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034 APRILE 2012 3,00 Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1 comma 1, LO/MI Roserio. la festa è finita A MILANO E BARCELLONA LA MAFIA SERVE DA BERE SUI NAVIGLI 8 COMMERCIANTI SU 10 NE SONO CONVINTI, MENTRE TRA LE RAMBLAS C’È CHI COMPILA UNA WHITE LIST.

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aprile 2012€ 3,00

poste italiane Spa Spedizione in abbonamento postaleD. l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art.1 comma 1, lO/Mi roserio.

la festa è finita a milano e barcellona la mafia serve da bere Sui Navigli 8 cOMMerciaNti Su 10 Ne SONO cONviNti, MeNtre tra le raMblaS c’è chi cOMpila uNa white liSt.

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I n zona li chiamano “sputapalline”: stazionano nei pressi del ponte che divide via Lagrange e via Gola, cuore dei Navigli. Trattengono in bocca dosi di “coca”,

per poi sputarle nell’acqua dei canali all’arrivo della po-lizia. Divertimento assicurato, a prezzi “pop”. Perché ad attirare la movida milanese in questo luna park di pub e birrerie non sono solo le luci, ma anche le ombre.

Lo sanno tutti: in quartiere, in Questura, nei comandi dei vigili urbani, a Palazzo Marino. Ma è una verità detta a mezza voce: “L’omertà è ancora moltissima”, ammet-te un macellaio quando gli porgiamo il questionario da compilare. Dieci domande, in forma anonima, per ca-pire se e quanto gli esercenti sentano la presenza della criminalità organizzata. Coinvolti, 150 negozi sparsi nel dedalo che corre tra via Vigevano, via Ascanio Sforza e viale Liguria, la circonvallazione esterna.

I ragazzi di Addiopizzo, quattro anni fa, hanno fatto lo stesso. Il risultato? “Palermo: vista racket”: una foto-grafia della Sicilia muta e vessata dal pizzo. I Navigli però non sono così. La mafia, qui, serve direttamente da bere: “Compra i locali, piuttosto che tassarli”. Lo pensano otto commercianti su dieci, tra i 62 che hanno deciso di rispondere alle nostre domande. “Speriamo che serva”, dice un barista mentre raccoglie la penna sul tavolo e, poco convinto, comincia l’intervista.

È una disillusione che affiora più volte nelle risposte come nei commenti dei negozianti. Il 64 per cento di loro è convinto che denunciare sia inutile, “perché lo Stato non aiuta chi lo fa”. Non solo, la stessa percen-tuale ritiene che vigili urbani e polizia “non agiscano nel modo corretto sul territorio”. Qualcuno lo mette nero

navigli.la festa è finita

su bianco: “Più fatti e meno sondaggi”, scrive in fondo al foglio. Eppure il 45 per cento, in caso di estorsione, si rivolgerebbe subito alle forze dell’ordine. A Palermo soltanto il 24 per cento avrebbe fatto così.

Paradossi di una città come Milano che fatica -anco-ra- ad ammettere di essere terra di clan e padrini: “Avrete la conferma che la gente non crede alla mafia”, prevede un intervistato. “La mafia governa” appunta, lapidario, un altro. Sembra di essere nell’estrema periferia di una città senza legge. Piazza Duomo e il Comune, invece, di-stano appena due chilometri.

Dove la cocaina scorre a fiumiLa vita in via Gola non si arresta alle prime luci dell’alba. Mentre il quartiere sonnecchia in attesa di fare serata, il via vai prosegue, a tutte le ore del giorno. Chiusi i locali, le serrande dei (pochi) negozi restano aperte. Un ragazzo scarica cassette di frutta e verdura destinate all’alimen-tari biologico; poco più avanti, il biciclettaio collauda le sue riparazioni. Una normalità che si stravolge durante il weekend. “Vedessi i macchinoni parcheggiati qua attor-no...”, racconta un residente.

