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PROMETEISMO -LA LOTTA PER LA VOGLIA DI CAMBIARE- Il Prometeismo è definito come l’atteggiamento titanico dell’uomo che cerca di ribellarsi a ciò che lo limita e non gli consente di esprimere se stesso, schiavizzandolo a una vita priva di slanci emotivi. ( Piazza TienanMen 3 Giugno 1989 – Manifestante contro il regime comunista in Cina) LICEO SCIENTIFICO PAOLO GIOVIO FILIPPO JACCARINO CLASSE 5E ANNO SCOLASTICO 2011/2012

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PROMETEISMO-LA LOTTA PER LA VOGLIA DI CAMBIARE-

Il Prometeismo è definito come l’atteggiamento titanico dell’uomo che cerca di ribellarsi a ciò che lo limita e non gli consente di esprimere se stesso, schiavizzandolo

a una vita priva di slanci emotivi.

( Piazza TienanMen 3 Giugno 1989 – Manifestante contro il regime comunista in Cina)

LICEO SCIENTIFICO PAOLO GIOVIO FILIPPO JACCARINO CLASSE 5E ANNO SCOLASTICO 2011/2012

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Il Prometeismo è definito come un atteggiamento di sfida o ribellione proprio di chi si propone di combattere pur sapendo che alla fine risulterà perdente incapace di superare le barriere del finito.

Il Prometeismo, sinonimo di Titanismo, deriva dal mito di Prometeo che rubò il fuoco agli dei per donarlo agli uomini. Per questo gesto, considerato come atto di sfida nei loro confronti, gli dei punirono Prometeo legandolo ad una roccia e un’aquila lentamente gli divorava il fegato per l’eternità.

Partendo da questo mito, e dalle interpretazioni filosofiche che ne sono conseguite, ho voluto porre l’attenzione di questa tesina sull’atteggiamento dell’uomo che si ribella a qualcosa che gli viene imposto privandolo della propria libertà.

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Proprio negli ultimi anni vi sono state parecchie manifestazioni di protesta da parte di cittadini che si sono ribellati contro i regimi o le istituzioni che li hanno oppressi schiavizzandoli nella società odierna. Con questa tesina volevo basarmi proprio sul concetto dell’uomo che cerca di combattere, principalmente in maniera non violenta, attraverso l’utilizzo delle sole parole, per riappropriarsi di ciò che gli è stato tolto ingiustamente o per lottare contro qualcosa che gli è stato imposto senza poter essere contestato, pena la detenzione o, in alcuni casi, la morte (in primis mi viene in mente il regime nazista durante la seconda guerra mondiale che ha tolto parecchi diritti ai propri cittadini come il libero pensiero o la possibilità di manifestare i propri dissensi). Vivendo in un’epoca attuale dove si vedono ai giornali e alle televisioni sempre più manifestazioni di ribellione da parte dei cittadini nei confronti dei propri stati e dove si è finito persino negli stadi a fischiare i propri inni nazionali a causa del distacco che si è creato tra Stato e popolo, sta nascendo quella voglia di cambiare da parte di tutti, dove la popolazione è stanca di farsi prendere in giro da chi li governa, sta nascendo una netta distinzione fra lo stato, detentore del potere, e i cittadini, abitanti dello stato. Un’epoca in cui il cittadino sente sempre di più il soffocamento della propria opinione, dove vede soldati impegnati più nelle parate o nelle guerre che direttamente ad aiutare i propri concittadini in difficoltà, sente urgentemente che ciò che gli sta intorno deva al più presto cambiare. E’ quest’aria di cambiamento che spinge la comunità moderna a imitare il mito di Prometeo, sfidando chi è più in alto di loro, sapendo che in un modo o nell’altro verranno puniti, ma con la speranza di essere stati utili per costruire un nuovo mondo migliore nel quale vivere. E magari un mondo nel quale coloro che hanno il coraggio di sfidare gli Dei, gli Stati o regimi che essi siano, non vengano puniti legati ad una roccia, imprigionati, condannati a morte o torturati, ma vengano riconosciuti sia dai cittadini che da quelli che stanno più in alto come Eroi che hanno cercato di salvare il proprio paese e la propria gente.

