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Il Grillo Bramante
Periodico del Liceo Bramante di Magenta
Anno XXII N. 2 Febbraio 2013
Versione a colori online!
Ti piace scrivere o vorresti dise-
gnare fumetti? Sei interessato a
partecipare al Giornalino in qualsi-
asi altro modo? Hai qualche propo-
sta? CONTATTACI!
In questo secondo numero del Grillo troverete si-
curamente qualcosa che vi piacerà, qualunque sia-
no i vostri interessi: la nostra redazione ha propo-
sto una varietà di argomenti che spaziano
dall’attualità alla cultura, dallo sport alla cucina,
ovviamente includendo numerosi articoli riguardo
alla nostra scuola. Vorrei però assicurarmi che, in
questa pletora di argomenti, nessuno venga tratto
in inganno su quale sia lo scopo del nostro Giorna-
lino e sui modi in cui viene realizzato. Infatti, per
quanto noi della redazione possiamo coinvolgere
altri studenti, ci sarà sempre chi si sente estraneo al
progetto, e questo è un peccato. Per esempio, per
quanto riguarda gli argomenti trattati, uno studente
che non partecipa alla redazione potrebbe chiedersi
come mai solo ad alcuni progetti della scuola siano
dedicati articoli specifici: nonostante i nostri redat-
tori facciano del loro meglio per coprire tutti le
attività che portano lustro alla nostra scuola, il
tempo e lo spazio sono tiranni e non sempre è pos-
sibile scrivere su tutto ciò che succede. Se dunque
un certo progetto o una certa attività non è stata
ancora trattata, i partecipanti non se la prendano a
male, perché é stata certo una scelta dettata
dall’esigenza di contenere la mole del lavoro reda-
zionale, e cercheremo di provvedere nei prossimi
numeri. Piuttosto, invitiamo ancora chi vuole a
unirsi alla redazione: il Giornalino é sempre felice
di accogliere nuovi studenti e nuovi articoli. Vorrei
sottolineare inoltre come il Grillo Bramante abbia
quest’anno ulteriore importanza perché rappresenta
un mezzo di espressione privilegiato: la mancanza
dei rappresentanti degli studenti rende infatti il
Giornalino il principale strumento con cui il corpo
studentesco può far sentire la propria voce. Del
resto l’assenza dei rappresentanti degli studenti
non è solo un incidente dovuto al mancato rispetto
di una scadenza: indica che gli studenti non sono
sufficientemente impegnati nella partecipazione
alla vita scolastica. Parliamoci chiaro: la lista pre-
sentata (in ritardo) era una sola, priva di campagna
elettorale e... (continua nella pagina successiva)
Buongiorno Bramante! di Riccardo Fadiga 5H
Colo & Ronde
Redattori:M. Albano, A. Barbazza, B. Bergamaschi, I. Bertani, N. Bramani, G. Caprio-
glio, L. Casella, A. Cerutti, G. Colombo, M. Cozzi, I. Daka, A. De Cicco, M. De Pace. R.
Fadiga, P. Ferrario, V. Fiori, A. Gambaro, S. Garavaglia, E. Giora, F. Grassi, M. Guizzardi,
S. Gussoni, M. Longhi, M. Mantovani, M. Mariano, M. Montonati, L. Motta, E. Nava, A.
Pellegrini, O. Pindaro, E. Porta, A. Re, L. Rondena, S. Saffioti, F. Sarri, B. Soldano, M. Ta-
vera, A. Tenconi, E. Tosello, V. Tufaro, D. Zarinelli.
Vignettisti: A. Fernandez, E. Popa
Pagina Centrale: G. Caprioglio, M. Montonati
Impaginatori: L. Colombo, L. Rondena
Fotografo: D. Montana
Stampa: M. Bigatti
Docenti referenti: Prof.ssa Luigina Marcogiuseppe, Prof. Mauro Parrini
La redazione ringrazia le collaboratrici scolastiche Anna e Giovanna
La Redazione
Pagina 2
Il Grillo Bramante
...costituita all’ultimo momento, non certo
l’espressione di una forte volontà di essere eletti
per rappresentare gli studenti. Che non siamo rap-
presentati nel Consiglio d’Istituto non è poi nean-
che il problema maggiore, in quanto risolvibile già
a settembre dell’anno prossimo. Piuttosto preoccu-
pa che non ci siano (o siano insufficienti) le liste e
i candidati: il che dipende meno dagli individui e
più da una situazione di collettivo disinteresse per
la vita della Scuola da parte degli studenti. Una
ragione che mi è stata ripetuta da molti ragazzi che
giustificano questa situazione è che, in quanto stu-
denti, il nostro compito è appunto studiare e
nient'altro. Ricordiamoci però che per quanto
l’obiettivo della scuola sia l’istruzione,
quest’ultima è necessariamente legata al buon fun-
zionamento dell’ambiente in cui viene impartita.
Se teniamo alla nostra istruzione dunque, è neces-
sario alimentare il nostro interesse ed estendere la
nostra partecipazione a tutti gli aspetti della vita
scolastica. Infine colgo l’occasione per comunicare
a tutti i Bramantini che il ricavato complessivo del-
la raccolta delle offerte effettuata prima di Natale
ammonta a 585 euro, di cui 500 si devolvono a so-
stegno delle adozioni a distanza di due bambine
africane Nancy e Cecilia di Gulu ( Uganda ), ado-
zioni in atto dal 2000. I restanti euro sono destinati
all’opera di Maristella Bigogno, ma aspettiamo a
donarli per poter raccogliere eventualmente qual-
cosa in più in occasione della S.Pasqua.
Il Dirigente scolastico, il personale e tutti gli studenti si uniscono in un abbraccio alla
famiglia Todaro nel dolore per la tragica scomparsa di Stefano, ex studente dell’Istituto.
Pagina 3
Il Grillo Bramante
In questo numero
La nostra scuola: Cultura/Recensioni musicali:
A scuola con il tablet 4 Mumford and Sons-babel 20
“La banalità del male” 5
BramArte: il Bramante da Picasso 6 Cultura/Storia:
Lo sport dentro di noi! 7 Historia non semper magistra vitae 21
10 fatti storici che tutto (o quasi) ritengono veri 22
Dal territorio:
Il posto più bello di Magenta abbandona-
to al degrado 8 Cultura:
Digito ergo sum (2): Platone con l’ipad 9 L’Angolo Poetico di Iris 24
“Scrivere che passione” 10
Curiosità:
Scienza/Scienze: Dopo i Maya... Nostradamus! 25
Affari di cuore 11
Big Bang o creazione? 13 L’intervista:
Curiosity da Marte 14 Personaggi… “degni di nota” 26
Opinioni: Break 27
Right or wrong: my President 15
Stop alla violenza, diamo voce alle donne 16 Rubriche:
Auto italiane o auto straniere? 17 Il questionario di Alex 28
50 anni con i Beatles 18 Pensieri in libertà 29
Botta e risposta 30
Il questionario di Alex 31
Cultura/Recensioni libri: Com'è dolce "chiacchierare"! 32
La Bibliobussola di Alice 19 Top Ten 33
L’oroscopo (semiserio) del Grillo 34
Negli ultimi anni la tecnologia ha
fatto enormi passi avanti e il suo
ingresso nel mondo della scuola
era auspicabile e necessario. Da
alcuni anni, infatti, in un numero
crescente di scuole si fa uso dei
tablet come ausilio allo studio e in
certi casi anche in sostituzione dei
libri cartacei. Il Bramante
quest’anno ha potuto offrire a due
classi questo strumento. Vediamo
cosa ne pensano e come si sono
trovati alcuni alunni della 3°D.
La maggior parte della scuola vi
ritiene 'fortunati' per aver avuto
questa opportunità, voi come la
pensate? - Sì, é stata una fortuna
essere scelti come 'classe web'.
Alla fine la tecnologia fa sempre
più parte della nostra vita quotidia-
na quindi non vedo perché non
dovrebbe entrare a far parte anche
della didattica scolastica. - È vero
per qualcuno, per altri meno per-
ché magari preferivano ancora la
carta al tablet. Secondo me, è co-
munque un'opportunità per impa-
rare ad utilizzare un oggetto che in
futuro sarà di uso comune. Poten-
do scegliere avreste voluto far
parte di una classe tablet? E per-
ché? - Sì, potendo scegliere direi
di sì, avrei voluto far parte delle
classi web e sperimentare come la
tecnologia di ultima generazione e
la scuola possono entrare in con-
tatto! - All'inizio forse ti avrei ri-
sposto di no dati tutti i limiti rego-
lamentari che ci avevano imposto,
ma ora che so che tutte queste
norme non sono poi né tante né
pesanti, ti direi di sì. Qual era la
vostra opinione sui tablet prima
di averli a scuola? - Prima di a-
verli a scuola sinceramente pensa-
vo che non avrebbero fatto altro
che provocare distrazioni o co-
munque che avrebbero abbassato
l'attenzione degli alunni alle lezio-
ni. - Prima pensavo fosse un og-
getto abbastanza inutile dato che ci
s o n o i c o m p u t e r .
Il vostro punto di vista è cambia-
to dopo averli provati?
- Sicuramente quando hai a che
fare con uno strumento del genere
la curiosità di provarlo in tutti i
suoi "lati" é tanta; è anche vero
che prendere appunti o piccoli pro-
memoria é molto più facile e velo-
ce, almeno secondo il mio punto di
vista, e secondo certi aspetti meno
"noioso”. – Sì, assolutamente, so-
no comodi, piccoli, sottili e possia-
mo portarli ovunque e farci molto
di più di quello che facciamo nor-
malmente col computer. Inoltre
risparmiamo tempo nel cambiare
le aule e riusciamo a vedere più
cose interessanti . Pensate che la
didattica sia migliorata o peggio-
rata? Perchè? -Ci sarebbero mol-
te cose da dire a riguardo. Se lo
strumento viene usato con intelli-
genza allora sì, si può dire che la
didattica é totalmente migliorata.
Ma se al contrario viene visto solo
come un gioco o una distrazione
allora si rischia di peggiorare la
situazione scolastica. C'è da preci-
sare inoltre che noi non siamo av-
vantaggiati rispetto alle altre classi
nello studio, come più di una volta
ci siamo sentiti dire. Noi dobbiamo
studiare esattamente quanto devo-
Pagina 4
A scuola con il tablet Intervista alla 3D, classe-web del nostro Liceo
M. Mantovani 3F
La nostra scuola
no farlo tutti, in quanto i professo-
ri non hanno creato un program-
ma di studio quantitativamente
diverso per noi che abbiamo i
tablet, ma si attengono comunque
al programma scolastico prestabi-
lito. -Migliorata in classe e peg-
giorata a casa! A scuola si pren-
dono appunti e si utilizzano video
e foto per migliorarli e arricchirli,
mentre a casa a volte mi lascio
distrarre finendo col non studiare.
Il fatto di potervi scambiare e
prendere appunti molto veloce-
mente non vi causa una minore
assimilazione degli argomenti
spiegati in classe? -Se uno non
vuole stare attento si distrae anche
con un foglio di carta, non c'è bi-
sogno del tablet. -No, perché co-
munque se ci si fanno passare gli
appunti senza essere stati attenti
non si capisce comunque, e pren-
dendoli sull'Ipad si velocizza la
scrittura e quindi avanza più tem-
po per ascoltare la prof al posto di
pensare a cosa scrivere. Se voi
foste presidi di una scuola la
fareste diventare una scuola
tablet? Perchè? - Sì, se fossi nel-
la posizione di poter decidere o
meno di "creare" delle classi web
sicuramente lo farei; penso sia un
grande passo avanti per noi stu-
denti che siamo un po' il futuro
del nostro paese. È inutile tirarsi
indietro e non voler accettare il
salto di qualità che stiamo facen-
do, senza nulla togliere al cartace-
o, che rimane un grande patrimo-
nio per tutti. - Sì, per dare un'op-
portunità in più ai ragazzi e per-
ché così possono iniziare a pensa-
re al tablet come strumento di la-
voro e non solo di svago.
Pagina 5
che ritenersi personalmente innocente. Eichmann
non era pazzo né sadico, semplicemente non era in
grado di distinguere il bene dal male non arrivando
nemmeno a interrogarsi sulla loro differenza: in que-
sto modo il male diventa banale, il male non richiede
sadismo, una coscienza malvagia, un’adesione fanati-
ca, una mente superiore, il male sta nell’incapacità di
alcuni individui di pensare, di riflettere, di mettersi in
discussione, sta nel lasciare che altri pensino per noi.
L’uomo malvagio è colui che ha la coscienza morale
ottusa, e senza riflettere fa il male per cieca obbe-
dienza camuffata da senso del dovere. Anche Ei-
chmann, paradossalmente, fu quindi vittima del nazi-
smo: fu da esso privato della capacità di scegliere. In
tribunale, durante le udienze, fu presente la storica e
filosofa tedesca Hannah Arendt come inviata del The
New Yorker, e le cronache che ella scrisse nel corso
del processo divennero il nucleo centrale del libro
“La banalità del male”. Il 22 novembre 2012 tutte le
classi quinte della nostra scuola si sono recate al
Centro Asteria di Milano per assistere proprio ad uno
spettacolo teatrale tratto dal saggio della Arendt, per
il quale erano previste 10 repliche con la partecipa-
zione di ben 4000 ragazzi da tutta la Lombardia, e
non solo. La protagonista, la stessa Arendt ripresa
durante una lezione nell’Università di Chicago, è sta-
ta brillantemente interpretata dall’attrice, regista e
docente teatrale Paola Bigatto, che ha rivestito questo
ruolo per la duecentottantaduesima volta. Il fatto che
la vita di Eichmann o il processo non vengano messi
in scena, bensì che la rappresentazione teatrale si basi
su un monologo della protagonista, ci indica che non
furono tanto importanti Eichmann, il suo grado o il
suo ruolo nella guerra, ma la mentalità che stava alla
base delle sue azioni e che lo portò alla non scelta del
bene. Il messaggio che deve arrivare a ciascuno di
noi è che dobbiamo imparare a pensare e agire con la
nostra testa, e che ognuno di noi deve essere un po’
un Socrate, senza mai smettere di interrogarsi sul
senso e sul valore della vita, ma anche un po’ un
Kant, con il suo imperativo categorico del rispetto
assoluto della dignità umana, in se stessi e negli altri.
