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Teorie e modelli teorici di progettazione
L’approccio con il PCM (Project Cycle Management)1 prevede l’utilizzo di vari concetti e
strumenti per garantire la qualità nelle diverse fasi del ciclo di vita del progetto. Questa metodologia
si basa sull’analisi dei problemi da cui poi scaturisce la logica dell’intervento, che si fonda sulla
logica di causa-effetto tra problemi ed obiettivi e si ispira alla programmazione per obiettivi. Questo
metodo offre una metodologia strutturata basata su un linguaggio comune di progettazione
,concependo il progetto come processo collettivo di partecipazione nella quale una varietà di soggetti
si impegna in condizioni di reciprocità per la messa in opera; pensato per migliorare l’efficienza degli
aiuti allo sviluppo finanziati dall’UE si configura come uno strumento essenziale per promuovere
l’approccio partecipativo.
1 European Commission, March 2002, Project Cycle Management, Handbook, Brussels.
3
Programmazione
Valutazione Identificazione
Realizzazione Formulazione
Finanziamento
ENTITA’ DEL FENOMENO: INFLUENZA DEI MEDIA I nostri modelli di vita hanno un forte impatto sull’ambiente in cui viviamo e su noi stessi ma
difficilmente i ragazzi si rendono conto delle ricadute sociali, ambientali ed economiche che spesso
producono i loro comportamenti. In una società dove sempre di più prevalgono le ragioni di mercato
è importante fermarsi e fare una riflessione etica sui nostri comportamenti ,su quanto ci viene
proposto dai media, sulle nostre reali necessità e sui bisogni indotti dalla pubblicità.
Il Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018 identifica il cinema e gli altri “media” come
determinanti socio-ambientali in grado di determinare la “normalità” di un comportamento e le
ricerche considerano determinanti del comportamento di salute anche le conoscenze sui media e in
particolare i meccanismi di persuasione relativi ai messaggi mediali e alle loro finalità (Hobbs
2004);esso dedica una particolare attenzione ai ragazzi:
“Investire sul benessere dei giovani. È una scelta dal forte contenuto formativo e di empowerment
che intende, in un approccio il più possibile olistico, per quella che sarà la classe attiva (lavorativa e
dirigente) nella società del prossimo futuro, promuovere una crescita responsabile e consapevole
attraverso l’adozione di stili di vita sani e di comportamenti di rifiuto nei confronti di qualunque
forma di dipendenza in una logica di ricerca di un benessere psicofisico e affettivo”.
Nel rapporto tra individuo e società i media assolvono un ruolo importante non solo nelle sue
componenti estetiche, culturali e sociali ma anche perché oggetto di comunicazione in duplice senso:
offrono informazioni e moltiplicano rappresentazioni connettendo la dimensione sociale a quella
individuale e al tempo stesso accolgono e sintetizzano precise istanze individuali,traducendo bisogni
reali e simbolici.
Tra i prodotti veicolati dai media di primaria importanza vi è la pubblicità2 poiché trasmigrando da
un medium all’altro si impone come pervasivo ma anche perché costituisce fonte di sostentamento
della maggior parte degli altri prodotti veicolati dai media (Pavesi 2011) e secondo Zucconi (2003)
“la pubblicità induce la desiderabilità dei beni fornendo un impulso culturale positivo ad aspetti
della vita quali mangiare fumare, bere e altri stili di vita e di comportamento che influenzano la
salute”.
Pellai (2010)3 individua 3 strategie messe in atto dalla pubblicità che riguardano i comportamenti a
rischio: “la desensibilizzazione, l’abbellimento e la normalizzazione. La desensibilizzazione è il
2 Cfr .E. Grassi,Promuovere la salute attraversol’educazione mediale:una ricerca quasi sperimentale con bambini di 10 anni e i loro genitori,Tesi di Dottorato,Università degli stidi di Padova,2013,p.98-99
3 Idem,p.100
4
processo che porta le persone a non reagire emotivamente quando si trovano difronte ad un’
immagine; l’abbellimento è un processo che crea nuovi e positivi significati per le cose, le azioni e i
valori di solito considerati negativi come il bere smodatamente in contesti glamour; la
normalizzazione infine è il processo che porta a considerare normali cose che non lo sono attraverso
la loro rappresentazione in contesti quotidiani che fanno sorgere nello spettatore la domanda tutti lo
fanno perché io no?”. Un’altra caratteristica della comunicazione pubblicitaria e “ la mancanza delle
conseguenze” che avviene quando i personaggi o il testimonial adottano comportamenti a rischio c
nonostante ciò tutte le situazioni si risolvono positivamente e la gente è felice.(Cacciola 2008 ) Il
mercato cerca di comprare la voglia di stare bene dei ragazzi associandola ad oggetti e non a
relazioni.
In mezzo a un mare di imput ( affollamento mentale) i ragazzi perdono la sensibilità critica, la
capacità di un pensiero, la capacità di concentrazione, il bombardamento mediatico con la peculiare
velocità delle immagini crea nei ragazzi tensioni, disorientamento, intossicazione emozionale (Cheli
2005). La nuova società si nutre di iperconsumo e i consumatori vengono sedotti da un marketing
spesso poco etico attraverso la continua produzioni di desideri.” Consumiamo i media ,veniamo
persuasi a consumare attraverso i media,e veniamo consumati dai media. Consumiamo oggetti
,informazioni e immagini e in questo produciamo significati negoziamo valori e rendiamo il nostro
mondo dotato di senso”(Pellai 2008)
La pubblicità in particolare funziona perché è persuasiva e pervasiva, e plasma l’uomo che può
diventare un consumatore instancabile e mai soddisfatto. Il consumo è visto sempre più come
processo produttivo mirato nonché carico di significato ; il mercato e i produttori lavorano insieme
per la socializzazione del consumatore; uno dei principi basilari della ricerca sul consumo consiste
oggi nel descrivere questo fenomeno come aspetto importante dell’identità dell’uomo. Il vero
obiettivo della pubblicità è influenzare ogni singolo individuo, le donne come gli uomini…..la
pubblicità influenza gli individui sia a livello consapevole sia, forse in via principale a livello
subconscio. Il progresso tecnologico ha mutato radicalmente le modalità di trasmissione dei
messaggi commerciali ,ciò è di valenza fondamentale in termini di volume, accessibilità e portata
della pubblicità nella vita quotidiana di ogni persona(Risoluzione del Parlamento Europeo 2008
sull’impatto del marketing e della pubblicità tra donne e uomini).
Così i mass-media influenzano la vita sociale e affettiva dei ragazzi che da essi attingono elementi
importanti per costruire la propria identità ,per costruire i propri modelli di salute e di benessere ( De
Santi,Pellai2008); spesso propongono modelli di vita che si basano su finti valori, una sorta di non-
5
cultura , e quando il ragazzo riproduce il comportamento del modello da lui osservato (risposta) nel
momento in cui si trova in circostanze simili (stimolo), ha un effetto gratificatorio, e ciò rende
possibile che il ragazzo risponda sempre in modo univoco a stimoli simili; questi modelli di vita
vengono copiati in quanto il soggetto ritiene di poter ricevere le stesse ricompense ricevute dal
modello rappresentato; il modello pubblicitario diventa pertanto una fonte di credibilità, in un
momento in cui le tradizionali fonti di influenza culturale come famiglia e scuola fanno fatica ad
adeguarsi al mondo globalizzato e complesso e quindi sono più deboli, i mass-media consigliano
modelli di vita da adottare e danno consigli sui comportamenti. “Il minore è alla ricerca di modelli
da imitare avendo una personalità in formazione e questo implica una diminuizione delle funzioni di
vigilanza delle attività cognitive ,di qui la pericolosità di modelli che esprimono valori negativi”
(Libro Bianco AGCOM4).
“Per comprendere l’efficacia dei messaggi pubblicitari nell’influenzare i comportamenti è
necessario tenere conto il ruolo rivestito dalle emozioni .I messaggi pubblicitari sono orientati a
suscitare reazioni di tipo emotivo ,stimolando il cervello limbico. Queste sensazioni influenzano
atteggiamenti e valori e si legano alla percezione del prodotto anticipando qualsiasi rielaborazione
consapevole da parte della regione corticale ,sede del ragionamento razionale”(Candio,Bricolo,
Dronet).