Sono le due di venerdì notte. Davanti alle saracinesche abbassate del bar all’angolo, c’è chi discute, chi s’accen-de una sigaretta, chi improvvisa due tiri a pallone. Due giovani africani se ne stanno appoggiati al muro, in di-sparte. Non si parlano, aspettano, finché dal ponte non sopraggiunge un altro ragazzo. Ha tra i 20 e i 30 anni e indossa un bomber nero. Scambia due parole veloci con uno dei due, poi torna per la strada da cui è venuto, men-tre loro imboccano l’Alzaia Naviglio Pavese. Dieci minuti d’orologio e sono di nuovo al punto di prima: si puntel-lano alla parete con la spalla, in equilibrio su un piede solo, le gambe incrociate.

Fino a novembre, gli spacciatori avevano un loro “uf-ficio personale”: il distributore di alimentari aperto 24 ore su 24 che stava proprio di fronte al bar. I vendito-

DieTro la MoViDa più FaMoSa D’iTalia reGNaNo SpaCCio, aBuSiViSMo e raCkeT.uN SiSTeMa SVelaTo Grazie a 10 DoMaNDe.

Milano, le case popolari occupate tra via Gola e via Pichi.

| TeSTo | LoreNzo BAgNoLI | FoTo | mATT CorNer

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ri nascondevano dosi di cocaina sotto le macchinette o dentro gli sportelli da cui si prelevano cibi e bevande. I consumatori lo sapevano e ritiravano la merce senza de-stare alcun sospetto. Poi le telecamere a circuito chiuso hanno ripreso un pestaggio tra un pusher e un clien-te per un pagamento non effettuato. Dopo l’intervento delle forze dell’ordine, il distributore automatico è stato chiuso. Peccato che ne siano sopravvissuti altri, tutto-ra in funzione, giusto a qualche centinaio di metri più avanti, lungo il Naviglio.

Uno spaccio a cielo aperto che si rifornisce proprio in via Gola. La zona è, al momento, oggetto di indagi-ni e per questo la polizia non rilascia interviste. Dalla Questura però ci tengono a far sapere che non esistono legami con la criminalità organizzata. Eppure a due passi da qui, in Ripa di Porta Ticinese 43, l’agosto scorso i vigili del fuoco, intervenuti per un allarme incendio, hanno scoperto un laboratorio in cui si tagliava cocaina pura, per poi rivenderla in strada.

Chi non smentisce possibili legami tra mafia e spac-cio, è l’assessore alla Sicurezza, Marco Granelli: “Non lo escludo -confessa-, anche se finora, dalle indagini, non è emerso nulla”.

Certo è che già nel ’96 queste strade erano il punto di riferimento di spacciatori e tossicodipendenti, che si da-vano appuntamento in via Segantini (a un centinaio di metri da via Gola), all’ex centro “Sieroterapico”, all’epo-ca occupato. Nel 2008, i Carabinieri lo hanno sgom-berato, arrestando Abdel Aziz Ahmed, l’egiziano allora 35enne, a capo di questo supermercato clandestino.

L’ingranaggio di una macchina che continua a funzio-nare anche senza di lui: tanto che la cocaina circola an-cora indisturbata, come continua a ribadire il Comitato dei cittadini del quartiere Navigli. Loro, a denunciare, ci hanno provato già nel 2009, con un dossier consegna-to a Palazzo Marino e Procura. In 60 pagine elencavano quanto stava -e sta ancora- avvenendo: “La concentra-zione di vita notturna ha portato degrado, spaccio e con-sumo di sostanze stupefacenti, atti di vandalismo, risse e, a volte, sparatorie” si legge nel documento. “Ma in tre anni -constata Marina Varriano, una delle portavoce dell’associazione- non è cambiato niente”.

L’ultima speranza si chiama Expo 2015. “Che imma-gine vogliamo dare ai turisti? -si chiede il proprietario di un bar-. Quella di un luogo dove la cocaina scorre a fiumi?”.

Ma il “porto di Milano”, secondo il Comune, dovreb-be essere tutt’altro, e per questo ha previsto uno stanzia-mento di 175 milioni di euro per la bonifica dell’area, in particolare della Darsena, un’isola pedonale da cui gode-re l’intreccio dei Navigli.