Solo noi, al nostro posto, possiamo scegliere di non
essere come Eichmann.
La banalità del male... Non era stupido,
semplicemente senza idee Un monologo teatrale sul processo Eichmann a Gerusalemme
G. Caprioglio 5H
La nostra scuola
Nel 1960 i Servizi Segreti israeliani
arrestarono a Buenos Aires
(Argentina), dopo una ricerca durata
per anni, Otto Adolf Eichmann, un
alto funzionario appartenuto alla poli-
zia nazista e considerato uno dei
maggiori responsabili operativi del-
lo sterminio degli ebrei durante la
seconda guerra mondiale. L’uomo
venne immediatamente portato a Gerusalemme e pro-
cessato e, dopo 2 anni e 114 udienze, il 31 maggio
1962 venne eseguita la sentenza: condanna a morte
per impiccagione. Ma chi era davvero Eichmann ? In
realtà Adolf Eichmann era un uomo come tanti altri:
viveva in Austria, aveva una famiglia, aveva un nor-
male lavoro da impiegato; ma la sua vita semplice gli
dava un senso di insoddisfazione, le sue aspirazioni
erano più alte: per questo motivo quando gli fu of-
ferto di collaborare con i nazisti non esitò ad accetta-
re. Fu così che venne inserito nel reparto IV-B-4
dell’RSHA (Reichssicherheitshauptamt, Ufficio cen-
trale per la sicurezza del Reich) dove dimostrò di a-
vere straordinarie capacità organizzative, portando
avanti in maniera sistematica l’emigrazione forzata
degli ebrei dai territori del Reich; in poco tempo ac-
quistò sempre più potere fino a diventare SS-
Obersturmbannführer (tenente maggiore), e raggiun-
se l’apice della carriera quando gli fu dato l’incarico
di organizzare il trasporto ferroviario degli ebrei per
mettere in atto la “soluzione finale”: Eichmann dires-
se dunque fino alla fine della guerra le deportazioni
degli ebrei di gran parte del centro Europa. A Geru-
salemme gli vennero imputati e riconosciuti ben 15
crimini, ma durante tutto il processo egli continuò ad
affermare di essere “non colpevole nel senso dell’atto
di accusa”, e di non aver mai avuto personalmente
nulla contro gli ebrei. A questo punto una domanda
dovrebbe sorgere spontanea: ma allora, PERCHÉ?
La risposta è relativamente semplice: la caratteristica
principale dei regimi totalitari è che i vertici del pote-
re non inculcano le loro idee nelle teste degli uomini,
ma semplicemente fanno sì che gli uomini non abbia-
no idee; ecco perché Eichmann si giustificò affer-
mando che egli aveva sempre obbedito agli ordini e
seguito la legge, e dunque in questo senso non poteva
Pagina 6
La nostra scuola/BramArte
Il Bramante da Picasso… Visita alla grande Antologica dedicata al Maestro spagnolo
E. Giora 5H
Lo scorso 7 dicembre le classi 4D e 5H sono anda-
te a Milano a vedere la mostra dedicata a Picas-
so.Gli studenti che hanno avuto la possibilità di
visitarla sono stati entusiasti perché non capita tutti
i giorni di poter vedere quadri di questo artista: la
guida ha spiegato, infatti, che i quadri di Picasso
difficilmente sono portati fuori dal Museo Picasso
di Parigi, che li ospita nella quasi totalità, ma che
in occasione del restauro di quest’ultimo sono per-
venuti in buona parte a Palazzo Reale a Milano.
All’entrata campeggia una proiezione di
“Guernica” a dimensioni reali. Picasso dipinge
questa enorme tela per denunciare il bombarda-
mento della città omonima da parte della Legione
tedesca Condor durante la guerra civile spagnola.
Gli aspetti fondamentali su cui la guida sofferma
l’attenzione sono: la presenza del toro a simboleg-
giare la Spagna; le supplici a simboleggiare il dolo-
re derivato dalla distruzione e l’assenza di colore
sia per sottolineare il clima di sofferenza sia perché
Picasso era venuto a conoscenza della tragedia da
alcune foto in bianco e nero. Questo è uno dei qua-
dri che meglio rappresentano la fun-
zione che Picasso attribuiva alla pit-
tura: affrontare la realtà. Nella sala
successiva vi sono le opere apparte-
nenti al “periodo blu” durante il qua-
le il pittore dipinge opere prevalente-
mente con colori cupi. Un’opera che
appartiene a questo periodo, presente
nella mostra, è “La Celestine”: viene
rappresentata una donna con le tona-
lità del blu: sono messe in rilievo le
rughe, l’occhio di vetro e il mantello,
elementi che esprimono solitudine.
In quest’opera, e in generale nelle
opere del periodo blu, l’artista si
vuole soffermare su una condizione
umana ed elevarla attraverso l’uso
del colore simbolo della Madonna.
Successivo al periodo blu c’è il peri-
odo rosa, caratterizzato dall’uso di
colori più caldi e da temi più gioiosi,
come acrobati e ballerine. Un’altra
sala è dedicata alle opere ispirate
all’arte negra: l’artista è molto colpito dall’arte pri-
mitiva e la riflette in alcune delle sue opere tra cui
il suo Autoritratto del 1906. In esso le forme sono
stilizzate, senza volume e senza attenzione al detta-
glio, l’interesse si sposta sul simbolo, proprio come
le opere di arte negra. Grande importanza
all’interno della mostra hanno le opere del periodo
cubista. Lo scopo della pittura diventa quello di
rappresentare un oggetto come si può conoscere.
La mostra ospita anche il quadro “Uomo con chi-
tarra”: l’oggetto è rappresentato da tutti i punti di
vista e, attraverso la scomposi-
zione e l’analisi, il pittore vuole
arrivare alla verità dell’oggetto,
in questo caso un uomo che suo-
na la chitarra. Anche la tecnica
del collage è molto importante
per Picasso perché per il pittore
rappresenta lo stadio superiore
dell’analisi e ha l’oggetto reale al
centro del dipinto. Altre opere
notevoli sono “La chitarra”, il
ritratto della moglie Olga e quel-
lo del figlio. Numerose sono sta-
te le opere presenti a Palazzo Re-
ale per una mostra imperdibile
che è stata aperta al pubblico fino
al 27 gennaio. Ringraziamo i do-
centi che ci hanno offerto questa
occasione unica per conoscere il
Maestro spagnolo non solo attra-
verso i manuali di Storia
dell’Arte. “Uomo con chitarra”
Carissimi lettori del Grillo Bra-
mante eccoci finalmente ritrovati
a parlare di sport, dello sport che
si pratica nel nostro istituto. In
questo numero vi parleremo
dell’esperienza vissuta da alcuni
(QUANTI?) studenti, durante gli
ultimi giorni di scuola prima delle
vacanze di Natale, allo stage di
sci. Lo stage è stato organizzato
con il fine principale di migliora-
re le nostre abilità sciistiche in
vista delle gare d’Istituto. Siamo
partiti per lo stage alle 15 di mer-
coledì 19 dicembre verso Chiesa
Valmalenco e dopo un viaggio di
3 ore siamo arrivati finalmente in
albergo. Abbiamo appena avuto il
tempo di sistemare le cose che
siamo dovuti andare a mangiare
e, successivamente, abbiamo fatto
la riunione in cui ci hanno dato le
informazioni relative ai giorni
seguenti. La nostra giornata tipo
era articolata nel seguente modo:
alla mattina ci si svegliava presto
e, dopo aver fatto colazione, si
prendeva il pulmino e si raggiun-
gevano gli impianti. Appena arri-
vavano i maestri cominciavamo
la lezione che poteva durare due o
tre ore. Al termine della lezione si
andava a pranzare e poi si poteva
sciare liberamente per qualche
oretta. Vorremmo sottolineare il
comportamento eroico di un alun-
no di 3°F che, per poter migliora-
re l’affinità con gli sci e per poter
raggiungere il livello degli altri,
ha saltato per due giorni consecu-
tivi il pranzo e non ha smesso di
sciare fino alle quattro del pome-
riggio!! Ritornati in albergo ave-
vamo tempo libero fino all’ora di
cena e poi andavamo in un bar
fino alle 11 circa. La giornata era
molto faticosa e quindi alla sera si
faceva fatica a stare svegli fino a
tardi. Questa è stata la nostra rou-
tine giornaliera per i primi due
giorni. Il terzo e ultimo giorno è
stato invece il giorno della gara;
saliti sugli impianti abbiamo pro-
vato la pista da gara una volta e
dopo ci siamo preparati per af-
frontarla. Hanno cominciato le
ragazze di prima seconda e terza,
poi quelle di quarta e quinta,
quindi è stato il turno dei maschi.
La competizione è stata difficile e
combattuta al punto che in certi
casi un alunno ha battuto un altro
per pochi centesimi. Per la cate-
goria allieve femminili ha vinto
Martina Nannavecchia con il
tempo di 1’01’’94, battendo di
soli 27 centesimi Martina Braga.
Per la categoria juniores ha vinto
Martina Sebastiano con il tempo
di 1’04’’92, staccando di ben 10
secondi la seconda classificata
Alice Cerutti. Per la categoria al-
lievi maschili invece ha vinto per
il terzo anno consecutivo Mirko
Moscatelli con il tempo di
54’39’’, miglior tempo della gara.
Secondo classificato si è piazzato
Matteo Milana con il tempo di
58’96’’. Per gli juniores maschili
ha vinto Andrea Cavallari con il
tempo di 1’00’74 staccando di un
secondo Mattia Pastorino. E’ sta-
ta una gara divertente in cui an-
che chi non è arrivato nei primi
posti ha dato il meglio di sé. Alla
fine della gara abbiamo avuto due
ore di tempo per sciare in modo
autonomo prima di andare a man-
giare e a rilassarci al rifugio.
Quindi siamo tornati in albergo
e, presi e caricati i bagagli sul
pullman, siamo tornati un po’ a
m a l i n c u o r e a M a g e n t a .
L’esperienza vissuta è stata
senz’altro ottima e ci ha permes-
so, oltre che di sciare e confron-
tarci sportivamente tra di noi, di
conoscere persone nuove e di di-
vertirci con loro. Volevamo rin-
graziare per questo il professor
Moscatelli che l’ha ideata e porta-
ta avanti e la professoressa Serati
che ci ha accompagnati. Ci augu-
riamo inoltre che questa esperien-
za venga riproposta anche nei
prossimi anni in modo da dar la
possibilità di venire a chi
quest’anno non ha potuto e
l’occasione di ripeterla a chi era
presente già quest’anno. Per chi
volesse vedere la classifica com-
pleta della gara, con tutti i tempi,
è appesa sulla porta della palestra
della nostra scuola.
Lo sport dentro di noi! Resoconto dello stage di sci a Chiesa Valmalenco
L. Motta, A. Pellegrini & B. Soldano 3F
Pagina 7
La nostra scuola
“Il posto più bello di Magenta”: ecco come appare,
agli occhi del signor Lorenzo Naddeo, il Circolo
Ricreativo dell’ ex Novaceta. Ci troviamo in viale
Piemonte, proprio accanto ai binari della stazione
ferroviaria, davanti a un cancello chiuso da catene
e lucchetti. Dietro di essi un capannone e tanto ver-
de. Per chi non lo sapesse, dietro quel cancello, si
trova uno dei migliori e meglio attrezzati circoli
sportivi del magentino che, dopo anni di splendore,
è ora abbandonato ad un lento degrado. Come ci
racconta il signor Naddeo, gestore del centro per
26 anni, il CRAL nacque dalla collaborazione di
alcuni operai dell’ azienda Novaceta, ex leader eu-
ropeo nella produzione di fili d’ acetato, che vole-
vano creare un luogo di ritrovo per i loro colleghi e
i cittadini di Magenta. Vennero perciò allestiti un
campo da calcio, una pista di atletica, molteplici
campi da bocce, il bar, i giochi per i bambini e un
campo da tennis, in terra ed al coperto; e come se
non bastasse, negli anni 80 e 90, il CRAL si impe-
gnò nell’ organizzazione di uscite e gite fuori por-
ta. Esso, nel giro di poco tempo, divenne quindi un
importante luogo di ritrovo per giovani e anziani,
amanti dello sport e famiglie. Nel 2000 inizia però
il triste declino della Novaceta che, otto anni dopo,
è costretta a chiudere i battenti, dopo quasi 50 anni
di attività nell’ industria tessile. I rapporti tra il Cir-
colo e l’ azienda si devono interrompere ma, nono-
stante le ingenti spese, rimangono attivi il campo
da tennis, quello da calcio e il bar. Gli anni passano
e le spese crescono sempre di più: il riscaldamento
viene tagliato, causando la chiusura definitiva del
bar, e i costi di mantenimento del manto erboso
diventano proibitivi per il budget ridotto di cui or-
mai dispone il circolo. L’ unica risorsa rimasta è il
campo da tennis, grazie al quale il sig. Naddeo
continua ad impartire lezioni a giovani e adulti,
pagando di tasca propria il riscaldamento, mentre
vengono mantenute le sovvenzioni per luce ed ac-
qua. Il 31 luglio 2012 scade il contratto del gestore
e i nuovi proprietari del circolo, la banca Unicredit,
chiudono definitivamente il Circolo. Oggi l’area è
lasciata al deterioramento e all’abbandono poiché
non si sta portando avanti un piano di recupero per
le strutture. Il luogo che un tempo ospitava diversi
cittadini e che permise a centinaia di persone di
praticare il proprio sport, ora ricorda un campo da
calcio solo per la presenza delle porte, mentre una
fitta ed alta vegetazione copre interamente il cam-
po e lo spazio intorno. Conosciuta la gloriosa storia
del CRAL e consapevoli del degrado che lo sta
colpendo, è inevitabile chiedersi: perché non si in-
terviene? E’ forse possibile un piano di recupero
dell’ area? Questa domanda è stata posta al Consi-
gliere Comunale di Magenta Manuel Vulcano, il
quale è personalmente colpito dalla triste fine del
Circolo, di cui lui stesso usufruì negli anni passati.
