s night cò la mostarda? Mavvaffanculovà! All’ennesimo fallo da tergo ha preso e se n’è andato. Persino il pallone s’è riportato. Lascia un grande vuoto e il PD come la zita di Ceglie. Gli avversari comunque gli hanno reso l’onore delle armi. Solo Di Pietro l’ha coperto di congiuntivi...La categoria “Storie di ordinaria follia”, è una raccolta di demenzialità

a briglia sciolte, fatta sia di brani puramente di fan-tasia che di brani che attingono a esperienze perso-nali, sempre con un occhio alla quotidia-nità, con riflessioni su quanto ci siamo rimbecilliti con le

varie “raccolte punti”, su quanto le strade delle nostre città brulichino di enormi deiezioni canine, sulla maleducazione di molti utenti della strada, sulla completa mancanza di organizzazione di certi uomini in fatto di faccende domestiche non appena la propria consorte ha a che fare con problemi di salute, su gli anziani e sulla morte che ci fa tutti belli (vedesi i “coccodrilli” che numerosi media

hanno riservato a Mino Reitano post mortem, mentre in vita veniva ridico-lizzato). La categoria “Dell’amore e altre quisquilie”, in alcuni brani ironizza sull’argomento e in altri riporta (pur-troppo e/o per fortuna) esperienze vissute, forse comuni a molte persone. La categoria “Storiacce dal web, dalla tv, canzonette e canzonacce...”, cerca di descrivere simpaticamente il mondo di internet e dei blog (basta blog... troppi blog!); dei blogger con la puzza sotto il naso per i tanti che fanno il mero copia/incolla di poesie o canzoni; della faciloneria con cui ci si invaghisce di qualcuno in rete e del sesso virtuale visto attraverso lo stor-piamento di canzoni di autori celebri; riguardante invece il mondo televisivo c’è l’inflazione della De Filippi; dei talent-show; degli psichiatri e/o cri-minologi ospiti in ogni trasmissione; delle processioni dei politici e chef fra i terremotati condite da surreali vitto-rie d’ascolto del tg1; dei tormentoni televisivi sui diminutivi (“un attimino”, “un aiutino”, “tesoretto”) che ci afflig-gono a ogni piè sospinto e, per finire, altre canzonette celebri saccheggiate in canzonacce.Il libro si può prenotare in qualsiasi libreria, oppure acquistare su inter-net: www.ibs.it, www.bol.it, www.wuz.it, www.libreriauniversitaria.it, www.wipedizioni.it. La WIP Edizioni, il cui responsabile, Stefano Ruocco, è anch’egli brindisino, ha sede in Bari alla Via L. Franchetti, 29.

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ECONOMIA & CULTURA

Èraro che le piccole e medie aziende investano parte degli utili in eventi ed interventi culturali o

di promozione territoriale. Molto più spesso invece si spendono dei soldi in azioni di promozione di squadre sportive. Il gruppo Brin-Mar, di Oronzo Baldas-sarre, ha invece voluto dar vita ad un progetto che è insieme cultura e tutela dell’ambiente e del territorio: la realizzazione di un cortometraggio, accompagnato da un breve racconto sull’ulivo a firma di Antonio Caiulo. L’azienda di Baldassarre opera nel campo della sicurezza e dell’assi-stenza tecnica in ambito marittimo, e reinveste parte degli utili in interventi a tutela e salvaguardia dell’ambiente. Da qui nacque due anni fa l’idea di produrre un cortometraggio che all’amministratore della società piace definire un esempio di “cultura della tutela dell’ambiente”.Il film è stato prodotto nel 2007, la regia è di Daniele Batteselle, che si è ispirato al testo dell’avvocato Caiulo,

“L’ulivo, immagini e parole”.È stato girato nelle campagne di Ostu-ni, Cisternino, Torre Guaceto e Milano. Il protagonista della storia è Ettore Catalano, che impersona un pugliese la cui vita si svolge in simbiosi con quella di un ulivo secolare. Gli altri “attori” sono tutti gente comune della zona.Perchè è stato scelto l’ulivo? Perchè secolare, prezioso, nobile, segno di pace. Perché grazie all’ulivo si produ-ce l’olio, elemento importante per una sana alimentazione.

VEDETE IL FILMATO NELLA NUOVA SEZIONE VIDEO DEL NOSTRO SITO: WWW.TBMAGAZINE.IT

L’ULIVO CHE COMMUOVESul sito di TB il cortometraggio “L’Ulivo”, diretto da Daniele Botteselle e prodotto dalla BrinMar: una storia breve quanto coinvolgente, incentrata sulla simbiosi tra la vita di un uomo ed un albero secolare.

Il cortometraggio è stato presentato in numerosi concorsi internazionali e nazionali ed ha sempre superato le selezioni preliminari, raggiungendo la finale con buone critiche.È stato inoltre trasmesso su diverse emittenti televisive, nonché divulgato in numerose scuole in Italia e all’este-ro (Stati Uniti, Germania, Israele, Norvegia).La Brin-Mar quest’anno porrà l’attenzione su un altro argomento importante e d’attualità, quello della “Sicurezza sull’ambiente di lavoro”.

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Vampiri di mattina È la mia prima volta,mandatemi un sms con un’idea«Potrei parlare di tante cose, tranne che di basket, ma non vorrei sbagliare. E allora...»

