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1 Tempo di Gioia… Carissimi fratelli e sorelle, in queste ultime setti- mane stiamo vivendo bellissimi momenti di gioia, non solo nella nostra parrocchia, ma anche in tutta la Chiesa. Il nostro ultimo bollettino, uscito a metà marzo, raccoglieva le speranze di una Chiesa in at- tesa dopo la rinuncia di Papa Benedetto, al quale avevamo dedicato una gran parte del nostro nume- ro. Mai dimenticheremo la profondità dei suoi messaggi, scritti, esortazioni. Il suo pontificato è stato per noi uno straordinario “Tempo di Gioia”. Da metà marzo, il “Tempo di Gioia”, ancora una volta si è rinnovato, grazie all’amore di Dio per la sua Chiesa, con l’elezione di Papa Francesco, che con la semplicità dei suoi gesti e delle sue parole sta dando segni significativi e importanti per tutta la Chiesa e per ciascuno di noi. La “Gioia” di Papa Francesco ha una grazia spe- ciale, è contagiosa, trascinante, non è “allegria” è, ascoltando le sue parole, “ qualcosa di più… E’ co- me una unzione dello Spirito”. E’ un dono dell’a- more di Dio per la sua Chiesa formata da tutti noi, dono che dobbiamo saper accogliere, per metterlo a frutto nella vita di tutti i giorni, in famiglia, nel lavoro, nella comunità. Papa Francesco ogni giorno ci sorprende e stupi- sce per il dono della sua straordinaria semplicità. “Il cristiano è un uomo e una donna di gioia. Questo ci insegna Gesù, ci insegna la Chiesa, in questo tempo in maniera speciale. Che cosa è, questa gioia? E’ l’allegria? No: non è lo stesso. L’allegria è buona, eh?, rallegrarsi è buono. Ma la gioia è di più, è un’altra cosa. E’ una cosa che non viene dai motivi congiunturali, dai motivi del momento: è una cosa più profonda. E’ un dono. L’allegria, se noi vogliamo viverla tutti i momenti, alla fine si trasfor- ma in leggerezza, superficialità, e anche ci porta a quello stato di mancanza di saggezza cristiana, ci fa un po’ scemi, ingenui, no?, tutto è allegria … no. La gioia è un’altra cosa. La gioia è un dono del Signore. Ci riempie da dentro. E’ come una unzione dello Spirito. E questa gioia è nella sicurezza che Gesù è con noi e con il Padre”. (Papa Francesco, Udienza Generale Mercoledì, 8 maggio 2013).

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Tempo di Gioia…

Carissimi fratelli e sorelle, in queste ultime setti-mane stiamo vivendo bellissimi momenti di gioia, non solo nella nostra parrocchia, ma anche in tutta la Chiesa. Il nostro ultimo bollettino, uscito a metà marzo, raccoglieva le speranze di una Chiesa in at-tesa dopo la rinuncia di Papa Benedetto, al quale avevamo dedicato una gran parte del nostro nume-ro. Mai dimenticheremo la profondità dei suoi messaggi, scritti, esortazioni. Il suo pontificato è stato per noi uno straordinario “Tempo di Gioia”.

Da metà marzo, il “Tempo di Gioia”, ancora una volta si è rinnovato, grazie all’amore di Dio per la sua Chiesa, con l’elezione di Papa Francesco, che

con la semplicità dei suoi gesti e delle sue parole sta dando segni significativi e importanti per tutta la Chiesa e per ciascuno di noi.

La “Gioia” di Papa Francesco ha una grazia spe-ciale, è contagiosa, trascinante, non è “allegria” è, ascoltando le sue parole, “ qualcosa di più… E’ co-me una unzione dello Spirito”. E’ un dono dell’a-more di Dio per la sua Chiesa formata da tutti noi, dono che dobbiamo saper accogliere, per metterlo a frutto nella vita di tutti i giorni, in famiglia, nel lavoro, nella comunità.

Papa Francesco ogni giorno ci sorprende e stupi-sce per il dono della sua straordinaria semplicità.

“Il cristiano è un uomo e una donna di gioia. Questo ci insegna Gesù, ci insegna la Chiesa, in questo tempo in maniera speciale.