Il Consigliere, oltre a comunicarci la sua appren-
sione per l’ex CRAL, afferma:” Essendo in mano
alla banca, l'area non ha attualmente possibilità di
sviluppo e per quanto riguarda il Comune di Ma-
genta, tutto dipenderà da come si giocherà la parti-
ta all'interno del Piano di Governo del Territorio
(PGT). Infatti solo attraverso questo strumento il
Comune può tentare di incidere sul suo recupero”.
Inoltre dichiara che l’area è ben controllata, assicu-
rando che “l'elemento del degrado e del rischio am-
bientale è ampiamente monitorato dal Comune di
Magenta che si è impegnato a sollecitare controlli,
effettuati da parte dell'ARPA. E' importante sottoli-
neare inoltre che l'attività di monitoraggio viene
coordinata attraverso la stretta collaborazione con
il famoso Movimento Magentino Dignità e Lavoro
che da anni si è opposto alla chiusura della fabbri-
ca gestendo un eroico presidio permanente di fron-
te ai cancelli.” Il nostro impegno e quello del Sig.
Vulcano si uniscono per mantenere accesi i riflet-
tori su un’area un tempo produttiva e di grande ri-
lievo per la città, in cui oggi le erbacce e la ruggine
avanzano ovunque.
1 l’articolo è stato
pubblicato anche
sul Periodico di
informazione dei
ragazzi delle scuo-
le di Magenta.
Pagina 8
“Il posto più bello di Magenta”… Abbandonato al
degrado!1
La triste fine del Circolo sportivo della Novaceta
L.Rondena, F.Sarri,E.Tosello 5H
Dal territorio
Il secondo incontro del ciclo dedi-
cato alla Pop-Filosofia presso la
Sala Grassi del Comune di Corbet-
ta ha dato vita ad un interessante
dibattito sul rapporto che l’uomo
moderno ha con le tecnologie della
comunicazione, che ha visto ancora
nel ruolo di efficaci moderatori i
due nostri studenti del Bramante
Matteo Bolzonella e Michele Pelle-
grino. Il professor Mario Pireddu,
esperto di nuove tecnologie e nuovi
media, ha messo in luce come esse
muovano dalla necessità dell’uomo
di ampliare al massimo le possibili-
tà della comunicazione per render-
la il più efficace possibile. Sin
dall’antichità si è avvertito il biso-
gno di registrare ed archiviare,
mediante la scrittura, eventi e nor-
me ritenute fondative della vita
associata : basti pensare ai più anti-
chi documenti scritti come le
“tavolet te mesopotamiche”.
L’attuale mercato di prodotti hi-
tech utilizzati per la scrittura e la
comunicazione in senso lato vede
ormai la continua introduzione di
prodotti innovativi. Una delle ulti-
me invenzioni è appunto il Tablet,
prodotto non solo dalla Apple ma
da molte altre fabbriche come la
Samsung. Il Tablet appare per la
prima volta sul mercato con Bill
Gates, che nel 2002 propone al
pubblico un Tablet PC, ma senza
fortuna. Sarà Steve Jobs nel 2010 a
lanciare la produzione dell’ora già
mitico Ipad. Ma perché noi sceglia-
mo l’Ipad? Quale misteriosa attra-
zione ci lega a questi oggetti? E
soprattutto, quali sono gli effetti
che ne derivano? Il dibattito sulle
conseguenze dell’introduzione di
nuove tecniche di registrazione
della comunicazione umana ha
origini molto antiche: pensiamo al
“Fedro” di Platone, opera in cui si
affronta il tema dell’invenzione
della scrittura. Quest’ultima, forte-
mente criticata da Platone stesso, è
in netto contrasto con la” parola
vivente”, quella orale, l’ unica ad
essere animata e dunque garante di
una continua crescita della cono-
scenza, localizzabile nell’anima
umana e non certo in un testo scrit-
to. Viene però da chiedersi allora
perché un grande filosofo come
Platone, sebbene riconoscesse il
ruolo insostituibile della parola
orale e del dialogo vivente, , finì
con il “mettere per iscritto” le pro-
prie teorie filosofiche. Maurizio
Ferraris nel suo libro “L’ anima e
ipad” ci propone un’interessante
analisi del rapporto che l’uomo
(anima) ha con le nuove tecnologie
(Ipad). Egli analizza la scelta di
Platone, analoga a quella di ogni
uomo moderno che tenta di smate-
rializzare in ogni modo la materia,
andando oltre i limiti imposti da
essa alla comunicazione : ecco che
all’epoca prendevano vita i dialo-
ghi scritti di Platone e oggi prendo-
no vita i social networks, il mondo
virtuale del web, le videochiamate
ecc. Il bisogno interiore dell’uomo
lo porta ad ampliare nello spazio e
nel tempo il raggio della propria
comunicazione, volendo nello stes-
so tempo lasciare una traccia per-
manente di sè, che rimanga nella
memoria dei posteri. L’Ipad dun-
que, nato dalla stessa esigenza
dell’antica scrittura a mano, e ne
rappresenta la versione evoluta. È
tuttavia inevitabile riflettere sulle
conseguenze che questo genere di
innovazioni porta nella vita
dell’uomo. Da un lato, il mondo
del web, i tablet, i personal compu-
ter, gli “smartphone”, creano un
cambiamento senza dubbio positi-
vo nella vita, agevolandola sotto
molti aspetti; ad esempio permet-
tendo, attraverso un semplice click,
l’accesso immediato a tutto un
mondo di informazioni. Ma è an-
che vero che ciò cambia il nostro
rapporto con la cultura e con
l’istruzione, che viene a dipendere
da un oggetto esterno, una macchi-
na; senza contare che ciò che
l’uomo registra su un tablet, non
gli appartiene fisicamente: sebbe-
ne egli, per un periodo di tempo usi
quel materiale esso rimane in pos-
sesso del web. È giusto quindi con-
tinuare a interrogarsi sull’uso di
queste tecnologie e sull’eventualità
di regolarne l’uso prevenendo con-
seguenze indesiderate.
Nel terzo e ultimo incontro del ci-
clo un giovane ricercatore
dell’Università Vita Salute ha inve-
ce tentato con entusiasmo da ultrà
una sintesi tra filosofia e gioco del
calcio, lanciando un ardito arco di
ponte tra un fuoriclasse della me-
tafisica greca (Parmenide) e un
fuoriclasse argentino del pallone
(Maradona). Entrambi ebbero mo-
do di dare prova del loro genio in
terra partenopea, ma l’idea che
oltre questa concomitanza ci sia di
più non ha convinto molto. Che si
giochi al calcio con una sfera per
ragioni metafisiche che rimandano
alla “ben rotonda Verità” di cui
parlava Parmenide è ipotesi sug-
gestiva ma meno probabile di quel-
la che suggerisce, invece, più sem-
plici spiegazioni di carattere fisi-
co: colpire di testa un cubo o stop-
pare di petto una piramide non
sarebbe stato agevole né, soprat-
tutto, piacevole. (N.d.R.)
Digito ergo sum (2): Platone con l’ipad Concluso a Corbetta il ciclo di incontri sulla Pop Filosofia
A. Cerutti 5H
Pagina 9
Dal territorio
Anche quest’anno si terrà il concorso “Scrivere
che passione” indetto dalla biblioteca comunale di
Corbetta. Il concorso prevede tre categorie : Scuola
Secondaria di primo grado, Scuola Secondaria di
secondo grado, Scrittori. I partecipanti possono
sbizzarrirsi con un racconto dall’incipit già stabili-
to, presentando un elaborato inedito a partire da
incipit indicati nel bando, oppure crearne uno com-
pletamente proprio come racconto inedito a tema
libero. Ed è proprio in quest’ultima categoria che si
è distinta, nello scorso anno, vincendo il primo pre-
mio, una studentessa del nostro Liceo: Sara Baro-
ne, che, attraverso un’intervista, abbiamo cercato
di conoscere meglio:
Ti è sempre piaciuto scrivere oppure si tratta di
una passione maturata col tempo? In realtà ho
sempre scritto per me stessa, ma ora ho trovato bel-
lo e gratificante anche farlo per gli altri.
Perché hai scelto di partecipare a questo con-
corso? Diciamo che sono stata spinta dalla mia
prof. dell’anno scorso, la cara “Streppa”, che ha
voluto che scrivessimo un racconto scegliendo una
delle due categorie del concorso. Di cosa parla il
tuo racconto? E’ una semplice parodia della no-
stra scuola. Ho descritto le caratteristiche e i
“personaggi” principali del nostro Liceo utilizzan-
do il genere della satira. Ti aspettavi la vittoria?
Più che aspettarmela ci speravo molto! Avevo fatto
una scommessa con la mia mamma e se avessi
vinto lei mi avrebbe comprato il cellulare nuovo.
Come nasce questa tua passione? E’ nata grazie
alla professoressa Strepparava. Può sembrare stra-
no o banale ma mi ha stimolato molto non solo in
ambito scolastico, anche nella vita. Lettura e
scrittura sono collegate: qual è il tuo rapporto
con i libri? In realtà non ho mai letto un libro se
non per la scuola … fatta eccezione per “Bianca
come il latte rossa come il sangue”. Quali sono i
tuoi progetti futuri? I miei progetti non riguarda-
no la scrittura; la mia passione è infatti il disegno
tecnico dato che sono affascinata dalle costruzioni.
Sono infatti convinta di fare architettura. Ora non
ci resta che ringraziare Sara augurandole altri suc-
cessi come questo!
Pagina 10
“Scrivere che passione” 10° Concorso letterario organizzato dalla Biblioteca Comunale di
Corbetta
G. Colombo, E. Porta 4D
Dal territorio
Pagina 11
Gli appassionati di serie televi-
sive ambientate negli ospedali,
si imbattono spesso in scenari
analoghi a questo: il suono in-
termittente del monitor cardia-
co di un paziente diviene
all’improvviso continuo, medi-
ci ed infermieri si precipitano
al suo letto urlando: “Arresto
cardiaco!” e trascinando un
carrello con uno strano mac-
chinario dalla forma squadrata
con due “piastre” che, pronta-
mente premute dal dottore sul
petto dell’infortunato, mentre
si staglia un sonoro “libera!”,
fanno sobbalzare bruscamente
il paziente per effetto di una
scarica elettrica. Visti così, in
televisione, i miracoli e gli e-
roici salvataggi da parte dei
medici appaiono quasi normali
e scontati, mentre la realtà è
ben diversa.
L’arresto cardiaco, principale
causa di morte nei paesi indu-
Affari di cuore A scuola con il defibrillatore
I. Bertani 2G
Scienza/Scienze
te perché le percentuali di ri-
presa delle funzioni vitali, in
seguito ad un arresto cardiaco,
diminuiscono del 7-10% per
ogni minuto trascorso senza un
opportuno trattamento.
I defibrillatori semiautomatici
sono dispositivi di grande pra-
ticità di utilizzo e sicurezza
perché dotati di sensori che
riconoscono l’arresto cardiaco
e sono in grado di determinare
in autonomia se è necessaria
una scarica ed eventualmente
la sua potenza. Inoltre si predi-
spongono automaticamente per
la scarica fornendo, per mezzo
di un altoparlante, le istruzioni
di funzionamento al soccorri-
tore. Proprio per queste carat-
teristiche, tanto che persino un
adolescente sarebbe in grado
di utilizzarli, si trovano soven-
te in luoghi pubblici. Al con-
gresso del 2010 della società
italiana di Cardiologia, il Mi-
nistero dell’Istruzione, la SIC
(Società Italiana di Cardiologi-
a) e la fondazione Italiana
Cuore e Circolazione, hanno
d e c i s o d i r i v o l g e r e
un’attenzione particolare al
cuore dei ragazzi consegnando
alla scuola “Don L. Milani” di
Montichiari (Brescia) un defi-
brillatore semiautomatico ed
istruendo all’utilizzo studenti
ed insegnanti. Questa iniziati-
va ha dato il via al progetto “A
scuola di cuore”, composto da
lezioni per informare gli ado-
lescenti sulle malattie cardio-
vascolari e sulla loro preven-
zione.
strializzati e che in Italia colpi-
sce circa 150 persone al giorno,
può essere causato da aritmie
cardiache note come fibrillazio-
ne ventricolare e asistolia. Il
primo caso è una grave irregola-
rità delle pulsazioni dei ventri-
coli cardiaci. Il secondo consiste
invece nell’assenza di sistole
cardiaca ossia di contrazione del
cuore. Entrambi comportano il
blocco della circolazione san-
guigna, della respirazione e, se
il soggetto colpito non viene
soccorso adeguatamente, la
morte. Si stima che il tasso di
sopravvivenza alla fibrillazione
ventricolare, al di fuori dagli
ospedali, sia del 2% mentre
quello dell’asistolia raggiunga
appena l’1%. Il trattamento più
efficace per questi episodi è la
defibrillazione, un provvedi-
mento terapeutico rivolto a ri-
pristinare il normale ritmo car-
diaco grazie all’uso di uno stru-
mento chiamato
appunto defi-
brillatore, stru-
mento munito
di due elettrodi
che, applicati
sul torace del
paziente, emet-
tono una scarica
elettrica in gra-
do di ristabilire
il regolare batti-
to del cuore.
Tuttavia, affin-
ché questo in-
tervento risulti
efficace, deve
essere eseguito
tempestivamen-
Pagina 12
Il percorso di questo progetto
“salva-vita” non è però termina-
to, infatti, le due organizzazioni,
sempre d’accordo con il Ministe-
ro dell’Istruzione hanno intrapre-
so una campagna di screening
cardiovascolare fra tutti i giovani
tra i 16 e 18 anni delle scuole se-
condarie di II grado per identifi-
care soggetti a rischio e mettere
in atto misure preventive. Secon-
do i dati raccolti, infatti, circa 4-5
individui, ogni 100.000, sotto i
35 anni, ed in pieno benessere,
sono colpiti da arresto cardiaco.