In futuro il lavoro sarà sempre più flessibile e occorrerà essere resilienti per attutire i colpi della vita,
così è possibile che nei ragazzi cresca il bisogno di”protesi”: sostanze di supporto, sostanze che
migliorano le performance, nuove tecnologi multimediali, pratiche di binge drinking,un consumo
finalizzato allo stordimento e all’allontanamento da una realtà difficile; un cervello in formazione
avrà pochi strumenti per difendersi dalle forti stimolazioni dei centri del piacere con conseguenze
importanti sulla salute.” E’ dunque importante che il sistema educativo rappresentato dagli adulti
significativi che svolgono un importante ruolo di supporto e guida nel processo di crescita e
maturazione dei giovani aiuti gli adolescenti ad acquisire competenze basate sui network corticali
deputati al controllo degli impulsi”( Candio , Bricolo,Dronet).
In questo contesto facilmente subentrano le “etiche del rifiuto”, fenomeno della società postmoderna,
che si estrinsecano con il rifiuto del “diverso”, con il rifiuto delle “cose” ma anche con il rifiuto dell’
“io”, con l’incapacità di accettare se stessi quando non si risponde più all’ideale proposto da modelli
estetici impossibili. Il modo in cui i ragazzi e soprattutto le donne vengono ritratte, sia con immagini
sia con parole, influisce enormemente sulla percezione che le donne hanno di sé e sulle loro
aspirazioni. I media attraverso pubblicità e marketing riflettono la cultura e contribuiscono a crearla e4 Cfr.Libro Bianco Media e minori AGCOM
6
spesso promuovono la sessualizzazione precoce e l'oggettificazione della donna : primi piani di
labbra sporgenti, fondoschiena che si dimenano, scollature provocanti, pance piatte e scolpite
rinforzano l'idea che, soprattutto le ragazze, debbano apparire e comportarsi in un certo modo per
essere attraenti. "Le ricerche dimostrano che le norme create dagli stereotipi di genere nella
pubblicità svolgono sugli individui un processo di oggettificazione in virtù del quale le donne come
gli uomini vengono rappresentate come oggetti, sebbene le donne ne abbiano sofferto maggiormente.
Ridurre un essere umano a oggetto espone l'individuo alla violenza e all'offesa” ( Risoluzione del
Parlamento europeo 2008/2038 sull' impatto del marketing e della pubblicità tra donne e uomini).
“Considerando anche che le donne e i giovani uomini sono i più colpiti dal nuovo status culturale
della pornografia; che il mainstreaming della pornografia, ossia quel processo culturale con cui la
pornografia si sta insinuando nella vita quotidiana come elemento culturale sempre più
universalmente accettato e spesso idealizzato, si manifesta in modo particolarmente evidente nella
cultura giovanile, dalla televisione e dalle riviste di stile destinate ad adolescenti ai video musicali e
alle pubblicità rivolte ai giovani”.
(Risoluzione del Parlamento europeo sull'eliminazione degli stereotipi di genere nell'Unione europea
2012/2116).
Insomma che vi sia un’effettiva influenza dei media sia a livello sociale come veicoli di cultura
,conoscenza e comunicazione (Salvadori 2005) sia a livello individuale poiché con i media si
apprende, si comunica e si fa esperienza (Personeni 2011) non è più in dubbio5.
Detto ciò non si intendono demonizzare i mass-media né tantomeno la pubblicità che anzi potrebbe
essere di straordinaria utilità veicolando messaggi di valori, di etica sociale, di lotta agli stereotipi e
che spesso offre spunti innovativi e creativi rappresentando dei veri e propri “ pezzetti d’ arte”,
insomma una pubblicità responsabile, come richiamato dalla Risoluzione del Parlamento Europeo
2008 sull’impatto del marketing e della pubblicità, “in considerazione del fatto che una pubblicità
responsabile può influire positivamente sulle percezioni della società relativamente a nozioni come
“immagine del corpo”, “ruoli di genere”e “normalità” e che può essere un potente strumento per
combattere gli stereotipi.
Per fronteggiare l’entità del fenomeno si sono adottati nel tempo codici di autodisciplina sulla qualità
e quantità degli spot televisivi che non sempre vengono rispettati (Caraher et al. 2006) e se pur le
campagne di promozione della salute sono efficaci (Wakefield 2010), su questo si impone l’esiguità
degli investimenti pubblici per la pubblicizzazione di stili di vita salutari. Più adeguata pertanto
risulta la strada della media education nei ragazzi che stimola un pensiero critico riguardo agli intenti5 Cfr. Libro Bianco AGCOM per una disamina scientifica approfondita degli effetti a breve e lungo termine dei media
7
persuasivi, magari portandoli ad essere essi stessi produttori di messaggi mediali educativamente
orientati e destinati al bene collettivo (Buckingham 2000). Il pensiero critico infatti è una life skills,
competenza indispensabile per orientarsi nella società complessa ma anche per contribuire a
migliorarla, essa si intreccia con altre life skills come il problem solving , il decision making,
l’effective communication e coinvolge anche scelte morali ( onestà nel contrastare i propri
pregiudizi, stereotipi….).
Importanti organismi come l’American Academy of Pediatrics (1999) raccomandano la media
education per la promozione di uno stile di vita sano perché è in grado di limitare l’impatto negativo
dei messaggi e delle immagini dei media sui giovani; De Santi,Pellai (2008) considerano “ la media
education uno strumento per aiutare gli adolescenti a cogliere le metodiche di persuasione utilizzate
e ad avere un atteggiamento critico nei confronti di ciò che viene proposto dai giornali, telegiornali,
trasmissioni ed informazioni via cavo o via stampa ,a ricercare il reale motivo di un messaggio e a
vedere quello che non si vede”. La media education porta infatti analisi critica e consapevolezza
dove la maggior parte delle operazioni mentali è mossa da processi emotivi.
In ambito internazionale Il settore di studi che coniuga promozione della salute e educazione mediale
si chiama Health Promoting Media Literacy Education. Secondo il modello teorico integrato dell' Health promoting media literacy education (Bergsma LJ. &
Carney Ma, Effectiveness of health promoting media literacy education , a sistematic review, Health
Education Research 2008,23(3), pp. 522-542)6” l'educazione mediale comprende oltre alla media
literacy "per saper fare" anche quella comprensione critica e riflessione per "saper essere" (saper
essere non fumatore, saper non bere …..).; il modello teorico succitato assume che il cambiamento di
atteggiamento nei confronti dei messaggi mediali contribuisca al cambiamento dei comportamenti in
relazione alle scelte di salute. La promozione della salute fa riferimento all’educazione mediale
come approccio per sviluppare l’empowerment del ragazzo ( Bergsma LJ 2004, Gonzales R. 2004).
Bergsma et al(.2011) parlano di “ empowerment education spiral consistente in consapevolezza,
analisi, riflessione ,azione finalizzati a rendere le persone capaci di agire su contenuti, finalità ,effetti
messaggi mediali”. Dunque il link pedagogico tra promozione della salute e ed educazione mediale è
proprio l’empowerment education che da un lato riguarda la costruzione di capacità di un pensiero
critico per resistere ai messaggi mediali che promuovono comportamenti non sani, dall’altra porta
alla capacità di agire per il cambiamento individuale( Bergsma 2004)”.
La media literacy education risulta uno degli approcci più promettenti per la prevenzione e la
6 Ivi,p.126-131 Per una disamina approfondita del modello
8
promozione della salute( Martens 2010) proprio per le sue caratteristiche metodologiche che
favoriscono il raggiungimento degli obiettivi degli interventi mirati allo sviluppo di modelli di vita
sani.
Ma mentre molte ricerche si dedicano a capire cosa insegnare, raramente si trovano indicazioni su
come l’intervento insegna ciò che insegna; il progetto sfrutta la riflessione etica che favorisce la
domanda di senso e facilita quell'attitudine complessa che consiste in un tentativo di distanziamento
dell'oggetto osservato; infatti educare al pensiero critico di fronte al mondo dei media rischierebbe di
trasformarsi nella costruzione di personalità polemiche se non si istituisse in parallelo un percorso di
educazione all’etica e ai valori che consenta al soggetto di confrontare le proposte dei media con un
progetto di vita che è in formazione.
Occorre pensare ad un sistema educativo che promuova il capitale umano: dare ai ragazzi quelle
competenze esistenziali, sociali, emotive e morali che favoriscono la partecipazione alla vita
pubblica, che gli permettono di accostarsi criticamente ai media e di scegliere con cognizione di
causa ciò che è meglio per le loro vite (Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo
2007).