Che cosa è, questa gioia? E’ l’allegria? No: non è lo stesso. L’allegria è buona, eh?, rallegrarsi è buono. Ma la gioia è di più, è un’altra cosa. E’ una cosa che non viene dai motivi congiunturali, dai motivi del momento: è una cosa più profonda. E’ un dono. L’allegria, se noi vogliamo viverla tutti i momenti, alla fine si trasfor-ma in leggerezza, superficialità, e anche ci porta a quello stato di mancanza di saggezza cristiana, ci fa un

po’ scemi, ingenui, no?, tutto è allegria … no. La gioia è un’altra cosa. La gioia è un dono del Signore. Ci riempie da dentro. E’ come una unzione dello

Spirito. E questa gioia è nella sicurezza che Gesù è con noi e con il Padre”. (Papa Francesco, Udienza Generale Mercoledì, 8 maggio 2013).

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Semplicità come quella dei bambini che tanto ama. Semplicità che abbatte le barriere, avvicina le perso-ne, ci unisce, ci aiuta a diventare una cosa sola dan-doci “la sicurezza che Gesù è con noi e con il Pa-dre”.

“Tempo di Gioia” anche per la nostra comunità par-rocchiale, che abbiamo ricevuto con la Visita Pastora-le del nostro Arcivescovo Card. Bagnasco nell’ultima settimana di aprile. L’incontro con tutte le parrocchie del nostro Vicariato, e con i diversi gruppi di bambini, giovani, famiglie, terza età, catechisti, consigli pasto-rali, e tante altre realtà delle comunità parrocchiali ha lasciato in noi una nuova freschezza e vivacità nell’a-gire insieme con le parrocchie del Vicariato.

La Visita, è stata un momento di “Gioia” per scoprire maggiormente la semplicità e vicinanza del nostro Pastore che ha cercato con le sue parole avvicinarci maggiormente all’impegno personale e comunitario nei confronti del Signore e della società.

Sono molte le esortazioni, incoraggiamenti, consensi e segni che abbiamo ricevuto. In modo particolare ricorderemo, e metteremo in pratica, le quattro paro-le che ci ha lasciato, proprio nel Tabernacolo nella S. Messa de chiusura: “Amare, Partecipare, Collabora-re, Osare”. Parole che sono certamente, un bellissimo programma da mettere in pratica nella nostra comu-nità e insieme alle parrocchie del nostro Vicariato, continuare avvicinandoci sempre di più per essere una cosa sola.

Infine, “Tempo di Gioia” per la festa del “compleanno” della nostra bella Chiesa consacrata in giugno del 1982, che ci raduna giorno dopo giorno nella preghiera, nell’Eucarestia, nella carità.

Viviamo questo tempo, ringraziando il Signore per il dono di Papa Francesco, l’attenzione e cura del nostro Arcivescovo, la nostra comunità per diventare come papa Francesco ci dice: ““Il cristiano è un uomo e una donna di gioia. Questo ci insegna Gesù, ci insegna la Chiesa, in questo tempo in maniera speciale”. Un abbraccio fortissimo a tutti e ciascuno di voi nei

Sacri Cuori di Gesù, Giuseppe e Maria.

P. Vincenzo e Comunità

LUGLIO – AGOSTO

Lunedi – Venerdì: ore 8,30

Sabato e prefestivi: ore 8,30 – 18

Domenica e Festivi: ore 9-11-18

SETTEMBRE – OTTOBRE

Feriali: Lunedi – Sabato ore 8,30

Giovedì – Venerdì ore 18

Sabato e Prefestivi: ore 18

Domenica e Festivi: ore 9 – 11 – 18

All'inizio del percorso di questo "anno della fede", con

questo stesso titolo, avevo scritto proprio su queste

pagine il mio impegno a seguire ciò che la Chiesa mi

avesse proposto, perché alle proposte che vengono da

Dio è cosa buona, anzi molto buona, rispondere il no-

stro SI'.

Il cammino proposto è stato quello di sviscerare, con

l'aiuto di 'lezioni', punto-punto il CREDO, nostra di-

chiarazione di fede, in un cammino vicariale. Quindi

proprio cammino anche fisico, da una parrocchia all'al-

tra della nostra Vicaria. Ad ogni tappa la lezione era

tenuta dal parroco della parrocchia ospitante.

Impresa andare, visto che sentiamo così poco il richia-

mo ad essere "campanile" nella Chiesa fatta dall'insie-

me dei campanili. E' stato opportuno, e per me bello,

fare questo genere di esperienza comunitaria e poter

sentire voci diverse.

Le lezioni sono state, specie alcune, di alto livello e

devo dire che anche quelle all'apparenza più elementa-

ri mi hanno comunque sempre lasciato qualcosa su cui

meditare.