La dotazione di un defibrillatore
semiautomatico in ogni edificio
scolastico e l’addestramento al
suo utilizzo a scolari e docenti
non servirebbe, quindi, solamente
a prevenire migliaia di morti im-
provvise, ma avrebbe anche una
notevole valenza educativa per i
giovani che verrebbero in questo
modo responsabilizzati alla cura
della propria salute e di quella
altrui. Imparare manovre di pri-
mo soccorso potrebbe insegnare
Scienza/Scienze
stata una defibrillazio-
ne che non è stata tem-
pestiva per il ritardo
dell’ambulanza. Molte
volte, sopratutto con la
sconsiderata vivacità
dell’adolescenza, vi-
viamo le nostre gior-
nate come se dovesse-
ro susseguirsi in eterno
e dimentichiamo che
la vita non è altro che
un delicato equilibrio
mantenuto da ogni cel-
lula del nostro corpo.
Le disgrazie non av-
vengono solo nei film,
purtroppo: tutti po-
tremmo avere bisogno
di un soccorso di que-
sto tipo e salvare una
persona a volte richie-
de davvero poco. l’importanza e la fragilità della vita
e fare in modo che i giovani abbia-
no un rapporto più stretto e positi-
vo con la medicina e i suoi opera-
tori. Il progetto di screening per gli
alunni degli istituti supe-
riori aiuterebbe, inoltre, gli
adolescenti a prendere co-
scienza dell’importanza
della prevenzione delle
patologie cardiache e limi-
terebbe il numero di morti.
In poche parole, se en-
trambi i progetti fossero
attivati e perseguiti, la
scuola non avrebbe solo lo
scopo di formare cultural-
mente i ragazzi, ma po-
trebbe anche preparare o-
gni studente alla vita.
Gli amanti del calcio ricor-
deranno l’episodio del
25enne Morosini, giocato-
re del Livorno morto sul
campo nel 2011 a causa di
un improvviso arresto car-
diaco. L’unica cosa che avrebbe
potuto salvare Morosini sarebbe
Piermario Morosini
Nell’ambito delle attività culturali organizzate dal
Comune di Vittuone si è tenuta venerdì 14 dicem-
bre alle ore 21.00, per gli appassionati di astrofisi-
ca della zona, la conferenza “Big Bang o Creazio-
ne?”, relatori don Giovanni Sala e il dott. Stefano
Olivares. Durante l’incontro si è parlato della fisica
in generale, degli strumenti usati per le rilevazioni
e della teoria del Big Bang. La conferenza si avvia
con un’ introduzione sul significato della fisica. La
discussione sul Big Bang, il modello cosmologico
riguardante lo
s v i l u p p o e
l ’ e s p a n s i o n e
dell’universo, è
stata affrontata
attraverso un
viaggio a ritroso
nel tempo dai
nostri giorni fino
ad arrivare al
Primo Attimo di
v i t a
del l ’universo ,
per capire fino a
quando si riesce
a comprendere
l’universo con
gli strumenti e le
conoscenze a
nostra disposi-
zione. Per dare
adito a questa teoria, gli scienziati sono riusciti a
trovare diverse conferme. Innanzitutto il 24% della
massa nell’universo è costituita da elio, e questa
osservazione corrisponde ai calcoli teorici.
Un’altra conferma è la rilevazione dell’effetto
Doppler, che fa diventare rosse le fonti di luce che
si allontanano dall’osservatore. Infine la presenza
di una radiazione cosmica che proviene quasi uni-
formemente da qualsiasi zona del cielo stellato,
conferma questa teoria. Con rilevazioni elettroma-
gnetiche si riesce a capire com’era l’universo 380
000 anni prima del suo inizio, ma solo grazie
all’analisi della radiazione cosmica, che presenta
delle irregolarità, si riesce quasi a raggiungere un
tempo molto vicino all’inizio, chiamato tempo di
Planck. Tuttavia poiché più ci si avvicina al tempo
zero, più lo spazio diventa piccolo, le leggi usate
fino a quel momento, che si riferivano ad un mon-
do macroscopico, smettono di essere attendibili.
Solo grazie alla teoria quantistica, che è in grado di
spiegare il mondo microscopico, si riesce a definire
ciò che era presente nell’universo e si comprende
come vengono create le particelle e come le forze
iniziano a com-
parire e intera-
gire. Tuttavia
prima del tem-
po di Planck le
f l u t t u a z i o n i
q u a n t i s t i c h e
i m p e d i s co n o
precise misure.
Purtroppo non
si può conosce-
re ancora ciò
che c’era prima
del tempo di
Plank, perché
non esiste nes-
suna teoria in
grado di poterlo
dire. È più esat-
to quindi parla-
re di Creazione
o Big Bang? Chiaramente la risposta a questa do-
manda dipende dall’orientamento religioso di o-
gnuno di noi: per un credente il Big Bang è la teo-
ria che spiega scientificamente l’evoluzione
dell’universo e la Creazione è l’Origine di tutto;
altri vedono l’intervento divino dove le teorie falli-
scono; per un ateo è semplicemente l’inizio di tut-
to, che non prevede alcun Creatore e nessun inter-
vento sovrannaturale.
Pagina 13
Big Bang o creazione? Seconda conferenza di Don Giovanni Sala sul rapporto fede e
scienza
O. Pindaro 2G
Scienza/Scienze
26 Novembre 2011, Cape Canaveral (Florida),
16.02 (ora italiana): parte il progetto della NASA,
costato 2,5 miliardi di dollari, denominato Mars
Science Laboratory (MSL) e con esso anche la son-
da spaziale Curiosity. Questo capolavoro della tec-
nologia è un Rover (termine inglese che significa
vagabondo), una specie di dune buggy a 6 ruote
motrici indipendenti, ognuna con la sua trasmissio-
ne, in modo da potersi liberare da ogni impaccio. Dopo un viaggio di quasi 80 milioni di chilometri,
ecco che il 6 agosto 2012 alle 6.31 (ora italiana)
Curiosity, che trasporta con sé un microchip conte-
nente il Codice di Volo degli Uccelli di Leonardo
da Vinci, poggia le sue ruote sul suolo marziano.
Un evento straordinario, che dimostra come
l’uomo abbia ottenuto progressi eccezionali nel
campo della tecnologia spaziale. Pochi minuti do-
po l’atterraggio, la sonda scatta le prime foto del
terreno che appare brullo e ricoperto di sassi e dal-
la tipica colorazione rossastra, per la presenza della
polvere mossa dai forti venti che agitano il pianeta,
come avevano anche mostrato altre foto scattate da
altre sonde spaziali alcuni anni prima. Inoltre ab-
biamo anche diverse foto relative a un monte strati-
ficato alto cinque chilometri e mezzo, il monte
Sharp, verso il quale la sonda si sta dirigendo len-
tamente. Il compito di questa sonda è di accertare
se esistono o sono esistite tracce di vita microbioti-
ca ed è per questo che Curiosity è dotata di poten-
tissimi e sofisticatissimi strumenti di ricerca che
serviranno per studiare i campioni di roccia del
pianeta. Questa importante ricerca avverrà in un
anno marziano (circa due anni terrestri) all’interno
di un cratere, considerato il più promettente per le
analisi: il cratere Gale. Sarà dunque Curiosity la
prima a mostrarci che non siamo soli nell’universo
oppure troverà solo tracce della presenza di rocce e
acqua è niente più? Vedremo cosa ha da dirci il
Pianeta Rosso...
Curiosity da Marte Primi risultati del progetto extraterrestre della NASA
N. Bramani 5H
Pagina 14
Scienza/Scienze
Nel 2008 Barack Obama è stato
eletto quarantaquattresimo pre-
sidente degli Stati Uniti
d’America ed è diventato il pri-
mo presidente afroamericano
della storia degli Stati Uniti.
Quest’anno Obama è stato ri-
confermato per un secondo
mandato dalla maggioranza del-
la popolazione, vincendo contro
il candidato repubblicano Mitt
Romney. Rispetto a soli quattro
anni, fa il presidente è stato elet-
to con uno scarso vantaggio nei
confronti dell’avversario e que-
sto accade perchè il popolo a-
mericano sta perdendo fiducia
poichè questa crisi economica,
che attanaglia tutto il mondo
ormai da qualche anno, non
sembra voler passare neanche
per loro. Ma nonostante questo,
l’anima sognatrice degli Stati
Uniti sopravvive e perciò Oba-
ma ha avuto una seconda possi-
bilità di migliorare le cose. Ma
la domanda che tutti si pongono
è: riuscirà a mantenere tutte le
promesse che ha fatto in questi
4 anni alla guida dell’America?
Indubbiamente l’attuale presi-
dente si è dato da fare per rime-
diare ai molti errori che sono
stati fatti nei decenni passati e
che hanno causato questa crisi,
però a quanto pare non ha fatto
abbastanza. Nonostante ciò le
elezioni di novembre hanno di-
mostrato a tutti noi una cosa:
stanno cambiando il mondo, i
modi di vivere e di pensare di
ogni popolo, gli ordini mondiali
perfino, ma non sta cambiando
lo spirito degli americani.
L’ottimismo, la speranza, la fi-
ducia sono tutte caratteristiche
che costituiscono il principio di
identità americano, è compreso
in questo principio anche il pa-
triottismo (ben diverso dal no-
stro patriottismo che va spesso a
braccetto col nazionalismo) che
si può riassumere nella frase”
r i g h t o r w r o n g , m y
country” :“che sia giusto o sba-
gliato è il mio Paese”. Questa è
l’essenza dell’ideale patriottico
da cui è nata questa nazione che
ci è tanto famigliare: l’America.
Ma, dopo il risultato di queste
elezioni, comprendiamo che la
massima del patriota include an-
che la seguente affermazione”
right or wrong, my president”
ovvero “che sia giusto o sbaglia-
to, è il mio presidente”. Ciò non
significa che qualunque decisio-
ne venga presa dal lui, è passiva-
mente accettata dal popolo, ma
significa che il presidente rima-
ne sempre il presidente, colui
che è stato eletto per guidare la
nazione, anche se non sempre si
condividono le sue decisioni A
Obama è stato conferito questo
grande onere e onore ben due
volte, come è accaduto alla mag-
gioranza dei presidenti degli Sta-
ti Uniti, perché ogni americano
è convinto che qualcosa di me-
glio lo attende , quella che chia-
mano speranza, lo spinge a cre-
dere in un futuro costruito sui
suoi ideali rappresentativa chi
lo governa.Quando si viene ap-
punto scelti per guidare gli Stati
Uniti, si riceve l’appoggio di
tutta (e dico davvero tutta) la
popolazione, anche coloro che
sono contrari ripongono in te la
Pagina 15
Right or wrong: my President Le elezioni negli USA
M. Guizzardi 1B
Opinioni
loro fiducia, perché si rendono
conto che se la maggior parte dei
loro compatrioti ti hanno nomi-
nato loro rappresentante, ora sa-
rai anche il loro. Però, ciò non
vuol dire che gli statunitensi sia-
no un gregge di pecore, bensì un
popolo unito, sempre. La verità
è che Romney e Obama, i repub-
blicani e i democratici rappre-
sentano due Americhe diverse, o
meglio due ideali di Americhe
diverse. È sufficiente pensare ai
comizi dei due partiti per render-
sene conto: a quelli di Romney
si beve Dr. Pepper, si ascolta
musica country, si mangiano
bistecche e si parla di football
mentre a quelli di Obama si beve
Coca Cola light, si ascolta musi-
ca rock, si mangiano hamburger
e si parla di basket. Insomma,
l’America dei democratici è
quella popolare che sentiamo
vicina, l’America sognatrice che
si vede nei film; mentre
l’America dei repubblicani è
quella della superpotenza mon-
diale che si ammira e si teme,
quella più lontana da noi. Allora
perché nonostante tutti i cambia-
menti che sono avvenuti in que-
sti ultimi tempi e il fatto che sia
necessaria una ripresa economi-
ca che probabilmente avrebbe
potuto garantire meglio Mitt
Romney, ha vinto Obama? Per-
ché gli americani possono perde-
re la fiducia, possono essere po-
veri, abbandonati per la strada e
senza casa, ma non perderanno
mai il loro ottimismo, la loro
folle speranza, e la loro incrolla-
bile fiducia nel futuro.
Il 25 Novembre è stato proclama-
to giornata mondiale contro la
violenza sulle donne, il cui obiet-
tivo è quello di mantenere sempre
viva la memoria di quelle donne
che hanno perso la vita, combat-
tendo per la loro indipendenza, e
infondere un nuovo coraggio, il
coraggio di parlare e raccontare le
sofferenze che migliaia di donne
nel mondo ogni giorno sono co-
strette a subire. Innanzitutto per
violenza e maltrattamento si in-
tende tutto ciò che implica so-
praffazione fisica, psicologica,
più subdola perché implica lesio-
ne dell'autostima femminile, ed
infine sopraffazione economica
con la quale l'uomo obbliga la
donna a renderlo partecipe di o-
gni minimo movimento economi-
co privandola di ogni tipo di indi-
pendenza. Ciò che maggiormente
ha scandalizzato l'opinione pub-
blica sono i dati statistici che so-
no stati raccolti nell'ultimo decen-
nio. E' risultato che le violenze
sulle donne sono in continua cre-
scita ogni anno. Nel 2012 infatti,
solo in Italia, si sono raggiunti
livelli impressionanti: una media
di una donna uccisa ogni due
giorni, ottantasei violenze fisiche
e una decina di maltrattamenti e
casi di stalking. Questi dati, però,
fanno riferimento solo a fatti de-
nunciati. Infatti ancora oggi non
tutte le donne hanno trovato il
coraggio di parlare dei soprusi da
loro subiti. E' questa la funzione
di tutte le campagne di sensibiliz-
zazione portate avanti dal 1990
ad oggi: far capire che nessuna
donna è sola e che per sconfigge-
re questa violenza è fondamentale
condividere e parlare del proprio
dolore. In Italia in particolare si
sono affiancate alla lotta contro la
violenza sulle donne molte attrici
famose, che hanno contribuito al
messaggio di sensibilizzazione
attraverso pubblicità e filmati ci-
nematografici, e stiliste, come
Vivienne Westwood, che ha alle-
stito una vetrina in cui un mani-
chino presentava lividi in viso.