Ho voluto fare un resoconto degli avvenimenti che hanno scosso di più il mondo sociale e culturale negli ultimi secoli, partendo dalla ribellione intellettuale di Filippo Marinetti contro i concetti e le strutture classiche che prevalevano nella sua epoca dando una nuova forma di letteratura spensierata, passando per il mostro di Frankenstein che sintetizza l’ideologia dell’epoca nella quale l’uomo, vissuta l’epoca dell’Illuminismo, grazie alle contemporanee innovazioni scientifiche, si poneva ai livelli di Dio nella creazione dell’essere umano, passando poi alle resistenze che hanno caratterizzato due dei più illiberali regimi della storia, nazismo e fascismo, finendo per portare l’esempio di due dei più illustri cittadini italiani che siano mai vissuti, Falcone e Borsellino, che hanno dato l’esempio al mondo intero di come non bisognerebbe mai tirarsi indietro in una lotta se si combatte per un ideale giusto, anche se si rischia di andar contro la morte. Ho cercato quindi di riassumere il concetto del Prometeismo in questi determinanti eventi storici e culturali.

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IL ROMANTICISMO: IL TITANISMO

DAL SEHNSUCHT AL PROMETEISMO

Uno dei principali motivi ricorrenti della cultura romantica, presente sia nei poeti sia nei filosofi, è la concezione della vita come inquietudine, aspirazione, brama, sforzo incessante. I romantici, infatti, ritengono che l’uomo sia in preda ad un “demone dell’infinito”, il quale fa si che esso, insofferente di ogni limite e mai pago della realtà così com’è, risulti in uno stato di irrequietezza e di tensione perenne, che lo porta a voler sempre trascendere gli orizzonti del finito. Una tra le più note esemplificazioni di questo modo di essere è lo Streben teorizzato da Fichte, che consiste nel vedere l’io impegnato in un superamento del finito, coincidente con una battaglia mai conclusa per la conquista della propria umanità. E’ in relazione alla brama dell’infinito che si comprendono alcuni dei più emblematici stati d’animo romantici. L’espressione Sehnsuct, tradotta in italiano con “desiderio, aspirazione struggente, brama appassionata” costituisce forse la più caratteristica parola del Romanticismo tedesco, dato che sintetizza l’interpretazione dell’ UOMO COME DESIDERIO E MANCANZA, ovvero come DESIDERIO FRUSTRATO DI QUALCOSA che sempre sfugge. La Sehnsucht si identifica, infatti, con quel desiderio di avere l’impossibile, un aspirazione verso il più e l’oltre. Letteralmente la parola Sehnsucht si traduce con il desiderare (sehnen) un desiderio (Sucht). Per questo la Sehnsucht tende a capovolgersi nel sentimento della noia dovuta all’impossibilità di ottenere ciò che viene desiderato.

La situazione esistenziale implicita nello Sehnsucht si accompagna a due tonalità psichiche e a due atteggiamenti ben precisi: l’IRONIA e il TITANISMO. L’ironia consiste nella superiore coscienza del fatto che ogni realtà finita, e perciò qualsiasi impresa umana, grande o piccola che essa sia, è nulla di fronte all’infinito. Se l’ironia, quindi, palesa una sorta di humour filosofico, dovuta dalla coscienza dei limiti del finito in quanto tale, il TITANISMO esprime invece un ATTEGGIAMENTO DI SFIDA E RIBELLIONE PROPRIO DI CHI SI PROPONE DI COMBATTERE PUR SAPENDO CHE ALLA FINE RISULTERA’ PERDENTE E INCAPACE DI SUPERARE LE BARRIERE DEL FINITO. Tanto è vero che il titanismo mette a capo al SUICIDIO, visto come atto di sfida estrema verso il destino.

Il titanismo fu chiamato anche con il termine PROMETEISMO in quanto i filosofi romantici lo personificarono nel mitico titano greco Prometeo, il quale, avendo rotto l’ordine fatale del mondo per donare agli uomini il fuoco, viene condannato da Zeus ad avere perennemente il fegato divorato da un’aquila. Per questo i filosofi romantici tendono a vedere in Prometeo il simbolo della ribellione.

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FICHTE: LO SFORZO(STREBEN)Secondo Fichte, il dovere morale può essere realizzato dall’io finito solo insieme con gli altri io finiti. Per il filosofo tedesco, ammessa l’esistenza di altri esseri intelligenti, l’uomo è obbligato a riconoscere loro lo stesso scopo della propria esistenza, ovvero la libertà. In questo modo, ogni io finito risulta costretto non solo a porre limiti alla propria libertà, ma anche ad agire in modo tale che l’umanità nel suo complesso risulti sempre più libera. Questo è ciò che propone il senso dello Streben sociale dell’io di Fichte: farsi liberi e rendere liberi gli altri in vista della completa unificazione del genere umano. Lo sforzo, o Streben, che propone Fichte è inteso come compito infinito di auto-liberazione dell’io dai propri ostacoli. Inoltre Fichte, nelle sue opere intitolate rispettivamente “Rivendicazione della libertà di pensiero” e “Contributo per rettificare il giudizio pubblico sulla Rivoluzione francese” mostra di condividere una visione contrattualistica e antidispotica dello Stato, particolarmente sensibile al tema della libertà di pensiero. Fichte, in particolare nella seconda opera citata, afferma che lo scopo del contratto sociale è l’educazione alla libertà, di cui è corollario il diritto alla rivoluzione. In questa maniera Fichte, nell’esaltare la lotta per la libertà attraverso lo Streben e nel dire che in caso di privata libertà bisogna passare alla rivoluzione, si avvicina al concetto prevalente del romanticismo e della sua epoca, il Prometeismo.

