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Terra del 18 giugno 2011
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d’areamediterranea
CONCESSIONARIA DI PUBBLICITA’: METIS SRL 0971 22715 CELL. 320 1813033 email: [email protected]
Pasticcio regionaleAnno IV numero 22 - 17 Maggio 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza - Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino
“Catastrofe PD”: Folino - De Filippo 1-0La gioia per la vittoria nel consulto elettorale del refe-
rendum, al Partito Democratico lucano è rimasta in
gola: neppure il tempo di digerirla, perchè nella gior-
nata di martedì, al cosiglio regionale, come un fulmine
a ciel sereno, i cattocomunisti si spaccano tra di loro,
con i cattolici perdenti ad un lato e i comunisti vincenti
sull’altro, lasciando esterrefatto il Quotidiano filomar-
xisista locale indignato per il la “CATASTROFE PD”.E aggiunge: “La polveriera del partito regione esplodeal primo inciampo su uno sgabello che spettava allaminoranza”, non senza aver anticipato che “Ci sonostati franchi tiratori e sgambetti nella maggioranza perla nomina dell’Ufficio di Presidenza”. Un giorno scuro
per la regione, anche se ha trasmesso 6 verità impor-
tanti:
1) L’odio che covava sotto la cenere tra cattolici e co-
munisti del PD è esploso più forte che mai;
2) Artefici di questa prima ripresa, sono stati i presidenti
della Giunta De Filippo e del Consiglio Folino. La vit-
toria è andata a quest’ultimo che ha dimostrato il suo
acume politico e strategico coinvolgendo 4 suoi con-
siglieri fedelissimi;
3) Folino non accetta gli inciuci che De Filippo realizza
con Viceconte, Taddei e Pagliuca e lo ha fatto capire
chiaramente: “Viva la chiarezza no alle ambiguità”;4) Il segretario Roberto Speranza ha dimostrato tutta
la sua debolezza. Diventi forte ed eviti la scissione;
5) C’è un consigliere regionale che è un esempio per
tutti: si chiama Marcello Pittella, figlio d’arte.
6) Nel Popolo della Libertà i falchi Gianni Rosa e Mario
Venezia hanno dimostrato di avere sempre ragione.
Cosa faranno adesso le colombe?
17 GIUGNO 20112
La polizia greca ha sparato gas lacrimogeni contro i manifestanti al-l'esterno del parlamento, dove i deputati si preparano al dibattitosulle nuove misure di austerity richieste dal pacchetto di salvataggiodell'Unione Europea e del Fondo monetario internazionale. Il primoministro greco, il socialista George Papandreu, ha offerto le propriedimissioni per agevolare la formazione di un governo di unità nazionaleche realizzi il piano di austerità imposto da Unione Europea e FondoMonetario Internazionale: a tale piano, ha puntualizzato Papandreu,l'eventuale esecutivo unitario dovrà garantire pieno appoggio, senzatentare di aggirarlo o di modificarlo. In serata Papandreou ha dettoche non lascerà annunciando un rimpasto di governo e precisando chechiederà giovedì la fiducia al Parlamento.
MANOVRA 2013-14 DA 2,3% DEL PIL: LA BCE
CHIEDE SPIEGAZIONI ALL'ITALIA «In molti paesi oc-
corre sostenere gli obiettivi di bilancio con misure d
i risana-
mento concrete, al fine di correggere i disavanzi e
ccessivi
entro i termini concordati». È il monito lanciato dalla B
anca
centrale europea nel suo bollettino mensile. Secondo l'Euro-
tower, nel 2010 «la maggior parte dei paesi dell'area
del-
l'euro ha sostanzialmente rispettato i requisiti prev
isti dalle
procedure per i disavanzi eccessivi e si propone di f
are al-
trettanto nei prossimi anni». Tuttavia, sottolinea l'istitut
o di
Francoforte, «in molti paesi questi piani non sono suff
icien-
temente suffragati da misure concrete di risanamen
to oltre
il 2011 e saranno quindi necessari ulteriori interv
enti per
conseguire gli obiettivi di bilancio entro i termini co
nvenuti».
La Bce ritiene quindi «essenziale attuare strategie cred
ibili
di riequilibrio dei conti pubblici, soprattutto dal lat
o della
spesa» considerando anche «le pressioni che si cont
inuano a
osservare nei mercati finanziari».
L'ITALIA - L'aggiornamento del programma di stabilità ita-
liano, che punta al pareggio di bilancio entro il 201
4, indica
che «vanno ancora specificati per il periodo 2013-2
014 ul-
teriori interventi per un importo cumulato pari circ
a al
2,3% del Pil».
FILE TOP SECRET(Gli appunti del direttore)
''Adesso è sicuro, all’Inter non ci sono più ce
rtezze. A ore si
attende l’ufficialità del passaggio di Leona
rdo al Psg, salvo
colpi di scena, da non escludere dopo le pa
role di Moratti di
mercoledì sera («E se fosse tutto un polverone?») e le ultime
indiscrezioni in arrivo dall’Argentina: Bielsa ha detto no. Il
sito de La Nacion, principale quotidiano argentino, nella s
ezione
delle news in breve, riporta la notizia del rifiuto:
«In poco
più di un mese, Marcelo Bielsa ha respinto 3 proposte per
andare ad allenare in Europa. L'ultimo a rice
vere una risposta
negativa è stato Massimo Moratti, presidente dell'Inter, che
lo aveva contatto per rimpiazzare il brasili
ano Leonardo». In-
somma, il caos totale. A cui si aggiungono le
parole con cui
Samuel Eto'o, considerato fino a ieri l'unico punto fe
rmo della
rosa, annuncia il possibile addio
Caso Gambi
rasioViolenze in Grecia
Antonio Savino
Appuntamenti personali
Ore 15:00 Imogen Thomas
Leonardo lascia l’Inter
Alessandro Sallusti parla di accanimento. Sta-volta è toccato al direttore del Giornale es-
sere sospeso per due mesi dall'Ordine deiGiornalisti della Lombardia. Segue, a ruota, Vit-torio Feltri, suo nocchiero prima a Libero, poi alquotidiano inventato da Montanelli. Il "Vitto-rioso" comunque fu trattato con mano più pesante,restando fermo ai box sei mesi. Il pomo della discordia ha sempre lo stessonome e cognome:Renato Farina. Per la corporazione lombarda vale semprela stessa regola: l'ex collega (è stato radiato in quanto agente Betulla deinostri servizi segreti)-ora parlamentare pidiellino- non deve scrivere sualcun organo di stampa. Nazionale o regionale. Circoscrizionale o parroc-chiale. Neanche gratis. Non importa se non percepice un centesimo, l'im-portante è che la sua firma sparisca dalla circolazione. Perchè lede lacredibilità della categoria intera,ha sentenziato il direttivo nazionale. Il paf-futo e canuto brianzolo ha già pagato di per sè in maniera corposa. Conti-
nuare a negargli la possibilità di potersiesprimere liberamente, senza far male a nes-suno, non rispetta lo spirito democratico. Mo-
stra tutte le sfaccettature anticostituzionali, sevogliamo. A proposito di regole, che dire al-lora su quanto accaduto al Mattino di Napoli?Il professor Giovanni Orsina, illustre editoria-
lista del foglio di via Chiatamone, si è visto stravolto completamente il suoarticolo in prima pagina. Roba da non crederci. E non parliamo di tagli eritagli-che di solito non dovrebbero avvenire neanche dalle parti dei prin-cipianti di periferia-ma addirittura di aggiunte. Una volta arrivato in reda-zione,il pezzo è stato allungato all'uopo, stavolgendone l'impianto. Trentunorighe appioppate a crudo, senza chiedere il permesso al diretto interessato.Questo, evidentemente, poco importa alla categoria
Nicola Melfi
SineLineaPesi
'Sarebbe stato individuato il D
na dell'assassino di Yara
Gambirasio, la ragazzina scompa
rsa il 26 novembre scorso
a Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo, e trov
ata
morta tre mesi dopo. A quanto si app
rende, sul corpo
della tredicenne sono stati tr
ovati quattro diversi profili
genetici, uno è stato scartat
o, due sono considerati «teo-
ricamente da contaminazione».
Quello restante - rilevato
su un indumento - viene conside
rato dagli investigatori «al-
tamente indiziario». Si tratta di una
traccia di Dna ma-
schile riscontrata sugli slip e
d è considerata significativa
in quanto, sottolineano fonti
qualificate, non suscettibile
di contaminazione casuale, a
differenza degli altri tre.
Secondo gli investigatori si tr
atta di un piccolo concreto
passo avanti, ma - dicono - si
è ancora lontani dalla solu-
zione del caso.
mento i produttori avranno la possibi-
lità di inoltrare le richieste di inden-
nizzo, da indirizzare alla Autorità
competenti designate dai singoli Stati.
Il termine di scadenza per la presenta-
zione delle domande è previsto per
l’11 luglio prossimo.
In seguito alla votazione favorevole
da parte degli Stati, Cioloş ha dichia-
rato di essere ottimista e di aver fidu-
cia in una rapida ripresa
dell’economia.
La risposta dei Paesi membri, ha ag-
giunto il Commissario, è stata un se-
gnale importante della coesione
dell’Unione e di un’economia sempre
più orientata al mercato comune.