Una terra di nessuno. Per sceltaAbitare in via Gola può non costare nulla, almeno sul lato dei civici dispari. Dalla parte opposta, invece, una rampa conduce ai box del nuovo nucleo residenziale di via Magolfa: un complesso in cui il prezzo degli apparta-menti è arrivato -per ora- ai 6mila euro al metro quadro.

Diverso è per i cinque palazzoni popolari anni Cin-quanta che formano il quadrilatero tra via Gola, via Pichi, via Borsi e l’Alzaia Naviglio Pavese: 670 alloggi, di cui 175 abitati da abusivi.

Ci vivono militanti provenienti dai centri sociali, fami-glie rom e africane, giovani coppie d’italiani precari e gli anziani che negli anni hanno visto il quartiere cambiare volto. “L’Aler, l’Azienda lombarda per l’edilizia residenzia-le, ha perso il controllo dei suoi condomini -spiega Mas-simo Bricocoli, urbanista del Politecnico specializzato in tema di sicurezza cittadina-: ormai non è nemmeno in grado di ottenere la lista dei residenti effettivi”.

Un’incuria che ha facilitato il proliferare delle occu-pazioni abusive: “Le persone che avevano necessità di una casa sono entrate negli appartamenti lasciati sfitti”, racconta un inquilino irregolare. Tra loro ci sono anche quanti nel 2008 sono stati sgomberati dal centro Sierote-rapico. I più fortunati, infatti, hanno trovato un alloggio qui -giusto un centinaio di metri più lontano- tra i con-domini di via Gola e di via Borsi.

Ai balconi sventolano la bandiera palestinese, quella basca e quella dei gruppi anarchici, mentre la strada è tappezzata di scritte a sostegno del movimento No Tav e di slogan contro gli interventi della polizia. Gli anarchici

06/03/12rIPA DI PorTA TICINeSeSpaccio di droga: arrestato 44enne in un appartamento occupato abusivamente.

31/01/12VIALe gorIzIASparatoria dopo inseguimentoin auto: ladri in fuga speronanouna macchina della polizia localee investono un agente.

Il giro della neraLa sequenza, dagli episodi più recenti finoal 2010, è tratta dal blog del giornalistaDaniele Belleri: ilgirodellanera.wordpress.com.

Secondo lei, perché a Milano sono bassissime

le denunce per estorsione

e usura?

48,2

51,8

28,6

71,4

36,2

63,8

42,1

57,9

IL feNomeNoÈ INCoNSISTeNTe

È INUTILe: Lo STATo NoN AIUTA

I CommerCIANTI

PAUrA DI rITorSIoNI

SoTToVALUTAzIoNe DeL feNomeNo

PoCo o Per NIeNTe D’ACCorDo

ABBASTANzA o moLTo D’ACCorDoFo

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Quanto è d’accordo con queste affermazioni?

A mILANo NoN eSISTe IL ProBLemA DeL PIzzo(ogni forma di tangente pagata per esercitare un’attività commerciale)

61,9 39,1

LA PIAgA mAggIore DeI NAVIgLI È Lo SPACCIo DI DrogA

50 50

SUI NAVIgLI eSISToNo eSerCIzI CommerCIALI ABUSIVI

64,9 35,1

Le AUTorITà (VIgILI UrBANI, PoLIzIA) NoN AgISCoNo NeL TerrITorIo NeL moDo CorreTTo

34,5 65,5

IN zoNA NAVIgLI eSISTe UNA forTe PreSeNzA DI orgANIzzAzIoNI CrImINALI

54,2 45,8

PoCo o Per NIeNTe D’ACCorDo ABBASTANzA o moLTo D’ACCorDo

(valori espressi in percentuale)

hanno persino cambiato nome a una traversa, via Pichi, oggi intitolata a “Dax”, il giovane del centro sociale Orso ucciso da un gruppo di neofascisti nel marzo del 2003.