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I FUTURISTI: PROMETEI INTELLETTUALI

“DATE FUOCO AGLI SCAFFALI DELLE BIBLIOTECHE”

Il futurismo è stato un movimento artistico e culturale italiano nato nel XX secolo. Il termine futurismo è stato coniato dall’esponente maggiore di questo movimento, Filippo Tommaso Marinetti.

Nel Manifesto Dei Futuristi pubblicato sul quotidiano francese “Le Figaro” il 20 Febbraio 1909, Filippo Tommaso Marinetti ha formulato il suo programma di rivolta contro la cultura del passato e tutti gli istituiti del sapere tradizionale proponendo un azzeramento su cui elevare una concezione della vita integralmente rinnovata. Il prometeismo futurista consisteva nel fondarsi sui valori della velocità, del dinamismo, dello sfrenato attivismo considerati come distintivi della moderna realtà industriale che si era stabilita a quell’epoca, che ha il suo emblema nel mito della macchina.

Il Prometeo futurista si propone come mezzo per il quale distruggere quest’idea legata all’industrializzazione aggregandosi all’ideologia nazionalista e militarista che vedeva nella guerra la <<sola igiene del mondo>>. Si propongono come nuovo movimento letterale capace di cancellare tutti quei valori della tradizione passata che secondo loro hanno condizionato in negativo la vita degli uomini. Perciò i futuristi disprezzano i comuni atteggiamenti spirituali e sentimentali per finire alla polemica contro la sensibilità romantica e decadente. Di conseguenza rifiutano tutta la letteratura che si basava su questi valori considerata da loro come espressione di una civiltà ormai superata.

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MANIFESTO DEL FUTURISMO E MANIFESTO TECNICO DELLA LETTERATURA FUTURISTA

Nel 1909 Filippo Tommaso Marinetti scelse un prestigioso giornale parigino “Le Figaro”, per lanciare il Manifesto Del Futurismo, che costituisce l’atto ufficiale della fondazione del gruppo futurista. Qui espose i principii ispiratori del movimento, basati su un rifiuto radicale del passato e proiettati verso l’edificazione di una cultura integralmente rinnovata. Anche sul piano artistico il programma futurista si basa su un netto rovesciamento dei canoni tradizionali: all’ammirazione delle opere antiche viene sostituita un’estetica della velocità, che, celebrando la bellezza della “macchina”, si propone di interpretare i segni della modernità. E’ questo l’aspetto più interessante della prospettiva marinettiana, e in generale dei futuristi, che auspica una suggestiva rappresentazione, ricca di immagini analogiche, della città e del mondo industriale( le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa).

Ecco alcuni punti del Manifesto Del Futurismo in cui prevale l’atteggiamento di ribellione nei confronti della letteratura precedente da parte di Marinetti e dei futuristi in generale: 1)Noi vogliamo cantare l’amor del pericolo, l’abitudine all’energia e alla temerarietà. 2)Il coraggio, l’audacia, la ribellione, saranno ELEMENTI ESSENZIALI DELLA NOSTRA POESIA. 3)La letteratura esaltò fino ad oggi l’immobilità pensosa, l’estasi e il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno. 4)Non v’è più bellezza se non nella lotta. NESSUNA OPERA CHE NON ABBIA UN CARATTERE AGGRESSIVO PUO’ ESSERE UN CAPOLAVORO. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all’uomo. 5)Noi vogliamo glorifica la guerra – sola igiene del mondo – il militarismo,il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, LE BELLE IDEE PER CUI SI MUORE e il disprezzo della donna. 6)Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d’ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitari.