Dall’Italia, tuttavia, giungono non
E-Coli: arrivano gli aiuti
poche lamentele riguardo il
piano approntato dell’UE.
In primo luogo, si sottolinea la
totale mancanza di compensi
stanziati a favore dei produt-
tori delle colture non diretta-
mente interessate
dall’epidemia, costretti a ven-
dere sottoprezzo. Come conse-
guenza riflessa della psicosi
collettiva che ha attraversato
l’Europa, infatti, anche la do-
manda di questi prodotti è sen-
sibilmente calata.
Inoltre, c’è chi fa notare come
i coltivatori non aderenti alle
Organizzazioni di produttori,
oltre ad avere rimborsi più
contenuti, potranno inoltrare
le proprie richieste di inden-
nizzo solo tramite una OP.
Durante una conferenza
stampa tenutasi a
Bruxelles lo scorso 9
giugno, il commissario euro-
peo per l’Agricoltura e lo Svi-
luppo rurale, Dacian Cioloş,
ha parlato del grave problema
che ha colpito numerosi pro-
duttori europei in seguito alla
diffusione dell’E-Coli, meglio
noto come “batterio killer”.
L’epidemia, esplosa nella
Germania settentrionale, ad
oggi ha fatto registrare ben 38
decessi e alcune migliaia di
contagi, anche se, secondo le
stime degli esperti, le cifre
sono in calo.
La Commissione europea,
come spiegato da Cioloş, ha
approntato un piano di emer-
genza, con lo scopo primario
di ridare fiducia ai consuma-
tori, ma anche di fornire so-
stegno economico agli
agricoltori.
Tale piano prevede lo stanzia-
mento di 210 milioni di euro
per i produttori di pomodori,
cetrioli, lattuga, zucchine e
peperoni.
Tutti i coltivatori degli or-
taggi a rischio potranno essere
indennizzati del 50 % delle
perdite subite, valore che
potrà arrivare fino al 70% per
i produttori appartenenti ad
Organizzazioni di categoria.
Le percentuali faranno riferi-
mento al prezzo medio di
mercato delle diverse colture.
L’intervento mira a coprire un
arco di tempo che va dal 26
maggio al 30 giugno, e a com-
pensare non soltanto i danni
subiti in seguito al ritiro dei
beni dal mercato, ma anche
quelli derivanti dalla mancata
o prematura raccolta.
Nell’esprimere la propria vi-
cinanza alle vittime dell’epi-
demia e nell’assicurare
l’impegno dell’UE a combat-
tere la crisi del mercato agri-
colo con tutti i mezzi a sua
disposizione, il Commissario
ha sottolineato che l’Unione
non è ancora sufficientemente
preparata ad affrontare emer-
Giusi Santopietro
317 GIUGNO 2011
genze di tale portata e che sarà ne-
cessario tenerne conto nell’ambito
della riforma della politica agricola
comune a partire dal 2013.
Lo scorso 14 giugno il piano vo-
luto dalla Commissione è stato sot-
toposto alla valutazione degli Stati
membri, con esito favorevole.
La cifra finale da stanziare in fa-
vore dei coltivatori, tuttavia, verrà
determinata in via definitiva in-
torno alla metà di luglio, in seguito
alla verifica dell’effettivo quantita-
tivo di merce ritirata dal mercato e
dell’entità dei raccolti mancati.
A breve il regolamento della Com-
missione verrà pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale, e da quel mo-
Direttore Responsabile
ANTONIO SAVINO
Direttore Politico
SARO ZAPPACOSTA
Redattori
Agnese AlbiniLuca Arlotto
Danilo ChiaradiaLaura CutullèSerena Danese
Michela Di PalmaFabrizio Fiorini
Simona MarganellaLoredana Romanelli
Giusi Santopietro
Impaginazione &Grafica
Francesco Pietro Falotico
Stampa
Martano Editrice Modugno (BA)
Reg. Trib. Potenza N°375del 24 04 2008
Concessionaria Pubblicitaria
METIS srl
Contatti
[email protected]. 0971 22715
d’areamediterranea
La commisione Europea ha approntatoun piano di emergenza
(come sancita al comma 1
dell’art.2), avrebbe cessato di
essere applicata dopo 18 mesi
dalla sua entrata in vigore. In-
fetti scade a ottobre
2011.Soldi pubblici sprecati
su un referendum su una
legge già morta.
NUCLEARE.
Un SI assurdo perchè conti-
nueremo ad avere una forte
dipendenza energetica dal-
l’estero, del petrolio arabo,
gas tunisino, russo e libico.
Ma la cosa che sconvolge di
piu’ e’ che, vietiamo il nu-
cleare, però importiamo ener-
gia “ATOMICA” dalla
Francia! Dulcis in fundo sa-
pete che ci ha guadagnato? I
comitati promotori che, se-
condo la legge n.157 del
1999, con il raggiungimento
del quorum, incasseranno un
rimborso referendario pari a
0,52 centesimi di euro per
ogni firma valida del referen-
dum.Insomma Di Pietro e co-
mitati si incasseranno
1milione 40 mila euro! Siamo
proprio al THE DAY AFTER
IL GIORNO DOPO,
QUELLO DELLA VERGO-
GNA
The day after il giorno dopo
Fabrizio Fiorini
Ha vinto la paura, il grande imbroglio è riuscito
Dopo la vittoria dei SI
nei referendum del 12
e 13 giugno ci doman-
diamo che succederà ora; dopo
averci martellato per giorni
che l’acqua và salvata dalle
privatizzazioni, che c’era il ri-
schio che il Governo poteva
sotterrare sostanze radioattive
sotto casa nostra e che Berlu-
sconi si salva dai giudici con
la legge del Legittimo Impedi-
mento.Il grande imbroglio è
riuscito, la grande propaganda
della sinistra ha fatto centro,
con slogan in grande stile e
belle parole, dicendo ai citta-
dini di andare verso un futuro
migliore: è un falso clamoroso
e vi spiego perché .
ACQUA PRIVATIZZATA.
L’abrogazione del decreto
Ronchi è una vittoria di Pirro
per i cosiddetti fautori e soste-
nitori dell’acqua «pubblica»
ed è un danno al cittadino. La
Comunità europea ha infatti
emanato una serie di direttive
che prevedono chiaramente
l’introduzione del principio
della concorrenza (attraverso
il meccanismo degli appalti)
per i servizi ai cittadini tra cui
il servizio idrico (in partico-
lare si vedano le direttive eu-
ropee 92/50/CEE e
93/38/CEE), che il decreto
4 17 GIUGNO 2011
Ronchi aveva attuato o cercato di at-
tuare. E certamente è ridicola l’affer-
mazione di chi ha sostenuto il Sì,
secondo la quale dai servizi di cui
parlano le direttive era escluso il ser-
vizio idrico, sulla base dell’art. 17
della direttiva cosiddetta «Bolken-
stein» del 2006, che effettivamente
pare lasciar fuori dagli appalti pro-
prio i servizi idrici. La verità è però
un’altra: l’esclusione è riferita all’af-
fidamento degli stessi a operatori di
altri Stati membri in deroga a quanto
previsto dall’art. 16. E infatti ciò è
dimostrato dal fatto che con imser-
vizi idrici viene escluso dall’operati-
vità dell’art. 16 anche il
serviziomelettrico (che in Italia è la-
sciato al mercato libero) e il servizio
postale (anch’esso ormai operante
nel mercato libero). Quali saranno
dunque gli effetti reali dell’abroga-
zione? Semplicemente che continue-
remo a lasciare inattuata le direttive
UE, con la possibilità che l’Europa ci
sanzioni, o che – per evitare le san-
zioni – creeremo tante società pub-
bliche, costituite da capitale
pubblico (e dunque dal provento
delle nostre tasse), alle quali verrà
affidato il servizio idrico, con buona
pace dell’efficienza e del controllo
dei costi. Sappiamo tutti infatti che
fanno gli enti pubblici….
LEGITTIMO IMPEDIMENTO .
E’ una legge (n.51 del 2010) che
Santoro va viae la destra è in allegria
Nonostante la vittoria di Pirro sulle preferenze elet-
torali, la sinistra ha smesso di esultare quando ha
appreso che Michele Santoro non sarà più prota-
gonista delle rete due della tv di Stato, perchè il par-
tigiano più partigiano d’Italia ha rotto i ponti che lo
legavano alla RAI e, con una buonauscita di due
milioni e mezzo di euro, si avvia, forse, ad andare
a consolare LA7 per guadagnare certamente altri
milioni di euro. Se la sinistra rimarrà contenta per
l’ulteriore manciata di milioni che andrà nelle tasche
del “difensore dei poveri” non è da escludere.
