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mapaus III master in programmazione di ambienti urbani sostenibili Università degli Studi di Ferrara (Italia) Pontificia Università Cattolica del Paranà (Brasil) Università Cattolica di Cordoba (Argentina) Università Tecnica Federico Santa Maria di Valparaiso (Chile) anno accademico 2004-2005 LE AREE PRODUTTIVE ECOLOGICAMENTE ATTREZZATE Il caso di Ponte Rizzoli Clara Cucco Bologna, Italia, Febbraio 2006

tesi mapausIII cucco - Master EcoPolis · Bologna, Italia, Febbraio 2006 ... APEA Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata Art. Articolo ATO Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale

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mapaus III master in programmazione di ambienti urbani sostenibili

Università degli Studi di Ferrara (Italia)

Pontificia Università Cattolica del Paranà (Brasil)

Università Cattolica di Cordoba (Argentina)

Università Tecnica Federico Santa Maria di Valparaiso (Chile)

anno accademico 2004-2005

LE AREE PRODUTTIVE ECOLOGICAMENTE ATTREZZATE Il caso di Ponte Rizzoli

Clara Cucco Bologna, Italia, Febbraio 2006

mapaus III master in programmazione di ambienti urbani sostenibili

Università degli Studi di Ferrara (Italia)

Pontificia Università Cattolica del Paranà (Brasil)

Università Cattolica di Cordoba (Argentina)

Università Tecnica Federico Santa Maria di Valparaiso (Chile)

anno accademico 2004-2005

LE AREE PRODUTTIVE ECOLOGICAMENTE ATTREZZATE

Il caso di Ponte Rizzoli

Clara Cucco Bologna, Italia, Febbraio 2006

mapaus III – Clara Cucco

SOMMARIO

ELENCO DEGLI ACRONIMI

ABSTRACT

INTRODUZIONE

CAPITOLO 1

ANALISI DEI REQUISITI E LINEE DI AZIONE

CAPITOLO 2

UNA SPERIMENTAZIONE: L’AREA PRODUTTIVA DI PONTE RIZZOLI

CAPITOLO 3

LE CARATTERISTICHE DEL PIANO URBANISTICO ATTUATIVO PER L’AREA PRODUTTIVA DI

PONTE RIZZOLI

CAPITOLO 4

LE DIFFICOLTÀ RISCONTRATE NELL’ELABORAZIONE DEL PIANO

CONCLUSIONI

GLOSSARIO

BIBLIOGRAFIA

ALLEGATI

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

mapaus III – Clara Cucco

ELENCO DEGLI ACRONIMI

APEA Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata

Art. Articolo

ATO Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale

C.T.R. Carta Tecnica Regionale

D. Lgs. Decreto Legislativo

EMAS Eco-Management and Audit Scheme

ENEL Ente Nazionale Energia Elettrica

ER Emilia Romagna

ERVET Società della Regione Emilia-Romagna per la Valorizzazione Economica del Territorio

ha ettari

Hera Holding Energia Risorse Ambiente

ISO International Standard Organization

L. r. Legge Regionale

mq Metri quadri

NTA Norme Tecniche di Attuazione

PLERT Piano sull’Elettromagnetismo

PMI Piccole e Medie Imprese

POC Piano Operativo Comunale

PP Piano particolareggiato

PRG Piano Regolatore Comunale

PRIT Piano Regionale Integrato dei Trasporti

PSAI Piano Straordinario per l’Assetto Idrogeologico

PSC Piano Strutturale Comunale

PTI Piano Territoriale Infraregionale

PTCP Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

PTPR Piano Territoriale Paesistico Regionale

PTR Piano Territoriale Regionale

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

PTA Piano di Tutela della Qualità delle Acque

PUA Piano Urbanistico Attuativo

SCAT Studio di Compatibilità Ambientale e Territoriale

SFM Servizio Ferroviario Metropolitano

SWOT (Analisi) Strenghts, Weaknesses, Opportunities and Threats (forze, debolezze,opportunità e

pericoli)

TARSU Tassa sui Rifiuti Solidi Urbani

UE Unione Europea

VALSAT Valutazione di Sostenibilità Ambientale e Territoriale Ambientale

VIA Valutazione di Impatto Ambientale

Z.I. Zona Industriale

mapaus III – Clara Cucco

ABSTRACT

Per essere definita area produttiva ecologicamente attrezzata (APEA) un’area industriale deve rispondere ad

una serie di requisiti prestazionali, definiti dalla Provincia di Bologna con la consulenza di Ervet s.p.a., che

garantiscano una progettazione urbanistico-edilizia di qualità e una gestione ambientalmente sostenibile.

Questa tesi vuole concentrare l’analisi su un caso reale di APEA, l’area produttiva di Ponte Rizzoli,

valutandone le potenzialità e le criticità.

Il tavolo di lavoro, composto dai progettisti del PUA, i responsabili d’area della Provincia di Bologna, i tecnici

del Comune di Ozzano dell’Emilia ed Ervet, ha messo in luce alcuni primi nodi centrali del problema.

Gli strumenti a disposizione sono pochi, le aspettative che ricadono su questa sperimentazione di APEA

sono alte.

Il percorso che si prospetta è ancora lungo.

La tesi cerca di mettere a fuoco gli elementi già emersi e si propone come supporto per una migliore

comprensione dell’iter lavorativo finora svolto.

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

mapaus III – Clara Cucco

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INTRODUZIONE

L’attuale sistema industriale è responsabile di ripercussioni negative sull’ambiente.

Il modello di produzione è insostenibile: sfrutta eccessivamente le risorse primarie non rinnovabili, emette

notevoli quantità di sostanze inquinanti e produce una quantità eccessiva di materiale di scarto.

L’ecologia industriale, che negli ultimi anni sta cominciando a diventare tema di numerosi dibattiti, propone

delle strategie e delle alternative perseguibili per realizzare obiettivi di sostenibilità in campo industriale.

Alla base dell’introduzione delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (APEA) c’è proprio lo scopo di

ridurre il consumo di risorse primarie a favore del riutilizzo di materie secondarie (o sottoprodotti industriali),

di preferire fonti di energia rinnovabile, di minimizzare il quantitativo in volume di rifiuti prodotti, di tendere

all’eliminazione di ogni forma di inquinamento.

A tutt’oggi, solamente 5 regioni italiane (Liguria, Emilia Romagna, Marche, Toscana e Puglia) hanno

elaborato un’apposita normativa inerente le APEA, ma questa risulta ancora non esaustiva.

Il panorama internazionale è un po’ più vasto e definito, uno dei primi tentativi di sistematizzare le

caratteristiche delle APEA è del Presidente del Consiglio sullo Sviluppo Sostenibile del Governo americano,

che definisce le caratteristiche che una APEA deve avere.

Per essere definita tale una APEA deve essere una comunità di aziende produttive e di servizio che vogliono

migliorare le prestazioni economiche ed ambientali del sistema produttivo, cercando di creare una sorta di

simbiosi industriale che utilizzi in maniera sostenibile materiali, energia, acqua e territorio e che tenda ad una

produzione pari a zero di emissioni inquinanti e rifiuti.

Con tale definizione una APEA assume delle caratteristiche progettuali e prestazionali specifiche, che

richiedono delle azioni mirate, ne riporto solo alcuni esempi, che in questa tesi verranno approfonditi:

l’accurata progettazione urbanistica del luogo, che tenga presente anche della qualità paesaggistica e

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

architettonica; elevati standard prestazionali degli edifici industriali; la gerarchizzazione delle modalità di

circolazione e di trasporto interne all’area in relazione con il sistema infrastrutturale al contorno; una elevata

flessibilità gestionale.

È in questo panorama che si inserisce la programmazione industriale della Provincia di Bologna.

La Regione Emilia-Romagna introduce il concetto di area ecologicamente attrezzata nella Legge Regionale

n.20 del 24 Marzo 2000, “Disciplina generale sulla tutela e l'uso del territorio” , nell’Allegato A, CAPO III,

articolo A-14, si legge:

“Aree ecologicamente attrezzate

1. Gli ambiti specializzati per attività produttive costituiscono aree ecologicamente attrezzate quando sono

dotate di infrastrutture, servizi e sistemi idonei a garantire la tutela della salute, della sicurezza e

dell’ambiente.

2. La Regione, con atto di coordinamento tecnico, definisce, sulla base della normativa vigente in materia, gli

obiettivi prestazionali delle aree ecologicamente attrezzate, avendo riguardo:

a) alla salubrità e igiene dei luoghi di lavoro;

b) alla prevenzione e riduzione dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del terreno;

c) allo smaltimento e recupero dei rifiuti;

d) al trattamento delle acque reflue;

e) al contenimento del consumo dell’energia e al suo utilizzo efficace;

f) alla prevenzione, controllo e gestione dei rischi di incidenti rilevanti;

g) alla adeguata e razionale accessibilità delle persone e delle merci.

3. Ai sensi del comma 1 dell’art. 26 del D. Lgs. n. 112 del 1998, l’utilizzazione dei servizi presenti nelle aree

produttive ecologicamente attrezzate comporta l’esenzione, per gli impianti produttivi ivi localizzati, delle

autorizzazioni eventualmente richieste nelle materie di cui al comma 2, secondo quanto definito dall'atto di

coordinamento tecnico.

4. Le nuove aree produttive di rilievo sovracomunale assumono i caratteri propri delle aree ecologicamente

attrezzate.

5. Il Comune può individuare tra i nuovi ambiti per attività produttive di rilievo comunale quelli da realizzare

come aree ecologicamente attrezzate. Per l’eventuale trasformazione delle aree esistenti in aree

ecologicamente attrezzate il Comune può stipulare specifici accordi con le imprese interessate, diretti a

determinare le condizioni e gli incentivi per il riassetto organico delle aree medesime.

6. La Regione promuove la trasformazione delle aree produttive esistenti in aree ecologicamente attrezzate

attraverso l’erogazione di contributi nell’ambito del programma triennale regionale per la tutela dell’ambiente,

ai sensi degli artt. 99 e 100 della L.R. n. 3 del 1999”.

La Provincia di Bologna assume questa direttiva e nella Parte III del PTCP, al Titolo 9 individua gli ambiti

specializzati per attività produttive di rilievo sovracomunale. Queste aree vengono suddivise in due

macrocategorie, ambiti produttivi consolidati e ambiti produttivi con potenzialità di sviluppo strategiche.

Per gli ambiti di sviluppo consolidati si legge:

“Insiemi di aree produttive rilevanti per l’entità degli insediamenti in essere e in taluni casi per l’entità delle

residue potenzialità edificatorie previste nei PRG vigenti, ma che non appaiono indicati per politiche di

ulteriore significativa espansione dell’offerta insediativa (oltre a quanto già previsto nei PRG, e nel rispetto di

mapaus III – Clara Cucco

3

cui al successivo punto 5), in relazione alla presenza di condizionamenti di natura ambientale, o di natura

urbanistica o limiti di infrastrutturazione. Questo gruppo comprende in particolare tutte le aree produttive

della prima fase del decentramento industriale bolognese nella prima cintura a corona della tangenziale, le

aree produttive ricadenti nei conoidi pedecollinari a più alta vulnerabilità dell’acquifero, nonché i poli

produttivi vallivi della fascia collinare e montana sorti sui terrazzi fluviali.”

Per la definizione di questi ambiti produttivi la Provincia si è dotata di alcuni criteri, anch’essi definiti dal

PTCP:

1. una superficie territoriale non inferiore ai 30ha,

2. disponibilità di aree di espansione non inferiore ai 10.000mq di superficie utile realizzabile,

3. l’ubicazione a “cavallo” di diversi territori comunali,

4. l’accessibilità da strada extraurbana con caratteristiche quanto meno pari a quelle del V° CNR,

5. il grado di accessibilità

6. la presenza di funzioni di tipo terziario e commerciale o di accentuata sensibilità alla trasformazione verso

queste (grado di multifunzionalità)

7. la presenza di attività produttive a rischio rilevante di incidente, in contiguità con aree urbane o

ambientalmente sensibili.

Il PTCP, con questi criteri, individua 34 ambiti, che occupano circa 3600 ha di superficie territoriale, di cui il

30% ancora non attuata.

Nella Tabella che segue la definizione, tra gli “ambiti produttivi consolidati per funzioni prevalentemente

produttive manifatturiere”, si legge il nome della Z.I. Ponte Rizzoli, che era già oggetto di un Accordo

Territoriale1 dell’Associazione di Comuni Valle dell’Idice.

L’Accordo territoriale si propone di definire in modo concordato le linee evolutive degli ambiti produttivi

sovracomunali che ricadono dentro l’Associazione Valle dell’Idice, in particolar modo la Z.I. Ponte Rizzoli

che, grazie alla sua posizione strategica, determinata dall’eccentricità rispetto all’area urbana centrale e

dalla sua prossimità all’accesso ai maggiori assi infrastrutturali viabilistici, è l’unico ambito produttivo che il

PTCP indica come suscettibile di sviluppo.

Questo accordo territoriale permette alla Provincia di Bologna di attuare le politiche generali individuate dal

PTCP per ciò che attiene gli ambiti produttivi:

- non prevedere la realizzazione di ulteriori nuovi ambiti produttivi;

- non prevedere alcun nuovo ampliamento delle aree produttive di natura comunale;

- concentrare quindi tutte le future espansioni negli ambiti produttivi sovracomunali, ed in particolare in quelli

di sviluppo (mentre per quelli consolidati si prevede la possibilità di ampliamenti limitati alle esigenze di

espansione di aziende già localizzate nell’ambito o di rilocalizzazione di quelle insediate nei Comuni

dell’Associazione);

- escludere la possibilità di intaccare ulteriore territorio agricolo non compromesso;

- concentrare parallelamente negli ambiti produttivi sovracomunali le politiche di riqualificazione volte in

generale al raggiungimento dello status di APEA;

- gestire comunitariamente benefici e costi derivanti dagli ambiti produttivi sovracomunali (in modo da

compensare la forte selettività operata nella definizione delle politiche espansive) tra tutti i Comuni firmatari

degli Accordi territoriali attraverso l’applicazione della perequazione territoriale.

1 strumento urbanistico introdotto dalla L.R. 20/2000, Capo III, Art.15

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

Questa tesi ha per oggetto l’evoluzione del progetto per la zona industriale di Ponte Rizzoli.

Si presenta come passaggio successivo alle tesi di Valeria Stacchini, “PIANIFICAZIONE

SOVRACOMUNALE E SOSTENIBILITÀ. La programmazione e la gestione degli Ambiti Produttivi, dagli

Accordi Territoriali all’Istituzione di Aree Ecologicamente Attrezzate” e si integra con la tesi di Alberto

Garbero “AREE ECOLOGICAMENTE ATTREZZATE: esperienze a confronto e valutazione economica del

contesto”.