Alla fine di questo elenco delle principali ideologie futuriste Marinetti aggiunge inoltre un messaggio di espansione della cultura futurista dove prevale indubbiamente il suo atteggiamento prometeista:

“E’ dall’Italia che noi lanciamo pel mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria, col quale fondiamo oggi <<il Futurismo>>, perché VOGLIAMO LIBERARE QUESTO PAESE DALAL SUA FETIDA CANCRENA DI PROFESSORI, D’ARCHEOLOGI, DI CICERONI E D’ANTIQUARI…. Volete dunque sprecare tutte le forze migliori, in questa eterna ed inutile ammirazione del passato,da cui uscite fatalmente esausti, diminuiti e calpesti? In verità io vi

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dichiaro che la frequentazione quotidiana dei musei, delle biblioteche e delle accademie è, per gli artisti, altrettanto dannosa che la tutela prolungata dei parenti per certi giovani ebbri del loro ingegno e della loro volontà ambiziosa.Per i moribondi, per i prigionieri, sia pure: - l’ammirabile passato è forse un balsamo ai loro mali, poicè per essi l’avvenire è sbarrato…Ma noi non vogliamo più saperne, del passato, noi, giovani e forti futuristi!! E vengano dunque gli allegri incendiarii dalle dita carbonizzate! Eccoli! Eccoli!....Suvia! Date fuoco agli scaffali delle biblioteche! Sviate il corso dei canali, per inondare i musei! Oh la gioia di veder galleggiare alla deriva, lacere e stinte su quelle acque, le vecchie tele gloriose!....Impugnate i picconi, le scuri, i martelli e demolite senza pietà le città venerate!”

Anche nel Manifesto Tecnico della Letteratura Futurista compaiono motivi inneggianti all’atteggiamento di ribellione dei futuristi nell’utilizzo del loro stile. Risalta, infatti, quando Marinetti propone la cultura futurista come quella che deve essere disposta a “Fare coraggiosamente il <<brutto>> in letteratura, uccidendo ovunque la solennità>>. Ciò che vuole portare questo movimento alla società , come dice lo stesso Marinetti in questo manifesto, è preparare la popolazione della sua epoca a lottare contro l’industrializzazione che sta vincendo la manodopera e i lavoratori inducendoli in una vita senza lavoro e senza speranza. Così scrive Marinetti: ”Poeti Futuristi! Io vi ho insegnato ad odiare le biblioteche ed i musei, per prepararvi ad odiare l’intelligenza, ridestando in voi la divina intuizione, dono caratteristico delle razze latine. Mediante l’intuizione, vinceremo l’ostilità apparentemente irriducibile che separa la nostra carne umana dal regno dei motori”.

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GIACOMO BALLA: LAMPADA AD ARCOL’ELETTRICITA’ SFIDA LA LUNA

Giacomo Balla è un artista torinese appartenente al gruppo dei futuristi (firmò tra tanti il Manifesto dei Pittori Futuristi) Come i suoi colleghi, Balla vede nella scienza e nel progresso i fattori determinanti per il futuro dell’uomo, facendo particolare attenzione nella pittura sulla tematica legata ai problemi sociali ispirati al mondo degli operai e dei poveri. Seguendo il tema centrale della poetica futurista anche lui i dedica nei suoi quadri ad esprimere nelle sue opere la sensazione della velocità. Interessato particolarmente al verismo, si dedica con grande attenzione allo studio della luce.

Balla , infatti, nella sua opera “Lampada ad Arco”, dipinto ad olio su tela esposta al Museum Of Modern Art di New York, si interessa della tematica della luce artificiale in lotta col buio. Al centro dell’opera si intravede una lampada che con la sua luce riesce a rendere quasi superflua quella prodotta dalla luna. Ciò che stupì particolarmente all’epoca fu il fatto che il soggetto, il lampione elettrico, potesse trasmettere le stesse emozioni che dava la luce della luna. In quell’epoca l’elettricità fu una grande novità tecnologica. Quest’opera è chiaramente legata alla tematica futurista nel quale si intravede nella luce elettrica prodotta dalla lampada una sorta di svecchiamento dal mondo classico rappresentato dalla luna onnipresente. Balla con questa tela vuole rappresentare in maniera simbolica la nuova luce dell’elettricità che si sostituisce al chiaro di luna e che accenderà di nuovo splendore il mondo paragonabile, quindi, a Prometeo che rubò il fuoco agli dei per rubarlo agli uomini.

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“FRANKENSTEIN”or THE MODERN PROMETHEUS

MARY SHELLEYMary Shelley was born in 1797. She was the daughter of William Godwin (a philosopher) and Mary Wolstonecraft (feminist and writer). An unusual childhood surrounded by philosophers, writers and poets, all influenced by the ideas of the French Revolution. Her early years were influenced by a macabre Gothicism. After her mother’s death she went to the churchyard every day and learnt to read and spell her name from her mother’s tombstone. That was also the place where she used to go in secret with the poet Percy Bysshe Shelley while they were courting (a scandalous adulterous affair because he was married). At the age of sixteen, Mary ran away to live with Percy Bysshe Shelley. She had a personal tragedies. Infact, their two children died and the same Percy drowned in a shipwreck in the Bay of Spezia. At the age of 48 she become an invalid and in 1851 she died of a brain tumour.