OPINIONI

Bene… eccomi qui a confrontarmi con una nuova rubrica, senza averne

deciso anticipatamente temi ed argomenti. Il direttore, in un impeto di generosità, mi ha pun-golato per trovare un’idea, qual-cosa che solleticasse la curiosità dei lettori. Ma per primo ha visto i miei occhi spaesati ed increduli, per l’incapacità di capire cosa vada bene per il solletico. Allora ci siamo presi un po’ di tempo, giusto quello per sorseggiare un cappuccino, sperando che sospese in aria ci fossero brillanti idee il cui solo destino era quello di incocciare le nostre menti, e non di venire invece da esse partorite. Come in un incontro amoroso tra due adolescenti in forte imbarazzo, qualcuno ha dovuto rompere il ghiaccio e par-lare per primo. Allora ho subito chiarito che la pallacanestro non era nella lista degli argomenti che più mi piacerebbe trattare. Un po’ per dare orizzonti diversi ai miei interessi, o in conside-razione del fatto che i canestri dei quali io sono esperto sono quelli di un campionato di serie C2, un posto così lontano dalla Lega2, appena conquistata sul campo, che sembra quasi essere uno sport diverso. Ma soprattutto perché è difficile trattare con cognizione di causa una cosa che sta tanto a cuore agli sportivi brindisini. Perché bisognerebbe essere presenti agli allenamenti, informarsi, guardare tutte le par-tite, magari anche quelle delle concorrenti dell’Enel Brindisi che vengono trasmesse su Rai Sport; e poi, doverosamente, seguire con attenzione i programmi spor-tivi del lunedì o del martedì sera. Ma chi li conduce, brillantemente

da tanti anni ormai, ha troppo vantaggio, e bisognerebbe assi-stere a migliaia di allenamenti, leggere centinaia di quotidiani, navigare per ore tra Basketpuglia.it o Lega2basket.com per provare a colmarlo. E poi… proprio in quelle sere sul 110 di Sky c’è il Dottor House. Vuoi mettere…!Allora il nostro direttore ha but-tato lì un’idea: “Potresti scrivere di alcuni angoli della città che sono molto caratteristici…”Questo mi piace, parecchio. Perché sono profondamente innamorato della mia città, della strana incoerenza che hanno alcune strade del centro storico quando si aggrovigliano di auto e di ragazzi che vanno in giro per lo struscio serale. E sono un vero esperto di quei vicoli, della lucentezza delle basole quando è piovuto, della loro durezza quando cadi mentre stai rincorrendo un pallone, della magia di un calcio di rigore tirato contro il portone del tempietto di San Giovanni al Sepolcro. Amo l’atmosfera storica che si respira negli scavi davanti alla Scuola E. De Amicis, quando si scendeva a recuperare il pallone stando attenti a non mettere i piedi su una siringa. Adoro quel piccolo arco in una delle stradine su via Lata, quello che ricorda così tanto il Ponte dei Sospiri di Vene-zia. Impazzisco per le scalinate del Monumento al Marinaio, specie al gradino numero 17, dove diedi il mio primo bacio in assoluto ad una ragazzina goffa e impaurita quanto me. E di posti così questa città ne è piena, e se il nostro direttore non si renderà conto dell’errore che ha fatto nel concedermi questo spazio magari ve ne parlerò in seguito.Oppure potrei raccontare delle

sensazioni provate, da lettore, davanti a notizie scritte da altri su quotidiani e quant’altro. Ma potrei sembrare uno non tanto capace di scrivere di suo, uno che decide di regalare commenti sulle idee degli altri, decide di diventare un critico. Una volta sentii uno scrittore di successo dire una frase sibillina alla sua platea di critici letterari: “Credo che il vostro mestiere sia stato un ripiego davanti all’incapacità di scrivere di vostro pugno”. Un grande…

e dopo un commento sulla scel-lerata iniquità di cui si macchia chi lo insulta solo per il colore della pelle, il nostro Zichichi del centrocampo laziale inciampava sulla più prosaica buccia di banana, dicendo: “Penso che gli extracomunitari, quando commettono un crimine nella nostra Nazione, debbano essere puniti doppiamente rispetto ad un italiano.”Già… metti il caso che un italiano e un turco vengano arrestati per un po’ d’erba a Istanbul, e

rubrica è fissato intorno alle 1000. Allora me ne restano poche per finire questo pezzo, primo numero di una rubrica il cui argomento è stato confessare di non avere bene in mente l’argo-mento da trattare.

Potrei dire di musica, del perché le radio, quando ripropon-gono il passato, ci

massacrino con la Terra Promessa di Ramazzotti e mai con la Casa del Serpente di Fossati. E poi nei karaoke di Battisti, dove si canta di Non è Francesca e mai della Luce dell’Est…Magari parlare di film, di quelli che vale davvero la pena vedere. Anche se non credo che a molti interessino i giudizi di uno che tra i cinque film più belli di sempre ci mette “Lo chiamavano Trinità”, con Terence Hill.Di politica ne so poco quanto nulla, e non mi cimento. Anche se sarebbe bello commentare le frasi toccanti che tutti i candidati delle scorse elezioni al Comune e alla Provincia hanno messo

«Potrei raccontarvi del gradino 17 delle scale

del Monumento. Quello del mio primo bacio»

Quindi non so se lo farò. In seguito. Perché adesso sì, adesso vi dico cosa mi ha colpito quando ho letto l’intervista fatta ad un calciatore della Lazio. Questo genio della dialettica e della sintassi diceva la sua sui cori razzisti di cui era vittima Mario Balotelli, suo collega e astro nascente dell’Inter e di tutto il nostro mondo pallonaro. Dopo una sviolinata verso il grande talento del giovane attaccante

l’indigeno si becca un semplice colloquio con gli psicologi del Sert mentre il nostro connazio-nale diventa l’interprete del film “Fuga di Mezzanotte”. Provate a chiedere un parere ai parenti dei ragazzetti beccati con un po’ di erba a Corfù, a Smirne, oppure finiti in qualche bel residence circondariale di Medellin.Il computer indica che a Medellin ero a 782 parole, e il direttore mi ha detto che il limite di questa

nei loro cartelloni. Alcune erano talmente geniali che persino il grande Oscar Wilde, cultore di massime e aforismi, si sarebbe tolto tanto di cappello.Allora potrei fare così: 340-3542548. Un sms, magari vi scappa un suggerimento, un’idea grandiosa.997 parole, stiamo sforando. Devo chiudere. Un saluto a tutti.E vado che comincia il Dottor House…

di Stefano La Monica

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LA DOLCE VITA vini, sapori, luoghi, eventi, persone