Nei capitoli che seguono cercherò di illustrare i tentativi della Regione Emilia-Romagna per la redazione di

linee guida per la pianificazione di APEA in ambito regionale, la sperimentazione che la Provincia di Bologna

sta realizzando nella zona industriale di Ponte Rizzoli, descrivendo i passaggi che hanno caratterizzato la

stesura del piano urbanistico attuativo, cercando di porre l’attenzione soprattutto sulle difficoltà riscontrate e

sulle questioni che, ad oggi, sono ancora in sospeso.

mapaus III – Clara Cucco

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CAPITOLO 1

ANALISI DEI REQUISITI E LINEE DI AZIONE

La Regione Emilia-Romagna nella L.r. n.20 del 24 Marzo 2000, “Disciplina generale sulla tutela e l'uso del

territorio”, nell’Allegato A, CAPO III, articolo A-13 e A-14, scrive:

“A-13

Ambiti specializzati per attività produttive

1. Per ambiti specializzati per attività produttive si intendono le parti del territorio caratterizzate dalla

concentrazione di attività economiche, commerciali e produttive. I predetti ambiti possono altresì contenere

una limitata compresenza di insediamenti e spazi collettivi residenziali.

2. Gli ambiti specializzati per attività produttive sono distinti in:

a) aree produttive di rilievo sovracomunale, caratterizzate da effetti sociali, territoriali ed ambientali che

interessano più Comuni;

b) aree produttive di rilievo comunale, caratterizzate da limitati impatti delle attività insediate o da insediare.

3. Le aree produttive esistenti sono disciplinate dalla pianificazione urbanistica comunale.

4. La Provincia attraverso il PTCP provvede, d’intesa con i Comuni interessati, ad individuare le aree

produttive idonee ad essere ampliate per assumere rilievo sovracomunale e ad individuare gli ambiti più

idonei alla localizzazione delle nuove aree produttive di rilievo sovracomunale e ne stabilisce l’assetto

infrastrutturale e le caratteristiche urbanistiche e funzionali. Il PTCP in tali ipotesi assume il valore e gli effetti

del PSC.

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

5. I nuovi insediamenti sono individuati prioritariamente nelle aree limitrofe a quelle esistenti, anche al fine di

concorrere alla loro qualificazione e di sopperire alle eventuali carenze di impianti, di infrastrutture o servizi.

6. Gli interventi di completamento, modificazione funzionale, manutenzione ed ammodernamento delle

urbanizzazioni e degli impianti tecnologici nelle aree produttive esistenti, sono disciplinati dal RUE e sono

attuati attraverso intervento diretto.

7. Le aree produttive di rilievo sovracomunale sono attuate attraverso accordi territoriali stipulati ai sensi del

comma 2 dell’art. 15. Gli accordi possono prevedere che l’esecuzione o riqualificazione e la gestione unitaria

di tali aree, sia realizzata anche attraverso convenzioni con soggetti pubblici o privati, ovvero attraverso la

costituzione di consorzi o di società miste.

8. In coerenza con quanto previsto dal PRIT, gli strumenti di pianificazione di cui al presente articolo

possono promuovere la realizzazione di infrastrutture idonee a consentire i più appropriati collegamenti delle

aree produttive con la rete del trasporto combinato, anche attraverso adeguati incentivi urbanistici.

9. Gli accordi di cui all’art. 18 possono prevedere interventi di ammodernamento, ampliamento,

razionalizzazione o riassetto organico dei complessi industriali esistenti e delle loro pertinenze funzionali, ivi

compresa la delocalizzazione dei medesimi. A tal fine, i predetti accordi possono prevedere adeguati

incentivi urbanistici.

10. Gli oneri di urbanizzazione relativi alle aree produttive di rilievo sovracomunale sono destinati al

finanziamento degli impianti, delle infrastrutture e dei servizi necessari, indipendentemente dalla

collocazione degli stessi anche al di fuori dai confini amministrativi del Comune nel cui territorio è localizzata

l’area produttiva. Gli accordi territoriali di cui al comma 7 stabiliscono le modalità di versamento e gestione

degli oneri e ne programmano in maniera unitaria l’utilizzo, assicurando il reperimento delle eventuali ulteriori

risorse necessarie per la realizzazione delle dotazioni previste.

A-14

Aree ecologicamente attrezzate

1. Gli ambiti specializzati per attività produttive costituiscono aree ecologicamente attrezzate quando sono

dotate di infrastrutture, servizi e sistemi idonei a garantire la tutela della salute, della sicurezza e

dell’ambiente.

2. La Regione, con atto di coordinamento tecnico, definisce, sulla base della normativa vigente in materia, gli

obiettivi prestazionali delle aree ecologicamente attrezzate, avendo riguardo:

a) alla salubrità e igiene dei luoghi di lavoro;

b) alla prevenzione e riduzione dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del terreno;

c) allo smaltimento e recupero dei rifiuti;

d) al trattamento delle acque reflue;

e) al contenimento del consumo dell’energia e al suo utilizzo efficace;

f) alla prevenzione, controllo e gestione dei rischi di incidenti rilevanti;

g) alla adeguata e razionale accessibilità delle persone e delle merci.

3. Ai sensi del comma 1 dell’art. 26 del D. Lgs. n. 112 del 1998, l’utilizzazione dei servizi presenti nelle aree

produttive ecologicamente attrezzate comporta l’esenzione, per gli impianti produttivi ivi localizzati, delle

autorizzazioni eventualmente richieste nelle materie di cui al comma 2, secondo quanto definito dall'atto di

coordinamento tecnico.

4. Le nuove aree produttive di rilievo sovracomunale assumono i caratteri propri delle aree ecologicamente

attrezzate.

5. Il Comune può individuare tra i nuovi ambiti per attività produttive di rilievo comunale quelli da realizzare

mapaus III – Clara Cucco

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come aree ecologicamente attrezzate. Per l’eventuale trasformazione delle aree esistenti in aree

ecologicamente attrezzate il Comune può stipulare specifici accordi con le imprese interessate, diretti a

determinare le condizioni e gli incentivi per il riassetto organico delle aree medesime.

6. La Regione promuove la trasformazione delle aree produttive esistenti in aree ecologicamente attrezzate

attraverso l’erogazione di contributi nell’ambito del programma triennale regionale per la tutela dell’ambiente,

ai sensi degli artt. 99 e 100 della L.R. n. 3 del 1999.”

A seguito della legge, la Regione Emilia-Romagna, con la consulenza di ERVET, sta elaborando il

documento di coordinamento tecnico contenente specifiche indicazioni sulle caratteristiche e sulle

prestazioni delle aree ecologicamente attrezzate, previsto dall’art. A-14.

Nel Marzo 2005, ERVET ha redatto un documento “LINEE GUIDA PER LA CARATTERIZZAZIONE DELLE

AREE INDUSTRIALI ECOLOGICAMENTE ATTREZZATE ai sensi della L.R. 20/2000 e della Direttiva

regionale n.1238/2002”, frutto di numerose analisi e riflessioni sul tema.

Obiettivo del documento è quello di fornire una proposta metodologica per la caratterizzazione delle aree

produttive ecologicamente attrezzate in Emilia Romagna, nel tentativo di fornire uno strumento applicabile in

maniera il quanto più possibile omogenea in Emilia Romagna.

Il metodo proposto da ERVET propone l’attuazione dei principi contenuti nella legge regionale attraverso

requisiti prestazionali da rispettare fin dalla progettazione delle nuove aree produttive, che dovranno

raggiungere lo status di APEA, ma prevede anche modalità di miglioramento progressivo nel tempo, per

tutte quelle aree produttive esistenti, che gli strumenti urbanistici individuano come suscettibili di

miglioramento.

Le prestazioni degli ambiti produttivi così definiti, dovranno tenere conto sia delle caratteristiche

infrastrutturali del sito, sia di quelle gestionali. Obiettivo delle strategie progettuali da adottare deve essere

quello di garantire:

a) salubrità e igiene dei luoghi di lavoro;

b) prevenzione e riduzione dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del terreno;

c) smaltimento e recupero dei rifiuti;

d) trattamento delle acque reflue;

e) contenimento del consumo dell’energia e al suo utilizzo efficace;

f) prevenzione, controllo e gestione dei rischi di incidenti rilevanti;

g) adeguata e razionale accessibilità delle persone e delle merci.

Inoltre, per acquisire lo status di area produttiva ecologicamente attrezzata, all’interno di un ambito

produttivo è necessario:

1. individuare un soggetto gestore cui è affidata la promozione, la realizzazione e la gestione;

2. progettare e realizzare contenuti urbanistico - territoriali di qualità;

3. realizzare condizioni di gestione ambientale di qualità.

Le linee guida proposte da ERVET individuano i passaggi metodologici necessari per realizzare questi

obiettivi :

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

- analisi territoriale, urbanistica ed ambientale dell’area

- programmazione del miglioramento

- individuazione del soggetto gestore.

L’analisi territoriale serve per definire quali sono le problematiche esistenti all’interno dell’area industriale e

gli obiettivi di miglioramento; la costruzione del programma porta all’individuazione degli interventi che

devono essere realizzati per risolvere le criticità e ad una loro pianificazione; mentre il soggetto gestore è la

struttura chiamata a coordinare l’intero processo.2

Per supportare al massimo le Province e i Comuni, la Regione Emilia-Romagna ha commissionato ad

ERVET la stesura dei requisiti prestazionali necessari.

L’elenco dei 26 requisiti, suddivisi in 8 macroaree , viene inserito in allegato (Allegato A).

Questo documento è stato la base di un confronto molto proficuo e stimolante che la Regione ha avviato con

le Amministrazioni provinciali in tema di Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate, proprio allo scopo di

revisionare le linee guida ed elaborare un documento coordinato e condiviso.

Gli incontri che si sono svolti da Marzo a Luglio 2005 tra i responsabili dei vari settori regionali e provinciali,

guidati nella discussione da ERVET, hanno avuto come oggetto:

_ il confronto sull’individuazione e sviluppo delle APEA

_ la definizione dei criteri per l’individuazione degli ambiti produttivi di rilievo

_ il confronto sugli obiettivi prestazionali

_ la gestione unica

La sintesi dei confronti e dei workshop, che si sono svolti fino a luglio 2005, hanno portato alla individuazione

di alcuni punti cardine, che l’atto di coordinamento regionale deve approfondire e definire.

Come primo punto, emerge la necessità di chiarire in modo preciso cosa si intende per area “nuova” e area

“esistente”. La L.r 20/2000, infatti, stabilisce che solo le aree definite “nuove” possono raggiungere la

qualificazione di APEA, mentre quelle esistenti possono assurgere esclusivamente allo status di “area

esistente dotata delle infrastrutture e degli impianti tecnologici e dei sistemi necessari a garantire la tutela

della salute, della sicurezza e dell’ambiente”, intraprendendo un processo di riqualificazione, che dovrà

avvenire tramite convenzioni con i privati insediati, nell’interpretazione regionale tutti gli ampliamenti, per

quanto estesi, devono essere considerati come aree esistenti.

È necessario approfondire ulteriormente cosa si intende per “area di rilievo sovracomunale”, per poter

individuare i soggetti che dovranno essere chiamati a sottoscrivere l’Accordo Territoriale per l’ambito

produttivo.

Punto fondamentale è la definizione dei requisiti prestazionali.

Questi devono essere sufficientemente flessibili per garantirne l’applicabilità in tutti i contesti regionali,

estremamente diversi l’uno dall’altro, ma allo stesso tempo devono essere concreti, applicabili e valutabili,

delle vere e proprie guide alla progettazione.

Deve essere definito il ruolo dell’Analisi Ambientale, che dovrà fare parte integrante dell’Accordo Territoriale;

le criticità individuate a seguito dell’analisi, potrebbero essere determinanti per la scelta del Soggetto

2 Fonte: “LINEE GUIDA PER LA CARATTERIZZAZIONE DELLE AREE INDUSTRIALI ECOLOGICAMENTE ATTREZZATE ai sensi della L.R. 20/2000 e della Direttiva regionale n.1238/2002”, ERVET, bozza di lavoro, Marzo 2005

mapaus III – Clara Cucco

9

Gestore e per l’individuazione delle scelte progettuali più idonee per garantire la sostenibilità ambientale e

territoriale dell’intervento.

Tutto quello che riguarda il Soggetto Gestore è da definire e si aprono una serie di interrogativi: chi ha il

compito di conferire tale incarico, chi può indire un bando; chi ne stabilisce la durata, i compiti e le

responsabilità; da chi è pagato, dagli Enti Pubblici che indicono la gara oppure è mantenuto tramite tariffe

sostenute da chi è insediato nelle APEA; chi è il proprietario delle infrastrutture realizzate.

Anche il ruolo di Comuni e Province all’interno del Soggetto Gestore deve essere chiarito.

La Regia Ambientale avrà il compito di valutare il Progetto Preliminare delle infrastrutture, congiuntamente al

Piano Particolareggiato dell’area, nonché del Programma Ambientale. Tale valutazione può avvenire anche

attraverso una Conferenza di Servizi, ma rimane da verificare se è possibile aprire una conferenza di Servizi

anche per un PP, e in questo caso è dato per scontato che esista già un PSC e un POC.

Rimane aperta ancora la questione sull’attribuzione di qualifica di APEA.3

Le questioni ancora aperte sono notevoli e riguardano gli elementi caratterizzanti queste nuove aree

produttive.

La Regione Emilia-Romagna, con la consulenza di ERVET, ha cercato di sviluppare i punti emersi dai

workshop con le Province e ha elaborato un documento, “Atto di Coordinamento Tecnico in materia di

Aree ecologicamente attrezzate”, che è stato presentato alle Province il 16 Dicembre 2005.

Il documento ha fatto sorgere numerose perplessità nei tecnici provinciali presenti, che hanno evidenziato le

difficoltà che le Amministrazioni riscontrano nell’applicazione delle direttive regionali.

Gli argomenti oggetto di discussione sono stati:

_ Tipologie di Aree Ecologicamente Attrezzate

_ Soggetti

_ Comitato di Indirizzo

_ Soggetto Gestore

_ Accordi

_ Il Programma Ambientale dell’Area Ecologicamente Attrezzata

_ Pianificazione delle APEA

_ Requisiti urbanistico-territoriali delle APEA

_ Riconoscimento della qualifica di Area Ecologicamente Attrezzata

_ Progettazione

_ Pianificazione, progettazione e riconoscimento dello status di APEA per le aree produttive esistenti

_ Considerazioni sulle aree ecologicamente attrezzate miste

_ Monitoraggio

Lo schema sotto riportato sintetizza la proposta Regionale, che è stata discussa il 16 Dicembre 2005.

3 Fonte: “VERBALE INCONTRO TECNICO REGIONE ER – ERVET - PROVINCIA DI BOLOGNA, IN RIFERIMENTO AL PROGETTO AREE

PRODUTTIVE ECOLOGICAMENTE ATTREZZATE (20 LUGLIO 2005, ORE 09.30, V. DEI MILLE N. 21)”

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

SCHEMA 1: correla la tempistica di attuazione di un’Area Ecologicamente Attrezzata ai pertinenti strumenti di

pianificazione, ai diversi livelli, e ai soggetti responsabili4

Le criticità che i rappresentanti dei vari settori delle province emiliano-romagnole hanno evidenziato

riguardano:

_ il comitato d’indirizzo 4 Fonte: Documento Ufficiale AEA per il workshop del 16 dicembre 2005, Regione Emilia-Romagna

mapaus III – Clara Cucco

11

_ il soggetto gestore

_ i requisiti urbanistico territoriali

_ la qualifica di area ecologicamente attrezzata

Il comitato di indirizzo, nuovo organo proposto con questo documento, è il soggetto cui spetta la

definizione delle linee di Politica Ambientale dell’Area Ecologicamente Attrezzata.