Unico rammarico constatare un numero esiguo di udi-

tori rispetto all'importanza dell'iniziativa; realtà che fa

riflettere e pone interrogativi: perché tanta fatica a par-

tecipare? Perché così poca voglia di muoversi se sap-

piamo che a parlare non è un conclamato big? Ci cre-

diamo già troppo superiori o già sufficientemente ric-

chi per non metterci comunque in ascolto? Non ci inte-

ressa più ciò che i pastori ci consigliano, se questo esu-

la dal nostro interesse, spesso orizzontale?

Spero tuttavia che questo anno della fede abbia semi-

nato nei solchi del nostro credere un buon seme che, a

suo tempo, ben coltivato e curato, dia frutto buono,

abbondante e duraturo per il bene nostro e della Chiesa

e che abbia suscitato l'interesse ad approfondire e a

vivere la nostra fede, che non deve certo terminare alla

scadenza di questo anno, ma continuare sempre.

Mimia

Anno della Fede:

Occasione straordinaria, dono speciale per la Chiesa e quindi per ciascuno di noi

ORARIO S. MESSE

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Il Vescovo di Genova, Card. Angelo Bagnasco, pur avendo molti impegni e responsabilità sia a Genova che a Roma, dimostra un forte amore ver-so la Sua e nostra città, visitando tutte le Parrocchie della Diocesi. Dal 21 al 28 Aprile ha visitato le un-dici Parrocchie del Vicariato di San Martino -Valle Sturla, al quale ap-partiene la nostra Parrocchia del Tabernacolo. Sono stati otto giorni pieni di impe-gni in quanto Egli ha fatto visita a tutte le Parrocchie, alle Scuole sia pubbliche che private, alle Case di Riposo, ha incontrato i Gruppi Fa-miliari, i Gruppi Giovani e Giovanis-simi, i Gruppi Sportivi, le Confrater-nite, ecc. di tutto il Vicariato. La Visita Pastorale del Vescovo è sempre un evento molto importante per la popolazione, per i parroci ed anche per il Vescovo stesso in quan-to, immergendosi nella realtà cristia-na delle sue parrocchie, può rendersi conto del loro buon funzionamento e può apprezzare l’affetto che gli viene dimostrato che, poi, lo accompagna nella sua impegnativa, quotidiana vita di Pastore. I Parroci delle undici Chiese si sono ritrovati insieme al Cardinale per fare il punto della situazione delle varie Parrocchie, ed anche i parroc-chiani hanno potuto incontrarsi: so-no stati momenti di arricchimento reciproco, perché, anche se ci sembra di essere circondati da tanta aridità spirituale e materiale, le Parrocchie sono realtà “vive” dove si possono trovare le nostre sempre valide tra-dizioni cristiane e tutte le risposte alle nostre domande spirituali. Nella nostra Parrocchia del Taber-nacolo, ad esempio, abbiamo varie

attività: possiamo raccoglierci in pre-ghiera davanti al Santissimo, ma possiamo anche partecipare a svaghi e divertimenti. Infatti, oltre al Catechismo, ACR, Gruppo Giovani, Adulti e Adole-scenti, Gruppo Famiglie, Centro di Ascolto, Adorazione Eucaristica, Gruppo del Rinnovamento nello Spi-rito, Cellule Parrocchiali, Gruppo dei Messaggeri, Gruppo lavori e manu-tenzione, canti per l’animazione li-turgica, Gruppo di Preghiera di Me-djugorie, facciamo Campi estivi per i ragazzi ACR e Campo Estivo Fami-glie, che permette a famiglie giovani con bambini, nonni, zii e persone singole di ritrovarsi ogni anno in località montane, sempre diverse, in albergo autogestito, per godere di un periodo di riposo utile sia al corpo che all’anima. Di tutto questo ha parlato il nostro Parroco Padre Vincenzo, durante la S. Messa solenne di chiusura della

Visita Pastorale, che si è svolta nella nostra Parrocchia, in una chiesa gre-mita di persone, il giorno 28 Aprile alle ore 18. Alla fine dell’interessante omelia, il Vescovo ha lasciato ad ognuno di noi un compito per il nostro cammino futuro: quattro sono i verbi per far sì che la nostra Fede sia sempre più fervida e che la Parrocchia sia sem-pre più fattiva: AMARE, PARTE-CIPARE, COLLABORARE E OSARE. Saperli coniugare, ci rende-rà senz’altro migliori: aiuterà noi e la nostra parrocchia. Ognuno può quindi trovare, nella Parrocchia l’ambito ad esso più con-geniale e ritrovarsi in un ambiente sereno tra persone che abitano nello

stesso quartiere. Si crea, quindi, una rete di amicizie che iniziano in Parrocchia e che danno origine ad una rete di solidarietà ed ami-cizia anche fuori dalla Parrocchia.