Nel nostro piccolo, anche la città
di Magenta ci ha reso partecipi di
questo problema, allestendo una
conferenza presso il Teatro Lirico
a cui hanno partecipato un gran
numero di classi, quarte e quinte
in particolare, provenienti dai
plessi scolastici della zona. Rela-
trici di questa conferenza erano
una poliziotta, specializzata in
stalking e due psicologhe che
hanno in cura donne maltrattate.
Inoltre, in collaborazione con la
polizia locale negli anni passati
sono stati organizzati dei corsi
per la difesa personale grazie ai
quali molte donne hanno impara-
to a difendersi in situazioni criti-
che. Nonostante l'intervento di
enti pubblici, associazioni, istitu-
zioni e forze dell'ordine i casi di
violenza sulle donne sono ancora
troppo numerosi. Però, attraverso
però la sensibilizzazione, c'è la
speranza che le donne maltrattate
trovino la forza di denunciare le
violenze per ottenere giustizia.
Stop alla violenza, diamo voce alle donne 25 novembre: giornata mondiale contro la violenza sulle donne
M. Mariano 5H
Pagina 16
Opinioni
Questa è una di quelle diatribe da
“BarSport” che alla fine non arri-
va mai ad una conclusione:
“Meglio la Porsche o la Ferrari?
E la Lamborghini?” oppure
“Meglio l’Alfa o la BMW?” ed
ecco che si “riaccende la miccia”
che scatena una serie di nuove
discussioni che terminano solo
per sfinimento. Oggi, inoltre, la
sfida è molto più agguerrita in
quanto, oltre alle note e consoli-
date aziende automobilistiche eu-
ropee, si stanno sempre più dif-
fondendo quelle asiatiche che
propongono un ottimo rapporto
qualità-prezzo puntando sempre
più in alto. Il quadro generale del-
la situazione viene spesso presen-
tato da Internet e dalle riviste
specializzate sulla base di son-
daggi : quello fornito dall’ Aci-
Censis Servizi 2011 mostra che,
seppur di poco alla domanda: “la
tua auto è italiana?” le auto stra-
niere(57%) vincono il sondaggio
rispetto alle italiane (47%). Per
comprendere nel dettaglio la
competizione nel campo automo-
bilistico dobbiamo suddividere le
categorie di automobili in tre
gruppi: utilitarie, livello medio-
alto e di lusso. Troviamo la vera
sfida nel primo e nel terzo gruppo
in quanto nel secondo le aziende
tedesche Audi, Mercedes e Bmw
sono le dominatrici con le loro
berline\coupè dalle linee mozza-
fiato e dai motori potenti : il prez-
zo è alto, ma chi se ne intende sa
che ne vale la pena. Nel terzo
gruppo, quelle di lusso, le auto
italiane sono quelle che dominano
il mercato, Ferrari in primis :
grandi investitori americani, ma-
gnati russi, sceicchi arabi e ricchi
di ogni dove sognano il Cavalli-
no. Da Maranello escono quasi
8.000 esemplari l’ anno! Subito a
seguire Lamborghini, passata
sotto il controllo Audi group, Ma-
serati e negli ultimi anni Alfa Ro-
meo. In Olanda la prima delle
ottanta Alfa Romeo 8C è sta ac-
quistata dal principe Bernard Lu-
cas Emmanuel e durante una
puntata di Top Gear il presentato-
re Jeremy Clarkson ha espresso il
suo giudizio sulla vettura con
queste parole: si chiama 8C e cre-
do che sia semplicemente la più
bella macchina mai costruita.
Certo non si possono non citare
Porsche, che con la 911 è quella
che dà più filo da torcere alle no-
strane, Audi con la R8,a mio pa-
rere una dalle linee più eleganti, e
le varie Bmw e Mercedes con le
loro serie M e AMG(sigle delle
versioni sportive) estremamente
competitive ma dal prezzo proibi-
tivo. Infine, esaminando il merca-
to delle utilitarie, si può senza
dubbio affermare che la vera sfi-
da e’ in questa fascia: ogni casa
automobilistica europea, america-
na e asiatica cerca di lanciarne
una che riesca a dominare il mer-
cato. Sebbene le aziende asiatiche
abbiano un rapporto qualità prez-
zo migliore delle altre case, in
fatto di sicurezza sono inferiori
alle italiane, che ne fanno il loro
punto di forza, anche se per quan-
to riguarda le linee non sono pa-
ragonabili a quelle tedesche, affi-
dabilissime e esteticamente ecce-
zionali ma dal costo elevato. In
conclusione, se non avete niente
da fare e vi piacciono le auto, an-
date a guardare qualche blog su
Internet dove ci sono molte infor-
mazioni utili accompagnate da
spassosi commenti.. ma se volete
divertirvi, recatevi in un Bar
Sport, ponete la domanda e state
a guardare l’ effetto che fa!
Opinioni
Pagina 17
Auto italiane o auto straniere? L’eterno dilemma nella scelta del proprio autoveicolo
A. Re 5H
Il mattino del 5 ottobre 1962 nelle
vetrine dei negozi inglesi, esce il
disco 45 giri "Love me do" ; il
primo disco dei Beatles, un grup-
po rock inglese di Liverpool for-
mato da quattro ragazzi: Paul
Mccartney, John Lennon, George
Harrison e Ringo Starr. Con la
loro musica sono stati in grado di
cambiare il mondo; nessuno ave-
va mai scritto canzoni come loro
e come tali sono stati considerati
i più importanti esponenti della
musica degli anni Sessanta. Da
quel giorno cominciarono a crea-
re sempre nuove canzoni, riu-
scendo a far vendere miliardi di
copie dei loro album. Raggiunse-
ro la popolarità in tutto il mondo,
facendosi amare da tutti in parti-
colare dai giovani. In questo mo-
do in tutto il mondo scoppia il
f e n o m e n o n o t o c o m e
"Beatlemania": i giovani iniziano
a vestire come loro, portano i ca-
pelli lunghi oppure i capelli ta-
gliati a caschetto. Piacevano so-
prattutto ai ragazzi, non solo per
la loro musica, ma anche per il
loro modo di vestire e per il loro
modo di comportarsi. Avevano
uno stile particolare nel creare le
loro canzoni, erano uniche al
mondo, proprio perchè avevano
uno spessore strumentale e qual-
che impuntura stilistica che poi è
subito diventata enorme. Adotta-
vano svariati strumenti musicali,
alcuni diversi da quelli utilizzati
solitamente, anche strumenti inu-
suali. Infatti l'influenza orientale
li portò a introdurre strumenti di-
versi da quelli della tradizione
rock, ad esempio violoncelli, vio-
lini e trombe che davano vita a
nuove forme. L'importanza dei
Beatles travalica l'ambito specifi-
camente musicale e si pone come
elemento importante per la com-
prensione dei mutamenti dei co-
stumi, della politica e del rappor-
to con la spiritualità dei giovani
di quel periodo. Il loro ultimo al-
bum, "Let it be", esce l'8 maggio
1970, quando il gruppo si scoglie.
Diventarono talmente famosi che
alle date dei loro concerti riempi-
vano sempre tutti i luoghi in cui
cantavano tantissimi ragazzi che
"impazzivano" pur di vederli e di
ascoltare le loro canzoni dal vivo.
Quello che succedeva tanto tem-
po fa con la band dei Beatles,
succede ancora oggi con le band
famose che vanno di moda in
questi ultimi tempi. Ormai è di-
ventato un " rituale " comprare i
biglietti per il concerto, aspettare
con ansia quella data nei modi
più assurdi, ad esempio, fare con-
ti alla rovescia sul calendario o
con i propri amici, ed infine,
all'arrivo di quella data, preparar-
si per il concerto e fare la fila
fuori dal teatro prima di entrare.
Poi arriva quel momento in cui il
cuore si riempie di gioia nel ve-
dere i propri idoli entrare in scena
su quel palco e realizzare che loro
sono a qualche metro di distanza
da te, realizzare il sogno che non
si pensava si sarebbe mai realiz-
zato. I Beatles hanno cambiato la
musica nella storia, perchè la mu-
sica e le canzoni che creavano
erano di uno stile completamente
differente dallo stile delle canzoni
a loro contemporanee. E’ neces-
sario che la loro musica rimanga
sempre tra noi e che resti sempre
un riferimento per i musicisti dei
nostri tempi.
50 anni con i Beatles Come quattro ragazzi rivoluzionarono il mondo della musica e
non solo... E. Nava 2A
Pagina 18
Opinioni
È possibile scrivere
un libro sulla scuola
che non sia farcito di
luoghi comuni o di
facile ironia? La
classe, di François
Bégaudeau (uscito in
Francia nel 2006 e in
traduzione italiana
Einaudi nel 2008)
riesce in questa dif-
ficile impresa…
Sembra incredibile
che un libro sulla scuola possa appassionare an-
che noi studenti, che la viviamo tutti i giorni; ep-
pure il libro ha avuto un enorme successo in Fran-
cia, soprattutto fra i giovani. La sua trasposizione
filmica, in cui l’autore stesso interpreta il ruolo
principale, ha vinto il premio come miglior film al
61° Festival di Cannes. L’autore ci trasporta entre
les murs di una scuola francese, in una classe par-
ticolarmente disastrata. Il narratore è il professore
di letteratura della suddetta classe, che deve con-
frontarsi con una situazione particolare: ci sono
seri problemi disciplinari, molti studenti hanno
difficoltà con il francese perché provengono da
diverse parti del mondo, tutti – o quasi – conside-
rano la scuola come un peso, un fardello obbliga-
torio ma inutile. Il professore stesso si sente sof-
focare dall’ostilità dei ragazzi, e a volte si lascia
andare a scatti d’ira e frustrazione; ha spesso –
troppo spesso – l’impressione di essere nel torto,
che lo rende vulnerabile alle pungenti osservazio-
ni dei ragazzi. Eppure, tutti i personaggi di questo
bizzarro ecosistema hanno anche qualità da offri-
re e condividere: i ragazzi, pur se svogliati, sono
intelligenti e pronti a mettere in gioco il proprio
talento; il professore ha passione, pazienza e una
buona dose di ironia. Non sappiamo nulla dei pro-
tagonisti al di fuori delle quattro mura della scuo-
la, e gli unici altri personaggi sono i professori
delle altre materie. Nell’Aula Professori si discu-
tono sempre gli stessi problemi: la macchinetta
del caffè non dà resto, la fotocopiatrice non fun-
ziona, gli alunni sono sempre più indisciplinati…
Attraverso la combriccola dei professori, l’autore
evidenzia la noia della quotidianità, che spinge a
ripetere sempre gli stessi gesti. Fra punizioni,
consigli di classe, discussioni, risate e amicizie,
alla fine si arriva alla termine dell’anno scolasti-
co; tuttavia, non si dice chi ha ottenuto l’agognata
promozione e chi no. Con questo finale l’autore
comunica che tutti abbiamo le nostre ragioni e i
nostri torti, e la vita non assolve né condanna nes-
suno. Questo romanzo tratta temi difficili: diffi-
coltà d’integrazione, razzismo, differenze genera-
zionali. Anche lo stile, basato per la maggior par-
te su dialoghi, è complesso e a volte intricato.
Tuttavia, superando le iniziali difficoltà, il lettore
si immedesima con i personaggi, sente la loro fru-
strazione e la loro speranza. Si parla del sistema
scolastico francese, ma non è difficile riconoscere
similitudini con le nostre classi. I protagonisti so-
no ragazzi come noi, i professori sono paragona-
bili ai nostri insegnanti: questo rende la lettura
ancora più “vera”. Il racconto semplice, privo di
fronzoli, è condito con molta ironia. I dialoghi
brillanti e pungenti fra docenti e studenti fanno
ridere fino alle lacrime e alleggeriscono la lettura.
Cultura/Recensioni libri
Pagina 19
La Bibliobussola
di Alice Gambaro 2A
Pagina 20
Mumford and Sons – Babel Successo straordinario della Inde Rock band
L. Casella & M. Longhi 2A
Il 24 settembre è uscito il nuovo singolo dei Mum-
ford and Sons: gruppo formatosi da poco tempo
(nell’estate del 2008 uscì la loro prima demo,) al
suo primo disco “Sigh no more” si registrò imme-
diatamente il disco di platino negli USA e rimase
in testa alle classifiche a lungo. La formazione
musicale è a dir poco particolare, il frontman della
band è Marcus Mumford il quale è anche cantante
e chitarrista; Ben Lovett è il tastierista e (come gli
altri) corista; Ted Dwane è il contrabbassista (sì,
contrabbasso!) e infine Winston Marshall è il suo-
natore di banjo e di chitarra reso fonica… Era da
anni che gli amanti del rock aspettavano un glorio-
so ritorno della vera musica.
Questa è una Inde Rock band, che però ha un
sound caldo ma energico, spesso nelle canzoni non
c’è il bisogno di usare tutti gli strumenti perché il
sound è quasi sempre riempito dal contrabbasso,
dal piano e dalla fantastica voce di Mumford; ma
la particolarità di questa band è quella di essere
tornata alle origini: tutte le loro canzoni hanno le
strofe formate da tre accordi. Tutte. E questa è una
finezza adottata agli inizi della storia del rock per
smarcarsi dalla scena musicale. Ma non divaghia-
mo. Questa band, come si è detto, ha conquistato
da subito il disco di platino, una serata al David
Letterman show (lo show più importante negli Sta-
tes) e ha effettuato un lungo tour che ha spesso da-
to il Sold Out già dai primi giorni di vendita dei
biglietti… Ma in Italia? Beh, noi arriviamo tardi..
dopo l’uscita del secondo disco (appunto “Babel”)
e dopo aver registrato alcune vendite anche qui in
Italia, i Mumford hanno deciso di suonare tre con-
certi: a Milano,a Firenze e a Roma e, già dopo un
giorno e mezzo dal rilascio dei biglietti, hanno re-
gistrato il Sold Out! Ma veniamo al disco: Babel è
un disco che rispetto al precedente è meno energi-
co ma con un sound molto più caldo, presenta una
sola canzone molto energica: I Will Wait. Questa
canzone sfrutta la peculiarità della band: il banjo.