C’è un vuoto interiore a volte nei ragazzi che deve essere colmato: la mancanza di una certa idea di
essere unici e irripetibili, che nel loro piccolo possono contribuire a cambiare il mondo con il loro
talento. Le suddette questioni sono determinanti per il capitale umano e intellettuale del territorio
poiché una fascia di popolazione giovane rischia di rappresentare in futuro un problema anziché una
risposta se non si rimettono in discussione i bisogni di salute, i modelli di consumo, se non si attiva il
pensiero critico, se non si ragiona sulla cultura del piacere, se non si sviluppa una nuova economia
della conoscenza.
9
LETTERATURA SCIENTIFICA SU INFLUENZA DEI MEDIA SU A LCUNICOMPORTAMENTI DI SALUTEPer valutare l’esistenza di studi sulla correlazione tra influenza dei mass media e comportamenti di salute è stata eseguita una ricercabibliografica sulla Banca BSV ( BancaVirtuale per la Salute –Regione Piemonte)utilizzando termini mesh che identifichino la correlazione.
Fumo
Da tempo ormai la letteratura scientifica si è pronunciata sull’influenza della pubblicizzazione del
fumo di tabacco (Wellman 2000;Charleswort 2005;Lovato 2011) per le giovani generazioni;
Primack (2012)7ha svolto una ricerca longitudinale su 2049 adolescenti tra 11 e 14 anni non fumatori
monitorati in un arco di 7 anni indagando due variabili: l’esposizione ai film e il comportamento nei
confronti dell’uso di tabacco ed è emerso che i ragazzi divenuti fumatori erano quelli che in giovane
età erano stati esposti a film con attori fumatori; inoltre sempre Primack et al., (2006 e 2009) hanno
dimostrato che adolescenti maggiormente alfabetizzati rispetto ad una corretta fruizione dei messaggi
mediali relativi al fumo di tabacco sono quelli che desiderano smettere di fumare e hanno una minore
predisposizione verso il fumare; utilizzando una scala SML( smoking media literacy scale) per il
fumo si è visto che ogni punto di aumento della media literacy riduce il rischio del 16% di
iniziazione.
Una recente ricerca canadese evidenzia come nel giro di soli 2-5 mesi dall’ iniziazione molti ragazzi
avvertono un forte bisogno di accendere una nuova sigaretta; secondo tale studio i ragazzi
diventerebbero dipendenti dalla nicotina dopo poche sigarette ben prima di cominciare a fumare
regolarmente (Gervais 2006).
Inoltre l’esposizione di adolescenti ad immagini di amici che bevono e fumano sui social network è
associata sia al consumo di alcol che di fumo di sigaretta (Huang 2013).
Per quanto riguarda l’efficacia di interventi di prevenzione risultano ,in una recente revisione
sistematica della letteratura, migliori ( più a lungo termine) quelli che hanno come obiettivo
l’aumento di competenze sociali, come per esempio quelle per resistere alle influenze mediatiche
(Thomahs, Mc Lellan 2013).
A proposito del fumo, da una ricerca pubblicata su Food And Chemical Toxicology, realizzata con
una smoking machine, un apparecchio che fuma le sigarette e incanala il fumo in appositi filtri per le
analisi, emerge che la tipologia d sostanze presenti nel fumo risultano simili da pacchetto a pacchetto
delle varie marche prese in esame mentre la concentrazione di alcune sostanze volatili quali isoprene
7 Ivi,p.99e113
10
toluene e crotonaldeide variano considerevolmente; essendo che queste sostanze, pur essendo
cancerogene, non prevedono limiti definiti dalla legge, si potrebbero osservare casi di concentrazioni
elevate e pericolose per la salute. (Mozila, Martinez, Berenger, Gomez-Siurana, Beltran, 2012).
A tal proposito la recente Direttiva Europea sul fumo 2014/40/CE impone ai fabbricanti e agli
importatori di tabacco di presentare annualmente gli elenchi di tutti gli ingredienti utilizzati nella
fabbricazione dei prodotti di tabacco.
Attraverso la pubblicità diretta o indiretta l'industria del tabacco spesso associa il consumo del
tabacco con il successo personale, forza atletica, attrazione sessuale, indipendenza, avventura. Questo
insieme contrastante di messaggi indirizzati ai giovani può incoraggiarli ad assumere comportamenti
nocivi ma il messaggio può essere anche fuorviante associando il fumo allo sport o a stili di vita sani.
I ragazzi sono esposti ad una immagine positiva del tabacco non solo attraverso la pubblicità ma
anche attraverso la cultura legittimata da persone con ruoli sociali rilevanti.(Evans
1995;Pacifici,2003;Tanski 2009).
Alcol
Secondo il Rapporto 2014 dell’ Istituto Superiore di sanità su epidemiologia e monitoraggio alcol
correlato” nel corso degli ultimi anni a fronte di una internazionalizzazione dei consumi e di una forte
spinta commerciale, sostenuta da modalità pervasive e di fortissimi interventi relativi al marketing
delle pubblicità di alcolici, al tradizionale consumo moderato si sono affiancati modelli di consumo
quali il consumo eccessivo episodico di alcol; la prevalenza dei consumatori a rischio è pari al 21,7%
degli uomini e 6.4% delle donne di età maggiore a 11 anni per un totale di 7.400.000 individui che
non si attengono alle indicazioni di sanità pubblica. L'analisi per genere e classi di età mostra che
sono a rischio il 12.2% dei ragazzi e l'8,4% delle ragazze al di sotto dei 18 anni, valori che
dovrebbero essere pari a zero”.
La rivista Pediatrics ha pubblicato una ricerca che mette in correlazione il consumo di bevandealcoliche nei film e il fenomeno del binge drinking tra i giovani europei. La ricerca è stata condottain Germania, Italia, Polonia, Paesi Bassi e Scozia su un campione di 16.551 studenti di 14 anni. E’stata valutata l’esposizione dei ragazzi a film i cui erano presenti scene nelle quali veniva fatto uso dialcol e gli episodi di binge drinking avuti nel corso della vita. Dai risultati emerge che gli adolescentieuropei sono esposti a un numero rilevante di scene in cui è presente l’alcol e che questa esposizioneassociata in modo significativo al comportamento di binge drinking indipendentemente dal contestoculturale d’appartenenza.
11
(RICERCA R. Hanewinkel et al. “ALCOHOL CONSUMPTION IN MOVIES AND ADOLESCENTBINGE DRINKING IN 6 EUROPEAN COUNTRIES 2012”)In Pediatrics 2011;www.pediatrics.org/cgi/doi/10.1542/peds 2011-2809
Le bevande alcoliche nei messaggi mediali sono quasi sempre associate a caratteristiche che hanno
un forte appeal tra gli adolescenti come carisma e avventura, si pensi per esempio alla recente
pubblicizzazione di una nota marca di birra nella saga di 007 Skyfall di Sam Mendes,oltre al
vecchio”agitato e mescolato”.
Engels e colleghi (2009)8 per indagare l’influenza dei messaggi mediali sul consumo di alcol fra i
giovani hanno condotto una ricerca sperimentale esponendo i ragazzi a quattro situazioni diverse:
film con personaggi che bevono più spot alcolici, film con personaggi che bevono più spot generici,
film senza personaggi che bevono ma con spot alcolici e infine film senza personaggi che bevoni e
spot generici; dai risultati emersi si evince che i ragazzi dei gruppi che hanno assistito a film con
personaggi che bevono e spot alcolici, hanno poi consumato una quantità di alcolici superiore rispetto
ai ragazzi del gruppo con messaggi mediali privi di immagini riferibili a bevande alcoliche.
Austin et al. (2007)9 in uno studio sul ruolo dell’influenza della pubblicità sull’uso di bevande
alcoliche , evidenzia che ,lo scetticismo, definito come “uno stato cognitivo di incredulità che stimola
un processo riflessivo più profondo e una maggiore ricerca di informazioni” sia negativamente
correlato ad un atteggiamento positivo verso i messaggi pubblicitari e che l’educazione mediale
,favorendo lo sviluppo del pensiero critico e della consapevolezza in merito agli scopi persuasivi e
alle modalità comunicative di tali messaggi , può essere proposta come strategia efficace per la
prevenzione dell’abuso di alcol. E ancora sulla correlazione tra esposizione mediatica e consumo di
alcolici :Snyder(2006), Wills(2009),Peter( 2013),Nandi(2014).
Nei film appaiono spesso associati all’alcol anche riferimenti alle droghe (soprattutto cannabis e
cocaina) influenzando i giovani attraverso una rappresentazione positiva del consumo di sostanze
stupefacenti stimolando un atteggiamento favorevole all’uso (Nunez 2010;Thrasher 2013).