Il Booba Beach ritorna e spera di bissare il clamoroso successo ottenuto lo scorso anno. La spiaggia di cesare Scagliarini, gestita in collabo-razione con tutta la sua fami-glia, si ripropone più fresca e frizzante che mai, e con un programma serale che la farà vivere quasi 24 ore su 24. «Il grande succesos ottenuto nell’estate del 2008 ci ha fatto capire che l’investimento che avevamo fatto era stato giusto, ma non ci vogliamo sedere sugli allori e abbiamo pensato di offrire qualcosa in

ESTATE 2009

IL SECONDO ANNO DEL BOOBA BEACH

FUORI CASA

La spiaggia di Cesare Scagliarini è una delle poche vivibili giorno e notte. E offre tante novità

più ai clienti delle nostre 54 cabine e a quanti ci verranno a trovare nelle ore serali», dice Scagliarini. E allora, di giorno bagni, giochi, relax sui lettini e sotto gli ombrellini in paglia. A pranzo un pasto veloce e leggero al self service. A cena invece il lido cambia volto e diventa una romantica cornice per cene a lume di candela e serate di musica e divertimento.Si inizia il mercoledì con la Pizzica e la Taranta (a caura dei Malvasia), il giovedì è tutto italiano con Diego Dj, il venerdì “Night Fashion Booba” (musica house), il sabato avrà protagonista Mino Molfetta, il fondatore di Cic-cioRiccio, con una sua serata Club-Revival che promette scintille.Il Booba si trova a due passi dal Lido del Carabiniere, sulla litornaea Nord che dal Casale conduce ad Apani. È la spiaggia ideale per quanti non amano la cabina ma vogliono affittare giornal-mente ombrelloni, lettini, spiaggine. È il posto ideale anche per festeggiare com-pleanni ed altre ricorrenze importanti in una location speciale. Prenotazioni e ulteriori informazioni: www.boobabeach.it, [email protected], 0831.528562, 349.2970521.

BASKET A Gallipoli il Jam Camp

Il “Basket Jam Camp”, il più rinomato tra i Camp estivi italiani dedicati alla pallacanestro,

sbarca nel Salento. Gli organizzatori, i fratelli brindisini Roberto e Danilo Milocco della “Icaro Eventi” ed il loro collaboratore per la location pugliese Gianvito Guadalupi, aspettano tutti i giovani appasionati di basket a Galli-poli, dal 6 al 12 luglio.“Un evento da non perdere assoluta-mente - ha dichiarato coach Peterson- che arriva in Puglia dopo quasi quindici anni di esperienza maturata in tutta Italia”. Il Jam Camp 2009 si svolge a Giardini Naxos-Taormina (sede storica), in Versilia a Marina di Massa e Carrara, e per la prima volta a

Gallipoli-Taviano.La manifestazione è organizzata in collaborazione con la FIP Puglia, e include anche il “Jam Camp for girls”, il primo camp specialistico d’Italia dedicato esclusivamente alle donne.Il Camp è aperto a tutti i ragazzi e le ragazze dagli 8 ai 21 anni, offre ai suoi camperslezioni e allenamenti mirati, tornei individuali e di squadra. Gli iscritti vivranno a stretto contatto con i più grandi campioni e allenatori del mondo del basket: da Dan Pe-terson agli allenatori internazionali, dai campioni della serie A e della Nazionale ai Da Move...Tutti gli iscritti e gli istruttori riceve-ranno in regalo il Kit d’abbigliamento

tecnico e le scarpe da gioco della Reebok.Il Jam Camp è anche una splendida vacanza. Un’esperienza aggregativa che prevede momenti direlax e diver-timento al mare e in piscina, serate organizzate con giochi e animazione, eventuali gite ed escursioni guidate.Inoltre, le splendide strutture ricettive di alta qualità della “CAROLI Hotels” che ospitano il Camp a Gallipoli (“Club Bellavista”, villaggio-ecoresort “Le Sirenè” e “Joli Park Hotel”) offrono anche a parenti e accompa-gnatori al seguito la possibilità di vivere una vacanza unica, grazie alle vantaggioseconvenzioni a loro dedicate.

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LA DOLCE VITA vini, sapori, luoghi, eventi, persone

Il Circolo Ippico Mitrano di Brindisi e la Federazione Italiana Sport Equestri conti-nuano l’azione di promozione degli sport equestri. Dopo la chiusura dei progetti formativi “Il cavallo nella scuola: una favola che diventa realtà” e “Un Cavallo per ami-co” rivolti a circa 1000 alunni delle scuole elementari di Brindisi e provincia, il Circolo ha programmato la realizza-zione di corsi di equitazione per rendere l’approccio con il cavallo alla portata di tutti. Infatti dal mese di giugno e sino a settembre, oltre ai normali corsi di avviamento all’equitazione che permet-tono agli adulti di montare un cavallo, ha programmato tre stage di perfezionamento dell’equitazione riservati a cavalieri ed amazzoni che hanno già esperienza con questa disciplina e vogliono migliorare le conoscenze e le loro capacità tecniche a cavallo. Il Circolo Ippico Mitrano mette a disposizione cavalli docili ed addestrati in piano e nel salto ostacoli e idonei a rilas-santi passeggiate. Gli stage mensili strutturati in dieci lezioni ognuno, tenuti da un Maestro di Equitazione Federale, inizieranno i primi giorni di ogni mese ed avran-no una cadenza settimanale. Ai partecipanti sprovvisti sarà rilasciata la regolare patente Fise e, a fine corso, un atte-stato di frequenza. Il Circolo effettuerà anche un un corso finalizzato al conseguimento del brevetto Fise.