THE PLOT OF FRANKENSTEIN The narrator of the story is an explorer, Walton, who meets the scientist Frankenstein shortly before he dies. He is hunting the monster he has created, chasing it around the earth. So Frankenstein starts to tell the narrator his sad tale. He had discovered the secret of giving life to inanimate matter an decides to create a living being from parts of dead bodies. So he generate a creature with a supernatural strength and a horrible appearance. For his aspect he was refused by society and so the monster become more lonely and miserable. Feeling abandoned after Frankenstein refuses to provide him with a female companion, he takes revenge by murdering his brother, his friend, and his bride Elizabeth. So the story return at the start point in which Frankenstein tell to Walton he’s following the monster to the Artic to destroy him, but, at the end of the story, dies in the pursuit.

INTERPRETATIONS OF THE MODERN PROMETHEUS At a certain point of the book the perspective shifts from the narrator to the creature. In this way the readers gain an insight into the creature’s mind. By doing this, Mary Shelley shows us how an apparently innocent creature is corrupted by a hostile society to the point where he decides to take revenge. Mary Shelly is able to transforms a basic horror story into an enquiry on the nature of creation, scientific responsibility and social justice.

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The novel can be seen also as a revenge of feminism which criticizes the male rationalism, the man’s envy of woman’s power to create life. The story give us the first indication of a dark side to the scientific positivism. In fact, one of the main themes of the story is the unchecked pursuit force of knowledge. Mary Shelly points out the limit of scientific discovery and the danger of interfering with the process of nature. The subtitle of the work, The Modern Prometheus, refers to the myth of Prometheus because Frankenstein with is act made men equal in power to the gods and he had gone beyond the limits of nature. The Prometheism in this work consists to the enquiry on the nature of creation. The question that we can receive from this text is : Who can create life? This is the moral question of Mary Shelley’s work and only at the end of the story we realize that no man can create life but only the nature. Dr. Frankenstein tries to have a female role in the creation of life. For this reason he creates the monster but he doesn’t realize that it is a creature imprisoned by his horrible aspect and for this he was shut out from society. So we can see the same Dr.Frankenstein and Walton as slaves of their thirst for discovery. In all the work results the society’s responsibility of owns actions that creates monsters and then criticizes them.

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LA RESISTENZA NEL PERIODO FASCISTA E NAZISTA

LA RESISTENZA FASCISTA« Abbiamo combattuto assieme per riconquistare la libertà per tutti:

per chi c'era, per chi non c'era e anche per chi era contro... »(Arrigo Boldrini, partigiano e politico italiano)

La formazione del fascismo su scala europea alimentò la formazione di gruppi di resistenza, animati in prevalenza dalle forze politiche antifasciste che erano state sciolte d’autorità e messe fuori legge. Queste minoranze organizzate operavano in patria, in condizione di clandestinità e soprattutto in esilio, attraverso una vasta azione di propaganda, per sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale contro i regimi autoritari. La Resistenza italiana affonda le sue radici nei primi anni venti con le prime forme di opposizione al regime fascista fino all’inizio della seconda guerra mondiale. I gruppi di resistenza, principalmente composti da socialisti e liberal-democratici, inizialmente danno vita a Parigi alla Concentrazione antifascista avendo due principali obbiettivi: la restaurazione della democrazia e l’abbattimento delle istituzioni monarchiche in nome della repubblica. Questa Concentrazione antifascista esprimeva le posizioni unitarie della protesta e della denuncia morale contro il fascismo proprie all’antifascismo democratico. Ma la Concentrazione era più attenta più alla denuncia morale del fascismo che all’azione politica e concreta di esso. I suoi limiti maggiori furono, infatti, la mancata analisi del complesso del fenomeno fascista e l’attesa passiva e vana in un positivo cambiamento spontaneo in Italia. Per queste motivazioni poco dopo questo movimento si sciolse anche perché molti aderenti confluirono in altri movimenti di resistenza come Giustizia e Libertà e perché venne a mancare l’apporto dei socialisti. Solo nel 1934 maturarono le condizioni per una svolta nei rapporti tra le forze antifasciste dovuta all’avvento del nazismo in Europa. Fu allora che si creò un alleanza fra tutte le forze politiche antifasciste, dai liberali ai cattolici, dopo aver firmato a Parigi il patto dell’unità d’azione. In questo modo si era passati a combattere i regimi dalle scrivanie ai campi di guerra.