Provate ad ascoltarla e capirete di cosa parlo: que-
sto strumento è capace di dare il ritmo a tutta la
band, suonando una melodia che sovrasta comple-
tamente tutti gli altri strumenti e gareggia con la
voce. Il video ufficiale di I Will Wait (è un live) ha
ad oggi 14 milioni di visualizzazioni. Va data una
menzione speciale ai testi di questo disco, i quali
sono di chiara ispirazione biblica, ma parlano qua-
si sempre di un rapporto tra un uomo (presumo si
parli di Marcus) e di una donna di cui non si men-
zionano mai i nomi. Vanno citate infine due canzo-
ni che spero entrino nel cuore dei Bramantini: Re-
minder, Reminder è una canzone breve (2 min) ma
moto bella e piena nel suo sound; e Broken crown:
questa canzone è bella da tutti i punti di vista: il
testo narra ,interpretandolo, il racconto evangelico
durante il quale satana tenta Cristo, il sound è tetro
perchèrispecchia gli argomenti trattati e tutti gli
strumenti sono utilizzati in modo impeccabile, di-
mostrando la versatilità dei cantautori. Un’ ultima
chicca. Aprite Google e digitate le lettere “Mum”,
guardate il risultato… ricordo che esistono dal
2008. I Coldpaly escono come primo risultato dopo
quattro lettere.. questa è Musica.
Cultura/Recensioni musicali
Nel 1930, in Siria, presso un villaggio situato
vicino a Damasco, un gruppo di archeologi
inglesi scoprì i resti di venti legionari romani
sepolti in una fossa comune nel III secolo do-
po Cristo. Erano allineati ancora con
l’equipaggiamento da battaglia, ma gli archeo-
logi non trovarono tracce di colpi mortali sugli
scheletri. Secondo uno studioso dell’università
di Leicester, quei soldati caduti alla frontiera
orientale dell’Impero furono uccisi dal primo
attacco chimico documentato nella storia. Era
l’anno 256 e la guarnigione romana asserra-
gliata nella fortezza di Doura Europos, sulla
sponda destra dell’Eufrate, era stata investita
dall’assalto dell’esercito Sassanide venuto dal-
la Persia. L’assedio fu condotto anche scavan-
do gallerie per far crollare le mura del forte e i
difensori cercarono di resistere rifugiandosi, a
loro volta, in tunnel sotterranei. I Romani cer-
cavano di intercettare i cunicoli del nemico,
ma i Persiani evidentemente li sorpresero. Per
gli archeologi resta il mistero di come i guer-
rieri persiani abbiano fatto a massacrare venti
legionari in uno spazio così stretto, con un dia-
metro di poco più di due metri e una lunghez-
za di una dozzina. Infatti, i Romani erano pro-
tetti da scudi e armature, armati di gladio e
ben addestrati: avrebbero potuto formare una
testuggine imperforabile e indietreggiare. La
risposta è stata trovata esaminando il terreno
nel quale erano sepolti, lo stesso sul quale era-
no caduti: gli archeologi inglesi hanno indivi-
duato tracce di zolfo e bitume. I genieri sassa-
nidi avevano acceso un fuoco all’imboccatura
del tunnel e con una miscela di zolfo e bitume
avevano creato una nube tossica, un gas asfis-
siante che non aveva lasciato scampo ai legio-
nari. Fra questi uomini, che si pensa siano ca-
duti in pochi minuti, è stato ritrovato anche il
cadavere di un soldato sassanide, probabil-
mente il responsabile dell’accensione del fuo-
co e vittima della sua stessa arma. Dopo la
battaglia, l’avamposto fu sopraffatto dai Per-
siani, Doura Europos cadde e l’Impero roma-
no si ritirò. Si crede che questa sia la prova
archeologica più antica di guerra chimica,
l’inizio di un modo di combattere e uccidere
che è arrivato fino ai nostri giorni. Infatti è di
questi ultimi mesi la notizia che Assad, il Pre-
sidente siriano, avrebbe fatto armare le testate
dei missili con il temuto gas “sarin” in vista
della “battaglia finale” di quel conflitto, nato
nel 2011 e inserito nel contesto più ampio del-
la primavera araba, ma diventato guerra civile
nel 2012 provocando, ad oggi, 42.000 morti
tra i civili.
Pagina 21
Historia non semper magistra vitae In Siria il primo attacco chimico della storia
F. Grassi & P. Ferrario 2A
Cultura/Storia
Pagina 22
Cultura/Storia
10 fatti storici che tutti (o quasi) ritengono veri A volte le verità storiche sono dei falsi!
A. Tenconi 2G
Gli eroi delle Termopili erano 300.
FALSO!
300 furono solo gli Spartani, ma erano presenti anche
vari contingenti di altre città, quali Tebani, Tespiesi e
Ateniesi... Il contingente totale sfiorava le 7000 unità.
Solo l’ultimo giorno di resistenza, quando i Greci fu-
rono traditi dal soldato Efialte, erano rimasti solamen-
te Spartani e Tespiesi, il numero dei soldati era tra i
250 e i 500, che furono spazzati via dall’esercito per-
siano.
Filippide annunciò la vittoria di Maratona.
FALSO!
Secondo alcuni storici, dopo la battaglia di Maratona,
il soldato Filippide fu incaricato dal comandante ate-
niese Milziade di portare ad Atene l'avviso di alzare le
difese del Pireo, il porto di Atene, e non della vittoria.
Filippide arrivò ad Atene dopo un’estenuante corsa e,
una volta dato l'allarme, crollò stremato per la fatica,
morendo sul colpo.
Sparta e Atene erano sinonimo di Oligarchia e De-
mocrazia.
FALSO!
Uno dei più grandi errori è quello di paragonare Atene
alla Democrazia e Sparta all’Oligarchia. Fu lo stesso
Pericle a smentire tutto ciò: “La chiamano democrazi-
a, ma in realtà è un’oligarchia che comanda” furono
le sue parole riportate da Platone e Tucidide. Inol-
tre, le donne spartane, a differenza di quelle ateniesi,
godevano di innumerevoli privilegi ed erano molto più
libere.
La moneta più stabile dell'antichità fu la Dracma
di Atene.
VERO!
Infatti il suo contenuto d'argento non venne mai modi-
ficato e per secoli essa mantenne lo stesso potere d'ac-
quisto in tutto il mondo conosciuto, che corrispondeva
al valore d'uno staio di grano. E fu anche per questo
motivo che
Atene venne
sempre consi-
derata non
solo come
forza militare,
ma anche co-
me forza eco-
nomica.
Cesare, morendo, disse la celebre frase: “Tu quo-
que, Brute, fili mi”.
FALSO!
Il primo storico a citare questa frase fu Svetonio nel
suo ‘De Vita Caesarum’, un’opera monumentale che
narrava la vita dei Cesari, ma ultimi studi affermano
che Cesare, mentre veniva ucciso nella Curia di Pom-
peo, si accorse sì della presenza di Bruto, suo figlio
adottivo, ma non pronunciò mai questa frase.
Il grande incendio di Roma del 64 fu causato da
Nerone. FORSE, MA...
L’imperatore Nerone o i cristiani? Di solito la colpa
viene attribuita all’imperatore Nerone, ma secondo
ultimi studi potrebbero essere stati veramente i cristia-
ni a incendiare Roma. Per dar seguito infatti ad una
profezia egiziana, che diceva che al sorgere della stella
Sirio la “vecchia malvagia città” (Roma) sarebbe stata
incendiata, i cristiani appiccarono il fuoco per vedere
bruciare sotto i loro occhi la causa delle loro persecu-
zioni.
Il crocifisso fu il primo simbolo dei cristiani.
FALSO!
Al tempo dei Romani, quando nacque il cristianesimo,
la croce era ancora simbolo di morte. Fu il pesce il
primo simbolo usato dai cristiani per simboleggiare la
loro religione. Infatti, pesce in greco si scrive ICTYS,
che i Cristiani usavano come acronimo di “Iesus Chri-
stos Theou Yios Soter”, cioè “Gesù Cristo figlio di
Dio Salvatore”.
Pagina 23
Cultura/Storia
Nell’esercito romano furono introdotti anche schia-
vi. VERO
Infatti, verso il 170 d.C. circa, per fronteggiare le orde
barbariche da cui erano minacciati gli insediamenti
romani in Germania ed in Asia Minore, l'imperatore di
allora Marco Aurelio non esitò ad affiancare ai propri
legionari, corpi ausiliari costituiti da gladiatori e da
schiavi.
Copernico fu il primo a sostenere che la Terra or-
bitasse attorno al Sole. FALSO!
Quella che tutti definiamo Teoria Eliocentrica, o Co-
pernicana, fu in verità ideata per la prima volta nel 350
a.C. circa da Eraclide Pontico: nato ad Eraclea ma tra-
sferitosi ad Atene, fu discepolo di Aristotele al Liceo.
Ma fu nella prima metà del III secolo a.C. che Aristar-
co da Samo teorizzò e-
splicitamente l'eliocentri-
smo nella sua forma attu-
ale.
La Prima Guerra Mondiale si fermò per un giorno,
il Natale del 1914.
VERO!
Per tregua di Natale si intendono una serie di "cessate
il fuoco" avvenuti nel giorno di Natale del 1914, du-
rante la Prima Guerra Mondiale. Questi avvenimenti
spontanei di fraternizzazione avvennero tra le file de-
gli eserciti britannico e tedesco. I due schieramenti si
scambiarono prima a voce degli auguri natalizi, e subi-
to dopo ci furono inviti a incontrarsi nella "terra di
nessuno", dove avvenne lo scambio di piccoli doni.
L'artiglieria nella regione restò muta quella notte.
Pagina 24
Cultura
L’Angolo Poetico Irisinversi
di Iris Daka 5B
IL TEMPO
Vola il tempo, su ali leggere,
su un cielo dipinto di preziosi ricordi,
e volti e momenti, se gli occhi chiudi,
come fiocchi di neve vedi cadere.
Niente rimane, se non il pensiero
D’un passato trascorso, d’un sorriso sfuggente
Che in un lampo balena e cattura la mente,
fermando la corsa del folle destriero.
Con sé ti trascina, ti fa perdere in esso,
in un momento ti estranei dal mondo,
ma, rapido, ritorna al consueto verso
lasciando un vuoto malinconico, profondo.
E lascia parole dal sapore diverso
Che la carta accoglie dando loro senso.
Pagina 25
Curiosità
Dopo i Maya... Nostradamus! Nuove previsioni catastrofiche documentate
S. Garavaglia 2A
Se oggi siete qui a leggere questo articolo, signifi-
ca che siamo sopravvissuti alla profezia dei Maya
che prevedeva la fine del mondo per 21 dicembre
2012. Negli ultimi anni questa previsione è stata
continuamente sottolineata dai mas-media che han-
no evidenziato ora l’aspetto ironico ora quello più
crudo e apocalittico. Ma se questa data, che si è
presentata semplicemente come un falso allarme, è
trascorsa senza catastrofi, non ci possiamo consi-
derare salvi. Incombono infatti nuove leggende,
storie, ma anche seri studi di astronomia che ipo-
tizzano nuovi scenari inquietanti. Il prossimo ap-
puntamento è
previsto per il 13
aprile 2036: si
prevede che
l’asteroide Apo-
phis, di 300 me-
tri di diametro,
possa entrare
nell’orbita gravi-
tazionale terre-
stre ed entrare in
collisione con la
terra, causando
così un’enorme
esplosione, che
porterebbe alla
distruzione del
nostro Pianeta.
La notizia, in
origine basata su studi scientifici, come spesso ac-
cade, è stata amplificata dalla fantasia umana. In-
fatti mentre le ricerche astronomiche si concentra-
no sullo spostamento di questo corpo celeste e for-
tunatamente riducono drasticamente le probabilità
di impatto con la terra, la gente non si lascia perde-
re l’occasione di far emergere solo l’aspetto più
catastrofico e spettacolare della vicenda. Ed ecco
scrittori e registi pronti a sfruttare la fama di queste
previsioni per proporla al pubblico in forme sem-
pre diverse. Se l’asteroide Apophis deciderà di ri-
sparmiarci e continuerà a vagare nel nostro sistema
solare, potremo però stare tranquilli solamente per
un paio d’anni: per il 2038 è fissata la scadenza
successiva. Questa volta si tratta dell’ennesima
profezia di Nostradamus, astrologo e scrittore del
XVI secolo. Nostradamus non cita mai una data
precisa, ma parla in modo vago, lasciando ai poste-
ri il compito di stimare il giorno dell’evento. In
particolar modo si fa riferimento alla frase :
“quando Giorgio Dio crocifiggerà / e Marco risu-
sciterà / e San Giovanni lo porterà…”. Questo
scritto, non del tutto chiaro, suggerisce che l’anno
fatidico potrebbe essere quello in cui la Pasqua ca-
de il 25 aprile (giorno in cui si festeggia San Mar-
co), il venerdì santo il 23 (giorno di San Giorgio)
ed il Corpus Do-
mini, il giorno di
San Giovanni;
ovvero tutto que-
sto si concretiz-
zerà nel 2038.
Per l’ultimo ap-
puntamento con
la fine del mondo
nel nostro secolo
è stato coinvolto
anche Is aac
Newton. Pare che
da studi, non resi
pubblici, effet-
tuati dallo scien-
ziato attraverso
una lettura tra le
righe della Bib-
bia, la data dell’Apocalisse fosse prevista per il
2060. Leggendo, infatti, il libro del profeta Daniele
nell’Antico Testamento, si viene a conoscenza che
la data della fine del mondo era stata fissata 1260
anni dopo l’incoronazione di Carlo Magno avvenu-
ta nell’800 d.C. e quindi nel 2060. Insomma, per
chi ha voglia di credere nelle profezie, non resta
altro che aspettare e sperare, mentre per l’Apophis
del 2036 bisogna approfondire e continuare gli
studi. Chissà mai che non sia uno studente del Bra-
mante a salvare il nostro Pianeta deviando la traiet-
toria dell’asteroide?