Quello che è certo, è che rimmarrà cornuta e maz-
ziata, mentre la destra, nonostante le amarezze del
momento gode alla semplice idea che finalmente
che Michele Santoro è “fuor dalle balle”
Uno spiraglio nel centrodestra
Boccata d’ossigeno nella
destra lucana. Un filo di
speranza. Certo è poca
cosa una boccata di ossigeno ed è
un filo di speranza per un eletto-
rato che in passato ha toccato il
35% di voti, evidenziando una
forza, uno spirito a una classe di-
rigente che quantomeno meritava
un minimo di considerazione. In
passato. Oggi non più, perché Er-
nesto Navazio ha distrutto quel
gioiellino di movimento ispirato
da Magdi Cristiano Allam – al-
leato di Berlusconi – perdendo gli
elettori di destra che in esso cre-
devano a causa della posizione
centrista assunta dall’uomo di
Melfi. Oggi non più perché il
PdL, mantenuto a galla dalle fu-
ture primarie, unico mezzo per li-
berare il partito dai suoi
affossatori, vede i suoi iscritti sfi-
larsi, abbandonando il PdL, per
sedersi sulla riva del fiume. In at-
tesa di un evento miracoloso che
rifondi la destra in un diverso
progetto. Destra senza anima,
quindi, ma che vede proiettarsi al-
l’orizzonte, un filo di speranza
trasformata in boccata di ossi-
geno. Dovrebbero arrivare da un
cavallo di razza del centro destra,
Gianfranco Blasi, che in passato è stato
tra i fondatori di Forza Italia, parlamen-
tare, candidato per il comune di Potenza
con grossa affermazione elettorale, anche
se non sufficiente per la vittoria, nonché
per due legislature Consigliere Regio-
nale. E così, dopo una lunga pausa in cui
è successo di tutto, come spesso è acca-
duto nella politica lucana, Gianfranco
Blasi ha deciso di ritornare a rivivere sen-
timenti ed emozioni della sua gioventù
politica – tutta di centrodestra – accet-
tando l’invito di un suo grande amico,
Gianfranco Miccichè – il più importante
leader meridionale di Berlusconi – per
guidare – quale Coordinatore Lucano –
il movimento Forza Sud. Vi chiederete il
motivo della nostra enfasi semplice:
Gianfranco Blasi reciterà un ruolo molto
importante nello schieramento fallito
della destra lucana, poiché potrebbe fare
da catalizzatore di tutti i voti di destra di
Magdi Allam (considerato che su Nava-
zio nessuno scommette più un soldo bu-
cato) – e sono tanti – e, al tempo stesso,
attirerà come una calamita potentissima
tutti i malumori, le rivolte latenti o già
esplose di migliaia di iscritti del Popolo
della Libertà che odiano l’attuale
classe dirigente e vogliono an-
dare via. Questo è il discorso,
amici di destra: solo i cretini non
comprenderanno quanto rile-
vante diventa il ruolo e la figura
di Gianfranco Blasi, nei prossimi
mesi ed anni. Anche è soprattutto
perché, il cofondatore di Forza
Italia ha due attributi grossi così.
Del nuovo fatto politico ne torne-
remo a parlare nelle possime set-
timane.
517 GIUGNO 2011
“Forza Sud” ha nominato Blasi
Coordinatore Regionale Lucano
Saro Zappacosta
L’incontro organizzato a Roma il 7 giugno dal Ministro Ignazio La Russa e dal capogruppo
Pdl al Senato Maurizio Gasparri, è stata l’occasione per un confronto ed uno scambio di idee
sulla situazione attuale per partito in Italia, ma sopratutto è stato possibile discutere sulle prospettive
future del Popolo della Libertà. Per quanto concerne l’attualità, la nomina di Alfano quale segretario
politico nazionale è stata condivisa da tutte le componenti del Pdl, sostenuta all’unanimità. E’ da
considerare un segnale di riavvio di un nuovo percorso nazionale e la prova tangibile che il Pdl
c’è, rimane il punto di riferimento di quei tanti cittadini che sono ancora la maggioranza del Paese
e nel Popolo della Libertà ritrovano gli ideali di libertà, di democrazia, della sicurezza, della legalità,
della famiglia. Il Pdl è l’unico contenitore degli ideali del centrodestra italiano, non è imploso
come molti avversari auspicavano. Questo però non significa
adagiarsi senza valutare realisticamente l’attuale situazione po-
litica che nelle recenti elezioni amministrative ha mostrato di
essere in una fase di mutamento dai confini ancora incerti per
tutto il sistema partitico. Nulla succede a caso, questo vale
anche per la sconfitta elettorale che il Pdl ha avuto in Italia, come anche nella nostra Basilicata.
Ora un cambio di passo è improrogabile, noi lo chiediamo da mesi anche in Basilicata lanciando
un duplice messaggio: con la nostra attività consiliare connotata di vera alternativa alla maggioranza
di De Filippo e nelle riunioni partitiche dove abbiamo sempre sostenuto che il Pdl deve fare politica
partendo dai territori e dai militanti, con un coinvolgimento reale nelle dinamiche del partito. Nel
recente passato i lucani hanno premiato il centrodestra nel voto politico con l’ottimo risultato del
2008, l’hanno punito invece nelle tornate amministrative. Un comportamento dal duplice volto
ma che nella libertà del voto è un chiaro segnale per noi: siamo considerati adatti a guidare una
Nazione, non siamo considerati adatti ad amministrare in Basilicata. Questo ci deve far riflettere
senza ancora trovare mille alibi e sotterfugi dialettici per minimizzare la vera debolezza del Pdl
lucano. Siamo maggioranza di governo a Roma, ora bisogna lavorare per diventare il punto di ri-
ferimento di tutti i lucani che desiderano che ci sia un’alternativa credibile ad un centrosinistra do-
minante ma che non amministra, vincente elettoralmente ma perdente nelle politiche pubbliche.
Crediamo che sia il momento di lasciare da parte i piccoli interessi di bottega e le sterili gelosie
che sino ad oggi ci hanno immobilizzato nel Pdl, creando un distacco tra il Partito ed i cittadini lu-
cani. Qualità dei dirigenti, qualità e certezza di una proposta politica alternativa a quella del cen-
trosinistra lucano, presenza capillare sul territorio, operosità rispetto ai ruoli ed alle responsabilità
di ciascuno. Quando parliamo di responsabilità di ciascuno ci riferiamo anche agli eletti nelle Isti-
tuzioni i quali ove delegati dal voto popolare all’opposizione hanno l’obbligo di farla seriamente
e in maniera determinata. La lezione che arriva dalle amministrative è che i dubbi ed il falso mo-
deratismo non premiamo: o il Pdl è capace di diventare un'originale alternativa e non la fotocopia
di chi governa male, oppure resteremo nel girone dell’ignavia politica. Ma questo riguarda anche
coloro che a vario titolo hanno ruoli nel Partito, che francamente ha brillato per l’assenza di proposte
politiche e anche della più elementare organizzazione. In questi giorni assistiamo ad un carosello
di dichiarazioni e battute spesso fuori luogo e sempre fatte da chi ha brillato per la totale assenza
negli ultimi anni, non lasciando traccia di qualche minima atti-
vità di partito. Noi non ci accodiamo alla ricerca dei capri espia-
tori, vogliamo affrontare i problemi nelle sedi opportune. Sia
chiaro però ai “nuovi vecchi grilli parlanti”, che è finito il tempo
di “saper (dopo) puntare il dito” ed è arrivato il momento del-
l’analisi dei meriti e delle mancanze politiche, senza quel buonismo ipocrita che evita di affrontare
le criticità interne, mentre fa galleggiare “l’inesistente politico”. Assurgere all’unico ruolo dei so-
stenitori delle dimissioni contribuisce solo ad aumentare l’alto tasso di antipolitica che ai nostri
elettori non interessa, loro vogliono che si costruisca il Popolo della Libertà anche in Basilicata.
Gianni Rosa / Mario Venezia
Pdl lucano conciliare unità e rinnovamento
Possano rimanere ben soddi-
sfatti Guido Viceconte, Vin-
cenzo Taddei e Cosimo
Latronico: volevano la progressiva
distruzione del Popolo della Libertà,
per rimanere solo loro a comandare
e fare i loro interessi politici, e ci
sono riusciti. Una pietra dietro l’al-
tra, e il castello del Pdl, è crollato: ci
auguriamo solo che siano rimaste le
basi e che su queste possa rinascere
il nuovo partito, figlio delle auspi-
cate primarie e dalla nuova conce-
zione di partito con il quale
Angelino Alfano, tenterà di pla-
smare il più grande partito di destra
liberale e cattolico e riformista d’Ita-
lia. Crollo del Pdl lucano, quindi,
nell’intima soddisfazione dei tre sto-
rici picconatori: muoia Sansone con
tutti i Filistei. Sansone è “iddu” il
Guidino incapace di guidare, tanto
da dare al piccoletto e diabolico Vin-
cenzino, tutto il partito nelle sue
mani, per farlo diventare il vero deus
ex machina dalla situazione, nonché
vero responsabile di tutte le scelte
negative del partito – con il conforto
morale dal materano Cosimino –
riuscendo così a portare il Pdl di
Berlusconi alle soglie della defini-
tiva scomparsa se il nuovo Segreta-
rio nazionale Alfano non scenderà a
Potenza e Matera, a constatare – de
visu – in quale stato pietoso è ridotto
il Pdl, grazie a “iddu” e i suoi amici.
Fin qui il redazionalista, che si ri-
mette al cronista per dimostrare
come il castello del Popolo della li-
bertà è crollato, con date progres-
sive,. Accuse e contro accuse. Tutti
contro tutti, insomma, con l’eletto-
rato di destra che assiste con disgu-
sto a quanto accade in quattro giorni
tra Potenza e Matera, con la stampa
grande protagonista.