Questo appare come un organo in più, le sue funzioni sarebbero quelle che inizialmente avrebbe dovuto

assumere il gestore unico. Il rischio, in questo modo, è che il gestore unico diventi un semplice "esecutore" e

che quindi fornisca, alle aziende insediate nell’area, un servizio a tariffa, un ulteriore aggravio di costi, che

renderebbe una APEA meno competitiva.

“Il Soggetto Gestore dell’Area Ecologicamente Attrezzata costituisce il punto di riferimento per la corretta

gestione ambientale dell’area secondo il Programma Ambientale.

Esso risponde nei confronti del Comitato di Indirizzo per il buon funzionamento dell’organizzazione

ambientale dell’Area Ecologicamente Attrezzata, al fine di garantire un costante miglioramento delle

prestazioni ambientali d’area. Perciò la scelta di un Soggetto Gestore dotato di adeguate capacità tecniche,

organizzative, economiche e giuridiche è cruciale, e deve avvenire sulla base degli eventuali criteri

concordati nell’Accordo territoriale, o, nelle Aree esistenti, nell’accordo con le imprese insediate, e tenendo

conto dei compiti che si intendono assegnare al soggetto stesso.

Sono compiti del Soggetto Gestore sia la cura dell’attuazione dello strumento di pianificazione operativo,

della progettazione e attuazione delle infrastrutture, che l’organizzazione della gestione ambientale dell’Area

Ecologicamente Attrezzata, come sotto dettagliati:

1. progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva delle infrastrutture, degli impianti e dei sistemi a rete

per l’erogazione dei servizi ambientali;

2. cura ed elaborazione del P.U.A. o del piano particolareggiato, ivi comprese le fasi approvative ed

attuative, nonché la sottoscrizione della Convenzione urbanistica;

3. fornitura/distribuzione (compatibilmente con le normative di settore) dei servizi ambientali, con funzione

di referente d’area per le varie utenze ed interfaccia tra le imprese dell’area e le istituzioni con funzioni di

controllo e tutela ambientale .

4. redazione del Programma Ambientale dell’area a seguito della definizione delle Politiche Ambientali da

parte del Comitato di Indirizzo, nel rispetto degli obiettivi ivi contenuti e dei risultati dell’Analisi Ambientale

Iniziale;

5. organizzazione della gestione ambientale dell’area. Tali modalità operative possono essere realizzate

anche attraverso l’adozione di un Sistema di Gestione Ambientale (S.G.A.) progettato in maniera conforme

ai contenuti del Regolamento CE n. 761/01. A tal fine, l’ambito di applicazione del S.G.A. è rappresentato

dalle attività svolte dal Soggetto Gestore, che rappresenta l’organizzazione di riferimento;

6. monitoraggio delle attività previste per la corretta gestione ambientale dell’area: realizzazione di

cicli di audit, ed elaborazione di report sulla gestione, da comunicare al Comitato di Indirizzo secondo le

previsioni specifiche e le scadenze previste dal Programma Ambientale, che lo stesso Gestore si impegna a

rispettare;

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

7. ruolo di referente o titolare delle autorizzazioni ambientali per gli impianti ed infrastrutture a servizio

dell’area (si riportano nel seguito indicazioni relative alle autorizzazioni per le quali il Soggetto Gestore può

essere titolare).”5

I compiti affidati al soggetto gestore sono particolarmente onerosi. Oltre alla sua forma giuridica,

bisognerebbe definire meglio quali saranno le sue risorse finanziarie, alcuni esempi potrebbero essere il

fondo di perequazione, i fondi che il Comune stanzierebbe per la manutenzione del verde pubblico, che

viene affidata al Soggetto Gestore, la tassa sui rifiuti, la cui gestione spetta ora all'APEA.

I requisiti prestazionali elencati nel documento regionale sono principalmente di carattere urbanistico-

territoriale, ma, parlando di aree ecologicamente attrezzate, si dovrebbero prevedere anche dei requisiti

ambientali, come ad esempio, la riduzione delle emissioni in atmosfera.

Inoltre, i requisiti riportati nel documento (proposti nell’Allegato A) sono generici e non verificabili. Più che

requisiti prestazionali, sono obiettivi da tener presente nella politica ambientale e da esplicitare meglio nel

programma ambientale. La risposta ai requisiti indicati in questo documento non garantisce la qualità del

progetto. Potrebbero essere insufficienti alla caratterizzazione di una APEA.

Un tentativo che si potrebbe fare è quello di articolare i requisiti in

sistema _ obiettivi _ strumenti (requisiti) _ azioni.

A carico della Regione sono sicuramente la definizione dei sistemi e, per ciascun sistema, degli obiettivi a

cui tendere. Anche la definizione più strutturata degli strumenti (quindi requisiti prestazionali) dovrebbe

essere realizzata dalla Regione, per garantire omogeneità di intervento in tutte le sue province.

Le azioni potrebbero essere articolate dai Comuni a livello di POC e dal Soggetto Gestore all'interno del suo

programma ambientale.

Il documento regionale indica il POC come strumento urbanistico chiave per la definizione, caratterizzazione

e valutazione di un’area produttiva ed in sede di approvazione del POC che si formalizza lo status di APEA.

Questo potrebbe portare ad un appesantimento dello strumento urbanistico e a un rallentamento dei tempi di

pianificazione e insediamento nell’area. La questione tempo, per una APEA è un elemento chiave, perché

una progettazione che tenga conto di tutti i requisiti prestazionali necessari, porta inevitabilmente ad un

aggravio dei costi, bisognerebbe porsi come obiettivo una riduzione dei tempi di insediamento, per favorire

un ritorno dell’investimento in tempi brevi.

Le Province hanno scritto delle note, che sono state inviate alla Regione in gennaio, per portare alla luce

tutte le perplessità nutrite sul documento esposto.

Anche la Provincia di Bologna ha elaborato una nota critica sulle linee guida regionali, portando come

esempio la propria esperienza sull’area produttiva di Ponte Rizzoli.

Infatti, la Provincia di Bologna, sempre col supporto di ERVET, ha ulteriormente approfondito i requisiti

prestazionali regionali, integrandoli e provando ad applicarli ad un caso concreto.

La sperimentazione nell’area produttiva di Ponte Rizzoli cerca di trovare delle proposte progettuali per un

elenco di 52 requisiti, che sono articolati secondo i seguenti argomenti:

5 Fonte: Documento Ufficiale AEA per il workshop del 16 dicembre 2005, Regione Emilia-Romagna

mapaus III – Clara Cucco

13

a) sistema insediativo: le destinazioni d’uso non ammettono grandi strutture di vendita e la residenza è

consentita entro il 5%; deve esserci coerenza con la pianificazione di livello superiore; si deve tendere alla

minimizzazione del consumo del suolo; si devono prevedere servizi per gli addetti.

b) sistemi dei trasporti interni ed esterni: la viabilità di accesso non deve superare i livelli di congestione e

non deve attraversare centri urbani; l’accessibilità alla ferrovia per il trasporto merci deve essere garantita; la

viabilità interna deve essere concepita secondo le migliori pratiche di sicurezza stradale; si deve prevedere

un mobility manager d’area.

c) aria: si devono imporre dei livelli più restrittivi di emissione; si deve limitare l’uso dei combustibili

maggiormente inquinanti, contenere la diffusione degli inquinanti e limitare il numero degli esposti.

d) rumore: bisogna garantire un buon clima acustico esterno all'area.

e) acqua: le reti fognarie devo essere separate per acque bianche e acque nere; la rete di raccolta, gli

impianti di depurazione e i sistemi di laminazione e prima pioggia devono essere adeguati alla dimensione

dell’insediamento; di devono contenere i consumi della risorsa idrica e differenziare gli approvvigionamenti in

funzione all'uso; si deve cercare di evitare i tombamenti e di massimizzare le superfici permeabili.

f) suolo: ci si deve porre come obiettivo il risparmio di materiale lapideo in fase di costruzione, di preservare

il suolo da contaminazioni e garantirne la stabilità.

g) gestione dei rifiuti: si deve cercare di ottimizzare il consumo globale di materie prime, di minimizzare la

produzione di rifiuti speciali, di gestire adeguatamente le fasi concernenti lo smaltimento rifiuti, di perseguire

il recupero e il riutilizzo dei rifiuti speciali internamente all'area e di ottimizzare i sistemi per la separazione,

stoccaggio, recupero e riciclaggio delle diverse tipologie di rifiuto di cantiere

h) habitat/paesaggio: è necessario evitare l'interferenza dell'area con gli elementi del paesaggio naturali ed

antropici, mitigare l'impatto rispetto alla percezione dell'area e agli elementi del paesaggio, prevedere spazi

per favorire il miglioramento degli habitat naturali.

i) energia: fondamentale è l’ottimizzazione della rete di distribuzione dell'energia elettrica, dell'energia

termica e dei combustibili, ridurre l'utilizzo delle fonti non rinnovabili per i sistemi di produzione dell'energia,

ridurre i consumi energetici sia nei processi produttivi sia quelli per riscaldamento, illuminazione,

climatizzazione, acqua sanitaria, in particolare quelli provenienti da fonti non rinnovabili, perseguire il

contenimento dell'inquinamento luminoso nell'illuminazione pubblica e privata.

l) elettromagnetismo: sarebbe opportuno ridurre l'esposizione a campi elettrici e magnetici.

m) qualità degli ambienti e degli spazi di lavoro: ARIA: garantire la qualità dell'aria interna negli ambienti

maggiormente sensibili interni all'area (aree, spazi, unità con permanenza per motivi di lavoro e non),

RUMORE: garantire un buon clima acustico negli ambienti maggiormente sensibili interni all'area (aree,

spazi, unità con permanenza per motivi di lavoro e non), LUCE: garantire la qualità della luce naturale e

artificiale, EDILIZIA/MATERIALI: garantire la qualità bio-ecologica dei materiali edilizi, MICROCLIMA:

garantire che gli spazi esterni abbiano buone condizioni di comfort termico durante ogni periodo dell'anno,

MICROCLIMA: garantire il comfort termoigrometrico negli ambienti interni maggiormente sensibili (con

permanenza per motivi di lavoro e non), ELETTROMAGNETISMO: limitare il livello dei campi elettrici e

magnetici a bassa frequenza (50 Hz) negli ambienti interni al fine di ridurre il più possibile l’esposizione degli

individui, PAESAGGIO: garantire la qualità degli spazi aperti (aree verdi, strade, parcheggi e aree di

pertinenza dei lotti).

Da questa base di partenza si sviluppa il progetto di area ecologicamente attrezzata nella zona industriale di

Ponte Rizzoli, che verrà approfonditamente descritto nei capitoli successivi.

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

mapaus III – Clara Cucco

15

CAPITOLO 2

UNA SPERIMENTAZIONE: L’AREA PRODUTTIVA DI PONTE RIZZOLI

Il primo ambito produttivo di riferimento per la sperimentazione della realizzazione di un’area produttiva

ecologicamente attrezzata è stato individuato dalla Provincia di Bologna nella zona di Ponte Rizzoli.

L’ ambito produttivo di Ponte Rizzoli è situato a nord-est del centro abitato di Ozzano dell’Emilia, lungo la via

Emilia, ad est di Bologna.

La Z.I. Ponte Rizzoli è localizzata in corrispondenza di uno svincolo della Complanare all’Autostrada A14, ad

una distanza di circa 6 km dal casello autostradale di San Lazzaro e di 9 km dal casello autostradale di

Castel San Pietro. La realizzazione del Passante Nord, previsto dal PTCP, riorganizzerà il sistema

tangenziale autostradale bolognese, in questo modo l’ambito sarà servito anche da un nuovo casello

autostradale denominato “Budrio - San Vitale”, ad una distanza di circa 5 km.

Inoltre, nel lungo periodo, il PTCP prevede anche lo spostamento della barriera di ingresso al sistema

tangenziale dall’attuale sede a San Lazzaro verso est in prossimità dell’ambito produttivo.

La viabilità principale è costituita dalle due strade provinciali, la S.P. 31 “Colunga” (stradelli Guelfi) che,

partendo da S.Lazzaro serve al traffico d’attraversamento, diventando attualmente l’unica alternativa locale

alla via Emilia per i quattro comuni che separano Bologna dall’imolese; la S.P. 48 Castelli Guelfi orientata in

senso nord-sud, che collega la via Emilia alla complanare e alla via Colunga, servendo gran parte

dell’ambito produttivo esistente di ponte Rizzoli.

La rete viaria che più direttamente interessa l’area è la strada comunale Via Marconi che si allaccia a Nord

con la S.P. 31 e a Sud permette di raggiungere la stazione ferroviaria. Nella porzione più a Nord, a causa

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

della limitata sezione stradale, esiste un senso unico che obbliga chi volesse immettersi nella S.P. 31 ad

attraversare l’adiacente zona industriale.

La via Marconi attraversa l’autostrada mediante un sottopasso adatto al traffico pesante, avente dimensioni

di larghezza 8 metri e altezza 4,5 metri.

Al di sotto dell’autostrada esiste anche un sottopasso del rio Centonara adatto all’attraversamento ciclabile.

L’idrologia superficiale della zona è costituita da tre corsi d’acqua: il Rio Centonara, che scorre pensile e

sottopassa la via Colunga mediante un sifone; la Fossa dei Galli, principale scolmatore della porzione di

area industriale confinante; il rio Marzano, che scorre in parte parallelo al rio Centonara a quota bassa.

I terreni oggetto dello studio appartengono al conoide dell’alta pianura per la ricarica delle falde. Sono

interessati dal vincolo d’alta o elevata vulnerabilità dell’acquifero.

Sembrerebbe che all’interno del comparto non sia presente una falda superficiale a pelo libero continua e

persistente, ma non si può escludere che, in concomitanza di precipitazioni abbondanti e persistenti, possa

localmente instaurarsi anche una falda temporanea a pelo libero all’interno dei depositi più superficiali.

Tutta l’area è coltivata, gli unici elementi di rilievo sono rappresentati dal corridoio naturale degli argini e

dell’alveo del rio Centonara, che è tutelato.

L’impianto di depurazione esistente di Ponte Rizzoli è dimensionato per 10.000 abitanti equivalenti e non è

in grado di sopportare nuovi carichi. C’è già un progetto di ampliamento e la sua costruzione è una

condizione necessaria per l’urbanizzazione della nuova area produttiva.

L’area non è interessata da elementi di vulnerabilità ambientale e non situata in prossimità di centri abitati,

gli unici insediamenti residenziali sono tre corti coloniche

.

L’insediamento è caratterizzato dalla presenza prevalente di attività di tipo produttivo del settore

manifatturiero e dei servizi alle imprese e, per la sua posizione strategica rispetto al sistema infrastrutturale,

è destinato a ricevere lo sviluppo insediativo produttivo determinato dalla domanda futura.

L’area è praticamente pianeggiante, con un leggero dislivello di poco meno di due metri tra il margine sud

ovest (punto più elevato a m. 43,8 s.l.m. nei pressi dell’autostrada e di Via Marconi), e quello nord ai confini

del S.P. n.31, distanti tra di loro circa 673 metri.

L’area è attualmente coltivata a cereali e non interessata da essenze arboree.