Da qui nacquero uno dopo l’altro i principali movimenti reazionari contro il fascismo tra cui il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), struttura politico-militare che avrebbe caratterizzato la Resistenza italiana contro l'occupazione tedesca e le forze collaborazioniste fasciste della Repubblica di Salò in tutto il periodo della guerra di liberazione, e le prime formazioni di gruppi partigiani. Le motivazioni dei primi gruppi dei partigiani erano legate principalmente all’odio verso il fascismo e verso i tedeschi e al rifiuto di accettare il disastro e l’umiliazione nazionale; si trattava di uomini e donne pronti a dare la vita per sconfiggere il fascismo che aveva tolto la libertà di stampa, di parola, di riunione e perfino di cantare “Noi vogliamo la pace” e trascinato l’Italia in guerra e alla rovina completa.

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ANTEO ZAMBONI: PADRE DELLA RESISTENZA SILENZIOSA

Figlio di un tipografo ex anarchico convertitosi al fascismo per ragioni economiche, Anteo Zamboni morì all’età di quindici anni dopo aver cercato invano di assassinare Benito Mussolini. Era la sera del 31 Ottobre 1926 e si celebrava il Quarto Anniversario della Rivoluzione fascista dopo la Marcia su Roma avvenuta il 22 Ottobre 1922. Mussolini si era recato a Bologna su invito dell’attuale sindaco Umberto Puppini per l’inaugurazione del nuovo Stadio Littorale in Piazza Nettuno. Durante la cerimonia di inaugurazione, Zamboni spinto dalle idee anarchiche e antifasciste del periodo sparò contro Mussolini colpendo, però, la tuba del sindaco presente sul palco di cerimonia. In reazione a tale gesto, gli squadristi fascisti guidati da Leandro Arpinati, organizzatore della cerimonia, si gettarono sullo studente ma non riuscirono a trattenerlo poiché la folla, animata dall’amore sproporzionato per il duce e il fascismo in generale, lo linciò davanti a migliaia di presenti in piazza. Questo fece tanto scalpore fra i presenti perché suscito un grande disprezzo nei confronti di tanta cattiveria che si era abbattuta su un ragazzino adolescente. Inizialmente si era pensato che questo gesto di ribellione fosse stato organizzato dai caposquadra antifascisti di Bologna ma solo successivamente dopo attente indagine si decise che l’attentato non poteva che essere opera di un elemento isolato. Successivamente il padre del ragazzo sostenne che la paternità del attentato era del figlio e che aveva agito con pieno senso di responsabilità. In seguito a questo attentato furono approvate le Leggi per la Difesa dello Stato che prevedevano l’istituizione della pena di morte per gli omicidi a sfondo politico e abolivano tutte le pubblicazioni ostili al regime fascista.

Fra tutti gli attentati subiti da Benito Mussolini, la vicenda di Anteo Zamboni segnò il massimo punto di tensione fra il regime fascista e le forze organizzate antifasciste. Ad Anteo Zamboni, personaggio che fa parte di quella che Palmiro Togliatti definì "Resistenza silenziosa", sono dedicate a Bologna la via Mura Anteo Zamboni ed una lapide.

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Anche durante il regime nazista nacquero gruppi organizzati antinazisti. La maggior parte di questi erano formata da socialisti, comunisti e cattolici che diedero vita al Widerstand , movimento clandestino di opposizione al regime nazista. Ma furono principalmente gruppi di ebrei alleati con le forze di opposizione tedesche a opporsi maggiormente contro le truppe naziste in quanto perseguitati dalle leggi emanate dal Fuhrer. La dottrina hitleriana, infatti, esaltava il nazionalismo e la superiorità genetica della razza ariana. Secondo Hitler, una delle minacce più gravi alla purezza della razza ariana e all’integrità e alla potenza della Germania era l’<<infezione ebraica>>. Questa concezione portò ad una serie di azioni persecutorie ai danni dei cittadini ebrei (si ricorda la cosiddetta “Notte dei Cristalli”). Già nel 1933, primi anni del regime hitleriano, compaiono i primi campi di concentramento, campi inizialmente posti per rinchiudervi dissidenti politici e oppositori del regime e successivamente, dopo che nel 1942 Hitler varò la tristemente nota soluzione finale, adibiti quasi esclusivamente allo sterminio degli ebrei. Si era arrivati, in questo modo, a un limite di sopportazione intollerabile da parte di quasi tutta la popolazione europea che cercarono insieme di distruggere l’armata nazista dando così vita a gruppi organizzati che operavano di nascosto contro il regime

LA ROSA BIANCA La Rosa Bianca è stato un gruppo composto inizialmente da cinque studenti cristiani operanti nell’università di Monaco di Baviera che si opposero in modo non violento al regime nazista. Essi ebbero modo di partecipare alla guerra sul fronte francese e vedere le atrocità commesse contro gli ebrei.