Farmaci
La malattia non è solo un vissuto individuale ma anche una costruzione sociale. La costruzione
sociale di malattia oggi è spesso sostituita dalla costruzione cooperativa, da parte dell’industria
farmaceutica, fenomeno ormai noto scientificamente con il nome di desease mongering ovvero di “
vendita di malattia”(De Piccoli 2014); questo non significa che le patologie sono il risultato della
8 Ivi p.1009 Ivi p.113
12
creatività dell’industria ma che c’è uno sforzo nello spingere verso la medicina delle situazioni in cui
l’intervento della medicina stessa appare superfluo. Questo può causare tendenze crescenti alla
sanitarizzazione della vita o medicalizzazione (Moynihan et al.2002) , uso inappropriato di medicine,
stress, aumento di ospedalizzazioni e focalizzazione dell’attenzione solo su soluzioni farmacologiche
dei problemi. (The Influence of the Pharmaceutical Industry, Report from the Health Committee of
the House of Commons, Fourth Report of Session 2004–2005, HC 42-I, 22 March 2005, 124 pages;
Disease mongering e pseudo-disease Promotion Di M. Sosa 2012 Directorate General For Internal
Policies http://www.eoroparl.europa.eu/studies).
Alimentazione
Diverse ricerche in ambito sia statunitense (Harris 2009)) sia europeo che italiano (Pira e Marrali
2007), dimostrano che la maggior parte dei messaggi mediali ha come oggetto cibi con alta densità
calorica e con scarso valore nutrizionale e che i ragazzi lo prediligono proprio perché condizionati da
tali messaggi; risulta inoltre utile l’ alfabetizzazione mediatica che insegni ai bambini a difendersi
dall’influenza mediatica rendendoli più scettici su ciò che vedono. Gli spot della colazione spesso
rappresentano la famiglia felice contribuiscono all’affermazione nell’immaginario collettivo di una
famiglia in cui non esistono i conflitti” i pubblicitari dunque da una parte informano il telespettatore
che la famiglia sta cambiando rapidamente …..dall’altro creano nuovi modelli di vita quali ad
esempio quella di famiglia come gruppo di amici in cui tutti sono felici” (Cavalluzzi 2008). Anche i
personaggi vincenti e positivi dei film o i personaggi dei cartoni animati spesso si nutrono di “ cibo
spazzatura”, ma hanno un fisico snello e sano, creando dissonanza cognitiva nei ragazzi che pensano
di poter mangiare cibo molto calorico senza ingrassare (Bar-On 2000).
Industria della bellezza-disturbi alimentari
La pressione mediatica verso la bellezza e la performance estetica abbinata spesso al “ cibo
spazzatura” crea una visione distorta che influisce sull’insorgenza dei disturbi alimentari ( Grabe
2008 ) e mentre da una parte gli spot propongono cibi calorici, dall’altra enfatizzano la magrezza
creando un forte disorientamento cognitivo per la formazione degli stili di vita salutari. Ancora sulle
influenze dei media sulla percezione dell’immagine corporea e disordini alimentari: (Van Der Berg
2007; Fischer 2011)
La rappresentazione dell’ideale corporeo nella pubblicità e nel marketing può influire negativamente
sull’autostima delle donne e degli uomini ,in particolare delle adolescenti e di quante esposte al
13
rischio di disordini alimentari come l’anoressia e la bulimia.( Risoluzione del Parlamento Europeo
2008 sull’impatto del marketing e della pubblicità tra donne e uomini).
Gioco d’azzardo
Particolare attenzione va posta sul marketing in generale e sulla pubblicità in quanto fattori in grado
di influenzare le persone vulnerabili al gioco d'azzardo (McMullan 2010).Fra le strategie indicate
nella prevenzione del GAP( gioco d’azzardo patologico) nel Piano Nazionale della Prevenzione
2014-2018, risultano interventi quali “la riduzione o l’eliminazione della pubblicità sui diversi media
Quando predominano le “etiche del rifiuto”, quando l’uomo sente di non avere più speranza rimane
solo da tentare la fortuna: il trend crescente degli incassi dei diversi giochi in Italia, a fronte di
un’evidente contrazione dei consumi, evidenzia come cresca la voglia di giocare nella speranza del
colpo di fortuna che cambia la vita e non nella speranza che è con l’impegno che riusciremo a
costruire qualcosa di migliore (Lo studio IPSAD ITALIA 2010-2011, pubblicato su Springer Science,
affidato dall’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa in accordo con le linee EMCDDA mostra i
dati sui profili di rischio di gioco patologico nella popolazione suddivisi per regione).
Secondo la pubblicazione dell'ultima Relazione annuale 2014 al Parlamento del Dipartimento Politiche
antidroghe ,si stima che l'8% degli studenti tra 15 e 19 anni abbia un approccio problematico o
addirittura patologico al gioco.
Ma mentre molte ricerche si dedicano a capire cosa insegnare, raramente si trovano indicazioni su
come l’intervento insegna ciò che insegna; il progetto sfrutta la riflessione etica che favorisce la
domanda di senso e facilita quell'attitudine complessa che consiste in un tentativo di distanziamento
dell'oggetto osservato; infatti educare al pensiero critico di fronte al mondo dei media rischierebbe di
trasformarsi nella costruzione di personalità polemiche se non si istituisse in parallelo un percorso di
educazione all’etica e ai valori che consenta al soggetto di confrontare le proposte dei media con un
progetto di vita che è in formazione.
METODOLOGIA E BUONE PRATICHE
Il progetto attua le più recenti teorie e orientamenti della media education (Masterman 1994,
Buckhingam 2003 e 2006, Rivoltella 2001 e 2005,Parola 2008) e si ispira alle buone pratiche delle
14
attività scientifiche del Med 10(Associazione italiana per l’educazione ai media e alla comunicazione).
I formati audiovisivi sono utilizzati come oggetti di riflessione e come strumenti di espressione per
interrogarsi sul ruolo che la comunicazione assume nell’universo giovanile come promotore di
modelli comportamentali. Il progetto si ispira ad uno degli assiomi della Media Education per cui gli
strumenti e le metodologie utilizzate sono declinati in senso ampio al fine di sviluppare senso critico
nei ragazzi mirando ad ottenere uno spettatore meno passivo e meno ricettivodi fronte agli imput che
riceve quotidianamente ,permettendogli di interagire non solo con le dinamiche dei testi ma anche di
individuare gli elementi in più ampio significato sociale e culturale. In accordo con il gruppo di
lavoro si è scelto di privilegiare come formato audiovisivo quello pubblicitario per i seguenti motivi:
- è adatto all’uso didattico grazie alla sua breve durata
- utilizzano un linguaggio narrativo di grande impatto emotivo spesso giocato su associazioni
simboliche
- intercettano e amplificano atteggiamenti e comportamenti che si riferiscono non tanto al prodotto in
sé quanto alla sua valenza simbolica e culturale ,che spesso fa riferimento ad uno stile di vita ben
preciso
- permettono di mostrare modalità di comunicazione capaci di particolare sintesi ed efficacia
,offrendo un modello utile per la progettazione del video da parte dei ragazzi.
All’interno degli spot si sono utilizzati due diverse tipologie:
- spot commerciali
- spot sociali( promozione stili di vita sani)
Sul piano dei contenuti (dimensione tematica)i diversi spot visionati sui diversi temi favoriscono nei
ragazzi la consapevolezza dell’importanza dei contenuti da un punto di vista non solo individuale ma
sociale-culturale-ideologico; sul piano dello stile (dimensione creativa) la scelta narrativa ed estetica
permette di favorire la percezione della dialettica tra ricchezza espressiva e necessità comunicativa;
in questo modo già nella fase della visione si permette ai ragazzi di individuare modalità espressive
che potranno utilizzare successivamente nella fase di progettazione dl formato audiovisivo.
Da un punto di vista metodologico sia le attività “critical” che “production” si configurano come
attività “di” e “in” gruppo perchè da un lato i ragazzi lavorano a stretto contatto durante tutto il
processo e dall’altro l’interazione reciproca tra i membri del gruppo favorisce sia il pensiero
convergente(logico-deduttivo) sia il pensiero divergente(creativo). Gli approcci critical e production
nell’ambito della promozione della salute risultano entrambi particolarmente significative poiché il
primo permette ai ragazzi di resistere alle influenze dei messaggi mediali ( Pellai 2010),generando10 Vedi Media Education Studi Ricerche e buone pratiche vol.1 nr.1,2010
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riflessione ,autoconsapevolezza e quindi propensione al cambiamento, mentre il secondo stimola i
ragazzi ad essere essi stessi promotori di salute favorendo creatività ma anche una crescita di
autostima. Il mondo del lavoro e l’assetto culturale della nostra epoca presuppongono sempre di più
la presenza di persone in grado di confrontarsi, di interagire e di cooperare positivamente; in tal senso
l’apprendimento cooperativo nella parte laboratoriale dei gruppi pone l’essere in relazione con l’altro
che prende coscienza della propria soggettività e ella responsabilità etica verso coloro con cui si
condivide l’obiettivo.