Enrica

VISITA PASTORALE del Cardinale AL NOSTRO VICARIATO—21-28 aprile 2013

E' bello quando il tuo papà viene a farti visita, cerchi di rendere l'ambiente il più bello possibile e ti prepari a questa visita.....la visita pastorale per me è stata questo . Premetto ero molto prevenuta: mi sembrava che questo vescovo fosse molto serio e rigido e poco capace ad aprire il suo cuore, quindi avevo deciso di non essere presen-te agli incontri.....ma poi, forse un po' per caso, mi sono ritrovata all'incontro con le famiglie e sono rimasta colpita dal suo modo semplice e profondo di mettersi in rela-zione con la gente. L'ho sentito veramente come un papà che fa visita ai suoi figli, che gioisce con loro e si preoccupa anche delle loro debolezze. Sicuramente questa visita pastorale mi ha lasciato nel cuore questo pensiero, che spesso il vescovo durante i suoi incontri ha ripetuto: guardiamo le cose belle che ci sono nelle nostre comunità e partiamo da quelle per fare cose grandi!

C. V.

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Cari fratelli,

tra le esperienze più forti degli ultimi

decenni c’è quella di trovarsi di fronte a

delle porte chiuse. Il crescente senso di

insicurezza porta a poco a poco a bloc-

care porte, a usare sistemi di vigilanza,

telecamere di sicurezza, a diffidare

dell’estraneo che bussa alla nostra por-

ta... La porta chiusa è un simbolo effica-

ce del mondo di oggi. È qualcosa di più

di un semplice dato sociologico; è una

realtà esistenziale che va segnando uno

stile di vita, un modo di porsi di fronte

alla realtà, di fronte agli altri, di fronte al

futuro. La porta chiusa di casa mia,

che è il luogo della mia intimità, dei

miei sogni, delle mie speranze e delle

mie sofferenze come delle mie gioie, è

chiusa agli altri. E non si tratta solo

della mia casa materiale, ma anche del

recinto della mia vita, del mio cuore…

L’immagine di una porta aperta è

sempre stata simbolo di luce, di amici-

zia, di gioia, di libertà, di fiducia. Quan-

to abbiamo bisogno di ritrovare tutte

queste cose! La porta chiusa ci danneg-

gia, ci paralizza, ci separa.

Iniziamo l’Anno della fede e l’im-

magine che il Papa propone è quella

della porta, una porta che dobbiamo

varcare per poter trovare ciò che tan-

to ci manca. …. Dio bussa alla porta dei

nostri cuori: «Ecco, sto alla porta e bus-

so. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi

apre la porta, io verrò da lui, cenerò con

lui ed egli con me». La fede è una gra-

zia, un dono di Dio. «Solo credendo la

fede cresce e si rafforza; in un abbando-

no continuo nelle mani di un amore che

si sperimenta sempre più grande perché

ha la sua origine in Dio» (Benedetto

XVI).

Attraversare questa porta presuppone

di intraprendere un cammino che dura

tutta la vita. Oggi ci si aprono davanti

tante porte, molte delle quali sono porte

false, porte che invitano in modo at-

traente ma ingannevole a mettersi in

cammino, che promettono una felicità

vuota, narcisistica e con una data di

scadenza; porte che ci conducono a

incroci che, qualunque sia la scelta

che seguiamo, a breve o lungo termine

provocheranno dolore e sconcerto.