Nonostante al posto dell’Orso oggi ci sia un cantiere, i compagni di Dax sono rimasti in zona e occupano “po-liticamente” molte delle case. “Per quanto illegali -spiega Roberto Missori, commissario aggiunto dei vigili di zona 6-, queste occupazioni sono state in grado di creare una rete sociale: sono la risposta alla rivendicazione di un di-ritto, quello alla casa, e non la conseguenza del racket di qualche boss di quartiere, come accade altrove in città”.

A Michela però non è andata così. Il padrone di casa, a capo dello spaccio nel suo e in altri condomini, le ha chiesto un “ingresso” di 500 euro. Per poi continuare a opprimere lei e la famiglia con minacce ed estorsioni, fin-ché una volta è arrivato a puntare la pistola alla testa di suo marito, intimandogli di estinguere tutti i loro debiti. Una goccia che ha fatto traboccare il vaso, e che ha spinto Michela a rivolgersi alla polizia. “Solo io ho denunciato -si sfoga-, ma altri inquilini erano nella mia stessa situa-zione”. Adesso Michela spera di trasferirsi lontano dalle Ripe del Naviglio, mentre il suo aguzzino è in carcere. “Poco male, tanto la sua famiglia continua a presidiare la zona”, dice.

Chi in ogni caso sarà costretta, suo malgrado, a restare è Rosa. Sessant’anni, iscritta nelle liste del Sunia, il sin-dacato degli inquilini, non parla volentieri del quartiere: la paura è troppa. Muri scrostati, citofoni divelti, nessun cancello che separi strada e condominio. “La sera -am-mette- mi blindo in casa”. Neppure i vicini sono rassi-

28/08/11VIALe gorIzIARissa fuori da un locale, ragazzoin coma dopo una bottigliata.

17/08/11VIA VIgeVANoArrestato spacciatore 27enne.

20/06/11VIA goLARissa per una sigaretta rifiutata, accoltellati due ragazzi di 23 e 30 anni.

13/05/11VIA CoL moSChINArrestato spacciatore mentre danneggiava le auto in sosta.

Barconi e movida in via Ascanio Sforza, lungo il Naviglio Pavese.

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06/02/11VIA ASCANIo SforzAAggressione tra bande rivali:20enne ferito alla testa conun bicchiere.

17/01/11VIA PAVIA ANg. VIA SforzAIn tre rapinano e aggredisconoun 24enne a calci e pugni.

27/12/10CorSo SAN goTTArDoSpacciatore in fuga butta donna di 32 anni in mezzo alla strada: carabiniere la salva dal tramin arrivo.

06/11/10VIA emILIo goLAAuto pirata investe poliziotto, che spara e ferisce il passeggero: fermato l’autista, 29 anni.

curanti. “I nuovi assegnatari sono persone davvero poco raccomandabili e non è un problema di bella o brutta faccia”.

Ma di segnalazioni alle forze dell’ordine quasi non ce ne sono. “Sono poche le richieste d’intervento fatte ai vigili e alla polizia -dice l’assessore Marco Granelli-, e questo è un segnale tutt’altro che positivo: è semmai segno che i residenti hanno paura”. Una preoccupazio-ne condivisa da Massimo Bricocoli: “I luoghi dove forze dell’ordine e amministratori non mettono piede e dove si concentrano diverse forme di illegalità rischiano di di-ventare dei ghetti -spiega il docente-. Sembra incredibile ma questo rappresenta un vantaggio per chi deve custodi-re l’ordine pubblico: si evita così di disperdere i disagi in altri punti della città”.

Abusi galleggiantiMa, nel quartiere dei Navigli, la tolleranza non è un pri-vilegio di cui godono solo spacciatori e abusivi. Donato Policastro, presidente della Commissione commercio e sicurezza del Consiglio di zona 6, non ha dubbi: se lotta all’illegalità deve esserci, occorre cominciare dai cinque barconi che da anni stazionano lungo il Naviglio Pavese. A bordo, ristoranti e locali che occupano suolo pubblico, senza autorizzazione: “Se riuscissi a farli togliere -dice-, sarei pronto per diventare sindaco”.