I modelli di apprendimento a cui ci si riferisce sono:
- quello esperienziale( Learning by doing – John Dewey 1938), logica formativa nella quale si
impara a partire da (vivendo e rielaborando) esperienze, ove il soggetto, protagonista attivo, apprende
attraverso l’allenamento, la prova e la sperimentazione; esso infatti si osserva mentre agisce (auto-
osservazione) ed osserva gli altri (etero-osservazione).
-quello di comunità di pratica(CDP) il modello delle Community of practice elaborato da Wenger
(2006) propone l’idea di una comunità di membri mutualmente impegnati in un’impresa comune
mediante l’utilizzo di pratiche. Le pratiche sono un insieme di idee, strumenti, informazioni, stili,
linguaggi, storie e documenti che i membri della comunità condividono e che contengono quella
specifica conoscenza che tali comunità sviluppano, condividono e mantengono (Wenger, Mc Dermott
e Snyder, 2007).
IDENTIFICAZIONE
La formazione di un gruppo di lavoro multidisciplinare, multisettoriale e multiprofessionale tra
Azienda sanitaria locale e Istituzione scolastica con rappresentanza dei beneficiari, ha permesso, nel
setting scuola, di arrivare ad un progetto partecipato ed ad un obiettivo specifico effettivamente
fruibile dai beneficiari con un risultato condiviso tra le istituzioni.
Le scuole del territorio chierese da una decina di anni si trovano ad operare in una realtà
estremamente complessa per i cambiamenti che si sono verificati nel contesto sociale. Già in passato i
docenti lamentavano che i ragazzi erano portatori di un disagio che si manifestava anche all’interno
delle classi. La crisi dell’industria locale e del comparto tessile del Chierese, l’incremento della
disoccupazione nella zona, l’aumento della componente extracomunitaria della popolazione locale,
avevano profondamente aggravato le conflittualità nella realtà dell’utenza a cui si faceva riferimento
nell’attività della scuola negli anni precedenti.
Era necessario sopperire a carenze educative sempre più diffuse, che già allora le famiglie non
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riuscivano a fronteggiare. Ne derivavano tensioni e problemi di integrazione all’interno delle classi e
difficoltà per gli allievi ad esprimere le proprie potenzialità positive. Il problema del disagio
giovanile negli anni ha poi assunto dimensioni sempre più vaste anche nella fase preadolescenziale.
La Scuola ove è nato il gruppo locale di co-progettazione è l’Istituto Comprensivo Chieri IV - Chieri
(To) caratterizzata da venti sezioni nella secondaria di primo grado. Nell’anno 2013/2014 la scuola
presentava in media 12,1% di ragazzi con DSA( disturbo specifico di apprendimento) e 1,1% di
BES( bisogni educativi speciali) mentre l’anno successivo 2014/2015 in media 12,5%DSA e
2,1%BES mostrando una forte tendenza all’ aumento dei BES. L’utenza rientra nel ceto medio,
operaio, con presenza di professionisti e imprenditori. La partecipazione delle classi all’attività
didattiche è buona ma l’impegno allo studio individuale rimane superficiale; dal punto di vista della
socializzazione si notano dinamiche non sempre positive con atteggiamenti di esclusione verso
alcuni compagni che vivono questa situazione con sofferenza. Per affrontare tali dinamiche la Scuola
ha messo in campo già da tempo diverse strategie quali la collaborazione con le famiglie e l’aiuto di
uno Sportello di Ascolto, diretto da una psicologa, che ha funzionato per sei anni con una media di
utenza di circa 40 persone/anno.
Alcune riflessioni condivise sono state il punto di partenza:
-I media influenzano la vita sociale e affettiva dei ragazzi, che da essi attingono elementi importanti
per costruire la propria identità, i propri modelli di benessere, di salute e di comportamento sociale
(De Santi, Pellai 2008)
-Il forte condizionamento della pubblicità favorisce l’assunzione di stili di vita non salutari, e la
percezione corporea viene continuamente sottoposta a confronto con modelli estetici esasperati. Cibo,
vestiti e ornamenti entrano in un gioco culturale che trascende i bisogni fondamentali per diventare
parte della dimensione dei consumi. Questa influenza ha presa soprattutto in coloro che avvertono
una qualche forma di disagio e non sono in grado di attivare risorse endogene.
- la forte spinta consumistica che incide in modo significativo sul sistema dei valori e sul piano etico
che alimenta una cultura basata non sull’impegno ma sulla superficialità;
- l’accelerazione tecnologica che modifica la percezione spazio-tempo e il processo razionale di
prendere decisioni
-l’indebolimento delle Istituzioni come dispensatori di senso e significato e assunzione di tale ruolo
dai media.
-le difficoltà di apprendimento nei ragazzi ormai generalizzate
Ipotesi di lavoro
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L'adolescente alla ricerca di una propria identità é caratterizzato dal bisogno di autonomia e d'indi-
pendenza, inizia a scegliere e a sperimentare attivamente come comportarsi e ciò lo rende molto in-
fluenzabile dalla pubblicità che considera un alleato, mentre avverte come minaccioso e limitante il
controllo da parte dell'adulto. I ragazzi che hanno già sperimentato nell'infanzia l'influenza del lin-
guaggio persuasivo della pubblicità spesso non ne avvertono la pericolosità, tendono a fidarsi dei suoi
contenuti, lasciandosi guidare dall’emotività, manifestano frequentemente atteggiamenti di emulazio-
ne acritica di quanto é proposto dal gruppo dei pari. La pubblicità punta a far leva su bisogni indotti
ma presentati come tipici del gruppo giovanile che nella realtà quotidiana viene speso criticato o
peggio ostacolato dagli adulti. Per questa ragione é opportuno potenziare la riflessione critica di grup-
po, in particolar modo quella orientata verso gli stili di vita più appropriati poiché gli atteggiamenti
trasgressivi in questa fascia d’età suscitano particolare interesse. E' necessario, però intervenire prima
che stili trasgressivi vengano assunti come espressione della propria autonomia.
L’ipotesi è stata analizzata e verificata con idonei focus group dagli insegnanti.
Obiettivi generali del progetto condivisi:
- favorire la consapevolezza nell’alunno del proprio essere parte di un contesto relazionale, in
un’ottica di etica della responsabilità e che le nostre identità di individui non può dissociarsi dalla
nostra identità come membri di una comunità.
- veicolare un messaggio che riguarda l’esperienza dell’essere umano (a volte più attento
all’apparenza che all’esistenza) di una rinnovata cura di sé mirata ad arginare le sollecitazioni
provenienti dai media e dall’industria del divertimento (cioè dal dis-vergere dall’essenziale) e dei
desideri.
- cercare per gli alunni percorsi che sollecitino una maggiore capacità critica nei confronti dei
processi di conformismo e normalizzazione della realtà operata dai media e una minore recettività ai
messaggi mediali.
-sperimentare nuovi metodi di apprendimento collaborativo e migliorare la capacità di cooperazione
nel lavoro di gruppo.
Obiettivi Specifici del progetto:
-Sviluppare nei ragazzi senso critico nei confronti dei messaggi mediali
-Attivare in classe una comunità collaborativa impegnata in indagini sostenute da attività di discorso
progressivo in cui le idee degli studenti vengono via, via elaborate fino a giungere ad una compren-
sione efficace dei concetti affrontati. Allo stesso modo il modello delle Community of practice elabo-
rato da Wenger (2006) propone l’idea di una comunità di membri mutualmente impegnati in
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un’impresa comune mediante l’utilizzo di pratiche. Le pratiche sono un insieme di idee,
strumenti,informazioni, stili, linguaggi, storie e documenti che i membri della comunità condividono
e che contengono quella specifica conoscenza che tali comunità sviluppano, condividono e manten-
gono (Wenger, Mc Dermott e Snyder, 2007).
-attivare un'alleanza stabile con una delle principali “Scuola” Italiane di Media Education, ovvero con
con il MED( Associazione italiana per l'educazione ai media e alla comunicazione) al fine di favorire
l'ingresso della metodologia di ME sia nella nella progettazione di promozione della salute ed educa-
zione alla salute sia nella scuola in generale.