Porte autoreferenziali, che si esauri-

scono in se stesse e senza garanzia di

futuro.... Si attraversa la porta della

fede, si varca questa soglia, quando la

parola di Dio è annunciata e il cuore si

lascia plasmare dalla grazia che trasfor-

ma. Una grazia che ha un nome concre-

to, quello di Gesù. Gesù è la porta. Lui,

e Lui solo, è e sempre sarà la porta. Nes-

suno va al Padre se non attraverso di

Lui. Se non c’è Cristo, non c’è cammino

verso Dio…

La fede presuppone la decisione di

stare con il Signore per vivere con Lui e

condividerlo con i fratelli. Ringraziamo

Dio per questa opportunità di valoriz-

zare la nostra vita di figli di Dio, per

questo cammino di fede che è iniziato

nella nostra vita con l'acqua del Bat-

tesimo, l’inesauribile e feconda rugiada

che ci rende figli di Dio e fratelli nella

Chiesa. La meta, la destinazione, il fine

è l'incontro con Dio, con il quale siamo

già entrati in comunione e che vuole

convertirci, purificarci, elevarci, santifi-

carci, e donarci la felicità a cui anela il

nostro cuore…

Professare la fede con la bocca im-

plica viverla col cuore e mostrarla con

le opere: una testimonianza e un impe-

gno pubblico. Il discepolo di Cristo,

figlio della Chiesa, non può mai pensare

che credere sia un fatto privato... Guar-

dando alla nostra realtà, come disce-

poli missionari ci chiediamo: qual è la

nostra sfida nel varcare la soglia della

fede?

Varcare la soglia della fede ci invita

a scoprire che nonostante oggi sembri

che sia la morte a regnare nelle sue varie

forme e che la storia sia governata dalla

legge del più forte o del più furbo, e che

se l’odio e l’ambizione sono i motori di

tante lotte umane, siamo però anche

assolutamente convinti che questa triste

realtà può e deve cambiare, proprio per-

ché «se Dio è per noi, chi sarà contro di

noi?». Varcare la soglia della fede ri-

chiede di non provare vergogna di

avere un cuore di bambino che, creden-

do ancora all’impossibile, può vivere

nella speranza: l’unica cosa capace di

dar senso e trasformare la storia. È chie-

dere incessantemente, pregare senza

sosta e adorare perché il nostro sguardo

si trasfiguri.

Varcare la soglia della fede ci porta

a implorare per ciascuno di noi «gli

stessi sentimenti di Cristo Gesù», speri-

mentando così un modo nuovo di pensa-

re, di comunicare, di guardarci, di ri-

spettarci, di stare in famiglia, di guarda-

re al futuro, di vivere l’amore e la voca-

zione. Varcare la soglia della fede

significa agire, confidare nella forza

dello Spirito Santo che è presente nella

Chiesa e che si manifesta anche nei se-

gni dei tempi, significa accompagnare il

costante movimento della vita e della

storia senza cadere nel disfattismo para-

lizzante di chi pensa che sia sempre me-

glio il passato; è l’urgenza. Varcare la

soglia della fede implica avere occhi

disposti a stupirsi e un cuore non pigra-

mente abituato, capace di riconoscere

che ogni volta che una donna dà alla

luce un figlio si continua a scommettere

sulla vita e sul futuro, che quando ci

prendiamo cura dell’innocenza dei bam-

bini garantiamo la verità di un domani e

quando accudiamo la vita consegnata di

un anziano compiamo un atto di giusti-

zia e accarezziamo le nostre radici. Var-

care la soglia della fede è il lavoro

vissuto con dignità e vocazione di ser-

vizio, con l’abnegazione di colui che

ricomincia tutte le volte senza mollare,

come se tutto ciò che è già stato fatto

fosse solo un passo nel cammino verso

il regno, pienezza di vita. È l’attesa si-

lenziosa dopo la semina quotidiana, è

contemplare il frutto raccolto ringrazian-

do il Signore perché è buono e chieden-

do che non abbandoni l’opera delle sue

mani.

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Può succedere che un giovane, otti-

mo ragazzo e ottimo scout, possa ad

un certo momento porsi delle doman-

de sulla Fede e sentire la propria

mente confusa.

Questo è successo ad un mio caro

amico: abbiamo parlato a lungo e poi

lui ha deciso di chiarire le sue idee

con un sacerdote.

Questo fatto è avvenuto durante i

primi mesi del corrente anno, poi….

Il 13 marzo la frase di Papa France-

sco: “Fratelli e sorelle: buonasera!”

Un saluto insolito per un Papa, un

saluto di presentazione indirizzato al

cuore di ognuno di noi: anch’io sono

rimasto emozionato.

In più, il giorno dopo mi è giunta

inaspettata la proposta del mio amico

di recarci a Roma per l’insediamento

ufficiale del Papa.

Subito sono rimasto

sconcertato, poi, visto

che la proposta piaceva

anche a me, abbiamo

deciso di partire.

Nel giro di due giorni abbiamo pre-

notato il treno, fatto gli zaini con

provviste di cibo ed in divisa scout:

eccoci in treno alle 17

arrivo a Roma alle 22.

Abbiamo deciso di

recarci subito in Piazza

San Pietro, ma essendo

ancora chiusa e presi-

diata dai Carabinieri, ci

siamo fermati alle porte

della piazza dove c’era-

no già anche altri giova-

ni con i quali abbiamo

fatto amicizia. Abbiamo

aspettato lì, sino alle

5,30, orario di apertura.