Martedì 7 giugno, il Presidente
Provinciale di Potenza del Pdl, con
un articolo sul Quotidiano, sostiene
l’importanza delle primarie per ri-
solvere i problemi del partito, ma
sorprendentemente dà la colpa della
vergognosa sconfitta del Pdl, pro-
prio a Berlusconi, come se in Luca-
nia ci fosse stato a guidare il Pdl pro-
vinciale, Silvio e non Antonio Tisci,
secondo il quale i l partito ha perso
la carica della spinta elettorale del
leader carismatico. Nella stessa pa-
gina, tuttavia, c’è l’intervista bomba
di Emilio Buccico con la quale ci fa
comprendere che da ora in poi tutto
è in mano sua e che il partito deve
ritornare a vivere con le primarie, e
con le dimissioni di chi ha fallito, e
possibilmente, aprire le porte a Egi-
dio Digilio ed Ernesto Navazio.
Scusate se è poco, anche se certa-
mente eclatante e rivoluzionario.
Giovedì 9 giugno. Dalla Nuova, ap-
prendiamo che dalle parole si passa
ai fatti con Emilio Buccico che riu-
nisce i suoi in un Hotel, accetta le di-
missioni di Nuccio Labriola da vice
segretario provinciale dopo che co-
stui conferma le aperture al FLI
dove – precisa Labriola – sono già
confluiti in tanti, delusi del partito di
Berlusconi, ma anche del modo in
cui il Pdl viene gestito in Basilicata.
Ma sempre Giovedì, una prima ri-
sposta ad Emilio Buccico arriva,
come un siluro, da Gianni Rosa e
Mario Venezia che non vogliono ac-
codarsi alla ricerca dei capri espia-
tori perché è finito il tempo di saper
puntare il dito, poiché è arrivato il
momento delle analisi. Risposta im-
portante che riportiamo integral-
mente in un’altra pagina.
Venerdì 10 giugno, sul Quotidiano,
Guido Viceconte ci fa sapere che è
vivo, con un’intervista dal titolo “il
PDL non è all’anno zero”, perché
“abbiamo costruito una classe diri-
gente credibile alternativa al centro-
sinistra” : quanto basta ad indurmi
per la prima volta nella mia vita da
giornalista, a non leggere un’inter-
vista e a cestinare un giornale
(chiedo scusa al Direttore Paride Le-
porace) per rispettare la mia onestà
intellettuale, la mia quiete interiore
e perché no, anche il fegato. E sic-
come nel partito ci sono conti in so-
speso, memorie antiche da
ridisegnare, scende in campo con
forza Luigi Modrone. Uomo di fede,
uomo di valori e ideali mai traditi,
uomo per il quale l’amicizia è cara
(ne sa qualche cosa Gianni Rosa), la
lealtà è un pegno d’onore. E di onore
ha permeato il suo essere di destra,
per cui scende in campo quale vice
presidente del provinciale potentino
e affronta a viso aperto – sabato 11
giugno sul Quotidiano - Antonio
Tisci, sbattendolo in prima pagina,
chiedendone le dimissioni da Presi-
dente provinciale, per essere stato
principale artefice del fallimento e
della sconfitta del partito di Berlu-
sconi. Luigi Modrone confessa, e lo
confessa all’elettorato di destra, sto-
ria e fatti indelebili, dando una foto-
grafia vera del dramma del Pdl
affermando: “più volte da vice coor-dinatore Provinciale ho chiesto unchirarimento interno che non vi èmai stato, confronto al quale Tisci siè sempre sottratto, sviando così direlazionare sui risultati della sua ge-stione del partito provinciale. Peressere più chiari, per non spiegareperché il tesseramento è stato un di-sastro, perché i circoli sono stati la-sciati da soli perché non siconvocano assemblee ed esecutiviperché Tisci stesso non operava.Come si vuole dimostrare, in poli-tica si raccoglie quello che si se-mina, e il Pdl ha seminato poco eraccolto ancora meno per l’assolutamancanza di attività politica sul ter-ritorio, della quale Tisci è uno deimaggiori responsabili”. Tutto ciò
secondo Luigi Modrone perché
l’avvocato è inerte, vive di persona-
lismi e solo per protezioni capitoline
è riuscito a diventare Presidente pro-
vinciale al posto di chi, per diritti ac-
quisiti, lo avrebbe meritato
.
Tutti contro tutti in un partito
ridotto ad un lumicino
17 GIUGNO 20116
PdL caos calmoverso le primarie
Saro Zappacosta
Angelino Alfano
Referendum: esaltazione effimera
Nonostante i tanti appelli te-
letrasmessi di votare No,
il PdL esce con le ossa
rotte dall’ultima consultazione re-
ferendaria. Erano 16 anni, infatti,
che non si superava il quorum del
50 per cento più uno e l’appunta-
mento elettorale degli italiani con
l’unico tipo di consultazione abro-
gativa non andava a buon fine. Ma
se Sparta piange, Atene di certo
non ride: alcuni anni fa il PD era
favorevole, ad esempio, all’aper-
tura al nucleare. Un uomo di buon
senso come Bersani può cambiare
idea proprio perché riflette sulle
prospettive attese dai cittadini ed è
pronto ad abbracciare la causa.
Sugli altri quesiti legati all’acqua
e al legittimo impedimento i mi-
lioni di elettori hanno confermato
l’abrogazione dei testi voluti in
precedenza dalla maggioranza di
governo. In Basilicata l’affluenza
alle urne non è stata dirompente,
se il ricordo porta indietro la me-
moria ai fatti del centro di stoccag-
gio dei residui tossici delle centrali
nucleari che si voleva realizzare
dalla Sogin a Scanzano (come se
non bastasse il centro della Trisaia
di Rotondella) ci si aspettava una
partecipazione massiccia, una sen-
sibilità speciale del lucano ai temi
del nucleare. Anche perché, si sa,
la Basilicata ha coste troppo appe-
tibili per chi voglia costruire cen-
trali nucleari ed è quindi territorio
a rischio. Ma così non è stato e si
è costretti a chiedersi il perché, a
meno di non voler risolvere il dub-
bio imputando l’assenteismo dei
lucani alla tradizionale accusa di
passività che, d’altra parte, risulte-
rebbe smentita proprio dalla corale
protesta che insorse a Scanzano
dieci anni fa. Inutile leggere le per-
centuali dei Si, quasi da maggio-
ranza bulgara, eppure molti partiti
devono riflettere sul distacco delle
politica dalla gente, dai cittadini
che reclamano i principi basilari
della Costituzione e sono stanchi
di assistere a beghe di Palazzo op-
pure a feste a luci rosse, a prescin-
dere se i protagonisti sono di
centrodestra o di centrosinistra. In
Basilicata abbiamo dati percen-
tuali sulla disoccupazione, giova-
nile e non, che fanno paura. E
questo non solo nel Senisese, ma
anche negli altri centri della re-
gione. Poi De Filippo, il governa-
tore della regione sostenuto dal
centrosinistra, si indispone se si di-
scute di spopolamento dei paesi lu-
cani. Intanto migliaia di giovani,
soprattutto laureati, sono costretti
a emigrare. Questa volta con il pc
e una valigia che non è di cartone
legata da uno spago. Basta chie-
dere in giro a giovani e meno gio-
vani, per ragioni diverse o mai en-
trati nel mondo del lavoro o
cacciati dai vari settori produttivi
per mancanza di commesse: “biso-
gna conoscere qualcuno che ti dà
un bel calcio per guadagnarti da
vivere”. Sul problema dell’eredita-
rietà delle cariche, in uso secoli
addietro, del clientelismo e del-
l’elemosina che si chiede al poli-
tico di turno, di un aiuto per
portare avanti la famiglia, ci sa-
rebbe molto da scrivere. La Basi-
licata coast to coast è un variare di
paesaggi e idiomi che la rendono
unica come il resto del territorio
regionale, ma i problemi sono
tanti. Il centrosinistra regionale
pensi di più al popolo e meno ai
passaggi di consegna di enti sub
regionali ai tizio, caio o sempro-
nio, Vilfredo Pareto docet. L’ul-
tima battuta la dedico a Italia dei
Valori che ha promosso due dei re-
ferendum e anche grazie ai comi-
tati e ai partiti non solo di
centronistra ha fatto vincere i Si.
Rispetto agli alleati, i quali chie-
dono che si vada a votare, va detto
di contro che Di Pietro non ha
chiesto la testa di Berlusconi
Erano 16 anni, infatti,
che non si superava il quorum
del 50 per cento più uno
Luigi Pistone
17 GIUGNO 2011
7
l'età scolare. In Italia manca la
partecipazione civile (solo il
34% dice di avere aiutato un
estraneo nell'ultimo mese) e
c'è invece troppa sfiducia nelle
istituzioni (chissà poi per-
ché!): sulla migliore gover-
nance il primato spetta
all'Australia. Il rendimento del
sistema scolastico in Italia de-
clina, mentre a questo propo-
sito il record spetta alla solita
Finlandia ma anche ai coreani:
i bambini del paese asiatico
hanno il punteggio di lettura
più alto al mondo. Anche nel-
l'ambiente abbiamo un livello
di polveri sottili nell'aria allar-
mante. La percezione dell'in-
sicurezza è alta (35%, contro
il 26% della media Ocse). Ri-
sultato: solo il 54% degli ita-
liani, secondo il Bli, è
soddisfatto della propria vita,
4% in meno rispetto alla
media Ocse (59%). Ci supe-
rano persino i messicani,
anche se la palma della felicità
spetta ai danesi. Consoliamoci
con la vecchiaia: gli italiani vi-
vono in media fino a 81,5
anni, due in più rispetto del li-
vello Ocse. Forse è per questo
che siamo degli inguaribili ot-
timisti: sette italiani su dieci
sono convinti che le condi-
zioni di vita miglioreranno nei
prossimi cinque anni. Sognare
non costa nulla...... e forse
aiuta a vivere meglio!
glierà la Svezia dove l'inquinamento
è ai minimi, chi preferisce starsene a
casa, incoronerà il Canada dove c'è il
maggior numero di stanze per per-
sona (2,5). E così via in base alle pro-
prie preferenze e alla propria
concezione di benessere e felicità.