Dal punto di vista paesistico, domina il tracciato pensile del rio Centonara, il cui argine è sopraelevato di

circa 4 metri

Il terreno è in generale idoneo all’edificazione, con l’esclusione di una zona situata nel margine nord-ovest,

in prossimità del rio Centonara, che presenta mediocri caratteristiche geotecniche in superficie. È probabile

che tale zona sia stata in passato interessata da una zona umida, ed in ogni caso è da escludere dalla

costruzione di manufatti importanti.6

Nel Maggio 2004 i Comuni dell’Associazione Intercomunale “Valle dell’Idice” (Castenaso, Ozzano dell’Emilia

e San Lazzaro di Savena) hanno sottoscritto con la Provincia di Bologna l’Accordo Territoriale per gli

ambiti produttivi sovracomunali dell’Associazione, nel quale le parti si impegnano al raggiungimento della

qualificazione di APEA per l’ambito produttivo di Ponte Rizzoli (art.5).

Per l’attuazione dell’accordo sono state individuate due fasi successive:

6 Fonte: Relazione Illustrativa del PIANO PARTICOLAREGGIATO DI INIZIATIVA PUBBLICA DELLA ZONA

PRODUTTIVA DI PONTE RIZZOLI - BOZZA 09-01-06

mapaus III – Clara Cucco

17

1. una prima fase da attuare tramite Accordo di Programma, precedente all’approvazione dei PSC che i

Comuni stanno elaborando in forma associata, e che riguarderà l’attuazione delle previsioni dell’accordo

territoriale;

2. una seconda fase in cui, sulla base delle scelte dei PSC, si potranno prevedere ulteriori espansioni

dell’ambito produttivo di Ponte Rizzoli.

La Provincia di Bologna, avvalendosi anch’essa della consulenza di ERVET, ha stilato un programma delle

fasi di lavoro.

Ad oggi, alcune di queste sono state già ampliamente sviluppate, atre sono ancora in itinere.

Il primo passo è stato quello di individuare i requisiti prestazionali che dovrebbero essere assolti dalle

APEA, e la definizione di una metodologia di analisi e valutazione dell’effettivo soddisfacimento dei requisiti.

Questo studio ha portato ad un arricchimento dei requisiti proposti dalla Regione Emilia-Romagna, che da

26 sono diventati 52. I requisiti proposti dalla Provincia di Bologna sono elencati nell’Allegato B.

Ad ERVET è stato richiesto di redigere anche l’analisi ambientale dell’area di Ponte Rizzoli, finalizzata a

definire le criticità esistenti. L’analisi ha come riferimento i requisiti prestazionali che caratterizzano un’APEA

e affrontano i temi dello stato ambientale del territorio, i servizi pubblici esistenti e l’infrastrutturazione

connessa, la pianificazione urbanistica.

A partire dall’analisi ambientale, si dovrebbe pervenire alla costruzione di un programma ambientale, teso

a definire gli obiettivi, le azioni e gli strumenti necessari a raggiungere le condizioni di APEA.

Acquisire lo status di APEA e il perseguimento dei requisiti prestazionali richiede delle azioni e delle

realizzazioni che produrranno un aggravio di costi, capire quali siano e a carico di chi è fondamentale per

poter obbiettivamente valutare la convenienza dell’investimento in una APEA. SI è reso necessario, per

questo, l’elaborazione di un’analisi delle opportunità offerte alle imprese insediate in un’Area Produttiva

Ecologicamente Attrezzata. Questa analisi cercherà di individuare i possibili punti di forza e di debolezza, sia

di carattere economico che ambientale, per le imprese, confrontando una APEA con un’area produttiva di

tipo tradizionale. Verrà inoltre realizzato uno studio sulle possibili semplificazioni amministrative per le

imprese insediate in un’area produttiva ecologicamente attrezzata, mirato ad individuare le possibili

agevolazioni.

Altro obiettivo da raggiungere è quello della definizione dei compiti e delle caratteristiche del Soggetto

Gestore. Come si è già detto, questo elemento costituisce la chiave di volta delle Aree Produttive

Ecologicamente Attrezzate, ma la sua istituzione rappresenta anche la fase più delicata e complessa nella

realizzazione delle APEA, soprattutto quando si opera in aree già esistenti. Il progetto prevede un’analisi

delle forme gestionali più idonee a svolgere il ruolo di gestore unico di un’area industriale e da una

ricognizione di casi studio, in cui siano state adottate misure di buona gestione ambientale (best practices)

in aree produttive.

Per la buona riuscita del progetto si è ritenuta essenziale la programmazione di attività di sensibilizzazione

e disseminazione, mirate a diffondere presso i portatori di interesse presenti sul territorio provinciale gli esiti

del progetto e le modalità di caratterizzazione di un’Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata.

Parallelamente agli studi e alle analisi svolte da ERVET, i Comuni di Castenaso, Ozzano dell’Emilia e San

Lazzaro di Savena, per dare attuazione alla prima fase dell’accordo territoriale, hanno predisposto un bando

di pre-adesione delle imprese interessate al fine di raggiungere i seguenti obiettivi:

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

_ fornire alle imprese una descrizione sintetica degli ambiti proposti, della tempistica della loro attuazione,

nonché delle condizioni di insediamento nelle aree descritte sulla base di quanto concordato in sede di

accordo territoriale;

_ reperire le informazioni necessarie a selezionare le imprese idonee ad essere ospitate nelle nuove aree;

_ consentire una progettazione dei nuovi comparti produttivi , mirata a garantire massima funzionalità e un

elevato livello di qualità ambientale e insediativa.

Inoltre l’accordo prevede che “La capacità complessiva del nuovo insediamento, dovrà garantire una quota

di Superficie Utile (SU) pari a 25.000 mq da riservare prioritariamente per i trasferimenti di aziende

localizzate nel Comune di San Lazzaro di Savena.” (Art. 3), convenendo che su tali aree sarà fissato un

prezzo convenzionato non superiore al 60% del prezzo di mercato.

Ad oggi, è in fase di ultimazione l’Analisi Ambientale preliminare e si sono svolti, nel corso del mese di

dicembre 2005, alcuni incontri a cui sono state invitate le imprese insediate nell’ambito produttivo di

Ponte Rizzoli e le associazioni di categoria. Ad un incontro di presentazione del progetto, sono seguiti tre

workshops tematici, che hanno rispettivamente affrontato i temi: Rifiuti, Energia, Mobilità.

È stato elaborato un questionario per la raccolta dati, da inviare a tutte le aziende insediate all’interno

dell’ambito, al fine di costruire un quadro conoscitivo delle aziende insediate, dando così un’indispensabile

integrazione all’Analisi Ambientale, e raccogliere utili indirizzi per l’individuazione dei servizi ritenuti carenti o

attivabili, più idonei alla qualificazione ambientale dell’ambito.

È inoltre stato avviato un tavolo tecnico per lo studio delle semplificazioni amministrative. Il fulcro della

semplificazione amministrativa a favore di un’Area Ecologicamente Attrezzata è da ricercarsi nella Gestione

Unica dei servizi ambientali presenti nell’Area stessa (esonerando le aziende insediate dall’acquisizione

delle singole autorizzazioni ambientali necessarie rispetto ai servizi/infrastrutture in carico al Soggetto

Gestore). 7

È evidente come un progetto di tale respiro non possa prescindere dal coinvolgimento delle imprese già

insediate e che vorrebbero insediarsi a Ponte Rizzoli.

Il contributo delle aziende riveste un ruolo fondamentale sia nella costruzione del quadro conoscitivo

dell’ambito produttivo sia nel fornire utili indirizzi per l’individuazione dei servizi ritenuti carenti o di quelli

attivabili, più idonei alla qualificazione ambientale dell’ambito.

I focus-group tematici con gli attori economici presenti nell’area, a cui farà seguito l’invio del questionario,

che sono stati realizzati nel mese di dicembre avevano proprio questo scopo.

L’indagine ha rappresentato un’opportunità per le amministrazioni di raccogliere utili indirizzi e per le imprese

di partecipare in maniera diretta e di “fare sentire la propria voce” nel processo di qualificazione della zona

industriale.

Nel primo incontro, organizzato da ERVET, i Sindaci dei Comuni dell’Associazione Valle dell’Idice, i

consulenti ERVET e i tecnici della Provincia di Bologna hanno presentato alle aziende il progetto inerente

l’APEA di Ponte Rizzoli. Il confronto che è nato da questo incontro ha aperto la necessità di organizzare i

workshop, di cui si è parlato, sui temi dei rifiuti, energia e mobilità.

I risultati dei workshop sono stati interessanti, nonostante la scarsa partecipazione delle aziende, perché

hanno fornito alle Amministrazioni e ai consulenti numerosi elementi di riflessione, per trovare le strategie e

7 Fonte: “Il progetto sperimentale della Provincia di Bologna in tema di Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (APEA)” – Europolis 2006

mapaus III – Clara Cucco

19

le azioni, sia a carattere infrastrutturale che gestionale, più idonee per raggiungere l’obiettivo della chiusura

dei cicli.

Il primo workshop, sui rifiuti, ha cercato di portare alla luce quali sono i servizi e le strutture attualmente

carenti nell’area, ma anche i servizi e le strutture ritenuti necessari per una migliore gestione dei rifiuti

all’interno dell’area industriale.

La discussione ha fornito delle indicazioni importanti:

_ I principali problemi per le imprese sono rappresentati dalla gestione dei rifiuti speciali (es. emulsioni

oleose, fanghi di lavorazione, batterie esauste, ecc.), perché il loro corretto smaltimento comporta uno sforzo

economico e gestionale significativo, nonostante le piccole quantità prodotte

_ La raccolta differenziata di rifiuti urbani e assimilati nell’area è difficoltosa perché la dotazione di

cassonetti non è sufficiente alle effettive esigenze. Sono i rifiuti da imballaggio a non essere sempre smaltiti

correttamente

_ Attualmente le imprese stabilite a Ponte Rizzoli si rivolgono ad aziende di smaltimento e recupero di

rifiuti speciali ubicate sia dentro che fuori la Provincia di Bologna. Il costo per la chiamata e il trasporto

incide in maniera rilevante sulle spese generali di gestione dei rifiuti.

_ Alcune aziende già provvedono al recupero e/o alla vendita dei propri rifiuti . Ciò vale per le tipologie di

rifiuti caratteristiche delle proprie lavorazioni (es. rottami ferrosi, trucioli di legno, scarti in plastica, scarti da

demolizioni)

_ Le possibili soluzioni identificate come utili da parte delle imprese per il miglioramento della gestione dei

rifiuti sono: la realizzazione all’interno dell’area di un’area di stoccaggio comune, l’attivazione di un

servizio di raccolta porta a porta, il potenziamento del sistema di raccolta differenziata . Le diverse

soluzioni possono essere funzionali a seconda delle tipologie di rifiuti speciali considerate

_ La costituzione di un soggetto gestore unico all’interno dell’area di Ponte Rizzoli, con funzioni di supporto

tecnico ed amministrativo, per quanto riguarda la gestione dei rifiuti (es. conduzione isola ecologica e

raccolta porta a porta, coordinamento borsa rifiuti, sostegno nel rispetto degli adempienti amministrativi,

ecc.) sembra essere molto utile, soprattutto se questo sarà una struttura mista pubblico - privata (es.

consorzio). Infatti la posizione comune è che le imprese insediate a Ponte Rizzoli debbano svolgere un ruolo

chiave nella struttura.

Anche il focus-group sull’energia ha portato a dei risultati notevoli; le aziende che hanno partecipato

all’incontro, infatti, si sono confrontate, oltre che sui servizi e le strutture presenti o necessarie nell’area,

anche sulla possibilità di produrre, distribuire e/o acquistare energia all’interno dell’area industriale.

La discussione ha fornito le seguenti indicazioni:

_ I principali problemi per le imprese sono rappresentati da alcuni disservizi causati dalle aziende

distributrici di energia, quali le microinterruzioni o il presentarsi di picchi di potenza durante l’erogazione di

energia elettrica, che possono comportare dei rischi per il corretto funzionamento dei macchinari aziendali.

Inoltre le attività di manutenzione delle reti possono interferire con la normale produzione.

_ I partecipanti al tavolo ritengono che nonostante si parli ormai di liberalizzazione del mercato dell’energia,

ad oggi esiste ancora un monopolio della risorsa, con costi nella fornitura del servizio energetico elevati. Tali

costi condizionano la programmazione dei cicli produttivi delle singole aziende.

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

_ Alcune aziende hanno aderito a dei consorzi che hanno il compito di negoziare, per conto delle stesse,

l’acquisto di energia dai diversi distributori: questo sistema, tramite un’economia di scala, permette di

acquistare energia a prezzi leggermente più bassi.

_ La migliore soluzione auspicata da parte delle imprese sarebbe l’autoproduzione energetica con

impianti cogenerativi e a fonti rinnovabili. La realizzazione di un impianto di cogenerazione nell’area

consentirebbe principalmente di abbattere i costi dell’energia elettrica e termica, garantirebbe una

programmazione più flessibile dei cicli produttivi (non più condizionati dalla economicità delle fasce orarie) e

assicurerebbe una fornitura esente da microinterruzioni o picchi di potenza. Ma un impianto di

autoproduzione è molto costoso e il periodo di ammortamento dell’opera potrebbe essere molto lungo, una

possibilità potrebbe essere quella di identificare canali di finanziamento a fondo perduto o di investitori

privati.

Non meno importanti gli spunti forniti dal lavoro di gruppo sulla mobilità.

Nel tavolo di lavoro sono stati affrontati argomenti quali: servizi e strutture attualmente carenti nell’area,

servizi e strutture ritenuti necessari per una migliore gestione del traffico e della mobilità all’interno dell’area

industriale, disponibilità ad affidare l’organizzazione della logistica, la gestione e la manutenzione delle

infrastrutture e servizi viari ad un soggetto gestore con caratteristiche adeguate alle esigenze dell’area

industriale.

La discussione ha fornito le seguenti indicazioni:

_ Attualmente la quasi totalità dei dipendenti delle aziende partecipanti al tavolo utilizzano i mezzi propri per

raggiungere la sede di lavoro. Il mancato utilizzo dei trasporti pubblici e/o delle piste ciclabili è

attribuibile da un lato ad un aspetto culturale, dall’altro anche ad un servizio pubblico attualmente carente,

ma la prevalenza dell’utilizzo delle auto private è riconducibile anche ad aspetti quali la comodità e la

necessità: i lavoratori residenti in zone isolate non godono di un agevole accesso al trasporto pubblico.

_ Per il miglioramento della viabilità le aziende partecipanti hanno proposto l’implementazione di un servizio

navetta e/o la costruzione di una pista ciclabile che colleghi la stazione ferroviaria con l’area industriale.

Elemento indispensabile per l’uso della pista ciclabile sono le condizioni di sicurezza.

_ Relativamente al tema della mobilità, le possibili funzioni del gestore unico sono state individuate nella

pianificazione dell’espansione della viabilità all’interno dell’area, nella manutenzione delle strade, nella

vigilanza nei parcheggi esterni al fine di garantire la sicurezza dei mezzi in sosta, nella contrattazione del

servizio trasporti con il gestore del servizio pubblico locale, nella gestione di un sistema di prenotazione di

auto a richiesta per le aziende (es. auto blu).

Una nota merita anche la questione delle semplificazioni amministrative, argomento di non facile

discussione, che ha comportato il coinvolgimento di numerosi soggetti per la sua elaborazione.