La piazza si è riempita

in un attimo e tutta l’atmosfera aveva

un non so che di “magico”: sicura-

mente ci sentivamo più vicini a Dio.

Noi siamo riusciti ad arri-

vare in prima fila e siamo

rimasti nella stessa posizio-

ne per ore, per non farci

prendere il posto da altri.

Abbiamo avuto l’occasione

di incontrare tante persone,

ma una in particolare che

era a fianco a noi: Don

Ignazio che giungeva dalla

Sardegna. Lui ci ha spiega-

to tutti i passaggi della lun-

ga S. Messa in latino facen-

docela apprezzare di più.

Grazie a Facebook siamo

tuttora in contatto.

Ci sentivamo partecipi di un avve-

nimento importante, in una piazza

colorata di bandiere , gremita di per-

sone provenienti da tutto il mondo in

attesa di una persona eccezionale.

La funzione è iniziata alle 10, ma il

momento più emozionate è stato

quando il Papa ha attraversato la

piazza salutando i disabili, baciando i

bambini e passando per ben tre volte

davanti a noi.

Potergli stringere la mano, vedere

la sua serenità, sentire parole di Fede

e Speranza così forti ci ha riempito il

cuore di felicità.

Anche il mio amico mi ha confes-

sato che era questa l’emozione che

voleva provare per sentirsi felice di

essere cristiano e per poter trasmette-

re la propria felicità agli altri.

Finita la cerimonia, siamo ritornati

stanchi, ma contenti verso la stazione

Termini e verso le 23 eravamo di

nuovo a Genova.

Matteo

Matteo, Giovanni e Vittoria davanti a S. Pietro

Varcare la soglia della fede esige di

lottare per la libertà e la convivenza

anche se il contesto cede, nella certezza

che il Signore ci chiede di praticare la

giustizia, amare la bontà e camminare

umilmente con il nostro Dio. Varcare

la soglia della fede comporta la co-

stante conversione dei nostri atteggia-

menti, dei modi e dei toni con cui vivia-

mo, riformulare e non rattoppare o ri-

verniciare, dare la forma nuova che Ge-

sù Cristo imprime a quello che è toccato

dalla sua mano e dal suo Vangelo di

vita, spronare a fare qualcosa di inedito

per la società e per la Chiesa.

Varcare la soglia della fede ci porta

a perdonare e saper strappare un

sorriso, ad avvicinarci a tutti quelli che

vivono nelle periferie esistenziali chia-

mandoli per nome, a prenderci cura

delle fragilità dei più deboli e a sorreg-

gere le loro ginocchia vacillanti con la

certezza che tutto ciò che facciamo per

il più piccolo dei nostri fratelli lo faccia-

mo a Gesù. Varcare la soglia della

fede significa celebrare la vita, lasciar-

ci trasformare perché siamo diventati

uno in Cristo alla mensa eucaristica

celebrata nella comunità, e quindi impe-

gnarci con le mani e con il cuore a lavo-

rare per il grande progetto del Regno:

tutto il resto ci sarà dato in più. Varcare

la soglia della fede è vivere nello spiri-

to del Concilio, essere Chiesa dalle

porte aperte non solo per ricevere ma

soprattutto per uscire e riempire di Van-

gelo le strade e la vita degli uomini del

nostro tempo... Varcare la soglia della

fede è, in definitiva, accettare la novi-

tà della vita del Risorto nella nostra

povera carne per renderla segno della

vita nuova…

(Stralcio dell’omelia dell’allora Card.

Bergoglio in occasione dell’apertura

dell’Anno della Fede)

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CAMPO ACR

Eccoci arrivati a scrivere del campo ACR! che si svolgerà dal 15 al 21 Luglio… ma attenzione da quest’anno finalmente ci sarà un cambio di location… Udite udite andremo in una perla del Piemonte a ROLLIERES a due passi da Cesana Torinese. Villa Edelweiss sarà la nostra casa, stupenda costruzione total-mente rinnovata in occasione delle Olimpiadi invernali di Torino

2006. Saremo in un ambiente di alta montagna con prati verdi, boschi rigogliosi, torrenti da guadare e aria incontaminata da respi-rare questa meta è già stata sede di grandiosi campi estivi passati e oggetto di fanta-stiche nuove avventure. Qui troverete 13 educatori pronti a stupirvi con effetti speciali e uno staff in cucina all’altezza della prova del Cuoco, ma soprattutto il nostro compagno di giochi sarà

Gesù. Garantiamo tanto tanto tanto divertimento!!!!! La magica atmosfera incomincia già dal viaggio in pullman. Tutti i ragazzi di età compresa tra 6 e14 anni sono caldamente invitati a partecipare a questa espe-rienza davvero unica!