SPORT EQUESTRI

DUE CIRCOLI IPPICIPER GLI AMANTI DEI CAVALLI

BASKET A Mesagne il Torneo dei Messapi

FUORI CASA

A Mitrano e in Contrada Milella tante iniziative (per grandi e bambini) e possibilità per imparare

Ancora alcuni dettagli e poi il via alla settimana edizione del Torneo Internazionale di basket Terra dei Messapi - Memorial Gigi Melone. Otto le formazioni che dall’11 al 15 Luglio trasfor-meranno Mesagne in una città mondiale della pallacanestro. Si contenderanno la prestigiosa manifestazione Al Ryadi Club di Amman (Giordania), Charleroi (Belgio), Kaunas (Lituania), Korisfa Sport Club di Nagykrös (Ungheria), Basket Calimera, Enel Brindisi, Polisportiva San Vito e Mens Sana Mesagne. Le partite saranno dirette da giovani arbitri provenienti da Ragusa, Trapani, Siracusa e Napoli accompagnati dall’Istruttrice nazionale Katia Nicoletti di Priolo Gargallo. Main sponsor dell’evento è Falcon Service s.r.l. di Brindisi, azienda

leader nel settore metalmeccani-co. Hanno concesso il patrocinio al torneo la Regione Puglia, la Provincia di Brindisi, il Comune di Mesagne, la Polizia di Stato e il Coni Regionale, mentre hanno assegnato un premio di rap-presentanza il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il Presidente del Senato e della Camera dei Deputati. Per la promozione dei prodot-ti della nostra terra, a tutti i partecipanti alla manifestazione sarà consegnata una bottiglia di vino “Terre di sole” della Cantina produttori agricoli di San Pancrazio Salentino. Nel corso della cerimonia di apertura sarà premiato il giornalista Miche-le Princigallo di San Severo, collaboratore della Gazzetta dello sport e Superbasket.

Gli interessati per informa-zioni ed iscrizioni possono contattare la segreteria del

Circolo, sita in Contrada Mi-trano a Brindisi, superstrada 379 per Bari (uscita aeropor-

to) ogni pomeriggio dalle 17 alle 20 o telefonare allo 3480009024 – 3479921347 o

visitare il sito web all’indirizzo internet www.circoloippico-mitrano.eu.Quanti vogliono cimentarsi con l’ippica possono rivol-gersi anche al “Centro Ippico Brancasi”, attivo dal 2007 in contrada Pilella, anch’esso affiliato alla Fise. Il progetto del Cib nasce dalla passione e dall’amore che il fondatore Angelo Molfetta, nutre per il cavallo, da lui sempre definito un nobile e meraviglioso compagno di avventura. Il Circolo Ippico spera di riuscire a far crescere la vera passione per l’equitazione, ma soprat-tutto infondere in chi si avvi-cina a questo sport l’amore per il cavallo, imparando, oltre a montarlo, anche e soprattutto ad averne cura. Al Brancasi viene data molta importanza alla scuola pony (che ad oggi conta una ven-tina di bambini di età com-presa tra i 6 ed i 12 anni)in cui attraverso il gioco, si inizia ad entrare in contatto con il cavallo facendo scoprire in lui un amico con cui condividere all’aria aperta momenti bellis-simi. Avvicinandosi a questo sport, i bambini partiranno dal come sellare i pony per iniziare a praticare l’equita-zione a monta inglese arri-vando, alla fine di un percorso didattico, al salto ostacoli.Il maneggio offre oltre alla pensione anche l’addestra-mento cavalli, ed è impor-tante precisare che i cavalli ogni giorno (tempo meteo-rologico permettendo) sono tenuti fuori nei diversi pad-dock in piena libertà. Si tenga inoltre conto che vista la pre-senza di ventiquattro cavalli, di cui cinque pony, il Circolo nei fine settimana è regolar-mente meta di famiglie che vogliono trascorrere delle ore all’aria aperta soffermandosi a seguire gli allenamenti.Per ulteriori informazioni: 331-3701744 o [email protected].

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SPAM 0831 La satira di TBIl contenuto di questi articoli è completamente inventato. Però...

SUPERMAX RULESFERRARESE SI INSEDIA ALLA PROVINCIA: ECCO COSA CAMBIERÁ

La rivoluzione è pronta. È scritta in poche pagine, vergate a mano da Lui

in persona e firmate con le sue impronte digitali. Perché solo gli umani come Michele Errico firmano ancora con la penna. Lui no. Lui è Lui. Spam 0831, il giornale prefe-rito da SuperMax (insieme a Senzacolonne) è in grado di anticipare cosa cambierà alla Provincia.1) SuperCar. L’auto blu del presidente sarà donata in beneficenza a Michele Sac-comanno e Maurizio Friolo. L’autista dell’Amministrazione avrà l’onore di guidare le auto personali di SuperMax, che saranno parcheggiate tutte quante (su apposita autoriz-zazione prefettizia) in piazza Santa Teresa. L’autista è stato incaricato di allontanare eventuali ragazzini intenzio-nati a giocare ancora a calcio sulla piazza. Per loro sarà realizzato un apposito campo su piazzale Lenio Flacco (di basket ovviamente, basta con questo calcio, sport da pove-racci!). Qualcuno dello staff ha proposto di farlo in largo San Paolo, sotto l’ufficio dei Barretta, così imparano ad appoggiare Saccomanno. Ma la proposta è stata bocciata per quieto vivere. L’autista di SuperMax avrà inoltre l’inca-rico di sparare a vista ai pic-cioni che potrebbero imbrat-tare le auto presidenziali. Onde evitare l’uso delle armi,

la prima delibera di giunta vieterà il volo dei piccioni sull’intera piazza. Nessun divieto invece sarà previsto per i piccionazzi di terra. 2) Grandi Acquisti. Vinta la campagna elettorale, Super-Max potrà finalmente allestire il suo SuperTeam. All’Enel Basket approderanno Kobe Bryant e Lebron James, ma se questo non dovesse bastare a raggiungere l’A1, Ferrarese volerà personalmente a Chicago (volerà lui, personal-mente, mica con l’aereo) e convincerà Michael Jordan a “scendere in campo”. Ha già pronto il discorso: «Se l’ho fatto io, puoi farlo anche tu.