Il fulcro della semplificazione amministrativa a favore di un’Area Ecologicamente Attrezzata è da ricercarsi

nella Gestione Unica dei servizi ambientali presenti nell’Area stessa, esonerando le aziende insediate

dall’acquisizione delle autorizzazioni ambientali necessarie.

L’obiettivo degli incontri tra i consulenti ERVET e la Provincia di Bologna, ente competente al rilascio degli

atti autorizzativi in materia, è stato quello di valutare la possibilità di unificazione, in capo ad un unico

soggetto, dei singoli atti di autorizzazione necessari allo svolgimento di alcune attività che tipicamente sono

svolte dalle aziende nell’ambito dei propri processi produttivi. In particolare si sono analizzate nel merito (sia

sul piano giuridico sia su quello tecnico) le autorizzazioni necessarie per:

mapaus III – Clara Cucco

21

lo smaltimento delle acque refl ue

la gestione delle acque meteoriche di dilavamento e di prima pioggia.

i procedimenti autorizzativi relativi al rilascio delle autorizzazioni per il recupero dei rifiuti sia con procedura

semplificata (ex artt. 31 e 33), sia con procedura ordinaria (ex artt. 27 e 28), come per l’esercizio delle

operazioni di smaltimento

i principali adempimenti gestionali e amministrativi relativi alla gestione dei rifiuti.

La discussione è ancora aperta ed è difficile trovare un punto di unione.

Da una parte, le semplificazioni amministrative e la gestione unica dei servizi ambientali renderebbe un’area

produttiva ecologicamente attrezzata concorrenziale rispetto ad un’area tradizionale, perché oltre a benefici

ambientali, le aziende potrebbero avere vantaggi gestionali ed economici. L’altra faccia della medaglia

mostra però difficoltà inerenti la responsabilità penale delle singole aziende. Sarà necessario trovare delle

strategie che consentano un monitoraggio attento della produzione dei rifiuti e il loro stoccaggio e lo

smaltimento delle acque reflue, ma anche un vantaggio in termini di gestione unica.

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

mapaus III – Clara Cucco

23

CAPITOLO 3

LE CARATTERISTICHE DEL PIANO URBANISTICO ATTUATIVO PER L’AREA PRODUTTIVA DI PONTE

RIZZOLI

Parallelamente a tutte le analisi e gli studi illustrati nel paragrafo precedente, è stato avviato, un tavolo

tecnico per la definizione dei contenuti progettuali del Piano Urbanistico Attuativo dell’area produttiva

di Ponte Rizzoli, a cui partecipano progettisti, tecnici comunali e provinciali. Lo scopo di questo tavolo è

principalmente quello di raggiungere, nella progettazione del nuovo ampliamento, un livello di eccellenza,

declinando i requisiti urbanistici e ambientali richiesti alle APEA e di innescare dei meccanismi virtuosi di

recupero della parte esistente, in modo che possa tendere allo status di “area esistente dotata delle

infrastrutture e degli impianti tecnologici e dei sistemi necessari a garantire la tutela della salute, della

sicurezza e dell’ambiente”, definito dalla L.r.20/2000.

La zona oggetto del piano viene classificata come zona D3 di espansione per attività produttive in variante al

PRG di Ozzano Emilia, variante da approvare mediate Accordo di Programma ai sensi dell’art 40 delle

L.r.20/2000. La variante è finalizzata a consentire il trasferimento di unità produttive che ne esprimano la

necessità nell’ambito dell’Associazione dei Comuni Valle dell’Idice. L’area da pianificare è di circa 23 Ha, sui

quali sono previsti circa 60.000 mq di cui 20.000 a prezzo convenzionato.

Figura 1: inquadramento dell’area

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

L’Accordo Territoriale prevede già molti temi ed elementi di progetto per attuare la sperimentazione di

APEA al comparto di Ponte Rizzoli.

I temi fondamentali, da affrontare e approfondire con la stesura del PUA, sono:

_Mobilità sostenibile: è necessario fare una previsione degli interventi infrastrutturali necessari per un

agevole transito dei mezzi pubblici ed un idoneo funzionamento del servizio all’interno degli ambiti produttivi,

prevedendo, ad esempio, corsie preferenziali per i mezzi pubblici, pensiline di attesa, piazzole di sosta,

percorsi pedonali e attraversamenti protetti di adduzione alle fermate, percorsi ciclo-pedonali protetti

adeguatamente protetti, che si colleghino con la pista ciclo/pedonale lungo il Rio Centonara e con il

completamento della pista ciclabile che collega l’ambito di Ponte Rizzoli alla stazione SFM, passando per le

aree produttive in zona Quaderna;

_Sistema della viabilità: bisogna prevedere un adeguato sistema di accessi all’area, con il completamento

della realizzazione della Complanare alla A14 e relativi svincoli di accesso all’ambito, la progettazione e

realizzazione del nuovo tracciato viario ad est della SP 48 Castelli Guelfi e la relativa fascia di

ambientazione, la realizzazione del prolungamento della pista ciclabile dal SFM fino a Ponte Rizzoli, la

realizzazione di un percorso pedonale e ciclabile lungo il rio Centonara;

_Sistema del verde e reti ecologiche : previsione di una fascia di ambientazione di almeno 100 mt,

riqualificazione e sistemazione ambientale degli argini del Rio Centonara, progettazione della fasce di

ambientazione e mitigazione delle infrastrutture di previsione;

_Qualità dell’acqua e tutela della risorsa idrica: I nuovi insediamenti produttivi devono essere realizzati

nel rispetto delle direttive e prescrizioni del Titolo V del PTCP, del PSAI e del Piano di Tutela delle Acque

della Regione Emilia-Romagna; le nuove aree di espansione devono prevedere superfici permeabili non

inferiori al 20% della superficie territoriale complessiva; potrebbero essere adottati dei sistemi di

pavimentazione filtranti nelle aree non direttamente interessate dalla attività di carico-scarico, sosta e

transito dei mezzi pesanti; i sistemi di trattamento delle acque di prima pioggia e di dilavamento dei piazzali

andranno progettati con attenzione; sarà necessario prevedere dei sistemi di stoccaggio e riutilizzo

dell’acqua meteorica e di dilavamento dei tetti;

_Approvvigionamento idrico: è necessario verificare la possibilità di realizzare un sistema di

approvvigionamento idrico per usi industriali a servizio di tutti gli ambiti produttivi dell’Associazione o

considerando il possibile riutilizzo delle acque del depuratore (in collaborazione con la Bonifica Renana), in

alternativa dovranno essere progettati dei sistemi integrati di immagazzinamento e recupero idrico, studiati in

base alle esigenze delle aziende, deducibili dal questionario elaborato da ERVET, che il Comune di Ozzano

somministrerà alle aziende già insediate e a quelle che hanno partecipato al bando di pre-adesione

_Sistema fognario: previsione di una rete separata per le acque nere e bianche;

_Smaltimento rifiuti: verifica dell’opportunità di prevedere un’isola ecologica all’interno dell’area produttiva;

_Riduzione del fabbisogno di energia: dopo opportune analisi, si dovrà valutare l’opportunità di previsione

di impianti di cogenerazione e stoccaggio dell’energia e la realizzazione di sistemi di illuminazione pubblica

in grado di perseguire il risparmio energetico e ridurre l’inquinamento luminoso;

_Cunicoli unici: realizzazione dei servizi tecnologici tramite cunicoli unici;

_Telecomunicazioni: opportunità di previsione di reti a fibra ottica, wireless o altri sistemi di

telecomunicazione a tecnologia avanzata;

_Qualità dell’aria : la progettazione urbanistica dovrà favorire la circolazione dell’aria tra gli edifici

impedendo la creazione di zone di accumulo e l’inserimento degli elementi del verde in modo tale che

limitino la diffusione delle polveri:

mapaus III – Clara Cucco

25

_Rumore: previsione di eventuali interventi di mitigazione acustica prioritariamente tramite terrapieni

opportunamente inseriti nel paesaggio.

Tutte queste prime indicazioni progettuali rispondono, in prima battuta, ai requisiti prestazionali che la

Provincia di Bologna ritiene essenziali per la realizzazione di un’area produttiva ecologicamente attrezzata.

Figura 2: Rilievo dello Stato di Fatto

Il raggiungimento di tali requisiti deve essere soddisfatto per quanto riguarda le nuove aree pianificate e non

ancora attuate dell’ambito, per il tessuto esistente occorrerà, attraverso l’analisi ambientale, costruire un

programma ambientale che individui modalità e tempi per il loro perseguimento.

Da luglio a dicembre 2005 sono stati effettuati una serie di incontri tra il gruppo di lavoro della Provincia e i

progettisti del PUA. Gli incontri hanno avuto lo scopo di verificare i requisiti sullo strumento attuativo in via di

elaborazione, orientando contemporaneamente la formazione del piano urbanistico.

Prima della redazione del piano, l’area è stata oggetto di alcuni studi conoscitivi: un rilievo topografico, una

indagine geologico-geotecnica, una analisi di prefattibilità ambientale.

Il risultato degli incontri e delle relazioni tecniche, che hanno evidenziato le criticità presenti nell’ambito di

espansione industriale, è stato un PUA che cerca, con le sue norme tecniche di attuazione e con il suo

disegno plano-volumetrico, di rispondere a tutti i requisiti di APEA.

Il progetto ha per obiettivo di conferire alla nuova area produttiva un disegno urbano riconoscibile,

caratteristica non sempre scontata per un’area industriale, in cui i vari edifici sono realizzati per rispondere a

diverse esigenze produttive e da differenti soggetti e progettisti.

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

Questo obiettivo ha portato a prevedere:

_ una viabilità semplice e riconoscibile, basata su un doppio anello stradale incentrato su una rotonda di

ingresso;

_ un complesso con tipologia commerciale – direzionale localizzato nel baricentro dell’insediamento, con un

edificio a forma di portale, edifici a corte, e piazzette pedonali porticate. L’obiettivo è di creare un luogo

urbano in un’area produttiva nella quale di solito non si hanno punti di riferimento;

_ un orientamento comune di tutti gli edifici , la cui struttura si dovrà allineare alla griglia che guida il

disegno generale dell’insediamento;

_ un sistema di aree verdi articolato attorno ai confini esterni dell’insediamento, e dimensionato in quantità

superiori a quanto richiesto dalle norme;

_ una viabilità interna attrezzata con alberature in aree verdi, marciapiedi e parcheggi, con standard

qualitativi superiori.

_ Due edifici con tipologia a schiera collocati in posizione centrale agli anelli stradali. Tali edifici sono

solitamente progettati e realizzati in forma unitaria, e pertanto si ritiene siano in grado di conferire un certo

grado di leggibilità dell’insediamento.

Ciò che qualifica in modo particolare il disegno dell’insediamento è l’ampia dotazione di aree verdi

permeabili, articolate secondo prestazioni differenziate.

L’intero progetto è strutturato su di una griglia modulare orientata come il rio Centonara, elemento guida

dell’urbanizzazione nel suo complesso.

Anche il tracciato della nuova via Marconi segue rigorosamente tale orientamento.

Le aree edificabili assumono una forma sufficientemente regolare, modificata nei margini nord e sud, dove la

griglia viene tagliata secondo le direzioni dell’autostrada e della via Colunga.

Dal punto di vista normativo, la riconoscibilità del disegno urbano è perseguita mediante l’individuazione di

unità minime di intervento (UMI), per le quali è richiesta l’elaborazione di un progetto unitario.

La viabilità di ingresso è posta in corrispondenza dell’asse viario della zona industriale esistente,

proseguendone la direzione dopo la rotonda; questo asse di ingresso termina in un parcheggio per

automezzi pesanti; questa soluzione consente di proseguire l’urbanizzazione oltre il rio Centonara, nel caso

ciò si renda necessario nel futuro;

La griglia di progetto consente un orientamento ottimale degli shed sul coperto degli edifici industriali, che

risultano esposti a nord est. Questa soluzione garantisce un illuminazione naturale uniforme, protetta contro

l’irraggiamento solare diretto; ai margini nord e sud si prevedono varchi tra i fabbricati, in modo da consentire

la libera circolazione dei venti.

L’indice di utilizzazione territoriale attribuito all’insediamento è pari a 0,375 mq/mq, e deriva dall’accordo

con i privati, che prevede l’edilizia convenzionata.

Il piano non prevede zone destinate ad impianti di depurazione né a vasche di laminazione , perché

l’insediamento parteciperà alla realizzazione di questi interventi a scala comunale, condizione già definita a

livello di accordo territoriale.

mapaus III – Clara Cucco

27

Una delle caratteristiche principali di una APEA è sicuramente il mix funzionale che la norma introduce.

Nel caso di Ponte Rizzoli, sono previsti nell’ambito, oltre ad insediamenti produttivi, anche il 25% di superfici

utili destinate al terziario e al commerciale, con esclusione del commercio alimentare e di tipologie

assimilabili ai centri commerciali pianificati o spontanei.

Un’altra scelta che condiziona il disegno generale dell’insediamento è di non richiedere la quota percentuale

del 15% di cui al vigente PRG di area permeabile nei lotti edificabili, ma di reperire la stessa all’esterno,

accorpandola al verde pubblico e a quello di arredo stradale.

Le superfici permeabili vengono trasformate in verde di progetto, che verrà dato in gestione al Gestore

Unico.

Il piano prevede una sistemazione esterna della viabilità principale, modificando il tracciato e la sezione della

via Marconi e garantendo l’accessibilità all’area in sicurezza dagli assi viari principali.

La circolazione interna nel doppio anello è a due sensi, fatto che permette la riduzione dei percorsi ed una

buona possibilità di orientamento.

La piattaforma stradale è complessivamente di 23 metri, così suddivisa:

_prima fascia verde alberata di 3 metri

_marciapiede m. 1,5

_zona destinata a parcheggio di 5 metri

_strada a due corsie m. 8,5 (uguale a quella comunale)

_seconda fascia verde alberata di 3,5 metri

_secondo marciapiede m. 1,5

Parzialmente al di sotto del secondo marciapiede, ed in gran parte sotto la fascia verde, è posizionata una

fascia di 2 m. destinata ad ospitare le future implementazioni delle reti (teleriscaldamento, acquedotto

industriale ecc.), realizzabili senza intervenire sulla strada.

Questa soluzione permette di non inserire fin da subito un cunicolo unico, così come prevedono i requisiti

prestazionali, ma lascia questa scelta al soggetto gestore, che, cercando di rispondere alle esigenze delle

aziende che si insedieranno nell’area, valuterà la soluzione economico-gestionale più soddisfacente.

Il progetto delle zone verdi comprende una fascia di ambientazione, piantumata con esemplari autoctoni,

attorno all’area sui tre lati nord, ovest ed est, ciascuna con funzione diversa.

Verso est una fascia verde di 40 metri distacca le aree destinate all’edificazione dal piede dell’argine del rio

Centonara. Tale fascia ha la funzione di corridoio ecologico, e dovrà permettere e rafforzare il carattere della

striscia naturale del rio pensile, già utilizzata per il passaggio di piccoli animali selvatici.

Lungo l’autostrada è posta un’area di 36 metri di profondità, da sistemare con vegetazione bassa per

consentire la vista degli edifici da realizzare, che dovranno essere allineati, con un disegno architettonico di

qualità e ben definito, che permetta di sfruttare “l’effetto vetrina” permesso dalla localizzazione degli stabili

lungo il fronte autostradale.