Pagina 26
L’intervista
Personaggi… “degni di nota” Dario Garegnani e Andrea Raffanini si raccontano per noi
G. Colombo, E. Porta 4D
Due grandi maestri del mondo del-
la musica, due autentici talenti:
abbiamo avuto modo di applaudir-
li, di emozionarci, di ascoltarli nei
concerti da loro diretti nel corso di
questi anni.
Stiamo parlando di Dario Garegna-
ni e Andrea Raffanini, stimati e
apprezzati direttori d’orchestra del
magentino.
In questo numero del Giornalino li
abbiamo intervistati e abbiamo
messo a confronto le loro risposte
per scoprire aspetti interessanti e
curiosità della loro brillante carrie-
ra musicale.
Anno di nascita:
G: 1980
R: 1971
Come e quando è nata la passio-
ne per la musica?
G:Mentirei se ti dicessi che ne ho
un ricordo preciso. So per certo
che, quando da piccolo i miei geni-
tori provavano a propormi lezioni
di musica, rifiutavo sdegnosamen-
te. Potrei dire attorno agli ultimi
anni delle elementari, per approssi-
mazione.
R: E’ nata mentre ero al liceo Bra-
mante, in terza/quarta, perche’ al-
cuni miei amici andavano in con-
servatorio e ho iniziato ad ascoltare
musica classica. Una sera, ascol-
tando in montagna una cassetta del
concerto per violino di Tchai-
kovsky e della sinfonia “Dal Nuovo
Mondo” di Dvorak, qualcosa mi
ha suggerito che avrei dovuto oc-
cuparmi di musica.
Ci racconti brevemente il suo
percorso musicale:
G:Beh, alla fine credo di aver ac-
cettato l’idea che provare a suonare
uno strumento non fosse il male
assoluto. Quindi mi sono iscritto ai
corsi del Corpo Musicale Sedriane-
se e ho cominciato a suonare il cla-
rinetto..Poi il Conservatorio di Mi-
lano, studi di clarinetto canto e
composizione, studi di direzione
d’orchestra fino a San Pietroburgo,
una laurea in drammaturgia musi-
cale sulle opere di Offenbach e una
in musicologia sulla tecnica del
coro parlato nella musica del No-
vecento, entrambe alla Statale di
Milano.
R: Ho iniziato con un maestro di
piano a Boffalora, poi in una scuo-
la di musica a Milano; al secondo
anno di università ho fatto
l’ammissione al Conservatorio, in
seguito mi sono diplomato in com-
posizione e direzione d’orchestra;
ho frequentato tanti corsi all’estero
(Austria, Ungheria, Romania).
Quante ore dedicava allo studio
quotidianamente? G: Quante ore dedico e quante ne
vorrei dedicare. Difficile quantifi-
care, diciamo che quando lo fai per
bene il tutto deve diventare un pen-
siero costante, senza ‘timer’. Nel
momento in cui ti metti a misurare
le ore..c’è qualcosa che non qua-
dra.
R: Inquantificabile.
Quali strumenti sa suonare?
G:Tutti gli strumenti della famiglia
dei clarinetti, suono il pianoforte
per quel che mi serve per studio e
in prova, ma rivendico orgogliosa-
mente di non essere un pianista, mi
spiace! Ho studiato violoncello per
quattro anni, da ‘ grande’ ed è stata
una esperienza estremamente utile
e piacevole, lo suono ancora per
diletto ogni tanto.
R: Il pianoforte.
Che genere di musica ascolta?
G:Un po’ di tutto – risposta scon-
tatissima. Sono un melomane con-
vinto, il mio repertorio preferito
però è quello tra ottocento e nove-
cento, sia sinfonice che lirico. Det-
to questo amo il jazz, le registra-
zioni ben fatte, e tutti gli artisti che
lavorano con testi di alta qualità.
R: TUTTO, assolutamente TUT-
TO!
Quale opera ha preferito dirigere
fra tutte?
G: Mahler IV, specie nella versio-
ne di Schoenberg per orchestra da
camera. Ha dei momenti di verità
assoluta.
R: Tutte.
Quale opera vorrebbe dirigere in
futuro?
G: Una in particolare? Ok mi but-
to, il War Requiem di Benjamin
Britten.
R: Tutte.
Cantante o gruppo preferito:
G: Madeleine Peyroux, Vinicio
Capossela, Gustav Mahler, Richard
Strauss.
R:Queen.
Dario Garegnani
Cosa avrebbe voluto fare “da
grande”?
G: Il medico, credo.
R: Fino ai sette anni l’astronauta,
dai sette ai quattordici non ne ave-
vo idea, dai quattordici ai diciotto
il giornalista, dai diciotto fino a-
desso non lo so bene, ma se potessi
fare il musicista sarei felicissimo.
A quali attività si dedica nel suo
tempo libero?
G: Sono figlio di fotografo, amo
anche io la fotografia, la mia mac-
china è sempre con me, anche
quando lavoro, non si sa mai. La
falegnameria è un gran cosa, molto
terapeutica: mi diverto a costruire
amplificatori valvolari e casse acu-
stiche: posso ascoltare musica con
‘cose’ fatte da me, sai la soddisfa-
zione?!
R: non c’è distinzione tra lavoro e
tempo libero, nel tempo libero vor-
rei lavorare. Quando non mi occu-
po di ciò che spero di fare sempre
mi piace stare con gli amici e fare
sport.
L’ultimo libro che ha letto?
G:‘Terra Matta’ di Vinceza Rabito.
Un affresco dell’Italia post-unitaria
scritta da un totale analfabeta che è
stato in grado di crearsi una sua
lingua e una sua grammatica, in-
credibile, ipnotico.
R: “Il torto del soldato”di Erri De
Luca e “Madame Bovary”di Flau-
bert.
Sogno nel cassetto
G: Poter fare musica in santa pace,
provando con calma, meditando le
proprie scelte.
R: La serenità.
Piatto preferito
G: Tonno in crosta di sesamo, con
maionese.
R: Fragole, zucchero e limone e
pasta al tonno, capperi, olive e po-
modorini.
In quale luogo vorrebbe vivere?
G:Va bene qualsiasi luogo in cui ci
si senta a casa, vedi risposta ad ‘un
sogno nel cassetto’. Non fatemi
dire ovvietà sul genere che siamo
noi a creare il posto in cui viviamo,
però è vero; siamo noi e le nostre
relazioni a creare il nostro mondo,
per il resto sinceramente, quasi
qualsiasi posto va bene.
R: Sicuramente un luogo in cui c’è
un contatto con la natura.
Un suo pregio e un suo difetto:
G: Un pregio? Difficile trovarlo
davvero, forse che riesco a rimane-
re calmo e razionale senza sacrifi-
care la mia parte passionalissima,
ma non saprei. Un difetto? Se qual-
cosa mi dà fastidio o mi mette a
disagio non c’è modo di nascon-
derlo, basta guardarmi in faccia.
R: Non ho pregiudizie amo
l’humanitas, il difetto è che voglio
a tutti i costi comprendere. (ma non
ne sono sicuro).
Tre aggettivi per definire Raffa-
nini
G: Serio, preparato, ottimo interlo-
cutore.
Tre aggettivi per definire Gare-
gnani
R: Serio, preparato, curioso.
Pensa che sia importante per i
giovani crescere con la musica?
G: Sì, a patto che possa esistere
una educazione ad ascoltare, non
solo a sentire.
R: No, non è importante: è assolu-
tamente fondamentale e vitale,
molto più di quanto si pensi e di
come purtoppo sia oggi possibile.
Cosa si potrebbe fare per avvici-
nare maggiormente i giovani alla
musica classica?
G: Fare capire che la musica
‘classica’ – ma non solo quella –
può benissimo essere fruita e vissu-
ta in modo ‘non mediato’.
L’approccio ‘ a pelle’ ha la stessa
dignità dell’approccio ‘informato’.
Ognuno ha il proprio livello e il
proprio bisogno di musica, tutti
diversi. Nessuno ha maggiore di-
gnità di un altro, a patto che ci si
ponga in modo sincero.
R: I giovani sono già vicini alla
musica classica, perché essa non è
per nulla un linguaggio difficile;
essa è solamente fraintesa e
“emarginata”. Bisognerebbe sola-
mente dare fiducia alla musica e ai
giovani, senza pregiudizi
Quali sono i suoi progetti per il
futuro?
G: Sopravvivere ai mille concerti
di Natale e andare in vacanza qual-
che giorno, dopo anni che non ci
vado. Scherzi a parte, direi conti-
nuare a fare quel che faccio, stu-
diare, studiare, studiare.
R: Bella domanda!
Un aforisma per i nostri lettori
G:‘mais la beauté n’est rien, sans
un peau d’abandon’(Offenbach, la
belle Helene)
la bellezza da sola non conta nien-
te, se non è accompagnata, giusta-
mente, da un sano ‘lasciarsi
andare’.
R: Amate ogni più piccolo detta-
glio.
Un grazie sincero a Dario Gare-
gnani e Andrea Raffanini per aver
risposto con disponibilità e simpa-
tia alle nostre domande; a loro ri-
volgiamo i migliori auguri per una
lunga carriera ricca di gratificazio-
ni e di successi!
Pagina 27
L’intervista
Andrea Raffanini
Pagina 28
Break E. Popa 4D & A. Fernandez 2G
DOPO IL 21 DICEMBRE
BILANCI SCOLASTICI
INTERROGAZIONE DI STORIA INTERROGAZIONE DI INGLESE
Pagina 29
Rubriche
Il questionario di Alex
A. De Cicco 3E
Cari ragazzi anche per questo nu-
mero abbiamo trovato due bra-
mantini che si sono prestati al no-
stro questionario..
Che la caccia abbia inizio!
Nome? (se preferisci puoi utiliz-
zare un soprannome) Strudel96
Marco Alberto
Eta?
S: 16
M: 16
Scuola media frequentata?
S: A. Volta
M: Indro Montanelli
La prima cosa che pensi quan-
do ti svegli al mattino? S: Dove sono le gocciole?
M: Farmi il segno della croce
Cosa ti piace di più di te stesso?
S: Rispetto sempre i miei ideali
M: La voglia di non mollare, vo-
ler terminare ogni progetto pur
sapendo che si rivelerà un fiasco
colossale.
Cosa detesti di te stesso?
S: Il fatto che voglio sempre aver
ragione.
M: La paura di esprimermi: io
sono come un luna park, faccio
divertire la gente ma non vedo
l'ora che arrivi l'orario di chiusura
per mostrare la mia vera faccia.
Qual è l'ultimo libro che hai
letto?
S: Il simposio di Platone e La tre-
gua di Primo Levi.
M: Il nostro Sic di Paolo e Ros-
sella Simoncelli.
Qual è l'ultimo film che hai vi-
sto?
S: Radio Freccia
M: Midnight in Paris di Woody
Allen
Il tuo piatto preferito?
S: Qualsiasi pasta
M: Qualsiasi tipo di carne
Chi è il tuo cantante preferito?
Perchè?
S:I Pink Floyd perchè riescono a
trasmettere ideali profondi e spie-
garli con semplici canzoni.
M:Yiruma autore di River flows in
you.
La tua materia preferita?
S: Filosofia, Scienze e Dante (non
letteratura italiana, solo Dante!)
M: Adoro Filosofia.
La materia che odi?
S: Non odio nessuna materia ma
diciamo che il latino mi è avverso.
M: Disegno perchè non sono per
niente portato.
Cosa ti piace fare nel tempo libe-
ro?
S: Correre
M: Scrivere, ho scritto un libro e
sto cercando di farlo pubblicare.
La persona che ammiri di più?
Perchè?
S: Tutti coloro che dedicano la lo-
ro vita al prossimo.
M: Mia mamma perchè fa sempre
un sacco di sacrifici per tutta la
famiglia.
Se potessi essere un personaggio
famoso, chi vorresti essere? Per-
chè?
S: Non vorrei essere nient'altro che
me stesso, perchè altrimenti non
sarei me stesso, o sbaglio?! ahaha
M:Vorrei essere Roberto Benigni
così saprei utilizzare l'ironia e fare
battute senza essere volgare.
Sono stato molto felice quando...
S: Ho vinto una schedina di calcio
M: Quando sono riuscito a far sor-
ridere chi mi stava intorno pur fa-
cendo magari brutte figure.
Sono stato molto infelice quan-
do...
S: Ho perso una schedina di cal-
cio
M: Ho fallito e nessuno mi ha
aiutato dicendomi che ho sbaglia-
to e dove ho sbagliato.
Cosa pensi dell'amore?
S: E' quella linea sottile che di-
stingue l'uomo dall'animale .
M: L'amore è una meravigliosa
sensazione di ubriachezza che ti
invade l'anima e te la rovescia
rendendo tutto più bello.
Se avessi la bacchetta magica,
qual è la prima cosa che fare-
sti?
S: La darei a chi ne ha davvero
bisogno perchè io sto bene così
come sono e quindi farei solo co-
se superflue.
M: Rallenterei il tempo e andrei
nel passato; solo per dargli un'oc-
chiata, non per cambiarlo.
Qual è il tuo motto?
S: Se avanzo seguitemi, ma se mi
fermo non fate scherzi!
(Cit. M. G.)
M: Ricorda il passato, ma vivi
andando avanti, sempre.
Pagina 30
Rubriche
Pensieri in libertà
Il tempo
M. Cozzi & A. De Cicco 3E
"Perché noi siamo portati a vedere tutto o bianco o nero, o dentro o fuori;
diamo sempre un inizio e una fine alle cose.
Ma cosa sono poi inizio e fine
se non dei semplici stratagemmi
che utilizziamo per ricordare qualcosa a cui teniamo?
Dovremmo smetterla di pensare all'inizio e alla fine
e concentrarci sul durante.
Nulla ha inizio, ma soprattutto,nulla ha veramente una fine. "
Abbiamo sempre tanta fretta, corriamo,
ci affanniamo, ma dove andiamo realmente?
Vogliamo sempre fare qualcosa, vogliamo sempre di più,
ci perdiamo in desideri che poi alla fine si rivelano superflui
e quando ce ne rendiamo conto, tutto ciò che rimane
è il rimorso per non essersi gustati l'attimo.