Di nuovo». I tifosi dell’Enel Basket possono dunque stare tranquilli: il piano B, quello che Antonello Corso avrebbe attuato in caso di sconfitta di SuperMax, è stato annullato. Peccato, perché, Carmine Spinosa e Roberto Cordella avevano già ripreso gli alle-namenti e sembravano anche abbastanza in forma.3) Rassegna Stampa. Tutti i dipendenti della Provincia saranno obbligati a leggere ed imparare a memoria, ogni giorno, Senzacolonne. Il quo-tidiano del Grande Salento si trasformerà nel Quotidiano della Grande Provincia del Salento, ed a partire da

agosto regalerà ai brindisini una serie di 12 poster di Ferra-rese, recanti le foto più entu-siasmanti della sua campagna elettorale.4) Maxischermo. Il lunedì mattina sarà per i dipendenti della Provincia un giorno di semi-riposo. Potranno guar-dare la partita dell’Enel Basket sul megaschermo che sarà allestito nel Salone di Rappre-sentanza.5) Interviste. Al fine di poter svolgere al meglio il ruolo assegnatogli plebi-scitariamente dagli elettori, SuperMax sarà costretto (suo malgrado) a diminuire gli impegni con i giornalisti e contingentare il numero delle interviste. Ogni settimana Senzacolonne avrà diritto solo a 6 interviste; 3 per Quoti-diano e Gazzetta del Mezzo-giorno; 1 per Agenda Brindisi. Per le Tv: Studio 100 solo 14 interviste, TeleRama 12, Puglia Tv e Trcb 10. Nelle ore in cui il presidente non potrà andare in onda, le emittenti potranno ospitare in studio una sua gigantografia quasi realistica (con audio pre-registrato), così giornalisti e telespettatori non sentiranno la mancanza di SuperMax.6) Security. La guardiania del Palazzo della Provincia passa alla security che si occupa del PalaPentassuglia. Tutte le mattine ogni dipendente dovrà mostrare il proprio abbonamento-pass, ma non

Le sue auto saranno parcheggiate su piazza Santa Teresa. Per l’Enel Basket in arrivo Kobe Bryant e Lebron James (in caso di sconfitta erano stati opzionati Roberto Cor-della e Carmine Spinosa). Tutti i dipendenti dovranno leggere Senzacolonne e indos-sare le magliette della squadra di basket... Al Bano vicepresidente

potrà entrare se non indossa la maglietta dell’Enel Basket. All’ingresso del Palazzo sono in fase di allestimento quattro postazioni per le tv, per riprendere ogni giorno l’ingresso e l’uscita del Pre-sidente e della sua squadra. Solo Antonio Celeste però potrà rivolgere domande a SuperMax, stando bene attento a non rovinargli la giornata con quesiti troppo impegnativi. In tutto il Palazzo sarà messo il parquet per dare un’immagine più sportiva allo stabile.7) La Squadra. Pronti i nomi per la SuperGiunta. Nessun dubbio sul nome del vice: Al Bano avrà la delega alla Musica, al Tempo Libero e al Turismo. Sarà anche testimo-nial della Provincia di Brindisi all’estero. La coppia ha già definito il programma. Non quello politico, ma quello delle date dei concerti del tour estivo nei vari comuni che hanno votato a mani basse per Ferrarese. Torre Santa Susanna, San Vito e Carovigno (paesini che non hanno compreso la bontà del laboratorio politico di centro-sinistra) saranno escluse dal tour. In giunta dovrebbero entrare come tecnici esterni Aleandro Muro e Claudio Bomba Bonaccorsi. Al PD, per il grande apporto dato per il successo di SuperMax, sarà assegnata la pulizia dei cessi del primo piano.

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Cambia tutto. Dopo attenta e lunga riflessione con

l’unica persona che stima, la sua ombra, il nuovo primo cittadino ha deciso che serve una svolta. Apre dunque alle tante istanze di cambia-mento che la città gli ha fatto pervenire durante la campa-gna elettorale, e forte della sua affermazione personale è pronto e deciso a svolte epocali. Eccole.1) Tre tecnici in giunta. A fare da contrappeso alla consueta ignoranza e incompetenza degli assessori politici, in giunta entreranno tre tecnici scelti direttamente da Men-nitti. Il sindaco ha già scelto i nomi ma non vuole bruciare le carte. Sappiamo comunque che si tratta di un idraulico (assessore alla Città d’Acqua), di un falegname (ai Lavori Pubblici) e una escort d’alto bordo. In effetti questa è la figura che sembra incuriosire di più: al momento si sa solo che si tratta di una donna (il sindaco ha decisamente rifiutato l’ipotesi di accogliere in giunta travestiti), e che è stata segnalata da ben noti ambienti romani. Non si sa quale assessorato le sarà affidato. In molti però sperano che Mennitti non le dia una scrivania ma la faccia stare sotto le scrivanie degli asses-sori (a turno, uno alla volta).2) SuperMauroBros. D’Attis, il consigliere più votato della città, e forse l’uomo che tutte

le brindisine vorrebbero avere accanto (almeno per qualche secondo), diventa ufficial-mente il delfino di Mennitti. Sarà lui il prossimo candiato sindaco del PDL, ma deve farsi carico dell’impegno più gravoso: nei prossimi cinque anni dovrà riuscire a far capire ai brindisini che cosa è questa cazzo di Area Vasta.3) Porte aperte. I sudditi saranno ricevuti da Mennitti ogni lunedì mattina, dalle 9.00 alle 9.05. Chi desidera davvero parlare con il sindaco (ammesso che ci sia qualcuno che voglia farlo) dovrà indovi-nare in quale stanza di Reggia Nervegna il primo cittadino si trovi. In ogni caso non saran-no ammesse strette di mano e altro tipo di contatto fisico. Probabilmente, per evitare rischi di contagio da febbre suina, sarà possibile parlare al