Francesca e Maurizio

CAMPO FAMIGLIE Un’esperienza unica

Per me il campo famiglie non è la solita vacanza per “staccare la spina” ma è una vacanza che mi fa “accendere il cuore”. Il Signore è in mezzo a noi e si percepisce in ogni momento del campo.

Questa esperienza è unica perché mi offre l’oppor-tunità di condividere con gli altri il mio cammino di fede nella quotidianità, con i miei dubbi, le mie pau-re, le mie gioie e le mie speranze. E’ un aspetto mol-to importante del campo perché attraverso questi momenti di condivisione (fatti in piccoli gruppi), ognuno con la sua storia, ognuno con il suo “bagaglio di fede”, trasmette ed arricchisce l’altro. Faccio tesoro di questi momenti perché mi permet-tono di avvicinarmi di più al Signore.

Ma il bello del campo è rendersi conto che attra-verso il lavoro comune (servizio cucina, tavola, puli-zia), le gite (più o meno impegnative), i divertimenti di giorno e di sera (giochi, balli, canti, spettacolo), le chiacchiere mattutine o fino a sera tardi, tutto è con-divisione, tutto è “un dare e un ricevere” nel nome del Signore.

Quello che rende quest’esperienza ancora più

“viva” è la presenza di persone di tutte le età e vede-re come i grandi aiutano i piccoli, come i ragazzi partecipano alle diverse attività con cuore, come i “grandicelli di età” condividono le loro esperienze e guardano con occhi sempre giovani le famiglie della loro Parrocchia.

Al campo famiglie hai il tempo…..di vedere negli altri il volto del Signore, di emozionarti condividen-do sorrisi e lacrime, di riflettere, di parlare, di stare in silenzio, di pregare, e di ridere da non poter smet-tere, di mangiare benissimo!

QUEST’ANNO ANDIAMO A CHAMPORCHER (AO), LOCALITÀ CHARDONNAY, DAL 10 AL 18 AGOSTO, E LA CASA SI CHIAMA “LE PETIT PARA-

DIS”... (un nome, un programma!) Céline

E I GIOVANISSIMI 2x2?... Vivranno la loro avventura estiva a

FRACONALTO Dal 27 al 30 GIUGNO!

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24/04/1943 24/04/1943 -- 24/04/201324/04/2013

Settanta è un numero davvero ragguardevole: eb-bene il nostro don Enrico ha compiu-to il settantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale.

E' un traguardo che poche persone riescono a raggiungere nelle rispetti-ve strade vocazionali - consacrazione religiosa ma anche matrimonio, pro-fessione - nella loro vita.

Ma è soprattutto sorprendente se consideriamo la lucidità, la memoria, la serenità e lo spirito che ha conser-vato intatti, come verifica facilmente chi ha occasione di frequentarlo e di parlare con lui. E pensare che dal giorno dell'ordi-

nazione a Roma la sua attività e i vari incarichi in cui è stato chiamato a lavorare sono stati veramente tanti e carichi di responsabilità.

Quello più caratterizzante, anche per la durata, è stato certamente l'impegno pastorale nella parrocchia del Tabernacolo, che ha visto nasce-re sia come comunità di persone sia come edificazio-ne vera e propria. La sua costante presenza ha rap-

presentato la continuità nella vita parrocchiale in collaborazione con i vari parroci, nel corso degli an-ni.

Il filo conduttore della sua vita è sta-to l'amore per l'educazione dei gio-vani, per l'insegnamento con la par-ticolare predilezione per le materie letterarie, specie per il latino!

Come non ricordare quindi l'espe-rienza nel Collegio di Carcare, all'I-stituto Nautico di Camogli, il Liceo L. King, fino alla scuola di piazza Rotonda.

Di grande responsabilità sono stati gli incarichi svolti per la Diocesi: ricordiamo la presidenza dell'Istituto per il Sostentamento del Clero e la missione a Santo Domingo. Grati per il dono del servizio sacer-dotale di don Enrico, gli auguriamo di mantenere l'equilibrio e la sereni-tà che conosciamo e gli chiediamo di

unirsi ad un altro grande “Emerito”, a Roma, nella preghiera e nella benedizione!