Diagnosi educativa
L'analisi di contesto e la diagnosi educativa sono state condotte in modo partecipato attraverso il con-
fronto , il dibattito e l'ascolto condiviso all'interno del gruppo di co-progettazione e basandosi sui
dati, osservazioni e valutazioni raccolte dalla Commissione Salute, organo della scuola che si occupa
di valutare i bisogni educativi/ formativi e di salute della scuola , organizza e monitora tutti i progetti
e che agisce su delega del Collegio Docenti, coordinata da un docente referente che ha anche ruolo di
Funzione Strumentale per l'Area di “Educazione alla salute e promozione all'agio”.
Determinanti predisponenti:
La vulnerabilità é tipica del periodo preadolescenziale e adolescenziale in cui i ragazzi affrontano
straordinarie “turbolenze” che riguardano sia i cambiamenti fisici sia quelli mentali. L'esposizione
alle sostanze (o ad altri forti stimoli), durante questa fase, può modificare lo sviluppo dell'individuo
ed esporlo a gravi rischi proprio quando cerca di comprendere chi é e che cosa vuole diventare. L'uso
precoce di sostanze si associa spesso alla presenza di ansia o depressione o all'esposizione a traumi,
o stress di vario genere e natura (N.I.D.A. National Institute on Drug Abuse). Inoltre un nuovo studio
condotto da ricercatori americani dimostra come nei ragazzi non ci sia una tendenza innata al rischio
ma che il livello di propensione al rischio osservato tra gli adolescenti riflette una maggiore
tolleranza per l’ambiguità. Da un punto di vista biologico tale tolleranza consentirebbe da una parte
di sfruttare al meglio le opportunità di apprendimento ma dall’altra li rende più vulnerabili. (Tymulsa
A.et al. 2012).
Determinanti rinforzanti:
Man mano che l'adolescente si allontana dalla famiglia ricerca sempre più attivamente la relazione
con i pari e questa esperienza é significativa sul piano affettivo, sociale e cognitivo. Nel gruppo
l'adolescente trova quell'ambiente congeniale che favorisce la conquista dell'autonomia personale e il
potenziamento delle proprie capacità riflessive e critiche.
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L’atteggiamento condiviso dal gruppo-classe verso i media può sostenere positivamente l’approccio
dei ragazzi nei confronti dei messaggi mediatici così come l’atteggiamento della comunità( docenti e
genitori).
Determinanti abilitanti:
Il potenziamento della capacità di analisi del fenomeno e del senso critico individuale e del gruppo-
classe.
Scelta del target:
Molte problematiche tipicamente adolescenziali quali bullismo, fumo, abuso di sostanze, disturbi
alimentari, possono essere il risultato di carenze che si sono manifestate nella preadolescenza. Dallo
studio HBSC 2010( sistema di indagine sui rischi comportamentali in età 6-17 anni) si evince che, sia
sul consumo di alcol sia per il fumo, la quota di ragazzi che riferisce tali abitudini cresce nel
passaggio tra 13 e 15 anni;dunque il passaggio dalla scuola secondaria di primo grado alla scuola
secondaria di secondo grado risulterebbe cruciale. Come dimostrano le ricerche psicologiche le
competenze umane seguono un corso prevedibile di periodi sensibili e critici durante i quali gli
specifici circuiti neuronali e i comportamenti che essi mediano si mostrano di volta in volta meglio
ricettivi: in particolare l’infanzia per le competenze cognitive e l’adolescenza per quelle non
cognitive. .( Heckman,2013).
Pertanto il progetto ha come target le classi terze della scuola secondaria di primo grado e si svolge
prima che i ragazzi si trovino catapultati nel modo della scuola superiore , a frequentare nuove
compagnie e locali di ritrovo per adolescenti, facendoli riflettere sulle conseguenze dei loro
comportamenti e sulla pressione esercitata su di loro dai media.
FUNCTIONAL ANALYSIS
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ATTORI CONTRIBUTO INTERESSE
RAGAZZI Partecipazioneprogettazione
Migliorare la relazioneCompetenze mediali
INSEGNANTIPartecipazione allaprogettazione, coordinamentolaboratorio
Coerente protocollo MIUR/DPA 2012Introduzione nella scuola dimetodiche in grado di implementare lecapacità critiche-espressive
DIPARTIMENTOPREVENZIONE ASL
ProgettazioneCoordinamento gruppo lavoro eprogetto , svolgimento inpresenza e valutazione finale
Prevenzione primaria coerente PNP e PNR –Salute 2020
FAMIGLIEMiglioramento sostenibilitàprogetto
Minore vulnerabilità
AMMINISTRATORI DELTERRITORIO
Associazioni:WALCE
MED(Associazione nazionalemedia education)
CEM(Centro Iterdipartimentaleper il Cinema L’Educazione e iMedia)Dipartimento diFilosofia e Scienzedell’Educazione Università diTorino
IAP( Istituto AutodisciplinaPubblicitaria)
Condivisione e supporto
offerta del libro” Cenere diStelle”a tutte le scuole aderential progetto
contributo metodologico
contributo metodologico
Offerta alle scuole aderenti dilibretti su alcune tematichecoerenti con il progetto( alcol,alimenti ecc.) e pubblicità
Rinforzo capitale socialeDiminuizione diseguaglianze
Alleanza
Alleanza
Alleanza
Alleanza
Albero dei Problemi
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aut
Albero degli obiettivi e clustering.
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Eccesso individualismo e
competizione
Alta recettività messaggi( conseguente adesione a modelli consumi non salutari)
Instaurarsi bisogni indotti dalla pubblicità
Non
consapevolezza
funzioni
pubblicità
condizionamento pubblicità modelli di consumo e di vita
impulso compulsivo culturale al consumo
Non consapevolezza
importanza etica nei
consumi e nella
relazione
Atteggiamenti basati su scelte emotive(Suggestioni)pensiero emotivo
Influenza pubblicità immaginario collettivo epercezione realtà
Economia di mercato
“Villaggio” indifferente
Degrado morale e omologazioneculturale
società complessa eglobalizzata
Massimizzazione del profitto
aut
Strategia cognitiva Strategia educativa
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Beneficiari intermedi: gli insegnanti
I ragazzi acquisiscono conoscenza di sè e
senso critico
Senso critico
Consapevolezzareali bisogni
Consapevolezza delladifferenza tra realtà e
immagine della realtà
Conoscenza meccanismoinduzione falsi bisogni
Consapevolezza importanza
etica neiconsumi e
nellarelazione
I ragazzi comprendono i meccanismi e gli scopi della pubblicità,acquisiscono abilità
sperimentando relazioni costruttive tra di loro
Minore recettività ai messaggi pubblicità
Consapevolezza condizionamenti socio-culturali pubblicità
Conoscenze linguaggio pubblicità e suoi effetti
percezionesenso di comunità educante
Valori condivisi norme di convivenza
nuovi paradigmi sociali
coesione sociale
Giustizia sociale
Economia etica e sostenibile
Obiettivo generale Introduzione metodologie innovative
Numero scuole coinvolte
Obiettivo specifico Introduzione cooperative learning e media education
Numero classi interessate
Risultati Interventi didattici nella materia specifica con utilizzo cooperativo tecnologie
Numero interventi
Attività Attività in classe degli insegnanti
Numero insegnanti
Gli insegnanti sono coinvolti attivamente nelle nuove metodologie e sono supportati dal gruppo di
lavoro. L’assunzione di un ruolo-chiave da parte dell’insegnante valorizza il ruolo del pedagogista.
PIANO ATTIVITA’
Intervento nelle classi
Nel primo (2 ore) e secondo incontro frontale (2 ore) con l’operatore ASL e alla presenza degli
insegnanti di riferimento vengono affrontati i seguenti argomenti:
cenni sulla comunicazione
definizione pubblicità e suo linguaggio
pubblicità diretta indiretta occulta subliminale e product placement
concetto di salute
farmaci e desease mongering
sostanze d’abuso e marketing
alcol e pubblicità
fumo e pubblicità
gioco d’azzardo e pubblicità
pressione dell’industria della bellezza, rappresentazione della donna e pubblicità
Dopo aver introdotto l’argomento, vengono visionati gli spot tratti da you tube con discussione e
riflessione dei medesimi per l’individuazione degli elementi suggestivi proposti ed esplicazione
meccanismi percettivi vissuti direttamente nella ricezione dei messaggi, riconoscimento situazioni di
adesione e desideri(modello learning by doeing); prima e dopo l’intervento dell’operatore Asl
l’insegnante, tutor del laboratorio ,attiva il focus group sulle domande predisposte.