IL SINDACO SI REINSEDIA AL COMUNE / ECCO COSA CAMBIA

La satira di TB SPAM 0831Il contenuto di questi articoli è completamente inventato. Però...

primo cittadino solo da dietro una vetrata.4) Giovedì al mercato. Dopo essere stato costretto, in campagna elettorale, a fare una passeggiata al mercato settimanale del giovedì, come tutti i comuni mortali candidati sindaci, Mennitti intende confermare questo estremo gesto autopunitivo per dimostrare che la sua svolta è reale. Ogni giovedì sarà al mercato di Sant’Elia, dalle 9 alle 10, accompagnato da moglie e figli. Non saranno ammessi acquisti nè accettati regali dai commercianti. Il sindaco si limiterà al massimo a degustare qualche oliva e piccoli pezzi di formaggio. In ogni caso, ogni cosa dovrà essere preliminarmente assaggiata da Luigi Vitali, che dopo aver fatto diventare Ferrarese presidente della

IL NUOVO MENNITTI I sudditi saranno ricevuti, dalle 9 alle 9.05. Parlerà con tutti, ma a debita distanza. Massimo Galantucci e Jenny Ribezzo potranno entrare al Verdi, ma solo come maschere. Ogni giovedì il primo cittadino visiterà il mercato di Sant’Elia, evitando acquisti. E in giunta entra una escort, segnalata da ben noti ambienti romani...

strare di essere buono e al di sopra delle parti, Mennitti dal prossimo mese curerà una sua rubrica personale sul nostro magazine, l’unico che in questi cinque anni ha osato criticarlo per alcune scelte infelici. Il sindaco prenderà il posto di Dario Bresolin, che non gli stava tanto simpatico. Il direttore di questo giornale, da sempre attento ai valori e alla coerenza, messi sul piatto della bilancia l’ormai decebn-nale amicizia nei confronti di Bresolin e l’opportunità di in-camerare un po’ di pubblicità del Comune, dopo una timida iniziale resistenza ha deciso di promuovere Bresolin a curatore dell’importantissima pagina del Sommario. La sua rubrica, intitolata “Le dita nel naso”, passa a Mennitti e cambia titolo: “Ve l’ho messa nel culo”.

Provincia del centrosinistra (anziché del centrodestra) è stato promosso dal signor Berlusconi a degustatore uffi-ciale del sindaco Mennitti.5) Il Verdi per tutti. Il nuovo teatro non sarà solo la casa delle grandi opere e dei grandi artisti. Vi potranno accedere anche attori e registi locali, come Massimo Galantucci, Tonino Funtò, Jenny Ribezzo e Tonino Zuccaro, strenui difensori di quella lingua incomprensibile e senza alcun dubbio zambra chiamata vernacolo. Il sin-daco ha deciso che potranno fare le maschere. Ma durante gli spettacoli dovranno evitare qualsiasi termine dialettale che potrebbe risvegliare dal sonno i circa 100-150 presenti (quasi tutti non paganti) dei grandi eventi teatrali.6) Scriverà su TB! Per dimo-

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42 TB LUGLIO 2009E SE ARRIVASSE ORA LA FINE CHE SIA IN UN BURRONE, NON PER VOLERMI ODIARE, SOLO PER VOLER VOLARE

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WWW.TBMAGAZINE.IT TB 43E SE TI NEGA TUTTO QUEST’ESTREMA AGONIA, E SE TI NEGA ANCHE LA VITA RESPIRA LA MIA

TUTTOBRINDISI FOTOGRAFIA

Meglio tardi che mai

di Maurizio Piccinni LeopardiMULTIMEDIA STUDIO

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Senza titolodi Stefania Petracca

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LA PIÚ BELLA DEL MESE

ElleKappa su Repubblica del 20 giugno

Voci di popolo lettere, email, fax, sms

PARLANO I LETTORI

Che suora!Salve,sfogliando la vostra rivista e precisamente quella del mese di giugno, a pagina 10-11, sono stato colpito nel vedere una per-sona a me cara, “suor Eugenia”.Una persona di cui non ho mai avuto dubbi sulla sua sincerità d’animo e dell’amore per il pros-simo, suor Eugenia è stata colei che mi ha accompagnato durante il cammino formativo spirituale, anche i miei figli a distanza di anni anno avuto l’onore di essere tra coloro che hanno avuto come insegnante e poi come catechista suor Eugenia. Vedendo quella foto mi viene spontaneo chie-dervi come posso rintracciarla e vi sarei infinitamente grato se mi inviaste quella foto. Ringra-ziandovi anticipatamente non mi resta che salutarvi.

Maurizio D’Alessandro

La MonicaAd onor dei brindisini va detto che la casa editrice Altrerighe è di Napoli ma la socia che ha curato in particolare la pubbli-cazione del libro di Stefano La Monica è assolutamente brindi-sina (Carla Saponaro) anche se vive e lavora a Napoli, appunto.

Alessandra Amoruso

No al non votoPartendo dal presupposto che “votare” oltre ad essere un “diritto” è anche un “dovere”, propongo che sia impedita ogni forma di lamentela o recrimina-zione nei confronti del governo di turno (a livello locale, pro-vinciale, regionale e nazionale) a coloro che non sono andati a votare, salvo per quelle persone che presentano un’accertata impossibilità di recarsi ai seggi elettorali. Non votare equivale ad offendere la nostra storia.