Ma limitandosi a dare lo stesso valore
ai vari parametri, su 34 paesi l'Italia
arriva al ventiquattresimo posto, dopo
la Repubblica Ceca e subito prima
della Polonia e della Corea. L'unico
dato favorevole per noi sono le con-
dizioni economiche delle famiglie: un
reddito medio disponibile di 24.383
dollari (nel 2008) superiore alla
media Ocse, ma sempre lontano dai
cittadini del Lussemburgo, al primo
posto con 44mila dollari. Il responso
degli altri indicatori è meno positivo.
L'occupazione è debole (solo 57%
della popolazione attiva), chi lavora
lo fa di più della media Ocse (1773
ore annue). Per le donne la concilia-
zione tra famiglia e carriera è un mi-
raggio: appena il 49% di mamme
lavora dopo che il figlio ha raggiunto
Il Pil della felicitàpunisce l’Italia
Se il G8 dovesse essere
convocato non più in
base alla ricchezza pro-
dotta ma al grado di benessere
dei paesi membri, l'Italia sa-
rebbe tagliata fuori. E assieme
all’Italia molte potenze econo-
miche mondiali potrebbero re-
stare a casa. L'esclusivo club
potrebbe essere composto da
Australia, Canada, Svezia,
Nuova Zelanda, Norvegia, Da-
nimarca, Stati Uniti e Svizzera.
Sono infatti loro i vincitori del
"Better Life Index", il nuovo
indicatore per valutare il "Be-
nessere interno lordo". Presen-
tato dall'Ocse, il Bli è
un'alternativa al vecchio e con-
troverso Pil che, come diceva
già Robert Kennedy, "misura
tutto, eccetto ciò che rende la
vita veramente degna di essere
vissuta". Un indice che indi-
pendentemente dalla ricchezza
prodotta, misura quanto poi
questa ricchezza serva a ren-
dere migliore la vita dei citta-
dini.
Un combinato di statistiche e
percezioni. Per realizzare il
"Pil della felicità" sono stati
scelti undici parametri, dalla
casa al reddito, dalla salute al-
l'ambiente. Non mancano cri-
teri più personali come la vita
comunitaria o il sentimento di
insicurezza. L'idea di un indi-
catore nazionale anche qualitativo an-
ziché solo quantitativo non è nuova.
Nel 2008 il presidente francese Nico-
las Sarkozy aveva avviato una mis-
sione sul tema guidata dagli
economisti Joseph Stiglitz, Amartya
Sen e Jean-Paul Fitoussi.
Il Bli verrà pubblicato con regolarità,
per rendere agevole il confronto e per
mettere in luce quali siano i paesi più
meritevoli, quelli, per intenderci, che
investono nel benessere delle proprie
comunità. In realtà non esiste una
classifica generale: "Non è l'Ocse a
decidere che cosa rende la vita mi-
gliore. Sei tu a decidere per te stesso":
così promette il sito dell'organizza-
zione. Chi giudica importante la sicu-
rezza potrà mettere sul podio
l'Islanda, con un tasso di omicidi che
rasenta lo zero, chi sogna il verde sce-
Loredana Romanelli
17 GIUGNO 2011 9
Australia, Canada, Svezia,
Nuova Zelanda,Norvegia, Danimarca,
Stati Uniti e Svizzera
i vincitori del “Benessere Interno Lordo”
Il lavoro è un oggettomisterioso
Il tema del lavoro, soprattutto
quello giovanile, sembra es-
sere tabù nella nostra povera
Basilicata seppur sia il tema più
importante, una tematica che col-
pisce tutti, dai neodiplomati al
precario, dai laureati agli ultra-
quarantenni tranne, a quanto pare,
a chi è vicino ad un esponente po-
litico di turno o chi ha un co-
gnome che fa parte della “società
elitaria”. Questa è l'accusa forte,
che quotidianamente rivendicano
coloro che cercano un lavoro,
molti e ostili a voler lasciare la
propria terra! Basta leggere quo-
tidianamente sui giornali della
Regione che, a caratteri cubitali e
in prima pagina escono notizie di
concorsi che sono stati vinti da
tizio o da caio, ma che sono il fi-
glio di …, il nipote di …, il fra-
tello di … e così via.
Cari Lucani, questa è la tri-
ste storia di chi vuol tro-
vare lavoro, ma non
riesce a vincere un concorso nella
Pubblica Amministrazione di
questa Regione, dove molti posti
vengono addirittura ricoperti da
giovani che vengono da regioni li-
mitrofe (con questo non vogliamo
farne una bandiera di battaglia).
Ma vi pare giusto che i concorsi
sono già predisposti per coloro
che devono occupare un impiego,
con la solita raccomandazione,
senza esserne all’altezza della si-
tuazione? Ma vi rendete conto che
danno provocano i raccomandati
alla collettività e allo Stato? Tutto
questo è scandaloso, grave e di-
scriminante per chi ha una buona
preparazione culturale e non rie-
sce a vincere il concorso perché
non ha lo sponsor politico?
Ma conviene partecipare
ad un concorso pub-
blico? Non rischiamo
di legittimare i concorsi e chi
deve vincerli? Sapete che in molti
concorsi (basta vedere tutti quelli
che si sono svolti negli ultimi
tempi, in varie Amministrazioni
locali della Basilicata) ci sono
molti concorrenti che hanno supe-
rato una brillante prova scritta,
una buona prova orale e che si
sono ritrovati agli ultimi posti
delle graduatorie approvate a differenza
di chi ha svolto una sufficiente prova
scritta (avendo il minimo punteggio) e
svolgendo una insufficiente prova orale!
Ovviamente vince chi è ben raccoman-
dato ma non chi è ben preparato!! Addi-
rittura in alcuni concorsi, durante le
prove orali, era la commissione esamina-
trice che faceva le domande e inculcava
al candidato (raccomandato) anche la ri-
sposta!!
Il concorso pubblico dovrebbe servire
a selezionare la classe dirigente di un
Paese. Bisogna scegliere i migliori di
ogni categoria sulla base di criteri ogget-
tivi basati sulla meritocrazia. Volete che
a fabbricare un ponte sia un ingegnere
capace o un raccomandato che ha trovato
il compito fatto? Quando vi fate operare
volete che il chirurgo prenda in mano il
bisturi dopo una "giusta ed equa valuta-
zione" o solo dopo essere stato conside-
rato "figlio di"? Quando comprate un
casa pagate caro un notaio per essere
certi che nessuno verrà un giorno a riven-
dicare qualcosa. Sembra invece che in
Basilicata il cognome e l'appartenenza ad
alcune caste sia un requisito maggiore
del merito e faciliti l'accesso a posti di
particolare prestigio. Storie di concorsi
truffa, che quasi sempre finiscono con un
nulla di fatto, e che spesso sono il para-
vento per gli usurpatori di cattedre che
alla fine restano al loro posto, alla faccia
dei migliori. Ci sarebbe una lista infinita
di trucchi di alcuni concorsi universitari,
il sistema e lo scambio di favori che con-
sente di far vincere alcuni "prescelti".
Non parliamo poi dei concorsi per le ca-
tegorie reputate tra le più nobili e presti-
giose di una nazione civile, come quello
per i notai recentemente annullato e
quello per un posto di giudice del Consi-
glio di Stato vinto da chi ha presentato ti-
toli non sufficienti per partecipare. Ma
visto che proprio il Consiglio di Stato è
considerato il massimo organo della giu-
stizia amministrativa a cui spetta l'ultima
parola sulla legittimità e correttezza dei
concorsi pubblici, perché non pone delle
regole serie di valutazione di un candi-
dato?
Ma è giusto tutto questo? Ma
dov’è la giustizia? Mi dite
come ci si può tutelare da una
condizione di questo tipo? Cari Lucani
tutta la colpa di questo scandalo, perché
è uno scandalo vero e proprio, è sola-
mente dei nostri Amministratori. E’ gente
che vuole arraffare tutto per continuare a
governare questa Regione, la stanno di-
struggendo. Bisogna porre subito rime-
dio a questo scempio. Hanno svenduto i
tesori che abbiamo (petrolio, acqua, ect.)
ci hanno fatto vedere sempre la Basili-
cata terra incontaminata dalle infiltra-
zioni mafiose, ci fanno pagare tutto più
caro perché con le tasse che noi pa-
ghiamo devono garantirsi i loro privilegi
(vitalizi, pensioni, ect.) e soprattutto non
hanno rispetto per la persona.