G. Cassola

Via Monaco Simone è il

tratto di strada che congiunge via

Tanini a via Olivieri, e deve la sua

intitolazione ad un monaco, noto

anche come Simone da Genova,

vissuto nel XIII secolo.

Il monaco Simone fu un insigne

naturalista, particolarmente

esperto di botanica e dedito alla

scienza medica.

Infatti fu medico ed archiatra

(primario di corte) del pontefice

Nicolò IV, che lo insignì del titolo

di cappellano e lo ebbe al suo ser-

vizio dal 1288 al 1292.

Per la realizzazione di un suo

manoscritto, "Clavis Sanationis",

poi pubblicato, si impegnò per

molti anni raccogliendo esperien-

ze, interrogando viaggiatori, cer-

cando erbe medicinali nelle cam-

pagne e studiando sui testi greci

ed arabi, dei quali lasciò anche le

traduzioni in latino.

Via Giuseppe Dezza è

un'antica mattonata (creuza), oggi

a tratti asfaltata, che collega cor-

so Europa a via Tanini e poi, an-

cora più su, a via Angelo Olivieri.

Dezza fu un patriota del Risorgi-

mento. Nato a Milano nel 1830,

prese parte, diciottenne, alla cam-

pagna del 1848 e poi a tutte le

guerre d'indipendenza. Ufficiale

nel 1859, si dimise per seguire

Garibaldi in Sicilia dove si fece

notare per il suo valore nella bat-

taglia del Volturno ottenendo il

grado di colonnello. Rientrato

nell'esercito regolare con lo stesso

grado, si distinse nella battaglia di

Custoza. Promosso generale, fu

aiutante di campo di Vittorio

Emanuele II e di Umberto I e co-

mandò i corpi d'armata di Paler-

mo, Bologna e Milano.

Fu Deputato nel 1876 e nel

1882, quindi fu nominato Senato-

re nel 1882.

Si spense a Milano nel 1889.

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8

PARROCCHIA DEL TABERNACOLO Missionari e Missionarie Identes

Via Swinburne, 4b –16148 Genova

Tel. 010/387291

[email protected] Stampato in proprio

PER LE VIE DELLA PARROCCHIA

PARTENDO DA VIA VARALDO

9 GIUGNO 2013 9 GIUGNO 2013

FESTAFESTA DELLADELLA COMUNITACOMUNITA’ ’ PARROCCHIALEPARROCCHIALE

Venerdì 8 giugno ore 18 S. Messa

Ore 18.30-19.30 Adorazione Guidata

ore 12.30 nel viale della Chiesa “Insieme a Tavola!”

BRUSCHETTA– TACCHINO TONNATO, WURSTEL, HOT DOG -

PATATINE FRITTE - FRAGOLE CON GELATO - CAFFE’

Nel pomeriggio

GRANDI GIOCHI

per BAMBINI e RAGAZZI

Il Pranzo è a offerta di 8 euro per gli adulti e

5 euro per i bambini (fino a 8 anni).

Prenotazioni presso la Segreteria entro il 5 giugno

NOTIZIE e

DATE da RICORDARE

SABATO 8 GIUGNO “MEMORIAL CAMILLO CASSOLA”

Torneo di calcio presso l’Istituto Don Bosco

Iscrizioni e informazioni in Parrocchia

CAMPO GVS 2x2 A Fraconalto

Dal 27 al 30 giugno

CAMPO ACR A ROLLIERES dal 15 al 21 luglio

CAMPO FAMIGLIE

A CHAMPONCHER (AO)

dal 10 al 18 agosto

CONVIVENZA PARROCCHIALE Domenica 22 settembre

CONVEGNO MONDIALE CATECHISTI

Roma—28-29 settembre

INIZIO CATECHISMO Martedì 8 (Comunione) e

Mercoledì 9 (Cresima) Ottobre Iscrizioni in segreteria dal 15 Settembre

FESTA NOSTRA SIGNORA della

SPERANZA Domenica 20 Ottobre

Domenica 17 novembre

CRESIME-ore 17,00

DOMENICA 26 MAGGIO,

durante la S. Messa delle ore 11,

HANNO RICEVUTO

LA PRIMA COMUNIONE

Bellini Giovanni

Bergitto Edoardo

Bertini Federica

Cardoni Beatrice

Corradino Ludovica

Cresta Eleonora

Fanelli Marco

Fortunati Ilaria

Mazza Federica

Modesto Tiziano

Natali Giacomo

Piacenza Sara

Vassallo Federico