La loro lotta nonviolenta nei confronti del nazismo consisteva nel distribuire volantini che esortavano i tedeschi ad una resistenza passiva nei confronti del regime nazista. La loro forma di ribellione non consisteva in atti di violenza o protesta contro il nazismo in sé, ma predicava la disobbedienza dei cittadini tedeschi per riappropriarsi della propria libe rtà. In un primo momento i loro opuscoli venivano spediti nella Germania meridionale, Austria e Baviera, poiché ritenevano che quella parte della Germani fosse più attenta ai messaggi antimilitaristici. Successivamente la distribuzione dei volantini si fece più intensa. Ne 1943, infatti, il gruppo studentesco distribuì gli ultimi due opuscoli e dipinsero sui muri di Monaco slogan contro il nazismo. Questi opuscoli fecero molto scalpore poiché il gruppo decise di dichiararsi apertamente intitolandosi come il Gruppo di Resistenza in Germania. L’ultimo opuscolo fu distribuito direttamente all’interno dell’università di Monaco nell’ultimo giorno di lezioni dove si ricorda il coraggioso gesto di Sophie Schooll, leader

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del gruppo, che dalle scale della scuola lanciò gli opuscoli in mezzo alla folla di studenti. Per questo gesto fu catturata da uno dei bidelli e consegnata alle pattuglie tedesche. Successivamente vennero catturati anche gli altri quattro membri del gruppo e furono interrogati dalla Gestapo, la polizia politica del Terzo Reich. Il gruppo si prese immediatamente la

responsabilità dei fatti accaduti per proteggere, invano, gli altri membri che operavano di segreto all’interno del gruppo.

La stessa Sophie Scholl venne torturata per quattro giorni dalle stesse forze della Gestapo e dopo la sentenza del processo in data 19 Aprile 1943, la studentessa e parte di molti membri del gruppo furono ghigliottinati.

Con la caduta del regime nazista col finire della guerra, la Rosa Bianca viene ricordato come il gruppo di maggior Resistenza contro il regime nazista. A Sophie School e ai suoi collaboratori, oltre ad un film del 2005, è stata dedicata la stessa scuola nella quale avvenne la distribuzione fatale dell’ultimo opuscolo.

Riporto qui in basso un passo inerente al primo opuscolo diffuso:

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VULCANI E TERREMOTILA NATURA CHE SI RIBELLA ALL’UOMO

Partendo da una frase pronunciata dal vulcanologo Bernard-Henry Leavy in occasione dell’eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajokull avvenuta nell’aprile del 2010 che bloccò gran parte delle vie aeree per interi mesi volevo porre l’attenzione su come la natura stessa invii dei segnali all’uomo quando supera i propri limiti nei confronti di essa:

”Rabbia del piccolo vulcano, arroventato dalla sconfinata arroganza e dall’indecenza degli uomini. Silenzio, dice il vulcano. Silenzio, adesso parlo io. Che nessuno osi più fiatare: che le vostre macchine volanti siano, fino a nuovo ordine, bandite dai cieli”.

L’uomo, principalmente nell’epoca moderna, ha voluto superare i propri limiti per soddisfare le proprie ambizioni senza preoccuparsi dei danni che in questi anni ha inflitto alla natura. Vivendo per anni sotto l’influenza delle nuove scoperte tecnologiche, la terra ha subito pesanti variazioni climatiche e geografiche a causa dell’intervento diretto dell’uomo su di essa. Le moderne tecnologie tanto utili all’uomo hanno innalzato in maniera vertiginosa il livello dell’inquinamento portando ad un aumento della temperatura e alla desertificazione di alcuni parti del nostro pianeta. L’uomo, però, sembra non essersi ancora accorto del grave male che ha inflitto, e sta infliggendo, alla Terra. Ed è per questo che il nostro pianeta ci invia dei segnali per avvertirci che abbiamo ormai superato il limite. Questi segnali sono rappresentati dalle forze eruttive dei Vulcani e dei Terremoti. Questi due eventi, per i primi prevedibili e per i secondi non prevedibili, ci avvertono con la loro forza distruttiva che bisognerebbe dare molta più attenzione al nostro pianeta rinunciando alle nostre ambizioni di dominio sulla natura. Questi avvenimenti dimostrano la superiorità della natura nei confronti dell’uomo, che è impossibile da controllare. Infatti l’uomo si è reso conto, anche se provvisto di numeroso mezzi di tecnologia d’avanguardia per prevenire e studiare questi fenomeni, che non c’è nessun modo di affrontare la forza distruttiva della natura quando essa prende il sopravvento.