“Se fossero davvero abusivi -ribatte Edoardo Della Tor-re, presidente dell’associazione commercianti del Navi-glio Pavese-, li avrebbero già smantellati”.

I primi due barconi che si incontrano arrivando dalla Darsena appartengono al ristorante Ciccio Pasticcio, il terzo al Cristal bar, il quarto al Camillo’s pub e l’ultimo al ristorante Le Scimmie. Le aree su cui “sostano”, un bene sotto tutela della Soprintendenza ai Beni culturali, sono di proprietà della Regione Lombardia. Il 22 marzo 1995 il Consiglio regionale ha stabilito che potevano restare ormeggiati sulle sponde del Naviglio un mese all’anno. Quella delibera, però, è lettera morta da ormai 18 anni.

I locali galleggianti avrebbero dovuto pagare anche una tassa per “l’occupazione di suolo pubblico”, da versare alle autorità di competenza: il Comune (nel caso dei pri-mi quattro barconi) e il Consorzio Villoresi, proprietario del tratto di canale in cui sono ormeggiate Le scimmie.

Nel giugno del 2009, Palazzo Marino, Regione Lom-bardia e Soprintendenza ai Beni culturali hanno stabilito che quel debito andava estinto entro 30 giorni, pena lo “sgombero”. Peccato, però, che la Giunta Formigoni ab-bia poi smentito se stessa, approvando un condono per sanare tutte le situazioni abusive.

A dicembre dello stesso anno, il Tar ha accolto il ricor-so dei gestori, che contestavano un canone troppo alto

rispetto al passato. La sentenza, ancora in attesa della decisione del Consiglio di Stato, ha congelato i loro de-biti: un tesoretto che già tre anni fa ammontava a quasi 90mila euro. Questi “favori” hanno permesso ai barco-ni non solo di rimanere al loro posto, ma hanno anche trasformato un contenzioso legale (l’occupazione di un terreno pubblico) in una semplice bega amministrativa.

L’unica voce che si è schierata contro la loro presenza è quella del presidente del Consorzio Villoresi, Alessan-dro Folli, che lo scorso settembre ha intrapreso un’azione penale contro i gestori. “Non ci crediamo che il Comune non possa intervenire -dicono diversi imprenditori della zona-. Ci dev’essere qualcuno che lo impedisce”. Un dub-bio che galleggia sulle acque dei Navigli.

(Hanno collaborato Chiara Daina e Alessandra Ravelli)

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piovraallacatalanaa BarCelloNa i MaFioSi proSperaNo CoN il MaDe iN iTaly. ora uN GruppoDi iTaliaNi li SFiDa, FaCeNDo la SpeSa.

| TeSTo | LoreNzo BAgNoLI

P rima che nelle aule dei tribunali, la mafia, in Spagna, si combatte a tavola. È quello che stanno facendo dei nostri connaziona-

li che vivono a Barcellona: hanno deciso di creare un “gruppo d’acquisto solidale della legalità”. Uno strumento ancora tutto da costruire che porterà nei locali solo prodotti italiani provenienti da terreni confiscati alle mafie. Perché è soprattutto nel settore della ristorazione che investe la criminalità emigrata in Catalogna, cercando di piazzare i prodotti della filiera criminale o aprendo ristoranti “puliti”.

Da trent’anni, infatti, Gomorra si espande indi-sturbata nella città delle Ramblas: traffica droga, ri-cicla denaro sporco, gestisce la prostituzione. “Nes-suno però si cura dei rischi d’infiltrazione mafiosa che corre l’economia iberica. Si ignora totalmente il fenomeno”, spiega Joan Queralt, giornalista che dal 1989 si occupa di crimine organizzato, non solo in Costa Brava. “È peggio di una battaglia persa -commenta-: è una battaglia nemmeno immagina-ta”. Come racconta ne “La Gomorra catalana”, il libro-denuncia che raccoglie tutte le sue inchieste sull’argomento, pubblicato a novembre con Angel editorial e che speriamo venga presto tradotto in italiano.