Come è possibile che quasi il 50% dei brindisini non abbia votato ai ballottaggi? Qualcuno potrebbe rispondere che non si sentiva rappresentato da Brigante o Mennitti, da Ferrarese o Saccomanno. Va bene. Ma in tal caso vai alle urne e lascia la scheda in bianco. Non riesco a tollerare la scelta di non votare. Ci sono popoli nel mondo che vorrebbero avere la possibilità di dire la propria e invece sono oppressi da regimi dittatoriali, altri che invece sono arrivati a godere di questo diritto a costo del sangue. Non votare è rendere vano il sacrificio di coloro che si sono sacrificati. Ripeto: scheda bianca SI perchè equivale ad esprimere un totale dissenso, astensionismo NO perchè equi-vale a non voler partecipare alla vita sociale e, peggio ancora, a fregarsene del passato. Chiudo con una provocazione: obbli-ghiamo coloro che non vanno a votare a versare 5 € al Comune. Conoscendo i brindisini, molti andrebbero a votare.

Vincenzo Strati.

Ancora su Antonino & CoCaro direttore, ti seguo con pia-cere ormai da anni, ma questo l’ho scoperto solo da pochi giorni. Sono un riformista conservatore, quindi riformo ma conservo anche. Mi è capitato quindi che, dopo aver tanto conservato stavo riformando e, sfogliando alcuni numeri della Nuova Meridiana di dodici anni fa, ho letto il tuo nome. Non so ancora se riformare (lo spazio nel mio armadio) o conservare (con la possibilità di poter fare delle piacevoli o curiose scoperte come quella che ti riguarda). Leggendo quasi sempre TB, spesso mi viene voglia di commentare i vostri articoli,

sia quando sono d’accordo che quando non lo sono. Ma spesso le varie ed eventuali che riem-piono le mie giornate prima mi fanno rimandare il momento della scrittura per poi farmi addirittura rinunciare. Stavolta, a differenza delle altre volte, mi siedo e scrivo, rimandando le altre cose. Il tuo editoriale di giugno che si apre con lo stupore del signor Puca, mi ha dato quello stimolo in più per mettermi a scrivere, io che non scrivo mai. Visto che lo chiedi, ti dico che io sono uno di quei brindisini anti-Antonino che qualche anno fa ha contribuito a quel risultato bulgaro che arrivò a superare il 70% delle preferenze. Vorrei giustificarmi per quell’er-rore. Se ogni tanto rileggessi gli articoli o i giornali che conservo, avrei saputo che Antonino era già un consigliere comunale (leggi “vecchio volpone”) prima della sua candidatura a sindaco, non era uno sconosciuto. Se avessi seguito il mio istinto, non avrei votato uno che mantiene la mag-gioranza passando da destra a

sinistra...Già, ma la seconda volta l’ho votato e so anche perché. Sono caduto anch’io nella trappola che lui e i suoi compagni avevano costruito. Il fatto è che Antonino ha saputo fare leva su alcune cose per le quali il comune cittadino è rimasto sbalordito. Ha saputo gettare il classico fumo negli occhi. Anche io, semplice citta-dino, stanco delle solite cose di Brindisi, sono stato affascinato da questo personaggio che durante i suoi mandati ha rimesso a nuovo i monumenti, ha chiuso i corsi, ha stretto accordi con camere di commercio del Veneto, diceva di riattivare il porto con il traffico dei container…, tanto che non riuscivo a vedere più in là del mio naso, neanche quando il fumo si stava diradando. Poi, il primo arresto. È vero che Antonino non è l’unico e neanche il peggiore (pur-troppo), ma se oggi ci sono tanti anti-Antonino è perché lui aveva saputo creare una illusione, una (falsa) speranza, cui è seguita una

fortissima delusione perché chi aveva creduto in un cambiamento ha visto invece un precipizio, e l’ha visto dopo esserci caduto. Mi associo pienamente alle parole del signor Puca e anche se sono consapevole (oggi) che tanti con-siglieri di Antonino sono ancora lì, come il signor Puca sono schifato, oltre che sbalordito, dal fatto che il vice di Antonino sia diventato il candidato sindaco del PD. Se è vero che Brigante è uscito pulito dalle inchieste che hanno portato all’arresto di Antonino & soci, non è possibile che lui, il vice sindaco, stava lì che non vedeva e non sapeva niente. E tu caro Fabio, che rimproveri i tuoi let-tori/scrittori di non firmarsi, tu ti comporti come loro: denunci “gli stessi che all’epoca chiedevano incarichi ad Antonino, e che negli ultimi cinque anni hanno chiesto poltrone a Mennitti”, ma senza fare i nomi. Leggo il tuo giornale perché è una valida alternativa agli pseudo giornali che abbiamo a Brindisi, ma se solo ti spingessi a fare qual-che inchiesta d’assalto, a raccon-tare i fatti oltre che a commentarli, sarei disposto anche a pagarlo, il tuo giornale.

Martino Guadalupi [email protected]

Caro Martino, grazie per i com-plimenti e per i suggerimenti. Quanto ai nomi, in qualche numero del giornale sono stati fatti. In merito ad Antonino, i risultati delle elezioni dicono tutto. Ora spero (e credo che sia anche la sua speranza), che la città possa vivere guardando al futuro, piuttosto che alle proprie spalle e alle ombre di Antonino & Co. Continui a seguirci. Perché di lettori come lei sono orgo-glioso. (fm)

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Liste Nozze

Illuminazione

Idee regalo

Arredamento

Cucina

Accessori Vino

TUTTOBRINDISI FOTOGRAFIA

Screensaver

di Cosimo Prontera

Questa rubrica (ideata da Massimo Guastella) è aperta al contributo di fotografi professionisti e appassionati di fotografia. Pubblichiamo volti, paesaggi, eventi, scene di vita cittadina. Alla fine dell’anno organizzeremo una mostra fotografica: gli scatti saranno venduti ed il ricavato sarà devoluto in beneficenza ad associazioni di volontariato brin-disine. Se volete partecipare, inviate le vostre foto all’indirizzo e-mail: [email protected].