Successivamente prende avvio il laboratorio mediale condotto dall’ insegnante tutor (modello
cooperative learning);il laboratorio diventa non solo un complesso di attività produttive ma un luogo
sociale, in cui si verificano fenomeni di confronto ,incentivazione ,accettazione, collaborazione,
stima di sé motivata dall’ approvazione da parte del gruppo ove l’apprendimento diventa un prodotto
di co-costruzione di conoscenza attraverso l’integrazione di più menti.
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Il funzionamento ottimale della comunità di pratica dipende dall’insegnante che rappresenta una
figura chiave, che gestisce la comunità, promuove l’interazione tra i membri, favorisce la
circolazione di conoscenze, aiuta i ragazzi a riflettere, facilita il superamento delle difficoltà, sollecita
la creatività agendo sul senso di fiducia e sull’empowerment finalizzato all’impegno e alla
responsabilità, orienta senza dirigere e pur seguendo i ragazzi, non ingerisce nelle loro scelte
estetiche, narrative, in modo da donare a ciascun allievo la possibilità di raccontare, raccontarsi,
valorizzando così l’apporto comunicativo.
Nella formazione dei gruppi l’insegnante segue un criterio di eterogeneità: da un lato si tiene conto
delle relazioni di sinergia e/o conflitto emerse nella vita in classe e del livello di profitto, dall’altra la
composizione è in parte casuale in modo da abituare gli studenti a situazioni che si verificano nella
vita sociale e nel mondo del lavoro ove spesso non vi è la possibilità di scegliersi i patners con cui
lavorare.
L’insegnante formalizza i piccoli gruppi( 3-4 ragazzi) ,affida l’argomento del video e predispone un
brainstorming con i ragazzi per discutere l’idea del video e le sue strategie avendo anche a
disposizione una scheda a tappe per la videoproduzione di cui l’insegnante viene dotato, contenuta
nel dossier strumenti.
Gli alunni, con l’aiuto di griglie didattiche di guida, contenute nel dossier strumenti, raggiungono
l’obiettivo di:
-Selezionare e scegliere alcune pubblicità su you tube( capacità di lettura e fruizione) sulle quali
ripetere l’analisi critica e di lettura svolta in classe, giustificando le proprie scelte e applicando le
griglie didattiche di guida, avendo modo di riflettere ,di esprimersi e di confrontarsi con il gruppo.
-Realizzare un formato audiovisivo multimediale( capacità di scrittura) di comunicazione sociale
,anche in questo caso con l’aiuto di apposite schede didattiche di guida, diretto alla comunità e
finalizzato al bene collettivo, destinato poi ad essere immesso nel circuito scolastico.
Successivamente è previsto un incontro (2 ore) con l’operatore ASL( pubblico scelto) per la revisione
e auto-valutazione dei lavori dei gruppi.
All’ insegnante viene consegnato il dossier degli strumenti che contiene tutte le schede didattiche di
guida ,di feedback e le rubric olistiche e analitiche.
Evento conclusivo:
Infine un incontro in plenaria(2-3 ore) con tutte le classi terze per un momento di condivisione
generale e gratificazione per i risultati raggiunti. Alla plenaria sono invitati il Dirigente scolastico ,
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tutti gli insegnanti della scuola e i decisori pubblici.
I video che ottengono la liberatoria dei genitori, sono immessi nel circuito scolastico e risultano
pubblicati sul sito della scuola e sono un occasione per una maggiore visibilità delle opere digitali e
per unire alle competenze alfabetiche della video education, quelle socio-comunicative della cultura
partecipativa.
LA SCUOLA E’ RESPONSABILE DELLA REALIZZAZIONE, DETENZIONE E PUBBLICAZIONE DELLE OPERE
DIGITALI.
Modelli psicopedagogici, teorie di riferimento e tecniche di costruzione collaborativa di
conoscenza
Negli ultimi anni le ricerche pedagogiche sottolineano l’esigenza di integrare e sviluppare una forte
interazione fra più approcci, si tende ad ibridarli per consentire una migliore lettura di fenomeni e di
comportamenti complessi, dove le variabili in gioco sono molteplici ed estremamente diversificate a
seconda degli individui ( es.: i processi cognitivi e comportamenti sociali dei giovani). ,
Il fattore comune di molti progetti é paradossalmente rappresentato dall'ibridazione delle metodologie
e delle tecniche utilizzate
Per quanto concerne le fasi del processo di costruzione collaborativa di conoscenza e di produzione
di un semplice prodotto multimediale, il progetto ha tenuto conto di tre apporti diversi ma
complementari: il modello Community of learners , il focus group, il brainstorming o''tempesta di
cervelli''. nella vendita, m
Communities of Learners ( cooperative learning)
Nel modello pedagogico delle "Communities of Learners (A.L.Brown J.C.Campione1994) la classe è
immaginata come una vera e propria comunità, dove tutti possono giocare più ruoli. Tutti sono
apprendisti: imparano, mettendo in discussione le proprie conoscenze, accedono a nuove
informazioni, utilizzano canali e strumenti di comunicazione originali, discutono con gli altri sia
conoscenze già acquisite sia dubbie, idee, problemi e quesiti.
Il docente fungere da utile modello del "come fare a sapere", a cercare informazioni e a valutarle. Gli
studenti non sono più solo ricevitori, più o meno passivi, delle informazioni a loro trasmesse, sono
considerati costruttori attivi della propria conoscenza piuttosto che contenitorii passivi di esperienze e
competenze altrui.
L'obiettivo didattico più importante perseguito è quello di permettere agli studenti di sperimentare
strategie di apprendimento attivo .
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Ogni membro, condividendo con tutti gli altri le proprie conoscenze, è al tempo stesso apprendista ed
insegnante.
Particolare attenzione è rivolta alle abilità di auto-controllo, auto-direzione e auto-valutazione
dell'apprendimento. Allo studente si riconosce una grande capacità introspettiva e questo
riconoscimento determina la rielaborazione dell'approccio teorico
Vantaggi :
L'intensa interazione tra i partecipanti e risultati in breve tempo.
Limiti
necessità di un moderatore in grado di gestire i problemi legati alla conflittualità che può nascere
dall'interazione tra i partecipanti.
Il focus group
Una tecnica di rilevazione per la ricerca sociale ( attualmente utilizzata anche dalla pedagogia) che si
basa sulla discussione trai membri di un gruppo di persone/studenti, invitati, da uno o due
moderatori/conduttori, a confrontarsi su un argomento oggetto d'indagine che il ricercatore desidera
indagare in profondità(Zammuner 2003).
La sua caratteristica principale consiste nella possibilità di ricreare una situazione simile al processo
ordinario di formazione delle opinioni, permettendo ai partecipanti di esprimersi attraverso una forma
di comunicazione abituale: la discussione tra "pari".
I soggetti coinvolti definiscono la propria posizione sul tema confrontandosi con gli altri componenti
del gruppo, mentre il conduttore non interviene direttamente esprimendo la propria opinione, ma ha il
compito di raccogliere le risposte, distinguere le opinioni e, quando é possibile, trovare una
formulazione accettata dal gruppo. Nonostante i suoi vantaggi peculiari, il focus group è ancora
sottoutilizzato e poco conosciuto nella pratica pedagogica italiana.
Vantaggi e limiti
Vantaggi :
L'intensa interazione tra i partecipanti e risultati in breve tempo.
Limiti
necessità di un moderatore in grado di gestire i problemi legati alla conflittualità che può nascere
dall'interazione tra i partecipanti
Il brainstorming o ''tempesta di cervelli''
Una delle numerose tecniche di gruppo sviluppate per facilitare la creatività e la produzione di nuove
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idee(Bezzi 2006). L’obiettivo originale del brainstorming è la generazione di idee in gruppo, sulla
base del principio per cui le idee si concatenano l’una all’altra e i commenti degli altri partecipanti
stimolano una sorta di reazione a catena delle idee.
Il brainstorming funziona focalizzando la discussione del gruppo su un problema iniziale lasciando
però libera la comunicazione e soprattutto senza fissare un ordine per gli interventi.
Come il focus group è condotto da un moderatore e si svolge in gruppo. Si differenzia dal focus
group per il fatto di richiedere ai membri del gruppo di esprimere liberamente idee in merito alla
questione posta inizialmente, scoraggiando però accuratamente discussioni e commenti, mentre
invece nel focus group viene sollecitato dal moderatore il confronto interpersonale e lo scambio di
opinioni.