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PROMETEI MODERNI

IMPASTATO, FALCONE E BORSELLINO: LA LOTTA CONTRO LA MAFIA

Attualizzando il mito di Prometeo nella civiltà moderna degli ultimi anni, per concludere volevo analizzare in breve le lotte contro la criminalità organizzata da parte di personaggi illustri che hanno cambiato in bene la società attuale. Da decenni principalmente nel Sud Italia operano criminalità organizzate che schiavizzano i liberi cittadini con le loro oppressioni (il cosiddetto Pizzo pagato dai commercianti per una presunta protezione) e azioni infime per dimostrare la loro superiorità in un determinato territorio. In diversi territori del Sud Italia, infatti, si sono stabiliti diversi clan camorristici. Negli ultimi anni, però, la lotta contro questi clan è cresciuta in maniera esponenziale grazie anche ad esempi di persone coraggiose che hanno dato la propria vita per contrastare questa infezione della società. E’ il caso di persone come Peppino Impastato, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e molti altri: uomini che hanno deciso di sacrificare la propria vita per garantire alla società un mondo privo di ingiustizie e corruzione.

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Peppino Impastato proveniva da una famiglia mafiosa e a causa delle continue lotte interne in famiglia si dedica sin da giovane ad un’attività politica antimafiosa. Grazie ad una stazione radio fondata da lui stesso, Peppino Impastato ebbe il coraggio di denunciare in diretta tutte le attività sospette e i membri mafiosi che agivano nella sua città natale, Cinisi, e nei dintorni di Palermo. Per questo suo gesto venne ucciso dalla criminalità organizzata durante la campagna elettorale per le elezioni comunali per cui si era candidato. La popolazione sdegnata da questo gesto di violenza riuscì lo stesso a votare come gesto simbolico Peppino Impastato come consigliere comunale di Cinisi. A Peppino Impastato, oltre ad essere dedicato il film I Cento Passi, è stato dedicata una canzone di cui volevo riportarne una strofa che sintetizza la sua voglia di cambiare il mondo marcio in cui viveva difendendo fino alla morte un ideale per cui combatteva:

« Nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio,negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di giustizia che lo portò a lottare,aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell'ambiente da lui poco onorato,si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un ideale ti porterà dolore. »(tratto da I Cento Passi – Modena City Ramblers)

Infine, mentre si è appena celebrato il ventesimo anno dalla loro scomparsa, volevo raccontare in maniera sintetica la battaglia che hanno portato avanti contro la criminalità organizzata i giudici Falcone e Borsellino e l’esempio che hanno lasciato all’intero paese.

Giovanni Falcone venne assassinato il 23 Maggio 1992 in quella che è ormai conosciuta come Strage di Capaci insieme alla moglie e alla sua scorta. Mentre tornava da Roma per recarsi come di consueto nel weekend nella sua città natale, Palermo, durante il tratto di autostrada che portava verso Palermo un sicario incaricato da uno dei più grandi boss della criminalità organizzata, Totò Riina, azionò tramite un comando a distanza una serie di esplosivi di tritolo posti proprio sotto l’asfalto che percorreva Falcone insieme ai suoi alleati. Morirono sul colpo Falcone, la moglie e parte della sua scorta.

Paolo Borsellino, amico e collega di Falcone, sapeva esattamente che la stessa sorte sarebbe capitata anche a lui ma decise lo stesso di rimanere fra la sua gente per combattere la criminalità organizzata da vicino. Infatti, esattamente 57 giorni dopo la strage di Capaci, il 19 Luglio 1992, mentre il giudice e la sua scorta si erano recati in Via D’Amelio, dove abitava la madre di Borsellino, una macchina piena di tritolo viene fatta esplodere a distanza uccidendo sul colpo Borsellino e cinque dei suoi agenti della scorta.

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La figura di Giovanni Falcone, e lo stesso Paolo Borsellino, ha lasciato un grande esempio in tutto il mondo. Credere in un ideale e combattere fino alla morte per esso è l’atteggiamento tipico del prometeismo e di quello che identifica nei due giudici, a parer mio, i due prometei per eccellenza.

Uomini come Falcone, Borsellino e Impastato devono essere d’esempio per procreare una comunità libera dai soprusi e dalle ingiustizie sociali. Seguendo il loro esempio nel quale l’unione fa la forza, l’uomo che combatte per la libertà, la giustizia, l’uguaglianza non sarà più punito e sarà liberato dalle catene che legarono Prometeo per l’eternità alla roccia.

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“Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e

continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini.” -J.F.Kennedy