La vita è come una scala, se tu guardi in alto,
sarai sempre l’ultimo della fila,
ma se tu guardi in basso,
vedrai che ci sono molte persone che desidererebbero essere al tuo posto.
Ci lamentiamo spesso che il tempo passi troppo
velocemente, che ci scivoli dalla mani troppo
in fretta; ma il tempo è immobile.
Siamo noi che corriamo su di esso.
Pagina 31
Rubriche
Botta e Risposta La posta del Grillo
M. Albano & S. Gussoni 2A
Ciao, sono Dida ’95,
beh la mia storia è abbastanza lun-
ga. Io e lui ci conosciamo da molto
tempo e come se fosse scontato ci
siamo messi insieme. La nostra sto-
ria è durata 14 mesi, eravamo molto
uniti, molto gelosi e la vita era fanta-
stica. Purtroppo non so nemmeno io
il perché, è finito tutto, ci siamo la-
sciati…..
Dentro di me è rimasto un vuoto in-
colmabile e non riesco a darmi pace.
Forza, io dico, non bisogna stare così
male perché, in fondo, chi ci ha perso
è lui….
Anche se è difficile, non pensarci…hai
tutta la vita davanti a te e una folla di
principi azzurri che ti aspettano.
Aiuto!!! Mi piace una ragazza, ma se
ci parlo mi sento in imbarazzo, le pa-
role si incastrano fra loro e divento
rosso come il fuoco. Voglio fare colpo
su di lei, ma qualcosa va sempre
storto. Io la adoro, ma come devo fa-
re???
Caro “timidone ”, è normale essere im-
barazzati davanti a una persona che ci
piace. Fatti coraggio e ricordati che
“chi non risica non rosica”. Fatti avanti
senza paura.
Ciao sono T,
in classe mi prendono in giro per co-
me mi vesto e perché dicono che so-
no troppo secchiona. Sono sempre
sola e durante l’intervallo nessuno
vuole stare con me; è come se fossi
trasparente……….
Come posso fare?
Ciao T, sicuramente se ti avvicinerai
alle tue compagne ne troverai una sen-
sibile che ti potrà aiutare. Cerca di ca-
pire chi è e magari proponile di studia-
re insieme a te o di uscire. Vedrai che
quando ti sentirai meno sola, riuscirai
ad essere più simpatica anche agli altri
compagni. Facci sapere come va.
Aiutatemi per favore! Dopo la scuola
vorrei uscire un po’ con le mie ami-
che ma i miei non ne vogliono sape-
re. Come posso convincerli? Vorrei
dimostrare loro che so essere respon-
sabile ma non me lo permettono!
Cara “imprigionata”, i genitori sono
così, si preoccupano sempre.. Magari
se fai conoscere loro i tuoi amici, ma-
gari con una bella pizzata a casa tua, si
tranquillizzeranno e ti permetteranno
di uscire.
Pagina 32
Rubriche/Il Bramante ai fornelli
Com’ è dolce “chiacchierare”! La ricetta dei dolci più golosi di Carnevale
S. Saffiotti & M. Tavera 3F
tana e mescolate insie-
me lo zucchero ed un
pizzico di sale; versate
al centro le uova intere,
il burro a pezzetti, la
vanillina e la grappa;
dopo aver impastato il
tutto, lavorando con
forza per alcuni minuti,
tirate la sfoglia e con la
rotellina o un coltello,
tagliatela a nastri. Fate-
ci dei nodi senza strin-
gerli e calateli in padel-
la con abbondante olio
caldo. Appena dorati,
scolateli e serviteli,
spolverizzandoli con lo
zucchero a velo.
Fritte o al forno, con lo
zucchero a velo o il
cioccolato e, perché no,
magari con anche un
goccio di Alchermes?
Sapete tutti di cosa stia-
mo parlando: le uniche
e inimitabile Chiacchie-
re! E allora, dato che ci
stiamo avvicinando al
Carnevale, ecco gli utili
consigli delle vostre
cuoche di fiducia. Par-
tiamo dall’ inizio.. co-
me nascono le Chiac-
chiere? Questo tradi-
zionle dolce nasce dalla
tradizione carnevalesca
o meglio dai Saturnali
degli antichi romani;
ebbene sì, sono proprio
i nostri antenati che
hanno inventato questi
dolci fritti, da loro chia-
mati frictilia, e che ve-
nivano di solito distri-
buiti al popolo che pun-
tualmente si riversava
nelle piazze. Da lì è
partita la tradizione, che
si è rapidamente diffu-
sa in tutta Italia e che ha
dato loro molteplici no-
mi: bugie in Liguria,
guanti a Caserta, mara-
viglias in Sardegna, e si
potrebbe continuare a
oltranza.
Ma andiamo al sodo!
Per preparare delle otti-
me Chiacchiere abbia-
mo bisogno di questi
ingredienti (per 80 pez-
zi)
Burro: 50 g
Farina: 500 g
Uova: 3 intere e un tuor-
lo
Grappa: 25 ml
Lievito in polvere: 6 g
Zucchero: 70 g
Vanillina: 1 bustina
Un pizzico di sale
Per friggerle è preferibi-
le usare Olio di semi
mentre per cospargerle
useremo zucchero a ve-
lo. Per prima cosa di-
sponete la farina a fon-
Pagina 33
Top Ten
M. Guizzardi 1B & M. Montonati & D. Zarinelli 5H
“Cos’è quello, un abete? O una barbabietola particolarmente cresciuta? Non lo so, non me ne in-tendo di ortaggi.”
“L’essere è UNUM, VERUM, PULCHRUM… Sembra che stia parlando di me!”
“Op! Op! Gangnam style!”
“Volevano scombattere i nemici”
“Ci corre dietro qualcuno? No, non ci corre dietro nessuno. O meglio, a voi no, a me si: a me cor-rono dietro un sacco di persone! Quando sono alle macchinette ho sempre qualcuno che mi corre
dietro con la clava!”
“Hai una vocazione da passerotto. Io invece questa vocazione non ce l’ho; io ho la vocazione da marmotta di terra.”
“Eh MUNCHia dai!”
“Capitale della Cecoslovacchia? Non PREGA-PER-NOI, ma PRAGA-PER-NOI”
“Settimana prossima abbiamo anche Picazzo”
Studente: “Quanti anni ha sua figlia?”
Prof: “ Non mi ricordo più!”
Prof: “Contro quale popolazione si scontrarono i Micenei nel 1250 a.C. ? Stud: “Facile! Contro la popolazione dei Dardanelli!”
Prof: “ Come si dice in inglese <<piove a catinelle>>?”
Stud1: “It’s raining cats and dogs, cioè <<piovono cani e gatti>>. Stud2: “Piovono cani e gatti? Ma se aprissi la bocca quando piove così mi ci troverei un chihua-
hua!”
Prof: ”Siediti!” Stud: “ Ma prof, ho più roba in tasca che nel cervello! Devo trasferirne un po’!”
Stud: “Prof, cosa facciamo oggi?
Prof: “ Oggi parliamo dei …Sumari!”
Prof: “Quali prodotti commerciavano i Fenici?” Stud: “Porpora e… orifizi!”
Rubriche
Pagina 34
L’Oroscopo (semiserio) del Grillo
B. Bergamaschi & V. Fiori 2A
CANCRO Amore: Se credete di essere giunti a buone
conclusioni in questo periodo, non abbiate
timore nell'esporle in modo tale da essere comple-
tamente onesti con le persone che vi sono vicine. I
single dovranno maturare in fretta se vorranno ave-
re qualche chance con persone più grandi o con
esperienze diverse dalle proprie,altrimenti dovran-
no orientarsi su tutt'altro tipo di persona.
Scuola: Cerchi di impegnarti al massimo nello stu-
dio per non prendere brutti voti. Il tuo impegno ti
farà ottenere qualche successo nel corso del 2013. I
tuoi insegnanti ti daranno molti stimoli e tu cerche-
rai in ogni modo di soddisfarli per essere apprezza-
to.
LEONE Amore: All'inizio dell'anno accadrà qualco-
sa che vi farà dubitare del comportamento
delle persone a voi più care. I single potrebbero
cambiare i propri atteggiamenti nei confronti di
una persona che da molto tempo sta cercando di
entrare nella loro vita ed ai quali è sempre stato
negato l'accesso.
Scuola: Se riuscirai a superare i contrasti con i tuoi
compagni di studio, nel 2013 potrai trovare degli
amici con i quali studiare. Dovrai affrontare qual-
che problema a scuola , che potrebbe farti rallenta-
re lo studio, ma se resterai calmo, riuscirai ad af-
frontare e superare qualsiasi ostacolo.
VERGINE Amore: Avete dimenticato come prendervi
cura del prossimo, in particolar modo delle
persone che amate. I single si dovranno preoccupa-
re non tanto del proprio aspetto esteriore ma dell'a-
spetto interiore o meglio, dell'immagine che si dà
agli altri.
Scuola: E' un anno fortunato e qualsiasi tuo proget-
to a scuola avrà successo. Per questo però ti sarà
richiesto un impegno notevole nello studio e dovrai
quindi impegnarti molto per raggiungere gli obiet-
Rubriche
ARIETE Amore: In questo periodo cercate di esse-
re molto più gentili di quello che siete di
solito, poiché è questo che facilita le re-
lazioni. I single potrebbero avere qualche rapporto
saltuario ma nulla che riesca sul serio a convincerli
a stare insieme ad una persona.
Scuola: Sei molto ambizioso e vuoi ottenere suc-
cesso . Potresti avere qualche difficoltà negli studi,
ma la tua tenacia ti aiuterà a superarli.
TORO Amore: Qualcuno che vi piace potrebbe
accorgersi di voi e potrebbe alla fine esse-
re pronto a spingersi oltre l'apparenza. I
single dovrebbero invece lasciarsi coinvolgere me-
no in situazioni che non hanno nulla a che fare con
il romanticismo ed il sentimentalismo di cui hanno
un estremo bisogno.
Scuola: Cerca di mantenere la calma e di affrontare
lo studio in maniera metodica, come sicuramente
puoi fare, e vedrai che riuscirai ad organizzare lo
studio nel migliore dei modi per ottenere ottimi
risultati entro la fine dell'anno.
GEMELLI Amore: In questo periodo ci potrebbero
essere alti e bassi di cui preoccuparsi, ma
questo non dovrebbe ostacolarvi nel mo-
mento in cui si presenterà l'occasione di essere feli-
ci con la persona che amate. I single non dovrebbe-
ro confondere l'amore e l'amicizia o addirittura l'af-
fetto, poiché sono tutti sentimenti encomiabili ma
profondamente diversi.
Scuola: Dovrai studiare molto nel 2013, ma questo
non ti spaventerà. Sei pronto ad affrontare lo studio
e ce la metterai tutta per soddisfare tutte le richie-
Pagina 35
Rubriche
BILANCIA Amore: Avrete voglia di sensazioni inten-
se, di vivere avventure nuove. Ci saranno
delle bellissime novità. Se siete single, ri-
corderete a lungo questo periodo, per i momenti
vivaci, le conquiste e anche per gli sbagli. Sba-
gliando si impara dice il proverbio, e quest’anno
sbagliando imparerete a conoscervi meglio.
Scuola: Cercate di impegnarvi di più e in modo
costante. Con buona volontà e pazienza riuscirete a
superare i problemi che all’inizio vi si presentano.
SCORPIONE Amore: Le coppie dovrebbero essere più
attente a ciò che accade dentro la relazione
piuttosto che al di fuori, pertanto bisogne-
rebbe trovare una buona via di uscita prima che la
sintonia trovata in passato si sgretoli. I single po-
trebbero girare troppo intorno ad un discorso con le
persone che hanno vicino e con le quali vorrebbero
stabilire un rapporto, di qualsiasi genere. Pertanto
sarà meglio tacere!
Scuola:Dovete essere più incisivi. Cercate di lavo-
rare in gruppo con i vostri compagni di classe e in
questo modo potrete raccogliere dei buoni risultati.
SAGGITARIO Amore : Le coppie dovrebbero provare ad
essere più giudiziose ed un pochino meno
opportuniste: condividete gli interessi con
il partner e tutto filerà liscio. I single potrebbero
avere delle proposte strane che non sempre verran-
no accolte con entusiasmo. Meglio cambiare strate-
gia.
Scuola: ci saranno alti e bassi,non avrete molta vo-
glia di impegnarvi ma con buona volontà riuscirete
a superare questo problema. Accettate i consigli
che vi verranno proposti.
CAPRICORNO Amore: Le coppie dovrebbero utilizzare di
più il sesto senso e cercare di carpire quali
siano i reali pensieri e desideri del partner: sarebbe
molto importante anticiparli ed esaudirli! I single
potrebbero sentirsi felici con chiunque, ma solo
quando troveranno la persona giusta si sentiranno
davvero liberi.
Scuola: grazie al vostro impegno che fin dall’inizio
c’è stato, non avrete problemi e riuscirete ad otte-
nere ottimi risultati.
ACQUARIO Amore: Le coppie potrebbero avere dei pro-
getti da parecchio tempo: è giunto il mo-
mento di svegliarsi e di attivarsi per fare qualcosa
di meglio. I single la smetteranno di adottare il so-
lito metodo di farsi compatire : a questo punto è
meglio rassegnarsi.
Scuola:Non avrete problemi per tutto il periodo
scolastico e grazie al vostro aiuto molti dei vostri
compagni riusciranno a superare i loro ostacoli.
PESCI Amore: Le coppie rallenteranno i loro ritmi
poiché hanno proprio bisogno di una picco-
la pausa e di prendere le cose con maggiore
calma. Se ci sono delle decisioni da prendere, me-
glio rimandarle! I single dovrebbero cambiare i
propri atteggiamenti nei confronti di una persona
che da molto tempo sta cercando di entrare nella
loro vita a piccoli passi.
Scuola: ci saranno problemi all’inizio e non avrete
voglia di trovare qualche soluzione, ma con l’aiuto
di persone a voi vicine otterrete discreti risultati.
La Redazione
del Grillo Bramante
In Grillo veritas!