Verso la via Colunga l’area di verde ha una profondità di 23 metri, e sarà sistemata con alberature di alto

fusto con funzioni di barriera. Questa fascia verde assume solo il ruolo di attenuazione dell’impatto visivo

dell’urbanizzato di progetto sulle aree rurali poste immediatamente a nord dell’arteria.

Lungo la viabilità interna e nei parcheggi pubblici, è previsto un complesso di aiuole alberate per verde di

arredo, con filari di alberi sui due lati della strada, che concorrono, mediante l’ombra, alla mitigazione delle

elevate temperature estive.

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

Figura 3: PUA_tavola D.G. 5.3 intermedia

È obiettivo del PUA la realizzazione di edifici energeticamente efficienti , sia dal punto di vista passivo,

cioè del contenimento delle dispersioni termiche per il riscaldamento interno, che dal punto di vista della

produzione di energia da utilizzare per l’illuminazione o il riscaldamento.

La politica energetica dell’insediamento potrà essere fatta solo dal Gestore Unico, attualmente non ancora

insediato, è quindi difficile inserire a questo livello della pianificazione delle scelte importanti come quella

della predisposizione dell’impianto di cogenerazione unico, quindi i progettisti ritengono necessario

rimandare questa decisione ad una successiva fase che tenga conto della tipologia di attività insediate.

Il piano cerca, quindi di partire da obiettivi di portata più limitata ma concreta, in grado di garantire un

sensibile progresso rispetto alla qualità corrente dell’edilizia industriale.

Il criterio di fondo è di operare sull’aspetto passivo, limitando il più possibile le dispersioni termiche degli

involucri edilizi. Le norme tecniche introducono, quindi, i parametri più restrittivi previsti dal DGLS 192/05 per

il 2009 e si richiederà di corredare i progetti degli edifici del progetto preliminare degli impianti di

riscaldamento, sottoponendo a studio di fattibilità l’adozione di impianti di microcogenerazione o l’utilizzo di

mapaus III – Clara Cucco

29

altre fonti rinnovabili, quali pompe di calore, geotermia o altre forme che le singole imprese utilizzatrici

riterranno opportuno.

Una progettazione accurata dovrà avere l’impianto di raccolta delle acque piovane provenienti dalle

coperture, che dovranno essere convogliate con reti separate ai corpi idrici superficiali; una parte di queste

acque dovrà essere recuperata ai fini industriali o irrigui delle aree private. A tale scopo dovrà essere

realizzata un sistema di accumulo delle acque meteoriche della capacità minima di mc 1 ogni 1000 mq di

superficie fondiaria del lotto. Da tale sistema, mediante pompe e relativa rete di distribuzione, si dovrà

alimentare l’eventuale impianto irriguo e/o l’impianto di lavaggio dei piazzali privati.

Le acque piovane provenienti dai piazzali interni privati, dovranno essere convogliate con reti separate alle

vasche di separazione, stoccaggio e trattamento delle acque di prima pioggia.

Le acque di prima pioggia saranno convogliate alla rete delle acque nere che porta al depuratore, mentre le

acque di seconda pioggia saranno convogliate verso i corpi idrici superficiali (fossa dei galli e poi torrente

quaderna). Una parte delle acque di seconda pioggia dovrà essere recuperata ai fini irrigui.

A tale scopo dovrà essere realizzata un sistema di accumulo delle acque meteoriche della capacità minima

di mc 200. Da tale sistema, mediante pompe e relativa rete di distribuzione, si dovrà alimentare l’impianto

irriguo dell’area a verde pubblica.

È quindi prevista la realizzazione di reti separate per le acque meteoriche provenienti dalle strade e dai

parcheggi e dalle coperture e per le acque nere provenienti dai servizi igienici degli insediamenti.

Una volta realizzati gli adeguamenti della rete e degli impianti fognari gestiti da Hera, è previsto che le acque

nere provenienti da questo comparto siano convogliate al depurat ore comunale. 8

Il piano urbanistico attuativo, così come è stato descritto, ha creato non poche perplessità al tavolo di

discussione.

I requisiti prestazionali richiesti ad una APEA non sembrano essere stati pienamente raggiunti, soprattutto

quelli di carattere ambientale e tecnologico.

È necessario approfondire ulteriormente la progettazione, perché l’obiettivo dell’accordo territoriale è quello

di raggiungere dei livelli di eccellenza nell’area oggetto di sperimentazione.

Le modifiche al piano vengono però rimandate a dopo la realizzazione dello SCAT, di cui si sono definiti i

contenuti e i tempi di realizzazione, perché l’analisi che produrrà dovrebbe aggiungere dei nuovi elementi di

riflessione a cui il PUA potrebbe dare risposta.

Lo SCAT dovrà necessariamente essere conforme a quanto richiesto dall’art. 40 della L.r. 20/2000, d’altra

parte però questo strumento può portare un contributo aggiuntivo alla progettazione e programmazione

ambientale dell’intero ambito di Ponte Rizzoli, compresa la parte esistente, quindi lo SCAT dovrà contenere,

oltre ad una complessiva ed esauriente valutazione di compatibilità ambientale, uno studio volto

all’individuazione di soluzioni fattibili in tema di gestione dell’energia, dell’acqua e dei rifiuti, perseguendo la

logica della “chiusura dei cicli”.

In definitiva lo SCAT dovrà rappresentare una sorta di proto-Programma Ambientale dell’APEA.

8 Fonte: Relazione Illustrativa del PIANO PARTICOLAREGGIATO DI INIZIATIVA PUBBLICA DELLA ZONA PRODUTTIVA DI PONTE RIZZOLI - BOZZA 09-01-06

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

mapaus III – Clara Cucco

31

CAPITOLO 4

LE DIFFICOLTÀ RISCONTRATE NELL’ELABORAZIONE DEL PIANO

L’ideazione, la discussione e le modifiche portate a questo piano sono state molto difficoltose.

I progettisti e la Provincia si sono confrontati su numerosi temi, innovativi e difficili da codificare, che

caratterizzano inevitabilmente le aree produttive ecologicamente attrezzate.

Ad una prima occhiata, il piano descritto nel capitolo precedente risponde a tutti i requisiti prestazionali che

la Provincia di Bologna richiede per una APEA.

Ma in realtà i requisiti proposti dalla Provincia, così come quelli indicati nel documento regionale in

discussione, sono talmente generici, che consentono un elevato margine di discrezionalità.

Il piano si relaziona sicuramente con i requisiti e cerca di concretizzarli nella distribuzione plano-volumetrica

dell’intervento, nelle NTA e nella relazione tecnica, ma il risultato è un ottimo PUA per un’area produttiva, ma

che non può ottenere lo status di APEA.

Le motivazioni alla base di questa critica, oltre che nella discrezionalità dei requisiti , va ricercata in alcuni

elementi, assolutamente innovativi, che la Provincia di Bologna e il suo consulente, ERVET, non hanno

ancora sufficientemente approfondito.

I tempi del piano e i tempi della ricerca non coincidono.

Proverò ad elencare di seguito alcuni dei temi che hanno suscitato maggiore perplessità e difficoltà

nell’elaborazione del PUA di Ponte Rizzoli.

_ IL GESTORE UNICO E LE SCELTE ENERGETICHE

Il punto centrale della concezione delle aree ecologicamente attrezzate è il gestore unico. È tale figura che

definisce le politiche energetiche, tecnologiche e ambientali dell’ambito produttivo.

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

Nel caso di Ponte Rizzoli c’è uno scarto temporale tra l’urbanizzazione della nuova area e la scelta e

l’insediamento del Gestore

Il tavolo di lavoro ha valutato la situazione ed è giunto alla conclusione che il Gestore Unico dovrà essere lo

stesso sia per l’esistente che per il nuovo e che non si possono anticipare soluzioni non accuratamente

analizzate, perché potrebbero risultare problematiche dal punto di vista giuridico.

Le politiche di miglioramento ambientale e quelle energetiche possono essere affrontate con efficacia solo a

livello dell’intero polo, perché solo a questa scala si raggiungono quelle soglie dimensionali che rendono

efficaci ed economicamente sostenibili le politiche di intervento.

I progettisti non possono definire queste politiche in linea teorica, perché esse devono essere frutto della

conoscenza delle realtà produttive insediate, delle caratteristiche ambientali della zona e delle risorse e

capacità del gestore stesso.

Inoltre, non sono ancora stati distribuiti i questionari, che avrebbero dovuto indagare i consumi energetici

delle aziende già insediate, consentendo di realizzare una bozza di bilancio energetico dell’intero ambito

produttivo, che avrebbe fornito una base più concreta per le valutazioni e la scelta delle soluzioni

tecnologiche da adottare. La microcogenerazione e la cogenerazione, ad esempio, sono soluzioni

interessanti qualora vi siano aziende con consumi ingenti nel processo produttivo. I costi della

cogenerazione sono molto alti e lo stesso vale per l’infrastrutturazione necessaria per il teleriscaldamento,

questi vengono ammortizzati da una riduzione sui costi dei consumi, ma non conoscendo i consumi delle

imprese già insediate e di quelle che si insedieranno, i progettisti possono basarsi solo su presumibili

consumi necessari per il riscaldamento. I dati non sono sufficienti a valutare in maniera obbiettiva se la

cogenerazione e la microcogenerazione sono scelte vantaggiose in termini di costi-benefici o se, ad

esempio, siano più idonee le caldaie a compensazione, che hanno un costo velocemente ammortizzabile.

Decidere e progettare la dotazione tecnologica e ambientale dell’area industriale, senza sapere se chi la

gestirà ne condividerà l’impostazione e avrà le risorse, anche economiche, per portare avanti scelte imposte

da altri, rischia di compromettere future risposte ad esigenze reali delle aziende e della politica ambientale e

di sprecare risorse.

In assenza del gestore unico, che deve ottimizzare investimenti e benefici , una dotazione tecnologica

dell’area superiore alla media rischia di tradursi solamente in maggiori costi, perché i benefici sono legati in

grande prevalenza ad una gestione corretta e mirata.

Queste considerazioni hanno portato i progettisti a fare delle scelte di fondo, che riguardano le infrastrutture

e le dotazioni tecnologiche dell’area.

La scelta migliore su questi temi è sicuramente quella della flessibilità e della possibilità di

implementazioni future. “Bisogna partire con una dotazione leggera e quindi non eccessivamente costosa

oltre la media delle normali aree industriali, anche se corretta e innovativa, ma capace di sopportare

successivi interventi di introduzione di nuove dotazioni tecnologiche senza entrare in crisi. È da seguire la

logica della predisposizione e della flessibilità studiando soluzioni che consentano di adottare tecnologie

innovative e di implementare le dotazioni delle reti senza affrontare costi eccessivi.

Queste dotazioni superiori alla media di quelle possono essere decise solo dal gestore unico” (Relazione

Illustrativa del Piano Particolareggiato di iniziativa pubblica della Zona Produttiva di Ponte Rizzoli - Bozza

09-01-06).

mapaus III – Clara Cucco

33

Questa linea ha portato a delle scelte precise per due aspetti fondamentali del progetto:

_l’adozione di un impianto di cogenerazione centralizzato e della rete di teleriscaldamento;

_la realizzazione di un acquedotto industriale che sfrutti la notevole quantità di acqua in uscita dal

depuratore comunale di ponte Rizzoli, una volta realizzato il raddoppio.

Entrambi gli interventi richiedono alti investimenti aggiuntivi e la fattibilità non può essere solo di natura

tecnica, ma deve contemplare scelte gestionali e finanziarie, proprie del futuro gestore.

Quindi il progetto prevede la possibilità di realizzare reti e impianti aggiuntivi , successivi

all’urbanizzazione dell’area, senza dover affrontare notevoli oneri finanziari.

Il futuro impianto di cogenerazione potrebbe essere localizzato in posizione baricentrica rispetto all’intero

ambito di Ponte Rizzoli, esistono aree esterne alla zona di nuova urbanizzazione suscettibili di tale

destinazione urbanistica senza eccessivi problemi, la scelta di quella più idonea dovrebbe essere

subordinata a rispondere alle esigenze che il gestore unico riscontrerà.

Per l’utilizzo di fonti di energia alternative sicuramente potrà essere promosso l’utilizzo di pannelli solari,

prevedendoli nelle NTA, e l’installazione di arredi urbani fotovoltaici. Soluzioni che hanno dei costi notevoli,

ma anche facilmente ammortizzabili e che non influiscono sulle scelte gestionali del soggetto gestore.

_ IL CUNICOLO UNICO

Uno dei requisiti prevede l’installazione di un cunicolo unico o “cunicolo intelligente”, uno scatolare molto

grande, di 2 metri di profondità e 1,60 metri di larghezza, in cui far passare tutte le reti.

Questa soluzione, apparentemente ottimale, è ormai osteggiata da molti esperti del settore , perché

eccessivamente costosa rispetto ai benefici che genera.

Inoltre alcune aziende distributrici di energia osteggiano l’utilizzo di questi sistemi e non forniscono i

certificati di idoneità degli impianti che corrono lungo questi cunicoli.

Per questi motivi i progettisti hanno previsto per le reti una fascia di 2 metri di terreno parallelo all’anello

della viabilità, priva di pavimentazione e alberature, sistemata a prato, che collega tutti i lotti di progetto.

Questa fascia garantisce la possibilità di implementare le reti esistenti e di installare con costi limitati future

reti, quali il teleriscaldamento, l’acquedotto industriale, reti per telecomunicazioni o altro.

In sede di progettazione definitiva delle opere di urbanizzazione si potrebbero studiare altre soluzioni, che

agevolino il compito del gestore unico, ad esempio si potrà considerare la possibilità di contabilizzare le

utenze da un punto centrale dell’insediamento, collegando i contatori dei vari edifici ad un punto centrale,

corrispondente alla futura gestione unica, questo potrà essere effettuato valutando le soluzioni disponibili sul

mercato al momento della progettazione definitiva dell’area.

_ LA RACCOLTA DEI RIFIUTI

Le prime indagini effettuate e i risultati dei workshop tematici hanno indicato la raccolta dei rifiuti porta a

porta come soluzione ottimale per quest’area produttiva.

Il piano, per migliorare le condizioni dello stoccaggio dei rifiuti, prevede nei lotti cassoni per gli scarrabili in

modo da evitare il percolamento e lo scolo nelle acque bianche.

I risultati dell’indagine svolta da ERVET sulle semplificazioni amministrative ha evidenziato numerosi

problemi legati al controllo della produzione di rifiuti e alla necessità della rintracciabilità dei produttori.

La raccolta porta a porta permette di effettuare questo tipo di controllo ed evita l’utilizzo improprio dei

cassonetti.

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

Molti dei rifiuti prodotti delle aziende sono in realtà rivenduti per il riciclaggio.

In adiacenza all’ambito vi è l’area della Nuova Geovis dove è prevista una nuova stazione ecologica

attrezzata. L’area si trova in posizione baricentrica rispetto al Comune di San Lazzaro, interessato alla

possibilità di una nuova area per lo stoccaggio dei rifiuti. Questo consentirebbe la realizzazione di economie

di scala molto più vantaggiose rispetto alla realizzazione di un’area di deposito temporaneo comune

all’interno dell’area produttiva.

La definizione di un gestore unico permetterà di affrontare gli adempimenti amministrativi (quali tenuta del

registro di carico e scarico, compilazione del MUD, …) in un’ottica di “condominio”, permettendo anche di

generare e controllare una borsa rifiuti di materie prime e seconde, che potrebbe interagire a livello

provinciale.