In questo messaggio non so se riesco a
far emergere la mia amarezza più grande,
nel registrare l’assoluta indifferenza, da
parte anche dei Sindacati, di fronte al
dramma che vivono i giovani e le loro fa-
miglie. Ma anche la Magistratura non
reagisce (ci aveva provato Henry John
Woodcock, ma senza successo)!! E’ un
dramma sociale che tocca tutti e al quale
si mostra rassegnazione e tutto ciò porta
al degrado e al declino della nostra so-
cietà. I giovani devono insorgere moral-
mente per sconfiggere gli egoismi ed i
soprusi che la politica impone, dove non
si può rimanere impassibili o indifferenti,
e se la rabbia la fa da padrone, dal ram-
marico ed anche dalla tristezza deve
emergere un’irritazione che non sia cieca
e distruttiva, ma, la contrario, lucida e de-
terminata!
E’ vero che in Italia la disoccupa-
zione giovanile ha un’alta percen-
tuale, continuano i licenziamenti,
crollano i salari, mentre i forti ed i potenti
ci opprimono, però noi siamo fermi, im-
passibili!. Un’ottima idea è quella che
qualcuno indica come seguire la linea di
lotta: "Facciamo come in Grecia, incul-
chiamo ai giovani italiani le idee dei gio-
vani greci: solleviamoci, mobilitiamoci,
ribelliamoci". Nel giorno dell'occupa-
zione greca, le varie manifestazioni urla-
vano "Popoli d'Europa sollevatevi!!"
Che questo slogan sia giusto o sbagliato
non può essere reato!! Tutto ciò nuoce al-
l'immaginario ormai deprimente della
nostra organizzazione e deprime ulterior-
mente gli operai che si impegnano nel
mondo del lavoro (vedi la FIAT). Noi
dobbiamo progettare e non sognare un
nuovo immaginario, siamo nel vortice
della più grande crisi economica degli ul-
timi ottant'anni, scendiamo a lottare per
i posti di lavoro, iniziamo a parlare dei
temi a noi cari, diritti del lavoro, preca-
rietà, disoccupazione, lottiamo contro le
lobby e le multinazionali.
Ma tutto questo non lo
chiedevano quei gio-
vani che oggi sono più
grandi e che sono al potere, che
comandano? Sono quelli che de-
cidono? Ma cari miei avete di-
menticato le vostre origini? I
vostri ideali? Perché state fa-
cendo del male a coloro che oggi
sono come voi? Ma ieri, anche
voi, non volevate le stesse cose
che chiedono i giovani oggi? Se
tantissime cose non funzionano
nella nostra società civile la
colpa è esclusivamente vostra, di
voi che avete lo scettro del po-
tere!!
Non riconosco più quei
giovani che una volta
avevano degli ideali seri,
lottavano per i proletari, per i
pensionati, per le famiglie, per
migliorare le politiche della casa,
della scuola, della società civile.
Non riconosco più coloro che
sono cresciuti facendo la gavetta
e che una volta arrivati in alto
non riescono a vedere le condi-
zioni in cui vivono coloro che
hanno bisogno di aiuto. Un invito
che rivolgo a questi signori, che
oggi sono i potenti di turno, che
hanno in mano le retini della Ba-
silicata, costruiamo un progetto
chiaro e lungimirante. Un pro-
getto che valorizzi veramente chi
ha le capacità e che non sia il fi-
glio di tizio, il nipote di caio, il
fratello di sempronio e così via!!
Sappiate che lanciamo un mes-
saggio ai tanti politici della Basi-
licata, affinchè siano consci che
la nostra rabbia venga ascoltata.
Iniziamo a non votarli ed elo-
giarli, iniziamo a fischiarli ed
umiliarli nelle manifestazioni di
piazza, costruiamo una sorta di
"Popolo Lucano Sollevati" e que-
sta sarà la prova e la volontà di
cambiare marcia, senza distin-
zione di destra, sinistra e centro!
L’unico riscatto del popolo lu-
cano è quello di seguire l’esem-
pio di Milano, dove le
tradizionali forze politiche hanno
perso e non lo vogliono ammet-
tere !!!
TrenoRocky
1017 GIUGNO 2011
Questa è la storia di chi vuole
un’ occupazione e non riesce
a centrare l’obbiettivo
vizi classici della tessera sanitaria – informa-
tizzazione dei dati, compilati dal veterinario,
cartella clinica digitale, call center 24 ore su 24
per il ritrovamento degli animali smarriti, me-
daglietta ecc…- la card offre il rimborso spese
di cure straordinarie. Due formule da poter
scegliere: una con un costo di 48 euro l’anno
con un indennizzo di 600 euro e l’altra con un
costo di 62 euro all’anno con il limite massimo
di indennizzo, pari a 1000 euro. Per ottenere la
tessera è sufficiente iscriversi sul sito di Ami-
coPets e seguire le istruzioni. E’ importante
prendersi cura degli amici a 4 zampe e garan-
tire loro tutte le cure necessarie per far fronte
ai problemi di salute. Un gesto dovuto al-
l’amico fedele dell’uomo che si dona comple-
tamente al suo padrone, senza pretendere nulla
in cambio. Questo è senz’altro un grande passo
in avanti che la società compie in difesa degli
animali, troppo spesso maltrattati e dimenticati.
C’e’ un dottore per teAgnese Albini
Tessera sanitaria per animali domestici:
novita’esclusiva per gli amici a 4 zampe
Arriva in Italia la prima tessera
sanitaria per cani e gatti do-
mestici. Ai possessori della
carta verranno rimborsate le spese ve-
terinarie sostenute per interventi chi-
rurgici, infortuni o malattie dei piccoli
amici. La proposta parte dall’ente
AmicoPets, il primo portale di gestione
di dati anagrafici e clinici degli animali
e da Ergo Assicurazioni,società specia-
lizzata nel ramo dei danni. Altri impor-
tantissimi enti, patrocinano l’iniziativa
singolare. Tra le varie istituzioni spon-
sor spiccano i nomi dell’ENPA(Ente
Nazionale Protezione Animali), del-
l’Ordine dei veterinari e il Ministero
della Salute. Si tratta di un progetto
esclusivo per la nostra nazione e per
l’Europa. Le polizze tutelano cani e
gatti dotati di microchip identificativo,
senza limiti di età o razza. Oltre ai ser-
17 GIUGNO 2011 11
Esordio con i fiocchi per il nuovissimo centro commerciale Lucania.
A distanza di pochi mesi dall’apertura, il popolo dei consumatori
sembra apprezzare le proposte dei nuovi marchi, a prezzi accessibili
e di buona manifattura. Franchising di moda a buon mercato, mettono
in vetrine capi di tendenza e accessori per tutti i gusti e tutte le tasche.
Non solo abbigliamento, ma anche punti ristoro, ipermercato e coiffeur
per tutte le signore che vogliono farsi coccolare da mani esperte. Pa-
reri positivi ed entusiasmo generale tranquillizzano i numerosi nego-
zianti, inizialmente incerti di ammaliare i critici clienti. Eventi ed
intrattenimenti, catturano l’attenzione dei curiosi che si danno appun-
tamento nel polo commerciale per trascorrere qualche ora di relax de-
dicandosi allo shopping. Vero e proprio passatempo, utile a riempire
i pomeriggi noiosi e routinari. La speranza degli investitori è che il
boom di vendite iniziali non subisca una battuta d’arresto negli anni a
venire. Al momento rappresenta un temibile concorrente per i nego-
zietti che affollano il capoluogo, i quali devono certamente attivarsi
per una contromossa commerciale. Gli scetticismi iniziali hanno fatto
ricredere anche i “tirapiedi” di turno, increduli del trionfo economico.
Ottimo decollo per l’economia lucana, purtroppo ancora lontana da
quell’immagine di business in crescita ed espansione. Opportunità
che ha consentito a tanti giovani disoccupati di trovare un lavoro si-
curo ed uno stipendio garantito. Meritevole lo sforzo di chi ha creduto
che questo scossone avrebbe portato ad un incremento di fatturati e
ad un risveglio del bilancio locale. Agn.Alb.