Una voce solitaria, la sua, che si leva nel silenzio più completo. Sui media locali, la “Mafia connec-tion” compare di rado, e solo in casi eclatanti.

Quello di Carmelo Gallico è uno di questi, e si è aggiudicato le prime pagine. La polizia spagnola l’ha arrestato il 23 dicembre, nel quartiere Eixample. Capo d’imputazione: associazione mafiosa e inte-

stazione fittizia di beni. Gallico, 48 anni, originario di Platì, viveva in Plaça de la Universitat, in pieno centro: scappava da un mandato d’arresto interna-zionale spiccato dalla procura di Reggio Calabria. Secondo gli inquirenti italiani, era a capo della “le-gione straniera ’ndranghetista” venuta in cerca di protezione sotto le guglie della Sagrada Familia. Cli-ma ideale, città di mare, lingua facile da apprendere, prossimità geografica: il “buen retiro” perfetto per affiliati di mafia, ’ndrangheta e camorra.

E nessuno sembra accorgersene. Perché la Pio-vra a Barcellona non si vede. Non imbraccia armi, non ammazza, non estorce denaro per controllare il territorio. Indossa semmai giacca e cravatta e ha il volto curato dell’imprenditore.

Anche Paolo Di Mauro e Luigi Mocerino sembra-vano distinti uomini d’affari, impeccabili nei loro abiti firmati. In realtà, dietro le apparenze, si na-scondevano i vertici del clan camorristico Contini, due tra i trenta latitanti più pericolosi al mondo. Li hanno arrestati il 27 gennaio di due anni fa, mentre camminavano per Carrer Gelabert. Di Mauro era ri-cercato dal 2002, dopo la condanna in via definitiva per l’omicidio di Francesco Mazzarella, boss camor-rista ucciso fuori dal carcere di Poggioreale nel 1998. Il suo compare, Mocerino, era il burattinaio che ti-rava le fila del narcotraffico napoletano. Una rete che partiva dalla sponda Nord del Mediterraneo e arrivava fino alle coste dei Paesi Bassi, via camion.

Le multinazionali del crimine investono i soldi sporchi in attività perfettamente in regola: “Risto-ranti, alberghi e centri commerciali che, il più delle volte, sono gestiti da prestanome”, precisa Queralt. Ed è ancora un’utopia pensare che la cittadinanza possa associarsi in movimenti di boicottaggio delle aziende sospettate di finanziarsi con denaro sporco. “Iniziative civiche come Addiopizzo e Consumo cri-tico sono impensabili nella nostra società”, chiosa il giornalista.

Mentre il sistema giudiziario sembra avere le armi spuntate: il codice penale spagnolo, infatti, non pre-vede neppure il reato di associazione mafiosa. “La scusa ufficiale finora è stata che in Spagna c’erano altre priorità in materia di sicurezza -continua Que-ralt-: prima di tutto, il terrorismo dell’Eta (il braccio armato del movimento indipendentista basco, ndr) e poi il fondamentalismo islamico”. Ora che l’or-ganizzazione basca ha definitivamente rinunciato alla lotta armata e la jihad da tempo non colpisce in Europa, il governo di Madrid non ha più giusti-ficazioni.

12/09/10VIA gIoSUÈ BorSIDopo una lite fuori da un locale, due persone sono aggredite: un 30enne è accoltellato, un 18enne picchiato.

10/08/10VIA goLA ANg. VIA SegANTINIArrestato spacciatore 24ennecon 0,5 grammi di cocaina.

26/06/10VIA emILIo goLASparatoria alle 3.30, in strada: tre persone ferite.

30/04/10VIA eVANgeLISTA TorrICeLLIUn 30enne albanese viene ucciso a coltellate. Era pregiudicato per sfruttamento della prostituzione.

La scalinata del ponte degli “sputapalline”, che collega via Golaa via Lagrange.