_ MIX FUNZIONALE

Garantire il mix funzionale in un’area industriale non è cosa facile.

Alcuni servizi sono stati richiesti dalle aziende e ci sono già ditte interessate a fornire un tipo di servizio del

genere, ma la realizzazione di un centro servizi vero e proprio solleva dubbi e perplessità.

Esistono degli esempi di centro servizi in aree industriali, ma la mancata conoscenza delle aziende insediate

nell’ambito e di quelle che si insedieranno, nonché la mancanza di un gestore unico che possa coordinare il

servizio rendono poco valutabile questa possibilità.

Queste difficoltà riscontrate nella elaborazione del piano, la discrezionalità dei requisiti, la

discrepanza temporale tra piano, ricerca e definizione di alcuni degli elementi fondamentali per una

APEA, come, ad esempio, il gestore unico, ha portato ad un progetto che non raggiunge gli standard

necessari all’acquisizione dello status di APEA.

Un’area produttiva, per essere definita tale, deve raggiungere dei livelli di eccellenza sia per

dotazioni tecnologiche, che per bilanci energetici. Limitare la progettazione, in questa fase della

sperimentazione, per la mancanza di alcuni elementi, per quanto chiave nella definizione di APEA,

rischia di portare l’area produttiva di Ponte Rizzoli ad essere solamente un’area molto ben

progettata.

mapaus III – Clara Cucco

35

CONCLUSIONI

Le questioni ancora in sospeso sono numerose.

Probabilmente è necessario rallentare e cercare di capire meglio quali sono i punti che stridono, in modo da

trovare le soluzioni più opportune per una progettazione industriale di qualità, se non addirittura di

eccellenza.

Il fattore TEMPO ha però una importanza rilevante.

Studi elaborati per altre aree regionali stimano un aggravio dei costi del 30% per la realizzazione di una

APEA, percentuale non indifferente.

È difficile per le aziende aspettare i tempi della Pubblica Amministrazione, gli investimenti necessari per

l’infrastrutturazione di un’area industriale che deve tendere allo status di APEA richiedono tempi rapidi di

insediamento, solo così è possibile cercare di rientrare rapidamente dei costi e rendere l’investimento

economicamente, oltre che ambientalmente, sostenibile.

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

mapaus III – Clara Cucco

37

GLOSSARIO

Accordi Territoriali

Strumento di concertazione istituzionale tra Comuni e Province per “concordare obiettivi e scelte strategiche

comuni, ovvero per coordinare l’attuazione delle previsioni contenute nei vari piani urbanistici” (art.15

L.r.20/2000), in ragione di due criteri fra loro contrapposti:

- l’omogeneità delle caratteristiche dei territori comunali, da un lato,

- e l’integrazione/interdipendenza degli assetti insediativi, economici e sociali dall’altro.

Ambiti produttivi sovracomunali

Parti del territorio caratterizzate dalla concentrazione di attività economiche, commerciali e produttive

(possono però contenere anche una limitata compresenza di insediamenti e spazi collettivi residenziali),

caratterizzate da effetti sociali, territoriali ed ambientali che interessano più Comuni. La loro attuazione deve

avvenire attraverso la stipula di Accordi Territoriali9 .

Aree Ecologicamente Attrezzate

Ambiti produttivi dotati di infrastrutture, servizi e sistemi idonei a garantire la tutela della salute, della

sicurezza e dell’ambiente.

Le nuove aree produttive di rilievo sovracomunale assumono i caratteri propri delle Aree Ecologicamente

Attrezzate10.

Area industriale

Area geograficamente definita, posta nelle vicinanze o nella periferia delle città, individuata dalle Autorità

locali nell’ambito degli strumenti pianificazione urbanistica, allo scopo di consentire lo sviluppo delle attività

industriali. In genere sono dotate di infrastrutture viarie di collegamento e delle infrastrutture a rete

(elettricità, acqua, telefonia…). Oggi si sta affermando la tendenza a dotarle di servizi ambientali comuni,

quali depuratori, inceneritori, discariche…

Associazione di Comuni

Forma associativa fra Enti Locali (due o più Comuni, generalmente contermini) “allo scopo di esercitare

congiuntamente una pluralità di funzioni di loro competenza” (art.32 comma 1 D. Lgs. 267/00). Essa stessa

ha natura di Ente Locale.

Aspetto ambientale

Elemento delle attività, dei prodotti o dei servizi di un’organizzazione che può interagire con l’ambiente.11 Gli

aspetti ambientali determinano impatti ambientali.

Possono essere diretti (attività sotto il controllo gestionale dell’organizzazione) o indiretti (sui quali

l’organizzazione non ha un controllo gestionale totale).

9 Cfr. art.A-14 L. r. 20/2000 10 Cfr. art.26 D. Lgs. 112/98 e art.A-14 L. R.20/2000 11 lettera f art. 2 regolamento CE n. 761/2001

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

Associazioni di Comuni

È una “forma associativa” tra enti locali (capo V D. Lgs. N. 267/2000) che assume essa stessa natura di

“ente locale”. Generalmente è costituita da due o più Comuni contermini, “allo scopo di esercitare

congiuntamente una pluralità di funzioni di loro competenza” (cfr. art.32 comma 1, art,2 comma 1).

Ciclo produttivo aperto

Ciclo produttivo che si presenta unicamente come un processo di trasformazione delle materie prime estratte

dalla natura in prodotti, che poi a loro volta si trasformano in scarti

Ciclo produttivo chiuso

Ciclo produttivo che si presenta non solo come un processo di trasformazione delle materie prime in prodotti

ma che prendendosi carico di come vengono assorbiti gli scarti generati nel corso dell’attività, si pone

l’obiettivo di minimizzare il consumo delle risorse naturali e la produzione di rifiuti.

Conferenza di pianificazione

Strumento di concertazione che vede impegnati sia soggetti pubblici che privati nella costruzione di una

"diagnosi condivisa" delle condizioni del territorio e del suo possibile sviluppo, propedeutica alle scelte di

piano.

Dotazioni ecologiche e ambientali

Sono costituite dall’insieme degli spazi, delle opere e degli interventi che concorrono, insieme alle

infrastrutture per l’urbanizzazione degli insediamenti, a migliorare la qualità dell’ambiente urbano,

mitigandone gli impatti negativi. Sono volte in particolare alla tutela e risanamento dell’aria e dell’acqua ed

alla prevenzione del loro inquinamento acustico ed elettromagnetico, al mantenimento della permeabilità dei

suoli e al riequilibrio ecologico dell’ambiente urbano, alla raccolta differenziata dei rifiuti12.

Dotazioni territoriali

Sistema costituito dall’insieme degli impianti, opere e spazi attrezzati che concorrono a realizzare gli

standard di qualità urbana ed ecologico ambientale definiti dalla pianificazione.13

EMAS (Eco-Management and Audit Scheme)

Standard di riferimento (definito con il Regolamento Comunitario 1836/93) per l’applicazione del sistema di

gestione ambientale ad imprese che gestiscono uno o più siti industriali. Il regolamento viene adottato su

base volontaria da parte delle aziende che intendono avvalersene ed è dotato di un sistema di controllo.

Impatto ambientale

Qualsiasi modifica all’ambiente, positiva o negativa, derivante in tutto o in parte dalle attività, dai prodotti o

dai servizi di un’organizzazione.14

12 Art. A-25 L. R. ER 20/2000 13 Art. A-22 L. R. ER 20/2000 14 lettera g art. 2 regolamento CE n. 761/2001

mapaus III – Clara Cucco

39

Indicatore ambientale

Riassume un'ampia serie di dati sull'ambiente. In questo modo le organizzazioni possono facilmente

quantificare e riportare dati sulle prestazioni ambientali e gestire i loro aspetti e impatti ambientali, attraverso

un numero ridotto di pacchetti di informazioni essenziali.

Infrastrutture per l’urbanizzazione

Impianti e reti tecnologiche che assicurano la funzionalità e la qualità igienico-sanitaria degli insediamenti15

(rete fognante, rete idrica, impianti trattamento reflui, spazi e impianti per la raccolta e smaltimento rifiuti, la

pubblica illuminazione, le strade,…).

Organizzazione

Società, azienda, impresa, autorità o istituzione, o parte o combinazione di essi, con o senza personalità

giuridica pubblica o privata, che ha amministrazione e funzioni proprie. 16

Rete ecologica

Strategia di tutela della diversità biologica e del paesaggio basata sul collegamento di aree di rilevante

interesse ambientale-paesistico in una rete continua e coerente.

Rappresentano il mezzo con il quale pervenire ad un riequilibrio ecologico attivo del territorio antropizzato

Simbiosi industriale

Lo scambio di sottoprodotti tra società permette la creazione di ecosistemi industriali o modelli di simbiosi

industriali. Le aree industriali sono luoghi eccellenti per applicare tale principio poiché ospitano industrie

diverse e consentono di raggiungere economie di scala. Gli ecosistemi industriali possono sorgere a livello di

area industriale e a livello regionale.

Sistema di gestione ambientale (SGA)

Parte del sistema complessivo di gestione comprendente la struttura organizzativa, le attività di

pianificazione, le responsabilità, le pratiche, le procedure, i processi e le risorse per sviluppare, mettere in

atto, realizzare, riesaminare e mantenere la politica ambientale. 17

Sito

Tutto il terreno, in una zona geografica precisa, sotto il controllo gestionale di un’organizzazione che

comprende attività, prodotti e servizi. Esso include qualsiasi infrastruttura, impianto e materiali.18

Unione di Comuni

Vedi “Associazione di Comuni”.

15 Art. A-23 L. R. ER 20/2000 16 lettera s art. 2 regolamento CE n. 761/2001 17 lettera k art. 2 regolamento CE n. 761/2001 18 lettera t art. 2 regolamento CE n. 761/2001

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

mapaus III – Clara Cucco

41

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_ ?Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112 "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato

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_ Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n.192 "Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento

energetico nell'edilizia.".

_ Delibera della Giunta Regionale della Liguria del 28 dicembre 2000 n.1486 “Criteri, parametri e modalità

sulle aree industriali e sulle aree ecologicamente attrezzate di cui all’articolo 10 della legge regionale 24

marzo 1999 n. 9”.

_ Delibera della Giunta Regionale dell’Emilia Romagna 15 luglio 2002, n. 1238, Approvazione "Direttiva

generale sull'attuazione L.R. 9/99 Disciplina procedura valutazione impatto ambientale" e delle "Linee guida

generali per redazione e valutazione degli elaborati per la procedura di verifica (screening) e del SIA per la

procedura di VIA" (art. 8, L.R. 9/99).

_ ?Disegno di legge della Regione Piemonte del 27 luglio 2000 n. 112 “Interventi per la realizzazione di aree

attrezzate per attività economico-produttive e di aree ecologicamente attrezzate” e relativa relazione.

mapaus III – Clara Cucco

43

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territorio”.

_ ?Legge Regionale dell’Emilia Romagna 23 dicembre 2004, n. 26 “Disciplina della programmazione

energetica territoriale ed altre disposizioni in materia di energia”.

_ ?Legge Regionale delle Marche del 17 maggio 1999 “Riordino delle funzioni amministrative della Regione e

degli Enti locali nei settori dello sviluppo economico ed attività produttive, del territorio, ambiente e

infrastrutture, dei servizi alla persona e alla comunità, nonché dell'ordinamento ed organizzazione

amministrativa” (artt. 17 e 18).

_ Legge Regionale delle Marche del 17 maggio 1999, n. 10. “Riordino delle funzioni amministrative della

Regione e degli Enti locali nei settori dello sviluppo economico ed attività produttive, del territorio, ambiente e

infrastrutture, dei servizi alla persona e alla comunità, nonché dell'ordinamento ed organizzazione

amministrativa” (art. 10).

_ ?Norme di attuazione del PTCP di Bologna, Provincia di Bologna, Stesura approvata, 2004.

_ ?Raccomandazione della Commissione 2001/680/CE del 7 settembre 2001 relativa agli orientamenti per

l’attuazione del Regolamento (CE) n. 761/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio sull’adesione

volontaria delle organizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS).

_ ?Regolamento CE n. 761/2001 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 marzo 2001 sull’adesione

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mapaus III – Clara Cucco

45

ALLEGATO A

ELENCO DEI REQUISITI PRESTAZIONALI REGIONALI

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

mapaus III – Clara Cucco

47

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

mapaus III – Clara Cucco

49

ALLEGATO B

ELENCO DEI REQUISITI PRESTAZIONALI DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA

REQUISITI E OBIETTIVI DELLE AREE ECOLOGICAMENTE ATTREZZATE

LIVELLO DI APPLICAZIONE

STRUT-TURALE

temi requisiti/obiettivi

NU

OV

O

ES

IST

EN

TE

UR

BA

NIS

TIC

O

ED

ILIZ

IO

GE

ST

ION

AL

E

FIN

AN

ZIA

ME

NT

O

1

DESTINAZIONI D'USO: ammettere attività economiche, commerciali e produttive, con l'esclusione di insediamenti di medie e/o grandi strutture di vendita

1 0,5 1 FONDO PEREQ.

POLITICHE TRASF.

2 DESTINAZIONI D'USO: escludere l'uso residenziale, per le aree esistenti non può superare il 5 % della superficie totale

1 0,5 1 FONDO PEREQ.

POLITICHE TRASF.

3

garantire la coerenza con vincoli e pianificazione ambientale di PRG/PSC, PTCP, Piano gestione Aria, Piano energetico…

1 1

4 minimizzare il consumo di suolo 1 1 1

a sistema

insediativo

5 prevedere adeguati spazi per usi a servizio degli addetti (servizi ristoro, postali, bancari ……)

1 1 1 FONDO PEREQ.

1 garantire che le infrastrutture per l'accesso al sistema trasportistico primario non superino i livelli di congestione (F/C < 0,8)

1 1 1 FONDO PEREQ.

2 evitare che le infrastrutture stradali di accesso territoriale all'area attraversino i centri urbani

1 1 1 FONDO PEREQ

3 prevedere adeguati sistemi di accessibilità alla rete ferroviaria per il trasporto merci

0,5 0,5 1 FONDO PEREQ

4

garantire che le infrastrutture viarie interne all'area siano rispondenti alle migliori pratiche per la sicurezza stradale e prevedere adeguati spazi e sistemi per l'emergenza ed il soccorso

1 1 1 ONERI URB

FINANZIAMENTI SPECIFICI

b trasporti

5 prevedere una mobilità sostenibile per le persone e le merci (Mobility Manager) 1 1 1 1

FONDO PEREQ ONERI URB

c aria 1 rispettare criteri più restrittivi per i valori di emissione autorizzati 1 1 1

a carico dell'impresa

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

2 limitare l'utilizzo dei combustibili per impianti di combustione maggiormente inquinanti 1 1 1

a carico dell'impresa

3 contenere la diffusione degli inquinanti 1 1 1

ONERI URB (X NUOVO)

FONDO PEREQ. (X ESISTENTE)

4 contere il numero di esposti 1 0,5 1 POLITICHE TRASF (X

ESISTENTE)

d rumore 1 garantire un buon clima acustico esterno all'area 1 1 1 1 1

1 realizzare reti fognarie separate per acque bianche e nere (reti duali) adeguatamente dimensionate

1 1 1 1 ONERI URB

FONDO PEREQ. PIANO ATO

2

garantire l'adeguatezza della rete di raccolta delle acque meteoriche, dei sistemi di laminazione e dei trattamenti delle acque di prima pioggia

1 1 1 1 ONERI URB

FONDO PEREQ.