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Turista per casa di Mario Lioce

Ma davvero sappiamo “chi siamo”? Io ne dubitoFin quando la politica non riuscirà a ridefinire l’identità di Brindisi, il progresso economico resterà lontano

OPINIONI

Chi siamo? Questa domanda risulterebbe maggiormente

appropriata sulla bocca di qualcuno che cerchi di fare del suo pubblico una comunità più unita. Oppure è il genere di domanda retorica che un leader politico potrebbe sollevare a un raduno di partito. In tali situazioni assume un significato tipo: “quale idea unificante possiamo trovare che ci renda meno simili a una folla e più simili a una comunità, meno simili a gente messa insieme dal caso e più simili a persone unite da un comune obiettivo?”. “Chi siamo?” è una domanda assai diversa dalla tradizionale domanda filosofica “che cosa siamo?”. Quella intorno al “che cosa” è una domanda scientifica o metafisica; di contro, la domanda intorno al “chi” è politica, ed infatti viene spesso posta nel tentativo di forgiare, o riplasmare, una identità sociale, storica, morale. Ma noi, in realtà, ci siamo mai chiesti consapevolmente chi siamo? Alle trascorse elezioni, uno slogan del sindaco uscente recitava con granitica convinzione “Ora sappiamo chi siamo”. Invidio le sue certezze. Durante lo scorrere dei secoli abbiamo perso la nostra identità storica, evaporata come le vestigia che rappresentavano

la grandezza di una città fisicamente strategica. Gli ultimi decenni hanno visto un progressivo quanto inesorabile allontanamento dalla nostra vocazione di città di mare: la pesca è ridotta al lumicino, il turismo delle navi attraccate ai nostri moli - che in passato tanto ci faceva imprecare - è praticamente scomparso e un abusivismo impietoso ha lacerato la bellezza delle nostre coste. La grande industrializzazione iniziata sull’onda del boom economico italiano è implosa: oggi ci ritroviamo a contare le aziende locali fallite, le multinazionali che ci hanno abbandonato e le residue imprese che per sopravvivere si barcamenano tra licenziamenti e cassa integrazione. La stessa

Quale elemento, che non sia la semplice appartenenza al territorio, ci distingue, ci caratterizza o ci accomuna? Sarei felice di ricevere risposte che io fatico a trovare. Il problema è che in mancanza di una visione identitaria è difficile individuare un obiettivo, e la mancanza di un obiettivo determina la difficoltà di trovare una direttrice da percorrere. Le elezioni appena trascorse hanno moltiplicato il senso di smarrimento della maggioranza dei cittadini, sempre più confusi dall’attuale sistema elettorale e dalle posizioni programmatiche dei candidati. Come ebbi modo di dire nel mio precedente articolo, la crescente personalizzazione della

Deve essere preferito il candidato che sia in grado, sin dall’inizio, di vincere la competizione elettorale. Saper vincere, nel contesto delle regole per le elezioni locali, è cosa ben diversa dal saper amministrare. E così si allarga sempre di più la forbice fra la competenza dell’amministratore e l’immagine mediatica del vincitore. L’incapacità

far scegliere la conservazione e la continuità, intese non tanto come soddisfazione per quanto fatto sino ad oggi ma come espressione della volontà di percorrere la strada meno rischiosa. Mai come questa volta le “contaminazioni”, i passaggi da uno schieramento all’altro, il voto disgiunto dall’ideologia sono stati il prodotto finale di una profonda incertezza che ha caratterizzato i ragionamenti preelettorali di molti brindisini. E tutto questo ha finito, fatalmente, per mettere in secondo piano l’intero ventaglio dei problemi essenziali della città. Auspico che, consci dei problemi (principalmente di carattere economico) che attanagliano la nostra città, sindaco e presidente dell’amministrazione provinciale sappiano procedere in armonia. È dall’Età dei Lumi che politologi ed economisti indagano sulle relazioni funzionali esistenti tra progresso politico e progresso economico; personalmente credo che il compito che oggi spetta alla politica sia quello di riplasmare una nuova identità della città di Brindisi. Solo quando saremo in grado di rispondere alla domanda “chi siamo?” potremo ridefinire le linee di sviluppo necessarie a raggiungere il progresso economico.

“Se non conosciamo la nostra identità

è difficile darci un obiettivo, e senza obiettivi

non si possono individuare strade da percorrere”

agricoltura, un tempo spina dorsale del nostro territorio, è asfittica, chiusa forse tra la mancanza di politiche di incentivazione e il progressivo deterioramento del nostro territorio causato dall’inquinamento, feroce prezzo da pagare per mantenere in vita almeno il comparto dell’energia. “Bene”, torniamo al quesito precedente: chi siamo?

politica, cui concorrono sia il sistema maggioritario che la crescente contaminazione videocratica, ha reso decisiva, a destra come a sinistra, la scelta del “protagonista”. Non è più sufficiente che il candidato mostri di possedere le competenze, l’energia intellettuale e il pathos morale per governare la città, per sfidarne le idiosincrasie, le opacità e le indifferenze.

di trasmettere un senso concreto di cambiamento sta probabilmente alla base degli errori di chi nei giorni scorsi è stato sconfitto.

Nel caso dell’elezione del sindaco, a torto o a

ragione, la gente ha annusato vecchie atmosfere e zone d’ombra che hanno finito per

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