Tutti …..all’Auchan!Prezzi accessibili e buona qualita:
questa la proposta del polo commerciale lucania
gennaio. In caso di infrazione accertata manon riconducibile ad un unico inquilino, lasanzione verrà addebitata all’intero stabile,quindi a tutti i condomini. Il che innesca unciclo virtuoso di controllo vicendevole. Sutrecento verbali nemmeno un ricorso. Epoche proteste. I due accertatori confermanola bontà dell’iniziativa e, a volte, anche delcittadino che sbaglia. Molti, dichiarano leguardie verdi, appaiono disorientati inquanto riconoscono l’autorità solo dei vigiliurbani. Altri cercano scuse nell’inefficienzadel servizio di raccolta. Taluni chiedonoscusa. Il caso della signora furibonda controgli incaricati è noto: aveva posteggiato lapropria auto al cospetto del cassonetto dei ri-fiuti e s’è giustificata indignandosi per lascarsa considerazione dell’amministrazionerispetto al problema dei parcheggi. Un casodi passaparola decisivo è quello che ha vistoalcuni condòmini allertare i funzionaridell’AMIAT in seguito ad una palese viola-zione: la proprietaria di un appartamento inristrutturazione è stata multata severamentein quanto l’impresa di costruzioni scaricavai materiali di risulta per strada. La stessa haammesso l’infrazione. Attenzione anche al
servizio di raccolta porta a porta,stabilito da una ordinanza comunalerisalente allo scorso anno e che in-teressa circa 400mila cittadini. Leviolazioni riscontrate in questo casosono la mancata esposizione deicontenitori per il ritiro dei rifiuti, op-pure esposti in giornate ed orari nonstabiliti dal Regolamento GestioneRifiuti Urbani, o errori grossolanisul conferimento delle frazioni neidiversi contenitori. Sul portale delComune di Torino ampio spazioviene dato al problema dei rifiuti. Lebuone prassi nel tempo danno i ri-sultati ambiti. Si legge – e non si fa-tica a condividere – che i rifiutidebbono diventare una risorsa e nonun problema. Mettendo in campotutto ciò che è giusto ed utile al finedi motivare e incoraggiare il citta-dino. La raccolta differenziata, silegge tra le righe del portale del Co-mune dedicato ai rifiuti, contribui-sce notevolmente a diminuire ilricorso alla discarica. Sull’ondadelle proteste e delle immagini ver-gognose che troppo spesso ricor-rono attraverso le nostre tv, quellelegate all’emergenza ambientale dicomuni assai più vicini – vedi Na-poli – il cittadino con un briciolo dibuon senso dovrebbe chiedersi: pos-sibile che debba essere una multal’elemento scatenante del cambia-mento? Non sarebbe più facile ri-spettare la legge, applicarla ediventare tutti più onesti e virtuosi?Lo Stato da sempre curiosa nelle ta-sche dei cittadini per poi prendersiil grosso ed il meglio, cioè le tasse.Come lo fa lo Stato italiano lo fannoin pochi. Ma in certi casi pagare fabene: il sindaco di Torino s’è inven-tato una ordinanza che male non fase non a chi ignora le regole.
Verdi sanzioni
ATorino c’è aria di ecologi-smo. E aria di multe. In tremesi, sono fioccati 300 ver-
bali in flagranza o in differita di im-porto variabile da 50 a 100 euro.Venti accertatori, incaricati dal-l’AMIAT (Azienda MultiserviziIgiene Ambientale Torino), circolanocome segugi per le strade della cittàsimbolo della FIAT, in cerca di vio-lazioni e violatori in tema di gestionedei rifiuti prodotti. Dall’abbandonodi rifiuti ingombranti per strada allamancata o non idonea raccolta diffe-renziata, alla sosta selvaggia che im-pedisce ai mezzi AMIAT diraccogliere la spazzatura: tutte azionipassibili di sanzione. È stato proprioil Comune, con una circolare, a dareimpulso ad un nuovo sistema che vacertamente nella direzione dell’eco-logicamente corretto e della sosteni-bilità urbana. Gli italiani, si sa,sguazzano in comportamenti spessoscorretti, non solo in tema di rifiuti:
la legge si infrange, si ignora, si sca-valca. Quando viene loro imposto dimetter mani al portafogli, che siano40 euro per un divieto di sosta o 150per eccesso di velocità, è lì che pian-gono lacrime di coccodrillo e sco-prono, illuminati, che dunque lalegge esiste e (a volte) viene appli-cata. Torino, secondo alcune recentiinchieste, risulta essere tra le città piùvirtuose sul fronte della gestionedella raccolta differenziata. La per-centuale di rifiuti trattati è tra le piùalte. Questo lo ricordiamo per unaragione: abbassare il livello di guar-dia, anche quando le buone pratichefunzionano, sarebbe controprodu-cente. Il lassismo è tra le peggiorimancanze del genere umano, inquanto induce il cittadino o l’ammi-
nistratore a dimenticanze che possono met-tere a repentaglio un intero sistema, comequello della raccolta differenziata. È un po’
il caso dei referendum ultimi: hanno dato iloro frutti perché sostenuti da un piano di co-municazione impattante e altisonante, dif-fuso fino all’ultimo momento utile. Discorsodiverso per le consultazioni del 2005,quando i comitati per il Sì fecero molto macon scarsi risultati. Torino non è rimasta aguardare, anzi, mira a caldeggiare la praticadella differenziata. Oggi lo fa attraverso ilcontrollo del territorio al fine di scongiurareil fenomeno dell’ignoranza e della disatten-zione. Sono questi gli atteggiamenti più ri-scontrati dagli incaricati dell’AMIAT. Lanovità per loro e per i cittadini è questa:prima gli accertatori allertavano i vigili iquali, in seguito al sopralluogo, procedevanocon i verbali. Oggi sono gli stessi “control-lori” che certificano la violazione ed il con-seguente verbale. Tutta la cittadinanzatorinese è stata informata del nuovo metododi “vigilanza ambientale” partito nel mese di
Michela Di Palma
17 GIUGNO 2011
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Multe ai cittadini che violano le disposizioni in materia di gestionedei rifiuti: succede a Torino
Lo scultore del frammento Francesco De Luca
Grande mostra antologica
di Francesco Somaini a Matera
Da bambino, avevo otto onove anni e mio nonnomi portò in visita al
museo Vela. Il custode ci mostròuna piccola acquasantiera conscolpita una testa di angioletto.Posso farla anch’io, pensai. Ecosì feci. Come si evince da que-
ste parole di Francesco Somaini
(Lomazzo 1926 – Como 2005), e
dalla sua biografia, il suo talento
artistico (di cui ebbe subito con-
sapevolezza) e la sua quasi irre-
frenabile propensione per la
scultura si manifestarono molto
precocemente. Se poi conside-
riamo che il suo esordio artistico
“alla grande” avvenne che era ap-
pena diciassettenne, bisogna rico-
noscere che la sua carriera ebbe
un avvio folgorante, che lo
avrebbe portato ad intraprendere
una lunga ed intensa ricerca sem-
pre ansiosa di superarsi e di esplo-
rare nuovi linguaggi e
motivazioni estetiche, e premiata
da una critica sempre attenta e
continuamente stimolata, oltre
che da successi nazionali ed inter-
nazionali. Un percorso creativo
che la grande mostra antologica
(la venticinquesima della serie
“Grandi mostre di scultura nei
Sassi”, promossa come sempre
dal Circolo La Scaletta) curata da
Giuseppe Appella e dalla figlia
dello scultore, Luisa, fa rivivere in
tutto il suo evolversi, dal 1943
(quando era appena diciasset-
tenne) al 2005, anno della sua
scomparsa; oltre sei decenni di
fervente attività riassunti in set-
tantacinque sculture, quaranta di-
segni e venti medaglie e piccole
“tracce”, dislocate tra le chiese ru-
pestri Madonna delle Virtù e San
Nicola dei Greci, il Musma –
Museo della Scultura Contempo-
ranea (negli spazi della Biblioteca
Vanni Scheiwiller viene anche
presentata una interessante se-
zione bio-bibliografica) e Palazzo
Lanfranchi (catalogo Edizioni
della Cometa). Verso la fine degli
anni Cinquanta la stagione infor-
male in Italia ha la sua piena af-
fermazione, e lo scultore comasco
è pronto a rappresentarne, in scultura,
uno degli esiti più alti. Dal 1957 la sua ri-
cerca estetica si allontana dall’astrattismo
di matrice cubista e si concentra, infatti,
sulla sperimentazione di materie e tecni-
che capaci di comunicare messaggi di
forte carica esistenzialista; l’artista
esprime nel tormento delle masse plasti-
che di ferro, di piombo e di bronzo, mar-
toriate da forti raschiature, una risoluta
volontà di sottometterle e plasmarle per
farle divenire “forma” di sgomenti inte-
riori e di forti spinte spirituali. Nei primi
mesi del 1960, Somaini ha già raggiunto
una larghissima fama internazionale che
lo premiava al culmine (ma non certo al
termine, poiché questa sua felice stagione
produttiva si protrarrà ancora per diversi
anni) del suo periodo ‘informale’; l’anno
prima la sua sala alla V Biennale di San
Paolo del Brasile aveva ricevuto il primo
premio internazionale per la scultura, “un
riconoscimento inatteso – come dirà –
poiché vinto in precedenza solo da gran-
dissimi, come Giorgio Morandi, mentre
io ero il più giovane dei giovani in una
delegazione che contava fior di maestri,
come Burri, Consagra, Fontana, Min-
guzzi, Pomodoro, e che cambiò la mia
vita”. Nel 1960 tiene la prima personale
a New York e nello stesso anno espone
con una sala personale alla XXX Bien-
nale di Venezia, presentato da Giulio
Carlo Argan, che avrebbe consacrato la
sua come “scultura del frammento”, non
di qualche cosa, ma del “frammento as-
soluto”, come “grumo informale di esa-
gitata, mal spenta materia”. Tramontata
la stagione informale, Somaini, nella
convinzione che la scultura debba svol-
gere un ruolo di riqualificazione
del tessuto architettonico urbano,
formalizza le proprie idee a li-
vello di riflessione teorica in una
serie di studi progettuali in un
libro realizzato insieme ad Enrico
Crispolti , (Urgenza nella città,
Mazzotta, Milano 1972). E’ que-
sto un’ altro momento fondamen-
tale dell’opera di Somaini,
irrigata da una forte tensione
etica, oltre che estetica, come te-
stimoniano le sue stesse parole
pronunciate nel corso di un’inter-
vista rilasciata a Giorgio Barda-
glio nel 1998: “ Ho sempre
pensato che il destino della scul-
tura è quello di arricchire le
piazze, oggi come ieri”. Per lo
scultore comasco l’umanizza-
zione della città si dovrebbe rea-
lizzare attraverso sculture che si
dilatano e crescono fino a diven-
tare parte integrante del paesag-
gio urbano, in un progetto di
sculturizzazione del tessuto citta-
dino: “un’aspirazione – ha scritto
Francesco Poli - naturalmente
utopica, ma che è proprio in
quanto tale la ragione profonda
che alimenta l’energia della sua
ricerca”. Di pari passo con le
considerazioni sul rapporto tra
scultura, architettura e ambiente,
Somaini s’inventa una tecnica di
intaglio praticato mediante il
getto di sabbia a forte pressione,
che diviene a partire dal 1965
componente fondamentale del
suo linguaggio plastico. Succes-
sivamente, l’artista giunge al-
l’ideazione di una “traccia” a
bassorilievo, ottenuta mediante il
rotolamento di una “matrice”
scolpita che, come ci dice Ap-
pella, “lasciando un’impronta in
divenire, sviluppa e rivela un’im-
magine criptica ad essa affidata
in negativo. Matrici e tracce in-
troducono l’elemento dinamico,
l’azione, l’idea di un percorso, di
un intervento che coinvolge ar-
chitettura e contesto urbano”.