3 garantire l'adeguatezza degli impianti e sistemi di depurazione dell'area 1 1 1

ONERI URB FONDO PEREQ.

PIANO ATO

4 contere i consumi della risorsa idrica 1 1 1 1 1 ONERI URB

5 differenziare gli approvvigionamenti in funzione dell'uso 1 1 1

ONERI URB FONDO PEREQ.

6 evitare il tombamento dei canali e corsi d'acqua e perseguirne la rinaturalizzazione 1 0,5 1

FONDO PEREQ. PROGRAMMI AMBIENTALI

(LIFE)

e acqua

7

massimizzare le superfici permeabili, se in aree non classificate dal PTCP come zone di protezione delle risorse idriche (ad esclusione dei piazzali di movimentazione materiali/merci e mezzi pesanti)

1 1

1 risparmiare nel consumo del materiale lapideo in fase di costruzione 1 1

ACCORDO DI PROGRAMMA

2 preservare i suoli da contaminazioni, sversamenti accidentali….. 1 1 1 1 ONERI URB f

suolo - sottosuolo

3 garantire la stabilità dei terreni 1 1 ONERI URB

1 ottimizzare il consumo globale di materie prime 1 1 1

2 minimizzare la produzione di rifiuti speciali (pericolosi, da imballaggio…) 1 1 1

g rifiuti

3 gestire adeguatamente le fasi concernenti lo smaltimento rifiuti, comprese raccolta e trasporto

1 1 1 1

mapaus III – Clara Cucco

51

4 perseguire il recupero e il riutilizzo dei rifiuti speciali internamente all'area 1 1 1 1

5 ottimizzare i sistemi per la separazione, stoccaggio, recupero e riciclaggio delle diverse tipologie di rifiuto di cantiere

1 1 1

1

evitare l'interferenza dell'area con gli elementi del paesaggio naturali ed antropici, se ciò non fosse possibile, garantire l'integrazione dell'area nel paesaggio antropico naturale

1 1

2

garantire la presenza di spazi aperti adeguatamente strutturati ed equipaggiati in grado di mitigare gli impatti dell'area sul paesaggio

1 1 1 1 ONERI URB h

habitat/ paesa ggio

3 garantire la presenza di spazi aperti adeguatamente strutturati ed equipaggiati per il miglioramento degli habitat naturali

1 1 1 FONDO PEREQ.

1 ottimizzare la rete di distribuzione dell'energia elettrica, dell'energia termica e dei combustibili

1 1 1 ONERI URB

2 ridurre l'utilizzo delle fonti non rinnovabili per i sistemi di produzione dell'energia 1 1 1

ONERI URB, FINANZIAMENTI

SPECIFICI

3

ridurre i consumi energetici sia nei processi produttivi sia quelli per riscaldamento, illuminazione, climatizzazione, acqua sanitaria...(in particolare quelli provenienti da fonti non rinnovabili)

1 1 1 1 a carico

dell'impresa

i energia

4 perseguire il contenimento dell'inquinamento luminoso nell'illuminazione pubblica e privata

1 1 1 1 ONERI URB, a

carico dell'impresa

l elettro

magnetismo 1 ridurre l'esposizione a campi elettrici e magnetici 1 1 1 ONERI URB

1 adottare reti di telecomunicazione a tecnologia avanzata 1 1 1 ONERI URB

m reti

tecnologiche 2

realizzare reti servizi tecnologici in cunicoli unici, ove possibile

1 1 1 ONERI URB

1

ARIA: garantire la qualità dell'aria interna negli ambienti maggiormente sensibili interni all'area (aree, spazi, unità con permanenza per motivi di lavoro e non)

1 0,5 1

2

RUMORE: garantire un buon clima acustico negli ambienti maggiormente sensibili interni all'area (aree, spazi, unità con permanenza per motivi di lavoro e non)

1 0,5 1

3 LUCE: garantire la qualità della luce naturale e artificiale 1 0,5 1 1

a carico dell'impresa

n qualità degli ambienti e degli spazi

4 EDILIZIA/MATERIALI: garantire la qualità bio-ecologica dei materiali edilizi

1 0,5 1 a carico

dell'impresa

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

5 MICROCLIMA: garantire che gli spazi esterni abbiano buone condizioni di comfort termico durante ogni periodo dell' anno

1 0,5 1 1 a carico

dell'impresa

6

MICROCLIMA: garantire il comfort termoigrometrico negli ambienti interni maggiormente sensibili (con permanenza per motivi di lavoro e non)

1 0,5 1 a carico

dell'impresa

7

ELETTROMAGNETISMO: limitare il livello dei campi elettrici e magnetici a bassa frequenza (50 Hz) negli ambienti interni al fine di ridurre il più possibile l’esposizione degli individui

1 0,5 1 a carico

dell'impresa

8

PAESAGGIO: garantire la qualità degli spazi aperti (aree verdi, strade, parcheggi e aree di pertinenza dei lotti) in termini di assetto comlessivo, scelte realizzative e modalità gestionali

1 0,5 1 1 ONERI URB

o emergenze 1 adottare misure comuni per la gestione delle emergenze 1 1 0,5

mapaus III – Clara Cucco

53

ALLEGATO C

Progetto sperimentale

per l’individuazione dei Soggetti Gestori delle Aree Ecologicamente Attrezzate

nella Provincia di Bologna

QUESTIONARIO PER LE IMPRESE INSEDIATE NELLA Z.I. PONTE RIZZOLI

NEL COMUNE DI OZZANO NELL’EMILIA (BO)

Dicembre 2005

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

INFORMAZIONI GENERALI

Questa sezione è finalizzata ad inquadrare le caratteristiche dell’azienda sotto il profilo delle

attività svolte e della classe dimensionale

Nome società:

Sede legale:

Indirizzo: Via/P.za n°:

Comune: Provincia:

Cap: tel: Fax:

e-mail: sito web:

Sede unità locale:

Indirizzo: Via/P.za n°:

Comune: Ozzano dell’Emilia Provincia: Bologna

Cap: tel: Fax:

e-mail: sito web:

Persona di riferimento e qualifica

Settore produttivo (Codice ISTAT prevalente)

Descrizione attività

mapaus III – Clara Cucco

55

Lavorazioni svolte

Superficie coperta locali adibiti a:

? uffici (mq)

? magazzini (mq)

? area produzione (mq)

Fatturato Anno 2004

Numero di addetti

Numero di parcheggi aziendali:

? automobili

? motocicli

? biciclette

Bacino clienti:

? locale (% )

? regionale (% )

? nazionale (% )

? estero (% )

Bacino fornitori:

? locale (% )

? regionale (% )

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

? nazionale (% )

? estero (% )

Nel caso l’informazione sia disponibile, allegare (o inviare tramite e-mail) l’indirizzario delle

residenze dei dipendenti (senza nominativi. L’informazione è utile solo per la valutazione

degli spostamenti casa – lavoro. L’importante è la località di provenienza).

mapaus III – Clara Cucco

57

INFORMAZIONI SUI SERVIZI PRESENTI E PREVISTI NELL’AREA

Questa sezione è dedicata a raccogliere i fabbisogni e le proposte di miglioramento dei

servizi evidenziati dalle imprese insediate a Ponte Rizzoli

Quali tra i seguenti servizi ritenete maggiormente carenti o migliorabili?

? raccolta rifiuti urbani o assimilati

? raccolta rifiuti speciali

? recupero rifiuti speciali

? smaltimento rifiuti speciali

? approvvigionamento idrico

? smaltimento acque reflue

? distribuzione energia elettrica

? distribuzione gas

? produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili

? trasporto pubblico

? reti tecnologiche (es. adsl, fibre ottiche, wireless)

? parcheggi

? viabilità

? altro (specificare)

Quali tra i seguenti servizi ritenete sia importante realizzare all’interno dell’area industriale?

Fornite una valutazione sul grado di importanza.

molto abbastanza poco nulla

? servizi di trasporto collettivo per i lavoratori ? ? ? ? ?

? caffetteria ? ? ? ?

? mensa a servizio dell’area ? ? ? ?

? servizio di raccolta della posta ? ? ? ?

? manutenzione delle strade interne all’area ? ? ? ?

? manutenzione del verde ? ? ? ?

? vigilanza ? ? ? ?

? servizio bancario ? ? ? ?

? asilo ? ? ? ?

? locale convegni ? ? ? ?

? attività ricettive ? ? ? ?

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

? altro (specificare) ? ? ? ?

Quali tra i seguenti servizi di supporto alle imprese ritenete più utili? Fornite una

valutazione sul grado di importanza.

molto abbastanza poco nulla

? assistenza nei provvedimenti amministrativi di ? ? ? ? carattere ambientale (es. autorizzazioni per rifiuti, scarichi, concessioni di derivazione, ecc.)

? realizzazione di analisi ambientali esterne ? ? ? ? e di laboratorio

? formazione in materia di ambiente e sicurezza ? ? ? ?

? borsa per il recupero dei rifiuti ? ? ? ?

? raccolta dei rifiuti porta a porta ? ? ? ?

? gruppi di acquisto per la fornitura di energia ? ? ? ?

? logistica (es. magazzinaggio comune, ? ? ? ? concentrazione delle fasi di carico e scarico, riduzione dei trasporti ne lle ore di punta)

? altro (specificare) ? ? ? ?

Quali tra le seguenti strutture ritenete sarebbe più utile realizzare nell’area? Fornite una

valutazione sul grado di importanza.

molto abbastanza poco nulla

? area di stoccaggio dei rifiuti comune ? ? ? ?

? impianto di produzione di energia ? ? ? ? (es. cogenerazione, fotovoltaico, ecc.)

? magazzini e aree di stoccaggio merci comune ? ? ? ?

? impianto di teleriscaldamento ? ? ? ?

? altro (specificare) ? ? ? ?

mapaus III – Clara Cucco

59

INFORMAZIONI DI TIPO ECONOMICO (DATI RIFERITI ALL’ANNO 2004)

Questa sezione è dedicata alla valutazione delle opportunità per le imprese collegate al

raggiungimento delle condizioni di area produttiva ecologicamente attrezzata a Ponte

Rizzoli

1) spese annue consumo di metano (da bolletta)

2) spese annue consumo energia elettrica (da bolletta)

3) spese annue consumo e depurazione acqua (da bolletta)

4) spese annue per telefono/internet/fibre ottiche

5) altre spese (es. manutenzione aree verdi pubbliche o strade)

6) spese annue per lo smaltimento di rifiuti speciali (raccolta, trasporto e smaltimento)

7) stima numero di ore impiegate in:

a. gestione e smaltimento posta

? 1 ora a settimana

? 2 ore a settimana

? 3 ore a settimana

? più di 3 ore a settimana. Specificare

b. gestione contratti e pagamento servizi (acqua, luce, metano, telefono, ecc.)

? 1 ora al mese

? 2 ore al mese

? 3 ore al mese

? più di 3 ore al mese. Specificare

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

c. gestione autorizzazioni a carattere ambientale (scarichi, emissioni atmosfera,

ecc.)

? 1 ora anno

? 2 ore anno

? 3 ore anno

? più di 3 ore anno. Specificare

8) la vostra azienda fa parte di un consorzio per la fornitura di energia (elettrica e gas)?

Se si, quale?

? si

? no

Qual è stato il risparmio annuale rispetto alle condizioni precedenti?

9) la vostra azienda organizza la propria produzione in funzione di un minore consumo

energetico durante le fasce orarie più convenienti della giornata? Se si, quali?

? si

? no

10) i vostri dipendenti raggiungono il luogo di lavoro tramite mezzo pubblico o con

mezzo proprio?

? treno

? autobus

? propria autovettura

11) per il trasporto delle merci vi rivolgete a qualche azienda insediata a Ponte Rizzoli?

? si

? no

mapaus III – Clara Cucco

61

INFORMAZIONI DI CARATTERE AMBIENTALE (DATI PUNTUALI RIFERITI ALL’ANNO 2004)

Questa sezione è dedicata a raccogliere informazioni utili ad un’analisi delle condizioni

ambientali dell’ambito produttivo di Ponte Rizzoli

1) il vostro consumo di energia elettrica è:

? in aumento

? stazionario

? in diminuzione

Qual è stato il consumo in kwh?

2) il vostro consumo di metano è:

? in aumento

? stazionario

? in diminuzione

Qual è stato il consumo in m3?

3) avete risentito di black out energetici o cadute di tensione negli ultimi anni?

? si

? no

4) utilizzate altre fonti di approvvigionamento energetico? Se si, quali?

5) Il vostro ciclo produttivo prevede un consumo elevato di energia termica e/o

elettrica?

6) il vostro consumo di acqua da rete acquedottistica è:

? in aumento

? stazionario

? in diminuzione

Qual è stato il consumo in m3?

7) il vostro consumo di acqua da pozzo, se presente, è:

? in aumento

? stazionario

Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate – Il caso di Ponte Rizzoli

? in diminuzione

Qual è stato il consumo in m3?

8) siete dotati di un vostro impianto di depurazione delle acque reflue prima

dell’immissione nella rete fognaria?

? si

? no

9) disponete, nel vostro sito produttivo, di un’area di stoccaggio rifiuti e/o di

movimentazione dei materiali? Se si, qual è la tipologia di piazzale (terra battuta,

pavimentazione filtrante, asfalto)?

? si

? no

10) adottate alcune delle soluzioni eco-compatibili indicate di seguito?

? prodotti a basso impatto ambientale nel processo produttivo (es. vernici all’acqua, sostanze non pericolose in sostituzione di prodotti con frasi di rischio, sostituzione dei solventi aromatici con prodotti a base di oli vegetali o grasso animale)

? sistemi per il risparmio idrico (es. ricircolo, riutilizzo)

? sistemi per il risparmio energetico (es. recupero vapore ed energia termica, attrezzature ad alta efficienza, pre-riscaldamento, impianti fotovoltaici, recupero del biogas)

? sistemi per la riduzione delle emissioni in aria, acqua e di materia (es. sistemi di post-combustione, combustibili a basso tenore in zolfo, recupero del calore dei fumi mediante sistemi rigenerativi, sgrassaggio biologico, rigenerazione delle soluzioni acquose, uso di materie prime seconde, , riutilizzo degli imballaggi, impianti a basse emissioni sonore)

? materiali bioecologici nelle strutture

? opere di mitigazione dell’impatto sul paesaggio

? combustibili da fonti rinnovabili

? altro (specificare)

11) le vostre lavorazioni vengono realizzate anche durante le ore notturne? Se si in quali

periodi dell’anno?

? si

mapaus III – Clara Cucco

63

? no

12) quante sono le movimentazioni giornaliere di mezzi pesanti nel vostro sito?

? da 0 a 10

? da 10 a 20

? da 20 a 50

? da 50 a 100

? più di 100

13) quali sono le tipologie di incidente caratteristiche del vostro sito aziendale?

? incendio

? esplosione

? fuga di gas

? sversamento sostanze pericolose

? perdita da serbatoi (interrati e non)

? altro

14) siete interessati ad avviare un percorso di certificazione ambientale di processo o di

prodotto?

? si

? no