Il brainstorming prevede due distinte fasi:
- una prima fase, in cui viene a fuoco il problema e ciascuno viene invitato ad esprimere liberamente
la propria opinione a riguardo, Il moderatore invita tutti a non esprimere giudizi di valore o critiche e
cerca di favorire la discussione;
- una seconda fase, detta convergente, in cui le idee vengono condivise e sottoposte ad un processo di
rielaborazione, da parte del gruppo.
Per essere efficace questa tecnica deve rispettare alcune regole:
1. proporre in gruppo la dimensione del ''gioco" che libera la creatività ma impone delle norme (es.:
rispetto dei turni di intervento e dell'opinione altrui).
2. i membri del gruppo si devono ascoltare reciprocamente e cercando un confronto allargato e non
duale;
3. le idee espresse da ciascun individuo non devono essere sottoposte a un giudizio denigratorio ma
possono essere vagliate e rielaborate in gruppo.
Vantaggi e limiti
Questo strumento può stimolare:
- lo spirito di gruppo, le relazioni e la comunicazione interpersonale;
- il cambiamento degli schemi mentali e degli atteggiamenti
- il rispetto delle idee altrui e della altrui potenzialità;
- ascolto attivo;
- la capacità di utilizzare anche i contributi altrui
Limiti i, migliorare la qualità della
necessità di un moderatore in grado di gestire i problemi legati alla conflittualità che può nascere
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dall'interazione tra i partecipanti
ANALISI di PIANIFICAZIONEQuadro logico e sostenibil ità
Logica IndicatoriS.M.A.R.T
Fonti di verifica Ipotesi
Obiettivogenerale
Ridurre recettivitàmessaggi mass-media
Obiettivospecifico
Senso critico
Nr ragazzi %cambianoatteggiamento
Focus groupI ragazzi elaboranostrategie
Risultati-Impatto competenze e abilità
di ME Nr lavori e prodottimediali
Rubric
I ragazzi sonodisponibili acooperare usando latecnologia in modocreativo
Attivita’ -formazione frontaleoperatore asl
-laboratorio medialegestitodall’insegnante
Mezzi Costi Disponibilita’ ragazzia lavorare insieme
Disponibilità dell’insegnante a condurreil laboratorio
precondizioni
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Parte del lavoro effettuato dalla scuola
CRONOGRAMMA
Attività Operatori 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 121 ASL2 Scuola3 ASL
1 incontro frontale di 4 h( 2+2) e poi di 2h per la discussione dei lavori dei gruppi e 2-3 ore diplenaria; incontro con i genitori2 coordinamento laboratorio(1-6); invio scheda prenotazione progetto(9-10)3 chiusura progetto, valutazione e raccolta schede di sintesi; eventuale ri-orientamento(7); (9-12)riprogrammazione, calendarizzazione e avvio.
ANALISI FINANZIARIA E STRUMENTI
ATTIVITA’ Mezzi Costi-prerequisiti
Attività degli insegnanti: coordinamento laboratorio di multimediale; valutazione di obiettivo specifico, organizzazione plenaria
Attivita’ dell’operatore ASL:Corso frontale studenti; laboratorio conclusivo: valutazioni e autovalutazione Valutazione processo e conclusive, riunioni con il collegio docenti , contatti conEnti e Associazioni, intervento genitori e relativo questionario
Lim, pc con adeguati programmi hardware, software e di editing, sala audio-visiva, Wifi fruibile, telecamere amatoriali o cellulari, penne usb, dossier degli strumenti per insegnanti e allievi, fotocopiatrice.
Lim, Slides, Wifi, sale audiovisive, raccolta schede di sintesi, analisi questionario genitori,report finali
Costo orario risorse umane Scuola
Costo orario risorse umane ASL
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Azione multilivello
Logica Indicatori Fonte verifica IpotesiObiettivo
specifico
Conoscenza
fenomeno
Nr. Genitori
coinvolti
Dati presenze I genitori non
sottovalutano
Impatto-risultato Consapevolezza
possibilità
segnalazione
pubblicità
impropria
Nr. questionari Questionario Adesione al
questionario
Attività Intervento
frontale
Mezzi costi Partecipazione
genitori
Il progetto coinvolge anche la comunità e precisamente i genitori; i genitori hanno un incontro di
coscientizzazione con l’operatore ASL in merito alla particolare comunicazione dei media e ai suoi
probabili effetti sui comportamenti di salute al fine di condividere il percorso in una riflessione
educativa condivisa e aumentare le loro capacità di monitoring e di presa in carico del fenomeno; La
famiglia influenza profondamente il modo in cui gli individui adottano le abitudini di salute; la sua
forte influenza spiega come mai individui che provengono dalla stessa cultura presentino numerose
differenze riferibili agli insegnamenti ricevuti e alle aspettative della famiglia d’origine. In tal senso
per esempio l’alcol proposto dai messaggi mediali come importante agente di socializzazione a
gratificazione immediata richiede al ragazzo un sacrificio per la rinuncia che può essere meglio
affrontato se supportato dai genitori, che in tal caso funzionano da incentivo all’azione.
Nel contempo ci si propone anche di informare i genitori sulle specifiche possibilità esistenti
attualmente di segnalazione di pubblicità impropria o lesiva dei diritti dei minori, in violazione ai
codici esistenti, sugli appositi siti istituzionali, favorendo così il senso di comunità educante e di
coesione sociale sul problema.
A seguito dell’intervento i genitori compilano un questionario.
EQUITA’
Il progetto è orientato all’equità, e coerente con il Piano Strategico Europeo per le diseguaglianze insalute; infatti nel documento Investing Children The European Child And Adolescent Healty Strategy 2015-2020 si elencano gli scopi della strategia sulla riduzione delle diseguaglianze tra cui compare ”rendere i bambini e gli adolescenti in grado di realizzare il loro piano di salute, sviluppo e
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benessere”. Il metodo cooperativo insieme alla media education migliorando la relazione e l’interazione nella comunità classe permette al soggetto di sviluppare le proprie potenzialità ,distribuisce in modo più equo il benessere e pertanto diventa strumento di equità ,funziona da moderatore delle diseguaglianze mentre valorizza le differenze .
SOSTENIBILITA’
-il progetto è sostenuto dalle scuole aderenti, che eseguendo una parte importante del lavoro ,rendono
possibile la sostenibilità del progetto; ottimo rapporto costo-beneficio dunque grazie al lavoro svolto
dalla scuola.
-il progetto è coerente con i concetti di Salute 2020,con gli obiettivi del PNP( piano nazionale della
prevenzione) ed stabilmente inserito nel PLP ( Piano locale della Prevenzione).
- il progetto risulta co-progettato e partecipato con la scuola, inserito nel PTOF della scuola e nel
patto educativo con le famiglie.
VALUTAZIONE DI PROCESSO E DI ESITO
Vedi schema del quadro logico e relative schede. ( dossier strumenti) La valutazione di processo e di
esito è effettuata con idonee “rubric”11, griglie articolate di criteri sia olistici che analitici, (Comoglio
2002, Pellerey 2004; Scallon 2004) contenute nel dossier degli strumenti.
VINCOLI AL PROGETTO
-L’inserimento del progetto nel PTOF della scuola e nel patto educativo con le famiglie
-La richiesta di attivazione del progetto (vedi scheda adesione) deve essere indirizzata al
Dipartimento di Prevenzione dell’ASLto5 e firmata dal Dirigente Scolastico.
-La presenza di strumentazione tecnologica adeguata nella scuola
PROSECUZIONE DEL PROGETTO
La ripetizione del progetto è legata alla domanda di attivazione del progetto che le scuole inoltrano
ogni anno al Dipartimento di Prevenzione.
11 Cfr.A. Parola et al.Media ,Linguaggi ,Creatività,Ed. Erickson
32
DOCUMENTAZIONE
Il dossier degli strumenti allegato al progetto permette di ricostruire tutta l’attività svolta. Tutto il
materiale cartaceo e i file sono conservati a cura della scuola.I video per i quali la scuola ottiene la
liberatoria dei genitori per la pubblicazione, vengono inseriti nel circuito scolastico e sono pubblicati
sul sito scolastico.
Informazioni
Dipartimento di Prevenzione Aslto5 Dott.ssa Maura Luisa Luchetti – Resp. di Progetto Tel. 011/94294651 - fax: 011/0469227e-mail:[email protected]
“ciò che manca al nostro sistema educativo è un insegnamento dedicato all'epoca planetaria chenoi viviamo....nulla ci insegna lo stato del mondo in cui viviamo” (E. Morin)
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