1417 GIUGNO 2011
Bagnante, (1948), gesso
Orizzontale IV, 1959, bronzo
Racconto sull'alba, 1961,
mondo. Vari sono i siti che sono
stati creati e permettono la comu-
nicazione addirittura con il Giap-
pone. Si tratta di siti
dettagliatissimi che illustrano tutti
i dettagli della lavorazione, passo
dopo passo. Così i clienti possono
conoscere a fondo sia il prodotto
che vanno ad acquistare sia coloro
che si occupano della costruzione.
Lo staff è composto da ben 75 la-
voratori a tempo pieno che non
sono sfruttati e hanno anche un
equo stipendio. In più ci sono 120
operai part-time. La produzione
giornaliera è abbastanza ricca, si
parla di circa 300 scarpe al giorno
e 400-500 sandali. Ma la cosa più
importante è che tutte queste per-
sone hanno illuminato l’economia
locale, accendendo un barlume di
Serena Danese
Una etiope, sfonda il mercato
europeo con vecchi copertoni
Entra a far parte del
mercato globale un
nuovo paese: l’Etio-
pia. Per una volta anche uno
stato dell’Africa decide di
uscire allo scoperto e com-
piere un lavoro che riesca a
dare dei buoni frutti. Una
giovane donna è riuscita a
mettere insieme un’azienda
che crea scarpe da vecchi
pneumatici. Per quanto ri-
guarda la vendita, a fare da
tramite con tutto il mondo è
internet. Questa idea avuta
dalla trentenne Bethlehem
Tilahun Alemu potrebbe
sembrare molto innovativa
ma allo stesso tempo biso-
gna sottolineare quanto ri-
spetti le tradizioni.
Un’antica tradizione del
luogo ritiene fondamentale
il riciclo, e aggiungendo a
questo la bravura degli arti-
giani e lo stile unico, sono
riusciti a produrre scarpe
che racchiudono gusti uni-
versali, che sono apprezzati
in tutto il mondo. Questa
iniziativa è anche un modo
per donare nuove speranze a
un paese che ha bisogno
solo di input per arrivare a
una giusta prosperità. Il
nome della fabbrica è Sole-
Rebles e vuole investire
sempre di più in un com-
mercio sostenibile ed equo.
Seguono una filosofia eco-
logista e il loro intento non
è solo quello di esportare i
prodotti in tutto il mondo
ma anche quello di usare
materiali provenienti solo dalla
loro terra, solo prodotti locali.
L’Etiopia è una grande produttrice
di cotone, e ovviamente per la
creazione delle scarpe è usato
anche questo; il quale viene filato
a mano per renderlo più pregiato.,
e poi usato come rivestimento
delle calzature. Tantissimi sono i
metodi tradizionali usato all’in-
terno della fabbrica, come gli an-
tichi telai in eucalipto, che hanno
conquistato tutto il mondo per le
loro particolarità. Quindi, pur es-
sendo fortemente legati alle tradi-
zioni, una grande spinta è stata
data dalla tecnologia o meglio da
internet; grazie al quale il calzatu-
rificio etiope si è guadagnato il
primo posto tra le società di com-
mercio equo e solidale in tutto il
speranza in tutti quei paesi
più poveri che hanno sem-
pre visto come irrealizza-
bile il loro ingresso in un
giro economico più grande.
Solitamente l’Etiopia riceve
sostegni economici dal
mondo occidentale, ma
questa volta è riuscita a
mettere in piedi un’econo-
mia auto sostenibile. A in-
dicare le idee dei giovani
lavoratori c’è anche il loro
stabilimento, tutto a energia
solare e a impatto zero.
Tutti sperano che possa al-
largare sempre più i suoi
orizzonti e che possa essere
emulata da altri stati afri-
cani e non solo.
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17 GIUGNO 2011
Arrivano le scarpepneumatiche
d’areamediterranea
E’ partito lento, il canto del-
l’inno di Mameli, ma ha poi
preso corpo e voce, tra le
tante autorità e dipendenti presenti
all’inaugurazione della nuova palaz-
zina degli uffici. Il presente del pic-
chetto d’onore e l’alzabandiera del
Tricolore hanno segnato con un mo-
mento di intensa commozione l’av-
vio della cerimonia. Al taglio del
nastro è seguita nell’ampio salone
la benedizione dell’arcivescovo me-
tropolita di Potenza, mons. Ago-
stino Superbo, e l’illustrazione da
parte del pittore Antonio Masini dei
suoi quadri sul tema della solida-
rietà, donati dall’impresa De Vivo,
esecutrice dei lavori per abbellire
l’area di accoglienza dell’ospedale.
La serie dei messaggi di saluto è
stata preceduta da una rapida visita
alla struttura di sicurezza antisi-
smica, assicurata da un sistema in-
novativo di protezione
passiva, l’isolamento alla base, ca-
pace di ridurre i danni anche alle
opere non strutturali e quindi di
mantenere la piena efficienza del-
l’edificio indispensabile per l’effi-
ciente funzionamento dell’intero
ospedale anche nell’immediato post
evento. L’edificio della superficie
complessiva di 8mila metri quadri si
sviluppa su sei livelli che si allonta-
nano gradualmente e progressiva-
mente dai contigui padiglioni al fine
di minimizzare l’impatto. La resa
CONCESSIONARIA DI PUBBLICITA’: METIS SRL 0971 22715 CELL. 320 1813033 email: [email protected]
San Carlo nuovo reparto
Anno IV numero 22 - 17 GIUGNO 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza - Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino
estetica è caratterizzata da prospetti
frontali, contraddistinti da un’alter-
nanza di pieni e di vuoti, con una parte
costituita da una facciata ventilata in
gres porcellanato e l’altra realizzata
mediante la tecnologia della facciata
continua trasparente: questo profilo non
è verticale ma degrada con diverse in-
clinazioni verso i fabbricati esistenti
Grande attenzione è stata riservata
anche alla questione energetica: le ve-
trate isolanti assicurano un grande ri-
sparmio così come il sistema di
rilevazione presenze che permette di
variare il regime di funzionamento e
l’uso di complessi automatici di rifasa-
mento all’interno della cabina di trasfor-
mazione. Nonostante l’evidente
emozione, il direttore generale Giovanni
De Costanzo non si è fatto tremare la
voce quando ha snocciolato i dati dell’at-
tività dell’azienda ospedaliera che espri-
mono alla perfezione quella vocazione
all’eccellenza evocata da tutti gli interve-
nuti come mission strategica del San
Carlo.Una mission che trova plastica
espressione proprio nella nuova palaz-
zina degli uffici e dell’accoglienza del-
l’ospedale, inaugurata in un
clima di festa e di entusiasmo ge-
nerale. E ce n’è ben ragione: un
edificio all’avanguardia per solu-
zioni ingegneristiche ed energe-
tiche, di elevati standard edilizi,
è costato meno di mille euro al
metro quadro (945 per l’esat-
tezza). Meno di quanto costa
unacasa popolare. I dati dei pri
mi mesi del 2011 confermano un
percorso di continua crescita,
prodotto dalle tante innovazioni
organizzative, tecnologiche,
nelle risorse umane, nelle buone
prassi cliniche, dalle tecniche mi-
ninvasive in cardiochirurgia, in
urologia ma anche in gran parte
delle chirurgie, che infatti regi-
strano tutte uno fortissima cre-
scita. Per la prima volta nel 2010
– ha ricordato il direttore gene-
rale, sono stati superati i dieci-
mila interventi chirurgici in un
anno, con ben 43mila ricoveri,
che grazie
anche a un significativo incre-
mento dell'appropriatezza hanno
portato a un record della “produ-
zione”. Presenti alla inaugura-
zione il Presidente della Giunta
Regionale Vito De Filippo, del
Consiglio Vincenzo Folino
dell’Assassore della Sanità Atti-
lio Martorano ed il Sindaco di
Potenza Vito Santarsiero.
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